Corriereortofrutticolo

Page 1

DI

ECONOMIA

ANNO XXVI

Giugno

E AT T U A L I T À D I S E T T O R E

euro

Nuova

2012

6,00

serie

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

6

C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

CORSI spa Verona preventivi on line su

www.corsispa.it

• TERREMOTO Danni in Emilia e timori per la frutta PAG. 23

• PERA Interprofessione al via Servono sbocchi PAG. 33

• SUDAMERICA Export, il Perù punta al primato mondiale PAG. 60

• INCHIESTA Meloni e pesche, inizio d’estate discreto PAG. 63

PROTAGONISTI Abbascià: il segreto del negozio è un servizio personalizzato PAG.29

daily news: www.corriereortofrutticolo.it

MENSILE



PUBBLICITÀ ?


CentroStampaBO

Coltiviamo insieme la qualità È frutto del lavoro quotidiano di oltre 10.000 produttori agricoli, la leadership di Apo Conerpo. Un primato che nasce in campagna, dal grande rispetto per l’ambiente e la salute e che si rafforza con un rigoroso sistema di coltivazione e controllo lungo l’intera filiera dell’orto-

frutta, che fornisce le più ampie garanzie di freschezza e salubrità. Le società del Gruppo cooperativo completano il percorso della qualità e distribuiscono in tutto il mondo l’ampia gamma di offerta di Apo Conerpo, integrandola con moderni servizi commerciali.

Via B. Tosarelli, 155 - 40055 Villanova di Castenaso (BO) Italia - Tel. +39 051 781837 - Fax +39 051 782680 - info@apoconerpo.com - www.apoconerpo.com


E

CorriereOrtofrutticolo

✍ Lorenzo

Incredibile. Al vertice del rinato Ice il governo Monti ha messo un manager vero, Riccardo Monti (nessuna parentela col premier), che pare ne capisca davvero di export. Poi, ancor più incredibile, nel decreto Sviluppo sono state inserite due norme particolarmente interessanti per il comparto ortofrutta: un Fondo indigenti che consentirà di assicurare gli aiuti grazie all’utilizzazione di risorse comunitarie e delle eccedenze alimentari; e soprattutto nella cabina di regia del nuovo Ice siederà un rappresentante del ministero agricolo. Nel corso di un dibattito televisivo tra il neopresidente Ice e Oscar Farinetti, il patron di Eataly (che ha aperto un nuovo megastore a Roma dopo tanti successi in Italia e nel mondo), dibattito più interessante di tanti noiosi e interminabili convegni, sia Monti (Riccardo) che Farinetti si sono detti convinti che l’export agroalimentare (oggi attorno ai 30 miliardi) potrebbe raddoppiare nel giro di dieci anni se adeguatamente supportato da reali sostegni alle imprese, da norme effettivamente operative contro l’agropirateria e l’italian sounding e da iniziative di marketing creativo. Non sottovalutiamo la difficoltà di questi temi (in particolare la lotta all’agropirateria) però il marketing creativo è a costo zero, in sostanza basta avere buone idee e applicarle. L’idea di Farinetti, che sta alla base del successo mondiale di Eataly, è quella della conoscenza, della formazione, dello spiegare cosa c’è dietro la qualità, il gusto, l’eccellenza del made in Italy a tavola. Quasi negli stessi giorni il presidente mondiale degli enologi, il francese Andrè Dubois, spiegava ad una platea di (forse increduli) enologi italiani il motivo della superiorità dei vini italiani (i più venduti al mondo) rispetto a quelli francesi (i più cari al mondo): l’abbinamento col cibo. “Oggi nel mondo si mangia italiano, non più francese”. Perché vi racconto queste cose, vi chiederete? Perché di quei 30 miliardi di export l’ortofrutta è una componente importante e ogni anno si gioca col vino la palma del miglior comparto agricolo nell’export (anche se pochi se ne accorgono). Perché l’ortofrutta è uno dei pilastri del made in Italy alimentare nel mondo, perché l’ortofrutta a differenza di salumi e formaggi ha una fortissima componente salutistica; perché l’ortofrutta a causa del suo status di “figlia di un dio minore” rispetto al vino e al resto del made in Italy ha bisogno più di altri di ‘marketing creativo’ in quanto, percepita come anonima commodity, può subire le devastanti conseguenze del calo dei consumi in Italia e in tutta Europa. Ora, pur facendo le dovute differenze tra ortofrutta e vino, pur consapevoli che il vino ha valori identitari che l’ortofrutta non ha (il marchio della cantina, la faccia del vigneron, il terroir, ecc), dobbiamo però chiederci se que-

Frassoldati

G i u g n o

2012

sto status di minorità è una condanna inappellabile o solo un limite da cui progressivamente emendarsi. Intendiamoci: il sistema ortofrutta Italia non ha bisogno di nessuno che gli insegni ad esportare, lo sa fare da solo. Ma ha un bisogno disperato di andare a lezione da Oscar di ‘marketing creativo’. Per due ragioni. La prima l’ha capita benissimo il neopresidente di Fruitimprese, Marco Salvi (vedere intervista sullo scorso numero del Corriere). Il settore è vecchio, comunica poco o niente i suoi valori, non cura l’immagine, manca la fantasia, la voglia di innovare. Ogni giorno tutti parlano (a partire dall’industria) di quanto l’ortofrutta è buona e fa bene, tranne il sistema dell’ortofrutta. Qualcuno obietterà: non è il nostro mestiere, il nostro mestiere è produrre e vendere. Verissimo, ma non basta più. Questo mancato protagonismo la filiera lo paga in termini di scarso peso politico-istituzionale, di basso potere contrattuale, di incapacità di dialogare con la pubblica opinione, cioè con la massa dei consumatori. E qui veniamo alla seconda ragione per cui bisogna andare a lezione da Oscar. I consumi stanno andando in picchiata. L’allarme lanciato all’unisono dal gran capo dei commercianti, Sangalli, e da quello di Coop Italia, Tassinari, va ascoltato: qui se aumenta ancora l’Iva, siamo alla Caporetto del paese: i consumi sono tornati indietro di 15 anni. Tra il 2011 e il 2014 - dice Confcommercio - gli aumenti Iva "rischiano di tradursi in minori consumi reali per circa 38 miliardi". Senza consumi interni, non c’è trippa per i gatti. Resta solo la valvola dell’export su cui tutta la filiera si deve mobilitare senza alzare antistorici steccati (privati, coop, Op, mercati all’ingrosso). E qui serve a maggior ragione uno sforzo di inventiva, di creatività. Farinetti (intervistato in tv) suggeriva di puntare sul marchio Italia (la bandiera) come sinonimo di naturalità, benessere, riduzione al minimo della chimica. Uno ‘standard Italia’ che va oltre tutte le varie certificazioni. È un’idea; altre se ne possono mettere in campo. Certo è che stare fermi non si può più: è venuto il momento di osare. Cosa abbiamo da perdere? lorenzo.frassoldati@corriereortofrutticolo.it

EDITORIALE

La lezione di Oscar

PUNTASPILLI I CONSORZI DEL VINO TAGLIANO LE RESE. E L’ORTOFRUTTA? Alla vendemmia manca ancora molto , ma i Consorzi dei più prestigiosi territori del vino italiani studiano già come tagliare le rese per ettaro dei vigneti. Perché i disciplinari prevedono rese spesso esagerate e quindi i Consorzi di tutela corrono ai ripari sia per aumentare la qualità sia per meglio equilibrare domanda ed offerta. Il vino fa scuola, l’ortofrutta dovrebbe imparare. Se no che ci stanno a fare tutte queste denominazioni Dop e Igp (e i relativi Consorzi), sempre più ‘vuote’ di prodotto e che alla fine, invece del business, fanno girare solo della carta? *

www.corriereortofrutticolo.it

3


Controeditoriale

CorriereOrtofrutticolo

Mercati e dieta Mediterranea ✍ Marco

Il 17 novembre del 2010 l’Unesco, su proposta avanzata dal nostro ministero delle Politiche Agricole Mario Catania, ha deliberato l’inserimento della Dieta mediterranea fra i “Patrimoni orali e immateriali dell’umanità”. Come è noto la dieta mediterranea rappresenterebbe, se accettata, una vera e propria rivoluzione nella politica alimentare dei Paesi più avanzati in forza delle benefiche influenze che può esercitare sulla salute e sugli stili di vita delle persone grazie al suo deciso orientamento verso il consumo di frutta, verdura, cereali, olio d’oliva, pesce e, seppure moderatamente, vino. Purtroppo questa importante occasione di marketing territoriale non è stata ancora ben compresa e, soprattutto, ben utilizzata nel nostro Paese; pareva che se ne volesse far carico Res Tipica, struttura dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani), ma, almeno fino ad ora, non se ne hanno notizie. In effetti in questi ultimi decenni si è assistito alla crescente standardizzazione dei prodotti - a causa della concentrazione delle imprese produttrici e commerciali che operano a livello mondiale - con conseguente diffusione della omologazione dei consumi e degli stili di vita: un modello decisamente in contrasto con la realtà produttiva del nostro Paese basata sulla eterogeneità dei prodotti e delle consuetudini di vita. Un notevole contributo a favore di un giusto e rinnovabile stile di vita è offerto da un ampio e approfondito studio pubblicato di recente da Barilla Center for Food and Nutrition, dal titolo EaSibani *

4

www.corriereortofrutticolo.it

Un’immagine del Mercato di Santa Caterina a Barcellona

ting Planet - Nutrirsi oggi: sfida per l’uomo e per il pianeta. Fra le proposte che emergono dallo studio vi è la necessità di far rivivere alcune dinamiche fondamentali proprie delle culture gastronomiche più attente al legame fra cibo e persona quali, appunto, quelle della dieta mediterranea. Si tratta di valorizzare gli aspetti della convivialità e della protezione della varietà territoriale locale conservando la ricchezza delle diverse identità. Non solo: di trasferire la conoscenza e il saper fare legati alla preparazione dei cibi, di tornare a un sano rapporto con il territorio e con il contesto della materia prima mirando all’eccellenza degli ingredienti, di recuperare i sapori antichi capaci di essere rinnovati nel gusto contemporaneo, attraverso un’operazione critica che consenta di trattenere il meglio della tradizione gastronomica. Occorre, in sostanza, dare vita a un grande patto fra tutti gli attori del mondo dell’alimentazione, incluse le istituzioni pubbli-

che - oggi sempre più preoccupate delle conseguenze devastanti delle scelte alimentari scorrette effettuate dai propri cittadini - al fine di ri-orientare gli stili di vita e alimentari verso modalità di consumo più sostenibili per la salute, l’ambiente, l’integrità sociale. Risulta evidente, in questa prospettiva, il grande ruolo che può essere svolto dal sistema dei mercati (all’ingrosso e al dettaglio): strumento, questo, fondamentale per trasferire in tempi brevi la produzione locale, soprattutto fresca, dal campo alla tavola e per incentivare i processi di qualificazione e valorizzazione delle nostre multiformi produzioni tipiche. E non è un caso che fra le pagine dello studio venga riportata l’immagine del mercato di Santa Caterina a Barcellona, struttura bella, elegante e moderna progettata, peraltro, da un architetto italiano. * segretario generale Andmi Associazione nazionale direttori Mercati all’ingrosso G i u g n o

2012


NETPACK C’è chi ha brillato

studiopagina.it

e chi continua a splendere

S O L I D A M E N T E C O N V O I D A L 197 3

S O R M A G R O U P M A C C H I N E E M A T E R I A L I P E R I L C O N F E Z I O N A M E N T O O R T O F R U T T I C O L O / W W W. S O R M AG R O U P. CO M


I “+” e “-” dell’ortofrutta

corriereOrtofrutticolo

IL BORSINO ☛ Paolo Carnemolla L’assemblea ordinaria dei soci di FederBio, tenutasi giovedì 21 giugno, ha confermato Paolo Carnemolla alla carica di presidente per il prossimo triennio e ha nominato due vice in rappresentanza delle imprese del settore, Andrea Bertoldi presidente ASSOBIO e Marco Bignardi di UPBIO. È cambiata la composizione del consiglio direttivo, cha ha visto la riduzione della presenza degli organismi di certificazione e un aumento significativo della presenza delle organizzazioni che rappresentano le imprese di trasformazione, distribuzione e dei servizi: fra i nuovi ingressi Giovanni Di Co-

☛ Cosimo Lacirignola A Valenzano di Bari si sono celebrati i 50 anni di vita dell'Istituto Agronomico Mediterraneo e del consorzio internazionale CIHEAM. La storia dello IAM di Bari e del CIHEAM è stata raccontata, davanti a un pubblico internazionale numeroso (un'ottantina gli agronomi mediterranei presenti provenienti da 15 Paesi oltre a molte autorità), dal direttore (da 25 anni) dell’Istituto Agronomico Mediterraneo, Cosimo Lacirignola. Una storia tutta ispirata dalla determinazione di contribuire alla crescita del dialogo euro-mediterraneo e di costituire un punto di riferimento unico a livello istituzionale e scientifico. Lo IAM ha intensificato i corsi post-universitari nei settori della gestione del suolo e delle risorse idriche, della protezione integrata delle colture frutticole mediterranee, dell'agricoltura biologica, dell'alimentazione e dello sviluppo rurale sostenibile,

☛ Alessandro Canalella Da inizio luglio è il nuovo amministratore delegato di Simba Spa, l'azienda di Gf Group specializzata nell'importazione di frutta esotica, con un fatturato di circa 200 milioni di euro. Il consiglio di amministrazione è ora formato da Raffaella Orsero, che ha mantenuto la carica di presidente, lo stesso Canalella, Antonio Orse-

☛ Monica Artosi L’utile di gestione di CPR System è stato di 2,4 milioni di euro ( 2,2 milioni nel 2010 ). Il patrimonio netto della società raggiunge i 30,9 milioni di euro. In termini di movimentazioni l’attività 2011 di CPR System vede un incremento costante con 117 milioni di movimenti per le casse, 529 mila movimenti per i mini bins e 4,3 milioni di movimenti di pallet. In crescita anche la base sociale con 1015 soci raggiunti nell'ultimo anno contro i 996 del 2010. In questo contesto positivo per il gruppo che associa al suo interno l’intera filiera ortofrutticola, dalla produzione, alla di-

6

www.corriereortofrutticolo.it

stanzo, azienda Bio Italia, Roberto Zanoni di EcorNaturasì, Marco Momoli di Bologna Fiere e Pina Eramo di ANABIO-CIA. “ll rinnovo delle cariche sociali in FederBio avviene in un momento assai delicato per il settore biologico nazionale, ancora interessato dalle conseguenze di recenti e gravi episodi di frode ma con notevoli potenzialità di sviluppo, sia verso il mercato che nell’ambito della nuova PAC” ha dichiarato Paolo Carnemolla. Contro le frodi, entrando nelle aule di tribunale, il presidente Carnemolla ci ha messo la faccia, con coraggio. Decisamente su.

sviluppando rapporti di collaborazione scientifica con università e centri di ricerca di tutto il mondo. La sfida è rilanciare nel contesto attuale la cooperazione: e il CIHEAM lo farà - ha ricordato Lacirignola - fin dal prossimo settembre a Malta con una grande conferenza euro-mediterranea che vedrà la presenza del commissario europeo Dacian Ciolos. Il presidente del Ciheam, Adel El-Beltagy, ha affermato che, in questo periodo di crisi e transizione difficile in diversi Paesi, a fare la differenza alla fine è la conoscenza. Il motore dello sviluppo si può riaccendere, nonostante le emergenze climatiche, alimentari, idriche, “mettendo in campo tutte le conoscenze, puntando sulla creatività, un’agricoltura intelligente, la cooperazione”. Queste sono “le sfide storiche che ha davanti il CIHEAM” ha sottolineato anche il presidente della Comissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro. Decisamente su.

ro e Daniele Gazzano, consiglieri. Quarantuno anni, ligure, Canalella, entra in azienda nel 2001, dopo aver conseguito la laurea in Economia e Commercio. Inizia la carriera in Simba nell’area amministrazione e finanza, per poi passare all’area commerciale, di cui assume la direzione nel 2008. Ora è atteso alla sua sfida più grande. Su

stribuzione ai servizi, si avvia con il 2012 un avvicendamento alla direzione con la nomina di Monica Artosi, 41 anni, laureata in Economia e Commercio, dipendente di CPR System dal 1998, anno della sua costituzione. Il direttore uscente e fondatore Gianni Bonora, ha commentato: “Conosco Monica Artosi da quando ha iniziato a lavorare in CPR ed apprezzo molto il suo approccio ai problemi”. “Esprimo grande apprezzamento per il ruolo che Gianni Bonora ha svolto all’interno del gruppo: è stato senza dubbio l’artefice principale dei successi di questi anni”, ha dichiarato il presidente Renzo Piraccini. Su

G i u g n o

2012


PER GLI OPERATORI

strandosi su

ingresso gratuito regi

www.sana.it

Con il patrocinio di

In collaborazione con


Direttore responsabile: Lorenzo Frassoldati Redazione: Mirko Aldinucci (coordinatore) Emanuele Zanini

MENSILE DI E AT T U A L I T À ANNO

XXVI

G I U G N O

ECONOMIA DI SETTORE -

Nuova

serie

M

M

2 0 1 2

S

O

Corriere

T H E F I R S T ITALIAN

A

R

I

O

Redazione via Fiordiligi, 6 37135 Verona Tel. 045.8352317-Fax 045.8307646 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Editore Gemma Editco Srl Coordinatore editoriale: Antonio Felice Sede legale e amministrativa: via Fiordiligi, 6 37135 Verona E-mail: segreteria@corriereortofrutticolo.it P.IVA 01963490238 Fotocomposizione e stampa: Eurostampa Srl - via Einstein, 9/C 37100 Verona Autorizzazione Tribunale di Verona n. 176 del 12-1-1965 Spedizione in abb. postale comma 26, art. 2, legge 549/95 La rivista viene distribuita in abbonamento postale c/c n. 11905379 Abbonamento annuo: 60 euro per due anni: 95 euro e-mail: abbonamenti@corriereortofrutticolo.it

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Profilo Corriere Ortofrutticolo si è affermato come rivista “di filiera” del settore ortofrutticolo italiano. La rivista collega chi produce, chi commercializza e chi vende al pubblico, oltre ai settori connessi (dai macchinari ai trasporti). La diffusione è capillare in Italia, dove si è allargata alla grande distribuzione alimentare e al dettaglio organizzato. Il Corriere Ortofrutticolo è un formidabile, unico e specializzato strumento di raccordo e di informazione per l’intero settore. È presente a fiere in Italia e all’estero dove è diffuso a indirizzi specializzati di oltre 30 nazioni.

Diffusione 6.000 copie. Ripartizione del mailing: Grossisti 29%, Dettaglianti 23% Produttori 22%, Supermercati 9% Import-export 6,5%, Servizi 5% Tecnologie e Trasformati 2,5% Altri 3%

8

www.corriereortofrutticolo.it

Terremoto al Nord, gravi disagi PAG.23

Frigoconservazione, poco business PAG.49

RUBRICHE

QUARTA - QUINTA GAMMA IV gamma mix di idee marketing e ricerca

52

DISTRIBUZIONE Caprotti: «Aperture domenicali, che c’è di male?»

53

LOGISTICA FLASH

54

PUBBLICITÀ CHE FRUTTA Frutta e ortaggi parlano piemontese con Ortofruit Italia

62

“Progetto bimbi” in Val Venosta

62

Concorso consumer ultimo atto della campagna 2011-2012 di Melapiù

62

EDITORIALE La lezione di Oscar

3

CONTROEDITORIALE Mercati e dieta Mediterranea

4

BORSINO DELL’ORTOFRUTTA Carnemolla, Lacirignola, Canalella, Artosi 6 GENTE & FATTI Il Flare Pack di Besana si aggiudica a Singapore l’”Inc Best Innovation” 2012 10 Consorzio del pomodoro di Pachino Igp, Chiaramida lascia: «fase drammatica» 11 Vog e La Linea Verde “cavalcano” gli Europei

12

Il clima cambia, ecco le prime banane siciliane: «Ottime e a chilometri zero»

13

Primo Piano - Terremoto al Nord Trema anche l’ortofrutta

23

NOTIZIARIO L’Ue rivede i prezzi dei ritiri, nessun ritocco per le pesche

15

Primo Piano - Terremoto al Nord Capannoni e magazzini ko, timori per siccità e carenza di manodopera

25

Emilia Romagna: più Plv ed export ma meno reddito in agricoltura

16

Fragola romagnola, summit e mostra pomologica

Primo Piano - Terremoto al Nord I “due tempi” del terremoto e la tempra delle piante da frutto

26

17

Ficodindia di San Cono più vicino alla Dop

In copertina - Protagonisti Negozi, la ricetta Abbascià

29

17

Pac, Catania: «Privilegiare la produzione, non le superfici»

18

Articolo 62, Gdo di traverso «Paga i fornitori più tardi»

18

Manzato: a Verona un polo ortofrutticolo regionale

19

BIOLOGICO NEWS Il paradosso del bio italiano: la domanda aumenta, l’offerta cala

51

ATTUALITÀ

L’ELENCO DEGLI AGRICOLA DON CAMILLO AGRICOLA GLORIA DUE ALBAFRIGOR APO CONERPO BATTAGLIO CEDAX CONSERVE ITALIA CSO DEL MONTE ENZA ZADEN EOS

pagina 69 copertina I pagina 35 pagina 2 pagina20-21 pagina 57 pagina 22 pagina 65 pagina 1 pagina 71 pagina28-31

G i u g n o

2012


Ortofrutticolo

M O N T H LY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

6

w w w. c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o. i t

www.corriereortofrutticolo.it è il nuovo Quotidiano on line nato dall’esperienza del più affermato mensile specializzato di settore

www.corriereortofrutticolo.it ti tiene costantemente aggiornato sulla campagna produttiva e commerciale della frutta con notizie, interviste, dati

www.corriereortofrutticolo.it aspetta i Tuoi commenti alle news del giorno

NEL PROSSIMO NUMERO NEL PROSSIMO NUMERO

Halser Fair di Istanbul in progresso PAG.55

Pesche e meloni, inizio discreto PAG.63

Pera, via all’interpofessione Summit mondiale: urgono sbocchi

33

E Unaproa conferma De Ponti: tante sfide

43

Ciliegia Ferrovia tra ricerca e innovazione

34

Apo Conerpo contiene i costi 2011 difficile ma non negativo

44

Kiwi, la batteriosi fa ancora paura L’importanza della prevenzione

Drupacee al vaglio di Terremerse

45

36 Bilancio lusinghiero Fatturato su del 18%

45

Rilevante la codifica del genoma del batterio ma la cura risolutiva è ancora lontana Jingold, migliorano le quotazioni pur in un’annata difficile Non solo mele: l’Alto Adige “cura” cavolfiore, lattuga, patata e carota

36

Esportazioni: volumi stabili nel primo trimestre calano i prezzi (tranne che per la frutta secca)

Guida ai Mercati

48

Frigoconservazione Frigoconservazione… statica. La Val di Non pensa al sottosuolo

49

Frigoconservazione - «Sguardo a Est e oltreoceano per recuperare le quote perse»

50

37 38

In netto incremento la quota di agrumi siciliani destinata alla trasformazione 38 Minguzzi: governare l’offerta ed elevare la qualità dell’export

Apofruit: più vendite, ricavi in flessione 46

MONDO

Ortofrutta Italia, Guala si fa da parte e passa la mano a Nazario Battelli: «Ora serve un organismo interprofessionale forte e partecipato»

41

Uiapoa-Unacoa, via libera alla fusione

43

☛ Tecnologie e macchinari La crisi colpisce duro ma nei comparti legati alla lavorazione del prodotto fresco si cerca di reagire realizzando modelli innovativi, dalle elevate prestazioni e dal buon rapporto qualitàprezzo. Nelle parole degli operatori l’esame della situzione attuale e le aspettative per i prossimi mesi

☛ Patate e peperoni

40

40

☛ Frutta estiva, il bilancio Partita sotto buoni auspici la campagna della frutta estiva riuscirà a mantenersi in terreno positivo? Sul Corriere di luglio-agosto il primo bilancio dell’andamento in Italia e nei principali Paesi competitori, a partire dalla Spagna, sempre più agguerrita

Halser Fair rassegna in crescita nella Turchia dei miracoli

55

A Granada dal 21 al 23 novembre il quinto Green Med Forum

57

Il consueto approfondimento della Scheda prodotto viene dedicato a patate e peperoni: dalla viva voce dei principali produttori e distributori scopriremo l’andamento dei tuberi e dei peperoni, tra gli ortaggi più interessanti anche sotto l’aspetto dell’innovazione varietale

SCHEDA PRODOTTO INSERZIONISTI LA COSTIERA MARVIL NETPACK NUNHEMS RIJK ZWAAN ROSARIA SANA SERMAC VALFRUTTA FRESCO VILMORIN UNITEC

G i u g n o

2012

pagina 17 pagina 48 pagina 5 pagina 47 copertinaIV pagina 27 pagina 7 pagina19-67 pagina 14 pagina 39 pagina 63

Andalusia, volano le esportazioni di agrumi e fragole

59

PESCHE E NETTARINE Inizio discreto della campagna commerciale, Italia impegnata per elevare qualità e distintività

63

Il regno delle serre alimenta il business 59 Il Perù sogna di diventare leader mondiale nell’export

Il mancato adeguamento delle indennità di ritiro preoccupa gli operatori 66 60

Il francese Philippe Henri al vertice di Freshfel Europe. Orsero e Laudani presidenti dei Comitati banane e agrumi 61

ANGURIE E MELONI Raccolto tardivo ma soddisfacente, il melone non delude le attese. Angurie, “tira” solo il formato mini

www.corriereortofrutticolo.it

68

9


GENTE

&

FATTI

CorriereOrtofrutticolo

Piero Casalini torna in Del Monte Italia dopo il forfait di Maurizio Pisani Piero Casalini (nella foto) è il nuovo direttore commerciale Italia di Del Monte. Toscano di Orbetello ma residente a Montecarlo, 47 anni, sostituisce Maurizio Pisani che ha abbandonato l’incarico dopo aver assunto il ruolo solo un anno fa, nell’estate del 2011. Dopo alcune esperienze in diversi settori (tra cui energia e assicurazioni), Casalini in passato aveva già lavorato in Del Monte per ben dieci anni. Dal giugno 1998 al dicembre 2008 infatti si era occupato di mansioni nel settore amministrativo e in un secondo momento in quello commerciale. L’esperienza professionale del manager toscano si è ulteriormente approfondita nel maggio 2009, quan-

do è entrato nel progetto spagnolo di Unica, il gruppo sorto dalla fusione di cinque cooperative. Un’attività che è proseguita fino al dicembre 2010. Dal gennaio 2011 fino all’aprile di quest’anno è stato invece consulente esterno di Capespan e Peviani spa nel settore commerciale e nella gestione import di merce sudafricana. Casalini ha l’impegnativo compito di sviluppare il mercato italiano di Del Monte, anche a seguito del risaputo divorzio con Gf Group della famiglia Orsero. Nei prossimi mesi verranno aperti nuovi uffici in Italia (a partire da Milano), per avere una maggior presenza sul territorio. (E. Zan.)

Il Flare Pack di Besana si aggiudica a Singapore l’“Inc Best innovation” 2012 Importante riconoscimento per il Gruppo Besana che, in occasione del 31mo World Nut & Dried Fruit Congress, tenutosi quest’anno a Singapore, di fronte ad una platea di 948 partecipanti, si è aggiudicato il prestigioso premio INC Best Innovation 2012, dedicato alle migliori innovazioni sul mercato. La premiazione è avvenuta durante il Gala Dinner.

Opo Veneto conferma i vertici Daminato ancora presidente Il 78 enne Francesco Daminato è stato confermato all’unanimità e per acclamazione presidente di Opo Veneto, Op di Zero Branco (Treviso). Confermati anche i vicepresidenti Arduino Meneguolo Boscolo, presidente della Cos, cooperativa ortolani di Sottomarina di Chioggia e Luciano Quaggio, presidente del Consorzio Freschissimi di Campagna Lupia (Venezia). Il consiglio di amministrazione si è arricchito con ingressi di

10

www.corriereortofrutticolo.it

giovani amministratori, in rappresentanza dei vari comparti produttivi della cooperativa e delle diverse aree geografiche di produzione. Per Opo Veneto, di cui è direttore Cesare Bellò, continua, pur tra tante situazioni problematiche, il trend di sensibile sviluppo. Il bilancio consolidato dello scorso anno ha superato i 31 milioni: una crescita di quasi il 10%. Una posizione che potrebbe, nel corso di quest’anno, ulteriormente consolidarsi e svilupparsi.

Nell’occasione Riccardo Calcagni, Amministratore Delegato del Gruppo Besana, ha ritirato la targa ottenuta grazie al “Flare Pack”, un innovativo packaging maturato dalla profonda conoscenza del mercato che Besana ha acquisito grazie a decenni di importanti collaborazioni e forniture con ed alle principali catene della Grande Distribuzione europea. Un packaging self-standing, nato con l’obiettivo di ridurre costi diretti ed indiretti, di ottimizzare gli spazi senza tuttavia rinunciare ad una forma nuova ed accattivante. Deve il proprio nome alla caratteristica forma a ventaglio che, aprendosi verso l’alto, offre un’ampia superficie stampabile, a fronte di una ridotta base di appoggio. Il film utilizzato (gas and water proof) grazie al minore spessore consente di ridurre la quantità di materiale utilizzato. Sun Maid of California ha già adottato questo packaging per alcuni suoi nuovi prodotti. Nella foto la premiazione con Riccardo Calcagni che riceve la targa del premio INC Best Innovation 2012, assieme, tra gli altri, al presidente di Besana Pino Calcagni. G i u g n o

2012


GENTE

CorriereOrtofrutticolo

G i u g n o

2012

Una vita per le patate premiato Ennio Pizzoli Ennio Pizzoli (nella foto) ha recentemente ricevuto il Lifetime Achievement Award per il suo straordinario contributo al settore delle patate in qualità di promotore della diffusione dei consumi di patate e dell’innovazione dei processi produttivi. Il premio gli è stato attribuiro al World Potato Congress di Edimburgo a suggello di una vita dedicata all’azienda bolognese e alla valorizzazione del settore delle patate. Negli anni passati altre figure di spicco sono state insignite di questo riconoscimento, come Harrison McCain e John Richard Jr Simplot. “Il più bel riconoscimento delle mia vita professionale”, l’ha definito Pizzoli: “Sono una persona che per 40 anni ha ritenuto d’aver solo camminato in pianura, senza mai voltarsi indietro, e in questo modo non si è accorto di quanto fosse salito in alto”. Un premio importante anche perché arrivato dopo una candidatura avanzata, a sorpresa, dai suoi dipendenti; un segno concreto del forte legame che si è instaurato negli anni e del rispetto profondo che lega i collaboratori al “patron”. Il presidente della Pizzoli ha voluto dedicare questo premio alla sua terra, l’Emilia, così duramente colpita dal terremoto.

a cura di Mirko Aldinucci

Salvatore Chiaramida (foto sotto) si è dimesso dalla carica di direttore del Consorzio di Tutela Igp “Pomodoro di Pachino” dopo aver rivestito l’incarico per quasi 10 anni ed essere stato a lungo presidente dell’Associazione per la Tutela dei Prodotti Tipici di Pachino Igp. Attualmente è direttore generale della Faro, la più grande O.P. del territorio ed era stato riconfermato da poco dal Cda alla guida del Consorzio. Dopo un periodo in cui il Consorzio è cresciuto, raggiungendo buoni volumi di prodotto certificato, nell’ultima stagione si è verificata un’inversione di tendenza che preoccupa non poco gli operatori: “Continuando di questo passo, il rischio concreto è che il ciliegino di Pachino scompaia, visto che i ritorni per i produttori sono inferiori ai costi di produzione”, ha dichiarato Chiaramida, aggiungendo: “Penso che sia opportuno lasciare la mano a qualcuno che magari ha più carisma di me e più capacità di coinvolgimento del sottoscritto”. “Non mi stancherò mai di ripetere che il problema da affrontare oggi, più della tutela e della promozione, è quello della commercializzazione - ha sottolineato Chiaramida lanciando un ideale Sos -. Attualmente esistono sul mercato oltre dieci etichette di pomodoro Igp diverse e questo non fa altro che generare confusione nel consumatore ma soprattutto fa il gioco della Gdo, la quale approfitta dello scarso potere contrattuale dei condizionatori, che tra di loro non sono riusciti a trovare un’intesa comune né tanto meno una sinergia commerciale”.

FATTI

Consorzio del pomodoro di Pachino Igp, Chiaramida lascia: «fase drammatica»

&

Ilip sostiene Save Food Ilip è tra i sostenitori di Save Food, l’iniziativa per la lotta agli sprechi alimentari nel mondo lanciata da Messe D sseldorf in collaborazione con la Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per il cibo e l’agricoltura. Secondo i dati di Save Food, circa un terzo degli alimenti prodotti ogni anno viene perso lungo la filiera. Per quanto riguarda l’imballaggio, la sfida è quella di trovare materiali e soluzioni di confezionamento che consentano di trasportare anche i prodotti più delicati in condizioni di sicurezza, ottimizzare la gestione logistica, conservare e proteggere in modo ottimale il contenuto. Il

potenziamento di questi aspetti è uno dei principali obiettivi delle politiche di responsabilità sociale di Ilip, divisione portante del gruppo Ilpa, che ha ridefinito il proprio posizionamento strategico includendo un nuovo modo di vedere la sostenibilità ambientale. “L’innovazione del packaging ha una forte valenza etica, oltre che un immediato riflesso nella riduzione degli sprechi”, commenta Roberto Zanichelli, responsabile marketing di Ilip. Il progetto “Save the food” è stato presentato nel maggio scorso e ha lo scopo di proporre soluzioni concrete agli sprechi.

www.corriereortofrutticolo.it

11


GENTE

&

FATTI

CorriereOrtofrutticolo

Vog e La Linea Verde “cavalcano” gli Europei

Gli Europei di Calcio di Polonia e Ucraina conclusi con il trionfo della Spagna - che ha domato in finale una sorprendente Italia hanno ispirato il Vog che ha lanciato il “Calcio con le dita Marlene”. Nelle prime due settimane di giugno i fan della pagina facebook delle mele del Consorzio altoatesino potevano ricevere un kit con cui dare vita a match in giardino, in spiaggia o fra le mura di casa. Per partecipare all’iniziativa era sufficiente fare “Mi Piace” sulla fan page Marlene (su www.facebook.com/marlene.sue dtirol) e compilare con i propri dati l’apposito form. Il kit comprendeva un paio di scarpini, una palla e un foglietto con le istruzioni e il regolamento. Richiedendo al proprio fruttivendo-

lo una cassetta di mele Marlene, inoltre, era anche possibile creare uno stadio in cui ambientare i propri match. Sulla scia del successo dell’Insalata del Tricolore, La Linea Verde ha lanciato invece l’Insalata dei Tifosi, referenza ideata in occasione della kermesse continentale. Una nuova insalata fresca, selezionata, già lavata e confezionata in una busta tematica. “In un contesto macro-economico non favorevole, l’onda emotiva, stimolata da un prodotto originale e celebrativo di una passione sinonimo di orgoglio italiano, è una leva vincente per incentivare l’acquisto”, sottolineava un comunicato. L’Insalata dei Tifosi è un mix di Valeriana, indivia riccia e radicchio rosso. Peso e prezzo invariati.

Frutta in classe, Orogel Fresco fa... scuola in Campania Erano più di 700 i bambini accompagnati da genitori e insegnanti che hanno partecipato, a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) alla premiazione del concorso “La scuola che… frutta” promosso in Campania da Orogel Fresco nell’ambito del più ampio programma “Frutta nelle Scuole”. “Abbiamo voluto - ha spiegato il presidente Orogel Giuseppe Maldini indire un concorso che ha coinvolto oltre 145.000 alunni dove veniva richiesto di presentare ad Orogel Fresco dei lavori fatti dai bambini per esprimere con disegni, poesie, racconti e materiale audiovisivo il valore positivo del consumo regolare di frutta e verdura fin dalla tenera età”. La risposta è stata altissima e i lavori vincitori sono stati premiati con un buono spesa da utilizzare per l’acquisto di materiale didattico e di prima necessità.

12

www.corriereortofrutticolo.it

Ciliegie, study tour moldavo Lo Studio C.O.M. Italia di Verona ha organizzato uno Study Tour in Italia di produttori, vivaisti e docenti universitari della Moldova per conto del ministero dell’Agricoltura di Chisinau, per studiare la filiera della ciliegia. Ermes Bampa, coordinatore del progetto evidenzia che l’evento ha gettato le basi per sviluppare una proficua collaborazione tra Italia e Moldova. Le tappe sono state le tre aree del Nord Italia vocate per la coltivazione del ciliegio: Verona, Vignola e Trento. Il gruppo moldavo ha visitato nel verone-

se l’Istituto di frutticoltura di Verona, la Veronamercato, l’azienda Bragantini, la Topplant Vivai ed i mercati specializzati nelle ciliegie di San Pietro Incariano e Montecchia di Crosara, oltre a diverse aziende agricole produttive. A Vignola, la delegazione moldava è stata accolta dal Consorzio di Valorizzazione delle ciliegia tipica, ha visitato il Mercato delle ciliegie e i campi sperimentali dell’Università di Bologna. L’ultima tappa è stata a Trento presso la Cooperativa Sant’Orsola e i centri di ricerca dell’Istituto San Michele all’Adige. La Moldavia è un’area produttiva interessante con quasi 2000 ettari di ciliegio che devono essere rinnovati e guarda con attenzione al Nord Italia.

G i u g n o

2012


GENTE

CorriereOrtofrutticolo

Letizia Marcenò, 23 anni, lavora nell’azienda agricola di famiglia situata nella Valle dell’Oreto (Palermo). La particolarità? Coltiva banane, un frutto che in Italia arriva esclusivamente dall’estero. “Un’idea che ci è venuta in mente per fronteggiare la crisi - ha spiegato la giovane produttrice a Adnkronos -; nella nostra azienda coltiviamo tanti prodotti e da tempo avevamo anche qualche pianta di banana che, però, gli anni passati non aveva mai dato grandi risultati”. Cosa è cambiato? Il clima, che in Sicilia è ormai tropicale con il conseguente

allarme siccità. “Con i cambiamenti climatici abbiamo notato che dalle piante di banane ricavavamo ottimi prodotti, totalmente diversi dalle banane che si trovano in commercio e con il pregio di essere a chilometri zero: raccolte la sera, l’indomani sono sulle tavole dei nostri clienti”, spiega la giovane imprenditrice. Ed è proprio grazie ai cambiamenti climatici che negli ultimi tempi la produzione è nettamente cambiata. “Fino a qualche anno fa producevamo una quarantina di caschi di banane l’anno, oggi siamo arrivati a 100”, spiega. I prezzi delle banane made in Sicilia variano in base al periodo e alla qualità del frutto: si va da 1 euro a 1,50 al chilo. Comprare banane italiane: questo il consiglio della Marcenò. “Non sono trattate - dice - e poi è importante acquistare italiano...”. G i u g n i

2012

Macfrut arriva in Polonia

F.lli Orsero su iPhone

Macfrut si è fatto conoscere anche dove è stato apprezzato anche per la capacità di fornire un ambiente adatto all’incontro “diretto” fra imprese ed operatori: parola di Miroslaw Maliszewski, presidente della Pap (Associazione polacca dei coltivatori di frutta). A fine maggio una delegazione di Macfrut ha incontrato a Varsavia proprio l’associazione Pap; gli incontri hanno consentito un dialogo aperto e diretto con scambio di esperienze e indicazioni di prospettive future. Luciano Trentini dell’Intergruppo Promozione della Commissione Europea ha illustrato l’ortofrutticoltura dell’Ue a 27 e le eccellenze italiane. Enrico Turoni, presidente del Consorzio italiano Cermac, ha insistito sulla necessità di migliorare la qualità attraverso tecnologie e innovazioni dei processi produttivi. “Anche a Varsavia - ha spiegato al rientro dalla missione polacca Valentina Piraccini, Ufficio estero Macfrut - c’è stato interesse per la capacità di Macfrut di essere punto di incontro fra le varie zone ortofrutticole del mondo, grazie alla sua collocazione nel Bacino del Mediterraneo”. L’appuntamento è a Cesena per fine novembre.

Una ricetta facile facile all’ultimo minuto? Oppure consigli per tenersi in forma e nutrirsi in modo sano e salutare attraverso il consumo di frutta? Curiosità e pillole informative sul mondo della frutta esotica? Basta scaricare l’applicazione F.lli Orsero per iPhone, disponibile gratuitamente. L’applicazione completa ulteriormente la strategia di comunicazione e marketing digitale del nuovo brand del mercato della frutta fresca. L’app F.lli Orsero offre una serie di interessanti contenuti fruibili in mobilità: un’ampia scelta di ricette, descritte in modo semplice e veloce, curiosità sugli ananas e sulle banane Orsero, e informazioni nutrizionali per uno stile di vita sano. Non solo. Nell’applicazione c’è spazio anche per il divertimento con il famoso gioco del 9 (puzzle): riordinando le tessere messe a disposizione si ricompongono le immagini del mondo F.lli Orsero. Un lettore di codici QR, infine, permette all’utente di visualizzare il contenuto sul proprio telefono e di memorizzare le informazioni di maggior interesse all’interno di un’area dell’app dedicata, in modo da creare un archivio personale.

www.corriereortofrutticolo.it

FATTI

Il clima cambia, ecco le prime banane siciliane: «Ottime e a chilometro zero»

&

13



N N

CorriereOrtofrutticolo

Passi avanti, come chiede da tempo l’Italia, sulla revisione dei prezzi nel settore dell’ortofrutta. È pronto infatti il testo di compromesso messo a punto dal Commissario europeo per l’agricoltura Dacian Ciolos che rivede al rialzo - nel caso dei meloni fino al 400% - i prezzi di ritiro dal mercato di alcuni ortofrutticoli, oltre ad accettare i miglioramenti richiesti dal ministro Mario Catania. Obiettivo di Ciolos è potenziare gli strumenti che consentono di portare le eccedenze alimentari alle persone e alle famiglie in difficoltà. La Commissione - ha spiegato all’Ansa Catania - “ha preparato il testo promesso per la revisione dei prezzi di ritiro degli ortofrutticoli”. Nel progetto - ha assicurato il ministro - “ci sono alcuni elementi positivi in quanto la Commissione ha alzato sensibilmente alcuni prezzi di ritiro: un incremento di oltre il 200% per melanzane e pomodori fino ad oltre il 400% per i meloni. Per le pere inoltre, l’incremento sarà sostanzialmente del 90%”. Tuttavia - ha proseguito Catania se per l'approccio tecnico che hanno usato alcuni prezzi di ritiro dal mercato sono aumentati sensibilmente, in un altro caso, quello delle pesche, “non è previsto nessun aumento in quanto il prezzo era stato alzato lo scorso anno al momento della crisi del mercato. Questo non va bene. Vorrei un ritocco anche sulle pesche, non so se sarà possibile, ci proviamo”. Il progetto sull'ortofrutta, prevede poi “una serie di misure di snellimento del sistema che vanno tutte bene - ha ancora precisato il ministro - in particolare per migliorare il sistema che permette di destinare i prodotti agli indigenti”. G i u g n o

2012

Catania a Eataly: primario strategico

“Senza gli agricoltori tutto questo non sarebbe possibile e non esisterebbe la qualità italiana”. Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, nel suo intervento alla recente inaugurazione di Eataly Roma. “Non c’è dubbio che questa iniziativa esprima ottimismo ed entusiasmo, ma quello che ritengo ancora più importante ha proseguito il Ministro - è il modello di sviluppo che propone, che è lo stesso che noi vogliamo, perché si basa sulla qualità specifica che l’Italia riesce a produrre e che deve essere considerata un asse portante per l’economia”. “È molto importante ricordare ha affermato Catania - che senza l’agricoltura tutto questo non esisterebbe, che senza l’agricoltore e il suo legame con la terra, il suo lavoro e la sua presenza sul territorio, noi non avremmo qualità, identità e cultura. A questo proposito intendo esprimere anche la mia preoccupazione, in questo momento, per la pressione alla quale sono sottoposte le imprese agricole italiane che si trovano a fare i conti con una forte compressione della redditività, che mette a repentaglio il futuro di molte attività. Il Governo sta lavorando per invertire assolutamente questa tendenza. Bisogna riportare più valore all’impresa agricola ed è necessario che la filiera agroalimentare funzioni meglio, così che all’agricoltore non resti solo il 14-15% del prezzo finale del prodotto al consumatore”.

Eccedenze alimentari Mipaaf in prima linea “Il tema dell’aiuto ai poveri, anche attraverso le eccedenze alimentari è, per questo governo, particolarmente importante, considerando che il tema dell’etica, declinata in legalità e solidarietà, è per noi caratterizzante”. Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania, intervenendo alla presentazione dell’indagine “Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari come opportunità”, realizzata dalla Fondazione per la Sussidiarietà e dal Politecnico di Milano. “Per quanto riguarda il sostegno alle fasce più povere della

NOTIZIARIO

L’Ue rivede i prezzi dei ritiri, nessun ritocco per le pesche

popolazione, fortunatamente, l’Italia non è all’anno zero - ha proseguito il Ministro -. Molto è stato fatto, anche grazie alle food bank e agli enti caritativi che si sono impegnati su questo fronte, e ad alcune misure comunitarie che l’Italia ha saputo sfruttare al meglio in questi anni. Mi riferisco alla misura per gli aiuti agli indigenti, per il cui mantenimento mi sono fortemente battuto sia a Roma che a Bruxelles. Esiste, infatti, un fronte di Paesi che credeva fosse opportuno eliminare questo intervento, che solo all’Italia dava aiuti per circa 100 milioni di euro. Per il 2011-2012 siamo riusciti a confermarlo, per il 2013 la partita è ancora aperta”.

www.corriereortofrutticolo.it

15


Notiziario Emilia Romagna: più Plv ed export ma meno reddito in agricoltura Per l’Emilia Romagna del settore primario un 2011 che consolida i risultati positivi del 2010 sia per quanto riguarda la produzione lorda vendibile (+1,8% pari a un valore di 4,3 miliardi di euro), che per quanto riguarda l’export con un +10%, a conferma dell’eccellenza delle produzioni emiliano-romagnole. In calo tuttavia i redditi delle aziende agricole, con un dato medio del -3%, conseguenza soprattutto del forte aumento (+4,5%) dei costi intermedi. È quanto emerge dal Rapporto 2011 sul sistema agroalimentare della regione curato da Roberto Fanfani dell’Università di Bologna. “Siamo di fronte a un’agricoltura che cresce e che alimenta un comparto agroalimentare che rappresenta il 15% del Pil regionale, ma che, nonostante questo non riesce a dare reddito sufficiente agli agricoltori”, ha sottolineato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni. “Sono due le strade su cui occorre lavorare: un’agricoltura più contrattualizzata, in grado di programmare produzione e commercializzazione, e un rapporto più equilibrato con la grande distribuzione. In Emilia-Romagna dopo la costituzione dell’organismo interprofessionale del pomodoro da industria e di quello ormai imminente della pera, occorrono anche politiche più incisive a livello italiano ed europeo. Da questo punto di vista costituisce sicuramente un passo in avanti importante la riforma voluta dal ministro Catania che introduce per la prima volta l’obbligo di contratti scritti con la Gdo”. Al centro del Rapporto 2011 anche un tema di crescente attualità, quale quello della progressiva riduzione di superficie agricola, a livello nazionale e regionale. 16

www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticolo

E la Regione stanzia 2,4 milioni di euro per la ricerca Ammontano a 2 milioni 400 mila euro le risorse in arrivo per sostenere progetti di ricerca in campo agroalimentare e ortofrutticolo in Emilia Romagna. Si tratta di risorse stanziate dalla Regione che permetteranno di erogare contributi in una percentuale compresa tra il 50 e il 100% dell’importo previsto. Due milioni serviranno in particolare a finanziare progetti di ricerca in campo agroalimentare che affrontino temi di interesse diffuso quali la riduzione dell’impatto ambientale e il contenimento dei costi di produzione. Circa 400 milioni andranno invece a sostenere progetti di assistenza tecnica in campo ortofrutticolo con particolare riguardo agli interventi di programmazione, certificazione, aggregazione dell’offerta. Grande attenzione al rilancio della coltura del pero. “Il sostegno alla ricerca rappresenta un elemento fondamentale per salvaguardare la competitività delle nostre imprese agricole”, ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Rabboni.

Accesso al credito tortuoso, cala la fiducia Ma ci sono interessanti strumenti ad hoc “Agricoltura e accesso al credito”: questo il tema della giornata di studio organizzata martedì 12 giugno dall’Accademia dei Georgofili in collaborazione con Ismea. I relatori (Lorenzo Gai dell’Università di Firenze, Gianfranco Torriero, direttore generale di Abi, Federico Vecchioni vicepresidente dei Georgofili e presidente di Agriventure del Gruppo Intesa San Paolo e Arturo Semerari, presidente di Ismea) hanno concordato sulla attuale scarsa fiducia nel mondo bancario da

parte del mondo degli imprenditori agricoli e, parallelamente, sulla scarsa attenzione della politica, sia italiana che europea, nei confronti della produttività dell’agricoltura. Nonostante queste premesse, Semerari ha voluto concludere con un apprezzamento degli strumenti che oggi sono a disposizione del mondo agricolo e del mondo bancario, convenienti ad entrambi i soggetti. Ha tuttavia ribadito la necessità di muoversi sul piano della comunicazione. Tra il 2000 e il 2010 la diminuzione in Emilia-Romagna è stata del 5,5% con percentuali particolarmente alte in montagna. In flessione le colture orticole (6,7%) e quelle frutticole (-22,1%). In calo l’occupazione agricola (di circa 4.000 unità), in aumento fino a quasi 5,5 miliardi il credito agrario, che rappresenta il 12,6% del credito agrario nazionale e il 3,2% del credito totale della regione. L’export è aumentato del 10,3% raggiungendo i 4,9 milioni di euro. G i u g n o

2012


N

CorriereOrtofrutticolo

Ficodindia di San Cono più vicino alla Dop

Un incontro tecnico sulla “Fragola in Coltura di Pieno Campo in Romagna” con una Mostra Pomologica all’ombra di gelsi ultrasecolari si è svolto martedì 29 maggio presso l’Unità operativa Martorano 5 di Astra a Cesena a cura del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura Unità di ricerca per la frutticoltura di Forlì (CRA-FRF), CRPV e Consorzio New Plant di Cesena. L’Incontro, che ha dato seguito a quello del 9 maggio sulla Fragola Precoce in Coltura Protetta, è stato principalmente finalizzato alla presentazione di nuove varietà di fragola in valutazione nell’ambito del Progetto Liste di Orientamento Varietale del Mipaaf e delle Regioni e di selezioni in avanzata fase di studio ottenute dalle attività italiane di miglioramento genetico privato e pubblico condotte principalmente in Emilia-Romagna, Marche e Veneto. La Mostra delle varietà era suddivisa in diverse sezioni: le nuove e le tradizionali, le selezioni, le rifiorenti, le aromatiche, le superdolci, le bianche, le vecchie per un nuovo migliore. Era inoltre presente un’ampia esposizione di numerosi campioni di frutti di cloni di specie selvatiche, diploidi, tetraploidi, esa-

È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la domanda di registrazione del disciplinare di produzione della Dop “Ficodindia di San Cono”. Tra le caratteristiche distintive si ricordano le grandi dimensioni dei frutti, la buccia dai colori intensi e vivi, un profumo molto delicato e un sapore molto dolce. La dolcezza e le dimensioni del frutto, rispetto ad altre zone di produzione siciliane, risultano essere degli importanti parametri distintivi poiché correlati alla tipicità della zona geografica. La zona di produzione del “Ficodindia di San Cono” comprende il territorio posto ad altitudine compresa tra 200 e 600 metri s.l.m., dei Comuni di San Cono (Catania), San Michele di Ganzaria (Catania), Piazza Armerina (Enna e Mazzarino Caltanissetta). Da questo momento la procedura comunitaria prevede sei mesi di tempo per permettere agli altri Stati Membri di presentare eventuali domande di opposizione. Trascorso questo periodo il Ficodindia di San Cono Dop sarà iscritto nel registro ufficiale europeo delle Dop e Igp.

ploidi, ottoploidi ed ibridi interspecifici. Walther Faedi, direttore del CRAFRF, ha aperto i lavori con una panoramica sull’annata fragolicola in corso in Italia evidenziandone le problematiche relative alla diminuzione delle quantità raccolte a seguito degli avversi andamenti climatici e soprattutto i bassi prezzi di vendita registrati in alcuni periodi. Per un’analisi più specifica sulla situazione della Romagna e del Veneto ha invitato ad intervenire i responsabili commerciali di Apofruit Italia (Walter Buccella), di Orogel Fresco (Francesco Rossi) e il presidente di ApoScaligera di Verona (Primo Anselmi). Gianluca Baruzzi ha attirato l’attenzione dei partecipanti soprattutto sulle novità varietali, unifere e rifiorenti, su alcune selezioni in avanzatissima fase di studio costituite da azioni breeding pubblico-private coordinate da CRAFRF in Emilia- Romagna e Veneto. Il nuovo materiale genetico ottenuto da programmi privati è stato invece illustrato dai tecnici del CIV di Ferrara e di New Fruits di Cesena.

NOTIZIARIO

Fragola romagnola, summit e mostra pomologica

LA COSTIERA

G i u g n o

2012

www.corriereortofrutticolo.it

17


Notiziario

CorriereOrtofrutticolo

Gardini: Pac, positivo l’accoglimento delle richieste della cooperazione di Francia, Italia, Spagna, Portogallo “Siamo lieti di constatare che molte delle richieste avanzate dalla cooperazione di Francia, Italia, Spagna e Portogallo sono state accolte nei testi di emendamenti del Parlamento Europeo”: così il presidente di Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardini, a nome anche di Legacoop Agroalimentare e Agci-Agrital, ha commentato la presentazione dei rapporti sulla Pac post 2013 avvenuta dopo una due giorni di dibattito in sede di Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento Europeo. “Le richieste avanzate - prosegue Gardini - sono il frutto di un lungo lavoro di concertazione che le organizzazioni cooperative Coop de France, Cooperativas Agroalimentarias, Confagri Portugal, FedagriConfcooperative, Legacoop Agroalimentare ed Agci

Agrital hanno svolto negli ultimi due anni”. “Da oggi prende il via una fase delicata di questa Pac durante la quale si dovrà giungere al testo finale del Parlamento per poi andare al negoziato con la Commissione e il Consiglio. Nei prossimi mesi i testi andranno migliorati e messi a punto ed è per questo che le sei organizzazioni cooperative del Mediterraneo stanno già preparando un documento che invieranno a tutti i membri della Commissione agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento Europeo. La sfida da vincere resta quella del mercato, della sicurezza degli approvvigionamenti e della costruzione di un sistema europeo più competitivo”.

Pac, Catania: «privilegiare la produzione, non le superfici» La presenza del ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania, all’incontro sulla riforma della Pac - organizzato, a Roma, da Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e AGCI Agrital, insieme alle organizzazioni della cooperazione agricola spagnola, francese e portoghese ha offerto lo spunto per porre in rilievo alcuni tra gli snodi fondamentali del percorso di riforma. Il numero uno di Via XX Settembre ha innanzi tutto confermato la posizione del Parlamento Europeo, sostanzialmente orientato al miglioramento dell’impianto presentato in Commissione. Peraltro, il ministro ha ricordato il valore del dialogo con la Commissione e l’inutilità dello scontro con essa. Anche in base a ciò, ha spiegato, va inquadrata la decisione dell’Italia di non firmare il documento presentato da alcuni Stati che si poneva in aperto contrasto con il sistema di greening individuato dalla Commissione. Secondo i firmatari, ciascuno Stato potrebbe scegliere tre differenti soluzioni: “Una sorta di 18

www.corriereortofrutticolo.it

Articolo 62, Gdo di traverso «Paga i fornitori più tardi» greening à la carte che l’Italia non condivide affatto”. Sul tema degli aiuti, Catania è stato netto: “Se si tratta di politica agricola, allora la chiave di riparto deve essere il peso dell’agricoltura, non le superfici”. Una precisazione che la platea ha gradito e che il ministro ha di fatto blindato, affermando che l’Italia non concederà mediazioni. Del resto, ha osservato, “una Pac che distribuisce sostegno sulla base delle superfici sarebbe distorsiva e danneggerebbe le nostre imprese”. Quello che conta, ha detto, sono la produzione, il lavoro e le persone. Una posizione che l’Italia ha già espresso al Commissario Ue all’Agricoltura Ciolos. L’auspicio del ministro è che i Paesi mediterranei mantengano un fronte comune su questo tema poiché “altrimenti sarà difficile restare uniti sulle regole di mercato”. Sull’ortofrutta, il ministro non ha nascosto le insidie derivanti da una certa stanchezza causata dai piccoli passi compiuti finora in sede comunitaria. (E.Mùr.)

L’entrata in vigore dell'articolo 62 che prevede l’obbligo di pagamento a 30 e 60 giorni per i prodotti agroalimentari rispettivamente per i prodotti deperibili e conservabili non sta andando molto giù alla Gdo. Secondo Gdonews, infatti, diverse catene non solo non si stanno organizzando per adeguarsi alle nuove norme ma stanno allungando i pagamenti dei fornitori. L’atteggiamento di questi retailer è motivato dal fatto che la Gdo spera da un lato di avere qualche proroga, magari facendo leva sulla crisi dei consumi e sul possibile contemporaneo aumento dell’Iva. In questo caso beneficerebbero anche dell'allungamento dei pagamenti ottenuto nel frattempo con la scusa della norma. Oppure questo atteggiamento potrebbe essere rivolto ad accumulare liquidità per poi, all’entrata in vigore della norma, proporre dilazioni o rinegoziazioni dello scaduto, con magari un pagamento a stralcio, accompagnato da prospettive di delisting in caso di mancata collaborazione. G i u g n o

2012


N N

CorriereOrtofrutticolo

A Verona nascerà un polo ortofrutticolo di riferimento per tutto il Veneto, un osservatorio per la ricerca e l’innovazione: l’annuncio è stato dato dall’assessore regionale all’Agricoltura Franco Manzato durante l’assemblea annuale della Confagricoltura veronese. “Oltre a cercare la collaborazione del sistema di credito - ha aggiunto Manzato - e agli strumenti finanziari messi a disposizione dalla Regione, è necessario razionalizzare e aggredire il mercato, intervendo sulla ricerca di prodotto”. Per il presidente di Confagricoltura Verona Pasetto, però, andrebbe messo in atto un serio piano di ricerca nel settore frutticolo, coordinando l’intervento dei vari enti che agiscono sul territorio regionale (Veneto Agricoltura, enti provinciali, Università) indirizzandolo soprattutto per trovare indirizzi di riconversione del settore. “Molto spesso - ha aggiunto Pasetto - l’attività del comparto viene indirizzata verso nicchie produttive e la salvaguardia di produzioni antiche, mentre sarebbe opportuno mettere in atto dei capitoli di ricerca”, ha suggerito ancora Pasetto, “anche in collabora-

Le tue ciliegie meritano la nostra tecnologia

WorldFood Moscow cresce ancora

Pomodoro, congresso 2014 in Italia

WorldFood Moscow 2012, in programma dal 17 al 20 settembre, crescerà del 18% rispetto alla precedente edizione. Sono sempre di più le aziende internazionali che premono per prendere parte all’evento. L’evento è diviso in nove settori che assicurano una migliore or-

ganizzazione delle visite, per centri di interesse. Tra le new entry da segnalare quella del Portogallo, per la prima volta presente. L’India sarà ben rappresentata, così come l’Italia, la Francia, la Germania e la Polonia. Il salone moscovita è ormai alla 21ma edizione.

Si è chiusa a Pechino la tre giorni di lavoro del decimo Congresso Mondiale del pomodoro da Industria, appuntamento che raccoglie a livello globale tutti gli operatori agronomici, le aziende di trasformazione e le multinazionali del settore. Organizzata ogni due anni dal Wptc (World Processing Tomato Cuncil) coinvolge oltre 500 operatori dai cinque continenti e presenta moltissimi interventi, divisi in due sezioni parallele, per analizzare tendenze di mercato, proprietà nutrizionali, tecniche agronomiche e impatto socio-economico di questo importante alimento. Costantino Vaia, direttore Generale del Consorzio Casalasco del Pomodoro e presidente di Amitom ha annunciato l’assegnazione all’Italia dell’edizione del giugno 2014.

zione con altre Regioni, sulle principali coltivazioni del Veneto in particolare quelle frutticole”. Confagricoltura rappresenta circa duemila imprese veronesi che negli ultimi anni hanno subito un ridimensionamento piuttosto contenuto: “Il settore sta resistendo per due motivi: si sta facendo avanti la tendenza alle ristrutturazioni verso altri comparti, ad

esempio dalla zootecnia alle agro energie”. E poi, ha detto ancora Pasetto “si stanno sviluppando processi di aggregazione di molte aziende. Anche nell’agricoltura c´è un forte problema di parcellizzazione: Confagricoltura lavora per favore il processo di aggregazione, spingendo anche la creazione di contratti di rete”.

NOTIZIARIO

Manzato: a Verona un polo ortofrutticolo regionale

Sistemi e tecnologie per impianti di lavorazione ortofrutta

SSer.mac Group - Cesena (FC) - Tel. +39 0547 415193 - www.sermac.org - e-mail: info@sermac.org

G i u g n o

2012

www.corriereortofrutticolo.it

19


GRUPPO BATTAGLIO

GRUPPO BATTAGLIO

GRUPPO BATTAGLIO



CONSERVE ITALIA


PRIMO PIANO

CorriereOrtofrutticolo

Una lunga scia di disagi e problemi, anche nel settore ortofrutticolo, quella lasciata dai terremoti di fine maggio in Emilia e in parte di Lombardia (soprattutto nella provincia di Mantova) e Veneto. A pochi giorni dall’apertura della stagione delle albicocche e delle pesche, infatti, si temeva che la regione emiliana, che produce il 17% della frutta italiana, potesse perdere almeno il 10% del prodotto. Il caos creato dal sisma nelle campagne della Bassa modenese e dell’Alta ferrarese, insieme ai danni subiti dai laboratori di conservazione e lavorazione aziendale, faceva temere per l’efficienza delle operazioni di raccolta, di trasformazione e di distribuzione di una filiera di qualità come quella della frutticoltura emiliana. Una prima stima evidenziava danni per 500 milioni di euro, 150 dei quali solo per il prodotto Parmigiano Reggiano e Grana Padano. A ciò si vanno ad aggiungere danni alle infrastrutture, agli impianti e ai macchinari per una stima complessiva di 300 milioni di euro solo per quanto riguarda la cooperazione agroalimentare: questa la situazione dei G i u g n o

2 0 1 2

TERREMOTO AL NORD

Trema anche l’ortofrutta

P

Danni per almeno 500 milioni di euro all’agricoltura colpita duro dai fenomeni sismici che a fine maggio hanno interessato Emilia, Lombardia e Veneto danni causati dall’emergenza terremoto che il presidente di Fedagri Maurizio Gardini ha presentato, intervenendo in Audizione alla Commissione Agricoltura del Senato come Coordinamento della Cooperazione agricola costituito da Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital. Gardini ha evidenziato la necessità di prevedere una serie di misure che “aiutino il comparto a risollevarsi e che consentano di dare una risposta alla fase di emergenza attuale, ad una seconda fase di ricostruzione e alla tenuta della filiera. Ogni giorno che passa la situazione si aggrava per l’intero comparto agricolo: occorre un intervento a sostegno da parte delle istituzioni per consentire da un lato la ordinaria attività di raccolta, trasformazione e conservazione dei prodotti agroalimentari (in primis formaggi e ortofrutta) e dall’altro lato per procedere rapidamente al-

la ricostruzione. Per questo chiediamo che siano messe a disposizione risorse straordinarie da parte del Governo”. Il tutto in una zona altamente strategica: basti pensare che la filiera frutticola emiliana esprime circa il 50% delle pesche italiane e il 15,8% delle ciliegie. Per quanto riguarda le pere, addirittura l’80% della produzione “made in Italy” si concentra proprio nell’area compresa tra la provincia di Modena, di Ferrara e una parte di Bologna, il territorio più colpito dalle ripetute scosse culminate negli episodi del 20 e del 29 maggio, quando la magnitudo ha raggiunto rispettivamente quota 6.1 e 5.8. E se, nel complesso, il terremoto non ha causato problemi in campagna, si registrano però difficoltà per il reperimento della manodopera per la raccolta, oltre a un’inevitabile lentezza nelle varie attività agricole e di distribuzione, a causa del panico generawww.corriereortofrutticolo.it

23


TERREMOTO AL NORD

P rimo piano

24

le che ha investito le zone colpite dal sisma. L’Emilia Romagna è una regione in cui si producono 1.100.000 tonnellate di grano tenero, 120.000 tonnellate di mais, 500.000 tonnellate di pere, 350.000 tonnellate di nettarine, 150.000 tonnellate di meloni, 200.000 tonnellate di pesche. Confagricoltura a livello nazionale ha chiesto che il Governo e la Protezione Civile varassero disposizioni straordinarie e urgenti per il rilascio di certificati provvisori di agibilità nei comuni colpiti dal sisma, in modo da non creare ulteriori danni ai produttori già fortemente penalizzati. Questo anche in considerazione del fatto che, come evidenziato da Coldiretti, sono a rischio migliaia di posti di lavoro nell’agroalimentare a causa del sisma che ha danneggiato imprese agricole, stalle e strutture di trasformazione agroindustriali ma anche i macchinari per la raccolta e trebbiatura e gli impianti di irrigazione che garantiscono l’acqua a centotrentamila ettari di terreno coltivati a ortofrutta, viticoltura, riso e seminativi colpiti dalla siccità La preoccupazione per la mancanza di acqua, a inizio giugno, era particolarmente diffusa tra i produttori di pere, la cui raccolta prende il via verso metà luglio. Ma il problema riguarda anche i meloni coltivati su larga scala proprio nella bassa modenese. Per far fronte nell’immediato al problema della manodopera ed www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticolo

E dopo le scosse, il caldo tropicale E dopo il terremoto, il caldo asfissiante. Da metà giugno l’Emilia Romagna è stata interessata da un clima torrido che ha reso ancora più difficili le condizioni di vita delle popolazioni colpite dal sisma, ospitate dal 20 maggio nelle tendopoli. Soprattutto nelle province di Modena e Ferrara, la colonnina di mercurio ha superato i 30 gradi avvicinandosi ai 40. All’interno delle tende le temperature hanno raggiunto anche i 50 gradi. Molti hanno scelto di spostarsi sulla costa e di cercare un po’ di refrigerio al mare, sulla Riviera romagnola, in attesa che i 1.400 condizionatori messi a disposizione dalla Protezione Civile entrassero in funzione. Secondo quanto riferisce la Protezione Civile, al 18 giugno erano 14.727 le persone assistite dal Sistema nazionale di Protezione Civile tra Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, suddivise in 39 campi di accoglienza, nelle strutture al coperto. evitare la chiusura di stalle ed aziende la Coldiretti ha chiesto tra l’altro la sperimentazione del pagamento attraverso un sistema specifico di voucher per le aree colpite dal terremoto, al fine di

evitare la perdita di centinaia di migliaia di tonnellate di frutta e verdura. Pesanti anche i danni provocati alle cooperative nelle zone del Modenese e del Ferrarese. In queste aree, infatti, il sisma ha provocato gravi lesioni a numerosi edifici e strutture produttive di cooperative sociali e di produzione lavoro nonché agli impianti ed ai fabbricati rurali di diverse cooperative agricole. La gravità della situazione provocata dal sisma è stata anche al centro di una riunione straordinaria del “Tavolo del Patto per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” convocata a Bologna dal presidente della Regione Vasco Errani. In questa occasione, i rappresentanti della cooperazione hanno ricordato l’esigenza di tempi certi e rapidi sul fronte degli ammortizzatori sociali nonché sul versante degli aiuti da destinare alle imprese. Il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Garagnani, dal canto suo, si è fatto portavoce di 11 richieste: - assistenza agli agricoltori - ricostruzione degli edifici - sospensione e proroghe di oneri ed adempimenti - sostegno alle imprese - attivazione del risarcimento per danni indiretti alle produzioni - bonifica e irrigazione - controllo del territorio - certificati di agibilità sismica - rifornimento di gasolio agricolo - prestito macchine agricole - riposizionamento degli impianti fotovoltaici ● G i u g n o

2 0 1 2


PRIMO PIANO

CorriereOrtofrutticolo

Effetti pesanti per la frutta estiva, ma non solo, a causa dei terremoti che hanno colpito l’Emilia e parte della Lombardia. Secondo la Cia l’80% della produzione di pere “made in Italy” rischiava di rimanere “a secco” per i danni subiti dagli impianti dei consorzi di bonifica, in particolare quello della Burana, che rischia di impedire l’irrigazione di quasi 200 mila ettari di terreno agricolo compreso tra le provincie di Modena, Ferrara e Reggio Emilia. A pochi giorni dal via alla campagna di raccolta delle pesche restava poi da capire come organizzare la raccolta: all’“esodo” degli stranieri impegnati nei campi, si aggiunge il problema legato ai crolli dei laboratori di refrigerazione, confezionamento e conservazione del prodotto. È quanto avvenuto ad esempio alla Ital-Frutta di San Felice sul Panaro, socio di Apo-Conerpo. “È caduta giù una falda del tetto del magazzino della zona lavorazione meloni, ha ceduto di schianto piombando a terra”, ci ha detto Paolo Negroni, direttore della società agricola cooperativa modenese. “Le celle frigorifere e le restanti parti non hanno subito particolari danni e tutto sommato è andata bene perché non c’era prodotto stoccato, mentre i macchinari si sono salvati per miracolo”. I timori per il via della campagna estiva sono consistenti: “il problema numero uno - osservava Negroni all’inizio di giugno - è rappresentato dal fatto che bisognerà mettere a norma le strutture, serviranno adeguamenti importanti che non possono essere realizzati dall’oggi al domani. L’altro aspetto preoccupante è che la manodopera è andata via e i collaboratori di molte strutture sono stati messi in cassa integrazione. Meno urgente, almeno nelG i u g n o

2 0 1 2

Tromba d’aria a Venezia spazza via l’Orto dei Dogi Serre distrutte, raccolto perduto, piante da frutto sradicate, vigneti divelti: questo il bilancio della tromba d'aria che il 12 giugno si è abbattuta sul litorale veneziano e che ha interessato una fascia di circa 50 chilometri, con ettari coltivati a ortaggi, frutta e fiori. La conta dei danni rilevati da Coldiretti ammonta a 4 milioni di euro concentrati nell’area di Cavallino Tre Porti, Caorle e Eraclea. I danni maggiori sono stati sull’Isola di Sant’Erasmo (“l’orto dei Dogi”) dove circa 80 agricoltori continuano a praticare con innovazione la tradizione dell’agricoltura storica che fu l’emblema della Serenissima Repubblica. Intere coltivazioni di zucchine, cetrioli, pomodori, melanzane, piselli e carciofi violetti distrutti, oltre alla produzione frutticola e florovivaistica - sottolinea Coldiretti Veneto che ha già chiesto lo stato di calamità. Gli imprenditori agricoli sono già al lavoro per ripristinare il territorio insieme alla protezione civile e ai vigili del fuoco, in un'ottica di reciproco servizio verso i cittadini consumatori ai quali va garantita la sicurezza e anche la fornitura di prodotti di qualità ai mercati agricoli. la nostra zona, sembra essere il rischio siccità”. Ital-Frutta, che fattura circa 16-17 milioni di euro l’anno, produce 120 mila quintali tra angurie e meloni, equamente ripartiti, e 150 mila quintali di pere, oltre al pomodoro da industria che però non viene lavorato nello stabilimento di San Felice sul Panaro. “I nostri meloni e le nostre angurie vengono raccolti fuori dalla zona sismica, per le pere abbiamo un mese per valutare il da farsi e organizzare il futuro immagazzinamento. Un po’ alla volta cercheremo di mettere tutto a posto…”.

TERREMOTO AL NORD

Capannoni e magazzini ko, timori per siccità e scarsa manodopera

P

Nello stesso periodo tutto tranquillo, invece, in Romagna per la scossa sismica avvertita nel ravennate: “Fortunatamente nessun danno, in molti nemmeno se ne sono accorti", il commento di Giancarlo Minguzzi, titolare dell'omonima azienda di Alfonsine oltre che presidente di Fruitimprese Emilia Romagna. Nessun particolare problema viene segnalato neppure da Mazzoni Group che a Tresigallo, nel ferrarese, sta realizzando nuovi magazzini con un investimento di svariati milioni di euro. M.Ald. www.corriereortofrutticolo.it

25


TERREMOTO AL NORD

P rimo piano

26

CorriereOrtofrutticolo

I “due tempi” del terremoto e la tempra delle piante da frutto Luca Lanini (nella foto sotto), docente ed esperto di logistica, da tempo prezioso collaboratore del Corriere Ortofrutticolo, sta vivendo il sisma sulla propria pelle. La sua casa di Quistello, Comune di circa 6.000 abitanti nel Mantovano, è rimasta in piedi ma, attorniata da edifici pericolanti, è stata dichiarata inagibile. Tutto il centro storico della cittadina lom●

Luca Lanini

Il terremoto del 20 e 29 maggio 2012 ha colpito duramente la pianura padana, non solo quella modenese ma anche quella mantovana e rodigina ed ha lasciato lacrime e disperazione nei modi e nella misura che ormai sono noti a tutti. Il terremoto è una brutta bestia perché ha “due tempi”, continua a fare danni anche dopo le sue manifestazioni di forza e colpisce in seguito molte più persone di quelle inizialmente coinvolte. Irrimediabilmente, quei pochi secondi di scosse violente si accompagnano sempre a molti mesi ed anni di sofferenze e fatiche, per ricominciare, per ripartire, per recuperare. È questo il terremoto, sempre uguale a se stesso, oggi in pianura padana come ieri altrove in Italia e nel Mondo. Il terremoto ha “due tempi”, si diceva. Nei minuti successivi la terribile scossa delle 9 del mattino del martedi 29 maggio ricordo con esattezza, le gambe ancora tremanti, di aver riflettuto a quanti mesi, quanti anni sarebbero stati necessari per far ritornare l’equilibrio delle cose a qualche decina di secondi prima. Può certamente capire chi ha visto i centri storici chiusi e transennati, le attività commerciali sospese, le imprese chiuse, il parmigiano reggiano a terra, i fienili crollati e le mucche a spasso, le abitazioni da www.corriereortofrutticolo.it

barda è zona rossa. Adesso, dopo aver dormito nel giardino di casa dentro una tenda, lui e famiglia sono ospiti di parenti. “C’è a chi è andata molto peggio, a meno di 20 chilometri da qui, a Novi di Modena, è successo il finomondo. Ma è comunque dura, veramente dura…”. Gli abbiamo chiesto se aveva voglia di farci partecipi della sua esperienza. Ecco cosa ci ha scritto.

ricostruire o mettere in sicurezza. Chi è stato direttamente colpito vede oggi il futuro che non avrebbe mai immaginato di dover vedere. L’agricoltura ed il suo popolo hanno pagato un caro prezzo, lo si è detto. I contadini sorpresi nei campi dall’onda del terremoto del mattino del 29 raccontano di onde del mare che hanno attraversato i loro terreni, facendoli sobbalzare dai loro trattori mentre i pakistani degli allevamenti bovini hanno visto le mucche crollare sulle ginocchia ed i magrebini dei magazzini logistici non riuscivano a credere come i loro muletti riuscissero a staccarsi da terra con le onde. Le nostre campagne multietniche si sono trovate impotenti e unite nella disperazione e nell’angoscia. Volendo cercare un aspetto “non negativo” (il termine positivo risulterebbe inappropriato) va detto che i frutteti di maggio, con frutta ancora acerba, hanno retto bene l’urto del sisma e la pera IGP mantovana, ad esempio, non ha subito perdite nonostante che il terremoto facesse scuotere le piante in modo impressionante, producendo un inquietante rumore di vento il cui ricordo ancora oggi agita le menti dei nostri agricoltori. Il “secondo tempo” del terremoto è bastardo perché colpisce la testa, il morale, la speranza, la fiducia delle genti. A fronte di un approccio “razionale” al terremo-

to da parte di qualcuno (il sottoscritto, trapiantato nel mantovano ma toscano della Garfagnana, ha imparato da piccolo a convivere con la paura del terremoto perché in lucchesia te lo insegnano appena nasci, fa parte della cultura locale) sono innumerevoli purtroppo i casi di persone in seria difficoltà emotiva e psicologica, incapaci non solo a convivere con il terremoto ma a “riposizionarsi nel nuovo scenario”, come si direbbe nel linguaggio asettico del marketing management. Come se non bastasse, l’interruzione violenta e repentina della “vita di comunità”, nei suoi ritmi e nelle sue abitudini familiari e cittadine, peggiora enormemente la situazione. La chiusura dei centri storici ha svuotato la piazza del paese o del quartiere, i cittadini hanno perso la loro Agorà. Per i territori rurali della pianura padana è un danno sociale incommensurabile. È su questo punto che le istituzioni ed il governo dovranno lavorare sodo, con segni concreti non solo finanziari ma soprattutto di azioni di supporto e di rilancio. E le comunità dovranno ricominciare a vivere e ritrovarsi nelle loro Agorà. È una massima necessità, non deve essere solo una speranza. Perché stavolta non sarà sufficiente, né giusto né etico, poter contare solo sulla straordinaria capacità di recupero di questo meraviglioso popolo. ● G i u g n o

2 0 1 2


Roncaglia&Wijkander

Ricca di vitamine A, B, PP e C, ideale come coadiuvante della cura degli stati influenzali

Ricca di antiossidanti contro l'invecchiamento

Effetti benefici sulla microcircolazione Una sferzata di energia, ideale per chi pratica sport

Rosaria è l'arancia rossa coltivata alle pendici dell'Etna da un gruppo di produttori associati secondo rigorose tecniche di produzione integrata. Fresca, succosa, profumata e con la caratteristica pigmentazione “rossa”: infatti, grazie alla forte escursione termica tra il giorno e la notte, si accelera il processo di pigmentazione che fa diventare rosse le arance e che dà loro un'inconfondibile ricchezza organolettica.

Oggi Rosaria è anche una spremuta 100% di arance rosse, sempre fresca e disponibile tutto l’anno.

Finanziato con i contributi della Comunità Europea. Regg. CE 1234/2007 - 543/2011. Programma Operativo 2009/2013. Programma Esecutivo 2012. Azione n. 3


EOS VERDURE


COPERTINA

CorriereOrtofrutticolo

C

PROTAGONISTI

Negozi, la ricetta Abbascià ●

Antonio Felice

Le sue non sono mai frasi di circostanza. “Il senso di appartenenza alla categoria che mi pregio di rappresentare è qualcosa di unico e di emozionante” aveva detto il 4 giugno, appena confermato, all’unanimità e per acclamazione, presidente del sindacato dettaglianti ortofrutticoli di Milano. Abbiamo incontrato pochi giorni dopo l’evergreen Dino Abbascià, che è anche lo storico presidente nazionale dei dettaglianti della Fida, in una saletta della Camera di Commercio di Corso Venezia e l’impressione è stata quella di sempre: avevamo davanti il campione (senza virgolette) dei fruttivendoli. Uno che si batte, che ci crede. Ed eravamo lì per chiedergli, senza peli sulla lingua, e attendendo risposte non “di circostanza”, quale sia lo stato di salute di una categoria che a sentire alcuni è moribonda e a sentire altri (anche grandi aziende di produzione) è ancora un pilastro del commercio ortofrutticolo. Innanzitutto - perché altrimenti non riusciamo a capire che futuro avranno - dobbiamo cercare di definire i fruttivendoli oggi: dettaglianti specializzati, dettaglianG i u g n o

2 0 1 2

Lo storico presidente nazionale dei dettaglianti ortofrutticoli profondo conoscitore del settore, non ha dubbi: chi offre un servizio ad hoc ed intercetta gusti e tendenze ha futuro

ti di prossimità o cos’altro? Risposta di Abbascià: “Se non sei specializzato non esisti. E non basta, oggi al cliente devi dare un servizio personalizzato. Quindi, dobbiamo porci oltre la specializzazione. Ogni area geografica, ogni quartiere urbano ha necessità specifiche. A Milano, il centro e Rozzano non sono la stessa cosa. Ma dire così è troppo semplice; non fotografa la situazione. Perché il cliente è cambiato e cambia a Rozzano come in centro e noi dobbiamo capire cosa vuole e se dobbiamo guidarlo nell’acquisto oppure no. In generale oggi il consumatore è più preparato, non gli propini quello che vuoi. Gli strumenti a nostra disposizione e a disposizione del consumatore sono più sofisticati. Se non vogliamo sbagliare, c’è però un consiglio che dobbiamo dare ai nostri clienti sempre: scegliere la stagionalità. Il consumatore ha perso la bussola delle stagioni. Noi siamo tenuti a offrirgli tutto, tuttavia sbagliamo se non

privilegiamo le specifiche stagionali. Per esempio, in questi giorni siamo entrati nella stagione delle albicocche. Abbiamo albicocche già da febbraio e fino a novembre e perfino in dicembre, provenienti da Paesi lontani, frutta che ha fatto spesso migliaia di chilometri. Sbagliamo se non consigliamo le albicocche adesso, coltivate in frutteti vicini, più fragranti, più naturali”. “E poi - prosegue Abbascià - c’è l’attenzione che dobbiamo avere per le varietà. Conoscere le varietà ci permette di dare il consiglio giusto nel momento giusto: pensiamo ai fichi, con le loro specifiche regionali che cambiano quasi di settimana in settimana: siciliani, pugliesi, abruzzesi, trentini. Lo stesso accade per le verdure. Pensiano alle puntarelle, la catalogna spigata: era un mangiare da poveri, oggi è un cibo da ricchi e la ristorazione le vorrebbe tutto l’anno. Ecco, questa nostra specializzazione va messa al servizio del cliente come un abiwww.corriereortofrutticolo.it

29


PROTAGONISTI

Copertina

30

to su misura. Il nostro valore professionale è al servizio di chi ci dà la sua fiducia, perché è di questo che poi si tratta. Il negozio fisso non può consigliare male il cliente. I nostri clienti abitano spesso a qualche centinaio di metri dal negozio: come fai a tradirli? No, non puoi, li devi conquistare. Ed ecco che vengono a trovarti nell’occasione speciale, quando hanno ospiti a casa per cena e vogliono fare bella figura, ti chiedono come impreziosire quella tale pietanza con il prodotto più particolare, l’erbetta, il germoglio, il fiore edule; a volte addirittura ti chiedono di suggergli il menù, partendo dal contorno di stagione perché hanno capito che sai che la cucina italiana oggi ha trovato la sua dimensione in una tradizione rinnovata. Quando le cose si mettono così, la concorrenza della gdo diventa piccola piccola, sei nel giusto: stai facendo un servizio oltre la specializzazione, che pure ci deve essere, personalizzato”. “C’è poi anche dell’altro”, aggiunge il presidente Abbascià. “La nostra professionalità oggi deve essere trasversale. Dobbiamo offrire di più. Un negozio specializzato deve essere in grado di offrire una quarta gamma su misura, appunto personalizzata. Ognuno può preparare le confezioni di ortaggi pronti più adatte al proprio pubblico. Almeno chi lavora nelle città e nelle località turistiche dovrebbe poi conoscere qualche lingua straniera. C’è un comune denomitore con il passato: la cortesia, la disponibilità; esse non possono mai mancare, con i clienti certamente, ma nemmeno con i collaboratori. Avevo un foglietto appeso al muro quaranta anni fa nel mio negozio e diceva: siate umili con chi v’insegna e con chi impara da voi. Ma, in definitiva, se il negoziante di ortofrutta è quello che ho detto non può morire”. La seconda domanda a Dino Abbascià riguarda i temi della categoria, le sfide. “La sfida - risponde - è restare sul www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticolo

Peggiora a maggio il quadro dei consumi E nel 2011 le famiglie hanno tagliato il food L’indicatore dei consumi Confcommercio (Icc) segnala a maggio una riduzione del 2,3% in termini tendenziali ed una flessione dello 0,9% rispetto al mese precedente. Il dato fortemente negativo dell'ultimo mese, che segue la pesante riduzione registrata ad aprile (-5,4%), evidenzia lo stato di estrema criticità della domanda per consumi, una delle fasi più difficili della nostra recente storia economica. Stando ai dati Istat forniti nei giorni scorsi emerge inoltre che nel 2011 la spesa media mensile per famiglia è stata pari a 2.488 euro (+1,4% rispetto all’anno precedente). La spesa - riferisce l’Istat risulta stabile in termini reali, nonostante la dinamica inflazionistica (+2,8%). Il valore mediano della spesa mensile per famiglia è stata pari a 2.078 euro, l’1,9% in più del 2010 “e conferma la stabilità” osservata in termini di valore medio. La spesa media per generi alimentari e bevande lo scorso anno è cresciut, in termini nominali, del 2,2% rispetto al 2010, attestandosi a 477 euro mensili; in aumento la spesa per carne, quella per latte, formaggi e uova, per zucchero, caffè e altro. Il 35,8% delle famiglie nel 2011 ha però diminuito la quantità e/o qualità dei prodotti alimentari acquistati rispetto al 2010 mentre è in aumento la quota di famiglie del Mezzogiorno che acquista generi alimentari presso gli hard-discount (si passa dall’11,2% del 2010 al 13,1% del 2011). La spesa non alimentare complessiva è risultata invece stabile, pari a 2.011 euro mensili: giù le spese per abbigliamento e calzature (-5,9%) in aumento quelle per l’abitazione (+3,3%). Sulla spesa media mensile continua a crescere - evidenzia ancora l’istituto nazionale di statistica - il peso dell’abitazione, così come quello dei trasporti. Per quel che riguarda la distribuzione territoriale, la Lombardia risulta la regione con la spesa media mensile delle famiglie più elevata (3.033 euro), seguita dal Veneto (2.903 euro). Fanalino di coda, anche nel 2011, la Sicilia che, con una spesa media mensile di 1.637 euro, ha visto aumentare il divario dalla regione con la spesa più elevata (circa 1.400 euro).

G i u g n o

2 0 1 2



PROTAGONISTI

Copertina

32

mercato, evolvendosi, cogliendo le opportunità. E l’opportunità spesso è un attimo fuggente. La sfida è la realizzazione di un’idea in velocità. La sfida per un giovane è dare uno sfogo positivo alla propria irrequietezza, portare a concretezza un progetto, prendere in mano un’azienda. Abbiamo bisogno dei giovani e del loro impegno. A volte la saggezza è un errore. Mia madre era saggia ma io nel 1969 presi la mia strada contro il suo parere. Alla fine, ho avuto ragione. Ai giovani vorrei dire: andate dove vi porta il vostro sentire ma andateci”. “Venendo nello specifico della categoria, noi teniamo, dove più e dove meno, ma teniamo. A Milano - continua Dino Abbascià - abbiamo un buon 30% del mercato, che arriva al 40% con l’ambulantato. E dobbiamo aggiungere che un restante 30% è in mano alle piccole superfici della distribuzione organizzata. Il km zero è al 2%, i discount sono al 5, la Gdo in senso stretto è al 25”. “Tutti certo facciamo i conti con le pesanti difficoltà del Paese. Ma cosa deve fare questo Paese? Deve tornare a fare quello che sa fare bene. Deve ripartire dalle piccole e medie imprese. Deve riscoprire e premiare chi lavora bene: e qui c’è lo spazio anche dei nostri negozi. Deve indicare ai giovani le strade possibili, le strade dove, rimboccandosi le maniche, c’è futuro. Si parla tanto di rete, i giovani sono su facebook. Ma non possono essere solo lì. Va bene la laurea ma devono anche saper uscire di casa, entrare nelle altre case, bussare le porte, incontrare la gente, scoprirne le necessità, scoprire la vecchia rete del passaparola che premia chi fa qualcosa di utile, scoprire il mondo. Abbiamo bisogno di ripartire dalla concretezza, dal cuoco che cucina bene, dal garzone che fa le consegna a domicilio. Non dobbiamo vergognarci di tentare il successo partendo dall’inizio. È di questo che in Italia avremmo bisogno”. editor@greenmed.eu www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticolo

Carlo Sangalli: rilanciare la domanda prima che sia troppo tardi “In Italia e in Europa servono fatti, e servono oggi perchè domani sarebbe troppo tardi”. Una sorta di appello accorato quello con cui il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, ha aperto la sua relazione all’assemblea 2012 della confederazione svoltasi a Roma e metà giugno. Sulla congiuntura e sulle prospettive di medio termine, ha detto Sangalli, “pesa come un macigno l'impatto delle manovre correttive degli andamenti della finanza pubblica”, tanto che oggi “l’Italia è decisamente più povera” e “si fa ancora più profondo il divario tra Nord e Sud, fioccano chiusure di imprese e fallimenti, cresce soltanto la disoccupazione”. Come se ne esce? Per il presidente di Confcommercio occorre “rimettere in moto la domanda interna”. Passando a parlare di fisco, Sangalli ha quindi sottolineato che un livello di pressione fiscale attorno al 55%, per chi le tasse le paga, “zavorra drasticamente investimenti e consumi” ed è dunque necessario un taglio delle imposte perché “si rischia lo schianto dell’Italia produttiva”. Accanto al taglio delle tasse, bisogna “procedere con determinazione sul terreno della spending review recidendo inefficienze, improduttività e sprechi” e soprattutto “bloccare l’aumento programmato delle aliquote Iva” che il Governo Monti ha successivamente procrastinato al 2013. Per Confcommercio inoltre, è necessario che lo Stato onori i suoi debiti nei confronti delle imprese: Detto della necessità di perseguire liberalizzazioni e semplificazioni, Sangalli ha quindi evidenziato che la totale deregolamentazione degli orari e delle aperture domenicali e festive degli esercizi commerciali “è una scelta sbagliata che non si tradurrà in significativa crescita dei consumi ed indebolirà il modello italiano di pluralismo distributivo e la concorrenzialità delle sue formule di servizio” chiedendo che si riaffronti la questione. Altra priorità per il nostro Paese è il rilancio degli investimenti infrastrutturali perché “fare le infrastrutture può fare la differenza tra il declino ed il ritorno alla crescita”.

G i u g n o

2 0 1 2


A

CorriereOrtofrutticolo

Si è insediato a fine giugno in Regione Emilia Romagna il Comitato promotore ed stata firmata l’intesa per la nascita dell’Organizzazione interprofessionale della pera, prevista per il prossimo settembre. Hanno dato l’adesione al progetto le organizzazioni professionali agricole Coldiretti, Confagricoltura e Cia, le più importanti Organizzazioni dei Produttori. A queste si sono aggiunte diverse realtà produttive e le organizzazioni di rappresentanza del commercio privato, dei mercati generali e della distribuzione, oltre all’industria di trasformazione privata e cooperativa. “In pochi mesi si sono poste le basi per una svolta attesa da anni - ha commentato l’assessore all’agricoltura dell'Emilia Romagna Tiberio Rabboni (foto) -; sarà finalmente possibile programmare la produzione in relazione agli andamenti della domanda ed autoregolamentare l’immissione del prodotto sul mercato. Si potranno così prevenire o comunque contenere le crisi di mercato e valorizzare ulteriormente la qualità del prodotto sia in Italia che all'estero. Il nostro obiettivo insomma è quello di avviare una fase di positiva stabilizzazione a vantaggio di tutta la filiera”. L’organismo interprofessionale permetterà di condividere le regole di funzionamento dell’intera filiera e di dare in questo modo una risposta efficace alle difficoltà comuni a tutto il comparto ortofrutticolo e dovute essenzialmente a un eccessivo squilibrio tra un’offerta troppo parcellizzata e una domanda organizzata in pochi grandi gruppi d’acquisto. Tra i punti sostanziali dell’intesa, che è stata raggiunta con il supporto tecnico della Regione Emilia Romagna e del Cso, le iniziative di conoscenza della produG i u g n o

2012

Firmata l’intesa per la nascita dell’O.I., attiva da settembre mentre produttori, tecnici e operatori commerciali di tutto il mondo si sono riuniti a Lerida: «Consumi da rilanciare»

zione, attraverso la realizzazione di un catasto delle superfici coltivate a pero e lo studio più approfondito dei costi di produzione; la definizione di regole condivise di produzione e di immissione sul mercato per migliorare il livello qualitativo e rendere più aderente l’offerta alla domanda; azioni di studio e supporto per fronteggiare le problematiche fitosanitarie, ma soprattutto per favorire l’eliminazione delle barriere di carattere fitosanitario all’export e l’armonizzazione delle normative sui residui di fitofarmaci. Il Comitato promotore è composto da 21 rappresentanti, 7 per ciascuna fase produttiva (produzione agricola, industria e commercio). Per Giancarlo Minguzzi presidente di FruitImprese Emilia Romagna, la nascita dell’OI, è “una svolta attesa da anni dal comparto frutticolo dell’Emilia Romagna, come ha detto l’assessore regionale Rabboni”. Soddisfatto anche il presidente della Cia Emilia Romagna Antonio Dosi: “Finalmente un risultato che dovrebbe impedire situazioni critiche come quella del 2011, quando il prezzo delle pere è crollato”.

ATTUALITÀ

Pera, via all’interprofressione Summit mondiale: urgono sbocchi

Gli input di Lerida Ha coinvolto 200 fra produttori, tecnici, ed addetti alla commercializzazione delle Op e delle imprese private il quinto Congresso mondiale della pera tenutosi a Lerida ed organizzato da Areflh, l’Associazione delle Regioni Ortofrutticole Europee e da Afrucat l’Associazione delle imprese ortofrutticole di Catalonia. Numerosi gli spunti emersi nella due giorni, con i partecipanti che provenivano dai principali Paesi produttori (Italia, Spagna, Francia, Belgio, Argentina e Sud Africa). Luciano Trentini (foto sopra) vicepresidente di Areflh e responsabile delle relazioni esterne ed Europee di Cso insieme a Manel Simon direttore generale di Afrucat ed alle Autorità della Regione Catalogna e della Provincia di Lerida hanno inaugurato l’importante appuntamento. Molti i temi trattati, in particolare nella prima giornata, quella del 14 giugno; dopo alcune visite ad importanti imprese produttrici di Blanquilla e Conference sono stati analizzati gli aspetti innovativi legati alle tematiche ambientali, sia della fase produttiva, che del post raccolta. Per l’Italia Marco Cestaro della Regione Emilia-Romagna ha portato la sua esperienza in merito a quanto la Regione mette in atto per la produzione ortofrutticola a basso impatto ambientale Dopo la presentazione dei dati sui costi di produzione effettuati dal Cso, si è voluto meglio conoscere l’andamento dei costi in Sud Africa ed in Argentina, due paesi che guardano con estremo interesse al mercato europeo. www.corriereortofrutticolo.it

33


A ttualità Nella seconda giornata sono stati analizzati i risultati negativi della campagna 2011 annata con buone produzioni in tutti i Paesi europei ed in particolare in Italia dove la produzione ha toccato le 915.000 tonnellate sancendo così la massima produzione in assoluto di pere degli ultimi 10 anni. I risultati economici sono stati negativi in molti paesi con prezzi pagati agli agricoltori, al di sotto del costo di produzione. Le prime stime presentate per la prossima campagna produttiva, per le varietà precoci, indicano una riduzione della produzione, causata da andamenti climatici avversi. Non si possono ancora fare, invece ipotesi produttive per le varietà medio-tardive e tardive anche se cascole importanti lasciano presagire, in generale, una riduzione della produzione a livello europeo. Tenuto conto che i consumi di pere flettono, l’Europa deve continuare ad esportare se si vogliono mantenere gli attuali investimenti produttivi e per non dovere gestire situazioni di crisi di mercato. Invece le barriere sanitarie poste in atto da paesi importatori, di fatto impediscono la libera circolazione delle nostre pere nel mondo. È quanto ha evidenziato da Simona Rubbi del Cso che ha presentato la situazione generale per l’apertura dei nuovi mercati, riferendo, ad esempio, come la trattativa con gli Stati Uniti stia diventando estenuante ed al momento non si intravedano soluzioni in tempi brevi per portare sulla tavole dei consumatori americani le pere europee e soprattutto quelle italiane, che sembrano essere particolarmente gradite. Trentini ha sottolineato che “serve una politica di promozione attiva per rilanciare i consumi che in Europa tendono a ridursi, sono attestati a 5,1 chili pro-capite nel triennio 2009-2011. In Italia sono state consumate 365.000 tonnellate nella campagna 20102011 contro le 455.000 quelle del 2000-2001”. ● 34

www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticolo

Ciliegia Ferrovia tra ricerca e innovazione La Camera dei Deputati ha ospitato un seminario dedicato a una cultivar in cerca di rilancio. Discreti i prezzi della stagione in corso, complice il calo dei raccolti “Ricerca e innovazione a supporto della qualità della ciliegia Ferrovia”: questo il titolo del seminario svoltosi il 6 giugno a Roma, alla Camera dei Deputati, per volontà degli onorevoli Antonio Distaso ed Elvira Savino, dal Consigliere regionale di Bari, Michele Boccardi, in collaborazione con il centro di ricerca e sperimentazione in agricoltura “Basile Caramia”, l’Università degli studi di Bari ed il Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura (Cra). Obiettivo del seminario quello di dare risposte concrete ai rappresentanti del settore che chiedono maggiori risorse a sostegno della redditività del mercato cerasicolo anche al fine di aumentare la garanzie ai consumatori e conseguentemente preservare e rilanciare “l’oro rosso”, eccellente esempio del Made in Italy, considerato l’importante aspetto occupazionale che la produzione di ciliegie in Puglia offre alla comunità barese e la consistente fonte di reddito. Il presidente del Cra Giuseppe Alonzo ha dichiarato che è possibile uscire dalla crisi purché vi sia un perfetto connubio di intenti tra il mondo della ricerca e innovazione e quello imprendi-

toriale. Il taglio dei fondi alla ricerca ostacolano il ricambio generazionale - ha proseguito Alonzo - di conseguenza non vi è un passaggio di conoscenza tra i ricercatori e le giovani generazioni. Bisogna attivare una seria programmazione tra mondo della ricerca, mondo dell’impresa e il mondo politico anche al fine di promuovere un rispetto dei tempi naturali dei prodotti in modo da esaltare le qualità salubri della frutta stessa. La Puglia, nel contesto nazionale, è al primo posto per la produzione di ciliegie: oltre 50 mila tonnellate, con una media di 467 quintali per una superficie di quasi 17.000 ettari, di cui oltre 16.000 nella sola provincia di Bari. La produzione di ciliegie in Puglia è pari al 39,8% sul totale nazionale; nella provincia di Bari si concentra oltre il 90% della produzione regionale e nel solo sud-est barese si produce l’80% dell’intera Regione. Nel 2012 c’è stato un calo della produzione del 30-50% a causa delle condizioni meteorologiche avverse, ma il prezzo del prodotto si è mantenuto quasi sempre sopra i tre euro, restituendo una discreta redditività agli operatori. ● G i u g n o

2012



A ttualità

CorriereOrtofrutticolo

Kiwi, la batteriosi fa ancora paura L’importanza della prevenzione Se n’è discusso a fine maggio al convegno nazionale organizzato dal Cra. Ingenti le perdite economiche negli ultimi tre anni. Il Mipaaf finanzia un progetto

Rilevante la codifica del genoma del batterio ma la cura risolutiva è ancora lontana Al convegno nazionale sulla batteriosi del kiwi, organizzato dal Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (Cra), a fine maggio, si è fatto il punto sulla diffusione e pericolosità del batterio in Italia e nel mondo e sulle scoperte scientifiche inerenti alla sua diffusione, diagnosi e diversità genetica. Illustrati, nell’occasione, i risultati finora ottenuti per la prevenzione e la difesa nei confronti del batterio causa della malattia. Al convegno hanno partecipato esperti sulla coltivazione del kiwi e fitopatologi coinvolti nelle ricerche su questa grave malattia, dirigenti del ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, responsabili dei Servizi Fitosanitari delle regioni interessate dal problema. “Lo studio effettuato, e pubblicato a novembre sulla prestigiosa rivista Plos One, ha consentito di decodificare il genoma del batterio, individuando le caratteristiche genetiche, i fattori di virulenza e di adattamento ambientale nonché l’origine dell’attuale popolazione del patogeno. Ciò consentirà di migliorare le strategie per il contenimento del propagarsi della malattia e di ottenere nuove formule in grado di annullare la forza del microrganismo in campo, afferma Marco Scortichini, patologo del Cra e direttore dell’Unità di ricerca per la Frutticoltura di Caserta”. “Il sequenziamento del genoma del patogeno - ha continuato 36

www.corriereortofrutticolo.it

Nonostante i grossi passi avanti nella ricerca, è ancora lontana la cura per debellare la Psa, il cancro batterico che dal 2008 sta causando gravissimi danni economici nei maggiori Paesi produttori di actinidia. Il messaggio è stato ripetuto forte e chiaro ai numerosi agricoltori presenti alla trasmissione televisiva di Agrilinea dal titolo “Kiwi strategico per l’agricoltore”, condotta da Sauro Angelini, che lo scorso venerdì a Faenza ha riunito i maggiori esperti e ricercatori italiani in materia di kiwi. “Non esiste una cura miracolosa contro la batteriosi del kiwi - ha affermato Marco Scortichini, direttore del Cra-Frc Unità di ricerca per la frutticoltura di Caserta, e messo in guardia gli agricoltori -. Bisogna diffidare di chi vende prodotti che promettono di guarire gli impianti colpiti”. Grande aspettative negli addetti ai lavori ha destato la scoperta del sequenziamento del batterio della Psa. “Lo studio effettuato - ha spiegato Scortichini - ha consentito di decodificare il genoma del batterio, individuando le caratteristiche genetiche, i fattori di virulenza e di adattamento ambientale nonché l’origine dell’attuale popolazione del patogeno. Questo consentirà di migliorare le strategie per il contenimento del propagarsi della malattia e di ottenere nuove formule in grado di annullare la forza del microrganismo in campo”. Per Giorgio Balestra del Dipartimento per l’agricoltura, le foreste, la natura e l’ambiente dell’Università della Tuscia e altro studioso della Psa, “in breve tempo riusciremo a convivere con la malattia”. Alla luce di questi dati, dunque, l’unica possibilità per contrastare la patologia è la prevenzione. Gli esperti consigliano di eliminare e bruciare le piante sospette, prestare particolare attenzione alle potature, disinfettare post potatura o post grandinate tramite trattamenti con sali di rame. “Grazie all’importante lavoro di prevenzione la malattia non è esplosa in Emilia Romagna come invece è avvenuto nelle altre regioni”, ha rilevato Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo. Gli ospiti sul palco hanno affrontato anche il tema del miglioramento genetico, con l’individuazione di varietà tolleranti o resistenti. Secondo alcuni agricoltori in platea, un’opportunità in questo senso potrebbe essere offerta dalla ricerca sugli Ogm.

G i u g n o

2012


A

CorriereOrtofrutticolo

Scortichini - è un passo fondamentale per contrastarne la diffusione attraverso strategie di prevenzione e di difesa che mirano, da un lato, a non esaltare la virulenza del batterio e, dall’altro, ad annullarne la capacità di trasferirsi ad altre piante”. “È bene ricordare - ha concluso il patologo del Cra - che la malattia del kiwi è un problema che attualmente interessa tutte le maggiori aree di produzione del kiwi nel mondo (Italia, Nuova Zelanda, Cile, Francia) e sta mettendo a serio rischio la possibilità di continuarne la coltivazione. In Italia è presente nel Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto, Calabria, Campania e Friuli ed

ha già causato, negli ultimi tre anni, ingenti perdite economiche”. Il Mipaaf ha recentemente finanziato un progetto strategico nazionale che, attraverso varie Istituti di ricerca del Cra e la partecipazione del Centro Servizi Ortofrutticoli (Cso), mira ad estendere le conoscenze di base sul batterio, a selezionare germoplasma resistente alla malattia e a proporre strategie risolutive di prevenzione e di difesa in grado di contrastare efficacemente il patogeno. ● G i u g n o

2012

ATTUALITÀ

Jingold, migliorano le quotazioni pur in un’annata difficile

Sono stati resi pubblici i listini di liquidazione del kiwi Jingold (cv Jintao), in occasione dell’annuale incontro organizzato dal Consorzio con i produttori dell’Emilia Romagna, in cui si è fatto il punto sulla campagna di produzione e commercializzazione 20112012. Ad aprire i lavori è stato il presidente del Consorzio Kiwigold, Patrizio Neri (nella prima foto sopra) che ha evidenziato lo scenario difficile in cui si è inserita la commercializzazione del kiwi Jingold nella stagione 2011-2012, in un contesto caratterizzato da un aumento delle produzioni nazionali di kiwi Hayward a fronte di una generalizzata riduzione dei consumi. La produzione 2011 si è attestata sui 5,3 milioni di chili, facendo di Jingold il kiwi a polpa gialla leader dell'emisfero nord. I dati di vendita della stagione appena conclusa evidenziano come, continua Neri, “a fronte di una prevedibile riduzione generalizzata dei calibri dei frutti”, dovuta in parte alle tecniche agronomiche adottate per prevenire la PSA e all’andamento climatico sfavorevole in alcune zone produttive, è stato comunque “centrato l'obiettivo di valorizzare i calibri e le categorie inferiori, pur mantenendo la fidelizzazione dei clienti storici e l'apertura verso i nuovi mercati d’oltremare”. Il direttore del Consorzio Alessandro Fornari (nella seconda foto) ha ricordato che la priorità per i produttori deve essere oggi quella di preservare gli impianti dalla batteriosi del kiwi. La media di liquidazione della categoria d'eccellenza “J”, destinata al marchio Jingold, per i frutti da 70 grammi oltre è stata pari a 1,36 euro al chilo, mentre se si considera anche la categoria “K”, caratterizzata da frutti di categoria inferiore e sottomisura, confezionati nella seconda marca “Kiwita” destinata al canale discount, la media complessiva è stata pari a 1,13 euro al chilo. “C’è soddisfazione per avere ulteriormente migliorato le liquidazioni di Jingold rispetto agli anni precedenti e per non aver rallentato il nostro cammino di crescita. Questo è il risultato di una strategia finalizzata a massimizzare la valorizzazione dei calibri e delle categorie disponibili” ha sottolineato Fornari. “Il maggiore mercato di riferimento per Jingold nazionale rimane la Germania, mentre hanno fatto segnare un incremento positivo le esportazioni verso la Russia ed i paesi dell’Est Europa. Al terzo posto si conferma l’Asia”. Soddisfacenti anche i risultati delle vendite del kiwi Hayward a marchio Jingold Green commercializzato prevalentemete in Italia e Asia e del lancio delle Crème di Kiwi Jingold, prodotti tesi a rafforzare il posizionamento della marca Jingold come lo specialista del kiwi. Nella sessione tecnica, si è fatto il punto sulla situazione della PSA in Emilia Romagna e nel resto d’Italia, specificando come a fronte di una necessità di incementare la produzione di kiwi Jingold, si debba fare i conti con la rischiosità di eseguire nuovi impianti.

www.corriereortofrutticolo.it

37


A ttualità

CorriereOrtofrutticolo

In netto incremento la quota di agrumi siciliani destinata alla trasformazione La quantità di agrumi siciliani destinata alla trasformazione industriale nel corso dell’ultimo ventennio è notevolmente aumentata, in relazione alle difficoltà crescenti di collocamento sul mercato del prodotto fresco, ma anche al progressivo aumento della domanda di alcuni derivati, tra i quali i succhi di arancia rossa. L’interesse del mercato per derivati agrumari evidenzia come lo sviluppo dell'industria di trasformazione degli agrumi possa contribuire a rilanciare l’economia e l’occupazione in Sicilia. Per sostenere questa tendenza occorre favorire la creazione di un patto che coinvolga le imprese operanti nei diversi segmenti della filiera agrumicola e i soggetti pubblici e privati impegnati nel campo della ri-

cerca e dell’innovazione, al fine di potenziare il grado di integrazione e per sviluppare nuovi prodotti capaci di soddisfare le esigenze dei consumatori. Questi argomenti sono stati discussi nell’incontro del 25 maggio presso il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura - Centro di Ricerca per l’Agrumicoltura e le Colture Mediterranee (CRA-ACM) di Acireale, che ha previsto, nella prima parte, l’inaugurazione del nuovo padiglione tecnologico del “Centro di Testing per l’Industria dei Derivati Agrumari”.

Non solo mele: l’Alto Adige “cura” cavolfiore, lattuga, patata, carota Sono il cavolfiore, la fragola, la patata, il radicchio (di Treviso e di Chioggia), la lattuga, la barbabietola rossa, la carota e la cipolla, gli ortaggi che secondo gli esperti hanno le maggiori probabilità di successo di coltivazione in Alto Adige. Questi dati sono il risultato dell’elaborazione di questionari compilati dagli esperti del Bauernbund (l’Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi) e da specialisti del settore agricolo, che si sono incontrati di recente al Centro di Sperimentazione Laimburg nell’ambito del progetto Vegemont. Finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr), avviato all’inizio del 2012, con una durata di quattro anni, Vegemont si pone l’obiettivo di promuovere la coltivazione di ortaggi nelle zone montane e di mettere a disposizione degli agricoltori informazioni sui tempi di raccolta e sulle possibilità di coltivazione. Nello specifico il progetto, combinando numerosi dati climatici e topografici, cercherà di sviluppare un modello razionale che valuti quale luogo è più adatto al38

www.corriereortofrutticolo.it

Per gli esperti sono gli ortaggi potenzialmente più prolifici nella regione la coltivazione di alcuni prodotti orticoli. Ad esempio, come spiega il dottor Falk-Juri Knauft, collaboratore del progetto: “Nel rigoroso modello scientifico utilizzato si considera il totale dell’energia disponibile per un certo appezzamento e lo si combina con il fabbisogno dei singoli ortaggi. Il cavolfiore, per esempio, ci mette 80 giorni dall’impianto alla raccolta. Potrà perciò essere coltivato soltanto in quelle zone che offrono sufficiente energia in quest’arco temporale”. Alla fine tutti i dati ricavati verranno assemblati nella carta delle aree di coltivazione e saranno poi messi a disposizione degli agricoltori, dei consulenti e degli addetti al marketing, che potranno così prendere delle decisioni più mirate. I prodotti orticoli coltivati nelle zone montane hanno un vantaggio in più rispetto a quelli delle aree di coltivazione

abituali, poiché la loro raccolta avviene più tardi. Inizio delle prove di coltivazione Si inizierà con la coltivazione di cavolfiori, radicchio e fragole in appezzamenti selezionati, dislocati in tutta la provincia,fra i 600 e 1.700 metri di altitudine. Sempre secondo il dottor Knauft: “Nel corso dei prossimi anni osserveremo i trend di crescita dei tre ortaggi che verranno correlati con gli indici dei modelli scientifici, in modo da poter essere confrontati”.Tutti i dati raccolti costituiranno la base per una valutazione ottimale sul tipo di coltivazione da intraprendere in un determinato terreno. Secondo gli ultimi dati forniti dalla Provincia Autonoma di Bolzano nella Relazione Agraria e Forestale 2011 pubblicata pochi giorni fa, la superficie coltivata ad ortaggi in Alto Adige nel 2011 è stata di 272 ettari, inoltre sono state raccolte 11 mila tonnellate di ortaggi, tra i quali 5.700 tonnellate di patate, 2.420 tonnellate di cavolfiori, 1.730 tonnellate di barbabietole e oltre 600 tonnellate di radicchio. ● G i u g n o

2012



A ttualità

CorriereOrtofrutticolo

Minguzzi: governare l’offerta ed elevare la qualità dell’export Soddisfazione per l’elezione di Marco Salvi a presidente nazionale di Fruitimprese “la cui nomina abbiamo tutti ampiamente caldeggiato”; sostegno deciso alle iniziative degli Organismi interprofessionali per governare l’offerta di pesche-nettarine e di pere; applicazione dell’articolo 62 del decreto Liberalizzazioni. Questi i punti principali della relazione di Giancarlo Minguzzi all’assemblea regionale di Fruitimprese, l’associazione che riunisce le imprese private dell’ortofrutta dell’Emilia-Romagna, che lavorano 1 milione di tonnellate di prodotto all’anno, per 700 milioni di fatturato e il 60% di export. Minguzzi ha commentato con favore anche l’avvio della stagione di pesche e nettarine “iniziata con il prodotto del Sud che non ha trovato all’estero la solita forte concorrenza del prodotto spagnolo grazie alla scarsa produzione nelle zone di Siviglia e Murcia; quindi i prezzi sono almeno 20 centesimi al chilo superiori allo scorso anno nello stesso periodo. Ci aspettiamo una riduzione dei prezzi nelle prossime settimane, ma la superiore qualità che noto esserci già da ora mi rende cautamente ottimista”. Venendo al quadro generale macroeconomico, “la situazione nella quale ci troviamo ad operare, è pesante. La crisi europea determina disoccupazione, impoverimento generalizzato delle famiglie e penalizza i beni che non siano di stretta necessità. Per molti consumatori la qualità diviene un lusso che non possono permettersi. Nei Mercati europei, tradizionali sbocchi delle nostre esportazioni, ulteriori rilevanti quote di mercato si sono spostate dal segmento della qualità a quello del minor costo. E ciò è avvenuto in un mercato già caratterizzato da un eccesso di produzio40

www.corriereortofrutticolo.it

All’assemblea di Fruitimprese Emilia Romagna il presidente ha analizzato i punti deboli del settore. Nel complesso positivo l’avvio della campagna estiva

Esportazioni: volumi stabili nel primo trimestre calano i prezzi (tranne che per la frutta secca) L’Italia esporta (leggermente) di più ma a prezzi inferiori del 2011. Nei primi tre mesi del 2012 sono aumentati i flussi di esportazione e diminuiti quelli in import. In valore, rileva però Fruitimprese, segno negativo sia in export che in import. Il saldo è di circa 332 milioni di euro con un incremento del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2011. Complessivamente nel primo trimestre l’Italia ha venduto all’estero poco più di 1 milione di tonnellate (+1,1%) per un valore di 995 milioni di euro (-7,9%). In aumento i flussi di ortaggi (+3,6%), frutta fresca (+4,6%) e frutta secca (+7,8%); in flessione gli agrumi (-9,9%). In valore segno negativo per tutti i comparti ad eccezione della frutta secca che ha fatto registrare un incremento del 27,3%. Per quanto riguarda le importazioni l’Italia ha importato circa 820 mila tonnellate di ortofrutticoli (-4,3%) per un valore di 660 milioni di euro, con un calo del 12,4%. Tra i singoli comparti incremento in volume solo per gli agrumi (+37,1%); per gli altri andamento negativo: ortaggi (-6,6%), frutta fresca (-12,3%), frutta secca (-20,9%) e frutta tropicale (-6,5%). Anche in valore segno negativo per tutti i comparti ad eccezione degli agrumi (+22,3%).

ne ove la dinamica domanda-offerta spinge da molti anni i prezzi al ribasso”. Viviamo il paradosso, dice Minguzzi, “di sentir parlare, da un lato, continuamente di qualità delle produzioni e vedere, dall’altro, messa in atto una sorta di selezione rovesciata che consente sbocchi di mercato solo ai pro-

dotti più scadenti”. Questa situazione non può essere fronteggiata dalle singole imprese, ma deve essere governata a livello sovranazionale con interventi strutturali che attuino una seria programmazione: “Lo sforzo delle associazioni di settore si deve incentrare su questo obiettivo: sollecitare la Comunità a prendere i necessari provvedimenti”. Quanto al problema dei problemi, il governo dell’offerta, Minguzzi vede con favore la recente determinazione dell’OI per pesche e nettarine che ha disposto di non immettere sul mercato la seconda categoria, ammettere i calibri D solo fino al primo giugno e il C solo fino alla metà della campagna. “Nel momento in cui la decisione dell’OI sarà ratiG i u g n o

2012


A

CorriereOrtofrutticolo

Il presidente uscente di Ortofrutta Italia, Ottavio Guala, espressione del commercio, ha passato la mano dell’organismo interprofessionale a Nazario Battelli (foto) rappresentante della parte agricola, già vicepresidente dell’O.I. “Ho stretto i tempi per arrivare al rinnovo delle cariche perché ritengo che l’Oi trarrà beneficio dall’avere una presidenza affidata al mondo produttivo nel momento in cui al Mipaaf è insediato un Ministro competente come Mario Catania”, spiegava Guala alla vigilia del Cda del 26 giugno che avrebbe sancito i nuovi vertici. “In questi tre anni Ortofrutta Italia ha raggiunto alcuni dei risultati che si era prefissata ma sono indubbiamente state tante le occasioni non sfruttate perché alcune componenti non l’hanno sostenuta adeguatamente”, dice Guala. “L’abbandono del tavolo da parte della grande distribuzione, dopo la pubblicazione dell’articolo 62 del Decreto Salva Italia è stato uno dei momenti meno edificanti mentre la produzione non ha dato il massimo…”. L’approvazione del contratto tipo di filiera e l’accordo su pesche e nettarine sono invece stati portati a casa; manca tuttavia la ratifica ministeriale “particolarmente importante per l’intesa sulle drupacee, visto che i produttori attendono di potersi avvalere di questo importante strumento per la campagna in corso”, commenta il presidente ficata dal Governo e sarà designato chi è preposto ai controlli, la stessa assumerà forza di legge e sarà possibile segnalare chi violando le comuni disposizioni danneggia l’intero comparto”. Nella stessa importante direzione va l’impegno per la costituzione dell’OI Pera. Il progetto sta procedendo verso il traguardo della costituzione formale. L’ambito territoriale, con buona probabilità, comprenderà l’Emilia-Romagna, che rappresenta il 65% della produzione nazionale, il Veneto, la Lombardia ed il Piemonte. L’obiettivo è quello di rendere operativo l’OI Pera fin dalla prossima campagna di commercializzazione. “Il primo compito che l’OI Pera dovrà svolgere e quello di rilevare G i u g n o

2012

uscente. Che, per il futuro, si augura vengano conferiti maggiori poteri all’organismo attraverso un cambiamento dello Statuto da parte del Ministero. “Auspico un interesse diverso da parte di Coldiretti, Cia e Confagricoltura ed un reale interessamente al cambiamento per dare più appeal e valore all’ortofrutta; spero che ciò potrà realizzarsi con la nuova governance dell’organismo”. Guala in ogni caso tiene a “ringraziare per il contributo e l’attenzione il consiglio, a partire dai due vice: lo stesso Battelli e Antonio Schiavelli. “Sono molto onorato per la fiducia unanime che mi è stata rivolta da tutte le rappresentanze che partecipano all’O.I - ha dichiarato il neo Presidente -. In un periodo di crisi e di difficoltà come quello che stiamo vivendo, dare un segnale di compattezza e di coesione è senza dubbio un fatto estremamente positivo. Da parte mia e del Consiglio che mi onoro di presiedere si conferma tutto l’impegno e la volontà di dare seguito e di sviluppare le iniziative già intraprese dal mio amico Ottavio Guala, tese a dare il giusto ruolo alla nostra Organizzazione." Battelli, 55enne romagnolo imprenditore agricolo, collabora con la Confederazione italiana agricoltori nazionale per conto della quale segue le politiche economiche e le relazioni interprofessionali. (M.Ald.)

superfici e quantità prodotte. Sembra incredibile, ma nonostante la diffusione esponenziale di tecnologie informatiche e dell’informazione, il tanto decantato Sistema Italia non sa cosa e quanto produce. Speriamo, comunque, che questo primo obiettivo sia raggiunto nel minor tempo possibile. In ogni caso, resto convinto che il vero salto di qualità potrà farsi solo quando si strutturerà un efficiente coordinamento commerciale che potrà interloquire ad armi pari con la Gdo”. Nonostante queste lodevoli iniziative, la situazione resta difficile. “Questa non è una semplice crisi congiunturale, ma un nuovo scenario. C’è un nuovo mercato con il quale bisogna confrontarsi

ATTUALITÀ

Ortofrutta Italia, Guala si fa da parte e passa la mano a Nazario Battelli «Ora serve un organismo interprofessionale più forte e partecipato»

e per ottenere risultati non è possibile intervenire sui costi o sui ricavi né tantomeno stare ad aspettare che la crisi finisca. E’ nostro dovere trasformare la parola crisi in opportunità. Una di queste, penso sia offerta dai mercati di oltremare; in particolare quelli dei Paesi BRIC che debbono essere serviti con prodotti assolutamente affidabili. Per fare questo, sia nel nostro gruppo associativo, sia come singole imprese dobbiamo essere dei punti di riferimento”. I recenti riconoscimenti del ministro Catania verso il sistema delle imprese private dell’ortofrutta ci spronano, conclude Minguzzi, a continuare ad operare nella consapevolezza del nostro valore. ● www.corriereortofrutticolo.it

41


Cesena, 26-28 settembre 2012

Qui Macfrut

i

42

CorriereOrtofrutticolo

MACFRUT, il pianeta verde del business ortofrutticolo MACFRUT (Cesena 26-28 settembre 2012) è veramente la rassegna dell’intera filiera ortofrutticola (dal campo alla tavola). Già, perché oltre ad essere “LA” manifestazione fieristica in cui si possono vedere i vari comparti che compongono questo settore che “vale” oltre 20 miliardi di Euro di fatturato, si tiene a Cesena, che è in Emilia Romagna, una delle zone europee più vocate all’ortofrutticoltura di qualità. Ma non solo, perché a Cesena c’è quel vastissimo indotto che ha aiutato a realizzare le eccellenze produttive e la grande qualità con cui i prodotti ortofrutticoli (quelli freschi e quelli trasformati) arrivano al consumatore italiano ed estero: vivaisti e sementieri, strutture per la lavorazione (dal fresco alla IV e V gamma, al surgelato), trasporto frigo compongono questa realtà di filiera. E a proposito di aziende di supporto ecco chi costruisce attrezzature e macchinari su misura e chiavi in mano. Si tratta di macchinari ad altissimo contenuto hi-tech, come calibratrici-selezionatrici del maturo, confezionatrici ecocompatibili, lavorazioni di cartone, plastica e legno per contenitori. In una parola, a MACFRUT si ammirano macchine e prodotti, ma appena fuori si vedono le stesse attrezzature in azione nei vari momenti della filiera. In più, MACFRUT contribuisce e partecipa alla cultura di un miglior stile di vita. Tutto questo fa della rassegna di Cesena Fiera una manifestazione assai apprezzata, tanto che una delle richieste di operatori esteri più presente in questa fase di preparazione e di contatti, è proprio la pro-

www.corriereortofrutticolo.it

secuzione delle visite in imprese locali, che Macfrut avviò due edizioni fa. Una importanza che cresce, senza scalfire minimamente l’altra grande esigenza - ormai un “classico” della mostra ortofrutticola internazionale - ovvero quegli incontri B2B che avvengono fra aziende italiane e operatori e imprese estere, coordinati in base alle esigenze in entrata e in uscita espresse prima dai protagonisti e che consentono un importante approccio fra domanda e offerta “mirate”. Non a caso l’edizione 2012 della rassegna “lancia” lo slogan: MACFRUT E’ IL PIANETA VERDE DEL BUSINESS ORTOFRUTTICOLO. Inoltre va sottolineato che l’interesse per Macfrut 2012 si è percepito all’estero durante le ultime trasferte della rassegna, che ha scelto la formula di incontrare operatori, Associazioni ed istituzioni di alcuni Paesi dell’Est al di fuori di spazi espositivi, in un confronto in esclusiva per ricevere proposte e richieste, esigenze e bisogni di importanti

realtà economiche. Un altro “indicatore” dell’interesse è venuto dalle adesioni degli espositori del settore che sono pervenute incessantemente ogni giorno, con le conferme delle principali aziende, leader dei vari comparti, con diverse richieste di aumenti dell’area espositiva. Macfrut propone un ulteriore “plus” che lo rende irrinunciabile per il settore: una convegnistica di alto livello (con l’apporto di molti esperti ed operatori esteri, oltre che dei ricercatori di prestigiosi Istituti ed Università). Da sottolineare che quest’anno si terrà un rilevante incontro sui consumi ortofrutticoli che analizzerà i dati dell’Osservatorio dei consumi ortofrutticoli delle famiglie italiane di Macfrut, un prezioso strumento di cui Cesena Fiera si è dotata come servizio ad operatori e imprese. Infine, da segnarsi in agenda che l’edizione 2012 avrà una anteprima di grandissima risonanza mondiale, in quanto martedì 25 settembre, la Sala Europa ospiterà il Simposio internazionale della fragola con la partecipazione dei più importanti ricercatori e scienziati internazionali che si dedicano a questo vegetale. Ritorna anche nel 2012 l’OSCAR Macfrut per l’innovazione, un modo per porre all’attenzione del mondo ortofrutticolo (e non solo) quelle novità e realizzazioni (già presenti sul mercato e/o commercializzate) che riguardano le quattro categorie delle macchine e delle tecnologie per selezione e confezionamento, il packaging e i materiali d’imballaggio, le sementi e i prodotti ortofrutticoli freschi, per chiudere con il comparto della logistica e servizi.

G i u g n o

2012


A

CorriereOrtofrutticolo

Ufficializzata l’integrazione delle due Unioni da cui nasce Italia Ortofrutta, presieduta da Ibrahim Saadeh: 133 Op rappresentate, oltre 6 milioni di tonnellate prodotte

Integrazione avvenuta. In seguito alla firma da parte dei presidente delle due unioni nazionali dell’atto notarile di fusione e con l’approvazione dello statuto della nuova Unione Nazionale denominata Italia Ortofrutta, avvenuta nel corso dell’assemblea straordinaria tenutasi a Roma il 6 giugno, si è completato il processo di unificazione tra Uiapoa e Unacoa. “Il nuovo soggetto - ha ricordato nell’occasione il presidente di Italia Ortofrutta Ibrahim Saadeh conta su una compagine associativa di 133 organizzazioni di produttori dislocate sull’intero territorio nazionale dedite alla produzione e commercializzazione di tutte le eccellenze ortofrutticole del Made in Italy per oltre 6.100.000 tonnellate di produzione e per un valore superiore ad 1,7 miliardi di euro e rappresenta tra il 15 e il 20% della produzione vendibile ortofrutticola nazionale e oltre il 35% di quella del sistema organizzato”. “Si è concluso un processo di integrazione ispirato al perseguimento dell’obiettivo di semplificazione della rappresentanza ed al rafforzamento della tutela delle Organizzazioni dei produttori associate”. G i u g n o

2012

In sintonia con il presidente, il vicepresidente vicario Carmelo Vazzana afferma che Italia Ortofrutta rappresenta una prima risposta, da tempo attesa, rispetto alla frammentazione della rappresentanza all’interno del panorama ortofrutticolo nazionale che oggi tuttavia potrà disporre di uno strumento più efficace per affrontare le problematiche del comparto ortofrutticolo. “Siamo consapevoli - la conclusione del presidente Ibrahim Saadeh - che il progetto di unificazione delle nostre due Unioni non è di per sé sufficiente, e tanto meno risolutivo per la grave crisi del nostro settore e per i tanti problemi che lo attanagliano, per questo ci auguriamo che il nostro progetto possa servire da incentivo e stimolo per altre nuove iniziative”. Ci rendiamo disponibili fin da ora - e sarà un nostro preciso impegno - a continuare gli sforzi per cercare nuove convergenze ed ulteriori nuove ipotesi di aggregazione (mi riferisco alle altre forme di rappresentanza sia cooperative sia private). Il tutto nella convinzione che una più forte e semplificata rappresentanza costituisca un valore aggiunto non solo per i nostri soci, ma per tutta la filiera”. ●

E Unaproa conferma De Ponti: tante sfide Confermato presidente dell’Unaproa per i prossimi tre anni, Ambrogio De Ponti traccia in una intervista realizzata da Agra Press il suo programma di lavoro e analizza le questioni salienti che in questa fase riguardano l’ortofrutta. De Ponti ha anticipato la nuova missione di Unaproa che tiene conto dei notevoli cambiamenti in atto, a cominciare dall’articolo 62 del decreto liberalizzazioni: “Se da un lato dobbiamo essere ancora più bravi di quanto in effetti già siamo nel seguire le nostre Op nei loro problemi quotidiani, dall’altro lato dobbiamo dare concrete ed immediate risposte ai nuovi bisogni che si stanno facendo pressanti”. Il presidente di Unaproa delinea quindi le aree di intervento nel dettaglio: “L’applicazione dell’art. 62 del decreto legge sulle liberalizzazioni cambierà i rapporti all’interno della filiera più di quanto molti hanno in effetti compreso”. L’Unaproa lavorerà inoltre sui rapporti con il credito “utilizzando - continua De Ponti - tutti gli strumenti pubblici e privati che già esistono o che possono essere attivati velocemente. Occorre inoltre aiutare i nostri soci, in collaborazione con le aziende produttrici di agro farmaci, ad ottenere pari opportunità di utilizzo dei mezzi di difesa delle colture rispetto ai nostri concorrenti europei. Anche l’annoso problema degli imballaggi deve essere affrontato in modo, vorrei dire, definitivo. Infine servono maggiori aggregazioni del sistema ortofrutticolo, soprattutto nel Mezzogiorno”.

www.corriereortofrutticolo.it

ATTUALITÀ

Uiapoa-Unacoa Via libera alla fusione

43


A ttualità

CorriereOrtofrutticolo

Apo Conerpo contiene i costi 2011 difficile ma non negativo Il 2011 si è chiuso con un sensibile incremento dei volumi di vendita per il Gruppo Apo Conerpo: nonostante il difficile scenario economico, insieme alle sue filiali Alegra, Naturitalia e Valfrutta Fresco ha collocato sul mercato 1.100.000 tonnellate di prodotti, con un incremento del 18% rispetto all’anno precedente. Il volume d’affari aggregato del Gruppo ha raggiunto i 702 milioni di euro, registrando un aumento del 4,6% rispetto ai 671 milioni del 2010, mentre il patrimonio netto ha mostrato un lieve incremento attestandosi sui 26,6 milioni di euro. “Sul fronte degli investimenti specifici destinati allo sviluppo delle imprese associate - ha dichiarato il riconfermato presidente Davide Vernocchi - nel 2011 abbiamo potenziato l’apposito Programma Operativo investendo complessivamente quasi 63 milioni di euro: 5,5 milioni destinati alla pianificazione della produzione e dell’offerta, 14,4 milioni indirizzati al miglioramento della qualità dei prodotti, 6,8 milioni destinati all’incremento del valore commerciale dei prodotti, 15 milioni per la promozione delle produzioni fresche e trasformate, 14,6 milioni per le misure ambientali, 6,4 milioni destinati alla prevenzione e gestione delle crisi. Per quanto concerne quest’ultimo aspetto, l’annata 2011 ha purtroppo confermato che gli strumenti ordinari hanno un’efficacia limitata di fronte a gravi crisi di mercato”. “Apo Conerpo - ha proseguito il presidente - si è attivata affinché vengano introdotte altre misure di difesa del reddito degli agricoltori, rendendo operative polizze assicurative e fondi mutualistici gestiti direttamente dalle Op. Contemporaneamente, è auspicabile che in ambito di revisione 44

www.corriereortofrutticolo.it

Apo Conerpo in cifre Produttori associati Cooperative socie Superficie coltivata (Ettari) Produzione conferita (Ton) Frutta Ortaggi e patate

7.000 45 32.800 1.172.000 481.000 691.000

Volume d’affari (Milioni euro) Grande Distribuzione italiana Export Industria di trasformazione Plusvalore del trasformato Mercato tradizionale

702 116 104 93 300 89

Patrimonio netto (Milioni euro)

26,6

Il Gruppo ha collocato sul mercato 1,1 milioni di tonnellate di prodotto, il 18% in più del 2010. Andamento difforme tra primo e secondo semestre. Vernocchi rimane presidente del Regolamento comunitario vengano individuati anche strumenti straordinari per la difesa dei prodotti oggetto di gravi crisi sull’esempio di quanto realizzato per arginare i danni provocati dall’emergenza Escherichia Coli”. “Abbiamo registrato notevoli differenze tra la prima e la seconda pare dell’anno - ha affermato il direttore generale Gabriele Chiesa -. Nei primi cinque mesi, a fronte di una lieve diminuzione dei volumi venduti (-3,3%), il fatturato è aumentato sensibilmente (+22%) rispetto all’anno precedente. Al contrario, da giugno a dicembre, il volume d’affari è calato dell’11% nonostante l’incremento (+4,8%) dei quantitativi commercializzati. La prima e più grave conseguenza di una campagna così difficile è stata la contrazione del fatturato del gruppo nel segmento del fresco, che nel complesso non ha con-

sentito anche al nostro Gruppo di garantire una adeguata redditività alle aziende agricole. Di fronte a questa situazione sono state avviate diverse iniziative quali la riduzione dei costi di funzionamento, l’aumento degli investimenti nella ricerca e innovazione, l’incremento delle vendite alle industrie di trasformazione e la ricerca di nuovi mercati, la promozione di aggregazioni e sinergie per creare reti con le altre imprese del settore, il consolidamento patrimoniale”. La destinazione dell’utile del 2010 ad aumento gratuito del capitale sociale ed alle riserve indivisibili unitamente al risultato comunque positivo conseguito nel 2011 hanno consentito di consolidare ad oltre 26,6 milioni di euro il patrimonio netto di Apo Conerpo il cui prodotto di punta rimangono le pere con un’offerta di quasi 225.000 tonnellate. ● G i u g n o

2012


A

CorriereOrtofrutticolo

L’esercizio 2011 di Terremerse si è concluso con risultati particolarmente lusinghieri: • il fatturato ha avuto un incremento del 18%, passando da 131 a 155,6 milioni di euro; • il Cash flow è stato di 8,2 milioni di euro; • sono stati realizzati accantonamenti prudenziali, pro rischi commerciali e di mercato, per 1,5 milioni di euro; • il volume degli accantonamenti realizzati comprime l’Ebit, il reddito operativo, che si attesta a 2,5 milioni di euro; • all’assemblea dei soci del mese di giugno è stato proposto di portare a riserva un utile di 500.000 euro; importo già al netto del sostegno dato ai soci in una congiuntura di mercato difficile, delle liquidazioni per i conferimenti e dei prezzi di cessione di agroforniture, corrispondenti alla mission di valorizzazione mutualistica propria della cooperativa; • con l’accantonamento a riserva dell’utile citato e l’importante contrazione del debito finanziario (da 40 milioni di euro del 2010 a 35 milioni di euro del 2011), il patrimonio netto di Terremerse eguaglierà l’indebitamento finanziario, chiudendo così una fase storica difficile, di insufficiente dotazione di mezzi propri a fronte del ritmo di crescita sostenuto che la società ha realizzato negli ultimi anni. Forte dei risultati conseguiti nel 2011, Terremerse sta ora ritarando gli obiettivi del Piano Triennale, rilanciando l’impegno alla crescita sia della mutualità verso soci, sia dell’attività sul territorio nazionale e internazionale.

G i u g n o

2012

Drupacee al vaglio di Terremerse Le principali varietà di albicocche, pesche, nettarine e susine al centro di un incontro formativo in cui Stefano Foschi del Crpv ha analizzato il trend delle diverse cultivar Nel corso dell’anno Terremerse organizza numerosi incontri formativi e informativi rivolti agli imprenditori agricoli. Uno dei più recenti è stato quello sulle nuove varietà di albicocche, pesche, nettarine e susine, illustrate per l’occasione da Stefano Foschi, tecnico frutticolo del Crpv. Molte le interessanti indicazioni emerse dalla relazione di Foschi. Per quanto riguarda pesche e nettarine, fra le colture che in questi ultimi anni hanno registrato i maggiori problemi di mercato, attualmente la grande maggioranza delle nuove varietà introdotte presenta un gusto dolce o sub-acido, tipo Big Top, molto diverso dal gusto acidulo della varietà tradizionale, tipo Stark Red Gold. Indagini sui gusti dei consumatori hanno evidenziato che l’87% predilige le pesche dolci o sub-acide, ma non ha la possibi-

ATTUALITÀ

Bilancio lusinghiero Fatturato su del 18%

lità di individuarle sul banco del fruttivendolo o della grande distribuzione. Il rischio concreto è quindi quello di deludere le attese del consumatore che, ad esempio, dopo avere acquistato e consumato Big Top, acquista e consuma Nectaross, senz’altro buona ma con un equilibrio tra zuccheri e acidità completamente diver-

I dati dell’ortofrutta di Terremerse nel 2011 Produzione Ortofrutta Estiva Ortofrutta Invernale Patate e Cipolle Orticole da Industria Pomodoro da Industria Fatturato Capacità frigorifera Levezzola Faenza Mezzano Imola

300.000 ql 200.000 ql 100.000 ql 140.000 ql 1.250.000 ql 43.000.000 di euro 150.000 ql 80.000 ql 22.000 ql 10.000 ql

Principali aree produttive Emilia Romagna, Basilicata, Lazio

www.corriereortofrutticolo.it

45


A ttualità so. Le piante di drupacee distribuite dai vivaisti nel 2011 sono state 815.394, di cui il 33% albicocche, 45% nettarine gialle e 12,5% pesche gialle. Da rimarcare la crescita delle albicocche, che stanno invadendo i terreni e le epoche di raccolta che in Romagna erano dominio esclusivo delle nettarine. Infatti, la varietà maggiormente piantata nel 2011 è la tardiva Farbaly (+35 rispetto a Kioto) con 40 mila piante, seguita da Faralia (+16) con 32 mila. La tendenza della ricerca per le albicocche è verso la colorazione aranciata-rossa dei frutti e sulla buona pezzatura. Le pesche gialle più impiantate nel 2011 sono quelle del gruppo Royal, con leader Royal Summer con 25 mila astoni. L’elenco varietale è iniziato con Bordò, frutto della ricerca di Terremerse, che matura 26 giorni prima di Rich Lady ed è terminato con Corindon (+50 rispetto a Rich May). Le novità in corso di valutazione sono Sagittaria, che matura in epoca Rich May, e Lami Dolza2 (+14) subacida dolce come la Lami Dolza3 (+19). Per quanto riguarda le nettarine gialle, la parte del leone negli impianti 2011 è sempre rappresentata da Big Top, con ben 105 mila astoni, seguita a distanza da Romagna Big con 60 mila piante. Il repertorio varietale è iniziato con Big Bang (-16 rispetto a Big Top) ed è terminato con Romagna Giant (+35), senza soffermarsi più di tanto su quelle ancora più tardive. Foschi ha evidenziato anche il lavoro di ricerca di Terremerse che ha selezionato le varietà Rebus 028 (-16), Rebus 038 (+5) e Rebus 195 (+19). Sul susino è stato evidenziato l’ampliamento sconsiderato delle superfici di Angeleno e segnalare, fra le recenti selezioni cinogiapponesi, Bra Rossa (-14 da Shiro), Dofi Sandra (-4 da Shiro), Afrodite (+22) e Bra Gialla (+50). ● 46

www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticolo

Apofruit: più vendite, ricavi in flessione Raccolti abbondanti, consumi modesti: così il presidente Mirco Zanotti spiega i dati di bilancio e la minore remunerazione assicurata ai soci Bilancio in chiaroscuro per Apofruit Italia. L’assemblea dei delegati della cooperativa romagnola ha approvato a metà giugno il consuntivo relativo all’esercizio di gestione chiuso al 31 dicembre 2011. I ricavi delle vendite di ortofrutta evidenziano un calo del 4% passando dai 170 milioni del 2010 ai 164 milioni del 2011, pur in presenza di un aumento delle quantità collocate sul mercato. I quantitativi sono infatti incrementati dalle 202.000 tonnellate del 2010 alle 217.000 tonnellate del 2011, siglando, dunque, un aumento pari al +7,4%. L’utile di gestione è stato pari a 180.000 euro. Il fatturato consolidato (la cooperativa consolida una serie di società operanti nel settore ortofrutticolo tra cui le più importanti sono Canova e Mediterraneo Group) evidenzia un valore delle produzione di 224 milioni di euro, in calo del 9% rispetto ai 246 milioni del 2010. Il patrimonio netto raggiunge i 103 milioni di euro, che pongono Apofruit tra le imprese più solide del settore. Il 92% delle quantità lavorate dalla cooperativa è conferito dai soci produttori mentre il restante 8% è frutto di acquisti, principalmente prodotto biologico che integra le produzioni dei soci. “L’annata 2011 - evidenzia il presidente di Apofruit Italia Mirco Zanotti (nella foto) - è stata certa-

mente una delle più difficili degli ultimi anni, caratterizzata principalmente da una produzione più abbondante in molte specie alla quale, però, ha corrisposto un generalizzato calo dei consumi. I dati del nostro bilancio ne sono la testimonianza più evidente: maggiori quantità conferite, meno fatturato e dunque, di contro, meno liquidazione ai soci. Continua da parte della cooperativa il massimo impegno per trasferire ai nostri soci il massimo delle risorse disponibili e metteremo in atto ogni possibile strategia per sostenere la produzione”. Del gruppo Apofruit oltre alla cooperativa Apofruit Italia che presidia il conferimento e associa 3.800 produttori, conta 12 stabilimenti sul territorio nazionale, occupa 180 dipendenti fissi e 2.050 stagionali - fanno parte Mediterraneo Group srl consortile, braccio commerciale per i partner, Canova srl, trading per il biologico, che controlla altre quattro imprese specialiste nel settore del bio e Almaverde Bio Italia Srl consortile, strumento per la politica di marca nel biologico. Ogni impresa ha una propria autonomia operativa e gestionale, ma tutte rispondono alle stesse logiche strategiche e all’obiettivo primario di valorizzare la produzione dei soci. ● G i u g n o

2012



A ttualitĂ

CorriereOrtofrutticolo

Mentre in altri Paesi il normal trade, ossia il sistema “mercati all’ingrosso-mercati al dettaglioâ€?, è oggetto di studio e di attenzione come valida alternativa alla grande distribuzione, da noi è scarsamente considerato soprattutto da parte delle pubbliche istituzioni. Nel nostro Paese non si conosce nemmeno il numero di mercati all’ingrosso esistenti e assai lacunose sono le informazioni concernenti il volume dei prodotti che passano attraverso queste strutture. Per non parlare dei mercati al dettaglio di cui si ignora addirittura l’esistenza. In realtĂ il canale mercati all’ingrosso-mercati al dettaglio da sempre rappresenta uno strumento fondamentale per l’approvvigionamento dei centri urbani soprattutto di prodotti freschi e tipici del territorio. In particolare i mercati al dettaglio costituiscono una grandissima attrazione per quanti abitano nel

Guida ai Mercati Curata da Indis e Andmi, “fotografaâ€? la variegata e complessa realtĂ nazionale centro urbano ed anche per i turisti come ben dimostrano, ad esempio, le bellissime strutture di Barcellona o di Londra. In sostanza i mercati al dettaglio rappresentano da sempre il logico completamento dei mercati all’ingrosso. Per contribuire ad illuminare questo particolare e strategico canale distributivo Indis Unioncamere, Borsa Merci Telematica Italiana e Andmi (Associazione Nazionale Direttori Mercati all’Ingrosso) hanno ritenuto utile riunire in una specifi-

ca pubblicazione notizie ed informazioni riguardanti “Il mondo dei mercati e dei prodotti agroalimentariâ€?. Ăˆ interessante sfogliare questa pubblicazione per rendersi conto della frammentarietĂ del settore, della mancanza di coordinamento fra le diverse iniziative e della progressiva perdita di interesse da parte delle pubbliche istituzioni. Anche una rapida scorsa ai dati e alle informazioni fa chiaramente constatare come il nostro Paese ha sĂŹ il pregio della diversitĂ degli ambienti e delle produzioni ma anche il difetto della scarsissima “visione d’insiemeâ€?. Ma, come precisa il Presidente dell’IndisAndrea Zanlari nella presentazione “è possibile costruire un processo innovativo attraverso la filiera delle produzioni tipiche locali che trova nel canale normal trade un importante strumento di qualificazione e valorizzazioneâ€?. â—?

/¡$7026)(5$ (¡ &$0%,$7$ /¡$7026)(5$ (¡ &$0%,$7$

$7026)(5$ &21752//$7$ ',1$0,&$ $7026)(5$ &21752//$7$ ',1$0,&$

,/ 782 18292 3$571(5 ,/ 782 18292 3$571(5 0$59,/ (1*,1((5,1* 65/ =RQD 3URGXWWLYD 6FKZHPP 0$*5(¡ V V G Y %= 0$59,/ (1*,1((5,1* 65/ =RQD 3URGXWWLYD 6FKZHPP 0$*5(¡ V V G Y %= ZZZ PDUYLO LW LQIR#PDUYLO LW ZZZ PDUYLO LW LQIR#PDUYLO LW 48

www.corriereortofrutticolo.it

G i u g n o

2012


A

CorriereOrtofrutticolo

Nuove prospettive per la conservazione delle mele in Trentino. Livio Fadanelli (foto nel riquadro), responsabile dell'Unità Frutteto Sperimentale e Frigoconservazione dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige (che gestisce 1.200 celle per 5,5 milioni di tonnellate di pomacee) sottolinea che l’annata melicola è andata bene; la commercializzazione potrà spingersi sino ad agosto-settembre, quindi a un anno dagli stacchi dalle piante grazie al fatto che la raccolta 2011 è stata ottimale. Una delle sfide, spiega Fadanelli, è quella di “ottimizzare i tempi di conservazione in funzione del prodotto da conservare”. “Il mercato risente della crisi, in pochi fanno investimenti anche se ce ne sarebbe grande bisogno per migliorare il mercato della frutta. Penso alla situazione di pere e pesche che potrebbero durare molto di più se adeguatamente conservate”. Il settore della frigoconservazione è comunque in difficoltà: “C’è stanchezza del mercato. Se non ci fosse l’estero molte ditte del settore farebbero la fame. Eppure in Italia bisognerebbe mettere mano a molte situazioni, soprattutto in determinate aree dove ci sono impianti vetusti, che risalgono a 30-40 anni fa e non sono mai stati rinnovati”. A livello normativo, Fadanelli sottolinea che per i prodotti per l’anti riscaldo c’è stata prorogra lo scorso anno e potrebbe esserci anche quest’anno. Ma, aggiunge, non si può pe49ansare di continuare a utilizzare prodotti chimici per il post raccolta. “Questo è il vero problema: bisogna ammodernare e investire per venire incontro alle nuove disposizioni che dovranno comunque entrare in vigore in tempi brevi”. C’è poi l’aspetto energetico: “bisogna pensare di conservare con G i u g n o

2012

Mercato fermo, soprattutto in Italia, mentre in Trentino si fa largo l’ipotesi di utilizzare le gallerie sotterranee per collocare le mele con benefici ambientali ed economici

minore spreco di energia”, commenta Fadanelli. “In Trentino Alto Adige ci siamo orientati su impianti che accumulano il freddo di notte, quando l’energia costa meno. Un raffreddamento intelligente, primo passo per contenere i costi”. In Val di Non è stato inoltre avviato un interessante progetto sperimentale che si fonda sull’ipotesi di realizzare celle in gallerie già scavate e vuoti di cava senza dover realizzare impianti in superficie; ciò garantisce temperatura costante e non rende necessario utilizzare materiali coibentanti (pannelli o altro) assicurando nel contempo volumi importanti. La conservazione delle mele nella profondità della terra grazie alla realizzazione di strutture nella roccia a grandi profondità, fino a ieri inimmaginabile, è oggi reale possibilità. Una scelta che , per i sostenitori di questa soluzione, permetterebbe di ridurre drasticamente i costi di realizzazione dei magazzini, eliminare l’impatto paesaggistico ed abbas-

FRIGOCONSERVAZIONE

Frigoconservazione... statica La Val di Non pensa al sottosuolo

sare il costo energetico-ambientale del prodotto mela perché sottoterra la temperatura è costante, senza il bisogno di grandi quantità di energia per la conservazione. L’approntamento di una camera di magazzinaggio della frutta è un progetto cui il Gruppo trentino Tassullo sta già lavorando d’intesa con Melinda. Ma il direttore del Consorzio Luca Granata ci va cauto: “la sperimentazione è ancora in una fase preliminare, difficile quindi sbilanciarsi e fare dichiarazioni al proposito. Approcciamo spesso soluzioni innovative sia per gli imballaggi che per i macchinari, che per le metodologie in varie fasi di processo perché riteniamo che ciò sia indispensabile per tentare di restare tra i “front runners” del nostro settore di riferimento, ma come spesso avviene il tasso di successo delle sperimentazioni è limitato, direi nell’ordine del 10% e non sappiamo ancora se quella in questione rientrerà o meno in questa limitata percentuale”. Insomma, se sono rose fioriranno... (M.Ald.) www.corriereortofrutticolo.it

49


FRIGOCONSERVAZIONE

A ttualità

50

CorriereOrtofrutticolo

«Sguardo a Est e oltreoceano per recuperare le quote perse» Avanti piano. Ha poco slancio, in Italia, il settore della frigoconservazione che al pari degli altri comparti tecnologici e meccanici legati all’ortofrutta soffre, e non poco, l’attuale situazione di crisi economica. “In Italia c’è un po’ di freno nel settore, la congiuntura si fa sentire”, dice Massimo Mercadini, amministratore unico della Marvil Engineering di Salorno (Bolzano). “I clienti chiedono soprattutto la modifica degli impianti esistenti per effettuare un atmosfera dinamica in geado di evitare trattamenti antiriscaldo. In pochi, pochissimi, si orientano sul nuovo. Sicuramente all’estero il mercato è piu florido; si lavora molto bene soprattutto nell’Est europeo e oltreoceano”. Ovvio che in queste condizioni il fattore prezzo sia strategico, specialmente in alcuni mercati. “Anche perché sulla frutta oggi si guadagna poco, i margini non sono più quelli di una volta”, puntualizza Mercadini. “Oltre a ciò, va detto che il cliente è più attento al risparmio energetico. Ne sono esempio i nuovi assorbitori di Co2 con efficienze maggiori e con risparmio energetico importante: potenze installate ridotte dal 30 al 50 % con uguale rendimento”. A dispetto del trend generale, lo scorso anno Marvil ha aumentato, sia pure in termini modesti, il fatturato “e quest’anno con la spinta estera il trend è da considerarsi ancora positivo”, puntualizza il manager della società altoatesina. Analisi simili, ma non del tutto sovrapponibile, quella della Frigoveneta di Villabartolomea, nel veronese: “Il lavoro per ora c’è, notiamo, semmai, una riduzione dei margini”, mette in rilievo il direttore tecnico Giuseppe Meniwww.corriereortofrutticolo.it

Vendite e margini ridotti spingono le principali realtà italiane a diversificare alla ricerca di mercati più ricettivi. Come testimoniano Marvil Engineering e Frigoveneta

Nella foto nel riquadro, Giuseppe Menini di Frigoveneta

ni. “Le prospettive non sono delle migliori: riteniamo che ci sarà un’ulteriore contrazione delle commesse prima della ripresa. D’altra parte il settore ortofrutticolo non dà segnali di ripresa, anche perchè eventuali investimenti sono sempre vincolati a finanziamenti pubblici o europei. Semmai si registra un certo fermento nel comparto della logistica”. “La contrazione dei consumi colpisce - annota ancora Menini trasversalmente un pò tutti i settori. Il surgelato e la quarta e quinta gamma sembrano però reggere meglio di altri”. E il fattore prezzo? Risulta sempre prioritario? “È sempre più determinante. I clienti ormai desiderano un buon prodotto, affidabile e duraturo, al minor prezzo possibile”. La concorrenza dei prodotti esteri, anche extra Cee, i ridotti margini, la forte dipen-

denza dalla Gdo, la filiera troppo lunga e sbilanciata: questi sono i veri fattori di criticità secondo l’esponente dell’azienda veneta. E poco può la “leva” ambientale: “il risparmio energetico è sicuramente un tema molto sentito, anche se non è un’arma commerciale determinante. Anche il fattore ambientale ha un’importanza crescente, tuttavia non rappresenta ancora un elemento in grado di far incrementare le vendite”. Dal punto di vista normativo, a parte la graduale dismissione degli impianti ad R22, con conseguente rifacimento o retrofit degli stessi, non vi sono grandi novità all’orizzonte. Stabile, negli ultimi anni, il trend di Frigoveneta che dopo aver fatturato 19 milioni di euro nel 2009 e 20 milioni nel 2010 ha chiuso il 2011 con un dato simile a quello di due anni prima. (M.Ald.) G i u g n o

2012


B

CorriereOrtofrutticolo

Antonio Felice

I dati del 2011 confermano che in Italia si sta allargando la forbice tra domanda di biologico (in crescita continua) e offerta (in calo). Sembra assurdo ma è così e la ragione è abbastanza semplice: per chi vende bio il business c’è, per chi lo produce no. Come si possa sopperire a una produzione già insufficiente in alcuni comparti è presto detto: con le importazioni dall’estero, da quei Paesi in cui le produzioni bio sono in continuo aumento o da quelli che stanno scoprendo il biologico solo da qualche anno. Questo alla faccia del km zero, che evidentemente si regge per lo più sul prodotto locale convenzionale. Ma perché in Italia non si può remunerare a sufficienza la produzione biologica al punto che produttori e superfici sono in calo nonostante un aumento del mercato - come ha ricordato di recente Fabrizio Piva del CCPB in valore dell'8,9% nel 2011? Mancano incentivi, manca un serio discorso di filiera in nome della qualità. Il trasformatore, il distributore sono alla ricerca della convenienza e se non la trovano qui la trovano là, in un Paese straniero, magari lontano. Ora occorre vedere chi si voglia muovere per far funzionare meglio e di più la filiera del biologico in Italia. Al di là di alcuni circuiti che ci sono (e sono forti come Ecor NaturaSì, come Apofruit Almaverde Bio, per fare solo due esempi), manca un progetto generale. Ora, si potrebbero tirare in ballo Federbio e AIAB. Ecco un terreno su cui i grandi capi Paolo Carnemolla e Alessandro Triantafyllidis potrebbero incontrarsi, tirare fuori il calumet della pace e fare un discorso serio per rilanciare la produzione, trovare un progetG i u g n o

2012

Il business c’è, ma solo per chi vende. E così la scarsa remunerazione a monte della filiera assottiglia i produttori. Servirebbero incentivi e un progetto globale. Senza divisioni

La Francia supera il milione di ettari

Spagna, indicatori e prospettive sono ok

La Francia crede sempre di più nel biologico. Stando ai datti dell’agenzia Bio, dedita allo sviluppo e alla promozione dell’agricoltura biologica, è stato superato il milione di ettari di terra “organic” nel primo semestre 2012. La dinamica di crescita del biologico continua, sia per quanto riguarda la produzione che per il consumo. Tra il 2010 e il 2011 il numero totale degli operatori bio è salito del 14%, arrivando a 35.271 professionisti del settore a fine 2011. Le aziende bio sono aumentate del 12,3% arrivando a quota 23.135. Nel 2011 le superfici a coltivazione bio sono cresciute del 15,3% superando come detto il milione di ettari nel primo trimestre 2012. Nel 2011 in Francia si sono venduti alimentari bio per un valore di quasi 4 miliardi di euro, l’11% in più rispetto al 2010.

Il mercato spagnolo dei prodotti ecologici crescerà intorno al 12% fino al 2020, anno in cui si prevede che raggiunga un valore delle vendite di 12,182 miliardi di euro, secondo l’analisi comparativa del consumatore di alimentazione ecologica realizzato dalla società di consulenza Everis. L’indagine in questione evidenzia una crescita esponenziale della domanda di questi prodotti. Fattori come la salute, il gusto e la qualità sono i principali motivi di acquisto degli spagnoli, mentre in altri Paesi di Europa la coscienza medioambientale diventa un elemento rilevante per l’acquisto. Il rapporto sottolinea la potenzialità del mercato ecologico in Spagna, con un ritmo di crescita annua nell’ultima decennio del 25%, al di sopra della media Ue (12%).

BIOLOGICO NEWS

Il paradosso del bio italiano: domanda in aumento, offerta giù

to da presentare. Sulle divisioni del biologico sono in molti a marciare. Di fronte a un biologico unito cadono (cadrebbero) gli alibi. E quest’assurdità di un produzione che soffre pur avendo a portata di mano, almeno sulla carta, il successo commerciale, potrebbe essere risolta prima che il nostro Paese perda anche questa occasione, confermando il suo imbarazzante declino. ● www.corriereortofrutticolo.it

51


Quarta - quinta gamma

IV gamma mix di idee marketing e ricerca Al Forum della comunicazione 2012 presentata la case history di Linea Verde e del brand Dimmidisì. Bragotto: innovazione motore centrale dello sviluppo Riflettori sulla IV gamma durante il Forum della Comunicazione 2012, uno dei principali eventi italiani della comunicazione d’impresa e istituzionale tenutosi martedì 5 giugno a Roma: il direttore commerciale de La Linea Verde Massimo Bragotto (foto) ha esposto, in qualità di relatore, la case history di successo del brand DimmidiSì durante il workshop “Dalla corporate communication all'entertainment. Format e performance per comunicare i brand”. L’intervento di Bragotto ha toccato diversi aspetti inerenti la peculiarità dei prodotti DimmidiSì, in primis l’innovazione, e le attività strategiche di marketing e comunicazione che hanno contribuito a far conoscere DimmidiSì come il brand del freschissimo (attualmente ai vertici del mercato dei piatti pronti freschi e delle bevande fresche). Il direttore commerciale dell’azienda ha sottolineato inoltre l’incremento delle esportazioni e del canale ho.re.ca., come dimostra anche la recente apertura del concept store monomarca nel cuore di Milano. Per valorizzare il brand DimmidiSì - ha commentato il direttore commerciale de La Linea Verde abbiamo investito in varie tipologie di comunicazione: la pubblicità televisiva e radiofonica per creare brand awarness; le relazioni pubbliche off e on line che costituiscono l'humus culturale per richiamare l’attenzione degli opinion leader verso il nostro marchio/mondo/azienda; le in store promotion sul punto vendita, fondamentali perché permet52

www.corriereortofrutticolo.it

tono l’assaggio del prodotto proprio dove è in vendita, ma anche dando importanza ai progetti di category management, diventando così partner di diverse insegne per la riorganizzazione degli scaffali, e soprattutto investendo in marketing e ricerca&sviluppo. L’innovazione a 360 gradi - ha proseguito Bragotto - è infatti il nostro vero motore centrale. Ne sono esempio i risultati positivi degli investimenti in marketing emozionale ottenuti con il lancio de DimmidiSì L’insalata del Tricolore, e dalle successive referenze dedicate alla celebrazione della bandiera italiana, e di Hello Kitty by DimmidiSì limited edition, la prima operazione di licensing della IV gamma in Italia. Innovare per noi, infatti, vuol dire anche saper guardare in modo nuovo a un prodotto basico, e, con un intervento creativo sul packaging, renderlo più appealing agli occhi del consumatore”. Il progetto dedicato al tricolore de La Linea Verde prosegue con una nuova proposta vincente: l’Insalata degli Atleti, un’insalata fresca, selezionata, già lavata e confezionata in una busta tematica ideata in occasione delle prossime Olimpiadi. ●

CorriereOrtofrutticolo

Aiipa, Galassini nuovo coordinatore Cambio della guardia all’interno della sezione prodotti ortofrutticoli di IV gamma dell’Aiipa, l’Associazione italiana industrie prodotti alimentari aderente a Federalimentare-Confindustria; il nuovo coordinatore è infatti Umberto Galassini, amministratore delegato di Bonduelle Italia, che raccoglie il testimone da Giuseppe Battagliola, presidente de La Linea Verde. Galassini, classe 1952, dal 2007 Ad di Bonduelle Italia, è tra i manager italiani di maggior esperienza nel settore dei prodotti ortofrutticoli di IV Gamma. Entrato in Bonduelle Italia nel 1983 come Direttore Amministrativo, ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità all’interno del Gruppo Bonduelle, tra cui direttore Generale della filiale italiana dal 1994 al 2000, direttore di Bonduelle Fresco Italia e direttore di Bonduelle Europa Fresco. “Se negli ultimi anni la IV Gamma italiana è cresciuta sino a diventare il primo mercato europeo in volumi e per valore, il merito è anche del sostegno ricevuto da AIIPA e della collaborazione tra le imprese associate”, ha dichiarato Umberto Galassini. “Per questo, intendo onorare l’incarico che mi è stato affidato coordinandomi al meglio con l’avvocato Stirparo, responsabile della Sezione Prodotti Ortofrutticoli di IV Gamma Aiipa, nel perseguire la missione istituzionale della sezione”.

G i u g n o

2012


D

CorriereOrtofrutticolo

Il patron di Esselunga ai Georgofili: cinque ore di lavoro festivo van bene Liberalizzazioni e aperture domenicali, concorrenza, futuro ruolo della grande distribuzione. Su questi e altri temi un vulcanico Bernardo Caprotti patron di Esselunga, ha discusso per oltre due ore all’Accademia dei Georgofili di Firenze tenendo una lectio magistralis. Sul decreto liberalizzazioni l’ottantasettenne Caprotti non ha dubbi: “Sono per la libertà selvaggia”. Lo ha dichiarato, senza remore, in un’intervista a QN. “Sul discorso degli orari il Papa mi ha fatto arrabbiare. La domenica mattina si può tenere aperto, dalle 9 alle 14. Anche se non condivido le aperture continue e notturne di Los Angeles o Chicago, ma 5 ore domenicali aiutano i clienti, fanno bene alle buste paga e consentono di programmare nuove assunzioni”. Nel corso dell’intervista si prendono in considerazione anche le critiche mosse all’imprenditore milanese, tra cui quella di vendere asparagi peruviani e uva cilena in gennaio. “Si, vendo asparagi fuori stagione ma non li mangio. Aspetto che maturino. Però penso ai campesinos che coltivano l’asparago che hanno diritto di mangiare...”. E la Gd cosa deve aspettarsi in futuro? “Oggi possiamo vendere e comprare cose impensabili: in tutte le stagioni. Però dobbiamo poter agire in libertà. Senza la burocrazia che strangola. E con la benedizione del Papa anche se apriamo la domenica mattina”. ● G i u g n o

2012

Tassinari: bisogna rimettere soldi nelle tasche degli italiani, per la Gd è sempre più dura In un’intervista al presidente di Coop Italia, Vincenzo Tassinari, apparsa nei giorni scorsi sul quotidiano "Il Resto del Carlino”, il direttore del “Corriere Ortofrutticolo” Lorenzo Frassoldati, affronta il tema più importante oggi sul tappeto: crisi econonica e calo dei consumi. La previsione di Tassinari è che nella seconda metà del 2012 “la recessione picchierà sempre più duro". “Il nostro barometro di giugno purtroppo segna tempo orribile”, prosegue Tassinari. “Il 33% dei nostri soci e consumatori (era il 24% solo 3 mesi fa) prevede un peggioramento delle proprie condizioni economiche. Sull’immediato futuro incombe anche l’incognita dell’aumento dell’Iva, una vera mannaia per tutti i consumatori che, sommata agli aumenti della tassazione, dei carburanti e tariffe, può pesare sui redditi delle famiglie per un importo pari a 2.700 euro. Tutto ciò aggravato da un ulteriore effetto negativo dovuto all’inflazione (+3,8% sui beni di largo consumo confezionati nel primo quadrimestre)”. Per Tassinari “la politica del governo deve prendere la strada del rilancio dell’economia e della difesa degli oltre 19 milioni di famiglie che stanno nella fascia medio-bassa di redditi disponibili e che hanno assoluto bisogno di un sostegno chiaro e forte”.

Sigma: Magnanini subentra a Basciu

Francia, Leclerc travolge gli avversari

Passaggio di consegne anticipato alla presidenza di Sigma, retailer di punta nel panorama della distribuzione moderna italiana, con oltre 2.500 punti di vendita e un fatturato di 5,8 miliardi di euro: ad Antonello Basciu, che ha lasciato per ragioni personali, succede Eros Magnanini, vicepresidente vicario Sigma e direttore generale di Realco, socio di Sigma fin dal 1962, anno della sua fondazione. La decisione è stata ufficializzata dal Cda del 6 giugno. A Immacolato Bonina la funzione di vicariato e ad Oreste Santini, presidente di Consorzio Europa, la carica di vice, confermata anche a Raniera Sopranzetti di Coal.

In Francia la catena di prodotti alimentari Leclerc continua la sua crescita conquistando il 18,6% del mercato dei consumatori francesi nel bimestre aprile/maggio. Nella sua continua corsa riesce a battere Intermarché (12,6%) ma sprattutto Carrefour che con l’11,1% indietreggia dello 0,8%. Lo stesso si può dire per altri gruppi importanti come Auchan (8,4% e -0,3% in termini di crescita), Carrefour Market (7,6% e -0,7%) Géant Casino (2,6% e -0,2%).

www.corriereortofrutticolo.it

DISTRIBUZIONE

Caprotti: «Aperture domenicali, che c’è di male?»

53


L ogistica flash

CorriereOrtofrutticolo

PORTI/1

NORME

PORTI/2

Genova “ponte” tra Nord e Med

Pratiche doganali, niente semplificazioni

Anversa si accorda con un “big” indiano

L’eliminazione dal Decreto Sviluppo della semplificazione delle pratiche doganali, cosiddetto Sportello Unico, costituisce per il sistema economico nazionale un grave atto, che espone ulteriormente l’Italia in termini di sperequazione con gli altri Paesi europei. “Il gap burocratico ancora una volta penalizzerà il sistema italiano. Riteniamo grave non perseguire un’attività di oggettiva semplificazione che per l’economia italiana è una delle principali leve di ripresa e di sviluppo. Senza semplificazione si amputa la logistica nazionale della capacità competitiva sui mercati internazionali, con gravi conseguenze per le attività produttive e commerciali che insistono sui nostri territori” commenta il Presidente di Assologistica Carlo Mearelli. Assologistica è fortemente preoccupata e chiede un incontro urgente con il Ministro Passera.

Port of Antwerp International (PAI), la filiale internazionale della società portuale di Anversa, ha concluso un accordo con Essar Ports Limited (EPL), il secondo operatore portuale più importante privato dell’India. La collaborazione prevede di puntare alla formazione, la consulenza, la pianificazione portuale e l’aumento della produttività e della qualità dell’offerta. Grazie a tale collaborazione, la visibilità del porto di Anversa in India dovrebbe aumentare considerevolmente. Da notare che il Porto of Antwerp International investe 25 milioni di euro nel suddetto operatore indiano, diventando in questo modo anche azionario dello stesso gruppo. Noord Natie Terminals, intanto, aumenterà la propria capacità di stoccaggio nel porto di Anversa di 155.000 metri cubici. Con tale espansione la società di Anversa raggiungerà una superficie totale di 450.000 metri cubici. Questa decisione è dovuta alla recente partecipazione del 25% del gruppo norvegese Odfjell nella società portuale di Anversa. Da notare che Odfjell si occupa del trasporto e dello stoccaggio di prodotti chimici ed opera sia ad Anversa che a Rotterdam.

Il ruolo di Genova, come punto di connessione tra il Corridoio Mediterraneo e lo sbocco verso i mari del Nord è stato uno dei temi centrali della presentazione, durante il salone internazionale della logistica di Barcellona (Sil), del progetto relativo al Corridoio Mediterraneo e dello stato di avanzamento dei lavori di grandi opere infrastrutturali europee. “Il lavoro svolto all'interno di una organizzazione come Ferrmed - ha detto Tirreno Bianchi, riconfermato alla vicepresidenza dell’associazione - ci ha permesso di presentare Genova come snodo fondamentale tra il Corridoio Mediterraneo e i porti del Nord Europa. I dati proposti dal Ministero dei Trasporti hanno confermato la potenziale funzione strategica di Genova alla luce del processo di realizzazione dei lavori del Terzo Valico, opera più matura e più avanzata nel panorama dei grandi interventi infrastrutturali italiani”. L'incontro di Barcellona è stato anche l'occasione per presentare la potenziale candidatura del capoluogo ligure ad ospitare l'edizione 2013 del Sil. “Questa è l'occasione di riportare su Genova l'attenzione di tutta la comunità marittimo-portuale”.

il vostro sito è online iscriviti alla newsletter quotidiana newsletter@corriereortofrutticolo.it 54

www.corriereortofrutticolo.it

G i u g n o

2012


M

CorriereOrtofrutticolo

Eliana Rapisarda

C’è una nuova fiera per il settore ortofrutticolo in Turchia che punta prepotentemente verso l’internazionalizzazione. Si chiama Halser Fair e la seconda edizione si è svolta dal 23 al 26 maggio 2012 a Istanbul. Nonostante i numeri non siano ancora di alto livello, la crescita registrata quest’anno rispetto all’anno passato fa ben sperare per il futuro del salone. Si parla infatti di un 40% di espositori in più: 92 contro i 63 del 2011. L’organizzazione è a carico della agenzia MSK di Antalya ma può contare su un partner fondamentale come il Mercato all’Ingrosso di Istanbul. A rafforzare questa partnership, la fiera stessa è infatti allestita nei corridoi del centro direzionale del mercato, cosa che consente una particolare vicinanza con gli operatori e con tutto il settore. La partecipazione tuttavia non coinvolge unicamente il bacino di Istanbul ma ha interessato quest’anno anche altre regioni del vasto territorio turco, per diventare progressivamente un importante punto di riferimento per il settore ortofrutticolo a livello nazionale. Questa è infatti la missione della fiera fin dalle sue origini, soprattutto alla luce del fatto che Istanbul non è tanto un’area produttiva quanto piuttosto un bacino commerciale, e può quindi di diritto candidarsi ad essere fulcro accentratore per la principali regioni produttrici di ortofrutta turche (Antalya, Mersin, Izmir, Bursa) e per l’intera filiera. In occasione della nostra visita alla fiera di Istanbul, il direttore generale del Mercato all’Ingrosso, Ali Bayram Cakiroglu (nella foto a destra rispetto allo staff Syngenta), ci ha confermato questa G i u g n o

2012

Buoni risultati per la seconda edizione della kermesse organizzata a Istanbul. Obiettivo internazionalizzazione in un momento di grazia per l’economia turca

prospettiva. “Una delle ragioni che ci ha spinto a supportare questa fiera - ci ha spiegato il direttore - è il fatto che non ce n’è un’altra simile in Turchia, che riunisce in uno stesso salone settori diversi tra loro, dai prodotti ortofrutticoli alle sementi ai prodotti per il packaging ed il trasporto. Inoltre, tenendosi in una sede distante dalle zone di produzione, può ambire a diventare un evento commerciale di importanza nazionale e in un futuro anche internazionale”.

MONDO

Halser Fair rassegna in crescita nella Turchia dei “miracoli”

Un’altra missione importante della fiera Halser secondo Ali Bayram Cakiroglu riguarda i consumatori, che “grazie a questa manifestazione possono avvicinarsi al settore e cominciare a conoscere da vicino come viene prodotta, lavorata e confezionata la frutta e la verdura che raggiungono le loro tavole, oggi che l’agricoltura è sempre meno un’attività di famiglia”, ci ha spiegato il direttore. L’organizzazione di questo evento si inserisce infatti nel piano di www.corriereortofrutticolo.it

55


M

ondo sviluppo agricolo in cui è impegnato da qualche tempo il governo turco, con il Primo Ministro Erdogan in prima linea. Oggi la Turchia compare già tra le prime dieci maggiori potenze agricole al mondo, ma il potenziale di miglioramento è enorme se si pensa che tecniche agricole avanzate vengono utilizzate solo da pochi anni. “Grazie a questo salone ci proponiamo di contribuire all’obiettivo del governo di raggiungere $500 miliardi di esportazioni totali entro la fine del 2023”, ha sottolineato il direttore Ali Bayram Cakiroglu. Un obiettivo non troppo ambizioso per un paese (con una popolazione di 72.752.325) la cui economia registra la seconda migliore crescita al mondo dopo la Cina. E a cui il settore agricolo può contribuire in maniera significativa. Obiettivo standard europei Con un volume annuale di 3,2 milioni di tonnellate di frutta e verdura, il mercato all’ingrosso del lato europeo di Istanbul (Bayrampasa-Center) rappresenta un’importante centro per il commercio ortofrutticolo della Turchia. L’ortofrutta confluisce da tutte le principali aree produttive del paese, ma le esportazioni rappresentano ancora una minima parte del volume commercializzato e il bacino di utenza principale resta l’area di Istanbul. La frenetica e a tratti caotica attività all’interno del mercato viene realizzata da 571 grossisti, che espongono la loro merce negli stand aperti, con accesso diretto all’area antistante ingombrata da disordinati furgoni e camioncini. È possibile trovare ogni tipo di frutta e verdura, dalle mele all’uva da tavola alle ciliegie, dalle zucchine alle melanzane ai peperoni, oltre che enormi quantità di pomodori ed erbe aromatiche. Solo pochissime quantità di merci sono importate, tra cui qualche mela italiana e qualche kiwi. La qualità non è la migliore, come abbiamo potuto constatare

56

www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticolo

durante la nostra visita in occasione della fiera Halser. Anche perché anche in Turchia sono ormai le catene di supermercati a ricevere i prodotti premium. L’avanzare dei supermercati è anche il motivo per cui il volume commercializzato nel mercato è in lieve calo, dal momento che la maggior parte delle catene si riforniscono direttamente dalle zone di produzione. La superficie dell’area di movimentazione antistante il mercato è quasi invisibile, totalmente occupata dall’ortofrutta in attesa di essere caricata sui furgoni. Una parte dei prodotti viene trasportata in cassette di plastica, solo alcuni sono confezionati in vassoi di carta con il loro film protettivo ma nella maggior parte l’ortofrutta viene venduta sfusa in grandi sacchi trasparenti. Secondo il direttore del mercato Bayram Ali Cakiroglu, “i diversi imballaggi e le varie tipologie di furgoni per il trasporto che oggi caratterizza la nostra attività verranno presto standardizzati come parte del programma di riforma che sta coinvolgendo diversi aspetti della gestione dei mercati all'ingrosso turchi”. Una nuova legislazione per il settore alimentare a è infatti entrata in vigore di recente (gennaio 2012), il cui focus principale è il consumatore, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei prodotti e delle informazioni fornite, e l’aumento dell’export. Il cambiamento più radicale ri-

guarda la tracciabilità dei prodotti, che “sarà ora obbligatoria e meglio regolata, in particolare per le esportazioni”, ci ha spiegato Cakiroglu. “Un’altra novità importante conseguente alla precedente è che ora le analisi sui prodotti ortofrutticoli potranno essere effettuate dagli stessi mercati all’ingrosso”, potendo così garantire la qualità e la sicurezza della frutta e della verdura che viene commercializzata attraverso di essi. Inoltre, dal gennaio 2012 la Turchia ha deciso di adottare gli stessi standard agricoli dell’Unione Europea non solo per le esportazioni, ma anche per il mercato interno. I produttori avranno tre anni di tempo con conformarsi alle nuove regole. Una vera rivoluzione dunque per le campagne turche, come ci ha confermato il direttore generale Cakiroglu: “Il governo sta incoraggiando un grande cambiamento delle coltivazioni agricole, che oggi sempre più non sono più gestite solo per il consumo familiare ma anche per il commercio, grazie all’utilizzo di tecnologie più avanzate”. Lo scorso anno la Turchia ha prodotto 45 milioni di tonnellate di frutta e verdura, di cui solo il 5% è stato esportato. Non appena la capacità di coltivazione e di esportazione del paese migliorerà, gli altri player mediterranei dovranno prendere nuove misure, o optare per nuove strategie di cooperazione. e.rapisarda@greenmed.eu G i u g n o

2012


M

CorriereOrtofrutticolo

Si terrà a Granada, nella sede del Palazzo dei Congressi della città andalusa, dal 21 al 23 novembre prossimi, il quinto Green Med Forum, l’incontro itinerante sull’economia agricola euro-mediterranea che dal 2008 si svolge a cadenza annuale in una nazione diversa, promosso dalla rivista Green Med Journal, del nostro gruppo editoriale, sotto il patrocinio di importanti enti internazionali e nazionali. La scelta sull’Andalusia, una delle più forti regioni ortofrutticole d’Europa e la prima regione olivicola del mondo, cade in un momento in cui la Spagna è chiamata, in un momento di particolari difficoltà in tutta Europa, a scelte importanti a sostegno e a promozione di produzioni che sono una componente essenziale della sua economia. Il Forum intende quindi sottolineare, in questo momento particolare, la centralità della Spagna e dell’Andalusia nello scenario agricolo europeo e mediterraneo. È attesa all’evento un’importante e composita delegazione italiana. A questo proposito il Forum sarà un momento esclusivo di confronto tra Italia e Spagna sui temi dell'ortofrutta e dell’olio d’oliva, oltre a presentare importanti opportunità di business. Le precedenti edizioni del Forum si sono svolte a Koper - Slovenia, ad Alessandria d'Egitto, a Roma e a Tunisi. Nei tre giorni dell’evento si svolgono seminari specializzati sull'ortofrutta, l’olio d’oliva e il settore ittico, momenti istituzionali alla presenza di autorità europee e di diversi Paesi, incontri d'affari, visite guidate ad alcune delle realtà più significative dell'agricoltura andalusa e granadina in particolare, oltre che a strutture logistiche come il porto di Motril. Il 2012 è stato dichiarato anG i u g n o

2012

L’incontro itinerante sull’economia agricola mediterranea fa tappa quest’anno in Andalusia, tra le regioni leader dell’ortofrutticoltura europea. Riflettori anche sull’olio

MONDO

A Granada dal 21 al 23 novembre il quinto Green Med Forum

David Del Pino general manager di La Palma; Fulgencio Torres Moral, presidente di El Grupo; José Bermudez, direttore di Motrilport. Sopra il palacongressi di Granada

no della Cooperazione a livello internazionale. Per questo al Forum di Granada - una delle province spagnole con più forte presenza di cooperative agricole - è già arrivato il patrocinio del COGECA, l’organismo che rappresenta a Bruxelles tutte le cooperative europee, e l’adesione dell’associazione FAECA che sul territorio raggruppa il 100 per cento della cooperazione agricola. Il presidente di COGECA, l’italiano Paolo Bruni, ha garantito la sua presenza. Per l’aspetto business, importante sarà la presenza a Granada di buyers e importato-

ri dei nuovi mercati emergenti dell’Est europeo e della Russia. Agli incontri b2b si affiancherà anche una parte espositiva rivolta ai settori dell’ortofrutta e dell’olio d’oliva. Il fascino di Granada, città sede del monumento più visitato di Spagna - l’Alhambra contribuirà certamente al successo dell’evento. La città andalusa è dotata di un aeroporto con collegamenti quotidiani con Barcellona e Madrid. Le basi per la scelta di Granada sono state gettate in lunghe settimane di preparazione e in un sopralluogo compiuto dallo staff di www.corriereortofrutticolo.it

57


M

ondo GreenMed nel corso del quale sono stati avviati contatti con realtà significative della produzione di Granada come le grandi cooperative ortofrutticole La Palma (primo produttore al mondo di cherry tomatoes) e El Grupo, con i coltivatori dell'unica produzione europea di frutta tropicale, con i dirigenti del porto di Motril, con il presidente Gregorio Nùñez e il direttore signora Carmen Alvarez dell’associazione FAECA, con i dirigenti del Palazzo dei Congressi, con il segretario generale di Infaoliva, Enrique Delgado. Decisivo è stato il supporto trovato sul luogo dall’agenzia Catalweb-Ecoarea Spagna. Per il 2012 la scelta era caduta già un anno fa, durante il Forum di Tunisi, sulla Spagna ma bisognava scegliere la città e a lungo sono state in ballottaggio Madrid, Barcellona e Granada. Sul sito www.greenmed.eu è stato lanciato mesi fa un sondaggio sulla sede ideale e, alla fine, la candidatura più forte è apparsa Granada. Ora il dado è tratto e la promozione dell’evento è partita alla grande in Spagna (vedi il sito internet in lingua spagnola www.greenmedforumgranada.com) e sta per partire in Italia e in altri Paesi. Una importante novità

58

www.corriereortofrutticolo.it

Al centro Carmen Àlvarez Toro e Gregorio Nùñez, direttrice e presidente di Faeca

è certamente la presenza di buyers provenienti dai mercati emergenti, come l’Ucraina, dalla Russia, dai Balcani, da Praga, buyers che trasformeranno in momenti particolarmente interessanti e concreti gli incontri business-to-business. Incassato il patrocinio del COGECA, l’evento è in attesa del supporto del Parlamento Europeo, del governo regionale dell’Andalusia, del Ciheam di Parigi, dell’assemblea delle Regioni ortofrutticolo europee AREFLH, di Freshfel, di Assomedmarkets. Il programma prevede argomenti nuovi, che saranno trattati in seminari separati il 21 novembre, uno sulla gestione dell’acqua in agricoltura in ambiente mediterraneo, l’altro sui temi della pesca, ma il clou sarà ancora una volta rappresentato dall'ortofrutta con due importanti sessioni il giorno 22 novembre,

una sul commercio ortofrutticolo in Europa dell’Est e in Russia e i suoi rapporti con i Paesi produttori del Mediterraneo, l’altra sulla logistica, le linee marittime specializzate e la logistica integrata dell’ortofrutta. Per l’olio d'oliva si tratteranno i tema della qualità, dell’olio biologico e di un marchio per l’olio mediterraneo. Ma saranno gli incontri d’affari nei giorni 21 e 22 e le visite guidate alle aziende andaluse del 23 novembre i due momenti forti di un Forum in cui non si vuole fare dell’accademia ma dare un contributo concreto ai settori coinvolti in un momento in cui nessuno può permettersi di perdersi in chiacchiere: un incontro che vuole essere utile e creare opportunità per tutti i partecipanti che sono attesi da una dozzina di Paesi. (A.Fel.)

G i u g n o

2012


M

CorriereOrtofrutticolo

Boom dell’export di agrumi di Almeria (Spagna). Secondo i dati emersi dall'ultimo rapporto rilasciato dall'Istituto spagnolo per il Commercio Estero (elaborati dal Consiglio per il settore agricolo della Giunta dell’Andalusia), tra gennaio e marzo di quest’anno la Provincia autonoma spagnola ha esportato 14,5 milioni di chilogrammi di agrumi, il 65,7% in più rispetto allo stesso periodo del 2011. Il valore ha raggiunto i 9,2 milioni di euro (+48%). Rispetto al totale delle esportazioni dell'intera Provincia, in termini di valore l'export di agrumi si colloca al sesto posto. In particolare, le arance rappresentano oltre il 50% delle esportazioni di agrumi, con vendite superiori ai 4,6 milioni di euro mentre l’export di mandarini ha toccato i 3,1 milioni euro e quello di limoni è stato pari a 1,2 milioni euro. Da sottolineare che questi ultimi due comparti (mandarini e limoni) hanno registrato un incremento del 70% rispetto al primo trimestre dello scorso anno. La Germania è il principale mercato di destinazione degli agrumi di Almeria: in totale tra gennaio e marzo vi sono stati spediti agrumi per un valore di circa 3 milioni di euro (quasi un terzo del totale delle esportazioni di arance, mandarini e limoni). In Francia, invece, sono stati inviati agrumi per un valore di quasi 2 milioni di euro, corrispondente al 20,6% del totale, mentre i Paesi Bassi hanno assorbito il 17,5% dell’export totale. Infine altri Paesi importanti per l'export di agrumi di Almeria sono stati il Belgio, la Romania, l'Arabia Saudita e la Polonia. (Fonte: Almeria 360) Inverno promettente quello 20112012 per il mercato andaluso delle fragole. Secondo i dati diffusi G i u g n o

2012

Impennata delle vendite di arance di Almeria tra gennaio e marzo (+65% sul primo trimestre 2011), mentre a Huelva viene messo a segno un +30%

MONDO

Andalusia, volano le esportazioni di agrumi e fragole

Il “regno” delle serre alimenta il business Mare, montagne brulle, serre. È l’“istantanea” di Almeria, una delle capitali europee delle colture protette, presidio delle principali aziende di sementi e di fitofarmaci che da qui traggono grande linfa per i rispettivi business. Le colture protette in Spagna (stando ai dati Hm Clause) rappresentano un mercato da 140 milioni di euro e solo nella zona di Almeria sono estese su circa 27 mila ettari: una immensa distesa di plastica bianca visibile dal satellite affidata a 10 mila coltivatori che danno lavoro a un centiniao di migliaia di persone e producono per l’80% sotto controllo biologico o lotta integrata, con i raccolti che sfiorano quota 3 milioni di tonnellate per un valore di 2,1 miliardi di euro. Il 63% delle produzioni è destinato all’estero con la Germania a guidare la classifica con 500 mila tonnellate davanti a Francia (295 mila), Paesi Bassi (225 mila), Inghilterra (195 mila), Italia (123 mila) e Polonia (70 mila). Quanto alle specie, il pomodoro è largamente in testa con 900 mila tonnellate poco meno del doppio del peperone (470 mila tons). Importanti anche le colture del cetriolo (420 mila tons), della zucchina e del cocomero (300 mila tons ciascuno) oltre che del melon (130 mila tons). Il gruppo Hm Clause, controllato dalla multinazionale francese Limagrain ha qui un Centro di ricerca dedicato prevalentemente al melone che recentemente ha ospitato un gruppo di giornalisti di vari Paesi (si veda anche Corriere Ortofrutticolo di maggio), occasione per approfondire la conoscenza di un sodalizio in costante sviluppo. (M.A.) dal ministro andaluso per l’Agricoltura Luis Planas, tra il dicembre e il marzo scorsi l’Andalusia, e in particolare la regione di Huelva, hanno aumentato l’export di fragole del 30% rispetto allo stesso periodo dell’annata precedente, superando, a valore, i 193 milioni di euro. A volume invece sono state raggiunte 84 mila tonnellate. Planas, che nell’occasione della sua visita a Bonares (Huelva) ha incon-

trato l’associazione dei produttori ed esportatori di fragole Freshuelva, come riportato da diverse testate giornalistiche locali, ha incoraggiato i rappresentanti del settore a concentrare ulteriormente l’offerta di prodotto per rafforzare la posizione dei produttori all’interno della catena alimentare, necessaria, secondo il ministro spagnolo, nel quadro della futura riforma della Politica agricola comunitaria. ● www.corriereortofrutticolo.it

59


M

ondo

CorriereOrtofrutticolo

Il Perù sogna di diventare leader mondiale nell’export L’America Latina si candida ad essere l’area geografica leader nell’ortofrutta a livello mondiale. Alle realtà straordinarie dei piccoli Paesi dell’America Centrale, che già hanno la leadership mondiale per l’export di banane (primo frutto al mondo per quantitativi consumati) e ananas (il frutto che in Italia e in Spagna ha fatto registrare negli ultimi anni gli incrementi più forti nei consumi) si aggiungono le ambizioni di giganti come il Brasile, il Cile, l’Argentina, il Perù e la Colombia. Tra i Bric, il Brasile ha alcuni presupposti per candidarsi ad essere la prima potenza agricola al mondo. Ma, attenzione, dopo diversi anni di forte crescita, negli ultimi trimestri il Brasile sta attraversando un periodo meno florido. Oggi il “miracolo brasiliano” - commentano alcuni analisti - appare in un contesto meno lusinghiero, quello dell’esplosione del credito come motore dell’attività economica. Contrariamente alla Cina, che ha puntato tutto sulle esportazioni per svilupparsi, il Brasile ha scommesso sui consumi delle famiglie per dinamicizzare la sua attività economica. Ma questo modello mostra oggi i suoi limiti e i suoi rischi, con una recrudescenza dei mancati rimborsi dei prestiti. Ad aprile, la percentuale di mancati pagamenti nel credito al consumo aveva raggiunto il livello massimo degli ultimi otto mesi, 8% contro il 7,8% del mese precedente. Con l’aumento dei mancati rimborsi, i consumi delle famiglie non appaiono più in grado di sostenere la crescita. Il taglio dei tassi ufficiali, dal 12,5% di luglio 2011 all’attuale 8,5%, non permette alle famiglie di indebitarsi di più ma è invece sfruttato per rifinanziare il debito già esistente. Dopo una crescita deludente nel 2011, l’economia brasi60

www.corriereortofrutticolo.it

Impetuoso lo sviluppo del Paese sudamericano, che sarà partner di Fruit Logistica 2013. Sempre più competitiva l’America Latina dell’ortofrutta, anche se il Brasile rallenta

Sopra José Luis Silva Martinot, ministro Peruviano degli affari esteri, con (a destra) Jörg Zehnle, Managing Director della Camera di Commercio tedesco-peruviana e rappresentante della fiera di Berlino in Perù. A fianco, il logo del Perù Paese partner di Fruit Logistica 2013

liana non farà molto meglio quest’anno. Se il vero gigante dell’America Latina rallenta (ma attenti, la sua agricoltura ha potenzialità eccezionali) è l’export ortofrutticolo del Perù a crescere continuamente e in maniera costante. Secondo il ministero del Commercio estero e del turismo (MINCETUR) si sta assistendo a una crescita media annuale del 27%. Tra il 2000 e il 2011 le esportazioni di frutta e verdura sono passate in valore da 101 milioni a circa un miliardo di dollari, con un’ottima diversificazione dell’offerta. Secondo il ministro Jose Luis Silva, se le esportazioni continueranno a progredire a questo ritmo, il Perù può diventare il primo esportatore al mondo di frutta e verdura. L’export agricolo del Perù quest’anno dovrebbe crescere notevolmente, segnando un

+15%, grazie anche a un buon avvio della stagione. Secondo i dati rilevati dal ministero dell’Agricoltura del Paese sudamericano nel primo trimestre del 2012 le esportazioni sono aumentate del 16,6%. Le esportazioni sono state favorite in primis dagli accordi di libero scambio che il Perù ha stretto con Cina, Giappone e Stati Uniti, ma anche da prezzi favorevoli per alcuni prodotti tra cui asparagi, mango e uva da tavola. In termini di import, gli Stati Uniti sono stati il primo mercato di destinazione dei prodotti peruviani assorbendo il 23% dell’export totale di ortofrutta, seguiti da Paesi Bassi (13%), Colombia (7%), Germania (6%), Spagna (6%) ed Ecuador (5%). Crescono le aree dedicate alle varie colture. Per quanto riguarda l’uva da tavola, secondo il sito internet Agraria.pe, nel Paese sudaG i u g n o

2012


M

CorriereOrtofrutticolo

Nel corso dell’assemblea generale di Freshfel Europe, l'associazione europea che rappresenta l'intera filiera ortofrutticola, svoltasi 19 giugno a Bruxelles è stato eletto il nuovo direttivo: alla presidenza è stato nominato Philippe Henri (Creno/UNCGFL, Francia; nella prima foto). La vicepresidenza va Luc Clerx (Zespri), mentre la scelta del tesoriere è caduta su Jérôme Fabre (Compagnie Fruitière). Significativi riconoscimenti anche per l’Italia, visto che i consiglieri di Fruitimprese Antonio Orsero e Salvo Laudani (nella seconda e terza foto) sono stati eletti presidenti del comitato banane e del comitato agrumi. Per Orsero si tratta di una riconferma. Entrambi entrano di diritto nel Consiglio direttivo di Freshfel. Nel sottolineare l'importanza dell'incarico ricevuto il presidente di Fruitimprese Marco Salvi, anch'esso presente all’assemblea di Freshfel, ha espresso grande soddisfazione per il riconoscimento ottenuto che premia l’impegno e mericano nell’ultimo periodo le superfici investite sono aumentate del 20%, arrivando a 12 mila ettari. A questo si aggiungono le buone previsioni di esportazioni, che dovrebbero lievitare ulteriormente nel corso della seconda parte di quest’anno e nel 2013. La varietà Red Globe rappresenta il 60% dell'export delle uve, di cui si auspicano ulteriori crescite nei volumi esportati. Bene anche le varietà senza semi come Fiamma, Sugraone, Crimson e Thompson. Juan Carlos Brignardello, amministratore delegato della Viticola SA spera in una crescita delle esportazioni verso l'Asia, in particolare in Cina, oltre che in Europa in particolare in Germania. Non è dunque un caso che il Perù sia il Paese partner di Fruit Logistica 2013, che si svolgerà dal 6 al 8 febbraio del prossimo anno alla fiera di Berlino. Christian Göke, amministratore di Messe Berlin, commenta: “Sono contento che il Perù si presenterà con la sua varietà di prodotti ortofrutticoli di alta qualità, godendo così di una fama sempre più internazionale. G i u g n o

2012

MONDO

Il francese Philippe Henri al vertice di Freshfel Europe Orsero e Laudani presidenti dei Comitati banane e agrumi

gli sforzi di Fruitimprese sia in Italia che sui mercati esteri. L'incontro di Bruxelles ha fornito l’occasione per celebrare i dieci anni di vita di Freshfel e delle sue iniziative a favore del settore ortofrutticolo. Il delegato generale di Freshfel Europe, Philippe Binard, ha presentato all’assemblea il rapporto sulle attività annuali svolte nel biennio 2010-2011. Il documento, di 36 pagine, riassume la politica di Freshfel e le varie aree che hanno visto impegnata l'organizzazione nel corso degli scorsi mesi ed è scaricabile su internet dal sito www.freshfel.org

Fruit Logistica è il luogo più adatto per poter aumentare l'export dei propri prodotti freschi, perché qui si incontra tutto il settore ortofrutticolo mondiale”. Secondo i dati di PromPerù (Commissione per la promozione turistica e l’export), il Paese sudamericano ha esportato 842 milioni di tonnellate di prodotti ortofrutticoli l’anno scorso, per un valore di 1,1 miliardi di dollari. I principali prodotti spediti sono stati, in ordine di valore: l’uva (299 milioni di dollari), l’asparago (289 milioni di dollari), l’avocado (164

Un grossista al Mercato di Lima

milioni di dollari), il mango (117 milioni di dollari), la banana (69 milioni di dollari) e il limone (66 milioni di dollari). Tra i partner commerciali più importanti si annoverano l’Usa (37%) e l’Olanda (24 %), seguite da Gran Bretagna, Spagna e Hong Kong. Non dimentichiamo che il Perù è il primo paese esportatore mondiale di asparagi, mentre è al secondo posto nell'export di avocado ed al terzo nell'export di banane biologiche. Il Paese si aspetta inoltre una continua crescita per le spedizioni di melograni, mirtilli, fichi e cherimoya. La prima partecipazione ufficiale del Perù a Fruit Logistica si è svolta nel 2003. Da quel momento sia la superficie espositiva che il numero degli espositori è continuamente aumentato. Con la partnership alla manifestazione fieristica di Berlino, il Perù si propone di aprire nuovi mercati in Asia e in Europa dell’est, di rafforzare il potenziale di vendita dell’avocado e degli agrumi in Europa e in Usa, nonchè di consolidare i rapporti con i mercati esistenti. (A.Fel.) www.corriereortofrutticolo.it

61


P U B B L I C I T À

C H E

F R U T T A

Frutta e ortaggi parlano piemontese con Ortofruit Italia

“Progetto bimbi” in Val Venosta

Al via la seconda edizione della campagna promozionale firmata dall’Organizzazione di Produttori Ortofruit Italia (aderente a Fedagri Confcooperative Piemonte) in collaborazione con Nordiconad, l’impresa cooperativa tra dettaglianti associata al Consorzio Nazionale Conad, nata per favorire il consumo stagionale dei prodotti ortofrutticoli evidenziandone il legame con il territorio piemontese grazie a un progetto di filiera corta connotato da una forte innovatività commerciale. L’iniziativa - lanciata in anteprima lo scorso giugno a battesimo del brand “Ortaggi che parlano piemontese” - ritorna con un ampliamento del paniere che, agli ortaggi, va ad affiancare tre nuove referenze frutticole: pesche, nettarine e pere Madernassa, che valgono la ridenominazione in “Frutta e ortaggi che parlano piemontese”. La linea di prodotti dell’ortofrutta piemontese - caratterizzati dal nome dialettale (con indicazione aggiuntiva in italiano per chiarezza verso il consumatore) – dal 26 giugno all’11 novembre prossimi offrirà un calendario di promozioni commerciali in 160 punti vendita della rete Nordiconad di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, arricchito dal coinvolgimento in-store dei produttori associati a Ortofruit Italia. Fiore all’occhiello dell’edizione 2012, la novità del concorso di ricette “Scopriti chef che parla piemontese” che esalterà il rapporto diretto tra prodotto e consumatore grazie al binomio cucina-territorio, che si farà interprete della tipicità e “unicità” dei sei prodotti protagonisti della promozione: tumàtica (pomodoro cuore di bue), cossot (zucchino chiaro fiore), caulifiòr (cavolfiore bianco e verde), mlòn (melone retato), pèrsi (pesca e nettarina) e prùss (pera Madernassa).

Il 9 aprile ha preso il via, in punti vendita di selezionati clienti del nord Italia, il nuovo “progetto bimbi” che Mela Val Venosta ha ideato appositamente per i più giovani. Il progetto ruota intorno al divertente e fantasioso mondo di Crocville: un luogo immaginario nel quale i protagonisti sono gli elementi della natura. Goldy, Nella, Ray... sono solo alcuni dei 20 simpatici protagonisti che accompagneranno i bambini alla scoperta del mondo Crocville, che altro non è che la magica Val Venosta con l’incanto della sua terra.

Concorso consumer ultimo atto della campagna 2011-2012 di MelaPiù

Nuovo pack Pensato per i bimbi è composto da sei mele Golden Val Venosta di piccolo calibro (70/75) racchiuse all’interno di un divertente e allegro vassoio raffigurante i personaggi di Crocville.

Con l’estrazione finale del concorso consumer “MelaPiù, a tavola l’eccellenza è firmata” svoltasi nella prima decade di maggio si è conclusa la campagna pubblicitaria 2011-2012 della Fuji contraddistinta dal brand MelaPiù. Le oltre 80.000 giocate in due mesi sono un buon indice del gradimento riscosso dal concorso da parte dei consumatori, operazione che come al solito si è contraddistinta per il prestigio dei premi in palio (Foppapedretti e Lagostina). Contestualmente al concorso sul Web, MelaPiù ha comunicato dalle pagine di alcune testate a forte penetrazione sul target R.A., come Natural Style, DiPiù, DiPiù TV, Cucina e Diva & Donna, con una readership totale calcolata sulle settimane effettive di uscita di 16.500.000 lettori. A questi già importanti numeri vanno aggiunti poi i risultati ottenuti con la campagna TV, che ha visto il nuovo spot MelaPiù on air su La7 e La7d in marzo. Tra Diari e Onda TG, si sono registrati oltre 21.000.000 di contatti. 62

CorriereOrtofrutticolo

www.corriereortofrutticolo.it

Libretto e concorso All’interno di ogni vassoio è contenuto un piccolo libretto nel quale viene raccontato, dai simpatici personaggi di Crocville, il processo di produzione delle mele Val Venosta. In ogni pagina insieme alla storia sono proposti anche piccoli giochi di abilità. In ogni libretto si trova inoltre la cartolina per partecipare al nuovo concorso Crocville di Mela val Venosta: collezionando sei adesivi raffiguranti i personaggi della storia si può partecipare all’estrazione di una delle 100 valigette del Piccolo Artista. G i u g n o

2012


SCHEDA PRODOTTO

CorriereOrtofrutticolo

Emanuele Zanini

Da sinistra Marco Casalini, Gilberto Minguzzi e Diego De Lucca

disponibilità di prodotto. Complessivamente lo standard dell’offerta italiana di quest’anno possiede requisiti qualitativi molto buoni, grazie anche alla prolungata primavera ed alla buona insolazione nel periodo di marzo-aprile in fase di ingrossamen-

numero 6 del 2012

La partenza è stata incoraggiante, sebbene il finale sia ancora tutto da scrivere. L’inizio campagna di pesche e nettarine ha dato dei segnali incoraggianti, come testimoniato dai dati emersi da una riunione del Cso, Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara di metà giugno sull’avvio dell’attività di commercializzazione, alla luce delle previsioni di produzione e dell’andamento della prima fase di vendita concentrata sul prodotto del Sud Italia. Il panorama produttivo delle pesche e nettarine italiane nel 2012 vede una buona produzione per le regioni del Sud Italia, protagoniste in questo avvio di campagna di discrete performance commerciali, grazie anche al deficit produttivo delle aree più precoci della Spagna. La produzione del Nord Italia è prevista, al contrario, in calo rispetto allo scorso anno, pari al -5% per le pesche e al -4% per le nettarine. Il calendario di maturazione fra le diverse aree produttive italiane si mostra più in linea con le epoche normali di raccolta nel confronto con lo scorso anno, rispettando maggiormente la scalarità tipica tra le diverse aree produttive ed evitando così accumuli di

L’iniziale deficit produttivo della Spagna agevola il collocamento dei frutti italiani in una stagione in cui le quantità sono analoghe a quelle del 2011. Selezione e controllo dell’offerta sempre più importanti

PESCHE E NETTARINE

Inizio discreto della campagna commerciale, Italia impegnata per elevare qualità e distintività

S

to dei frutti. Nell’insieme il 2012 vedrà una offerta di pesche simile a quella dell’anno scorso (+1%) mentre per le nettarine l’offerta sarà in calo dell’1% rispetto al 2011. Secondo uno studio del ministero argentino dell’Agricoltura la pro-

Il nostro modo di prenderci cura delle tue Pesche

INNOVAZIONE - QUALITÀ - EFFICIENZA

www.unitec-group.com

G i u g n o

2012

unitec@unitec-group.com

Tel: +39 0545 288884

Fax: +39 0545 288709

63


numero 6 del 2012

PESCHE E NETTARINE

S

SCHEDA PRODOTTO

CorriereOrtofrutticolo

duzione mondiale di pesche nella stagione 2011-2012 dovrebbe aumentare del 10% dovuto soprattutto alla crescita degli impianti in Cina e alle migliori rese ottenute dagli agricoltori cinesi, mentre il consumo fresco dovrebbe rimanere costante grazie all’aumento dei consumi in Cina che compenseranno una riduzione prevista per l’Unione Europea. L’export mondiale viene stimato in mezzo milione di tonnellate, in crescita del 5%. I principali esportatori sono l’Unione Europea, gli Stati Uniti, il Cile e la Cina. È previsto un aumento dei flussi in uscita per il Cile e la Cina, mentre si stima un calo per i 27 Stati membri dell’Ue. La Russia si confermerà come primo importatore a livello mondiale; seguono Stati Uniti, Canada e Unione Europea. Anche il Sudafrica eleverà le spedizioni di pesche nella campagna 2011-2012, si stima un aumento del 15%. Dando uno sguardo al contesto europeo Diego De Lucca, export manager di Alegra, rivela come in Spagna si siano registrati dei ritardi produttivi del prodotto precoce a causa del clima avverso dei mesi scorsi, con un calo quantitativo e qualitativo al di sopra delle previsioni. Un ritardo produttivo registratosi pure nel Sud Italia. “In generale - sottolinea De Lucca - tra la fine maggio e gli inizi di giugno la domanda in Europa è stata superiore rispetto all’offerta, specie sulle nettarine, con prezzi elevati, i più al-

ti registrati dal 2007”. L’ottimismo espresso dal manager emilianoromagnolo si trasforma però in “speranzosa attesa” per il prosieguo della stagione. “Già in questi giorni (14 giugno, ndr) la situazione sta cambiando rapidamente” afferma De Lucca. “I prezzi si stanno abbassando e la Spagna sta iniziando ad aumentare la produzione. Noi dovremo cercare nelle prossime settimane di attutire la caduta dei prezzi. Tra fine giugno e inizio luglio si gioca la partita”. “Tra l’altro - aggiunge nel Mediterraneo la produzione di frutta in primavera ed estate è in continua crescita e i competitors sono sempre più organizzati e combattivi. Prendiamo per esempio la Turchia. È un Paese che incrementa costantemente le proprie esportazioni in Europa e non è solo leader nel mercato

delle ciliegie ma sta crescendo sensibilmente anche sulle albicocche e sulle pesche”. Secondo De Lucca, insomma, si sta creando uno scenario molto complesso, in cui anche i Paesi del Nord Africa potranno giocare un ruolo importante. Cauto ottimismo arriva pure da Marco Casalini, presidente di Terremerse, cooperativa di Bagnacavallo (Ravenna). “Le quantità quest’anno sono complessivamente stabili rispetto al 2011. I prezzi - commenta Casalini, intervistato dal direttore del Corriere Ortofrutticolo Lorenzo Frassoldati - sono partiti bene col prodotto del Sud che ha quotato 20 centesimi in più dell’anno scorso su tutti i calibri. Ci ha avvantaggiato il deficit produttivo delle aree più precoci della Spagna. Poi non si sono verificate le so-

pubblicità SITO C.O. il vostro sito è online iscriviti alla newsletter quotidiana newsletter@corriereortofrutticolo.it 64

G i u g n o

2012



SCHEDA PRODOTTO vrapposizioni di raccolta del 2011: il calendario di maturazione fra le diverse aree produttive italiane si mostra più in linea con le epoche normali di raccolta in confronto con lo scorso anno, evitando così di ritrovarci tutti con i magazzini pieni di prodotto negli stessi giorni”. Altro (cauto) ottimismo viene dall’ondata di caldo che dovrebbe far schizzare i consumi di frutta fresca e le stime sulla produzione del Nord Italia che viene data in calo del 5% per le pesche e del 4% per le nettarine. “L’anno scorso fu un bagno di sangue, quest’anno le prospettive sono migliori. Certo restano due problemi di fondo:

numero 6 del 2012

PESCHE E NETTARINE

S

incentivare i consumi, facendo capire al consumatore che pesche e nettarine sono ideali per la stagione calda, garantite, sicure e convenienti. E poi il problema dei problemi: la poca valorizzazione del prodotto, nonostante il bollino Igp”. Pesche commodity indistinta, troppo anonime? “Certamente: tutto il sistema ortofrutta sta lavorando per il rilancio della pera. Anche per pesche/nettarine bisogna - nonostante le difficoltà e le oggettive differenze con le pere - mettersi 66

CorriereOrtofrutticolo

Il mancato adeguamento delle indennità di ritiro preoccupa gli operatori “Alla vigilia delle decisioni finali sulle nuove misure di prevenzione e gestione delle crisi, annunciate pochi mesi fa in grande stile dal Commissario Europeo all’Agricoltura Ciolos, le informazioni che ci giungono da alcuni confronti con la Direzione Generale Agricoltura sono a dir poco preoccupanti. Non è stato infatti apportato alcun miglioramento dei valori delle indennità di ritiro rispetto alla proposta presentata in Comitato di gestione dalla Commissione”. Lo denuncia Davide Vernocchi, Presidente del Settore ortofrutticolo di Fedagri-Confcooperative. Per le indennità di ritiro dei prodotti (ossia l’importo che viene riconosciuto ai produttori per i quantititativi di prodotto che vengono tolti dal mercato per esser destinati alla beneficenza) si stanno prospettando incrementi diversificati dal 422% al 28% che tuttavia, spiega Vernocchi, “non sono stati in alcun modo correlati ai costi di produzione, né all’aiuto della precedente campagna. La beffa, se così si può definire, è che la Commissione sta per innalzare le indennità di ritiro di molti prodotti che storicamente non hanno inciso sul bilancio degli interventi e che difficilmente troveranno quindi una concreta applicazione, ottenendo così l’ennesimo risparmio del bilancio agricolo. Non è stato però adeguato il massimale delle pesche e nettarine, che negli ultimi anni hanno sofferto molto della crisi”. “Apprezziamo molto il lavoro svolto finora dal nostro Ministero nel migliorare la proposta, con un ruolo di capofila rispetto ad altri importanti Paesi Produttori - commenta Mirco Zanotti, responsabile ortofrutta di Legacoop Agroalimentare - ma temiamo che tutto ciò non sia sufficiente. La Commissione, coprendosi dietro argomentazioni formali e di bilancio pretestuose, metodi poco trasparenti ed il solito fronte contrario dei Paesi del Nord-europa, sta ancora una volta perdendo l’occasione di dare una seria risposta ai produttori. Complice anche la tecnocrazia dei servizi comunitari, riscontriamo una totale insensibilità nei confronti dei problemi sollevati da anni dall’agricoltura e dalla cooperazione europea che hanno sollecitato a più riprese, insieme al Parlamento Europeo, la necessità di dare risposte-ponte concrete, in attesa della riforma PAC del settore. Il Regolamento della Commissione rischia di entrare in vigore a campagna ormai iniziata, creando ulteriori discriminazioni tra produttori e Paesi”. Vale la pena ricordare che, secondo le statistiche della Commissione, il settore ortofrutticolo europeo incide sulla PLV agricola per il 28% e per il 40% sul totale dell’occupazione agricola. Ottiene dalla Ue solo l’1,3% dei fondi della Pac. G i u g n o

2012


SCHEDA PRODOTTO

CorriereOrtofrutticolo

la deterrenza verso le produzioni scadenti, sia su quello della promozione della qualità, per restituire forza all’azione di marketing delle Op, adottando una strategia che tenda a spostare la competizione verso i livelli alti di gamma”. Quanto al problema dei problemi, cioè il governo dell’offerta, Giancarlo Minguzzi, presidente di Fruitimprese Emilia Romagna vede con favore la recente determinazione dell’OI per pesche e nettarine che ha disposto di non immettere sul mercato la seconda categoria, ammettere i calibri D solo fino al primo giugno e il C solo fino alla metà della campagna. “Nel momento in cui la decisione dell’OI sarà ratificata dal Governo e sarà designato chi è preposto ai controlli, la stessa assumerà forza di legge e sarà possibile segnalare chi violando le comuni disposizioni danneggia l’intero comparto”.

numero 6 del 2012

re in campo sarebbe un programma di selezione e qualificazione dell’offerta, articolato in abbattimenti mirati delle varietà obsolete e reimpianti con varietà innovative, con quote definite per ciascun Stato membro, ad evitare che gli abbattimenti penalizzino un solo territorio. Rispetto a questo problema l’alternativa non è fra abbattimenti “si” o abbattimenti “no”, ma fra abbattimenti selettivi e programmati e abbattimenti affidati alla sola spontaneità, penalizzanti soprattutto per i territori più maturi e strutturati dal punto di vista dei costi, come appunto il nostro”. A riguardo delle pezzature più scarse (per le nettarine, come per le susine, i kiwi, le albicocche, le mele e le pere, ecc.), secondo Minguzzi “occorre mettere in atto azioni deterrenti, capaci di scoraggiare la produzione di frutti scadenti sulla pianta”. “Si tratta di agire sia sul tasto del-

PESCHE E NETTARINE

sulla strada di una Interprofessione funzionale ed efficiente, che sia in grado di controllare effettivamente l’immissione del prodotto sul mercato. Non è possibile che pochi punti percentuali in più di produzione facciano crollare i prezzi anche più del 50 per cento. Servono: più distintività, far capire al consumatore le qualità del frutto che sta mangiando, e un reale controllo dell’offerta, che significa tenere le produzioni in linea col mercato, magari un po’ sotto. Ai nostri soci non ci stanchiamo di ripetere: meno rese, più qualità. Stop ai 400 quintali per ettaro; il calibro C - quello che fa crollare i prezzi - deve scomparire dal mercato; concentriamoci solo sui calibri medioalti e i bilanci aziendali ne guadagneranno sicuramente”. Gli fa eco l’amministratore delegato della cooperativa ravennate Gilberto Minguzzi, che aggiunge: “La misura principe da mette-

S

Ser.mac Group - Cesena (FC) - Tel. +39 0547 415193 - www.sermac.org - e-mail: info@sermac.org

G i u g n o

2012

67


numero 6 del 2012

ANGURIE E MELONI

S

68

SCHEDA PRODOTTO

CorriereOrtofrutticolo

Raccolto tardivo ma soddisfacente, il melone non delude le attese Anguria, “tira” solo il formato mini ●

Emanuele Zanini

Partenza di stagione confortante per i meloni grazie a quantità non elevate, prezzi adeguati e consumi buoni con l’arrivo del caldo di metà giugno. Tuttavia, secondo Bruno Francescon, titolare dell’omonima Op di Rodigo (Mantova) “in 40 anni di attività non abbiamo mai iniziato così tardi il raccolto”. Una situazione causata principalmente dal tempo dei mesi di aprile e maggio, caratterizzato da piogge e temperature piuttosto basse che non hanno favorito la buona allegagione dei frutti. Nonostante ciò secondo Francescon la qualità del melone è più che buona. “Quest’anno partiremo anche con il melone mantovano Igp (denominazione che ha ottenuto la protezione transitoria mentre è stata inviata l’istanza alla Commissione europea per la registrazione come Indicazione geografica protetta Igp, ndr). È il primo anno di lancio, ma siamo molto fiduciosi. Una decina di aziende (tra cui la nostra) comprese tra la cinquantina di soci del relativo consorzio (presieduto da Mauro Aguzzi, ndr), inizierà già da questa stagione con la commercializzazione del prodotto a indicazione geografica protetta (che può godere di un potenziale notevole contando su 2.500 ettari dedicati), rivolgendosi sia ai mercati all’ingrosso che alla grande distribuzione organizzata. Abbiamo stipulato un accordo con quattro catene della Gdo”. L’Op mantovana quest’anno ha acquisito nuovi soci che ha portato a un aumento delle superfici investite a melone del 20% con una previsione produttiva di 30 mila tonnellate di prodotto. Sui

Nonostante il calo dei consumi il mercato non è negativo anche se la situazione resta complessa con differenze di trend a seconda delle varietà. Al debutto il melone mantovano in “versione” Igp

Da sinistra Ettore Cagna, Francesca Nadalini e Bruno Francescon

progetti e le prospettive per l'annata Francescon crede molto su una nuova varietà charentais a lunga conservazione, che hanno chiamato, non a caso, “Zucchero”. “Si tratta di un prodotto dolcissimo, dall’alto grado brix, con cui partiremo attorno al 18 giugno per proseguire fino a metà settembre”. Sull’andamento del mercato Francescon ammette che la partenza di giugno, specie nelle coltivazioni della Sicilia (dove l’Op lombarda ha alcune aziende collegate), ha registrato poco prodotto e scarso consumo.

“L’andamento ahimé è stato piuttosto negativo: nonostante ci fosse poca disponibilità di meloni i prezzi sono rimasti bassi. Se a questo aggiungiamo il fatto che l’areale di produzione ha perso altri 500 ettari di superficie, abbandonati dai coltivatori sempre più sfiduciati, si traccia il quadro di una situazione piuttosto complessa”. “Speriamo - aggiunge - che a luglio i prezzi medi tengano il passo”. Secondo il produttore mantovano, tuttavia, non sta molto meglio la Spagna, che ha registrato una contrazione produttiva in AlG i u g n o

2012



SCHEDA PRODOTTO

CorriereOrtofrutticolo

numero 6 del 2012

ANGURIE E MELONI

S

70

meria e Murcia, a cui si è aggiunta una produzione con calibri piccoli. Francescon infine punta il dito sulla scelta di diversi produttori di “buttarsi” sulla produzione di meloni “lisci”, che, secondo l’operatore di Rodigo, quest’anno hanno visto un aumento del 30% delle aree coltivate. “Il melone liscio rimane una nicchia, ma, forse per cercare di aumentare il prezzo, si sta optando verso questo pesante aumento della produzione, del tutto ingiustificato. Prevedo infatti un’annata non troppo positiva per questa varietà. Stabile invece il retato”. L’inizio ritardato della campagna è confermato da Ettore Cagna, presidente della Agricola Don Camillo di Brescello (Reggio Emilia): “In Sicilia si è partiti il 3 aprile e poi di seguito negli altri areali. Stiamo registrando un consumo adeguato, favorito da un prodotto di buona qualità. I prezzi non hanno raggiunto grandi picchi ma si sono comunque mantenuti su buoni livelli”. Grazie anche all’entrata di tre nuovi soci nel gruppo Don Camillo quest’anno ha aumentato di 150 ettari l’areale produttivo, passando dai 500 del 2011 agli attuali 650 ettari. Per questo la produzione aumenterà di circa 40

mila quintali, toccando nel 2012 i 220 mila quintali, contro i 180 mila del 2011. “Quest’anno introduciamo sul mercato tra l’altro una nuova tipologia di charentais, denominato “Karamiel”, destinato principalmente per l’estero. Si tratta di un prodotto di calibro medio piccolo – spiega Cagna - con la particolarità di avere oltre a una elevata shelf life (1520 giorni) un alto grado brix (1617 gradi) e un ottimo livello zuccherino che arriva anche vicino alla buccia”. Per quanto riguarda i cocomeri secondo il presidente di Don Camillo il prodotto tradizionale fatica mentre la mini anguria continua a registrare buoni risultati di vendita. L’Op emiliana quest’anno segna un +30% nella produzione, passando dai 40 mila quintali del 2011 ai 55 mila di quest’anno. In generale, sia per angurie che per meloni, Don Camillo ha aumentato le esportazioni di circa il 10%, indirizzate principalmente verso Svizzera, Germania, Austria e Paesi dell’Est. All’azienda Nadalini di Sermide, nel Mantovano, si è registrato un calo produttivo dei meloni, equilibrato tuttavia da una riduzione dei consumi. “Solo a maggio di quest’anno - rivela Francesca Na-

dalini - abbiamo riscontrato 2.500 quintali in meno di prodotto rispetto allo stesso mese del 2011. Questo fenomeno è stato causato appunto da una parte da una minore produttività dovuta alla difficoltà di allegagione delle piante in serra a causa delle basse temperature dei mesi precedenti. Dall’altra ha inciso la presenza di molto prodotto dal calibro piccolo. Fortunatamente - aggiunge Nadalini - i prezzi sono stati piuttosto sostenuti (anche il doppio rispetto al 2011). La mancanza di prodotto ha portato a non poter soddisfare in pieno le richieste dei clienti, specie sul retato, con punte del 30-40%”. Per quest’anno secondo Nadalini il melone nel Mantovano ha un buon livello di qualità, “ma rimane una certa preoccupazione per i consumi. La speranza è che i prezzi, finora soddisfacenti, non si abbassino”. Anche Giacomo Scaroni, presidente di Opo Bellaguarda (Mantova) conferma quantità di melone non elevate, ma dalla qualità ottima. “I prezzi fino ad ora (21 giugno, ndr) sono stati buoni grazie all’arrivo del caldo che ha incentivato i consumi”. Bellaguarda quest’anno prevede di commercializzare circa 100 mila quintali di melone (+10% sul 2011 grazie G i u g n o

2012


'DL YDORUH DO JXVWR

(PLQHQ]D

0DMXV

0DJQLILFHQ]D

ENZA ZADEN ITALIA srl - S.S. Aurelia km 96.710 - 01016 Tarquinia (VT) - Tel. 0766.855196 info@enzazaden.it - www.enzazaden.it


numero 6 del 2012

ANGURIE E MELONI

S

72

SCHEDA PRODOTTO

CorriereOrtofrutticolo

Nunhems al top in Italia grazie a cultivar a lunga conservabilità alla leadership nelle tipologie liscie e alle novità per i Cantalupo Nunhems è da sempre all’avanguardia nel proporre innovazioni nell’ambito del melone. Ad esempio, è stata la prima azienda ad introdurre i meloni a lunga conservabilità, la prima ad inserire i meloni ad alta pigmentazione (Magenta e Consorzio Mundial) ed è tuttora ai vertici nelle varie tipologie nel mercato italiano, con ad esempio la leadership nell’ambito dei lisci grazie alla varietà Honey Moon F1. “Nunhems - spiega Stefano Carducci, Sales Specialist melone di Nunhems Italia - sta avendo grande successo anche nel mercato dei Cantalupo, introducendo le varietà Celestial F1, Vald F1 e Bliz F1. Tutti e tre questi meloni si caratterizzano per avere vigoria e sanità di pianta e soprattutto dei frutti molto uniformi e ben retati. Con tali caratteristiche, andiamo a consentire un reddito maggiore e più sicuro al produttore, non dovendo gestire pezzature diverse e difficilmente commercializzabili. La buona tolleranza all’oidio inoltre, richiede un minor numero di trattamenti, per cui si possono prevedere un minore impatto ambientale e minori spese di gestione”. Tra queste tre varietà di Cantalupo, Celestial F1 è il più precoce, adatto per trapianti da metà febbraio fino alla fine di marzo. Vald F1 si trapianta da fine marzo a fine aprile, Bliz F1 da maggio in avanti, ed è perfetto anche in secondo raccolto. Per tutte e tre le varietà, la pezzatura media va da 1,4 a 1,6 chilogrammi, con un frutto che presenta in tutti i casi una

all’incremento delle superfici investite, passate da 210 a 220 ettari). Bene anche i prezzi staccati, “grazie ai supermercati che pagano piuttosto bene il prodotto. Assai confortanti i riscontri dall’estero grazie a “una domanda superiore alle aspettative - afferma Scaroni - fino a dieci volte superiore alla norma, dovuta probabilmente alla mancanza di prodotto di origine spagnola. Da Germania, Austria e Svizzera è molto richiesto il prodotto di calibro piccolo (dal peso di un chilo al massimo), disponibile quest’anno in buone quantità”. La percentuale di export rimane ad ogni modo una minima parte del venduto, anche se passata dal 2% del 2011 al (probabile) 5% di quest’anno. Per quanto riguarda le angurie Scaroni parla di “stagione partita in ritardo di almeno una decina

polpa di colore salmone e una cavità placentare molto ridotta, con conseguente alto peso specifico. “Attualmente - conclude Carducci - il 98% della produzione di questi meloni è destinata al mercato italiano, ma dato il successo ottenuto pensiamo di sviluppare sempre più anche l’export verso altri Paesi europei”. Nunhems nel dettaglio Nunhems, azienda sementiera che fa parte di Bayer CropScience, è lo specialista globale nel campo della genetica vegetale e dei servizi correlati. Attraverso i suoi team specializzati ed integrati globalmente, opera per creare rapporti unici con i clienti, condividere prodotti, concetti e competenze con tutta la filiera ortofrutticola professionale. La gamma Nunhems comprende 28 specie e circa 2.500 varietà, tra le quali varietà leader su specie come anguria, carota, cetriolo, cipolla, lattuga, melone, peperone, pomodoro, e porro. Nunhems conta oltre 1.700 dipendenti ed è presente in tutte le principali aree di produzione ortofrutticole nel mondo. Per informazioni: Stefano Carducci Sales Specialist Melone e Anguria Cell. +39 348 015 98 15 | E-mail: stefano.carducci@bayer.com

di giorni e di quantità molto scarse a causa di problemi riscontrati nel momento dell’allegagione che porterà a una riduzione dei quantitativi del 40% per il prodotto in serra e del 30% per quello in tunnellino”. In generale il calo sarà attorno al 30% sul 2011,

con volumi che passeranno dai 95 mila quintali dello scorso anno ai 70 mila del 2012. Partenza un po’ a rilento per il segmento della quarta gamma (che a volume per Bellaguarda rappresenta l’8-10% sul totale e il 15-20% in valore), dopo gli exploit del 2010. G i u g n o

2012


ORGANIZZATORI:

24-26

OTTOBRE FIERA INTERNAZIONALE DEL SETTORE ORTOFRUTTICOLO

2012

MADRID-SPAGNA

IL MIGLIOR MERCATO PER COLTIVARE I PROPRI AFFARI II Congress CongressoGrape Grape Attraction

I Simposio Internazionale della prugna e della ciliegia

25 Ottobre

24-25 Ottobre

Fruit Fusión

Settimana delle verdure

II Premio nazionale al miglior piatto vegetale dell’anno III Concorso di intaglio di frutta

20-28 Ottobre

24-26 Ottobre 24-26

IFEMA CALL CENTRE

www.fruitattraction.ifema.es

CHIAMATE INTENAZIONALI (34) 91 722 30 00 fruitattraction@ifema.es

SEGUICI

facebook.com/fruitattraction @FruitAttraction


gruppoatomix.com

LA QUALITÀ, SUBITO!

DONAR RZ F1(34-633) ATTAR RZ F1(34-667) t OTTIMA SHELF LIFE t ATTRAENTE COLORAZIONE INTERNA ED ESTERNA

t PASTA DOLCE E AROMATICA The social salad network

LOVE MY SALAD è il social network delle verdure che unisce gli amanti degli ortaggi di ogni angolo del mondo per condividere la passione per le salutari e gustose insalate

Rijk Zwaan Italia s.r.l. Via dell’Industria, 13 40012 Calderara di Reno (BO) Tel. +39 051 729448 - Fax +39 051 4149308 rijkzwaanitaly@rijkzwaan.it - www.rijkzwaan.it

CPVR: Privativa comunitaria per ritrovati vegetali richiesta o concessa (CPVR). La produzione o riproduzione di costituenti varietali protetti da CPVR necessita dell’autorizzazione del titolare. Informazioni aggiornate sul CPVR sono disponibili al sito www.cpvo.europa.eu È importante evidenziare che la specificità dei parassiti o patogeni può variare a seconda della stagione e dell’area, che dipende da fattori ambientali e che possono emergere nuovi biotipi di parassiti o nuove razze di patogeni in grado di superare la resistenza. Le descrizioni, le illustrazioni, i consigli colturali e qualsiasi altra informazione, per esempio sulle date di scadenza, di semina, di trapianto e di raccolta, sotto qualsiasi forma compaiano, si basano nel modo più preciso possibile su quanto rilevato dalle prove e dalla pratica. È esclusa qualsiasi responsabilità da parte di Rijk Zwaan Italia per eventuali difformità manifestatesi nel prodotto coltivato rispetto a quanto indicato nelle descrizioni, illustrazioni ed informazioni. È una precisa responsabilità dell’Acquirente conservare il seme in modo appropriato così come valutare se i prodotti sono adatti al tipo di coltivazioni che si intendono effettuare ed alle condizioni ambientali.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.