MENSILE DI ECONOMIA
ANNO XXVII Nuova serie
Gennaio 2013
E AT T U A L I T À D I S E T T O R E
euro 6,00
GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR
1
C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET
• GDO La private label si esalta con la crisi PAG. 39
• DETTAGLIO Flessibilità e servizio Il negozio resiste PAG. 42
• IV GAMMA Nuove regole in arrivo per fare chiarezza PAG. 43
• ESOTICO Banane e ananas, prezzi sotto pressione PAG. 45
PROTAGONISTI Zanotelli: grandi mercati esteri strada obbligata per la mela PAG.19
NON C’E’ 3 SENZA 5!
QUEST’ANNO MELINDA®. SI FA IN 5 PER PIACERTI SEMPRE DI PIÙ E SERVIRTI SEMPRE MEGLIO.
5 sono le varietà di mele coltivate e selezionate per te in Val di Non: le nuove Gala e Fuji di montagna, dal gusto insuperabile, e le classiche Golden, Red Delicious e Renetta, le uniche mele D.O.P. italiane. Per offrire solo il meglio ai tuoi Clienti. 5 sono i centri di confezionamento ad alta tecnologia. Per garantirti nel tempo il livello di servizio e di tracciabilità di cui hai bisogno. 5 sono le certificazioni di prodotto e di processo ottenute da Melinda: D.O.P., Global-Gap, ISO 9001, BRC e ISF. Per darti tutte le certezze e la tranquillità di cui hai bisogno. È per questo che Melinda® sarà un partner 5 volte più utile per te e per i tuoi affari.
Melinda®. Mi piaci di più. www.melinda.it - Numero Verde 800-929272
E
CorriereOrtofrutticolo
✍ Lorenzo
“È quello che passa il convento. Un PaeFrassoldati se in crisi culturale, prima che economica e politica. Gli italiani vanno a votare contando di cavarsela personalmente ma col dubbio che, chiunque vinca le elezioni, non sappia risolvere i loro problemi. Non è una prospettiva incoraggiante”. Così Piero Ostellino sul Corriere della Sera del 13 dicembre 2012. Cominciamo con questa bella e insieme amara citazione il primo numero del nuovo anno perché il clima che si respira è proprio questo, di totale disillusione, sia sulle prospettive politiche che economiche. Qui non parliamo mai di politica ‘politicante’, però facciamo nostre in toto le parole di Ostellino: la sfiducia nella classe politica è ai massimi storici. Ai minimi storici sono invece i consumi degli italiani che in occasione dello scorso Natale hanno segnato il punto più basso degli ultimi vent’anni, allungando un’ombra inquietante su tutto il 2013 che molti prevedono come il vero anno ‘orribile’, quello in cui arriveranno drammaticamente al pettine tutti i nodi della crisi. Non vorremmo essere nei panni di chi prenderà in mano le redini politiche del Paese: ci sarà da gestire una serie di macerie economiche e al tempo stesso cercare di ridare fiducia alla classe imprenditoriale, la sola che può dare un senso a una parola usata troppo spesso a vanvera: sviluppo. Perché di dosi di tasse e austerità ne abbiamo avute fin troppe, adesso sarebbe il momento della crescita. Ma qui bisogna essere chiari: a chi tocca fare crescita? Alle imprese, cioè ai privati, o allo Stato? Noi pensiamo che siano le imprese (private e cooperative, non fa differenza) i veri motori di una possibile crescita in un Paese in cui lo Stato ha già una presenza fin troppo importante nell’economia. Intendiamoci di Stato c’è bisogno, perchè c’è bisogno di infrastrutture, di grandi investimenti ecc. Ma lo Stato si deve fermare lì, deve creare le condizioni perché i privati possano lavorare e prosperare. Deve agevolare, disboscare la malaburocrazia, non vessare gli imprenditori con tasse e balzelli senza senso. Deve agevolare il credito, accompagnare le imprese sui mercati lontani, far sentire il sistema Paese nelle relazioni internazionali… tutto il resto tocca ai privati. In questo quadro una parola sul ministero agricolo. Chi ci legge sa che abbiamo seguito con attenzione e simpatia il lavoro del ministro ‘tecnico’ Catania - oggi candidato alle elezioni - che con competenza e concretezza ha rivalutato il ruolo del ministero dopo un trittico di ministri solo da dimenticare. Però lo scandalo che ha investito il ministero con l’arresto di un potente ex direttore generale e di una serie di alti dirigenti non è un fatto incidentale. È il segnale di un profondo malcostume di cui tanti parlavano a bassa voce, e che adesso è esploso in tutta la sua sconcertante evidenza. Chiunque metterà piede in via XX settembre a Ro-
G e n n a i o
2013
ma dopo le elezioni dovrà dare un segnale chiaro e inequivocabile di una necessaria “rifondazione ministeriale” dimostrando la volontà di fare piazza pulita con nomine inattaccabili, privilegiando merito e competenze, magari utilizzando professionalità private come consulenti. In questa opera di rifondazione serve il concorso attivo del mondo agricolo, che deve uscire dal ruolo di maggiordomo dei vari governi in carica. Oltretutto dire sempre di sì, fare sempre e comunque inchini e applausi non ha portato grandi risultati, anzi. Se c’è qualche anima pia ancora convinta che l’agricoltura abbia un qualche peso politico in questo Paese, lo inviterei ad osservare il dibattito che sta accompagnando il Paese alle prossime elezioni. Dal noioso teatrino elettorale sono quasi totalmente assenti i temi del settore agroalimentare. Nell’Agenda Monti al settore è dedicato un capitoletto con un elenco di cose da fare che si chiude con l’auspicio di una “forte politica di sostegno all’export”. Che questa sia una priorità lo capirebbe anche un bambino. Il 2012 è stato l’anno del record storico del nostro export agroalimentare con 31 miliardi di euro, con l’ortofrutta (circa 4 miliardi di valore) al secondo posto dopo il vino. Nonostante questo exploit, l’agricoltura è da sempre la cenerentola nelle agende economiche dei vari governi e il ministero verde (abolito con referendum poi resuscitato sotto altro nome) è considerato una poltrona di serie B al momento di fare i governi. Il mondo agricolo ha sempre accettato un ruolo da figlio di un dio minore in cambio di una politica fatta soprattutto di “sovvenzioni e detassazioni”. Ma ora che le sovvenzioni calano e le tasse aumentano, urge una svolta. Il mondo agricolo deve rimettersi con la schiena diritta verso il potere politico. La Coldiretti promette appoggio solo a quei candidati che si sono impegnati “a favore dell’agricoltura condividendo il nostro modello di agroalimentare”. Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agricole si sono unite in Agrinsieme, soggetto unitario che vuole dialogare con partiti e Governo. Tutte iniziative lodevoli, ancor più lodevoli quando sapremo le richieste concrete che saranno messe sul tavolo. Ma poi di quanti voti dispongono oggi le armate agricole? Bella domanda. lorenzo.frassoldati@corriereortofrutticolo.it
EDITORIALE
Rifondazione ministeriale
PUNTASPILLI MIRACOLO A BARI Succede in Puglia. A presiedere l’Op Arca Fruit, la più grande della provincia di Bari, è stato chiamato il cav. Sergio Curci, che dichiara: “La nostra Op nel suo piccolo costituisce una piccola rivoluzione. Al suo interno vi sono i maggiori esponenti provinciali di Cia, Confagricoltura e Coldiretti, tutti insieme finalmente per rafforzare la nostra agricoltura ed il territorio”. Pare sia tutto vero. Incredibile.
www.corriereortofrutticolo.it
3
I “+” e “-” dell’ortofrutta
CorriereOrtofrutticolo
IL BORSINO ☛ Andrea Segrè Non è solo un economista agricolo e un professore universitario creativo, è anche un manager che fa risultati. Da quando è presidente del Caab, indubbiamente anche per l'azione del neo-direttore Alessandro Bonfiglioli, con cui fa squadra, il Centro Agroalimentare di Bologna ha migliorato i conti. Il 2012 si è infatti chiuso con 500 mila euro di utili e un fatturato da 9 milioni di euro. Questo è il secondo anno
☛ Paolo Pari Quel “mastino” di Pari ci mette l’anima. Ed è anche grazie al suo direttore che Almaverde Bio (primo marchio del biologico in Italia) non arresta la sua crescita. Al 31 ottobre scorso (è l’ultimo dato a disposizione) il fatturato dei prodotti a marchio realizzato dalle aziende socie e licenziatarie si attesta a 28,2 milioni di euro. Un dato che conferma un trend positivo in crescita del +9% rispetto al pari periodo del 2011, evidenziando una controtendenza rispetto al comparto agroalimentare. Con una gamma di offerta di oltre 300 referenze, Almaverde Bio
☛ Cesare Bellò Non si smentisce Cesare Bellò, tiene le posizioni molto bene. Durante le festività, il radicchio IGP di OPO Veneto ha avuto un’impennata niente male. Richiestissimo e venduto a buon prezzo. I coltivatori sono stati presi in contropiede da tanta richiesta, sul mercato ci sarebbe stato spazio per un buon 30% in più. In particolare il tardivo di Treviso Igp, sta diventando un must delle feste natalizie. “Noi speriamo - afferma Bellò - che non sia solo una moda, ma una realtà destinata a consolidarsi. Il radicchio è un prodotto bello e
☛ Francesca Nadalini 33 anni, colonna portante dell'azienda di famiglia, la mantovana Nadalini, specializzata nella produzione e commercializzazione di melone mantovano Igp, con il progetto di tracciabilità Local Tracing ha vinto il premio Gammadonna 10 e lode che quest’anno ha premiato cinque donne che operano nel settore agroalimentare. Oltre a Francesca Nadalini i premi sono stati assegnati a Chiara Soldati (vino), Maria Cristina Oddero (vino), Carla Ceriotti (riso), Paola Polce (erbe per detersivi bio). Le motivazioni dei premi sono state per la 'capacità di battere la crisi innovando attraverso la creazione di nuove imprese o l’introduzione di nuovi processi in aziende esistenti'.
4
www.corriereortofrutticolo.it
col segno più per il Caab, nonostante il pagamento di una consistente tassazione sotto forma di Imu. L’imposta sugli immobili è infatti costata al Caab ben 600 mila euro, una quota raddoppiata rispetto ai 300 mila euro versati l'anno scorso. L’utile ad ogni modo è più che quadruplicato rispetto ai 118 mila euro registrati a bilancio nel 2011. Questo grazie a un’attenzione scrupolosa a tutte le voci di spesa e a una progettualità che punta sull'innovazione dei servizi. Su
offre ai consumatori italiani una scelta completa di prodotti certificati biologici, privi di additivi chimici, coltivati nel rispetto dell’ambiente e della salute dell’uomo. Il marchio Almaverde Bio è sostenuto e finanziato da 12 imprese italiane specializzate nella produzione di alimenti biologici che da oltre 10 anni hanno scelto di puntare sulla politica di marca per comunicare direttamente al consumatore i valori del biologico. Dal 28 dicembre, per 10 giorni gli spot Almaverde Bio attraverso le tv nazionali hanno raggiunto oltre 40 milioni di contatti utili.tore conserviero internazionale. Su
buono da gustare e da vedere e che fa festa. Produttori ed operatori dovranno fare il possibile per favorire la positiva tendenza cercando di non tradire tanto interesse con un'offerta non all’altezza”. Quest’anno, in particolare, sono andate a ruba le confezioni regalo, che sono state spedite un pò in tutta Italia ed anche all'estero, dove sono arrivate freschissime grazie alla celerità del servizio dei corrieri. Ci ha messo del suo anche la ristorazione più evoluta e innovativa che ha adottato il radicchio rendendolo un prodotto quasi onnipresente. Decisamente Su
“Non avrei mai pensato che le mie competenze nella comunicazione mi sarebbero state utili nel settore agricolo - ha spiegato Francesca in un’intervista a La Stampa, - ma quando è uscita la normativa sulla tracciabilità nel 2004, io esperta di informatica, insieme a un’ingegnere ho pensato di sviluppare un software apposito". “Alla fine ho scelto l’agricoltura perché la trovo piena di valori, l’alimentazione è alla base della società e c’è un senso di responsabilità verso la società nel suo insieme. Per noi donne non è sempre facile trovare spazio nel settore ma abbiamo un vantaggio, curiamo meglio i dettagli e questo ci favorisce nel marketing”, ha concluso. Decisamente Su
G e n n a i o
2013
e t n e c u d e s ! o n i t n e l a san v
febbraio
Seduzione garantita in TV Una serie di spot a forte impatto Più di 12 milioni di contatti sedotti dalla mela più glamour! 60% di copertura del nostro target tra i 25 e i 59 anni IMPATTO DEGLI SPOT TV IFOP nov 2010
- Foto: tutti i diritti. Il marchio Pink Lady® è utilizzato per la commercializzazione della varietà Cripps Pink (C.O.V).
91%
dei consumatori sedotti
84%
di stimolo all’acquisto
IL GRANDE GIOCO DI SAN VALENTINO su
attrattiva assicurata nei reparti <^dgcViZ Y^ Vc^bVo^dcZ! hÑ YZ igV XVe^gZeVgid! \^dX]^ eZg ^ XdchjbVidg^# HigjbZci^ Z[Ñ XVX^ eZg ad hk^ajeed YZaaZ kZcY^iZ/ DeZgVo^dc^ V egZb^$gZ\Va^ cZaaZ Xdc[Zo^dc^ eZg ^ kdhig^ XdchjbVidg^#
6 kdhigV Y^hedh^o^dcZ eZg gZVa^ooVgZ deZgVo^dc^ eZghdcVa^ooViZ#
Pink Lady® k^hiV YVa gZhedchVW^aZ Y^ gZeVgid/ >cY^heZchVW^aZ cZa gZeVgid ;dciZ Y^ kVadgZ V\\^jcid JcV bZaV Y^kZghV YVaaZ VaigZ Fonte: PB Conseil, maggio 2010
8dchZci^iZ V^ kdhig^ gZeVgi^ Y^ jhj[gj^gZ Y^ fjZhiV ^beZgY^W^aZ deedgijc^i| Per qualsiasi informazione: contact@pinkladyeurope.com
Pink Lady®, molto più di una mela.
www.pinkladyeurope.com
Direttore responsabile: Lorenzo Frassoldati Redazione: Mirko Aldinucci (coordinatore) Emanuele Zanini
MENSILE DI E AT T U A L I T À
ECONOMIA DI SETTORE
ANNO XXVII - Nuova serie G E N N A I O
S
2 0 1 3
O
M
M
Corriere
T H E F I R S T ITALIAN
A
R
I
O
Redazione via Fiordiligi, 6 37135 Verona Tel. 045.8352317-Fax 045.8307646 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Editore Gemma Editco Srl Presidente: Fidenzio Crivellaro Coordinatore editoriale: Antonio Felice Sede legale e amministrativa: via Fiordiligi, 6 37135 Verona E-mail: segreteria@corriereortofrutticolo.it P.IVA 01963490238 Fotocomposizione e stampa: Eurostampa Srl - via Einstein, 9/C 37100 Verona Autorizzazione Tribunale di Verona n. 176 del 12-1-1965 Spedizione in abb. postale comma 26, art. 2, legge 549/95 La rivista viene distribuita in abbonamento postale c/c n. 11905379 Abbonamento annuo: 60 euro per due anni: 95 euro e-mail: abbonamenti@corriereortofrutticolo.it
Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
Profilo Corriere Ortofrutticolo si è affermato come rivista “di filiera” del settore ortofrutticolo italiano. La rivista collega chi produce, chi commercializza e chi vende al pubblico, oltre ai settori connessi (dai macchinari ai trasporti). La diffusione è capillare in Italia, dove si è allargata alla grande distribuzione alimentare e al dettaglio organizzato. Il Corriere Ortofrutticolo è un formidabile, unico e specializzato strumento di raccordo e di informazione per l’intero settore. È presente a fiere in Italia e all’estero dove è diffuso a indirizzi specializzati di oltre 30 nazioni.
Diffusione 6.000 copie. Ripartizione del mailing: Grossisti 29%, Dettaglianti 23% Produttori 22%, Supermercati 9% Import-export 6,5%, Servizi 5% Tecnologie e Trasformati 2,5% Altri 3%
6
www.corriereortofrutticolo.it
Nicola Zanotelli: la sfida di From PAG.19
Km zero, si scatena il dibattito
RUBRICHE
Censis: export agricolo trainante
14
PAG.26
EDITORIALE Rifondazione ministeriale
3
A Last Minute Market 386 mila euro della Regione
15
BORSINO DELL’ORTOFRUTTA Sagrè, Pari, Bellò, Nadalini
4
Copagri: che fine ha fatto l’accordo firmato dai “Tavoli Verdi”?
15
Segnata dalla siccità l’annata agraria emiliano romagnola
15
LOGISTICA Cprsystem risparmia con la linea di visione
38
DISTRIBUZIONE "La crisi spinge le private label: su del 7,3% le vendite nel 2012"
39
Il dettagliante. Flessibilità e servizio, lo specializzato resiste
42
QUARTA-QUINTA GAMMA In arrivo nuove regole per i prodotti pronti al consumo
43
GENTE & FATTI Cristian Moretti direttore di Agrimpresa La cooperativa punta sui giovani 8 Cambi ai vertici di Apofruit Itala Bastoni responsabile commerciale
8
Menegoni guida la Trentina
8
Chep Italia, Paola Floris country general manager
9
Fruitylife si lancia sul web
9
L’Alta Cucina di Romagnoli
9
La Francia scopre gli orti collettivi
10
Fragole, Clery ok in Canada
10
ATTUALITÀ
Mele trentine sotto accusa a “Porta a Porta”: polemiche
10
Primo Piano - Serata protagonisti Un evento per mettere in rete l’ortofrutta dei buoni esempi
17
Copertina - Protagonisti In prima linea
19
La tragedia di Di Lenardo chiude il 2012 nel peggiore dei modi
22
Oranfrizer, ode all’arancia in un libro che spazia dalla cultura alla gastronomia 11 Nuove varietà di lampone
11
NOTIZIARIO Nasce Agrinsieme Ortofrutta strategica, Coldiretti è fuori 13 Accordo Ue-Marocco nel mirino di Italia Ortofrutta, che per il 2013 vede nero 13 Nel 2012 consumi ai minimi storici
13
Innovazione e sostenibilità “driver” di Byer CropSience
14
Ismea, patto con FranceAgriMer: scambio di dati e di know how
14
L’ELENCO DEGLI CONSERVE ITALIA CSO DOLE FRUITECOM NUNHEMS PINK LADY
pagina 24 pagina 2 copertina I pagina 37 pagina 31 pagina 5
G e n n a i o
2013
Ortofrutticolo
M O N T H LY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET
1
w w w. c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o. i t
www.corriereortofrutticolo.it è il Quotidiano on line nato dall’esperienza del più affermato mensile specializzato di settore www.corriereortofrutticolo.it ti tiene costantemente aggiornato sulla campagna produttiva e commerciale della frutta con notizie, interviste, dati www.corriereortofrutticolo.it aspetta i Tuoi commenti alle news del giorno Corriere Ortofrutticolo è anche su facebook:
Private label più forte della crisi
PAG.39
Un dramma che fa riflettere e preoccupa: troppe incombenze e incognite per le aziende di questo settore 23
Nuove regole per la quarta gamma PAG.43
www.facebook.com/corriere.ortofrutticolo
NEL PROSSIMO NUMERO ☛ Grandi aspettative per Fruit Logistica
In fiamme sei degli otto camion della Pannitteri. Il Distretto Agrumi: le istituzioni intervengano
25
Km zero, si scatena il dibattito dopo le stoccate del Corriere.it
26
Esportare il top del made in Italy e dare valore a monte della filiera
32
Pacchetto anti-crisi di Apofruit in cinque aree strategiche
33
A Berlino va in scena l’attesa edizione 2013 della più grande rassegna mondiale dedicata all’ortofrutta che, ancora una volta, vede l’Italia giocare un ruolo da protagonista. Dalla rassegna tedesca si attendono significative indicazioni per quanto riguarda il trend commerciale e l’export internazionale nei prossimi mesi.
☛ Insegna della Gdo e Dettagliante, due rubriche ad hoc Sul prossimo numero riflettori sul discount Lidl e intervista a un dettagliante ortofrutticolo: due rubriche proposte in tutti i numeri del Corriere Ortofrutticolo 2013 per approfondire il legame dell’ortofrutta con piccola e grande distribuzione.
☛ Focus sugli agrumi
Naturitalia celebra il decennale Bilancio positivo, nuovi mercati e... solidarietà
33
Ortolani di Chioggia in Opo Veneto
33
Albicocche, sforzo per orientare la produzione al mercato
34
Quanti pregi ha il limone verde ma nell’export (e a tavola) è ancora tabù 36
La Scheda prodotto di febbraio è dedicata agli agrumi. Il consueto approfondimento con dati e interviste ai principali operatori sarà arricchito da spunti dedicati all’innovazione di prodotto, che interessa anche il made in Italy.
SCHEDA PRODOTTO
MONDO Mondo flash. Stati Uniti, meno frutta dall’Europa; Marocco, disastrosa campagna agrumicola; Argentina, export frenato; Spagna, La Palma investe sulla ricerca; Germania, a dicembre volano i prezzi 44
INSERZIONISTI RIJK ZWAAN ROSARIA UNITEC VALFRUTTA FRESCO VIP
G e n n a i o
2013
pagina12-28 pagina 16 pagina 35 pagina 40 copertina I
ANANAS E BANANE
Prezzi sotto pressione per eccesso di offerta e crisi Gli operatori: serve più programmazione 45
www.corriereortofrutticolo.it
7
GENTE
&
FATTI
Cambi ai vertici di Apofruit Italia Bastoni responsabile commerciale Ilenio Bastoni (39 anni, da 20 anni nel Gruppo, già Direttore Commerciale di Canova) ha assunto dal primo gennaio il ruolo di direttore commerciale della cooperativa Apofruit Italia, mentre ad Antonio Walter Bucella, (che per oltre 20 anni ha ricoperto questa funzione), è andata la carica di Consigliere delegato di Aposervizi (li vediamo nella prima foto, con Bucella a sinistra). Sempre da gennaio, Andrea Alberto Grassi (49 anni, da 19 anni nel Gruppo, già coordinatore dei tecnici di campagna) ha assunto il ruolo di Direttore Tecnico della cooperativa sostituendo Piero Turroni (anche per lui una attività di oltre 20 anni all'interno dell'azienda; nella seconda foto, con Turroni a sinistra). Turroni continuerà a collaborare con Apo-
fruit per il prossimo biennio nell’area dell’innovazione varietale e nei rapporti con costitutori e vivaisti. Questi cambiamenti, da tempo programmati, rientrano in un più ampio processo di riorganizzazione aziendale che si completerà alla fine del 2014. Questo processo vuole coniugare rinnovamento generazionale e continuità operativa. Apofruit ha ritirato nel 2012, 252.600 tonnellate di ortofrutta per un fatturato consolidato di 223 milioni di euro; conta 12 stabilimenti e 6 centri di ritiro e stoccaggio; oltre 3.700 i soci.
Cristian Moretti direttore di Agrintesa La cooperativa punta sui giovani Importanti novità al vertice di Agrintesa, cooperativa aderente ad Apo Conerpo ed a Confcooperative e punto di riferimento per l’ortofrutticoltura nazionale con una produzione annua di 250.000 tonnellate (a cui si aggiungono 140.000 tonnellate di uva da vino), 5.000 soci, 209 dipendenti fissi e 1.800 stagionali e un volume d’affari di 230 milioni di euro. Alla guida del “colosso” dell’ortofrutta è stato chiamato Cristian Moretti, in forza ad Agrintesa dal 2007 e vice direttore dal 2011. Pre-
cedentemente, Moretti aveva occupato posizioni di crescente responsabilità all’interno di Agrifrut Romagna, altra realtà di punta del sistema ortofrutticolo di Apo Conerpo, fino ad assumerne il ruolo di coordinatore generale nel 2006. Cesenate, 39 anni, Cristian Moretti sostituisce Gianni Amidei che prosegue il proprio impegno all’interno del gruppo, in qualità di consigliere delegato delle società Alegra e Valfrutta Fresco.
Menegoni guida la Trentina A partire dal 27 dicembre, Marco Menegoni ha assunto la carica di presidente del Consorzio la Trentina, quarto produttore di mele sul territorio nazionale ed europeo con un totale di 100 mila tonnellate/anno di prodotto conferito dai 1.800 soci coltivatori. Menegoni classe 1958, ha ricoperto negli ultimi due anni la
8
www.corriereortofrutticolo.it
carica di vice Presidente del Consorzio la Trentina ed è stato recentemente riconfermato alla Presidenza della cooperativa Cofav di Caldonazzo. Alla vicepresidenza è stato nominato Alberto Giovannini, che guida la cooperativa 5 Comuni di Lavis.
“Oltre a direzione generale ed altri incarichi operativi - dichiara il presidente Raffaele Drei - il processo di riorganizzazione ha interessato l’intero organigramma della cooperativa, che presenta ora una struttura più snella a partire dal Consiglio di Amministrazione recentemente rinnovato con l’ingresso di giovani imprenditori soci”. Un ricambio generazionale che si inserisce nel processo di rinnovamento avviato dalla cooperativa negli ultimi anni e impostato, tra l’altro, su un moderno piano industriale. “Un progetto – ricorda il presidente Drei – che intende raggiungere importanti obiettivi quali la qualificazione delle produzioni, la maggiore specializzazione e concentrazione delle lavorazioni, l’ulteriore razionalizzazione dei costi, la flessibilità e la modernizzazione”. Presente in 55 Paesi, la cooperativa può infatti contare su un’offerta di oltre 80 referenze e rappresenta la prima realtà produttiva e commerciale dell’ortofrutta italiana. G e n n a i o
2013
&
CorriereOrtofrutticolo
FATTI
Chep Italia, Paola Floris country general manager
G e n n a i o
2013
Fruitylife si lancia sul web
L’Alta Cucina di Romagnoli
Fruitylife, il programma europeo sostenuto da Alimos e co-finanziato da Unione Europea e Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, si avvale del web per sostenere il consumo di frutta e verdura in Italia, Francia e Germania. Il sito multilingua www.fruitylife.eu offre approfondimenti sulla filiera ortofrutticola europea, sui metodi di produzione, sul sistema comunitario di controlli e di garanzie, dando la possibilità, ai lettori più interessati, di esplorare direttamente i siti istituzionali tramite una accurata raccolta di link. A integrare questi contenuti, il progetto di Alimos è altrettanto attivo sui social media. Sulla fanpage di facebook (FruitylifeEurope) i contenuti del progetto si affiancano ad argomenti di più ampio raggio per soddisfare al meglio gli interessi del consumatore/utente. Per gli aggiornamenti in tempo reale sul progetto e sulle novità dal mondo ortofrutticolo è attivo il profilo Twitter Frulife, mentre il canale YouTube dedicato (fruitylifeeurope) ospita le interviste realizzate e i filmati di taglio più consumer. Per allargare il proprio bacino di fruitori, infine, è attiva una campagna web nei tre Paesi.
Con la linea Alta Cucina, la Romagnoli F.lli S.p.A. vuole enfatizzare le caratteristiche cromatiche di tre diverse varietà di patate, abbinandole ad un uso culinario preciso per permettere di coniugare gusto e fantasia in cucina. Si tratta della patata a buccia e pasta viola che consente di dare un tocco di creatività e fantasia ai propri piatti con cui si può preparare un purè prelibato dalle sfumature viola oppure ottimi gnocchi da condire con funghi o tartufi. La patata dalla buccia rossa e sottile, dalla forma rotondeggiante e dalla pasta gialla, è ottima per essere cucinata fritta non solo nel solito formato a bastoncino ma anche a sottili lamelle. Infine la patata dalle gemme rosse particolarmente indicata per essere preparata bollita o per accompagnare saporiti arrosti. La linea Alta Cucina è presentata in cartoncini colorati del peso di kg. 1,2 che pur garantendo la ventilazione del prodotto lo proteggono dalla luce evitandone l’inverdimento; sulle confezioni è stampato il QR Code che rimanda l’utente ad un link in cui è possibile trovare ulteriori informazioni sulla varietà.
www.corriereortofrutticolo.it
a cura di Mirko Aldinucci
Chep, leader mondiale nella fornitura di soluzioni di pooling per pallet e container, annuncia la nomina di Paola Floris a Country General Manager di Chep Italia. Sarà responsabile della definizione e delle strategie aziendali e di orientare l’azienda verso percorsi che ne garantiscano la crescita e il successo in Italia e riporterà direttamente a Christophe Loiseau, Chep Senior Vice President, Mid Europe. Floris è entrata in Chep Italia nel 2001 come Key Account Manager e, grazie al raggiungimento degli obiettivi assegnati, ha ricoperto successivamente i ruoli di CS Manager & CS Director e di Retailer Director. Sostituisce Luca Rossi promosso al ruolo di Vice Presidente Chep Automotive & Industrial Solutions EMEA. “E’ una grande opportunità quella che mi è stata offerta e spero insieme al mio team di poter portare un contributo molto importante all’azienda in termini di crescita, qualità del servizio offerto e innovazione mantenendo sempre un grande interesse verso la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente, temi sui quali da sempre Chep pone una grande attenzione” dichiara Paola Floris. “E’ senza dubbio per noi motivo di grande orgoglio che da questo momento sia una donna a ricoprire un ruolo di primo piano all’interno nel nostro team italiano” afferma Christophe Loiseau, Senior Vice President, Mid Europe. “Ci piacerebbe che questa tendenza si consolidasse negli anni a venire e che la nostra azienda potesse annoverare nel team un numero sempre crescente di dirigenti di sesso femminile, elemento per noi molto importante per considerarci un’azienda sempre più all’avanguardia. Vorrei ringraziare inoltre Luca Rossi per le straordinarie performance conseguite”.
9
GENTE
&
FATTI
CorriereOrtofrutticolo
La Francia scopre gli orti collettivi
In Francia prendono piede gli “orti collettivi”, i cui “adepti” piantano legumi ed ortaggi non nel cortile di casa, ma in luoghi pubblici accessibili a tutti “Incroyables comestibles”. Un’iniziativa che si ispira al movimento nato dall'altra parte della Manica, in Gran Bretagna, nel 2008 e chiamato Food to share (cibo da condividere). Il quotidiano Le Monde, come riporta il Corriere della Sera, ha inviato un suo giornalista nelle regioni della Loira e lungo la costa atlantica dove gli “orti aperti” stanno avendo grande diffusione, complici i social network.
“Cibo da condividere”, ha scritto sul piccolo orto di fronte alla porta di casa Cedric Derouin, un abitante 34enne di Saint-Nazare. Nel villaggio gli abitanti hanno cominciato a zappare nei giardinetti, nella zona cintata della scuola locale, persino attorno al commissariato. Ortaggi al posto dei fiori. “In questo modo si rinsaldano i legami comunitari e si creano nuovi momenti di socialità”, dicono i nuovi agricoltori-cittadini. In Alsazia parlano di “rivoluzione in atto”. Pare che sia tra l’altro anche un ottimo modo per coinvolgere gli anziani, riducendo il rischio-solitudine.
Mele trentine sotto accusa a “Porta a Porta”: polemiche “Il prodotto melicolo trentino è garanzia di salute e di ambiente salubre, grazie alle migliaia di controlli e disciplinari rigorosi. Da anni l'ambiente è notevolmente migliorato. Tra l’altro in dieci anni abbiamo realizzato 10.181 controlli di qualità”. Queste le parole di Luciano Fior direttore generale della locale azienda sanitaria trentina e Lorenzo Dellai governatore del Trentino. Le precisazioni dei due sono arrivate in seguito alla valanga di polemiche esplose dopo le dichiarazioni del pediatra Leonar-
10
www.corriereortofrutticolo.it
do Pinelli che in una puntata di “Porta a Porta” aveva sostenuto che le mele trentine arriverebbero a causare malattie come la leucemia per via di residui da trattamenti con fitofarmaci chimici. Pinelli, vicepresidente della Società scientifica nutrizione vegetariana a un certo punto della trasmissione ha affermato che “c’è una zona, in Italia, in cui si producono mele utilizzano fino a 36 diversi trattamenti a base di pesticidi, in cui si registrerebbero aumenti delle leucemie infantili”, arrivando a paragonare il Trentino all’Ilva.
Fragole, Clery ok in Canada Nuovi riconoscimenti internazionali per la fragola ‘ferrarese’ Clery. Dopo l’exploit nel panel test in Belgio durante la Bio Week 2012 (in cui i frutti di Clery sono stati giudicati i più buoni da un campione di 306 consumatori in un confronto con altre 5 varietà) è stata la volta del Canada dove il frutto della ricerca del CIV è stata lanciata ufficialmente in occasione dell’inaugurazione della nuova sede della Nova Fruit, licenziatario esclusivo della varietà in Canada e Stati Uniti. Simon Parent, legale rappresentante di Nova Fruit, tracciando un bilancio del 2012, ha parlato di un “anno molto buono per Clery, di cui sono state vendute circa 1 milione di piante nono-
stante le condizioni climatiche”. La varietà, grazie anche alla promozione fatta, sta riscuotendo molto successo. La Clery, prodotta nel Centro ricerche del CIV (facente capo ai gruppi Mazzoni e Salvi), è una varietà precoce diventata la più diffusa nella sua categoria nel nord Europa. E’ leader in Francia e Germania e tra le più coltivate nei paesi dell’Est. Riscuote grande successo anche in Belgio e Olanda per le coltivazioni in serra e fuori suolo. Quest’anno se ne venderanno oltre 7 milioni di piantine. “L’exploit di Clery in Canada - commenta Mauro Grossi, presidente Civ - è ulteriore conferma della bontà ed efficacia del nostro programma breeding fragola”.
G e n n a i o
2013
GENTE
CorriereOrtofruttIcolo
Oranfrizer ha lanciato a Catania una primizia editoriale: “ARANCIA”, un libro che fa di un frutto una narrazione assolutamente inedita, accompagnando il lettore verso inaspettati sentieri di saperi, arti e ricette enogastronomiche che svelano, pagina dopo pagina, i segreti del patrimonio culturale che ruota intorno all’agrume più importante della Sicilia. Leonardo l’arancia la mette sul piatto della tavola dei commensali dell’“Ultima Cena”, Botticelli la sceglie per “La Primavera”, Cezanne sembra innamorato della sua rotondità, nessuno di questi geni ha casualmente dipinto ogni dettaglio, precisa l’esperto Salvo Russo scrivendo di un frutto onnipresente nella storia dell’arte. Il suo profumo mediterraneo si ritrova sul pentagramma di Chopin, alcuni scritti fedelmente riportati dal musicologo Giovanni Bietti ne testimoniano l’ispirazione; nelle famosissime pellicole cinematografiche descritte da Gian Luca Farinelli, direttore della fondazione Cineteca di Bologna, è possibile rintracciarne interpretazioni molto particolari. E se nei dolci di Franco Ruta - della nota Pasticceria Bonajuto di Modica - ed in quelli di Corrado Assenza - del rinomato Caffè Sicilia di Noto - l’arancia è apoteosi di colore associato al gusto, nelle ricette originali dei piatti suggeriti dallo chef Carmelo Chiaramonte ogni naturale espressione del frutto partecipa alla composizione del piatto: dal fiore alla foglia, dalla “mezzarancia” che diventa coppa, al legno del tronco dell’albero. Accostata al vino, per Fabio Rizzari alla guida dei vini dell'Espresso, l’arancia si trasforma in polvere di diamante. Con Elvira Assenza sono protagoniste letteratura, linguistica e filologia. G e n n a i o
2013
FATTI
Oranfrizer, ode all’arancia in un libro che spazia dalla cultura alla gastronomia
&
Nuove varietà di lampone Si chiamano Evita, Amaranta e Sungold le nuove varietà di lampone presentate da Sant’Orsola di Pergine Valsugana. Con queste tre cultivar brevettate nel 2012, salgono a 8 le varietà di lamponi di cui la Cooperativa è proprietaria o licenziataria in esclusiva. Le varietà brevettate rispondono sia a esigenze di coltivazione, produzione e redditività che alle richieste del mercato sulle caratteristiche dei frutti. Evita è una varietà di lampone rifiorente precoce, caratterizzata da un'elevata produttività della pianta. I frutti sono conici, rosso brillante e di grandi dimensioni e garantiscono un'elevata shelf life. Amaranta presenta una struttu-
ra della pianta che agevola la raccolta, mentre i frutti hanno un sapore ben bilanciato e una buona resistenza. Infine Sungold è un lampone giallo, resistente e dal sapore delicato. “L’attività di innovazione varietale avviene attraverso incroci naturali, le sperimentazioni interessano oggi una superficie di 12.000 metri quadri – spiega Marco Giacomelli, responsabile della Ricerca Varietale Sant’Orsola - Il processo per arrivare a una nuova varietà parte dalla valutazione di 6.000 semenzali ogni anno”.
Con Michele Burgio si fissano le espressioni dialettali, la prosa, i versi e le forme letterarie in un percorso nuovo, mai raccontato prima. E non poteva mancare la medicina popolare con il noto erborista Felice Rao e le pratiche da lui suggerite, che oggi più mai tornano di moda con i nuovi stili di vita, i benefici dell’arancia e le soluzioni erboristiche vengono associate a semi, buccia, succo e albedo. L’arancia è un’esplosione di salubrità che, a parere dei medici nutrizionisti Francesco Leonardi e Giovanni Portelli, il lettore non esiterà a sperimentare, è disintossicante e antiradicale, nell’alimentazione moderna può rappresentare un ottimo rimedio naturale per diversi motivi che ven-
gono attentamente spiegati. E tra le pagine che ritraggono i quadri esposti nei più importanti musei al mondo si ritrovano anche gli scatti di visi soddisfatti, occhi di uomini e donne che svelano segreti custoditi fino a ieri, agrumi che parlano, disegni di attrezzi agricoli, veline storiche d’agrumi, sguardi, notizie certe di quello che è avvenuto nel passato. Ecco svelato perché, annotano gli autori, un filosofo della musica come Franco Battiato abbia deciso di dare il proprio contributo nel preambolo. www.corriereortofrutticolo.it
11
ITACA RZ F1 IL POMODORO CHE NON TEME ALCUN TIPO DI RACCOLTA
Frutto pieno e compatto sia a verde che a rosso. t FORMA TRADIZIONALE t CALICE CARATTERISTICO t COLORE ATTRAENTE
gruppoatomix.com
t OTTIMA CONSISTENZA E CONSERVABILITÀ
Rijk Zwaan Italia s.r.l. Via dell’Industria, 13 40012 Calderara di Reno (BO) Tel. +39 051 729448 - Fax +39 051 4149308 rijkzwaanitaly@rijkzwaan.it - www.rijkzwaan.it CPVR: Privativa comunitaria per ritrovati vegetali richiesta o concessa (CPVR). La produzione o riproduzione di costituenti varietali protetti da CPVR necessita dell’autorizzazione del titolare. Informazioni aggiornate sul CPVR sono disponibili al sito www.cpvo.europa.eu È importante evidenziare che la specificità dei parassiti o patogeni può variare a seconda della stagione e dell’area, che dipende da fattori ambientali e che possono emergere nuovi biotipi di parassiti o nuove razze di patogeni in grado di superare la resistenza. Le descrizioni, le illustrazioni, i consigli colturali e qualsiasi altra informazione, per esempio sulle date di scadenza, di semina, di trapianto e di raccolta, sotto qualsiasi forma compaiano, si basano nel modo più preciso possibile su quanto rilevato dalle prove e dalla pratica. È esclusa qualsiasi responsabilità da parte di Rijk Zwaan Italia per eventuali difformità manifestatesi nel prodotto coltivato rispetto a quanto indicato nelle descrizioni, illustrazioni ed informazioni. È una precisa responsabilità dell’Acquirente conservare il seme in modo appropriato così come valutare se i prodotti sono adatti al tipo di coltivazioni che si intendono effettuare ed alle condizioni ambientali.
n N
CorriereOrtofrutticolo
Ortofrutta strategica per Agrinsieme, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane (che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare). I Consigli direttivi delle cinque organizzazioni hanno svolto a inizio gennaio una riunione congiunta in cui è stato sottoscritto l’accordo interassociativo che ha dato vita al sodalizio; contestualmente è stato nominato come coordinatore il presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi che resterà in carica per la durata di un anno come previsto dal documento congiunto siglato. “Una parte assai significativa del mondo della rappresentanza agricola unifica le strategie e si propone come interlocutore nei confronti della politic”, hanno sottolineato in un incontro stampa i presidenti delle cinque sigle. “Il modello organizzativo è quello del Copa-Cogeca, il movimento di raccordo europeo tra tutte le sigle del settore agricolo e cooperativo dei Paesi membri che è interlocutore unitario della Commissione e del Parlamento della Ue”. “Agrinsieme - hanno ribadito Giuseppe Politi (Cia), Guidi (Confagricoltura), Gardini (Alleanza delle Cooperative), Giovanni Luppi (Legacoop) e Giampaolo Buonfiglio (Agci Agrital) rappresenta un momento di discontinuità rispetto alle logiche della frammentazione che spesso hanno caratterizzato il mondo agricolo ed è portatore di un nuovo modello di rappresentanza. Il coordinamento integra, infatti, storie e patrimoni di valori che non vengono annullati, ma esaltati”. Agrinsieme lavorerà per la diffusione di strumenti di collaboraG e n n a i o
2013
Accordo Ue-Marocco nel mirino di Italia Ortofrutta, che per il 2013 vede nero Combattere la crisi degli ultimi cinque anni con maggior qualità della produzione e un miglioramento degli aspetti nutritivi dei prodotti. Questa la ricetta di Ibrahim Saadeh, presidente di Italia Ortofrutta, per competere con gli altri Paesi produttori, specie con quelli con costi di produzione inferiori. In un’intervista all’agenzia Italpress, Saadeh parla anche dell’accordo commerciale tra Ue e Marocco, “che colpisce soprattutto il mercato dei prodotti mediterraneii: abbiamo già avuto modo di constatare quanto sta pesando”. Sulle previsioni sul nuovo anno appena iniziato il presidente di Italia Ortofrutta si augura “possa essere migliore degli anni che ci stiamo lasciando alle spalle ma le aspettative non sono molto incoraggianti, vista anche la crisi che sta tagliando i consumi”.
NOTIZIARIO
Nasce Agrinsieme senza Coldiretti. Ortofrutta strategica
Nel 2012 consumi ai minimi storici L’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra a novembre una diminuzione dei consumi del 2,9% su base annua ed una flessione dello 0,1% rispetto al mese precedente. In termini di media mobile a tre mesi l'indicatore, corretto dai fattori stagionali, mostra un arretramento, proseguendo nel trend in atto dalla fine del 2011. I dati dell’Icc relativi ai primi 11 mesi, -2,9% rispetto all’analogo periodo del 2011, mostrano con una certa evidenza come il 2012 si avvii ad essere ricordato come l’anno più difficile per i consumi del secondo dopoguerra. La riduzione è, infatti, la più elevata registrata dall’inizio delle serie storiche. Il clima di fiducia delle famiglie, nonostante un moderato recupero a dicembre, non impedisce alle famiglie stesse di continuare a
percepire un peggioramento della propria condizione economica. Il sentiment delle imprese, che riflette in misura più marcata le reali condizioni del mercato, si è attestato, sempre a dicembre, sui livelli minimi degli ultimi anni. Il peggioramento del sentiment delle famiglie, relativamente alla condizione personale, è legato all'accentuarsi delle difficoltà del mercato del lavoro; da giugno a novembre si sono persi 192mila posti di lavoro. L’andamento annuo dell’Icc di novembre riflette una diminuzione del 3,6% della domanda relativa ai servizi e del 2,7% della spesa per i beni. zione tra imprese agricole e tra i diversi soggetti della filiera agroalimentare, agroindustriale e della distribuzione. Il programma economico in corso di stesura a iniziare dai settori dei cereali, del pomodoro, degli agrumi, della zootecnia, partirà su diverse aree territoriali: per l’ortofrutta si partirà dal Sud Italia. www.corriereortofrutticolo.it
13
Notiziario
CorriereOrtofrutticolo
Innovazione e sostenibilità “driver” di Bayer CropScience “L’innovazione è nel nostro Dna, ma il successo delle soluzioni nasce da una ricetta storica fatta di più ingredienti come ricerca, ascolto e collaborazione”: lo ha detto Karina von Detten, amministratore delegato di Bayer CropScience srl, rivolgendosi ai giornalisti nella conferenza stampa di fine anno. Un esempio concreto, ha proseguiuto, è la recente acquisizione di AgraQuest, leader nella produzione di prodotti biologici per la protezione delle colture. “Questo non è un cambiamento di rotta, ma un passo coerente con l’approccio costante di un’azienda aperta che ha sempre cercato di offrire le soluzioni più sostenibili per creare valore per tutti”, ha sottolineato von Detten. Crescerà nel 2013, è stato detto, l’impegno dell’azienda verso i progetti di sostenibilità che coinvolgono esperti pubblici e privati dei vari settori e filiere. “Noi crediamo in una sostenibilità concreta che si raggiunge con il tempo attraverso collaborazioni e progetti finalizzati a preservare il nostro pianeta, assicurare il benessere per le generazioni presenti e future ed essere economicamente fattibili. Per questo collaboriamo con gli attori della filiera mossi dagli stessi obiettivi”, conferma von Detten. Progetti e programmi concreti da nord a sud, dalle piccole alle grandi colture. A cominciare dalla vite da vino con Magis vino, che nel 2013 raggiungerà la certificazione, passando poi alla frutta con Magis uva da tavola, agli ortaggi con focus sulle insalatine confezionate, fino al progetto GranFiliera dedicato al grano duro. Continua, inoltre, la comunicazione per far conoscere i valori della produzione agroalimentare italiana, della sua storia e degli 14
www.corriereortofrutticolo.it
Ismea, patto con FranceAgriMer: scambio di dati e di know how stretti legami con il territorio attraverso Coltura&Cultura con i volumi “le insalate” e “gli agrumi”. “Ora più che mai il settore agricolo-agroalimentare risulta indispensabile al Paese Italia per riprendere la strada dello sviluppo. E noi di Bayer CropScience crediamo in una crescita nel 2013 sia per noi che per i nostri clienti”, ha concluso von Detten. Il 2013 sarà per Bayer un anno storico importante: il gruppo infatti festeggerà il 150mo anniversario dalla sua fondazione che sarà celebrato con diversi eventi in tutto il mondo.
Una migliore armonizzazione a livello europeo delle tecniche di rilevazione e di analisi sui mercati agroalimentari con l’obiettivo di costituire un sistema strutturato di relazioni tra i Paesi europei e di favorire una maggiore conoscenza e una più ampia circolazione di dati e informazioni. Sono i temi sui quali l’Ismea, in partnership con FranceAgriMer, ha promosso un primo confronto europeo nell’ambito di un Forum internazionale tenutosi a Roma, finalizzato a implementare una piattaforma condivisa per lo scambio di dati, informazioni
Censis: export agricolo trainante “Ogni euro di export agricolo ha un effetto trainante e produce ben 4 euro di vendita all’estero di prodotti trasformati. Ciò dimostra che l’agricoltura di punta cresce e può svilupparsi ancora di più, con un effetto trainante per la ripresa economica del Paese”. Questo il commento di Confagricoltura alla presentazione del 46mo rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese 2012 che, per il capitolo agricoltura, ha condotto un’indagine su aziende di medie e grandi associate all’Organizzazione. “L’Italia - per Confagri - deve puntare su un’agricoltura più organizzata, più compatta, meno dispersa sul territorio, fatta di unità produttive dotate di maggiore potere di mercato, capace di promuovere e costruire reti flessibili di conoscenza e di competenze”. Il rapporto presentato dal Censis fa il punto sui più efficaci modelli di organizzazione.
e metodologie attraverso una rete di monitoraggio dei mercati agroalimentari a livello continentale. Nel corso dei lavori è stata rilevata inoltre l’esigenza di ridurre l’incertezza legata ai fenomeni ricorrenti di volatilità dei prezzi, ma anche di prevenire le crisi di mercato e di rafforzare gli strumenti di stabilizzazione dei redditi. L’Agricultural market information system, l’iniziativa proposta dal G20 meglio nota con l’acronimo AMIS, rappresenta una prima risposta alle sollecitazioni provenienti dai diversi Paesi, a fronte di un’evoluzione del mercato globale che ha fatto emergere le rilevanti complessità legate alla gestione degli approvvigionamenti alimentari.
G e n n a i o
2013
n N
CorriereOrtofrutticolo
Bene i cereali (con l’eccezione importante del mais) e il vino; tiene la frutta, ma solo grazie al buon andamento dei prezzi che ha permesso di recuperare le pesanti perdite produttive. Positivi anche gli andamento per pollame e conigli. Sono i primi risultati, elaborati dall’Assessorato regionale all’agricoltura, dell’andamento dell’annata agraria 2012 in Emilia Romagna. Un’annata fortemente condizionata dagli effetti della siccità estiva che ha inciso pesantemente sulle quantità raccolte. Tuttavia, grazie a una ripresa dei prezzi, il valore complessivo delle produzioni conferma sostanzialmente i dati del 2011, con una produzione lorda vendibile di 4.326 milioni di euro (+0,3%). “Nonostante terremoto e siccità, il settore tiene e contribuisce in maniera determinante all'andamento della industria alimentare ed agroindustriale e quindi a mitigare gli effetti generali della crisi recessiva in regione - ha detto l’assessore regionale
all’agricoltura Tiberio Rabboni - questo purtroppo non si traduce in una tenuta dei redditi agricoli che invece subiscono una riduzione a causa dei maggiori consumi irrigui e dell'aumento degli altri costi intermedi”. Per quanto riguarda la frutta, nel 2012 si è verificato un aumento del 2,8% del valore complessivo, grazie alla ripresa dei prezzi, che hanno generalmente recuperato il pesante picco negativo dell’anno precedente. Anche in questo caso tuttavia non si può non considerare il cattivo andamento stagionale. La siccità ha fatto sentire i suoi effetti non solo sulla frutta estiva ( -13,8 e - 23,3% le quantità per pesche e nettarine, ma con una plv comunque in crescita del 17,5 e del 3,4%), ma anche su quella autunnale: pere (- 37% la quantità, +3,5% il valore) e mele (20% , stabile la plv). In controtendenza le ciliegie che nel 2012 hanno sommato il buon andamento produttivo (+24,5%) a quello in valore (+34,9%).
A Last Minute Market 386 mila euro della Regione
Copagri: che fine ha fatto l’accordo firmato dai “Tavoli Verdi”?
Ammonta a 386 mila euro il contributo con cui la Regione Emilia-Romagna sostiene il Last Minute Market. Messe complessivamente a disposizione dal 2006 al 2013, le risorse sono previste nell’ambito della competenza di “Tutela dei consumatori” per contrastare, in particolare, il rischio di impoverimento a cui i cittadini economicamente e socialmente più deboli sono esposti. Nel 2011 il progetto Last Minute Market Emilia-Romagna ha permesso di recuperare, da diverse attività commerciali e produttive, 737.100 chili di prodotti alimentari, mentre 25.700 sono stati i pasti completi pronti recuperati dalla ristorazione collettiva pubblica e privata (mense ospedaliere, scolastiche o aziendali). I farmaci da banco e parafarmaci non buttati via da farmacie e cittadini hanno raggiunto il valore di 101.000 euro, mentre la somma del valore economico di tutti gli
Dare concretezza all’accordo firmato un anno fa dai Tavoli Verdi di Ravenna e Forlì-Cesena e dalle rispettive Province. Lo hanno chiesto i coltivatori Copagri che si sono riuniti in assemblea a Faenza a fine dicembre per un incontro di approfondimento cui erano presenti Gianluca Bagnara economista e coordinatore dei gruppi di lavoro per l’elaborazione dell’accordo e Gennaro Di Tirro, presidente Copagri di Ravenna. L’accordo, frutto della condivisione da parte di tutto il mondo agricolo romagnolo prevede una serie di azioni e obiettivi da perseguire per correggere alcune criticità del sistema: -ricorrenti crisi di mercato e crollo dei prezzi; rapporti nella filiera poco equilibrati; inefficienza delle strutture di commercializzazione; mancanza di controllo dell'offerta; strumenti normativi da correggere; scarsa attrattiva delle Op.
G e n n a i o
2013
alimentari, i pasti e i prodotti farmaceutici messi a disposizione è stata pari a 2.800.384 euro. Le 120 realtà coinvolte sono attività commerciali e produttive, farmacie, aziende, biblioteche, istituti scolastici ed anche case editrici; oltre 65 mila persone hanno ricevuto prodotti recuperati mentre sono 311 gli enti che direttamente o indirettamente ne hanno beneficiato per le proprie attività di aiuto, da associazioni, cooperative sociali ed enti caritativi a scuole e biblioteche, anche con sede fuori regione. I soggetti pubblici che, a vario titolo, hanno partecipato al progetto Last Minute Market sono 25, tra amministrazioni comunali e provinciali, multi-utility, aziende sanitarie, distretti sociali e sanitari.
www.corriereortofrutticolo.it
NOTIZIARIO
Segnata dalla siccità l’annata agraria emiliano romagnola
15
Rosaria. La salute vien mangiando. E bevendo. Ricca di vitamine A, B, PP e C, ideale come coadiuvant della cura degli stati influenzali Ricca di antiossidanti contro l'invecchiamento
Effetti benefici sulla microcircolazione
Una sferzata di energia, ideale per chi pratica sport
Rosaria è l'arancia rossa coltivata alle pendici dell'Etna da un gruppo di produttori associati secondo rigorose tecniche di produzione integrata. Fresca, succosa, profumata e con la caratteristica pigmentazione “rossa”: infatti, grazie alla forte escursione termica tra il giorno e la notte, si accelera il processo di pigmentazione che fa diventare rosse le arance e che dà loro un'inconfondibile ricchezza organolettica.
Oggi Rosaria è anche spremuta 100%, sempre fresca e disponibile tutto l’anno.
• FINANZIARIA
• INSALATE
Nostra inchiesta dopo lo scandalo PAG. 31
Una brutta “botta” per l’agricoltura PAG. 36
Stagione più difficile del previsto PAG. 59
PROTAGONISTI Villafrut: come avere successo con la GDO PAG. 27
DI
ECONOMIA
Maggio 2012 euro 6,00
GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR
5
C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET
CORSI spa Verona preventivi on line su
www.corsispa.it
• EXPORT Fruitimprese: servono nuovi sbocchi PAG. 27
• MARKETING Uva, un’immagine appannata PAG. 36
• RUSSIA Mercato ghiotto ma poca Italia PAG. 60
• CILIEGIE Raccolti in calo, prezzi
PROTAGONISTI Marco Salvi: cambio di passo
MENSILE DI ECONOMIA E AT T U A L I T À D I S E T T O R E
ANNO XXVI Nuova serie
Settembre 2012 euro 6,00
GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR
9
C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET
• BILANCI
PROTAGONISTI Segré, un economista
daily news: www.corriereortofrutticolo.it
A
daily news: www.corriereortofrutticolo.it
E AT T U A L I T À D I S E T T O R E
ANNO XXVI
2012
Nuova
euro
serie
6,00
G 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail:redazione@corriereortofrutticolo.it Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR
2
C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET
• SICILIA Settore in ginocchio per gli scioperi PAG. 27
• GDO Trenta giorni per pagare i deperibili? PAG. 39
• FIERE Italia a Fruit Logistica in ordine sparso PAG. 51
• BANANE La “guerra” dei marchi entra nel vivo PAG. 81
MENSILE DI ECONOMIA
Febbraio
MENSILE
DI
PROTAGONISTI Radicchio rosso, la “ricetta” di un fenomeno PAG. 27
ECONOMIA
E AT T U A L I T À D I S E T T O R E
ANNO
XXVI
Giugno euro
Nuova
2012
6,00
serie
GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR
6
C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET
CORSI spa Verona preventivi on line su
www.corsispa.it
• TERREMOTO Danni in Emilia e timori per la frutta PAG. 23
• PERA Interprofessione al via Servono sbocchi PAG. 33
• SUDAMERICA Export, il Perù punta al primato mondiale PAG. 60
• INCHIESTA Meloni e pesche, inizio
PROTAGONISTI Abbascià: il segreto del negozio
MENSILE DI ECONOMIA E AT T U A L I T À D I S E T T O R E
ANNO XXVI Nuova serie
Ottobre 2012 euro 6,00
GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR
10
C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET
• FIERE Reportage di Macfrut: tra luci ed ombre PAG. 27
• FILIERA Interprofessione, Battelli promette il rilancio PAG. 48
• ESTERO Ancora poca Italia sugli scaffali russi PAG. 63
• PRODOTTI Mele e pere, campagna
PROTAGONISTI Piraccini e la sfida del brand
MENSILE
DI
ECONOMIA
E AT T U A L I T À D I S E T T O R E
Marzo
ANNO XXVI
2012
Nuova
euro
serie
6,00
GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail:redazione@corriereortofrutticolo.it Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR
3
C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET
• PRIMO PIANO
PROTAGONISTI Giovanni Olivieri Tre lauree e un sogno: “sfondare” in Egitto
Fruit Logistica ai raggi X Italia, troppi solisti PAG. 21
• ALLEANZE Mercati Associati avvicina Fedagro e Andmi PAG. 49
• FIERE
PAG. 43
Niente polo romagnolo: Macfrut a Cesena PAG. 50
• IV GAMMA Calano i consumi nel primo bimestre PAG. 51
• BIOLOGICO Reportage Biofach Bio-boom nell’Est PAG. 53
• CIPOLLA
MENSILE DI ECONOMIA E AT T U A L I T À D I S E T T O R E
ANNO XXVI Nuova serie
Luglio-Agosto 2012 euro 6,00
GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR
7/8
C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET
CORSI spa Verona preventivi on line su
www.corsispa.it
• EXPORT Spagna monstre, Italia in affanno PAG. 25
• MERCATI Genova punta su Francia e Mediterraneo PAG. 46
• UCRAINA Leopoli piattaforma per l’Est (e non solo) PAG. 65
PROTAGONISTI Ciardiello: fare cooperazione
• PATATE Dopo un anno nero
MENSILE DI ECONOMIA E AT T U A L I T À D I S E T T O R E
ANNO XXVI Nuova serie
Novembre 2012 euro 6,00
GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR
11
C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET
MENSILE
DI
ECONOMIA
E AT T U A L I T À D I S E T T O R E
ANNO
Aprile euro
XXVI
Nuova
2012
6,00
serie
GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail:redazione@corriereortofrutticolo.it Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR
4
C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET
TROFEO AGRICOLA GLORIA INTERNATIONAL OPEN
DOMENICA 29 APRILE 2012 18 BUCHE STABLEFORD 3 CATEGORIE AGRICOLA GLORIA DUE MONTECATINI GLOF CLUB AIGORT-ASS. IT. GOLFISTI ORTOFRUTTICOLI
• CARO-GASOLIO Costi e problemi logistici pesano sui bilanci PAG. 23
• MERCATI I grossisti chiedono norme elastiche PAG. 46
• CONSUMI Sempre meno frutta sulle tavole europee PAG. 63
• FRAGOLE Aumentano le superfici
PROTAGONISTI La sfida di Raffaella Orsero i l i d ll b
Le 11 copertine apparse sul Corriere Ortofrutticolo nel 2012 in cui appaiono i Protagonisti della serata del 25 gennaio in Valpolicella MENSILE DI ECONOMIA E AT T U A L I T À D I S E T T O R E
ANNO XXVI Nuova serie
Dicembre 2012 euro 6,00
GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR
12
C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET
www.greenmedforum.eu
pagine 46-47
• INFOMERCATI
• MELE
Riuscirà Borsa Telematica a tenerlo in vita? PAG. 29
Il “club” funziona e guadagna adepti PAG. 27
• ARTICOLO 62
• AZIENDE
Filiera in fibrillazione Dubbi e timori PAG. 33
Coop Sole, 50 anni di impresa etica PAG. 38
• FIERE
• TRASPORTI
Madrid, Fruit Attraction oltre le aspettative PAG. 61
• PRODOTTI Kiwi, raccolto in picchiata
Un 2012 impegnativo con margini in calo PAG. 48
PROTAGONISTI Gamberini, i ti d l d b
• ESTERO Spagna: si spende meno,
PROTAGONISTI Pannitteri: la Rossa di Sicilia
daily news: www.corriereortofrutticolo.it
• BIOLOGICO
MENSILE
E AT T U A L I T À D I S E T T O R E
y news: www.corriereortofrutticolo.it
THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET
daily news: www.corriereortofrutticolo.it
1
C orriere Ortofrutticolo
a i l y n e w s : w w w. c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o. i t
GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail:redazione@corriereortofrutticolo.it Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR
il y n e w s : w w w. c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o. i t
Nuova serie
euro 6,00
daily news: www.corriereortofrutticolo.it
A
2012
d a i l y n e w s : w w w. c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o. i t
Gennaio
P
SERATA PROTAGONISTI
MENSILE DI ECONOMIA E AT T U A L I T À D I S E T T O R E
a i l y n e w s : w w w. c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o. i t
PRIMO PIANO
CorriereOrtofrutticolo
Un evento per mettere in rete l’ortofrutta dei buoni esempi Mettere in rete i protagonisti perché facciano da traino a un settore che ha bisogno di fare sistema, avviare iniziative di filiera, avere un’immagine commisurata al peso economico di chi rappresenta il 25% dell’economia agricola italiana e la seconda voce dell’export agro-alimentare del Paese. Questo il significato di “Protagonisti”, l’incontro che si tiene sulle colline di Verona, in Valpolicella, a Villa Serego Alighieri, la sera del 25 gennaio, voluto dalla nostra rivista, con il supporto del Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara e altre realtà primarie dell’ortofrutta italiana, come Mercati Associati, l’associazione nazionale dei Centri Agro-alimentari. I protagonisti che si incontrano in Valpolicella hanno un volto e un nome: sono Dino Abbascià di Milano, presidente Fida, con la sua ricetta per dare un futuro ai negozi tradizionali, G e n n a i o
2013
Il 25 gennaio, nel Veronese, incontro tra i Protagonisti del settore nell’ambito di una serata promossa dal Corriere in collaborazione con Cso e altre primarie realtà
Cesare Bellò di Treviso, il manager di OPO Veneto che ha portato il radicchio rosso al successo mondiale, Pietro Paolo Ciardiello di Caserta, il direttore di cooperativa che fa agricoltura pulita nella terra di Gomorra, Renato Iseppi con Matteo Falzi di Verona, esempio di corretto passaggio generazionale, Giovanni Olivieri di Milano, il giovane coraggioso che è andato a produrre in Egitto, Raffaella Orsero di Savona, l’imprenditrice che ha sfidato le multinazionali dell’ortofrutta, Aurelio Pannitteri di Catania, l’imprenditore impegnato a salvare l’arancia rossa di Sicilia, Renzo Piraccini di Cesena, l’innovatore
del biologico, Marco Salvi di Ferrara, il presidente degli esportatori che vuole rilanciare l’Italia sui mercati esteri, Andrea Segrè di Bologna, l’economista che ha inventato il Last Minute Market. Attorno a loro imprenditori e manager da ogni parte d’Italia, non per partecipare al solito convegno o tavola rotonda ma semplicemente per stare insieme all’inizio di un anno impegnativo per tutti e alla vigilia dei principali appuntamenti dell’ortofrutta mondiale, a partire dalla Fruit Logistica di Berlino del prossimo febbraio. A condurre la serata Paolo Bruni, presidente del CSO, che annunwww.corriereortofrutticolo.it
17
P rimo piano
SERATA PROTAGONISTI
CorriereOrtofrutticolo
cerà anche il personaggio a cui sarà attribuito il premio Ortofrutta d’Italia, che porta il nome del marchio lanciato dallo stesso CSO per promuovere il made in Italy ortofrutticolo nel mondo. Il premio viene assegnato a uno degli 11 protagonisti scelti nel corso del 2012 dalla redazione del Corriere Ortofrutticolo e finiti come personaggi di copertina sugli undici numeri della rivista. Presenti alla serata nomi significativi dell’agroalimentare e dell’economia, da Giovanni Rana, un caso di marketing in carne ed ossa studiato nel mondo, a Paolo Bedoni, presidente di Cattolica Assicurazioni, una vita tra agri-
18
www.corriereortofrutticolo.it
coltura e finanza, a Sandro Boscaini, ambasciatore dell’Amarone, a Giuseppe Pavan, presidente di Mercati Associati. “Siamo convinti di contribuire anche così, oltre che con il nostro impegno di giornalisti, al dialogo tra gli attori di un sistema economico che dovrà sempre più fare squadra”, commenta Lorenzo Frassoldati, direttore del Corriere Ortofrutticolo. “Da quasi mezzo secolo - sottolinea il direttore - la nostra rivista fa informazione economica, autorevole e indipendente, raccontando il mondo dell’ortofrutta sempre e comunque dalla parte del ‘sistema Italia’. Un comparto
che ha fatto dell’eccellenza qualititativa e dell’innovazione imprenditoriale il proprio punto di forza, che da sempre è ai vertici delle classifiche dell’export agroalimentare, che ha un peso economico e sociale straordinario nel Paese ma che stenta a farsi riconoscere come tale e che quasi mai finisce sotto i riflettori dei media per scarsa propensione al protagonismo dei suoi attori. Con le nostre copertine e con questa iniziativa cerchiamo di colmare questa lacuna”. L’evento del 25 gennaio dedicato ai protagonisti dell’ortofrutta italiana, nuovo nel suo genere, potrebbe diventare un appuntamento annuale itinerante per portare in ogni regione vocata alle produzioni ortofrutticole il messaggio dei buoni esempi e della necessità di metterli in rete, grazie al sostegno concreto di CSO, Unitec SpA, Cattolica Assicurazioni, Eurepack, Mercati Associati, Macfrut, Sensitech, Graziani e la collaborazione di Fruitecom. Già da questo numero un nuovo protagonista è in copertina, ad aprire la selezione del 2013. I buoni esempi da mettere in rete sono fortunatamente numerosi nel sistema ortofrutticolo italiano. Non c’è che l’imbarazzo della scelta. L’impegno è di portare il loro esempio, le loro esperienze positive alla conoscenza di tutti per arrivare a un innalzamento qualitativo del sistema e al suo rafforzamento nei confronti degli altri settori dell’economia italiana ed europea. (C.O)
G e n n a i o
2013
COPERTINA
CorriereOrtofrutticolo
C
PROTAGONISTI
Passaggio ad Oriente ●
Antonio Felice
Una più forte presenza dell’ortofrutta italiana nel mondo è il risultato soprattutto di un adeguato assetto organizzativo. Le quattro grandi organizzazioni di melicoltori del Trentino Alto Adige hanno puntato su FROM per esportare di più sui grandi mercati internazionali. Questo consorzio, partito nei primi tre anni come associazione temporanea, è diventato, per unanime decisone di VOG, VIP, Melinda e La Trentina, un organismo stabile a partire dal 2012. Un’esperienza dunque di successo, che ha superato la sfida iniziale ma che ora è in cerca di conferme, perché - come si sa - le sfide non finiscono mai. Lo abbiamo sentito da tutte le parti nel 2012, persino da chi, come il presidente della Coldiretti Sergio Marini, fa finta di non guardare oltre il km-zero: esportare di più è vitale per l'ortofrutta italiana, pena un arretramento pesante. Per queste ragioni, abbiamo chiesto al direttore di FROM, Nicola Zanotelli, di raccontarci la sua esperienza di uomo di prima liG e n n a i o
2013
Nicola Zanotelli, direttore di FROM, gestisce l’export delle principali organizzazioni melicole del Trentino Alto Adige. Al Corriere spiega le nuove sfide dell’internazionalizzazione nea sul fronte della globalizzazione. Zanotelli è un manager che ha da poco superato i 30 anni e quando è stato assunto a FROM, nel 2009, ne aveva appena 28. L’anagrafe rende ancora più eccezionale la sua esperienza. Ha una laurea in Economia aziendale all’Università di Innsbruck e un master in Management dirigenziale al MIB di Trieste. Ecco le nostre domande e le sue risposte. Gente esigente, da Georg Kossler, presidente di VOG, a Luca Granata, direttore di Melinda, si sono espressi nei mesi scorsi molto positivamente sull'azione svolta da FROM. Una bella responsabilità, non le pare? Secondo lei qual è il segreto del successo di FROM in questa sua prima fase di attività? “Il successo di FROM risiede innanzitutto nella natura unica di questa realtà cooperativa. La for-
za che deriva dall’unione trova, nel mondo dell’ortofrutta mondiale, la propria maggiore espressione in FROM. Il consorzio rappresenta 20 mila famiglie contadine, proprietarie di un appezzamento di terra mediamente di qualche ettaro. La produzione totale del consorzio, circa il 70% del prodotto mela italiano, di elevata qualità, permette di accedere piú semplicemente ai clienti retail e sui mercati in generale, con un impatto, sia in termini di volumi che di presenza unitaria, che risulta un vantaggio competitivo indiscutibile”. FROM è partito dalla Russia. Questa è stata la prima sfida. Lì già c’erano mele italiane, anche di VOG come di altri soci fondatori di FROM. Diciamo che l'Italia esporta in Russia tra le 40 mila e le 50 mila tonnellate di mele l’anno per un valore tra i 30 e i 40 milioni di euro. Come si è inserito FROM in www.corriereortofrutticolo.it
19
C opertina
PROTAGONISTI
CorriereOrtofrutticolo
questa partita e ora che prospettive pensate di avere? E ancora, fin dove possono arrivare le mele italiane in Russia? “L’approccio al mercato Russo è stato inizialmente complicato, proprio perché i clienti giá intrattenevano rapporti commerciali con i nostri soci e lavoravano principalmente con l’una o l’altra realtà. Negli anni successivi FROM è riuscita, armonizzando gli standard produttivi tra i propri fornitori, a convincere con i fatti i clienti che la qualità superiore proposta da FROM si distingue dall’offerta della maggior parte dei fornitori europei e italiani. Nell’ultimo anno FROM ha inviato 31.500 tonnellate in Russia, con un incremento di circa il 20% rispetto alla stagione precedente e un fatturato di 20 milioni di euro. Le prospettive attuali sono sicuramente di continuare a crescere con il retail, con lavorazioni sempre più specifiche ed elaborate, sempre nell’ottica di un posizionamento premium. Le mele di FROM attualmente raggiungono senza difficoltà le regioni degli Urali, mentre per destinazioni più lontane le difficoltà logistiche attualmente non permettono di servire stabilmen20
www.corriereortofrutticolo.it
te i potenziali clienti”. India, una partita al fischio d’avvio. Avete spedito i primi container credo solo nel 2012. L’India è un mondo complesso da affrontare. Da quali aree o città siete partiti? Quale strategia state mettendo in atto per il sub-continente indiano? “Di fatto il continente indiano è un mercato completamente nuovo per la mela italiana, nello specifico la mela d’importazione in India è rappresentata per la maggior parte da mele di Washington (Red Chief) e mele Cinesi (Fuji). La tipologia del mercato vede una forte predominanza di importatori che intrattengono rapporti decennali con i fornitori e sono abituati a gestire le mele di G e n n a i o
2013
COPERTINA
CorriereOrtofrutticolo
queste origini. La difficoltà iniziale risiede nel riuscire a convincere i principali attori del commercio ortofrutta che le mele delle alpi italiane sono tra i prodotti migliori a livello mondiale. A partire dalla stagione 2012 FROM si è concentrata anche su questo mercato, riuscendo a portare a termine programmi mirati con i clienti, nello specifico con le varietà Gala e Golden. L’obiettivo di fatto è quello di aprire il mercato instaurando rapporti continuativi. Nel 2012 il volume di vendita verso l’India è stato di 500 tonnellate, quest’anno questo quantitativo è già stato raggiunto e verrà superato, probabilmente attestandosi su circa 800 tonnellate. Il mercato indiano, pur enorme, è concentrato negli hub commerciali di Mumbai e Chennai, per questo motivo in realtá ad oggi gli sforzi si concentrano nel dialogo con i grandi importatori di questi due mercati”. La Cina dovrebbe essere il terzo grande mercato di FROM. Lei dovrebbe essere stato ad Hong Kong solo qualche mese fa. I cinesi sono mercanti da millenni, fare buoni affari con loro non è facile. Come stanno andando i primi approcci di FROM con il 'pianeta giallo' che in pochi decenni è diventato la seconda potenza economica mondiale? “Attualmente non è possibile intrattenere rapporti diretti con il mercato cinese in quanto le restrizioni fitosanitarie vigenti non permettono l’import di mele italiane in Cina. Fino a quando la situazione rimarrà questa, FROM non volgerà i propri sforzi verso questo mercato. Sicuramente il mercato cinese va comunque monitorato per considerare eventuali opportunità, vista la sicura importanza che questo mercato giá oggi e sempre piú in futuro ricoprirà a livello mondiale”. Che cosa le sta insegnando questa importante esperienza di manager al FROM? E, dalla sua posizione,
G e n n a i o
2013
come vede il futuro della mela italiana nel mondo? “L’esperienza in FROM è di rilevanza notevole, una realtà molto interessante, eterogenea e comunque di stimolo sotto molti aspetti. In realtà FROM è in continuo divenire, sia in termini di espansione verso mercati sconosciuti che di gestione e di coordinamento necessari all’interno di un gruppo che nel complesso fattura piú di un miliardo di euro e con una produzione che si estende su 28 mila ettari e che varia da 150 metri fino a 1.100 metri di altitudine. FROM ha il compito di gestire i rapporti tra quattro colossi produttivi, sempre dimostrando una totale trasparenza nei confronti dei propri soci ed assicurando che qualsivoglia decisione sia la più equilibrata nei confronti degli interessi dei singoli, elemento chiave della stabilità dei rapporti cooperativi, sempre e comunque assicurando che le decisioni prese siano proattive e non limitative. Personalmente ritengo che la possibilitá data al management dalla gestione di una realtà che si muove per assicurare il futuro della produzione melicola in un nuovo contesto mondiale, sia principalmente quella di potersi confrontare con dinamiche totalmente diverse rispetto al contesto altrimenti “regionale” all’interno del quale ci si è sinora principalmente misurati. Tra le considerazioni che nascono da questa ampia prospettiva, sicuramente è di rilevanza fondamentale il riconoscimento che nel mondo globalizzato solo con uno sforzo continuo nella commercializzazione di prodotto di qualità, nel tentativo di posizionarsi ed affermarsi nei mercati emergenti, sará possibile assicurare alla produzione italiana un futuro sostenibile, produzione che sotto un punto di vista meramente legato ai costi di produzione, si troverebbe altrimenti solo in svantaggio rispetto alla competizione internazionale”. editor@greenmed.eu
www.corriereortofrutticolo.it
PROTAGONISTI
Mele Golden a marchio FROM in un supermercato indiano. Sotto, locandina di FROM in una strada di Mosca. A pagina 19, sotto il titolo, Nicola Zanotelli allo stand di FROM a World Fruit Moscow insieme a Svetlana Krylova, rappresentante del Consorzio per la Russia
C
21
Attualità
CorriereOrtofrutticolo
La tragedia di Di Lenardo chiude il 2012 nel peggiore dei modi Natale triste per il settore ortofrutticolo italiano. Bruno Di Lenardo, padovano, uno degli imprenditori più stimati a livello nazionale, si è tolto la vita la notte del 23 dicembre dopo che i capannoni della sua azienda, nella zona industriale di Padova, erano stati distrutti, poche ore prima, da un devastante incendio. Una tragedia inattesa e per questo ancora più grande. Di Lenardo, 52enne imprenditore padovano tra i più noti nel settore ortofrutticolo non ha retto dopo aver visto lo stabilimento patavino della società da lui guidata distrutto un devastante incendio accidentale tra il 22 e il 23 dicembre, poche ore prima dell’estremo gesto. L’imprenditore era parso parecchio provato dopo che le fiamme avevano seriamente danneggiato il magazzino per lo stoccaggio dell’ortofrutta da 10 mila metri quadrati con impianti ad alta tecnologia per un valore di milioni di euro. Secondo i carabinieri appare evidente che il movente del suicidio sia la disperazione per aver visto andare in fumo il patrimonio aziendale. Sconvolto Giancarlo Daniele, presidente dei grossisti nonché amministratore delegato del Maap (Mercato agroalimentare di Padova): “Ci eravamo sentiti venerdì e l’avevo richiamato dopo l’incendio”, ha detto ai giornalisti de “Il Mattino” di Padova. “Per tutta la notte aveva seguito l’operato dei vigili del fuoco... Era successo un disastro, non c’era più nulla se non lo scheletro del capannone. Ho cercato di dargli conforto.... Forse quando si è reso conto di quel che è successo, quando ha visto che era andata in fumo l’impresa di famiglia, non ce l’ha più fatta... È un uomo che ha fatto crescere la nostra econo22
www.corriereortofrutticolo.it
L’imprenditore padovano, tra i più stimati e attivi nel settore, si è tolto la vita alla vigilia di Natale dopo aver assistito al devastante incendio che ha distrutto l’azienda di famiglia
mia, onorando Padova nel mondo”. Ricorda il direttore del Maap Francesco Cera: “Bruno era una persona preparata culturalmente, che sapeva le lingue e trattava direttamente i rapporti commerciali in spagnolo. Il magazzino era la sintesi di tre generazioni e della storia della sua famiglia”. Di Lenardo, che ha lasciato alcuni biglietti per spiegare il gesto, lascia la moglie e due figli di 21 e 18 anni. E sabato 29 dicembre Padova si è stretta in Duomo alla famiglia dell’imprenditore. Durante la cerimonia funebre, il vescovo monsignor Pietro Lievore, riferendosi alla tragedia, ha detto: “Questo fatto sia un monito per l’Italia”. Poco dopo i funerali, la moglie di Di Lenardo, la signora Elisabetta, ha così ricordato il marito: “Lavorava moltissimo, andava in magazzino molto presto la mattina ed era l’ultimo ad uscire la sera. Ma nonostante questo leggeva i giornali, si teneva informato per vivere con consapevolezza il suo
ruolo di imprenditore. Il suo motto era: Sempre avanti, mai indietro”. Elisabetta Di Lenardo ha consegnato alla stampa una lettera scritta circa un anno fa dall’imprenditore dell’ortofrutta e pubblicata il 4 agosto 2011 sul Corriere della Sera. Lo scritto è particolarmente significativo. Lo riportiamo integralmente. La lettera al Corsera “Caro Direttore come molti imprenditori della mia generazione (cinquantenni) sono molto preoccupato particolarmente per le generazioni future. La mia azienda ortofrutticola ha una tradizione di più di 135 anni e, ricordando i racconti di mio padre, di momenti bui nella storia aziendale e familiare ce ne sono stati parecchi ma lo spirito era del tutto diverso: c’era una voglia di lottare, una fiducia nel futuro, un rispetto sia dell’individuo sia della parola data. Parlando di aziende ritengo - ed è lo sfogo di gran parte degli imprenditori del G e n n a i o
2013
A
CorriereOrtofrutticolo
Rolando Drahorad La tragica morte di Bruno di Lenardo ha colpito indubbiamente ogni imprenditore impegnato sul lato commerciale e distributivo della filiera ortofrutticola. Non l’ho mai incontrato personalmente ma di operatori come lui ne ho conosciuti a centinaia in Italia ed all’estero e conosco perciò il loro DNA mentale. Dovendo rapportarsi durante ogni stagione con tantissimi interlocutori ed affrontare mese dopo mese sempre situazioni nuove e diverse l’una dall’altra accumulano da un lato un insolita conoscenza della psiche umana e dall’altro una non comune resistenza alle avversità. Le ragioni per le quali Bruno è arrivato a compiere un gesto così estremo rimangono pertanto un grande punto interrogativo. Certamente chi avrà letto i 10 biglietti lasciati prima di morire potrà farsi un quadro abbastanza preciso ma non è il singolo caso che qui voglio esaminare ma lo stato generale nel quale si trovano le persone che, o per scelta o per tradizione, fanno questo mestiere. Se anche l’avvento della grande distribuzione ha ridotto il numero di attori necessari per rifornire la catena distributiva sono ancora migliaia i protagonisti che, sia nelle zone di produzione come sui mercati all’ingrosso e negli uffici importexport, ogni giorno si dedicano alla moltitudine di operazioni che richiede la distribuzione dell’ortofrutta fresca. Essi si trovano invischiati in ingranaggi sempre più complicati e complessi che li occupano spesso per 1012 ore al giorno per tutto l’anno che però non riescono più a governare secondo il proprio buonsenso. C’è la materia prima di qualità che scarseggia, il numero di clienti che diminuisce, la bontà del credito sempre più in forse. Ci sono poi gli operai e gli impiegati che non si possono licenziare, i fornitori che premono per gli incassi, le banche che non collaborano come prima e l’agenzia delle entrate che è in agguato minacciosa. Quando però nonostante tutto uno è riuscito a mettere i suoi camion sulla strada per soddisfare puntualfamoso Nordest - che esse siano state abbandonate a se stesse, vera e propria carne da macello ormai ridotta all’osso. La ricetta per la nostra Azienda-Italia è difficile, ma qualche piccolo accorgimento si potrà incominciare a portare, ad esempio: portare i pagamenti nelle forniture, a iniziaG e n n a i o
2013
mente il cliente vicino o lontano ci pensano le autostrade, i porti, i camionisti, le dogane ed i controlli qualitativi e fitosanitari a rendere arduo il loro compito. Quando non ci si mettono in mezzo la neve, o gli scioperi a paralizzare tutto. Mi vien da dire che è un miracolo se non ci sono tanti altri operatori che incappano in un momento di sconforto estremo come l’amico Bruno. Il guaio è che è gente che si sente sola, dimenticata da Roma e da Bruxelles, in lotta con tutti: il mondo agricolo che non riconosce più la funzione del mestiere, la politica che parla di forme parassitarie di esistenza e la GDO che si sostituisce senza per questo abbassare i prezzi al dettaglio. A pensarci bene la Di Lenardo SPA ha imboccato da tempo, anche grazie alla lunga esperienza della sua dirigenza, la strada più agibile e meno insidiata del commercio ortofrutticolo, quella dell’importazione. Ha cioè scelto di guadagnarsi da vivere aggirando molti degli ostacoli eretti dal mondo avverso che circonda il settore nel suo insieme: non deve corteggiare diffidenti agricoltori italiani e può scegliere in tutto il mondo, stagione per stagione, le partite di frutta che il mercato richiede. Può servire senza grandi problemi anche la GDO italiano perché raramente il supermercato importa in proprio. Se nonostante tutto è successo quel che è successo è un segnale di massima gravità. E’ venuto il momento di riaffermare coralmente le ragioni e la validità del proprio ruolo e del ruolo del settore chiedendo comprensione e riconoscimento, ricordando che il nostro mercato ormai è il mondo intero. Non lo potrà fare il singolo ma sulla base delle cifre e di una forte campagna di comunicazione si dovrà raggiungere il riconoscimento della funzione anche sociale della categoria. In tempi duri come questi è proprio l’orgoglio ed il rispetto che può confortare sufficientemente un individuo e convincerlo che andare avanti è utile per tutti. Infatti la lettera che Bruno ha scritto oltre un anno fa al Corriere della Sera (pubblicata in data 4 Agosto 2011) termina con questa frase: “Ultimo, ma importante, il rispetto di ognuno. Questo è il sentimento calpestato e dimenticato da ognuno…”.
ATTUALITÀ
Un dramma che fa riflettere e preoccupa Troppe incombenze e incognite per le aziende di questo settore
re dallo Stato, per legge a sessanta giorni, magari a trenta. Per truffe, concussioni e mazzette processi per direttissima con pena per i colpevoli immediata da dieci anni di carcere in su. Rapporti lavoratori-aziende più semplici, contributi a favore del lavoratore più incisivi in modo da riwww.corriereortofrutticolo.it
23
24
www.corriereortofrutticolo.it
G e n n a i o
2013
A
CorriereOrtofrutticolo
Era n’azienda senza confini La filosofia aziendale della Di Lenardo era fortemente orientata verso la globalizzazione dei mercati con importazioni da tutti i principali Paesi del mondo, dall'America Latina al Sudafrica, Australia, Cina senza escludere l’Europa, con una clientela di dettaglianti, grossisti e della GDO. La società, di origini friulane, era nata nel 1867. Agli inizi del Novecento contava su ben 16 filiali dislocate in alcune delle città più importanti d'Europa, quali Berlino, Praga, Vienna, Budapest e d'Italia, Trieste, Udine, Bolzano, Padova, Napoli e Catania. Oggi, oltre alla sede centrale di Padova, erano attive due filiali presenti nei mercati ortofrutticoli di Padova e Rimini. La “Di Lenardo Spa” fu fondata dal nonno di Bruno, poi svilupG e n n a i o
2 0 1 3
In fiamme sei degli otto camion della Pannitteri Il Distretto Agrumi: le istituzioni intervengano “Siamo psicologicamente distrutti per quello che ci è successo”. Aurelio Pannitteri parlava così all’indomani dell’atto doloso avvenuto domenica 16 dicembre all’interno della sua azienda dove sono stati bruciati sei degli otto camion di proprietà dell’omonima azienda di Belpasso (Catania) di cui l’imprenditore siciliano è titolare. “Fa davvero rabbia subire un gesto così vile in un momento molto complicato del mercato, attanagliato dalla crisi e dalla recessione con le aziende, compresa la nostra, sommersa dalle tasse”, aggiungeva Pannitteri. “Ai problemi che dobbiamo affrontare giorno per giorno ora si è aggiunto questo inqualificabile episodio, su cui gli inquirenti stanno portando avanti le indagini. Speriamo si riescano a individuare i colpevoli”. Il lavoro dell’impresa siciliana, a parte le ore successive all’accaduto, è proseguito senza troppi intoppi, nonostante non siano mancate alcune difficoltà. “Alcuni camion fortunatamente ci sono stati prestati, altri ancora li abbiamo noleggiati – spiegava Pannitteri -. Avevamo appena finito di pagare quei mezzi, tutti nuovi, acquistati in leasing”. Nel rogo sono andati distrutti oltre ai mezzi pesanti e alle 5 mila casse caricate sopra, anche 400 bins e alcune pedane. Un appello al presidente della Regione, Rosario Crocetta, è stato rivolto dalla responsabile del Distretto Agrumi di Sicilia, Federica Argentati: “Troppo silenzio - il commento della Argentati - da parte delle istituzioni e della società civile intorno a questo ennesimo episodio di criminalità nei confronti di imprenditori del settore agricolo. Un enorme danno economico per l’azienda fra le più organizzate ed evolute sul mercato - che il Distretto Agrumi di Sicilia, nelle more che la Giustizia faccia il proprio corso, vuole portare all’attenzione del presidente Crocetta e di tutta la comunità siciliana per sottolineare la necessità di denuncia e di sostegno alle aziende che subiscono simili attentati”. Brutta fine d’anno anche quella vissuta dalla calabrese Copam: lo scorso 27 dicembre, le squadre di soccorso dei Vigili del Fuoco di Cosenza sono intervenute a Corigliano Calabro dove un capannone, di proprietà dell’azienda di lavorazione e confezionamento di agrumi, è andato a fuoco. I soccorritori hanno circoscritto e domato l’incendio evitando che si propagasse alle strutture vicine. pata dal padre Odorico (scomparso qualche anno fa) ed è stata gestita fino a un anno e mezzo fa da Bruno con lo zio Adriano prima della consensuale divisione fra attività immobiliari (rimaste in mano ad Adriano) e l’azienda dell’ortofrutta. Un’azienda che aveva rifornito l’esercito Usa durante la guerra e
ATTUALITÀ
lanciare i consumi interni. Meno burocrazia nelle aziende: dico sempre ai miei collaboratori che siamo nell’era tecnologica e stampiamo più carta di quando non c’erano i computer! Fine degli sperperi statali con un organo di controllo e rispetto delle tempistiche. Tassazioni più leggere ma ferree per tutti. Ultimo, ma importante, il rispetto di ognuno. Questo è un sentimento calpestato e dimenticato da ognuno di noi, dai genitori che si intromettono nella scuola agli imprenditori che ritengono di aggirare le regole a proprio piacimento, ai lavoratori che fanno i furbi per lavorare meno, fino a noi stessi che non sappiamo più renderci disponibili per il prossimo perché riteniamo che siano tutti opportunisti o ladri”. L’imprenditore ha lasciato dieci biglietti appoggiati sulla scrivania, prima di compiere l'estremo gesto. Su uno erano scritte poche parole: “Cari dipendenti, scusatemi”. L’incendio dell’azienda Di Lenardo sembra essere a tutti gli effetti accidentale - si sostiene alla questura di Padova - perché partito da un corto circuito.
negli anni ’90 la Nato, specializzandosi nell’importazione di banane e di frutta dal Sudamerica per garantire in Italia prodotti “fuori stagione”. E in Cile, Argentina e Costarica, Bruno Di Lenardo era di casa. Negli anni ’60 i Di Lenardo crearono la catena di supermercati “Sagea” poi venduta. ● www.corriereortofrutticolo.it
25
Attualità
CorriereOrtofrutticolo
Km zero, si scatena il dibattito dopo le stoccate del Corriere.it Apriti cielo! Quando il 5 dicembre scorso scrissi per l’edizione on line del Corriere Ortofrutticolo il corsivo “Basta col km zero, voglio le arance a “chilometri mille!” non immaginavo il putiferio che ne sarebbe seguito. Tante mail di approvazione, tanti commenti positivi, ma anche alcune mail di aspra critica. Di questo diluvio di commenti pubblichiamo qui un ampio resoconto. Qui si potranno leggere anche le risposte che ho dato privatamente alle mail di critica. Ringrazio tutti per i commenti, che confermano che quando si toccano certi nervi scoperti si fa sempre centro. La mia reazione voleva dare voce a quanti tutti i giorni sentono dire sui media (giornali, radio e tv) sciocchezze ‘fotoniche’ sul km zero e sulla vendita diretta e non hanno mezzi o strumenti per reagire. Quando anche un guru come Carlin Petrini scrive che la filiera corta è “la risposta più moderna, ricca di futuro che possa esserci per l’attuale crisi dell’agricoltura” non sa quello che dice. Basta pensare al vino: se vivesse di filiera corta, addio primati e tre quarti delle nostre cantine chiuderebbe. L’ortofrutta è uguale: produciamo local per vendere global, altrimenti il comparto chiude e allora sì che sarebbero dolori. Tutti i giorni migliaia di imprese e di imprenditori si spremono le meningi e lavorano 12 ore su 24 per produrre meglio e per vendere quello che producono. La filiera corta non è una risposta “di sistema” ai problemi dell’agricoltura italiana e dell’ortofrutta in particolare; è una risposta solo parziale e che può dare sollievo e ossigeno temporaneo alle imprese. Con questo non ho voluto demonizzarla, per carità. Non si tratta di fare guerre di religione, di essere integralisti. Libero ognuno di seguire le strade che preferisce e che trova più convenienti. È
BOTTA E RISPOSTA... L’articolo “originale” Ancor prima che Natale arrivi e i cenoni delle feste siano imbanditi, Coldiretti sa già quanto consumeremo e cosa berremo. “Sulle tavole degli italiani saranno stappate il 24% in meno di bottiglie di champagne ma calano caviale e succedanei del 12% mentre tende a scomparire anche la frutta esotica con ananas, manghi, avocado e datteri in calo del 12%”, ci 26
www.corriereortofrutticolo.it
l’accanimento mediatico che irrita, l’insistenza ridicola sui mercatini degli agricoltori presentati come la ricetta miracolosa per risolvere i problemi dei produttori e dei consumatori. Chiarisco una volta per tutte: questo giornale non è contro la filiera corta perché sarebbe assurdo. Sarebbe come dire: siamo contro la vendita portaa-porta o il direct-marketing. Non avrebbe senso. Pensiamo che le vendite ‘di prossimità’ siano l’altra faccia, complementare, alla spinta all’internazionalizzazione. Entrambe sono legittime e da perseguire perché rispondono a obiettivi diversi: la prima promuove i valori del territorio, la seconda va là dove i consumi aumentano, perchè da noi i consumi crollano e consumiamo un terzo di quello che produciamo. Ma, attenzione, non hanno lo stesso peso. Se la nostra quota di export si dimezzasse (da 4 miliardi a 2) non ci sarebbe vendita diretta o filiera corta che potesse compensare il crollo produttivo e di reddito per decine di migliaia di imprese. I teorici del piccolo è bello, i fanatici del ‘local’ a tutti i costi, prefigurano una richiesta di protezionismo e di autarchia che sono l’esatto contrario della ricetta economica che può far crescere il nostro comparto agroalimentare. Tutto ciò premesso, ricordo comunque che l’accanimento mediatico è figlio di campagne mediatiche, di investimenti in comunicazione che hanno lasciato il segno, mentre il sistema Ortofrutta Italia non riesce ad esprimere e comunicare una immagine di sé presso la pubblica opinione che renda merito alla qualità delle produzioni, al valore del suo business, all’impatto socio-economico-occupazionale nei vari territori e all’impegno innovativo dei suoi attori imprenditoriali. Come dire: su questa partita il sistema Ortofrutta Italia deve fare solo autocritica. (L. Frass.) informa Coldiretti. Ovviamente “crollano le mode esterofile del passato” e milioni di italiani stanno saccheggiando i Farmer’s market alla caccia di prodotti tipici locali, sempre secondo Coldiretti. Non facciamo qui facili ironie sulle percentuali di alimenti “in via di estinzione”, fornite forse da una zingara attraverso la sua palla di vetro. Abbiamo invece grande considerazione per la sola organizzazione del mondo agroalimentare che ha investito alla grande in coG e n n a i o
2013
A
CorriereOrtofrutticolo
La replica di Freshplaza Un paio di giorni fa, il direttore del Corriere Ortofrutticolo, Lorenzo Frassoldati, ha stigmatizzato il "km zero", definendolo una "bufala insopportabile e una moda ridicola". Siamo d'accordo con Frassoldati, e non potrebbe essere diversamente, visto che già da anni FreshPlaza critica il concetto delle "food miles", ritenendo che misurare la bontà di un prodotto solo in termini di km percorsi sia discutibile e, in definitiva, controproducente per un paese esportatore come l'Italia. Non avevamo perciò alcun bisogno di importare dall'estero e di cavalcare la filosofia del "km zero" (versione italianizzata delle "food miles"), nata in contesti ben diversi dal nostro. Non siamo però concordi con lei, caro direttore, quando nello stesso calderone del "km zero" si getta anche il commercio equo e solidale. G e n n a i o
2013
Il Fairtrade è una cosa seria, non una baggianata né un "trend modaiolo"; anzi, è proprio il movimento delle "food miles" a gravare di un'ipoteca pregiudiziale i commerci ortofrutticoli dai paesi più svantaggiati, che il Fairtrade intende invece favorire. Oltre che combattere contro la povertà, infatti, tali paesi si trovano a dover lottare anche contro la nuova filosofia del "meno viaggia, meglio è". La preferenza per il cibo di produzione locale, con il conseguente rischio di un taglio della domanda per beni alimentari prodotti in nazioni in via di sviluppo, è stata esaminata in un libro diffuso a dicembre 2009: "Fair Miles: Recharting the food miles map" a cura di Oxfam e dell'IIED, l'Istituto Internazionale per l'Ambiente e lo Sviluppo. Come sottolinea James MacGregor dell'IIED: "La gente che pensa di risolvere i problemi climatici del pianeta evitando di acquistare cibo che ha viaggiato per lunghe distanze, in realtà rischia di affamare milioni di persone, negando loro il reddito di cui necessitano per la casa, l'alimentazione, la sanità e l'educazione dei figli e generando in definitiva nuove masse di disperati in fuga dalle proprie terre. Se proprio si vuole essere climaticamente responsabili, meglio sarebbe andare al supermercato a piedi o in bicicletta". Quando un prodotto reca l'etichetta Fairtrade, ciò significa che esso rispetta determinati vincoli, senza i quali non potrebbe mai
essere immesso nel circuito del commercio equo-solidale. Tali requisiti sono: condizioni di lavoro rispettose della dignità umana, divieto di lavoro minorile e di lavoro forzato, impiego di materie prime rinnovabili, cooperazione tra produttori, creazione, dove possibile, di un mercato interno dei beni prodotti. In un contesto nel quale i comportamenti responsabili di tutti possono fare la differenza, l'investimento consapevole delle imprese e dei privati cittadini nel commercio equo e solidale ha fin qui costituito un modello virtuoso, portando certamente più vantaggi al pianeta di quanto non abbia mai fatto il "km zero". Vale la pena ricordarlo. Rossella Gigli
ATTUALITÀ
municazione, con obiettivi e scopi precisi. Quindi voliamo alto e diciamo che questa storia del “Km zero”, che ormai dilaga nelle vetrine dei negozi e sui menù dei ristoranti, è una bufala insopportabile, una moda ridicola, senza nessun controllo, priva di qualunque riscontro. Ormai si sprecano gli studi che dimostrano che si consuma più anidride carbonica con tanti brevi tragitti per acquistare azienda per azienda che con l’unico spostamento necessario per andare al market. Poi se voglio un ananas, ad esempio al ristorante (dove è quasi sempre l’unica frutta disponibile), perché mi devo sentire in colpa? Il mondo produttivo faccia iniziative di marketing e formazione verso il mondo della ristorazione per indurli a offrire frutta nazionale come dessert. Semplice,no? Concludendo: evviva i “chilometri mille”, quelli che fanno le gustose clementine calabresi e le meravigliose arance tarocco siciliane che sto aspettando con ansia di comprare. (Lf)
La controreplica di Frassoldati Cara Rossella, grazie per il tuo commento su Freshplaza al mio ‘sfogo’ sul km zero, che tanti consensi ha raccolto attorno al sito del Corriere Ortofrutticolo. E’ importante che voci autorevoli dell’informazione specializzata di settore, come la tua, concordino nel denunciare l’inconsistenza di certe mode e la montagna di luoghi comuni e di banalità che crescono attorno ad esse, quando invece non si parla a sufficienza di chi contribuisce davvero all’economia e all’occupazione del Paese. Ti voglio invece rassicurare sul Fairtrade: non avevo alcuna intenzione di buttarlo nello stesso calderone del “km zero”, anzi. Se importiamo fagiolini dal Burkina Faso facciamo in primo luogo un doveroso atto di solidarietà, importante per far crescere quel paese ma anche per noi che apriamo nuovi fronti commerciali e/o comunque poniamo le basi di relazioni suscettibili di ulteriori sviluppi. Da troppo tempo abbiamo perso consapevolezza a livello politico del ruolo che possiamo esercitare nel bacino del Mediterraneo e verso i paesi del nord Africa, esportando know how, tecnologie e innovazione a tutti i livelli. Mi limitavo ad oswww.corriereortofrutticolo.it
27
L’eleganza si mette in mostra
Rugantino RZ F1
gruppoatomix.com
tGUSTO E FORMA INCONFONDIBILI tPRODUTTIVITÀ ELEVATA tALLEGAGIONE OTTIMALE tDISPONIBILITÀ: TUTTO L’ANNO
Rijk Zwaan Italia s.r.l. Via dell’Industria, 13 40012 Calderara di Reno (BO) Tel. +39 051 729448 - Fax +39 051 4149308 rijkzwaanitaly@rijkzwaan.it - www.rijkzwaan.it CPVR: Privativa comunitaria per ritrovati vegetali richiesta o concessa (CPVR). La produzione o riproduzione di costituenti varietali protetti da CPVR necessita dell’autorizzazione del titolare. Informazioni aggiornate sul CPVR sono disponibili al sito www.cpvo.europa.eu. È importante evidenziare che la specificità dei parassiti o patogeni può variare a seconda della stagione e dell’area, che dipende da fattori ambientali e che possono emergere nuovi biotipi di parassiti o nuove razze di patogeni in grado di superare la resistenza. Le descrizioni, le illustrazioni, i consigli colturali e qualsiasi altra informazione, per esempio sulle date di scadenza, di semina, di trapianto e di raccolta, sotto qualsiasi forma compaiano, si basano nel modo più preciso possibile su quanto rilevato dalle prove e dalla pratica. È esclusa qualsiasi responsabilità da parte di Rijk Zwaan Italia per eventuali difformità manifestatesi nel prodotto coltivato rispetto a quanto indicato nelle descrizioni, illustrazioni ed informazioni. È una precisa responsabilità dell’Acquirente conservare il seme in modo appropriato così come valutare se i prodotti sono adatti al tipo di coltivazioni che si intendono effettuare ed alle condizioni ambientali.
A
CorriereOrtofrutticolo
LE VOSTRE REAZIONI... Buongiorno, con viva soddisfazione vorrei trasmettere in maniera informale all’autore dell’articolo il pieno consenso di ciò che ha scritto. Nel mio ruolo spesso mi trovo a sfatare certi atteggiamenti pretestuosi di categorie economiche che forti dello slogan impattante del km zero profanano prodotti, provenienze e indici economici /listini. Credo sia una mancanza di rispetto nei confronti del consumatore che pur aggiornato ed informato spesso non riesce ad entrare nelle fessure delle variabili commerciali imposte e/o derivanti dalla globalizzazione. Sono perciò in totale sintonia con ciò che è riportato sul Corriere. Le confido infine che sono a sua disposizione per approfondire l’argomento qualora lo ritenesse necessario. Complimenti e grazie. Cristiano Zingarlini Responsabile Ortofrutta Dico Spa G e n n a i o
2013
ATTUALITÀ
servare soltanto che quanto a “km zero” il commercio equo e solidale non fa alcuna differenza perché viaggia a “km diecimila”, come le banane sudamericane o gli ananas del Costarica. Sono perfettamente d’accordo con te quando scrivi che i paesi poveri “oltre che combattere contro la povertà, si trovano a dover lottare anche contro la nuova filosofia del “meno viaggia, meglio è”. E sottoscrivo l’affermazione (da te citata) di James Mac Gregor dell’Iied: “Se proprio si vuole essere climaticamente responsabili, meglio sarebbe andare al supermercato a piedi o in bicicletta”. Tutti ci commuoviamo davanti alle immagini dei bambini affamati e denutriti, ma nessuno si pone seriamente la domanda di cosa fare per quei paesi sfortunati oltre a mandare un po’di aiuti alimentari: il minimo sarebbe contribuire alla loro crescita economica. In parole povere aiutarli a produrre e ad esportare.
Carissimo Direttore ho appena letto il suo articolo e volevo farle le mie congratulazione, perché finalmente una persona ha avuto il coraggio di smontare questa farsa del km 0. GRANDE GRANDE GRANDE Con immensa stima, Enzo Filardo, presidente O.P. Natura Soc. Coop. Agricola
ché oggi in Sicilia le arance non le raccoglie nessuno perché nei nostri supermercati si trovano solo quelle del Marocco! E non certo perché i consumatori non richiedono quelle italiane ma perché alla GDO (non tutti) non gliene importa niente di avere sullo scaffale quel prodotto lì. Elena Montesissa
Buona sera, complimenti, evviva la verità. Leone Rota Illeonetrading.com
Gentile Elena, quando sono al ristorante, mi creda, ordino quasi sempre piatti di territorio. E quando faccio la spesa rispetto la stagionalità dei prodotti, quindi solo ortofrutta di stagione. Non compro fragole a Natale (anche se sono italiane) e ciliegie e meloni a Capodanno. Compro però ananas tutto l’anno perché mi piacciono, così come piacciono agli italiane le banane che sono acquistate in grandissime quantità, che se non sono un prodotto tipicamente italiano. Quindi ho una certa propensione alle scelòte a ‘km zero’. Però, vede, bisogna distinguere: un conto sono i nostri gusti personali , un conto è parlare di un settore economico che vale oltre un terzo di tutta la Plv agricola del paese. L’Italia consuma un terzo di quello che produce, il resto dobbiamo esportarlo sempre più lontano, perché i tradizionali mercati europei sono saturi. Il ‘km zero’ come modello economico è una madornale fesseria: chi controlla l’origine? E dopo quanti chilometri si è fuori dallo ’zero’. Le bancarelle sulle strade o nelle piazze vanno benissimo, danno ossigeno alle imprese, ma la cosa si ferma lì. Non può essere il futuro di un settore
Buongiorno signor Frassoldati, non condivido assolutamente il suo articolo sul km zero. Nessuno ha mai “evocato km zero come ricetta salvifica per il nostro agroalimentare” e chi, vuole ridurre questo concetto ad un semplice “slogan che ha trovato facile presa nel conformismo della pubblica opinione” dimostra di non aver capito proprio nulla. Si tratta di un concetto molto più ampio che rilancia un nuovo modo di interpretare l’agricoltura e le economie locali, con tutto ciò che questo comporta in termini sociali, ambientali ed economici. Purtroppo è necessario affermare che molte delle nostre grandi strutture cooperative remunerano, per esempio, le pesche italiane con prezzi che rendono quasi antieconomica la raccolta e “subisce” la concorrenza dei prodotti spagnoli che arrivano da noi con due mesi di anticipo! Se poi aspettiamo arance e clementine del sud Italia temo che dovremo aspettare a lungo, per-
www.corriereortofrutticolo.it
29
Attualità economico a meno di non teorizzare un ritorno all’autarchia e al protezionismo, abbandonando la strada del libero mercato. E’ una scelta che piace agli ultrà leghisti e ai neocomunisti però ci porterebbe fuori dalla storia, dall’Europa e dall’Occidente. Lei se la prende con le grandi cooperative che non remunerano il prodotto? Ma di chi sono le cooperative? Dei soci, che possono mandare a casa i manager incapaci e magari scelti (o riciclati) solo per appartenenza politica. Quanto alle arance non è vero che nella Gdo si trovano solo quelle del Marocco: io già mangio arance e clementine italiane comprate al market. E quanto al Marocco, è vero che l’accordo con l’Europa ci danneggia, ma mai quanto la disorganizzazione commerciale e la mancanza di aggregazione della nostra agrumicoltura siciliana, che ha dissipato un enorme capitale storico, sociale ed economico e che adesso tenta faticosamente di risalire la china. Puntando sull’innovazione, sulla politica di marchio e, guarda caso, sull’export. Cordialità Lorenzo Frassoldati Buongiorno ho letto i suoi articoli sul "km zero" e credo che non sia soltanto soltanto una moda!!! Anzi in un momento di crisi come quello che attraversa il nostro paese il "km zero" sia qualcosa che possa aiutare tutti, soprattutto l'economia delle famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese e di conseguenza anche l'economia del nostro paese! Ma forse lei (con il suo reddito) non lo capisce!! pensare di comprare frutta e verdura dall'estero (con quello che costa al cliente finale) non é certo la cosa migliore per la massaia normale! Gli agricoltori che praticano il km zero con la vendita diretta lavorano duro tutto il giorno (col freddo e la neve di questi tempi) per dare un servizio il più vicino possibile a ciò che chiede il consumatore finale. E con i numeri che si fanno credo che la maggioranza della popolazione sia d'ac30
www.corriereortofrutticolo.it
CorriereOrtofrutticolo
cordo con me, e con tutti gli agricoltori che continuano su questa strada! Quindi forza “km zero”! Barbara Zanoni Gentile Barbara, non ho mica scritto che le imprese che fanno il cosiddetto km zero non lavorano..penso che lavorino duro come le altre. Ho semplicemente reagito a un certo conformismo che esalta questa moda fino al ridicolo (ho sentito parlare anche del pesce a km zero!). Personalmente compro quasi solamente prodotti nazionali e seguo la stagionalità dell’ortofrutta nel fare la spesa. Libere le imprese agricole di fare vendita diretta e libere le persone come Lei di frequentarle, ci mancherebbe! Ma da qui a parlare di un modello economico, ne passa... Le segnalo che nel 2012 la crisi ha tagliato 1 miliardo di euro di consumi di orto-
frutta da parte delle famiglie italiane. Il calo dei consumi rischia di travolgere il nostro sistema produttivo, che ha un disperato bisogno di esportare, quindi di fare migliaia di chilometri. L’ortofrutta ha due facce: quella visibile del fruttivendolo, del mercatino rionale, del market. E quella invisibile ma altrettanto reale di un grande sistema produttivo fatto di frigoriferi, magazzini di lavorazione, tecnologie, logistica, dove masse enormi di prodotto made in Italy vengono lavorate in attesa di essere avviate alla ricerca di nuovi spazi commerciali. E’ come per il vino: il consumatore vede la bottiglia ma dietro c’è un mondo, un sistema. Lorenzo Frassoldati
Carissimo sig. Frassoldati: se lei ama il km 1000 è un problema suo, è liberissimo di nutrirsi con tutto quello che arriva da fuori e fuori stagione... Ma trovo davvero disgustoso il fatto che lei denigri tutta quella fetta di gente che lavora onestamente coi mercati a km 0 e con la vendita diretta... Lavoro fatto con tanta passione e fatica, 40 gradi in estate e temperature sotto lo zero in inverno... Sicuramente è molto facile scrivere articoli ben pagati da dietro una scrivania al calduccio e proprio per questo la inviterei caldamente a venire ai nostri mercati e magari anche dialogare con noi guardandoci negli occhi... Alessandra Ravagli Gentile Alessandra, io amo le arance tarocco che arrivano dalla Sicilia a km mille, così come l'agnello sardo o le clementine calabresi o gli ortaggi invernali che mi risultano arrivino in gran parte dalla Puglia. Io compro preferibilmente italiano e prodotti di stagione. Quindi non mi venga a fare la predica dicendo che io denigro chi lavora onestamente con la vendita diretta. Mai denigrato nessuno e mai detto o scritto questo. Non è una battaglia di religione, ma una questione di libera scelta. Se lei vuole fare la vendita diretta perché la trova vantaggiosa per la sua azienda, la faccia: se ha mercato e clienti, fa benissimo a farla. Mi irrita semplicemente tutta questa retorica attorno a un sistema di vendita che rappresenta una nicchia economica mentre la nostra agricoltura ha bisogno di vendere sui mercati di tutto il mondo. Noi produciamo local e vendiamo global, altrimenti siamo morti. Se non esportassimo più, se le non facessimo viaggiare le nostre produzioni, ci ritroveremmo con un surplus produttivo che farebbe crollare i prezzi in campagna e tutti magari si butterebbero a far vendita diretta col risultato di distruggere il mercato e il comparto. Spero di essermi spiegato. Cordiali saluti. Lorenzo Frassoldati G e n n a i o
2013
F1*
Con Utrero fai centro di sicuro! * = varietà in corso di registrazione al Catalogo Comune Europeo
Per informazioni: Alberto Achilli | Sales Specialist Cipolla | M. +39 348 015 9822 | E. alberto.achilli@bayer.com Nunhems Italy srl | Via Ghiarone 2 | Sant’Agata Bolognese (BO) T. +39 051-6817411 | F. +39 051-6817400 | E. nunhems.it@bayer.com ©2013 Nunhems Italy srl. Tutti i diritti riservati.
www.nunhems.it
A ttualità
CorriereOrtofrutticolo
Esportare il top del made in Italy e dare valore a monte della filiera Quattrocentoquaranta persone, il meglio della filiera ortofrutticola italiana (con qualche “nobile” assenza), hanno partecipato a Milano, nella sede del Sole-24Ore, all’Osservatorio Ortofrutta 2012, appuntamento organizzato da Mark Up sotto la regia di Roberto Della Casa (nella foto a destra). Una lezione-show del professore di Bologna, che ha avuto come interlocutori il presidente della Coldiretti Sergio Marini, il presidente di Unaproa Ambrogio De Ponti, il dirigente del ministero dell’Agricoltura Carlo Sacchetto (assente il ministro Catania) e, soprattutto, Vincenzo Tassinari, presidente-tranchant del consiglio di gestione di Coop Italia. Al di là di tutto, al di là dello stesso tema dell’incontro (la sostenibilità nuovo paradigma per il sistema ortofrutticolo) i protagonisti sono stati due: Della Casa e Tassinari. Della Casa ha detto due cose: il sistema ortofrutticolo italiano è costretto a esportare di più e lo può fare solo dandosi un’organizzazione (che evidentemente non ha); alla base di tutto c’è il reddito dell’agricoltore, un reddito che cala da dieci anni: se gli agricoltori collassano, l’ortofrutta italiana sparisce. La formula per uscirne? Mettere insieme soluzioni diverse nella filiera e invertire il trend dei consumi comunicando di più e meglio i contenuti di salute, di qualità, di eccellenza, i valori dell’ortofrutta italiana (ma una risposta univoca non c'è). Tassinari ha sottolineato che la crisi è generale, i problemi coinvolgono il produttore ma anche il distributori: la situazione “rischia di diventare drammatica”. “Abbiamo registrato, in queste settimane - ha aggiunto il presidente Coop - il peggiore autunno di tutti i tempi. E questo perché i consumatori non hanno reddito 32
www.corriereortofrutticolo.it
In 450 all’Osservatorio ortofrutta promosso da Mark Up che ha evidenziato due priorità: esportare di più organizzandosi meglio; incrementare i redditi dei produttori
«La qualità sia elemento distintivo» Il messaggio lanciato da Italia Ortofrutta Unione Nazionale in occasione del convegno svoltosi a dicembre all’Hotel Ambasciatori Palace di Roma, si può riassumere nel seguente proposito: “La qualità delle produzioni ortofrutticole sia sempre elemento distintivo e fattore di competitività per l’intero settore”. Nella sua relazione d’apertura il presidente dell’Unione, Ibrahim Saadeh, ha affermato l’importanza del livello qualitativo dei prodotti ortofrutticoli italiani soprattutto “in un momento così cruciale in cui il consumatore, con meno disponibilità, è diventato più riflessivo e presta maggiore attenzione alla qualità di quello che acquista”. Ad avviso di Saadeh, il processo “non può che ruotare attorno a tre concetti fondamentali: la percezione della qualità, la sua attestazione e l’apprezzamento economico di un prodotto di qualità”.
e pertanto acquistano meno. Se non troviamo le leve giuste, il quadro negativo può peggiorare”. Quali potrebbero essere le “leve giuste”? L'ortofrutta deve promuoversi di più e meglio - è la risposta di Tassinari - “si vende più acqua colorata di frutta e verdura”. La sostenibilità economica, che con consumi, vendite e ricavi calanti non c'è, può essere recuperata con la promozione, in Italia e nel mondo, di quella sostenibilità ambientale e sociale (il lavoro tutelato) che nel nostro Paese invece ci sono ma sono poco conosciute. L’operazione può essere fatta con successo perché “c'è una logica sana dei consumi” cui l’ortofrutta italiana risponde. Della Casa ha confermato che negli ultimi due anni in Italia il prezzo medio dell'ortofrutta è calato e i consumi, nello stesso periodo, hanno registrato un preoccupante meno 4 per cento. Sergio Marini ha spiegato la filosofia dei farmer markets: trasmettono “la percezione di verità” dell'agricoltura italiana. Ma Marini ha riconosciuto: dobbiamo esportare di più, dobbiamo esportare il meglio perché “all'estero si vendono le Ferrari non le Fiat”, vendere all'estero per dare reddito agli agricoltori italiani. Qui Marini ha ragione perché ha capito il dramma che sta attraversando l'Europa e l’Italia dentro all'Europa: nel mondo crescono i ricchi, da noi crescono i poveri. Un appuntamento utile? Interessante sì. Uno show soprattutto. E gli show di questi tempi servono per tirare su il morale che in troppe aziende è a terra. (A.Fel.) G e n n a i o
2 0 1 3
A
CorriereOrtofrutticolo
Brindisi all’insegna della solidarietà per Naturitalia: la società commerciale del gruppo ortofrutticolo Apo Conerpo ha deciso di festeggiare il proprio decennale sostenendo il Cefa, Onlus bolognese, nella realizzazione di alcuni pozzi in Sud Sudan per dotare di acqua potabile i villaggi della contea di Rumbek. Il presidente di Naturitalia Roberto Cera ha tracciato un bilancio positivo: “Da quando siamo nati, nel 2002, partendo dal background trentennale del gruppo Conerpo, la nostra società ha costantemente aumentato la propria base sociale come pure la produzione, arrivata a quota 150.000 tonnellate, e il volume d’affari, che oggi si attesta sui 120 milioni di euro”. “Negli ultimi anni - ha dichiarato il direttore generale, Gabriele Ferri - oltre a consolidare la pre-
senza sul mercato italiano la nostra società ha anche registrato uno sviluppo particolarmente significativo all’estero, in particolare in Germania, ma anche in Asia, nel Middle East, nell’Est europeo e nei paesi di oltremare. Proseguiremo in questa direzione con l’obiettivo di ‘conquistare’ nuovi mercati, quali Cina, India e Sud America. Tutto ciò senza ‘trascurare’ le aree già presidiate con successo, come l’Europa dell’Est e la Russia”. Previsto poi l’aumento degli investimenti nel settore della ricerca e dell’innovazione con la proposta di nuove varietà di kiwi, pesche e nettarine, ma anche di nuovi prodotti, come frutta e verdura di quarta gamma, e con il lancio della nuova pera rossa Falstaff premiata al Macfrut 2012.
ATTUALITÀ
Naturitalia celebra il decennale Bilancio positivo, nuovi mercati e... solidarietà
Pacchetto anti-crisi di Apofruit Interventi in 5 aree strategiche Apofruit ha elaborato un pacchetto di progetti anti-crisi per il prossimo triennio, presentato in occasione della assemblea dei soci dell’Emilia Romagna di mercoledì 12 dicembre a Cesena. Rinnovamento varietale, sviluppo delle specie strategiche destinate al mercato internazionale (kiwi, mele, uva da tavola) e delle attività con i partner (Mediterraneo Group dovrebbe passare dai 28 milioni del 2011 ai 40 milioni di euro di fatturato nel 2015), crescita dei prodotti a marchio proprio (dai 40 milioni di fatturato del 2011 a 70 milioni del 2015) e dell’export (dal 30% al 40% del fatturato) sono le cinque aree strategiche su cui vertono i progetti di Apofruit per i prossimi anni “Un piano - evidenzia il direttore generale della Cooperativa Renzo Piraccini - finalizzato non alla crescita dei volumi ma al miglioramento della qualità dei prodotti conferiti e all’efficienza gestionale. Gli interventi previsti hanno l’obiettivo di qualificare la G e n n a i o
2 0 1 3
Si punta a sviluppo di brand e specie strategiche, partnership, export presenza dei nostri prodotti sul mercato internazionale e di ridurre i costi di gestione. Gran parte degli investimenti previsti negli stabilimenti, che ammonteranno nel triennio a 15 milioni di euro, saranno destinati alle nuove tecnologie per il confezionamento e al miglioramento delle tecniche di conservazione”. “Vogliamo sostenere i nostri soci produttori - afferma il presidente di Apofruit Mirco Zanotti - in questo difficile momento. Per questo abbiamo previsto tempi di acconto più rapidi per i produttori (benché già oggi siamo i più veloci del settore), aumento dei massimali dei contributi OCM per i nuovi impianti e una convenzione con Ismea e Istituti di credito locali per permettere il finanziamento degli investimenti nelle imprese agricole”. ●
Ortolani di Chioggia in Opo Veneto Firmato l’atto di fusione tra Opo Veneto e l’associata Cos, Cooperativa Ortolani Sottomarina di Chioggia. L’atto costituisce il punto di arrivo di un percorso che aveva portato a una crescente sinergia tra le due realtà orticole. L’obiettivo dell’accordo è il rafforzamento delle posizioni nel mercato orticolo e del radicchio in particolare. Soddisfatto il presidente di OPO Veneto Francesco Daminato: “Un traguardo che ci dà forza, amplia il nostro orizzonte, ci consente una maggiore dinamicità”. Dello stesso avviso Arduino Boscolo Meneguolo, presidente della Cos.
33
A ttualità
CorriereOrtofrutticolo
Albicocche, sforzo per orientare la produzione al mercato “Albicocche: come orientare la produzione al mercato”: questo il titolo del convegno organizzato a dicembre a Policoro (Matera) dalla Cooperativa Terremerse con il contributo di Syngenta. Obiettivo dell’evento era quello di fare il punto della situazione con particolare attenzione alle novità varietali e agli sviluppi perseguibili sul fronte dell’innovazione di prodotto. Innovazioni derivate da attività di ricerca in cui la Cooperativa è attivamente impegnata attraverso collaborazioni con enti di ricerca nazionali. L’intervento introduttivo è stato effettuato da Marco Casalini, presidente di Terremerse, che ha presentato l’azienda nel suo complesso focalizzando poi l’attenzione sulla specie albicocco; particolare attenzione è stata posta nei rapporti commerciali tra il fornitore (Op) e il cliente, con differenze molto marcate nella gestione del prodotto direttamente riconducibili all’effettivo valore intrinseco della varietà, soprattutto in relazione all’aspetto, che deve essere aranciato-rosso, e al sapore. Si sono messe in evidenza le varietà assolutamente da eliminare, in quanto non in grado di generare reddito per l’agricoltore, e al contempo si sono menzionate le varietà che stanno dando buoni risultati per la Cooperativa. In conclusione Casalini si è soffermato anche sul fatto che tutto il settore frutticolo, e non solo, dovrebbe prendere coscienza e, di conseguenza, divulgare l’effettiva funzione socialesalutistica svolta da chi produce e vende ortofrutta, in quanto porta al consumo prodotti sani dal punto di vista alimentare e a un costo decisamente più basso rispetto agli snack che vengono diffusamente consumati. Stefano Foschi, del Crpv di Cesena, ha trattato l’argomento del34
www.corriereortofrutticolo.it
Innovazione varietale protagonista in un convegno di Terremerse e Syngenta l’innovazione varietale con alcuni spunti di riflessione in merito alle novità che in futuro potranno essere rese disponibili dal settore della ricerca nazionale. Relativamente alle varietà, l’intervento di Foschi è stato completato da quello seguente di Carmelo Mennone, direttore dell’azienda Sperimentale Pantanello, che ha evidenziato le esperienze maturate nell’areale metapontino dalle nuove introduzioni varietali, e posto un accenno specifico al fatto che nell’area molte varietà possono non esplicare al meglio le proprie potenzialità produttive per mancanza di soddisfacimento del fabbisogno in freddo. Particolare attenzione è stata posta sul periodo precoce, soprattutto per i positivi riscontri avuti dalle varietà Wondercot, Tsunami e Spring Blush, tutte autosterili ma con aspetto dei frutti decisamente interessante per l’epoca; il sapore in genere è medio, con Spring Blush che tende all’acidulo. In futuro saranno a disposizione materiali ancora più preco-
ci, a basso fabbisogno in freddo (“low chilling”), che andranno però testati in loco come enunciato da Mennone. In epoca Pinkcot si conferma in questa area la validità di Bora, parzialmente autofertile e soprattutto molto tollerante alla sharka (Plum Pox Virus), virosi molto pericolosa per tutte le drupacee. Per il periodo medio precoce menzionata Orange Rubis Couloumine per produttività e sapore, mentre Sweetcot Toyuda, ben recepita dal mercato come mostrato dall’intervento di Casalini, in queste aree mostra una certa incostanza produttiva. In epoca media segnalata Kioto, molto produttiva e rustica, con frutti che rispondono bene al diradamento per quanto riguarda la pezzatura, così come Flavorcot Bayoto, che Mennone conferma anche in queste aree come un’albicocca dal sapore molto buono. Elevato poi, è statto detto al convegno, lo standard qualitativo di Pieve, varietà italiana prodotta dall’attività di miglioramento genetico coordinata dal prof. Bassi (Università di Milano) e gestita dal CRPV all’interno del progetto “Maspes”; sapore, aspetto e produttività sono i punti forti di questa varietà, la pezzatura migliora con l’entrata in maturazione della pianta, che deve essere precoG e n n a i o
2 0 1 3
A ttualità cizzata con un’attenta gestione della potatura nella fase di allevamento. Interessante la varietà Petra BO 88617102, anch’essa di origine italiana, autofertile e produttiva, a elevata tenuta in pianta e di buon sapore; il frutto è aranciato senza sovraccolore rosso. Nel periodo tardivo si confermano a livello agronomico le varietà della serie Carmingo, Faralia e Farbaly, entrambe autofertili, di bell’aspetto ed elevata produzione; buono il sapore, aromatico in Faralia. In ultimo Foschi ha incentrato il proprio intervento sulle prospettive e gli obiettivi che sono in essere all’interno del progetto “Maspes”, focalizzato sul miglioramento genetico dell’albicocco e del pesco. Il progetto, gestito e coordinato dal Crpv, vede l’impegno finanziario delle Op Pempacorer (di cui fa parte Terremerse), Apofruit Italia, Apoconerpo e Orogel Fresco, ed ha come referente scientifico il Prof. Bassi. L’obiettivo principale è quello di brevettare varietà che saranno poi coltivate in esclusiva dai soci delle Op finanziatrici. Inoltre, si persegue anche una maggior efficienza del processo di selezione attraverso l’utilizzo della Mas, Marker Assisted Selection, ovvero selezione assistita dai marcatori molecolari, da non confondersi con l’ingegneria genetica e quindi con gli Ogm, che nulla hanno a che vedere con questa tecnica. Le ultime creazioni varietali sono state per l’albicocco Bora, Pieve e Petra, mentre nel pesco molto interessanti per le aree meridionali sono le pesche gialle Pulchra (più precoce di Sagittaria) e Bordò, e per le nettarine gialle la serie Rebus, in particolare Rebus 028 (-3 giorni Big Bang Maillara*) e Rebus 038 (+7 giorni Big Top Zaitabo*). Per le nettarine gialle l’ultima brevettata è la varietà Dulciva, che matura circa 50 giorni dopo Big Top, Zaitabo con frutti di sapore subacido molto dolce. Nel futuro per l’albicocco ci si sta avviando alla brevettazione di due nuove varietà 36
www.corriereortofrutticolo.it
CorriereOrtofrutticolo
Quanti pregi ha il limone verde autunnale ma nell’export (e a tavola) è ancora “tabù” Non fermarsi al giallo, ma anzi scoprire le proprietà del limone dell’autunno. Questo l’invito del Consorzio di Tutela del Limone di Siracusa IGP che, in un incontro promosso dal Gambero Rosso in collaborazione con Agensud, ha sottolineato come il limone a buccia verde abbia una resa in succo maggiore del 40%, e una presenza di acido citrico attorno ai valori ottimali del 5%-6%. Tra l’altro sotto il profilo aromatico il limone verde è al top, tanto è vero che è richiestissimo da produttori di profumi del calibro di Hermes e Dior. Ciononostante, nell’export la tipologia a buccia verde è tabù, salvo la piccola produzione estiva del “verdello”. “Negli ultimi 30 anni lamenta il Consorzio siracusano che annovera 45 soci, e tra questi due cooperative per complessivi 600 associati - il mercato ha spinto la “deverdizzazione”, una procedura di raffreddamento dei frutti, come avviene per le banane, posti in celle con gas naturali da 36 a 70 ore. Per ottenere un limone esteticamente perfettamente giallo, si fa di fatto invecchiare il frutto - sottolinea il presidente del Consorzio Fabio Moschella (nella foto), amministratore dell’azienda biologica Campisi Italia - che perde però freschezza, aromi e ha un minor periodo di conservazione. I consumatori dovrebbero pertanto fare scelte green, preferibilmente produzioni biologiche, per poter assaporare la vera essenza di questi frutti che, tra gli agrumi, vantano il maggior contenuto di vitamina C". “Peraltro - ha aggunto Moschella - secondo uno studio biennale in corso presso l'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, l’aggiunta di succo di limone alla dieta quotidiana si sta dimostrando in grado di ridurre il rischio di formazione dei calcoli renali”. in epoca medio-precoce, alle quali molto probabilmente seguiranno genotipi più precoci, colorati e di buon sapore, in grado di sostituire la vecchia Ninfa. Particolare interesse all’interno di “Maspes” viene rivolto agli aspetti qualitativi e alla resistenza a Sharka; con la Mas il progetto è in grado di selezionare varietà resistenti a Ppv e questo sarà un prerequisito delle nuove introduzioni. Per quanto riguarda il sapore, l’obiettivo è avere varietà con acidità media, non elevata e innal-
zare il grado zuccherino, il tutto unito al mantenimento di un’elevata componente aromatica. Il punto della situazione sulla difesa integrata delle drupacee è stato effettuato da Teodoro Membola, Field crop expert Syngenta, che ha focalizzato il proprio intervento sul controllo di Cydia, afidi e tripidi, fitofagi molto importanti nell’area metapontina, in grado di essere controllati attraversi i nuovi prodotti derivati dall’attività di ricerca e sviluppo di Syngenta. ●
G e n n a i o
2 0 1 3
a
Logistica
CorriereOrtofrutticolo
Cprsystem risparmia con la linea di visione L’innovativo sistema consente di individuare e selezionare le sole casse sporche destinandole al lavaggio ed evitando sprechi di energia e di acqua. Artosi: idea vincente del team
Cprsystem apre il 2013 all’insegna dell’innovazione. Dal 20 gennaio è infatti attivo il nuovo impianto di visione nello stabilimento di Gallo (Ferrara). Si tratta di una linea di lavorazione delle casse che consente di individuare e selezionare in linea le casse sporche destinandole al lavaggio in modo da evitare inutili sprechi lavando indiscriminatamente tutte le casse, sia quelle sporche che quelle pulite. La linea di visione è il primo modello disponibile sul mercato e si basa su un principio apparentemente semplice. Le casse che giungono dalla Gdo entrano in linea, vengono fotografate e, a velocità elevatissima, la foto viene confrontata con uno standard; successivamente l’occhio elettronico divide le casse pulite da quelle sporche avviando al lavaggio solo queste ultime. La velocità di lavorazione è di 3.000 casse all’ora: ciò consente di selezionare tutte i contenitori in arrivo, senza aprirli. In un anno, nello stabilimento di Ferrara giungono 32 milioni di casse. “La linea di visione Cprsystem - si sottolinea in un comunicato - consentirà, con la sua attività, di risparmiare risorse energetiche ed ambientali, acqua, detergenti, energia elettri38
www.corriereortofrutticolo.it
ca e consentirà al tempo stesso di comprimere i costi di gestione delle movimentazioni generando un risparmio per tutti. Tutto ciò in coerenza con le strategie aziendali che, da sempre, sono orientate verso la salvaguardia dell’ambiente e il risparmio di risorse che si traduce in una competitività che conferma oggi Cprsystem come leader italiano del settore”. Il nuovo direttore generale, Monica Artosi sottolinea che “Cprsystem è una società cooperativa e come tale si muove, nella gestione condivisa delle attività. A livello di management puntiamo molto sul lavoro in team e i risultati ci premiano”. Le scelte tecniche sono messe a punto e discusse da una direzione composta oltre che dalla stessa Artosi anche da Luca Cervellati, Responsabile Amministrativo; Enrico Frigo, Responsabile Operativo; Roberto Piana, Responsabile Sicurezza e Qualità; Lorenzo Soriani, Responsabile Gestione del Sistema. “La gestione in team - precisa Artosi - è uno dei punti di forza della nostra azienda e ritengo che i risultati di oggi siano frutto anche di questa impostazione che mette insieme le forze e condivide le decisioni”. ●
Confetra: aumentano le tasse nei porti Le tasse di ancoraggio e le tasse sull’imbarco e sbarco delle merci nei porti aumentano del 30% da quest’anno e di un ulteriore 15% dal 2014 e ciò rischia “di far allontanare dal nostro Paese i grandi gruppi armatoriali internazionali”. A lanciare l’allarme è Confetra, la Confederazione generale dei trasporti e della logistica. Un decreto interministeriale Trasporti-Finanze ha infatti adeguato gli importi dei tributi portuali che erano fermi dal 1993. “Tale
inasprimento, sottolinea inoltre Confetra, “potrà essere in parte attenuato dalle Autorità portuali che decideranno di avvalersi della facoltà di diminuire fino all'azzeramento l’importo delle tasse. Una scelta che fino ad oggi è stata operata dai porti di transhipment di Taranto e Gioia Tauro per scongiurare la fuga dei traffici verso i porti del nord Africa ed europei più competitivi. Facoltà che peraltro è prevista in via transitoria e che la legge di Stabilità ha prorogato solo fino al 30 giugno 2013”. “La riforma portuale compreso l’aspetto della tassazione nei porti - dichiara il presidente della Confetra, Fausto Forti - è uno dei grandi temi di politica dei trasporti che la Confetra sottoporrà al nuovo Governo”.
G e n n a i o
2 0 1 3
D
CorriereOrtofrutticolo
Il punto sulle private label (i marchi della grande distribuzione) è stato fatto a Bologna il 16 gennaio, primo dei due giorni di “Marca”, il tradizionale appuntamento annuale dedicato alla Gdo, in occasione del convegno “Il contributo della marca del distributore al sistema produttivo italiano”. Nel 2012 le vendite di prodotti a marca del distributore sono cresciute del 7,3% (in valore) rispetto al 2011 raggiungendo una quota di mercato del 18%. Se in passato i prodotti a marca del distributore erano percepiti solo come un’opportunita di risparmio, ben presto i consumatori hanno compreso che essi, ormai presenti su tutti gli scaffali della grande distribuzione organizzata, rispettano standard elevati, passando attraverso filiere controllate per sicurezza e qualità, garantite da grandi e piccole aziende (per il 98% dei casi italiane) e sono sempre piu innovativi e diversificati grazie a crescenti investimenti da parte della Gdo. Ciò permette a fornitori piccoli e medi di trovare significativi sbocchi commerciali nella difficile congiuntura attuale. È significativo che il cammino di crescita delle private label - il cui ‘tempio’ sono i supermercati, con un ruolo tuttavia crescente degli iper - sia coinciso in Italia con l’inizio della crisi economica e si sia confermato di anno in anno in concomitanza con l’acuirsi della crisi. Infatti, testimonia una ricerca condotta dall’Università di Parma, nel 2008 le marche dei distributori coprivano il 14% delle vendite della Gdo, nel 2009 il 14,8, nel 2010 il 15,7, nel 2011 il 16,5, nel 2012 il 17%. Contemporaneamente, le marche dei distributori si sono specializzate in alcuni reparti, soG e n n a i o
2 0 1 3
La quota di mercato dei marchi privati, in Italia, è del 18%, ancora nettamente inferiore a quella di molti Paesi europei Consumatori attratti dall’ottimo rapporto qualità prezzo
prattutto in quello ortofrutticolo, e hanno migliorato la loro offerta qualitativa puntando in modo forte, tra l’altro, sul biologico. È abbastanza facile intuire che, se in questi anni i consumi dei prodotti biologici freschi è cresciuto in Italia, ciò in parte si deve proprio alla crescita delle private label bio che hanno avvicinato la nicchia del biologico al cosiddetto mass-market. Nei reparti ortofrutta dei supermercati la presenza di prodotto a marca del distributore si attesta sul 10,1% ma se consideriamo 100 la vendita complessiva dei prodotti a marca dei distributori italiani la quota dell’ortofrutta ha sfiorato in taluni casi il 35% attestandosi in media al 32% nel 2012. Per una serie di ragioni, i prodotti a marca del distributore sono diventati strategici per la distribuzione italiana ma in generale anche per alcuni settori produttivi che nelle forniture ai supermercati trovano la loro principa-
DISTRIBUZIONE
La crisi spinge le private label: su del 7,3% le vendite nel 2012
le, e a volte quasi esclusiva, fonte di reddito. Guido Cristini, docente di marketing all’Università di Parma, uno dei relatori del convegno bolognese, ha così inquadrato lo straordinario ruolo economico delle private label per la Gdo italiana: “Nel momento in cui si sviluppano le vendite e al contempo si abbattono i costi, attraverso la riduzione dei costi unitari relativi alla logistica, agli imballaggi secondari, al packaging, ecco che si vengono ad ottenere benefici economici enormi”. Anna Bartolini, forse la migliore giornalista italiana nell’analisi dei consumi, ha scritto: “In un momento economico sottotono, i consumatori vedono negli storebrand un’alternativa ai prodotti di marca grazie a proposte ben bilanciate tra convenienza e qualità”. E ha commentato: “Con i loro contenuti di salutismo, le private label cavalcano quelli che potranno essere i trend dei proswww.corriereortofrutticolo.it
39
Dalle nostre cooperative
Frutta Fresca Valfrutta
40
www.corriereortofrutticolo.it
VALFRUTTA FRESCO SPA CONSORTILE Via G. Galilei, 5 - 48018 Faenza (RA) Tel. +39 0546 648601 - Fax +39 0546 623156 S e t t e m b r e 2012 info@valfruttafresco.it - www.valfruttafresco.it
D
CorriereOrtofrutticolo
G e n n a i o
2 0 1 3
DISTRIBUZIONE
simi anni”. Un esperto come Daniele Tirelli aggiunge: “Vessate dal prelievo fiscale, le famiglie sono più incuriosite dalle private label e, in particolare, da quelle al top di gamma che offrono maggior risparmio e un’ottima qualità. Così le private label continuano a crescere e quelle dei retailer più bravi accelerano". Se si guarda all’estero, ci si accorge che il cammino che le marche del distributore possono fare in Italia è ancora molto importante. In Svizzera (dati Plma-Nielsen) la loro quota di mercato nella Gdo sul totale delle vendite in valore è addirittura del 45%, in Gran Bretagna del 42, in Spagna del 39, in Germania del 32, in Francia del 28, in Olanda del 26, in Canada del 25, in Ungheria del 22, in Polonia del 19, negli Stati Uniti del 18 (la stessa percentuale che è stata raggiunta in questi mesi in Italia). Tornando al “Marca” di Bologna, la manifestazione e stata inaugurata alla presenza del ministro dell’agricoltura Mario Catania, che ha affermato che la Gdo va coinvolta nello sviluppo dei temi della filiera produttiva agricola con il ruolo che ormai le compete. A rappresentare la produzione ortofrutticola, nel corso della tavola rotonda seguita al convegno, il direttore del consorzio VOGMarlene, Gerhard Dichgans: “Siamo sempre stati innovatori - ci ha detto a margine del suo intervento - al fine di segmentare la nostra offerta e in conclusione creare valore sul punto vendita. Per Marlene il rapporto con la Gdo è storico e strategico. Siamo partner della gdo nella programmazione delle produzioni, nella stagionalità, oltre che ovviamente nel commercio quotidiano. Dalla produzione sfusa al premium, dalla private label alla mela a club, al biologico, in questa segmentazione che ci ha visti protagonisti, cerchiamo di essere l’alleato ideale del distributore Non c’è quindi concorrenza ma alleanza strategica”. (a.f.)
Alcune immagini della rassegna Marca. Nel riquadro Gerhard Dichgans www.corriereortofrutticolo.it
41
D istribuzione I l dettagliante/1 Livio Bresciani
●
Mirko Aldinucci
Livio Bresciani, classe 1950, gestisce un punto vendita di un centinaio di metri quadri tra Bergamo alta e bassa. Un negozio di famiglia, il suo, aperto nel Dopoguerra dalla madre che, in precedenza, aveva lavorato in una rivendita di ortofrutta sin dagli anni Trenta. “Si può dire che sono nato qui, in mezzo alla frutta e alle verdura, e che questo è da sempre il mio lavoro”, dice Bresciani. Che ogni mattina si alza alle 4 per andare a rifornirsi all’Ortomercato di Milano e in quello della sua città. Quali le caratteristiche del punto vendita e l’identikit del cliente tipo? Poniamo molta attenzione alla produzione locale e all’esotico, mentre da un decennio ci avvaliamo di un laboratorio interno per la lavorazione di IV e V gamma. Il target di riferimento è medioalto. Negli ultimi anni la città, che beneficia del vicino aeroporto, ha iniziato ad aprirsi al turismo; qualche visitatore viene nel nostro negozio. Una curiosità: molti turisti stranieri cercano funghi secchi. Mentre il fungo fresco è già da tempo uno dei nostri articoli di punta. Risentite della crisi? Negli ultimi tre anni il fatturato è sostanzialmente stabile. Il 2012 non è stato facile, a dicembre si è venduto molto meno dell’ultimo mese del 2011 e ne ha sofferto soprattutto la frutta tropicale. La peculiarità del negozio tradizionale, che è diventata una prerogativa, è quella della flessibileità, della capacità di riuscire a fornire un servizio adeguato ai tempi. Quando ci siamo accorti che i consumi di verdura fresca
42
www.corriereortofrutticolo.it
CorriereOrtofrutticolo
Flessibilità e servizio Lo specializzato resiste temente ho avuto buoni riscontri da quello dei F.lli Orsero; alcuni clienti chiedono esplicitamente le banane con il “bollino” del gruppo ligure. Melinda si conferma il più noto e consolidato.
erano in continuo calo, a fronte di un aumento generalizzato delle vendite di ortaggi, ci siamo inventati il laboratorio. Oggi il valore di IV e V gamma sul totale delle vendite arriva al 20% del fatturato totale. Al di là di zucchine, finocchi, sedani, carote, peperoni, il resto va solo come IV e V gamma. Questo perché manca una “cultura” della preparazione e il tempo a disposizione delle famiglie è sempre meno. E così aumenta il trend di vendita del prodotto servizio. L’importanza del fattore prezzo... Il prezzo è importante, ma deve essere accompagnato da una qualità adeguata. I listini si sono comunque abbassati su tutti i prodotti perché c’è ampia disponibilità. I clienti, sempre più preparati ed esigenti, non si privano di frutta e verdura ma acquistano la giusta quantità e cercano corrispondenza all’effettivo valore. Oggi l’acquisto di ortofrutta è più importante di una volta perché si sta riconoscendo il fattore-salubrità, quindi si rinuncia piuttosto ad altri alimenti. Quanto “valgono” i brand? I marchi sono importanti. Recen-
Il biologico? Dal biologico non siamo riusciti ancora ad avere soddisfazioni in termini di ritorno economico… Vi è una certa difficoltà a reperire prodotti certificati e affidabili e inoltre vi è ancora una certa diffidenza da parte dei consumatori. Adesso si comincia a muovere qualcosa ma si fa fatica, anche se le porte restano aperte a questo segmento: magari quando sarà superata l’attuale fase di “vacche magre” le cose andranno meglio. Le prospettive per il settore e per il dettaglio specializzato? Siamo sicuri che una volta superata la crisi, economica e psicologica - per cui anche chi ha grandi disponibilità è molto oculato - si ripartirà. Per quanto riguarda i fruttivendoli il vero problema è quello del ricambio generazionale. A Bergamo e provincia, dove si contano circa 300 punti vendita, abbiamo assistito a molte chiusure negli anni precedenti, ora la situazione si è stabilizzata; le cessazioni sono dovute principalmente proprio al mancato subentro dei giovani. E così anche a Bergamo la gestione inizia a essere curata dagli stranieri, che prima si occupavano solo dei negozi “etnici”. Qui come nel resto d’Italia, in ogni caso, quello del dettaglio ortofrutticolo si conferma tra i settori più vitali complice la grande capacità di adattarsi da parte degli imprenditori.
G e n n a i o
2 0 1 3
Q
CorriereOrtofrutticolo
Soddisfazione in casa di Aiipa IV Gamma, Gruppo dell’Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari (Aiipa), per l’approvazione del decreto attuativo della Legge 77/2011 da parte della Conferenza Stato-Regioni che rappresenta un passo avanti verso la piena attuazione di una normativa di settore più attuale. Una disciplina, valida per tutta la filiera, a garanzia della sicurezza e della qualità dei prodotti di quarta gamma. Il provvedimento definisce in particolare i parametri chimicofisici e igienico-sanitari del ciclo produttivo, del confezionamento, della conservazione e della distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma, nonché i requisiti qualitativi minimi e le informazioni che devono essere riportate sulle confezioni a tutela del consumatore, oltre a prevedere l’utilizzo obbligatorio di imballaggi ecocompatibili. Il decreto approvato rappresenta il risultato di una collaborazione tra il ministero delle Politiche Agricole, il ministero dello Sviluppo Economico, il ministero della Salute, e gli operatori del settore rappresentati da Aiipa IV Gamma, ora impegnata a seguire in sede europea le fasi finali dell’iter del decreto, di cui auspicanuna rapida conclusione. “L’esito positivo del passaggio in sede di Conferenza Stato-Regioni rappresenta un risultato eccellente perché il decreto applicativo licenziato, attualmente già al vaglio della Commissione Europea, risponde pienamente all’esigenza di dotare la filiera della Quarta Gamma di una regolamentazione specifica, uniforme e univoca, come chiedevano da tempo le aziende rappresentate da Aiipa IV Gamma”, dichiara il coordinatore Umberto Galassini. “In particolare, è da salutare con G e n n a i o
2 0 1 3
Aiipa IV gamma soddisfatta per l’approvazione del decreto che definisce i parametri del ciclo produttivo, i requisiti qualitativi e le informazioni da riportare sulle confezioni
QUARTA QUINTA GAMMA
In arrivo nuove regole per i prodotti pronti al consumo
Nel riquadro Umberto Galassini. Sotto, insalata mista “da risciacquare”
favore il fatto che, con il nuovo quadro normativo, tutta la filiera dovrà rispettare temperature uniformi, idonee a conservare la catena del freddo, garantendo così la qualità e la salubrità del prodotto. Inoltre, il testo fornisce indicazioni precise su caratteristiche e contenuti dell’etichettatura. In questo modo il consumatore potrà facilmente orientarsi all’atto dell’acquisto, distinguendo i prodotti di Quarta Gamma dagli ortofrutticoli che, pur essendo preconfezionati, non sono però lavati e pronti all’uso”. Sullo scaffale ancora poca chiarezza Il cammino sulla strada della piena chiarezza nei confronti del consumatore non è del resto ancora completato: su alcune buste di insalata confezionata si legge
ancora oggi il consiglio di procedere a “un risciacquo finale”. Messaggio contraddittorio, forse controproducente, rispetto all’impegno teso a far capire al che i prodotti di IV gamma sono assolutamente affidabili e... pronti al consumo. “Purtroppo - commenta a questo proposito Galassini - ancora oggi sono presenti sul medesimo scaffale e con confezioni del tutto simili prodotti di prima gamma non lavati e non pronti al consumo quarta gamma. In tal senso il Decreto, prescrivendo l’obbligo di indicare chiaramente che il prodotto di IV gamma è lavato e pronto, contribuisce a distinguere tali prodotti da quelli che vanno necessariamente lavati ed evita messaggi che possono risultare appunto contraddittori per i consumatori”. (M.Ald.) www.corriereortofrutticolo.it
43
M ondo flash
44
CorriereOrtofrutticolo
STATI UNITI
MAROCCO
Meno frutta europea in attesa di accordi
Disastrosa campagna agrumicola
Le esportazioni comunitarie verso gli Sati Uniti stanno registrando una flessione. Secondo i dati rilasciati dall’Eurostat, nel 2011 l’export ortofrutticolo dei Paesi Ue si era attestato a 113.082 tonnellate, in calo rispetto alle 115.825 tonnellate nel 2010 mentre, fino al settembre 2012, i volumi sono stati di 48.872 tonnellate, in linea con quelli dello stesso periodo del 2011 (48.347 tonnellate). La Commissione europea sta cercando un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti. Un gruppo di alto livello composto da rappresentanti di entrambe le parti ha elaborato una relazione preliminare lo scorso giugno e si sta lavorando ad un rapporto finale per l’avvio dei negoziati. Nel 2013, poi, sarà convocato un vertice bilaterale durante il quale
si definiranno i termini per l’avvio delle trattative. Secondo i dati rilasciati dalla Direzione generale delle dogane spagnola, al settembre 2012 l’export di frutta e verdura iberica verso gli Usa si attestava a 13.016 tonnellate 9.669 tonnellate di frutta, in particolare mandarini e 3.347 tonnellate di ortaggi - in contrazione del 5% rispetto allo stesso periodo del 2011. Tale dato conferma la tendenza al ribasso delle esportazioni in questo Paese: nel 2011 si è registrato un -11% rispetto al 2010, per un totale di 57.415 tonnellate.
Esportazioni agrumicole marocchine in netto calo rispetto alla scorsa annata. Secondo le ultime rilevazioni l’export, al 16 dicembre scorso, ha interessato 331.330 tonnellate di agrumi e altri prodotti ortofrutticoli contro le 381.430 tonnellate della scorsa annata segnando un calo del 22% per gli agrumi. Sensibile il calo delle spedizioni di clementine provenienti dalla regione del Souss. La diminuzione è pari al 33% rispetto allo stesso periodo del 2011. Secondo gli operatori marocchini per gli agrumi sarà la campagna commerciale peggiore degli ultimi cinquant’anni. Al massimo si potranno spedire un totale di 400 mila tonnellate di agrumi (di cui 175 mila tonnellate di clementine), contro le 443 mila tonnellate previste.
ARGENTINA
SPAGNA
GERMANIA
Export “frenato”, denunciate Usa e Ue
La Palma investe sulla ricerca varietale
A dicembre volano i prezzi dell’ortofrutta
L’Argentina ha denunciato davanti all’Organizzazione Mondiale del Commercio l’Unione Europea e gli Stati Uniti per impedimento all’importazione di prodotti argentini. Tale denuncia, che non ha precedenti per il paese, arriva come risposta ai reclami che la maggior parte dei paesi sviluppati ha presentato davanti all’Omc in conseguenza degli ostacoli commerciali (ad esempio, le licenze non automatiche) posti dal governo argentino alle importazioni. Il Ministro degli Esteri Hector Timerman ha dichiarato che la denuncia contro gli Stati Uniti è dovuta agli ostacoli posti dal governo americano all’importazione di limoni freschi e di carne bovina, fresca o congelata, dall’Argentina.
La Palma è il più grande produttore mondiale di pomodori ciliegini e punta con decisione su nuove varietà, per le quali investe ingenti risorse ogni anno. Fa affidamento su un centro di ricerca dove si studiano circa 400 varietà annuali: uno o due ogni anno quelle lanciate sul mercato. È tra i primi quindici produttori di ortofrutta in Spagna ed è al decimo posto tra gli esportatori iberici. La produzione è aumentata del 36% nel corso delle ultime tre stagioni; (735 gli ettari di riferimento della cooperativa, 606 i coltivatori professionali. Il giro d’affari ad agosto 2012 era di 105 milioni di euro , la produzione superiore ai 65 milioni di chili. Attualmente gli investimenti si aggirano sui 18 milioni di euro.
In Germania l’aumento medio dei prezzi nel 2012 è stato del 2%, ma per i generi alimentari si è registrata l’impennata più elevata dal 2008. L’Ufficio statistico federale comunica che nel dicembre scorso i prezzi dei generi alimentari sono cresciuti del 4,8%, l’aumento più alto dal 2008, quando l’incremento era stato del 6,4%. Rispetto al dicembre del 2011 sono letteralmente esplosi i costi di verdura (+12%) e frutta (+9,8%), con carne e pesce che sono rincarati del 5,6%, mentre pane e pasta hanno subito un incremento più lieve, del 3,3%.
www.corriereortofrutticolo.it
G e n n a i o
2 0 1 3
SCHEDA PRODOTTO
CorriereOrtofrutticolo
●
Emanuele Zanini
G e n n a i o
2 0 1 3
numero 1 del 2013
I mercati di banane e ananas si sono appena lasciati alle spalle un anno complicato. Vuoi per i consumi, che anche nel 2012 sono rimasti stagnanti, vuoi per i prezzi, spesso bassi, su cui in più periodi si è esercitata una forte pressione, vuoi per gli eventi climatici che hanno influenzato le produzioni in alcuni Paesi d’origine. Secondo Alessandro Canalella, amministratore delegato di Simba Spa, società del colosso Gf Group “il mercato Europeo delle banane nel corso del 2012 è stato caratterizzato, come spesso accade, dalla consueta ciclicità stagionale: durante la prima parte dell’anno limitata disponibilità di prodotto per far fronte alle richieste, mentre nel secondo semestre disponibilità in aumento e superiore alla richiesta. In particolare, nella prima parte dell’anno, il volume esportato dai principali Paesi di approvvigionamento ha registrato un ulteriore calo dovuto principalmente alle avverse condizioni climatiche le quali hanno influito negativamente sulla produzione. Mediamente i prezzi del 2012 hanno registrato un incremento rispetto a quelli dell’anno passato. Anche i costi sono però aumentati, dovuti principalmente all’effetto negativo del rapporto euro/dollaro e all’aumento dei noli marittimi dovuti all’incremento del costo del bunker”. “Per quanto riguarda il mercato degli ananas - prosegue Canalella - il 2012 è stato anomalo rispetto al trend abituale. In Costa Rica, principale Paese esportatore a livello mondiale, durante l’anno passato non si è verificato il forte
Un 2012 particolarmente complesso per gli ananas mentre le previsioni del primo semestre del nuovo anno sono discrete, soprattutto per le banane. Il calo dei consumi preoccupa, ma i grandi player investono
ANANAS E BANANE
Eccesso di offerta e crisi, prezzi di banane e ananas sotto pressione. Cresce l’attenzione verso i brand
S
Da sinistra Canalella, Battaglio, Lasciarrea e Magrini
aumento della produzione che solitamente si registra (settimane 21-28 di arrivo in Europa); questo è stato un effetto della combinazione di un clima più favorevole e di un differente approccio di diversi operatori che hanno controllato la produttività in tale fase critica. Ciò ha fatto si che l’abituale crollo delle quotazioni in corrispondenza di tale epoca non si sia manifestato. Durante il quarto trimestre invece il mercato è andato sotto forte pressione a causa dell’alta produzio-
ne che non era assorbibile dai differenti mercati. In generale, il mercato europeo degli ananas, continua ad essere ancora difficile, come nei precedenti due anni. Il volume importato, spesso al di sopra delle capacità di consumo dei nostri mercati, e l’eccessiva segmentazione dell’offerta sono due delle principali cause che spiegano le difficoltà del mercato”. Per quanto riguarda i consumi “per entrambi i prodotti il consumo del 2012 lo stimiamo stabile 45
numero 1 del 2013
ANANAS E BANANE
S
46
SCHEDA PRODOTTO rispetto all’anno precedente. Per i prossimi mesi, molto dipenderà dall’effettiva disponibilità di prodotto, che potrebbe causare un decremento nel consumo”. Sulle prospettive per i prossimi mesi l’Ad di Simba sostiene che “per quanto riguarda le banane, i prossimi mesi saranno caratterizzati da una limitata produzione a livello mondiale e pertanto ci aspettiamo difficoltà da parte degli operatori a soddisfare le richieste dei mercati e quindi prevediamo quotazioni in deciso aumento. Relativamente agli ananas, dopo una fase difficile durante le prime settimane dell’anno con volumi limitati, la produzione è in crescita, anche se ci aspettiamo volumi inferiori rispetto allo stesso periodo dell’anno passato”. “Il nostro piano commerciale prevede, per entrambi i prodotti, una crescita importante in volume della distribuzione del nostro marchio Fratelli Orsero. Su tale brand oltre ad investire risorse per assicurare un prodotto di alta qualità, abbiamo programmato e pianificato un importante piano di comunicazione e marketing per accrescere ancora di più la brand awareness risultata comunque già soddisfacente dopo il primo anno di lancio, grazie anche alle operazioni di product placement effettuate al cinema con il film “Viva l’Italia” e in tv con il seguitissimo programma Masterchef. Continueremo ad investire in pubblicità anche nel 2013, supportando anche eventi importanti e molto amati come il Giro d’Italia”. Sulla fine della cosiddetta guerra delle banane Canalella sottolinea come “il primo importante cambiamento nel sistema di importazione delle banane è avvenuto nel 2006 con il passaggio da un sistema contingentato ad un sistema libero. Ciò ha permesso anche a soggetti non strutturati e senza la sufficiente esperienza di entrare in questo complicato mercato. Ben presto si è arrivati ad una saturazione del mercato
CorriereOrtofrutticolo
nel primo periodo post "licenze". Attualmente assistiamo ad un riallineamento naturale e ad una razionalizzazione dell’offerta. I nuovi accordi, che prevedono un progressivo decremento del dazio all’importazione per i prodotti provenienti dai Paesi centro e sudamericani, potrebbero causare nei prossimi anni una perdita di competitività dei prodotti originari dai cosiddetti Paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico). Potremmo quindi assistere ad una maggiore concentrazione degli approvvigionamenti in determinati Paesi che saranno favoriti dalla diminuzione del dazio a discapito di quelli ACP. Per quanto riguarda invece i prossimi progetti del gruppo di Albenga Canalella afferma che “F.lli Orsero, brand lanciato sul mercato da gennaio 2012, distribuito nei mercati del sud Europa, ed in particolare in Italia e Spagna, non è stato concepito come un prodotto di massa ma come sinonimo di banane e ananas di qualità extra premium. Per questo il nostro obiettivo, da raggiungere con un piano triennale che coniughi strategie commerciali ed investimento pubblicitario, è quello di distribuire un prodotto top di gamma, che garantisca al consumatore gusto, freschezza e salubrità. I risultati dopo il primo anno sono molto buoni: complessivamente abbiamo importato 38.393 tonnellate di banane e ananas a marchio F.lli Orsero, che costituiscono il 15% del volume totale importato da Simba nel bacino del Mediterraneo. La distribuzione del prodotto è stata sostenuta da un piano comunicazione e marketing importante, che ha dato ottimi risultati in termini di gradimento del marchio: già dopo la prima campagna pubblicitaria abbiamo raggiunto il 27% di brand awareness e con il secondo flight è cresciuta anche la spinta all’acquisto creata dalla presenza sui mezzi di comunicazione. Come per il 2012 anche per il
2013 abbiamo in programma azioni di comunicazione e trade marketing nei principali paesi in cui distribuiamo F.lli Orsero: Italia e Spagna. Parlando di banane e ananas in generale, e non solo a marchio F.lli Orsero, Simba detiene le seguenti quote di mercato: Italia 18%, Spagna 22% (quota di mercato su banane e ananas, platano escluso), Portogallo 26%, Grecia 16%, Francia 11%”. Secondo Piero Casalini, direttore commerciale di Del Monte Italia, “dal punto di vista commerciale il 2012 è stato un anno importante per Del Monte poiché abbiamo iniziato la distribuzione diretta dei nostri prodotti in Italia e nel bacino Mediterraneo. Tale cambiamento è risultato estremamente positivo sia per Del Monte che per i nostri clienti. A causa dello scenario globale Europeo abbiamo subito una lieve contrazione, anche se il consumatore, proprio in questi momento difficili, continua a prediligere uno stile di vita sano e presta ancora maggiore attenzione alla qualità dei prodotti”. “L’andamemento generale del business “banana” è stato positivo e continueremo nello sviluppo aggressivo di tale settore anche nel G e n n a i o
2 0 1 3
SCHEDA PRODOTTO
CorriereOrtofrutticolo
2 0 1 3
numero 1 del 2013
G e n n a i o
esportatori ecuadoriani si sono rivolti maggiormente ai Paesi asiatici, mediorientali e africani. “Per scongiurare nuovamente gli scenari che abbiamo assistito, specialmente nel secondo semestre 2012 con l’ananas, - aggiunge Battaglio - è necessario che ci sia maggiore responsabilità professionale. È indispensabile gestire le produzioni in base alle effettive richieste e allo stesso tempo importare i quantitativi corretti. Invece spesso molti operatori sognano e sperano in volumi di vendita irrealizzabili. È necessario sapersi muovere entro i propri limiti. Serve regolamentare le produzioni e fare più programmazione. Tuttavia in questo inizio d’anno sto notando una tendenza a una maggiore attenzione da parte degli operatori verso una più decisa concentrazione dell’offerta che potrebbe portare a una minore pressione e tensione sui mercati”. Per quanto riguarda il gruppo Battaglio, che importa banane da Colombia ed Ecuador e ananas da Costa Rica, il 2012 è stato un anno positivo. Solo come Battaglio spa il fatturato è passato da 100 a 114 milioni di euro. L’impresa torinese ha venduto un milione di casse di ananas e due milioni di casse di banane. “Nel 2013 - aggiunge Battaglio - pensiamo di crescere ulteriormente anche se con percentuali inferiori rispetto agli ultimi anni. Avremo senz’altro una maggior capacità di crescita quando sarà operativo il nuovo magazzino di Roma, che prevediamo di aprire nel primo semestre 2014”. La società pugliese Ilfres, pur rimanendo un’azienda orientata al mantenimento di un’identità libera ed indipendente, ha preso parte al progetto di sviluppo da parte di Del Monte Fresh food di una nuova rete vendita nel mercato italiano, a partire dal gennaio 2012. Oltre a ciò, ha continuato a sviluppare ed intensificare la commercializzazione di prodotti alternativi seguendo e interpretando le esigenze dei propri
ANANAS E BANANE
2013. Per quanto riguarda l’ananas, Del Monte continua a posizionarsi come leader di settore, sia in termini di volumi che d’immagine, grazie ad una distribuzione capillare su tutto il territorio Italiano. Metteremo inoltre in atto un efficente piano promozionale volto ad incrementare i consumi su tutto l’anno 2013. Nei prossimi mesi continueremo a sviluppare la nostra presenza sul mercato Italiano, cooperando con differenti distributori Italiani. Puntiamo inoltre ad espandere la nostra forza vendita su tutto il territorio”. Pur confermando uno scenario generale tutt’altro che positivo, Casalini afferma di “rimanere molto ottimista dato che, specialmente in questi moment di crisi, il consumatore rimane fedele ai prodotti di marca capaci di garantire qualità ed affidabilità”. Per quanto riguarda il gruppo il direttore commerciale ribadisce come “Del Monte da sempre cerca di incrementare la qualita’ dei suoi prodotti investendo massicciamente nella Ricerca & Sviluppo. Del Monte si impegna inoltre per uno sviluppo sostenibile al fine di mantenere fede alla mission aziandale di fornire attraverso la proprio frutta, prodot-
ti sicuri, eco-sostenibili e salutari. Stiamo attualmente lavorando su nuove varietà, disponibili nei prossimi anni, al fine di completare la nostra offerta”. Luca Battaglio, presidente dell’omonimo gruppo torinese, delinea un quadro generale del mercato, “in cui l’offerta rimane uno dei fattori se non il fattore determinante. In particolare per l’ananas - spiega Battaglio - nel secondo semestre dello scorso anno abbiamo assistito a un’offerta eccessiva di prodotto, specialmente tra ottobre e novembre. Questo fenomeno ha creato notevoli difficoltà sui prezzi. Ogni anno assistiamo a periodi, di tre, quattro settimane, in cui le quotazioni rimangono su livelli bassi. L’aspetto più preoccupante registrato nella seconda parte del 2012 invece è stato il prolungarsi di tale situazione per almeno 10 settimane. Fortunatamente a dicembre i prezzi sono tornati su livelli accettabili. A gennaio 2013 le quotazioni dell’ananas sono tornate a salire grazie a una diminuzione di offerta dovuta all’arresto delle produzioni da parte dei piccoli produttori dei Paesi d’origine. Finalmente sembra che il mercato in questo inizio d’anno abbia ripreso vigore e si sia sistemato. Rimane comunque il problema dei consumi che, prezzi aggressivi, promozioni e offerte, non tendono a risalire. La chiave fondamentale, specie sul lungo periodo, sarà la qualità. Nel breve periodo invece temo che il “fattore prezzo” rimanga ancora un elemento ancora assai importante”. Analizzando i due prodotti dell’inchiesta per il comparto delle banane i problemi sono stati minori grazie a prezzi discreti e all’arrivo di quantitativi non eccessivi durante il secondo semestre 2012, condizionato anche dalla scarsa produzione in Ecuador. Il Paese sudamericano lo scorso anno ha esportato solo 25 milioni di casse con l’Europa che ha ridotto gli acquisti di merce. Per compensare tale perdita gli
S
47
numero 1 del 2013
ANANAS E BANANE
S
48
SCHEDA PRODOTTO
mercati - principalmente localizzati nel Sud Italia. Secondo Raffaele Lasciarrea, direttore commerciale e marketing di Ilfres, “rispetto alla grande vivacità percepita a inizio 2012, crediamo che l’anno appena trascorso debba lasciare il posto ad un 2013 ove la competizione tra gruppi non potrà non tener conto dell’inevitabile ridimensionamento generale dei consumi, diretta conseguenza del quadro macroeconomico e della contrazione del potere d’acquisto delle famiglie. Anche nel nostro mercato di riferimento, area geografica meridionale, l’aumento di competizione conseguente all’inserimento sul mercato di un ulteriore “top player” ha certamente smosso equilibri sedimentati e scatenato una “guerra di posizione”. In tal senso, il mercato del Sud Italia si conferma un’opportunità per alcuni, e un’insidia per altri. A nostro parere, la necessità del dover mantenere quote di mercato si è espressa in alcuni casi in una gestione del credito commerciale - da parte di alcuni gruppi - meno prudente rispetto al passato. Ciò ha purtroppo generato fenomeni di distorsione di mercato e dumping sui prezzi, motivo per cui la nostra linea è rimasta quella di valorizzare i rapporti consolidati con la clientela storica, in-
CorriereOrtofrutticolo
serendo al contempo tutti quanti hanno nel corso dei mesi manifestato un rinnovato interesse nell’adesione al progetto Del Monte”. In generale, nel 2012, il volume d’affari di Ilfres ha avuto un incremento sia sulle banane che sugli ananas rispetto al 2011. “Sono stati infatti potenziati i servizi e le attività inerenti alla logistica e implementati i sistemi di gestione, prestando sempre molta attenzione al presidiare i costi di movimentazione e stoccaggio”. “Sino a che il costo medio specifico di maturazione, movimentazione e consegna per singolo pallet si mantiene entro livelli accettabili è possibile mantenere una “quadratura” del cerchio. Viviamo un momento storico in cui le economie di scala contano meno che in passato, le opportunità di acquisto si sono praticamente allineate per quasi tutti gli operatori del settore, motivo per cui i costi operativi diventano la cartina al tornasole dello stato di salute di un’azienda. Razionalizzare continua ad essere, a nostro giudizio, l’unica strada percorribile per questo 2013”. Secondo Giulio Magrini, della toscana Agricola Gloria, “in Italia c’è sempre maggior attenzione ai brand. Il consumatore è particolarmente attratto dal marchio, che incide sempre di più sulle scelte al momento dell’acquisto.
In riferimento all’ananas l’imprenditore toscano aggiunge come “tra fine anno e le prime settimane di gennaio il mercato si p ripreso ed è stato buono, mentre nei mesi precedenti la situazione era un disastro. Abbiamo assistito a 7-8 settimane con prezzi di vendita bassissimi a causa di un eccesso di offerta”. Sull’ananas stesso punto di vista di Luca Garletti, titolare della bergamasca McGarlet, dedita alla importazione e vendita di frutta esotica tra cui ananas, provenienti dal Ghana. “Nel 2012 l’ananas, che rimane il prodotto esotico d’importazione con il prezzo più basso presente nei supermercati, è stato spesso venduto sottocosto, a causa anche di una produzione mondiale assai importante. Ma queste aggressive operazioni di promozione e offerte rischiano di disorientare il consumatore”. Per quanto riguarda i consumi Garletti rivela che non solo banane e ananas hanno subito un arresto se non un calo generalizzato ma anche l’esotico, in generale, ha conosciuto segnali negativi, “con una contrazione anche del 15%”. “In un mercato così difficile e sempre più stressante reputo che rimarranno in piedi solo i più forti e i più organizzati. Chi non riesce a seguire l’intera filiera scompare”. emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it G e n n a i o
2 0 1 3
Da dove viene la tua banana? Entra in Dole-earth.com e scoprirai lâ&#x20AC;&#x2DC;origine e tante informazioni interessanti sulle banane Dole, basta inserire il codice che trovi sulla banana.
www.dole-earth.com www.dole.it
www.csoservizi.com
STAGIONE DOPO STAGIONE NOI CI METTIAMO L’ENERGIA!
DIETRO L A NOSTRA ORTOFRUT TA C’È L’AMORE PER L’AMBIENTE! Tutti sanno che la frutta e la verdura fanno bene, ma pochi sanno che la produzione di qualità italiana difende l’ambiente con meno cemento, meno anidride carbonica, più natura, più salute.
info@conscico.com
www.apofruit.it
www.asipo.it
www.mazzonigroup.com
www.ortoveneto.it
www.cioparma.it
www.agribologna.it
www.opnordest.it
www.oranfrizer.it
www.granfruttazani.it
www.aposcagliera.it
www.pempacorer.it
www.fun.go.it
www.solarelli.it
Per informazioni: CSO - Centro Servizi Ortofrutticoli - Via Bologna, 534 - Ferrara - Tel. 0532 904511- Fax 0532 904520 - info@csoservizi.com -
likeortofruttaditalia