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ANNO XXIX Nuova serie

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C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

• FEDAGRO Il 21 febbraio il rinnovo delle cariche PAG. 28

• FIERE Pugliese presidente di Fruit Innovation PAG. 29

PROTAGONISTI Giuliano Canella: Il reparto ortofrutta che parla al consumatore

• PESCHE Febe è la risposta alla crisi PAG. 47

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ANNO XXIX - NUOVA SERIE

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E’ il sistema mele del Trentino Alto Adige il vero protagonista della serata degli Oscar della frutta che questo giornale organizza il 23 gennaio alla cantina Rotari di Mezzocorona nel cuore del comprensorio melicolo più importante d’Europa. Siamo alla terza edizione dei Protagonisti dell’ortofrutta italiana, la felice iniziativa della nostra redazione che è cresciuta negli anni fino a diventare un appuntamento ineludibile per il comparto alla vigilia di un appuntamento cruciale come Fruit Logistica. Dopo Villa Serego Alighieri in Valpolicella (2013) e il Resort Monte del Re di Dozza (2014), l’evento approda adesso alla Cantina Rotari di Mezzocorona, un ambiente di grande fascino, dove si ripropone il connubio tra due ‘must’ dell’Italia agroalimentare: l’ortofrutta e il vino. Una serata che segna l’inizio di un nuovo anno di impegni di lavoro e di sfide per il settore ortofrutticolo del nostro Paese e che quest’anno si lega anche a una ricorrenza importante: i cinquant’anni di ininterrotta attività del Corriere Ortofrutticolo al servizio della filiera ortofrutticola italiana. Invariata la formula della nostra serata: verranno premiati gli 11 Protagonisti delle copertine del Corriere Ortofrutticolo nel corso del 2014 e tra essi verrà scelto il vincitore del premio 'Ortofrutta d’Italia', un riconoscimento voluto dal Corriere e dal CSO (Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara) per un ‘Protagonista’ speciale. Sarà una serata esclusiva, che ha già registrato quasi 200 adesioni e che vedrà in sala i vertici delle più importanti aziende di produzione e commercializzazione di settore e della filiera. Per un comparto abituato al mordi-e-fuggi delle fiere e dei meeting di lavoro, un’occasione unica, in una atmosfera conviviale distesa, per parlarsi e confrontarsi tra i decision-maker del settore, coinvolgendo la stampa specializzata ed economica a livello nazionale. Come sempre il programma della serata prevede un ricco antipasto di iniziative di contorno tra cui spicca il talk show che avrò l’onore di condurre con gli eurodeputati Paolo De Castro (Pd), coordinatore per il Frassoldati

EDITORIALE

La serata dei nostri Oscar

gruppo dei socialisti e democratici della commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo e Herbert Dorfmann, vice capo delegazione NCDUDC-SVP all'Assemblea europea. Tema: la valorizzazione dell'ortofrutta italiana nel mondo, seconda voce del nostro export agroalimentare (oltre 4 miliardi di euro di valore) anche alla luce dell’approvazione in Europa del nuovo regolamento “Promozione” dei prodotti agricoli per azioni da realizzare sul mercato interno e nei Paesi terzi. “Si tratta di una norma di fondamentale importanza per il sostegno delle esportazioni dei prodotti agroalimentari europei nel mondo”, dice il ministro Martina. Voglio qui ringraziare il nostro main sponsor, l’unione nazionale Italia Ortofrutta, per il sostegno che ci ha dato per il secondo anno consecutivo e Assomela, l'Associazione dei Produttori di Ortofrutta del Trentino (APOT) e gli Assessori all’Agricoltura e alla Cultura della Provincia Autonoma di Trento che ci hanno affiancato nel delicato ruolo di sostenere l’organizzazione sul posto e di contribuire fattivamente alla riuscita della serata. Con noi anche altri sponsor vecchi e nuovi: l’associazione nazionale degli esportatori/importatori FruitImprese, la fiera Fruit Innovation (Milano, 20-22 maggio 2015) e il marchio di imballaggi in plastica di qualità Ilip. Recentemente è stato sottolineato autorevolmente da un grande retailer che l’ortofrutta ha tante qualità ma è priva di immagine nei confronti del consumatore e dell’opinione pubblica: “Deve diventare una cosa da fighi”, è stato detto. Beh, è anche questo l’obiettivo della nostra serata: un evento ‘figo’ per un settore che non deve soffrire di complessi di inferiorità, che non vuole sentirsi figlio di un dio minore. AVVISO DELL’EDITORE AGLI ABBONATI Da questo numero il Corriere Ortofrutticolo viene inviato agli abbonati, con abbonamento in corso di validità, via corriere espresso. Il peggioramento del servizio postale ha infatti creato un progressivo problema di ritardi nelle consegne.

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Direttore responsabile: Lorenzo Frassoldati Redazione: Emanuele Zanini Hanno collaborato: Pietro Barbieri, Chiara Brandi Sede operativa via Fiordiligi, 6 37135 Verona Tel. 045.8352317-Fax 045.8307646 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Editore Gemma Editco Srl Coordinatore editoriale: Antonio Felice Sede legale e amministrativa: via Fiordiligi, 6 37135 Verona E-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it P.IVA 01963490238 Fotocomposizione e stampa: Eurostampa Srl - via Einstein, 9/C 37100 Verona Autorizzazione Tribunale di Verona n. 176 del 12-1-1965 Spedizione in abb. postale comma 26, art. 2, legge 549/95 La rivista viene distribuita in abbonamento postale c/c n. 11905379 Abbonamento annuo: 68 euro per due anni: 100 euro abbonamenti@corriereortofrutticolo.it Chiusura in redazione il 20.01.2015

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Nuova serie

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ANNO XXIX

Profilo Corriere Ortofrutticolo si è affermato come rivista “di filiera” del settore ortofrutticolo italiano. La rivista collega chi produce, chi commercializza e chi vende al pubblico, oltre ai settori connessi (dai macchinari ai trasporti). La diffusione è capillare in Italia, dove si è allargata alla grande distribuzione alimentare e al dettaglio organizzato. Il Corriere Ortofrutticolo è un formidabile, unico e specializzato strumento di raccordo e di informazione per l’intero settore. È presente a fiere in Italia e all’estero dove è diffuso a indirizzi specializzati di oltre 30 nazioni.

Diffusione 6.000 copie. Ripartizione del mailing: Grossisti 29%, Dettaglianti 23%, Produttori 22%, Supermercati 9%, Import-export 6,5%, Servizi 5%, Tecnologie e Trasformati 2,5%, Altri 3%

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Pugliese con Fruit Innovation PAG.29

Vigilia in Fruit Logistica

RUBRICHE

Porti, in arrivo a Civitavecchia 250 mila tonnellate dal Sudamerica

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Perdite per oltre 4 mila euro a ettaro

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Mele, migliorano i risultati di vendita anche per le vareita meno ‘trendy’

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La Basilicata crede nella svolta green

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EDITORIALE La serata dei nostri Oscar NOTIZIARIO LA PAROLA AL LETTORE Pesche, “le organizzazioni agricole debbono tirare le fila” VARIETÀ & MERCATO Alla crisi peschicola si risponde con l’innovazione. Ed ecco Febe

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MONDO 47

ATTUALITÀ Primo Piano - Protagonisti Sono degli Oscar per davvero Primo Piano - Protagonisti Chi sono

PAG.40

Riparte la cooperazione Italia-Egitto Aumento record dell’export italiano

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La stanza dei bottoni dell’Europa… senza bottoni

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Fruit Logistica, conto alla rovescia Portogallo Paese partner del 2015

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Mondo flash: Germania, Spagna, India, Turchia, Russia, Mondo, Stati Uniti

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Primo Piano - Protagonisti L’albo d’oro

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Copertina - Protagonisti Giuliano Canella. Il reparto ortofrutta che parla

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Perdono quota le ‘private label’ È un effetto della crisi dei consumi

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SCHEDA PRODOTTO

I prodotti DOP e IGP vanno alla grande se li ‘sposa’ il supermercato 27 FICO incontra difficoltà. I grossisti rallentano l’operazione

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FEDAGROMERCATI. Fissata per il 21 febbraio l’assemblea per il rinnvo cariche 28 Colpo grosso di Fruit Innovation, Pugliese alla presidenza della fiera

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PROTAGONISTI

Sono degli Oscar per davvero Antonio Felice Qualcosa di buono nella crisi c'è: ed è che bisogna far girare il cervello. L'iniziativa dei Protagonisti dell'Ortofrutta Italiana, nata a fine 2011, è figlia della crisi per diversi motivi. Il principale è che quando ci sono difficoltà e tutta l'Italia le ha attraversate negli ultimi anni, e non è finita - bisogna guardare agli esempi migliori, provare a seguirli, a imitarli, cercare in loro la molla per creare qualcosa di nuovo che

Da sinistra in alto: Monica Artosi, Luca Battaglio, Ettore Cagna, Raffaella Di Donna, Luciano Di Pastina, Marco Eleuteri, Luca Granata, Ottavio Guala, Stefano Soli, Raffaele Spreafico e Josef Wielander

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PROTAGONISTI

P rimo piano CHI SONO

MONICA ARTOSI

Ferrarese, laureata in Economia e commercio, 43 anni, Monica Artosi inizia la sua carriera professionale in CPR System dove viene assunta nel 1998, pochi mesi dopo la costituzione dell'azienda. CPR System era allora la divisione logistica del CSO-Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara e nasceva con l'obiettivo di promuovere l'utilizzo degli imballaggi in plastica riutilizzabili al fine di razionalizzare il sistema logistico italiano, limitare l'impatto ambientale dei rifiuti, creare un sistema virtuoso che unisse produzione e distribuzione. Monica Artosi, fin da subito, ricopre il ruolo di responsabile amministrativo e segue passo passo l'evoluzione di CPR che, nel 2003, si stacca da CSO e diventa una società cooperativa autonoma con sede a Gallo, in provincia di Ferrara. L'evoluzione professionale di Monica Artosi - sempre al fianco dell’ex direttore e fondatore Gianni Bonora - segue la crescita di CPR che in breve tempo conquista la leadership nazionale del settore. Una formazione professionale , quella della Artosi, che nasce dall'esperienza diretta, sul campo. E che in poco più di 10 anni la porta, giovanissima, alla direzione generale lavorando con determinazione e competenza per raggiungere i risultati. Il suo percorso professionale e la rapida carriera sono frutto di una capacità fuori dal comune di razionalizzare anche gli imprevisti, di risolvere i problemi puntando su efficienza, rigore, trasparenza e lavoro in équipe.

LUCA BATTAGLIO

Luca Battaglio appartiene a una dinastia dell’ortofrutta. Il nonno era un piccolo commerciante dell’Albese, in provincia di Cuneo. Fu il nonno, alla fine degli anni 60 ad approdare a Torino aprendo un posteggio al CAAT in società con altri. Dal 1972 il padre Gianni Battaglio dà il via all’espansione dell’azienda, che gestisce fino all’inizio degli anni 90 quando gli subentrano appunto Luca, il primogenito, oggi presidente del gruppo, e gli altri due figli Siro, oggi responsabile delle vendite e Marco, che conduce nel Ferrarese un’azienda che produce pere e albicocche. Luca ricorda gli anni 90 come anni di duro lavoro, nei quali la terza generazione dei Battaglio si è fatta le ossa. Dal 1994 i Battaglio si sono specializzati nelle importazioni e nella distribuzione aprendo un proprio magazzino fuori dal Mercato di Torino, in zona Interporto. Alla metà degli anni 90 Luca è il capofila di un’alleanza con gli Orsero di Albenga in una società chiamata Battital, partecipata al 70% dai Battaglio e al 30% dalla Fruttital. Luca ricorda quegli anni così: “Raffaello Orsero è stato per me un maestro nella professione”. Nel 2009 i due gruppi si sono divisi e Luca commenta: “La scissione ci ha stimolato”. Così, nel 2010 la Battaglio inizia un’importazione diretta, soprattutto di banane, basata su una logistica veloce e su una molteplicità di fornitori. Caso unico in Italia, il

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gruppo è slegato totalmente dalle multinazionali. Luca Battaglio è stato protagonista di questa evoluzione che ha portato il gruppo ad essere uno dei protagonisti dell’ortofrutta italiana. Tra le sue cariche, quella di presidente della commissione import di FruitImprese.

ETTORE CAGNA

Classe 1960, è nato e cresciuto a Brescello, in provincia di Reggio Emilia, nella frazione di Ghiarole, bagnata dal fiume Enza, che sfocia poco distante nel Po. Una contrada di boscaioli e di pescatori che lavoravano nelle golene. Il suo primo contatto con i meloni avviene quando aveva 9 anni: alla fine degli anni Sessanta, infatti, il padre Walter lo portava a vendere meloni nei mercati di Milano e di Torino. Walter Cagna, morto nel 1976 a soli 49 anni, era un personaggio intraprendente. Nel suo curriculum non c’era solo l’ortofrutta. Quando Guareschi scelse Brescello per girare la fortunata e popolarissima serie di film su Don Camillo, a partire dal famoso ‘Don Camillo monsignore ma non troppo’, Walter Cagna diventò una comparsa, come altri del paese; un lavoro che, per il tempo, era molto ben retribuito (fino a mille lire al giorno). E’ per questo motivo che il marchio identificativo dell’impresa emiliana non poteva che essere quello di Don Camillo, registrato negli anni Settanta dall’azienda di famiglia, la Cagna&Benelli, fondata nel 1973 e gestita dallo stesso Ettore Cagna assieme alla sorella Raffaella e al cognato Goliardo Benelli. Nell’azienda sono presenti anche Walter e Andrea Benelli, figli di Raffaella e quindi nipoti di Ettore Cagna, rispettivamente amministratore delegato e responsabile commerciale dell’Agricola Don Camillo. Ettore Cagna tra il 1992 e il 2000 ha vissuto in Spagna, a Siviglia, per dirigere in loco un’azienda ortofrutticola socia, che successivamente è stata venduta. Di ritorno in Italia, ha sviluppato l’idea di una forte aggregazione di produttori attorno al melone e nel 2005 ha avviato l’avventura dell’Agricola Don Camillo, oggi proiettata tra i big nazionali del comparto melone e anguria. E' presidente dell'organismo interprofessionale del melone che con lui sta facendo decisi passanti avanti.

RAFFAELLA DI DONNA

Studi classici, laurea in Giurisprudenza all’Università di Bari nel 1997, abilitazione all’esercizio della professione di avvocato fino al coinvolgimento nell’attività di famiglia: il curriculum di Raffaella Di Donna è costantemente ispirato dalla figura carismatica di suo padre, il professor Franco Di Donna. Il suo primo interesse è per il tema della qualità: frequenta corsi specifici sugli aspetti qualitativi ed igienico-sanitari nei vari passaggi dalla produzione al consumo ed in particolar modo sulle certificazioni di sistema e di prodotto anni fa ancora non obbligatorie e poco conosciute, per acquisire le conoscenze più significative richieste dal mercato agroalimentare. Raffaella cura i rapporti tra l’azienda

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ed il mondo esterno in particolare sugli aspetti più innovativi, interfacciandosi con le strutture di ricerca per le nuove varietà, attività che la porta in giro per il mondo, e stringendo collaborazioni specifiche con i maggiori breeders mondiali, finalizzate alla scelta dei prodotti più rispondenti alle moderne esigenze di mercato e di consumo. Ha frequentato nel 2008 anche uno stage presso una di queste strutture in California, esperienza che l’ha portata a conoscere una diversa realtà produttiva caratterizzata da uno strettissimo legame tra ricerca e produzione. Infine il marketing. Essendosi sempre occupata di questa attività all’interno dell’azienda, sta sviluppando un progetto che nasce da un’idea dello zio Nicola, da sempre attento al territorio, di tutela della biodiversità ed anche finalizzato al recupero delle testimonianze architettoniche e paesaggistiche pugliesi, restaurando i caratteristici muretti a secco del territorio, oltre a recuperare un’antica masseria. Oggi Raffaella è responsabile Qualità e marketing e Ricerca & sviluppo varietale del gruppo Di Donna. Siede nei CdA di Italia Ortofrutta e di Apeo e nel comitato OI uva da tavola. Da pochi mesi è entrata nel CdA dell’associazione nazionale FruitImprese.

LUCIANO DI PASTINA

Nato in una famiglia di coltivatori e commercianti di verdure il 4 marzo 1966 a Sezze, in provincia di Latina, Luciano Di Pastina ha dato un impulso straordinario all'attività di famiglia diventando ben presto il fulcro commerciale di un numero crescente di produttori, prima dentro i confini della provincia di Latina, poi anche fuori provincia e infine anche fuori dal Lazio. Il padre, Lidano, aveva il nome del patrono di Sezze, l'abate benedettino San Lidano, primo bonificatore in tempi antichi, con i suoi monaci, delle paludi pontine e per questo ritenuto anche protettore dei contadini. Lidano è nel destino di Luciano Di Pastina perché il gruppo porta il nome del patrono e perché anche un figlio, prematuramente scomparso, si chiamava Lidano, come il nonno. Luciano Di Pastina, oltre all'impulso commerciale, ha caratterizzato la sua attività per la forte determinazione a cercare soluzioni innovative. Il padre coltivava, come da tradizione della zona, le insalate a cespo come lattughe, indivie e radicchi. Luciano, appena l'attività commerciale lo ha permesso, ovvero quando Di Pastina è diventato fornitore di una grande catena italiana della distribuzione, ha subito investito nella quarta gamma e nelle varietà che ne costituiscono le componenti principali. Oggi l'attenzione alla qualità, all'organizzazione e all'innovazione, ha permesso a Di Pastina di essere fornitore di molte insegne della GDO. Il suo attaccamento al territorio di origine, quindi alla sua valorizzazione, non impedisce a Luciano Di Pastina di muoversi verso orizzonti sempre più ampi. Per motivi umanitari ha fondato una Onlus e in collaborazione con una missione cattolica, ha dato vita in Mozzambi-

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co ad una scuola di formazione agraria di cui segue lo sviluppo con passione e lungimiranza.

MARCO ELEUTERI

Il direttore commerciale dell’AOP Armonia, prima di arrivare nell’associazione campana ha viaggiato molto, in particolare in Spagna dove ha maturato una lunga e consolidata esperienza. Dopo la laurea in Economia, infatti, nel 1997 si trasferisce a Murcia, dove per due anni affianca Francisco Cuadros, manager per il Mediterraneo dell’azienda argentina SA San Miguel, all’epoca maggior produttore mondiale di limoni dopo la californiana Sunkist. Dal 1999 al 2008 Eleuteri vive e lavora nella città spagnola, pur continuando a collaborare con l’azienda italiana di famiglia, l’azienda agricola Eleuteri di Montecosaro (Macerata). A Murcia ricopre vari incarichi tra cui quello di direttore commerciale di Spanish Fruit Board, uno dei maggiori consorzi agrumicoli spagnoli, dedito all’esportazione di limoni. In questo periodo Eleuteri viaggia spesso all'estero (Turchia, Marocco, Egitto, oltre ad Argentina, Sud Africa, Uruguay), specializzandosi in particolare sull’agrumicoltura. Nel 2009 il manager marchigiano rientra in Italia per seguire le produzioni in crescita della pesca Saturnia nonché i lavori inerenti alla realizzazione del magazzino di confezionamento della pesca Saturnia, adibito esclusivamente alla lavorazione di pesche platicarpa. La svolta arriva nel 2010 quando Eleuteri diventa direttore commerciale della neonata Aop Armonia che ha sede a Battipaglia, provincia di Salerno. L’esperienza e la professionalità del manager, che nel frattempo diventa anche accademico dei Georgofili, si amplia ulteriormente spaziando in diversi settori ortofrutticoli: nel 2012 partecipa, in rappresentanza del nostro Paese, al primo gruppo di contatto fragola tra l’Italia, Spagna e Francia. Da questo incontro nasce un profondo interscambio e confronto con Freshuelva, principale associazione di produttori spagnoli di fragole di Huelva. Lo sguardo rivolto sempre a ciò che accade a livello internazionale spinge Eleuteri sempre più verso una visione globale del settore ortofrutticolo che lo porta con ancora maggior convinzione a scommettere sul Mezzogiorno.

PROTAGONISTI

CHI SONO

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LUCA GRANATA

Rodigino, famiglia legata all’agricoltura, Granata dopo la laurea in Scienze Agrarie a Padova fa le prime esperienze nel mondo del lavoro in ambito universitario, nell’insegnamento nella Scuola Superiore e nell’assistenza tecnica in frutticoltura. Nel 1988 viene assunto nel reparto commerciale di DuPont de Nemours, multinazionale americana leader nel settore della life-science e della ricerca applicata. Qui, nel corso di 14 anni, assume ruoli di crescente responsabilità nel reparto commerciale, nel marketing ed in particolare nell’ambito della gestione aziendale – sia a livello di Business

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PROTAGONISTI

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CHI SONO Units che di Corporate – prima in Italia e poi in Francia e Repubblica Ceca. Nel 2002 entra in Consorzio Melinda come Direttore generale e guida l’implementazione delle due fasi del Piano industriale del Consorzio (investimenti per oltre 80 milioni di euro per la fase 1, conclusa tra il 2002 ed il 2009; ed investimenti per 100 milioni nella fase 2 avviata nel 2012 e prevista a termine entro il 2018); il re-engineering completo del reparto Lavorazione prodotto; il bilanciamento della share nei Mercati target e nei diversi canali distributivi; la ridefinizione del posizionamento di marketing e la prima fase di brand extension; l’ adeguamento dell’assetto varietale; la revisione dell’organigramma e dei principali processi amministrativi e di controllo interno. “Il team Melinda (oltre 1.200 persone tra dirigenti, impiegati ed operai) ha raggiunto durante ciascuno degli ultimi 11 anni tutti gli obiettivi, commerciali e non, prefissati dallo staff di Direzione e dal Consiglio di amministrazione raddoppiando il volume delle esportazioni e consolidando la propria leadership nel mercato italiano delle mele”, dice Granata. In particolare l’ultimo esercizio concluso (2012-2013) è stato per Melinda e i suoi soci il migliore di sempre.

OTTAVIO GUALA

Nel 1952 la mamma di Ottavio Guala, Clotilde Moccagatta, entra in società con l'imprenditrice Luigina Bianchetta per gestire uno stand del Mercato di Torino. Pochi anni dopo, a seguito di un'asta voluta dal Comune, Clotilde diventa titolare di uno stand tutto suo e presto coinvolge nel lavoro il figlio Ottavio, che diventa ufficialmente operatore all'ingrosso di prodotti ortofrutticoli a Torino nel 1957 e lo rimarrà fino al 1992. I Mercati sono stati per lui "l'avventura di una vita". Guala ha inanellato una lunga serie di cariche nel corso della sua carriera di rappresentate e leader della categoria dei grossisti. E' stato presidente dell'Associazione Piemontese dei grossisti ortofrutticoli, vicepresidente di Federmercati, presidente di Fedagro, con un primo mandato funzioni. I protagonisti di un settore, protagonisti in positivo, a tutto tondo, possono trainare un comparto quando il vento è contrario. Questa è l'idea da cui il Corriere Ortofrutticolo è partito per questa iniziativa ed è proprio per questo che il riconoscimento che si consegna ai protagonisti di un anno che si chiude, nell'evento che apre l'anno nuovo, è una targa che riproduce una formella antica che raffigura l'Arca di Noè, l'appiglio per la vita che continua oltre la tempesta ed è 10

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dal 1991 al 1993 e poi dal 1997 al 29 novembre 2014 quando ha deciso di dimettersi. Nel frattempo, dal 1987 al 1993, è stato presidente dell'Associazione commercianti della Provincia di Torino (Ascom Confcommercio) e dal 1990 al 1993 presidente dell'Unione Regionale del commercio, turismo e servizi del Piemonte (Confcommercio Piemonte); contemporneamente ha ricoperto la carica di vicepresidente nazionale di Confcommercio. E' una figura fondamentale nel passaggio dai vecchi Mercati ai nuovi Centri Agro-Alimentari italiani. Nel 2002 assume la presidenza di Mercati Associati portando il modello di gestione dei Mercati italiani in tutti i mercati del mondo e per due volte, a Roma e Torino, l’Italia ospita una conferenza internazionale del Wuwm (l’Unione mondiale dei mercati). Nel 2006 non accetta la presidenza del Wuwm ma entra nel consiglio dell’Organismo Interprofessionale Ortofrutta Italiana di cui sarà vicepresidente per due mandati e poi il presidente. Attualmente è membro dell’Organismo Interprofessionale dell'Ortofrutta, presidente in carica di Apgo Servizi srl, vicepresidente del cda del Centro Agro-Alimentare di Torino, membro del Consiglio di Mercati Associati, presidente di Apgo Fedagromercati Torino (Associazione piemontese grossisti ortoflorofrutticoli).

STEFANO SOLI

Marketing ed export sono le due stelle polari della carriera di Stefano Soli. Che comincia nel 1983 – dopo la maturità classica a Vignola e la laurea in Giurisprudenza a Modena – al Conecor di Bologna prima come junior account poi come sales manager senior con responsabilità diretta del canale GDO nazionale. Nel 1989 il passaggio al gruppo Conerpo di Bologna, presso la sede distaccata di Faenza specializzata in export, con la qualifica di export manager senior con responsabilità diretta dei mercati tedesco, austriaco e svizzero. Nel 1991 diventa direttore commerciale Italia del gruppo bolognese, con responsabilità diretta dello sviluppo del canale GDO nazionale. La sua grande esperienza com-

pronta a tornare rigogliosa. Ora, la crisi passerà, in un modo o nell'altro - e ci stiamo tutti adattando ai tempi nuovi - ma a quanto pare questa iniziativa andrà avanti, assumerà significati magari diversi ma abbiamo la sensazione, noi del Corriere Ortofrutticolo, di avere messo in piedi qualcosa di utile, con possibilità di sviluppi interessanti. Ci ha creduto fin dall'inizio il CSO e da questa collaborazione stabile con il Centro Servizi Ortofrutticoli con sede a Ferrara è nata l'idea di scegliere tra gli 11

protagonisti delle copertine di un anno della nostra rivista il protagonista dell'anno: noi avevamo l'idea di un Oscar della Frutta, il CSO di un Premio Ortofrutta d'Italia. E' nato così il Premio Ortofrutta d'Italia Oscar della Frutta, che viene attribuito ogni anno, in una località diversa ma di grande vocazione ortofrutticola, a un personaggio o a una 'situazione' che sia comunque espressione di uno o più protagonisti dell'annata precedente. Siamo alla terza edizione dei G e n n a i o

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PRIMO PIANO

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merciale e nel marketing lo candida nel 1999 alla direzione marketing e sviluppo commerciale del gruppo Conerpo di Bologna, con piena delega allo sviluppo di nuovi mercati (overseas markets), canali commerciali, prodotti, e incarico di project manager. Dall’aprile 2000 assume l’ulteriore incarico e responsabilità degli acquisti centralizzati di tutti gli imballaggi e materiali di confezionamento del Gruppo. Con la riorganizzazione del gruppo bolognese nel gennaio 2003 Soli viene assunto da Alegra (società nata dalla riorganizzazione di Conerpo in due società commerciali autonome e costituita dalle maggiori cooperative aderenti all’associazione produttori Apo Conerpo), con le funzioni di direttore marketing e sviluppo commerciale. Da agosto 2008 ad oggi assume anche l’incarico di direzione commerciale e marketing della Società Valfrutta Fresco Spa, costituita nel 2008 con l’obiettivo di sviluppare la politica di marca nell’ortofrutta fresca di prima gamma. Numerosissimi gli altri incarichi svolti dal 1998 ad oggi,tra cui la responsabilità degli accordi commerciali con la società Zespri , la rappresentanza del gruppo Conerpo nella divisione marketing del Cso, lo sviluppo di corsi di formazione per responsabili acquisti, category managers e capireparto della distribuzione, organizzati in collaborazione con alcune delle più importanti insegne della Gdo nazionale. Inoltre dal 2003 al 2007 ha assunto la direzione marketing e sviluppo commerciale di Made in Blu Trading Spa Consortile, poi trasformata in Compagnia italiana della Frutta S.r.l., con sede a San Pietro in Vincoli (RA). La Società costituita nel 2003 con l’associazione delle maggiori imprese del settore ortofrutticolo italiano, tra cui anche Alegra, ha come obiettivo lo sviluppo e la commercializzazione di una linea di prodotti ortofrutticoli freschi di alta qualità a marchio per il mercato internazionale.

RAFFAELE SPREAFICO

Nato nel 1969, laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi di Milano con una tesi sulla Gestione "Protagonisti dell'Ortofrutta Italiana". Dopo Villa Serego Alighieri in Valpolicella (2013) e il Resort Monte del Re di Dozza (2014), l'evento approda il 23 gennaio 2015 alla Cantina Rotari di Mezzocorona (Trento), dove si ripropone il connubio tra due ‘must' dell'Italia agroalimentare: l'ortofrutta e il vino. La formula è quella di una cena-evento, con un breve approfondimento tematico, in cui, dall'incontro tra operatori della filiera, possa nascere qualcosa di nuovo in un'atmosfera rilassata, che in G e n n a i o

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dei prodotti ortofrutticoli nella GDO, sposato con due figlie, è entrato alla Spreafico - un'azienda storica del commercio ortofrutticolo italiano - a metà degli anni 90. "In azienda - racconta - ci siamo divisi gli incarichi in modo molto equilibrato e questo ha permesso di generare una grande forza di gruppo. Io mi occupo di Importazione, mio fratello Mauro di amministrazione e finanza, mio cugino Simone di commercializzazione ed esportazione della nostra produzione, mio cugino Giovanni della produzione e dei magazzini di lavorazione, mentre mio cugino Cesare della Dìdistribuzione organizzata e tradizionale e dei servizi al catering". E' un manager di poche parole e di tante azioni. Spreafico è rinomata in Italia e all'estero per la sua efficienza e Raffaele è un elemento fondamentale di questa reputazione.

PROTAGONISTI

CHI SONO

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JOSEF WIELANDER

Josef Wielander è nato in Val Venosta, a Laces, nel 1955, da una tipica famiglia valligiana. Suo padre era contadino, proprietario di 'maso chiuso', che si trasmette di padre in figlio, ed era diventato un leader nel paese: per vent’anni era stato il sindaco di Laces in rappresentanza della Suedtiroler Volkspartei, il Partito popolare sudtirolese. Josef ha studiato agraria a San Michele all’Adige, diplomandosi perito e imparando un ottimo italiano. Essere un perfetto bilingue lo ha aiutato nella carriera, da subito. A 19 anni ha avuto un incarico a tempo nella cooperativa di produttori di mele di Laces, che allora si chiamava MIVO. Nel 1976 ne è stato nominato direttore, il più giovane direttore di cooperativa dell’Alto Adige, incarico che ha mantenuto per vent’anni, portando la MIVO (che oggi si chiama MIVOR e produce 80 mila tonnellate di mele) ad essere la più grande cooperativa della vallata. E' il direttore del VI.P. dal 1996. Crede nel gioco di squadra e nell’unicità della Val Venosta. Ha creato una squadra invidiabile che si muove in tutto il mondo per fare l'ambasciatrice delle mele della Val Venosta.

una fiera, come l'incombente Fruit Logistica, a volte non è facile trovare. Mettere a tavola e non solo attorno a un tavolo dei veri protagonisti è - lo abbiamo toccato con mano - una missione utile e apprezzata. Per questo continueremo a farlo. La fortuna di quest'anno è che i partner territoriali, Assomela e APOT, sono stati di straordinario ed efficiente sostegno, a partire dal direttore Alessandro Dalpiaz. Anche il luogo, la Cantina Rotari, è davvero speciale, degno di un'occasione speciale.

Scegliendo i protagonisti del 2014 abbiamo ancora una volta scontentato qualcuno, rimasto escluso, ma questa è una fortuna per noi e per il settore, che è ricco di tanti protagonisti autentici da raccontare, mese per mese, anche in questo 2015 appena cominciato. Abbiamo riconosciuto e premiamo nei nostri personaggi l'efficienza organizzativa, le idee, l'esperienza, il coraggio di fare qualcosa di nuovo. Monica Artosi, direttore generale di CPR System, Emilia Romawww.corriereortofrutticolo.it

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PRIMO PIANO

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Luca Battaglio, presidente di Battaglio spa, Piemonte, ha fatto diventare, insieme al fratello Siro, l'azienda di famiglia tra le realtà private più efficienti dell’ortofrutta italiana e tra i primi quattro importatori nazionali. Nel 2014 il gruppo ga assunto una dimensione più grande con l'apertura di una piattaforma a Roma. Il suo motto: "La qualità nei fatti". Ettore Cagna, presidente Agricola Don Camillo, Emilia Romagna, da Brescello, il paese di Peppone e di Don Camillo, è passato al coordinamento del Comitato Melone dell’Organismo Interprofessionale, con un obbiettivo in testa: creare un sistema nazionale forte come quello francese. E ci sta riuscendo. Raffaella Di Donna, responsabile qualità e marketing della Eredi Di Donna, Puglia, è il passaggio generazionale che funziona. La 'lady dell’uva da tavola' ha preso sulle spalle l’eredità del carismatico Franco Di Donna, e sta facendo crescere l'azienda attraverso marketing e innovazione varietale. Luciano Di Pastina, presidente del Gruppo San Lidano, Lazio, ha messo a punto e portato al successo, partendo dalla tradizione di famiglia e dagli ortaggi tipici della sua Sezze, i prodotti freschi di quarta gamma, emergendo come un innovatore, grazie anche a una formula organizzativa che abbiamo definito 'glocal'. Marco Eleuteri, direttore commerciale della AOP Armonia, G e n n a i o

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L’ALBO D’ORO Protagonisti 2012 Dino Abbascià Pietro Paolo Ciardiello Cesare Bellò Claudio Gamberini Renato Iseppi Giovanni Olivieri Aurelio Pannitteri Renzo Piraccini Marco Salvi Raffaella Orsero Andrea Segré

Protagonisti 2013

Premio Ortofrutta d'Italia Oscar della Frutta 2013 Pietro Paolo Ciardiello

Premio Ortofrutta d'Italia Oscar della Frutta 2014 Angelo Benedetti

Campania, è un paladino del Sud che cresce e di un'aggregazione autentica della produzione. La AOP Armonia è stata la prima associazione di OP del Mezzogiorno. Ha orientato la produzione verso varietà vincenti sui mercati. Luca Granata, direttore generale di Melinda, Trentino Alto Adige,

Angelo Benedetti Pino Calcagni Gerhard Dichgans Luigi Mazzoni Luigi Mion Francesca Nadalini Francesco Nicodemo Michelangelo Rivoira Luciano Torreggiani Nicola Zanotelli

PROTAGONISTI

gna, è il raro esempio di una giovane donna al vertice di una grande impresa della filiera, in cui l'efficienza organizzativa va ottimizzata al massimo. All'insegna dell'efficienza e della buona gestione ha percorso rapidamente tutti i gradini della carriera.

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ha esordito nella sua esperienza con le mele così: “Le mele della Valle di Non sono come i diamanti, uniche al mondo”. Da allora ha fatto di tutto per dimostrare che aveva ragione. Melinda è il marchio italiano più conosciuto tra i consumatori di ortofrutta. Un successo che Granata sostiene con instancabile energia.

IL DIBATTITO

Ancora una volta, la serata dei Protagonisti è movimentata da un talk show, moderato dal direttore del Corriere Ortofrutticolo Lorenzo Frassolati, su uno dei temi di attualità del settore: la valorizzazione dell’ortofrutta italiana nel

mondo, una necessità avvertita da un numero crescente di aziende per poter incrementare le proprie quote di export. Intervengono Paolo De Castro e Herbert Dorfmann per spiegare il ruolo che l’Europa può giocare in questa direzione.

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ARANCIA ROSARIA. PERFETTO EQUILIBRIO TRA GUSTO E BENESSERE. Ricca di vitamine A, B, PP e C, ideale come coadiuvante della cura degli stati influenzali

Ricca di antiossidanti contro l’invecchiamento

Una sferzata di energia, ideale per chi pratica sport

Effetti benefici sulla microcircolazione

Oggi Rosaria è anche una spremuta 100% di arance rosse, sempre fresca e disponibile tutto l’anno.


ti ento

Ottavio Gaula, 50 anni di lavoro al Mercato di Torino e negli organismi di rappresentanza nazionale della sua categoria, padre dei moderni Centri Agro-alimentari italiani, ha un'eredità da lasciare ai grossisti di ortofrutta del nostro Paese: di credere nella centralità del loro ruolo nella filiera dell'ortofrutta anche per il futuro.

portazioni nel Gruppo gestito da una famiglia votata al lavoro e in cui ognuno ha il suo ruolo. La Spreafico, con la nuova generazione di cui Raffaele fa parte, presidia con puntiglio i canali della distribuzione e ha rafforzato la sua visione internazionale.

Stefano Soli, direttore marketing di Alegra, Emilia Romagna, un manager di lunga esperienza e con tante ricette per il rilancio del settore. Crede nel ruolo dei giovani. Ha il marketing come passione. Ha dato un contributo convinto alla nascita di strategie nuove per la frutta estiva italiana.

Josef Wielander, direttore V.IP Val Venosta, Alto Adige, si sente l'allenatore di una squadra da primato. Quale? Il primato della bontà delle mele della vallata. “La nostra scelta - dice - è il marchio d’origine. Dobbiamo credere in noi stessi perché la mela è la nostra ricchezza”. In effetti in Val Venosta la mela è la prima realtà economica. Grazie all'impegno dsella cooperazione e di manager come lui.

Raffaele Spreafico, presidente della Spreafico Francesco & F.lli Spa, Lombardia, ha l'innovazione nel DNA. Si occupa delle im-

Il 2015 inizia tra poche pagine con un altro protagonista, Giuliano Canella, ma questa è un'altra storia.

GLI SPONSOR ‘Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana’ si regge su partner e sponsor. La partenership strategica è con il CSO di Ferrara a cui si aggiungono di volta in volta partner territoriali (l'evento è itinerante). Quest'anno i partner territoriali sono Assomela, l'Associazione dei Produttori di Ortofrutta del Trentino (APOT) e gli Assessorati all’Agricoltura e alla Cultura della Provincia Autonoma. Gli sponsor sono quest'anno 4. Il main sponsor è l’Unione Nazionale Italia Ortofrutta. Gli altri sponsor sono FruitImprese, Fruit Innovation e Ilip. L'evento si avvale anche della collaborazione di Fruitecom. A tutti loro va il ringraziamento della redazione.

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PROTAGONISTI

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ergia, ica sport

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Il Consiglio di amministrazione di Sisa ha nominato Aldo Pettorino (nella foto) nuovo presidente nazionale. Pettorino, già vicepresidente e consigliere CdA Nazionale, e presidente di Cedi Sisa Centro Sud, succede a Sergio Cassingena, alla presidenza del Gruppo ininterrottamente per 30 anni, che lascia l’incarico per motivi esclusivamente personali, rimanendo comunque consigliere. Aldo Pettorino è un imprenditore e manager di lungo corso in Sisa, con una solida esperienza e di grandi e riconosciute competenze, e che ben conosce le dinamiche societarie e del mercato della distribuzione, rappresenta la naturale continuazione del percorso tracciato dall’insegna bolognese e si prefigge di continuare come naturale punto di riferimento nel territorio Italiano. I recenti accordi siglati con Auchan-Sma per i contratti nazionali e con Crai per un accordo di sinergia operativa, "mettono sul tavolo - si legge in un documento del gruppo - notevoli stimoli di riflessione e incentivi alla determinazione di nuovi e significativi passi indispensabili in un momento così complesso e dinamico del mercato Italiano. Certamente questa nuova presidenza sarà in grado di affrontare con spirito di dialogo e con le capacità professionali, che Sisa ha sempre utilizzato nel corso di questi suoi primi 40 anni di vita, un percorso di credibilità e di crescita". “Voglio sottolineare la mia personale disponibilità, il mio impegno, il mio fattivo lavoro per continuare in un percorso di rinnovamento e di confronto con tutti gli attori della filiera, convinto che la mia sarà una sfida dura ma nella quale mi impegnerò, con il contributo di tutti, per trovare le G e n n a i o

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migliori opportunità di dialogo e di strutturazione operativa anche a favore dei singoli Centri Distributivi Sisa” sono state le prime parole del neo-presidente. Nel cda Sisa siedono Maria Cristina Amadeo, Sergio Cassingena, Alfio Morfino, Luigi Paglia e Elpidio Politico, oltre naturalmente al presidente Aldo Pettorino e al vicepresidente Vito Petitto.

le vaschette di frutta già tagliata e sbucciata pronta senza doversi “sporcare le mani” e da gustare come snack rompi-digiuno durante la giornata o come risparmia-tempo. Il ritorno degli italiani a pulire e a preparare direttamente le verdure è stato favorito dalle esigenze di risparmio ma a preoccupare è anche il fatto che – continua la Coldiretti - il calo degli acquisti anche in questo segmento spinge al ribasso i consumi di ortofrutta degli italiani che nel 2014 si sono fermati a 130,6 chili a persona, equivalenti a non piu' di 360 grammi al giorno, ben al di sotto del limite di 400 grammi consigliato dall’Organizzazio-

NOTIZIARIO

Gruppo Sisa: Aldo Pettorino nominato presidente

Per le verdure di IV gamma consumi calati del 21% nel 2014 La spesa degli italiani in ortaggi pronto uso, ready to cook, come spinaci, cicoria, broccoletti, già puliti, lavati tagliati e pronti da cuocere si è ridotta del 21 per cento nel 2014. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti sul cambiamento delle abitudini degli italiani per effetto della crisi, sulla base dei dati Ismea relativi ai primi nove mesi dell'anno scorso. Una tendenza che - sottolinea la Coldiretti - riguarda anche le insalate pronte, cosiddette di IV gamma, con una contrazione della spesa del 13 per cento. Si tratta di una netta inversione di tendenza in un settore che è stato in forte crescita nei dieci anni precedenti con una spesa circa 700 milioni di euro per una quantità di oltre 90 milioni di chili all'anno, tanto che è stato necessario regolamentare la vendita per legge. I prodotti più acquistati sono le insalate, le carote e i pomodorini da utilizzare in casa o fuori, ma cominciano anche a diffondersi

ne mondiale della sanità (OMS). Secondo Coldiretti gli acquisti familiari di frutta e verdura degli italiani sono crollati di oltre il 20 per cento negli anni della crisi . Si tratta degli effetti della spirale recessiva tra deflazione e consumi iniziata dal 2007 che sta mettendo a rischio le imprese e la salute consumatori e che occorre rompere per dare a tutti la possibilità di acquistare con fiducia la componente più importante della dieta estiva degli italiani, in un Paese come l’Italia che è leader europeo nella produzione.

Valfrutta si apre al mercato dei legumi e dei cereali secchi Valfrutta ha deciso di lanciare la nuova linea di legumi e cereali secchi puntando sul benessere naturale di prodotti semplici e tradizionali. La gamma che è disponibile nei punti vendita della www.corriereortofrutticolo.it

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Notiziario grande distribuzione e della distribuzione organizzata, è composta dai Classici, dalle Zuppe Regionali e dalle Zuppe del Benessere. "Ogni prodotto è stato accuratamente selezionato dalle zone di coltivazione dell'Italia e di altri paesi più vocati" spiega l'azienda in una nota. "I legumi e i cereali sono la proteina per eccellenza sostitutiva della carne scrive Valfrutta in una nota -: ricchi di principi nutritivi (carboidrati, fibre, proteine, sali minerali e vitamine) e con pochi grassi, versatili in cucina, sono in grado di ridurre l'assunzione di calorie". Il tempo medio di conservazione per i Classici, per le Zuppe regionali e per le Zuppe del Benessere è di 18 mesi. I Classici comprendono i borlotti, i ceci, il farro, l'orzo, le lenticchie giganti, le lenticchie mignon, i tondini, i piselli spezzati e le fave spezzate: 9 referenze confezionate tutte in sacchetti da 500 grammi, ad eccezione delle fave spezzate proposte nel formato da 400 grammi. Il sacchetto, trasparente, per una migliore visibilità del prodotto, è anche stand up; il tutto per comunicare la massima qualità.

Melone: approvato l’accordo interprofessionale Il consiglio di amministrazione dell’organismo interprofessionale Ortofrutta Italia, ha approvato a metà gennaio all’unanimità a Roma l’accordo interprofessionale per il melone. Costituito da quattro articoli, l’accordo – in cui è previsto un grado brix del melone “made in Italy” di almeno 11 punti - deve passare al vaglio del Ministero. “Con questa intesa diamo un forte impulso organizzativo ad una coltura importante per l’ortofrutta italiana visto che si estende su 20 mila ettari e su 1.400 chilometri lungo la penisola, dal Verone18

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Porti del Nord Adriatico: nel 2014 traffico container cresciuto del 9%

se alla Sicilia. L’obiettivo ora è incrementare i consumi di melone – spiega Ettore Cagna (nella foto), presidente del Comitato interprofessionale del melone italiano – portandolo sulle tavole dei consumatori 12 mesi l’anno. Per fare ciò servirà anche la collaborazione della grande distribuzione organizzata. Il melone ha grandi potenzialità di sviluppo, ma è un settore che finora non si è sufficientemente organizzato. Ora l’Oi melone può dare un cambio di rotta importante. Siamo fiduciosi”. Ecco il testo dei quattro articoli dell’accordo: I) Il presente accordo interprofessionale ha l'obiettivo di avviare un processo di miglioramento qualitativo per il melone prodotto in Italia, per tutte le tipologie coltivate. II) Il melone prodotto in Italia, nelle diverse tipologie di cui all'art. I, può essere commercializzato solo al raggiungimento di un grado brix pari o superiore a 11, con la misurazione al centro della polpa nella zona equatoriale del frutto. III) La condizione di cui all'art. II deve essere rispettata nel periodo di commercializzazione compreso tra il 1° aprile e il 31 ottobre 2015. IV) Nel caso in cui le condizioni di mercato e/o climatiche lo richiedessero, l'OI si impegna a presentare agli organismi competenti clausole aggiuntive che sospendano o modifichino l'applicazione di questo accordo, in modo totale o parziale, per adattarlo alle diverse congiunture produttive e commerciali che potranno verificarsi.

Il 2014 è stato un anno particolarmente positivo per i porti aderenti alla Napa (North Adriatic Ports Association), che hanno fatto registrare una movimentazione complessiva di 1.835.960 Teu, per una crescita nel settore container del +9% rispetto al 2013. I dati sono stati diffusi nel corso dell'Assemblea Generale dei porti Napa tenutasi a Trieste. Dall'anno di fondazione dell'associazione, il traffico complessivo dei container è cresciuto del 43%, passando da 1.284.750 Teu del 2010 a 1.835.960 nel 2014. In particolare, per quanto riguarda lo scorso anno, il traffico container a Trieste è cresciuto a 506.007 Teu (+10,3% rispetto al 2013); Fiume (Hr) ha fatto registrare 200.000 Teu (+17%); Venezia 456.068 (+2,1%); Capodistria (Slo) 673.885 (+12%). Seguendo lo schema della presidenza a rotazione, per i prossimi 6 mesi la presidenza di turno viene affidata (da Capodistria) a Trieste. Nella riunione di Trieste è stato siglato un nuovo Memorandum of Understanding nel quale i porti confermano il proprio impegno a supportare reciprocamente i futuri progetti di sviluppo di ciascun porto contribuendo così alla creazione di un piano strategico internazionale per la realizzazione un modello di sviluppo delle infrastrutture portuali in linea con le esigenze dei mercati europei. L'assemblea ha infine accolto le richieste di adesione all'associazione dei porti di Monfalcone e Chioggia, entrambi porti della rete europea "comprehensive". G e n n a i o

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Condividiamo l’idea di un futuro sano

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Contribuire a costruire un futuro sano: è questa la missione di Rijk Zwaan, il ruolo che l’azienda vuole interpretare e condividere con tutta la filiera alimentare. Rijk Zwaan è una delle prime dieci realtà al mondo nel settore delle sementi orticole: da questa esperienza e conoscenza parte il contributo per la costruzione di un futuro sostenibile per tutti. Il nostro obiettivo è creare varietà di ortaggi più resistenti, più redditizie per gli agricoltori, più gustose per i consumatori, che aiutino i paesi emergenti e combattano la malnutrizione. Da cuore dell’industria sementiera vogliamo diventare motore dello sviluppo sociale: per far crescere ogni giorno il benessere di tutti.

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GIULIANO CANELLA. Distributori di nuova generazione

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PROTAGONISTI

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Il reparto ortofrutta che parla Giuliano Canella appartiene alla parte migliore della nuova generazione di manager della distribuzione: è appassionato del suo mestiere, valorizza il reparto ortofrutta come pochi altri in Italia, si pone al servizio del consumatore. Non è uscito dalle accademie, è un veneto che mette davanti l'azione, il senso pratico, il lavoro, un impegno senza limiti. - Canella, qual'è la lezione che ha tratto dal suo mestiere di responsabile del reparto ortofrutta di oltre cento punti vendita? "Direi che la sintesi è questa: chi sa solo di ortofrutta non sa niente di ortofrutta. Vorrei chiarire. Chiunque sia attivo nella filiera agroalimentare, quindi dalla casa sementiera al produttore, dall’intermediario al grossista fino ad G e n n a i o

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“I nostri punti vendita sono vivi, consigliano il consumatore e cercano di insegnargli qualcosa”: è questa la filosofia del responsabile ortofrutta del gruppo Alì arrivare al distributore, giustamente deve avere delle adeguate competenze tecniche e specialistiche di ortofrutta e guai se ne fosse sprovvisto. Ma oggi questo, da solo, non è più sufficiente. In un mondo che cambia repentinamente anche noi del settore dobbiamo, inevitabilmente, aprirci a visioni e concezioni più ampie e diverse tra loro, che talvolta possono perfino essere in contraddizione con le convinzioni più radicate e seguite da tempo. Le nuove tendenze a livello tecnologico, dagli smarthphone ai social network, gli avvenimenti quotidiani legati all’economia, alla

politica fino al gossip, i mutamenti degli status symbol, i trend salutistici e similari, solo per fare alcuni esempi, sono gli orientamenti che ormai chiunque di noi deve osservare costantemente e analizzare per potersi muovere in un mercato come il nostro che non è più solo legato alla vendita. Vendere mele e patate oggi non è che una minima parte del nostro mestiere, nemmeno forse la sua conclusione. Voglio dire che i singoli prodotti e i processi di vendita devono essere supportati da strategie innovative, attrattive, dunque con un marketing che dia completamento ad un settore www.corriereortofrutticolo.it

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PROTAGONISTI

Copertina CHI È

che altrimenti rischia di sembrare abitudinario, di scarso valore".

GIULIANO CANELLA Ha 41 anni ed è nato a Padova, è sposato con tre figli. Negli anni Novanta, dopo essersi diplomato, entra subito nell’azienda di famiglia: la catena Alì Supermercati. Fin da subito si innamora del lavoro e si indirizza verso il settore dell’ortofrutta, gestito allora dal padre, Settimo Canella, che per lui diventa - per sua stessa dichiarazione "maestro fondamentale, al quale sarò sempre riconoscente e grato". Negli anni successivi diventa il responsabile acquisti-vendite attuando strategie commerciali e di marketing che elevano ancor di più il livello già buono del reparto ortofrutta della catena, divenuto nel tempo sempre più prioritario e distintivo per tutta l’azienda. Con impegno e sacrificio (ricorda le levataccie alle 3 e mezza della mattina) partecipa allo sviluppo di tutto il gruppo che, dalla metà degli anni 2000, raddoppia il numero di punti vendita fino ad arrivare oggi a quota 103. Tra il 2011 e il 2012 frequenta dei corsi avanzati in Italia e all’estero per rafforzare le sue competenze professionali e tecniche. Nel 2013 presso la sede del "Sole 24 Ore" a Milano viene premiato dal presidente della Federdistribuzione Giovanni Cobolli Gigli per aver diffuso con merito il marchio collettivo dell’ortofrutta italiana “i 5 colori del benessere” e nel 2014 viene premiato dall’assessore delle Politiche agricole e forestali del Veneto, Franco Manzato, per l’impegno nella valorizzazione di alcuni prodotti agroalimentari del territorio Veneto. Nell’ultimo periodo si è occupato in azienda anche della gestione degli altri reparti del fresco ed è entrato a far parte del Comitato operativo di Gruppo.

- E questo, in Alì, riuscite a farlo?

ALÌ SPA Alì Spa è una realtà commerciale operante nel mondo della GDO dal 1971. La sede direzionale e gli uffici commerciali si trovano a Padova mentre i punti vendita sono localizzati in tutto il Veneto e in Emilia-Romagna. La rete di vendita è divisa in due canali: Alì Supermercati, con negozi di quartiere e superfici fino a 1.500 metri quadri, e Aliper, con punti vendita tra i 2.000 e 5.000 metri quadri, spesso inseriti in centri commerciali. Ad oggi sono attivi 103 punti vendita, con una rete di 3200 dipendenti, un fatturato nel 2014 di oltre 900 milioni di euro e una quota di mercato nel Veneto pari al 15%. Alì Spa è un’azienda familiare, che dal primo supermercato, inaugurato nel 1971, ha saputo mantenere nel tempo la propria identità, fatta di valori tramandati da un padre ai propri figli, ai fratelli e ai nipoti. Sempre rispettando la tradizione, Alì è molto attenta anche alle innovazioni e in grado di cogliere le opportunità che queste offrono. La sua forza sta nel ricreare all’interno del supermercato l’alto livello di servizio del classico negozio di alimentari. La cura del cliente e l’attenzione alla qualità e alla freschezza dei prodotti, sorrette da un’organizzazione moderna, efficiente e puntuale, sono per Alì i punti chiave della propria attività. Di notevole importanza anche le molteplici iniziative benefiche, sociali, sportive e culturali che il gruppo da anni sostiene.

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"Anche noi giornalmente ci muoviamo all’interno delle difficoltà del mercato ma tentiamo di proporre al consumatore finale qualcosa di diverso e interessante. Credo sia proprio per questo che i numeri di Alì in ortofrutta sono sicuramente importanti: 170 mila colli evasi ogni settimana in 103 punti vendita, un fatturato alla vendita notevolmente al di sopra dei 100 milioni di euro e incidenze di reparto che toccano anche il 16% in alcuni punti vendita. Questi numeri si ottengono con strategie complessive ma anche con cambiamenti ponderati e controllati di continuo. L’alta qualità della merce, qualità reale e quindi riconosciuta dal cliente, il servizio nei punti vendita e una giusta convenienza, sono i dogmi sui quali Alì si è distinta e da cui di certo non si schioda. A questo, soprattutto negli ultimi anni, abbiamo aggiunto delle attività che hanno migliorato ancora di più il reparto: allestimenti attrattivi, esposizioni di forte impatto, mostre originali sui prodotti locali, promozioni con chef, incontri sugli aspetti nutrizionali con ospiti di livello, eventi con testimonial conosciuti e apprezzati, progetti di alimentazione a base di ortofrutta (abbiamo regalato più di 100 mila DVD sul con-

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sumo di ortofrutta), presenza di mascotte a tema, schermi LCD informativi. "Insomma, i nostri reparti ortofrutta sono vivi, parlano al consumatore, lo consigliano, gli insegnano qualcosa. Questo impegno è stato indirizzato a valorizzare non solo un reparto specifico ma a dare immagine e solidità a tutta l’azienda". - Il risultato è che siete percepiti come diversi rispetto alla concorrenza. Non è vero? "Proprio così. Il posizionamento della nostra insegna è sostenuto dalla percezione che vogliamo dare di essere differenti rispetto alla concorrenza. Una mirata gestione assortimentale e un parco fornitori scelti con parametri qualitativi attenti e restrittivi integra e completa il nostro modo di agire verso questa direzione. La leva del prezzo è divenuta in questi ultimi tempi sicuramente più rilevante rispetto a prima, ma non deve essere vista come il fine assoluto da seguire. Anzi, in particolare nel reparto ortofrutta, il prezzo rimane un fattore da plasmare con capacità ed efficienza se si vuole creare fatturato e consolidare marginalità. BasanG e n n a i o

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doci su questi princìpi Alì garantisce comunque una serie di prodotti in promozione, sempre di massima freschezza in quanto ritiene che il gusto e le qualità espresse dai prodotti siano comunque le variabili più importanti dell’acquisto, appunto anche quando il prodotto è in promozione". - Progetti per il 2015? "Sono in cantiere per il reparto ortofrutta progetti legati allo sport, sia a livello regionale che italiano, e l’inserimento di altri prodotti di servizio". - Aumenterete il numero dei punti vendita?

"Attualmente i 103 punti vendita sono localizzati in questo modo: 44 a Padova, 21 a Venezia,16 a Treviso,13 a Vicenza, 6 a Rovigo, due a Ferrara e uno solo a Verona. Come si può notare quindi siamo già un po' presenti anche fuori Veneto e cioè in Emilia Romagna. Lo sviluppo prevede mediamente cinque aperture all'anno e vedrà rafforzare ancora di più il nostro radicamento nel Territorio Veneto e inoltre comunque ancora qualche apertura in Emilia Romagna è prevista. Non prevediamo per ora di espanderci in altre regioni anche se nel commercio non biosgna mai dire mai". (a.f.) www.corriereortofrutticolo.it

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Chiara Brandi E’ andata in scena il 14 e il 15 gennaio a Bologna l’XI edizione di Marca, la fiera dedicata al mondo della marca del distributore (la private label). Il Salone, organizzato in collaborazione con ADM (Associazione della Distribuzione Moderna), anno dopo anno ha rafforzato il proprio prestigio divenendo l’appuntamento più importante per i professionisti del settore. A confermarlo sono i numeri: negli ultimi quattro anni gli spazi espositivi sono cresciuti del 33% e gli espositori sono aumentati del 36% mentre la presenza di buyer internazionali è incrementata del 30%. E l’edizione 2015 non ha smentito tale trend positivo ospitando 481 espositori, il 6% in più rispetto allo scorso anno, con un ulteriore ampliamento del 9,5% della superficie espositiva. All’interno di un fitto programma, ricco di convegni, incontri e workshop, è stato presentato l’XI Rapporto sulla Marca del Distributore nel mercato distributivo realizzato da Adem Lab-Università di Parma e illustrato da Guido Cristini, coordinatore scientifico dell’Osservatorio sulla MDD. Secondo quanto emerso, nel 2014 la quota delle Private Label si è stabilizzata intorno al 18% dei prodotti LCC (Largo Consumo Confezionato), con un lieve rallentamento nelle vendite sia a valore (-0,1%) sia a volume (1,5%) come conseguenza della contrazione generale dei consumi che interessa l’intero Paese. In particolare, facendo un’istantanea delle referenze a marchio commerciale, la maggiore quota è detenuta dalla 'marca insegna' (81% a valore e 82% a volume) seguita dal 'primo prezzo' (5,8% a valore e 8,2% a volume), dal marchio ‘ remium' (5,8% a valore e G e n n a i o

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Il dato è emerso con chiarezza Marca, il salone che si svolge a Bologna incontrando un crescente successo. I marchi dei produttori hanno tenuto meglio il mercato

3,4% a volume) e da quello Bio (5,2% a valore e 4,6% a volume). Le ultime due tipologie, Premium e Bio, si dimostrano tuttavia essere le più performanti, con crescite in termini di valore rispettivamente del 7,1% e dell’8,5%. L’evoluzione della curva delle marche di primo prezzo appare, invece, negativa: la quota a valore è scesa dell’11,3% mentre a volume del 12,9%. Se poi si analizza l’andamento delle vendite dei prodotti a marca del distributore per area geografica emergono situazioni differenti. In particolare si rileva una contrazione dello 0,8% nel Nord Ovest del Paese ed in modo più significativo al Sud (-1,2%) in contrapposizione alla crescita registrata al Nord Est (+0,3%) e al Centro (+0,9%). In termini di comparti merceologici, le vendite di prodotti private label a valore hanno registrato una contrazione nella maggior parte dei casi; il calo

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Perdono quota le ‘private label’ È un effetto della crisi dei consumi

maggiore si è avuto nel reparto dell’ortofrutta che ha fatto segnare un tonfo del 6,5%. Il rapporto analizza anche le attività di comunicazione svolte dalle insegne a supporto delle proprie marche. In questi termini le azioni sono molto diversificate: il packaging, il materiale promozionale, le fiere e i convegni si collocano al primo posto, seguite dalle promozioni in punto vendita. Per quanto riguarda l’ammontare degli investimenti a sostegno delle diverse attività di comunicazione, quella Istituzionale assorbe il 25% del budget, il packaging e la grafica il 21% mentre gli investimenti realizzati su 'new media' appaiono ancora ridotti (8%). Infine, le principali azioni sviluppate dalle Insegne a supporto delle proprie marche commerciali sono innanzitutto l’aumento dello spazio espositivo in punto vendita e in secondo luogo la riduzione www.corriereortofrutticolo.it

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macfrut.com


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Da un’analisi presentata da Agroter (la società guidata da Roberto Della Casa) a Marca, sulle 10 Circoscrizioni Economiche Territoriali di natura Distrettuale emerge che tra il biennio 2005-2006 e quello 2011-2012 il fatturato dei prodotti DOP e IGP è cresciuto di 902 milioni di euro. Di questi il 68% (613 milioni di euro) è stato destinato all’estero e il 32% (289 milioni) al mercato italiano. Di questi ultimi, la Distribuzione Moderna ha assorbito il 91%, pari a 264 milioni, risultando così determinante per la crescita delle Circoscrizioni. Complessivamente il peso della Distribuzione Moderna sul fatturato alla produzione Italia di questi prodotti è passato tra il 2005-2006 e il 2011-2012 dal 55% al 60%. Sempre nello stesso arco di tempo (dal 2005-2006 al 2011-2012), a fronte di una sostanziale stabilità del fatturato delle industrie alimentari, il fatturato alla produzione dei prodotti selezionati

nel campo industriale (Prosciutto di Parma DOP, Prosciutto di S. Daniele DOP, Parmigiano Reggiano DOP, Mozzarella di Bufala Campana DOP) è cresciuto del 12% e il fatturato alla produzione destinato alla Distribuzione Moderna è cresciuto del 20%. Si legge ancora nella ricerca che “per quanto riguarda i prodotti agricoli (Pere dell’Emilia Romagna IGP, Pomodoro Pachino IGP, Mele della Val di Non DOP, mele dell’Alto Adige IGP, Arancia rossa di Sicilia IGP) a fronte di una crescita del 3% del fatturato dell’intero comparto dell’ortofrutta, si è registrato un aumento del 43% del fatturato dei prodotti selezionati e un valore più che raddoppiato per il fatturato alla produzione destinato alla Distribuzione Moderna”. "La DM - conclude su questo punto lo studio di Agroter - si dimostra quindi per il sistema agroalimentare di qualità un canale di distribuzione fondamentale e ancora in crescita".

temporanea del prezzo dei prodotti. Lo sviluppo di attività di comunicazione mirata in punto vendita si posiziona invece al terzo posto. In generale dal rapporto emerge

una private label indebolita rispetto alla marca industriale a causa della riduzione del differenziale di prezzo: da una parte le insegne, puntando su segmenti Premium e Bio, hanno aumen-

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tato i prezzi al consumo mentre, al contrario, l’industria di marca ha diminuito i propri prezzi medi. La distribuzione ha difeso il valore non puntando su svalutazioni di prezzo mentre l’industria di marca ha deprezzato la propria 'brand equity'. Nel 2014 inoltre si è assistito ad un brusco stop del numero di referenze a marca commerciale mentre la curva relativa agli assortimenti dei prodotti a marchio industriale ha continuato a salire. A fronte di questo scenario, per certi versi inedito, sono state suggerite tre strategie per rilanciare le private label nei canali di distribuzione moderna che vanno ad agire sulle leve del cosiddetto retail mix: attività sul prezzo (riposizionamento, maggior promozionalità, ridisegno dell’offerta di categoria) contestuale allo sviluppo della produttività direttamente proporzionale all’aumento delle vendite per referenza; valorizzazione della marca commerciale in pdv attraverso le tre C (comunicazione, confronto, connotazione) e ampliamento degli assortimenti (in base ai nuovi modelli culturali, alla ricerca della sostenibilità, alle nuove funzionalità richieste e ai prodotti facenti parte del 'progetto salute'). L’appuntamento 2015 di Marca si è concluso tra la soddisfazione dei partecipanti e la volontà dei principali protagonisti di ‘aggiustare' le piccole sbavature che hanno portato a rallentare la crescita delle private label. La kermesse bolognese ci da appuntamento al prossimo anno per una edizione ancora più prestigiosa: l’organizzazione ha deciso di raddoppiare gli investimenti per favorire la partecipazione di delegazioni straniere di buyer altamente qualificati, puntando soprattutto su Germania, Russia, USA e Canada. L’obiettivo è favorire sempre più il match-making dando la possibilità a tutti gli espositori di definire incontri b2b con una selezione di buyer di alto livello. www.corriereortofrutticolo.it

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I prodotti DOP e IGP vanno alla grande se li ‘sposa’ il supermercato

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FICO incontra difficoltà. I grossisti rallentano l’operazione I grossisti del CAAB, Centro Agroalimentare di Bologna, a metà gennaio sono passati alle vie legali per ritardare i cantieri di Eataly World. Gli operatori del Mercato ortofrutticolo, tramite il loro avvocato, hanno infatti recapitato una lettera di avvertimento ai dirigenti della società e a Palazzo d’Accursio (sede del Comune di Bologna) con la richiesta di "posticipare l’avvio dei lavori, dandoci il tempo di valutare con calma se gli spazi, in cui dovremmo traslocare, siano sufficienti", come ha spiegato all’edizione bolognese di Repubblica Renzo Mainetti di Fedagromercati Bologna. La missiva ha creato malumore nei vertici del CAAB, che da mesi sono al lavoro per trovare un accordo per il trasloco dei grossisti di ortofrutta. Lo spostamento, di alcune centinaia di metri, è indispensabile per iniziare a costruire il parco tematico del food italiano. La vicenda è arrivata dopo le incertezze sulla data dell’inaugurazione, con i soci di FICO, il presidente Andrea Segré in testa, che hanno smentito il patron di Eataly, Oscar Farinetti (nella foto), sull’ipotesi di uno slittamento al maggio 2016 (“Non è lui a decidere", l’avrebbe gelato Segré). Durante il lancio del progetto, era stata indicata la coincidenza dell’inaugurazione con Expo 2105. Dunque i grossisti sono sul piede di guerra e, forti di un contratto d’affitto delle aree che li lega al CAAB per i prossimi nove anni, non mollano. Al centro dello scontro ci sono i costi del trasloco e l’agibilità dei nuovi spazi, più piccoli, in cui si sposteranno gli operatori. "Non vogliamo metterci di traverso al progetto FICO, ma poniamo delle condizioni". Il costo del trasferimento, calcola Fedagromercati, per le aziende più grandi potrebbe "su28

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Si esclude ormai l’inaugurazione entro la fine di Expo 2015. Il presidente Segré tiene duro ma Farinetti non ha più fretta di chiudere. Il CAAB sotto pressione

perare i 200mila euro” a fronte di una sistemazione in spazi ridotti. I grossisti verrebbero infatti a occupare circa il 30% delle aree del CAAB, mentre a FICO andrebbe il restante 70%. E’ stata commissionata un’analisi sulla logistica dei nuovi spazi destinati ai grossisti, che creerebbero li-

mitazioni al movimento delle merci. Da qui la richiesta, affidata a un avvocato, di sospendere i cantieri. "Se la trattativa dovesse saltare - avverte Renzo Mainetti siamo pronti ad andare dal giudice. Potremmo anche dichiararci non più disponibili al trasferimento".

FEDAGROMERCATI. Fissata per il 21 febbraio l’assemblea del rinnovo cariche Il 21 febbraio ci sarà l’assemblea per il rinnovo delle cariche di Fedagromercati nazionale. L’indicazione è venuta dal vertice della Federazione dei grossisti svoltosi a Bologna il 10 gennaio, presenti tra gli altri il ‘traghettatore’ Valentino Di Pisa, il pastpresident Ottavio Guala, l’amministratore dimissionario Gianni Ratto e colui che forse più di ogni ha spinto per ‘sparigliare’ il vertice, il bresciano Oliviero Gregorelli. Si attende quindi per il 21 feb-

braio la nomina del nuovo presidente e dei quattro vice presidenti di cui uno vicario e uno con delega di amministratore. “L’incontro del 10 gennaio - afferma Valentino Di Pisa - è stato propositivo e costruttivo. Sono state subito accantonate le polemiche che si erano accese recentemente. Abbiamo constatato con piacere il riavvicinamento dei grossisti del Mercato di Roma all’associazione nazionale. Il 2015 di Fedagro mi sembra sia partito con il piede giusto”.

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Colpo grosso di Fruit Innovation. Francesco Pugliese (nella foto), in qualità di presidente di ADM, l'Associazione della Distribuzione Moderna, ha accettato di assumere la presidenza della nuova fiera internazionale dell'ortofrutta e delle tecnologie collegate, organizzata da Fiera Milano e Ipack-Ima spa, che si svolgerà nei padiglioni di Fiera Milano dal 20 al 22 maggio prossimi. Pugliese, che è anche amministratore delegato di Conad e presidente di Core, la nuova alleanza strategica in cui sono presenti Colruyt (Belgio), Conad, Coop (Svizzera) e Rewe Group (Germania), al termine della riunione avuta venerdì 9 gennaio a Bologna con gli organizzatori di Fruit Innovation, ha dichiarato: "Abbiamo bisogno di razionalizzare la filiera ortofrutticola italiana, di far incontrare domanda e offerta nella maniera più appropriata e rispondente alle necessità del momento, nell'interesse di tutti, a partire dal consumatore, che chiede al punto vendita prodotti e servizi buoni al giusto prezzo. Fruit Innovation può dare un contributo in questa direzione e Milano è la piazza giusta per costruire un progetto valido, dove domanda e offerta trovino una sintesi importante per il nostro Paese, il suo sistema produttivo ortofrutticolo e noi distributori”. La notizia è stata subito ripresa dalle maggiori agenzie di stampa (Ansa, Agi, Agenparl) ed è rimbalzata sui maggiori media. Soddisfazione per la nomina è stata espressa congiuntamente dall'amministratore delegato di Fiera Milano, Enrico Pazzali, e dall'amministratore delegato di Ipack-Ima Guido Corbella, che sottolineano come la partnership con ADM, con un coinvolgimento ai più alti livelli di rappresentanza, possa lanciare Fruit InnoG e n n a i o

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Il manager, che è già alla testa di ADM e di Conad, ha dichiarato: “Milano è la piazza giusta per costruire un progetto valido”. Macfrut: pacchetti promozionali vation come piattaforma nazionale e internazionale del business ortofrutticolo, rispondendo alle indicazioni fornite dalle rappresentanze del settore che costituiscono la 'cabina di regia' della manifestazione. Corbella, in particolare, pare avere avuto un ruolo decisivo nella scelta compiuta da Pugliese. Dieci giorni prima Fruit Innovation aveva avuto uno stand alla manifestazione ‘Nuts, Dried Fruits & Related Industries' che si è svolta dal 27 al 30 dicembre nella capitale iraniana. Hanno par-

lato di Fruit Innovation le tv iraniane IRIB-TV, SIMA news e JAME JAM sul canale satellitare per gli iraniani all’estero. La rappresentante di Fruit Innovation, Maria Grazia Facchinetti, ha avuto il 29 dicembre un incontro ad hoc con esponenti delle associazioni dei produttori ai più alti livelli. Alla presenza in fiera si è aggiunta, su invito dei produttori iraniani, una missione nelle zone di produzione del più noto prodotto ortofrutticolo iraniano, il pistacchio. L’Iran guarda a Milano per incrementare le esportazioni in Europa, in particolare di frutta secca, di cui è uno dei due maggiori produttori al mondo. Ma l’Iran è anche importatore di mac-

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Colpo grosso di Fruit Innovation, Pugliese alla presidenza della fiera

chinari per la trasformazione dei prodotti alimentari e attrezzature per l’imballaggio per 138 milioni di dollari (fonte: ITC/Comtrade). E l’Italia si è confermata il primo Paese fornitore, seguita da Germania, Cina e Turchia. La domanda di tecnologie per il packaging è in costante crescita, sostenuta da un importante aumento dei consumi alimentari che nasce dall’elevata componente giovanile della popolazione (il 60% degli iraniani ha età compresa fra i 5 e i 30 anni). Insomma, l’arrembaggio internazionale di Fruit Innovation continua mentre a Cesena, il 12 maggio, si è svolto il secondo incontro del Comitato Macfrut che si è tenuto lunedì 12 gennaio nei locali di Cesena Fiera. Sono stati illustrati i pacchetti messi a punto grazie alle convenzioni alberghiere della Riviera che consentono di ottenere prezzi estremamente competitivi. Inoltre l'adesione a Macfrut 2015 - è stato spiegato - darà la possibilità di partecipare gratuitamente ad importanti meeting esteri secondo un calendario ampio e diversificato che ha già in agenda i primi viaggi a metà febbraio, in sinergia con il gruppo bancario Unicredit. “Le proposte che abbiamo presentato - ha affermato il presidente di Cesena Fiera, Renzo Piraccini sono state accolte con grande interesse da parte dei presenti. Mi piace sottolineare la vivacità dello scambio di idee che è seguito con suggerimenti e proposte che ci aiuteranno sicuramente a rendere la prossima edizione di Macfrut sempre più innovativa e internazionale”. www.corriereortofrutticolo.it

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Porti, in arrivo a Civitavecchia 250 mila tonnellate dal Sudamerica Con l’arrivo della prima nave dell’armatore genovese Cosiarma, è partito il nuovo collegamento settimanale con Guatemala, Costa Rica e Colombia, che da solo nel 2015 farà arrivare nelle celle reefer della Civitavecchia Fruit & Forest Terminal 120 mila tonnellate di banane e ananas. Con il collegamento settimanale dell'armatore genovese Cosiarma lo scalo laziale diventa il primo in Italia. Nel 2015 saranno movimentate 250 mila tonnellate di frutta dall'America latina. "Un altro segnale concreto di una ripresa già in atto per l’economia portuale e del territorio, che consentirà la creazione di nuovi posti di lavoro", commenta il presidente dell'Autorità Portuale di Civitavecchia Pasqualino Monti (nella foto). “Con questo nuovo accordo commerciale - spiega Monti - il porto di Civitavecchia diventa lo scalo di riferimento dell’Italia centro-meridionale per il settore agroalimentare, anche grazie agli impianti e insediamenti realizzati direttamente in banchina. Si tratta del consolidamento di un traffico già importante, che consentirà la creazione di nuovi posti di lavoro ed è un altro segnale concreto di una ripresa già in atto per l’economia portuale e del territorio. Grazie all’azione del presidente Monti ed alla sinergia con l’Autorità Portuale – afferma l’amministratore delegato della Cfft, Steven Clerckx - abbiamo ottenuto una serie di garanzie circa l’affidabilità del porto di Civitavecchia che ci hanno consentito di vincere la concorrenza di operatori di altri scali, portando qui anche importanti marchi come Chiquita e Simba. La soddisfazione è maggiore se si pensa che per noi si tratta della prima linea settimanale dell’armatore Cosiarma, che utilizzerà navi ro-ro per il trasporto containerizzato della frutta, 30

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Cresce il ruolo del terminal laziale nella importazione di frutta. Aperto un nuovo collegamento settimanale con Guatemala, Costa Rica e Colombia che nello scarico della merce consentiranno di avere una resa 3 volte superiore rispetto a quella delle navi tradizionali lo-lo. Per ogni ciclo di operazioni nave-terminal utilizzeremo complessivamente oltre 50 persone”. Nel 2015 il traffico delle banane nel porto di Civitavecchia farà registrare il record di 250.000 tonnellate, confermando il trend di crescita che nel 2013 ha fatto registrare 100.000 tonnellate, arrivando a 165.000 nel 2014.

Limiti alle emissioni delle navi in Nord Europa e Baltico Con i limiti imposti alle emissioni delle navi in Nord Europa e nel Baltico, gli scali del Mediterraneo sperano di conquistare quote di mercato in Centro Europa. Ma non basterà giocare sui maggiori costi ambientali dei porti del Nord Europa. I porti liguri e quelli del Nord Adriatico, sono stanchi di soccombere di fronte ai concorrenti che, secondo uno studio presentato recentemente da Fedespedi, sottraggono annualmente quote di traffico pari a circa 900 mila container che hanno origine o destinazione in Nord Italia. Uno 'scippo' quantificabile in circa 11 miliardi di euro, tra minori entrate per l'indotto e mancati introiti all'erario causati dal passaggio dei container nei porti di Amburgo, Anversa e Rotterdam. I porti italiani non solo vogliono riconquistare questa fetta di mercato di loro competenza, ma am-

biscono a penetrare con sempre maggiore incisività anche le zone produttive della Svizzera e della Germania meridionale. Ai soliti assi nella manica (meno giorni di navigazione, porti non congestionati, pace sociale in banchina, ecc.), l'azione di marketing degli scali italiani ultimamente ha aggiunto anche il fatto che gli scali affacciati sul Mediterraneo sono esenti dal rincaro sulle merci applicato dalle compagnie di navigazione in Nord Europa per i limiti alle emissioni di zolfo delle navi imposti da inizio 2015 nelle zone ECA (Emission Control Areas). La compagnia di navigazione ginevrina MSC ha calcolato che queste nuova imposizione normativa (che interessa Nord Europa, Baltico e le coste del Nord America) costerà 250 milioni di dollari di rincaro nelle spese per il carburante.

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LA PAROLA AL LETTORE Pesche, “le organizzazioni agricole debbono tirare le fila” di Gennaro Di Tirro* In occasione del "Convegno Peschicolo Nazionale" svoltosi a Ravenna il 23 e 24 ottobre scorsi sono emerse importanti riflessioni e proposte da parte del mondo scientifico (docenti universitari, ricercatori, esperti), seriamente preoccupati del destino di questo settore in grave declino. Sia in preparazione del convegno, sia durante, sia dopo con interventi e spunti sulla stampa, i Professori Sansavini, Pirazzoli, Palmieri, Della Casa, Bassi, Macchi, ecc. hanno fornito preziosi elementi di conoscenza sulle difficoltà del settore e dato spunti per l'affronto degli stessi. Allo stesso tempo i responsabili delle strutture commerciali intervenuti in una tavola rotonda assieme a colleghi di altre nazioni (Spagna, Germania, Grecia), non hanno potuto fare altro che ribadire i soliti problemi mai risolti e quindi sempre gli stessi da 20 anni a questa parte. Addirittura abbiamo dovuto sorbirci l'ironia di Gomez quando si chiedeva perché mai in Italia non siamo stati capaci di fare neanche le pesche piatte (che in Spagna invece hanno avuto un exploit di primo piano). Ora è evidente che ci sono problemi che non possono più essere elusi o procrastinati, come: - l'integrazione delle strutture logistiche e commerciali per la concentrazione dell'offerta (vedi Consorzio From in Trentino; - la programmazione delle produzioni (adeguando l'offerta alla domanda), attraverso la realizzazione del catasto frutticolo a livello europeo e nazionale. Da fare a livello istituzionale in quanto le OP hanno dimostrato di non poterlo fare (visto che rappresentano solo piccole percentuali di prodotto divise come sono ora); - i contratti di fornitura alla GDO a inizio campagna per conoscere il prezzo a cui lavora il produttore (non possono deciderlo sempre i terzi alle sue spalle);

- il recupero di 20 centesimi di euro nel segmento del valore del prodotto, attribuendo il valore in proporzione ad un'equa ripartizione dei costi di produzione. Tutto ciò tramite "accordi di filiera" da perseguire e se necessario rivedendo il Dlgs. 102/2005; - l'adeguamento il sistema di interventi in caso di crisi grave attraverso una revisione dell'OCM. Quello attuale ha dimostrato di essere inefficace e inutile; - l'introduzione del principio di reciprocità nelle importazioni/esportazioni di prodotti agricoli. Attualmente il sistema UE è troppo permissivo a differenza di altri importanti Stati ( le regole sanitarie per i nostri produttori sono molto più stringenti); - il miglioramento qualitativo del prodotto, il riconoscimento e la sua valorizzazione (rinnovamento varietale, semplificazione, regole commerciali severe, ecc.). Naturalmente è tutto il sistema frutticolo nazionale a doversene far carico, così come le istituzioni ai vari livelli. Però ciò non avverrà se non c'è qualcuno che "tira le fila". A nostro parere chi tira le file devono essere le Organizzazioni Agricole (Coldiretti, CIA, Copagri e Confagricoltura, detti per nome e cognome). Sono le uniche associazioni sindacali a carattere generale che possono rappresentare tutti i frutticoltori, sia quelli associati in cooperativa e OP, sia quelli non associati che operano con privati o vendita diretta. Come COPAGRI di Ravenna lanciamo un messaggio forte e chiaro in tale direzione, sia nei confronti delle Organizzazioni Agricole territoriali, sia regionali, sia nazionali. Con la disponibilità a concordare i percorsi che si ritengono più utili ed efficaci al raggiungimento dello scopo, anche coinvolgendo ancora di più il mondo scientifico rivelatosi prezioso in questa battaglia. * presidente Copagri-Ravenna

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È questo il bilancio drammatico della liquidazione di pesche, nettarine e susine in Emilia Romagna. Il dato emerge dalle dichiarazioni di Giancarlo Minguzzi Ai primi di febbraio il mondo dell’ortofrutta italiano sarà come sempre tra i protagonisti di Fruit Logistica a Berlino (4-6 febbraio). Le imprese dell’Emilia Romagna saranno presenti in prima fila con l’impegno di valorizzare le produzioni di eccellenza della regione. In vista di Fruit Logistica Giancarlo Minguzzi (nella foto), presidente di Fruitimprese Emilia-Romagna e della OP Minguzzi Spa di Alfonsine (Ravenna) fa il punto sulla campagna estiva e su quella autunno-invernale. “Le liquidazioni in particolare di pesche, nettarine e susine della campagna estiva 2014 stanno dando ahimè – dice Minguzzi - i pessimi risultati attesi, infatti le liquidazioni si sono confermate mediamente dai 15 ai 20 centesimi al chilo, con una perdita per ettaro di oltre 4.000 euro”. “Dalle crisi, come ho già avuto modo di sottolineare al convegno peschicolo di Ravenna, si devono capire le criticità e velocemente provvedere. Occorre che quel circa 30% di prodotto di scarsa qualità esca urgentemente dal mercato, attraverso un rinnovamento varietale, poiché questo prodotto riduce l'affezione del consumatore e danneggia il prodotto di qualità”. Il perdurare di prezzi insufficienti a coprire i costi di produzione di pesche e nettarine va affrontato sostituendo e programmando la produzione: “Occorre una sterzata decisa che deve partire dalla produzione avendo come obiettivo la soddisfazione del consumatore”. Si sono invece confermate buone G e n n a i o

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le liquidazioni delle albicocche dove il rinnovamento varietale, attraverso le "carmingo” e similari, fa considerare l'albicocca un frutto di alta qualità. “Buone performance hanno avuto anche quelle varietà di susine che si contraddistinguono con un buon calibro, con un alto grado brix e un'ottima tenuta”. Le pere e le mele estive hanno dato risultati economici medio scarsi, mentre le pere autunnali come l'Abate che erano partite con prezzi in campagna attorno ai 30 centesimi/kg, strada facendo stanno aumentando le quotazioni in modo che le liquidazioni a fine campagna saranno migliori. Le mele invernali hanno avuto produzioni ottime con un più 10% rispetto all'anno precedente, ma l'embargo verso la Russia sta penalizzando gli esportatori. Il kiwi é iniziato con prezzi molto buoni, 60/70 centesimi alla produzione, anche grazie alla mancanza di prodotto dall'Oltremare, ma negli ultimi giorni si sta assistendo a una riduzione della domanda, causata dall'offerta di kiwi dalla Grecia a prezzi più bassi.

“5 colori della Vita”: bilancio ok UNAPROA (Unione Nazionale tra le Organizzazioni dei produttori Ortofrutticoli, Agrumari e di Frutta in Guscio) ha presentato a Roma i risultati della campagna “Nutritevi dei colori della Vita”, svolta nell’ultimo triennio. Il presidente Ambrogio De Ponti (nella foto) ha illustrato gli obiettivi strategici dell’Unione e i risultati dell’attività di comunicazione del programma. “Nutritevi dei colori della vita – dichiara De Ponti – ha contribuito a diffondere una corretta cultura dell’alimentazione, importante obiettivo sociale per la salute dei cittadini e per il conseguente risparmio dello Stato in termini di spesa sanitaria”. “Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti – spiega De Ponti - e della valutazione della Commissione europea che ha voluto riconfermare il suo sostegno al progetto “Nutritevi dei colori della vita”. La nostra campagna, finanziata dal contributo dell’Unione europea e dallo Stato italiano, si protrarrà infatti anche per il prossimo triennio, nella convinzione di fornire un importante servizio di informazione utile al benessere di ognuno”. Durante l’incontro sono stati presentati i dati recenti relativi all’importanza e all’esigenza di consumare più prodotti ortofrutticoli, sia per la salute di ognuno, ma anche per le casse dello Stato. Un recentissimo studio EPIC ha infatti evidenziato come un elevato consumo di ortofrutta, circa 600 grammi quotidiani, sia in grado di ridurre le malattie.

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Perdite per oltre 4 mila euro a ettaro

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Al servizio delle organizzazioni dei produttori e loro imprese ortofrutticole www.italiaortofrutta.it


Mele, migliorano i risultati di vendita anche per le varietà meno ‘trendy’ Il Comitato marketing di Assomela, diretta da Alessandro Dalpiaz (nella foto), è tornato ad analizzare la situazione del mercato al primo di gennaio 2015. Per quanto riguarda le vendite dalla partenza della stagione commerciale sono state vendute complessivamente 750.434 tonnellate di mele, con un aumento particolarmente significativo pari a 120.940 tonnellate (+19%) rispetto allo stesso periodo del 2013/2014. Per il gruppo Gala si registra una vendita di 213.705 tonnellate da inizio stagione, rispetto alle 177.239 dell’anno precedente, livello record, che porta le giacenze al livello della stagione precedente. Ottimi volumi di vendita si riscontrano anche per il gruppo Red Delicious, con 92.844 tonnellate collocate al 1° gennaio contro le 60.378 del 2014 (+54%), della Fuji con 47.234 tonnellate vendute rispetto alle 36.884 del 2013 (+28%) e per la Golden delicious, che evidenzia un volume di vendita pari a 236.981 ton. con un aumento di 27.174 ton. (+ 13%) rispetto al 01 gennaio 2014. In maniera un po’ sorprendente la stessa Granny Smith segna un record di vendite, con 52.930 ton. nella stagione corrente contro le 28.220 dello stesso periodo nell’anno 2014 (+ 87%). Ottimo comportamento anche per la varietà Braeburn, che vede crescere di 10.970 tonnellate il volume di mele commercializzate da inizio stagione e consente alla varietà di raggiungere lo stesso livello di giacenze dell’anno precedente. A livello comunitario i volumi di vendita al primo dicembre sono significativamente alti, superiori di circa 200 mila tonnellate (+75%) dalla partenza della campagna di commercializzazione. G e n n a i o

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Assomela è tornata a metà gennaio a fare il punto della situazione commerciale. I dati sono piuttosto sorprendenti e dipendono anche dalla buona organizzazione del settore

L’elevato ritmo di vendita porta la giacenza totale di “mele da tavola” alla data del 1° gennaio 2015 a 1.403.310 tonnellate, superiore del 15% rispetto alla stessa data dell’anno precedente. Questo trend ha consentito di ridurre di circa il 40% l’aumento di volume di mele disponibili tra il raccolto 2014 ed il raccolto 2013, che passa da 307.418 a 186.478 ton. La situazione di mercato ad inizio 2015 - nell’analisi di Assomela - risulta ancora condizionata da un eccesso di offerta che pesa sulle valutazioni commerciali, con valori medi delle mele in alcuni casi inferiori al costo di produzione. I trends di vendita si sono confermati eccellenti, elevati sia a livello nazionale per le principali varietà che nei diversi paesi della Comunità Europea, con buon riscontro di consumo interno ma anche ottimi risultati per l’esportazione. L’offerta di frutti da parte degli operatori meno organizzati ed in

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particolare meno dotati di strutture di conservazione appare in via di esaurimento. Per alcune varietà, come Gala, Braeburn e Fuji, che stanno rientrando entro volumi di disponibilità ordinari, si avvertono già primi segnali di recupero dei prezzi, così come per la stessa Golden delicious in particolare per i calibri superiori. Considerato che in tre mesi il 40% dell’eccesso di offerta è già stato assorbito e che i maggiori volumi di vendita per le mele si realizzano nei mesi di febbraio, marzo ed aprile, si conferma che se il ritmo di vendita proseguirà con la medesima dinamica, il volume di prodotto aggiuntivo rispetto al 2013 potrebbe essere assorbito già da fine marzo, portando la disponibilità e l’offerta di mele ad un livello pari se non inferiore alle annate precedenti. Tutti questi fattori permettono di confermare le valutazioni prudenti ma ragionevoli già espresse a dicembre per una graduale ripresa del mercato nel prosieguo della stagione commerciale. Assomela s.c. è il Consorzio delle Organizzazioni di Produttori di mele italiani che rappresenta l’80% della produzione melicola nazionale, a cui si associano le OP VOG (Marlene), VIP e VOG Products della Provincia di Bolzano, Melinda, “la Trentina” e Mezzacorona della Provincia di Trento, COZ e Nord Est della Regione Veneto, Melapiù della Regione Emilia Romagna, Rivoira e Lagnasco della Regione Piemonte, Friulfruct del Friuli Venezia Giulia e Melavì della Regione Lombardia. www.corriereortofrutticolo.it

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Attualità

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La Basilicata crede nella svolta green Innovazione e competitività in agricoltura trovano la naturale evoluzione nel rispetto dell'ambiente, dunque nella messa a punto di tutte quelle strategie certificate che vanno nel verso del contenimento delle emissioni di CO2. Di questo si è discusso il 16 gennaio a Scanzano Jonico, nel corso del convegno organizzato da Frutthera srl, filiale commerciale dell'OP Asso Fruit Italia. L'occasione è stata utile anche per fare il punto sui trent'anni di aggregazione in agricoltura, oggi rappresentati dall'Op che unisce centinaia di produttori provenienti da diverse aree del Mezzogiorno d'Italia. L'ecoprofilo green delle aziende e la concreta attuazione delle pratiche sostenibili, come rimarcato più volte dall'assessore regionale all'agricoltura, Michele Ottati, costituiscono anche condizione necessarie affinché siano cofinanziati progetti a livello comunitario. Ad introdurre i lavori, con i ringraziamenti e i saluti di rito è stato Francesco Nicodemo (nella foto), CEO di Frutthera srl e presidente di Asso Fruit Italia. Spazio anche ad alcuni riconoscimenti, alla moglie e alla figlia di Carlo Stigliano, storico fondatore di Assofruit Italia, e “uomo lungimirante” - com'è stato più volte ricordato. Sono intervenuti anche il deputato Cosimo Latronico (FI), Angela D'Onghia, sottosegretario di Stato del Ministero dell'Istruzione. Egidio Lardo, di Agreenment srl, ha detto: “Il progetto Carbon Footprint sia per l'azienda Frutthera srl un punto di partenza e non di arrivo. Continuare a credere nella sostenibilità, quindi utilizzare mezzi di trasporto di categoria ecologica più alta, preferire il packaging in legno e cestini più leggeri è fondamentale. Inoltre nella fase di coltivazione 38

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L’esempio di Frutthera illustrato a Scanzano Jonico il 16 gennaio

scegliere la gestione sostenibile: ridurre gli input di sintesi, quindi l'inerbimento, l'apporto di compost certificato. Frutthera potrebbe neutralizzare le proprie emissione dando agli agricoltori dei contributi affinché adottino le strategie per contenere le emissioni”. Cristos Xiloyannis: “Studi avviati dal 2000 sull'agricoltura sostenibile e in particolare il carbonio. Negli ultimi 50/60 anni l'agricoltura ha contribuito all'incremento di CO2 nell'ambiente. Ora dobbiamo invertire la tendenza e cercare di accumulare carbonio atmosferico nel suolo cambiando il sistema di gestione all'interno del frutteto.Il suolo agricolo diventi un grande contenitore per conservare carbonio atmosferico, aumentare la capacità fotosintetica del sistema, intercettare più CO2 atmosferica lasciando il carbonio nel suolo. Ridurre l'apporto di concimi minerali attraverso l'utilizzo di compost o letame. Così il suolo diventa non sorgente di inquinamento ma un grande pozzo in cui conservare carbonio atmosferico”. Andrea Badursi, direttore generale Asso Fruit Italia, ha dichiara-

to: “I primi trent'anni sono già un obiettivo importante, ora però è necessario guardare avanti cercando di aggregare sempre più nell'area centro sud Italia. Nel futuro c'è la volontà di fare meglio aggregando per essere competitivi sui mercati e lavorare sulla promozione delle produzioni. In trent'anni di aggregazione si è sempre cercato e si cercherà anche nel futuro di dare risposte ai produttori. L'agricoltura è il settore primario, di esso non si può fare a meno, gran parte del reddito in Basilicata proviene da lì. E' necessario migliorare la visibilità delle produzioni pregiate di cui disponiamo, valorizzarne il posizionamento facendole uscire dall'anonimato”. Giorgio Mercuri, presidente Confcooperative Fedagri, ha detto: “L'agricoltura deve moltissimo all'aggregazione, le aziende sono troppo piccole e frammentarie e da sole non riescono a valorizzare i loro prodotti, quindi grazie alla cooperazione prima, alle OP ora, si mettono insieme le quantità necessarie per fare export. C'è ancora molto da fare nel Mezzogiorno, certamente la sola via che può dare risposte agli agricoltori è la cooperazione. Le nostre produzioni sono di eccellenza, sono quelle che tutti i consumatori vorrebbero sulle loro tavole, senza l'aggregazione sarebbe impossibile farle arrivare sulle tavole”. Giuseppe Castiglione, sottosegretario del Ministero Politiche Agricole, ha affermato: “Qualità e eccellenza delle produzioni che si sposano con la qualità dell'ambiente e delle risorse impiegate. Questa è una grande sfida e dobbiamo utilizzare al meglio le risorse comunitarie. Assofruit Italia rappresenta un'esperienza positiva, per guadagnare nuovi spazi di mercato è necessario investire in ricerca e innovazione”. Michele Ottati, assessore regionale Agricoltura, ha illustrato le opportunità offerte alle OP e l’importanza del rispetto ambientale. G e n n a i o

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Italia ed Egitto, dopo le passate esperienze del Green Corridor, riprendono la cooperazione in ambito agro-alimentare: un memorandum d'intesa per promuovere e sviluppare le collaborazioni e per rafforzare lo scambio di informazioni ed esperienze tra istituti di ricerca è stato firmato a metà gennaio al Cairo dal ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina con il collega egiziano Adel el Beltagy. L'Italia, ha ricordato l'ambasciata al Cairo, rappresenta infatti per l'Egitto il partner europeo più importante sia dal punto di vista del commercio agroalimentare, come primo mercato per i prodotti egiziani, che della cooperazione in materia di sviluppo agricolo e rurale. Nei primi nove mesi del 2014, le esportazioni italiane hanno registrato un aumento del 94% rispetto allo stesso periodo del 2013, per un totale di 85 milioni di euro, grazie soprattutto a un forte incremento dell'export di frutta. Nel corso della visita, Martina ha incontrato anche il ministro dell'Industria, del commercio e delle piccole e medie imprese, Mounir Abdelnour, con il quale sono state approfondite le tematiche relative all'Expo Milano 2015 e alla collaborazione economica bilaterale. "L'Egitto - ha ricordato Martina resta un partner importante per l'Italia in campo agroalimentare e sara' tra i paesi partecipanti al cluster del Bio-Mediterraneo di Expo, con uno degli spazi espositivi piu' ampi all'interno del padiglione tematico". Il ministro ha inoltre presenziato alla cerimonia della firma all'accordo di attuazione di un progetto nel settore dell'acquacoltura marina, finanziato dall'Italia nel quadro del Programma Italo-Egiziano. La visita di Martina al CaiG e n n a i o

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Il ministro Martina ha incontrato il suo collega Adel El Beltagy al Cairo. Intesa sullo sviluppo delle relazioni

ro precede quella di una nutrita delegazione italiana, guidata dal viceministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che sarà nella capitale egiziana tra il 22 e il 24 febbraio prossimi e che confermerà il rilancio degli storici e forti legami tra l'Italia e l'Egitto.

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Riparte la cooperazione Italia-Egitto Aumento record dell’export italiano

La stanza dei bottoni dell’Europa… senza bottoni di Lorenzo Frassoldati Aula di Strasbugo vuota o semivuota o semipiena, il congedo del premier Matteo Renzi dalla guida del semestre italiano di presidenza UE va visto in un’ottica di sano realismo, al di là dei commenti partigiani e di sapore elettoralistico alla Beppe Grillo. Allora tutto bene per l’agroalimentare nel semestre italiano? Affatto. Vale per l’agroalimentare quello che Renzi ha detto dell’Europa: o si cambia direzione o diventeremo “il fanalino di coda del mondo”. Il ministro Martina ha fatto un riassunto dei principali dossier su cui si è lavorato in questi mesi. È ovvio e naturale che il ministro veda il bicchiere mezzo pieno quando cita le azioni a favore dei giovani, lo scippo (evitato) di 400 milioni dal bilancio agricolo, i fondi stanziati per l’embargo russo, il nuovo regolamento Promozione. Resta il fatto che il semestre ha dovuto fare i conti con una Commissione UE (quella di Barroso) e con un commissario all’Agricoltura (Ciolos) che saranno ricordati più che altro per i danni, i ritardi, le inconcludenze. Se l’Europa ha perso immagine e credibilità nei confronti dei cittadini europei e delle imprese

agricole in particolare, la responsabilità di questi signori è grande. Pensate solo al ristoro dei danni da embargo russo tra risorse insufficienti, ritardi e deliri burocratici vari. E non a caso Martina sottolinea che “c’è bisogno di un salto di qualità negli strumenti europei di gestione delle crisi. Servono azioni più tempestive, adeguate e in linea con le esigenze delle imprese”. Concludendo: questa Europa funziona male, detta norme e regolamenti che o non funzionano o sono obsoleti e vanno cambiati o quando li cambia spesso fa disastri. E soprattutto la gente non si rende conto, non capisce cosa fa l’Europa, che resta un’entità astratta gestita da una macchina burocratica enorme, elefantiaca e con quali ricadute sulla vita concreta dei cittadini e delle imprese nessuno riesce a capire. Insomma quando entri nella stanza dei bottoni dell’Europa, poi ti accorgi che i bottoni non ci sono (come diceva Nenni ai tempi del primo Centro-.sinistra in Italia). O che magari i bottoni li spingono altri (Merkel). Quindi andiamo avanti. C’è per fortuna una nuova Commissione al lavoro e soprattutto c’è un Europarlamento che intende farsi valere. lorenzo.frassoldati@corriereortofrutticolo.it

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Fruit Logistica, conto alla rovescia Portogallo Paese partner del 2015 Il Portogallo è il Paese partner di Fruit Logistica 2015, che apre i battenti a Berlino il 4 febbraio prossimo. Le aziende leader dell’export portoghese, presenteranno la loro offerta negli oltre 600 mq del padiglione nazionale portoghese dove si aprirà ufficialmente la rassegna ortofrutticola più importante d'Europa e del mondo. Dal 4 al 6 febbraio 2015 il Portogallo non solo vuole incrementare la propria importanza, ma anche sottolineare la sua posizione quale fornitore di prodotti di qualità per i buyer internazionali. Da quando è membro dell’Unione Europea, il Portogallo è diventato uno dei più importanti esportatori nel campo del commercio ortofrutticolo fresco. L’offerta agraria ed alimentare portoghese corrisponde ai più alti standard e progressi sia qualitativi che di sicurezza alimentare. Il volume di export di frutta e verdura dal Paese sudeuropeo cresce continuamente ed è aumentato negli ultimi tre anni del 26 percento – da 780 milioni di euro nell’anno 2010 a 983 milioni di euro nel 2013. Tali dati , pubblicati da Portugal Fresh, associazione di esportatori di frutta, verdura e fiori, dimostrano come il Paese stia guadagnando quote di mercato a livello mondiale, offrendo prodotti di alta qualità a prezzi competitivi. Nell’anno passato il Portogallo ha prodotto frutta e verdura per un valore di 2,6 miliardi di euro, esportando così per oltre un miliardo di euro, soprattutto nei Paesi Europei ma anche Sudamerica e Africa. La posizione geografica del Paese è ideale per il trasporto via mare e offre comunicazioni eccellenti con Europa, Nordamerica, Sudamerica e Africa occidentale. Grazie all’influenza dell’oceano 40

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Ancora una volta grande attesa per la fiera che si apre a Berlino il 4 febbraio Atlantico e del mare Mediterraneo, il Portogallo offre condizioni climatiche uniche per la produzione di prodotti ortofrutticoli. Il clima mite e soleggiato permette una produzione anticipata rispetto ai normali cicli di produzione dei Paesi del nord e centro europa. Infatti il Portogallo, in Europa, gode di un maggior numero di ore solari medie all’anno, agendo così positivamente sul gusto e aroma dei prodotti. Il clima mite lungo la costa evita possibilità di gelate, in tal modo i

prodotti possono essere coltivati all’area aperta, invece che nelle serre come nelle altre regioni europee. Le nuove infrastrutture di irrigazione sviluppate negli ultimi anni, offrono opportunità di investimenti interessanti nella produzione di frutta e verdura. Il bacino idrico Alqueva, il lago artificiale più grande d’europa, è situato nella regione di Alentejo/Alqueva, una delle regioni con il più alto potenziale rurale del Portogallo. Tale bacino irriga circa 120.00 ettari della superficie arabile. Il Portogallo ha partecipato per la prima volta a Fruit Logistica nel 200 e dal 2011 viene organizzata una collettiva portoghese dall’associazione Portugal Fresh.

Le nuove richieste del consumatore al centro del Forum della vigilia Durante la più importante conerenza che si svolgerà a Fruit Logistica si risponderà alla domanda "Che cosa vuole il consumatore?". Questo è infatti il tema del 34° Forum della Frutta e Verdura Fresca, che si svolge il 3 febbraio, alla vigilia della manifestazione. Un consumo ortofrutticolo da anni in diminuzio-

ne costringe il settore ad occuparsi di diverse abitudini alimentari: dal bio all'ormai convenzionale vegetariano e vegano, fino al fast food, chilled food e prodotti 'on the go'. Gli esperti Mirjam Hauser dell’Instituto Schweizer Gottlieb Duttweiler e Mr Rob Baan di Koppert Cress esamineranno i nuovi trend.

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A dicembre i prezzi all’ingrosso in calo del 6,4% Secondo i dati dell'Ufficio federale di statistica tedesco (Destatis), nel dicembre scorso i prezzi di frutta e verdura nel commercio all'ingrosso in Germania hanno registrato un calo del 6,4% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. In media nell'intero 2014 i prezzi di frutta, ortaggi e patate sono stati inferiori del 2% rispetto al 2013.

GERMANIA/2

La catena Real si concentra sul mercato interno

Dopo la vendita della sua rete di ipermercati nell'Europa orientale, la catena Real, appartenente al gruppo Metro, si concentra ora sull'attività in Germania. I ricavi, secondo i dati preliminari del gruppo Metro, sono ammontati nel primo trimestre 2014 a 2,2 miliardi di euro, con +0,9%. In tutti i punti vendita della catena è stata recentemente ottimizzata la gamma dei prodotti. I cinque punti vendita con i livelli di profitto 2014 inferiori sono stati chiusi.

SPAGNA/1

Il gelo ha distrutto a Murcia il 40% dei carciofi In Spagna, nella regione di Murcia, la valle del fiume Guadalentín è stata colpita da forti geG e n n a i o

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late. In particolare, le gelate hanno colpito il 90% delle piantagioni di carciofi, secondo il presidente regionale di COAG, che ha dichiarato che è perduto circa il 40% della raccolta. Si tratta dell'episodio di gelo più importante nell'area dal dicembre 2010, quando i danni erano stati quasi di 23 milioni di euro, con perdite di 9 milioni di euro per la produzione di carciofi.

SPAGNA/2

Calo produttivo delle insalate, export crollato I produttori spagnoli temono di non essere in grado di soddisfare la domanda internazionale di insalate durante l'inverno. Proexport-Opfh (Asociación de Organizaciones de Productores de Frutas y Hortalizas de la Región de Murcia) sottolinea il drastico calo della produzione e dell'esportazione di insalata. A dicembre 2014 le esportazioni si sono attestate su 12 mila tonnellate a settimana. Nelle settimane 2 e 3 del 2015, le esportazioni non superano le 7.000 tonnellate, con un calo quindi del 41,6%. La situazione è preoccupante, perché riguarda tutte le varietà di insalate, la Iceberg - quella più esportata - ma anche tutti gli altri tipi di lattuga. Il clima molto mite a ottobre e novembre ha provocato uno spostamento delle date di raccolta (tra 10 e 15 giorni). Poi, dall'inizio del 2015, il maltempo, la poca luce e il gelo nelle principali aree di produzione hanno portato a una riduzione della produzione.

INDIA

Il maltempo flagella la produzione di uva perdite fino al 40% Condizioni meteo disastrose con piogge e grandinate hanno messo in ginocchio la produzione di uva da tavola nell'India occidentale, in particolare nella regione

in cui si trova Mumbai, Maharashtra. Il maltempo ha imperversato proprio nel momento in cui l'uva era pronta per essere raccolta, con 15-20 giorni di ritardo sul consueto calendario L'Associazione dei Produttori ha annunciato che è stato colpito l'80% delle colture, stimando perdite fino al 40% della produzione. Questi volumi ridotti vanno a provocare un inevitabile rialzo dei prezzi sul mercato indiano, minacciando di limitare le esportazioni tradizionali. Nel 2014 i produttori della zona avevano esportato 1.92 tonnellate lakh (192.000 tonnellate) di uva da tavola destinata a 94 paesi. L'Europa aveva importato 65 mila tonnellate.

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GERMANIA/1

TURCHIA

Netto calo delle esportazioni verso la Russia Le aspettative degli esportatori turchi, che prevedevano un aumento delle importazioni russe a causa dell'embargo, sono andate deluse. In una conferenza stampa del presidente dell'Unione degli Esportatori ad Antalya, si è rivelato che le perdite subìte in questi ultimi due mesi arriverebbero a 50-55 milioni di dollari. Tra le misure prese in considerazione dal Ministero dell'Economia per sostenere l'esportazione verso la Russia figurano il commercio in rubli-lire turche e il sostegno ai settori più colpiti, come quello ortofrutticolo. Ad Antalya sono 450 le aziende che esportano i propri prodotti in Russia: alcune sono in grosse difficoltà e potrebbero essere costrette a chiudere. Il rublo è stato svalutato di circa il 60-70% e le società di importazione russe stanno penando per pagare i loro debiti in dollari. Tuttavia, sembra che la situazione si normalizzerà nei prossimi mesi. Secondo il presidente, il 2015 sarà un anno critico. La Russia è il principale mercato di frutta e verdura per l'export turco. www.corriereortofrutticolo.it

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M ondo flash RUSSIA/1

La catena O'Key blocca i prezzi per sei mesi

Uno dei più grossi retailer alimentari in Russia, il gruppo O’Key ha deciso di congelare prezzi in alcuni punti vendita per i primi sei mesi del 2015. La campagna ha preso inizio nella città di San Pietroburgo e nei dintorni della “capitale del nord”, ma i dirigenti della catena stanno pensando di ampliare la geografia dell’iniziativa anche nelle altre regioni russe, qualora i fornitori siano in grado di sostenerla. Lo scopo di questa politica dei prezzi è di aumentare il flusso dei consumatori che risulta in calo. I fornitori si sono dimostrati piuttosto preoccupati in quanto l’iniziativa di O’Key potrà causare loro grossi danni economici. In particolare la proposta di congelamento dei prezzi riguarderebbe i cosiddetti prodotti di importanza sociale: pasta, olio di semi, latte, pane e succhi di frutta. Appena un mese fa O'Key ha comunicato che nel 2015 intende lanciare 40-50 nuovi negozi discount. Secondo quanto riportato dalla catena la denominazione della nuova rete GDO sarà Da!. Inoltre O'Key aprirà 14 ipermercati entro l'anno.

RUSSIA/2

Con AV Market il gruppo Azbuka Vkusa fa la guerra a Auchan La società russa Azbuka Vkusa, che gestisce omonimi supermercati di fascia premium, lancia una nuova rete di negozi alimentari “AV Market” che operarenno nella stessa fascia di prezzi di Au42

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chan. La scelta è dettata dal fatto che secondo i dati dell’indagine della società Romir, effettuata nello scorso novembre, il numero degli acquirenti, che cominciano a risparmiare su generi alimentari, è raddoppiato. Vitalij Vavilov, socio di Strategy Partners, non condivide questa visione. Secondo lui il segmento di alta gamma è meno suscettibile alle flessioni. Nella spesa di un moscovita medio la quota di prodotti alimentari è pari al 20% del suo reddito, mentre le fasce più abbienti destinato solo il 10-15%, per cui è difficile risparimiare molto su questa spesa. Azbuka Vkusa, costituita nel 1992, possiede 77 supermercati “Azbuka Vkusa”, tre miniamarket “AB Daily” e tre negozi specializzati “Enoteca”. Nel 2013 il fatturato della rete è stato pari a 32,5 miliardi di rubli (circa 1 miliardo di dollari).

MONDO

Nella classifica dei porti Hong Kong scende al quarto posto Nel 2014, il porto di Hong Kong ha movimentato 22,28 milioni di teu, segnando una lieve contrazione dello 0,3% sull'anno precedente. Un risultato che lo fa scendere dal terzo al quarto posto della classifica mondiale degli scali container, a beneficio di Shenzhen, che supera i 24 milioni di teu. Tra i primi 10 porti al mondo per movimentazione di container ben nove sono in Cina, il decimo è Singapore. Questo la dice lunga sui traffici mondiali. Nella top ten, infatti, non ci sono né porti americani né Rotterdam, che resta ben saldo in prima posizione tra i porti d'Europa.

STATI UNITI/1

Chiquita pronta a lasciare la sede di Charlotte I nuovi proprietari di Chiquita Brands International Inc. chiuderanno la sede americana di Charlotte (North Carolina). Il capo della Direzione temporanea ha spiegato che il provvedimento rientra nella transizione verso un modello di impresa più semplice e snella, adatto ai mercati sempre più competitivi. La data esatta non è stata rivelata. Tuttavia alcuni rumours affermano che la sede sarà chiusa al più tardi entro metà aprile. Chiquita si era spostata da Cincinnati a Charlotte nel 2012 e aveva costruito l'edificio Nascar Plaza, che ospita 320 dipendenti. La società aveva scelto la città di Charlotte in cambio di circa 23 milioni di dollari ottenuti con sovvenzioni e incentivi vari a livello locale o statale e impegnandosi a mantenere lì la sede per dieci anni. Non ce l'ha fatta.

STATI UNITI/2

Il mercato del bio in continua crescita: +14% entro il 2018 La domanda di prodotti alimentari biologici da parte dei consumatori americani è destinata ad aumentare sempre più. Secondo lo studio del mercato del biologico (United States Organic Food Market Forecast & Opportunities, 2018) si prevede che il mercato dei cibi biologici crescerà di circa il 14% l'anno entro il 2018. I prodotti provenienti da agricoltura biologica stanno diventando sempre più popolari negli Stati Uniti. Le ultime stime indicano che ora circa l'81% delle famiglie dichiara di acquistare prodotti biologici, almeno occasionalmente. Produzione e domanda di prodotti biologici sono maggiori negli Stati occidentali, ma la domanda crescente prevista si estenderà anche ad altre aree del Paese. G e n n a i o

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SCHEDA PRODOTTO

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Emanuele Zanini Chiara Brandi

stimoniarlo è Marco Eleuteri, direttore commerciale dell’Aop Armonia di Battipaglia (Salerno), associazione con soci anche in Calabria. Il clima, ancora una volta, è stato il principale artefice dell’esito di un’annata finora assai complicata. Il clima mite di inizio campagna ha influenzato negativamente i consumi e di conseguenza le vendite. Poi la gelata del 31 dicembre nel centrosud Italia e nell’area jonica in particolare, compresa la piana di Sibari, che da sola rappresenta tre quarti della produzione di clementine italiane. “Il gelo ha costretto ad una chiusura nettamente anticipata della stagione. Si parla di un mese prima”, spiega Eleuteri. “Se di solito, infatti, la conclusione della raccolta era a inizio febbraio, quest’anno siamo stati costretti a terminare a

inizio gennaio a causa del freddo intenso che ha influenzato tutta la campagna”. Fino a fine dicembre le cose stavano procedendo anche piuttosto bene. “Prevedevamo un aumento dei volumi del 20%”, dichiara Eleuteri. Come Aop Armonia le previsioni parlavano di circa 7 mila tonnellate per la stagione 2014-2015. Invece a causa del gelo si arriverà a 6 mila tonnellate”. Di questi volumi il 20% è rappresentato dalla linea premium, venduta con il brand “Dolce Clementina”. La gelata dell’ultimo dell’anno ha compromesso il raccolto e la qualità dei prodotti. L’Aop ha così deciso a inizio gennaio di bloccare le vendite di prodotto di fascia alta proprio per mancanza di merce di alta qualità. “Purtroppo questa scelta obbligata si è tramutata in un ulteriore van-

numero 1 del 2015

Per gli agrumi sarà un’annata scarica, con volumi in calo in media tra il 5 e il 10%. Particolarmente significativo il decremento produttivo per l’arancia rossa. Per Salvo Laudani, marketing manager di Oranfrizer i cali saranno piuttosto importanti, specialmente per le varietà tardive: “Per Moro e Sanguinello la riduzione di quantità si dovrebbe aggirare attorno al 50%, mentre per il Tarocco si prevede un -40%. Le pezzature di quest’ultima varietà sono peraltro eccellenti, nella media quelle del Moro”. In generale la situazione dei mercati è soddisfacente: “La domanda finora (metà gennaio, ndr) risponde piuttosto bene – aggiunge Laudani. I volumi venduti sono rimasti nella media ma il punto interrogativo sarà sul calendario di commercializzazione. Garantire il prodotto fino a maggio quest’anno sarà difficile”. Più delicata ancora la situazione per le clementine calabresi. A te-

In Sicilia e in Calabria la campagna agrumicola si presenta con quantità inferiori al passato a causa del tempo. Calo produttivo fino al 50% per Moro e Sanguinello e intorno al 40% per il Tarocco

AGRUMI

Annata ‘scarica’ e più corta ma il prezzo può ripagare

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Tre protagonisti del settore agrumicolo: Salvo Laudani, Aurelio Pannitteri e Marco Eleuteri

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SCHEDA PRODOTTO

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Nella piana di Catania diventa una piaga il furto del prodotto nelle campagne Un incontro urgente al Prefetto di Catania, per affrontare il tema dell’aumento vertiginoso di furti di agrumi in campagna, è stato chiesto a metà gernnaio dal Distretto Agrumi di Sicilia. Il documento è firmato dalla presidente, Federica Argentati (nella foto), e dai vertici etnei di Cia (Giuseppe Di Silvestro), Coldiretti (Giovanni Pappalardo), Confagricoltura (Giovanni Selvaggi), Fruit Imprese Sicilia (Salvatore Laudani), Confcooperative, Legacoop e AGCI (Gaetano Mancini e Giuseppe Giansiracusa, Silvana Strano). Teatro di questa escalation di furti, la Piana di Catania, dove da sempre i produttori vedono mortificato il proprio lavoro onesto e appassionato, motore dell’economia di questo e di altri comprensori agrumetati. “Riceviamo – si legge nella lettera al Prefetto - sempre più segnali dalle aziende di produzione del territorio di continui e dilaganti furti di agrumi in campagna, ad un livello mai era registrato prima. Chi coltiva agrumi ci conferma come il fenomeno, da sempre presente, abbia raggiunto limiti che, oltra a mettere seriamente in difficoltà il reddito dei produttori agricoli, li espone in termini di sicurezza ed incolumità, propria e dei dipendenti. Senza contare che la frutta rubata entra illegalmente in commercio con un rapporto “qualità-prezzo” molto basso e dunque con ulteriore danno per la filiera onesta di produzione-distribuzione che, di conseguenza, non

taggio per i concorrenti, in particolar modo la Spagna”, sottolinea il manager dell’Aop campana, che pensa già al futuro. “Abbiamo in progetto di estendere il calendario produttivo attraverso una riduzione del peso della va44

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può competere a simili condizioni. Proprio in una fase storica dell’agrumicoltura siciliana in cui i soci del Distretto, sottoscrittori del Patto di Sviluppo, sono impegnati in un percorso di valorizzazione della produzione attraverso meccanismi che garantiscono trasparenza, legalità e tutela dell’intera filiera. Un impegno per un’eccellenza del territorio che è anche una delle voci più importanti del PIL regionale e di quello della provincia etnea in particolare”. Tra le proposte di intervento ventilate dai firmatari della lettera per provare ad arginare il fenomeno, ci sono: il sequestro della merce, venduta da ambulanti o nei mercati, da parte delle Forze dell’Ordine; il controllo in entrata e la vendita all’ingrosso di agrumi al Mercato Ortofrutticolo di Catania (MAAS), con verifica dei documenti fiscali di accompagnamento delle transazioni di agrumi, sin dalla sorgente iniziale dei prodotti; un sistema di informazione per i cittadini delle azioni repressive in corso e l’invito agli stessi a non comprare agrumi al di fuori dei circuiti commerciali regolari.

rietà comune di clementine proseguendo sulla linea della diversificazione e innovazione varietale, già peraltro tracciata”. Tornando all’annata in corso, nonostante le difficoltà riscontrate finora, la risposta dell’export è sta-

ta positiva, raggiungendo il 20% circa del venduto. “Abbiamo implementato le esportazioni, in particolar modo della linea Premium che viene esportata per il 40%. Gli spazi per rilanciare sul comparto insomma ci sono”. Confermato il calo produttivo per la stagione 2014/15 anche Aurelio Pannitteri dell’OP Rosaria, con il quale abbiamo avuto una lunga intervista. Pannitteri tuttavia non nasconde una certa soddisfazione per l'andamento della campagna commerciale in corso. "Quest'anno, al di là dei problemi di fioritura delle piante, il Virus della Tristezza ha decimato gli agrumeti. I volumi attuali sono fino al 50% inferiori rispetto a quelli dello scorso anno. Ciò però ci consente di affrontare la stagione in maniera più serena rispetto al 2014 quando la super-produzione aveva provocato problemi relativi alle pezzature. In generale la qualità è eccellente e i calibri sono grossi; le arance soddisfano in pieno le richieste della distribuzione. Inoltre, come si sa, quando il prodotto manca i prezzi sono più elevati e a trarne i maggiori vantaggi sono i 30 soci dell'OP". Abbiamo chiesto a Pannitteri: in termini di vendite, come sta andando la stagione? "Le vendite - ha precisato - stanno andando abbastanza bene, sicuramente meglio dell'anno scorso. Stiamo facendo poca attività promozionale perché se facessimo una campagna pubblicitaria come quella precedente non potremmo garantire il prodotto fino a fine stagione. Già allo stato attuale il rischio è di non arrivare nemmeno a Pasqua. Per quel che riguarda l'estero stiamo lavorando bene con Slovenia, Olanda e Norvegia. L'embargo della Russia poteva essere un duro colpo ma concentrandoci su altri mercati non ne abbiamo risentito tanto; il dispiacere più grande è per i nostri consumatori russi che almeno per quest'anno non potranno godere della bontà delle arance G e n n a i o

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SCHEDA PRODOTTO

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Le agenzie internazionali, a partire dall’americana USDA, non confermano la drastica contrazione dei volumi dichiarata a livello nazionale. Ma le statistiche previsionali non sempre ‘leggono’ la realtà Chiara Brandi Nella stagione commerciale 2014/15 il calo produttivo dei principali Paesi produttori - Spagna, Italia e Grecia - sembra influenzerà l’intero comparto agrumicolo europeo con volumi in contrazione del 3,2% rispetto alla campagna precedente per

In Italia la produzione è prevista in calo del 5,5% rispetto alla scorsa stagione, passando da 1,8 milioni a 1,7 milioni di tonnellate. In particolare si dovrebbe registrare una flessione del 10% per le varietà bionde (con punte tra il 15 e il 20% per gli areali siciliani di produzione precoce) mentre per alcune varietà rosse

un totale nell’intorno degli 11 milioni di tonnellate. In particolare, secondo le previsioni del Dipartimento dell’Agricoltura Americano (USDA), la produzione di arance - concentrata per l’80% del totale europeo in Italia e Spagna - dovrebbe subire una contrazione del 7,5% attestandosi a circa 6,2 milioni di tonnellate.

tardive il crollo produttivo potrebbe raggiungere anche il 30% rispetto ai volumi dello scorso anno. In Spagna la contrazione prevista è dell’8,5% rispetto alla campagna 2013/14, per un totale di circa 3,3 milioni di tonnellate (nel 2013/14 i volumi sono stati superiori a 3,6 tons), a causa delle elevate temperature registrate

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Calo anche all’estero In Europa -7,5%

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Tarocco di Sicilia". In merito al “sogno” di una DOP per le arance rosse? “Per fare una DOP - aggiunge il leader di Rosaria - bisogna essere tutti coesi e uniti ma in Sicilia non c’è la mentalità giusta. Al momento non sembra ci siano nemmeno le premesse per farlo, pertanto noi di Rosaria cerchiamo di concentrarci sul nostro brand che, allo stato attuale, è leader indiscusso di mercato”. Novità per il futuro? Nuove varietà? "Stiamo introducendo una nuova cultivar che si chiama Tarocco Meli, una varietà che pigmenta tardi e consente di allungare la stagione delle arance rosse di un mese - un mese e mezzo portandola fino a giugno. La raccolta avviene nei primi giorni di maggio. E’ una varietà eccellente che penso potrà darci molte soddisfazioni. Ad oggi sono stati messi a dimora alcuni agrumeti ma ci vorrà ancora qualche anno affinché entrino a pieno regime in termini di produzione”. Per la prima volta quest’anno come OP Rosaria avete preso parte a Marca, il Salone dedicato alla Marca Del Distributore tenutosi a Bologna. Qual è il vostro giudizio sulla partecipazione alle Fiere di settore? “Marca è un appuntamento importante, siamo contenti di averne preso parte. Da sempre Rosaria pone grande attenzione alla partecipazione a Fiere ed Eventi nazionali ed internazionali. Quest’anno come Distretto di Sicilia saremo presenti anche all’Expo 2015 e non solo. L’intenzione sarebbe di partecipare ad altre Fiere in programma in Italia anche se, a mio avviso, sono troppe. Basterebbe una sola Fiera importante all’anno per valorizzare veramente il comparto. Il proliferare di appuntamenti, da Fruit Innovation a Milano al nuovo Macfrut di Rimini passando per il Fruit Gourmet Expo di Verona, sono troppi; creano confusione soprattutto nei buyer esteri che non sanno dove andare per ottimizzare al meglio la loro partecipazione”.

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SCHEDA PRODOTTO

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la scorsa primavera che hanno influito negativamente sulla fioritura e la fruttificazione delle piante non compromettendone però la qualità dei frutti. Anche la Grecia potrebbe registrare una contrazione del 12% della produzione di arance (da 970.000 a 850.000 tons), a causa delle violente piogge abbattutesi sulla penisola nei mesi di maggio e di giugno. Al contrario, Portogallo e Cipro dovrebbero incrementare i volumi rispettivamente del 5,3 e del 15,6%, per un totale previsto di 219.000 e 106.800 tonnellate. Il comparto dei mandarini invece sembra manterrà una sostanziale stabilità dei volumi. Unica eccezione il nostro paese. In Italia infatti ci si aspetta una contrazione di circa il 10% sia per le clementine (la cui produzione dovrebbe passare da 668.000 a circa 600.000 tonnellate) sia per i mandarini (da 121.000 a

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110.000 tons). E mentre sono stabili le previsioni per le produzioni di Spagna e Grecia, rispettivamente nell’intorno dei 2,1 milioni di tonnellate e di 148.000 tonnellate, per Cipro e Portogallo si prospetta una crescita del 9,2% (pari a 88.600 tons) e dell’11,4% (39.000 tons). Per il comparto dei limoni sembra sarà una campagna a dir poco soddisfacente sia in termini di volumi prodotti con una crescita del 16% (pari a circa 1,5 milioni di tonnellate), sia in termini di qualità dell’output. In Spagna, dove la campagna 2014/15 si è aperta con 2 settimane di anticipo rispetto alla norma grazie alle miti temperature estive, si dovrebbe registrare un incremento dei volumi del 18% (passando da 818.500 a 965.900 tonnellate) a fronte di qualità e pezzature soddisfacenti. In Italia la crescita prevista è di circa il 14% (da 412.000 a 470.000 tonnellate)

con livelli qualitativi eccellenti, mentre a Cipro l’aumento sarà addirittura del 44% (da 16.600 a 23.900 tons). Per Grecia e Portogallo i quantitativi dovrebbero invece rimanere in linea con quelli dello scorso anno, rispettivamente nell’intorno delle 55.000 e 13.000 tonnellate. Circa la produzione di pompelmi si stima una crescita a livello europeo del 16% per un totale dei volumi di 131.000 tonnellate grazie soprattutto all’impennata produttiva della Spagna (+33% circa), passata dalle 54.200 tonnellate del 2013/14 alle 72.000 tonnellate previste per la campagna attuale. Per la produzione cipriota si stima una crescita del 2,5% mentre quella greca dovrebbe restare sostanzialmente stabile attorno ai 6.000 tons. In Italia infine i volumi dovrebbero segnare un calo del 6,7% passando dalle 7.500 alle 7.000 tonnellate.

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Pietro Barbieri Negli ultimi 15 anni la peschicoltura italiana ha subìto un forte processo di ridimensionamento che, purtroppo, non è ancora giunto al termine. Dai circa 82.400 ettari investiti a pesche e nettarine nel 2000 si è progressivamente passati ai 65.955 del 2010 (dati Istat riferiti ai Censimenti generali dell’agricoltura italiana), per scendere oggi - secondo autorevoli fonti – a circa 63-64.000 ettari, con un calo significativo delle superfici di oltre il 20%. La diminuzione delle aree coltivate si è tradotta in un calo della produzione, il cui potenziale è sceso da quasi 1,8 milioni di tonnellate a circa 1,6 milioni di tonnellate. Tuttavia ciò non è bastato a rimettere in equilibrio la situazione del comparto e a garantire un ragionevole livello di redditività per i produttori. Anzi. Nel 2014 il maltempo, causa del drastico calo dei consumi in tutta Europa, ha fatto da cassa di risonanza alle difficoltà che da tempo attanagliano il settore e cioè la continua crescita dei volumi delle produzioni spagnole e la loro aggressività commerciale, i maggiori costi di produzione e di magazzinaggio delle nostre produzioni, la nostra eterogeneità varietale e frammentazione commerciale e organizzativa. Risultato: una campagna commerciale drammatica, con prezzi all’origine inferiori del 35-40% a quelli dell’anno precedente e largamente al di sotto dei costi di produzione. In un contesto di crisi strutturale come quello descritto, il rinnovo degli impianti con varietà rispondenti alle esigenze del mercato e al cambiamento delle condizioni climatiche in atto diventa una condizione impreG e n n a i o

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scindibile per assicurare un futuro alla peschicoltura italiana. Il processo di rinnovamento varietale, in realtà, è in corso già da qualche anno e sono decine le novità all’esame di istituzioni scientifiche, tecnici, vivaisti e produttori. Ma come scegliere tra le tante a disposizione? In base a quali criteri? Recentemente, secondo le valutazioni del Cso , la produzione italiana di pesche e nettarine evidenzia il rischio di un picco dei volumi tra fine giugno e inizio luglio. Questo pericolo appare ancora più rilevante nel caso di accavallamenti produttivi tra l’offerta del Sud e quella Nord Italia. Spostare in avanti l’epoca di raccolta di una quota della produzione nazionale può dunque avere un effetto tonico sul mercato. Ecco perché non sono poche le novità varietali a maturazione medio-tardiva o tardiva. Tra queste un particolare interesse sta riscuotendo la nettarina a polpa gialla Febe, selezionata da Geoplant Vivai di Savarna

VARIETÀ & MERCATO

Alla crisi peschicola si risponde con l’innovazione. Ed ecco Febe

(Ravenna). L’azienda romagnola, che si è costituita nel 2007, si presenta come la naturale continuità di quella nata oltre 30 anni fa per volontà della famiglia Danesi, dalla quale ha ereditato l'esperienza e il know-how assieme all'intera gestione vivaistica delle piante da frutto e di fragola. “Febe – dice Gianluca Pasi, tecnico-commerciale dell’azienda trae origine dal nostro programma di breeding pesche/nettarine iniziato nel 1999. L'incrocio da cui si è originata risale al 2000 ed è lo stesso da cui abbiamo ottenuto un’altra varietà già affermatasi sul mercato, ovvero Gea, che è stata licenziata nel 2010. Gli obbiettivi del nostro programma sono ottenere varietà di elevata rusticità e produttività (ottenibile ad esempio con fioriture abbondanti e tardive), di grossa pezzatura (calibro medio minimo AA), di elevata colorazione e brillantezza, elevate qualità organolettiche, elevata aromaticità, acidità bassa o mediowww.corriereortofrutticolo.it

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V arietà & mercato bassa, nocciolo di piccole dimensioni e spicco (riduce la percentuale di ‘scatolato’) e piante di vigoria contenuta perché facilitano la gestione del frutteto facendo diminuire i costi. Se una selezione non possiede tutte queste caratteristiche viene scartata”. “Per Febe – prosegue Pasi - abbiamo depositato una domanda di privativa comunitaria nel 2012 (n. 2012/2752) per ottenere la protezione della varietà su tutto il territorio dell'Unione Europea, mentre per il momento non depositeremo un marchio. La varietà potrà essere commercializzata liberamente in quanto non è stato creato alcun ‘club’, come nessuna esclusiva di commercializzazione è stata rilasciata”. Ma quali sono le caratteristiche di questa nettarina? “Febe – afferma Pasi - si distingue essenzialmente per l'elevata pezzatura e per il sapore veramente ottimo. L'epoca di maturazione è circa +5 gg rispetto a Sweet Lady, il frutto è bicolore con una percentuale di sovracolore rosso intorno al 60-70% della superficie del frutto. Il calibro prevalente è AA-AAA, di forma sferica e polpa spicca dal nocciolo. L'elevata aromaticità la rende probabilmente una delle varietà più interessanti nel periodo di maturazione fine agosto-inizio settembre”. La varietà è stata sperimentata per ben 10 anni nei campi di selezione di Geoplant Vivai, in provincia di Ravenna, e successivamente è iniziata la sperimentazione allargata in vari siti nazionali (Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto). Nel 2014 ha preso il via la diffusione commerciale vera e propria e ad oggi sono circa una decina gli ettari in produzione. Febe è presente inoltre nei campi di valutazione del Creso in provincia di Cuneo e, per quanto riguarda l'estero, è in fase di test presso l'Irta di Lleida (Spagna). “ La varietà è molto semplice da coltivare – conclude Pasi - grazie 48

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Gianluca Pasi, tecnico della Geoplant Vivai, di Savarna in provicia di Ravenna. Sotto, la nettarina a polpa gialla Febe

all’elevata produttività e alla ridotta vigoria della pianta. Come ho già detto, non è una varietà a club, perciò qualunque organizzazione di produttori può inserirla nel proprio piano operativo. Ora il nostro obiettivo è farla conoscere. Per questo nel corso del 2015 organizzeremo alcune visite tecniche in campo per presentarla ai tecnici e ai produttori. In particolare presenteremo la varietà presso dei frutteti dove è già in produzione in diverse zone della Romagna”.

Le caratteristiche Costitutore. Geoplant Vivai (Italia) Maturazione. +53 Big Top (01 settembre) Vigoria. Medio-bassa Portamento. Espanso Epoca di fioritura. Intermedia Tipo di fiore. Rosaceo Sapore. Dolce

Acidità. Medio-bassa Note agronomiche. Pianta di vigoria medio-bassa con portamento espanso, molto rustica e produttiva. La fioritura è abbondante e di epoca intermedia. Il frutto è sferico, di grossa pezzatura, bicolore (sovracolore rosso brillante sul 70% della superficie). La polpa è molto soda, semi aderente al nocciolo. Il sapore è ottimo, molto aromatico, dolce, con bassa acidità.

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DI

ECONOMIA

ANNO XXIX Nuova serie

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C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

• FEDAGRO Il 21 febbraio il rinnovo delle cariche PAG. 28

• FIERE Pugliese presidente di Fruit Innovation PAG. 29

PROTAGONISTI Giuliano Canella: Il reparto ortofrutta che parla al consumatore

• PESCHE Febe è la risposta alla crisi PAG. 47

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