Corriereortofrutticolo luglio-agosto

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ANNO XXVI Nuova serie

Luglio-Agosto 2012

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C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

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• EXPORT Spagna monstre, Italia in affanno PAG. 25

• MERCATI Genova punta su Francia e Mediterraneo PAG. 46

• UCRAINA Leopoli piattaforma per l’Est (e non solo) PAG. 65

• PATATE Dopo un anno nero torna l’ottimismo PAG. 74

PROTAGONISTI Ciardiello: fare cooperazione nella terra di Gomorra PAG.29

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✍ Lorenzo

Ma cos’è questa dell’Interprofessione all’italiana? Una incompiuta perenne, una maledizione, un eterno peccato originale da scontare ? Proprio mentre a metà luglio si cominciavano a fare i primi bilanci di una stagione estiva per la frutta, non dico positiva ma almeno non disastrosa come quella del 2011, il tema dell’Interprofessione riemergeva col solito contorno di polemiche, frustrazione e scarichi di responsabilità. Il neo presidente di Ortofrutta Italia, Nazario Battelli, succeduto a Ottavio Guala nel tentativo di rianimare l’OI di settore, affidava a un comunicato tutta la sua irritazione contro il Ministero che mette a rischio l’applicabilità dell’accordo interprofessionale su pesche e nettarine trasmesso in data 15 maggio in via XX settembre. “L’accordo si inseriva all’interno di un più generale “Protocollo d’Intesa della Filiera Ortofrutticola Nazionale” che il Consiglio di Amministrazione di Ortofrutta Italia aveva deliberato, raccogliendo il costruttivo stimolo del Ministero ad un vero cambiamento nei rapporti di filiera e di rafforzamento degli strumenti interprofessionali, in coerenza con quanto Governo e Parlamento hanno normato con l’articolo 62 del provvedimento di inizio anno sulla semplificazione”, scrive Battelli. Invece la lettera della Direzione generale del Ministero per la promozione della qualità agroalimentare, giunta dopo quasi due mesi, che comunica l’esito della verifica ministeriale di competenza, “è nei contenuti e nei riferimenti normativi totalmente avulsa dal percorso di promozione e valorizzazione degli accordi interprofessionali avviato dal Ministero stesso, rendendo quello su pesche e nettarine sostanzialmente inapplicabile”, denuncia il neopresidente OI. Traducendo il linguaggio diplomatico, significa che tra tecnicismi e burocrazia il Ministero ha finito per abbandonare il mercato delle pesche al suo destino. Ora il mercato delle pesche, tra un ritardo e l’altro, era già andato per la sua strada. Comunque il segnale è pessimo per tutto il comparto, e dà ragione a chi sostiene che queste OI non servono a niente, che – come si dice a Bologna- “è più la fatica del gusto”. Un segnale negativo in particolare per la nascitura OI Pera che è ancora in fasce e deve decollare con la prossima campagna. A questo proposito segnaliamo quanto accade a Ferrara dove Coldiretti ha indetto una serie di incontri con i frutticoltori-soci “ritenendo che il loro giudizio sia la premessa alla partecipazione all’Organismo Interprofessionale che vedrà rappresentati tutti i comparti della filiera, compresi commercianti ed industriali”. IL confronto – dice in una nota l’organizzazione guidata da Mauro Tonello, ferrarese e vicepresidente nazionale – servirà “per poter procedere all’adesione o sollecitare ulteriori affinamenti. L’importanza di questa coltura per tante aziende ferraresi è risaputa, non possiamo permetterci di confezionare qualcosa che non sia concreto o che, peggio, non dia risposte positive alle imprese agricole”. Va da sé che l’OI deve dare “risposte positive” alle imprese agricole (se no

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che la si fa a fare?). Però chi ricorda che è stata proprio la Coldiretti porre i maggiori problemi al tavolo dove si costruiva l’OI Pera , non può fare a meno di leggere nell’annuncio di questi ‘incontri’ una possibile presa di distanze, o quanto meno uno strumento di pressione: “se non ci fate quello che chiediamo, ci sfiliamo dall’Oi”. Con tutte le conseguenze del caso. Qualcuno dirà che sono ipotesi campate in aria, che questa OI Pera “costituisce un’importante iniziativa a vantaggio di tutta la filiera”, come afferma con forza Davide Vernocchi, uomo di area Coldiretti e presidente di Apo Conerpo. Però qualche dubbio ci resta… Detto che per pesche e nettarine è andata come è andata, e bisogna ringraziare il caldo di giugno e luglio, i ritardi nella maturazione , il non sovrapporsi dei calendari produttivi - in sostanza bisogna ringraziare lo stellone - il vero banco di prova ci sarà per l’OI Pera, una produzione che non può tollerare un’altra annata da profondo rosso come il 2011. Questo organismo, con dentro tutti gli attori del comparto, sarà in grado di scongiurare nuove situazioni di crisi e avviare importanti azioni di valorizzazione e marketing senza le quali sarà difficile remunerare adeguatamente il lavoro dei produttori? Queste sono le domande cui bisogna in ultima analisi rispondere. All’interno di questo numero azzarda una risposta il nostro Rolando Drahorad con una analisi molto stimolante. La prospettiva - dice Drahorad - non può che essere quella dell’espansione sui nuovi mercati dell’Est e su quelli d’Oltremare. “Potrebbe rendersi necessaria la divisione fra politiche da mercato interno, già molto strutturato, e l’esportazione e/o i mercati emergenti. Il limite della mastodontica Interprofessione è quello che non ha l’agibilità necessaria per muoversi commercialmente su terreni abbastanza sconosciuti e a volte anche rischiosi”. Servono “azioni commerciali collettive” , come quelle rese possibili dalla recente legge sulle Reti d’impresa. Servono idee nuove e strumenti nuovi. Il settore si rinnova anche così. lorenzo.frassoldati@corriereortofrutticolo.it

EDITORIALE

Oi, più la fatica del gusto?

PUNTASPILLI VINO IN CATTEDRA SUI MERCATI LONTANI. E LA FRUTTA? I vitigni autoctoni italiani “spiegati” ai cinesi. L’Università di Milano e l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige porteranno in due università cinesi i vitigni tipici di Trentino, Sicilia, Toscana, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. “I cinesi non ci conoscono - spiega il professor Attilio Scienza - dobbiamo spiegargli che l’Italia è un Paese vinicolo, con tante regioni, tante culture e tanti vitigni”. E per farlo ci saranno seminari divulgativi, e degustazioni con importatori e ristoratori. Per la frutta basterebbe seguire l’esempio del vino. O c’è ancora qualcuno convinto che pere, kiwi, mele, arance rosse, uva da tavola si vendano da sole? *

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Controeditoriale

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Pera, servono reti d’impresa ✍ Rolando L’arrivo della soDrahorad *

luzione per le pere, una O.I (Organizzazione Interprofessionale) è stato annunciato il 27 giugno 2012 ma in pratica - al di fuori di un accordo generico delle sigle più prestigiose, della nomina di un comitato promotore che in pectore è il futuro consiglio di amministrazione e la promessa di procedere alla fondazione vera e propria entro settembre - non esiste ancora niente. Da anni ai vari livelli del mondo della pera italiana stava maturando la convinzione che era necessario un salto di qualità. Se anche i prezzi almeno fino all’annata 2010-2011 non deludevano (si riusciva a realizzare prezzi medi più alti di quelli dei paesi concorrenti), si poteva osservare altre zone di produzione, o nel campo delle mele italiane, ma anche delle pere in Olanda, Belgio e Portogallo, realizzare importanti progressi mentre in Italia si era immobili. Come sempre le varie pedine che eventualmente potevano o volevano muovere all’attacco venivano imbrigliate da una miriade di contrappesi che riuscivano a paralizzare ogni iniziativa fin dalla nascita. Persino il tentativo del CSO (Contro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara) di sfruttare il sistema dell’indicazione geografica protetta IGP è finito nelle sabbie mobili. Quasi sempre più che a orientarsi al mercato ci si orientava alle fonti di finanziamento che prima generano mostri inadeguati e poi inaridiscono perché nessuno vede risultati. Era dagli strateghi del marketing ortofrutticolo, sia cooperativo che privato, che dovevano provenire le idee e poi le mosse di adeguamento al mercato, ma come 4

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detto essi non sono riusciti a muoversi in modo tempestivo e compatto. Neanche le avvisaglie precoci di un’annata disastrosa percepibile fin da giugno del 2011 hanno scosso l’ambiente in modo sufficiente per correre al riparo subito e non ci si deve dunque meravigliare se, visto lo stallo, in inverno si è mossa la politica nella veste dell’ormai esperto assessore alle politiche agricole dell’Emilia Romagna, Tiberio Rabboni. La complessità della produce industry italiana è tale che anche adesso che le cose si sono messe in moto finalmente ci vorranno tempi biblici per arrivare a un risultato concreto. Il concreto lo si avrà solo quando ci sarà un accordo su quale prodotto finito si vuole operare e su chi deve aggredire i mercati formulando strategie e prezzi. L’unico orientamento che mette d’accordo tutti è quello al consumatore che ha bisogno di merce bella e buona fornita giornalmente attraverso i canali adatti e nelle elaborazioni consone (calibri, imballaggi ecc), in Italia ed all’estero. Per accontentarlo sicuramente ci vuole una vasta gam-

ma varietale (non un monoprodotto), belle presentazioni, azioni promozionali ed una comunicazione chiara, forte e convincente. Il prezzo è un fattore meno importante del previsto se ci si mette d’accordo sugli standard e si accetta un ferreo controllo di qualità. Ma per arrivare a questo si deve parlare di marca e di una politica di marketing imperniata su questa marca. La qualità garantita in ogni fase, quella promessa dalla pubblicità, dev’essere mantenuta costante in modo assoluto. Senza questa linea guida non c’è marca e senza marca non c’è premio per la qualità ne possibilità di continuare a investire nel prodotto, nell’innovazione, nella promozione. Si è dunque scelta la forma dell’Organizzazione Interprofessionale (O.I.), una società riconosciuta a livello regionale e sovranazionale, perché è quella più accreditata a Bruxelles. Secondo il pensiero dell’assessore a questa potranno confluire, regole della libera concorrenza permettendo, finanziamenti dalla PAC, gestiti Lu g l i o - Ag o s t o

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Europa è necessaria l’espansione sui mercati dell’est e su quelli d’oltremare per smaltire agevolmente i quantitativi prodotti senza trovarsi costantemente in situazione dove l’offerta supera la domanda. Potrebbe rendersi necessaria la divisione fra politiche da mercato interno, già molto strutturato, e l’esportazione e/o i mercati emergenti. Il limite della mastodontica Interprofessione è quello che non ha l’agibilità necessaria per muoversi commercialmente su terreni abbastanza sconosciuti e delle volte anche rischiosi. Per questo la costituzione di una testuggine di romana me-

Formazione a testuggine sulla colonna Traiana a Roma

moria potrebbe essere la soluzione. La testuggine (o Testudo), come si legge su wikipedia, era una formazione di fanteria caratteristica dell'esercito romano. Schieramento di grande complessità, richiedeva notevole coordinamento collettivo. Era ideato appositamente per un drappello di legionari con il gladio e, in particolare, con l'ampio e robusto scudo quadrangolare in dotazione alle legioni). C’è una legge recente, emanata nel 2010, che istituisce le RETI D’IMPRESA. Essa favorisce la collaborazione in modo poco formale di gruppi di imprese che hanno anche solo pochi traguardi che possono essere meglio raggiunti in gruppo, in rete. E’ una legge che viene studiata da oltre

un anno da Confindustria ed altre associazioni che ha anche già partorito figli che sono vivi e vegeti. Reti di questo genere potrebbero utilizzare la “portaerei” INTERFROFESSIONE PERA per incursioni miranti alla conquista di terre nuove. Il D.L. 78/2010 con le sue regole attuative definitive del 10-06-2011 contiene agevolazioni atte a sostenere aggregazioni leggere costruite per raggiungere traguardi condivisi da soggetti che per il resto deveono stare in piedi da soli. L’incipit è il seguente: “Con il contratto di rete più imprenditori perseguono lo scopo di accrescere individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato e a tal fine si obbligano, sulla base di un programma comune di rete, a collaborare in forme e in ambiti predeterminati attinenti all’esercizio delle proprie imprese ovvero a scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica ovvero ancora ad esercitare in comune una o più attività rientrante nell’oggetto della propria impresa” Questo passo (o simili passi) dovrebbero completare l’istituzione dell’Organizzazione Interprofessionale la quale senza azioni commerciali e di marketing, anche solo a gradi, resterebbe un corpo senz’anima con dispendio inutile di energie fisiche e finanziarie. Trattandosi di un progetto di oltre 500 milioni di euro sarà impossibile trovare subito accordi per azioni commerciali collettive. Ma con i mezzi moderni saranno realizzabili e con esigenze dei mercati lontani saranno necessarie in futuro. Basta accettare il fatto che nessuno è più in grado di agire da solo ma insieme si può tutto. Per questo è necessario prevedere un camino in questa direzione fin da oggi. Confindustria Bolgna ha organizzato una due giorni per lo studio delle reti d’imprese i programma il 17 e 18 settembre prossimi. * roland@ncx.it www.corriereortofrutticolo.it

CONTROEDITORIALE

dalla regione, in modo preferenziale. Non subito, non per le fasi iniziali ma appena ci saranno azioni concrete sulla strada dell’azione congiunta. L’Organizzazione Interprofessionale permette inoltre di spaziare geograficamente oltre i confini della regione Emilia Romagna su tutte le aree di produzione di pere facilitando azioni coordinate. Essa potrebbe un giorno permettere addirittura decisioni con il metodo erga omnes. Per esempio decidendo che certi calibri è meglio lasciarli sull’albero. Ma finora esiste solo questo comitato promotore formato da 21 professionisti rappresentanti di tutte le branche che formeranno il consiglio d’amministrazione quando a settembre nascerà l’Organizzazione Interprofessionale e sarà votato lo statuto. Il CSO di Ferrara segue da tempo e da vicino le pere inserite nell’ IGP Emilia Romagna ed è ora incaricato di curare anche gli aspetti tecnici della nuova O.I. Vero che non esiste ancora un censimento ufficiale di tutte le pere prodotte, ma per quanto riguarda la conoscenza del mondo nel quale la pera deve prosperare sono necessari solo aggiornamenti: i costi ed i prezzi sono sotto controllo, la concorrenza sia italiana che soprattutto estera sono state studiate e rese pubbliche dal Centro solo pochi mesi fa. Esiste anche già una notevole concentrazione dell’offerta. Per esempio le pere Abate sono per almeno il 60% nelle mani dei primi 10 attori italiani, sia cooperatori che privati. In settembre sarà finalmente nominato un presidente (forse per soli tre anni per permettere rotazioni) ed un coordinatore. Solo in quel momento si capirà la meta che si vuol raggiungere. Sarà chiaro nel giro di poche settimane se c’è la voglia di aggredire e sfruttare tutti insieme il grande potenziale della pera italiana sui mercati globalizzati oppure no. È ormai accettato da tutti che in un quadro di consumi calanti in

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I “+” e “-” dell’ortofrutta

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IL BORSINO ☛ Remo Pedon Il Committee on World Food Security della FAO ha dichiarato la Acos “modello imprenditoriale” per i risultati ottenuti in Africa e in particolare in Etiopia con la messa a punto di un nuovo sistema agroindustriale economicamente sostenibile e socialmente responsabile. “Si tratta - afferma Remo Pedon (nella foto), direttore generale dell’omonimo gruppo - di un importante riconoscimento del lavoro svolto fin qui. Siamo andati in Africa ormai sette anni fa, affrontando mille difficoltà: ma siamo riusciti a sviluppare un sistema agricolo ed industriale che ha permesso a migliaia di famiglie locali di trarre sostentamento, di migliorare la propria condizione di vita nonché l’accesso alle risorse naturali. Operiamo nel massimo rispetto dell’ambiente e delle comunità che incontriamo e questo è oggi apprezza-

☛ Luigi Predeval Uno Mattina di RAI UNO ha trasmesso per almeno 10 minuti un’intervista a un personaggio che dovrebbe essere maggiormente considerato. Si tratta di Luigi Predeval, ex dirigente di multinazionali, oggi al servizio di SOGEMI, la Società che gestisce il Centro agro-alimentare di Milano, il più grande d’Italia per numero di aziende operanti all'interno e per giro d’affari, non estraneo, a volte, a notizie che coinvolgono la malavita, attratta evidentemente dal “profumo” degli affari che avverte qui e in altre realtà milanesi. Luigi Predeval ha il compito di snidare anche con la tecnica informatica le pratiche contro legge all’interno del mercato. Collegandosi all’esperienza acquisita gestendo supermercati

☛ Paolo Bruni Il cavaliere rampante, presidente del Cso di Ferrara, si è dimesso venerdì 13 luglio da presidente della Cogeca. La notizia è stata riportata dal sito della confederazione che raggruppa le cooperative agricole dell'Unione Europea. Bruni era presidente dal gennaio del 2010. “Il cavalier Bruni - si legge nella nota di Bruxelles - ha deciso di rinunciare al proprio incarico per dedicarsi ad altri impegni. Nell’accettare la sua decisione, il Comitato di presidenza della Cogeca desidera ringraziarlo per l'ottimo lavoro che egli ha svolto nel quadro della politica agricola comune e nell'interesse di tutto il settore agroalimentare europeo. Il Cavalier Bruni ha attivamente difeso il moderno ruolo delle cooperative agricole a favore di un migliore funzionamento della filiera alimentare. Il suo impegno e le sue doti comunicative hanno giovato al settore nel suo complesso. Il Comitato di presidenza della Cogeca gli augura pieno successo per il suo futuro”. Un colpo di scena che molti, non tutti, hanno considerato enigmatico. Bruni si è di-

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to e riconosciuto da organizzazioni internazionali primarie come la Fao”. Acos (Agricultural Commodity Supplies), divisione produttiva del Gruppo Pedon, opera nel settore dei legumi con propri stabilimenti in Cina, in Argentina e, dal 2005, in Etiopia, dove è presente con una sede produttiva affiancata da una scuola che ospita 250 bambini. Acos è accreditata presso il World Food Programme per la fornitura di legumi ai Paesi che versano in gravi condizioni socioeconomiche. Di recente l’azienda vicentina è stata apprezzata anche da Bill Gates: il fondatore della Microsoft ha incontrato in Etiopia Remo Pedon, nell'ambito di un viaggio compiuto per verificare l'andamento di questo sito produttivo e per garantire il sostegno della Bill and Melinda Gates Foundation. Decisamente su

ha in mente di dotare ogni singola confezione di ortofrutta fresca che transita per il Centro agro-alimentare di un codice a barre. Rilevando istantaneamente ogni giorno i dati collo per collo è possibile tracciare i movimenti di ogni partita di prodotto rendendo impossibili le pratiche in nero relative a merci e persone che le movimentano. Quando Predeval ha assunto il suo nuovo incarico all’interno della struttura esistevano 26 cooperative di facchini, non tutte ossequiose delle regole sul lavoro. Nel giro di pochi mesi, 16 di queste cooperative sono state chiuse e nei confronti di tre delle 10 rimaste sono in corso verifiche. Ecco un chiaro esempio di manager virtuoso e concreto. Decisamente su

messo a sei mesi dalla scadenza naturale. A Bruxelles erano certamente giunte le notizie del patteggiamento nella vicenda, avviata tre anni fa, che ha visto il cavaliere accusato di utilizzo di fondi per usi non strettamente professionali quando era presidente di Confcooperative Ferrara. Bruni ha precisato: “Certo delle mie ragioni difensive, ho deciso di definire la mia posizione attraverso la richiesta di patteggiamento, per motivi personali. Consegno alla valutazione di quanti hanno seguito questa storia un dato oggettivo e incontrovertibile, che replica in modo netto alle accuse mossemi: il Commissario che ha ereditato la gestione di Confcooperative Ferrara, a seguito delle mie dimissioni, ha trovato un bilancio ineccepibile e in attivo". Abbiamo incontrato Bruni al Cso a metà luglio: pimpante e desideroso di ripartire verso nuove méte in Italia e in Europa. Voci lo danno in campo nelle elezioni del 2013. Lui non conferma. Vedremo. Ne su ne giù

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CALDEO Il melone della tradizione che dà piÚ gusto all’estate

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Direttore responsabile: Lorenzo Frassoldati Redazione: Mirko Aldinucci (coordinatore) Emanuele Zanini

MENSILE DI E AT T U A L I T À ANNO

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ECONOMIA DI SETTORE -

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Diffusione 6.000 copie. Ripartizione del mailing: Grossisti 29%, Dettaglianti 23% Produttori 22%, Supermercati 9% Import-export 6,5%, Servizi 5% Tecnologie e Trasformati 2,5% Altri 3%

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Spagna più competitiva dell’Italia PAG.25

Coop Sole, 50 anni da ricordare

RUBRICHE

BIOLOGICO Un esercito di quasi 50 mila operatori consolida il bio italiano

EDITORIALE Oi, più la fatica del gusto?

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3 Le mele Bio Suedtirol garantite da Aiab 61

CONTROEDITORIALE Pera, servono reti d’impresa

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DISTRIBUZIONE In vigore l’articolo 62. Unaproa: «Svolta» 62

BORSINO DELL’ORTOFRUTTA Pedon, Predeval, Bruni

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Distribuzione flash

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QUARTA - QUINTA GAMMA Insalate pronte nel mirino dei media, Aiipa si fa sentire

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GENTE & FATTI Chiquita inaugura i Fruit Bar: drink, spremute e macedonie freschissime

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Valfrutta fa rotta su Malta Intesa con Mafimex e tante promozioni 11

LETTERE DEI LETTORI Uno Mattino fa sensazionalismo, ma l’Ortomercato di Milano non è far west 70

In Brasile frutta e ortaggi in premio a chi ricicla

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Macfrut-Frash Product Ukraine patto per promuoversi a vicenda

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Primo Piano - Spagna… batte Italia Campeones dell’export 25

NOTIZIARIO Export agricolo in ripresa a maggio grazie all’ortofrutta

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Primo Piano - Spagna… batte Italia Colori, aromi, sapori nei mercati cittadini 30

Presentato al Mipaaf il “Pacchetto qualità”

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Gardini: la Pac raforzi gli strumenti anti-rischio

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Stop al sostegno alle spese Gei, Italia Ortofrutta non ci sta

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Emilia Romagna, 3 milioni di euro per promuovere i prodotti tipici

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Agevolazioni più accessibili per gli aspiranti agricoltori

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Sementi: interscambio vivace, bilancia ancora in rosso

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Un nuovo logo per le eccellenze agroalimentari pugliesi

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ATTUALITÀ

Attualità - Frutta estiva Niente debacle: estate discreta per pesche, meloni e angurie

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In copertina - Protagonisti Sole… della rinascita

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L’ELENCO DEGLI AGRICOLA GLORIA DUE AGROFRESH ASTE FRUTTA AZ.SP.LUSIA E ROSOLINA CONIP CONSERVE ITALIA COOP SOLE EOS FRUITECOM LA COSTIERA LUSIA E ROSOLINA

copertina I copertina II pagina 53 pagina 57 pagina 45 pagina 24 pagina 33 pagina47-49 copertinaIII pagina 19 pagina 57

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Ortofrutticolo

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Modì miete successi anche all’estero

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Oi pera si parte, summit a Ferrara

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L’ortofrutta di qualità guarda oltre il terremoto

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Mercati Genova guarda alla Francia e al Med

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Mercati Infomercati si rimette in moto Strategica Borsa Merci telematica

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Iam di Bari, mezzo secolo speso bene al servizio del Mediterraneo

ogni giorno diventa newsletter, inviata a tutti gli operatori del settore

SCHEDA PRODOTTO

Mercati «Intermediazione parassitaria» Catania fa arrabbiare i grossisti

Tecnologie & macchinari Tecnologie... al galoppo

Ucraina, Lviv piattaforma dell’Est PAG.65

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MONDO Ucraina, Lviv piattaforma per l’Europa dell’Est

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Grossisti di Verona e Padova alla scoperta del mercato croato

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Mondo flash

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PEPERONI Peperone, l’Olanda fa il mercato Produzioni stabili, superfici in calo e prezzi poco brillanti in Italia

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«Calo dei consumi e concorrenza spietata»

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PATATE Sulla patata torna il sereno: previsioni confortanti dopo una stagione 2011 tempestosa

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INSERZIONISTI OP FARO ORTOROMI RIJK ZWAAN ROSARIA SERMAC SYNGENTA UNITEC VALFRUTTA FRESCO VOG

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copertinaIV pagina 37 pagina 29 pagina 14 pagina 75 pagina 7-21 23-39 pagina 71 pagina 16 pagina 1

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GENTE

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FATTI

Il Canada pensa alle mele Ogm Ma in Italia regna lo scetticismo L’arrivo della prima mela geneticamente modificata che non annerisce e mantiene l’aspetto sempre fresco una volta tagliata a fette non interessa ai quasi tre italiani su quattro (per l’esattezza il 71%) contrari agli Ogm in tavola. Lo afferma Coldiretti in riferimento all’annuncio della richiesta di commercializzazione da parte dell’azienda canadese Okanagan Specialty Fruits della Arctic Apple con l’avvio da parte dell’Usda di una consultazione di 60 giorni per analizzare la domanda di via libera degli alberi di mele geneticamente modificati. Le prime

varietà ad arrivare sul mercato dovrebbero essere Golden Delicious e Granny Smith, manipolate con l’inserimento di un gene “anti-macchia”. Se per l’azienda produttrice si tratta di una scoperta rivoluzionaria perché consente di allungare la scadenza delle confezioni di frutta già sbucciate e porzionate, a preoccupare i coltivatori - sottolinea la Coldiretti - è il fatto che l'arrivo di questo frutto innaturalmente “a prova di macchie” possa alterare la percezione di semplicità e salute che da sempre accompagna le mele.

Chiquita inaugura i Fruit Bar: drink, spremute e macedonie freschissime Offrire sani e gustosi snack tutti a base di frutta fresca. Questo il concetto alla base dei Chiquita Fruit Bar, gli spazi in franchising che l’azienda con il bollino blu lancerà quest’anno nelle principali città italiane dopo averli inaugurati da tempo in Germania, Belgio, Svizzera e Dubai. I clienti potranno scegliere fra una ampia selezione di frutta fresca da gustare al naturale ed anche in rinfrescanti Fruit Drink come spremute, frullati, smoothies, frappè, milk shakes e

yogurt. Il menu comprende anche macedonie realizzate al momento, insalate, il gelato di pura frutta fresca ed Agave ed il Chiquita Bubble Tea, un té freddo con “bolle” ripiene di succo di

Addio a Carlo Delfanti Pioniere dell’aglio Lutto per la scomparsa di uno dei pionieri dell’aglio in Italia. Si è spento il primo lugio, dopo una lunga malattia, Carlo Delfanti (nella foto), fondatore dell’omonima azienda Delfanti di Monticelli d’Ongina (Piacenza). Aveva 85 anni. Dagli anni ’60 Delfanti si è dedicato, sempre con grande determinazione ed energia, alla coltivazione ed al commercio dell’aglio e

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delle cipolle, prima insieme alla moglie, scomparsa prematuramente nel 1978. In seguito ha portato avanti l’impresa con i due figli Francesco e Mauro, i quali continuano ancora oggi l’attività di famiglia con la stessa passione. In occasione del funerale, tenutosi nella mattinata del 4 luglio, l’azienda ha onorato la memoria del suo fondatore.

frutta. Il layout e l’allestimento è concepito per esaltare la naturalezza e la freschezza dei prodotti proposti. “L’obiettivo del primo anno di attività è l’apertura di 1015 chioschi “Flagship” nelle principali città italiane - spiega l’amministratore di Chiquita Fruit Bar Italia, Ruggero Rovelli – da lì in poi comincerà lo sviluppo territoriale ramificato che, auspicabilmente, ci consentirà nei prossimi cinque anni di raggiungere i 200 punti vendita.” “Chiquita Fruit Bar si propone di affermare una modalità nuova, allegra, fresca, naturale di consumare e godere la frutta nei vari angoli delle città e dei principali centri commerciali - prosegue Rovelli -; la frutta è servita in tutte le sue possibili e più fantasiose declinazioni che vanno dal frullato allo smoothie, dalla macedonia al gelato di pura frutta, dal ‘Bircher Muesli’ all’ultima scoppiettante novità del Chiquita Bubble Tea”. Lu g l i o - Ag o s t o

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sull’isola una grande operazione promozionale con l’obiettivo di accrescere la notorietà del marchio Valfrutta e promuovere il consumo di frutta fresca di stagione come fattore fondamentale di una sana alimentazione e di un corretto stile di vita. Nei mesi di luglio e agosto Malta è teatro di una serie d’iniziative commerciali e di intrattenimento che avranno come protagonista la frutta italiana. “L’Isola del Tesoro” - questo il nome dell’iniziativa - ha preso il via il 29 giugno e si articola in diversi eventi in alcune location dove saranno organizzate degustazioni di frutta di stagione, distribuzione di materiale informativo, gadget, banchetti promozionali con hostess. I rivenditori aderenti all’iniziativa esporranno il marchio e proporranno una selezione di prodotti freschi di alta qualità; previste iniziative anche nelle spiagge. Lu g l i o - Ag o s t o

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Verona, Osa in fiamme ma l’azienda rimane operativa Un vasto incendio ha devastato, venerdì 6 luglio, parte dei capannoni dell’azienda Osa, specializzata nella produzione, commercializzazione ed esportazione di frutta (specie mele, pere, kiwi e pesche), situata nella zona industriale di Verona. Il rogo, sviluppatosi poco dopo le 20,30, si è sviluppato nella parte posteriore della ditta. Le fiamme hanno dapprima avvolto soprattutto pile di cartoni, cassette di plastica e bancali e pallet di legno oltre che alcuni capannoni. L’incendio, con fiamme alte fino a una ventina di metri che hanno sviluppato una colonna di fumo denso e nerissimo visibile a diversi chilometri di distanza, si è sviluppato inizialmente vicino all’area, ormai dismessa, dell’ex ditta Eva. Poi il rogo si è esteso al cortile esterno e al magazzino della Osa e alle celle frigorifere per la lunga conservazione della merce dove erano stoccate diverse tonnellate di mele e pesche. Circa un terzo dell’area dell’impresa è andato distrutto. La ditta, fondata da Ernesto Crivellaro, oggi è gestita da Lino e Fidenzio Crivellaro, assieme ai nipoti del fondatore, Ernesto, Enrico e Edoardo. “L’azienda - ha sottolineato Ernesto Crivellaro - è operativa al cento per cento. Grazie al lavoro dei vigili del fuoco l’area degli uffici e della lavorazione del prodotto è integra, agibile e funzionante”. (E.Z.)

a cura di Mirko Aldinucci

Valfrutta - leader di mercato in Italia nelle conserve vegetali e nei succhi di frutta e da oltre 30 anni grande brand di riferimento per i consumatori (17.000.000 di famiglie trattanti) - “sbarca” a Malta e con la collaborazione di Mafimex, importante azienda importatrice locale, conquista la fiducia delle catene distributive e dei consumatori d’oltremare. Mafimex rifornisce hotel, ristoranti, grossisti e dettaglianti ed è partner di numerosi marchi internazionali del settore food. Valfrutta e Mafimex organizzano

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Valfrutta fa rotta su Malta Intesa con Mafimex e tante promozioni

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Pink Lady alla Notte Rosa Grande successo per la partecipazione della mela Pink Lady il 6 luglio scorso alla Notte Rosa di Rimini. Per il settimo anno consecutivo i 110 chilometri della Riviera Adriatica sono diventati il suggestivo panorama della festa dell’estate di cui la mela Pink Lady, per il primo anno, è diventata partner ufficiale. Pink Lady e Notte Rosa si sposano alla perfezione grazie al carattere fresco e allegro del prodotto ed al suo colore inconfondibilmente rosa. La presenza della mela si è concretizzata in tre postazioni e due locali partner che hanno distribuito cocktail alla mela e gadget di Pink Lady per un totale di 4.000 spillette, 3.500 ricettari

dell’estate e più di 5.000 palloncini che hanno colorato di rosa tutta Rimini. Dell’evento è stato realizzato un video che si può visualizzare sul canale youtube di Pink Lady. Un’iniziativa di successo per supportare il posizionamento del brand anche nel periodo estivo, suggerendo nuove modalità di consumo a sottolineare le caratteristiche distintive di prodotto: un gusto fresco e succoso, un colore unico ed un mood giovane e originale.

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In Brasile frutta e ortaggi in premio a chi ricicla Riciclare, talvolta, può essere un’attività deliziosa, anzi, una Delícia de Reciclagem, proprio come il nome del programma brasiliano che premia chi non scorda di gettare tutto al posto giusto con succulente primizie della terra: lattughe, pomodori e cavolfiori divenuti ricompensa, recapitati dritti davanti alla porta di casa. Accade nella città di Jundiaí, 60 chilometri a nord di San Paolo, quasi 400 mila abitanti, centro conosciuto fino a oggi più per i suoi lustri calcistici che per le buone abitudini eco. Tutto inizia dieci anni fa, quando nel mese di dicembre la locale Secretaria Municipal de Serviços Públicos parte con il progetto pilota: invitare la popolazione a riciclare, differenziando i rifiuti prodotti in casa, in cambio di un piccolo bonus in derrate alimentari fresche. Ovvero, chi consegna gli oggetti che possono essere trattati separatamente (dall’alluminio alla plastica, dal vetro alla carta) in cambio viene premiato con verdura fresca, piantata a sua volta in città, in un grande orto urbano dove le colture variano a seconda delle stagioni e degli anni, dalla lattuga alla cico-

ria, dalle barbabietole tanto amate nella cucina brasiliana alle carote e così via. E la cui terra si nutre solo di concimi naturali, senza l’uso di pesticidi e fertilizzanti. I rifiuti possono anche essere consegnati direttamente vicino all’orto urbano dispensatore dei premi, oppure, come avviene per circa 500 famiglie dell’area urbana di Jundiaí, direttamente a uno speciale camioncino che fa il giro di quelle aree dove i contenitori per la differenziata non sono a disposizione, e per ogni bottiglia consegnata, distribuisce direttamente cassette di prodotti della terra. Oggi l’orto urbano festeggia le 30 mila piante coltivate in contemporanea e anche altre città del mondo sono partite con progetti analoghi come Città del Messico.

Andrea Segrè al vertice del Caab Andrea Segrè preside della facoltà di Agraria e padre del Last minute market, è il nuovo presidente del Caab, il Centro agroalimentare di Bologna. Lo ha nominato il sindaco Virginio Merola, raccogliendo le indicazioni del comitato dei saggi. Giá in lizza, nel 2010, per diventare candidato del centrosinistra per Palazzo D’Accursio, Segrè aveva deciso di non raccogliere l'offerta. Ora è chiamato al difficile compito di rilanciare il Centro agroalimentare di Bologna. “Una scelta importante per la competenza che ha su questi temi. Per il Caab c'è una buona squadra”, chiosa Merola. Oltre a Segrè, presidente, comporranno il cda Guerino De Rosa, Andrea Zaghi e Andrea Cevolani. Le nomine sono state comunicate alla commissione Affari generali ed istituzionali di Palazzo D’Accursio.

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Ciliegie, caso internazionale Saranno anche del nemico, ma sono così buone... Devono aver pensato così i commercianti del mercato ortofrutticolo di Tehran quando hanno messo sui banchi delle belle ciliegie rosse Made in Israel. Che, come riportato dal quotidiano Repubblica a inizio luglio, sono andate via in un baleno, nonostante costassero 4.500 toman al chilo, cioè un po’ più di due euro. Il ministero del Commercio estero iraniano ha affrontato il “caso” negando che esista un qualsiasi tipo di scambio con il Paese che il presidente Ahmadinejad promette di estirpare “come un cancro dal mondo”, ma è un fatto che mele, arance e ciliegie Made in Israel sono arrivate quest’anno in gran quantità nei mercati di Teheran. Il ministero ammette però di non essere in grado di controllare tutta la filiera che fa arrivare i prodotti agricoli di importazione in Iran; nel 2009 per esempio sempre a Tehran scoppiò uno scandalo per le arance vendute al mercato con l’adesivo Made In Israel ben evidente sulla buccia. I ben informati dicono che lo “scambio commerciale segreto” fra Israele e Iran - due Paesi che sembrano sull’orlo della guerra - ammonti a diverse decine di milioni dollari l’anno e riguardi soprattutto sementi e prodotti per l’agricoltura. Teheran infatti compra apprezzati sistemi di desalinizzazione e di irrigamento agricolo Made in Israel con il sistema delle triangolazioni attraverso il mercato turco, dove le etichette delle attrezzature in ebraico vengono sostituite prima essere imballate di nuovo e inviate alla destinazione finale. E poi c’è la buona frutta...

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Gli organizzatori di due importanti fiere del settore ortofrutticolo, Macfrut e Fresh Product Ukraine, hanno sottoscritto un’intesa che li vedrà collaborare per promuovere insieme i due eventi internazionali. L’accordo per la promozione reciproca prevede uno stand espositivo di Macfrut all’edizione 2012 di Fresh Produce Ukraine, che sarà a sua volta ospite di Macfrut il prossimo settembre in Italia. “Molti Paesi dell’Europa del bacino del Mediterraneo - ha spiegato l’organizzatore di Fresh Produce Ukraine - guardano all’Ucraina come un paese che offre eccellenti opportunità per l’esportazione. In quest’ottica la nostra presenza a Macfrut è veramente importante per rafforzare la nostra posizione come promotori dell’evento nel settore dell’ortofrutta in Ucraina, Russia e nell’area Cis”. Alla prossima edizione della fiera cesenate prenderà parte una delegazione cinese promossa dal Foreign Economic Cooperation Center del Ministero dell’Agricoltura di Pechino, che fin dal 2005 intrattiene una stretta relazione con Macfrut, dove porta ogni anno prodotti per il settore ortofrutticolo molto apprezzati dai visitatori. Quest’anno la delegazione cinese presenterà varie categorie di prodotti per il comparto: macchinari per la protezione delle piante, concimi organici, impianti di depurazione dell’acqua, mele e pere biologiche. Inoltre sarà proposto anche quest’anno l’insetticida a energia solare.

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Studenti tra le serre polesane

Giornata di studio sulle verdure del Polesine per un gruppo di studenti dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige di Trento. La visita è iniziata con il ritrovo presso il locale Mercato Ortofrutticolo dove il direttore Rossano Fontan li ha accompagnati in visita durante le ore di contrattazione delle merci e ha spiegato le attività in svolgimento, le modalità di lavorazione e commercializzazione. Prima di incontrare i produttori in campo, è stato visitato il centro di produzione piante della ditta Daviplant dei f.lli Davì, realtà vivaistica particolarmente significativa nell’area. L’azienda agricola Barison Paolo ha accolto gli studenti nella serra dove, dopo la raccolta della insalate, era in svolgimento il trapianto del pomodoro. L’azienda socia della Op Veneto, produce diverse specie di ortaggi: insalata gentile e cappuccia IGP, cavolfiori, pomodoro, sedano. Di recente ha ottenuto la certificazione GlobalGap. A completamento della giornata visita al magazzino di condizionamento di Agricola Lusia con studio delle fasi di consegna delle insalate da parte degli operatori locali, lavaggio e sistemazione in cella.

FATTI

Macfrut-Fresh Product Ukraine, patto per promuoversi a vicenda

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Il fairtrade si fa largo Risultati positivi nel 2011 per i prodotti certificati Fairtrade. Secondo la stessa associazione Fairtrade International lo scorso anno le vendite hanno toccato quota 4,9 miliardi di euro, il 12% in più rispetto al 2010, con il comparto della banane che ha segnato un +9%. Il Regno Unito, il più grande mercato del commercio equo e solidale, ha registratato una crescita del fatturato del 12%. I risultati più importanti, tuttavia, sono stati realizzati in Paesi emergenti per prodotti equo solidali: è il caso del Sud Africa,

che ha triplicato le vendite rispetto al 2010, e la Corea del Sud che nel primo anno di commercializzazione di prodotti Fairtrade, ha realizzato vendite per 17 milioni di euro. Inoltre, nei Paesi in cui non è ancora presente un’organizzazione nazionale le vendite sono quasi raddoppiate, portandosi a 75 milioni di euro. Circa l’andamento dei mercati maggiormente sviluppati, da segnalare che il 55% del totale delle banane vendute in Svizzera nel 2011 era certificato Fairtrade. A livello globale, ad oggi, i prodotti contrassegnati dal marchio Fairtrade sono venduti in oltre 120 Paesi.

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Roncaglia&Wijkander

Ricca di vitamine A, B, PP e C, ideale come coadiuvante della cura degli stati influenzali

Ricca di antiossidanti contro l'invecchiamento

Effetti benefici sulla microcircolazione Una sferzata di energia, ideale per chi pratica sport

Rosaria è l'arancia rossa coltivata alle pendici dell'Etna da un gruppo di produttori associati secondo rigorose tecniche di produzione integrata. Fresca, succosa, profumata e con la caratteristica pigmentazione “rossa”: infatti, grazie alla forte escursione termica tra il giorno e la notte, si accelera il processo di pigmentazione che fa diventare rosse le arance e che dà loro un'inconfondibile ricchezza organolettica.

Oggi Rosaria è anche una spremuta 100% di arance rosse, sempre fresca e disponibile tutto l’anno.

Finanziato con i contributi della Comunità Europea. Regg. CE 1234/2007 - 543/2011. Programma Operativo 2009/2013. Programma Esecutivo 2012. Azione n. 3


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L’export agricolo interrompe la sua lunga caduta e nel mese di maggio mostra incoraggianti segnali di ripresa. Ma nonostante la variazione positiva del 6,2% rispetto allo stesso mese del 2011, da gennaio a giugno il risultato resta saldamente ancorato al segno meno, facendo registrare una riduzione del 5,5% delle vendite oltreconfine rispetto al primo semestre dell’anno scorso. Colpa dei costi produttivi troppo ingombranti nei bilanci aziendali e delle zavorre fiscali che spesso ostacolano la competitività delle nostre imprese. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati sul commercio estero diffusi oggi dall’Istat. A incidere sull’incoraggiante prestazione dell’export agricolo di maggio sono le vendite dei prodotti freschi, in particolare frutta e verdura, che costituiscono una voce importante delle esportazioni dell’agricoltura italiana. Ma a determinare il dato più significativo, cioè il meno 5,5% tendenziale registrato nei primi sei mesi dell’anno, sono i problemi strutturali del settore. Il punto più critico per le aziende restano i costi produttivi troppo alti e i prezzi all’origine non remunerativi, che limitano i margini di guadagno. Si tratta di un binomio devastante che quest’anno ha addirittura scoraggiato molti a seminare, con una crescita del 5,5% dei terreni lasciati a riposo. Per la Cia serve assolutamente una politica di promozione efficace sulle vetrine internazionali che riporti i prodotti dell’agricoltura sulla scia positiva del successo dell’agroalimentare “made in Italy” nel mondo. Anche per frutta e verdura. Lu g l i o - Ag o s t o

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Utili di filiera sbilanciati a “valle” Cala la partecipazione agricola alla ripartizione degli “utili di filiera”. Mentre si assiste a un ulteriore travaso di ricchezza verso le fasi più a valle, a vantaggio soprattutto degli operatori del trade. È quanto si evince dal rapporto Ismea “Check up 2012: la competitività dell’agroalimentare italiano” che, con un ampio corredo statistico sugli ultimi 10 anni e il confronto con le dinamiche degli altri Paesi Ue, fa il punto sullo lo stato di salute del settore agroalimentare nazionale. Nel caso dei prodotti agricoli freschi o non soggetti a trasformazione industriale in un decennio la remunerazione della fase agricola si è ridotta di quasi 6 euro su ogni 100 spesi dal consumatore. In altre parole la quota di valore “trattenuta” dall’a-

gricoltura è passata dal 25,6% del 2000 al 20% del 2009, mentre è aumentato nello stesso periodo il margine di tutte le attività che intervengono tra il “cancello” dell’azienda agricola e il punto di vendita dove si registra l’acquisto finale. In sostanza, il cosiddetto marketing share, che remunera logistica, distribuzione e vendita e che include il pagamento delle imposte sul consumo, ha raggiunto nel 2009 una quota pari al 73% del valore di filiera, mentre rappresentava il 68% nel 2000. Nel caso dei prodotti trasformati, la quota agricola scende ulteriormente, passando dall’8,5% nel 2000 al 6% nel 2009.

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Export agricolo in ripresa a maggio grazie all’ortofrutta

Fondi Pac, l’Europa rivuole 111 milioni Puntualmente, come ogni anno, la Commissione Ue ha chiesto all’Italia di restituire fondi Pac indebitamente spesi. Si tratta, questa volta, di un totale di 111 milioni di euro, e riguardano principalmente il settore vitivinicolo. Altrettanto (anche se con cifre diverse) dovranno altri 12 Paesi (Danimarca, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Gran Bretagna). Le nazioni coinvolte dovranno rimborsare parte dei fondi agricoli comuni spesi irregolarmente rispetto alle norme fissate dalla Commissione, per un ammontare complessivo di circa 436 milioni di euro. I fondi irregolarmente spesi dall’Italia costituiscono da soli un quarto del totale chiesto indietro dalla Commissione. Solo la Spagna dovrà rimborsare di più, con oltre 130 milioni di euro. I servizi del Commissario all'Agricoltura Dacian Ciolos hanno riscontrato in Italia irregolarità nei pagamenti nel settore frutta e verdura, effettuati in ritardo rispetto ai tempi previsti (0,5 milioni di euro), controlli insufficienti della produzione dei pomodori (8,7milioni di euro), debolezze nei controlli amministrativi (2,8 milioni di euro). Ma è soprattutto il settore vitivinicolo ad essere colpito: Bruxelles richiede la restituzione di quasi 100 milioni di euro per l’impianto di viti senza i diritti di impianto e/o reimpianto.

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Tempi di crisi, tempo di “tagli” sul cibo. Le famiglie a basso-medio reddito (fino a 25mila euro) consumano meno olio di oliva e verdure, cereali e yogurt. Comprano margarina e carni in scatola perché costano meno. Il 68% di chi guadagna 40mila euro l’anno invece aderisce di più ai principi della dieta mediterranea e consuma più pesce, frutta, legumi e carni bianche. “Le famiglie italiane a basso reddito hanno un tasso obesità al 36%, quelle ad alto reddito al 20%”, spiega Marialaura Bonaccio dei laboratori della Fondazione “Giovanni Paolo II” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Campobasso a capo di uno studio svolto su 13.262 italiani. “La dieta mediterranea è ormai in via di estinzione”.

Presentato al Mipaaf il “Pacchetto qualità”

Gardini: la Pac rafforzi gli strumenti anti-rischio

Presentato lo scorso 11 luglio a Roma, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, il “Pacchetto qualità” approvato il 25 giugno scorso, in Comitato Speciale Agricoltura. Secondo il ministro Mario Catania (nel riquadro), il pacchetto di compromesso sui sistemi di qualità - nella versione concordata nel trilogo Parlamento europeo, Commissione e Consiglio dei Ministri - rappresenta un sostanziale passo avanti nella tutela dei prodotti Dop e IGP. Il testo “mette la parola fine all’obbligatorietà per lo Stato membro - ha posto in rilievo il ministro - di richiedere l’applicazione del regolamento Dop-Igp sul proprio territorio”. Infatti, in base all’articolo 13 - autentico fulcro dell’impianto regolatorio - si riconosce la tutela ex officio per cui non sarà più necessaria una denuncia di parte per attivare il processo di protezione su un prodotto già riconosciuto a livello comunitario. Il ministro Catania ha manifestato soddisfazione per il risultato raggiunto ed ha indicato la sentenza “Parmesan” come una sorta di apripista sulla cui scia può, a pieno titolo, inserirsi pure il recente Pacchetto qualità. Tra l’altro, esso prevede nuove indicazioni in etichetta e marchi d’area (art.12), i termini “prodotto di montagna” (già inserito nel regolamento) e “prodotto delle isole” (da introdurre, entro 12 mesi) e

“La nuova Politica Agricola Comune non può prescindere dal trovare una soluzione adeguata per le garanzie del reddito dei produttori. È per questo che, senza nulla togliere al dibattito sulle misure del greening o sulla distribuzione degli aiuti diretti, il mondo cooperativo sta chiedendo, sin dall’inizio del percorso di riforma, una maggiore attenzione agli strumenti di gestione del rischio. Non possiamo quindi che accogliere positivamente la richiesta avanzata oggi dall’Italia di rafforzare gli strumenti di gestione del rischio attraverso l’aumento della percentuale di compensazione delle perdite e la creazione di un budget nazionale ad hoc”. Con queste parole il presidente di Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardini ha commentato, a nome dell’Alleanza delle Cooperative, la proposta presentata dall’Italia in seno al Consiglio dei ministri dell’agricoltura e della pesca dell’UE, di incrementare fino all’80% il massimale di aiuto europeo per la gestione dei rischi. “L’Europa - ha detto poi Gardini vince solo se stabilizza il reddito degli agricoltori a fronte di un mercato con prezzi sempre più altalenanti e fenomeni di speculazione sempre più marcati. Per farlo, dovrà impegnare maggiori risorse sulle misure destinate alla regolazione del mercato”.

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pure la modifica della disciplina STG, al Titolo III, che ha portato a 10 anni la tutela per la pizza napoletana e la mozzarella, le uniche STG italiane. Alla presentazione è intervenuto il presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento europeo Paolo De Castro che ha posto in evidenza “i profondi cambiamenti in senso migliorativo nel Pacchetto, rispetto al disegno iniziale” e il valore del lavoro svolto in tal senso dalla Commissione, indicando il mese di settembre 2012 per il voto finale, in sessione plenaria, a Strasburgo. De Castro ha inoltre fornito alcune anticipazioni sulla riforma della Pac: scadrà venerdì 12 luglio, infatti, il termine per la presentazione degli emendamenti. “Ad oggi, ha anticipato il presidente, ce ne sono già circa 1.500 e riteniamo di arrivare ben oltre quota 2.000”.

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La crisi fa trascurare la dieta mediterranea: meno verdure sulle tavole

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Notiziario Stop al sostegno alle spese Gei, Italia Ortofrutta non ci sta Forte preoccupazione: la esprime il presidente di Italia Ortofrutta Saadeh Ibrahim a proposito del recente pronunciamento della Commissione UE in merito alla volontà di escludere dal sostegno comunitario le spese sostenute dalle Organizzazioni di Produttori nell’ambito della GEI, che sinora hanno rappresentato un elemento qualificante della spesa afferente ai programmi operativi in quanto trattasi di interventi che incidono positivamente sul ciclo dei rifiuti di imballaggio assicurando una riduzione dell’impatto ambientale. Un simile provvedimento, ha aggiunto il presidente di Italia Ortofrutta, avrebbe unicamente l’effetto di disincentivare a livello di molte OP il ricorso a forme di utilizzo degli imballaggi virtuose sotto il profilo ambientale e fa emergere un orientamento quantomeno contraddittorio della Commissione stessa rispetto al quadro complessivo della Politica Agricola comune. Se, come asserito dalla Commissione stessa, la suddetta proposta di modifica trae origine da eccessi e sperequazioni tra i vari SM nei criteri di applicazione della GEI, logica vorrebbe, per Saadeh, che un eventuale intervento in materia dovrebbe essere rivolto a rimuovere i suddetti elementi di difformità piuttosto che ad escludere tout court l’ammissibilità di questa tipologia di spesa, penalizzando drasticamente Paesi quali l’Italia che per proprio conto aveva già provveduto ad adottare criteri estremamente restrittivi di ammissibilità. Tale ulteriore restrizione va ad incidere fortemente sull’operatività delle Organizzazioni di Produttori vista anche la situazione di forte difficoltà in cui versa il settore che mette ulteriormente 18

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Certificazioni, Imc in trasferta in Libano

Logistica, Alha Group top Handling agent

Una delegazione di imprese italiane che operano nel settore della certificazione, della qualità e della sicurezza alimentare è stata in visita in Libano, per una missione esplorativa nel comparto produttivo agro-alimentare libanese. La missione si è svolta in una “due giorni”, tra il 2 e il 3 luglio ed è stata patrocinata dalla Ambasciata d’Italia a Beirut. L’iniziativa è stata organizzata dall’Istituto Mediterraneo di Certificazione (IMC) di Senigallia (Ancona) in collaborazione con IMC Liban, società italo-libanese che opera nel campo della certificazione in Libano e nell’area Medio orientale. Particolare attenzione è stata dedicata a all’incontro con realtà dell’agro-alimentare e della distribuzione in Libano, con riferimento soprattutto ai percorsi degli alimenti biologici, dal produttore al consumatore attraverso i diversi canali della vendita al dettaglio, della ristorazione e della distribuzione organizzata.

Alha Group, leader italiano nei settori dell’Air Cargo Handling e del trasporto su gomma, è stato nominato miglior Handling Agent 2011 nel corso della cerimonia di premiazione degli Anama Quality Awards Italy. Il riconoscimento Anama, Associazione Nazionale Agenti Merci Aeree, premia ogni anno le eccellenze degli operatori attivi nel comparto dell’Air Cargo a livello nazionale e internazionale. Per Alha Group si tratta della terza affermazione, la seconda consecutiva, negli ultimi quattro anni, a conferma della leadership ricoperta dal gruppo nel proprio settore. La cerimonia ha avuto luogo lo scorso 4 luglio a Milano, alla presenza di oltre 250 professionisti del comparto aereo. Alha ha sviluppato negli anni una importante presenza nella Cargo City dell’Aeroporto di Milano Malpensa, di cui gestisce più del 75% della merce in transito e dell’Aeroporto di Roma Fiumicino, cui si aggiunge un network di 12 centri deposito.

in evidenza l’inadeguatezza delle misure di prevenzione e gestione delle crisi attualmente vigenti. Anche la recente modifica del regolamento applicativo inerente l’adeguamento del valore dei prodotti ritirabili dal mercato, ha aggiunto Saadeh non ha apportato concreti benefici in proposito in quanto l’elevazione dell’indennità di ritiro ha interessato soltanto alcuni prodotti, peraltro non strategi-

ci per l’ortofrutticoltura italiana. Le esperienze più recenti hanno infatti posto in evidenza che le crisi di mercato sempre più frequenti e repentine, possono essere contrastate efficacemente soltanto con l’adozione di nuovi strumenti di regolazione del mercato di portata europea in grado di agire strutturalmente sia sul lato della domanda che dell’offerta..

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I Vini Doc di Romagna, dei Colli Piacentini,di Rimini e di Imola. Ma anche la patata di Bologna Dop, l’Aglio di Voghiera Dop, il Parmigiano Reggiano, i Salamini italiani alla cacciatora. Sono in tutto 13 i progetti vincitori del bando per la promozione dei prodotti tipici dell’Emilia-Romagna, per altrettante specialità che rappresentano il meglio della produzione regionale. A disposizione ci sono 2,1 milioni del Programma regionale di sviluppo rurale, ma l’investimento complessivo supererà i 3 milioni di euro. Il bando prevede che possano essere finanziate oltre alle iniziative rivolte ai consumatori, le attività di promozioni pubblicitarie e nei punti vendita, la partecipazione a manifestazioni, fiere, eventi di importanza nazionale ed europea. Tra i vincitori del bando regionale Prober - associazione produttori biologici e biodinamici dell'Emilia-Romagna - Bologna, Alegra, Apofruit Italia, Aiab Emilia-Romagna, Consorzio Produttori Aglio Voghiera e Consorzio Patata di Bologna Dop di Castenaso. L’assessore Tiberio Rabboni ha detto che saranno finanziati in particolare gli interventi di informazione su aspetti nutrizionali e tracciabilità.

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Export Ue in Cina Boom che fa sperare I dati sull’export agroalimentare europeo verso la Cina dimostrano che con politiche intelligenti, mirate e di qualità si può dare nuovo slancio al settore: parola del presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso. L’aumento in valore nel 2011 del 49% dell'export tra Bruxelles e Pechino - continua Tiso dimostra la necessità di investire ulteriormente su politiche agricole comunitarie capaci di evidenziare le peculiarità dei sistemi agricoli nazionali del vecchio continente e di farne apprezzare la qualità nei nuovi mercati. Questo nuovo successo - prosegue il presidente di Confeuro - di cui l’agricoltura italiana ha certamente grandi meriti, è stato possibile solo tramite la ricerca della qualità delle produzioni agroalimentari e attraverso la capacità degli agricoltori europei di interagire con i mercanti emergenti. Nel 2050, - conclude Tiso - la produzione agricola dovrà aumentare del 70% e solo un settore pronto, duttile e di qualità saprà raccogliere le nuove sfide poste dalla globalizzazione e assolvere al ruolo sociale del settore.

Agevolazioni più accessibili per gli aspiranti agricoltori Criteri più elastici per gli under 40 che intendono accedere al settore primario. Al fine di ampliare la possibilità di accesso alle “Agevolazioni per l’insediamento dei giovani in agricoltura” (regime di aiuto XA 259/09), il Cda di Ismea ha approvato le modifiche ai relativi criteri di accesso. In sintesi, i nuovi criteri consentono l’accesso all’intervento anche ai giovani che al momento della presentazione della domanda non risultino ancora in possesso di alcuni requisiti soggettivi, quali ad esempio la qualifica

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Emilia Romagna, 3 milioni di euro per promuovere i prodotti tipici

professionale agricola; attenuano il limite temporale per i terreni provenienti da donazioni, riducendolo dagli attuali 20 anni a 5 anni; riducono il limite minimo d’investimento da 300.000,00 a 180.000,00 euro; eliminano, tra le cause di esclusione automatica, la trascrizione di un pignoramento immobiliare sul terreno oggetto di intervento. I dettagli sul sito www.ismea.it

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Notiziario Sementi: interscambio vivace, bilancia ancora in rosso Un incremento in valore per le esportazioni del 25% e nelle importazioni del 15% circa, rispetto al 2010. Sono le percentuali fornite dall’Associazione Italiana Sementi nel commentare i dati ISTAT 2011 sull’import-export di sementi, sottolineando che questi nuovi aumenti vanno a sommarsi a quelli dell’annata precedente a dimostrazione della vitalità, specie commerciale, del settore. La bilancia commerciale continua comunque a restare passiva, nel 2011 per un importo di poco superiore ai 90 milioni di euro. “I dati dell’import-export di sementi nel 2011 confermano quella che da tempo è una peculiarità del nostro paese: la presenza di un ambiente favorevole e competitivo per la moltiplicazione delle sementi, con i settori della barbabietola da zucchero e delle sementi da orto che eccellono, ed un’ottima intraprendenza commerciale”, commenta Paolo Marchesini, presidente di Assosementi. “In diversi modi l’Associazione si sta impegnando a difendere queste prerogative, innanzitutto collaborando con Regioni quali l’Emilia-Romagna, le Marche e l’Umbria nella gestione degli isolamenti delle colture da seme orto, mentre si attende che un’altra regione importante, la Puglia, assuma concrete iniziative al riguardo. Lo scorso mese di gennaio abbiamo poi sottoscritto una intesa di filiera con il Consorzio degli agricoltori moltiplicatori Coams”. Analizzando in dettaglio alcuni dati, emerge che le esportazioni sono passate da un valore di circa 180 milioni di euro nel 2010, a 225 milioni di euro nel 2011, con gli incrementi maggiori per barbabietola da zucchero (un vero 20

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Buoni risultati per Tropical F1, “Ciliegino” di Nunhems Tropical F1, il pomodoro ciliegino sviluppato da Nunhems, dal punto di vista colturale si presenta come una pianta aperta, vigorosa, resistente ai nematodi che ben si adatta a stagioni e climi diversi. I grappoli sono ordinati e i frutti hanno un caratteristico colore rosso intenso, tanto che non è necessario forzarli per ottenere una buona pigmentazione. Tropical F1, inoltre, mostra una consistenza molto buona durante l’intero processo di maturazione, senza spaccature dei frutti sulla pianta. Nicola Clemente, Sales Specialist Pomodoro di Nunhems, parla di Tropical F1 come “di una varietà che sta riscontrando sempre più successo tra i produttori sia per la facilità di gestione, sia per l’ottima qualità dei risultati. Il frutto, oltre a un ottimo colore, presenta anche una grande uniformità nella pezzatura”. “Tali fattori - conclude Clemente - accrescono il valore del prodotto lungo tutta la filiera, rendendo questa varietà particolarmente interessante per la Grande Distribuzione. Il suo gusto saporito e deciso, infine, lo fanno preferire anche dal consumatore”.

A Verona l’Open Day Livingf Proof di Monsanto dedicato al pomodoro Il 6 luglio scorso si è tenuto a Verona, l’Open Day Living Proof di Monsanto dedicato al pomodoro. L’evento è stato ospitato dall’Azienda Agricola Enrico e Matteo Scandola; vi hanno partecipato le principali aziende agricole, i commercianti e i vivaisti dell’areale. Protagoniste della giornata sono state principalmente le tipologie più rappresentative dell’areale, quali: cuor di bue, insalatari, allungati, saladette e grappolo, oltre ai portainnesti pomodoro. Di tutte le colture sono state mostrate le performance in coltivazione. Le caratteristiche

degli insalatari Tombola - per trapianti precoci fino a metà maggio - e Bengodi - utilizzabile durante tutto il ciclo di coltivazione - sono state ottime. Nel segmento dei grappoli, spiccano Secolo, già ben conosciuto nel nord-est che copre ancora oggi superfici interessanti, e Kadima, consigliato a chi necessita di una pezzatura superiore e della resistenza al TSWV. Tra gli allungati, meritano un cenno Uriburi e Portento, entrambi ben tolleranti al marciume apicale e caratterizzati da una buona capacità produttiva e qualitativa. Tra i cuor di bue, oltre a Ingrid, Profitto e Punente già conosciuti, é stato presentato il nuovo DRK 7022, che sarà commerciale dalla prossima campagna. exploit, +89%), loietto italico (+58%), trifogli, erba medica, riso e sementi da orto. Le importazioni sono complessivamente salite nel 2011 a circa 318 milioni di euro, rispetto ai 275 del 2010. Lu g l i o - Ag o s t o

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THALES, la lunga stagione della qualitĂ

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Syngenta Crop Protection S.p.A. Syngenta Seeds S.p.A. Via Gallarate, 139 - 20151 Milano www.syngenta.it


Notiziario

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Un nuovo logo per le eccellenze agroalimentari pugliesi Dall’arancia del Gargano al carciofo brindisino, dalle clementine del golfo di Taranto alla Bella della Daunia piuttosto che il limone femminello del Gargano e l’uva da tavola. In realtà non saranno solo i tanti prodotti a marchio DOP e IGP del settore ortofrutticolo pugliese, ma tutto il comparto agroalimentare regionale a beneficiare del nuovo logo “Prodotti di Qualità di Puglia”. La nuova denominazione prende il posto di “Prodotti di Puglia” dotato di un nuovo regolamento. E’ quanto deciso dalla Giunta regionale. L’obiettivo è quello valorizzare i prodotti agricoli e alimentari della regione e, soprattutto, informare i consumatori sulle caratteristiche qualitative dei prodotti e dei servizi contrassegnati dal marchio.

Trasformato, scenari inediti I mercati Ucraini, Turchi e Africani, spesso trascurati, sono tra le zone scelte per dare una crescita significativa all’industria di trasformazione del pomodoro. Questo è quello che Carl Hill, Crop Sales Manager per il pomodoro da industria di Nunhems, azienda sementiera di Bayer CropScience, ha dichiarato in occasione del decimo congresso mondiale sul pomodoro da industria tenutosi a inizio estate. “Nei prossimi dieci anni, prevediamo una crescita in Russia, Ucraina, Brasile, Turchia e in alcune regioni dell’Africa”, ha detto Hill. “La nostra sfida è migliorare la produzione per soddisfare una

richiesta sempre crescente”. Più di 300 coltivatori, industriali ed altri esperti dell’industria di trasformazione del pomodoro si sono incontrati a Pechino, dal 9 all’11 giugno durante l’evento organizzato da World Processing Tomato Council e Ccfia, l’associazione cinese per l’industria del cibo in scatola. In quell’occasione Hill ha delineato la sfida che vede per la Cina per continuare a promuovere la grande crescita globale nonostante l’aumento dei costi e come altri Paesi raccoglieranno la sfida. “I cambiamenti avverranno”, ha sottolineato Hill. “La crescita è necessaria per soddisfare la domanda sempre crescente. Ci sono comunque ancora quesiti su dove avverrà questa crescita.” “In futuro, il successo sarà di chi saprà accogliere sia le innovazioni agronomiche sia genetiche,” ha detto Hill. “Nunhems è onorata di poter utilizzare le proprie potenzialità globali per aiutare i coltivatori a beneficiare di questi progressi nelle loro coltivazioni”.

Prezzi soddisfacenti per i finocchi del Fucino Cinquantamila tonnellate raccolte a 700 metri di altezza Dal Fucino sono arrivati i primi finocchi della stagione. Il prezzo per ora è soddisfacente per produttori e per consumatori. Nell’areale abruzzese sono coltivate varietà nuove, che tendono ad avere un grumolo sul tondo classico che li rende particolarmente appetibili. Sono pregi e aspetti positivi messi in risalto Francesco Arrigoni di Opo Veneto che ne ha cominciato la commercializzazione. All’Organizzazione di produttori ortofrutticoli, che ha sede centrale a Zero Branco (Treviso), fa riferimento la Paf, la Cooperativa Agricola del Fucino, presieduta da Felice Bianchi, che produce eccellenti finocchi. “L’inizio della stagione può essere considerato positivo”, rileva Arrigoni; si tratterà di vedere come il

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mercato si svilupperà, ma ci sono le condizioni perchè qualità e quotazione si possano mantenere su livelli validi”. La qualità del finocchio del Fucino è dovuta alle caratteristiche pedologiche e al clima. La conca, in provincia dell’Aquila, attorniata da montagne sui 2.000 metri, si trova a quota 700 metri: un terreno molto fertile, particolarmente adatto all’orticoltura. La produzione, calcolata attorno al-

le 50 mila tonnellate, si diversifica quanto a varietà, a cultivar, a forma e a precocità. Si stima che al finocchio sia destinato il 30 per cento della superficie a ortaggi del Fucino. Il prodotto è destinato soprattutto al mercato del fresco. L’ortaggio è adatto per diete o comunque per chi ama mantenersi in forma: è facilmente digeribile sia crudo sia cotto, il suo contenuto energetico è basso, abbonda di vitamine B e C, piace in generale per il suo aroma. Una curiosità: sono molto usate le espressioni “infinocchiare”, “farsi infinocchiare” o “non lasciarsi infinocchiare” (ingannare, imbrogliare). Derivano dall’abitudine che nel passato avevano gli osti di aromatizzare con il finocchio, in particolare con i suoi semi, i vini scadenti.

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Da Syngenta, le angurie senza semi ATTICA, C-ZERO e MELODY: gusto e shelf-life L’offerta di Syngenta nel segmento delle angurie senza semi di medio calibro comprende tre varietà, ATTICA, C-ZERO e MELODY, che presentano i migliori presupposti per una campagna coronata da ottimi risultati commerciali. ATTICA, C-ZERO e MELODY combinano, infatti, uniformità, eccellenti prestazioni agronomiche ed elevate caratteristiche qualitative e organolettiche e consentono di

ridurre gli scarti, in linea con le esigenze della grande distribuzione nazionale, dell’export e con le abitudini di consumo delle famiglie.

Croccantezza e dolcezza della polpa, resistenza alle manipolazioni e maggiore conservabilità rispetto alle varietà con semi sono le caratteristiche comuni alle tre varietà che si differenziano per le caratteristiche esterne della buccia.

ATTICA, C-ZERO e MELODY costituiscono una valida opportunità di allargamento e diversificazione dell’offerta commerciale nella moderna filiera dell’anguria.

Atticaş4-7 kg

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C-Zeroş3-5 kg

Melodyş4-7 kg



PRIMO PIANO

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Investita da una pesantissima crisi economica e finanziaria - con alcune delle regioni autonome a un passo dalla bancarotta - la Spagna, nell’ortofrutta, sembra però seguire le orme della nazionale di calcio che, ai recenti campionati Europei, ha travolto in finale l’Italia con un perentorio 4-0: più brava a crearsi le occasioni, più forte, più competitiva, la “squadra” iberica non lascia scampo neppure quando si parla di nettarine, fragole, agrumi. “Il pallino del gioco in Europa per le pesche ce l’ha la Spagna, i mercati più importanti sono degli spagnoli, i prezzi li fanno loro”, ci ha detto masticando amaro un importante esportatore emiliano. “All’Italia restano i discount tedeschi e i mercati dell’Est con il prodotto di primo prezzo in cestini. Insomma la produzione italiana copre i consumi nazionali e l’export di minor valore. Purtroppo molti dei nostri esportatori hanno perduto quote significative sopraffatti dalla concorrenza”. Considerazioni amare confermate dai dati: le tabelle che proponiamo nelle prossime pagine, riferite a pesche e nettarine, parlano chiaro. Lu g l i o - Ag o s t o

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Nonostante la pesante crisi economica e finanziaria la Spagna ortofrutticola consolida il primato continentale. E all’Italia restano le destinazioni e i canali di minor valore Volendo dirla tutta, di ortofrutta italiana, sui banchi dei grandi mercati, europei e non, se ne vede sempre meno. Oltre alla Spagna, anche la Turchia fa la voce grossa. E andando avanti di questo passo agli operatori dello Stivale rischiano di rimanere le briciole. I consumi interni aumentano Sarà interessante vedere se il trend verrà mantenuto nel prosieguo dell’anno, alla luce dell’inasprirsi della crisi. Resta il fatto che nei primi quattro mesi del 2012 i consumi di ortofrutta, in Spagna, sono in seppur lieve crescita. Questo il quadro che emerge dai dati diffusi dal Ministero spagnolo dell'Agricoltura, secondo cui gli acquisti domestici di frutta e verdura sono aumentati del 2,6% a volume nel primo quadrimestre del 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, per un quantitativo di 2,77 milioni di tonnellate e un valore di 3,67 miliardi di euro (-2,4%).

SPAGNA... BATTE ITALIA

Ca mpeones dell’export

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Per quanto riguarda gli ortaggi, i consumi sono stati pari a 946,2 milioni di chili, lo 0,5% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre la spesa è diminuita dello 0,2% a 1,56 miliardi di euro. Il pomodoro è stato l'ortaggio più consumato con 189,6 milioni di chili (-1,6%), per un valore di 279,3 milioni di euro (+0,8%). Gli acquisti di patate hanno raggiunto un volume di 354,6 milioni di chili (+2,5%) e una spesa di 197,8 milioni di euro (-24%). Per quanto concerne la frutta sono invece stati spesi 1,91 miliardi di euro (-1,2%) per un consumo di 1,48 milioni di tonnellate (+3,9%). Export positivo, boom in Russia Secondo i dati rilasciati dal Dipartimento delle dogane e elaborati da Fepex, l'associazione degli esportatori ortofrutticolo spagnoli, in maggio le esportazioni di frutta e verdura spagnole sono cresciute in valore del 10% rispetwww.corriereortofrutticolo.it

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ITALIA: L’EXPORT DI PESCHE DAL 2005 (in tonnellate) GERMANIA AUSTRIA REP CECA POLONIA ROMANIA REGNO UNITO RUSSIA SLOVACCHIA SVIZZERA ALTRI PAESI TOTALE

2005

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2007

2008

2009

2010

2011

45.834 6.295 7.661 5.572 360 14.899 2.528 2.895 6.658 27.477 120.179

40.179 6.291 5.539 5.179 601 8.939 1.323 1.483 4.926 21.559 96.019

40.654 8.978 7.927 7.141 1.300 8.393 3.490 3.401 4.305 17.424 103.015

39.137 7.580 6.574 3.086 2.044 5.200 1.245 2.284 4.122 20.456 91.728

41.746 9.101 6.431 5.041 3.172 6.326 3.176 2.865 3.767 17.896 99.519

44.833 9.292 8.027 6.171 5.616 5.238 3.880 3.477 4.269 21.022 111.826

38.598 8.097 7.015 6.288 6.007 3.820 3.559 3.487 2.837 21.357 101.065

Fonte:elaborazione CSO su dati Eurostat

ITALIA: L’EXPORT DI NETTARINE DAL 2005 (in tonnellate) GERMANIA POLONIA REP CECA AUSTRIA REGNO UNITO SVEZIA RUSSIA ROMANIA DANIMARCA SVIZZERA ALTRI PAESI TOTALE

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

127.650 21.642 10.463 13.908 40.098 13.141 7.623 965 10.617 11.985 47.708 305.801

117.310 16.020 8.096 14.520 24.855 10.439 7.308 939 8.136 9.919 43.584 261.127

102.996 19.650 9.943 15.627 24.357 11.424 9.698 5.212 9.073 9.850 39.888 257.716

98.512 12.954 9.187 12.575 19.705 11.147 4.861 5.975 8.526 9.192 42.398 235.032

103.126 18.830 11.945 13.014 19.377 10.821 9.080 7.390 9.412 9.304 42.964 255.262

102.611 20.916 11.755 12.314 13.705 10.397 10.928 8.368 8.798 8.120 39.925 247.837

99.699 17.362 15.386 13.762 13.641 10.615 10.434 10.202 9.240 7.946 39.768 248.054

Fonte:elaborazione CSO su dati Eurostat

to allo stesso mese del 2011, portandosi a 838 milioni di euro, mentre i volumi hanno registrato un aumento del 6%, raggiungendo il totale di 908.872 tonnellate. Un andamento positivo riconducibile alle buone performance registrate nel comparto delle verdure, cresciute del 20% a valore e del 17% a volume rispetto a maggio 2011, per un totale rispettivamente di 271 milioni di euro e 351.030 tonnellate. Buono in particolare il trend del pomodoro il cui buon andamento compensa le flessioni osservate nei mesi precedenti. Da segna26

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lare anche l'aumento delle esportazioni di cavolo, peperoni, lattuga e zucchine. Per quanto riguarda la frutta, a maggio si è registrato un aumentato dell'export pari al 6% a valore, per un totale di 567 milioni di euro, e dell'1% a volume, per un totale di 557.842 tonnellate. In particolare, i prodotti che hanno registrato le performances migliori in termini di export sono gli agrumi, l'anguria, la fragola e il melone. Nel periodo gennaiomaggio, le esportazioni sono aumentate del 5% a valore e del 4% a volume, raggiungendo i 3.776

milioni di euro e 5,1 milioni di tonnellate. L’export di ortaggi è stato pari a 2,3 milioni di tonnellate (+1%) per un valore pari a 2.190 milioni di euro (+5%) mentre quello della frutta è stato pari a 2,8 milioni di euro (+7%) per un valore di 1.857 milioni di euro (+7%). Secondo Fepex, tale evoluzione dell'export è il risultato dell'andamento positivo della domanda in alcuni mercati importanti quali la Francia, la Germania e la Russia, dove la Spagna ha saputo mettere solide radici. Lu g l i o - Ag o s t o

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RUSSIA GERMANIA FRANCIA ITALIA POLONIA REGNO UNITO PORTOGALLO OLANDA BELGIO BRASILE REP CECA ALTRI PAESI TOTALE

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5.066 33.158 36.705 26.290 7.633 19.405 19.262 7.928 9.585 … 3.282 17.155 185.469

9.797 42.431 46.089 38.813 20.392 19.562 21.599 9.797 9.157 … 3.581 20.739 241.956

14.632 37.365 37.733 25.556 24.855 16.033 18.538 8.395 8.700 … 3.604 21.528 216.938

18.084 38.170 43.692 31.472 20.622 16.193 29.315 6.795 7.759 … 3.222 22.242 237.565

16.873 40.944 42.706 31.593 19.563 19.403 18.919 10.526 6.218 … 4.083 23.771 234.599

32.189 37.464 33.930 21.622 23.074 15.690 17.013 11.382 10.979 … 4.074 26.510 233.927

46.660 44.443 38.648 25.349 20.565 16.753 15.172 11.242 9.790 5.190 4.556 20.075 258.441

SPAGNA: L’EXPORT DI NETTARINE DAL 2005 (in tonnellate) GERMANIA FRANCIA RUSSIA ITALIA POLONIA REGNO UNITO OLANDA PORTOGALLO BELGIO ALTRI PAESI TOTALE

2005

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2007

2008

2009

2010

2011

45.118 49.967 2.289 20.036 9.098 20.266 16.832 12.808 11.892 21240,1 209.545

60.810 65.043 8.370 31.364 14.880 26.839 24.112 13.545 11.971 31524,4 288.458

54.556 50.932 12.731 17.884 22.460 20.800 20.454 12.436 12.337 31105,3 255.695

67.974 64.490 14.853 28.336 25.174 21.025 22.599 15.258 12.190 30357,2 302.254

61.795 70.884 16.457 37.224 27.256 27.105 26.377 16.308 23.728 38553,3 345.687

68.958 64.603 25.891 26.027 35.001 23.920 25.162 19.539 19.745 42518,1 351.364

67.305 58.179 43.390 39.195 35.007 28.139 24.768 20.252 19.537 49.431 385.201

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SPAGNA: L’EXPORT DI PESCHE DAL 2005 (in tonnellate)

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Fonte:elaborazione CSO su dati Eurostat

Intanto l’associazione degli esportatori Fepex sta portando avanti un progetto teso a creare una piattaforma tecnologica dedicata a frutta e ortaggi. Jorge Brotons (nella foto), presidente di Fepex, si è incontrato con Manuel Lainez, direttore generale di Inia (Instituto Nacional de Investigación y Tecnología Agraria y Alimentaria) per concretizzare l’inizitiva. L’obiettivo di Fepex è quello di accelerare il processo di innovazione degli operatori del settore e di rafforzare l'orientamento della ricerca scientifica alle necessità Lu g l i o - Ag o s t o

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del settore concludendo accordi pubblico-privati di cooperazione. Il presidente di Fepex ha ribadito al direttore generale dell'Inia il forte peso del settore ortofrutticolo nell'agricoltura e nell'economia spagnola. Le specifiche caratteristiche del settore - secondo la federazione spagnola - giustificano pienamente la creazione della piattaforma. Frutta estiva, primo bilancio ok Ed è tutto sommato confortante il primo bilancio della frutta estiva per la Spagna. La stagione

commerciale delle drupacee è iniziata bene e nel periodo delle primizie, da fine aprile a metà giugno, non si sono manifestati problemi di prezzi grazie a un’offerta particolarmente contenuta. Buona la risposta dei mercati esteri con la Russia particolarmente ricettiva per quanto concerne pesche e nettarine che vengono destinate, con significativi volumi, anche in Italia, Francia, Bielorussia, Polonia, Germania, Svizzera, ma anche, Inghilterra e Olanda. Francia e Italia, pur essendo grandi produttori di drupacee richiedono solitamente le www.corriereortofrutticolo.it

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primizie di cui dispone la Spagna, nella regione della Murcia. Qualche problema invece per le albicocche, i cui raccolti sono risultati più abbondanti rispetto al 2011, fatto che almeno fino a dora ha compresso i prezzi verso il basso sul mercato internazionale. Passando a meloni ed angurie la campagna a inizio luglio ha registrato, nella zona di Murcia, un drastico calo dei prezzi dovuto a un eccesso di offerta. Un fenomeno causato anche dall’anticipo della produzione dovuto al grand caldo delle settimane precedenti. Ma le prospettive non sono negative: la produzione dovrebbe ridursi drasticamente, calando anche del 50%, così che si potrà riequilibrare il rapporto tra domanda e offerta. “Molta produzione programmata per la raccolta in questo periodo è stata invece tirata su già due settimane fa” - rivelava a inizio luglio il presidente della Sezione melone e anguria di Proexport, Laureano Montesinos (nella foto) - “dal momento che il ciclo vegetativo e il processo di maturazione sono stati accelerati dalle alte temperature registrate a metà giugno”. Secondo Proexport, la maggior parte dei produttori è convinta di poter ottenere una remunerazione migliore sino alla fine dell’estate con cui compensare, almeno in parte il pessimo inizio di stagione. La Regione della Murcia esprime il 45% del totale nazionale delle esportazioni di melone e il 25% di quelle di anguria. Le società collegate a Proexport detengono circa il 44% del melone e il 35% dell’anguria della regione. A livello varietale ogni mercato internazionale mostra differenti preferenze. Così, il 57% del melone gialletto è diretto verso il Regno Unito, mentre il 34% del Galia va in Germania. Regno Unito e Francia si spartiscono il 56% del melone cantalupo, mentre il 77% dell’export di melone Charentaise approda in Belgio, Svizwww.corriereortofrutticolo.it

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NETTO PRIMATO UE PER L’EXPORT DI FRUTTA

zera e Francia. La Spagna, d’altro canto, destina all’autoconsumo il 45% dell’anguria prodotta e oltre il 65% del melone della varietà Piel de Sapo. Ciliegie e uva vedono rosa Previsioni più che confortanti per le ciliegie spagnole dell’Aop

E Intercitrus cambia guida: «Fare sistema» Quella degli agrumi è, da tempo, un’altra voce in cui la Spagna ha superato l’Italia nella graduatoria dell’export. Il settore agrumicolo spagnola ha comunque i suoi problemi in termini di unità e ora si affida a Francisco José Martínez Serrano, eletto dall’assemblea generale di Intercitrus (Interporfesional Citrícola Española) quale nuovo presidente del Comitato di gestione di Cítricos. Martinez sostituisce Felipe Juan. Il nuovo presidente e il predecssore hanno lanciato un appello: “È interesse comune a tutto il settore - hanno detto - restare uniti per affrontare questo periodo particolarmente complesso”.

Valle del Jerte. La qualità appare buona ed i volumi dovrebbero toccare quota 10 milioni di chili. L’associazione prevede un raccolto di 80 mila chilogrammi al giorno che potrebbe arrivare a toccare i 300 mila chili giornalieri. La vera stella delle Dop della Valle del Jerte è la Picota, per la quale sono partite le esportazioni verso il Regno Unito. Quest’anno per la prima volta verrà realizzata anche una campagna promozionale in Russia, dove esordiranno proprio le Picota Valle del Jerte. Buone prospettive anche per la campagna dell’uva da tavola. Secondo l’organizzazione agricola Asaja la qualità del prodotto dovrebbe essere di livello eccellente e, stando alle parole del segretario generale di Asaja Murcia, Alfonso Galvez, i prezzi sul mercato internazionale dovrebbero essere alti grazie anche all’ottima immagine di cui gode l’uva da tavola murciana all’estero. Secondo il manager di Asaja, tuttavia, per dare ancora più forza al comparto è necessario creare un organismo interprofessionale per l'uva da tavola, prodotto che l’anno scorso è stato coltivato su 5.457 ettari con una produzione totale che ha raggiunto le 108.769 tonnellate. (M.A.) Lu g l i o - Ag o s t o

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0 Confronto anonimo tra Tikal RZ e altre varietà di Melone Gialletto

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CPVR: Privativa comunitaria per ritrovati vegetali richiesta o concessa (CPVR). La produzione o riproduzione di costituenti varietali protetti da CPVR necessita dell’autorizzazione del titolare. Informazioni aggiornate sul CPVR sono disponibili al sito www.cpvo.europa.eu. È importante evidenziare che la specificità dei parassiti o patogeni può variare a seconda della stagione e dell’area, che dipende da fattori ambientali e che possono emergere nuovi biotipi di parassiti o nuove razze di patogeni in grado di superare la resistenza. Le descrizioni, le illustrazioni, i consigli colturali e qualsiasi altra informazione, per esempio sulle date di scadenza, di semina, di trapianto e di raccolta, sotto qualsiasi forma compaiano, si basano nel modo più preciso possibile su quanto rilevato dalle prove e dalla pratica. È esclusa qualsiasi responsabilità da parte di Rijk Zwaan Italia per eventuali difformità manifestatesi nel prodotto coltivato rispetto a quanto indicato nelle descrizioni, illustrazioni ed informazioni. È una precisa responsabilità dell’Acquirente conservare il seme in modo appropriato così come valutare se i prodotti sono adatti al tipo di coltivazioni che si intendono effettuare ed alle condizioni ambientali.


SPAGNA... BATTE ITALIA

P rimo piano Colori, aromi, sapori nei mercati cittadini Quello della Boqueria, a Barcellona, è il più famoso di Spagna, ma anche Valencia ha nel suo Mercato Central una roccaforte della frutta di qualità. E i turisti accorrono

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Colorati, profumati, “debordanti” di frutta, verdure e spezie che sono una vera e propria tentazione: difficile resistere, prima o poi si finisce per toccare, annusare, gustre. Solo dopo aver comprato, ovviamente. I mercati “cittadini” di Barcellona e Valencia sono forse il vessillo della Spagna ortofrutticola. Quello della Boqueria, nelle Ramblas della città catalana, è davvero una straordinaria esperienza sensoriale. Le persone di tutto il mondo che lo affollano dimostrano che frutta e verdura possono rappresentare anche un richiamo turistico. Ottimi frullati freschi di giornata e bicchieri colmi di “quarta gamma” appena preparata, al modico prezzo di un euro e mezzo, vanno a ruba, soprattutto nelle torride giornate estive. A distanza di una manciata di chilometri si erge il bel Mercato di Santa Caterina, firmato da un architetto italiano, snodo es-

Sopra il mercato della Boqueria, meta di turisti, consumatori e operatori locali. Sotto il mercato Centrale di Valencia

senziale per l’ingrosso. Il mercato Centrale di Valencia è un solido punto di riferimento per la popolazione e, anche in questo caso, per i percorsi turistici. Nella struttura in ferro e vetro risalente ai primi del Novecento si può trovare qualsiasi prodotto per il dettaglio e per l’ingrosso. Con l’ortofrutta, anche in questo caso, regina indiscussa. E nessuno è sorpreso quando un visitatore italiano sbotta: “Ma da noi non c’è niente di simile... Altro che le piazze delle erbe...”. (M.Ald.) 30

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ATTUALITÀ

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Scongiurati i timori della vigilia, per la frutta estiva non si può certo parlare di debacle. Per quanto prematuro tracciare un bilancio, l’andamento commerciale nel primo scorcio della stagione è abbastanza positivo. Il caldo torrido di giugno ha messo le ali alla domanda di frutta fresca e i listini sugli scaffali - ma in parte anche i prezzi alla produzione - ne hanno beneficiato. L’arrivo in Italia degli anticicloni di origine sahariana come “Scipione” e “Caronte”, che hanno portato di colpo le temperature a 35-40 gradi, hanno spinto in alto gli acquisti con una crescita dei listini al supermercato della frutta, che, stando alle rilevazioni Cia su dati Istat, hanno segnato un incremento del 9,4 per cento rispetto a maggio e del 3,1 per cento nel confronto con lo stesso periodo del 2011. Più in generale, a giugno i prezzi al consumo degli alimentari non lavorati sono saliti del 2,6% a livello tendenziale. Intanto sono state riviste le previsioni produttive europee delle drupacee. In particolare per quanto riguarda le albicocche inizialmente la produzione nel vecchio continente era prevista attorno a 593.600 tonnellate. Le quantità ora sono previste in aumento e dovrebbero toccare 595.056 tonnellate, il 22% in più rispetto al 2011, sebbene alcuni Paesi subiranno un calo delle quantità. La Spagna dovrebbe registrare un -6%, la Grecia un -2%, mentre in maggio le previsioni parlavano di un aumento sul 2011 addirittura del 69 e del 52%. La Francia, al contrario, dovrebbe avere una produzione di albicocche in crescita del 17% sull'anno scorso, toccando quota 179.334 tonnellate (+6% rispetto alla stima iniziale). Lu g l i o - Ag o s t o

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Qualità nel complesso buona, offerta non eccessiva e temperature elevate garantiscono prezzi superiori alle aspettative nel primo scorcio di stagione

Battelli chiama Catania: urge confronto

FRUTTA ESTIVA

Niente debacle: estate discreta per pesche, meloni e angurie

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Un confronto aperto e costruttivo con il ministero dell’Agricoltura per il bene di tutta la filiera. È questo uno degli obiettivi più urgenti e importanti a cui punta Nazario Battelli (nella foto), presidente di Ortofrutta Italia, l’organismo interprofessionale del comparto ortofrutticolo nazionale. Un percorso tuttavia che già nei primi metri ha avuto alcuni intoppi. Pochi giorni fa l’organismo interprofessionale, infatti, ha avuto già modo di tirare le orecchie al Mipaaf sull’accordo per la commercializzazione di pesche e nettarine per il 2012, inserito in un più generale protocollo d’intesa della filiera ortofrutticola, trasmesso lo scorso 15 maggio da Ortofrutta Italia a Roma agli uffici ministeriali di via XX settembre “raccogliendo il costruttivo stimolo del ministero - ha scritto nell'occasione l’OI - ad un vero cambiamento nei rapporti di filiera e di rafforzamento degli strumenti interprofessionali”. La tardiva risposta del Mipaaf (avvenuta oltre 50 giorni dopo l’invio) secondo l’organismo “è stata nei contenuti e nei riferimenti normativi totalmente avulsa dal percorso di promozione e valorizzazione degli accordi interprofessionali avviato dal Ministero stesso”. Sulla questione Battelli precisa come “vi sia stata una contraddizione tra una parte proattiva del Mipaaf e una parte lenta e burocratica che non ha recepito la volontà di cambiare regime anche nel modo di affrontare le questioni. Il nostro obiettivo è stimolare il ministero a evidenziare le contraddizioni che a volte emergono dalle normative che rendo di fatto inapplicabili gli accordi di prodotto”. Il tutto con il risultato di ingolfare e ulteriormente rallentare i piani di riorganizzazione delle filiera. “Abbiamo programmato un incontro con il Mipaaf - rivela Battelli - per ricordare da una parte che il ruolo dell’accordo non è quello di gestire solo le crisi di mercato ma di coordinare costantemente le attività operative e dall’altra la nostra intenzione di interagire con il ministero e dare la nostra piena disponibilità a rapportarci con tutta la pubblica amministrazione per creare un rapporto con la filiera più chiaro, fluente, rapido e concreto. È tempo insomma di invertire la rotta”. (E.Zan.)

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FRUTTA ESTIVA

A ttualità

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Ritiri, Unaproa punta l’indice contro Bruxelles: «Incomprensibili i criteri di revisione» “Dopo mesi di lavoro la Commissione ha partorito un topolino”. Lo ha dichiarato il presidente di Unaproa Ambrogio De Ponti a seguito dell’approvazione del regolamento europeo che modifica le procedure relative ai ritiri dal mercato dei prodotti ortofrutticoli. “Faccio fatica a individuare in questo provvedimento effetti rilevanti per la prevenzione e gestione delle crisi. Alcuni prezzi di ritiro sono stati ritoccati in alto in modo rilevante come nel caso dei meloni, delle melanzane e dell’uva da tavola, mentre altri sono rimasti inalterati come nel caso di pesche e nettarine nonostante le richieste del nostro Ministero, con un criterio per noi incomprensibile”. La Commissione - prosegue De Ponti - sottolinea che “è opportuno fissare degli importi per evitare che i ritiri diventino un sbocco alternativo permanente per i prodotti rispetto alla loro immissione sul mercato e garantire, allo stesso tempo, che i ritiri rimangono uno strumento efficace per la prevenzione e gestione delle crisi”. Per garantire tutto questo l’unico modo è ancorare i prezzi di ritiro ai costi di produzione, ma purtroppo non è ancora

così”. Oltre a questo siamo ancora più preoccupati del fatto che, la Commissione non intenderebbe più riconoscere il sostegno alle azioni ambientali connesse alla gestione degli imballaggi, attraverso i Programmi Operativi a causa delle incertezze circa i benefici ambientali netti derivanti da tali azioni. Non possono essere le “incertezze” a governare le scelte. Il problema vero è che mentre si discute sui regolamenti si riduce progressivamente la possibilità di spesa da parte delle Op, una volta per colpa della Commissione, una volta per le prese di posizione delle Amministrazioni regionali, una volta per la demarcazione con il Psr, una volta per le interpretazioni degli Organismi di controllo. Non possiamo più continuare così. Tutti dobbiamo contribuire a far sì che le risorse a disposizione possano essere utilizzate per uno sviluppo sostenibile di tutto il sistema, nell’interesse di produttori e consumatori.”

Per quanto riguarda l’Italia invece le nuove stime sono rimaste in linea con quelle precedenti, 245.270 tonnellate (+8% rispetto al 2011). Per per pesche e nettarine si parla di una flessione di 2,9 tonnellate. Tale contrazione sembra coinvolgerà la gran parte dei Paesi europei a eccezione dell'Italia. Vernocchi: avvio incoraggiante “Dopo un 2011 pesantissimo, è fortunatamente la campagna delle drupacee è partita bene”, il commento di Davive Vernocchi presidente del gruppo Apo Conerpo e del settore ortofrutticolo di Fedagri-Confcooperative. “Grazie all’ottimo standard qualitativo dei frutti ed alle alte temperature che hanno caratterizzato le ultime settimane, i consumi si mantengono su livelli soddisfacenti”. “Altro elemento positivo di questa campagna è legato alla normale scalarità di maturazione della produzione del Sud e del Nord Italia che ha consentito di 32

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evitare i problemi dell’annata precedente caratterizzata da una sovrapposizione della maturazione e quindi da una eccessiva pressione commerciale nello stesso periodo. Al fine di consentire il raggiungimento dei migliori risultati sarebbe poi indispensabile che tutti gli operatori del settore rispettassero le norme di commercializzazione vigenti evitando di immettere sul mercato prodotto che non rispetta i requisiti minimi di qualità. Tutto ciò in attesa che l’Interprofessione ottenga la funzionalità necessaria per tutelare adeguatamente il settore". “Per quanto concerne le quota-

zioni, risultano in lieve miglioramento rispetto all’anno scorso, attestandosi mediamente sui 3035 centesimi di euro al chilo, con un incremento di circa 10-15 centesimi al chilo, ma sono purtroppo ancora inferiori ai costi di produzione. Un fenomeno legato prevalentemente al particolare andamento climatico che, con l’esplosione del caldo dopo un periodo piuttosto fresco, ha in parte bloccato lo sviluppo delle piante. Di conseguenza, la produzione di pesche e nettarine mostra, in alcuni casi, una pezzatura inferiore. L’auspicio è che nelle prossime settimane il clima possa normalizzarsi nell’area mediterranea così da consentire il regolare sviluppo delle piante ed il raggiungimento di pezzature maggiori per i frutti delle varietà più tardive. È inoltre auspicabile che il caldo possa estendersi anche nel Nord Europa in modo da stimolare anche in quelle zone una ripresa dei consumi di drupacee". Per le albicocche Vernocchi parla Lu g l i o - Ag o s t o

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ATTUALITÀ

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Poche ma ok le pesche cuneesi Partita sotto buoni auspici la campagna di raccolta delle pesche anche in quasi tutti i Comuni del cuneese interessati dalla produzione dove si stimava un raccolto leggermente inferiore al 2011 dovuto perlopiù alle gelate invernali che hanno colpito alcune zone. Non sarà quindi un’annata record sul fronte produttivo ma ci si attendeva, a inizio estate, frutta facilmente commercializzabile, con ottime qualità orga-

nolettiche. Riscontri positivi per quanto riguarda la remunerazione iniziale. Verona, patto per un rilancio Nel veronese, intanto, è stato sottoscritto un patto per rilanciare il settore della peschicoltura attraverso un progetto condiviso da un tavolo tecnico costituito dai maggiori organismi del settore. Questo in sostanza l’obiettivo del protocollo d’intesa promosso recentemente dal Consorzio di Tutela della pesca di Verona e sottoscritto nella sede della Provincia di Verona, Istituto sperimentale di frutticoltura di San Floriano, dalla Provincia di Verona e dai rappresentanti dei quattro mercati ortofrutticoli della pro-

vincia di Verona: Rolando Andreoli per Bussolengo - Pescantina, Claudio Sganzerla per Sommacampagna-Sona, Simone Pezzini per Valeggio sul Mincio, Gabriele Ferraro per Villafranca. Sottoscrittori del protocollo anche Giorgio Vicentini, vice presidente della Federazione Provinciale di Coldiretti Verona, Christian Marchesini, vicepresidente dell’Unione provinciale agricoltori, Laura Ferrin vicepresidente Cia, Giovanni Aldegheri di Confcooperative. Attualmente la produzione interessa 1.800 ettari; cinque anni fa erano 2.500.

FRUTTA ESTIVA

di “risultati fino ad oggi decisamente incoraggianti: una vera boccata d’ossigeno per i produttori dopo le grandi difficoltà registrate nell’annata precedente”.

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Non male ciliegie e fragole La campagna 2012 delle fragole e delle ciliegie si è chiusa con un bilancio abbastanza soddisfacente e con un buon equilibrio tra domanda e offerta secondo Davide Vernocchi che commentava così, a metà luglio, l’andamento mercantile dei due prodotti. ●

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FRUTTA ESTIVA

A ttualità Melone TK RZ, la dolcezza ha il giusto peso Nel mercato del melone, il gusto è sempre più l'elemento determinante che influenza la decisione d'acquisto del consumatore. In questo preciso contesto si è mossa Rijk Zwaan Italia, filiale dell’omonima multinazionale olandese leader nella ricerca, produzione e commercializzazione di sementi orticole di alta qualità , per sviluppare una nuova linea di prodotti. Rijk Zwaan ha focalizzato le proprie attività di ricerca sui meloni gialletti con elevata dolcezza: il frutto di questo lavoro è Tikal RZ, che viene lanciato sul mercato in questi giorni. Contraddistinto dal marchio YELLISSIMO ®, Tikal RZ è un melone di qualità premium, buono da mangiare e bello da vedere. Il frutto si riconosce a prima vista grazie alle sue caratteristiche peculiari: ha forma ovale e una buccia liscia con gradevole colorazione gialla. La polpa è bianca ed estremamente dolce: la gradevolezza del sapore è uno dei punti di forza del prodotto, grazie al quale Rijk Zwaan conta di raggiungere elevate quote di mercato. L'altro elemento che rende Tikal RZ particolarmente appetibile è la pezzatura. I frutti non sono né troppo piccoli né troppo grandi: pesano infatti circa 1,4–1,5 kg, una dimensione ideale che ne facilita l’acquisto, il trasporto a casa e anche la logistica. Tikal RZ è stato studiato anche per venire incontro alle esigenze del trade e degli operatori del settore. È disponibile tutto l’anno, da giugno a ottobre con le produzioni nazionali, da novembre a maggio con le produzioni d'oltremare, e garantisce così continuità di approvvigionamento. Inoltre ha un’ottima conservabilità. Per una migliore identificazione da parte del consumatore, il melone è contrassegnato dall'etichetta con il marchio Yellissimo ®. L'insieme di queste caratteristiche fa di Tikal RZ un melone d'eccellenza. Per questo è entrato a far parte della gamma Sensational Flavours, che comprende le varietà Rijk Zwaan ad alto valore aggiunto con caratteristiche organolettiche uniche. Per ulteriori informazioni: Segreteria Rijk Zwaan Italia S.r.l. Via dell’Industria 13 40012 Calderara di Reno BO Tel: +39 51 729448 Fax: +39 51 4149308 rijkzwaanitaly@rijkzwaan.it www.rijkzwaan.it

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Fragolà, partenza con il botto

Partenza con il botto per il progetto “Fragolà” dell’azienda Ceradini di Verona, con la produzione di fragole di montagna fuori suolo coltivate a oltre millle metri in Lessinia, nel veronese. Nei primi due giorni di commercializzazione sono stati venduti oltre 2 mila colli (circa 4 mila chilogrammi di fragole). L’impianto, che è stato costruito a tempi di record in soli sei mesi, si trova a Velo Veronese, nell’Alta Lessinia, a 1.150 metri d’altezza con una superficie investita di due ettari, 150 mila piantine di fragole con la produzione che va da fine giugno a fine settembre. Per quanto riguarda le varietà la cultivar principale è Irma, affiancata da Portola e San Andreas. Il mercato di riferimento sarà quello italiano. “Il primo giorno Fragolà, che è stata presentata ai grossisti attraverso materiale informativo con desk per gli stand e una bandiera con il marchio, è andata letteralmente a ruba - racconta Massimo Ceradini, titolare dell’impresa scaligera - e il secondo giorno di vendita, il risultato è stato più che confermato, visto che ci sono state nuove richieste. Siamo molto soddisfatti”. Fragolà, si posiziona infatti in una fascia alta di prezzo, ma nonostante ciò i riscontri sono stati più che positivi. Le vendite proseguiranno almeno fino a settembre, inizi di ottobre.

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COPERTINA

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PRATAGONISTI

Sole... della rinascita ●

Lorenzo Frassoldati

Fare sviluppo, aggregazione, qualità nella terra di Gomorra, ridando dignità e prospettive economiche a centinaia di imprese agricole e riscattando un ambiente straordinario ma degradato dall’incuria istituzionale e dal malaffare delle cosche. È la missione della Cooperativa Sole di Parete, nell’Agro aversano-giuglianese, una delle più importanti imprese del Mezzogiorno, tra i maggiori produttori di fragole in Europa, con un bilancio in attivo e oltre 20 milioni di euro di fatturato (21,8 nel 2011), in costante crescita negli ultimi anni. 101 sono i produttori associati, con una potenzialità media annua di oltre 17.000 tonnellate di ortofrutta. Leader italiano nella produzione di fragole, Sole oltre a rifornire i più importanti mercati generali italiani, è presente anche in Germania, Austria e Svizzera. In Italia è partner stabile della Gdo. Una storia di successo in uno dei territori più difficili del paese legata al nome del direttore generale della cooperativa, Pietro Paolo Ciardiello, una vita passata nella cooperativa dove è entrato nel 1987 come tecnico agrario per divenirne direttore nel ’95. Lu g l i o - Ag o s t o

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Pietro Paolo Ciardiello, direttore generale della Cooperativa di Parete (Caserta) è il principale artefice dei successi di una realtà affermata e virtuosa nella terra di Gomorra

Ciardiello. Sopra foto di gruppo

L’impresa di Parete fa sistema con la principale impresa cooperativa ortofrutticola di Legacoop, cioè la cesenate Apofruit, con cui è associata nel Mediterraneo Group (ex Moc Mediterrano), network fra imprese del nord e sud Italia nato per valorizzare le produzioni ortofrutticole di qualità dei soci, di cui fanno parte oltre ad Apofruit, la Sole, Codma di

Fano e Coltor di Avezzano. Di Mediterraneo Group Ciardiello è stato recentemente confermato presidente. Un riconoscimento a un pioniere che si è battuto da sempre per lo sviluppo di una agricoltura nuova nel Sud, per lo sviluppo del territorio in cui è nato. Ripete sempre: “Dobbiamo restituire a questa terra qualcosa di quanto ci ha dato”. Sole è una esperienza straordinaria per il casertano, per la Campania, per il nostro Sud. La cooperativa come strumento di riscatto di un intero territorio e di emancipazione e progresso economico per centinaia di famiglie di coltivatori che partivano da aziende piccolissime, con poche o nessuna prospettiva di crescita. “Guai se non ci fossero stati i produttori: qui se non ci sono loro, ci sono i delinquenti”. Negli anni la crescita dell’impresa cooperativa è andata di pari passo con la crescita delle imprese dei soci. La fiducia reciproca è tale, spiega Ciardiello, “che i nostri soci conferiscono diretta- segue a pag. 38 www.corriereortofrutticolo.it

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PROTAGONISTI

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«Il traguardo dei 50 anni di Coop Sole dimostra che è possibile realizzare i sogni mettendo al centro di tutto il territorio» di Pietro Paolo Ciardiello * I traguardi raggiunti dalla Cooperativa Sole, che nel febbraio del prossimo anno festeggerà i suoi primi 50 anni, in termini di occupazione e qualità della produzione, rappresentano il segnale tangibile che è possibile fare impresa, sana e sociale, trasformando le idee, i sogni in realtà concrete, in solide attività imprenditoriali. Tutto quello che noi siamo oggi, lo dobbiamo al rapporto viscerale, di grande passione e rispetto, che abbiamo con questa nostra terra, che abbiamo valorizzato e che, in cambio, ci ha restituito ricchezza, e che ci ha rafforzato anche come uomini e donne nella sua funzione aggregante e di depositaria di culture millenarie. Abbiamo cominciato mettendo insieme quelle che, ovunque nel Mezzogiorno, erano considerate debolezze, piccole aziende frammentate e, in alcuni casi, arretrate. Negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, abbiamo voluto dare fiducia a molti giovani che si erano improvvisati agricoltori e che oggi hanno un bagaglio di professionalità che ci inorgoglisce. Avevamo un obiettivo in testa e il modello dell’impresa cooperativa è stato lo strumento giusto per perseguirlo, per la coesione che ha creato tra i soci e perché si è intrapreso un percorso grazie al quale si è giunti sia alla creazione di prodotti estremamente competitivi, sia alla diffusione di una riconoscibilità che ha trasferito ad essi ancora maggior valore. Questo grazie al fatto che la forma cooperativa, meglio di altre tipologie di impresa, è forte del radicamento sul territorio, per il tradizionale rapporto che la lega ai soci, per il ruolo, costituzionalmente riconosciutole, che riveste all’interno della società. La cooperativa per noi ha rappresentato un mezzo di emancipazione e il modello di funzionamento che si è consolidato nel tempo, peraltro, ha permesso di estendere l’attività a terzi non soci, creando così ulteriore occupazione. I nostri numeri parlano chiaro: un bilancio in attivo che supera i 20 milioni di fatturato; 104 produttori associati, che hanno una potenzialità media annua di oltre 170.000 quintali di ortofrutta; tra 170 / 200 stagionali che superano le 102 giornate lavorative all’anno; negli ultimi due anni abbiamo assunto cinque persone a tempo indeterminato, in una fase in cui la parola licenziamento è all’ordine del giorno. Oggi Sole è identificabile con il primo stadio della filera dell’ortofrutta che immette direttamente la propria produzione (i cui 2/3 sono ottenuti con tec-

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niche di produzione integrata e biologica), nel sistema distributivo per il consumo fresco (MOF), o per la manipolazione (selezione, lavaggio, calibratura e confezionamento), per la GDO italiana. Cinque delle nostre aziende associate, recentemente, sono state certificate Global GAP, nel rispetto degli standard richiesti dalla GDO europea, perché oltre ad essere presenti nei più importanti mercati generali e nei colossi della GDO nazionali, i nostri prodotti sono richiesti anche in Germania, Austria e Svizzera. Tutte le nostre 104 aziende associate adottano disciplinari che regolano il ciclo produttivo, consentendo una standardizzazione qualitativa del prodotto ottenuto, conformemente al rispetto del lavoratore, del consumatore e dell’ambiente. Dobbiamo, dunque, molto a questa terra e siamo convinti di dover restituire qualcosa di quanto ci ha dato. Infatti, a dispetto delle non eludibili difficoltà di agibilità ambientale, riteniamo che il patrimonio dell’Agro Aversano - Giuglianese abbia un grande valore e resti decisivo per la qualità della vita e per lo sviluppo presente e futuro del territorio, in particolare per il settore dell’agroalimentare. L’ambiente è una infrastruttura, diciamo così, decisiva per le possibilità di sviluppo e, a sua volta, uno sviluppo sano ed equilibrato è una condizione necessaria per il mantenimento ed il miglioramento della qualità ambientale, specie in un ambiente come il nostro, storicamente plasmato dalla millenaria presenza dell’uomo e delle sue civiltà. L’economia della sostenibilità si è fatta generalmente strada, coinvolgendo anche le imprese ed ha un ruolo ed un peso anche di mercato, ma l’ambiente, specie da noi, è diventato una risorsa scarsa. D’altro canto, i consumatori, nazionali ed esteri, destinatari dei nostri prodotti, sono sempre più attenti e disposti a riconoscere valore aggiunto alla qualità ambientale. Potremmo dire che sia in atto un processo reale verso una sorta di nuova modernità, dove sostenibilità ambientale e nuova qualità dello sviluppo hanno un peso rilevante. Il nostro territorio ha accumulato, per l’invasività della criminalità organizzata avallata dall’insipienza e/o dall’interesse privato di politici e imprenditori conniventi, un debito ambientale in aree urbane degradate, nei siti inquinati e nel diffuso dissesto e abbandono. - segue a pag.38. -

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PROTAGONISTI

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- segue da pag.36 Sono, infatti, in corso da tempo, e si vanno ulteriormente accentuando, processi non governati di abbandono dei terreni agricoli, che non solo danno origine a diffusi sintomi di collasso degli interventi tradizionali di difesa e sistemazione del suolo (pulizia dei fossi, costruzione e manutenzione di opere idrauliche contro gli allagamenti, per esempio), ma così facendo si lasciano nelle disponibilità del malaffare che quando va bene li utilizza per devastanti speculazioni edilizie. Il dato da comprendere, per agire efficacemente, è che la catastrofe è già qui nella vita quotidiana di molta parte del territorio, nei meccanismi sociali e culturali che determinano i disastri di oggi e le minacce sul domani. Non si può continuare ancora ad operare per rattoppi e palliativi, per rimedi temporanei e parziali. I terreni, nel nostro territorio, sono sfruttati appena per il 10% delle capacità di produzione e redditività. Allora ripuliamo, voglio proprio dirlo così, il nostro territorio; ridiamo la possibilità alle persone di tornare a vivere nelle campagne; creiamo, facciamo di nuovo comunità; facciamo pagare una tassa a chi possiede ma non coltiva la terra; partendo dal rispetto dei PTCP, interveniamo con un progetto condiviso di risanamento. Prendiamo, ad esempio, le storiche masserie dell’Agro Aversano - Giuglianese: possiamo trasformarle in luoghi di socialità, in cui praticare corsi di educazione ambientale e di tutela del patrimonio paesaggistico e storico; in cui promuovere la produzione e la vendita diretta dei prodotti della terra, anche trasformati, seguendo percorsi enogastronomici mutuati dalla tradizione locale. Per noi la terra, l’uomo e il prodotto sono state, sono e continueranno ad essere centrali, punti fermi che hanno dato valore alle nostre scelte in 50 anni di attività. È da questo che vogliamo ripartire, assieme alle forze sane di quest’area, con il territorio e per il territorio. * direttore Cooperativa Sole (sintesi relazione al convegno del 26/11/2011 “Verso i 50 anni della Cooperativa Sole”)

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CorriereOrtofrutticolo

- segue da pag.35 mente i prodotti senza conoscere il prezzo. E questo lo fanno perché partecipano alla vita della coop e sanno che nessuno tirerà loro brutti scherzi”. I numeri sono da primato: 70.000 quintali di fragole, 30mila di meloni, 40mila quintali di frutta estiva, 20mila di ortaggi invernali, 15mila di altri ortaggi come peperoni, melanzane e zucchine. La produzione va al 70% alla Gdo nazionale, il 20% ai mercati generali, un 10-15% all’export “percentuale quest’ultima che vogliamo portare almeno al 30%”. Il 16 novembre di quest’anno Sole festeggerà i 50 anni di attività, “un fatto straordinario per una azienda del Sud, che ci riempie di orgoglio”. Ma Ciardiello guarda avanti, vede una nuova fase di sviluppo per la sua ‘creatura’. “Vogliamo diventare non solo una impresa del territorio, ma della regione, della Campania, dando valore ai grandi prodotti di tutta la nostra regione”. Così partono nuovi progetti per valorizzare il limone Costa d’Amalfi, per portare le fragole nelle colline dell’Irpinia, le mele Annurca nell’alto Casertano, crescere nei pomodori da mensa. E poi fare fragole tutto l’anno, non solo come adesso da ottobre a giugno, per diventare i numeri uno in Italia,senza trascurare la nuova frontiera dei piccoli frutti che vedono Sole già impegnata nelle fragoline, lamponi e mirtilli. Poi spingere sull’export anche sfruttando i canali di Mediterraneo Group e la forza dei partner-alleati di Apofruit, “una impresa molto simile alla nostra che ci ha aiutato a crescere nell’organizzazione aziendale e nella mentalità innovativa, nell’approccio al mercato”. A Ciardiello tutti riconoscono una visione di sistema, aver fatto crescere l’impresa cooperativa insieme al territorio: qualità, innovazione, fatturato sono andati di pari passo con battaglie a favore dell’ambiente e della legalità sia sul fronte istituzionale che sociale, di cui tuttora è protagonista. Nelle parole di Ciardiello c’è tutto l’orgoglio dell’uomo di impresa e del cooperatore. Ma perché ci sono così pochi esempi virtuosi di cooperazione al Sud come Sole? “Perché fare cooperazione è difficile e complicato , al Sud ancora di più. Qui una volta c’era una rete di piccoli commercianti e di mercati all’ingrosso inefficienti che adesso è sparita. La cooperazione potrebbe essere un modello da replicare, considerando che qui da noi chi ha la terra non sempre è un coltivatore. La cooperazione che funziona e che dà risultati ai soci è una formula vincente. Noi, nel nostro piccolo, ci stiamo provando”. ● Lu g l i o - Ag o s t o

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Da Syngenta, TOP GUN e KARISTAN: le preferite dalla grande distribuzione

L’orientamento al mercato e la costante innovazione dei prodotti di Syngenta trovano ancora una volta conferma in TOP GUN e KARISTAN, due varietà di anguria di tipologia Crimson molto apprezzate dall’intera filiera.

Karistan Rappresenta l’innovazione di prodotto nella tipologia Crimson, per via della caratteristica forma ovale e per l’aumentata shelf-life che, di fatto, hanno introdotto un nuovo segmento di mercato. Tali peculiarità, associate

TOP GUN e KARISTAN, infatti, rispondono alle richieste dei trader e soddisfano le esigenze della grande distribuzione in termini di calibro, pezzatura e shelf-life, mentre il sapore e la croccantezza della polpa, esaltati dal colore rosso intenso e dall’elevato grado zuccherino, le rendono particolarmente appetibili ai consumatori finali.

alla grande uniformità di pezzatura e al calibro perfettamente in linea con le esigenze della filiera, hanno reso questa varietà molto gradita alla grande distribuzione. A livello qualitativo, le caratteristiche vincenti sono il gusto e il sapore della polpa, che risulta particolarmente dolce e croccante.

Top Gun Si conferma leader di mercato nel segmento delle Crimson tonde e punto di riferimento per i produttori del settore. In particolare, la sua capacità di adattamento a diversi areali di produzione consente alla grande distribuzione di effettuare programmi a lungo termine, ottimizzare la rotazione sugli scaffali e semplificare la logistica grazie all’elevata conservabilità nel post-raccolta.

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Attualità Mele e pere, raccolti giù del 5-10%

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La produzione europea di mele potrebbe registrare un calo dei volumi compresa tra il 5 e il 10% specie a causa del maltempo, con gelate primaverili che hanno colpito in particolare il Nord Europa. Se le previsioni dovessero essere confermate in Europa nel 2012 si potrebbe scendere di poco sotto i 10 milioni di tonnellate di mele prodotte. La produzione, come evidenzia Eurofruit, non dovrebbe pertanto superare i 9,5 mi-

lioni di tonnellate: sarebbe il dato più scarso degli ultimi cinque anni. Un quadro più dettagliato e preciso della situazione si avrà ad ogni modo alla prossima riunione di Prognosfruit, in programma tra il 2 e il 4 agosto a Tolosa in Francia. Il calo produttivo dovrebbe riguardare pure le pere con una diminuzione che potrebbe toccare anche il 15-20%, per quantità totali tra i 2 e i 2,2 milioni di tonnellate.

Modì miete successi anche all’estero La campagna da poco conclusa ha segnato un ulteriore passo in avanti per la crescita ed il posizionamento di Modì sui mercati internazionali. Con un volume di vendita di circa 7.000 tonnellate, la mela rossa ha, infatti, registrato un incremento di performance commerciale di oltre 50 punti percentuali rispetto alla precedente stagione, nonostante la difficile congiuntura di mercato. Ottimi i segnali di risposta ricevuti sia dal trade europeo che internazionale, a conferma dell’apprezzamento della varietà Modì e del progetto di valorizzazione ad essa collegato. La Germania rappresenta il primo mercato con una quota del 40% sulle vendite complessive, mentre l’Italia occupa la seconda posizione, registrando un incremento di fatturato pari a 70 punti percentuali sulla scorsa campagna grazie alla presenza ormai consolidata della Mela nelle principali insegne distributive nazionali. Circa l’80% del prodotto è stato infatti veicolato dalla Distribuzione Moderna, che si è dimostrata anche quest’anno il canale preferenziale sul mercato domestico. La stagione è stata segnata dalla penetrazione di alcuni mercati strategici in area Est Europa (Ceka, Ungheria, Slovacchia, Polonia, Serbia e Russia), destinazioni che hanno contribuito per 40

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Performance positiva per la mela rossa: 7.000 le tonnellate collocate

Valtellina flagellata dalla grandine Sono molto pesanti i danni provocati dalla forte grandinata che si è abbattuta in alcune aree della Valtellina e che ha colpito a luglio le produzioni di mele IGP delle cooperative socie di Op Melavì. Ambrogio De Ponti presidente di Aop Uno Lombardia che aggrega 12 Op ortofrutticole tra cui Op Melavì con sede in Valtellina, ha chiesto alla Regione Lombardia un intervento straordinario e tempestivo che consenta alle aziende agricole colpite ed alle loro cooperative di superare le difficoltà immediate e ripristinare le coltivazioni. De Ponti sottolinea che la coltivazione delle mele per l’intera filiera ortofrutticola dell’area è elemento sostanziale sia dal punto di vista economico per le aziende agricole, ma anche per la salvaguardia del territorio della provincia di Sondrio.

il 20% alle vendite totali, garantendo così un importante spazio a livello di consumo e opportunità da sviluppare per la prossima campagna 2013. Anche nell’area del bacino del Mediterraneo, in particolare in Turchia ed Egitto, è stato riscontrato un forte apprezzamento da parte del consumatore per le caratteristiche organolettiche distintive di prodotto quali il colore, la consistenza della polpa e l’unicità del gusto. Segnali positivi, infine, sono arrivati anche dal Far East, dove i test commerciali realizzati hanno fornito feedback interessanti. Sono già in programma per la prossima campagna investimenti sia in termini commerciali che promozionali. A supportare lo sviluppo del consumo sono stati realizzati programmi di promo comunicazione. In Italia sono state realizzate 500 giornate promozionali presso i punti vendita delle maggiori insegne, caratterizzate da degustazione, attività di gratta&vinci e concorsi web. In store promotion anche sui mercati dell’Est Europa, con circa 200 giornate a fine campagna. ● Lu g l i o - Ag o s t o

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Dalla Corea del Sud per gli agrumi etnei

Vernocchi: una vera svolta per il settore. E Confagricoltura ha invitato nella città estense gli imprenditori delle principali province produttrici Attesa da anni dal comparto frutticolo dell’Emilia Romagna, che vanta una superficie coltivata a pere di circa 22.500 ettari (per il 50% facente capo al sistema organizzato), la nascita dell’Organizzazione Interprofessionale della pera, prevista per settembre, rappresenta una vera svolta per il settore. Attraverso questo organismo, si potrebbe infatti programmare la produzione in base al reale andamento della domanda ed autoregolamentare l’immissione del prodotto sul mercato con l’obiettivo di prevenire o evitare campagne disastrose come quella che si è appena conclusa. È quanto afferma Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo e del Settore Ortofrutticolo di Fedagri Confcooperative. “La nascita di questo organismo prosegue Vernocchi - costituisce un’importante iniziativa a vantaggio di tutta la filiera come dimostra la massiccia adesione al progetto che è stato avviato con l’insediamento del Comitato promotore”. Hanno infatti firmato l’intesa, raggiunta con il supporto tecnico della Regione Emilia Romagna, le Organizzazioni professionali agricole, le principali Organizzazioni dei produttori, altre importanti realtà produttive, le Associazioni di rappresentanza del commercio privato, dei mercati generali e della distribuzione oltre all’industria di trasformazione. “Attraverso l’Organizzazione InLu g l i o - Ag o s t o

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terprofessionale per la pera - dichiara Vernocchi - sarà possibile, tra l’altro, conoscere le esatte superfici coltivate e, quindi, il potenziale produttivo, elementi fondamentali per gestire correttamente il prodotto e garantire prezzi remunerativi agli agricoltori. Contemporaneamente, si potranno realizzare azioni promozionali unitarie. “Il nuovo organismo - conclude Vernocchi - si concentrerà poi su altre azioni, quali le iniziative per l’eliminazione delle barriere fitosanitarie, l’armonizzazione delle normative sui residui di fitofarmaci, la realizzazione di controlli rigorosi, l’applicazione di sanzioni per chi non rispetta le regole”. E a fine luglio, alla presenza del presidente Confederale Mario Guidi e del leader regionale Guglielmo Garagnani, si è tenuto nella sede di Confagricoltura Ferrara un incontro con gli imprenditori delle principali province produttrici del Nord Italia, per presentare e promuovere il progetto Oi Pera. L’iniziativa, illustrata nei contenuti dal coordinatore del Cso Mario Tamanti (nella foto), che ha quale principale obiettivo quello di strutturare il comparto anche nelle relazioni di filiera ed accrescere la competitività del prodotto italiano sui mercati internazionali, ha suscitato interesse Guidi, chiudendo i lavori, ha evidenziato l’importanza dell’Oi per far ripartite l’aggregazione.

ATTUALITÀ

Oi pera, si parte Summit a Ferrara

Dalla Corea del Sud alla Sicilia in previsione di una prossima apertura del mercato asiatico agli agrumi italiani. Il loro arrivo è stato promosso dalla Camera di Commercio di Catania ed ha interessato le più importanti aziende del settore. Tra i visitatori che hanno fatto visita ad Oranfrizer come leader nazionale del settore, c’erano anche alcuni buyer di importanti realtà del settore alimentare e di department store che potrebbero contribuire all’incremento dell’export delle spremute di arance rosse, al momento infatti solo i prodotti trasformati possono varcare i confini coreani. La visita in Oranfrizer ha chiarito i punti di forza delle produzioni agrumarie siciliane. Gli ospiti hanno conoscoiuto da vicino le varie fasi di controllo della filiera produttiva. All’interesse per l’arancia rossa si è aggiunta la curiosità per le altre produzioni locali siciliane. Apprezzamento, per esempio, per i pomodorini che vengono coltivati nelle zone di vocate della Sicilia Sud-orientale. Dopo aver assaporato i limoni verdelli provenienti da produzioni siciliane hanno potuto fare la differenza con le varietà importate dall’altra parte dell’emisfero e visionare i sistemi di confezionamento e trasporto.

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Qui Macfrut

Cesena, 26-28 settembre 2012

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Macfrut sempre più internazionale Anteprima dedicata alla fragola La ventinovesima edizione di MACFRUT (Cesena 26-28 settembre 2012) si annuncia particolarmente rivolta all’internazionalizzazione. L’“anteprima” della maggior rassegna del bacino del Mediterraneo dedicata alla filiera ortofrutticola mette a confronto esperienze e ricerche, commercializzazione e marketing riguardanti la fragola, con relazioni e partecipazioni da tutto il mondo. Già, perché il pomeriggio di martedì 25 settembre (MACFRUT si tiene dal mercoledì al venerdì) c’è il Simposio Internazionale della fragola cui prenderanno parte operatori ed esperti provenienti dagli Usa e dalla Cina, tanto per citare, che faranno il punto di questa importante coltivazione e “lanceranno” le prospettive per le prossime “campagne” di produzione. E a proposito di singole varietà ortofrutticole, Macfrut 2012 è stato scelto dai produttori di melone francesi e spagnoli per incontrare i “colleghi” italiani per un confronto sia sulle problematiche europee che su quelle mondiali. Va sottolineato che proprio a Macfrut furono “poste le basi” per quell’accordo fra operatori e produttori, Istituzioni ed associazioni europei, promosso da Tiberio Rabboni, Assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna e che quest’anno h avuto il proprio coronamento. E’ la palese dimostrazione che MACFRUT accanto all’esposizione di tecnologie e nuove cultivar, di innovazioni di prodotto e di processo, prosegue nel proprio ruolo di grande momento di incontro di tutti i comparti dell’ortofrutticoltura per determinare strategie, prospettive e soluzioni. Anzi nell’ultimo triennio c’è stato un

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ampliamento dell’orizzonte: si è iniziato a indicare come Frutta e Verdura siano una parte rilevantissima per il benessere personale, quindi, ortofrutta intesa non solo come importante elemento di salubrità, ma addirittura componente dello “star bene”, ovvero apice fondamentale di uno stile di vita che va esteso ad un maggior numero di persone, nonostante la fase di crisi economica che l’Europa sta attraversando. Va comunque ricordato che MACFRUT si tiene in Italia, il maggior produttore europeo di Frutta e Verdura e autentica piattaforma fra

nord e sud ed est-ovest al centro del Mediterraneo. Un altro importante strumento, che sta consentendo a Macfrut di avviarsi al terzo decennio di esistenza con crescente interesse del settore, è il rapporto che ha saputo instaurare con le imprese. Macfrut nasce a metà degli anno 80 e fu creato come momento di stimolo e di punto di raccolta delle esigenze delle aziende per rilanciare suggerimenti e soluzioni lungo tutta la filiera e quindi concepito non solamente come una “vetrina” (per quanto interessante) del settore ortofrutticolo. E proprio dal rapporto con le imprese hanno preso corpo le due principali attività di Macfrut (oltre a quella di “fare business” con l’incontro fra

produttori e tecnologie, fra GDO e ricercatori): l’internazionalizzazione e l’innovazione. L’innovazione, che deve essere di prodotto e di processo, vuol dire cercare varietà più aderenti ai consumatori e innalzare il know how e il livello tecnologico, una delle caratteristiche dell’attrezzistica e meccanica italiana dedicata al settore e che fornisce prestigio al Made in Italy nel mondo. All’interno delle azioni di stimolo verso l’innovazione, si terrà anche nel 2012 l’OSCAR Macfrut per l’innovazione, un modo per porre all’attenzione del mondo ortofrutticolo (e non solo) quelle novità e realizzazioni (già presenti sul mercato e/o commercializzate) che riguardano le quattro categorie: macchine e delle tecnologie per selezione e confezionamento; packaging e i materiali d’imballaggio; sementi e prodotti ortofrutticoli freschi; logistica e servizi. Sul fronte dell’internazionalizzazione Macfrut ha scelto anche di fornire supporto alle imprese per azioni e trasferte all’estero. Ad esempio, creando una fitta rete di corrispondenti in vari paesi esteri, sviluppando rapporti, accordi e joint-venture con operatori, realtà istituzionali e enti fieristici internazionali. Il tutto si è concretizzato nell’organizzazione di missioni e di aree espositive (coordinate da Macfrut) dove gli espositori della rassegna si sono interfacciati con le più importanti realtà ortofrutticole estere. E nel 2012 si è compiuto un passo in avanti, con iniziative mirate agli operatori di alcuni Paesi dell’Europa dell’Est in cui Macfrut è stato protagonista in prima persona di incontri con Associazioni e gruppi di imprese della filiera ortofrutticola.

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Anche l’ortofrutta vuole voltare pagina e riprendersi lo spazio economico che merita dopo gli eventi sismici di maggio. Si è svolto il 13 luglio a Mirandola (Modena), l’evento culturale “Oltre il terremoto” organizzato da Karpòs in collaborazione con il gruppo QN (Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione) e patrocinato dalla Regione Lombardia e dalla Regione Emilia Romagna. L’incontro organizzato presso Villa Fondo Tagliata di Mirandola è stato dedicato alla presentazione delle 22 eccellenze DOP e IGP colpite dal sisma. Obiettivo: far conoscere i prodotti d’eccellenza e rendere consapevoli i consumatori sulla loro importanza strategica per l’economia del Paese. Sul palco erano esposti tutti i prodotti posizionati come a voler ricreare un negozio di alimentari. All’apertura del convegno, moderato dal vicedirettore de Il Resto del Carlino Beppe Boni, l’Assessore Tiberio Rabboni ha dichiarato che è “necessaria una legislazione di vantaggio dal punto di vista fiscale per la ripartenza di questo territorio”. In altre parole è indispensabile un provvedimento legislativo ad hoc per la ricostruzione. Intanto però è già stato fatto un primo passo in cui vengono date alcune certezze al mondo agricolo ed alimentare: disponibilità di risorse per risarcire dai danni provocati dal terremoto. “Si tratta di due fondi” spiega Rabboni “un fondo generale per la ricostruzione che al momento ha una dote di 2 miliardi e mezzo di euro che ci auguriamo venga incrementata, e poi un fondo tutto agricolo che ritroveremo nel programma di sviluppo rurale, e si tratta di 140 milioni di euro aggiuntivi destinati a risarcire i danni alle imprese agricole danneggiati dal terremoto. Questo è il risultato di un atto di solidaLu g l i o - Ag o s t o

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Evento con politici, rappresentanti delle realtà produttive e dei Consorzi, a Mirandola, per rilanciare le eccellenze. Appello per favorire i consumi di meloni, pere, patate, aglio

rietà delle regioni italiane e dello stesso Ministero dell’Agricoltura nei confronti dell’Emilia Romagna”. Attraverso il fondo dello sviluppo rurale si intende risarcire in particolare gli impianti danneggiati, le macchine, le attrezzature, le scorte “vive e morte” e le stalle nella loro complessità; per il risarcimento dei muri si farà, invece riferimento ai 2 miliardi e mezzo del fondo generale. Attraverso il Credito Bancario c’è inoltre un fondo destinato a chi vuole ripartire immediatamente: ciò permetterà di attingere a questi soldi con un costo per le imprese agricole pari all’euribor 6 mesi mettendo a carico del decreto tutti gli altri costi dell’anticipazione bancaria. Ovviamente, c’è grande preoccupazione per quanto riguarda la parte burocratica. “Io voglio assicurare che per quello che riguarda l’Emilia Romagna la nostra scelta è per semplificare ai fini della velocizzazione”. “La provincia di Modena è stata quella più colpita dal sisma” ha

ATTAUALITÀ

L’ortofrutta di qualità guarda “oltre il terremoto”

dichiarato l’Assessore all'Agricoltura e alla qualità del territorio rurale della Provincia di Modena Gian Domenico Tomei. “Il 50% delle aziende agricole della provincia di Modena sono state danneggiate dal sisma. Dalle prime segnalazioni sono almeno 3 o 4000 le aziende con importi ancora da quantificare. Ad oggi abbiamo ricevuto più di 1100 segnalazioni da aziende che hanno subito i danni. Il danno maggiore si è avuto col Parmigiano Reggiano che rappresenta, per la provincia di Modena, il 40% del lordo vendibile”. È stato stimato che i danni al sistema agroalimentare è di 270 milioni solo nella provincia Mantova. Tra questi si contemplano i danni alle strutture delle imprese agricole e allevamenti (circa 106/107 milioni) e ai caseifici (20 milioni circa). E si pensa ad “andare oltre” anche attraverso la protezione della produzione di un prodotto come il Melone IGP che riguarda le provincie di Mantova, Cremona, Modena, Ferrara e Bologna: “si è voluto tutelare il www.corriereortofrutticolo.it

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A ttualità frutto del terremoto, un segno importante di come questa realtà non sia in attesa solo delle risorse pubbliche, pur necessarie”. Cristian Golinelli Direttore Confcooperative di Modena, stima che le 30 cooperative hanno subito danni per circa 70 milioni di euro. Di queste, la metà nel comparto agroalimentare: dal settore cerealicolo e Parmigiano Reggiano al vitivinicolo e ortofrutticolo. “I temi principali su cui siamo stati coinvolti e su cui ci stiamo attrezzando sono principalmente due” spiega Golinelli “il primo è la solidarietà tra le cooperative, il secondo è il credito e la liquidità”. La paura è che tutto il sistema della filiera ceda e non tutte le cooperative riescano ad intervenire. Alessandra Ravaioli del Consorzio della Pera dell'Emilia Romagna IGP e Consorzio della Pesca e Nettarina di Romagna IGP ha detto che “le pere non hanno subito danni in termine di prodotto ma hanno subito danni gli stabilimenti, le case degli agricoltori; pertanto vi saranno ricadute importanti a livello di vendite e disponibilità sul mercato che tocca tre province colpite dal terremoto (il 70% della produzione è infatti tra Modena, Bologna e Ferrara). Il sistema produttivo sta muovendosi per programmare azioni che favoriscano il consumo di prodotti che fanno parte di quest’area”. Riprendendo il discorso accennato precedentemente dall’Assessore Tomei, il presidente Mauro Aguzzi ha parlato del Melone Mantovano IGP e dei danni subiti dalle strutture evidenziando però come oltre ai danni causati alle aziende vi siano il problema della chiusura di mercati o negozi delle aree colpite che “non permette ai consorziati di mantenere la solita clientela”. Obiettivo del Consorzio Melone IGP è, quindi, quello di aiutare queste aziende a trovare nuovi clienti invitando i negozi a comprare il Melone Mantovano IGP. Nonostante l’aglio avesse finito il 44

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suo ciclo con la vendita di tutto il prodotti, la campagna iniziata alla fine di giugno con la raccolta prosegue per tre-quattro mesi attraverso l’essicazione e la lavorazione. Ed è proprio questo nuovo inizio del ciclo che allarma Neda Barbieri, Presidente del Consorzio Produttori Aglio di Voghiera. “Lo sforzo che siamo stati chiamati a fare riguarda la messa in sicurezza degli essiccatoi che dovranno contenere il prodotto, una riorganizzazione in funzione di un evento tragicissimo che ci costringe a lavorare in condizioni differenti”. Pur non avendo subito danni, dunque, “credo che ognuno di noi oggi debba ragionare guardando a questo” conclude la presidente cercando di stimolare il consumatore ad acquistare i prodotti a marchio. “Un modo concreto per essere vicini ai produttori e alle aziende del territorio”. La parola è passata ad Alberto Zambon, presidente del Consorzio Patata di Bologna DOP. Essendo comunque una produzione orientata all’est di Bologna, prevalentemente il danno è stato sulle strutture e sugli attrezzi e le macchine per la raccolta. “Eravamo in piena produzione e attual-

mente siamo in piena raccolta. Concordo con l’appello rivolto precedentemente a comprare prodotti italiani e certificati e a guardare ciò che comperiamo. Dietro al prezzo spesso si nasconde qualcosa che non riguarda la qualità”. È stato compito di Renzo Angelini, direttore editoriale di Karpòs, concludere l’evento. “Abbiamo colto l’occasione per dare un segnale, una mano indiretta, a coloro che hanno subito questo grave disagio. È diventata un’occasione per accendere un faro sulle tipicità di queste provincie che fanno del made in Italy un riconoscimento riconosciuto nel mondo. L’agricoltura non è solo produzione ed economia ma è cultura, trasferimento di conoscenze, l’elisir di lunga vita, del benessere”. All’interno dell’ultimo numero di Karpòs si troveranno articoli sulla frutta estiva: melone, anguria, pesche e uva da tavola. Inoltre, per ricollegarsi sempre alla cultura trasmessa attraverso l’agricoltura, “abbiamo voluto parlare di agriturismi che diventano un momento socialeformativo e non solo un momento di svago. Tutte le novità e gli approfondimenti di Karpòs saranno disponibili anche in abbonamento, un ulteriore passo per veicolare passione e cultura”. Al termine dell’evento i partecipanti hanno potuto gustare i prodotti DOP e IGP nella sala adiacente quella del convegno, potendo assaporare la dolcezza dei meloni, la fragranza dell’uva, il gusto raffinato e intenso del prosciutto, la delicatezza dei formaggi, la forza dei prodotti caratterizzati dall’aglio, il profumo delle pesche e il brio di un buon bicchiere di Lambrusco. Il tutto condito da un invito unanime: privilegiare i prodotti italiani e, nello specifico, dell’area emiliana. Il miglior sostegno alle aziende colpite dal terremoto è la preferenza che i consumatori attribuiranno ai prodotti che, nonostante i danni subiti, continueranno a presidiare i mercati. ● Lu g l i o - Ag o s t o

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Genova guarda alla Francia e al Mediterraneo Gianni Ratto (nella foto sotto), amministratore delegato di SGM, la società che gestisce, con successo, il Mercato di Genova, e presidente dei grossisti genovesi aderenti a Fedagro, è più schivo dei suoi concittadini, il che è tutto dire, eppure è lui, senza troppo apparire, circondato da un determinato gruppo di collaboratori e colleghi, dal tesoriere Gregorio della Rupe al direttore Nino Testini, l’uomo chiave dell’avventura, cominciata nel 2009, con l’inaugurazione della nuova sede, di uno dei più virtuosi mercati all’ingrosso italiani. Pragmatismo, rapidità nelle decisioni, un occhio al futuro. Sembrano essere un po’ queste le chiavi di lettura di una gestione in cui i privati, i grossisti, hanno forse un peso reale anche superiore a quel bel 40% di proprietà della SGM che detengono fin dall’inizio. Genova oggi, pur confermandosi come il primo porto italiano, è stretta nelle morse della crisi economica, che avverte anche più di altre città italiane, ma il Mercato è in contro-tendenza, 46

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Recuperato il tradizionale bacino d’utenza della Liguria e del Basso Piemonte si aprono nuovi orizzonti all’Sgm, dopo la realizzazione della piattaforma logistica

cresce e crescendo sta assumendo la consapevolezza di essere uno dei volani di rilancio e di sviluppo della città. Come? E’ proprio Gianni Ratto a farcelo capire. Dopo essersi sistemato all’interno, dotandosi negli ultimi mesi di una efficiente piattaforma logistica refrigerata di 7000 metriquadri, il Mercato si guarda attorno, deciso ad allargare il suo bacino di influenza e a sviluppare nuove attività e servizi anche in

collaborazione con la gdo. La base di partenza sono circa 200 mila tonnellate movimentate in stretta simbiosi con la città Genova e flussi commerciali estesi alla Liguria e al Basso Piemonte. Dal 2009 e fino ad oggi è stata fatta un’azione di recupero di questo bacino di utenza tradizionale. Guardando più in là, via terra, a 150 chilometri, c’è la Francia, che oggi ha più rapporti con altri Mercati che con Genova, ci sono ancora più vicine Voghera, Tortona, Pavia, tutta la Bassa lombarda e, guardando ancora più in là, via mare, c’è il Mediterraneo con tutti i suoi possibili, numerosi sbocchi commerciali sia nell’import che nell’export. C’è quindi un grande lavoro da fare in prospettiva futura e in collaborazione con il Porto, che è vicinissimo (5 km di autostrada). Il terminal frutta portuale non è attivo, dopo Lu g l i o - Ag o s t o

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MERCATI

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Conti in ordine nella società di gestione genovese Dati in miglioramento nel bilancio 2011 La società di gestione del Mercato Ortofrutticolo di Genova consolida i risultati positivi già raggiunti negli anni scorsi. Nel bilancio del 2011, approvato all’unanimità dai soci, la SGM presenta infatti tutti dati in progresso rispetto all’anno precedente. L’utile ante imposte è infatti di 215 mila 782 euro contro i 53 mila 965 del 2010. Anche il margine operativo lordo si consolida toccando 258 mila 440 euro nel 2011 a fronte dei 72 mila euro del 2010. Mentre il valore della produzione raggiunge quota 3 milioni 429 mila 575 euro, ben superiore ai 2 milioni 881 mila 792 dell’anno precedente. “Sono tutti risultati che confermano l’attenzione della società - commenta il presidente Tommaso Cabella - a incidere sulla razionalizzazione dei costi e al miglioramento della produttività. Ma anche la capacità del mercato e degli operatori ad attirare nuovi clienti e consumatori seppure in una situazione di contrazione dei consumi”. Tra gli altri dati positivi l’indebitamento nullo proprio grazie al buon andamento della società e alla capitalizzazione assicurata dai soci. “E senza dimenticare il ruolo della società di gestione - conclude il presidente Cabella - teso a favorire costantemente gli investimenti dei privati che ha portato, ad esempio nel 2011, al completamento delle opere della piastra logistica che permetteranno, con ulteriori 7000 metri quadrati, lo sviluppo di nuove attività a valore aggiunto legate alla lavorazione, e non solo alla commercializzazione, dei prodotti ortofrutticoli”. Società Gestione Mercato rappresenta un caso praticamente unico nel panorama delle strutture mercatali in Italia grazie al ruolo dei privati che detengono tramite il consorzio COMAG - il 40% della società. che Clerici ha lasciato, ma ci sono linee navali che potrebbero portare traffico, con la Tunisia ad esempio, ma anche con la altri Paesi del Sud Mediterraneo per i quali il Mercato di Genova potrebbe rappresentare lo snodo verso una parte importante del bacino di consumo italiano. Anche per questo, il Mercato sta mettendo a punto non solo il sistema di rilevamento dati (anche per quanto riguarda la solvibilità

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“Questa presenza maggioritaria nella composizione della società da parte degli operatori grossisti sottolinea il consigliere del CdA, in rappresentanza dei privati, Gregorio della Rupe - permette risposte certe in tempi certi alle esigenze dei nostri clienti. In questi due anni e poco più di attività, abbiamo sfoltito al massimo la burocrazia creando un sistema efficiente di operatività sia sul fronte delle imprese che di quello dei privati. L’aumento in un solo anno dell’8% della merce movimentata conferma la capacità produttiva della struttura”. Tra i risultati positivi del 2011 anche quelli non strettamente registrati dal bilancio ma che hanno inciso profondamente sulla gestione della struttura. “Dopo un 2010 durante il quale ci siamo concentrati sulla taratura dei meccanismi operativi e alla piena occupazione degli spazi disponibili - spiega il direttore di SGM, Nino Testini (nella foto sotto) -, nel 2011 abbiamo definito con successo le procedure di accesso dei privati consumatori, approvato il nuovo regolamento della struttura, ultimato i lavori per la piastra”. Inaugurato nel 2009 il Mercato Ortofrutticolo di Genova si è contraddistinto sin dall’inizio per la facilità con la quale si è inserito nel tessuto urbanistico e commerciale della città. “Un ruolo che ci è stato riconosciuto a tal punto - conclude Testini da essere scelti come luogo per la festa finale del Salone Nautico, affidando alla nostra società l’organizzazione dell’evento. Un ruolo inedito ma che conferma, insieme a tante altre iniziative promozionali come la partecipazione a Fruit Logistica a Berlino, l’obiettivo di affermare a livello internazionale questo mercato come la nuova Porta del Mediterraneo”.

della clientela) e un sistema di controllo dei prodotti ma pensa a un marchio di garanzia per chi si farà certificare nel Mercato e per tutte le produzioni tipiche tradizionali della zona, dal basilico ai funghi porcini, dai carciofi spinosi alle albicocche della Riviera, dalle zucchine chiare con il fiore

ai pomodori cuore di bue. Uno sbocco non proprio secondario è il rifornimento delle navi da crociera, anche perché a Genova si stanno insediando nuove compagnie crocieristiche, per cui questa attività è in aumento. Entrando al Mercato compare una scritta che è un po’ la sintesi tra un glorioso passato e un futuro a cui da queste parti si guarda con determinazione: “Ianuensis ergo Mercator”. (A.F.) Lu g l i o - Ag o s t o

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ATTUALITÀ

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Non sono andate giù, ai grossisti di Fedagromercati, le dichiarazioni del ministro Catania all’assemblea Coldiretti dello scorso 5 luglio in cui aveva definito “inaccettabile” che prodotti ortofrutticoli freschi “che arrivano sul mercato a 2 euro, abbiano una remunerazione all'origine di 30 centesimi, con appena il 15% di valore che resta all'agricoltore: dobbiamo scardinare questo sistema, la Gdo deve fare di più, trovando col mondo delle imprese agricole un contatto diretto che permetta di eliminare un'intermediazione parassitaria e molto dannosa per l'intero sistema”.

In una nota, il Consiglio nazionale dell’organizzazione presieduta da Ottavio Guala scrive di “aver preso atto, non senza sorpresa, di quanto affermato dal ministro”. E puntualizza che “anche i grossisti auspicano che la distribuzione organizzata si rapporti di più e che vengano superate le forti tensioni che negli ultimi tempi hanno stressato la filiera, soprattutto da parte di tutte le componenti del mondo della produzione nei riguardi della distribuzione moderna”. Ma il punto vero, per Fedagromercati, è il persistere della confusione tra “filiera corta” e “filiera efficiente”: “se vogliamo l’equa Lu g l i o - Ag o s t o

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Il Consiglio nazionale di Fedagromercati replica alle parole pronunciate dal Ministro all’assise Coldiretti: filiera corta ed efficienza non sono la stessa cosa

MERCATI

«Intermediazione parassitaria» Catania fa arrabbiare i grossisti

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PUNTASPILLI SERVE PIÙ DIALOGO TRA SISTEMA DEI MERCATI E MIPAAF Fedagro Mercati ha tirato le orecchie al ministro Catania per le parole da lui pronunciate all’assemblea Coldiretti dei primi di luglio. Andiamo a rileggere in sintesi quanto detto dal ministro: “Tuttavia ci sono molte altre cose da fare, a partire dal funzionamento della filiera italiana”. “È inaccettabile che prodotti ortofrutticoli freschi, che arrivano sul mercato a 2 euro, abbiano una remunerazione all’origine di 30 centesimi, con appena il 15% di valore che resta all’agricoltore. Dobbiamo scardinare questo sistema, ma occorre l’aiuto e il contributo di tutti. La Gdo deve fare di più, trovando col mondo delle imprese agricole un contatto diretto che permetta di eliminare un’intermediazione parassitaria e molto dannosa per l’intero sistema”. Le parole che hanno scatenato il risentimento dell’associazione dei grossisti sono due: “intermediazione parassitaria”, in cui si sono sentiti chiamati (forse) in causa. Personalmente non mi strapperei i capelli. Quelle parole vanno contestualizzate. Davanti a una platea Coldiretti, un accenno alla intermediazione parassitaria (che non è necessariamente quella legata ai mercati all’ingrosso) è quasi d’obbligo. Tant’è che poi Catania proseguiva: “Ma è necessario intervenire in maniera complessiva anche per rimettere l’agricoltura al centro del modello di sviluppo del nostro Paese, che per troppi decenni l’ha considerata un settore residuale, ricordando le ripercussioni che il comparto ha sul sistema economico nazionale in generale”. Detto questo, la reprimenda di Fedagro Mercati ha il merito di sollevare altre questioni, tutte condivisibili: dalla distinzione tra filiera corta e filiera efficiente (non tutte le filiere corte sono necessariamente efficienti), al richiamo - questo sì davvero fondato e rilevante - alla collaborazione tra Ministero e Mercati all’ingrosso dove “transita ben oltre il 50% dell’ortofrutta destinata alle tavole degli italiani attraverso tutti i canali del dettaglio, distribuzione organizzata compresa”. Fedagro Mercati invita il ministro a “voler finalmente prendere contatto con il nostro settore” per parlare dell’ammodernamento della rete dei mercati all’ingrosso, che giace - anche per colpa delle troppe lotte intestine svoltesi fino all’altro ieri - negletta e abbandonata dal Legislatore ormai da decenni, mentre tutto il mondo è cambiato. Qui vale davvero la pena di tirare le orecchie al pur bravo ministro Catania: se davvero il Ministero non dialoga con il sistema dei Mercati, che è composto dai grossisti, dagli enti gestori e dal management, è una lacuna da rimediare al più presto. Il sistema Ortofrutta Italia ha bisogno della collaborazione consapevole e motivata di tutti gli attori, senza più ripicche, personalismi, risentimenti tra le varie componenti. Lorenzo Frassoldati

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remunerazione dei produttori - si legge nel comunicato stampa l’obiettivo è quello di costruire una filiera efficiente, di cui la lunghezza può essere in alcuni casi un parametro, ma certamente non è l’unico e non necessariamente quello decisivo. Invece il Ministro attuale, un ministro “tecnico” che da decenni vive direttamente il comparto con attenzione e professionalità universalmente riconosciute, dice con nostra grande sorpresa che tutte le intermediazioni sono parassitarie, tout court”. Dopo aver elencato i pregi dell’intermediazione attuata nei centri agroalimentari e nei mercati all’ingrosso (la trasparenza e il pieno controllo del prezzo da parte del produttore lungo tutta la filiera fino al negozio del dettaglio; i tempi di pagamento al produttore; la quotidiana flessibilità nel far incontrare le esigenze dell’offerta con le condizioni reali della domanda, ottimizzando la distribuzione del prodotto sul territorio con eliminazioni di sprechi e sovrapposizioni; la profonda e specifica conoscenza della merce, con la conseguente capacità di valorizzarla al meglio; la disponibilità di informazioni in tempo reale circa le preferenze del cliente finale e l’andamento dei consumi; l’esistenza di una rete commerciale di respiro mondiale competente, tempestiva, adattabile alle esigenze reali del momento, capace di tutelare e aumentare il valore di mercato della merce, sempre disponibile a lavorare - per antica cultura e saggezza - in piena sinergia con ogni singolo produttore) eccola allora che Guala sottolinea come “a nessuno piaccia sentirsi dare del parassita, specie quando ciò è agli antipodi rispetto alla verità dei fatti: siamo certi che il ministro Catania si riferiva a fenomeni ben precisi e circoscritti, ma giusto per non rischiare di sbagliare sarebbe il caso che lo stesso ministro lo precisasse esplicitamente”. “La professionalità, la competenwww.corriereortofrutticolo.it

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za, la trasparenza, la flessibilità dei centri agroalimentari conferiscono valore all’ortofrutta fresca italiana, e da sempre lo fanno insieme e a vantaggio dei produttori, oltre che dei consumatori”, prosegue ancora Fedagromercati. “Pensavamo che fosse una consapevolezza ormai assodata, ma sembrerebbe che in questo Paese l’unico modo per rendere evidente una situazione sia quello di alzare la voce. La vicenda dell’art. 62 del Decreto del 24/01/2012 aveva già mostrato quanto poco evidente risulti talvolta il fondamentale ruolo svolto dai centri agroalimentari e dai mercati all’ingrosso; ma è stata anche l’occasione, grazie alla preziosa collaborazione della Segreteria Tecnica del Ministero delle Politiche Agricole, di provare la possibilità di lavorare insieme in modo proficuo e tempestivo”. “Chiediamo al ministro Catania di voler finalmente prendere contatto con il nostro settore”, conclude la nota di Fedagromercati. “Avrà modo di constatare personalmente la nostra massima disponibilità, nonché il fatto che la

valorizzazione della produzione ortofrutticola italiana e la tutela del potere d’acquisto dei consumatori non passano soltanto per la GDO, ma anche - e direi soprattutto - attraverso un canale che da sempre costituisce lo snodo strategico fondamentale di tutta la filiera. Le nostre strutture altro non sono che una rete di piattaforme logistiche, dotate di tutti i servizi, a disposizione della produzione e di tutte le forme di dettaglio, compresa la distribuzione moderna (la quale già è presente in molti dei centri agroalimentari). In relazione all’obiettivo ministeriale di concentrare il prodotto e favorire l’incontro di domanda e offerta, nonché all’auspicio di un più diretto impegno della distribuzione moderna, sarebbe vantaggioso per tutti intraprendere un’azione di ammodernamento e ampliamento di tali piattaforme: perché non valutare, progettare e investire insieme in tal senso, con il coordinamento del Ministero delle politiche agricole? Invitiamo il ministro a considerare seriamente questa proposta di sviluppo”. ●

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Infomercati si rimette in moto Strategica Borsa merci telematica Ricostituito il Consiglio di Infomercati, ma l’esperienza del discusso Consorzio potrebbe esaurirsi a breve se, nel giro di sei mesi, non arriveranno risultati concreti. Si è svolta il 19 luglio a Milano l’assemblea che ha visto il direttore generale di Sogemi Stefano Zani - cui il Ministro dello Sviluppo Economico con decreto di proroga datato 19 gennaio 2012 aveva rinnovato l’incarico di Commissario Straordinario - approdare alla presidenza; nel consiglio anche Fabio Pallottini, direttore generale del Car di Roma; Riccardo Cuomo, vicedirettore di Borsa merci telematica, entrata nella compagine con il 47% delle quote; Chiara Pecorini, dirigente del Ministero dello sviluppo economico; Giuseppe Guagliardi in rappresentanza dell Maas di Catania. E lunedì 30 luglio ha avuto luogo il primo Cda di Infomercati dopo l’assemblea che aveva sancito la ricostituzione del Consiglio in un clima tutt’altro che idilliaco. Un’assemblea movimentata, quest’ultima con tre votazioni: la prima sulla ricostituzione degli organi sociali, la seconda sulle nomine del Cda, la terza per la scelta del presidente. Sul primo punto hanno votato a favore solo Borsa Merci telematica (Bmt), forte del 47% del fondo consortile ed i Mercati di Milano e Roma; superata l’ipotesi della chiusura, la situazione si è sbloccata così che sulla nomina del Cda si sono espressi favorevolmente Bergamo, Torino, Milano, Roma, Catania e la stessa Bmt, contrari i Centri agroalimentari di Verona e Padova, astenute Fedagro e Mercati Associati; quanto alla nomina del presidente, l’avvocato Stefano Zani (foto) ha ricevuto il via libera dai Mercati di Torino, Catania, Roma, Bergamo, www.corriereortofrutticolo.it

Ricostituito il Consiglio: Zani presidente e Pallottini vice. Sei mesi per il rilancio

Milano e da Bmt; astenuti Fedagro, Mercati Associati e i rappresentanti dei Mercati di Verona e Padova. Nelle dichiarazioni del dopo assemblea i contrari alla prosecuzione dell’esperienze hanno espresso grande scetticismo sull’utilità del sodalizio. E Zani ha replicato: “Nella mia veste di Commissario straordinario del Consorzio ho inteso da subito porre in essere azioni per il risanamento di Infomercati, con interventi gestionali volti al contenimento dei costi di funzionamento e modifiche rilevanti nella struttura del Consorzio. Solo un dato: le spese di gestione sono state dimezzate nell’ultimo anno di gestione commissariale. Accanto alla riduzione dei costi sono stati attuati importanti interventi, finalizzati a rafforzare la compagine dei consorziati, quali la modifica dello Statuto sociale, effettuata nel novembre 2011, con l’avvallo del Ministero e della Corte dei Conti”. “Si è voluto aggiungere ai Centri Agroalimentari un nuovo qualificato soggetto, Borsa Merci Telematica Italiana - ha proseguito Zani - al fine di consentire condizioni maggiormente idonee al superamento delle criticità che hanno condotto, a suo tempo, al commissariamento del Consor-

zio. È stato avviato insomma un complicato percorso, anche procedurale, che ha portato BMTI alla forte determinazione di acquisire una quota rilevante”. Zani sostiene che il Consorzio negli anni ha svolto “un’importante funzione realizzando e continuamente aggiornando la codifica unitaria dei prodotti ortofrutticoli ed ittici e ciò ha consentito il confronto dei prezzi e le elaborazioni statistiche a livello nazionale”. “L’assemblea degli azionisti, responsabilmente, ha nominato il nuovo Consiglio e stabilito un periodo di sei mesi quale banco di prova della rinnovata gestione”, ha concluso Zani, ricordando che “la prossima assemblea si terrà tra tre mesi al fine di aggiornare i consorziati in merito alle attività intraprese mentre tra sei mesi si farà il punto della situazione e, sulla base delle risultanze dell’attività di BMTI, si opererà in sinergia con il Ministero dello Sviluppo Economico per pianificare il futuro del Consorzio o optare per scelte diverse, senza escludere la possibilità di trasferire le attività a nuove realtà”. Anche Borsa Merci Telematica crede nel futuro di Infomercati. Il Cda del Consorzio si è quindi riunito a Milano lunedì 30 luglio, presenti tutti i consiglieri neoeletti, e all’unanimità ha nominato vice presidente Fabio Massimo Pallottini, Ad di Cargest e direttore generale di CAR di Roma. Con atto notarile, è stata affidata la gestione operativa del Consorzio proprio a Borsa Merci Telematica con stipula di contratto d’affitto d’azienda e ciò consentirà al Consorzio di abbattere da agosto i costi di funzionamento che prima erano a carico dei consorziati. Il prossimo Consiglio d’Amministrazione si terrà il 21 settembre 2012 a Roma. ● Lu g l i o - Ag o s t o

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Qualità e innovazione premiano le principali aziende protagoniste del settore delle tecnologie e dei macchinari: i tempi sono duri ma chi lavora bene riesce a tenere le posizioni e in alcuni casi anche a migliorarle. “I primi sei mesi 2012 sono stati buoni con un carico di lavoro positivo e intenso”, spiega soddisfatto il presidente di Unitec, Angelo Benedetti. “Per la seconda metà dell’anno prevediamo un sensibile calo ma questo è abbastanza fisiologico, per questo tipo di attività. Per il 2013 abbiamo già alcune commesse importanti da evadere, ma prevediamo un calo degli ordini rispetto al 2012. La crisi si fa sentire sia in Italia che all’estero, in Europa e fuori dal continente”. Ma qual è la soluzione per sopravvivere alla crisi? “L’essere fortemente orientati a dare soluzioni innovative che aiutano a migliorare sensibilmente la competitività dei nostri clienti diminuendo i loro costi di lavorazione e aumentando i ricavi grazie alla maggiore qualità con cui si presentano sul mercato. Una politica che, fino ad oggi, ci ha messo al riparo da flessioni negli ordini”. “Il mercato è sempre più globalizzato, esportare è vitale”, incalza Benedetti. Lu g l i o - Ag o s t o

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Si moltiplicano le soluzioni per facilitare la lavorazione dell’ortofrutta e rendere efficienti i magazzini. In Italia due le priorità: prezzi bassi e consegne in tempi record “L’esportazione richiede a volte decine di giorni di viaggio della frutta da un continente all’altro via nave. Questo aspetto richiede una particolare attenzione alla selezione accurata della qualità e del grado di maturazione dei frutti. Anche su questa tematica la tecnologia può dare un concreto aiuto: oggi è possibile selezionare con un alto grado di affidabilità il meglio di quasi tutte le varietà di frutta e ortaggi, come mele, limoni, ciliege, mandarini arance, albicocche, susine, nettarine, pesche, kiwi, pere, cipolle...”. Ma quali sono le tendenze del mercato? “Riduzione dei costi di lavorazione dei prodotti ortofrutticoli e massima attenzione nel selezionare al meglio la qualità, in modo affidabile e quindi non più manualmente”, risponde Benedetti. “Altro aspetto importante su cui ultimamente viene posta molta attenzione nel nostro settore è quello delle malattie professionali; installare tecnologie nella centrale ortofrutticola che non creino malattie professionali è diven-

tato un aspetto prioritario e, anche su questo aspetto siamo stati innovatori. La nostra azienda già dal 2010 può fornire impianti certificati per quanto riguarda la tutela del lavoratore in termini di rispetto delle leggi europee per l’ergonomia e sicurezza nell’ambiente di lavoro”. Fra le altre priorità “imposte” dal mercato, prosegue il massimo esponente di Unitec vi è, soprattutto in Italia, quella relativa ai termini di consegna: “nel nostro Paese si fanno trattative molto lunghe, poi alla chiusura del contratto si richiede la consegna in pochi mesi, al massimo tre: una tendenza a mio avviso dannosa sia per il costruttore che per rispettare i tempi di consegna è costretto a correre e rischia così di non fare attenzione a tutti gli aspetti di complessità della commessa, sia per il cliente che non può avere il meglio e nemmeno il miglior prezzo dato che spesso le produzioni urgenti di tecnologie, devono essere effettuate facendo straordinari in vari reparti dell’azienda”. Altro elemento di criticità il fatwww.corriereortofrutticolo.it

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Turoni: trend in linea con lo scorso anno Mercato estero più vivace, “tira” soprattutto il Nord Africa Abbiamo chiesto a Enrico Turoni (nella foto), titolare della T.r. Turoni di Forlì, un breve commento sull’andamento del comparto delle tecnologie per ortofrutta. “Il trend delle vendite è in linea con lo scorso anno, le prospettive per il 2012 e 2013 sono di un mantenimento delle quote. I clienti sono prudenti però comprendono che la tecnologia può aiutare anche a risparmiare e ridurre i costi. La tendenza del mercato è comunque quella di utilizzare la tecnologia per aumentare la qualità dei prodotti”. tore prezzo, che Bendetti definisce “fin troppo importante”: “anche su questo aspetto penso di poter dire che la nostra mentalità italiana è poco lungimirante in quanto l’elemento costo diventa molto spesso fattore fondamentale nella scelta della tecnologia, quando gli investimenti dovrebbero aiutare a mio parere la centrale ortofrutticola ad essere efficiente nella massima valorizzazione del prodotto per decenni”. “In molti mercati esteri si valutano attentamente i benefici che una tecnologia può dare rispetto ad un’altra e il fattore prezzo è considerato all’interno di costi e benefici, quasi mai fine a se stesso. Ciò purtroppo nel nostro Paese non avviene di frequente. E lo dico come stimolo a migliorarci, ad essere più competitivi nella filiera, non come critica fine a se stessa...”. Quanto ai mercati internazionali, prosegue Benedetti, l’impressione è che i Paesi dell’Est Europa possano essere aree di sicuro sviluppo nei prossimi anni così come il Brasile, punta di diamante del Sud America. “Il trend della nostra azienda è positivo da alcuni anni con sensibili aumenti di fatturato e anche nel 2013 proseguiremo la crescita”, dice ancora Benedetti. “Credo che i risultati positivi siano figli della nostra grande atwww.corriereortofrutticolo.it

Il fattore prezzo non è determinante entro un ragionevole rapporti qualità-pezzo anche se, prosegue Turoni, i clienti chiedono lsempre più spesso dilazioni nei pagamenti. “Il mercato italiano risulta prudente, quello estero è maggiormente vivace”, osserva ancora Turoni che indica nel Nord Africa la macroarea più dinamica e con performance migliori. Tra le ultime novità e soluzioni presentate dall’azienda romagnola vi sono vari strumenti per il controllo della qualità che riducono i costi ed i tempi delle analisi.

tenzione al cercare di dare risultati concreti ad ogni nostro cliente; per questo è fondamentale il processo di innovazione continua all’interno del nostro team, un filo di Arianna che seguiamo ogni giorno nel nostro lavoro”. Numerose le nuove tecnologie immesse sul mercato da Unite nel 2012, come Apricot Vision (sistema per la selezione automatica delle albicocche troppo mature o difettose), Cherry Vision (sistema per la selezione automatica delle ciliege troppo mature o difettose), Chestnut Vision (sistema per la selezione automatica delle castagne bacate o difettose), Uni_Box (macchina per l’apertura automatica delle casse di plastica con alimentazione automatica delle pedane), Multi_Pack (sistema di confezionamento Kiwi dei plateaux), Uni_Double Pack (sistema di confezionamento per vassoi e plateaux) e Uni_Bins Wash (sistema di lavaggio intelligente dei bins) oltre a vari sistemi di tracciabilità, di palletizzazione ad alta velocità, di visione ottica e nuove linee di lavorazione. “Il comparto - dice Daniele Lolli, direttore commerciale di Aweta sembra subire molteplici sollecitazioni: da una parte i mercati tradizionali soffrono di una certa stagnazione ma rivolgono al tempo stesso la loro attenzione a frut-

ti come albicocche e, ciliegie a varietà tipiche regionali. Mentre dall’altra, i mercati emergenti sono molto vivaci a causa del consistente aumento del costo del lavoro (ad esempio Polonia, Sud America, ecc.)”. “Negli ultimi anni il gruppo Aweta ha investito molto sulla tecnologia applicata alle macchine e sulla capacità di offrire ai nostri clienti soluzioni complete che permettono di valorizzare la qualità dei prodotti e ridurre i costi di lavorazione”, prosegue Lolli. “Oggi stiamo raccogliendo i frutti di queste scelte. Il primo semeste del 2012 si è chiuso positivamente con un incremento rispetto allo stesso periodo del 2011. E riteniamo che il trend del mercato di cercare nuovi ambiti di applicazione della tecnologia per la selezione verrà confermato anche per il prossimo anno. Le previsioni per il 2013 sono ottime: ci attendiamo un trend in graduale crescita di fatturato per i prossimi anni”. Aweta sta consegnando impianti per la lavorazione mele in Francia in Polonia e Russia e a breve consegnerà una linea di grandi dimensioni per lavorazione delle pere in Sud America. “La crisi si fa sentire, È evidente che la situazione economica generalizzata coinvolge anche il nostro settore. Ma per noi questo Lu g l i o - Ag o s t o

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Da sinistra Longobardi, Montanari e la dimostrazione di una tecnologia Aweta

registrando le performance migliori in ambito europeo sono Polonia e Russia; in ambito globale, il Sud America. Le ultime novità e soluzioni per il settore ortofrutticolo di Aweta sono i sistemi di visione della qualità interna ed esterna dei frutti come INSCAN IQA un sensore non distruttivo che misura il contenuto di zucchero in mele, arance e frutti con nocciolo e può valutare il grado di maturità, la consistenza e le condizioni generali della polpa sulle mele, pe-

re, mango e avocado e Poverwision 3D, un sistema a telecamere per la selezione automatica della qualità esterna su mele, agrumi, peperoni, avocado, mango, pesche, pere e kiwi”. Dalla sede dell’altoatesina Longobardi si sottolinea che “nelle aree italiane in cui i prodotti ortofrutticoli di qualità hanno poco valore la crisi si nota di più; la qualità del prodotto non viene pagata al produttore che poi ci pensa più volte prima di fare degli investimenti. Laddove invece

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rappresenta anche uno stimolo per realizzare nuove soluzioni a maggior valore aggiunto, che consentano ai nostri clienti di affrontare questo periodo non facile”, dice ancora Lolli. “Il mercato richiede la tecnologia che permette di dare al prodotto finale un valore aggiunto maggiore: qualità esterna ed interna, denominazione di origine controllata, frutti particolari o tipici, confezionamento accattivante e in linea coi bisogni del consumatore”. “I clienti pretendono soluzioni complete con elevato grado di integrazione che permettono di valorizzare la qualità dei prodotti e un buon servizio post vendita. Fattori come le performance, la qualità e l’affidabilità delle macchine, il basso costo di manutenzione sono elementi fondamentali per una corretta valutazione dell’investimento e del ritorno atteso”. Per Aweta i mercati che stanno

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prodotti ortorutticoli vengono ancora apprezzati gli investimenti sono molto costanti”. “Nei Paesi in cui esportiamo, le nostre tecnologie - spiega l’Ad Robert Longobardi - vengono apprezzate molto ed aiutano il produttore/commerciante a rendere più funzionale, efficace e redditizia la sua attività. Proprio grazie all’export il 2012 sarà l’anno migliore nella storia della nostra società”. “Numerosi magazzini ortofrutticoli negli ultimi anni hanno investito molto nei loro impianti per garantire ai clienti il massimo in termini di igiene e pulizia dei prodotti commercializzati”, dice ancora Longobardi. “Per questo l’acqua utilizzata all’interno degli impianti e necessaria ai cicli di lavorazione viene sottoposta a controlli molto accurati. I nostri moderni sistemi di filtraggio garantiscono acque di lavorazione pulite ed igieniche garantendo standard uniformi per il trattamento della frutta e notevoli risparmi nelle quantità di acqua utilizzate. Cosi come la rintracciabilità è diventata quasi indispensabile per chi vuole fornire qualità al consumatore”. E il fattore prezzo quanto incide? “Fortunatamente la nostra filosofia aziendale non è basata sul prezzo bensì sulla qualità e le soluzioni tecniche di avanguardia”, la risposta. Quanto alle ultime novità e soluzioni per il settore ortofrutticolo, Longobardi segnala il nuovo trattamento per le acque di processo “Shinepure” studiato apposta per la pulizia e sanificazione/disinfezione della frutta. “Il risultato si nota a prima vista”, si evidenzia da Longobardi: “la buccia della frutta appare pulita e brillante come se fosse stata lucidata a cera. Lo dimostrano anche le analisi di laboratorio. La contaminazione microbiologica della buccia è sensibilmente ridotta e i residui di pesticidi come il Captan vengono eliminati quasi totalmente dalla superficie. Grazie al lavaggio con Shinepure, www.corriereortofrutticolo.it

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Packaging, Infia fa “respirare” i vassoi Infia ha creato e sviluppato un nuovo concetto di ventilazione laterale: l’“F concept”. Si tratta si legge in un comunicato stampa - dell’unica azienda che ha al momento la tecnologia per effettuare tali tipo di perforazione. La buona ventilazione del vassoio è la chiave per preraffreddare rapidamente il prodotto e quindi bloccare meglio la maturazione della frutta, inibendo la comparsa di fattori di decomposizione. Attualmente è disponibile sui modelli K36K37-K62-KIT500 e presto sul K28, ma la gamma crescerà in futuro. Il mercato - prosegue il comunicato - ha reagito positivamente e ora questo tipo di imballaggio è lo standard per uva, fragole, mirtilli: Tesco, Sainsbury, Asda, Morrisons, Waitrose, Marks & Spencer sono solo un esempio di stores che hanno apprezzato questa novità e, in alcuni casi, l’hanno adottata come standard di riferimento. Uno studio accademico del concetto “F” è stato realizzato da Carlos Crisosto, esperto di post-harvest, professore presso la UC Davis, California, nonché da un centro

la frutta si conserva molto più a lungo. La lavorazione e l’immagazzinamento della frutta più delicata e facilmente deteriorabile, come le ciliegie, vengono notevolmente migliorati. Il lavaggio

di ricerca italiano e israeliano. I vantaggi riscontrati sono numerosi: • Precooling 25% più veloce, e quindi maggiore produttività della packing-house • Un pre-raffreddamento più veloce significa un arresto rapido di maturazione e, di conseguenza, una shelf-life più lunga. • Risparmio energetico del 25% • 25% in meno di CO2 e quindi minor carbon footprint immesso nell’atmosfera • Eliminazione delle condensazioni di vapor acqueo nei punti vendita al dettaglio, il che significa maggiore visibilità e meno muffe e attacchi fungini • Nel caso di termosaldatura, risulta sufficiente usare un film standard invece di uno macromicro perforato, con un notevole risparmio economico • Maggiore eliminazione dell’etilene, ove presente, sempre a vantaggio della shelf-life.

può avvenire durante il processo di lavorazione immergendo la frutta nell’acqua a perdere o separatamente con una speciale macchina per il lavaggio della frutta”. (M.A.) Lu g l i o - Ag o s t o

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Anche in Puglia grossi investitori cinesi vogliono comperare terreni agricoli. Non si accontentano più solo di comprare prodotti agricoli e alimentari, ma fanno offerte importanti per acquistare terreni con l’obiettivo soprattutto di avere la certezza di rifornimenti alimentari costanti per il loro Paese. Lo ha detto il 29 giugno a Valenzano di Bari, in occasione della celebrazione dei 50 anni di vita dell’Istituto Agronomico Mediterraneo e del consorzio internazionale CIHEAM, l’assessore all’agricoltura della Regione Puglia, Dario Stefàno, riprendendo un importante intervento del presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Paolo De Castro, pure presente all’evento, che aveva appena ricordato che la Cina e altri Paesi asiatici, attraverso i loro Fondi Sovrani, hanno acquistato o affittato in Africa in pochi anni 70 milioni di ettari di terreni agricoli. La sicurezza alimentare ovvero la certezza di forniture di cibo sufficienti alle esigenze della popolazione mondiale in aumento (dai 7 miliardi si arriverà in pochi anni a una popolazione mondiale di 9 miliardi di persone) è particolarmente avvertita in Cina. Ma è l’accaparramento di terreni agricoli da parte di alcuni Paesi a danno di altri la soluzione? Da Valenzano è arrivata una risposta ferma: no. La risposta è la cooperazione agricola e tale risposta è fondamentale per il futuro del Mediterraneo agricolo nel nuovo scenario globale che vede protagoniste nuove potenze come Cina, Brasile e India. “C’è un problema di tenuta - ha detto lo stesso assessore Stefàno di resistenza dell’agricoltura mediterranea. Una sfida cruciale Lu g l i o - Ag o s t o

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Interventi di De Castro e Stefàno alla giornata celebrativa dei 50 anni dell’Istituto agronomico. La Cina compra terreni anche in Puglia

per regioni come la Puglia che hanno riscoperto l’agricoltura come tratto forte della loro identità non solo economica”. La storia dello IAM di Bari e del CIHEAM è stata raccontata, davanti a un pubblico internazionale numeroso (un’ottantina gli agronomi mediterranei presenti provenienti da 15 Paesi oltre a molte autorità), dal direttore (da 25 anni) dell’Istituto Agronomico Mediterraneo Cosimo Lacirignola. Una storia tutta ispirata dalla determinazione di contribuire alla crescita del dialogo euro-mediterraneo e di costituire un punto di riferimento unico a livello istituzionale e scientifico. Lo IAM ha intensificato i corsi post-universitari nei settori della gestione del suolo e delle risorse idriche, della protezione integrata delle colture frutticole mediterranee, dell’agricoltura biologica, dell’alimentazione e dello sviluppo rurale sostenibile, instaurando rapporti di collaborazione scientifica con università e centri di ricerca di tutto il mondo. La sfida è rilanciare nel contesto attuale la cooperazione: e il CIHEAM lo farà - ha ricordato Lacirignola - fin dal prossimo settembre a Malta con una grande conferenza euro-mediterranea che vedrà la presenza del commissario europeo Dacian Ciolos. il presidente del Ciheam, Adel ElBeltagy, ha affermato che, in que-

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Iam di Bari, mezzo secolo speso bene al servizio del Mediterraneo

sto periodo di crisi e transizione difficile in diversi Paesi, a fare la differenza alla fine è la conoscenza. Il motore dello sviluppo si può riaccendere, nonostante le emergenze climatiche, alimentari, idriche, mettendo in campo tutte le conoscenze, puntando sulla creatività, un’agricoltura intelligente, la cooperazione. Queste sono “le sfide storiche che ha davanti il CIHEAM” ha sottolineato il presidente Paolo De Castro. Per De Castro è la sicurezza alimentare il primo dei problemi. Molto concreto l’intervento del segretario generale del CIHEAM, lo spagnolo Francisco Mombiela: “Noi non offriamo un semplice diploma, offriamo un network, un network di professionalità. Ma di fronte ai problemi dell’agricoltura di oggi, primo tra tutti quello della volatilità dei prezzi, dobbiamo essere ancora più utili ai nostri rispettivi Paesi”. Per Hussein Hajj Hassan, ministro dell’agricoltura del Libano, la risposta ai problemi è la politica: bisogna che la volontà dei politici coincida con quella dei popoli. Cosa succede nei Paesi arabi? Che si bruciano miliardi di dollari in Borsa invece che fare investimenti che rispondagno alle necessità dei popoli. Il ministro Hassan ha ringraziato il CIHEAM e lo IAM di Bari in particolare per le iniziative concrete nel Mediterraneo e in Libano per la realizzazione di progetti di miglioramento dell’agricoltura. Presenti all’incontro di Valenzano anche i vice ministri dell’agricoltura di Egitto e Albania e rappresentanti di altri governi di Paesi mediterranei. ● www.corriereortofrutticolo.it

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Un esercito di quasi 50 mila operatori consolida il bio italiano “Il mercato del biologico in Italia continua a crescere ed è uno tra i settori del nostro agroalimentare che gode di migliore salute; la fiducia dei consumatori verso il biologico infatti continua a premiare la qualità ambientale e le garanzie di questo metodo di produzione”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, ha commentato le prime anticipazioni dei dati sulle produzioni biologiche italiane relative a fine 2011, fornite dagli Uffici del Mipaaf “Anche i dati di produzione del biologico italiano danno una fotografia tutto sommato positiva del settore: l’Italia per superfici biologiche e per numero di operatori resta ai primi posti in Europa e nel mondo. Dobbiamo comunque ancora impegnarci molto per strutturare meglio le filiere produttive, in modo da far intercettare al nostro sistema di imprese italiane le opportunità che il mercato offre”. Dalla prima analisi dei dati forniti al Ministero dagli Organismi di Controllo (OdC) operanti in Italia al 31 dicembre 2011, sulla base delle elaborazioni del SINAB - Sistema d'Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica, risulta che gli operatori del settore sono 48.269 di cui: 37.905 produttori esclusivi; 6.165 preparatori (comprese le aziende che effettuano attività di vendita al dettaglio); 3.906 che effettuano sia attività di produzione che di trasformazione; 63 importatori esclusivi; 230 importatori che effettuano anche attività di produzione o trasformazione. Rispetto ai dati riferiti al 2010 si rileva un aumento complessivo del numero degli operatori dell’1,3%. La distribuzione degli operatori sul territorio nazionale vede, come per gli anni passati, la Sicilia seguita dalla Calabria tra le regioni 60

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I dati del 2011 confermano l’importanza del comparto. La superficie coltivata supera il milione di ettari. Catania: ora strutturare meglio le filiere produttive

Ccpb certifica i prodotti cinesi

Bulgaria, organic in grande spolvero

Il Ccpb è stato riconosciuto dall’Ue quale organismo di certificazione in grado di certificare in equivalenza i prodotti biologici provenienti dalla Cina. Si tratta di un’estensione del riconoscimento che CCPB aveva ricevuto alla fine dello scorso anno, essendo stato riconosciuto fra i primi organismi ”equivalenti”. Sono i primi passi verso un nuovo sistema di riconoscimento delle produzioni biologiche che sarà interamente adottato a partire dal luglio 2014. La Cina rappresenta uno dei Paesi in cui l’evoluzione del settore biologico sta subendo i maggiori sviluppi e giocherà un ruolo fondamentale per lo sviluppo del metodo bio.

L’agricoltura biologica ha registrato una forte crescita in Bulgaria: a fine 2011 le aziende agricole registrate presso il Ministero dell’Agricoltura e degli Alimenti erano 1.054, ovvero il 30% in più rispetto all’anno precedente. Sempre nel 2011, i terreni destinati all’agricoltura biologica risultano ammontare 26,6 mila ettari. I cereali sono le colture più popolari (raddoppiate). Ma sono in aumento anche quelle pluriennali quali gli alberi di noci, nocciole, mandorle e castagne. Aumentano le coltivazioni di mele, prugne e albicocche, nonché le colture di lino, girasole, colza, sesamo. Dal 2011 si coltivano anche carciofi e olive, piante non caratteristiche del Paese. In flessione solo i foraggi: 3.800 ettari nel 2010 contro 1.000 nel 2012. Tendenza al rialzo anche per uno dei prodotti più apprezzati e richiesti sul mercato internazionale, il miele.

con maggiore presenza di aziende agricole bio; mentre per il numero di aziende di trasformazione impegnate nel settore la leadership spetta all’Emilia Romagna seguita da Lombardia e Veneto. La superficie coltivata secondo il metodo biologico, risulta pari a 1.096.889 ettari, di cui circa 800.000 hanno già terminato il periodo di conversione, con una

riduzione complessiva, rispetto all'anno precedente, pari a circa l'1,5%. I principali orientamenti produttivi sono i cereali, il foraggio e i pascoli. Segue, in ordine di importanza, la superficie investita ad olivicoltura. I dati completi del biologico italiano e tutti i dettagli produttivi elaborati dal SINAB, saranno resi noti in occasione del SANA, a settembre. ● Lu g l i o - Ag o s t o

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Il marchio dell’associazione apposto su oltre 27 mila tonnellate di pomacee fornite del maggior produttore europeo di mele biologiche Più di 27 mila tonnellate di mele 100% biologiche e 100% italiane sono pronte a entrare nel mercato nazionale e in quello europeo. Il tutto grazie all’accordo siglato tra AIAB e Bio Südtirol in base al quale la produzione degli oltre 800 ettari gestiti dai 187 produttori biologici soci della Cooperativa dell’Alto Adige sarà commercializzata con il marchio “Garanzia Aiab Italia”. “Un importante risultato per chi come Aiab da sempre promuove un biologico di alta qualità come lo è appunto quello di Bio Südtirol e siamo sicuri che questo primo passo porterà ad una proficua collaborazione tra le nostre due strutture”, afferma Alessandro Triantafyllidis, presidente di Aiab che da anni promuove la produzione ed il consumo di prodotti biologici con caratteristiche più rigide e rigorose del regolamento comunitario; il disciplinare “garanzia AIAB Italia” tra le sue restrizioni annovera l’utilizzo di materia prima interamente italiana ed una conduzione aziendale esclusivamente con metodo di produzione biologico. La Cooperativa Bio Südtirol è il maggior produttore di mele biologiche in Italia ed Europa, con una produzione di 37 diverse varietà (le più rappresentate sono le Royal Gala, Braeburn, Pink Lady, Golden Delicious e Red Delicious). In continua crescita le nuove varietà come la Evelina, Jazz e Kanzi. Sono presenti anche varietà tipiche per la produzione biologica come la Topaz, Pilot o Florina. Bio Suedtirol, inoltre, produce in esclusiva europea la Evelina Bio. Lu g l i o - Ag o s t o

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Brio Spa apre le porte ai negozianti per far conoscere il ciclo produttivo Avvicinare la filiera produttiva e commerciale ai negozianti che fanno capo al Ki group, realtà che con 2.000 prodotti sottoposti a rigorosi controlli è tra i leader in Italia nella ricerca di soluzioni naturali e biologiche in campo nutrizionale. La Brio di Campagnola di Zevio (Verona) ha aperto le porte a una quarantina di titolari di punti vendita specializzati nel settore del biologico. L’obiettivo: far loro toccare con mano la filiera produttiva e commerciale della Spa controllata dalla cooperativa La Primavera. I negozianti bio, come riportato dal quotidiano “L’Arena” del 27 giugno, hanno visitato la sede commerciale di via Manzoni e due delle 90 aziende socie della Primavera. Già da alcuni mesi Brio collabora con il distributore Ki group di Torino. Il mercato con i negozi specializzati rappresenta il 3,5% del fatturato Brio che nel 2011 è stato in totale di 51 milioni. La Gdo è al 34,8%, l’export al 30,7%, la ristorazione collettiva al 26,5%, l’industria di trasformazione al 2,5%, il consumo finale al 2%. “L’evento - dice l’amministratore delegato Andrea Bertoldi - è stato organizzato all’insegna della massima trasparenza del ciclo produzione-commercializzazione dei prodotti certificati distribuiti da Brio e con l’obiettivo di rinforzare il rapporto coi clienti raggiunti dalla nostra rete”. Le aree di coltivazione vanno da 200 fino a 800 metri di altitudine, con dimensioni medie aziendali di 3-4 ettari. “Proprio grazie alle dimensioni ridotte, le aziende riescono ad essere condotte a livello familiare permettendo agli agricoltori di prestare attenzione massima alla qualità delle mele prodotte”, dichiara Caterina Santori, responsabile del settore pro-

BIOLOGICO NEWS

Le mele Bio Südtirol garantite da Aiab

mozione e servizi di Aiab. Gran parte dei produttori associati alla Cooperativa Bio Suedtirol hanno più di 20 anni di esperienza nella coltivazione biologica, pionieri nella sperimentazione e sviluppo di questa filiera cosi importante; grazie all’esperienza maturata nel corso degli anni, le mele prodotte sono diventate un’eccellenza del biologico italiano. ● www.corriereortofrutticolo.it

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D istribuzione

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In vigore l’articolo 62 Unaproa: «Svolta» Stop a prezzi palesemente al di sotto dei costi di produzione De Ponti: «Provvedimento fondamentale che assicurerà competitività e sviluppo nella filiera»

Articolo 62, arriva il decreto applicativo. “Con l’articolo 62 abbiamo introdotto norme di trasparenza all’interno della filiera agroalimentare con contratti scritti e tempi di pagamento certi per le merci, in modo da sostenere la crescita del comparto eliminando alcune storture del sistema che si traducevano in un peso e un costo per troppi agricoltori e imprenditori”, il commento del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania. Il testo è stato ora trasmesso al Consiglio di Stato. “Con questo decreto abbiamo provveduto a definire i criteri di attuazione per dare certezza applicativa alla norma. Una regolamentazione che è stata frutto del proficuo dialogo con tutti gli attori della filiera, con i quali abbiamo condiviso un percorso, prendendo in esame le proposte e le esigenze emerse nei numerosi incontri tra tutte le parti in causa”. “Abbiamo accolto con favore la definizione del testo del Decreto interministeriale applicativo dell'articolo 62 della Legge 24 marzo 2012 n. 272”, il commento del 62

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presidente di Unaproa De Ponti. “Un atto fondamentale per tutta la filiera che assicurerà competitività e sviluppo per la crescita del Paese. Ringrazio in particolar modo il Ministro Catania per aver voluto questo provvedimento con profonda determinazione, non a difesa di un singolo settore ma della filiera intera”. “Per la prima volta - sottolinea De Ponti - si configura come pratica sleale stabilire prezzi palesemente al di sotto dei costi di produzione dei prodotti agricoli. È un grande risultato che la nostra ultima assemblea di maggio, alla presenza del Ministro stesso, aveva chiesto con grande partecipazione per rilanciare il nostro comparto. Adesso dobbiamo essere capaci di tradurre il provvedimento in risultati economici positivi per tutta la filiera, attraverso un nuovo modo di concepire le relazioni commerciali, meno conflittuale e più collaborativo. Le contrapposizioni non pagano. Siamo disponibili da subito a ricercare, insieme al resto della filiera, nuovi percorsi che riconoscano l’impegno di ogni operatore alla valorizzazione dei nostri prodotti”. ●

Imballaggi nei Mercati Fida incontra Clini Un accordo di programma per la creazione di punti di raccolta differenziata degli imballaggi presso i Mercati ortofrutticoli all’ingrosso, snellendo la normativa attuale che al momento prevede complessi adempimenti burocratici ed amministrativi. È per arrivare a questo obiettivo che si è recentemente svolto un incontro tra il ministro dell’Ambiente Corrado Clini e la vicepresidente dei dettaglianti Fida Donatella Prampolini (nella foto), accompagnata dal deputato reggiano Emerenzio Barbieri e dal presidente dei settore Ortofrutticolo della federazione, Livio Bresciani. “Gli operatori del settore alimentare - ha spiegato Donatella Prampolini Manzini - rilevano un bisogno crescente di integrare il servizio di raccolta differenziata erogato dalle imprese appaltatrici dei diversi comuni con un servizio ad hoc di stoccaggio degli imballaggi; i commercianti sono costretti a disporre, presso i propri punti vendita, di ampi spazi destinati a depositi per i rifiuti voluminosi costituiti da cassette in legno, cassette in plastica, carta e cartone, dei quali la raccolta e lo smaltimento creano difficoltà”. “"L’accordo di programma allo studio col Ministero - il commento di Bresciani - fortemente caldeggiato dal Presidente della Federazione, Dino Abbascià, prevederebbe, invece, il conferimento in aree attrezzate all’interno dei mercati ortofrutticoli o delle piattaforme logistiche”.

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CARREFOUR

In Sicilia la 20ma convention annuale

America Latina unica area positiva

Si è svolta in Sicilia la ventesima convention annuale dell’insegna bolognese Sisa nella suggestiva cornice di Kamarina, Scoglitti (Ragusa) in Sicilia, per tutti i Cedi Sisa. Un gruppo, quello di Sisa, che da oltre 37 anni continua a operare con successo, consolidandosi costantemente grazie alla propria capacità di innovazione, di rafforzamento dei Cedi e di studio relativo a attività promozionali sempre più performanti. Durante la settimana non sono mancati numerosi appuntamenti professionali: tre i giorni consecutivi di lavori su otto di convention, durante i quali si sono succeduti sul palco apprezzati relatori tra i quali il Prof. Daniele Fornari - Cermes Bocconi - con l’indagine “Scenari di mercato”,

Roberto Pedretti di Nielsen, con il workshop “Attori e consumatori”, Sebastiano Grandi - Università Bocconi, con la relazione “L’indagine sul consumatore Sisa” ed Edoardo Fornari - Cermes Bocconi - con il resoconto “Analisi posizionamento PL Sisa”. Preziosi i contributi anche dei vertici e dei top manager Sisa: oltre al presidente nazionale Sergio Cassingena a cui è andato l'onore dei saluti iniziali e dei discorsi conclusivi e di sintesi di ogni giorno, sono intervenuti Danilo Preto, responsabile marketing, che ha raccontato l’importanza della comunicazione e della pubblicità mirate con particolare focus sull’insegna e Marco Ravagnan, responsabile tecnico, che ha illustrato i risultati delle promozioni.

Nel secondo trimestre 2012 Carrefour limita le perdite subite in Francia, in Europa e in Cina grazie al +7% di vendite messe a segno in America Latina che rappresenta l’unica voce positiva in un contesto di grande crisi dei consumi. Infatti il giro di affari di 21,7 miliardi di euro indica una quasi stabilità rispetto al trimestre precedente (-0,3%). Le perdite peggiori si riscontrano in Spagna (-7,4%), Italia (4,3%) e Francia (-3,3%) ma anche in Cina (-3,6%). Il retailer transalpino registra, invece, un’importante crescita nel “commercio di prossimità” (+5,7%) cioé quello rappresentato da piccoli punti vendita aperti a livello di quartiere mentre é completamente uscito dal mercato greco.

SELEX

MESSICO

Dario Brendolan nuovo presidente

Ingenti investimenti in Centri commerciali

Dario Brendolan (nella foto) è il nuovo presidente del gruppo distributivo Selex. Titolare, con il fratello Renato, di Maxi Di Srl Verona, una delle più rappresentative imprese del Gruppo, sostituisce alla guida di Selex Giovanni Pomarico, presidente e amministratore unico di Megamark di Trani, che lascia l’incarico alla scadenza dei tre anni di mandato, nel rispetto del principio dell'alternanza previsto dallo statuto. Il nuovo presidente è stato eletto nel corso del Consiglio di amministrazione, insieme ai due vice presidenti Giovanni Pomarico (Megamark di Trani) e Giangiuseppe Murgia (Superemme di Cagliari). Nell’ultimo triennio il Gruppo ha messo a segno importanti traguardi; dal 2008 al 2011

Si moltiplicano in Messico i centri commerciali di nuova generazione e si prevedono investimenti pari a 6,5 miliardi di Pesos. La classe media messicana aumenta i consumi e gli operatori immobiliari investono, in misura crescente, nella costruzione di decine di templi dello shopping moderno. Nel primo trimestre del 2012, il settore retail registra la presenza di 570 centri commerciali nel paese nordamericano, contro i 415 del 2007. Secondo la societá di consulenza Grupo Real Estrategy, una trentina di centri commerciali in costruzione dovrebbero essere completati entro il 2012. In 10 Stati della confederazione si concentra il 66% dei malls del Paese; l’area metropolitana di Cittá del Messico conta 73 Centri commerciali.

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il giro d’affari è cresciuto del +15,5% rispetto al 2008, sono stati creati oltre 2mila nuovi posti di lavoro e aperte 300 nuove unità di vendita - diventando il terzo distributore nazionale. Nel 2011 Selex ha chiuso l'esercizio con un fatturato di 8,4 miliardi, realizzando una crescita delle vendite del +4,8% rispetto all’anno precedente. Una performance che ha consentito al Gruppo di incrementare la sua quota di mercato che, a gennaio 2012, ha raggiunto il 10,1% (Fonte: Sig, canali iper-super-superettes-cash&carry), rinsaldando la sua posizione di terzo distributore nazionale.

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DISTRIBUZIONE

SISA

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Q uarta - quinta gamma

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Brands Award 2012, la “Caesar Salad” di Dimmidisì è la miglior new entry La “Caesar Salad” de “I Piatti Unici” DimmidiSì è la miglior “new entry” secondo Brands Award 2012, l’iniziativa che premia le migliori performance annue di marca nei beni di largo consumo, attraverso criteri che coinvolgono sia i consumatori finali che il retail. Nella stessa categoria era presente anche l’ultima novità DimmidiSì, il Frappé Fresco lanciato ad aprile 2012. Nel 2008 DimmidiSì - Le Zuppe Fresche aveva conquistato il primo posto nella categoria “Alimentare Fresco” mentre nel 2010 il Frullato Fresco DimmidiSì aveva trionfato nella categoria “Bevande&birra”.

Insalate pronte nel mirino dei media, Aiipa si fa sentire Aiipa Sezione Prodotti Ortofrutticoli di IV Gamma ha replicato con un duro comunicato all’articolo “Lavate e asciugate ma piene di germi” pubblicato sul numero 27 de Il Salvagente e ripreso da alcune testate. L’associazione rappresentativa dei produttori che operano sul mercato italiano del fresco confezionato di IV Gamma, “rileva con sconcerto il macroscopico e ingiustificato travisamento del quadro normativo nazionale ed europeo in materia di parametri microbiologici applicabili ai prodotti alimentari, dei risultati della ricerca effettuata dal Dipartimento di Sanità Pubblica e di Microbiologia dell’Università di Torino e dello studio sui valori nutrizionali della verdura confezionata svolto nel 2002 dall’Inran”. “Nell’articolo - scrive il responsabile della sezione Domenico Stirparò - viene più volte citata una presunta normativa francese che tale non è, trattandosi di un manuale di corretta prassi igienica talmente datato da non essere più applicato neppure in Francia. Inoltre, si parla impropriamente di “rischio di tossinfezione” promuovendo a “patogeni”, microrganismi che tali non sono”. Nell’articolo, si sostiene che l’87% delle insalate siano risultate “irregolari”, sebbene nessuno dei parametri microbiologici pre64

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Dura replica a un articolo allarmista de Il Salvagente ripreso da varie testate

visti dal Regolamento europeo 2073/2005 risulti superato: “dunque - afferma Aiipa - tutti i campioni sono da considerare del tutto regolari. Il redattore menziona in modo improprio termini quali “carica mesofila totale” e “colimetria”, peraltro senza spiegarne il significato ai lettori. Non si dice, ad esempio, che la positività ai mesofili è stata ottenuta in condizioni di laboratorio che appaiono talmente lontane da quelle di un prodotto in commercio da essere state abbandonate. Si omette di segnalare anche che i colifor-

mi e l’Escherichia Coli sono indicatori di igiene del “processo produttivo” e non, come affermato, del “prodotto”. Viceversa, non ci si perita di dare per assodata la presenza di Escherichia Coli patogena, quando chi ha eseguito la ricerca si esprime chiaramente in termini dubitativi, non essendo stati effettuati ulteriori e specifici esami a riprova”. “Del tutto erroneamente, inoltre, - conclude Sgtirparò - si afferma che la violazione del Regolamento 2073/2005 non comporta sanzioni per l’azienda produttrice, ma solo la revisione del processo produttivo. La presenza di patogeni, invece, se riscontrata nel corso di un controllo, avrebbe generato l’obbligo di Allerta comunitario e determinato pesanti sanzioni penali, oltre al ritiro/richiamo dei prodotti”. E non è finita: Aiipa Sezione Ortofrutticoli di IV Gamma contesta il contenuto del box “Ma le vitamine scompaiono”, dove si riportano “travisandoli e distorcendoli per l’ennesima volta”, i contenuti di una datata ricerca dell’Inran del 2002: “Uno studio che non evidenzia alcuna sostanziale differenza tra fresco sfuso e confezionato, sottolineando anzi come il contenuto di Vitamina C nel fresco confezionato, dopo una settimana, risulti quasi il doppio rispetto alla verdura non confezionata”. Lu g l i o - Ag o s t o

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Antonio Felice

Lviv (in lingua ucraina) o Lvov (in lingua russa) o Leopoli (il nome durato fino alla dominazione asburgica) è il cuore del commercio ortofrutticolo ucraino pur essendo molto decentrata verso Ovest rispetto alla capitale Kiev (2 milioni e mezzo di abitanti) e rispetto alle popolose città dell’Est che si trovano lungo i grandi fiumi del Paese o sulla costa del Mar Nero, come Kharkiv, Dnipropetrovsk, Odessa e Donetsk, tutte sopra il milione di abitanti. Il segreto di Lviv, sesta città del Paese con 750 mila abitanti, la più vicina alla storia d’Europa (per 420 anni è stata annessa alla Polonia, per 142 ha fatto parte dell’impero asburgico, russa per 52 anni e da 21 anni ucraina), è la sua posizione geografica e pedoclimatica. La città è infatti a 70 chilometri dal confine con la Polonia, a 230 dal confine con la Slovacchia e a circa 250 da quello con l’Ungheria a cui è collegata attraverso l’importante varco di frontiera di Chop che è a circa 11-12 ore di camion da Trieste, quasi tutta autostrada. Lviv è al centro di una regione collinare molto adatta a diverse produzioni agricole, orticole e frutticole, è vicinissima ai Carpazi Orientali (un “paradiso” per i frutti di bosco e per i funghi) ed è da sempre sede di mercato. Abbiamo incontrato a Lviv, nel suo ufficio di direttore del Mercato all’Ingrosso, Roman Fedyshyn. Se c’è un uomo che può definirsi il “boss” dell’ortofrutta ucraina è lui. Non a caso, infatti, è anche presidente dell’Unione dei mercati all’ingrosso dell’Ucraina e da lui è partita l’idea di un piano nazionale di rilancio dei mercati in tutto il Paese che prevede grandi investimenti, già partiti. “Sì, in effetti, nessun’altra città Lu g l i o - Ag o s t o

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Intervista al presidente dell’Unione dei mercati all’ingrosso ucraini Fedyshyn. Grande interesse per i rapporti con Italia e Spagna in ottica export. Logistica, si cercano partner

MONDO

Ucraina, Lviv piattaforma per l’Europa dell’Est

Il Mercato all’Ingrosso di Lviv. Nella foto sopra, Roman Fedyshyn

dell’Ucraina conta come Lviv nel commercio dell’ortofrutta. Abbiamo molte società di esportazione e alcune aziende di livello nazionale, che lavorano in tutta l’Ucraina, sono partite da qui”, ci spiega. “Il confine con la Polonia è vicino e questo è un grande vantaggio. Lviv è la piattaforma migliore per le merci che da una vasta regione sono dirette all’Europa del Nord e del Sud, non solo attraverso la Polonia. Passando

dalla Repubblica Ceka si raggiunge l’Europa centrale. Fino a qualche anno fa dipendevamo molto dai prodotti polacchi: mele, patate, cavoli, carote. Oggi facciamo noi molte produzioni. Per le carote siamo diventati i primi in Europa. La regione di Lviv ha lo stesso clima della Polonia; se vogliamo possiamo produrre ogni cosa o integrare le produzioni con quelle polacche. Italia e Spagna hanno un clima molto diverwww.corriereortofrutticolo.it

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M ondo so dal nostro e sono i nostri partners ideali per l’ortofrutta che noi non produciamo o che produciamo in tempi diversi. C’è un buon flusso di kiwi dall’Italia, arance e mandarini vengono dalla Spagna, pesche e nettarine da entrambi i Paesi. Il flusso è presente per tutto l’anno e non c’è dubbio che Lviv rappresenta per le importazioni il cancello d’ingresso all’Ucraina”. Abbiamo chiesto a mr. Fedyshyn di illustrarci la situazione di mercato nella prima metà del 2012: “La situazione per quanto riguarda i prezzi non è positiva. Raramente abbiamo avuto prezzi così bassi per i nostri prodotti negli ultimi sei anni. Lo dico a ragion veduta perché qui al Mercato di Lviv teniamo continuamente monitorati i prezzi. Le patate sono scese da 0,40 a 0,20 euro al chilo dalla fine del 2011 a giugno 2012. I pomodori sono intorno a un euro al chilo (il riferimento è sempre a giugno 2012, n.d.r.). I cavoli sono stati quotato quest’anno anche a 0,15 euro al chilo. I cetrioli, che all’inizio dell’anno, avevano toccato i 90 centesimi di euro sono precipitati fino a 20 centesimi nel corso del primo semestre. Le fragole ucraine, durante la loro stagione (giugno) si sono attestate attorno ai 2 euro chilo. I cavoli sono sempre stati quest’anno poco sopra i 10 centesimi. Le cipolle sono scese anche sotto i 9 centesimi. Anche per le carote abbiamo avuto prezzi stracciati. Poiché la qualità dei nostri prodotti piano piano cresce, così come la nostra capacità di lavorazione, possiamo pensare ad avviare un flusso di esportazione per alcuni nostri ortaggi”. “In ogni caso - continua il presidente Fedyshyn - il Mercato di Lviv muove all’incirca 1200 tonnellate al giorno contro le 250 tonnellate al giorno del mercato della capitale Kiev. Lviv copre un’area con un raggio di 150 chilometri attorno al Mercato con una popolazione di cinque milioni di persone”. Tra i problemi del commercio or66

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Quarta gamma polacca a Lviv. Sopra la parte del Mercato aperta al pubblico

tofrutticolo ucraino spicca la logistica. Il sistema logistico per i prodotti freschi, man mano che si realizza il piano mercati, è tutto da rivedere: “Ci sono tre livelli su cui dobbiamo operare sul piano logistico - spiega Fedyshyn -, una logistica di livello locale, che per Lviv significa il raggio dei 150 km attorno Mercato, una logistica nazionale, di collegamento tra i nuovi mercati che corrispondono alle città principali del Paese, e infine una logistica internazionale per incrementare l’attività di import-export. L’organizzazione dei mercati proprio in questo periodo sta cercando partners nella logistica per tutti questi tre livelli. Siamo pronti a esportare in Italia carote, patate, cavoli, lavati, puliti e confezionati, a prezzi assolutamente competitivi”.

Lo staff dirigenziale dell’Unione mercati dell’Ucraina ha già compiuto missioni in Italia e Spagna. Non si esclude una presenza dello stesso presidente Fedyshyn nel nostro Paese nei prossimi mesi mentre una delegazione italiana dovrebbe raggiungere Lviv entro la fine dell’anno dopo i contatti positivi, ma ancora a livello esplorativo, del 2011. Non dimentichiamo che l’Ucraina negli ultimi anni ha aumentato notevolmente le proprie importazioni di ortofrutta dall’Unione Europea, anche per il forte sviluppo della rete dei punti vendita della Gdo, sia nazionale che europea, con insegne come Metro, Auchan e Billa. Nel 2010 le importazioni sono state pari al 10% del volume complessivo dell’export ortofrutticolo dell’intera Unione Europea. Il Paese ha una popolazione di poco inferiore ai 50 milioni il cui potere di acquisto sta piano piano aumentando. ● Lu g l i o - Ag o s t o

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Antonio Felice

Mercoledì 11 e giovedì 12 luglio si è svolta una missione economica in Croazia promossa dai Mercati di Padova (MAAP) e Verona (VeronaMercato) e organizzata dall’Int.B.Service di Omnibus, società del nostro gruppo editoriale. La missione ha toccato in particolare la capitale Zagabria e Fiume (a un’ora di strada da Trieste), terza città croata dopo Spalato, primo porto del Paese e importante snodo logistico tra Istria, Dalmazia e Croazia interna. Alla missione hanno preso parte i presidenti dei due Mercati, Franco Frigo e la neo-eletta veronese Erminia Perbellini, unica donna presidente di Mercato in Italia, l’amministratore delegato del MAAP e presidente dei grossisti Giancarlo Daniele con il direttore Francesco Cera, il direttore di VeronaMercato Paolo Merci, il presidente dei grossisti di Verona Graziano Bruno e alcuni operatori tra cui Giorgio Bighelli della Perusi srl di Verona. È stata visitata l’area logistica di Sveta Nedelija, a nord-ovest di Zagabria, sulla nuova autostrada Lubiana-Zagabria, dove si trovano le piattaforme di Spar, Mercator e Lidl per la Croazia e dove si è svolto un incontro con il responsabile degli acquisti ortofrutta della catena austriaca Spar, in piena espansione in Croazia dopo il forte radicamento conquistato in Slovenia. Andrej Divosevic ha detto che il prodotto italiano integra quello croato, che Spar ha già fornitori italiani e che l’interscambio potrà crescere con la caduta delle barriere doganali a seguito dell’ingresso della Croazia nell’UE nel luglio 2013. Si è dimostrato aperto a collaborazioni. La Croazia ha 4,5 milioni di abitanti. In estate la costa dalLu g l i o - Ag o s t o

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La delegazione veneta a Zagabria e Fiume per approfondire commercio, logistica e ingrosso a un anno dall’ingresso della Croazia nella Ue

MONDO

Grossisti di Verona e Padova alla scoperta del mercato croato

La presidente di VrMercato Perbellini col direttore Merci; sotto, Cera e Daniele (Maap)

mata e istriana ospitano circa 6 milioni di turisti. Zagabria conta un po’ più di 800 mila abitanti. Nella capitale è stato visitato il mercato all’ingrosso di Veletrznica in cui operano 120 ditte. La società di gestione ha anche il controllo dei 22 mercati rionali di Zagabria. La delegazione ha incontrato il direttore ing. Dubravko Jagar, il dirigente Miroslav Pupic-Bakrac e alcuni operatori tra cui il primo venditore

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M ondo della principale società di ortofrutta croata AgroFructus, Marin Buj, collegata con il colosso della distribuzione locale, la catena Konzum (circa 700 punti vendita). Curiosità ha sollevato anche la visita a Dolac, il tradizionale mercatino all’aperto di ortofrutta nel cuore di Zagabria, vivace e colorato, forse più attivo delle stesse Piazza delle Erbe di Verona e Padova, location adatta alla promozione di prodotti italiani. A Zagabria sono stati visitati anche il City Center One, che ospita un ipermercato Interspar e, nella stessa strada, un punto vendita della catena Konzum. Negli ultimi 10 anni il ruolo delle catene e dei centri commerciali è cresciuto molto nella distribuzione dell’ortofrutta fino a raggiungere un rapporto 70-30 con i negozi tradizionali. La Konzum è la prima catena, seguita da Plòdine e da Kaufland. Sta crescendo il ruolo

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della catena slovena Mercator e della catena austriaca Interspar ma Lidl e Billa non stanno a guardare. A Rijeka (Fiume) la missione ha visitato la piattaforma logistica per l’ortofrutta della Plòdine, la seconda catena della Gdo croata, forte di 69 punti vendita, che dalla città sul Quarnaro, distribuisce ortofrutta in tutto il Paese. La delegazione ha incontrato il responsabile degli acquisti, ing. Niko Vukic, che ha fatto il punto sugli scambi commerciali in atto con l’Italia e le possibilità di sviluppo in vista della caduta delle frontiere con l’ingresso, tra un anno esatto, della Croazia nell’Unione Europea. Quest’ultimo aspetto racchiude il significato

più profondo della missione. La delegazione ha infatti potuto rendersi conto della situazione del mercato croato alla vigilia dell’evento epocale del passaggio nell’Ue nel luglio del 2013. L’Italia è il principale partner commerciale della Croazia ed il mercato croato riveste particolare importanza per un gran numero di aziende italiane, considerato che circa un sesto (tra il 16% ed il 18%) delle importazioni croate proviene dall’Italia. La posizione italiana è abbastanza rilevante anche nel settore agro-alimentare. Nel campo dei prodotti ortofrutticoli (le forniture italiane riguardano una gamma molto vasta di prodotti), tra il 17% ed il 18% delle importazioni proviene dall’Italia. La produzione locale di ortofrutticoli freschi è ben radicata e distribuita; negli agrumi è forte la concorrenza di greci e spagnoli. ●

Wapa: scorte di mele abbondanti, scarseggiano le pere Scorte di mele superiori allo scorso anno, in calo le rimanenze di pere. Questo in estrema sintesi il risultato emerso dai dati resi noti dalla World Apple and Pear Association (WAPA), al primo luglio scorso, che delinea la situazione delle scorte dei due frutti per la stagione 2011-2012. Per le mele nell’Unione Europea, gli stock ammontano a 260.707 tonnellate, il 21,7% in più rispetto al 2011. I Paesi con i quantitativi maggiori sono l’Italia con 111.938 tonnellate (+20,3%), la Francia con 49.986 tonnellate (+13,4%), Austria (24.449 tonnellate; +26,4%) e Germania (22.002 tonnellate; +84,9%). Per quanto riguarda le varietà, quelle per cui persistono ancora elevati volumi di stock sono la Golden Delicious (184.183 tonnellate), la Jonagold (22.867 tonnellate) e la Idared (14.284 tonnellate). Inoltre Wapa sottolinea il sensibile aumento degli stock di mele in Spagna, con un +147,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Al contrario Belgio e Regno Unito mostrano, anno-su-anno, una riduzione del livello delle scorte rispettivamente pari a -64,5% e -50%. Per quanto concerne le pere, al primo luglio, negli Stati Uniti le scorte di pere si attestano a 8.131 tonnellate, ovvero il 25,8% in meno rispetto ai volumi stoccati alla stessa data dello scorso anno

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(10.960 tonnellate). In particolare, la varietà con i maggiori quantitativi di stock è la Anju (7.762 tonnellate), seguita da Red Anju (368 tonnellate) e Bosc (1 tonnellata). Gli stock di pere nei Paesi dell’Unione Europea ammontano a 8.230 tonnellate, ovvero l’11,1% in meno rispetto allo scorso anno. I Paesi che registrano i maggiori volumi di stock sono la Spagna (8.036 tonnellate), il Belgio (132 tonnellate) e la Germania (60 tonnellate). Per quanto riguarda le varietà, le pere Conference sono le più abbondanti in magazzino, con 8.023 tonnellate. Infine, anche per le pere, WAPA sottolinea il forte aumento degli stock in Spagna, dove si è registrato un +191,5% a fronte di una contrazione in Belgio e Gran Bretagna con volumi inferiori rispettivamente del 97,9% e 100%

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GERMANIA

Il pomodoro nero non approda in Italia

Prezzi troppo alti Asparagi in sofferenza

Israele è pronto a lanciarlo sul mercato ma in Italia, nonostante la sua nascita risalga al 2008, non è stato ancora stato commercializzato. Si tratta del pomodoro nero, una variante del pomodoro classico, caratterizzato da un elevato contenuto di antociani, molecole antiossidanti presenti in frutti come l'uva nera e i mirtilli, utili a contrastare la formazione dei radicali liberi. Se infatti il Black Galaxy (questo il nome della variante israeliana) sarà immesso sul mercato entro un anno grazie alla società Technological Seeds, il Sun Black, messo a punto da una ricerca coordinata dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa alla quale hanno partecipato le uni-

versità di Pisa, Modena e Reggio Emilia e della Tuscia di Viterbo, non ha ancora trovato aziende pronte ad avviarne la commercializzazione. “Il problema è che in Italia la ricerca in ambito agro-industriale non è sostenuta dal sistema delle imprese: le aziende non hanno il coraggio di investire nell’innovazione, oppure sono di dimensioni troppo piccole”, spiega Pierdomenico Perata, ordinario di fisiologia vegetale alla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. “Nel caso del Sun Black - continua il docente - le industrie sementiere italiane hanno compreso il valore di questa ricerca, ma trattandosi di aziende molto piccole non hanno risorse”.

Campagna asparagi complessa con bassa produzione e prezzi alti in Germania, primo produttore europeo dell’ortaggio. Quest’anno i volumi sono stati in netto calo a causa principalmente del freddo che ha influenzato buona parte della primavera mentre i prezzi sono stati del 18% più alti rispetto al 2011. I consumatori tedeschi hanno diminuito gli acquisti di asparagi di quasi un quarto. Per la maggior parte dei produttori, l’aumento dei prezzi non ha compensato il calo della produzione. Il fatturato è sceso mediamente del 15%. Nel 2011 la Germania aveva prodotto 103.000 tonnellate di asparagi.

AUSTRALIA

REGNO UNITO

STATI UNITI

Ottime prospettive per l’export di frutta

Il maltempo falcidia le pomacee

Tutti pazzi per i mirtilli e la produzione vola

Avanti tutta per l’export agroalimentare australiano. L’Australian Bureau of Agricultural and Resource Economics and Sciences prevede, grazie anche al traino offerto dalla domanda asiatica in continuo aumento, per il prossimo anno una crescita del reddito da esportazioni della produzione locale dei settori agricoli, della pesca ed ortofrutticoli. Si stima infatti che potranno essere raggiunti liveli di entrate record pari a circa 34 miliardi di euro, il 4,5% in più rispetto alle produzioni precedenti. Le eccellenti performances del settore agricolo-ortofrutticolo hanno saputo resistere anche a concomitanti fattori esterni negative come ad esempio le alluvioni che nel 2011 hanno colpito il Queensland, uno dei principali stati produttori dell’Australia.

Nel Regno Unito il maltempo che, soprattutto ad aprile, ha imperversato nelle terre d'Albione sta causando notevoli problemi al settore melicolo. Secondo le prime indicazioni quest'anno la produzione di mele inglesi potrebbe diminuire del 50% rispetto ai volumi previsti. La causa principale è proprio il maltempo. Lo scorso aprile è stato il mese più piovoso da oltre cento anni in Gran Bretagna. Maggio ha registrato temperature oltremodo elevate, mentre giugno è stato caratterizzato da pioggia e vento. L'Inghilterra meridionale, dove si concentra il 70% della produzione di mele del Paese, è la zona più colpita. Alcuni produttori del Kent stimano di aver perso il 90% del raccolto. Si annuncia quindi una produzione inferiore e più import degli anni precedenti.

Negli Stati Uniti la domanda di mirtilli è salita vertiginosamente, stimolando la produzione, che è cresciuta del 52% in tre anni, come ha annunciato la California Blueberry Commission, passando da 29 a 44 milioni di libbre. Il raccolto 2012 sarà inferiore a quello dello scorso anno ma resta comunque elevato. Negli Usa la domanda di mirtilli è aumentata e dovrebbe continuare a salire. Il mirtillo possiede diversi plus che ne fanno aumentare il consumo: frutto salutistico ricco di antiossidanti, amato anche dai bambini, è ora il secondo frutto preferito dagli americani dopo la fragola. I principali produttori di mirtilli sono Maine, Michigan, New-Jersey, Oregon, California, North Carolina. Più della metà della produzione mondiale di mirtilli proviene dagli Stati Uniti.

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LETTERE dei LETTORI

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GROSSISTI MILANESI E CRIMINALITÀ

Uno Mattina fa sensazionalismo Ma l’Ortomercato non è il Far west Alcuni giorni fa la trasmissione del primo canale Rai “Uno Mattina” ha intervistato Luigi Predeval, presidente di Sogemi, la società che gestisce il centro agroalimentare di Milano (tra cui l’Ortomercato). Durante il servizio è stato affrontata la scottante questione delle infiltrazioni mafiose e di altre criminalità all’interno del mercato all’ingrosso meneghino. “Nel far west dell’ortomercato”, titolava la trasmissione di Uno Mattina. Nell’intervista Predeval ha elencato le operazioni di controllo effettuate all’interno dell’area del mercato e che hanno portato anche alla chiusura di diverse cooperative (14 su 26 decretate fuori legge solo negli ultimi mesi), ree di operare in maniera illecita. Ma contro il servizio del programma Rai si scaglia Alberto Albuzza (nella foto sotto), presidente dell’Ago, associazione grossisti ortofrutticoli, ente che riunisce i grossisti di ortofrutta operanti nell’ortomercato milanese con la lettera che riportiamo di seguito. Nella mia qualità di Presidente dell’Associazione Grossisti Ortofrutticoli, ente che riunisce i grossisti di ortofrutta operanti nell’Ortomercato di Milano, mi trovo costretto, per l’ennesima volta, a dover rivendicare la completa estraneità della categoria da me rappresentata alle vicende esposte nel servizio andato in onda giovedì 5 luglio 2012, inerente all’oggetto. Da tale trasmissione, complice una “forzata” impronta nella presentazione del tema e nella conduzione delle interviste, emerge che tra la criminalità organizzata

e le attività esercitate presso l’Ortomercato di Milano vi siano dei legami tali per cui non vi sia spazio per la legalità. Come ormai consuetudine, si è parlato dell’Ortomercato di Milano dando risalto unicamente a quei lati forse più marginali e meno importanti, sicuramente i più gettonati da chi vuole facilmente colpire l’attenzione dei fruitori dei media (pratica, ahinoi, fin troppo diffusa, emblema di superficialità e disinformazione), tralasciando però quel “simbolico” 99% di aziende, imprenditori e lavoratori che quotidiana-

mente sin dalle prime ore della notte, in una struttura fatiscente e vessati da una innumerevole quantità di norme e regolamenti, operano con coscienza nella massima legalità, ma che, senza mai diritto di replica, sono sistematicamente bollati come malavitosi. Se un cantante si droga, uno sportivo “vende” la propria squadra o fa uso di sostanze dopanti, un politico è corrotto, un insegnante o un prete seviziano dei bambini, si tratta di casi isolati che non possono e non devono intaccare la reputazione di determinate categorie; nel caso dell’Ortomercato di Milano non è contemplata la possibilità che esistano le immancabili pecore nere (c’è qualche ambito esente?) perché tutto il “gregge” è scurissimo. Purtroppo in pochi sono al corrente che i cambiamenti in atto verso una situazione di trasparenza e legalità sono il frutto di una costante e puntigliosa sequenza di segnalazioni, inoltrate nell’arco di diversi decenni dal sottoscritto e dai miei predecessori a tutte le autorità competenti, sia giudiziarie che amministrative. Alberto Albuzza Presidente Ago Milano

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Si profila un’annata all’insegna della stabilità per il peperone, anche se l’andamento dei prezzi non troppo brillante sta creando alcune preoccupazioni ai produttori. Un quadro generale del comparto viene tracciato da Renzo Lazzarin, Portfolio Manager Solanacea Italia, che conferma l’andamento stabile della produzione e delle superfici investite nelle aree vocate lungo la Penisola. Il mercato italiano è caratterizzato da una limitata incidenza dei flussi di import e di export in quanto la tendenza principale è quella del consumo interno del prodotto nazionale. La produzione è focalizzata, per quanto riguarda le colture protetta per il mercato del fresco in Campania e Veneto, e in pieno campo, prevalentemente destinata all’industria, in Puglia. “La campagna 2011 si è chiusa positivamente - spiega Lazzarin - e ciò ha influito sugli investimenti di quest’anno che risultano in moderata crescita in tutti i principali areali, in conseguenza anche delle inferiori performance di altre colture”. Per quanto riguarda le tipologie di prodotto “il mezzo lungo è la più gradita dal mercato mentre

Spagna e Paesi Bassi sono i riferimenti europei per una coltura che soprattutto nel Mezzogiorno registra delle defezioni per la bassa remunerazione. Sempre più esigente la grande distribuzione

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Peperone, l’Olanda fa il mercato Produzioni stabili, superfici giù e prezzi poco brillanti in Italia

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Tiziano Bolla, uno degli operatori intervistati per l’inchiesta sul peperone

quelle a frutto lungo continuano a perdere quota, rimanendo legate a contesti locali di consumo”. Dando uno sguardo allo scenario internazionale Lazzarin afferma che la Spagna si conferma il principale produttore europeo, seguito da Olanda e Marocco. “Il Paese iberico, in particolare, sta recuperando gran parte delle

quote perse qualche anno fa grazie ad una radicale inversione di rotta a livello produttivo che ha portato nel giro di pochi anni a convertire totalmente la produzione con adozione di modelli di difesa integrata. In questo modo sono state garantite rese produttive, ridotti livelli di residui e sostenibilità ambientale, contri-

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SCHEDA PRODOTTO buendo in tal modo a settare un maggior standard sul mercato in termini di qualità e impatto delle produzioni”. Dall’altro lato secondo Lazzarin la produzione si deve confrontare quotidianamente soprattutto con alcune problematiche come per esempio “le richieste sempre più esigenti e pressanti della grande distribuzione organizzata in termini di residui. Anche per questo le aziende di produzione devono essere in grado di offrire ai consumatori prodotti salubri, sicuri e conformi ai criteri di sostenibilità ambientale e affrontare i cambiamenti della regolamentazione europea sull’uso degli agro farmaci”. “Ed è in tale direzione che si orienta l’offerta di Syngenta per la coltura aggiunge il manager della multinazionale - in particolare attraverso “Sinergie”, per sostenere la competitività e l’eccellenza delle produzioni orticole italiane in risposta alle richieste di prodotti salubri, sicuri e conformi ai criteri di sostenibilità ambientale”. A livello di prodotto, invece, “Angello rappresenta, invece, la principale innovazione di Syngenta per il peperone. Vincitore del FLIA (Fruit Logistica Innovation Award) 2012, il più importante e prestigioso premio del settore ortofrutticolo, Angello, che sarà venduto con l’omonimo marchio, è il primo peperone dolce senza semi al mondo”. Lo scenario dipinto dalla parte produttiva è invece meno positiva. Maurizio Bartolini, titolare assieme al socio Massimiliano Consagra della Masterfruit, azienda siciliana di Licata (Agrigento), spiega come “il comparto stia vivendo annate tutt’altro che brillanti. Quest’anno nella zona tra Licata e Palma di Montechia-

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ro stiamo assistendo a un significativo calo della produzione. Ma non solo. In quest’area rispetto al 2011 si è registrata una perdita di superfici coltivate a peperone del 25-30%, a causa anche degli assai deludenti risultati ottenuti la scorsa annata con prezzi molto bassi e perdite dovute agli elevati costi di produzione. Il trend rimane pertanto negativo”, afferma senza esitazione l’imprenditore romagnolo, che otto anni fa ha deciso di trasferirsi da Cesena e scommettere sulla Sicilia. Scelta, che nonostante le difficoltà, non rinnega. Masterfruit, che fattura circa 10 milioni di euro, con 50 dipendenti in tutto tra fissi e stagionali, commercializza 18

mila quintali di peperoni (l’80% indirizzati alla gdo e il restante 20% a grossisti e mercati generali) con 50 mila piante coltivate. I primi trapianti iniziano a ottobre, mentre si entra in piena campagna tra novembre e dicembre fino a fine gennaio con prodotto in tunnel o serra. Poi sugli stessi terreni dalla primavera inoltrata in poi si coltivano meloni (specialmente varietà Cantalupo). “Cercheremo di mantenere anche quest’anno gli stessi quantitativi delle annate passate anche se sarà difficile. La speranza per quest’anno - ammette Bartolini - è che il mercato reagisca positivamente al calo produttivo mantenendo quotazioni soddisfacenti”.

Le aspettative non sono troppo ottimistiche nemmeno nel Veneto. A testimoniarlo è Tiziano Bolla, titolare assieme a Ettore Bolla dell’azienda Agricola 3B di Minerbe (Verona), che ha nel peperone il prodotto di punta. L’ortaggio viene coltivato sotto serra, in particolare la varietà quadrata, con quantità attorno ai 3 mila quintali su un’area di 5 ettari di terreno. Ma entro la fine del 2012 le superfici raddoppieranno. In estate si producono anche melanzane e altri ortaggi, mentre nel periodo invernale l’impresa si dedica principalmente alla coltivazione di verze, radicchio e cavolo cappuccio. “Fino allo scorso anno la campagna del peperone si era salvata, ma quest’anno le aspettative non sono confortanti. I primi dati della campagna, iniziata in Veneto a inizio luglio, hanno visto infatti un calo dei prezzi del prodotto. La merce proveniente dall’Olanda, mercato che nella sostanza “fa il prezzo”, mantiene invece quotazioni sempre piuttosto sostenute, mentre quella del Sud Italia si mantiene a metà strada”. Nei primi giorni di luglio, afferma Bolla, il peperone olandese viaggiava su prezzi attorno ai 2,5 euro al chilo, contro 1,50-1,80 euro del Sud Italia e gli 80-90 centesimi di Verona. La campagna in Italia parte in Sicilia, a dicembre per poi proseguire in Puglia e in Campania, nel Napoletano, per poi spostarsi in Veneto. “Spesso tali differenze di prezzo sono ingiustificate”, rimarca Bolla. “Si potrebbe invertire la rotta ma per farlo servirebbero maggiori controlli da parte degli organi preposti”. emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it Lu g l i o - Ag o s t o

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«Calo dei consumi e concorrenza spietata»

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Gianluca Larenza, agronomo di Hm Clause, fotografa lo stato di salute della coltura (Carmagnola). Quello che accomuna le tre zone è che negli anni è andata ad aumentare un’emergenza di tipo “sanitario” essendo aumentata l'incidenza del TSWV (Tomato Spot Wilt Virus), trasmesso da tripidi, che provoca delle macchie concentriche, con decolorazioni, che rendono incommerciabili i frutti. Ciò ha spinto la genetica di tutte le ditte sementiere a trovare delle soluzioni, introducendo la resistenza al virus, in genere indicata in tutti i cataloghi come IR (Resistenza Intermedia), secondo quanto suggerito dall’ISF (International Seed Federation). Ci sono oramai alcune aree di produzione italiane che non possono fare a meno di varietà resistenti al virus, essendo molto alta la pressione della malattia. Diversi sono gli esempi di varietà

con IR al TSWV (tra queste Filidor, Eppo, Peppone, San Marco, Classico). La Sicilia, prosegue Larenza, è la regione più importante dal punto di vista delle superfici, e sono presenti colture di serra (trapianti in vari periodi dell'anno, sia nel precoce, che in controstagione che nel tardivo), ma anche colture di pieno campo, molto belle, in cui le piante vengono sostenute da tutori. Nella penisola si distingue l’area meridionale, sia per l’industria che per il mercato fresco (molto importante è la provincia di Foggia): tutte colture da pieno campo in cui è necessario che le piante abbiano un habitus eretto e compatto. Altre zone molto importanti che hanno subito forti riduzioni negli anni sono il pieno campo umbro e toscano (Valle del Tevere), da cui deriva generalmente un'ottima qualità del frutto. Non vanno tralasciate poi altre tipologie, anche se meno diffuse; Quadrato, Corno di toro, Piccante... la cui importanza, negli anni, è andata in calando. Meritano di essere segnalate, conclude l’esponente di Hm Clause, anche le tipologie locali, non ibride, che hanno comunque segnato la storia, i paesaggi e la cultura di molte zone in Italia. Ad esempio il Quadrato d’Asti, il Cuneo, il Tomaticot (diffusi in Piemonte); oppure il poco citato peperone di Senise (Potenza), con buccia sottile, che viene essiccato al sole e consumato croccante. (M.A.)

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Quella del peperone è una coltura storica, per l’Italia, che negli anni ha subìto un declino importante perchè è molto aumentata la concorrenza estera (Spagna, Nord Africa) mentre sono calati i consumi pro-capite. La superficie totale per l’Italia si aggira intorno ai 3.500 ettari per il professionale, con un leggero calo anno dopo anno. In ambito europeo, la Spagna, ove la produzione, dopo alcuni anni di calo, è in incremento, domina il mercato con cultivar tendenzialmente quadrate. Le tipologie più diffuse, come spiega Gianluca Larenza (nella foto a fianco del titolo), agronomo, responsabile Sviluppo Area Tirrenica Centro Nord di Hm Clause sono sicuramente quelle 1/2 - 3/4 lunghe (giallo e rosso), che dominano il mercato nelle principali aree di produzione. Le varietà maggiormente presenti, prosegue Larenza, sono 1/2 - 3/4 lungo giallo: Sienor, Filidor (che fanno capo a Clause), Eppo, Peppone (Syngenta), Rialto e Gemini (Nunhems), Jumper, Nestor (Monsanto) 1/2 - 3/4 lungo rosso: San Marco, Raul, Classico, Regazo, Barocco, Fenice (di cui è titolare Clause), Almuden, Troyano (Syngenta), Lapillo, Favilla, Raggio (Monsanto), Airone, Solero, Pompeo (Nunhems). Alre società sementiere attive sul fronte peperone sono Fito (soprattutto in Sicilia), Enza Zaden, Med Hermes, e altre ancora. A livello nazionale, inoltre, vanno identificati diversi segmenti di coltivazione; la serra primaverile è molto importante. Sarebbero i trapianti di fine inverno (febbraio marzo) per raccolte a partire da giugno fino all'autunno. Le zone più importanti sono Campania (Piana del Sele), Veneto (Verona e Cavallino) e Piemonte

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Sulla patata torna il sereno: previsioni confortanti dopo una stagione 2011 tempestosa

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Torna il sereno sul mercato della patata. Lasciata alle spalle un’annata 2011 complessa, quest’anno le previsioni sono piuttosto confortanti, con buone prospettive economiche per il settore e un prodotto di qualità più che soddisfacente. Secondo l’analisi del CePa (Centro di Divulgazione per la Patata di Bologna) la riduzione delle superfici investite in produzione di patata da conservazione nel 2012 nei principali Paesi produttori europei evidenzia produzioni complessivamente inferiori rispetto allo scorso anno. Dopo le elevate rese produttive registrate lo scorso anno in Nord Europa, quest’anno Questo dato, unitamente al fatto che lo scorso anno sono state registrate rese produttive particolarmente elevate per le coltivazioni di patata in Nord Europa, lascia prevedere una situazione di mercato migliore per la prossima stagione, con un’offerta di prodotto sul mercato europeo in equilibrio rispetto alla domanda. Le stime su questa annata parlano di una riduzione delle superfici sia in Italia (tra il 10 e il 20% a seconda delle aree), sia in altri Paesi europei come Francia (0,2%), Germania (-3,5%), Paesi Bassi (dal -3 al -5%), e Polonia, che ha limitato le superfici investite dagli oltre 400.000 ettari del 2011 ai 380.000 ettari attesi nel 2012 (ufficio statistica nazionale 2012). “Il calo delle superfici investite in coltivazione di patata – afferma Augusto Renella, coordinatore del CePa – riguarda diverse regioni italiane. In particolare gli operatori dell’Emilia-Romagna

Il calo delle superifici investite e la buona qualità fanno tornare il sorriso agli operatori mentre le rilevazioni del Cepa inducono all’ottimismo. Buona performance delle novelle, male i tuberi campani

Da sinistra Giulio Romagnoli, Augusto Renella e Luciano Torreggiani

stimano un calo delle superfici coltivate di circa il 10% rispetto allo scorso anno; in Campania ed Abruzzo la riduzione delle aree è stimato tra il 20% e il 15% sulla precedente stagione, mentre gli operatori del Lazio non rilevano scostamenti significativi delle superfici investite rispetto al 2011”. “La prossima stagione per le patate da conservazione in Italia – osserva Luciano Torreggiani, presidente del CePa – si annuncia interessata da buoni indicatori e la Borsa Patata di Bologna valuterà nelle prossime sedute la situazione commerciale per defini-

re valori e strategie in linea con una situazione produttiva e di mercato che si prevede migliore rispetto allo scorso anno”. Per quanto riguarda il prodotto novello, Fausto Bosca, direttore dell’Unapa (unione nazionale tra le associazioni di produttori di patate) spiega come la scarsa produzione in Sicilia (che ha generato uno squilibrio tra domanda e offerta a cui si somma un calo delle semine del 10% rispetto al 2011 a causa anche del freddo invernale) abbia influenzato positivamente l’andamento dei prezzi, che si sono attestati su buoni liLu g l i o - Ag o s t o

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portante capire che cosa succederà all’estero, a partire dalla Francia, che pure ha registrato un calo degli investimenti, e dalla Germania, che potrebbe dare qualche preoccupazione con il prodotto da primo prezzo (di qualità inferiore rispetto a quello francese)”. Sull’andamento della campagna pataticola anche Giulio Romagnoli, titolare dell’omonima azienda bolognese, si dice ottimista. “L'andamento di mercato delle novelle è stato positivamente influenzato dalla scarsa offerta di prodotto. Questo per due ragioni, non propriamente favorevoli al produttore: da una parte una significativa riduzione delle superfici a causa dei pessimi risultati degli ultimi anni, e dall’altra da rese nettamente inferiori alla media”. L’imprenditore felsineo sottolinea come “i prezzi medi alla produzione in Sicilia non sono mai scesi stato i 30/35 centesimi

velli con quotazioni all’origine, tra marzo e aprile, attorno ai 55 centesimi al chilo. “Dalla seconda metà di maggio è entrata nel mercato Napoli, con un calo dei prezzi (arrivati a 20 centesimi) dovuto alla raccolta di un prodotto non maturo, indirizzato verso i mercati dell’Est Europa. Le quotazioni tutto sommato si sono mantenute su livelli comunque accettabili, anche per il prodotto di qualità inferiore”. “Il problema semmai - sottolinea Bosca - è il caldo che si sta registrando in queste settimane (inizi di luglio, ndr) che sta mortificando i consumi. Si registra comunque un certo equilibrio tra domanda e offerta, mentre la produzione è diminuita e su cui ha in parte influito il significativo calo degli investimenti di aree coltivate, specie in Puglia (-20%)”. Secondo Bosca lo scenario ad ogni modo si prospetta piuttosto confortante “anche se sarà im-

al chilo (livello di minima sostenibilità delle produzioni novelle) con punte anche di 50 centesimi”. “Anche la produzione pugliese ha spuntato prezzi remunerativi per il prodotto di buona qualità, con l’export sempre attivo che ha assorbito con regolarità la merce disponibile, senza mai creare situazioni di offerta eccessiva”. Secondo Romagnoli è necessario fare un discorso diverso per la produzione napoletana, “che sta invece scontando la assoluta destrutturazione di quel mercato. In merito - ammonisce Romagnoli - bisognerebbe fare una attenta riflessione sulla convenienza da parte dei produttori e degli operatori locali di raccogliere prodotto di scarsa qualità e immaturo con l’unico risultato di deprimere il mercato e generare perdite anche in un contesto di mercato che tutto sommato è positivo”. Spostando lo sguardo sul mercato di Bologna, tra le aree maggiormente vocate del Nord Italia e di tutta la penisola, dove la raccolta è iniziata nella settimana 29 (metà luglio), Romagnoli rivela che il prodotto si presenta di ottima qualità anche per un andamento climatico favorevole. Per quanto riguarda le rese ettaro non è ancora possibile fare una previsione certa (l’intervista è di metà luglio, ndr), in quanto la produzione si presenta con rese non omogenee. Una cosa è certa – conferma l’imprenditore emiliano. Quella del 2012 sarà una

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Ottocento delegati da 50 Paesi al World potato congress «Un futuro ricco di sfide per la patata, alimento basilare» A Edimburgo, in Scozia, lo scorso maggio si è tenuto il più grande evento legato al settore pataticolo organizzato nel regno unito: il World Potato Congress, che ha attirato più di 800 delegati provenienti da oltre 50 Paesi per discutere del terzo prodotto alimentare più importante al mondo. Nella prestigiosa line-up dei relatori, c’era pure John Beddington, consigliere scientifico del Regno Unito e autore del rapporto Foresight, il quale ha espresso la sua sorpresa che alcune persone siano ancora scettiche del cambiamento climatico in atto. “Cosa accadrà nei prossimi 20 anni è già determinato da ciò che sta accadendo ora”, ha detto il professor Beddington. “Lo scenario è in parte cupo, in parte spaventoso anche se rimane uno spiraglio di ottimismo”. Nella sua relazione Beddington ha sottolineato l’importante ruolo che la patata giocherà nel fornire il cibo necessario per sfamare la crescente popolazione mondiale, che dovrebbe raggiungere gli 8 miliardi entro il 2025. Un costante aumento delle rese di produzione di patate ha permesso di mantenere costanti le produzioni negli ultimi 50 anni, nonostante una riduzione della quantità di terra coltivata. Altri oratori sono intervenuti al congresso incluso Ronnie Bartlett (amministratore delegato della

campagna caratterizzata da scarse produzioni, sia in Emilia Romagna che in Veneto. Il prezzo per le rare partite ceduta in fase di raccolta è oggi di 0,20 centesimi al chilo, mentre il prezzo di riferimento per il prodotto conferito in conto deposito secondo i dettati dell’accordo quadro regionale (circa l’85% del totale) sarà fissato nelle prossime settimane con riguardo allo scenario complessivo del mercato e con l’auspicio di poter vedere premiata la produzione organizzata in filiera”. Sull’evoluzione dello scenario internazionale Romagnoli ricorda che l’Italia importa ogni anno tra le 50 e le 70 mila tonnellate di patate, “quantità che influenzano per forza di cose il mercato. Fortunatamente dalle prime stime sulla produzione nordeuropea sembrerebbe che le rese record 76

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Albert Bartlett and Sons Ltd), Nick Vermont (regional CEO di McCain Foods Ltd), David Wilkinson (senior director del settore agricolo di PepsiCo). Inoltre, erano presenti altre figure di livello internazionale, tra cui Kevin Clayton-Greene (consulente biosicurezza, AUSVEG, Australia) e Colin Chartres (direttore generale di International Water Management Institute, Sri Lanka) che hanno tenuto alcuni seminari. “Siamo molto soddisfatti dall’interesse mostrato da tutta la supply chain britannica nel World Potato Congress”, ha detto il regista del “Potato Council” Rob Clayton. “Abbiamo ricevuto un feedback molto positivo da tutti i settori dell’industria sulla rilevanza e l'interesse delle discussioni. Il congresso ha offerto una opportunità unica per le prospettive per le nuove imprese con i clienti. World Potato Congress è stata una grande opportunità per l’industria per ascoltare le opinioni di specialisti provenienti da tutto il mondo e scoprire come diversi Paesi affrontano problematiche simili a quelle che noi dobbiamo affrontare”. (e.z.)

del 2011 non verranno confermate quest’anno, anche per una riduzione delle superfici nell'ordine del 4-5% sul 2011”. “Molto dipenderà dal senso di responsabilità della filiera”, commenta il titolare dell’impresa bolognese, che dal veneto alla Sardegna gestisce un volume di oltre 90 mila tonnellate di patate e che il prossimo anno aprirà una nuova struttura a Molinella (Bologna).. “Si preannuncia una annata positiva che solo noi possiamo rovinare. Tutti gli operatori dovranno avere grande senso di responsabilità. Sotto certi prezzi

del prodotto il produttore italiano abbandona la coltivazione delle patate. A quel punto saremo tutti nelle mani della produzione nord europea che farà il mercato”. “Come detto molto dipenderà dai comportamenti degli operatori della filiera e dall’andamento generale dei consumi. Minore superficie investita, minore produzione ed un mercato sempre più interessato alla produzione nazionale (locale) sono elementi fondamentali su cui basare le strategie di tutela e valorizzazione del prodotto italiano”. Lu g l i o - Ag o s t o

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Organizzazione di Produttori


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