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DI

ECONOMIA

ANNO XXVII Nuova serie

Dicembre 2013 CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

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C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

• ALLEANZE PROTAGONISTI Nicodemo, il Sud Terremerse trova l’intesa con Apofruit PAG. 15 che costruisce • EVENTI il suo futuro PAG. 27

Appuntamento a Dozza per i Protagonisti PAG. 23

• RETAIL Coop Italia tiene e Conad sogna il sorpasso PAG. 39 C

• MELE A CLUB

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All’ombra di Pink Lady crescono i concorrenti PAG. 53

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✍ Lorenzo

L’America corre, l’Europa declassata. Il 2013 si chiude su queste deprimenti note economiche e mentre la cosiddetta legge di Stabilità per il 2014 sembra non piacere a nessuno. Bisogna ridurre le tasse alle piccole imprese, alle famiglie, ridurre il costo del lavoro in maniera significativa, incidere il moloch devastante della spesa pubblica : sono queste le premesse per il rilancio dei consumi e dell’occupazione, in parole povere la tanto auspicata ‘crescita’. Servirebbe coraggio, però non se ne vede traccia. Le previsioni per l’anno che viene parlano di un Pil in ripresa di qualche punto percentuale. A voler essere ottimisti si può dire che abbiamo toccato il fondo e da qui si può solo risalire, però sul fondo ci si può anche impantanare. E’ finita la recessione (i segni ‘meno’ davanti alle percentuali sul Pil), non è mai cominciata l’austerity per lo Stato, visto che il debito pubblico è sempre cresciuto in questi anni. Viviamo in un marasma istituzionale ed economico assoluto . Sorvoliamo sulla parte istituzionale, perché se non si faranno riforme vere a partire dalla legge elettorale e dalla riduzione dei costi della politica la ‘marcia su Roma’ la faranno i cittadini normali, quelli che si alzano tutti i giorni per aprire bottega e andare a lavorare. Sul fronte economico è di tutta evidenza che solo l’export ci sta tenendo a galla, in particolare l’agroalimentare. Mentre il Pil del Paese calava anno dopo anno (abbiamo perso 10 punti dal 2007 ad oggi) , l’export di vino, food fresco e trasformato cresceva fino a toccare i 35 miliardi alla fine di quest’anno. E si calcola che il fenomeno dell’Italian sounding valga almeno il doppio. L’ortofrutta si avvia a chiudere un anno attorno ai 4 miliardi di export, quindi meglio del 2012, migliorando anche l’attivo. L’export ci sta salvando e bisognerebbe agevolarlo, farlo crescere, coccolare chi tutti i giorni lavora sul fronte dell’internazionalizzazione. Invece… A occhio e croce nella legge di Stabilità per le imprese che esportano c’è poco o niente; per l’agroalimentare siamo alle solite: qualche sovvenzione a pioggia , qualche detassazione. Elemosine, briciole. Poi chi vuole bene al made in Italy dovrebbe tutti i giorni elogiare e inneggiare al libero commercio, all’apertura delle frontiere, al mercato globale, chiedere all’Europa di essere in prima linea su questo fronte liberalizzatore. Invece quando si parla di agroalimentare si riparte con la solita litania: le ricette, divulgate da una tv compiacente (ma chi li paga certi servizi?), sono sempre le stesse: protezionismo, voglia di autarchia, difesa della sovranità nazionale. Dal blocco del Brennero alle deliranti teorie economiche dei ‘forconi’ siciliani o di Beppe Grillo…Come se il mercato globale funzionasse a senso unico: noi liberi di esportare ovunque e dovunque, però con le nostre frontiere ben chiuse a suon di dazi e barriere. Frassoldati

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EDITORIALE

Divisi su tutto. Dove andiamo?

E’ ovvio che dobbiamo difendere i nostri prodotti, tutelare le nostre eccellenze, controllare quello che viene ‘spacciato’ per italiano ma per fare questo bastano leggi e controlli, e soprattutto applicare le leggi e fare i controlli. Basta, in sostanza, uno Stato che funzioni e che persegua i truffatori e i contraffattori. Ricette false, obiettivi sbagliati. L’Europa è il grande capro espiatorio di tutta la rabbia e il malcontento nazionale. La nuova Lega Nord straparla di euro “crimine contro l’umanità”, Grillo vuole un referendum per uscire da tutto, la nuova Forza Italia si prepara a una campagna elettorale violentemente anti-europea dimenticando chi firmò il fiscal compact. Certo quando vediamo e ascoltiamo i predicozzi di Barroso o di Olli Rehn ci viene il latte alle ginocchia. Quando tocchiamo con mano l’inadeguatezza dell’Europa, la grettezza dei tecnocrati e il loro asservimento agli interessi dei più forti , viene la voglia di mandare tutti a quel Paese. Ma dopo? C’ un progetto per il dopo che non sia quello di sopravvivere svalutando periodicamente la nostra rediviva ‘liretta’? Si parla sempre più di Expo 2015 e Coldiretti fa sapere di essere entrata in squadra con una presenza importante nel padiglione Italia con un contratto – si dice –milionario. Bene. Il resto del mondo agricolo cosa farà? Agrinsieme ha un progetto? Per l’ortofrutta, campione di export, c’è un ruolo? L’immagine dell’agricoltura all’Expo sarà quella del km zero? Siamo alle solite: l’Italia muore di chiacchiere inconcludenti, di dibattiti inutili su filiera lunga, corta, da accorciare... All’estero ci sono le imprese in primo piano; rappresentanza ridotta al minimo e sul tavolo problemi concreti: dazi, tasse, burocrazia, costo del lavoro. E’ così che la Spagna è diventato il primo esportatore di ortofrutta in Europa. Qui noi siamo divisi su tutto, il gioco di squadra non sappiamo cos’è. In dicembre hanno tenuto banco nell’ordine: scambio di accuse tra Coldiretti e Aci agricola sul made in Italy, altro scambio al calor bianco tra Coldiretti e Federalimentare, una violentissima polemica tra Coldiretti e Agrinsieme sul ‘tesoretto’ della Federconsorzi, ulteriori divisioni sulle ricadute nazionali della riforma della Pac. Siamo sempre lì: vogliamo una agricoltura stile ‘mulino bianco’ o un comparto fatto di imprese innovative e di adeguate dimensioni? E le due visioni sono davvero alternative?

PUNTASPILLI AGEA Per la definizione dei crediti Iva maturati da Agea verso l’Agenzia delle entrate uno studio commercialista romano ha presentato una parcella da 5,5 milioni di euro. Forse è per questo che il ministro De Girolamo ha parlato dell’insediamento del Comitato tecnico scientifico di Agea in termini di “garanzia della legalità”. *

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I “+” e “-” dell’ortofrutta

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IL BORSINO ☛ Duccio Caccioni Spunta come i funghi dopo la pioggia. E' (quasi) ovunque. E' una fucina di idee e di attività. Lo troviamo a pagina 10 del numero di dicembre della rivista francese Vegetable, come direttore marketing del CAAB, il Centro Agro-Alimentare di Bologna, e come coordinatore del progetto 'Orti Urbani' che, si legge, è "il punto di partenza di una grande campagna d'educazione alimentare e ambientale" per la città di Bologna. Lo troviamo a fianco del presidente del CAAB, Andrea Segré, e comunque in prima fila, nella grande sfida, sempre bolognese ma anche italiana di FICo, una sigla un po' così dietro alla quale c'è un enorme e complesso progetto, che richiede almeno 50 milioni di euro, e che dovrebbe portare a realizzare nella primavera del 2015, in con-

☛ Assomela Il Consorzio delle organizzazioni di produttori di mele italiani si sta muovendo in maniera sempre più autorevole ed efficace al sostegno del settore. La iniziativa

☛ CSO Nonostante i venti di crisi, la base sociale del CSO, Centro Servizi Ortofrutticoli, ha registrato una forte crescita nel 2013, con adesioni di aziende importanti nel panorama produttivo nazionale ed internazionale. Il bilancio di crescita della base sociale CSO è legato all’adesione do otto nuove aziende. Le imprese sono la Kiwi 1 spa (Gruppo Rivoira), la OP Opera, Aop Mantua Fruit, il Consorzio Kiwi Fruit of Italy e il Consorzio Peritalia, la Gullino Group srl e, per quanto riguarda i soci di filiera,

☛ Editoria di settore Un terremoto per l'informazione di settore la notizia di metà dicembre sulla cessione del ramo d'azienda Business Media dal gruppo del Sole-24 Ore all'editore Tecniche Nuove di Milano. Finiscono nell'operazione Mark Up, GDO Week, Fresh Point Magazine, la Rivista di Frutticoltura, tutto il pacchetto delle testate Edagricole. Si

temporanea al l'inaugurazione dell'Expò di Milano, un grande parco tematico del cibo, con lo zampino (zampone) di Oscar Farinetti. Un progetto che quasi stravolge, rivitalizzandola, la vasta area del CAAB, che oggi è una sorta di cattedrale nel deserto. O la va o la spacca: ma queste sono le sfide che piacciono, non solo a un certo ambiente bolognese, ma anche proprio a lui, Duccio Caccioni. Lo ritroviamo, mentre a Milano seguiamo una serissima iniziativa di Bayer, protagonista brillante e convincente di un video all'interno del progetto 'Coltura&Cultura' che definisce il nuovo sito d'informazione di Bayer. E poi è un pubblicista preparato e apprezzato che, quasi a tempo perso, mette in piedi ogni mese una rivista italiana ricca di contenuti e ambizioni. Decisamente su newyorkese "Discover the Italian Apple System" ne ha dato conferma dopo il serio impegno espresso a favore dell'export delle pere italiane negli Stati Uniti, grazie soprattutto all'azione del direttore Alessandro Dalpiaz. Su Cesenafiere e MAAP, il Mercato di Padova. Ad oggi il Cso concentra 71 soci, compresi gli enti convenzionati come Fruitimprese e Assomela. “La crescita della nostra base sociale – dichiara Elisa Macchi, direttore di CSO - è un segnale che conferma l’importanza di unire le forze soprattutto quando si è di fronte ad una crisi senza precedenti come quella di questi anni. Ritengo determinante che il CSO rafforzi sempre di più il ruolo di servizio rivolto alle aziende socie e la crescita della base sociale dimostra che siamo sulla strada giusta”. Decisamente su salva solo AgriSole. Che cosa succederà, quali contraccolpi ci saranno nel corso del 2014, quali riviste chiuderanno e quali invece verranno potenziate e rilanciate è impossibile sapere. L'attesa c'è. Gli addetti all'informazione sono in fermento. All'orizzonte c'è anche la prospettiva di iniziative di colonizzazione da parte di qualche editore straniero. Vedremo. Né su né giù

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Direttore responsabile: Lorenzo Frassoldati

MENSILE DI E AT T U A L I T À

ECONOMIA DI SETTORE

ANNO XXVII - Nuova serie D I C E M B R E

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Corriere

T H E F I R S T ITALIAN

Redazione: Emanuele Zanini Sede operativa via Fiordiligi, 6 37135 Verona Tel. 045.8352317-Fax 045.8307646 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it

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Editore Gemma Editco Srl Coordinatore editoriale: Antonio Felice Sede legale e amministrativa: via Fiordiligi, 6 37135 Verona E-mail: segreteria@corriereortofrutticolo.it P.IVA 01963490238 Fotocomposizione e stampa: Eurostampa Srl - via Einstein, 9/C 37100 Verona Autorizzazione Tribunale di Verona n. 176 del 12-1-1965 Spedizione in abb. postale comma 26, art. 2, legge 549/95 La rivista viene distribuita in abbonamento postale c/c n. 11905379 Abbonamento annuo: 66 euro per due anni: 100 euro e-mail: abbonamenti@corriereortofrutticolo.it

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Profilo Corriere Ortofrutticolo si è affermato come rivista “di filiera” del settore ortofrutticolo italiano. La rivista collega chi produce, chi commercializza e chi vende al pubblico, oltre ai settori connessi (dai macchinari ai trasporti). La diffusione è capillare in Italia, dove si è allargata alla grande distribuzione alimentare e al dettaglio organizzato. Il Corriere Ortofrutticolo è un formidabile, unico e specializzato strumento di raccordo e di informazione per l’intero settore. È presente a fiere in Italia e all’estero dove è diffuso a indirizzi specializzati di oltre 30 nazioni.

Diffusione 6.000 copie. Ripartizione del mailing: Grossisti 29%, Dettaglianti 23% Produttori 22%, Supermercati 9% Import-export 6,5%, Servizi 5% Tecnologie e Trasformati 2,5% Altri 3%

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Come affrontare le sfide del 2014 PAG.21

Radicchio rosso Verona con l’IGP PAG.35

RUBRICHE

Italia Ortofrutta al WOP di Dubai: potenzialità negli Emirati

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Il Club Candonga per diffondere una fragola di grande qualità

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EDITORIALE Divisi su tutto. Dove andiamo?

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IL BORSINO Duccio Caccioni, Assomela, CSO Editoria di settore

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Cipolle: nell’UE cresce solo la produzione spagnola

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GENTE & FATTI Con Magis Bayer punta alla sostenibilità 8

Da Spreafico la campagna commerciale delle Angelys

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Marco Menegoni confermato alla presidenza de la Trentina

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Lancio a New York per l’export di mele italiane in America

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La mascotte di Expo 2015 ha un volto all’ortofrutta

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Mercato in sofferenza per la pera italiana

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Mercato virtuale a Verona

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DISTRIBUZIONE Il colosso tiene la qualità

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Renzo Piraccini cavaliere della Repubblica

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L’INTERVISTA. La parola a Vanes Cantieri

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COOP ITALIA - IL PUNTO. Marco Pedroni: “Terremo sui numeri ma il nostro obiettivo è la qualità”

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Le ambizioni di Conad: punta al primato. Coop Italia è avvisata

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Perde quote la distribuzione straniera

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BAROMETRO Calo dei consumi confermato anche a Natale. Diminuite nel 2013 le esportazioni di ortofrutta NOTIZIARIO Forconi: la protesta ha creato disagi e danni nei Mercati all’ingrosso

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Frutta estiva: liquidazioni positive all’Apofruit nonostante un critico finale di campagna

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La OP Consorzio ValliTrentine operativa dal 1° gennaio

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Patto tra Apofruit e Terremerse per crescere sui mercati esteri

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Mercato Padova vince il ‘Marco Polo’ perché il più bravo all’estero

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De Rica passa da Conserve Italia a Generale Conserve

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Mercato Genova si propone come hub per l’ortofrutta tunisina

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LIDL. Il discounter tedesco investe 500 milioni per il rilancio in Italia. Saranno ristrutturati i 560 punti vendita e dotati di nuovi servizi 44

L’ELENCO DEGLI 4 COMPANY BIOFACH CLAUSE ITALIA CONSERVE ITALIA FEDAGRO GEOFUR KANZI LA COSTIERA MAERSK

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Ortofrutticolo

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M O N T H LY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

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www.corriereortofrutticolo.it è il quotidiano on line nato dall’esperienza del più affermato mensile specializzato di settore www.corriereortofrutticolo.it ti tiene costantemente aggiornato sulla campagna produttiva e commerciale della frutta con notizie, interviste, dati www.corriereortofrutticolo.it aspetta i Tuoi commenti alle news del giorno Corriere Ortofrutticolo è anche su facebook:

Lidl rilancia in Italia

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ESSELUNGA. Buono-spesa da 30 euro per 23 mila famiglie. È l’operazione propozionale di Caprotti per conquistare Mantova 45 Da Crai a Sisa 200 punti vendita

Mercati: a Sestu c’è maretta

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Radicchio di Verona Riconosciuta l’IGP 35 Bologna ci crede. IL FICo si farà

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Editoria: il Sole ha ceduto le riviste

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Punto d’incontro con Mercati Associati alla Fruit Logistica di Berlino 46 Cagliari-Sestu: dopo le dimissioni del presidente Concas la Coagri-Sardegna chiamata a ricomporre un equilibrio tra i grossisti proprietari del Mercato 46

NEL PROSSIMO NUMERO ☛ Report sul Biologico

IL DETTAGLIANTE. Caterina alla ricerca costante di novità 48

In un anno duro per i consumi come il 2013, il settore dei prodotti biologici ha continuato la crescita. Una riflessione sulle prospettive alla vigilia di Biofach (Norimberga, 15-18 febbraio).

MONDO

☛ Insegna della Gdo

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FEDAGRO NEWS Dalla presidenza l’augurio per il 2014: entusiasmo e impegno sui nuovi progetti 46

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Porti: insieme Genova, Marsiglia e Barcellona

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Regno Unito: inaugurato il primo supermercato per poveri

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Maxi-aggregazione in Belgio tra Veiling Borgloon e Bel’Orta

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ATTUALITÀ

Nuova Zelanda: mele e pere in frenata 51

Primo Piano - Bilancio e previsioni Sinergie e novità per sperare 21

Camposol investe nel business dei mirtilli

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Primo Piano - Bilancio e previsioni Torna “Protagonisti dell’ortofrutta italiana” Il 24 gennaio a Dozza in palio il premio nazionale del CSO “Ortofrutta d’Italia” 23

Mondo flash: Stati Uniti, Emirati Arabi, Marocco, Spagna, India

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Copertina - Protagonisti Con lui un Sud aggregante

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SCHEDA PRODOTTO

Agrumi, produzioni in crescita in tutti i Paesi del Mediterraneo

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Stop alle importazioni dal Sudafrica a campagna finita: è quasi una beffa

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e Dettagliante, due rubriche ad hoc Sul prossimo numero riflettori su Iper La Grande, con visite ai reparti ortofrutta e interviste ai responsabili. La rubrica sul dettagliante ortofrutticolo proporrà un fruttivendolo tra i più noti di Verona. Queste due rubriche sono proposte in tutti i numeri del Corriere Ortofrutticolo 2014 per approfondire il legame dell’ortofrutta con piccola e grande distribuzione.

☛ Focus sugli agrumi La Scheda prodotto di gennaio 2014 sarà dedicata ad uno dei comparti più importanti del settore frutticolo italiano: gli agrumi, sui quali si registra nelle ultime campagne un recupero di qualità e di immagine anche sui mercati esteri.

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Sotto la “regina” Pink Lady scontro tra i nuovi competitor 53 www.corriereortofrutticolo.it

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FATTI

GENTE

&

Con Magis Bayer punta alla sostenibilità Bayer CropScience punta sempre di più su prodotti sostenibili certificati. Il progetto, partito dopo cinque anni di sperimentazione, si chiama Magis e si rivolge per il momento al settore del vino, con le prime aziende italiane che hanno aderito scegliendo Bayer CropScience come partner. L’amministratore delegato di Bayer CropScience srl, Karina Von Detten (nella foto), durante la conferenza stampa annuale svoltasi il 18 dicembre a Milano, ha affermato che il progetto Magis si estenderà nell’arco di duetre anni, anche al settore dell’ortofrutta. Nel 2014 Bayer CropScience lancia sul mercato italiano 12 nuovi prodotti rivolti alla lotta integrata, quattro dei quali biologici. Tra questi esistono grosse aspettative su Flocter destinato agli ortaggi, risultato di una lunga ricerca, basato sul batterio “Bacillus Firmus”.

Karina Von Detten si è detta ottimista circa il 2014 dell’agricoltura italiana che, ha voluto sottolineare, proprio in questi anni di crisi economica è uscita dal suo “cono d’ombra” diventando una protagonista e guidando le esportazioni italiane nel mondo. È un’agricoltura di alto valore e in questo ambito l’ortofrutta rappresenta un settore trainante. Il colosso te8

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Marco Menegoni confermato alla presidenza di la Trentina Si è riunito mercoledì 18 dicembre, per la prima volta, il rinnovato consiglio di amministrazione del Consorzio la Trentina. Marco Menegoni (nella foto), è stato confermato alla presidenza per il prossimo triennio. Ciascuna delle 4 cooperative che compongono la OP ha contestualmente eletto i propri rappresentanti: lo stesso Menegoni insieme a Luca Moser sono stati confermati dalla Co.f.a.v di Caldonazzo; Roberto Roncador e Ciro Devigili, invece, i nuovi scelti dalla Cooperativa 5 Comuni; ancora, la Cooperativa Ortofrutticola Valli del Sarca conferma Rodolfo Brocchetti a cui si aggiunge la nuova collaborazione di Romano Calzà; infine rinnovata la fiducia a Luca Caliari della Co.p.a.g. di Dasindo. Confermato il collegio sindacale con Ezio Gobbi, nel ruolo di presidente, affiancato da Alberto Zocca e Roberto Buglisi. “Ringrazio tutti i soci de la Trentina per la fiducia che hanno riposto in me – ha commentato Menegoni –. Il 2013 è stato un anno di sfide, di momenti difficili e impegnativi che il nostro Consorzio ha saputo però affrontare e superare con coraggio e fermezza. Una stagione di cambiamenti e riorganizzazione da cui la Trentina ha saputo cogliere e sfruttare le positività: tra queste possiamo definirci soddisfatti della liquidazione media

distribuita dalle cooperative ai soci produttori confermata a 42 centesimi al chilo”. Gli obiettivi per il futuro sono il rafforzamento dell’identità della OP per presentarsi in maniera compatta e competitiva sia sul territorio sia sui mercati e sui canali distributivi strategici dal punto di vista commerciale; continua attenzione per il rinnovo dell’assetto varietale; collaborazione con le realtà cooperative del distretto melicolo in cui è inserita. Prosegue inoltre l'impegno - ha precisato Menegoni - ad accelerare la aggregazione dei processi organizzativi e produttivi finalizzata alla razionalizzazione dei costi e al miglioramento dei risultati economici "in modo tale da permettere di remunerare con costanza e soddisfazione il prodotto a tutti i nostri soci”.

desco si conferma sempre alla ricerca di nuove soluzioni, in partnership con gli agricoltori. La conferenza stampa di Milano è anche servita a lanciare il nuovo sito di Bayer CropScience in Italia (www.colturaecultura.it) dietro al quale c’è il lavoro di ben 600 collaboratori. Si tratta di un sito di servizio con una documentazione molto ampia sui maggiori prodot-

ti agricoli compresi quelli ortofrutticoli. Rispondendo ad una domanda sugli ogm, i responsabili italiani di Bayer Cropscience hanno escluso l’utilizzo di questi prodotti in Europa ma non per il futuro nel caso essi dovessero essere chiamati a rispondere ad una accresciuta domanda di cibo da parte della popolazione mondiale. D i c e m b r e

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GENTE

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FATTI

La mascotte di Expo 2015 ha un volto all’ortofrutta Non un solo personaggio, ma un'intera squadra. Una 'famiglia' composta da undici alimenti (l'aglio, l'anguria, l'arancia, la banana, il fico, il mais blu, il mango, la mela, il melograno, la pera e i ravanelli), che si uniscono per formare il volto di Expo 2015: una faccia sorridente che richiama, in chiave cartoon, le figure di Arcimboldo. Sono le mascotte dell'Esposizione universale di Milano disegnate da Disney Italia, che sono state svelate ufficialmente al teatro Parenti durante uno spettacolo dedicato ai bambini a inizio dicembre. E saranno i bambini a dover trovare un nome a ogni pupazzo, con un concorso online aperto sul sito dell'Expo. Le mascotte all’ortofrutta sono destinate a essere riprodotte su magliette, cappellini, tazze e tutti i gadget più classici, ma potranno essere creati anche articoli per la scuola, pupazzi, alimenti come i gelati. Disney Italia ha vinto una gara lanciata dalla spa di gestione per lo sviluppo, la promozione e la commercializzazione di quella che tecnicamente si chiama 'proprietà intellettuale'. Per il merchandising le varianti sono tantissime e i prodotti saranno in commercio a partire dal Natale del 2014. Il giro d'affari potrebbe arrivare a toccare i 150 milioni di euro, con un incasso per la società tra i 5 e i 10 milioni. Sì, benessimo: ma il mondo ortofrutticolo italiano, dov'è a Expo 2015?

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Mercato virtuale a Verona Una piattaforma digitale per mettere in contatto domanda e offerta di ortofrutta con un semplice clic, ovunque ci si trovi e in tempo reale. È il nuovo progetto, destinato ai mercati esteri, realizzato da Veronamercato, attraverso la rete d’imprese Veronamercato Network che raggruppa 62 aziende del Centro agroalimentare scaligero. L’iniziativa è stata presentata il 20 novembre dal presidente di Veronamercato Erminia Perbellini, assieme al coordinatore di Veronamercato Network Marco Marrapese e a Massimo Borghetto, presidente di Netspin, la società che ha curato lo sviluppo del software che sta alla base del progetto. La “piazza virtuale “è riservata agli operatori del mercato ortofrutticolo veronese e ai relativi clienti internazionali. Si può accedere da un comune browser (Chrome, Firefox, Safari, Explorer) e utilizzando qualsiasi dispositivo connesso a internet (pc, portatile, tablet, smartphone). Con pochi passaggi si possono creare offerte e accedere alla disponibilità di merce del mercato controllandone i prezzi. Il fornitore inserisce i prodotti nel “market place virtuale” (la registrazione è gratuita). Il potenziale cliente iscritto al sistema riceve una mail e viene avvisato della merce disponibile. La trattativa viene poi conclusa privatamente tra le due parti. Alla base del Mercato virtuale c’è un regolamento. Chi non rispetta le regole viene estromesso. Hanno già chiesto l'accreditamento cinque aziende russe (nella foto).

Renzo Piraccini cavaliere della Repubblica Renzo Piraccini (nella foto), direttore generale di Apofruit, sabato 14 dicembre, è stato insignito della carica di Cavaliere al merito della Repubblica. La cerimonia di conferimento è stata presieduta dal prefetto di Forlì, Erminia Rosa Cesari. Piraccini, da 38 anni protagonista della crescita della cooperativa Apofruit, rappresenta una figura di riferimento nel mondo della cooperazione ortofrutticola locale e nazionale. Attualmente il manager cesenate è presidente del Consorzio Almaverde Bio Italia, che si occupa della gestione e promozione del marchio Almaverde Bio, il più noto marchio del biologico italiano, che associa grandi e medie imprese di diversi settori merceologici impegnate nel biologico. Renzo Piraccini è inoltre presidente della cooperativa CPR System di Ferrara, la più grande impresa italiana nel settore degli imballaggi di plastica riutilizzabili ed è membro dell’Accademia Nazionale dell’Agricoltura.

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Calo dei consumi confermato anche a Natale Diminuite nel 2013 le esportazioni di ortofrutta Anche i dati sulle spese natalizie hanno confermato il calo dei consumi in Italia. Secondo l'Osservatorio Nazionale Federconsumatori, il calo dei consumi ha coinvolto trasversalmente tutti i settori. La flessione, tuttavia, non appare uniformemente distribuita. L'acquisto di prodotti agroalimentari ha segnato un calo dell'1,5% confermando una tendenza negativa che ancora fatica a cambiare di segno, ma dimostrando ancora una volta la predilezione degli italiani per i prodotti del primario nei confronti di altri settori di consumo come l'abbigliamento (-12,7%), l'elettronica di consumo (-6,1%) e l'arredamento (-31%). Anche in tema di consumi natalizi - ritiene Federconsumatori - quello agroalimentare si conferma tra i settori maggiormentre amati del Paese e conferma la sua candidatura a motore di traino per la ripresa dell'economia. Nel 2013 l’inflazione è calata ai minimi dal 2009 per effetto della spending review delle famiglie con piu di due italiani su tre (68 per cento) che hanno ridotto la spesa o rimandato l'acquisto di beni di consumo. Le vendite dei prodotti alimentari hanno segnato un meno 1,3 per cento nei primi dieci mesi del 2013 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In tutte le tipologie commerciali (negozi specializzati, mercati rionali e grande distribuzione) si è registrato un segno negativo. Le discese delle vendite vanno dal -2,8% dei piccoli negozi al -1,2 dei supermercati ma anche -0,3 per gli ipermercati. Unica eccezione i discount, dove la spesa è a prezzi piĂš contenuti. Il dato qui è stato in controtendenza e ha segnato una crescita del 2,4 per cento. In generale, nonostante il moltiplicarsi di promozioni e di offerte speciali anche sul fronte alimentare, con piĂš di un quarto dei prodotti sugli scaffali “a scontoâ€?, un italiano su due ha continuato a comprare solo l’essenziale. Nei discount, nel corso dell'anno, avrebbero fatto acquisti, secondo dati diffusi da varie fonti, piĂš di 6,5 milioni di italiani. Per risparmiare ben il 65 per cento delle famiglie compara i prezzi con molta piĂš attenzione; il 53 per cento gira piĂš di un negozio alla costante ricerca di sconti,

promozioni e offerte speciali; il 42 per cento privilegia le grandi confezioni o “formati convenienzaâ€?; il 32 per cento abbandona i grandi brand per marche sconosciute e prodotti di primo prezzo; il 24 per cento ricomincia a fare cucina di recupero con gli avanzi della cucina. La crisi porta a dire addio al negozio di fiducia da parte di quasi la metĂ degli italiani (47%). Cresce l'utilizzo di internet per scegliere dove e che cosa acquistare. Il consumatore tenderebbe a trasformarsi in una specie di 'detective della spesa', secondo una visione, un po' fantasiosa, diffusa dalla Coldiretti. Dai consumi alimentari all'import-export ortofrutticolo. Nei primi nove mesi del 2013, secondo dati diffusi da FruitImprese, l'associazione nazionale degli esportatori di ortofrutta, sono calati i volumi di ortofrutta esportata, mentre è cresciuto l'import. In cifre, la diminuzione dei volumi esportati è stata del 10,7% e la crescita di quelli importati del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2012. Se dalle quantitĂ si passa alla valutazione del valore, per fortuna la situazione migliora. In valore si è infatti registrato un segno positivo sia in export che in import. Il saldo del valore tra export e import è positivo per circa 630 milioni di euro e tuttavia in calo, rispetto all'anno prima, del 14,3%. Complessivamente da gennaio a settembre le imprese ortofrutticole italiane hanno esportato 2 milioni e 680 mila tonnellate per un valore di poco superiore a 2 miliardi e 940 milioni di euro (+6,6%). In flessione i flussi di esportazione di ortaggi (-1,8%) e di frutta fresca (-16,1%); in aumento agrumi (1,2%) e frutta secca (4,6%). In valore segno positivo per tutti i comparti: ortaggi 14%, agrumi 32,4%, frutta fresca 1,2%, frutta secca 6,8%. Per quanto riguarda le importazioni l’Italia ha importato circa 2 milioni e 490 mila tonnellate di ortofrutticoli per un valore di 2 miliardi e 310 milioni di euri (+14,3%). Tra i singoli comparti incremento in volume per agrumi (7,3%), ortaggi (3,9%), frutta fresca (10,9%) e frutta tropicale (5,8%); in calo la frutta secca (-1%). In valore segno positivo per tutti i comparti.

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La rivolta dei Forconi in atto in varie regioni d'Italia nella prima decade di dicembre ha creato notevoli disagi anche al comparto ortofrutticolo. Tra il 4 e il 6 dicembre si sono registrati problemi gravi al CAAT, il Centro Agroalimentare di Torino, circondato dai manifestanti. Per almeno due giorni nessun Tir ha avuto la possibilità di ritirare la merce da consegnare. Problemi meno gravi in molti altri Mercati per ritardi e incertezze nelle consegne. Le aziende, per evitare problemi, hanno in alcuni casi rinunciato a rifornire i clienti, in assenza di una programmazione certa. A Veronamercato la discontinuità dei trasporti ha causato il blocco di alcune spedizioni di ortofrutta destinate a catene distributive e a clienti esteri con danni non proprio trascurabili. Più tranquilla la situazione a Genova e anche in Sicilia, da dove due anni fa era partita la prima protesta plateale dei Forconi. Malgrado qualche episodio di contestazione e protesta, il 9 dicembre, prima in via Cristoforo Colombo e poi sulla via Tuscolana a Porta Furba, presso la Banca d’Italia, le attività del Centro Agroalimentare di Roma si sono svolte nella normalità. Le movimentazioni di merce in entrata e quelle in uscita dal Centro situato tra la via Tiburtina e la Roma-L’Aquila non hanno infatti risentito delle manifestazioni e di alcuni blocchi stradali, quasi simbolici, degli autotrasportatori. Con lo smartphone o il tablet in mano per tutto il giorno, i grossisti del CAR, i gestori delle piattaforme logistiche private, le aziende di trasporto situate all’interno dei 140 ettari del comprensorio sono comunque rimasti in stato di massima allerta. D i c e m b r e

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Frutta estiva: liquidazioni positive all'Apofruit nonostante un critico finale di campagna Hanno rispecchiato i risultati di un'annata complessivamente positiva, nonostante i risvolti negativi di fine campagna, i listini di liquidazione della frutta estiva della cooperativa Apofruit, presentati alle assemblee dei soci che si sono svolte nella prima decade di dicembre nelle diverse aree di produzione (Emilia, Romagna, Metaponto, Puglia e Lazio). Benché condizionati da un trend delle vendite che ha visto contrapposti due momenti molto diversi (ossia mercato efferve-

scente fino a fine luglio, domanda più contratta rispetto alla media in agosto e settembre con quotazioni in calo) i prezzi di liquidazione ai soci di Apofruit hanno premiato la politica condotta in questi anni dalla cooperativa. "Una politica - evidenzia Ilenio Bastoni, direttore commerciale che ha puntato sull'innovazione varietale, sulla crescita dei prodotti a marchio proprio, sullo sviluppo delle specie strategiche destinate al mercato internazionale". Per quanto concerne la frutta estiva, dunque, Apofruit liquida ai soci un quantitativo di 58 mila 600 tonnellate (con un calo delle quantità del 22% rispetto a quelle del 2012) per un importo pari a 34 milioni di euro. Ossia un 9% in più di valore assoluto rispetto alla stagione estiva 2012. "Se consideriamo il calo delle quantità e l'aumento del valore liquidato - prosegue Bastoni - si evidenzia un valore medio di liquidazione al chilogrammo conferito superiore del

40% rispetto allo scorso anno". La campagna di commercializzazione delle pesche e delle nettarine (che costituiscono il 70% del paniere Apofruit) è stata caratterizzata da prezzi molto interessanti fino a tutto luglio per poi registrare, ad agosto e settembre, una sensibile riduzione delle quotazioni, causata da un calo di consumi dovuto ad un clima particolarmente piovoso e freddo. Favorite quindi le varietà precoci, mentre quelle tardive hanno seguito un trend negativo, simile al 2012. Da evidenziare un differenziale di prezzo, in tutti i periodi di produzione, che va dai 10 ai 15 centesimi in più, per le nuove varietà che hanno dimostrato di essere apprezzate dal mercato per i miglioramenti nel colore, nel gusto e nella conservazione. Per quanto concerne le albicocche, specie contrassegnata da una scarsa produzione (meno 40% rispetto al 2012), i risultati commerciali sono stati molto interessanti, con prezzi di liquidazione superiori dall'80% al 100% rispetto all'anno passato. Produzione superiore rispetto al 2012, ma liquidazione positiva, anche per le susine. Degno di nota l'andamento delle pere estive, con quantità leggermente inferiori rispetto all'anno passato e risultati interessanti per i produttori. Per l'uva da tavola, infine, nonostante l'andamento generale di forte competizione, i risultati sono stati accettabili grazie alle nuove varietà senza semi destinate prevalentemente al mercato estero. Annata stimolante anche per il biologico che ha spuntato prezzi ai produttori che, rispetto al prodotto tradizionale, sono andati da un 60 ad un 100% in più. Il presidente Mirco Zanotti (nella foto) ricorda che in occasione della liquidazione dei prodotti estivi vengono erogati gli acconti sui prodotti autunnali e invernali.

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NOTIZIARIO

Forconi: la protesta ha creato disagi e danni nei Mercati all'ingrosso

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Notiziario La OP Consorzio Valli Trentine operativa dal 1° gennaio Dal primo gennaio è operativa la nuova OP Consorzio Valli Trentine. La documentazione richiesta dalla normativa comunitaria è stata consegnata nei termini alla Provincia di Trento. La sola SFT, la cooperativa capofila, che opera a sud di Trento, supera i 23 milioni di fatturato. Interessante il prezzo medio di liquidazione, reso noto nel corso dell'assemblea del Consorzio, svoltasi nei primi giorni di dicembre. Esso si è attestato sui 45,50 centesimi per chilo di mele, un prezzo comparabile con quello delle cooperative dell’Alto Adige. Complessivamente la liquidazione ai soci è stata di 14 milioni 700 mila euro, 5 milioni in più dell’anno precedente, con 60 mila quintali in meno. Nei programmi del Consorzio il rinnovo varietale, con il progressivo ridimensionamento della Golden. Mentre dal punto di vista finanziario si sta provvedendo ad una riduzione drastica dell'indebitamente bancario.

Patto tra Apofruit e Terremerse per crescere sui mercati esteri Non una vera e propria fusione, ma un accordo strategico per essere più competitivi soprattutto sui mercati esteri. Questa la sostanza della partnership stretta tra Apofruit e Terremerse, le due cooperative agroalimentari romagnole che hanno siglato un’intesa sulle filiere dell’ortofrutta e delle agroforniture. Obiettivo: sviluppare sinergie e integrazioni sull’area gestionale e commerciale, pur mantenendo la rispettiva autonomia. Il patto permetterà di sviluppare nuove competenze, di ridurre i costi, di 14

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meglio posizionarsi nel mercato per poter creare valore a favore dei soci e si concretizzerà in cinque punti fondamentali: la politica di marca, quale elemento di distintività dei prodotti verso i consumatori e i clienti; la segmentazione dell’offerta per posizionare al meglio il prodotto nel canale commerciale di riferimento; l’innovazione varietale, elemento chiave per offrire al consumatore un prodotto di qualità più elevata; il biologico come scelta strategica e lo sviluppo dell’export, in particolare verso i nuovi mercati asiatici e i Paesi del Golfo Persico. Secondo i rappresentanti delle due aziende le sfide del mercato globale impongono l’adozione di strategie sinergiche d’attacco. Ma la semplice somma di produzioni e fatturati non ha forza sufficiente per cogliere l’obiettivo di creare valore per l’impresa e per i produttori. Di contro l’esperienza evidenzia sempre più i risultati positivi che emergono dal far leva su un’organizzazione di filiera. Solo con una filiera efficiente e specializzata si mettono in gioco le sinergie in grado di competere sullo scenario internazionale. Per capire se c’erano spazi per questo tipo di accordo, le due aziende avevano già sperimentato una sinergia nel biologico. Il successo di questa fase sperimentale ha gettato le basi per proseguire e ora la collaborazione si estende al kiwi, il prodotto più commerciale, per poi allargarsi ad altri. Il modello gestionale sarà quello di Apofruit. Nello specifico, l’accordo tra le due cooperative prevede l'adesione di Terremerse a Mediterraneo Group, la società consortile che vede come capofila Apofruit, per la realizzazione di sinergie commerciali sull’export e sui prodotti a marchio; acquisti centralizzati dei materiali di confezionamento e dei servizi connessi (compresi i trasporti); adozione di un modello comune di gestione dei magazzini,

uniformando i sistemi informatici e il controllo dei costi; uniformità delle modalità di conferimento e campionatura, tempi di acconto e le liquidazioni per kiwi e prodotti bio; graduale armonizzazione delle procedure per gli altri prodotti; accesso per i soci di Terremerse alle novità vegetali, a diffusione regolamentata, che vedono Apofruit come partner distributore; apertura di un centro di ritiro per i soci Apofruit dell’area, nello stabilimento Terremerse di Faenza; armonizzazione dei programmi operativi delle rispettive Organizzazioni di Produttori di riferimento: Apofruit e PempaCorer. Dal 2015 si ipotizza di costituire una AOP tra le due OP di riferimento, aperta all’adesione anche di altre OP del settore che vogliano integrarsi commercialmente. "Negli ultimi anni Apofruit è cresciuta incorporando altre imprese cooperative, razionalizzando i processi produttivi e commerciali. Ora quella fase è finita – afferma il direttore generale di Apofruit Renzo Piraccini – oggi ci proponiamo di crescere promuovendo la creazione di una rete di imprese specializzate ed efficienti, ognuna autonoma nella propria gestione, che si riconoscano in un progetto commerciale e gestionale condiviso. L’accordo con Terremerse va in questa direzione. Per quanto riguarda l’export ci stiamo concentrando nell’area di Shanghai". Sulla stessa linea l’amministratore delegato di Terremerse Gilberto Minguzzi: "Territori e mercati in rete è scritto nel logo della nostra cooperativa: lì dichiariamo la nostra missione. Solo mettendoci in rete possiamo superare i limiti di ogni singola impresa, per forte che sia, per dare vita ad un nuovo soggetto capace di aprirsi alle dimensioni globali del mercato e coglierne le opportunità. L’accordo con Apofruit porterà slancio e innovazione nel comparto dell’ortofrutta". (s.m.) D i c e m b r e

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L'Unione delle Camere di Commercio del Veneto ha attribuito al MAAP, il Mercato Agro-Alimentare di Padova, il premio per l'internazionalizzazione 'Marco Polo'. Il riconoscimento è stato consegnato al presidente del MAAP Claudio D'Ascanio (nella foto), presenti anche l'amministratore delegato Giancarlo Daniele e il direttore generale Francesco Cera. Nella motivazione si ricorda che il MAAP è il mercato leader in Italia nell'esportazione di ortofrutta fresca e ha avviato una serie di iniziative "finalizzate ad implementare la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli dei grossisti che operano al suo interno, integrando la triangola-

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zione con l'estero e la stagionalità dei prodotti italiani". Nel MAAP operano 35 ditte grossiste con 300 addetti. Il fatturato complessivo è pari a 580 milioni di euro, per il 60% realizzato all'estero. La cerimonia del premio è coincisa con il passaggio delle consegne ai vertici di Unioncamere Veneto: la presidenza è passata dal veronese Alessandro Bianchi al padovano Fernando Zilio. "La situazione è difficile - ha detto Zilio nell'occasione - ma la cosa peggiore è la depressione d'impresa. Va superata insieme portando a casa risultati concreti in fretta". L'internazionalizzazione è la chiave di vol-

ta, proprio come insegna l'esperienza del MAAP. A fine novembre, il MAAP è stato visitato da una delegazione di buyer russi. La rappresentante di Rusfruit, un'agenzia di San Pietroburgo, Natalia Beletskaya ha detto: "Conoscevo il Mercato di Padova prima ancora di visitarlo. Ho numerosi contatti con alcuni dei suoi esportatori e devo dire che per me Padova è la piattaforma per il prodotto italiano. Questa visita ne è stata la conferma".

NOTIZIARIO

Mercato Padova vince il 'Marco Polo' perché il più bravo all'estero

De Rica passa da Conserve Italia a Generale Conserve Lo storico marchio De Rica passa da Conserve Italia, colosso cooperativo leader europeo nell’ortofrutta trasformata con brand quali Cirio, Valfrutta, Yoga, Derby, a

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Notiziario

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Mercato Genova si propone come hub per l'ortofrutta tunisina Il Mercato Ortofrutticolo di Genova si è proposto come porta per l'Italia e l'Europa agli esportatori tunisini. Dopo un incontro a Genova alcuni mesi, una rappresentanza genovese è stata in missione a Tunisi incontrando operatori e vertici di categoria. “Grazie a questi incontri abbiamo avuto conferma, confrontando dati e prezzi, che Genova con il suo porto e il Mercato rappresenta un’opportunità concreta per gli operatori tunisini – spiega Nino Testini, vice direttore di Società Gestione Mercato -. Le loro esportazioni transitano infatti tradizionalmente su Marsiglia ma, considerando le maggiori ore di navigazione e di trasporto su gomma, nonché gli ovvi aggravi di costo di trasferimento della merce, Genova potrebbe essere competitiva rispetto a molte aree di destinazione dell’ortofrutta in tutta Europa”. La nuova rotta commerciale può svilupparsi su due fronti: con un contatto commerciale diretto tra gli operatori liguri e quelli tunisini (a questo proposito i primi arrivi potrebbero già concretizzarsi nei prossimi mesi); trasformando il centro logistico del mercato genovese in un vero e proprio “hub” dei prodotti tunisini nel quale immagazzinare le merci dei produttori e predisporre gli invii personalizzati ai clienti finali del Nord Italia e del Centro Europa. “In questa spedizione commerciale – conferma il presidente di Società Gestione Mercato, Cesare Rè – abbiamo messo a disposizione dei produttori tunisini la nostra

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capacità logistico/organizzativa nella gestione dei prodotti ortofrutticoli per rispondere alle sempre crescenti richieste dei clienti europei. In tale ambito, la sinergia tra la parte pubblica e gli operatori privati rappresenta un binomio vincente. Ora ci sono le condizioni per far partire concretamente le operazioni commerciali. L’obiettivo è che molti potenziali clienti italiani ed europei si rendano conto che è facile ed economico utilizzare la nostra struttura operativa”. Fondamentale ovviamente la capacità di aprire nuovi mercati da parte degli operatori genovesi. “Il confronto che abbiamo sviluppato in questi giorni con gli operatori tunisini – sottolinea Antonio Parodi, titolare insieme al fratello della Ditta Antonio e Giuseppe Parodi – ci ha permesso di capire la qualità di alcune aziende, dei loro prodotti e di mettere a fuoco le reali potenzialità in termini di prezzi. Abbiamo incontrato imprese che sanno muoversi sul mercato, con le quali è possibile creare rapporti duraturi. Certamente la creazione di un polo logistico di distribuzione dei prodotti tunisini sarebbe fondamentale per sviluppare una vera e propria rotta commerciale che vada al di là dei singoli ordini degli operatori". "D’altra parte queste nuove opportunità di sviluppo possono contare su un servizio di traghetti da e per la Tunisia già affermato con arrivi e partenze più volte alla settimana. Come operatori non ci tiramo indietro”.

Generale Conserve, azienda italiana leader nel mercato delle conserve ittiche premium con il marchio AsdoMar e dal maggio scorso proprietaria di Manzotin. Le due società hanno comunicato congiuntamente a inizio dicembre che De Rica entra nella disponibilità di Generale Conserve, avendo siglato l’accordo che regola la cessione del marchio. La produzione, invece, continuerà negli stabilimenti di Conserve Italia, in base ad un contratto pluriennale di fornitura contestualmente stipulato. “Abbiamo accettato l’offerta della società genovese – dichiara Angel Sanchez, direttore generale di Conserve Italia – perché abbiamo apprezzato il suo progetto di sviluppo per De Rica, che continuerà a far leva sugli invidiabili valori del made in Italy. Questo storico marchio dell’agroalimentare nazionale può godere così di un rinnovato slancio commerciale e contare sull’esperienza di un’azienda leader quale Generale Conserve che, come noi, pone la sostenibilità ambientale e sociale al centro della propria politica industriale”. “A differenza di altri famosi brand che negli ultimi anni hanno ‘preso il volo’ verso l’estero – afferma Sanchez – De Rica rimane saldamente in Italia, garantendo la continuità della filiera e assicurando alla base sociale regolari contratti di fornitura e al consumatore elevati indici qualitativi”. Vito Gulli, presidente di Generale Conserve, commenta: “Pochi mesi fa abbiamo acquistato Manzotin, operazione su cui esprimiamo già grande soddisfazione. Oggi Generale Conserve affianca al business delle conserve di tonno e di carne, che proseguono il loro costante incremento, anche De Rica, un marchio italiano dalle grandi potenzialità. Anche nella gestione di questo nuovo business opereremo in maniera coerente con la nostra mission: la qualità ed il rispetto, alla base di un intenso piano di sviluppo”. D i c e m b r e

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Notiziario Italia Ortofrutta al WOP di Dubai: potenzialità negli Emirati A Dubai dal 17 al 21 novembre si è svolto il WOP, la fiera più specializzata per il commercio ortofrutticolo nel Medio Oriente. Tra le presenze italiane una delegazione della AOP Italia Ortofrutta, con rappresentanti di Asso Fruit Italia, realtà consolidata nel panorama dell’ortofrutta meridionale, ed il Consorzio Interregionale Ortofrutticolo di Trento, specializzato nel settore melicolo. Un rappresentante della delegazione, confermando l'interesse dei contatti avuti durante la rassegna, ha dichiarato: "ll mondo ha subìto ulteriori importanti cambiamenti e sono mutate anche le dinamiche commerciali delle aziende ortofrutticole costrette a modificare i propri assetti strutturali per non soccombere. Uno dei fattori che hanno consentito al settore di mantenersi nelle fasi più dure è sicuramente la forte spinta all’internazionalizzazione, continuando a guardare verso quelle aree dalle enormi potenzialità di sviluppo come il Medio Oriente che nel prossimo futuro saranno sempre più ricettive per i nostri prodotti".

Il Club Candonga per difendere una fragola di grande qualità “Migliorare la qualità della fragola Candonga, accrescerne la notorietà e difenderla dai tentativi di contraffazione”. Così Carmela Suriano (nella foto), general manager di Planitalia, ha sintetizzato gli obiettivi del Club Candonga che è stato presentato il 16 dicembre nel Palazzo baronale di Scanzano Jonico (Matera) nel corso del meeting “Vincenti Si18

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nergie”. “Gli standard qualitativi raggiunti dalla Candonga prodotta in Italia, e nello specifico in Basilicata, le hanno consentito di consolidarsi sui mercati nella fascia premium price (fascia alta) tanto da raggiungere prezzi di vendita più alti di altre varietà o della stessa prodotta all’estero”, ha detto Suriano. E, ancora: “Il futuro della competitività di quella che è ora l’espressione dell’eccellenza della fragolicoltura risiede nella capacità di elevare e uniformare le tecniche colturali legando la varietà ai territori di produzione, garantendo la sua autenticità con un marchio comune”. Quanto ai sistemi di controllo anti contraffazione ha aggiunto: “Il

marchio, che è il segno distintivo, rappresenta la garanzia di qualità per il consumatore finale. Un marchio forte, e ben tutelato, ha più forza di penetrazione nel mercato e si traduce in maggior successo del prodotto”. “Oggi i foodies - termine americano che designa la categoria in forte crescita di consumatori sempre più attenti alla provenienza e alla genuinità dei prodotti – percepiscono il mangiare come un piacere per se e da condividere, una passione carica di significati evocativi di scenari culturali autentici. Se da un lato il prezzo ‘più conveniente’ continua a orientare gli acquisti di molti, anche in considerazione della contrazione della propensione al consumo dettata dalle difficoltà dell’intero sistema economico, dall’altro non si può trascurare quel mercato in rapida espansione fatto da consumatori che guardano l’etichetta, l’origine del prodotto e l’emotività che è in grado di suscitare”. Della campagna pubblicitaria, il general manager ha detto: “Essa è

rivolta ai foodies, in Italia sono 5 milioni gli appassionati del buon cibo e crescono al ritmo di 250.000 persone l’anno”. “Alle adesioni arrivate finora ne seguiranno molte altre: il successo del Club Candonga - precisa Carmela Suriano - è quello di un’intera squadra che vuole valorizzare e proteggere le sue eccellenze; non basta il miglior manager per vincere: in momenti come questo, in cui il mercato è alle prese con le flessioni generalizzate dei consumi, si vince insieme”. Il club unirà numerosi produttori e distributori sotto un unico marchio e un'unica filosofia: quella della produzione di qualità legata ad una uniformità delle tecniche produttive, della tutela dalle contraffazioni e della promozione dell’eccellenza. Tutte le aziende produttrici, oltre al packaging esclusivo Candonga, potranno scegliere affiancare il proprio marchio a quello di “Candonga”, quindi un sistema uniforme, che offre la possibilità di scelta, a garanzia di qualità e riconoscimento immediato. Ogni socio del club riceverà un attestato di adesione nonché un codice produttore allo scopo di favorire la tracciabilità del prodotto. Un disciplinare di produzione, un marchio, un regolamento d'uso e marketing chiaro saranno gli strumenti del club per contrastare soprattutto il fenomeno delle “false candonga” sviluppatosi in maniera preoccupante negli ultimi anni. Nel corso della serata in cui è stato lanciato il Club, il presidente di Planasa Alexandre Pierron-Darbonne ha presentato il lavoro dell'azienda spagnola e le varie sperimentazioni di piante di fragola, lamponi e altri frutti in Spagna, Italia, Messico, Cile, Inghilterra e Stati Uniti, mentre Iván Leache, commercial manager di Planasa, ha illustrato gli andamenti di Candonga nel mercato europeo sottolineando come ormai il 50% della produzione di Candonga avviene con successo nel Sud Italia (di questo il 70% nel Metapontino). D i c e m b r e

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Notiziario

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Cipolle: nell'UE cresce solo la produzione spagnola I Paesi dell'Unione Europea registrano un calo di produzione delle cipolle, a eccezione della Spagna. Nel 2013 la produzione dell'Unione europea è arrivata a 5,2 milioni di tonnellate di cipolle, con una diminuzione del 6% rispetto alla stagione precedente. Il motivo: la primavera fredda e umida che ha colpito tutti i Paesi europei causando un calo delle rese. Unica eccezione, la Spagna, la cui produzione raggiunge quota 1,2 milioni di tonnellate (vale a dire, +1% rispetto al 2012). Questo volume le consente di diventare il primo Paese europeo produttore di cipolla, davanti all'Olanda che produce 1,04 milioni di tonnellate (ovvero, -11% rispetto al 2012).

Da Spreafico la campagna commerciale delle Angelys Ai blocchi di partenza a metà dicembre la campagna commerciale nella gdo delle pere Angelys, varietà nata dall’incrocio della Decana del Comizio con Decana d’Inverno. Spreafico, azienda che ha l’esclusiva di vendita per l’Italia, ha deciso di anticipare leggermente la campagna, partendo con le vendite dal 16 dicembre. La decisione è stata presa a seguito delle buone caratteristiche organolettiche del prodotto e per le richieste di prodotto italiano. Questa tipologia di pera per esprimere le sue migliori caratteristiche ha la necessità di essere affinata in cella dopo la raccolta e prima di essere immessa sul mercato. Quest’anno Angelys si propone al mercato anche nelle pratiche versioni in vassoio e cestino filmato e floppato, che vano 20

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ad affiancarsi ai più tradizionali formati sfusi in padella. L’azienda di Dolzago (Lecco) prevede di commercializzare circa tremila tonnellate di prodotto di prima categoria almeno fino al prossimo maggio. Le vendite avverranno nelle principali catene distributive nazionali e in alcune estere, in particolare in Austria, Svizzera e Germania, oltre che nei mercati ortofrutticoli.

Lancio a New York per l'export di mele italiane in America ‘Discover the Italian Apple System’. Questo il titolo dell'evento promosso da Assomela ed organizzato in collaborazione con l’ICE di New York mercoledì 11 dicembre negli uffici dell’Istituto per il Commercio Estero della Grande Mela. La presentazione del sistema produttivo italiano nel comparto mele si è principalmente rivolta ad istituzioni ed operatori americani. Tra i presenti il responsabile Aphis/USDA dei programmi di pre-clearance, Robert Johnson, oltre ai responsabili locali della stessa agenzia governativa. I Consorzi Melinda, la Trentina, Vog Terlano (Marlene) e Vi.P (Val Venosta) hanno per primi avviato le spedizioni con containers di varietà Gala, Golden, Granny Smith e Fuji prodotte in 12 aree verificate, autorizzate dai servizi fitosanitari di Trento e Bolzano e comunicate la scorsa primavera alle autorità americane. Il Corsorzio From, incaricato della commercializzazione congiunta, e Porto Pavino, agenzia importatrice, hanno potuto riscontrare i primi risultati positivi sul merca-

to americano, ricettivo al gusto alla qualità e all’origine del prodotto italiano. Nei prossimi mesi, le prime esportazioni saranno seguite da un'approfondita analisi delle dinamiche e delle caratteristiche del mercato e dei consumatori americani, delle possibilità offerte dal mercato al fine di calibrare al meglio le successive spedizioni e ampliare la collaborazione per il successo futuro delle mele e delle pere italiane in USA. Assomela, che è l'asse portante dell'operazione, rappresenta l’80% della produzione melicola nazionale, a cui si associano le OP VOG (Marlene), VIP e VOG Products della Provincia di Bolzano, Melinda, la Trentina e Mezzocorona della Provincia di Trento, COZ e Nord Est della Regione Veneto, Melapiù della Regione Emilia Romagna, Rivoira e Lagnasco della Regione Piemonte, Friulfruct del Friuli Venezia.

Mercato in sofferenza per la pera italiana L’anno 2012 dell’ortofrutta si è chiuso con una inaspettata sofferenza per uno dei prodotti ‘forti’ e più tipici dell’Italia: le pere. “La campagna estivo/autunnale di pere e mele – commenta Giancarlo Minguzzi, presidente di Fruitimprese Emilia-Romagna e della OP Minguzzi Spa di Alfonsine (Ravenna) - era partita discretamente. Poi, specialmente le pere Abate, hanno iniziato già dai primi di novembre ad avere dei cedimenti di prezzo causati in particolare modo da offerte all'estero di pere alternative come la Rocha portoghese e la Conference belgo/olandese a prezzi più bassi. Il perdurante calo dei consumi e anche una certa sopravalutazione dei prezzi in campagna hanno spiazzato i nostri commerciali che puntando a certi prezzi poi non trovavano le vendite sperate”. D i c e m b r e

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Sinergie e novità per sperare Come è andata l'annata 2013 e con quali prospettive si apre il 2014 per l'ortofrutta italiana? Hanno risposto a questo interrogativo sette personaggi del settore, che fanno parte del cartello dei Pragonisti 2013 della nostra rivista. Luigi Mazzoni dell'omonimo Gruppo Mazzoni: "La campagna estiva (pesche e nettarine) è stata caratterizzata da luci ed ombre: sostanzialmente positiva per il prodotto precoce e medio, mentre meno soddisfacente nella seconda parte della campagna. In questo ambito la nostra azienda è attiva, oltre che nelle produzioni del Veneto e della Romagna, anche nella piana di Sibari, con oltre 100 ettari di propria produzione di pesche e nettarine, e un volume di prodotto commercializzato che supera i 100 mila quintali. "La campagna mele e pere ha avuto un avvio discreto, mentre i mesi di ottobre e novembre sono staD i c e m b r e

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Le aziende più innovative guardano al 2014 senza particolari preoccupazioni. 2013 positivo per le mele Da sinistra in alto: Luigi Mazzoni, Michelangelo Rivoira, Gerhard Dichgans, Nicola Zanotelli e Francesca Nadalini. Qui a fianco, Angelo Benedetti

ti commercialmente meno attivi; positiva invece la partenza del kiwi, che, con un raccolto inferiore rispetto alle attese e i danni all'Emisfero Sud, fa prevedere una campagna stabile. Il 2013 si chiude per noi con il segno positivo anche nella divisione frutta surgelata, in cui la collaborazione con le principali industrie italiane ed estere ha sostenuto la crescita dei volumi, e nella divisione vivaistica. Qui la diversificazione dei prodotti e l'impegno costante nella ricerca ci pongono ai primi posti

per quantità di piante prodotte e qualità dei materiali. Nel 2014 prevediamo di proseguire con il programma di investimenti in impianti produttivi e nell'ammodernamento tecnologico delle centrali di condizionamento". Michelangelo Rivoira della Rivoira - Kiwi Uno: "Il 2013 è stato un anno di alti e bassi. L’estate ha avuto un buon andamento fino ad agosto, quando abbiamo assistito ad un crollo. Per le mele abbiamo avuto un’alta produzione e una www.corriereortofrutticolo.it

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Torna “Protagonisti dell’ortofrutta italiana”. Il 24 gennaio a Dozza in palio il premio nazionale del CSO “Ortofrutta d’Italia”

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Torna “Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana”, l'evento proposto per la prima volta lo scorso gennaio da 'Corriere Ortofrutticolo'. Dalle colline della Valpolicella, in Veneto, l'evento si trasferisce in Emilia Romagna, a Dozza, sui pendii dell'Appennino tra Bologna e Imola. La data è il 24 gennaio. Il luogo: il resort 'Monte del Re' di Dozza. Con il patrocinio della Regione ospite e la partnership strategica del CSO, 'Protagonisti' si avvale del supporto di ITALIA ORTOFRUTTA, unione nazionale di Organizzazioni di produttori, e di alcune realtà leader della filiera ortofrutticola italiana. Sarà, ancora una volta, un esclusivo momento di dialogo tra i principali attori di un settore che ha bisogno di ritrovarsi e di riconoscersi per ciò che in realtà rappresenta nell'economia italiana, alla vigilia di Fruit Logistica e all'inizio di un nuovo anno ricco di sfide e di impegni interni e internazionali. Oltre ad assegnare 10 riconoscimenti ad altrettanti 'Protagonisti' delle copertine del Corriere Ortofrutticolo nel 2013 e ad eleggere tra loro il vincitore del premio 'Ortofrutta d'Italia', sponsorizzato dal CSO, l’evento si arricchisce di uno spazio di particolare attualità: un talk-show con Paolo de Castro, Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, sul tema: "Nuova PAC e ortofrutta. Cosa cambia per le imprese". De Castro avrà come interlocutori Lorenzo Frassoldati, direttore della rivista, e Claudio Scalise, direttore della Sg Marketing Agroalimentare di Bologna. Le “considerazioni finali” saranno di Tiberio Rabboni, assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna. La serata sarà coordinata dal qualità di ottimo livello con buone performances per i calibri medi. Si è fatta comunque sentire la concorrenza con gli altri competitors su Stati Uniti e Medio Oriente. Ma il vero fattore che ha creato non pochi problemi è stato lo sfavorevole cambio euro-dollaro. Speriamo che la moneta americana si riprenda nel 2014. Le esportazioni si sono comunque mantenute sui livelli del 2012 nonostante si siano ottenuti ricavi inferiori. Per quanto riguarda il kiwi i prezzi sono soddisfacenti seppur le vendite siano inferiori alle attese e alla scorsa annata. In linea generale quest’anno stiamo evidenziando la mancanza dei merD i c e m b r e

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presidente del CSO, Paolo Bruni. I dieci Protagonisti, a ognuno dei quali verrà consegnato un riconoscimento, sono: Angelo Benedetti (presidente e dg UNITEC), Pino Calcagni (presidente Gruppo Besana), Gerhard Dichgans (direttore generale VOG), Luigi Mazzoni (Gruppo Mazzoni), Luigi Mion (gruppo Eurospin-Migross), Francesca Nadalini (Azienda Ortofrutticola Nadalini), Francesco Nicodemo (presidente Assofruit e Nicofruit), Michelangelo Rivoira (Gruppo Rivoira), Luciano Torreggiani (presidente PeraItalia) e Nicola Zanotelli (direttore FROM) L'evento sarà preceduto da una visita alle cantine dell'Enoteca Regionale Emilia Romagna nella Rocca Sforzesca di Dozza. Il vincitore del premio “Ortofrutta d'Italia” sarà reso noto solo nel corso della serata. 'Protagonisti' si avvale anche della collaborazione dell’agenzia Fruitecom. Le adesioni, nel momento in cui chiudiamo questo numero del Corriere Ortofrutticolo, sono superiori alle aspettative. Complessivamente, 'Protagonisti' ospiterà 150 invitati. Il primo comunicato stampa è stato rilanciato dalle principali agenzie nazionali, a partire dall'ANSA.

cati dell’Est e la fortissima concorrenza con gli altri player in Nord Africa". Gerhard Dichgans, direttore generale di VOG: "Ad ottobre abbiamo chiuso il bilancio per la stagione commerciale 2012/2013, la quale - nonostante un raccolto scarso in termini di volumi - ha portato grosse soddisfazioni in termini di fatturato e quindi liquidazioni per i nostri produttori. Dobbiamo però ricordarci che la scalata dei prezzi delle mele, acceleratasi poi nella primavera-estate, era dovuta a fattori assolutamente eccezionali, favoriti da una mancanza di offerta non solo in

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Europa ma anche dall'Emisfero Sud. Con il nuovo raccolto 2013, l'assetto fondamentale del mercato è cambiato, con una produzione europea che - pur senza picchi produttivi se si fa eccezione per la Polonia - è ritornata alla normalità. La commercializzazione delle prime Gala è iniziata ancora su livelli di prezzi 'vecchio raccolto', sfruttati puntualmente dalle zone produttive più precoci. Con il completamento del raccolto delle varietà autunnali, il mercato ha faticato a trovare un nuovo livello dei prezzi, in grado di equilibrare domanda ed offerta. Guardiamo comunque con fiducia ai prossimi mesi della campagna, anche www.corriereortofrutticolo.it

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Kanzi®. La mela dal colore rosso acceso, dal caratteristico sapore agrodolce, cresce in frutteti appositamente selezionati dell’Alto Adige. La mela Kanzi® viene coltivata solo su terreni vocati ed è disponibile a partire dal mese di ottobre. Se volete scoprire le mele Kanzi®, potete rivolgervi ai Consorzi VOG e VI.P che ne gestiscono la commercializzazione in Italia. VOG coop. soc. agricola Via Jakobi 1/a 39018 Terlano (BZ) Tel: 0471-256600 Fax: 0471-256699 www.vog.it

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perché pensiamo di avere la qualità giusta e adatta alla lunga conservazione. Saremo quindi in grado di servire la nostra clientela per tutto l'arco della campagna. "In una prospettiva più strategica - ha aggiunto Dichgans -, il Consorzio VOG ha puntato ormai da anni a un mix ottimale tra mercato di sbocco ed assortimento varietale, integrando l'offerta di varietà classiche con nuove varietà innovative e di caratteristiche organolettiche eccezionali. Questa strategia ci ha permesso di controbilanciare congiunture di mercato sfavorevoli e di remunerare correttamente il lavoro dei nostri soci anche in anni difficili". Nicola Zanotelli, direttore di From: "La nostra stagione di vendita 2012-2013 è stata caratterizzata da una situazione di mercato straordinaria derivante dalla scarsa produzione europea di mele. La mancanza di prodotto di elevata qualità ha determinato un aumento costante dei prezzi di vendita, naturalmente favorendo la base-clienti più fidelizzata nel momento dell´allocazione delle limitate disponibilità. Entrambi i mercati di riferimento di FROM®, quello russo, ucraino, kazako e il mercato indiano, si sono allineati al livello di prezzo europeo, evidenziando una bassa elasticità della domanda su specifici calibri e su specifiche varietà di prodotto premium della zona di produzione trentino-altoatesina". "Con il supporto costante di attività di comunicazione, affiancato da forniture regolari su questi mercati, - ha aggiunto Zanotelli cresce sempre più forte il riconoscimento, da parte dei clienti del trade internazionale e dei consumatori finali, della superiore qualità del prodotto offerto, compito difficile ma fondamentale in particolare su mercati che in passato hanno invece spesso posto l´attenzione più sul fattore prezzo che non su quello qualitativo e della standardizzazione delle forniture. La stagione 2014 è invece iniziata nel segno di una produD i c e m b r e

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zione europea tendenzialmente normale; si ha fiducia che un livello di prezzi più equilibrato possa quindi permettere di aumentare i volumi di vendita e contribuire ulteriormente a rafforzare il presidio nei mercati di riferimento nonché il riconoscimento della marca sempre con una associazione positiva nei confronti della stessa. "Il progetto FROM® - ha concluso Zanotelli - sta evidenziando come affacciarsi sui mercati internazionali con uno sforzo comune aumenti la capacità di penetrarli con efficacia, sfruttando le sinergie in produzione, fornitura e soprattutto negli investimenti, con un ritorno inevitabilmente maggiore rispetto all'azione del singolo". Francesca Nadalini della Meloni Nadalini: "La crisi si sente sulla vita quotidiana delle imprese. È una percezione palpabile, concreta, che si traduce in un calo degli ordini, sia da parte dei mercati ortofrutticoli che della grande distribuzione. Sono ormai all’ordine del giorno le difficoltà a incassare. A due mesi circa dalla conclusione della raccolta ci ritroviamo fuori con il 10% del fatturato. La ricetta per invertire la rotta nel 2014 è consolidare i rapporti commerciali, svilupparne di nuovi, aprire nuovi mercati all’estero e puntare molto sulla comunicazione verso il consumatore. È questa la strada che intendiamo percorrere per rilanciare e rimanere competitivi". Luciano Torreggiani, di Patfrut – Pera Italia: "Il 2013 è stato un anno difficile per le vendite di pere seppure a valore ci sono stati dei riscontri interessanti. Con la nascita di Pera Italia il nostro obiettivo è creare una concertazione attorno a questo importante prodotto sviluppando un percorso comune con gli attori che stanno credendo in questo progetto. Serve ancora del tempo per creare delle solide aggregazioni ma siamo convinti che la strada intra-

presa sia quella giusta. Speriamo che il 2014 sia il vero anno del rilancio per il settore". Abbiamo raccolto il parere anche di un protagonista delle tecnologie, Angelo Benedetti di Unitec: "Il 2013 è stato per noi un anno positivo. Abbiamo realizzato un numero superiore di commesse rispetto all’anno precedente e questo si è anche tradotto in un aumento del nostro fatturato. L’interesse verso le nostre tecnologie è stato soprattutto nel campo dell’innovazione delle fasi di selezione della qualità esterna ed interna della frutta e della riduzione dei costi nelle fasi di confezionamento. Avendo sviluppato nuove soluzioni tecnologiche in questi due ambiti in grado di portare risultati concreti, questo ha generato un sensibile interesse verso le nostre tecnologie. Tale interesse sommato alla nostra ferma volontà di fare dell’innovazione il perno centrale del nostro lavoro, ha creato i positivi risultati dell’anno appena trascorso un po’ su tutti i mercati, in Italia, in Europa e anche extra CEE. "Per il 2014 - ha aggiunto Benedetti -, prevediamo un andamento sempre positivo ma con un trend di crescita più contenuto rispetto al 2013 anche se stiamo già lavorando per molte commesse che verranno consegnate nel prossimo anno. Crediamo che l’attenzione verso le tecnologie del comparto ortofrutticolo mondiale sia di sincero interesse per tutte quelle organizzazioni che vedono nell’innovazione la sana via da percorrere per reggere la competitività. Competitività non solo nei costi di lavorazione ma soprattutto nel garantire al consumatore finale un prodotto di qualità coerente nel tempo. E in tale direzione stiamo lavorando con il nostro team della ricerca e sviluppo per costruire insieme agli operatori del settore nuove concrete soluzioni in grado di fare un salto di qualità nel panorama del trattamento dei prodotti ortofrutticoli freschi”. (e.z.) www.corriereortofrutticolo.it

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Aziende informano

Aziende informano

Pomodori Cuore di Bue Rijk Zwaan Un successo che raddoppia Rugantino e la novità Meneghino conquistano il mercato I Cuore di Bue che mettono d’accordo tutta la filiera. La proposta varietale di Rijk Zwaan Italia – filiale dell’omonima multinazionale olandese, leader nella ricerca, produzione e commercializzazione di sementi orticole di qualità – sta riscuotendo notevoli consensi presso tutti gli attori del mercato grazie ai plus distintivi in fatto di resa produttiva, tenuta in post-raccolta, facilità di confezionamento, aspetto e gusto. Sull’onda delle performance competitive realizzate e a seguito di ulteriori attività di R&S, a Rugantino RZ F1 è stato recentemente affiancato Meneghino RZ F1, che promette di replicarne il grande successo. Garanzia di produttore Il meglio per qualità, logistica, presentazione: le opinioni degli operatori confermano che i Cuore di Bue di Rijk Zwaan sono veri e propri riferimenti sul mercato. A cominciare dal già noto Rugantino RZ F1, pianta di medio vigore, con portamento arieggiato e internodi molto corti, dotata di un buon equilibrio tra la parte vegetativa e quella produttiva e capace di adattarsi alle differenti condizioni climatiche. "Come faccio ormai da diversi anni, ho trapiantato Rugantino RZ F1 nello scorso mese di luglio”, afferma Giovanni Ferrera di Cuore Verde, Vittoria (RG). “Malgrado le caldissime estati in Sicilia, questa varietà mostra un'ottima capacità di allegagione, garantendomi un alto livello di produttività ed uniformità. I frutti – di sa-

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pore e consistenza eccellente – hanno peso specifico elevato, spalla verde ben marcata e polpa carnosa anche dopo diversi giorni dalla raccolta; colorando benissimo a rosso, si adattano perfettamente a mercati, come Torino e Genova, che richiedono prodotti con maturazione completa". Tra i grandi nomi che Ferrera rifornisce si può senz’altro citare Ortogranda di Torino che ha espresso considerazioni molto positive riguardo le caratteristiche organoletti-

Meneghino, il nuovo che avanza Elevato vigore e decisa precocità sono le due principali qualità di Meneghino RZ F1: la sua pianta si contraddistingue per il portamento aperto ed il fogliame scuro, l’ottima allegagione sia alle alte che alle basse temperature, la disponibilità durante tutto l’anno; i suoi frutti si riconoscono per il buon calibro e la grande uniformità. “Come Rugantino RZ F1, il nuovo Meneghino RZ F1 possiede due grandi carte vincenti, la facilità di produzione – da cui consegue la continua disponibilità per tutto l’anno – e la forma altamente riconoscibile di Cuore di Bue”, Rugantino RZ F1 dichiara Luche del frutto di tale ca Pomaro varietà. della CoopeMeneghino RZ F1 Il packaging segna un altro rativa I Pioppi, Lupunto a favore. “Coltivo Rugantino sia (RO). RZ F1 “Meneghino RZ F1 garantisce da diversi anni – spiega Corrado un’ottima resa produttiva nei peSepe di C.I.D., Fondi (LT) – e, riodi più caldi ed evidenzia una tra i tanti aspetti positivi riscontragiusta maturazione, come dimobili nel prodotto, sicuramente il stra l’attraente colore rosa al suo gusto rappresenta una marcia in interno. Inoltre, presenta la mepiù rispetto agli altri Cuore di desima consistenza di frutto di Bue; inoltre, la base schiacciata Rugantino RZ F1, plus da cui permette una disposizione più deriva un’invidiabiuniforme dei frutti nelle cassette. le shelf-life a scafI nostri clienti ne apprezzano anfale”. che la pelle sottile e la pezzatura omogenea. Mi auguro di avere presto l’opportunità di coltivare anche Per informazioni: Meneghino RZ F1, Segreteria Rijk Zwaan Italia di cui ho sentito tel. 051 729448 parlare molto bemail: rijkzwaanitaly@rijkzwaan.it ne”. sito web: www.rijkzwaan.it

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FRANCESCO NICODEMO Il general manager di Nicofruit e presidente di Asso Fruit Italia è la figura chiave di una storia partita quasi trent’anni fa da Scanzano Jonico e che oggi, puntando sulla qualità del prodotto e sullo spirito di gruppo, ha valicato i confini della Basilicata e ha scritto capitoli importanti sui grandi mercati esteri

Con lui un Sud aggregante Antonio Felice Francesco Nicodemo è il Sud che ha saputo crescere e che lotta alla pari con i migliori per il successo sui mercati. E' il perno decisionale e il punto di equilibrio di un insieme di realtà aziendali che fanno della Basilicata un luogo di eccellenza per alcune produzioni ortofrutticole. Asso Fruit Italia è diventata, con lui alla guida (ne è il presidente), una OP efficiente, in crescita, è uscita dai confini della Basilicata per diventare un luogo di aggregazione per una vasta zona del Sud. Mentre la sua D i c e m b r e

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Serre di fragole, tra le più vaste del Sud, sui terreni dei produttori Asso Fruit Italia

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Copertina CHI È FRANCESCO NICODEMO Francesco Nicodemo ha 48 anni, vive a Scanzano Jonico (Matera) ed è il general manager di Nicofruit, società fondata nel 1994 e dal 1998 associata alla OP Asso Fruit Italia (di cui è presidente): realtà associativa consolidata e fra le più importanti e rinomate di tutto il Centro-Sud. Siede nei consigli di amministrazione del Distretto Agroalimentare del Metapontino e, a Roma, di Italia Ortofrutta Unione Nazionale. E’ amministratore unico (CEO) di FruttHera, braccio commerciale operativo di Asso Fruit Italia. Personalità carismatica, coinvolgente e pragmatica: lungimirante. Tenace sostenitore dell’importanza del lavoro di squadra, dell’aggiornamento costante e della professionalizzazione del team e rispettoso dei ruoli. Cura con meticolosa professionalità gli aspetti motivazionali del team aziendale riuscendo ad infondere fiducia e ottimismo verso sfide apparentemente impossibili. La Nicofruit infatti, prima di diventare la realtà aziendale attuale - fatta da circa trenta soci e capace di occupare punte stagionali di lavoratori nell’ordine delle 400 unità, maggior produttore in Basilicata della pregiata fragola Candonga, cultivar di eccellenza nel panorama delle fragolicoltura mondiale, e pioniera nella coltivazione dell’aneto - era una piccola impresa agricola. Lo spirito imprenditoriale, maturato anche grazie alle esperienze lavorative svolte all’estero, la capacità di coordinare e motivare i soci gli hanno permesso di cogliere, rafforzare e sviluppare le potenzialità di quella piccola realtà produttiva che decise di prelevare. Oggi la Nicofruit ha un fatturato (2012) di 12 milioni 73 mila euro. Il fatturato di Asso Fruit Italia è invece di oltre 60 milioni di euro. Numeri importanti, e in aumento, che descrivono il costante successo economico e occupazionale nel tempo delle due realtà economiche in un’area difficile del Mezzogiorno d’Italia. La crescita di Nicofruit è stata equilibrata: l’incremento quantitativo è stato direttamente proporzionale a quello qualitativo dei prodotti; il marchio aziendale è infatti da anni associato alle produzioni e esportazioni di uva da tavola, albicocche e ortaggi. La ricerca dell’efficienza, il continuo confronto con l’innovazione, l’attenzione ai temi ambientali, e lo studio delle moderne strategie di commercializzazione e quelle di comunicazione aziendale hanno fatto sì che Nicofruit saldasse la sua presenza nei principali mercati: Italia, Nordeuropa, Est Europa, Russia, Asia. La crescita aziendale, spinta dalla perseveranza di Francesco Nicodemo, ha superato le oggettive difficoltà di un contesto geografico alle prese con problemi infrastrutturali considerevoli. Francesco Nicodemo nel tempo libero ama dedicarsi agli affetti familiari, è sposato e ha due figli. Si dedica alla cucina, gli piace preparare piatti della tradizione lucana ma anche sperimentare. E’ molto attento all’informazione sia di settore che generalista e si rivolge principalmente ai canali on line di cui apprezza la tempestività e la completezza dei messaggi. Adora il mare. 'creatura', la NicoFruit, compete sui mercati mondiali. Ecco le domande che abbiamo rivolto a Francesco Nicodemo e le sue risposte. Presidente, qual è il segreto del successo che ha portato Asso Fruit Italia e le sue associate ai risultati di oggi? Ci sono una formula, una fi28

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losofia, un modo di agire alle spalle e quale aspetto prevale? "Più che una formula penso sia una visione che ci porta a valorizzare le risorse umane presenti nella Asso Fruit e nelle aziende aderenti alla stessa, risorse che, attraverso un’attenta conoscenza del prodotto, del territorio e delle opportune competenze tecniche

di produzione, ci consentono di ottenere risultati anche in momenti di forte difficoltà come l'attuale". La qualità del prodotto nasce dalla qualità dell'ambiente. Il caso 'Terra dei Fuochi', pur con tutte le esasperazioni e inesattezze che l'hanno contraddistinto, lo conferma. Che cosa fa il vostro gruppo per l'ambiente? "Come gruppo siamo ben consapevoli dell’importanza delle scelte ambientali e come l'argomento sia sensibile a livello mediatico. Siamo però ben lieti di poter affermare che la Basilicata sia una regione dal punto di vista ambientale ancora preservata ed incontaminata, nella quale si ha la possibilità di vedere la terra ed una paesaggio favolosi. Nella nostra agricoltura è ormai affermato che il binomio qualità-ambiente si converta, non solo nella salvaguardia dell’ambiente e in un miglioramento della salubrità dei prodotti coltivati in quegli ambienti, ma anche in un netto risparmio di tutti gli input energetici che vengono spesi per la produzione. Negli ultimi due anni il nostro gruppo ha favorito e incrementato notevolmente gli investimenti per attrezzature e macchinari a basso impatto ambientale, per sistemi di controllo dell’acqua e dei fertilizzanti, ha incentivato i sistemi di certificazione e il controllo e monitoraggio del prodotto lungo l’intera filiera. Lo sviluppo sostenibile è diventato per Asso Fruit Italia l’unico modello attuabile. Per tale ragione, sia la struttura di lavorazione e stoccaggio di Asso Fruit Italia che quella della NicoFruit sono munite di pannelli fotovoltaici sufficienti ad alimentare gran parte del nostro fabbisogno energetico. Ultimamente, tra le poche aziende di ortofrutta italiana, ci stiamo impegnando nel progetto della 'Carbon foot print' per analizzare e certificare l’effettiva impronta ambientale dei nostri prodotti. L’ambiente è il primo D i c e m b r e

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tassello per produrre qualità".

CHI È

ll marchio NicoFruit sta avanzando sui mercati esteri. Quali sono i mercati più importanti per voi e quelli nei quali ancora non ci siete ma ci vorreste essere? E con la quali prodotti andate all'estero? "Siamo orgogliosi del fatto che ad aprile 2014 il marchio NicoFruit compia 20 anni e dopo essersi ormai affermato nel Regno Unito, Germania e ovviamente in Italia, le nuove frontiere di commercializzazione ci inducono a guardare oltre. In un mondo ormai globalizzato, che include Paesi fino a ieri non consumatori di ortofrutta europea, si sta pian piano affacciando una cultura che prevede il consumo di ortofrutta fresca proveniente dall’Italia. Ed in effetti da oltre un decennio abbiamo ogni anno incrementato i quantitativi di uva da tavola, kiwi, nettarine e albicocche in Paesi come l’Arabia Saudita e il resto del Medio Oriente, in Russia e in Africa. Nuove frontiere saranno rappresentate dall’India e dal Far East in generale, nonché dal Giappone ed a medio termine dalla Cina".

ASSO FRUIT ITALIA E' una delle più importanti realtà associative nel campo ortofrutticolo del Sud Italia. Opera prevalentemente in Basilicata, Calabria e Puglia. E' nata nel 1984 come ASSOBASILICATA (Associazione di produttori ortofrutticoli ed agrumari) al fine di consolidare la posizione degli associati verso i mercati italiani ed esteri. Nel 1997 cambia denominazione e diventa, ai sensi del Regolamento comunitario n. 2200 del 1996, ASSO FRUIT (Organizzazione di produttori ortofrutticoli): tra le prime OP in Basilicata ad adeguarsi a quanto indicato dalla riforma dell'OCM che ha assegnato alle associazioni un nuovo ruolo economico di programmazione e concentrazione dell'offerta. Dalla Basilicata comincia ad estendersi anche alle regioni limitrofe come Puglia e Calabria, entrambe a forte vocazione agricola. In seguito alla scomparsa di Carlo Stigliano, fautore e fondatore di Asso Fruit, l'azienda prima attraversa una fase di transizione e poi si riorganizza con un nuovo assetto aziendale. Nel corso degli anni, Asso Fruit diventa tra i leader dell'ortofrutta meridionale. Il punto di forza dell'associazione è rivestito dalla redazione dei Programmi Operativi attraverso i quali partecipa attivamente alla promozione e al controllo di tutte quelle pratiche agricole che sono alla base del miglioramento qualitativo dei prodotti ortofrutticoli. Nel corso degli ultimi anni, l'esigenza di soddisfare le richieste di un mercato globalizzato e pertanto di cercare sempre più di aumentare il potere contrattuale sulle principale piazze commerciali di riferimento, ha portato il management a guardare con lungimiranza al futuro coinvolgendo le più grandi realtà operanti sul territorio regionale. Così nel 2010 l'assetto aziendale viene completamente stravolto e nasce ASSO FRUIT ITALIA che è il risultato dell'unione di quattro importanti Organizzazioni di Produttori Ortofrutticoli: Asso Fruit, Prometas, Generalfruit Basilicata e Fruit Italia. Oggi ASSO FRUIT ITALIA è una OP riconosciuta e affermata, in costante crescita, che ha il compito di portare il prodotto alla vendita, rafforzando la posizione dei suoi associati. Assieme ad ASSO FRUIT ITALIA, nel 2010 nasce anche Frutthera srl, costituita per favorire la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli degli associati. Frutthera è attualmente impegnata nell'accreditamento di particolari prodotti di qualità pregevole presso le più importanti catene della GDO italiana ed estera. Asso Fruit Italia aggrega 13 cooperative con 10 stabilimenti di lavorazione (di cui uno certificato biologico), 400 aziende agricole che operano su 3.045 ettari; nel 2010 ha commercializzato 98.400 tonnellate. Le regioni di operatività sono Basilicata, Puglia, Calabria, Campania e Lazio.

Vi siete dati dei limiti, degli orizzonti alla vostra capacità aggregatrice in diverse Regioni del Sud e del Centro italiano? "No, al contrario, la forte spinta aggregatrice della nostra Organizzazione è in costante e continuo incremento in quanto il moD i c e m b r e

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CHI È NICOFRUIT Da venti anni Nicofruit, con sede a Scanzano Jonico (Matera), è una delle aziende ortofrutticole più solide della Basilicata. Nata dall’intuizione di una squadra fatta principalmente da amici e guidata da Francesco Nicodemo. Da piccola realtà produttiva si è trasformata in una grande impresa moderna, formata da trenta soci, capace di affrontare le sfide del mondo globalizzato puntando su innovazione, risorse umane e efficienza; senza trascurare i codici etici in materia ambientale e rispetto della dignità e della sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici. Nicofruit si è distinta nel tempo per i coraggiosi slanci pionieristici sia per i prodotti offerti che per i metodi impiegati: è fra le prime aziende lucane ad aver accolto la sfida della produzione integrata. Ha rafforzato la sua presenza nei mercati italiani e esteri puntando su eccellenze come l’uva da tavola, albicocche e la fragola Candonga, cultivar pregiata e universalmente riconosciuta, di cui è maggior produttrice in Basilicata. L’opificio di 12.300 mq (strutture coperte e piazzale) è di nuova costruzione ed è progettato per garantire la qualità dei prodotti. Lo sviluppo sostenibile è per Nicofruit l’unico modello attuabile: sulle strutture di lavorazione e stoccaggio sono collocati pannelli fotovoltaici sufficienti ad alimentare gran parte del fabbisogno energetico aziendale. Ha registrato negli anni uno sviluppo costante e ha programmato cospicui investimenti per accrescere la qualità dei prodotti, la quantità dei soci e delle aree di commercializzazione. Dal 1998 Nicofruit è associata ad Assofruit, organizzazione di produttori fra le più salde e produttive del Sud Italia. L’innovazione tecnologica e la costante professionalizzazione delle risorse umane, l’etica del lavoro, sono alla base della filosofia aziendale. Con il supporto delle moderne tecnologie informatiche, di cui l’azienda dispone, i prodotti sono costantemente controllati affinché ne sia garantita la qualità, la salubrità e siano salvaguardate le caratteristiche organolettiche. Le certificazioni qualitative sono affidate ai marchi Uni En Iso 9001:2008, International Food Standard, Brc Food certificated, Global Gap e Csqa. L’associazione con l’Op Assofruit Italia ha dato a Nicofruit il know how necessario per competere nei mercati europei in perfetta sintonia con le disposizioni del Legislatore comunitario. Il Gruppo si avvale della forza di Frutthera - precorritrice nella partecipazione ai programmi di certificazione ambientale “Carbon foot print” - struttura commerciale specializzata che ha lo scopo di semplificare e velocizzare l’iter d’acquisto e consegna dei prodotti. Nicofruit cura con rigore scientifico il marketing e la comunicazione aziendale, fra le prime in Basilicata a dotarsi del QR code, di recente ha adeguato la sua presenza sul Web dando nuove funzionalità e veste grafica al sito internet aziendale. La presenza sui mercati è ben distribuita in tutto il mondo. Con l’OP Assofruit ha partecipato alle più importanti fiere ortofrutticole mondiali: Fruit Logistica Berlino, Worl Food Moscow, Macfrut, International Agricultural Fair (Novi Sad, Serbia), WOP Dubai. La tipologia dei clienti è eterogenea: 50% estero, 30% Italia GDO, 20% Italia (mercati generali).

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dello organizzativo proposto consente sinergie durature. La politica di aggregazione di Asso Fruit Italia dell’ultimo triennio ci ha visti impegnati a stringere rapporti commerciali e di copartecipazione con areali italiani che con le loro produzioni complementari riescono ad ampliare sia il calendario di commercializzazione che il paniere di prodotti. Quindi, di fronte a una richiesta di calendario che comprenda anche le produzioni del Nord, ci attiveremo per andare oltre l’attuale confine. Nel 2014 attiveremo anche interessanti sinergie con alcuni produttori europei". Il Mezzogiorno può trovare una grande leva di sviluppo nell'agricoltura e nell'agro-alimentare. E' d'accordo oppure no e fino a che punto? "Penso che di fatto l’agricoltura sia già una delle pochissime leve economiche e di sviluppo in nostro possesso. Il tema è far comprendere fino in fondo a chi ci governa e al Paese il valore strategico che questo settore rappresenta soprattutto come ambasciatore del gusto e dell’alta qualità italiana all’estero". Qual'è la priorità per il sistema ortofrutticolo italiano? "A mio parere non esiste una sola priorità ma una concertazione di strategie e di investimenti che possono trasformare i nostri prodotti ortofrutticoli in prodotti ricercatissimi, di alta qualità, facilmente riconducibili alle eccellenze italiane. Indubbiamente, per far si che questo si realizzi, tra le priorità io ci metterei più ricerca, più promozione e meno peso burocratico". D i c e m b r e

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Una produzione totale di arance prevista attorno ai 6,6 milioni di tonnellate, in crescita del 12% rispetto allo scorso anno, grazie alle buone condizioni meteorologiche registrate in tutta l’area Mediterranea. È questo il dato principale che emerge dal Report annuale sulla produzione e commercializzazione degli agrumi in Europa. Il report è stato redatto dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA). Spagna e Italia rappresentano quasi l’80% della produzione totale di arance dell'Unione europea; il restante 20% è distribuito tra gli altri Stati membri, principalmente Cipro, Grecia e Portogallo. Secondo le previsioni dell’USDA, per l’anno commerciale 2013/14 la Spagna raggiungerà una produzione di 3,4 milioni di tonnellate, il 15% in più rispetto allo scorso anno. Nonostante aspettative tanto favorevoli, gli operatori del settore agrumicolo spagnolo rimangono cauti. Le alte temperature e la mancanza di pioggia verificatesi nella fase iniziale della stagione hanno ritardato la raccolta di una decina di giorni con un impatto negativo sulla dimensione e sulla colorazione dei frutti. Anche se non è stata intaccata la qualità, al momento i prezzi riflettono il difetto nel calibro e rimangono su livelli bassi. Le varietà maggior-

Report dell’USDA analizza il mercato delle arance, dei mandarini e dei limoni. Nell’Unione Europea le importazioni mantengono un peso determinante

mente coltivate in Spagna sono quelle destinate al consumo fresco come le arance del gruppo Navel, di cui è previsto un aumento produttivo del 28%. Da non dimenticare anche le Valencia Late, “utili” ai produttori per sostenere l’offerta durante la fase finale della stagione. Nell’anno commerciale 2013/14 la produzione di arance in Italia è prevista tornare ai livelli di due stagioni fa, raggiungendo un volume di 1,9 milioni di tonnellate, in aumento di circa il 12% rispetto allo scorso anno. La produzione di arance rosse si prevede in crescita del 17% (1,415 milioni di tonnellate) rispetto al 2012/13 quando si è attestata a 1,203 mi-

ATTUALITÀ

Agrumi, produzioni in crescita in tutti i Paesi del Mediterraneo

lioni di tonnellate. In generale la qualità dei frutti sarà buona, ad eccezione per quelle piante colpite dal virus della Tristezza (CTV). Circa il calibro, ci si attendono volumi minori per le arance di dimensioni più grandi (formato tre quarti) mentre saranno disponibili in elevate quantità le arance di pezzature più piccole. Sicilia e Calabria sono le principali aree di produzione, rispettivamente con il 59 e il 22% del totale nazionale. Tarocco, Moro, Sanguinello, Navelina e Valencia sono invece le principali varietà coltivate. La produzione della Grecia è prevista in aumento del 4,3%, per un totale di 970 mila tonnellate raccolte. Con pezzature che dovrebbero rimanere nella media, Washington, Navel, Valencia, Navelina e Newhall saranno le principali varietà prodotte. In Portogallo la stagione commerciale 2013/14 sta proseguendo entro parametri standard. La produzione di 208 mila tonnellate dovrebbe essere sugli stessi livelli dello scorso anno e anche per i calibri si attendono dimensioni considerabili all’interno del range di normalità.

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Stop alle importazioni dal Sudafrica a campagna finita: è quasi una beffa Stop dell'UE, a partire dall'inizio di dicembre, alle importazioni di agrumi dal Sudafrica provenienti dalle aree colpite dalla malattia altamente contagiosa della "macchia nera". Causata dal fungo Guignardia citricarpa, è una delle più devastanti malattie che colpiscono gli agrumi. Nel 2013 sono state 36 le partite di prodotto malato giunte dal Sud Africa e intercettate alle frontiere europee. Per questo i 28 Stati membri hanno deciso di intervenire con misure d'urgenza, inviando così un monito chiaro al Sudafrica, affinché controlli le sue esportazioni sotto il profilo fitosanitario. Nel 2013 l'Unione ha importato circa 600mila tonnellate di agrumi dal Sudafrica, circa un terzo del totale delle sue importazioni di agrumi. Le nuove misure si applicano per gli agrumi prodotti nella stagione di crescita 20122013, consentendo solo l'ingresso nell'Unione di agrumi provenienti da zone indenni dalla malattia. Dallo scorso ottobre le organizzazioni agricole e cooperative dell'UE reclamavano la sospensione delle mi pari a 1,89 milioni di tonnellate. Ciò è dovuto principalmente al calo della produzione di clementine pari al 3,8%. Al contrario, la produzione delle cultivar Satsuma e Mandarino si prevede in aumento. Il caldo e l’assenza di piogge durante l'autunno hanno provocato danni alle produzioni di varietà precoci; la produzione 2013/14 di clementini e mandarini è caratterizzata da calibri più piccoli della norma anche se la qualità resta buona. Tuttavia, con l'arrivo di temperature più rigide le pezzature potrebbero aumentare, con conseguenze positive in termini di prezzi. Al fine di calmierare verso l’alto i prezzi dei

importazioni per timore di contagio. "Non possiamo che esprimere soddisfazione per la decisione del Comitato fitosanitario permanente UE che ha votato per l’attuazione di misure che impediscono l’introduzione e la diffusione di agrumi che provengono dal Sudafrica a causa dalla malattia Black Spot”, ha commentato la CIA-Confederazione Italiana Agricoltori. “La decisione della Commissione europea di bloccare per la sola campagna 2012-2013, l’import di agrumi dal Sudafrica contaminati dalla fitopatia Black Spot va nella giusta direzione, ma purtroppo è timida e tardiva, e praticamente non sortirà alcun effetto, in quanto la campagna sudafricana è ormai terminata”, ha sottolineato Confagricoltura, aggiungendo: “A questo punto è necessario che la Commissione estenda queste misure anche alla prossima campagna di commercializzazione valutando, al tempo stesso, l’estensione delle misure restrittive ad altre fitopatie e alle produzioni originarie di altri Paesi”

ATTUALITÀ

La produzione cipriota di arance, infine, è prevista in aumento del 15% rispetto all'anno precedente mentre la dimensione dei frutti dovrebbe essere nella norma. Navel, Ovale e Valencia saranno le principali varietà di arance coltivate a Cipro. Il Report USDA, inoltre, prevede sviluppi positivi della stagione anche in termini di consumo. All’interno dell’area UE il consumo totale di arance dovrebbe raggiungere i 5,6 milioni di tonnellate. Un aumento della domanda rispetto agli anni precedenti che riflette la maggior disponibilità di prodotto sul mercato. Il consumo pro capite nei Paesi produttori rimarrà, come tradizione, al di sopra della media europea. In Italia, in particolare, l'aumento dovrebbe essere intorno all’8%, con un consumo pro capite tra i 25 e i 27 chili all’anno. Nell’anno commerciale 2012/13 le importazioni del Vecchio Continente sono state valutate a circa 700 milioni di dollari, mentre il valore delle esportazioni a circa 266 milioni. Il principale fornitore di arance dell'Europa è il Sud Africa, che rifornisce il mercato in controstagione, seguito da Egitto e Uruguay. Dallo scorso 28 novembre, tuttavia, l’Europa ha emesso un bando sulla maggior parte delle importazioni degli agrumi sudafricani per timore della diffusione della macchia nera degli agrumi, un fungo (Guignardia citricarpa, Phyllosticta citricarpa) altamente contagioso inserito nella lista dei patogeni e degli insetti di cui è vietata l’introduzione elaborata dalla 'European and Mediterranean Plant Protection Organization'. Il report USDA analizza anche il mercato dei mandarini. Secondo quanto emerge, nell’anno commerciale 2013/14 la produzione totale europea di mandarini dovrebbe rimanere stabile rispetto alla scorsa campagna, con volumi intorno a 2,9 milioni di tonnellate. In particolare in Spagna la produzione totale dovrebbe aumentare dello 0,96% raggiungendo volu-

prodotti, i produttori sperano anche nella buona qualità e nella leggera contrazione dell'offerta. In generale, il comparto spagnolo dei mandarini è un settore dinamico e in continua crescita. Sempre alla ricerca di cultivar innovative, è ormai in grado di offrire una stagionalità del prodotto sempre più lunga grazie allo sviluppo di nuove varietà precoci e tardive. La produzione del mandarino in Italia nella campagna in corso è prevista in calo del 4% rispetto alla stagione precedente. I volumi di clementine, che rappresentano l’80% della produzione del Paese, dovrebbero registrare un calo dell'8% (615 mila tonnellate riwww.corriereortofrutticolo.it

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Attualità spetto alle 670 mila del 2012/13). La produzione di mandarini, che copre il restante 20% del totale, dovrebbe crescere del 18,8%, portandosi dalle 122 mila tonnellate dello scorso anno alle 145 mila tonnellate. La qualità si prevede soddisfacente sia per le clementine che per i mandarini, in particolare le varietà Avana e Tardivo di Ciaculli. Comune, Oroval e Monreal sono le principali varietà di clementina coltivate in Italia mentre Avana e Tardivo di Ciaculli sono le principali varietà di mandarino. Calabria, Sicilia e Puglia sono le principali aree di produzione, che rappresentano rispettivamente il 50, il 23 e il 14%. Secondo quanto emerge dal report, la produzione della Grecia è destinata ad una crescita significativa, +10,4%, grazie al verificarsi di condizioni meteorologiche favorevoli. Al contrario la produzione cipriota è stimata in calo del 6% rispetto all'anno precedente anche se i calibri saranno superiori alla norma. I mandarini sono il secondo agrume più importante del Portogallo dopo le arance. Per l’anno commerciale in corso si attendono volumi stabili rispetto a quelli dello scorso anno (circa 35 mila tonnellate), con pezzature e qualità nella norma. I consumi nell’Ue-28 sono previsti in calo dello 0,8% rispetto allo scorso anno, per un totale di circa 2,5 milioni di tonnellate. La lieve contrazione è da ricondursi alla minore disponibilità di prodotto sul mercato unita ad un calo del potere d'acquisto dei consumatori europei. Il consumo pro capite è stimato a 5 chili. La maggior parte dei mandarini sarà destinata al consumo fresco. I principali fornitori di mandarini del mercato europeo sono Sud Africa, Marocco e Perù. Quest’ultimo negli ultimi anni ha sostituito la Turchia in terza posizione. Da ricordare che il Marocco ha recentemente firmato un accordo con l'Unione europea in base al quale sono concesse quote di esportazione superiori per i prodotti agricoli marocchini rispetto a quelle di altri 34

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Paesi. Inoltre, a cambiare la geografia commerciale dei mandarini in Europa, anche la sospensione delle importazioni per la maggior parte degli agrumi sudafricani del 28 novembre scorso per paura della diffusione della macchia nera, una malattia fungina altamente contagiosa. Nello scorso anno commerciale le importazioni comunitarie di mandarini sono state stimate a 400 milioni di dollari mentre le esportazioni a 430 milioni. Un trend in crescita è stato registrato per l’export verso la Russia, unico mercato in crescita che è effettivamente in grado di assorbire grandi quantità. Infine, dopo arance e mandarini, il report analizza anche il mercato dei limoni. La produzione europea nel 2013/14 dovrebbe raggiungere 1,34 milioni di tonnellate, in aumento del 15% rispetto all'anno precedente, grazie alle buone condizioni meteorologiche verificatesi in tutte le aree di produzione. In Spagna si prevedono volumi attorno alle 715 mila tonnellate, in crescita del 7% rispetto al 2012/13, nonostante un ritardo nell’inizio della raccolta di circa 10 giorni che ha leggermente influito sui calibri. Le pezzature sono più piccole rispetto alla norma, soprattutto per il prodotto destinato alla trasformazione industriale. Attualmente le principali varietà coltivate nella penisola Iberica sono la Fino, che rappresenta il 70% della produzione totale, e la Verna, più succosa e con pochi semi, che rappresenta il restante 30%. Tuttavia, poiché la Verna garantisce una maggiore redditività, negli ultimi anni si sta verificando una progressiva tendenza a sostituire le due cultivar. L’obiettivo è raggiungere nel breve termine il 60% della produ-

zione totale per la varietà Fino e il 40% per la Verna. Il periodo di raccolta per la Fino è tra settembre e marzo, mentre nel caso della Verna la stagionalità si estende fino a luglio. Secondo il Report, la produzione italiana 2013/14 di limoni è destinata ad essere eccellente sia in termini di quantità (+31% rispetto alla campagna precedente per un totale di 545 mila tonnellate), sia di qualità (soprattutto nel caso della varietà Primofiore). In Grecia la produzione nella stagione in corso dovrebbe rimanere stabile rispetto a quella dello scorso anno, attorno alle 55 mila tonnellate. La varietà principale è la Maglini, una cultivar dal succo molto aspro, con una buccia sottile e lucida che a maturazione assume un colore giallo acceso. Anche la produzione di limoni di Cipro dovrebbe rimanere sugli stessi livelli dello scorso anno (15 mila tonnellate circa), con frutti di dimensioni nella norma. La varietà maggiormente diffusa sull’isola è la Lapithiotiki. I limoni rappresentano il 5% della produzione agrumicola del Portogallo. Secondo le stime, i volumi rimarranno sugli stessi livelli della scorsa stagione, con dimensioni e qualità dei frutti nella norma. Nell’anno commerciale 2013/14 il consumo di limoni in Europa è previsto attorno a 1,4 milioni di tonnellate, in aumento del 6% rispetto all'anno precedente, grazie alla maggiore disponibilità di prodotto sul mercato. Il consumo pro capite è stimato a 2,7 chilogrammi. In termini di trade la Grecia si sta confermando sempre più dipendente dall’import di succo di limone per soddisfare l’aumento della domanda interna di bevande analcoliche (a seconda della varietà sono necessari dai 15 ai 17 chili di limoni freschi per produrre 1 chilo di succo di limone). Lo scorso anno le importazioni europee di limoni, pari a 530 milioni di dollari, hanno superato abbondantemente le esportazioni, valutate a circa 98 milioni di dollari. (c.b.) D i c e m b r e

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Radicchio di Verona Riconosciuta l’IGP Al Consorzio fanno capo venti aziende e gli ettari certificati sono in continua crescita. Soddisfazione della presidente Cristiana Furiani e del vice Roberto Bolla Il 27 novembre 2013 il Consorzio per la tutela e valorizzazione del Radicchio di Verona IGP è stato riconosciuto con decreto ministeriale n. 62200. "Si tratta di un traguardo importante - spiega al Corriere Ortofrutticolo la presidente Cristiana Furiani (nella foto) - un percorso iniziato alcuni anni fa, nel 2008, da Geofur, che ha lanciato diversi appelli a produttori e confezionatori affinché credessero nel prodotto, nel marchio, nel suo riconoscimento. ll nostro è un gruppo di giovani, dinamici produttori e confezionatori che hanno un unico scopo in comune: valorizzare il nostro prodotto creando valore aggiunto al nostro territorio. Il consiglio di amministrazione del consorzio si è più volte riunito per la pianificazione delle azioni che ci hanno portato a questo ambito risultato consapevoli che questo è solo l’inizio del lavoro". Nella campagna in corso sono 130 gli ettari (contro i 20 della campagna precedente) investiti nella produzione dell’IGP Radicchio di Verona. Sull'importanza del legame col territorio pone l'accento il vicepresidente del Consorzio, Roberto Bolla: “Il radicchio è uno dei prodotti di punta della nostra terra e vanno promossi insieme. Quando un turista viene a Verona ne può apprezzare le ricchezze monumentali, storiche e artistiche, ma deve avere l'opportunità anche di conoscere i suoi prodotti tipici”. In questa attività il ruolo del neonato Consorzio sarà fondamentale. Esso ha infatti la funzione di tutela, di promozione, di D i c e m b r e

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valorizzazione, di informazione del consumatore e di cura generale degli interessi relativi alla denominazione IGP, vigilando in particolare sul corretto suo uso ed esercitando la tutela contro gli abusi. Inoltre favorisce e promuove iniziative per accrescere il consumo del radicchio di Verona IGP in Italia e all’estero. Il Consorzio infine supporta ed assiste i consorziati per perfezionare il risultato produttivo ed incrementare la commercializzazione. Attualmente sono 20 le aziende certificate, la maggior parte delle quali afferiscono al Consorzio e gli ettari certificati stanno crescendo in modo significativo. Da disciplinare, la resa IGP ammessa per ettaro è di 13 tonnellate, quindi la stima della produzione certificata potenziale è di 1.600 tonnellate. Il Radicchio di Verona ha una forma ad ovale allungato, di un

colore rosso scuro intenso, con ampie nervature bianche molto sviluppate che lo distinguono da tutti gli altri radicchi. Può essere di tipo precoce o tipo tardivo a seconda del periodo di semina e/o trapianto. Il sapore leggermente amarognolo ma croccante lo rende uno dei radicchi più apprezzati dal mercato.

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Attualità

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Bologna ci crede Il FICo si farà Quaranta dei 50 milioni di euro necessari sono già stati reperiti, la start up del progetto può partire. E’ dunque finito il tempo delle chiacchiere, dei rendering e delle belle parole che lasciano il tempo che trovano. F.I.Co, acronimo di Fabbrica Italiana Contadina, la Disneyworld del cibo, come è stata più poeticamente definita, si farà davvero. Nei primi giorni di dicembre a Bologna è stato presentato ibfatti nel dettaglio il progetto che porterà alla realizzazione del più grande parco tematico del cibo al mondo negli 80 mila metri quadrati del CAAB, il Centro Agro-Alimentare alle porte del capoluogo emiliano. L’obiettivo, come ha spiegato il presidente del CAAB Andrea Segrè, è quello di inaugurare la cittadella del cibo durante l’Expò di Milano, quindi nella primavera del 2015. Coop Adriatica e mondo cooperativo, Unindustria, Cna, Banca Imi, Ascom, Camera di Commercio, Fondazione Carisbo e Oscar Farinetti per Eataly, hanno firmato l’impegno per l'investimento. Nella cordata di Emil Banca-Confcooperative c'è anche Romagnoli spa, uno dei principali gruppi italiani nella produzione e commercializzazione di patate che ha contribuito con 250 mila euro. Tutti i contributi, insieme agli immobili del CAAB, finiranno in un fondo immobiliare della durata di 40 anni e valore fino a 400 milioni, che si farà carico anche delle spese per l’intervento. I contratti per la fornitura di servizi e per quelli di affitto di ramo d’azienda, invece, faranno tutti capo a Eataly. La gestione ordinaria sarà dunque nelle mani di Farinetti, al quale i compagni di viaggio chiedono di mettere qualche soldo in più nell’avventura. 36

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Investimenti per 50 milioni di euro e una scadenza: la primavera del 2015

Andrea Segré, presidente CAAB

Il 13 dicembre si è chiusa la procedura per l’individuazione della società di gestione del risparmio, la Prelios. Il 19 dicembre il consiglio di amministrazione di CAAB ha preso atto della raccolta fondi e convocato l’assemblea straordinaria dei soci. Per il 20 dicembre era prevista l’assegnazione degli spazi agli esercenti (ristoratori e aziende) dentro FICo. Ad aprile 2014 l'apertura del cantiere che dovrebbero chiudere un anno dopo, appunto in tempo per l'Expò milanese. Il rispetto dei tempi è un elemento fondamentale: "Se arrivassimo lunghi, se non riuscissimo ad agganciare FICo all’Expò di Milano – ha puntualizzato Segrè – si perderebbe molto". E quasi a suggellare l’idea della Fabbrica Italiana contadina è arrivata proprio in questi giorni l’incoronazione della cucina emiliano-romagnola e italiana da parte del prestigioso mensile Forbes. Nel numero di diucembre 2013 il periodico dedica infatti un ampio reportage all’Emilia Romagna, proclamandola come la regione “dove si mangia meglio nel mondo”. (s.m.)

Editoria: il Sole ha ceduto le riviste Il Sole 24 ORE ha siglato un protocollo d'intesa con l'editore Tecniche Nuove di Milano per la cessione del ramo di azienda Business Media che comprende periodici e siti web che coinvolgono l'informazione specializzata del settore ortofrutta e di settori collegati come la distribuzione. Il fatturato di Business Media si era ridotto sensibilmente negli ultimi anni e l'andamento del 2013 era stato particolarmente negativo. La cessione di Business Media – a fronte di un corrispettivo simbolico, in ragione delle perdite prodotte dal ramo d'azienda negli ultimi esercizi - "è conforme alla decisione del Gruppo 24 ORE di concentrare i propri investimenti sul giornale quotidiano e altre attività del suo business tradizionale", si legge in una nota ufficiale. Il settimanale AgriSole resta agganciato al Gruppo 24 ORE, non così per molte altre testate d'informazione comprese tutte le pubblicazioni che il 24 Ore aveva acquistato da Edagricole di Bologna e non solo. Rientrano infatti in Business Media periodici di riferimento nel loro segmento come Bargiornale nell'HoReCa, Mark up nel Retail, GDO week nella distribuzione. Oltre naturalmente a Fresh Point Magazine (specifico per l'ortofrutta) e una testata storica e riferimento tecnico come La Rivista di Frutticoltura. La cessione dovrebbe essere formalizzata entro il 31 gennaio. La storia di Business Media è piuttosto recente. Nel luglio del 2006 il Sole 24 ORE acquista dal fondo Wise Sgr il gruppo Editoriale Gpp, marchio che raccoglie D i c e m b r e

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Attualità intorno a se 4 storiche società del panorama editoriale b2b italiano: Agepe, Quasar, JCE e Faenza Editrice; nello stesso anno viene acquistata l'area Motta Architettura, appartenente al Gruppo Editoriale Motta, dando vita al più importante operatore nazionale nel settore dell'editoria professionale per le aziende. Con questa operazione, infatti, si rafforza il ruolo de Il Sole-24 Ore in qualità di editore di riferimento per tutto il pubblico professionale nel mondo delle imprese e delle libere professioni con una "offerta di contenuti altamente specializzati e una copertura di tutti i maggiori target del mondo business". In seguito a queste operazioni, nel luglio del 2007 nasce Il Sole 24 ORE Business Media, il nuovo polo dedicato alla “business information” leader assoluto in Italia e brand intorno al quale sono confluite tutte le società acquisite. Nel frattempo anche Edagricole di Bologna, che era stata acquistata a parte, viene fatta confluire in Business Media. Nascono 5 divisioni di business a copertura di 12 differenti mercati: Agricoltura, HoReCa, Distribuzione, Marketing-Retail, IT professionale, IT Trade, Comunicazione, Tecnologie, Architettura, Edilizia & Costruzioni, Casa & Ufficio e Medicina, con un'offerta articolata ed integrata di pubblicazioni periodiche, prevalentemente nel contesto professionale (oltre 100 pubblicazioni tra riviste, guide e annuari), di portali web e siti internet (oltre 20), prodotti on-line, newsletter professionali, osservatori e ricerche di mercato, corsi di formazione, convegni ed altro ancora. Ora tutta questa architettura editoriale viene smantellata a causa della crisi che sta sconvolgendo come uno tsunami l'editoria italiana. Come Teniche Nuove SpA, editore noto per le sue strategie low-cost, gestirà tutto questo patrimonio (tra cui 11 periodici del settore agricolo) è impossibile prevedere. 38

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Porti: insieme Genova Marsiglia e Barcellona Riparte l’alleanza Intermed Gateways. E anche le grandi compagnie di navigazione lanciano intese: con P3 Network servizi comuni tra CMA CGM, Maersk e MSC Riparte l'alleanza tra i porti di Genova, Marsiglia e Barcellona. Intermed Gateways, l'associazione che riunisce i tre porti, è tornata a riunire il suo consiglio direttivo, cui hanno preso parte i presidenti dei tre scali, Luigi Merlo (Genova), Sixte Cambra (Barcellona) e Jean Claude Terrier (Marsiglia). L'Autorità Portuale di Genova ha fatto sapere che l'associazione, nata nel 1997, non era mai decollata veramente per le difficoltà di assetto istituzionale del porto di Marsiglia, oggi superate grazie alla nuova legge portuale francese che ha dato forte autonomia alla scalo. L'associazione ha ora un nuovo statuto. Genova, Marsiglia e Barcellona puntano ad affrontare insieme i mutamenti dei traffici e a costruire una alternativa ai porti del nord Europa. Per Luigi Merlo si tratta di un "passaggio epocale". "Sono felice per l'avvio concreto di questa collaborazione su cui stavamo lavorando da oltre un anno - ha detto -. Nonostante il quadro normativo dei tre Paesi sia diverso, abbiamo anticipato una strada inevitabile che si orienta su due direttrici chiave: riequilibrare lo sviluppo portuale in Europa tra nord e sud, e consolidare una strategia all'interno del Mediterraneo con particolare riferimento allo sviluppo delle economie africane e mediorientali". "Sono sicuro - ha aggiunto - che questa iniziativa contribuirà anche a migliorare la discussione sulla nuova normativa portuale italiana". Intanto Genova è coinvolta, con altri 4 porti italiani nella nuova rete di servizi di linea dell'alleanza P3 Network, costituita quest'anno dalle prime

tre compagnie di navigazione del settore: CMA CGM, Maersk Line e Mediterranean Shipping company (MSC). La rete conta su una flotta di 255 portacontainer per una capacità di stiva pari a 2,6 milioni di teu, sarà suddivisa in cinque principali rotte di traffico. Ci saranno i collegamenti AsiaNord Europa, che saranno realizzati con otto rotazioni; la rotta Asia-Mediterraneo/Mar Nero, che sarà coperta con cinque rotazioni; i collegamenti Asia-USA (West Coast) e Asia-USA (East Coast), realizzati rispettivamente con cinque e quattro rotazioni; le linee transatlantiche, che presenteranno cinque rotazioni. Sono cinque i porti italiani inclusi nella rete di servizi del network P3, che CMA CGM, Maersk e MSC intendono avviare nel secondo trimestre del 2014. Il porto di Gioia Tauro verrà scalato nell'ambito dei collegamenti Asia-Nord Europa (servizio Silk), Asia-Mediterraneo/Mar Nero (servizi Dragon e Jade) e nei collegamenti transatlantici (servizi Medusa e MedGulf). I porti di Genova e La Spezia saranno toccati dal servizio Dragon sulla rotta Asia-Mediterraneo, dal servizio Medusa sulla rotta MediterraneoUSA costa orientale e dal servizio MedGulf sulla rotta MediterraneoGolfo USA, mentre il solo scalo spezzino sarà incluso anche nel servizio Jade che percorrerà la rotta Asia-Mediterraneo/Mar Nero. Il porto di Trieste sarà scalato dal servizio Phoenix sulla rotta Asia-Mediterraneo. Il porto di Napoli farà parte del servizio Medusa che collegherà il Mediterraneo con la East Coast USA. D i c e m b r e

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REPARTO ORTOFRUTTA. Coop Italia sotto la lente

Il colosso tiene la qualità Corriere Ortofrutticolo ha visitato nella settimana 52, proprio quella di Natale, il reparto ortofrutta dell'Ipercoop di Genova Bolzaneto, dentro il Centro Commerciale L'Aquilone. Un reparto grande, di non immediata localizzazione all'interno dell'Iper ma che offre una buona varietà e un servizio più che sufficiente con prezzi nella media del periodo. Valutazione complessiva: 7 su 10 a cui aggiungiamo un mezzo punto per la scelta coraggiosa di puntare anche sul prodotto biologico, dunque 7,5 su 10. Vediamo subito referenze e prezzi, concentrandoci sulla frutta. Vasta l'offerta di mele per varietà e confezione. Gala sciolte provenienza Italia a marchio Coop categoria 1 calibro 73-78 in vendita a 1,69 euro al chilo. Gala Val Venosta Crocville in confezione da 6 pezzi categoria 1 calibro 70-75 sul bancone a 1,77 euro al chilo. Gala in sacchetto - le più convenienti - da circa 3 kg calibro 65-70 categoria 1 a 0,903 euro al chilo. Granny Smith Val Venosta categoD i c e m b r e

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Le dimensioni del più grande gruppo italiano della distribuzione non gli impediscono di curare su buoni livelli il reparto ortofrutta anche nel segmento Iper ria 1 calibro 80-85 sciolte a euro 1,29 al chilo. Fuji categoria 1 calibro 80-85 a marchio Coop, sciolte, a 1,89 euro al chilo. Golden 80-85 categoria 1 in confezione da 4 a 2,21 euro al chilo. Golden Melinda in offerta (sconto 30%) in cartone da 3 kg calibro 75-80 categoria 1 a euro 1,12 al chilo (la confezione 3,35 euro anziché 4,79). Golden a marchio Coop sciolte calibro 80-85 categoria euro 1,99 al chilo. Golden più convenienti:

65-70 categoria 1 in sacchetto da 3 kg a euro 0,80 al chilo. Mele Annurca 65-70 in confezione da 4 pezzi per 500 grammi euro 1,39 pari a 2,78 al chilo. Mele Red Delicious 80-85 sciolte, a marchio Coop, categoria 1 a euro 1,79 al chilo. Renette 'fiorfiore Coop' 8085 categoria 1 a euro 1,79 al chilo. Pink Lady 75-80 categoria 1 in confezione da 6 pezzi a euro 2,69 al chilo. Quotazioni più alte, dunque, per Annurca e Pink Lady.

Sopra, immagine interna del raparto ortofrutta Ipercoop Bolzaneto www.corriereortofrutticolo.it

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CHI È COOP ITALIA Il primo distributore nazionale ha raggiunto nel 2012 la quota di mercato del 18,5% (+0,1% rispetto al 2011), registrando un fatturato di oltre 13 miliardi di euro con 1.470 strutture di vendita e superando i 55.800 addetti. Cresce anche la base sociale che sfiora gli 8 milioni di soci con un trend in aumento del 2,4% rispetto al 2011. Circa 3 miliardi di fatturato si devono al successo crescente dei prodotti a marchio Coop, linea che ha raggiunto una quota vicina al 27% (con un incremento delle vendite del 12,6 %). Buoni risultati anche fuori dal core-business tradizionale in virtù dell’allargamento dell’offerta in quei settori di mercato parzialmente liberalizzati: 111 Coop Salute, con la vendita dei farmaci da banco a prezzi concorrenziali, mentre Coop Voce, la telefonia mobile a marchio Coop, ha tagliato il traguardo di un milione di attivazioni. Nuovo è il modello di governance, che supera quello precedente che prevedeva un consiglio di gestione e un consiglio di sorveglianza espressione della proprietà. Il nuovo modello prevede invece per Coop Italia un solo consiglio di amministrazione alla cui guida è stato eletto all’unanimità Marco Pedroni (ex presidente di Coop Consumatori Nordest), vicepresidente Marcello Balestrero (presidente del Consorzio Nordovest) e direttore generale alla gestione Maura Latini, in precedenza vicepresidente di Coop Italia.

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Vicino al bancone delle mele l'esposizione dell'ortofrutta bio a marchio Vivi Verde, un punto d'orgoglio (e di forza) del gruppo Coop. Mele Red Delicious bio in confezione da 4 pezzi per 800 grammi a euro 2,19. Renette bio in confezione da 4 pezzi per 650 grammi a euro 1,79. Golden bio in confezione da 800 grammi a euro 2,19. Mele Gala bio in confezione da 800 grammi a 2,29 euro. Mandarini bio a 2,49 euro al chilo. Pere Williams bio in confezione da 600 grammi a euro 1,98. Banane 'Solidal Coop' a 2,59 euro al chilo. Pomodoro a grappolo bio in confenzione da 750 grammi a euro 2,89. Patate gialle bio a 2,19 euro al chilo. Carote bio a 1,89 euro la confezione da 750 grammi. Limoni bio a euro 1,39 per confezione da 500 grammi. Kiwi bio in

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chilo. Banane Fratelli Orsero, Costarica-Colombia, confezionate a euro 2,56 al chilo. Kiwi Coop in offerta a euro 1,39 al chilo. Uva Italia categoria 1 a euro 2,89 al chilo. Uva Red Globe a 2,39 euro al chilo. Ananas Gold a marchio Fratelli Orsero in offerta a euro 1,19 al chilo. Infine, le pere. Decana calibro 80-85 categoria 1 al chilo euro 2,99. Kaiser a marchio Coop 7075 categoria 1 a 2,19 euro al chilo. Abate a marchio Coop categoria 1 calibro 70-75 in offerta a euro 1,59 al chilo invece che a 2,49. Buono l'assortimento di verdura fresca, sciolta e confezionata, e di quarta gamma. Vasta offerta di frutta secca. Coop, anche in segmento non facile per l'ortofrutta come l'Iper, si mantiene competitiva. (a.f.) D i c e m b r e

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L’INTERVISTA LA PAROLA A VANES CANTIERI Con Vanes Cantieri, responsabile ortofrutta di Coop Italia, facciamo il punto sul settore. Partiamo dall’andamento congiunturale alle fine dell'estate del 2103. “L'estate è stata pesantemente influenzata dagli andamenti climatici primaverili che hanno negativamente inciso sul normale sviluppo dei prodotti stagionali. Eclatante il caso dei meloni che per buona parte del mese di giugno sono mancati sui banchi di vendita nelle quantità richieste, per finire con i cocomeri non risparmiati da una stagione inclemente che ha fatto lievitare i prezzi e calare sensibilmente i volumi venduti. Il dato alla fine di agosto evidenzia una perdita a volumi del 10% tra i due prodotti. In generale, come è noto, gli italiani consumano meno ortofrutta ( -3% sui volumi a giugno) e noi siamo in trend. A tutto agosto registriamo un calo dei volumi pari al 1,62% a totale rete. Molto meglio i super , - 0,8% rispetto agli Iper (-4 %) anche se il dato degli Iper è fortemente condizionato dalla nostra rete meridionale dove gli effetti della crisi sono stati più evidenti”. Da settembre qualcosa è cambiato? “L'inflazione è ancora importante nel settore anche se, come previsto, da agosto stiamo assistendo ad una inversione di tendenza rispetto ai primi sette mesi dell'anno. Le categorie stagionali registrano un trend negativo nei volumi relativamente contenuto: la frutta con nocciolo con un meno 2% nei super e un meno 4 % negli Iper, segno negativo per meloni e cocomeri, per i legumi freschi e un calo leggero per pomodori. La tendenza è tuttavia al recupero dei volumi corroborata anche da attività promozionali significative sui prodotti stagionali e attività che coinvolgono intere categorie di prodotti. In alcune aree del Paese dove più visibile è il calo nei volumi stiamo sperimentando linee di prodotto con qualche difetto nella forma, più in linea coi mercati locali ma con significative differenze di posizionamento” Gli italiani consumano anche meno IV gamma, un comparto che era sempre stato in crescita… “La IV gamma è in recupero. A totale rete le vendite a volume registrano un -0,8% , più marcato il gap nei super, con -1,1% ma ancora forti le differenze di performance tra nord e sud dove il prezzo al kg delle insalate di prima gamma è mediamente un quarto del prezzo della IV gamma” Coop ha lanciato anche alcuni progetti speciali, legati alla sua mission sociale e solidaristica. Come vanno? “Datteri di Gerico, fagiolini del Burkina Faso e pere Abate dell’Emilia sono progetti di natura sociale nati magari in passato ma riproposti durante il 2013 con indubbi risultati (e in procinto almeno 2 di essere rieditati nel corso del 2014)” Vediamoli.. “I datteri di Gerico arrivano in esclusiva sugli scaffali di Coop con il marchio “Terra equa”: con l’acquisto di una confezione si partecipa alla realizzazione di una sala della prima clinica di chirurgia pediatrica a Betlemme. Niente di simile esiste oggi in Palestina. Il periodo di commercializzazione che si era ipotizzato almeno fino a Pasqua si è interrotto anticipatamente per i risultati di vendita ben al di sopra delle aspettative: in

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vaschetta da 600 grammi a euro 2,59. Uva bianca bio seconda categoria 3,69 euro per vaschetta da 750 grammi. Clementine bio a 2,69 euro al chilo. Arance Navel bio a 2,19 euro al chilo. Melanzane bio a 2,98 euro al chilo. Broccoli bio a 1,99 euro la confenzione da 500 grammi. Infine l'insalata bio a 1,49 euro la confezione da 250 grammi. Torniamo al prodotto convenzionale con le arance Navel in rete a marchio Coop calibro 7 categoria 1 a euro 2,67 a confezione pari a 0,89 euro al chilo. Clementine Coop in offerta 'Conviene' calibro 2 categoria 1 a 0,99 euro al chilo. Mandarini Italia calibro 2 categoria 1 a euro 2,39 al chilo. Banane a marchio Coop, Centro America, sciolte a euro 1,69 al

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COOP ITALIA - IL PUNTO. Marco Pedroni: “Terremo sui numeri ma il nostro obiettivo è la qualità” Su cosa sta lavorando la “nuova” COOP dove è presidente da fine giugno 2013 Marco Pedroni (ex presidente di Coop Nordest), che ha preso il posto di Vincenzo Tassinari? Si parte dal concetto base che Coop Italia è la casa comune delle cooperative, non è una holding, non è un centro direttivo, ma è uno strumento di servizio. “Si sta riconfigurando un modello di governance che permette di avere su certi temi più unità a livello centrale, ma contemporaneamente di potenziare gli strumenti a disposizione delle cooperative per competere meglio nei singoli mercati”. In concreto? “Abbiamo avviato un processo, che durerà fino a primavera, per ridefinire l’intera filiera commerciale che da Coop Italia arriva fino ai magazzini dei singoli punti vendita, quindi coinvolge la struttura centrale, i centri distrettuali e le singole cooperative. Dentro questa rivisitazione del processo di sellin ci sono alcuni elementi importanti che vanno definiti centralmente e sono quelli legati alla distintività della nostra insegna, ai nostri valori, alle attività di natura commerciale che è importante continuare a fare insieme ancora meglio di prima, ma ci sono anche una serie di attività (come la gestione dei freschissimi e delle tipicità, la competizione di prezzo in promozione e a scaffale) che le cooperative devono poter gestire con maggiore autonomia e flessibilità per riuscire a competere in modo più efficace sul territorio”. Che ne farete degli iper, comparto in sofferenza? “Ci stiamo impegnando per il rinnovamento di alcuni format di vendita a partire dall’iper che sicuramente per una serie di fattori sta vivendo una stagione difficile. La nostra linea però non è l’uscita

da questo format, ma il cambiamento lavorando su tre priorità: la ridefinizione dell’assortimento e la specializzazione maggiore nella parte non food, l’aggressività commerciale nella parte grocery e l’introduzione nuovi servizi, come la ristorazione. I primi test su quattro iper a inizio 2014.” Una categoria che ha dato soddisfazioni è il prodotto a marchio… “E continueremo a spingere. Siamo arrivati a una quota del 27% ma vogliamo superare il 30%. Tuttavia il nostro obiettivo non è solo numerico, ma soprattutto qualitativo. Vogliamo fare una politica seria di manutenzione della gamma di prodotti che abbiamo, perché ci interessa tenere sul mercato referenze forti, di grande qualità e convenienza” Avete anche investito sull’e-commerce… “In effetti è una grande novità, su cui abbiamo investito una decina di milioni di euro e in un anno vogliamo raddoppiare le referenze in vendita. Un assortimento di circa 7000 prodotti non food (non presenti nei punti vendita Coop) con una forte prevalenza di oggetti per la cucina, la tavola, l’arredo, il tempo libero, lo sport ed il gioco, oltre ai prodotti tecnologici. Ci siamo potuti permettere un investimento limitato, nonostante il progetto sia ambizioso, proprio perché possiamo appoggiarci, per la logistica, al nostro magazzino di Prato. Abbiamo inoltre il vantaggio di avere alle spalle una rete fisica importante: il cliente che acquista un prodotto online, può chiedere la consegna a casa o in negozio e Prato diventa la base logistica sia per il vettore che porta il pacco a domicilio sia per quello che rifornisce lo store”.

COOP ITALIA - L’INTERVISTA totale sono stati venduti 36.000 chili di datteri generando a consuntivo 25.000 euro pari a circa 33.000 dollari già versati a sostegno della causa. Per la prossima campagna vista l’alta qualità riscontrata e l’ottimo ritorno da parte dei consumatori si è deciso di aumentare il volume in importazione” I fagiolini africani? “Sono un progetto “storico” di Coop. Nato sin dal 1996 per l’impegno delle 2 coop toscane in Burkina Faso (Unicoop Tirreno e Firenze) poi riproposto sotto il brand “Terra equa” a carattere nazionale. Nel 2012 si sono importate 85 tons di fagiolini e 92 nel 2013: il progetto è piccola cosa rispetto all’importazione del fagiolino nel periodo dicembre-marzo in Italia (Coop nel 2012 ne ha acquistati per 614 tons) ma è fondamentale per l’economia locale. Questo piccolo progetto dà la42

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voro a circa 700 famiglie che aderiscono alla cooperativa Scoobam di Kongussi e garantire loro un reddito dignitoso per gli standard locali” E le pere Abate? “E’ un progetto nato nell’ambito della ricostruzione post terremoto insieme ai produttori di pere Abate emiliane locali devolvendo 0.30 euro (0.15 dai fornitori, 0.15 da Coop) per ogni chilo venduto. Anche qui si sono superate le aspettative, l’ipotesi di partenza era vendere circa 200.000 chili a fronte di un consuntivo che si è attestato sui 558.000 chili e un contributo che ha superato i 167.000 euro già devoluti all’Associazione Distrettuale delle Cooperative di Consumatori che si è impegnata a contribuire alla loro destinazione per luoghi di incontro e strutture di servizio delle zone colpite dal terremoto (scuole, asili, case per anziani…)” D i c e m b r e

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Si è chiuso un anno in cui la distribuzione italiana ha registrato per la prima volta un risultato negativo (iper e super - 1,4 %) e la spesa alimentare delle famiglie è data in ulteriore flessione (1,8 %). Nonostante ciò Conad cresce. ll giro d’affari ha raggiunto gli 11,5 miliardi di euro, 589 milioni più del 2012 (+5,4 per cento) e la quota di mercato si è attestata all’11,3 per cento. Si è rafforzata anche la leadership nel canale supermercati, cresciuta al 18,2 per cento (+0,6 punti percentuali nel corso dell’anno), e in quello negozi di prossimità, passata al 14,4 per cento, con un incremento di 0,3 punti percentuali rispetto al 2012. L’occupazione in Conad si mantiene sui livelli del 2012 – oltre 46 mila addetti –, a sottolineare come, in attesa di agganciare la tanto auspicata ripresa, il miglior investimento da fare sia proprio sulle persone. Al risultato positivo del 2013 ha contribuito la marca commerciale, cresciuta di 1,26 punti percentuali e con una quota sul largo consumo confezionato del 26,3 per cento contro il 19,2 per cento del mercato Italia. Le vendite di prodotti Conad in assoluto sono cresciute del 13 per cento nel corso dell’anno, con un fatturato che è salito a 2,4 miliardi di euro rispetto ai 2,1 miliardi del 2012. La marca commerciale Conad offre la qualità del leader a un prezzo più conveniente del 25-30 per cento ed è una leva fondamentale per lo sviluppo della rete e il rafforzamento della fedeltà all’insegna; importanza confermata anD i c e m b r e

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Il giro d’affari del gruppo bolognese ha raggiunto gli 11,5 miliardi di euro con una crescita del 5,4 sul 2012. Strategica la marca commerciale

Perde quote la distribuzione straniera Nonostante l'effetto crisi, le catene distributive non si lasciano scoraggiare e puntano a crescere, almeno quelle italiane. Mettendo a confronto la quota di mercato nel 2008 e nel 2013 dei gruppi distributivi presenti lungo lo Stivale un dato appare chiaro. I big della gdo “tricolore” vincono sui concorrenti esteri. Il primo retailer nazionale, Coop Italia, dal gennaio 2008 al giugno di quest’anno è passato da una quota del 17,9 al 19%. La progressione è stata ancora migliore per Conad, che nello stesso periodo, è schizzata dall’8,8 al 12,3% scalando diverse posizioni in classifica e posizionandosi saldamente al secondo posto. Trend positivo anche per Esselunga, terza con l’11%, 2,3 punti percentuali in più rispetto a sei anni fa. Risultato: i primi tre gruppi italiani coprono il 42,3% del mercato. Nel 2008 erano al 35,4%. Per le catene estere invece la musica cambia. Sono state le prime a pagare dazio sui mutati scenari economici. Se vent’anni fa avevano “colonizzato” il Belpaese con investimenti e nuove aperture, negli ultimi cinque anni hanno perso importanti quote di mercato. I primi due gruppi, Auchan e Carrefour, sono passati dal 20 al 17%. (e.z.)

che dal fatto di essere all’apice della piramide strategica del piano di sviluppo Conad per il triennio 2014- 2016. Il buon andamento delle vendite della marca commerciale Conad è collegato anche all’iniziativa Bassi&Fissi, un nuovo concetto di Convenienza legato ad un “paniere” di più di cento prodotti tra i più importanti e indispensabili nella spesa quotidiana che ha consentito alle famiglie di fare una spesa completa, a prezzi bassi e fissi per gran parte dell’anno. Nonostante le difficoltà del mercato e con una rete di vendita concentrata nelle regioni del Centro Sud Italia – dove si registra una più marcata flessione dei consumi – Conad ottiene buoni risultati grazie alla capacità di soddisfare efficacemente i bisogni della propria clientela e ad una rete di soci e negozi capillare. Cresciuta nella superficie di vendita, 1.753.967 metri quadrati (+31.635 metri quadrati rispetto al 2012), pur con 30 punti di vendita in meno (3.037 a fronte dei 3.067 attivi nel 2012), la rete si conferma capace di generare valore per il socio imprenditore e di rafforzare la relazione con il cliente in un mercato sempre più competitivo. Un mercato caratterizzato dal continuo aumento della pressione promozionale (26,7 %, in crescita di un punto percentuale rispetto al 2012, con punte negli Ipermercati fino al 34,3 per cento), dal trend negativo dei volumi (- 1,8 %), dal crollo delle vendite di prodotti extralimentari (- 8,2 %), dalla crisi dei consumi più acwww.corriereortofrutticolo.it

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Le ambizioni di Conad: punta al primato. Coop Italia è avvisata

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LIDL. IL discounter tedesco investe 500 milioni per il rilancio in Italia. Saranno ristrutturati i 560 punti vendita e dotati di nuovi servizi Lidl mette sul piatto 500 milioni di euro da investire sulla crescita e sull'ammodernamento della rete commerciale in Italia. Sono 100 milioni l'anno per un quinquennio: la catena tedesca aprirà 120 nuovi store (da 800 a 1.200 metri quadrati), 24 l'anno, uno ogni 15 giorni. Il primo appuntamento è stato per il 19 dicembre. In quella data infatti è avvenuto il taglio del nastro, contemporaneamente, nei negozi di Roma (è il 15°), Lametia Terme, Bresso e in provincia di Padova. Parte degli investimenti è destinata a completare il processo di ristrutturazione dei 560 punti vendita e a dotarli di nuovi servizi, per esempio il forno e la panetteria, oggi disponibili in 150 store. "La nostra crescita – spiega Luca Burgazzoli, di Lidl Italia – continuerà al ritmo del passato grazie anche al successo fin qui ottenuto. Contribuisce anche la strategia d'italianizzazione dell'offerta che ci consente di proporre il 70% dei prodotti made in Italy su 1.500, con Dop e Igp. Le marche più note sono il 15% dell'offerta". Lidl sostiene di avere prezzi mediamente più bassi (anche sulle Dop) rispetto alla media dei supermercati. "E noi ci confrontiamo con i supermercati – sottolinea Burgazzoli – non con i discount". La catena tedesca è in Italia (guidata dal presidente centuata nel Sud Italia, dallo spostamento verso prodotti e marche più in fasce prezzo medio-basse, dalla riduzione dell’acquisto di prodotti per la cura della persona e della casa e dalla diminuzione dell’importo dello scontrino medio. Sta inoltre affermandosi un welfare di stampo generazionale familiare, per cui cresce il numero di famiglie mature e di ultra-sessantacinquenni che acquistano prodotti per bambini, dando così un aiuto concreto ai figli. In alcune categorie di prodotti è sempre più alta l’incidenza degli acquisti da parte degli ultra-sessantacinquenni: il 14,7 per cento nei pannolini, il 26,1 per cento nelle salviette umidificate, il 23,8 per cento nei prodotti per la cura della pelle e il 29,7 per cento nei biscotti per l’infanzia. Le vendite di tutti questi prodotti sono cresciute in media di 2,5 punti percentuali rispetto al 2012. 44

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Daniel Marasch) da 21 anni, conta su 9.400 addetti e su una decina di piattaforme logistiche regionali. L'azienda è estremamente riservata sui dati di business: dall'ultimo bilancio depositato, quello del 2011, risulta che i ricavi di Lidl Italia (negozi) hanno raggiunto 2,57 miliardi con un utile operativo di 42,5 milioni e netto di circa 21 milioni. I debiti verso banche sono di 250 milioni. Poi c'è Lidl Servizi immobiliare che, nel 2012, ha registrato ricavi per 23 milioni. Il competitor (ma con un modello organizzativo federale e un target diverso) più diretto di Lidl è Eurospin che con mille negozi ha realizzato 2,8 miliardi di ricavi nel 2012 (2,5 l'anno prima) e un utile operativo di 127 milioni.

Presente in tutta Italia e in 108 province su 110, la rete Conad è adatta a soddisfare ogni esigenza di spesa, con punti di vendita che spaziano dalle ampie superfici dell’Ipermercato alla dimensione dei negozi di prossimità, ideali per una spesa veloce, sotto casa: 40 iper E.Leclerc Conad, 187 Conad Superstore, 940 Conad, 890 Conad City, 735 Margherita Conad, 184 discount Todis, 61 punti di vendita con altre insegne. Punti di vendita che hanno una forte caratterizzazione sull’italianità dei prodotti, frutto della sinergia con i principali attori del sistema economico nazionale e con tanti piccoli e medi produttori, a sostegno anche delle economie locali. La produttività è tra le più alte del mercato – 6.200 euro al metro quadro – pur con una dimensione media del punto di vendita più piccola rispetto ad altre catene della grande distribuzione (580 mq). Gli store Sapori&Din-

torni – con l’ultima apertura a Sassari – rappresentano un’eccellenza nel mercato della distribuzione in Italia con una produttività di 21 mila euro al metro quadro. “Abbiamo ottenuto un risultato positivo, riconducibile all’impegno dei nostri soci imprenditori e alla capacità delle cooperative di fare sistema. E’ prematuro, però, pensare di esserci lasciati il peggio alle spalle: sino a quando il Pil non sarà cresciuto oltre l’1 per cento non potremo dire di essere fuori dalla crisi”, fa notare il direttore generale di Conad Francesco Pugliese (nella foto). “Occorrerà rivedere con urgenza l’articolo 62, puntando soprattutto sulla puntualità dei pagamenti perché oggi nella grande distribuzione e nella distribuzione organizzata appena un’azienda su sei rispetta i termini di pagamento. Affrontiamo il prossimo triennio con un articolato piano strategico che ci D i c e m b r e

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Da Crai a Sisa 200 punti vendita Cresce il peso dell’acquirente nel Nordest e in Emilia. L’amministratore delegato di Cedi Sisa Centro Nord, Valter Martini: “Cresciamo nelle aree di competenza” Una rete di oltre 200 punti di vendita delle Cooperative Gruppo Al.Fa. e Gruppo Spac, a presidio di un vasto territorio compreso tra Trentino, Veneto, Friuli e Emilia, passeranno da Crai alle insegne SISA nei format Sisa, Issimo e Negozio Italia. Spac e Al.Fa. di Adria Nord manterranno la loro indipendenza gestionale, utilizzando la piattaforma del Ce.Di. Sisa Centro Nord su tutte le categorie merceologiche: secco, frescofreschissimo, ortofrutta e surgelato. Si tratta di un’operazione importante dal punto di vista strategico: consentirà, infatti, un ulteriore sviluppo e una maggiore concentrazione di Sisa in una vasta zona del Nordest del Paese, confermando, una volta di più e meglio, la leadership del Gruppo Bolognese nel format, ormai vincente, della prossimità. I nuovi supermercati aderenti al sistema Sisa andranno dai 400 ai 1200 mq. circa, situati prevalentemente in punti strategici dei territori di competenza, garantendo, tra l’altro, un maggior impatto promo-

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porterà ad essere leader assoluti del mercato della distribuzione” (Coop Italia è avvisata, ndr). Buoni risultati anche dall’export, cresciuto del 20 per cento rispetto al 2012, con un fatturato che supererà i 50 milioni di euro alla vendita. L’attività si concentra sui prodotti a marchio Creazioni d’Italia (per il solo mercato estero), Sapori&Dintorni Conad e i prodotti a marchio Conad. Chiusa Coopernic – la cooperativa costituita nel 2006 a Bruxelles per favorire lo scambio di know how, la riduzione dei costi logistici, l’ampliamento dell’offerta commerciale e l’incremento delle opportunità di sviluppo tra i partner Conad, E.Leclerc, Coop Suisse, Rewe e Colruyt – a causa di divergenze con E.Leclerc in merito all’organizzazione futura dell’alleanza e al suo orientamento strategico. A gennaio 2014 sarà operativa Core, sempre con sede a Bruxelles, i cui partner rimangono gli stessi ad esclusione di E.Leclerc. Il contesto economico non fornisce particolari segnali di fiducia per il 2014. Il piano strategico degli investimenti per il triennio 2012-2014 annunciato nel 2011 – 770 milioni di euro finalizzati a 260 nuove aperture e 5.800 assunzioni – prosegue, anche se ridimensionato a causa dell’applicazione dell’articolo 62 che ha distolto dalle casse di Conad oltre 450 milioni di euro.

La sigla dell’accordo

zionale. Attraverso l’applicazione di nuove politiche di vendita, l’utilizzo del know-how del personale altamente specializzato e l’applicazione di performanti strategie di marketing proprie del Ce.Di Sisa Centro Nord. "Sono molto soddisfatto di questo accordo che consente alla nostra società di riaffermare il ruolo strategico di distributore nelle proprie aree di competenza - dichiara Valter Martini, ad del Cedi Sisa Centro Nord -. Gli oltre 200 punti vendita che hanno deciso di cambiare insegna affidandosi alle nostre capacità imprenditoriali hanno individuato in Sisa l'insegna più adatta alle loro necessità di business".

ESSELUNGA. Buono-spesa da 30 euro per 23 mila famiglie. È l’operazione promozionale di Caprotti per conquistare Mantova Una lettera amichevole a 23mila famiglie mantovane con allegati riproduzioni virtuali di come sarà il supermercato, le foto del fatiscente palasport che oggi occupa quella superficie, i punti per cui la nuova struttura s’ha da fare, una piccata risposta a chi non vuole la concorrenza (Coop Consumatori Nordest e Confcommercio) e un bel buono-spesa da 30 euro. Una cifra che per 23mila fa 690mila euro totali di investimento, da utilizzare nel punto vendita di Desenzano, a 70 chilometri da Mantova. Esselunga ha

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scelto questa strategia per passare al contrattacco, spazzare via le voci di chi sosteneva che il patron Bernardo Caprotti non fosse più interessato all’operazione e rispondere alle molte critiche di chi il supermercato a poche centinaia di metri da Palazzo Te non lo vuole. Perché Mantova ha una media di 546 metri quadrati di insediamenti commerciali per mille abitanti, contro una media regionale di 274 e una nazionale di 228. La struttura prevista è di 2.500 metri quadri di superficie di vendita.

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Dalla presidenza l’augurio per il 2014: entusiasmo e impegno sui nuovi progetti l presidente Ottavio Guala ha trascorso gli ultimi giorni dell'anno 2013 a mettere a punto le azioni che Fedagro Mercati intraprenderà nel 2014. A nome suo personale e dell'Ufficio di presidenza, Guala ha lanciato attraverso queste pagine il seguente breve messaggio indirizzato a tutti gli associati: "Nei prossimi giorni riceverete materiale sulle iniziative e i progetti che guideranno l'azione della Federazione per il 2014. La realizzazione di tutto ciò dipenderà dall'entusiamo e dall'impegno di ciascuno di noi. Questo è quello che vi chiede la presidenza: impegno ed entusiasmo. Indirizzo questo invito al consiglio della Federazione ma anche a tutti gli operatori che si riconoscono in Fedagro Mercati. I tempi che viviamo richiedono risposte nuove, non ci sono solo posizioni da difendere. E' per questo che Fedagro intende presentarsi nel 2014 con alcune novità. E' pertanto con rinnovato impegno ed entusiasmo che formulo a tutti gli iscritti alla Federazione e al-

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Punto d’incontro con Mercati Associati alla Fruit Logistica di Berlino Fedagro si prepara ad una presenza importante alla Fruit Logistica di Berlino del prossimo febbraio, in collaborazione con Mercati Associati. Hanno dato la loro adesione, fino al momento in cui scriviamo, gli enti gestori dei Mercati di Torino, Milano, Genova e Udine oltre a ditte grossiste. Lo stand si pone come punto di riferimento per gli associati Fedagro presenti all'importante rassegna berlinese. Intanto, prima di Fruit Logistica, Fedagro si prepara a mettere a punto e ad approvare in via definitiva i programmi per il 2014 in un consiglio federale che dovrebbe svolgersi a Bologna sabato 25 gennaio.

le loro famiglie, a nome dell'intero Ufficio di Presidenza, i più fervidi auguri per l'anno nuovo". Con Ottavio Guala (Torino) compongono - dallo scorso 21 settembre - l'Ufficio di Presidenza, che è la vera 'cabina di regia' di Fedagro Mercati, l'amministratore delegato Gianni Ratto (Genova), il vicepresidente vicario Valetino Di Pisa (Bologna) e gli altri quattro vice: Piero Galasso (Pescara), Oliviero Gregorelli (Brescia), Jacopo Montresor (Verona) e Giuseppe Pavan (Udine). Le iniziative a cui il presidente fa cenno saranno rese note, probabilmente, già entro gennaio. Esse rientrano nella visione strategica tracciata da Ottavio Guala nel giorno della sua conferma alla presidenza lo scorso settembre: maggiori servizi alle imprese associate, rapporti esterni più forti a partire da quelli con la produzione. Su quest'ultimo punto, un passo importante è già stato compiuto con l'accordo sugli 'Orti d'Italia' con la Coldiretti, teso a portare nei Mercati Generali l'orto-

Cagliari-Sestu: dopo le dimissioni del presidente Concas la Coagri Sardegna chiamata a ricomporre un equilibrio tra i grossisti proprietari del Mercato Il Mercato Ortofrutticolo di Cagliari-Sestu, attivo dal 2007, perno del Centro Agroalimentare della Sardegna, è una delle più significative e interessanti realtà italiane per l'ingrosso dell'ortofrutta. Innanzitutto perché ha una gestione completamente privata, essendo gestito dalla cooperativa dei grossisti Coagri Sardegna. Poi per i suoi numeri: 68 operatori commerciali per un fatturato di 120 milioni di euro, 170 mila tonnellate di ortofrutta commercializzate in un anno, 2.000 aziende clienti, 2.000 aziende agricole che conferiscono il prodotto. Infine, per la Sardegna, che è una regione estremamente interessante per la particolarità e spesso per l'eccellenza, almeno potenziale, dei suoi prodotti che trovano a Sestu il principale riferimento distributivo. Questa piattaforma regionale gode di alcuni servizi

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avanzati e ha anche delle notevoli prospettive che ripetutamente emergono come tema di discussione ma che ancora non trovano una precisa progettualità: come la creazione di una rete di collegamenti con gli altri tre mercati regionali sardi (Sassari, Oristano e

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FEDAGRO NEWS Il presidente Ottavio Guala. Da sinistra in alto: il vice-vicario Valentino Di Pisa, l’amministratore delegato Gianni Ratto, i vicepresidenti Giuseppe Pavan (presidente di Mercati Associati), Oliviero Gregorelli, Piero Galasso e Jacopo Montresor. Insieme costituiscono la cabina di regia di Fedagro Mercati

frutta della Filiera Agricola Italiana (FAI). Con questo accordo, la principale organizzazione agricola del Paese ha riconosciuto il ruolo dei grossisti e dei Mercati Generali. Per rendere operativo un accordo così impegnativo servirà del tempo e molto lavoro, 'un lavoro delicato' (come aveva sottolineato a settembre il vice vicario Valentino Di Pisa) per supera-

re davvero vecchi steccati in una logica di filiera allargata. Ma serviranno anche iniziative per far conoscere i vari aspetti di questa storica intesa, che va 'digerita' sia sul versante produttivo che commerciale. Con i nuovi passi, la Federazione non nasconde l'ambizione di portare la categoria dei grossisti a rivestire un ruolo sempre più im-

Nuoro), come porsi al centro della promozione di un marchio regionale che renda riconoscibile il prodotto sardo certificato in Italia e all'estero, come sviluppare reti di traffico nel Mediterraneo trovandosi Cagliari praticamente al centro del bacino di produzione mediterraneo ed essendo il trasporto marittimo il mezzo più economico per il trasporto dell'ortofrutta. Tutti temi emersi in un interessante convegno svoltosi a Sestu il 25 ottobre dello scorso anno, organizzato dalla Coagri e affidato al direttore Giorgio Licheri. Ora la struttura di Sestu si trova in una fase di stallo che preoccupa Fedagro e richiede un chiarimento interno alla Coagri, che è partecipata al 100 per cento dai grossisti del Mercato, un chiarimento "che coinvolga tutte le parti e che faccia l'interesse di tutti", come afferma il presidente di Fedagro Mercato Ottavio Guala. Cosa è successo? La presenza di due 'correnti di pensiero' all'interno di Coagri Sardegna ha portato, a cavallo di Natale, alle dimissioni del

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portante nella filiera. Come? Innanzitutto, da quel che è dato sapere, portando il dibattito sul territorio, nelle varie realtà con le quali gli operatori debbono fare i conti tutti i giorni, e stringendo un rapporto più stretto con tutti gli associati. Con l'impegno e l'entusiasmo richiesto dal presidente, nel messaggio augurale per l'anno nuovo.

presidente della cooperativa Giuseppe Concas. Divergenze sono emerse, per esempio, sulle aperture nei giorni festivi. La decisione del consiglio presieduto da Concas di tenere aperto il Mercato domenica 22 dicembre è stata duramente contestata e Concas si è dimesso. Mentre scriviamo è stato annunciato un consiglio di amministrazione per metà gennaio in cui tutti i 9 consiglieri si dovrebbero dimettere. L'azzerramento potrebbe favorire un chiarimento che, appunto, è nell'interesse di tutti. Vincenzo Pisano, storico riferimento di Fedagro a Cagliari e past-president di Coagri, su questo è d'accordo: "Bisogna ricomporre un equilibrio". Ma aggiunge: "I progetti che funzionano sono quelli che partono dal basso. Serve la partecipazione di tutti". Al di là delle singole posizioni, va sottolineato, a onore di Cagliari, che i consiglieri di Coagri svolgono il loro incarico gratuitamente e seguendo un principio di rotazione.

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Attualità

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Chiara Brandi

Quando arrivo al negozio sono appena passate le nove di un mattino di metà dicembre; le saracinesche sono ormai alzate da un paio d’ore e i primi clienti hanno già fatto la loro spesa giornaliera. La signora Caterina è alle prese con uno di loro. “Dopo alcune settimane in cui non si è trovato molto, ieri finalmente hanno raccolto qualcosa e me lo hanno subito portato. Viene dalle nostre colline, è di ottima qualità”. L’oggetto della vendita è il tartufo bianco delle zone di Sant’Agata Feltria, nel Riminese. Un prodotto eccellente che bene rappresenta la filosofia della Rosetti srl basata su un unico valore: la qualità per il cliente. Diversificazione dell’offerta e costante ricerca di prodotti “innovativi”. Una politica di acquisto che punta su qualità e freschezza grazie a proposte di frutta e verdura di stagione a fianco delle immancabili prelibatezze esotiche. Sono questi i punti di forza di una bottega storica, che dal 1979 ogni giorno apre i battenti nel centro di Ravenna per offrire prodotti di prima scelta e un servizio eccellente ai propri clienti. Un’attività in continua crescita in grado di superare egregiamente le continue sfide che la difficile congiuntura economica propone quotidianamente, grazie al sapiente impegno del proprietario Claudio Rosetti e della moglie Caterina. “Chi viene da noi sa di poter trovare la qualità che cerca”. È questo motivo di orgoglio per Caterina, che conosce bene le difficoltà reali dovute alla sempre più agguerrita concorrenza della Grande Distribuzione ma

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Caterina alla ricerca costante di novità confida nella saggezza di una “clientela scelta che preferisce la qualità al prezzo”. L’approvvigionamento dei prodotti avviene nei Mercati di Cesena, Bologna oltre che dalle campagne circostanti. Al momento dell’acquisto la merce viene ispezionata. L’elevato numero delle vendite permette di garantire prodotti sempre freschi e di applicare la regola della rotazione FiFo (First in-First

area completamente dedicata a frutta e verdura coltivata con metodi naturali o almeno in agricoltura integrata", ha confessato la signora Caterina. Su ordinazione si confezionano cesti e pacchi (non solo nel periodo natalizio) e si offre un servizio di consegna a domicilio. Rosetti srl si trova in via IV Novembre 47-49 a Ravenna ed è aperto tutti i giorni con orario continuato dalle 7 alle 20 men-

out). “Questo difficile compito di cui ci siamo voluti fare carico è divenuto il cardine di un’immagine fatta di serietà e affidabilità”, sostiene Caterina. La costante ricerca di prodotti nuovi e di forte appeal per il consumatore ha portato la Rosetti srl a reinventarsi di giorno in giorno con un’offerta vasta di prodotti freschi, di frutta e legumi secchi, di insalate pronte, di frutta tagliata e “Centrifughe della Salute”. Al momento gli unici prodotti biologici presenti in negozio sono i limoni di Sicilia ma "l'intenzione sarebbe quella di allestire una piccola

tre è chiuso il giovedì pomeriggio e la domenica. È aperto tutto l’anno. Anche nei periodi delle festività osserva come sole date di chiusura i giorni in rosso sul calendario. “Perché chiudere? – osserva Caterina - Le vendite sono buone durante tutto l’anno; l’unico periodo di lieve calo lo si registra nelle settimane centrali di agosto ma restiamo comunque aperti per non lasciare soli i nostri clienti più affezionati”. Rosetti srl di Caterina e Claudio Rosetti Ravenna, via IV Novembre, 47-49

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E' vero che la Gran Bretagna sta uscendo dalla crisi economica, ma se alla City di Londra si comincia timidamente a festeggiare, nella provincia più profonda del Regno Unito si stringe la cinghia, e non è una metafora. Nei piccoli centri arrivare a fine mese per le famiglie è tuttora un'impresa da equilibristi e spesso e volentieri il frigorifero resta vuoto. Per questo motivo è stato inaugurato a dicembre a Goldthorpe, nei pressi di Barnsley nello Yorkshire del Sud, il primo "supermarket sociale" dedicato ai nuovi poveri. Cibo e bevande provengono dal surplus delle grandi catene di distribuzione e hanno un prezzo scontato del 70 per cento. Il negozio è il primo ad aprire i battenti nel Regno Unito e funge da progetto pilota, nell'ottica di realizzare in futuro altri centri in tutto il Paese. Il Community Shop (letteralmente il negozio della comunità) è un nuovo passo avanti sulla strada della distribuzione discount. Il supermercato per poveri va oltre il semplice discount, ed è proprio questa la sua novità. I prodotti venduti costeranno sette volte meno di quelli che si trovano sugli scaffali delle grandi catene, ma sono praticamente identici e non presentano imperfezioni. Solo qualche data di scadenza più ravvicinata. Va detto che il negozio non è un centro di distribuzione gratuita di alimenti, i clienti passano alle casse e pagano (anche se poco), e in questo modo anche le persone in difficoltà sentono di poter preservare la propria dignità. Cosa non da poco. Ovviamente, per evitare l'arrivo a frotte di consumatori che vogliono acquistare alimenti a prezzi stracciati, non tutti potranno accedere alle casse del supermercato sociale di Goldthorpe, che è una delle aree più povere del PaeD i c e m b r e

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Nuova frontiera della distribuzione per rispondere alla crisi dei consumi provocata dai settori sociali in difficoltà. L’iniziativa avviata a dicembre a Goldthorpe avrà seguito se. In questa prima fase del progetto potranno fare la spesa solo gli abitanti di determinate aree della città, in base alla loro residenza e a un certificato che attesta che sono già coperti da sussidio di Stato. In futuro il governo prevede l'apertura di nuovi centri anche in altre aree "depresse", non da ultimi alcuni quartieri di Londra, ma per ora tutti gli occhi sono puntati su Goldthorpe. Oltre al cibo a basso costo, il negozio della comunità offrirà anche programmi di sostegno finanziario per le famiglie in difficoltà e corsi su come gestire il budget mensile e su come cucinare sprecando meno. Sarah Dunwell, direttore Ambiente e Affari sociali della catena, ha dichiarato: “Con molte famiglie che affrontano momenti difficili a Barnsley, Community Shop vuole fare incontrare le ecceden-

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Regno Unito: inaugurato il primo supermercato per poveri

ze degli stock con chi ne ha davvero bisogno”. La possibilità di usufruire dei servizi offerti dal progetto pilota del Community shop, è riservata infatti solo alle persone che già beneficiano di un sostegno statale e che risiedono nella zona di Goldthorpe, un quartiere che conta un alto tasso di ragazze madri e famiglie a basso reddito. Tra le marche che hanno aderito all’iniziativa di destinare le eccedenze alla distribuzione etica ci sono: Asda, Morrisons, Co-operative Food, M&S, Tesco, Mondelez, Ocado, Tetley, Young e Müller. “Sono felice di contribuire allo sviluppo e alla nascita del primo supermercato sociale del Regno Unito – ha dichiarato Sarah Dunwell –. Le eccedenze industriali sono difficili da evitare, ma quello che Community Shop vuole dimostrare è che lavorando tutti insieme possiamo fare in modo che il cibo in eccedenza diventi un bene sociale“. Insomma, l'Inghilterra ha aperto, in questo modo, una nuova frontiera alla distribuzione nel tempo - ormai lungo - della crisi.

Maxi-aggregazione in Belgio tra Veiling Borgloon e Bel'Orta Nuova importante aggregazione in Belgio: Veiling Borgloon si unisce a Bel'Orta: la fusione è effettiva dal primo gennaio. La nuova struttura continuerà ad operare con il nome Bel'Orta. La fusione dà vita a una delle più grandi organizzazioni di produttori in Europa, per un totale di 1.700 membri, che rappresentano il 43% del mercato belga (il 56% per la verdura e il 22% per la frutta). Bel'Orta gestirà, oltre agli impianti esistenti di Sint-Katelijne-Waver, Zellik, Kampenhout, Kinrooi-Molenbeersel, il sito principale di Borgloon e quelli di Visé e Fernelmont. Bel'Orta fornirà una linea completa di prodotti.

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Secondo un rapporto recentemente pubblicato dal Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (USDA), la produzione 2014 di mele e pere della Nuova Zelanda rischia di subire una brusca caduta, con contrazioni del raccolto nell’ordine del 4%. In particolare, per le mele si dovrebbe scendere sotto le 512 mila tonnellate. Per le pere invece i volumi totali potrebbero attestarsi al di sotto delle 13.800 tonnellate. Come risultato del calo previsto – si legge nel report dell’USDA – le esportazioni di mele e pere subiranno una riduzione del 5% portandosi rispettivamente a 305.000 e a 4.465 tonnellate. Previsioni al ribasso, che risultano ancor più pesanti perché arrivano in un momento quanto mai positivo per il comparto neozelandese delle mele: quella 2013 si è rivelata la migliore annata dell’ultimo decennio con prezzi all’origine Free on board (Fob) superiori del 20% rispetto a quelli del 2012. A supportare ulteriormente il clima di fiducia dei produttori le buone rese dell’anno in corso e i costi non superiori rispetto all'anno precedente, che dovrebbero assicurare loro buoni profitti. Inoltre, le spedizioni di mele a fine anno dovrebbero raggiungere le 320 mila tonnellate, segnando una crescita del 13%. Un considerevole aumento delle esportazioni si registra verso i Paesi europei, dove a fine novembre si stimavano 90.659 tonnellate di mele spedite, mentre nello stesso periodo dello scorso anno tale cifra era pari a 75.206 tonnellate. Il Regno Unito si conferma la principale destinazione con 44.000 tonnellate spedite. Gli Stati Uniti sono al secondo posto: da gennaio a novembre hanno assorbito 38.745 tonnellate di mele neozelandesi, in crescita del 15% rispetto all'anno precedente. D i c e m b r e

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Dopo un anno record produzioni ed export in calo nelle previsioni Un mercato in forte espansione, infine, è rappresentato dal continente asiatico. Nel periodo gennaio-novembre 2013, l’export di mele verso la Cina e Hong Kong ha fatto registrare un trend in forte aumento, con volumi in crescita del 37% (pari a 21.084 tonnellate) e prezzi in rialzo del 22%. Ottimi risultati ottenuti nonostante l’individuazione di problemi fitosanitari, marciume post-raccolta, su alcune mele di origine neozelandese in Cina, con la conseguente cessazione volontaria del commercio per il resto dell'anno. Sempre sul fronte orientale, anche la Thailandia si è mostrata una destinazione interessante: le esportazioni di mele hanno registrato un aumento di oltre 5.000 tonnellate (per un totale di 25.815 tonnellate). Segno negativo, invece, per l’export a Taiwan, in calo di oltre 3.000 tonnellate a causa della maggiore presenza sul mercato di frutta proveniente da Stati Uniti e Cile. In termini di qualità le varietà precoci, come le Royal Gala, presentano un colore brillante, un giusto grado brix e una buona consistenza della polpa nonostante il calibro si sia mantenuto su grandezze medio piccole, più adatte ai mercati asiatici rispetto a quelli nordamericani. La qualità di altre varietà, come le Braeburn e le Jazz, invece, ha risentito maggiormente della siccità di inizio anno. Per le Fuji, infine, la raccolta posticipata ha dato come risultato un frutto più maturo e più colorato, in grado di stimolare la domanda. Una mossa vincente che ha limitato i danni di un’annata negativa. (c.b.)

Camposol investe nel business dei mirtilli

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Nuova Zelanda: mele e pere in frenata

Un investimento di oltre 100 milioni di dollari con un aumento della produzione del 1000% entro il 2016. È questo l’ambizioso piano che il colosso peruviano dell’agroindustria Camposol sta cercando di mettere a punto per riuscire ad aumentare la propria importanza nella produzione e distribuzione di mirtilli. Camposol ha già investito 10 milioni di dollari nel progetto predisponendo 200 ettari di terreno a Chavimochic, un sistema speciale di irrigazione utilizzato nell’area costiera del Dipartimento de La Libertad a nord del Perù. Un’estensione destinata a crescere entro i prossimi tre anni fino a raggiungere i 2.000 ettari. “Inizialmente il nostro target ha dichiarato il presidente esecutivo, Samuel Dyer Coriat – sarà rappresentato dagli Stati Uniti, dove il consumo di mirtilli freschi si mantiene su livelli elevati ormai da tempo. In futuro però non si esclude l’entrata sui mercati europei e asiatici, che mostrano un buon margine di crescita”. Secondo il piano realizzato, nel 2014 Camposol investirà circa 40 milioni di dollari, metà dei quali saranno destinati all’implementazione della produzione di mirtilli. L'altra metà sarà utilizzata per migliorare l'efficienza operativa e aumentare la capacità degli impianti di trasformazione. L'azienda auspica inoltre di aprire nuovi uffici commerciali negli Stati Uniti e in Europa al fine di sostenere la vendita attraverso il canale diretto.

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Sospeso l'import di ortofrutta dall'Egitto Gli Stati Uniti si sono rivolti al Kenya, dopo aver sospeso le importazioni dall'Egitto. L'instabilità nel Paese nordafricano ha provocato la sospensione delle esportazioni egiziane verso gli Stati Uniti che ora si rivolgono a Nairobi per approvigionarsi di ortofrutta. In Kenya gli Usa acquisteranno diversi prodotti agricoli tra cui fagiolini e ortaggi vari. Le autorità kenyote sono ovviamente soddisfatte per questa decisione. Il Kenia lancerà un programma per stimolare la produzione ed essere in grado di soddisfare la crescente domanda del mercato, non solo da parte degli Stati Uniti, ma anche dall'Europa. Con il commercio estero, il settore agricolo potrebbe ricavare introiti per quasi 920 milioni di euro.

EMIRATI ARABI

Univeg si prepara ad aprire un ufficio a Dubai Univeg, uno dei principali operatori internazionali del settore ortofrutitcolo, fiori, piante, convenience, trasporti e logistica (con un fatturato di 3,1 miliardi di euro di cui 2,8 con l'ortofrutta nel 2012), prevede di aprire un nuovo ufficio vendite a Dubai nei primi mesi del 2014. Il nuovo ufficio sarà supportato dai team Univeg South Africa e Univeg Italy. Con questa nuova apertura il gruppo contribuirà a sviluppare in Medio Oriente la quota di mercato dei prodotti provenienti da Europa ed Emisfero Australe. In particolare: uva (Sudafrica e Italia), mele, pere, frutta a nocciolo (Argentina, Cile, Spagna, Italia), me-

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lagrane (Spagna, Cile), cachi (Spagna), agrumi (Spagna, Marocco, Argentina, Sudafrica, Uruguay), kiwi (Italia, Cile), ortaggi (Paesi Bassi, Italia, Spagna).

MAROCCO

Boom dell'export di verdure fresche verso l'UE Un vero e proprio boom per le esportazioni di ortaggi freschi marocchini verso l'Unione Europea. Secondo i dati di Eurostacom, nei primi nove mesi del 2013 l'export di verdure del Paese magrebino verso i Paesi comunitari del Vecchio Continente è cresciuto del 43,42%. A settembre il Marocco ha inviato nell'UE qualcosa come 465 milioni di chili di ortaggi freschi. A valore tali esportazioni hanno registrato 445 milioni di euro, con un prezzo medio di 0,95 euro al chilo. Nonostante l'exploit è ancora notevole il divario con le performance spagnole: il Paese iberico nello stesso periodo preso in considerazione ha aumentato l'export del 26,7% inviando all'estero ben 3,2 milioni di tonnellate, con un incasso di 3,24 miliardi di euro per un prezzo medio di vendita di 1,01 euro al chilo.

SPAGNA

Progetto per inviare ortofrutta via treno a Mosca in 72 ore Il progetto è ambizioso e dalle grandi potenzialità per il mercato spagnolo. L’associazione Ferrmed che punta alla promozione del grande asse ferroviario dedicato alle merci Scandinavia-Reno-Rodano-Mediterraneo occidentale, intende collegare via treno in soli tre giorni Mosca con Almeria, una delle principali regioni spagnole dedite alla produzione di ortofrutta. L’idea di Ferrmed è verificare le potenzialità e i volumi che questo collegamento potrà generare

sul comparto agroalimentare attraverso un test che prevede il viaggio di un convoglio che fornirà utili informazioni sul trasporto e sulla logistica e su eventuali problemi tecnici che dovessero sorgere durante il tragitto. In questo modo si potrà adattare il servizio alle esigenze dei produttori, dei centri di distribuzio-

ne e dei clienti del settore agroalimentare. Con questo progetto l’obiettivo è trovare la migliore soluzione e integrazione tra trasporto marittimo, ferroviario e stradale per offrire il miglior accesso ai mercati studiando anche come migliorare l’assetto viario che consentono l’accesso ai centri agroalimentari e ai centri di produzione. Le prospettive per le aziende di produzione dell’area iberica interessata sono notevoli: da Alicante, a Murcia, ad Almeria a Malaga e Granada, territori di cui l’associazione ha già analizzato il potenziale logistico delle produzioni orticole. “Solo da questa zona ogni giorno partono 900 camion”, ha affermato Joan Amoros (nella foto), segretario generale di Ferrmed.

INDIA

Verso l'esportazione di banane nei Paesi del Golfo Di fronte alla crescente domanda dei mercati stranieri, il Tamil Nadu, uno dei principali stati indiani produttori di banane, ha messo in atto dei piani per aumentare le esportazioni. Obiettivo: esportare 10 mila tonnellate di banane nei paesi del Golfo. Il governo dello Stato vuole incrementare le superfici coltivate a banane da 6 mila a 10 mila ettari. D i c e m b r e

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SCHEDA PRODOTTO

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Emanuele Zanini

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Incalzanti novità nel mondo sempre più affollato delle mele a club. Attesa per l’arrivo di Envy right", come qualcuno le ha definite. La mela Pink Lady®, naturalmente, è quella che più di altre incarna il successo di questa formula. In Alto Adige viene prodotta fin dal 1998, con un raccolto che raggiunge in anni pieni le 45 mila tonnellate”. Questa varietà tardiva in Alto Adige è l'ultima ad essere raccolta, tra fine ottobre e metà novembre, esprimendo il suo potenziale di mercato nella seconda metà della campagna commerciale, a partire da gennaio fino a fine maggio, inizio giugno. “Nel nostro portafoglio abbiamo altre proposte di grande interesse, presentate negli ultimi anni ai nostri partner commerciali. Tra queste Modì®, Kanzi® e - last but not the least - la Jazz®, per la quale abbiamo l'esclusiva commerciale per il mercato italiano”, aggiunge Dichgans. Lo scorso anno Kanzi, su cui ha scommesso

pure Vi.P, si è affermata sui mercati, in Italia e Spagna in primis, mentre Jazz, lanciata in partnership con i neozelandesi di Enza, proprietari del marchio, ha visto allargarsi la produzione. Tra il Vog e la stessa Enza è partito inoltre un nuovo progetto per la messa a dimora di 20 mila piante della varietà Scilate a marchio Envy (che in inglese significa invidia), che entrano in produzione già nel 2014 (anche Vi.P è licenziataria per l’Italia). Envy, che è un incrocio tra Braeburn e Gala e ha la caratteristica di non imbrunire una volta tagliata, non è ancora presente in Europa. Sui mercati mondiali la nuova varietà tuttavia sta già ottenendo risultati importanti, specie nel Sud est asiatico e negli Stati Uniti dove ha appena chiuso un anno molto positivo con quotazioni molto alte (le cifre hanno toccato anche i 60 dollari al cartone). Buone le prospettive nella campagna in corso per Modì, la varietà rossa brevettata dal Civ, Consorzio italiano vivaisti, ideatore e proprietario del marchio, e lanciata sul mercato nel 2008 con una particolare attenzione nella

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All’inizio fu Pink Lady. Un monopolio incontrastato durato per anni. Poi arrivarono altre varietà di mele a gettare il guanto della sfida: Jazz, Modì, Kanzi, Ambrosia e MelaPiù con la Fuji, per citare le principali. Oggi la competizione sui mercati delle 'mele a club' è quindi accesissima con un’autentica “guerra” sugli scaffali che pare essere solo all’inizio. Pink Lady rimane al vertice: sfrutta il fatto di essere stata la prima e di essere riconosciuta ormai dal consumatore. Ma dietro alla “signora in rosa” le altre varietà sgomitano per conquistarsi piccoli nuovi spazi, peraltro spesso già saturi, nei supermercati. Tra i primi a credere nel successo di Pink Lady e della formula a club è stato Gerhard Dichgans, direttore generale del consorzio Vog di Terlano (Bolzano). “Da sempre il Vog ha creduto e investito in innovazione, e dunque, nel caso delle mele, in varietà coperte da brevetti produttivi ed esclusive commerciali”, spiega il manager del gruppo altoatesino. “Grazie all’ottimo lavoro svolto in collaborazione con il Consorzio per il Rinnovo Varietale e il Centro di sperimentazione Laimburg, la nostra azienda è riuscita ad individuare nuove varietà che potessero eccellere al contempo nelle caratteristiche organolettiche, produttive e di adattamento al clima e al territorio dell'Alto Adige. Al del là degli aspetti tecnici, una nuova varietà deve essere in grado di superare il difficile banco di prova del mercato. Negli ultimi anni, dopo rigorosi test e dopo aver valutato attentamente il valore commerciale dei prodotti, abbiamo deciso di investire su alcune di queste varietà a "copy-

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Sotto la “regina” Pink Lady scontro tra i nuovi competitor

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SCHEDA PRODOTTO riduzione delle emissioni di anidride carbonica che l’ha fatta diventare la mela più “green” del mercato. A sostenerlo è il direttore commerciale e marketing di Modì Europa Dario Lezziero. “Nel corso del quarto trimestre del 2013 la crisi economica si è particolarmente fatta sentire sul mercato interno, con una significativa contrazione dei consumi degli acquisti. Per questo motivo i principali operatori del settore hanno orientato sempre maggiori sforzi ai mercati “Export” UE (alcuni con analoga tendenza di rallentamento dei consumi ed altri maggiormente dinamici) ed extra UE proseguendo un processo ormai vincolante di internazionalizzazione quale unica vera opzione strategica di consolidamento e sviluppo per i prodotti ortofrutticoli e melicoli “made in Italy”. Principali sbocchi commerciali si stanno confermando prevalentemente Centro e Nord Europa (Germania, Regno Unito, Scandinavia), Middle East e Far East. Principale approccio strategico sui suddetti mercati sembra consistere nella prevalente ricerca di partnership con retailers internazionali con l’obiettivo di assicurarsi un posizionamento continuativo sullo scaffale. La contemporanea presenza sul mercato di numerose varietà melicole sia a club – costantemente in crescita negli ultimi cinque anni sia libere rende sempre più difficile il raggiungimento di questo obiettivo a medio-lungo termine”. Andando più nello specifico sull’annata, Lezziero sostiene come “Modì® abbia intrapreso la campagna in corso con una produzione varietale totale di circa 16 mila tonnellate, dalle ottime caratteristiche estetiche ed organolettiche. La campagna di raccolta è iniziata – come peraltro per tutte le altre varietà melicole - con circa 10 giorni di ritardo con una produzione caratterizzata da un calibro dei frutti tendenzialmente più contenuto rispetto allo standard. L’andamento della prima parte di campagna commer-

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PRO&CONTRO PRO Elena Cella, laureata a Padova nel 2012 con una tesi su "Innovazione di mercato nel settore melicolo: il caso dei club varietali" "I Club varietali sono esempi di perfetta integrazione di filiera, dal momento della produzione, messa a dimora e coltivazione della pianta, sino alla raccolta, imballo e vendita del frutto ai consumatori finali. Lo scopo del Club attraverso questa completa integrazione della filiera, è di permettere una remunerazione maggiore per tutti i membri, attraverso il costante controllo della quantità e qualità di bene Club prodotto e immesso nel mercato. Al momento attuale, i Club varietali sono presenti soprattutto nel settore melicolo, viste anche le elevate quantità di mele prodotte e la necessità di differenziare il bene all’interno del mercato frutticolo, per ottenere una maggiore remunerazione. Ho analizzato le possibilità di sviluppo per i Club varietali, attraverso lo studio del mercato in termini di strutture e produzione, il loro comportamento rispetto alla Teoria dei Club, e i benefici per i membri e i consumatori. Dal lavoro emergono buone opportunità per un ulteriore sviluppo futuro dei Club varietali, che danno la possibilità di differenziare il prodotto nel mercato, sia per le caratteristiche intrinseche del bene che per gli strumenti di marketing impiegati. Tali caratteristiche permettono di ottenere dal mercato un premio di prezzo dal consumatore finale, con conseguente maggiore remunerazione ai membri del Club. Tale risultato positivo può trovare dei limiti nella proliferazione di nuovi Club, per i costi di avvio e mantenimento, che rischiano di annullare i benefici legati all’approvvigionamento del prodotto da parte del mercato". CONTRO Chiara Barbagli, esperta di comunicazione vicina a Slow Food "Quando ero piccola mio nonno sbucciava una mela, la riduceva a pezzetti grandi quanto la mia bocca e li disponeva in un cerchio. A quel punto iniziava il gioco: una “volpe” correva a rubare la mela (ero io) mentre un cagnolino cercava di difenderle (il mio nonno). Questo è un caro ricordo legato ad un frutto che è spesso sulle nostre tavole. Che tipo di mela era quella che mangiavo allora? Non lo posso sapere, ma so che oggi la troverei difficilmente. Ebbene sì, al giorno d’oggi 5 specie di mele coprono circa il 90% del mercato riducendo drasticamente la biodiversità. Le varietà in questione sono le neozelandesi Gala, le statunitensi Stark, le Red Delicious e le Golden Delicious per finire con le Fuji. Adesso il gioco si fa ancora più difficile con l’introduzione di nuove “mele club“, una trentina di varietà brevettate fino al 2012 e di proprietà di aziende che le vendono agli agricoltori. Le aziende in questione forniscono piante, fertilizzanti e fitofarmaci e il raccolto viene ritirato da chi detiene il brevetto della varietà di mela. In questa filiera il coltivatore non ha alcun potere, non sceglie nulla, nemmeno il momento in cui viene immesso nel mercato il prodotto. Tra le altre cose il coltivatore non ha alcun tipo di scelta nemmeno sul prezzo, quindi se l’azienda che possiede il brevetto cambia le carte… non può fare proprio niente per decidere il proprio margine di guadagno. Vogliamo fare un esempio? Nel periodo di San Valentino vanno forte le famose Pink Lady. Il prezzo medio delle mele club sono più alti per il consumatore al quale viene detto che sono più belle, selezionate e hanno una qualità superiore. Fanno parte di questa categoria: Ambrosia, le Jazz, Modì, Evelina, Kanzi, Rubens. La società oggi ci impone di scegliere cose belle e colorate, non c’è nulla di male. Personalmente credo che assaggiare una di queste mele non sia peccato, ma preferirei mettermi alla ricerca di qualche antica varietà dimenticata, un po’ meno bella forse, ma più simile alla mela che mi donava mio nonno".

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gna commerciale - durante il periodo settembre-ottobre – un trend piuttosto favorevole per poi evidenziare un maggior livello di criticità e concorrenzialità nei diversi mercati (Italia, UE ed Extra UE) dovuto soprattutto alla presenza di una buona quantità di prodotto locale in Germania, Regno Unito e nell’area dell’Est Europa. Il posizionamento del prodotto Modì® si conferma medio-alto, con l’obiettivo di valorizzare al meglio l’impegno della produzione che nell’annata in corso offre al mercato frutti Modì® dalle eccezionali qualità estetiche ed organolettiche”. “Per i prossimi anni – conclude Lezziero - la produzione italiana ed europea si attesterà su quantitativi in linea con gli attuali impianti e con un significativo incremento dei frutti proveniente dai partner esteri extra Ue. Infatti, si è riscontrato un buon successo dal punto di vista produttivo con la diffusione di nuovi impianti in zone di produzione sia nell’emisfero Nord che Sud". Nel prossimo futuro il progetto Modì® si svilupperà ulteriormente, accettando la sfida della competizione varietale globale. Già in occasione di Fruitlogistica 2014 di Berlino saranno poste le basi per un coordinamento di marketing internazionale. Verrà creato Modì® International, un piano internazionale che vedrà cooperare i produttori e distributori Modì® dei due emisferi con Europa, Turchia, Serbia, Russia, Uruguay ed Australia all’insegna di un processo globale di internazionalizzazione del brand.

È una delle varietà di mele a club più esclusive, prodotta in Piemonte dal gruppo Rivoira, con nuovi importanti investimenti e ettari in produzione anche in Val Venosta, effettuati con VIP per soddisfare l’aumento delle richieste. Si tratta di Ambrosia, mela bicolore venduta in Italia solo attraverso i punti vendita Esselunga per le quantità limitate di prodotto. Una scommessa che sta riscuotendo successo sui mercati. Nel 2012 il raccolto in Italia ha toccato le 9 mila tonnellate. “Quest’anno i volumi sono saliti del 15% grazie all’aumento della produzione”, spiega Marco Rivoira, manager dell’impresa cuneese che detiene l’esclusiva di commercializzazione in Europa, Medio Oriente e Nord Africa. “Le vendite sono state regolari, la base dei prezzi in linea con le aspettative”, aggiunge. “Il frutto si è presentato in media con calibri più piccoli rispetto allo scorso anno. Il primo step del progetto è stato completato con la messa a dimora di 200 ettari. Tra il 2014 e il 2017 abbiamo in programma la produzione su altri 200 ettari, di cui 100 in Piemonte attraverso la nostra azienda e gli altri 100 in Val Venosta”. Un progetto che cresce di pari passo con gli investimenti che porteranno l’Ambrosia a 25 mila tonnellate di raccolto entro il 2018. Ad affiancare il “nettare degli dei” c’è un altro brand dell’impresa piemontese: Gold Rosè, mele a marchio di seconda fascia con la presenza del 30% di colore di Ambrosia, in vendita anche in altre catene distributive oltre Esselunga. “Gold

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ciale, da settembre a dicembre, spiega Lezziero - conferma le nostre aspettative consortili in linea con il trend dell’ultimo triennio con un de-stoccaggio di poco superiore al 50%, di cui circa l’85% sui mercati esteri e circa il 15% sul mercato interno. Il Paese che in primis continua a confermare il proprio apprezzamento nei confronti del prodotto Modì® si conferma la Germania, con un de-stoccaggio in forte aumento grazie alla partnership con alcuni clienti e ad azioni promozionali pre-natalizie e iniziative mirate di marketing off-line/on-line. Segue l’Inghilterra, mercato che a parità di settimane trattanti ha riportato un incremento di circa il 15% rispetto al 2012-2013. A seguire viene confermata la buona ricettività dei Paesi dell’area russa, dell’area scandinava, dell’area del Medio Oriente con Emirati e Arabia Saudita, ma soprattutto dei mercati del Far East, in forte crescita e con buone prospettive di sviluppo grazie all’ottima shelf life del prodotto ed all’apprezzamento dei consumatori”, sottolinea ancora Lezziero. “La stagione commerciale 20132014 si sta stabilizzando ad un buon livello, in linea con le attese e si preannuncia ragionevolmente positiva per i frutti di calibro superiore - peraltro piuttosto contenuti nella produzione melicola europea in generale - con qualche tensione maggiore per il mercato delle mele di calibro medio o piccolo. L’andamento dei prezzi ha infatti registrato nella fase iniziale della attuale campa-

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SCHEDA PRODOTTO Rosè ci sta già dando grandi soddisfazioni", afferma Rivoira, che è sempre più convinto che il futuro sarà sempre più favorevole per la formula a club. “C’è il grande vantaggio del controllo dell’offerta di prodotto e degli impianti e anche dell’immissione delle quantità nei mercati, puntando sempre su una mela di alta qualità”. Sul futuro di Ambrosia Rivoira rivela: “Quando crescerà la produzione non è escluso che prenderemo in considerazione altre catene della grande distribuzione”. Un segnale per Esselunga? Tra l’altro recentemente il gruppo di Saluzzo ha dovuto stoppare, almeno momentaneamente, il progetto che prevede l’inserimento della quarta gamma di Ambrosia attraverso multipack da cinque confezioni da 70 grammi ciascuna, ideato soprattutto come snack per i bambini durante la scuola. Il retailer lombardo, infatti, non ha preso in considerazione la proposta. “Siamo rimasti molto dispiaciuti – ammette Rivoira – anche perché non siamo stati neppure convocati a una riunione per discutere del nostro progetto su cui comunque continuiamo a credere e che porteremo ugualmente avanti”. Il lavoro nel mondo delle mele a club per Rivoira procede, peraltro, a ritmo spedito. Nei mesi scorsi il gruppo piemontese ha firmato un accordo di esclusiva per il mercato europeo assieme a Sanifrutta e Clementi, per la varietà tardiva Crimson Snow, a buccia rosso-porpora e polpa a ossidazione lenta, la cui produzione e commercializzazione è gestita e coordinata dall’azienda Braun (la stessa del brand Kiku), con 100 ettari per ognuna delle tre aziende in due anni a partire dal 2014. Le vendite partiranno in maggio e si protrarranno fino a settembre (la raccolta avviene tra il 20 ottobre e il 10 novembre, poi il prodotto viene frigoconservato fino all’inizio delle vendite, a maggio). “Si tratta di un progetto su cui crediamo molto – afferma Marco Rivoira – grazie a una

CorriereOrtofrutticolo

Gian Mauro Bergamini, presidente Melapiù

varietà dal gusto equilibrato e dall’ottima shelf life. Sarà l’unica varietà a buccia rossa di produzione europea (italian) sul mercato nel periodo da giugno ad agosto in contrasto al prodotto di importazione dall’emisfero Sud. Siamo certi che avrà un brillante futuro”. Ma sul futuro delle mele a club credono in altri, come il Consorzio MelaPiù, nato nel 1994, che punta sulla varietà Fuji. Il consorzio raggruppa Apoconerpo, Patfrut, Minguzzi, Agrintesa, Pempacorer, Gruppo Salvi e Gruppo Mazzoni. Il marchio è di proprietà del Consorzio che si occupa esclusivamente di promozione e valorizzazione, coordinamento commerciale, sperimentazione e consulenza tecnica ai soci. Gli ettari dei produttori associati sono circa 450, per una produzione di mele Fuji che si aggira intorno alle 20 mila tonnellate. Per il presidente del Consorzio, Gianmauro Bergamini, “i percorsi di sviluppo del mondo melicolo sono sostanzialmente due: quello delle nuove mele a club, con nicchie di mercato piccole e focalizzate su gruppi di clienti ristretti e quello delle mele da volume, di buona qualità ed a buon mercato, con o senza private label". “Il 2013 è andato molto bene sul versante dei prezzi - afferma Bergamini -, meno su quello dei volumi, con poco prodotto a causa

delle avverse condizioni atmosferiche che si erano verificate durante alcuni momenti importanti del raccolto. Nella nuova campagna la produzione è tornata a livelli normali. I prezzi ad oggi sono interessanti ma le vendite un po’ lente, come del resto per tutto il comparto mele e frutta. La qualità organolettica è sempre molto buona, sia nel 2013 sia nel 2014”. Per quanto riguarda le strategie studiate dal Consorzio, prosegue il lavoro per “affermare MelaPiù come marca premium della Fuji di qualità in Italia. Pur essendo un brand di nicchia, per intenditori, le attività di valorizzazione hanno visto attività rivolte solo al trade (normal trade e gdo), il coinvolgimento diretto dei consumatori con approccio solo below the line (in store, concorsi, ecc.), la realizzazione negli ultimi 6 anni di campagne above the line (campagne televisive, campagna stampa consumer, presenza sui social). Il riscontro dalle catene distributive è variegato. È difficile fare una sintesi generale, anche se certamente MelaPiù è tra le marche di mele accreditate”. Abbiamo raccontato solo alcune storie, legate al nostro Paese, di un libro ancora da scrivere - quello sulle mele a club - che si arricchisce di continuo di nuovi, importanti capitoli. emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it D i c e m b r e

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Appuntamento a Dozza per i Protagonisti PAG. 23

• RETAIL Coop Italia tiene e Conad sogna il sorpasso PAG. 39 C

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All’ombra di Pink Lady crescono i concorrenti PAG. 53

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