Corriere Marzo

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Corriere 3 Ortofrutticolo MENSILE DI ECONOMIA E AT T U A L I T À D I S E T T O R E

ANNO

XXV

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Nuova

serie

Marzo

2011

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euro

6,00

IN QUESTO NUMERO

REPORT FRUIT LOGISTICA TECNOLOGIE e MACCHINARI

• Pac, una partita decisiva anche per l’ortofrutta PAG.55

• Biofach convince, dualismo BtoBio-Sana PAG.58

• La guerra in Libia frena l’export nel Med PAG.67

• La patata torna a sorridere dopo due stagioni buie PAG.69

L’Italia morde la crisi

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THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET


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CorriereOrtofrutticolo

✍ Lorenzo

È cambiato il ministro. Cambierà qualcosa? Mentre questo numero va in stampa, registriamo l’ennesimo giro di valzer al ministero di via XX settembre. Il “responsabile” Saverio Romano è il nuovo titolare del dicastero agricolo al posto di Galan, dirottato verso la Cultura. La risposta alla domanda di cui sopra è comunque: no, non crediamo che cambierà granchè. E non per sfiducia in Romano o chi per lui, ma perché dopo Alemanno e De Castro il ministero di via XX Settembre ci ha riservato solo delusioni. Certamente Galan fu una novità positiva dopo Zaia, preoccupato solo delle quote latte e di cose venete, ma alla fine anche l’ex governatore del Veneto non ha dato (o non ha avuto il tempo di dare) quei segnali che il mondo agricolo aspettava; e anche la sua apparizione all’ultima Fruit Logistica ha lasciato dietro di sé solo commenti perplessi se non sfavorevoli. Poi che dire delle condizioni del ministero? Tre ministri in 3 anni: è detto tutto. La politica italiana è all’anno zero, la fiducia dei cittadini è ai minimi storici, c’è spazio per il protagonismo di altri soggetti istituzionali come le Regioni o, nel mondo economico, la cooperazione. E in effetti la nascita dell’Alleanza delle cooperative italiane, frutto di uno storico scatto in avanti delle tre storiche maggiori centrali (Confcooperative, Legacoop, Agci) sta muovendo le acque nel comparto agroalimentare. La direzione auspicata è il superamento della concorrenza sul piano commerciale, le maggiori sinergie, la razionalizzazioni anche nelle strutture, a servizio delle imprese agricole socie. Intanto uno scossone c’è stato a livello di unioni nazionali delle organizzazioni dei produttori. Unaproa (la maggiore, che da sola rappresenta il 50% dell’ortofruttta italiana aggregata) sembra stia perdendo i pezzi: starebbero uscendo i melai del Trentino Alto Adige e altre Op emiliane e venete di area bianca. In un’altra unione, l’Uiapoa, si registrano sofferenze di alcune grandi strutture di area Legacoop. Non sappiamo dove tutto questo fermento porterà. Sicuramente è da mettere in relazione alla nascita dell’Alleanza delle cooperative: se questo coordinamento decollerà realmente nei fatti (come tutti auspicano) che senso hanno ancora tre Unioni nazionali nell’ortofrutta, indecise a tutto, anche alla fusione più volte annunciata e poi ritirata? Poi le Regioni. L’iniziativa di fine gennaio a Bologna, voluta dall’assessore emiliano-romagnolo Tiberio Rabboni, che ha fatto seguito alla Carta di Cesena firmata dalle Regioni europee dell’ortofrutta all’ultimo Macfrut, ha fatto capire che quando si parla di problemi veri, di scenario, che riguardano tutti - come la riforma dell’Ocm ortofrutta - anche le divisioni, i distinguo, le bandiere sindacali finiscono in archivio. Le proposte per ridare un futuro economico al settore sono state condivise da tutti, e non poteva essere diversamente. Se si vuole difendere il reddito declinante delle imprese ortofrutticole e di tut-

Frassoldati

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to l’indotto c’è bisogno di fare sistema, di unità d’azione, di coordinamento della rappresentanza, in Italia come a Bruxelles. E pazienza se a Bologna, per parlare del futuro di un comparto economico importante, per sentire ripetere magari le stesse proposte, si sono dovuti mettere attorno ad un tavolo 13 interlocutori. Prima o poi ci stancheremo di questi rituali ormai consunti e anacronistici, prima o poi cadrà il muro di questa rappresentanza debole e frantumata, e magari cadrà di colpo come cadde improvvisamente il muro di Berlino nel 1989. Sicuramente la spinta dovrà venire dal basso, dal mondo delle imprese singole o associate, che prima o poi si stancheranno di mantenere apparati di burocrazia sindacale impegnati più che altro a garantire se stessi. Per capire come girano le cose nei paesi dove si basa al sodo, citiamo l’esempio della Francia. Mentre noi in Italia non riusciamo neanche a pretendere che la politica (ministro, governo) faccia rispettare gli accordi interprofessionali (come l’estate scorsa per le pesche), lasciando così allo sbando i produttori, a Parigi il mondo dell’ortofrutta francese è riuscito a far approvare una norma di legge volta ad impedire la pratica delle “Tre R” (rabais, remises et ristournes) cioè degli sconti selvaggi imposti dalla distribuzione alla produzione senza alcuna contro-prestazione reale. Sappiamo tutti che se si vuole difendere la qualità, il made in Italy, le nostre produzioni, il vero tema di fondo è il rapporto con la Gdo che da noi fa il bello e il cattivo tempo, imponendo condizioni-capestro ai fornitori. Dove la rappresentanza non è debole o frantumata, e dove la politica fa la politica, i problemi si affrontano e si risolvono. Non per questo Carrefour o Auchan si spaventano, però un minimo di regole del gioco là funzionano. Noi qui siamo ancora fermi a far dibattiti e convegni su perché il potere contrattuale del mondo agricolo in Italia è pari a zero. Come Totò ci viene da dire: “Ma mi faccia il piacere!”. lorenzo.frassoldati@corriereortofrutticolo.it

EDITORIALE

Tutto cambia. Niente cambia?

PUNTASPILLI SALVIAMO GLI ENTI INUTILI O L’AGRICOLTURA? Tagliare gli enti inutili per salvare la dieta mediterranea? La proposta è emersa ad un convegno riminese di Agrifil. Franco Verrascina, presidente nazionale Copagri, ha elencato: “Vogliamo garantire ai produttori un reddito per poter sopravvivere? I soldi si possono trovare. Gli enti inutili oggi sono 7.500 , abbiamo comunità montane sul mare, Cda con un presidente e un dipendente, 400 mila dipendenti pubblici in enti che non servono. Se ne chiudiamo solo il 30%, risparmiamo centinaia di miliardi da reinvestire nella ricerca e nel settore agricolo. Se Dalla Valle ristruttura il Colosseo, noi possiamo ristrutturare l’Italia”. Analisi interessante. Se le cose stanno così, a occhio e croce non c’è un grande futuro per la dieta mediterranea. * www.corriereortofrutticolo.it

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Direttore responsabile: Lorenzo Frassoldati Redazione: Mirko Aldinucci (coordinatore) Eugenio Felice, Emanuele Zanini Hanno collaborato: Sylvain Cuperlier, Rolando Drahorad, Eliana Rapisarda, Claudio Scalise

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ECONOMIA DI SETTORE Nuova

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Redazione via Fiordiligi, 6 37135 Verona Tel. 045.8352317-Fax 045.8307646 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Editore Gemma Editco Srl Presidente: Fidenzio Crivellaro Coordinatore editoriale: Antonio Felice Sede legale e amministrativa: via Fiordiligi, 6 37135 Verona E-mail: segreteria@corriereortofrutticolo.it P.IVA 01963490238 Fotocomposizione e stampa: Eurostampa Srl - via Einstein, 9/C 37100 Verona Autorizzazione Tribunale di Verona n. 176 del 12-1-1965 Spedizione in abb. postale comma 26, art. 2, legge 549/95 La rivista viene distribuita in abbonamento postale c/c n. 11905379 Abbonamento annuo: 60 euro per due anni: 95 euro e-mail: abbonamenti@corriereortofrutticolo.it

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Fruit Logistica e le sfide di settore PAG.25

Pac, l’Italia fa quadrato

RUBRICHE

dei container

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Logistica flash

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QUARTA - QUINTA GAMMA «Innovazione, ricerca, qualità Ricetta vincente nella IV gamma

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DISTRIBUZIONE Private di successo

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PUBBLICITÀ CHE FRUTTA Ricco di regali l’”albero” di Marlene

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Vip in tv a febbraio e marzo

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Ingrosso e… Gerry Scotti per Melapiù

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EDITORIALE Tutto cambia. Niente cambia?

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BORSINO MANAGER & AZIENDE Soli, Laudani, Lamacchia, Viesti

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INTERVISTA Mauti: «Contenimento dei costi e più attenzione al mercato interno» GENTE & FATTI Promozione, Trentini presidente del comitato consultivo europeo

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Liquidazioni troppo basse ai soci Lagnasco Group cambia direttore

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Farmers market “presidio” delle varietà a rischio?

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Il ministro Galan al Mercato di Padova: puntare su export, aggregazioni, logistica 15 NOTIZIARIO Ismea: raccolti ortofrutticoli “su” nei prossimi sette anni

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Calano i consumi di food nel 2010 Frutta e vedura limitano i danni

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In distribuzione il nuovo catalogo dei prodotti Rijk Zwaan Italia

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Agricoltori italiani a Madrid per studiare la filiera

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Conserve Italia, intesa con Tesco: Cirio più forte in Inghilterra

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BIOLOGICO NEWS Biofach convince Paesi dell’Est in grande spolvero

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2010 di crescita per il bio Italiano Vale 3 miliardi, primi nell’export

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LOGISTICA Nei porti del Tirreno il 90%

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PAG.55

ATTUALITÀ In copertina - Fruit Logistica Fruit Logistica non si ferma

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In copertina - Fruit Logistica Qualche ombra su Berlino

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In copertina - Fruit Logistica Galan in vistita tra gli stand. Ma il feeling con il settore è poco

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In copertina - Fruit Logistica Operatori italiani soddisfatti Questa volta con dei “ma”

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In copertina - Fruit Logistica Preoccupazione ma pochi vuoti negli stand nordafricani

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L’ELENCO DEGLI BAMPA CHIQUITA CONSERVE ITALIA CORSI ENZA ZADEN FRUITIMPRESE ILFRES LA COSTIERA LA TRENTINA

pagina 47 pagina 7-9 pagina 50 pagina 29 pagina 17 copertina I pagina 43 pagina 10 copertina IV

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M O N T H LY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

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Biofach 2011 a vele spiegate

PAG.58

In copertina - Fruit Logistica Wapa: più mele dall’Emisfero Sud Il mercato europeo assorbe bene

La patata ritrova il sorriso

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Europa flash 37

In copertina - Fruit Logistica Kiwi, andamento lento: magazzini semipieni, prezzi così così

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In copertina - Fruit Logistica Flash

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La crisi libica lascia il segno Export italiano bloccato

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Dole e la conservazione del suolo «Una priorità in Centro America»

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SCHEDA PRODOTTO

In copertina - Fruit Logistica Internazionalizzazione ad Est Studio Com lancia la sfida

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PATATE NOVELLE La patata… respira: il mercato torna a dare soddisfazioni dopo due stagioni difficili 69

In copertina - Fruit Logistica La Gd si avvicina. Mercati fiduciosi

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Febbraio conferma la corsa dei prezzi, prime Novelle in Sicilia

Le tre anime di Agrosud In 40 mila alla fiera di Napoli

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Coltura, cultura e… innovazione

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Reciprocità, Op forti, “reti” anti crisi: la Pac secondo l’Italia

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Negoziato Ue-Mercosur, «Bruxelles a tutela degli agricoltori»

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Sviluppo del seedless prioritario nelle strategie dell’uva pugliese

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EUROPA-MONDO La Spagna delle arance osteggia gli agrumi siciliani

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INSERZIONISTI L’INSALATA DELL’ORTO MELAPIÙ MONSANTO MONSANTO SEMINIS PLANITALIA ROSARIA SOPEXA VALFRUTTA FRESCO VIP

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pagina 21 pagina 24 pagina 2 pagina 23 copertina III pagina 34 pagina 11 pagina 18 copertina I

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NEL PROSSIMO NUMERO NEL PROSSIMO NUMERO ☛ Largo alle fragole Grandi aspettative per la stagione commerciale delle fragole: la qualità dovrebbe essere elevata, a fronte di una superficie investita stabile rispetto all’ultima campagna.

☛ La Spagna è in crisi? Analisi sul mercato spagnolo e sul rapporto tra il Paese iberico e l’Italia. Il sistema ortofrutticolo è davvero in difficoltà? E quali sono le possibili conseguenze dell’attuale trend?

ULTIMA ORA. ROMANO SOSTITUISCE GALAN AL MIPAAF Alla fine, l’annunciato rimpasto c’è stato e Giancarlo Galan ha lasciato a Saverio Romano il dicastero dell’Agricoltura, divenendo ministro dei Beni Culturali. L’esponente dei “Responsabili” ha giurato il 23 marzo davanti al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Palermitano, 46 anni, Saverio Romano diventa Ministro tra qualche polemica: in una nota il Quirinale “ha espresso riserve sull’ipotesi di nomina dal punto di vista dell’opportunità politico-istituzionale” a fronte di “un procedimento a carico di Romano per gravi imputazioni”. Le associazioni di categoria, dalla Cia, a Copagri fino alle organizzazioni delle cooperative Fedagri-Confcooperative, Legacoop-Agroalimentare e AgciAgrital hanno peraltro manifestato subito l’intenzione di collaborare con il neo Ministro per il bene del settore. Dal canto suo Galan ha dichiarato di “lasciare un Ministero cui ho affidato entusiasmo e passioni che sono cresciuti giorno dopo giorno, avendo capito fin da subito le difficoltà e le opportunità di un settore che giustamente viene definito primario. Tra le mie principali soddisfazioni c’è di sicuro l’utilizzo al meglio delle risorse previste dai Programmi di Sviluppo Rurale 2007-2013”. www.corriereortofrutticolo.it

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I “+” e “-” dell’ortofrutta BORSINO DEI MANAGER

BORSINO DELLE AZIENDE

☛ Stefano Soli

☛ Canova Srl

Il manager di Valfrutta Fresco non manca di creatività. Insieme a uno studio di design ha messo a punto un kit di oggetti utili per un più facile consumo della frutta, che sarà presto lanciato sul mercato. Fa parte del kit, ad esempio, il pelarance, il tagliakiwi con chucchiaio eccetera. Gli oggetti sono in plastica e si troveranno dentro una piccola confezione sulla quale viene illustrato il loro utilizzo ottimale. L’obiettivo 2011di Valfrutta Fresco, che punta anche sull’innovazione varietale, è incrementare di oltre il 40% le vendite in Italia estendendo la rete dei grossisti e dei supermercati. Il 2011 sarà anche l’anno dello “sbarco” all’estero. Decisamente su

L’azionista di riferimento di Almaverde Bio, il Consorzio leader in Italia per i prodotti biologici, continua a crescere grazie alla forza propulsiva e alla capacità produttiva sempre più specializzata dello stabilimento di Longiano, in Romagna, a cui si aggiungono le unità produttive di Scanzano Ionico in Basilicata e di Don-

☛ Salvo Laudani Il marketing manager della siciliana Oranfrizer, ai primi di marzo a Tokio per il Foodex 2011, ha evitato, come tutti i partecipanti all’importante fiera alimentare, il devastante terremoto-tsunami che ha colpito il Giappone nei giorni successivi. Il Giappone è entrato in un periodo molto difficile e bisognerà aspettare prima che possa ridare soddisfazione agli esportatori del made in Italy alimentare, un settore che i giapponesi mostrano tuttavia di apprezzare molto. Grazie all’impegno di Laudani, Oranfrizer è in Giappone il numero uno nella promozione e nella vendita dell’arancia rossa siciliana, sia fresca che spremuta. Al Foodex Oranfrizer ha lanciato la granita d’arancia, di limone e di mandarino e ha lanciato un piano triennale di marketing che ora forse dovrà tener conto della nuova situazione. Ma onore al merito. Decisamente su

☛ Giuseppe Lamacchia

☛ Gruppo Napoleon Con 40 mila tonnellate di patate, 13 mila tonnellate di cipolle, migliaia di tonnellate di altri ortaggi, dal radicchio alle verze, dalle zucchine agli asparagi, il gruppo veronese Napoleon ha migliorato le posizioni nel corso del 2010 avvicinandosi ai 60 milioni di euro di fatturato, con un incremento del 17 per cento sul 2009. Attraverso il lavoro della centrale commerciale situa-

Il direttore dell’ufficio Ice di Puglia e Basilicata, con sede a Bari, come si suol dire, ci mette l’anima. Gli operatori del vasto comprensorio, tra i principali per la produzione ortofrutticola italiana, hanno in lui un sicuro punto di riferimento e una fucina di idee e di iniziative. L’ultima trovata di Lamacchia, davvero geniale, è avvicinare i produttori di uva da tavola pugliesi agli importatori medio-orientali di foglie di vite. In Medio Oriente le foglie di vite hanno un ampio uso alimentare come contenitori commestibili di altri alimenti, dal riso alle carni. Fino ad oggi, gli importatori arabi andavano a comperare le foglie d’uva in California. Su

☛ Coop. Sant’Orsola

☛ Gianfranco Viesti

La partita è appena cominciata. La conclusione dovrebbe essere un cambio della guardia al vertice di Mercati Associati, l'associazione che raggruppa gli enti gestori e dunque i titolari della proprietà dei Mercati all'ingrosso e dei Centri Agro-alimentari italiani. La presidenza è da tempo nelle

Un economista ha sostituito a metà febbraio Cosimo Lacirignola alla presidenza della Fiera del Levante, lo storico ente fieristico di Bari, in cerca di rilancio. All’insediamento Viesti ha detto che cercherà il sostegno degli enti fondatori per ridare impulso alle iniziative. Cosimo Lacirignola, uno dei più stimati esperti italiani di agricoltura mediterranea, torna ad occuparsi in esclusiva dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Valenzano, di cui è lo storico e apprezzato direttore. Per Viesti una sfida non facile. Né su né giù

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A Pergine di Valsugana nuove linee di confezionamento per i piccoli frutti di Sant'Orsola. Imballaggi più resistenti e più performanti sono stati presentati per la prima volta a Berlino durante Fruit Logistica e interesseranno presto l'intera

☛ Mercati Associati

na Lucata in Sicilia. A Longiano si lavorano 30 referenze diverse al giorno, da 100 a 150 mila colli alla settimana. Al prodotto fresco si è aggiunta la produzione di frutta biologica di quarta gamma. L’innovazione a Longiano è continua. Lo si può considerare il primo stabilimento europeo per la lavorazione di frutta biologica. Decisamente su

ta alla VeronaMercato, nel cuore del “Quadrante Europa”, la produzione locale viene affiancata dal prodotto di importazione proveniente da ogni angolo del mondo, in particolare da Spagna, Turchia, Tunisia, Israele, Tasmania, Germania. Napoleon punta anche sull'innovazione, realizzando ortaggi di quarta e quinta gamma per penetrare nuovi segmenti di mercato. Decisamente su

produzione. La cooperativa ha inoltre lanciato, per tutti i soci, un servizio gratuito di consulenza per il controllo della gestione aziendale al fine di ottimizzare risorse e profitti. Così, attorno ai piccoli frutti più conosciuti d'Italia, il business potrà crescere ancora. Su

mani dell'inossidabile Ottavio Guala, presidente di lungo corso anche di Fedagro Mercati, la federazione dei grossisti. L’8 marzo Mercati Associati ha tenuto una riunione definita “interlocutoria”. I candidati alla successione di Guala ci sono già. Il come e il quando dipenderà certamente anche dallo stesso Guala. Né su né giù

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Mauti: «Contenimento dei costi e più attenzione al mercato interno» ●

Mirko Aldinucci

Stagnazione dei consumi e flessione dell’import spingono Fruttital Distribuzione a guardare con sempre maggiore attenzione al mercato interno, consolidando la presenza sul territorio, rapportandosi con i Mercati all’ingrosso e cercando di ridurre i costi. A illustrare la strategia della Srl facente parte del GF Group è Paolo Mauti, dallo scorso dicembre amministratore delegato di Fruttital. Mauti non nasconde che “il 2010 è stato un anno di seria e generalizzata difficoltà per il settore: si è parlato tanto di crisi nel 2009, ma il comparto ha sentito l’onda lunga della crisi lo scorso anno, con un generale calo di consumi e una stagnazione dei prezzi”. Anche perché “nel 2010 la produzione ortofrutticola è avvenuta a costi più alti, senza che a ciò abbia corrisposto una remunerazione adeguata a causa delle difficoltà economiche: i margini insomma sono davvero bassi”. E Fruttital Distribuzione non fa eccezione: “difficile, nel contesto attuale, creare marginalità”, commenta Mauti. Ma qual è la situazione sui mercati internazionali? “Alcune campagne di prodotto, soprattutto dall’Argentina e dalla Spagna, hanno subito pesanti battute d’arresto a livello di volumi, quindi vi è un contenimento dei quantitativi. La Spagna è tra i Paesi più sofferenti, perché molte aziende lavorano in funzione dei mercati esteri e soffrono la frenata delle economie basilari per l’export. La coda del 2010 aveva fatto ben sperare; a dicembre il mercato è stato dinamico, aveva dato l’impressione che si potesse verificare una ripresa ma in poco tempo si è tornati sui livelli dei mesi precedenti. Difficile fare 8

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L’amministratore delegato di Fruttital Distribuzione: «Margini sempre più bassi e prospettive incerte, momento davvero delicato. Ma non ridurremo i volumi di banane»

previsioni per i prossimi mesi, i segnali non sono confortanti. Nel breve periodo non dovrebbero esserci grandi cambiamenti”. Fruttital sta così ponendo maggiore attenzione al prodotto nazionale, distribuito attraverso i Mercati ortofrutticoli. “Stiamo attuando una politica di contenimento dei costi con attenzione ai dati di bilancio”, prosegue Mauti. I prodotti di punta sono banane (per le quali è previsto un calo dei quantitativi in ambito mondiale), ananas (i quantitativi nel 2011 non dovrebbero subire particolare variazioni), pere (i cui volumi dopo l’ultima campagna in tono minore dovrebbero tornare

Fatturato di Fruttital 2008 2009 2010

270.020.000 euro 270.360.000 euro 278.980.000 euro

su livelli standard), kiwi, agrumi, frutta esotica, meloni, uva e ortaggi. A livello qualitativo vi è un avvicinamento del livello tra i Paesi un tempo meno concorrenziali e quelli più strutturati. Anche il Nord Africa, al di là della difficile situazione politica attuale, è cresciuto molto. “Una crisi come quella attuale prosegue Mauti - non l’avevamo mai vista; non possiamo dire se ci sarà un ritorno ai livelli precrisi. Stanno cambiando le abitudini alimentari con trasferimento dal fresco al pre-confezionato. Bisognerebbe puntare a promuovere in modo deciso il consumo di frutta e verdura, sottolineando l’importanza dell’ortofrutta fresca per la salute e tornare a fare cultura. Senza però limitare la libertà di scelta: siamo in un mercato globale, è giusto poter optare sui prodotti di controstagione. Consumare ortofrutta è una medicina naturale, questo andrebbe detto a gran voce. A livello promozionale si sta facendo qualcosa, ma i tentativi attuali sono sicuramente migliorabili”. Possibili ripercussioni da ciò che sta succedendo in Nord Africa? “Nell’immediato sicuramente; alcuni prodotti dei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo pronti per l’invio, ad esempio delle fragole, non hanno spedito. Bisognerà capire quanto le aziende nordafricane coinvolte dagli eventi in corso sono solide e strutturate per poter reggere questa situazione di mancata vendita e mancato guadagno”. A proposito dei rumors secondo cui il rapporto tra GF Group e Del Monte, principale fornitore del M a r z o

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Principali prodotti commercializzati da Fruttital Distribuzione (in tons) Banane Ananas Agrumi 2008 2009 2010

93.000 95.600 94.800

40.500 50.800 47.500

25.800 24.500 25.600

I dati della tabella (fonte: Fruttital), riflettono un trend stabile, negli ultimi tre anni, per il principale prodotto commercializzato dalla società ligure, la banana, a fronte di una modesta flessione dell’ananas dopo che i volumi, nel 2009 erano considerevolmente aumentati rispetto al 2008. Lieve incremento per gli agrumi, mentre flettono le pere e, in misura più contenuta, le mele. Deciso segno più invece per i kiwi, lieve crescita degli ortaggi e dell’uva, che riprendono quota dopo il calo del 2009; in attivo meloni ed esotico. Variazioni irrilevanti per gli “altri frutti”.

gruppo, sarebbe vicino a una rottura (che avrebbe ripercussioni non indifferenti: il volume di banane a marchio Del Monte veicolato dal gruppo in Italia nel 2009 è stato intorno alle 110 mila tonnellate, l’80% delle quali maturate nei centri di Fruttital Distribuzione Srl), Mauti si limita a sottolineare che “Fruttital Distribuzione è leader sul mercato italiano per quanto riguarda i volumi distribuiti di ananas e banane, con una presenza capillare su tutto il territorio nazionale; sicuramente, a prescindere da qualsiasi possibile sviluppo, riteniamo che i volumi attualmente commercializzati, circa 150.000 tonnellate tra banane ed ananas, non ver-

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Pere

Mele

Kiwi

Ortaggi

Uva

18.700 17.300 14.500

4.100 5.400 4.800

10.800 11.600 13.800

23.800 28.100 28.400

4.400 3.500 4.100

Meloni Esotico Altri frutti 6.500 7.400 7.900

5.700 5.800 6.800

20.100 20.800 20.200

Paesi d’origine dei principali prodotti distribuiti Banane Ananas Agrumi Pere Mele Kiwi Ortaggi Uva Meloni Esotico Altra frutta

Costa Rica, Colombia, Ecuador Costa Rica, Brasile Argentina, Israele, Sud Africa, Spagna, Egitto, Italia Argentina, Cile, Sud Africa, Spagna, Italia Cile, Argentina, Sud Africa, Italia Nuova Zelanda, Cile, Italia Spagna, Francia, Olanda, Belgio, Germania, Italia Cile, Argentina, Sud Africa, Spagna, Perù, Italia Brasile, Costa Rica, Spagna, Francia, Marocco, Italia Brasile, Colombia, Sud Africa, Perù, Messico, Thailandia, Ecuador, Vietnam Spagna, Francia, Olanda, Egitto, Perù, Cile, Italia

ranno diminuiti. Le strategie future per quanto riguarda queste due referenze, sono e saranno in ogni caso legate agli interessi che GF Group ha, non solo in Italia,

ma anche in Francia, Spagna, Portogallo e Grecia, dove è presente con aziende distributrici di ortofrutticoli freschi”. mirko.aldinucci@corriereortofrutticolo.it

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GENTE

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FATTI

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La Linea Verde celebra il 150mo dell’Unità d’Italia con l’insalata “del tricolore” In occasione del 150mo anniversario dell’Unità d’Italia, La Linea Verde ha lanciato l’Insalata del Tricolore, firmatata DimmidiSì. Valeriana, riccia e radicchio rosso per questa nuova referenza che cromaticamente strizza l’occhio alla bandiera italiana. Una scelta dettata dalla volontà di festeggiare il Paese nel quale l’azienda è nata e opera dedicandole un prodotto simbolo della sua attività: un’insalata fresca, selezionata, già lavata e confezionata in una busta che, per l’occasione, si ispira ai tre colori della bandiera. Un’opportunità per dare al consumatore un’occasione in più per festeggiare il Belpaese e vedere l’offerta di IV gamma come sempre più moderna, attuale e “patriottica”. L’Insalata del Tricolore è disponibile sul mercato dai primi di marzo.

Promozione, Trentini presidente del Comitato consultivo europeo Incarico di prestigio per Luciano Trentini, direttore del Cso, che nella riunione del 2 marzo a Bruxelles è stato eletto presidente del Comitato consultivo promozione della Commissione Europea. Il Comitato è l’organo di collegamento tra sistema produttivo e Commissione Europea con cui lavora a stretto contatto per mettere a punto i meccanismi e le procedure più opportune all’ottimizzazione delle attività di promozione dei prodotti europei. Al Comitato consultivo promo-

zione partecipano importanti organizzazioni tra cui Celcaa (European Liaison Committee for Agricultural e AgriFood Trade), Ciaa (associazione che rappre-

Confezioni monoprodotto per le banane Del Monte Novità in vista per il packaging delle banane Del Monte. La multinazionale statunitense sarebbe intenzionata, dopo una fase sperimentale negli Usa, a introdurre in Europa una nuova singola confezione per ogni banana. L’obiettivo è quello di creare una nuova forma di acquisto del frutto, visto come “snack” da passeggio, da mangiare in diversi momenti della giornata, mentre si fa shopping, o si è in una stazione di servizio o in palestra. Dalla Del Monte assicurano che i materiali del packaging sono assolutamente “eco-friendly” e a “maturazione controllata”: le banane vengono inserite nelle confezioni ancora verdi, in tal modo possano maturare più lentamente.

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senta gli interessi in Europa dell’industria del Food and Drink) e Copa-Cogeca (in rappresentanza delle cooperative agricole europee) che hanno l’interesse comune di promuovere i prodotti agricoli primari e l’agroalimentare europeo nel suo insieme. L’esperienza maturata da Trentini nel settore delle promozioni si è consolidata in Centro Servizi Ortofrutticoli, attraverso la realizzazione di importanti progetti comunitari come Mr. Fruitness e Sapori d’Europa. “La mia presidenza - il commento di Trentini - avviene in un momento cruciale per l’agricoltura europea con la revisione della Pac e delle politiche di promozione”. Un riconoscimento prestigioso per l’Italia: Trentini lavorerà a stretto contatto con i diversi settori che compongono il Comitato, dalla produzione, all’industria, al trade, per assicurare un efficace funzionamento della politica europea della promozione con l’obiettivo di rendere noto e percepibile il valore aggiunto dell’agroalimentare europeo sia ai consumatori del mercato interno sia a quelli dei Paesi Terzi. M a r z o

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Apo Conerpo, presidenza da Bruni a Vernocchi Paolo Bruni lascia la presidenza di Apo Conerpo. Ne era presidente fin dal 1994 quando fu costituita. Al suo posto il 46enne ravennate Davide Vernocchi eletto all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione che ha anche chiamato alla vice presidenza il ferrarese Roberto Cera, presidente della società commerciale Naturitalia e vice presidente della cooperativa Patfrut di Ferrara. Vice presidente di Apo Conerpo dal 2003, presidente nazionale del settore Ortofrutticolo di Fedagri/Confcooperative, membro del Consiglio di Amministrazione della cooperativa Agrintesa di Faenza (Ravenna), Vernocchi è laureato in Scienze Agrarie ed è titolare e conduttore di un’azienda agricola ortofrutticola in provincia di Ravenna. “Assumo questo importante incarico in un momento particolarmente difficile per il settore agroalimentare e per l’economia in generale, alla vigilia di riforme comunitarie che modificheranno radicalmente gli scenari europei”, ha dichiarato Vernocchi, che ha sottolineato l’importanza di un vero gioco di squadra per vincere le sfide future. “Sono stati anni di intenso lavoro - ha detto invece Bruni - nei quali il nostro Gruppo con la volontà e l’impegno di tutti è riuscito a crescere economicamente, nelle dimensioni, nei fatturati e nella leadership”. Apo Conerpo esprime 1.100.000 tonnellate di prodotti, 7.000 soci, 45 cooperative, 5.000 addetti e un fatturato di 685 milioni di euro. della Cooperativa, che dopo “l’accanimento mediatico” sulla vicenda del mese scorso, preferiscono tenere un profilo basso: “sono questioni organizzative in-

a cura di Mirko Aldinucci

Giuseppe Termanini (nella foto sotto) è il nuovo direttore della Cooperativa Lagnasco Frutta e dell’Organizzazione di Produttori Lagnasco Group. La “bufera” che ha investito la realtà frutticola piemontese negli ultimi mesi (come riportato dal nostro sito internet www.corriereortofrutticolo.it nei giorni scorsi), scaturita nel malcontento dei soci a seguito delle liquidazioni della frutta estiva, aveva costretto alle dimissioni, nel febbraio scorso, Gianmatteo Baralis alla vigilia di quella che si sarebbe rilevata un’infuocata assemblea della base sociale. Le redini della principale cooperativa frutticola del Nord-ovest sono state affidate ad un personaggio conosciuto ed apprezzato nel settore quale appunto l’emiliano Termanini. Originario di Vignola, ex direttore della Cooperativa Emiliafrutta, aveva ora un ruolo di responsabilità nella Agrintesa, il colosso frutticolo nato dalla fusione del 2007 di Emiliafrutta, Agrifrut Romagna ed Intesa, facente parte del gruppo Alegra, di cui era manager. Nessuna dichiarazione dai vertici

FATTI

Liquidazioni troppo basse ai soci Lagnasco Group cambia direttore

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terne”, l’unico commento. I soci ora auspicano un migliore andamento della cooperativa e confidano in particolare in una stagione estiva più brillante

Radicchio rosso di Treviso su Rai Uno con la saga dei Gasparin, storici produttori

Il radicchio rosso di Treviso sul piccolo schermo. Merito della famiglia Gasparin di Quinto di Treviso che coltiva radicchio trevigiano da generazioni. Una saga familiare che Rai Uno ha presentato il 5 marzo, nel programma “Le amiche del sabato” condotto da Lorella Landi andato in onda nel primo pomeriggio.

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Farmers market “presidio” delle varietà a rischio? In Italia sono scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro e su una larga percentuale di quelle rimaste grava il rischio estinzione. È quanto emerge dal primo dossier sul fenomeno dei “Farmers Market in Italia” presentato alla prima assemblea nazionale degli Agrimercato di Campagna Amica della Coldiretti. In Italia nel secolo scorso si contavano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta. Coldiretti stima che almeno 100 varietà vegetali definite minori, tra frutta, verdura, legumi, erbe selvatiche trovino sbocco nell’attuale rete di mercati degli agricoltori di Campagna Amica. Numerosi sono gli esempi provenienti dalle diverse regioni d’Italia. In Friuli si coltiva l’aglio di Resia, di grande qualità, molto aromatico e particolarmente adatto alla produzione di salumi mentre è piemontese il Cardo gobbo di Nizza con cui si prepara la bagnacauda. Ma nei Mercati di Campagna Amica sono stati sal-

vati anche la Patata blu del Trentino e la Zucca Berettina dell’Emilia Romagna. Nelle Marche si trovano mandorle, pistacchi, pinoli, mentre i Fagioli del Purgatorio sono una specialità laziale dall’alto valore nutrizionale. La Mela Gaetanella, bassa, panciuta e profumatissima, è una specialità dei farmers market del Molise, mentre la Melanzana rossa di Rotonda Dop appartiene alla tradizione della Basilicata. Ha proprietà antitumorali l’Annona, un tipo di frutta che si produce in Calabria. Dagli agricoltori siciliani viene il rilancio delle Carrube usate nelle diete come sostitutivo del cioccolato. In Sardegna è stata poi recuperata Sa Pompia, sorta di cedro dalla buccia spessa e ruvida usato nella preparazione di un dolce tipico dei matrimoni, oltre che preparato candito o come ingrediente di liquori.

Troppi bimbi obesi in Italia Il 36% dei bambini italiani è troppo grasso: è allarme obesità tra i più piccoli. Vita sedentaria e troppa televisione, magari mangiando merendine ipercaloriche, hanno portato il 23,6% dei bambini a essere in sovrappeso e il 12,3% a essere addirittura obeso. I dati provengono dall’indagine “Okkio alla salute”, condotta dall’Istituto superiore di sanità per conto del ministero della Salute e sono stati illustrati il 23 febbraio dal ministro Ferruccio Fazio durante una interrogazione nel Question time alla Camera. L’indagine è stata condotta su un campione di 46.000 bimbi in 2.600 scuole: tra le prime cause del problema, il fatto che i bambini “saltano la prima colazione, consumano merende con calorie e grassi, un terzo non mangia abbastanza frutta e verdura, solo un terzo fa attività fisica adeguata e tutti vedono troppa tv, anche perché la metà dei bambini italiani ha un televisore in camera”. Un allarme che, ha spiegato Fazio, richiede “interventi di politica intersettoriale con regioni, ministero dell’Istruzione, ministero delle Politiche agricole, associazioni scientifiche, produttori di alimenti”.

I single spendono il 64% in più per gli alimentari I single spendono per gli acquisti alimentari il 64% in più rispetto alla media delle famiglie italiane. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai consumi delle famiglie. La spesa media per alimentari e bevande di un single è di 304 euro al mese, superiore del 64% rispetto - sottolinea la Coldiretti - ai 185 euro mensili destinati alla tavola da ogni singola componente di una famiglia tipo italiana formata da in media da 2,5 persone. Ed è anche e forse soprattutto grazie ai single che i consumi di IV e V gamma sono in aumento.

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Giancarlo Galan al Maap di Padova: puntare su export, aggregazioni, logistica

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Veronamercato, presidenza a Gian Paolo Sardos Albertini Cambio della guardia al vertice di Veronamercato: Gian Paolo Sardos Albertini (nella foto) è il nuovo presidente della società che gestisce il Centro agroalimentare scaligero al posto di Riccardo Caccia. Nato a Gargnano (Brescia) nel dicembre 1948, avvocato esperto in diritto amministrativo, fino al 30 settembre dello scorso anno Sardos Albertini è stato presidente di Agsm Verona Spa Multiutility che opera nei settori della produzione di energia elettrica - sia in forma convenzionale sia nel settore delle energie rinnovabili - della distribuzione di gas ed energia oltreché nella vendita di questi prodotti. È stato inoltre componente del Comitato Esecutivo di Federutility a Roma e del Comitato Esecutivo di Confservizi del Veneto. Per Caccia, che presiedeva Veronamercato dal novembre 2007, è pronta invece una poltrona nel consiglio di amministrazione della Fondazione Cariverona.

a cura di Mirko Aldinucci

L’Italia è il quinto Paese al mondo come produzione di frutta e primo in Europa ma deve crescere nelle esportazioni e nella capacità di vendere: lo ha detto l’ex Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, in visita a inizio marzo al Mercato agroalimentare (Maap) di Padova. “È bene utilizzare la produzione di energia da fonti rinnovabili nei Mercati come fatto qui al Maap, ancora più importante è costruire piattaforme logistiche che agevolino lo sviluppo degli scambi. Occorre pertanto avere basi nei mercati. In Russia, ad esempio, dove è necessaria una base in loco, altrimenti vendere diventa difficilissimo”. “Bisogna che tutti i produttori di ortofrutta lavorino per un obiettivo comune: crescere in Europa, consorziandosi maggiormente. Siamo produttori di grande qualità, ma soffriamo di un grande gap rispetto alla Francia e alla Germania, un ritardo che va assolutamente colmato. Per questo ribadisco l’urgenza di smetterla con la malsana competizione portuale al nord: creiamo un porto comune con Venezia, Trieste e Capo d’Istria. Solo così si potrà sfruttare al meglio il Green corridor da Alessandria a Venezia”.

Vivaismo, il Civi conferma Consalvo Rinnovate a Roma le cariche di Civi-Italia, il Centro Interprofessionale per le Attività Vivaistiche, per il prossimo triennio. Riconfermato alla presidenza assieme a tutto il consiglio uscente Giandomenico Consalvo (nella foto), salernitano, titolare dell’azienda vivaistica di famiglia. Un segno di continuità che i soci hanno voluto dare al Consorzio premiando il lavoro svolto fino ad oggi nel rispetto dell’obiettivo di una maggiore diffusione del sistema di certificazione nazionale. Per dare maggiore forza alle attività del Civi, il consiglio è stato allargato a rappresentanti provenienti da importanti realtà vivaistiche del sud Italia e delle zone alpine. “Ringrazio il consiglio per la fiducia - ha affermato Consalvo - ma soprattutto ringrazio tutti i soci per la fattiva collaborazione dimostrata fino ad oggi che ci ha fatto raggiungere obiettivi importanti”. L’incontro tra CdA e assemblea dei soci ha registrato la partecipazione di tutto il mondo vivaistico italiano delle produzioni altamente qualificate di fruttiferi, agrumi, fragola, olivo e piantine orticole, espressione dalle Alpi alla Sicilia. Così viene ulteriormente evidenziata l’attività del Consorzio, riconosciuto dal Mipaaf quale unico organismo interprofessionale di livello nazionale a rappresentare il settore vivaistico per la promozione ed attuazione dei programmi di certificazione in Italia.

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Notiziario Ismea: raccolti ortofrutticoli “su” nei prossimi sette anni Produzione agricola stabile o in moderata espansione, aumento dei prezzi sui mercati internazionali e inasprimento dei costi legati all’approvvigionamento dei fattori produttivi. Questo lo scenario di medio-lungo termine dell’agricoltura delineato nell’Outlook dell’agroalimentare italiano - Rapporto annuale 2009-2010, pubblicato da Ismea. Per quanto riguarda l’evoluzione della produttività - spiega l’Ismea - non ci sono, alle attuali condizioni, elementi per ritenere che le rese possano crescere in maniera significativa nei prossimi sette anni per effetto di innovazioni tecnologiche. Viceversa i vincoli di compatibilità ambientali imposti dalla Pac determineranno presumibilmente una riduzione del grado d’intensificazione dell’agricoltura. Nel dettaglio, le previsioni Ismea indicano uno scenario di crescita per i prossimi sette anni per le produzioni frutticole e olivicole, nonostante le difficoltà di reperimento della manodopera e le crescenti pressioni competitive sui mercati internazionali, più evidenti nel settore dell’olio d’oliva. Tenderebbe inoltre ad aumentare progressivamente la produzione di ortaggi e legumi, anche in virtù del forte incentivo derivante dall’ammissibilità dei terreni coltivati ad ortive e patate per l’abbinamento dei titoli. Il pomodoro da industria, al contrario, con il disaccoppiamento totale a partire dal 2011, risulterebbe meno attrattivo rispetto alle altre orticole, con conseguente contrazione dell’offerta. Relativamente ai prezzi, lo scenario è di crescita progressiva, per effetto sia della riduzione dell’offerta, limitatamente a talune colture, sia di un’ulteriore espansio16

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Redditi, nei campi segnali di ripresa Gli aumenti dei prezzi sui mercati all’origine dell’ultimo trimestre (+14,1% rispetto allo stesso periodo del 2009), a fronte di una crescita più contenuta dei costi di produzione (+4%), segnalano un graduale recupero nei livelli di redditività in agricoltura. È quanto rileva l’Ismea nell’ultimo numero di Tendenze, il trimestrale di analisi e previsioni sull’agroalimentare italiano, da cui si evince, inoltre, che la produzione agricola totale avrebbe chiuso il 2010 con una flessione dello 0,6%, per effetto di una contrazione del 2,1% delle coltivazioni vegetali compensata, solo parzialmente, da una crescita dell’1,7% delle produzioni zootecniche. In particolare per i cereali si stima un generale incremento della produzione, con aumenti soprattutto per il frumento duro (previsto un +6,6%) e il granoturco (+3,1%). Per frutta e agrumi, al contrario, sono previste flessioni rispetti-

vamente del 4,3% e del 22,3%, a causa dell’andamento climatico sfavorevole e della batteriosi che ha colpito le piantagioni di kiwi laziali. Riguardo agli ortaggi, la riduzione degli investimenti e le condizioni climatiche negative hanno determinato una forte riduzione dei raccolti di pomodoro da industria (-10,7%) e patate (-9,9%). L’offerta zootecnica è indicata invece in aumento, grazie a una crescita dello 0,8% delle consegne di latte e a una maggiore produzione nazionale di carni bovine, suine e avicole. Sul fronte industriale, infine, la produzione alimentare ha fatto segnare un aumento del 2% tra gennaio e ottobre 2010, rispetto al corrispondente periodo del 2009.

I principali fornitori di ortofrutta dello Stivale? Ecuador in volume, Spagna in valore L’Ecuador è il primo fornitore di ortofrutta dello Stivale con 231.324 tonnellate di prodotti inviati (-4,3%) e 130,6 milioni di euro a valore (-8,8%). Seguono Costa Rica, Spagna, Colombia e Francia. A valore il primo Paese che esporta in Italia è la Spagna sebbene gli approvvigionamenti sul mercato iberico siano calati del 25%, specie per il minor ricorso alle importazioni di pesche, nettarine e pere. In totale le importazioni hanno totalizzato 1,1 milioni di tonnellate (-5,9% rispetto allo stesso periodo 2009) e 844 milioni di euro a valore (-6,8%). ne della domanda, soprattutto nel settore mangimistico. A incidere sull’andamento dei prezzi agricoli sarebbe anche la tendenza all’aumento dei costi dei fattori di produzione. M a r z o

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Segno meno nel 2010 per i consumi alimentari in Italia. Lo rileva l’Ismea che su base annua calcola una flessione degli acquisti domestici dello 0,6% in volume, accompagnata da una riduzione dei prezzi dello 0,5%. Il bilancio negativo riflette, in termini quantitativi, una contrazione della domanda domestica di carni bovine (-4,6% rispetto al 2009), vini (-3,4%), prodotti ittici (-2,9%) e frutta (-1,8%). Al contrario sono aumentati nel 2010 gli acquisti di oli d’oliva (+3,7%), grazie soprattutto agli extravergini, derivati dei cereali (nonostante la flessione di pane e pasta), carni suine e salumi (+0,6%), mentre è emerso un andamento complessivamente stazionario per latte e derivati, ortaggi e carni avicole (bene il pollame, male il tacchino). Tra i lattiero-caseari crescono gli acquisti di latte e yogurt, mentre segnano il passo i formaggi. Venendo nello specifico al comparto ortofrutticolo le rilevazioni dell’Ismea indicano, più in dettaglio, riduzioni per pere, mele, kiwi e banane. È proseguito invece il buon andamento degli acquisti di ortaggi di IV gamma (lavati e confezionati), mentre i freschi tradizionali hanno subito complessivamente una battuta d’arresto. Relativamente ai canali di vendita, iper e supermercati, che concentrano il 70% della spesa alimentare domestica, hanno confermato sostanzialmente i volumi di vendita del 2009. Negativo invece il dato rilevato da Ismea per il dettaglio tradizionale, mentre liberi servizi e discount hanno segnato entrambi una crescita rispetto al 2009. A livello territoriale, infine, la flessione dei volumi ha riguardato tutte le aree geografiche ad ecM a r z o

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Plastica “bio”, un’opportunità

Nord Africa, «tensioni da rialzo dei prezzi»

Il Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara ha ospitato e organizzato un incontro in collaborazione con Novamont, Cafer e Riff98 rivolto ai tecnici operanti nell’ambito dei progetti di assistenza tecnica provinciale per parlare di materie plastiche biodegradabili in agricoltura. Lo smaltimento delle materie plastiche siano queste teli per la copertura delle serre o dei piccoli tunnel o pacciamature o per altri usi come i diffusori di ferormoni per la confusione sessuale in frutticoltura o gli imballaggi rappresenta un problema importante per le aziende. L’uso della plastica biodegradabile può portare ad importanti risparmi in termini non solo ambientali. È il caso della pacciamatura biodegradabile in Mater-bi, un prodotto che si ottiene dall'amido di mais, o di altri cereali, che biodegrada per il 90% in appena 6 mesi “Questi temi - ha detto Trentini del Cso - sono all’ordine del giorno, considerato anche che le coltivazioni orticole in Italia coprono una superficie di circa 450.000 ettari di cui almeno 100.000 coltivati su terreni totalmente o parzialmente pacciamati”.

“Le tensioni sociali che stanno attraversando il Nord Africa, innescate dagli aumenti del prezzo dei generi alimentari, e il nuovo rialzo record dei prezzi di cereali, zucchero e oli vegetali, sono manifestazioni degli squilibri nel sistema globale di approvvigionamento alimentare”. Lo ha detto, al Parlamento Europeo, il presidente della Commissione Agricoltura Paolo De Castro. “A ciò - ha proseguito - devono aggiungersi il fenomeno della volatilità dei prezzi delle materie prime agricole, l’incidenza dei cambiamenti climatici sulle rese agricole, la scarsità delle risorse naturali. Fattori questi che, nei prossimi anni, potrebbero far raddoppiare i prezzi dei generi alimentari. Eventualità dalle conseguenze drammatiche soprattutto per quelle parti del mondo dove la spesa alimentare rappresenta più del 40% e che, in un’economia mondiale sempre più integrata e interdipendente, rischia di creare disagio nel pianeta. E in questo scenario, è l’agricoltura ad assumere un ruolo di portata straordinaria. Auspichiamo un impegno deciso e concreto dell’Unione Europea”.

cezione del Nord-Ovest (+0,4%). Più accentuato il calo degli acquisti nel Mezzogiorno (-1,3% rispetto al 2009), mentre nelle re-

gioni del Centro Italia e del NordEst si rilevano riduzioni rispettivamente dello 0,6 e dello 0,3 per cento. www.corriereortofrutticolo.it

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Calati i consumi di food nel 2010 Frutta e verdura limitano i danni

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Notiziario In distribuzione il nuovo catalogo dei prodotti Rijk Zwaan Italia Primavera, tempo di primizie: il periodo ideale per lanciare una novità dedicata agli orticoltori. La filiale italiana della multinazionale Rijk Zwaan - leader nell’offerta di sementi orticole di qualità - ha appena messo in distribuzione l’ultima release del proprio catalogo prodotti, snella e rispondente alle esigenze dei clienti. Ne parla con entusiasmo Alessio Pigozzi (nella foto sopra), general Manager di Rijk Zwaan Italia rispondendo ad alcune domande: Quali sono i principali elementi che contraddistinguono il nuovo catalogo? La nuova edizione - a differenza della precedente, molto descrittiva - si connota per due caratteristiche rilevanti: la compattezza riunendo tutte le varietà in un'unica pubblicazione- ed il taglio tecnico, da manuale d’uso, essendo dotato di molte tabelle informative, più che di foto. Abbiamo così risposto alle richieste emergenti dei fruitori (vivaisti, rivenditori, commercianti e orticoltori), che -al momento di definire i rispettivi programmi- necessitano di prontuari precisi ed esaustivi. Nello specifico, quali informazioni aggiuntive fornisce agli specialisti del settore? Come dicevo, seguendo un approccio da prontuario d’uso, più che da catalogo, per ciascuna tipologia evidenzia la tabella dei cicli di trapianto e raccolta, la tabella delle resistenze alle malattie, la guida ai trapianti, l’aggiornamento per tutte le famiglie della gamma e l’indica20

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Ristorazione italiana in controtendenza Cresce a dispetto della crisi In un contesto di caduta della domanda a livello europeo, la ristorazione italiana rappresenta un’eccezione. Il settore dei consumi fuori casa risulta nel nostro Paese in crescita e si conferma avere una funzione anticiclica nell'ambito dell’agroalimentare e rappresenta l’ancora di salvezza per molte imprese della filiera. È quanto emerge dalla ricerca del Centro studi Fipe “L’Europa al ristorante: consumi e imprese” con la quale è stata inaugurata alla presenza di Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, “Sapore 2011”, la quattro giorni di Mostra Internazionale dell’Alimentazione in calendario da sabato alla Fiera di Rimini. I consumi alimentari - si legge nella ricerca - restano una voce di spesa di primaria importanza. Essi valgono, nell’Unione Europea, 882 miliardi di euro pari al 13,1% della domanda complessiva. Soltanto per l’abitazione gli europei spendono di più. Se poi si includono nella spesa alimentare anche la quota destinata ai consumi fuori casa, pari a 468 miliardi di euro, l’alimentare rappresenta un quinto del budget complessivo di spesa dei cittadini europei. In dieci anni i consumi alimentari sono aumentati, in Europa, di 58 miliardi di euro, 37 in casa e 21 fuori casa, con tassi di crescita identici (circa 5 punti e mezzo percentuali). La crescita è da attribuirsi per due terzi ai consumi alimentari in casa e per il restante terzo a quelli fuori casa, comparto che vede l’Italia in crescita. zione - attraverso appositi segnalatori - se disponibile come prodotto biologico o non trattato. Un’ulteriore novità consiste nella segnalazione di tutte le varietà che, per il consumatore finale, evidenzieranno un gusto superiore alla media: si tratta della linea a marchio Sensational Flavours, i cui plus sono stati evidenziati da un panel test condotto da un istituto di ricerca specializzato sulle tipologie cetriolo, lattuga Salanova®, melanzana, melone, peperone e pomodoro. Gli eccellenti risultati di questa analisi hanno

trovato conferma nei giudizi dei clienti e degli esperti che hanno partecipato ad un evento conviviale organizzato all’Hotel Grand Visconti Palace di Milano nell’ottobre 2010, culminato con il pranzo a base delle specialità Sensational Flavours organizzato dallo chef d’alto rango Sergio Ferrarini. Una gamma completa ed oggi ancora più fruibile, da vero specialista del settore. Non a caso, Rijk Zwaan fa parte del gruppo Orto wic di Assosementi, costituito nel 2008, che raggruppa le 18 aziende sementiere che, grazie alle loro attività di ricerca genetica, finalizzata alla messa a punto di nuove varietà orticole, fanno produzione e commercializzazione di sementi da orto. Per informazioni: segreteria di Rijk Zwaan Italia, Letizia Bonfiglioli, tel 051 729448 rijkzwaanitaly@rijkzwaan.it www.rijkzwaan.it M a r z o

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Agricoltori italiani a Madrid per studiare la filiera Una delegazione Coldiretti è stata a Madrid nell’ambito di un progetto di formazione finanziato dalla Regione Veneto che prevede, oltre alle ore in aula, una missione in una capitale europea sul tema “La filiera degli altri”. La missione si è svolta dal 16 al 18 febbraio con l’obiettivo di far conoscere le caratteristiche della filiera agroalimentare del Paese visitato e valutare il grado di penetrazione del Made Italy agroalimentare nel mercato del Paese visitato. A tale proposito, la delegazione di 23 operatori ha avuto nella giornata del 16 febbraio un incontro con l’omologa spagnola Asaja mentre il 17 di febbraio Ice Madrid ha organizzato un programma comprendente la visita a Mercati, sia all’ingrosso che al dettaglio, e nel pomeriggio un incontro nella sezione consolare dell’Ambasciata d’Italia con il direttore dell’Ufficio Casciotti. La direzione di Ice Madrid ha offerto una panoramica sulla congiuntura economica locale nonchè sulle relazioni economiche e commerciali, relativamente ai prodotti agroalimentari, tra il nostro Paese e la Spagna.

Aicoop entra in Coldiretti Presidenza a Mario Tonello Aicoop, associazione italiana Cooperative, dopo aver svolto l’assemblea nazionale ha formalizzato la richiesta di adesione a Coldiretti condividendone le linee programmatiche e strategiche nonché il modello organizzativo e sindacale. Aicoop raccoglie oltre 700 cooperative dei settori produzione-lavoro, sociale, edilizio diffusa sul territorio nazionale ma con particolare presenza nelle regioni Lazio, Lombardia, Calabria, Campania e Piemonte. L’assemblea nazionale di Aicoop ha anche provveduto al rinnovo delle cariche sociali dell’associazione eleggendo alla presidenza il vicepresidente di Coldiretti Mauro Tonello.

Cancro del kiwi, il Mipaaf emana un Decreto Il ministero alle Politiche agricole, alimentari e forestali ha approntato un provvedimento per affrontare l’emergenza della diffusione del batterio Pseudomonas syringae pv. Actinidiae, una delle principali minacce per le coltivazioni di kiwi. L’Italia è capofila di un’iniziativa di contrasto del fenomeno. Il Mipaaf ha presentato di fronte al Comitato permanente fitosanitario il decreto che potrebbe ora essere la base di un’iniziativa a livello europeo. M a r z o

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Conserve Italia, intesa con Tesco: Cirio più forte in Inghilterra Conserve Italia, leader europeo nell’ortofrutta trasformata con 650.000 tonnellate di prodotto lavorato e un fatturato di quasi un miliardo di euro, rafforza ulteriormente la propria presenza nel Regno Unito. Il gruppo cooperativo, attualmente presente in 92 Paesi, ha infatti siglato un importante contratto commerciale con l’insegna Tesco, che con una quota ponderata del 30,5% è leader assoluto del mercato britannico per i prodotti a base di pomodoro. “L’accordo - sottolinea il direttore commerciale estero di Conserve Italia, Cesare Concilio - prevede la fornitura di nuove referenze a base di pomodoro a marchio Cirio che si aggiungono a quelle già proposte sugli scaffali Tesco dall’inizio del 2010. Entro il mese di marzo saremo quindi presenti in tutti i punti vendita di questo vero e proprio colosso della grande distribuzione britannica, che conta 105 ipermercati e 658 super store, con una gamma ancora più ricca e qualificata di prodotti firmati da Cirio”. “Sempre in Gran Bretagna - afferma Paolo Gerevini, direttore marketing di Conserve Italia dall’inizio di febbraio siamo presenti con tre articoli decisamente performanti (pelati e polpe) sugli scaffali di Sainsbury, che rappresenta la terza insegna del paese con una quota ponderata del 16,6%. Prosegue inoltre positivamente la partnership con la catena Morrisons (che detiene una ponderata del 12,3% nei derivati del pomodoro), la più antica della Gran Bretagna, concentrata nel centro-nord del paese. Parallelamente, continua la collaborazione con Waitrose, che ha una quota di mercato del 4% ed è la prima insegna distributiva britannica per qualità dell’offerta”. 22

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Biodiversità, convegno Opo Veneto

Convegno in Opo Veneto a Zero Branco, in provincia di Treviso, su come conservare e sviluppare la biodiversità negli agrosistemi. Duplice l’obiettivo dell'iniziativa rivolta in particolare agli ortofrutticoltori: tutelare l’ambiente per migliorare la qualità dei prodotti. In sostanza è stato illustrato che cosa è possibile operare per rendere minimo l’impatto delle attività agricole sull'ecosistema e per consentire

di produrre ortofrutta di qualità in ambienti di qualità. Relatori Gianfranco Caoduro, presidente di World Biodiversity Association, Paolo Fontana della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (Trento). Francesco Arrigoni e Federico Nadaletto di Opo Veneto hanno presentato esperienze di coltivazioni sostenibili in orticoltura. Le relazioni sono state arricchite da una serie di presentazioni che hanno messo a fuoco situazioni e possibilità di intervento per una agricoltura sostenibile attraverso la quale si possano migliorare le condizioni ambientali, ripristinare ed alimentare la biodiversità e avere cibi sani e genuini.

Fruttagel consolida la partnership con Chep Fruttagel, una delle principali aziende di produzione e trasformazione di frutta e verdura in Italia, ha recentemente ampliato il contratto di fornitura siglato con Chep, leader mondiale nel pooling di pallet e contenitori. Oltre a confermare il volume di pallet già forniti a Fruttagel, il nuovo contratto rappresenta un’opportunità di crescita pari a 185.000 movimentazioni annue. L’azienda utilizzerà pallet 1200x800 millimetri standard e pallet espositori da 800x600 mm. “Il sistema dei pallet in interscambio era difficile da gestire e implicava molti costi nascosti,” spiega Paolo Ziliani, supply chain Manager di Fruttagel in Italia. “Riteniamo che Chep sia in grado di offrire una soluzione più efficiente ed efficace dal punto di vista dei costi. “L’accordo include inoltre una robusta soluzione di packaging che ci consentirà di proteggere meglio i nostri prodotti durante il trasporto”. “Stiamo lavorando - dice Luca Rossi, country general manager Chep Italy - con altri dettaglianti, produttori e fornitori di logistica sul territorio italiano in modo che Chep possa soddisfare le esigenze dell’intera supply chain”.

“Grazie a queste nuove importanti partnership commerciali siglate in Gran Bretagna - conclude Angel Sanchez, direttore generale - Conserve Italia, in soli 12 mesi, è diventato il secondo fornitore del mercato inglese in un settore, come quello dei derivati del pomodoro, decisamente difficile in quanto dominato dalle marche private, che sfiorano il 70% del mercato. Entro il 2011 il Gruppo, grazie anche al prezioso contributo assicurato dal “team” attivo oltre Manica, raddoppierà la propria quota in questo comparto”. M a r z o

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FRUIT LOGISTICA

Fruit Logistica non si ferma Numeri da record per l’edizione 2011 di Fruit Logistica. La fiera dell’ortofrutta svoltasi a Berlino dal 9 all’11 febbraio ha registrato la presenza di oltre 56 mila visitatori professionali, il 4% in più rispetto ai 54 mila del 2010, provenienti da 132 Paesi. In crescita anche il numero degli espositori: 2.452 provenienti da 84 Paesi, a fronte dei 2.314 da 71 Paesi del 2010. Risultati incoraggianti anche per Freshconex, fiera dedicata all’ortofrutta “convenience” (termine con cui sono “riuniti” tutti i prodotti alimentari già preparati per l'uso come insalate miste lavate e confezionate, zuppe, ma anche piatti pronti per il microonde o salse pronte), che alla quarta edizione ha contato 100 espositori provenienti da 18 Paesi. Un migliaio gli accrediti del settore dell’informazione con operatori provenienti da 50 Paesi. Christian Göke, dirigente della fiera di Berlino, evidenzia “il respiro internazionale, la panoramica del mercato globale e l’alto livello dei rappresentanti presenti alla fiera: nessun altro evento di settore riunisce i partner commerciali di tutta la filiera mondiale in maniera più efficace di Fruit Logistica”. ● M a r z o

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Oltre 56 mila visitatori (il 4% in più del 2010) e 2.452 espositori da 84 Paesi (a fronte dei 2.314 da 71) per l’edizione 2011; in attivo anche Freshconex

Organizzatori soddisfatti: feedback positivo da oltre l’80% dei partecipanti Stando agli organizzatori della rassegne berlinese, un espositore su due ha dichiarato di aver presentato un’innovazione o un’ulteriore sviluppo di un prodotto già esistente. L’85% degli espositori ha valutato positivamente il successo commerciale della propria partecipazione. Un terzo di loro, stando alle rilevazioni di Messe Berlin, ha potuto concludere affari commerciali, sebbene questo non fosse il loro primo obiettivo. L’80% degli espositori ha valutato la propria partecipazione da ottima a soddisfacente, mentre il 69% dichiara che la situazione economica attuale è positiva. Nel complesso l’83% degli espositori ha avuto un’impressione positiva di quest’edizione di Fruit Logistica. La quota dei visitatori internazionali è stata del 77%, in larga parte proveniente dai Paesi Europei. Il 7% è arrivata a Berlino da Paesi extra Ue, il 7% dagli Stati Uniti, il 5% dall’Asia, il 4% dall’Africa e l’1% dall’Oceania. I visitatori erano principalmente importatori ed esportatori, rappresentanti del commercio all’ingrosso e al dettaglio e produttori di frutta e verdura. La competenza decisiva dei visitatori si è mantenuta ad un livello costante. Il 74% ha dichiarato di esercitare un ruolo decisivo nelle decisioni di acquisti nella propria azienda. Il 97% si è dichiarato soddisfatto dell’ampia offerta proposta dal Salone. L’84% ha giudicato positivamente la propria visita a Fruit Logistica. L’82% ha potuto allacciare nuovi contatti. Più di un terzo dei visitatori ha concluso affari commerciali; il 72% si attende ulteriori sviluppi e transazioni dovuti ai contatti intrapresi durante il Salone.

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Qualche ombra su Berlino Una rassegna importante ma... “sbilanciata” - il giovedì calamita gran parte dei contatti in cui visitare è meglio che esporre Claudio Scalise* Nello scorso numero del Corriere avevo riportato alcune riflessioni frutto della osservazioni di cosa stava succedendo nel mondo fieristico specializzato. Nella disamina avevo provato ad evidenziare alcune difficoltà che si stavano manifestando nelle ultime edizioni di Fruit Logistica. Nel complesso le perplessità mi pare siano state confermate. La prima cosa che è balzata agli occhi di tutti è il concentrarsi dell’evento nella giornata del giovedì. Qualcuno scherzando ha ribattezzato la fiera come “One Day Exhibition”. Effettivamente il venerdì mattina si percepiva per gli stand un’aria di smobilitazione abbastanza generalizzata. E’ chiaro che questo primo elemento deve fare riflettere. In una situazione di questo genere probabilmente i visitatori si sono concentrati o sugli incontri già pianificati o su aree più ridotte di visita, rinunciando a visitare l’insieme della esibizione. La domanda sottintesa che aleggiava tra diversi operatori era se un investimento così oneroso - per essere presenti con uno stand sufficientemente curato - fosse ripagato dai risultati ottenuti. Personalmente, quest’anno ho incontrato diversi operatori -di aziende medio/piccole poco strutturate - che già avevano rinunciato allo stand preferendo operare come visitatori. L’impressione riportata in modo abbastanza generalizzata era di una maggiore efficacia di questa formula che permetteva di poter “girare di più” e “incontrare molte più potenziali clienti-fornitori degli anni precedenti”. Un altro elemento che si percepiva è stata la riduzione di presenze nelle aree di Spagna e Francia. Questa situazione è forse un segno delle difficoltà del settore in questi due paesi e della riduzione di interesse verso di essi quali Paesi fornitori da parte degli operatori del trade. Inoltre, specie per la Spagna, penso che un ulteriore fattore che ha contribuito ad una presenza ridotta sia stato la nascita di Fruit Attraction di Madrid. Una fiera in forte sviluppo che ha in parte cannibalizzato l’interesse e la presenza a Fruit Logistica per gli www.corriereortofrutticolo.it

operatori spagnoli. In terzo luogo si conferma la difficoltà della parte convegnistica che continua a risultare un po’ avulsa dalla fiera in quanto tale. Gli elementi positivi da salvaguardare del resto vengono confermati anche da questa edizione della manifestazione. La vetrina globale dell’ortofrutta è sicuramente Berlino: praticamente tutti i principali produttori mondiali sono presenti in fiera ed in essa si ha una panoramica dell’offerta di tutto il pianeta. Anche sul fronte della domanda si è confermato anche quest’anno come Fruit Logistica sia il luogo di incontro dei traders di tutti i continenti. Il premio all’innovazione sta prendendo piede e sta diventando una vetrina di grande interesse per le imprese che partecipano, anche per la ricaduta in termini di diffusione sulla stampa specializzata che garantisce. Alla luce di quanto detto, ritengo che si riconfermi la necessità di ripensare alla organizzazione della Fiera per ridarle lo slancio degli anni passati. Continuo a pensare che il suggerimento indicato nel precedente articolo di organizzare l’esposizione per grandi categorie-tipologie di prodotto: frutta invernale, estiva, esotica ecc. anziché per Paese potrebbe rappresentare una traccia di riflessione interessante. Così come portare all’interno delle varie aree i momenti di approfondimento con piccoli seminari su argomenti di riferimento o con momenti di presentazione di proposte nuove ecc, da parte delle aziende- possa rappresentare un modo per rendere più coinvolgente ed interessante la partecipazione a Fruit Logistica sia per i visitatori che per gli espositori. Certo non si tratta di una scelta facile da farsi per l’importanza e la delicatezza della situazione, ma sicuramente qualche correttivo andrà rapidamente posto in essere per non far perdere di smalto ad un appuntamento unico nel settore. * Direttore di SG Marketing Agroalimentare Srl M a r z o

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Il ministro delle Politiche Agricole e Forestali Giancarlo Galan ha incontrato gli operatori italiani presenti in fiera a Berlino e partecipato all’incontro, organizzato dal Ministero stesso, in cui è stato presentato il progetto Frutta nelle Scuole (ne riferiamo a parte). “L’Italia - ha dichiarato il Ministro in Piazza Italia dopo aver letto su un foglio i dati relativi ai primi dieci mesi 2010 dell’import-export ortofrutticolo - dovrà puntare sempre di più alla riconoscibilità dei propri prodotti che sono ottenuti seguendo le più scrupolose regole di tracciabilità e sicurezza alimentare. La legge sull’etichettatura in questo senso è importante e il fatto di essere stati i primi in Europa a andare in questa direzione è motivo di orgoglio”. Ad accompagnare Galan (che a dire il vero non ha entusiasmato gli operatori, per molti dei quali ha confermato una certa superficialità nell’approccio al settore) c’era il presidente del Cso Paolo Bruni (con lui nella foto). Il Ministro ha sottolineato l’importanza e il peso determinante dell’ortofrutta italiana in Europa e ha posto l’accento sul record di presenze italiane a Berlino, dove il numero degli espositori della Penisola era superiore anche a quello degli “ospiti” tedeschi (fatto, per inciso che non deve necessariamente essere considerato positivo, visto che proprio la frammentazione è uno dei limiti riconosciuti del sistema-Italia). “Il governo - ha detto ancora Galan - si è molto impegnato, e continuerà a farlo, per sostenere le nostre imprese anche attraverso una più corretta e completa informazione ai consumatori: questo in definitiva il senso del recente decreto sull’etichettatura che ci vede in anticipo rispetto al resto d’Europa”. M a r z o

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Il Ministro ha lodato la folta partecipazione di operatori italiani sottolineando i buoni risultati dell’export e il recupero di quote del made in Italy sul mercato tedesco

“La legge nazionale sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari, approvata il 18 gennaio dal Parlamento - ha proseguito il Ministro - offre infatti nuove opportunità per la valorizzazione della filiera ortofrutticola nazionale e la tutela dei consumatori, sottolinea il Ministro. Ora, quindi, con la norma nazionale, sarà possibile dare una risposta concreta alla richiesta di trasparenza dei consumatori per prodotti come, ad esempio, i trasformati di pomodoro (passata, concentrato, ecc.), facendo finalmente chiarezza sull'origine italiana rispetto al pomodoro cinese o di altre provenienze.” Galan ha parlato di “forte recupero delle esportazioni agroalimentari italiane verso la Germania: “l’export italiano diretto in Germania, spiega il ministro Galan, copre infatti una quota pari al 20% dell’intero valore dello esportazioni nazionali di prodotti agroalimentari, e la Germania rappresenta, in assoluto, il primo sbocco commerciale, seguita da Francia, Regno Unito e Usa”.

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Galan in visita tra gli stand Ma il feeling con il settore è scarso

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“In questo momento cruciale per l’agricoltura europea - ha detto dal canto suo Bruni - in cui si stanno discutendo i futuri assetti finanziari e strategici della politica agricola comunitaria, il percorso da tracciare per le imprese italiane è legato alla capacità di differenziare l’offerta, creare innovazione e aprire nuovi mercati: uno sforzo importante che ritengo vada praticato e sostenuto a tutti i livelli contribuendo come stiamo cercando di fare in Cso a costruire integrazioni di imprese di filiera per fare sistema”. Bruni ha ricordato che importanti strategie volte all’innovazione di sistema dovranno essere sostenute rilanciando e rafforzando, dopo il 2013, l’Ocm di settore “che - ha detto - rappresenta oggi un modello da salvaguardare perché presenta un sistema di gestione che, grazie al cofinanziamento è un sistema virtuoso che andrebbe applicato anche ad altri comparti ancora non regolamentati”. ● www.corriereortofrutticolo.it

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Operatori italiani soddisfatti Questa volta con dei “ma” ●

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Nel complesso soddisfatti gli operatori italiani che hanno partecipato a Fruit Logistica. Ma l’impressione che quella berlinese stia connotandosi sempre più come “one day exhibition” e che la dimensione “monstre” limiti la possibilità di stabilire contatti oltre un certo limite è comune a molti degli espositori intervistati da Corriere Ortofrutticolo. Per alcuni dei quali si potrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di rendere la rassegna biennale. Luciano Trentini, direttore del Cso, sottolinea che in Piazza Italia si è vista una notevole affluenza di pubblico da tutto il mondo per una manifestazione che si è confermata ad alti livelli. “Il Salone di Berlino rappresenta senza dubbio un’occasione speciale per farsi conoscere e confrontarsi con l’ortofrutta di tutto il mondo. L’elevato interesse per la fiera è dimostrato soprattutto dalla folta partecipazione di espositori italiani, ben 437. Lo stand di “Piazza Italia” ha visto aumentare l’affluenza degli operatori e dei visitatori rispetto alle precedenti edizioni della fiera. Buona la soddisfazione per le oltre 30 imprese presenti, le quali hanno registrato numerosi contatti”. Cso ha presentato i progetti Frutta nelle scuole e Fruitness, quest’ultimo destinato ai Paesi extraeuropei. 28

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Fruit Logistica si conferma ad alti livelli, però... Berlino riflette l’immagine di un sistema-Italia alle prese con l’onda lunga della crisi, sfidato da competitor molto agguerriti Gli operatori di Opo Veneto sono tornati da Berlino sostanzialmente soddisfatti. E con risultati tangibili. Per l'organizzazione di produttori ortofrutticoli di Zero Branco (Treviso) si è trattato di una “eccezionale opportunità di contatti e di relazioni. Pietro Berton, responsabile marketing ha constatato una “buona partecipazione degli operatori in rappresentanza dell’intero comparto ortofrutticolo internazionale. La compattezza e l’immagine coordinata con cui, negli ultimi anni, i Paesi emergenti si presentano, fa sicuramente riflettere. Auspico sia l’inizio di un progetto che coordini e presenti il “Sistema Italia” contenendo l'estrema frammentazione degli stand italiani”. Anche per Ettore Ramponi, responsabile formativo dell’organizzazione “se si vuole essere vincenti, sempre più bisogna fare squadra, presentarsi con una immagine unica. Il mercato mondiale richiede compattezza ed organizzazione su vasta scala”. “A Berlino - commenta invece Francesco Arrigoni, che di Opo Veneto è responsabile della produzione e delle certificazioni non si sono viste grandi novità, ma sicuramente c'è stato tanto movimento di operatori. Una cer-

ta vivacità è stata notata nel campo del biologico e della quarta gamma: in questi due segmenti produttivi, forse, gli spunti più curiosi e più innovativi...”. “Una fiera completa, a 360 gradi la definisce Federico Nadaletto, assistenza tecnica e mezzi di produzione di OPO Veneto -: dalle sementi alla logistica, era presente l'intera filiera, con i suoi aspetti più innovativi. Si è visto passare per gli stand il mondo. Grande interesse da parte dei Paesi emergenti, dell'Asia, dell'Africa e dell'America del Sud. E grande interesse per frutta e verdura nel nostro paese”. Salvo Laudani di Oranfrizer è dell’avviso che l’essenza della fiera si concentri in un giorno, il giovedì. “Penso che potrebbe avere cadenza biennale; è difficile, ogni anno, proporre novità e occasioni significative di incontro e sviluppo. Le principali fiere del food sono tutte biennali, un motivo ci sarà pure. Niente da dire invece sull’ubicazione: Berlino è ideale”. Positivi in ogni caso i riscontri ottenuti dall’azienda siciliana i cui sforzi si concentrano sempre più sul fronte dell’internazionalizzazione. “Le sensazioni sono buone, malgrado la crisi. A livello generale - constata Laudani - dovremmo cercare di metM a r z o

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tere in rete meglio i prodotti più distintivi del Paese collegandoli a fattori vincenti come la gastronomia, la cultura e il turismo, straordinarie risorse che non si è in grado di sfruttare ancora appieno”. “L’origine e la tracciabilità sono i punti forti dei nostri prodotti, il processo di riconoscimento parte nei campi di raccolta e continua durante tutto il ciclo di produzione - dice Laudani -; ogni informazione viene incorporata al lotto

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da cui derivano i prodotti finiti, così tutti possono risalire alle informazioni attraverso il codice inserito nella confezione”. Oranfrizer, oltre alla tracciabilità, garantisce metodi di trasporto avanzati che consente di esportare a temperatura costante grandi volumi di prodotto per servire un mercato dai confini sempre più ampi. “Fruit Logistica - dice Giuseppe Liturri della pugliese Agricoper ha confermato anche quest’anno

tutto il suo spessore in termini di ampiezza geografica e merceologica anche se è ormai è fiera da un giorno, il giovedì, quasi ingestibile. Altra “pecca” è rappresentata dal crescente numero di visitatori non professionali. In ogni caso Berlino resta una tappa fondamentale e la sua centralità nello scenario europeo è un valore aggiunto. La crisi economica? L’impressione è che il fondo sia stato toccato ma al momento non

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Nell’alta pagina, da sinistra: Danila Bragantini Edoardo Ramondo, Nadia Vanzetti, Giuseppe Liturri e Salvatore Secondulfo; qui sopra Bruno Francescon, Marco Casalini, Stefano Soli, Alessandro Zani e Salvo Laudani

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FruitImprese: alcune defezioni Il mercato vive un periodo difficile

Piraccini: è “one day exhibition”, Spagna ed Egitto in tono minore

“Mi pare che, al di là dei dati ufficiali, vi sia stato qualche espositore in meno, mentre per quanto riguarda l’affluenza dei visitatori l’impressione è che tutto sia pianificato e calendarizzato, soprattutto nelle prime due giornate”. Luigi Peviani, presidente di FruitImprese commentava così, dopo le prime ore di fiera, l’andamento di Fruit Logistica 2011. Un appuntamento, secondo Peviani, “che si conferma fondamentale per il settore” e la cui durata è “in linea con le necessità degli operatori”. Quanto all’andamento del settore il leader di FruitImprese tiene a sottolineare che “la libertà di circolazione delle merci è ormai inarrestabile; a determinare l’andamento dei flussi commerciali sono le condizioni di mercato e nel 2010, a fronte di una minore disponibilità di prodotto straniero nel vecchio continente per le difficoltà produttive di alcuni Paesi come la Spagna, si è registrato un aumento delle esportazioni e abbiamo importato meno ortofrutta. Difficile prevedere se quest’anno tale trend sarà confermato; resta il fatto che la crisi è tutt’altro che superata e che la pressione sui prezzi rimane elevata con un incremento di vendite promozionali anche nel food. Collocare le masse non è un problema, il problema sono i margini. Serve dunque un grande sforzo delle aziende sul fronte dell’efficienza perché le prospettive non sono delle più rosee”. Accrescere l’efficienza, dunque, ma non solo: la “ricetta” di Peviani per il rilancio è rappresentata anche da un mix di internazionalizzazione, innovazione (anche nel packaging, per renderlo adatto alle lunghe distanze), crescita professionale, capacità di fare sistema. “Ci sono mercati conclude Peviani - che si stanno aprendo in maniera promettente, è il caso dell’Asia con cui alcune nostre aziende già lavorano mentre altre si stanno attrezzando; la sfida va affrontata seriamente e anche se il mondo della politica negli ultimi anni non ci è stato particolarmente vicino dobbiamo vincerla a tutti i costi”. (M.A.)

Fruit Logistica sempre più “one day exhibition” che concentra nella giornata centrale, quella del giovedì, il grosso del business e il picco delle presenze, mentre mercoledì e venerdì sono in tono minore; una rassegna parzialmente penalizzata dalla dimensione “monstre” e dalla crisi politica egiziana, in grado in ogni caso di confermarsi ad alti livelli e di lanciare segnali nel complesso più confortanti rispetto a quelli emersi dall’edizione 2010. Anche perché l’Italia dimostra di saper reggere la crisi meglio dello storico competitor spagnolo. L’analisi di Renzo Piraccini, amministratore delegato di Apofruit Italia, sintetizza efficacemente anche l’opinione di molti operatori presenti alla manifestazione. Piraccini, Fruit Logistica 2011 è andata meglio o peggio dell’edizione precedente? La fiera si concentra sempre di più nel secondo giorno di apertura. A mio parere ci sono stati meno visitatori il mercoledì e il venerdì, di più il giovedì. Nel complesso una edizione un po' sottotono rispetto al 2010, per le defezioni dall'Egitto Paese partner - e degli altri Paesi del Mediterraneo. Anche la Spagna ha ridotto sensibilmente la sua presenza. Quali i punti di forza e di debolezza della rassegna? Fruit Logistica rimane il più importante appuntamento per l'ortofrutta mondiale, su livelli irraggiungibili dalle altre manifestazioni. La grande estensione territoriale, per una fiera specializzata, è però un limite grandissimo. L’Italia dell’ortofrutta ce la farà? Mi sembra di veder un po' più di effervescenza imprenditoriale da parte di molte imprese. La crisi evidentemente ha creato numerosi problemi al settore ma quelli che sopravvivono sono più forti di prima. In generale mi sembra che questa situazione abbia creato maggiori problemi alle imprese spagnole che a quelle italiane. E le aspettative per il 2011? Per quanto riguarda le produzioni invernali le prospettive sono buone. Il mercato è attivo e i prezzi sono notevolmente più alti dello scorso anno. Anche per i prossimi mesi si prevede un andamento positivo. La grande incognita è la frutta estiva, molto fragile per la sua deperibilità, su cui non si possono azzardare previsioni. (M.A.)

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De Ponti: assurdo dover venire fin qui... “A Fruit Logistica dovremmo presentarci tutti insieme. Piazza Italia ha tanti espositori, ma vorremmo arrivasse a raggruppare l’intero sistema Paese”. Un sogno forse irrealizzabile, quello espresso da Paolo Bruni in occasione della visita del Ministro Galan nel principale polo espositivo nazionale. Un sogno peraltro condiviso da Ambrogio De Ponti, presidente di Unaproa e di Aop Uno Lombardia, che però va oltre. Molto oltre: “Giusto dire che dovremmo fare sistema, presentandoci a Berlino tutti insieme. È una fiera che ha trovato un format vincente, in una città che funziona a livello di logisitca, accoglienza, qualità dell’offerta. Tanto di cappello. Ma personalmente sono scandalizzato che si debba venire fino a qui perché l’ortofrutta, dal punto di vista produttivo, è un patrimonio italiano e mediterraneo e quindi ci sono tutte le condizioni per organizzare qualcosa d’importante anche dalle nostre parti. Metto a disposizione Unaproa per avviare un percorso che vada in questa direzione”. Ma su cosa deve puntare il sistema Italia? “Differenziazione e valorizzazione. Io vengo dalla quarta gamma, il prodotto servizio funziona, il consumatore è disposto a pagare di più per mangiare in modo veloce, comodo e sicuro insalate, altre ortaggi e ora anche la frutta. Dobbiamo iniziare a dare più valore anche al fresco, senza massificare”. (M.A.)

prezzi” e le promozioni sono la morte per le produzioni di qualità, più costose di quelle dei competitor, del nostro Paese. D’altro canto, la grande distribuzione dovrebbe segmentare per dare valore a prodotti che altrimenti rischiano l’anonimato”. A detta di Soli, dunque, serve un piano strategico che privilegi l’aspetto promozionale (“dicendo però anche che la frutta è buona, non solo che fa bene”) e la vera qualità made in Italy. Intanto Valfrutta Fresco sta lanciando sul mercato prodotti innovativi e simpatici accessori per aiutare a mangiare comodamente frutta e verdura. Danila Bragantini, titolare della Bragantini Marco & figli di San Martino Buon Albergo, nel veronese, conferma che Fruit Logistica deve fa riflettere il sistema Italia “che - dice - ha perso tante buone occasioni e rischia di essere sopravanzato dai concorrenti: non riusciamo a stare al passo con gli altri Paesi”. Buona l’impressione della Bragantini sulla tre giorni berlinese. Lapidario il commento di Gianmauro Bergamini, presidente del Consorzio MelaPiù; “il mondo dell’ortofrutta in 60/70.000 metri quadri: Fruit Logistica si conferma ancora una volta la più importante Kermesse ortofrutticola europea. Sempre alto l’interesse degli operatori; sicuramente un grande momento di incontro di tutti gli addetti al settore”. Per Giorgio Agnellini, amministratore unico dell’omonima società bresciana specializzata nell’importazione, lavorazione e distribuzione della frutta secca, confezionata in atmosfera controllata rintracciabile si può parlare di “settore in grande difficoltà soprattutto per quanto concerne il mercato tradizionale, mentre i ready to eat hanno spazi e margini di crescita così come i nutraceutici: insomma, occorre puntare sull’innovazione per emergere, come ha testimoniato anche questa buona edizione di Fruit Logistica 2011”. www.corriereortofrutticolo.it

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si può determinare quando inizierà la risalita…”. Edoardo Ramondo amministratore delegato di T18 parla di una Fruit Logistica 2011 migliore dell’edizione 2010: “Fiere come queste sono uno sprone a fare meglio - dice - fanno capire che come sistema Italia abbiamo ancora tanta strada da fare a livello commerciale, organizzativo, di standardizzazione del prodotto”. Nadia Vanzetti della piemontese Vanzetti Fruit (società che commercializza tra i 50 e i 60 mila quintali di pesche e nettarine e un analogo quantitativo di mele prodotte da tre aziende agricole di proprietà, e destinate interamente all’estero, ai supermercati di Svezia, Germania, del Nord Africa e del Medio Oriente), ha rilevato invece un’affluenza modesta di visitatori nelle giornate di mercoledì e venerdì: “La sensazione - dice - è che ci sia poco mercato, la crisi morde e l’Italia deve uscirne con un colpo di reni perché i Paesi emergenti, come Egitto e Marocco, stanno facendo passi da gigante”. Vanzetti Fruit ha inaugurato nel 2009 un nuovo magazzino che ha consentito di espandere l’attività e si propone ai referenti con un proprio marchio. Gli impianti di produzione sono nuovi; un’azienda giovane, quella di Savigliano, nel torinese, che sta conoscendo una significativa crescita. A detta di Stefano Soli, della direzione commerciale e marketing di Valfrutta Fresco, “da un paio d’anni a questa parte a Fruit Logistica c’e più offerta che domanda e si verificano fenomeni, anacronistici, di operatori privati, soprattutto del Sud Italia, che vanno in giro per cercare di collocare la propria merce”. “Purtroppo - prosegue Soli - questo è un settore che soffre la totale mancanza di marketing e la mancanza di pianificazione, per cui si vive alla giornata, anzi “alla stagione”, confidando nelle disgrazie del “vicino”. L’attenzione al prezzo è sempre più elevata, quasi spasmodica, ma i “primi

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Nello stand di Secondulfo, “presidiato” da Salvatore, responsabile produzione ed acquisti del sito pugliese, oltre che da Ciro e Maurizio responsabili vendite ed acquisti e da Pasquale Improta, responsabile produzione diretta, non si nasconde un certo compiacimento per l’esito della kermesse: “Dalla fiera sono arrivati buoni segnali, mentre a livello di mercato il mese di gennaio è andato bene per i kiwi, per i quali abbiamo conseguito una crescita in volumi del 6% rispetto a dodici mesi prima. La campagna dell’uva è stata nel complesso discreta, il maltempo ci ha messo lo zampino ma non possiamo lamentarci. Il 2010 si è chiuso con un fatturato in crescita dell’11% sul 2010, a fronte di volumi sostanzialmente stabili”. L’azienda campana è stata recentemente protagonista dell’ampliamento di 4 mila metri quadri dello stabilimento o di Battipaglia, interamente refrigerato, per un investimento di 5 milioni di euro. Tra i progetti, il lancio di una linea di frutta di IV gamma da destinare, a partire dal 2012, ai distributori automatici nelle scuole. Intanto quest’anno entreranno in produttività in Puglia altri 16 ettari di terreno, con conseguente aumento della quota di uva commercializzata, che già ora “vale” il 40% circa del totale immesso sul mercato da Secondulfo. Soddisfatto dell’interesse suscitato dal proprio stand Bruno Francescon, dell’omonima azienda mantovana così come Sebastiano Fortunato, presidente del Consorzio di Pachino Igp: “Molta - dice - l’attenzione soprattutto da parte degli operatori e dai buyer tedeschi, austriaci, svizzeri e francesi, che sono venuti a programmare il lavoro con i nostri produttori. In questi quattro anni di vita il Consorzio è cresciuto strutturandosi in modo professionale, con consulenze che ci permettono di essere competitivi e affidabili. Dai 650 mila chili veicolati nel 2007 siamo arrivati ai 4 www.corriereortofrutticolo.it

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Guala: la vitalità dei Centri agroalimentari “Un appuntamento irrinunciabile e per noi di FedagroMercati anche un motivo di particolare soddisfazione visto che siamo stati tra i primi a credere in questa rassegna”. Ottavio Guala, che di Fedagro è il presidente, definisce così Fruit Logistica. “Insieme agli enti gestori negli ultimi anni sono arrivati a Berlino in veste di espositori tanti grossisti che testimoniano la vitalità dei Centri all’ingrossi italiani, esempio e modello per i sistemi mercatali degli altri Paesi”. Guala tiene a sottolineare che “i Mercati oggi vivono un rapporto stretto e privilegiato con la produzione di tutto il mondo, mentre la collaborazione con la grande distribuzione si è rinsaldato ed è ora su buoni livelli; la Gd ha capito che per vendere ortofrutta servono piattaforme come quelle presenti in Mercato. E allora che le facciano da noi, le loro piattaforme. Anche perché sul “freschissimo” la maggiore efficienza e competitività delle nostre strutture all’ingrosso è lampante” . Un pensiero Guala lo rivolge anche al dettaglio tradizionale, da lui definito “effervescente” nonostante la crisi: “Quello ortofrutticolo è l’unico comparto del commercio che registra un saldo attivo di negozi; il legame tra Mercati e dettaglio è solido, funziona e funzionerà sempre meglio”. (M.A.)

milioni del 2010. Il prodotto tira, ha caratteristiche organolettiche superiori e lo sforzo attuale è teso ad incrementare la quota di export, visto che l’Italia al momento assorbe il 97% del prodotto. Sul fronte promozionale, abbiamo in programma una campagna da 400 mila euro sulle principali testate nazionali ed estere fino al mese di maggio”. Vicino allo stand del “Pachino” e della Sicilia, l’ampio spazio espositivo della Regione Calabria; operatori siciliani e calabresi erano nella hall 2.1, al piano inferiore rispetto a quello dove si sviluppava il grosso della presenza italiana. Giacomo Russo, del Consorzio clementina di Calabria Igp e Giacomo Giovinazzo, direttore del settore valorizzazione della Regione dicono di aver avuto proficui contatti con la grande distribuzione tedesca, “che dimostra di apprezzare il nostro prodotto”, commenta Russo. E prosegue: “La chiave per distinguere il prodotto italiano deve essere la sicurezza che va abbinato alla qualità, all’informazione e al giusto prezzo. La sfida con i Paesi nordafricani, che stanno crescendo velocemente è difficile e senza queste “armi” partiamo battuti. Puntiamo a fare promozioni nelle scuole tedesche coinvolgendo il ministro dell’Istruzione tedesco”. “Urge una armonizzazione dei requisiti sanitari” il commento di Giovinazzo. “Un altro obiettivo fondamentale è quello di rafforzare il sistema aggregato calabrese attorno ai suoi cinque elementi di punta: clementine, cipolla di Tropea, patata della Sila, fragola e drupacee”. E Fruit Logistica? “Ha risposto pienamente alle attese. Ancora una volta”. Claudio Dall’Agata del Consorzio Bestack ritiene che l’Italia sia troppo autoreferenziale: “vedo stranieri nei padiglioni italiani ma non viceversa. Dovremmo aprirci di più all’estero”. Per Gianni Bonora, amministratore delegato dell’emiliana Cpr System, la fiera “si concentra tutM a r z o

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In alto, da sinistra, Russo e Giovinazzo nello stand della Regione Calabria e Agnellini; sotto Giuseppe Maldini, Gianni Bonora e Dario Lezziero

non abbiamo il peso che potremmo avere”. Giuseppe Maldini di Orogel (Cesena) non risparmia una critica al ministro dell’Agricoltura Giancarlo Galan, “il cui intervento sottolinea - è stato troppo ottimistico: non è vero che il settore ortofrutticolo e agricolo in generale va bene. Da soli non ce la facciamo. E sono d’accordo - aggiunge il presidente di Orogel Fresco con chi definisce autoreferenziale la partecipazione italiana a Fruit Logistica. È la solita routine, poche le novità e ancora tanta frammentazione, a partire dagli stand sparsi tra diversi padiglioni. In generale è pur vero che organizzata così la fiera lascia poco spazio per fare altre cose. Con le visite programmate da tempo non c’è molto spazio per fare altro e visitare le altre realtà”. Secondo Dario Lezziero, direttore commerciale di Modì Europa (Ferrara), Fruit Logistica è stata positiva per gli interessanti contatti avuti “con Piazza Italia importante polo attrattivo. Tuttavia sarebbe servito un maggior interscambio e apertura con le realtà circostanti magari attraverso delle iniziative trasversali come workshop allargati per conoscere il livello di ricerca e sviluppo di prodotto, di packaging degli altri mercati. Il rischio è che la competitività interna del sistema ita-

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ta al giovedì, non si sfruttano in pieno i tre giorni della rassegna. Mi sembra uno spreco, anche perché le aziende devono comunque investire risorse, economiche e umane, per l’intera durata della manifestazione”. L’Ad di Cpr punta poi il dito sugli allestimenti degli stand. “Basta fare un giro veloce negli spazi espositivi del nostro padiglione per vedere che manca completamente il prodotto, a differenza, per esempio, delle aree dove sono ospitati i Paesi d’Oltremare in cui l’ortofrutta è protagonista, con una forte attrattiva. L’Italia invece ha gli stand spogli di frutta, verdura e di novità di prodotto. Per esempio dove sono - si domanda Bonora - le pere, di cui siamo leader in Europa e nel mondo. Mi sembra ci siano atteggiamenti miopi e un po’ arroganti in questo senso. C’è poca comunicazione”. E su Fruit Logistica aggiunge: “Rimane un punto di riferimento del settore ma mi sembra vada ripensata la convegnistica su cui Macfrut mi sembra per esempio più attrezzata. Ma le fiere comunque vanno ripensate. Si deve dare una maggior percezione delle valenze nazionali. L’Italia, anche a Berlino, ha dimostrato di essere disgregata logisticamente non solo nel mercato ma anche tra i padiglioni di Fruit Logistica”. Per Marco Salvi, a capo dell’omonima azienda di Ferrara, la fiera tedesca è cresciuta negli ultimi anni, ma forse fin troppo velocemente. Ma con l’occasione di parlare della principale rassegna internazionale dedicata all’ortofrutta, Salvi sottolinea come in questo ambito si noti ancora una crisi d’identità dell’Italia, incapace di trovare un interlocutore unico a livello istituzionale e uno tra i produttori che rappresenti il sistema del made in Italy all’estero. “Abbiamo dei prodotti in cui siamo consolidati ma è il momento di percorrere la strada dell’innovazione e dell’aggregazione. Non sappiamo valorizzare la nostra ortofrutta. Sui mercati

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liano, che si è in parte riscontrata anche qui a Berlino, acuisca la frammentazione già presente”. E che l’Italia sia troppo frammentata ne è convinto pure Marco Casalini, presidente di Terremerse di Bagnacavallo (Ravenna). “Basta vedere come quest’anno la Sicilia fosse nel padiglione inferiore, assieme al Nord Africa. Gli italiani credono sempre di essere i migliori a intanto il mondo ortofrutticolo va avanti e noi segniamo il passo, mentre gli altri Paesi ci sottraggono importanti quote di mercato. Uno dei mali del nostro sistema è il forte campanilismo presente cui si somma una politica agricola assente”. “Siamo un po’ seduti, servirebbe più dinamicità tra gli stand”, commenta Alessandro Zani, a capo della Op Granfrutta Zani di Granarolo Faentino (Ravenna), secondo cui il movimento tra gli spazi espositivi è stato un po’ fiacco. E, associandosi al commento di Bonora aggiunge: “Servirebbero più prodotti esposti”. Per Domenico Sacchetto, presidente di Asprofrut di Lagnasco (Cuneo), “Fruit Logistica sta diventando troppo grande e per questo un po’ dispersiva. Sarebbe utile ripensarla in una chiave diversa, ricompattandola dal punto di vista logistico”. redazione@corriereortofrutticolo.it www.corriereortofrutticolo.it

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Eliana Rapisarda

La crisi che ha colpito i Paesi del Nordafrica nelle settimane precedenti Fruit Logistica 2011 ha influito fortunatamente solo in parte sulla partecipazione dei Paesi mediterranei al più importante appuntamento annuale per il settore ortofrutticolo a livello europeo ed internazionale. Gli espositori della delegazione egiziana (67, dieci in più rispetto al 2010) erano presenti in forze, nonostante la fiera si sia svolta negli stessi giorni del picco della crisi a Cairo e prima della caduta di Mubarak. L’umore tra gli stand egiziani era però di forte preoccupazione e incertezza per il destino del paese: la maggior parte degli operatori ci ha detto appoggiare il cambiamento di cui avrebbe beneficiato anche il settore ortofrutticolo. Più sofferente la delegazione tunisina (7 espositori, come nel 2010), i cui stand erano spesso vuoti, nonostante il peggio della crisi sociale del paese fosse stato superato da più tempo rispetto all’Egitto. Gli espositori tunisini hanno potuto però contare su di uno stand collettivo nazionale ben in evidenza e una posizione privilegiata all’ingresso del padiglione 1.1. Tra le delegazioni mediterranee M a r z o

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Presenze in crescita dai Paesi mediterranei, Egitto protagonista di quest’anno spiccava in particolare quella marocchina, costituita da 37 espositori (9 in più rispetto al 2010) organizzati su un’area espositiva più ampia ed accattivante rispetto all’edizione passata. Riunioni commerciali intense anche presso gli stand della Turchia, che era rappresentata da 24 espositori (di cui 17 su un’area collettiva nazionale) tra cui spiccava il Turkish Citrus Promotion Board. Le aziende greche presenti a Berlino erano 28, 8 dei quali riuniti nella delegazione organizzata dal consorzio El Fruit, che si occupa dell’esportazione di pesche e nettarine (circa 22,000 tonnellate l’anno) delle 10 aziende socie che rappresentano il 40% della produzione nazionale. Il direttore Vladimir Ievdokimov ci ha spiegato che il consorzio, che esiste da 3 anni, opera prevalentemente in Russia e Ucraina, ma che è in progetto l’espansione nei prossimi mesi sui mercati tedesco e polacco, “obiettivo per cui la partecipazione a Fruit Logistica può risultare molto utile”. La grande richiesta di uva da tavola ha ca-

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Preoccupazione ma pochi vuoti negli stand nordafricani

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ratterizzato invece la partecipazione della Zeus Kiwi, come ci ha rivelato la export manager Christina Manossis. Attualmente l’azienda greca esporta un totale di 500 T (Crimson e Thomson), destinate ad aumentare nei prossimi due anni fino a 900 T grazie alla messa a dimora di nuovi vigneti. Notevole aumento della partecipazione dall’Algeria, presente con 13 espositori rispetto a solo uno nel 2010, mentre la presenza da Cipro è rimasta più o meno stabile (25 espositori contro 21 nel 2010). Quasi tutti i Paesi mediterranei erano rappresentati quest’anno a Fruit Logistica 2011, anche Libano, Siria e Giordania che erano assenti l’anno scorso. La rappresentanza del Libano era organizzata per la prima volta dal ministero dell’Agricoltura, con la collaborazione delle Camere Regionali di Commercio e Agricoltura, e riuniva 20 esportatori di ortofrutta. “Il nostro clima ci consente di esportare ciliegie, uva e agrumi quando non sono di stagione in Europa - ha spiegato Said Gedeon della Camera di commercio della regione di Bekaa, da cui proviene il 42% di tutta l’ortofrutta libanese -. I nostri principali mercati esteri sono gli Stati del Golfo, la Siria, www.corriereortofrutticolo.it

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C opertina l’Egitto e sempre più anche l'Iraq, ma puntiamo ad aumentare l’export verso l’Europa ed entrare anche nel mercato russo". La delegazione siriana era rappresentata in un unico stand dall’Associazione siriana degli esportatori agricoli (fondata solo due anni fa e che rappresentava a Berlino16 esportatori siriani), dall’Export Promotion Agency, e dalla Federazione delle Camere di Commercio. “Fruit Logistica è per noi la porta d’ingresso in Europa”, ha dichiarato Omar AlShalet, presidente dell’Associazione siriana degli esportatori agricoli, i cui mercati principali attualmente sono Italia, Francia e Germania. Tra i tre era però lo stand giordano ad offrire alle 8 aziende riunite una migliore ve-

trina grazie all’esposizione di vari prodotti, tra cui datteri e ortaggi. Guardando alle grandi potenze mediterranee, gli espositori italiani (437) erano i più numerosi in assoluto, anche più degli spagnoli che erano in tutto 295 e sicuramente più dei francesi (247). Ma mentre la partecipazione italiana era distribuita in due padiglioni e mezzo (con la Sicilia e la Calabria relegate tra gli espositori egiziani e greci), con qualche altra presenza isolata, la vetrina spagnola era meglio organizzata anche quest’anno su quattro interi padiglioni successivi, permettendo una visita più agevole e coerente. Ultima nota interessante, anche se un poco a latere rispetto al tema Mediterraneo: la novità della partecipazione del Portogallo per la prima volta unito nel consorzio di promozione Portugal Fresh. A prova che anche i Paesi produttori minori sanno farsi avanti. e.rapisarda@greenmed.eu 36

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Produzione mondiale a 1,5 milioni di tons Si esporta il 10% della frutta, il 3% della verdura Gli ultimi dati relativi al mercato mondiale dell’ortofrutta sono stati resi noti da Christian Goke, direttore operativo della Fiera di Berlino: in occasione della conferenza stampa di apertura di Fruit Logistica, ha riportato - facendo riferimento alle ultime statistiche rilasciate dall’Ami (Agricultural Market Information Service) - le rilevazioni aggiornate concernenti il settore. Sono circa 820 milioni le tonnellate di verdura (esclusi i meloni) e 700 milioni le tonnellate di frutta (inclusi i meloni) prodotte a livello mondiale nel 2010. Mentre il 10% della produzione di frutta viene esportata come fresca, solo il 3-4% della verdura subisce la stessa sorte. I livelli della produzione di frutta e verdura sono aumentati progressivamente negli ultimi anni, anche se nel 2010 si è registrata una lieve battuta di arresto nella produzione di frutta. Ciò è dovuto soprattutto alla contrazione della produzione di banane nell'America Latina e delle mele nell'emisfero settentrionale. Mele, uva, arance, meloni e banane sono le principali specie frutticole a livello mondiale, pari a circa il 65% della produzione totale. A livello orticolo invece i top five sono pomodori, cipolle, cavolo, cetrioli e melanzane, che rappresentando il 40% del volume totale. In relazione al mercato tedesco, la produzione è diminuita di oltre il 20% rispetto all’anno precedente (1,45 milioni di tonnellate) portandosi a 1,14 milioni di tonnellate e facendo registrare il minor volume dal 2002. Il raccolto delle fragole è l’unico ad aver raggiunto volume simile a quello dell'anno precedente. La produzione degli ortaggi è scesa del 9% a meno di 3,4 milioni di tonnellate. Sia le colture in pieno campo sia quelle in serra sono diminuite rispetto all'anno precedente, con un aumento per la sola produzione di funghi. Le importazioni tedesche di verdura fresca sono aumentate del 5% nel 2010, pari a 3,1 milioni di tonnellate di import, mentre quelle di frutta fresca sono diminuite del 1-2%, per circa 5 milioni di tonnellate. Le esportazioni, che sono state contrassegnate da una rapida crescita negli ultimi anni, hanno subito viceversa un calo nel corso del 2010 se si fa riferimento alla frutta fresca, mentre hanno raggiunto un nuovo record se si considerano gli ortaggi. Ogni famiglia ha consumato 142,9 kg di frutta e verdura fresca durante l'anno passato, di cui 81,5 kg di frutta (-1% rispetto all’anno precedente) e ad una spesa totale 127,34 euro (+2 % rispetto all'anno precedente), e 61,4 kg di verdura (-2% rispetto all'anno precedente, e meno che mai negli ultimi otto anni), per 121,85 euro (+8% rispetto all'anno precedente). Sulla base dei dati relativi al consumo per famiglia diffusi da Ami, le varietà di frutta più consumate in Germania nel 2010 sono: mele (19,5 kg), banane (14,7 kg), arance (9,2 kg), clementine (5,9 kg), uva (4,4 kg), meloni (4.1 kg), fragole (3,3 kg), nettarine (3,1 kg), pere (2,9 kg) e ananas (2,6 kg). In relazione al consumo per famiglia di verdura fresca, si ha: pomodori (4,9 kg), carote (7,8 kg), cetrioli (6,3 kg), cipolle (6,2 kg), peperoni (4,8 kg), lattuga iceberg (2,8 kg), cavolfiori (1,9 kg) asparagi (1,8 kg), porro (1,4 kg) e cavoli bianchi (1,2 kg).

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Anche quest’anno si è tenuta a Berlino in occasione di Fruit logistica l’assemblea di Wapa, l’associazione mondiale dei produttori di mele e pere. Attorno al tavolo di Wapa si trovano due volte ogni anno i produttori di mele dei 15 Paesi più rappresentativi a livello globale, per uno scambio di informazioni e valutazioni reciprocamente utili per meglio comprendere le dinamiche di mercato. Con l’edizione 2011 ha preso parte per la prima volta un operatore della Cina, che ha presentato i dati base del sistema produttivo cinese. Questa presenza ha permesso di aprire un canale diretto con l’associazione degli esportatori cinesi di mele, importante per avere notizie più affidabili e precise riguardo questo importante paese. Emisfero Sud Nell’occasione sono stati ufficializzate le previsioni di produzione di mele dei maggiori Paesi dell’Emisfero Sud e degli orientamenti riguardo all’esportazione. I dati riportati come previsione di produzione globale sono sostanzialmente in linea con le annate precedenti e confermano il normale potenziale produttivo dei sei Paesi. Interessante notare come la significativa riduzione di produzione del Brasile, dovuta a problemi climatici sia compensata da Argentina e Nuova Zelanda. Il volume totale di mele esportate è previsto in aumento del 5%. Il Brasile segnala un -45% di frutti in esportazione, sia per la minore disponibilità che per problemi di svalutazione della moneta locale verso euro e dollaro. In incremento invece le previsioni per Argentina, Nuova Zelanda e Sud Africa. Bisognerà ora vedere dove tali esportazioni andranM a r z o

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Per la prima volta un rappresentante cinese all’assemblea dell’associazione produttori di pomacee tenutasi a Berlino. Buono il quadro commerciale sia nella Ue che in Italia l’Italia, con un -4,9% sul 2010. Nel complesso quindi sono ottime le prospettive di assorbimento per i prossimi mesi.

no a concentrarsi tra Europa, Asia ed America. Considerato che l’esportazione totale di mele verso la Comunità Europea nel 2010 è stata di 543.474 tonnellate contro le 651.983 del 2009, vista la situazione produttiva comunitaria è ragionevole prevedere un leggero incremento nel volume di mele di controstagione. Europa A livello comunitario il quadro commerciale si conferma positivo, con una giacenza complessiva di 2.784.485 tonnellate (-9,7% sul 2010). A livello di singolo Paese, di rilievo è la situazione della Germania, che con un - 25,6% di giacenze rispetto al 2010 rappresenta uno sbocco interessante per le mele italiane. La Polonia, con una produzione fortemente ridotta rispetto al normale, presenta una giacenza del 19,6% minore del 2010, che libera aree di mercato (particolarmente verso la Russa e l’Est Europa tradizionalmente orientate alla produzione polacca). Belgio, Danimarca ed Olanda hanno comunicato giacenze nell’ordine del 25-30% inferiori al 2010, mentre la Francia è sufficientemente allineata con

La situazione in Italia Le giacenze di mele in Italia a inizio febbraio risultano inferiori del 2% rispetto a dodici mesi prima, con un volume totale di vendite di 209.893 tonnellate rispetto alle 208.635 del 2010. Dal punto di vista varietale la Golden Delicious con una giacenza del 3% inferiore al 2010 ed un volume di vendita a gennaio pari a 89.828 tons, in leggero aumento rispetto alle 88.295 del mese di gennaio 2010, conferma una domanda buona e costante, sostenuta anche da una qualità più che soddisfacente, con buone prospettive per la parte restante della stagione. Bene vanno giudicati i ritmi di vendita anche per le altre varietà, con la Gala che con una giacenza di 51.512 tonnellate contro le 52.344 del 2010 si avvicina ormai senza problemi alla fase di chiusura della stagione. Le giacenze della Red Delicious sono del 3,9% inferiori sul 2010 e tale dinamica si riflette con leggeri scostamenti in pratica su tutte le varietà. La carenza di mele a livello di diversi Paesi comunitari sostiene molto bene l’export. Il mercato interno ha manifestato qualche incertezza in avvio di annata ma si presenta oggi dinamico ed interessante. Nel complesso le quotazioni sono stabili ad un livello che si può individuare in un 15-20% superiore rispetto alla stagione scorsa. ● www.corriereortofrutticolo.it

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Wapa: più mele dall’Emisfero Sud Il mercato europeo assorbe bene

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Cesena, 5-7 ottobre

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Macfrut: un “naturale” punto d’incontro per il settore ortofrutticolo Macfrut 2011 si terrà a Cesena da mercoledì 5 a venerdì 7 ottobre. La 28ma edizione della maggior rassegna del bacino del Mediterraneo, dedicata all’intera filiera ortofrutticola, sarà un importante appuntamento per approfondire e delineare le tematiche e la situazione ortofrutticola, anche alla luce degli accadimenti che vedono protagonisti i maggiori Paesi della sponda africana del Mediterraneo. «Da vari anni il Mediterraneo - spiega Domenico Scarpellini, Presidente di Macfrut - per la sua posizione, si è rivelato una importantissima area per gli scambi commerciali sia per quelli “storici” fra nord Europa e sud, ma anche e soprattutto fra l’est e l’ovest del mondo». La collocazione della nostra penisola ci rende una naturale “piattaforma” adatta agli scambi internazionali di prodotti. Lo stesso know how Made in Italy diventa un elemento di forte facilitazione. Basti pensare al fatto che lo scorso anno in Cina sono arrivati i primi kiwi italiani, mentre Ecuador e Costarica sono i primi fornitori di frutta fresca all’Italia. «Proprio nel Mediterraneo -prosegue Scarpellini- Macfrut ha particolarmente incentrato la sua attività. Recentemente siamo stati presenti in Israele con la consolidata forma aggregata, che vede la partecipazione di diversi nostri espositori sotto l’egida di Macfrut, mentre alla fine di novembre siamo stati in Egitto, alla maggior rassegna del settore ortofrutticolo, dove si sono consolidati legami avviati qui a Cesena nell’ottobre scorso. Azioni estremamente importanti in questo particolare momento con la speranza che l’attività economica in questi paesi possa riprendere con rinnovato slancio, soprattutto nel settore agricolo ritenuto, in molte di queste aree, di fondamentale importanza. Dopo questo particolare febbraio, riprenderemo quindi contatti e trafile, in quanto riteniamo importante che all’appuntamento di ottobre a Cesena si potrebbero delineare situazioni e prospettive di quei Paesi mediterranei che stanno acquisendo una notevole rilevanza nel panorama mondiale dell’ortofrutticoltura. E primo fra tutti l’Egitto, verso il quale esiste il “Green Corridory”, autentico “canale” per la facilitazione dei rapporti e dell’interscambio fra i due Paesi e di conseguenza con l’Europa».

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Il Presidente Scarpellini fa riferimento ad una delle “armi” che hanno consentito a Macfrut di crescere nel panorama internazionale. La rassegna di Cesena si è consolidata come punto di riferimento di tutta l’ortofrutticoltura per la sua capacità di essere un importante momento di incontro sulle prospettive internazionali del settore, dove si analizzano problemi e aree emergenti e dove, all’interno della filiera e con l’apporto di tutte le sue componenti, si elaborano soluzioni e “linee guida”. Ultima in ordine di tempo, la “CARTA di CESENA” sottoscritta nell’edizione 2010 dalle più importanti regioni ortofrutticole europee e che costituisce la base su cui si stanno orientando i vari segmenti (dalla produzione ai macchinari). Ovviamente Macfrut, con la sua specializzazione assicura un forte impatto per quanto riguarda il momento espositivo (punto di partenza per una manifestazione fieristica di settore) e porta ad una rilevante partecipazione da tanti Paesi esteri di addetti ai lavori (soprattutto dei grandi buyers) completando la propria funzione con interessanti occasioni di business (anche attraverso incontri mirati e preparati precedentemente fra domanda estera e offerta italiana). Il tutto con una convegnistica di alto livello. A Macfrut si danno appuntamento operatori da tutto il mondo grazie alla specifica attenzione a rapportare le esigenze delle imprese delle varie aree con la capacità di know how delle aziende italiane. E questo ha incrementato la considerazione estera nei confronti della rassegna di Cesena che deriva anche dall’aver valorizzato l’innovazione, nei suoi vari aspetti, e promosso le imprese che, attraverso la ricerca, lo studio e l’impegno, riescono a trovare soluzioni e risposte che fanno avanzar il settore. Non a caso per proseguire in tale valorizzazione, anche nel 2011 sarà ripresentato l’“Oscar Macfrut” per l’innovazione. Nella foto nel riquadro: Agromashov 2011 (Tel Aviv), nello stand Macfrut Marco Garavini (resonsabile commerciale Graziani), Valentina Piraccini (responsabile Ufficio Estero Macfrut) e Katia Bagnara (commerciale Tramaco)

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In occasione di Fruit Logistica si è tenuta, in Piazza Italia, anche l’assemblea generale di Euroasper, associazione europea dei produttori di asparago che aggrega imprese di produzione di asparagi verdi e bianchi aderenti ad importanti associazioni europee del settore come: Asociafrut per la Spagna, Aceera per l’Olanda, Cso per l’Italia, Brm per la Francia, Vsse per la Germania. I partecipanti all’assemblea dopo avere ricordato il fondatore dell’Associazione Patrich Aumède, recentemente scomparso, hanno affrontato alcune tematiche sul futuro della coltivazione ed hanno programmato alcune azioni volte ad approfondire gli aspetti produttivi e commerciali della specie, che ha goduto nel 2010 di un positivo andamento di mercato, evidenziando però il problema del costo della manodopera.

Le esportazioni italiane di asparago fino ad ottobre 2010 hanno evidenziato una crescita al pari al +17% rispetto allo stesso periodo del 2009, per un prezzo medio in netto incremento, +30%. Per quanto riguarda l’andamento del mercato nazionale si registra nel 2010 un consumo non molto dissimile da quello dell’anno precedente, inferiore del 3%. L’assemblea ha inoltre deciso di riconfermare Luciano Trentini alla guida dell’associazione per il prossimo biennio. Questi ha ringraziato i partecipanti dichiarando il proprio impegno a continuare nell’attività intrapresa, in particolare per l’organizzazione del prossimo convegno europeo che, dopo quello di Coventry in Inghilterra, si terrà probabilmente in Francia nel febbraio 2012.

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Produttori di asparago in assemblea Export italiano e quotazioni in progresso nel 2010

Kiwi, andamento lento: magazzini semipieni, prezzi così così Le problematiche del kiwi, la situazione attuale e le prospettive di mercato sono state al centro di una riunione integrativa dell’Iko, l’organizzazione internazionale di cui fanno parte i rappresentanti dei principali paesi produttori di kiwi mondiale, tenutasi alla Fruit Logistica di Berlino, da cui è emerso che circa la metà del prodotto dell’Emisfero nord è ancora nei magazzini e andrà commercializzato nei prossimi mesi. La bassa produzione, a causa soprattutto del rallentamento dei consumi in Europa, non si è tradotta in un prezzo di mercato rispondente alle aspettative, a pochi mesi dall’entrata sul mercato delle produzioni dell’Emisfero Sud. All’incontro hanno partecipato i delegati di Italia, Nuova Zelanda, Grecia, Francia, Stati Uniti, Cile e Spagna. Le attività dell’Iko sono principalmente rivolte allo scambio di informazioni tecnico-produttive e commerciali tra i diversi Paesi. Non meno importante è la funzione di promozione e valorizzaM a r z o

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Riunione integrativa Iko a Fruit Logistica. Cresce la quota del “giallo”

zione di questo frutto nel mondo per incentivarne la conoscenza ed il consumo. La riunione berlinese è stata coordinata da Patrizio Neri, presidente in carica,dell’Iko. Per quanto riguarda l’Emisfero Sud, i rappresentanti della Nuova Zelanda hanno dichiarato che le previsioni di produzione per la prossima campagna 2011 si atte-

stano sugli stessi quantitativi del 2010 per il kiwi verde, mentre si stima un incremento di produzione per il prodotto giallo (85.000 tonnellate). Atteso anche un leggero ritardo di raccolta rispetto allo scorso anno. Inoltre i neozelandesi confermano che sul mercato europeo saranno destinati gli stessi volumi del 2010, mentre si attiveranno per un maggiore sviluppo sui mercati asiatici. Per quanto riguarda il Cile, la produzione 2011 è prevista su circa 180.000 tonnellate, livello analogo a quello dello scorso anno. “L’idea di fare un incontro Iko a Piazza Italia - ha dichiarato il presidente Patrizio Neri - è stata molto apprezzata da tutti i componenti dell’organizzazione. Ed è stata già decisa la riproposizione di questo incontro anche per gli anni futuri”. L’appuntamento con il prossimo congresso Iko, la cui precedente edizione si era svolta nel veronese, sarà dal 16 al 20 settembre in Nuova Zelanda. ● www.corriereortofrutticolo.it

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FRUTTA NELLE SCUOLE

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All’Italia 21 milioni di euro per distribuire 8,2 mila tons di frutta a 1,3 milioni di studenti

Distretto, una chance importante

Il Programma europeo “Frutta nelle scuole”, giunto al secondo anno di attività con una dotazione finanziaria per il 2011 in tutti i paesi dell’Unione Europea di 90 milioni di euro, è stato protagonista di una affollata conferenza stampa in Piazza Italia. Nel 2011 proprio l’Italia si è aggiudicarsi il budget più elevato con 20,94 milioni di euro, presentando un modello di realizzazione che ha ottenuto, già nel primo anno di attività, ottimi risultati con oltre 1.300.000 alunni coinvolti. L’incontro organizzato dal ministero delle Politiche Agricole e Forestali alla presenza di Giuliana Keller della direzione generale Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione Europea ha dato la possibilità al Mipaaf di evidenziare il modello seguito per la realizzazione del programma. Eleonora Iacovoni del dipartimento delle Politiche Competitive del mondo Rurale e della Qualità del Mipaaf ha presentato i dati del modello italiano che vede coinvolti da dicembre 2010 a giugno 2011 oltre 1.344.000 alunni inseriti in 11.000 scuole primarie. In totale è prevista la distribuzione di 8.217.484 chilogrammi di frutta caratterizzata da requisiti di qualità estremamente elevati. La frutta viene distribuita sia intera che porzionata, sia in confezioni di IV gamma e sono previste anche spremute e centrifugati con il vincolo di essere confezionati in packaging biodegradabile e in imballaggi riciclabiliriutilizzabili. Sulla qualità della frutta, il modello italiano vincola alla distribuzione di prodotti di alta qualità e nello specifico a produzione integrata, o a origine certificata come Dop e Igp e ancora coltivati secondo le norme di produzione biologica. Tra le misure di accompagnamento spiccano le proposte di contatto diretto dei bambini con il mondo della produzione della frutta e della verdura, giornate a tema, visite alle fattorie didattiche e agli impianti di lavorazione orti scolastici il tutto allo scopo di aumentare l’appeal della frutta e della verdura verso i bambini che, secondo le indicazioni fornite dall’Ue sono sempre più soggetti al problema del sovrappeso e dell’obesità (oltre 22 milioni di bambini nell’Europa a 27 sono sovrappeso e 5,1 milioni sono obesi). In termini di gestione dei finanziamenti, Pier Paolo Fraddosio di Agea ha presentato lo schema utilizzato per la realizzazione del Progetto evidenziando l’integrazione stretta tra “sistema delle imprese” e Istituzioni Pubbliche che ha consentito una efficace ed immediata attivazione della misura europea in Italia. Claudio Versienti, direttore generale di Agecontrol, ha evidenziato come siano stati effettuati 2.541 controlli sulle attività in tutte le fasi di realizzazione. “Con l’attuazione del progetto Frutta nelle Scuole - ha dichiarato Paolo Bruni, presidente di Cso - si è messa in luce la grande potenzialità della sinergia tra imprese dell’ortofrutta e istituzioni per agire positivamente sul consumatore ed in particolare, in questo caso, sui bambini, attraverso una attività che rende immediatamente percepibile il valore del nostro patrimonio alimentare di frutta e verdura di cui siamo primi produttori in Europa”.

Il “Distretto della Filiera Ortofrutticola” è un’opportunità maiuscola per le imprese lombarde. Ne è convinto Ambrogio De Ponti, presidente della società consortile per azioni nata alla fine del 2010 ma presentato ufficialmente alla fine di gennaio. “In realtà - ci ha detto De Ponti a Fruit Logistica - si tratta di una rete d’imprese in cui le istituzioni, dalla Camera di Commercio alla Provincia alla Regione, hanno un ruolo di supporto esterno. Protagoniste sono dunque, a tutti gli effetti, le aziende private che si dovranno attenere a precise regole nel contesto di una struttura leggera in cui i soggetti operareranno secondo il principio di sussidiarietà”. Il Distretto canalizzerà i finanziamenti e - fattore distintivo collaborerà con due università dipartimento della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano e Informatica sistemistica e comunicazione di Milano Bicocca volendo privilegiare innovazione e ricerca. “In pratica c’è dentro tutta l’ortofrutta lombarda, sono 23 le aziende appartenenti e dopo la costituzione sono arrivate altre quattro domande, ormai siamo al 98% del sistam ortofrutticolo lombardo”, dice fiero il presidente Si spazia dalle “orticole di I gamma” sino ai prodotti di “IV e V gamma”. Essenziale è considerato il legame di filiera tra imprese, produttori agricoli e operatori della distribuzione

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Consorzi di tutela insieme per comunicare meglio i plus dell’“oro rosso”

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Il caviale di agrumi sbaraglia gli avversari Alla fine sorride Limeburst Fingerlime, il cosiddetto caviale di agrumi: va infatti a questo inedito prodotto il premio per l’innovazione Fruit Logistica Innovation Award (Flia). Commercializzato in Europa in esclusiva da Nature’s Pride è di origine australiana, assomiglia alla forma di un dito e ha la particolarità di avere al suo interno, nella polpa dei frutti, un insieme di vescicole succose simili proprio al caviale. Quando si morde la polpa di un “finger lime”, le vescicole esplodono in bocca liberando un sapore acidulo molto particolare. Particolarmente adatto per effettuare delle decorazioni, il "caviale di agrumi" si propone come ingrediente per preparazioni gastronomiche, particolarmente adatto per la ristorazione. Al secondo posto si è classificata l'azienda danese Gasa Group Denmark A/S per la sua linea “Jamie Oliver Grow Your Own", una gamma di prodotti da coltivare da soli. Al terzo posto l’azienda olandese Prime Champ, che ha sviluppato un nuovo fungo dal sapore “mandorlato”. Niente da fare invece per il Civ, portabandiera dell’Italia in lizza tra i dieci finalisti con le interessanti varietà di mele Sweet Resistants. M a r z o

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Una “cabina di regia” per coordinare e favorire la penetrazione commerciale dei Radicchi Igp Veneti nel mercato internazionale. Questo è quanto si propongono i tre Consorzi di tutela delle diverse varietà del prodotto Igp veneto (Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp, Radicchio di Verona Igp e Radicchio di Chioggia Igp), intenzionati ad adottare una strategia che prevede la creazione di un Consorzio di secondo livello, capace di rendere sinergica l’azione dei singoli Consorzi. Un progetto inedito a livello nazionale, presentato lo scorso 11 febbraio a Fruit Logistica. Dallo stand espositivo della Regione Veneto, Paolo Manzan, presidente del Consorzio tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp (soggetto capofila del progetto), assieme a Lorenzo Ambrosi e Patrizio Garbin, presidenti rispettivamente del Consorzio Radicchio di Verona Igp e del Consorzio Radicchio di Chioggia Igp, hanno illustrato nel dettaglio il piano d’azione mirato ad un accrescimento qualitativo della comunicazione del prodotto radicchio e quindi ad un aumento del fatturato delle imprese produttrici. Nello scenario nazionale ed internazionale del mercato dei prodotti agroalimentari, il settore dell’ortofrutta rappresenta un’importante sezione dell’economia agroalimentare veneta, soprattutto per quanto riguarda alcuni mercati chiave dell’Europa Centrale e degli Stati Uniti. In questo momento di crisi globale, l’Euro forte ha danneggiato le produzioni europee a vantaggio delle produzioni del Nuovo Mondo, che godevano di un rapporto qualità prezzo più alto già in precedenza. La competizione si è stabilizzata

verso il basso, verso prodotti di prima fascia, dove le produzioni italiane purtroppo a parità di prezzo si dimostrano essere meno competitive in termini di valore aggiunto. La concorrenza con questi Paesi si può contrastare intraprendendo un percorso di miglioramento dell’immagine, connesso ad un’attività di promozione che sappia rivalutare il territorio e l’insieme della produzione stessa. Da qui la necessità di “fare sistema” per una più efficace incidenza commerciale del prodotto radicchio. Il nuovo Consorzio, è stato detto a Berlino, nasce dunque per coordinare una campagna di informazione univoca, che porti

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RADICCHI VENETI

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a una maggiore conoscenza sia della marca che della certificazione del prodotto. Un’iniziativa capace non solo di contribuire al fatturato dei produttori veneti, ma anche di generare importanti riflessi sull’intera economia regionale: puntando sulla stretta correlazione tra cibo e territorio di origine, la campagna informativa promossa dal nuovo Consorzio porterà ad un aumento della consapevolezza da parte dei consumatori e distributori dell’importanza di questo legame, che rappresenta una leva per la valorizzazione, anche turistica di prodotti e territori. www.corriereortofrutticolo.it

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Riflettori su identità e tracciabilità

Eccellenze regionali e Maas di Catania

Cinque Op con l’offerta lucana

Primo banco di prova del marchio Prodotti di Puglia, Fruit Logistica di Berlino, ha soddisfatto operatori e amministratori pugliesi “La Puglia - ha sottolineato a Berlino l’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Dario Stefàno intervenendo nello spazio Ice - si propone con tutte le caratteristiche di chi è protagonista sulla scena internazionale, con un sistema di produttori che cresce, che ha acquisito consapevolezza dello stare insieme e con un sistema istituzionale che accompagna questo sforzo attraverso scelte e strategie ambiziose. La tracciabilità, insieme al tema dell’identità produttiva sono strategie che stanno recuperando al protagonismo dei produttori pugliesi una sempre più crescente vitalità.” “La prospettiva - ha detto ancora Stefàno a Fruit Logistica - è quella di bissare e magari migliorare le perfomance del 2010: gli ultimi dati Istat ci parlano di un +38,8% per l’export pugliese dei prodotti agricoli, nei primi nove mesi del 2010 rispetto allo stesso periodo del 2009. Possiamo essere fieri del lavoro svolto dagli operatori e con il sistema tutto”. Lo sguardo è al futuro: “Guardiamo già all’appuntamento del 2012 - il commento di Stefano dove in forza del lavoro che stiamo facendo sulle adesioni al Marchio Prodotti di Puglia dovremo portare un paniere di prodotti e una griglia di produttori che hanno sposato la filosofia della tracciabilità come asset strategico, che proprio qui alla Fruit Logistica si percepisce quale variabile che ci farà acquisire una competitività straordinaria”.

A Berlino la Regione Sicilia, che era presente in massa, ha messo in vetrina le sue produzioni di eccellenza. L’assessorato regionale alle risorse agricole ed alimentari ha organizzato, in collaborazione con l’Ice, la partecipazione alla manifestazione. “Si è trattato - ha affermato l’assessore all’agricioltura Elio D’Antrassi presente in fiera a Berlino per due giorni - di una prestigiosa vetrina dell’ortofrutta”. In occasione del suo intervento nello stand Ice D’Antrassi si è soffermato, in particolare, sull’imminente inaugurazione del Mercato agroalimentare della Sicilia e sulla vicenda delle critiche rivolte dalla trasmissione Bontà loro al pomodoro di Pachino, vicenda di cui riferiamo anche nella pagina successiva. Per quanto concerne il Maas, la struttura ubicata a Catania aprirà sabato 2 aprile su una superficie di 110 ettari, di cui 39 edificati, ove saranno ospitati 84 box dell’ortofrutta e 20 dell’ittico. Circa 150 gli operatori attivi. “Il Maas - ha detto l’assessore - è il coronamento di un progetto che consentirà di concentrare l’offerta delle filiere siciliane e quindi di rappresentarle nel migliore dei modi nel mercato interno ed estero, oltre a costituire un riferimento per le produzione dell’area del Mediterraneo”. “Celebrata” con l’occasione, l’iscrizione dell’arancia di Ribera nel registro delle Dop e del Limone di Siracusa nel registro Igp. “Due provvedimenti - il commento di D’Antrassi - corollario gratificante di un impegno costante e capillare nel territorio produttivo siciliano”. (M.A.)

Circa 120 metri quadri di stand e cinque organizzazioni di produttori: questi i numeri della presenza della Basilicata alla Fruit Logistica di Berlino. Le Op hanno presentato prodotti destinati prevalentemente al consumo fresco come agrumi, actinidia, cavolfiori, insalate, peperoni, fragole, pomodorini, finocchi, oltre che peperoni di Senise essiccati e confezionati. Particolare attenzione alla fragola, sulla quale la Basilicata, regione tra le maggiori produttrici in Italia, sta puntando. La delegazione lucana, guidata dal dirigente generale del Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale ed Economia Montana, Carmen Santoro, ha incontrato operatori del settore e buyers. In programma anche workshop e seminari di aggiornamento sul marketing e sui prodotti agroalimentari lucani. L’ortofrutta - è stato spiegato rappresenta uno dei settori di eccellenza del settore primario lucano. I prodotti di spicco sono gli agrumi, il pesco, l´albicocca, le fragole e le specie orticole in genere. Con i suoi circa 587 milioni di euro, pari al 5,8% del prodotto interno lordo regionale le colture ortofrutticole in Basilicata coprono una superficie di 28mila ettari, dei quali circa 23mila ubicati nel Metapontino. Notevole il volume di investimenti grazie ai novanta milioni di euro di quota pubblica previsti dai Progetti integrati di filiera del Programma di sviluppo rurale. Per il comparto ortofrutticolo sono inoltre in corso di approvazione definitiva tre Pif di cui uno a livello regionale e due territoriale.

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Agrumi in evidenza 20 le aziende calabresi

Filiera del pomodoro offesa da “Bontà loro”

In occasione della visita del ministro dell’Agricoltura allo stand della Regione Calabria l’assessore Michele Trematerra ha spiegato a Giancarlo Galan che il comparto dell’ortofrutta rappresenta per la regione uno dei settori di maggiore importanza economica: in termini quantitativi, ha detto l’assessore, la Calabria è la seconda produttrice di agrumi in ambito nazionale. Venti le aziende calabresi che hanno partecipato alla fiera con rappresentatività produttiva e territoriale dell’intera Regione. Lo stand calabrese era allestito con richiami alle bellezze naturali, con riferimenti ai colori e ai profumi della frutta e alla bellezza della Calabria.

La filiera del pomodoro di Pachino non ci sta. Dopo essere finita sotto accusa nella trasimissione “Bontà loro”, i leader del Consorzio che rappresenta il tipico ortaggio della Sicilia sud orientale, presenti in massa a Fruit Logistica (nella foto sopra con l’assessore D’Antrassi), hanno incassato la solidarietà del ministro dell’Ambiente Prestigiacomo che ha giudicato “intollerabile quello che è avvenuto in Rai” e del collega del Mipaaf Giancarlo Galan; entrambi, a metà febbraio, si sono recati nel Siracusano per un incontro coi produttori. “Un intervento massiccio del ministero per una campagna pubblicitaria adeguata sulla Rai per riparare al danno subito”: questa

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la richiesta avanzata dai produttori del consorzio Igp Pomodoro Pachino al ministro Galan. “Uno dei problemi più gravi che colpisce il pomodoro di Pachino ha detto Galan - è quello della lunghezza della filiera, una questione che penalizza i produttori che non riescono a guadagnare abbastanza rispetto a quanto spendono. Voglio difendere tutti i prodotti Igp e tipici d’Italia allo stesso modo, egualmente intendo tutelare il pomodoro di Pachino come l’asparago di Badoere, ha dichiarato il Ministro. Perché i produttori del pomodoro di Pachino sono così deboli nelle trattative con i distributori, tanto da non riuscire a spuntare un prezzo più alto nella vendita del loro

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prodotto? A Pachino sono 900 i produttori, perché solo 140 fanno parte del Consorzio Igp? Per lo Stato è facile promuovere un prodotto tipico quando i produttori sono uniti come nel caso del Parmigiano reggiano, ma diventa più difficile con il pomodoro di Pachino, visto che il consorzio non rappresenta tutti coloro che lo producono”. Il ministro Galan ha poi dichiarato: “Il pomodoro di Pachino lo si può difendere con la legge sulle etichettature che abbiamo fatto approvare e che è contestata dagli industriali italiani e in Europa dai Paesi che ci copiano i prodotti”. “Non parlerò di mafia perché parlerei di una cosa che non conosco. Però penso che sia stato gravissimo utilizzare in una trasmissione televisiva un simile linguaggio, parlando di un prodotto importante per le esportazioni italiane come il Pomodoro di Pachino. La Rai ora rimedi al grave danno fatto, realizzando una trasmissione sul pomodoro di Pachino con un giornalista obiettivo che non faccia propaganda. Ci sono giornalisti bravi e giornalisti scadenti, così come ci sono giudici bravi e scadenti o politici bravi e altri meno capaci”. "Qui c'è una filiera produttiva di grandissima qualità - ha detto il ministro Prestigiacomo - e noi non vogliamo che tantissimi sacrifici e tanto impegno possano essere danneggiati da un'immagine distorta. Allo stesso tempo ribadiamo che siamo al fianco di quanti combattono la mafia". Secondo il ministro Prestigiacomo durante la trasmissione Rai Bontà loro "aggiungendo approssimazione a superficialità è stato tirato in causa anche il procuratore Grasso che aveva parlato d'altro, dei rapporti tra i mercati di Vittoria e Fondi, che con il pomodoro di Pachino non c’entrano niente. E il tentativo di rimediare una settimana dopo è stato pasticciato e confuso, insufficiente a riparare il danno”. www.corriereortofrutticolo.it

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VIP

La mela venostana non conosce confini

“Fruit Logistica si è confermata su alti livelli: a Berlino si incontrano le persone “giuste” e i buyer di tutto il mondo, tante anche le facce nuove e gli operatori dei mercati emergenti”. Michael Grasser, responsabile marketing Vip Val Venosta, non nasconde la soddisfazione per l’andamento della fiera tedesca. E anche per il trend della stagione delle mele: “La campagna commerciale stra procedendo bene, il decumulo continua in maniera ottimale mentre i prezzi, nel complesso, sono accettabili”. Vip è ormai attiva in 45 mercati e “vigila” per cercare nuove opportunità di business. “Al di là dell’incerta situazione attuale, guardiamo con grande attenzione ai Paesi del Sud del Mediterraneo, dove comunque ci muoviamo con cautela, per creare rapporti solidi e continuativi”. L’export rappresenta il 40% del totale; il 15% della quota destinata all’estero è assorbita dalla Germania. Prosegue intanto il forte impegno sul fronte della comunicazione, come riportiamo anche nella rubrica “Pubblicità che frutta”. “Stiamo investendendo per farci conoscere in Italia, Germania, Spagna e Scandinavia”, spiega Grasser. Per aumentare l’awareness del brand presso i consumatori e rafforzare i rapporti con il trade, Vip si dedica quest’anno con particolare cura

ai mercati esteri come Germania, Paesi Scandinavi, Europa dell’Est, Russia; spicca inoltre il forte attivismo in Spagna, un mercato in crescita per il consorzio, dove è stato stabilito un vasto programma di investimenti pubblicitari, telepromozioni e Pr con l’obiettivo di rafforzare l’identificazione della marca con il prodotto al momento dell’acquisto. Oltre alla campagna tv, verranno realizzate telepromozioni durante trasmissioni connotate da un posizionamento alto e da un indubbio successo e sarà pianificata anche un’intensa campagna web che tra aprile e maggio completerà il progetto pubblicitario mirando a raggiungere siti web e testate on-line. Oltre a questo e al restyling del sito www.vip.coop, verrà creato un portale dedicato al “Mese della Mela”. Sul fronte varietale cresce l’attenzione su Kanzi: “I quantitativi sono contenuti, ma è promettente; è gradita ai consumatori e il club è gestito molto bene. Ora dobbiamo convincere i produttori a puntare su questa mela che potrà diventare un punto di riferimento, subito dopo la Pink Lady, in termini di prezzi (fascia top) e di immagine". Vip, è, insieme al Consorzio Vog tra i membri italiani del club varietale Kanzi, che coinvolge anche produttori di Paesi Bassi, Germania, Belgio, Regno Unito e Svizzera. E il progetto From? “Procede, la richiesta sul mercato russo c’è”, risponde Grasser. “Dobbiamo però imparare a coordinarci meglio”. Infine una battuta sulla crisi economica: “la situazione varia da Paese a Paese. In Italia è meno grave che in altre nazioni quali ad esempio Spagna e Portogallo. Il prodotto tradizionale ne ha risentito meno del biologico, che va bene in Germania ma ha un po’ segnato il passo in Italia. Il problema maggiore per le aziende è rappresentato dai tempi di pagamento, che si sono notevolmente allungati”. (M.A.) M a r z o

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Nuove varietà e riorganizzazione ok

18-20% del totale), Kanzi, Modi e Rubens stanno regalando soddisfazioni ai produttori delle 19 cooperative aderenti. Così come Jazz, incrocio tra le varietà Braeburn e Royal Gala: l’obiettivo è di

arrivare a un’area coltivata di 150 ettari e per questo sono stati impiantati 80 ettari aggiuntivi. “Una varietà non facile”, la definisce Kossler “ma il club è interessante”. (M.A.)

CIV

Cinque nuove cultivar pronte per il mercato

“Fruit Logistica rimane il principale momento fieristico specializzato a livello mondiale, un’occasione di ritrovo con la clientela ma anche di nuovi contatti, soprattutto con i Paesi del Nord Africa. I consumi di mele si stanno infatti ampliando favorevolmente”. Georg Kössler, presidente del Vog, commenta così l’esito della fiera berlinese. Quanto alla crisi, Kössler ha l’impressione che l’Europa centrale stia reagendo meglio dell’Italia, “che stenta a ripartire pur a fronte di una situazione non drammatica”. Venendo al bilancio della stagione commerciale delle mele, il presidente del Vog sottolinea che a luglio le scorte di magazzino erano easurite, mentre a partire dallo scorso agosto si è registrata una richiesta sostenuta soprattutto dall’estero con prezzi medi “normali”, a fronte però di un mercato italiano (che rappresenta il 50% del totale delle vendite del Consorzio altoatesino) non particolarmente ricettivo e dinamico. Intanto il bilancio del nuovo assetto consortile, a sei mesi dal “restyling”, è commentato in maniera molto positiva: “i nostri clienti si sono resi conto che il servizio è molto migliorato, siamo partiti con il piede giusto”. Sul fronte varietale la Golden resta la punta di diamante, ma le emergenti Pink lady (che vale il M a r z o

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La nuova serie di varietà di mele Sweet Resistants sono state presentate dal Civ, Consorzio Italiano Vivaisti, in occasione di Fruit Logistica. Le cinque cultivar, finaliste dell’Innovation Award, uniscono ottime qualità organolettiche a una naturale resistenza alla ticchiolatura, la malattia fungina più diffusa nei frutteti, non solo in Europa ma anche nelle altre aree del mondo a clima temperato. Caratteristica che ne rende possibile la coltivazione a basso impatto ambientale. La gamma, frutto di molti anni di ricerca, è in grado di soddisfare diverse esigenze quanto a caratteristiche del frutto ed epoche di maturazione, si adatta a essere coltivata in diversi ambienti e può affiancarsi alle varietà tradizionali. Le specificità agronomiche delle piante agevolano il lavoro del frutticoltore e ne massimizzano la redditività. Le cinque proposte che fanno parte della serie - Gaia, Gemini, Renoir, Smeralda e Fujion - hanno superato con successo la fase di sperimentazione, che ha visto anche il coinvolgimento del consumatore finale attraverso numerosi panel test e sono ora nella fase di diffusione tra i produttori. “Trovare varietà dal sapore piacevole e coinvolgente - ha spiegato Luigi Mazzoni, vicepresidente del Civ - resistenti grazie alla naturale rusticità, con elevata shelf life, rispettose dell’ambiente, dal ridotto fabbisogno energetico ed economicamente sostenibili per il produttore, è stato ed è l’obiettivo prioritario del programma di ricerca del Civ, non solo per le mele ma anche per le altre specie su cui si concentra l’attività di ricerca, quindi fragole, pere e drupacee. I primi riscontri in Europa sia da parte delle organizzazioni di produzione, convenzionale e biologica, che da parte delle catene distributive, stanno confermando i risultati delle sperimentazioni”. “Gaia, Gemini, Renoir, Smeralda e Fujion - ha detto a Berlino Alessio Martinelli (foto sopra), direttore tecnico del Civ - sono mele che hanno un’identità ben definita e che condividono alcune caratteristiche: da una parte dispongono di ottime qualità organolettiche, dall’altra sono facili da produrre, grazie alle specificità agronomiche delle piante che agevolano il lavoro del frutticoltore e permettono una coltivazione più sostenibile. Si tratta di varietà geneticamente nuove, non di mutazioni di altre varietà, resistenti alla ticchiolatura e allo stesso tempo dolci”. www.corriereortofrutticolo.it

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Sostenibilità e restyling del vertbag

In mostra il cestello in Pet riciclato

Certificato l’imballo in cartone ondulato

“Environmentally responsible”: questo il tema portante di Sorma. In un momento di particolare attenzione al tema ambientale e della plastica il Gruppo ha voluto pubblicizzare quello che come azienda pratica da molti anni, ossia una produzione volta a minimizzare l’impatto degli imballi e della produzione sull’ambiente. Mostrata quindi la “vita” degli imballi, dal granulo di polimero fino ad essere riciclati in svariati oggetti (ad esempio sono state prodotte delle penne derivate dalla confezione Easypunnet). A Berlino Sorma ha presentato un re-styling del Vertbag cui sono stati apportati dei miglioramenti sia a livello visivo che pratico alla confezione e per la quale è stata potenziata la relativa macchina confezionatrice Bsa aumentandone la produttività. Sono state inoltre esposte altre confezionatrici, quelle più rappresentative della produzione e cioè la BRT per confezionare frutti in linea con tubolare in rete estrusa e film, la FLW confezionatrice ad alta produttività per Easypunnet e la CBR caratterizzata da una grande versatilità nella produzione degli imballi in rete estrusa, tessuta , con manico e non, con banda piena o versione economica. “Siamo molto soddisfatti dell’esito del Fruit Logistica - si commenta da Sorma - in quanto la varietà della nostra gamma di imballi unità all’avanzata tecnologia delle nostre macchine ha suscitato grande interesse da parte degli operatori del settore”.

La nuova versione in R-Pet (Pet riciclato) della cestella termosaldabile B22-TS è stata una delle novità con cui Ilip, azienda bolognese leader nella produzione di imballaggi plastici per prodotti ortofrutticoli, si è presentata a Fruit Logistica. La scelta dell’RPet, materiale ottenuto da raccolta differenziata e riciclo meccanico, e il relativo sistema di confezionamento in termosaldatura che non richiede il coperchio, riducendo l’utilizzo di materia prima, rendono la gamma di cestelle B22-TS ancora più ecosostenibili. Massima protezione degli articoli ed evidenza dell’inviolabilità della confezione, perfetta macchinabilità, elevata trasparenza per una presentazione ottimale del prodotto ed eccellente impilabilità nel punto vendita: questi sono ulteriori valori aggiunti della cestella termosaldabile B22-TS, disponibile nei due formati da 500 e 750 grammi. L’impegno per il rispetto dell’ambiente e per lo sviluppo di un’economia pienamente ecocompatibile non è una novità per l’azienda di Bazzano (Bologna). Ilip, divisione portante di Ilpa Srl, ha infatti attuato da diversi anni un percorso di sviluppo improntato sulla ricerca di materiali innovativi ad elevata compatibilità ambientale per i suoi imballaggi, come l’R-Pet o il Pla (polilattide), un prodotto completamente compostabile, derivato dalla fermentazione dell’amido di mais.

“Un processo complesso portato a compimento con difficoltà ma con tanta soddifazione e, soprattutto, un punto di partenza imprescindibile per il futuro”. Claudio Dall’Agata - direttore di Bestack - presenta così il sistema di certificazione “prestazionale” degli imballaggi in cartone ondulato. Bestack ha indirizzato il settore della produzione di imballaggi in cartone ondulato per ortofrutta verso orizzonti di progressivo miglioramento. Dopo la standardizzazione dei formati e la ricerca ambientale è arrivato il sistema di certificazione: una certificazione volontaria di prodotto, realizzata per accreditare ancor più il settore del cartone ondulato a partner di qualità dell’ortofrutta italiana. È aperta a tutte le aziende che vogliono produrre con qualità e con regole certe e trasparenti. Gli imballaggi certificati si riconoscono dal nuovo bollino di qualità - Bestack Quality Approved. “Abbiamo voluto fare le cose in maniera responsabile e trasparente - ha detto Dall’Agata - affidando la certificazione ad un'Ente terzo, l’Istituto Italiano dei Plastici. L’obiettivo è garantire le prestazioni degli imballaggi in funzione delle condizioni di impiego senza rinunciare alla personalizzazione strutturale dell’imballaggio”. La certificazione Bestack Quality Approved rientra tra le voci di costo finanziabili; consente alle Op di inserire 0,099 euro a cassa nei Piani Operativi a partire da quest’anno.

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Favorire l’internazionalizzazione delle aziende italiane nei Paesi dell’Est, in particolare in Moldova, Ucraina e Romania. È uno degli obiettivi dell’agenzia di consulenza e investimenti Studio C.O.M. di Villafranca (Verona), società specializzata nel seguire le imprese della filiera agroalimentare intenzionate a creare business e trovare nuovi mercati in quelle aree. “Il nostro intento - spiega Ermes Bampa (nella foto) di Studio C.O.M, intervistato a Fruit Logistica - è quello di essere il punto di riferimento per le aziende italiane che vogliono a investire sviluppando nuovi rapporti commerciali in questa macroarea”. L’agenzia scaligera dà assistenza burocratica e legale alle imprese facilitando il rapporto con le istituzioni locali e la creazione di eventuali società (compresa la realizzazione di potenziali infrastrutture ex novo), favorendo i contatti commerciali in loco. Studio C.O.M. partecipa in maniera attiva anche a delle fiere come l’Agro di Kiev, dedicata al settore agroalimentare, che si svolgerà nella capitale ucraina il prossimo giugno e in cui verrà costituita una sorta di “Piazza Italia” dove verranno date indicazioni specifiche alle aziende interes-

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La società veronese supporta le imprese agroalimentari a caccia di business e nuovi mercati di sbocco. Moldova, Ucraina e Romania le mete privilegiate

sate ad investire in Ucraina. “Si tratta di un’opportunità per le ditte - commenta Bampa - una sorta di piattaforma logistica dei prodotti italiani a Kiev. All’iniziativa hanno già aderito una quindicina di aziende”. Un altro progetto a cui la società veronese si sta dedicando è la realizzazione del nuovo centro agroalimentare di Chisinau, in Moldova, i cui lavori dovrebbero partire entro la fine del 2011. “Stiamo cercando di favorire il contatto tra le aziende italiane di trading, della logistica, dei servi-

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Internazionalizzazione a Est Studio Com lancia la sfida

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zi, di certificazione e così via, intenzionate a insediarsi in questa struttura come porta d’ingresso per Russia, Kazakistan, Azerbaigian, Uzbekistan”, sottolinea Bampa. Da un paio d’anni a Chisinau è stata aperta pure Italia Consulting, società di consulenza direttamente collegata a Studio C.O.M. che segue da vicino con personale locale i rapporti con le istituzioni, le aziende e associazioni locali sia per la Moldova che per Ucraina e Romania. Emanuele Zanini

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A Berlino la terza edizione della guida ai migliori fornitori italiani, più ricca e multimediale

Un consorzio pugliese a misura di Gdo

la cartoline promozionali di Fruitbook che invitavano a visitare il sito www.fruitbook.it, la versione online della testata, completamente rinnovato nel 2011. Il sito permette di scaricare gratuitamente il pdf completo della guida e le singole schede informative delle aziende “top suppliers”, ma anche - novità di quest’anno - di tenere aggiornati i buyer nazionali ed esteri sulle ultime novità di settore che provengono dall’Italia, sia a livello macroeconomico (previsioni di produzione, approfondimenti sui singoli prodotti, flussi di import export) sia a livello microeconomico (novità legate alle singole aziende). Un servizio di informazione, quindi, legato all’attualità, curato da uno staff giornalistico, che vuole rispondere a una richiesta arrivata dagli stessi buyer esteri, desiderosi di avere delle notizie filtrate, selezionate e molto specifiche. La versione on line di Fruitbook dà anche la possibilità di scaricare le newsletter che vengono inviate alle migliori aziende italiane del settore, con periodicità mensile. La newsletter ha l’obiettivo di dare degli spunti di riflessione, attraverso interviste esclusive ai buyer esteri e approfondimenti su alcune fiere o eventi internazionali cui lo staff di Fruitbook ha occasione di partecipare. Perché Fruitbook non viene distribuito solo a Fruit Logistica, ma anche a tutta una serie di appuntamenti internazionali del settore nel corso dell’anno e attraverso la spedizione vera e propria al suo target di riferimento.

Si chiama Seven, come i soci che lo compongono. È il nuovo consorzio, nato in Puglia con l’esigenza da parte della produzione di avere un rapporto più diretto con la grande distribuzione organizzata accorciando al contempo la filiera. L’obiettivo della nuova organizzazione (che comprende le aziende Agrilodi, Agripuglia, Antresini, Errefruit, Prato Cesarino, Spezzano e Supernatural) è unire le produzioni dei soci e commercializzarle principalmente attraverso le catene distributive dell’Est Europa (ma non solo) e attraverso supermercati “alternativi”, con cui non lavorano i competitors. “Il consorzio - spiega Angelo Antresini, direttore commerciale di Seven Group (il cui presidente è Giuseppe Coladonato) e di Nava di Rutigliano (Bari) - è stato creato pochi mesi fa ed è già fornitore di quattro catene di supermercati nell’Europa dell’Est. Il nostro obiettivo è proprio quello di penetrare nei mercati poco battuti di quelle aree. Nato come consorzio per l’uva pugliese prosegue Antresini - è diventato interregionale (visto che ci sono soci provenienti da altre regioni come la Calabria) e rappresentativo non solo di un prodotto (ci sono pure kiwi, agrumi e altro). Siamo molto soddisfatti sui primi risultati. L’obiettivo che ci eravamo prefissati in un anno è stato raggiunto in quattro mesi”, sottolinea soddisfatto Antresini. “Nei suoi primi 120 giorni il consorzio ha raggiunto i 2,5 milioni di euro di fatturato. Ora ripianificheremo il budget annuale”. Il numero dei soci è destinato comunque ad aumentare visto che le richieste di entrare a far parte del consorzio non mancano. Semmai il problema sarà decidere se mantenere o meno il nome Seven, che indica appunto il nu-

È stata presentata a Berlino in occasione di Fruit Logistica la terza edizione di Fruitbook, la guida annuale ai migliori fornitori italiani di frutta, rivolta ai buyer della grande distribuzione organizzata internazionale, agli importatori e agli operatori che svolgono attività di importazione all’interno dei maggiori Mercati all’ingrosso. Nel corso della fiera sono state distribuite in modo selezionato e ragionato oltre 800 copie di Fruitbook a espositori e visitatori rientranti nel target di riferimento. Per la prima volta nei punti di accesso al maxi stand di Piazza Italia erano collocati due espositori di Fruitbook, che hanno consentito una maggiore distribuzione e una notevole visibilità della testata, a beneficio delle migliori aziende italiane del settore, presenti all’interno della guida in numero superiore rispetto alle precedenti edizioni. Non solo un numero crescente di aziende censite, 95, ma anche un nuovo capitolo dedicato agli specialisti dei carichi misti (un servizio sempre più apprezzato dalla distribuzione europea), hanno permesso a Fruitbook di raggiungere la foliazione di 168 pagine (erano 144 nell’edizione 2010, 120 nell’edizione 2009). La presenza del nuovo capitolo sui carichi misti ha segnato l’apertura della guida agli ortaggi, una parte fondamentale della produzione italiana che troverà sicuramente maggiore spazio nelle prossime edizioni. Durante la fiera berlinese sono state distribuite anche circa 2 miwww.corriereortofrutticolo.it

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Accordo con il Caab e sempre più ortofrutta A vele spiegate sulle “autostrade del mare” mero delle aziende associate. Non è escluso che in un secondo momento venga creata un’azienda ah hoc direttamente in Russia “per avere una maggior fluidità delle vendite e delle forniture”, conclude Antresini.

AGRICOLA SAN MICHELE

Rotta sull’Egitto con intese importanti

“Obiettivo Egitto” sempre più presente nelle strategie commerciali dell’azienda agricola San Michele. Lo testimonia la collaborazione che l’impresa milanese ha instaurato con Tarouty Greens dell’Egyptian Agrofoods del Cairo nella produzione e commercializzazione di cipollotti. “In Egitto - spiegano Angie Helmi e Ahmed El Tarouty dell’azienda egiziana - abbiamo in coltivazione una varietà italiana di cipollotto su un’ottantina di ettari con terreni dotati di irrigazione automatica 24 ore su 24. Con la collaborazione dell’impresa San Michele esportiamo il prodotto in tutto il mondo con ottimi riscontri grazie anche all’alta qualità”. I problemi che il Paese nordafricano ha avuto nei mesi scorsi non hanno avuto particolari conseguenze sul lavoro. “C’è stata una sola settimana di blocco al 25 gennaio ma poi la situazione è tornata alla normalità. Ora pensiamo a proseguire su questa strada e approfondire la partnership con San Michele anche con altri ortofrutticoli”. (E.Z.) M a r z o

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Grimaldi continua a percorrere a vele spiegate le rotte delle “autostrade del mare”. La società partenopea punta decisamente a incrementare ad ampio raggio i collegamenti marittimi per il trasporto di camion, autoarticolati, containers, specie tra i porti del Mediterraneo. L’ortofrutta all’interno del business di Grimaldi sta assumendo un ruolo crescente visto che rappresenta ormai il 15% dei trasporti complessivi. Una delle nuove linee è la Livorno-Valencia-Tangeri che ambisce a diventare un importante collegamento per gli scambi commerciali tra Italia, Spagna e Marocco. Il gruppo napoletano inoltre ha stretto recentemente un accordo con il Caab di Bologna per favorire i clienti del Triveneto che attraverso il centro agroalimentare felsineo possono trovare un collegamento diretto con il porto di Livorno da dove arriva la merce proveniente dalla Spagna. “Per quest’anno intendiamo potenziare ulteriormente la linea Livorno-Valencia - spiega Guido Grimaldi (foto sotto), commercial manager delle linee Short Sea del Gruppo Grimaldi - che è stata già migliorata grazie al carico non solo della merce ma anche dei camion e degli autisti. Tuttavia i trasporti tra Italia e Spagna vanno ancora molto via strada. Abbiamo pertanto ancora molto lavoro da effettuare”. Per quanto riguarda i collegamenti tra Egitto e Italia (con sca-

lo a Venezia e Ravenna) alla Grimaldi hanno intenzione di garantire il trasporto non solo attraverso container refrigerati ma pure con camion dotati direttamente di celle frigo. “Stiamo inserendo nuove frequenze delle tratte due volte alla settimana”, aggiunge Grimaldi. “Stiamo avendo dei buoni riscontri pure dalla Genova-Tripoli con una cinquantina di camion con carichi da 25 tonnellate di mele. Per quest’anno punteremo a implementare i servizi pure sul Marocco”. Nel 2010 il gruppo napoletano ha incrementato i volumi complessivi trasportati del 14%. Nel 2011 l’obiettivo è crescere di un ulteriore 10%. Lo scorso anno sono stati caricati 250 mila camion di cui 25 mila erano di ortofrutta. Secondo Grimaldi non mancano tuttavia i problemi nel settore, soprattutto nella logistica. “Le infrastrutture nei porti sono spesso inadeguate. Servirebbero spazi più grandi e più efficienza. È necessario che le istituzioni comprendano l’importanza delle autostrade del mare e il relativo abbattimento di tempi e costi rispetto al trasporto su gomma. A questo - aggiunge il manager - dovrebbe seguire una maggiore flessibilità negli orari di lavoro dei camionisti a volte massacrati da turni impossibili quando sono sulla strada (mentre con i viaggi via nave avrebbero la possibilità di riposarsi). Serve fare più “cultura” sulla sicurezza”. Emanuele Zanini

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Emanuele Zanini

I Mercati possono e devono tornare a recitare un ruolo da protagonisti all’interno del comparto ortofrutticolo. Ne sono convinti i vertici dei Centri agroalimentari, almeno quelli che erano presenti a Fruit Logistica, in cui si sono registrati in generale buoni contatti e dove si respirava un clima di moderato ottimismo per il futuro. Le parole chiave per essere più competitivi sembrano essere sempre di più specializzazione e miglioramento dei servizi offerti. I mercati generali devono insomma cambiare pelle: sia, almeno per alcuni, dal punto di vista logistico e strutturale con un ammodernamento degli impianti, sia nel rapporto, spesso conflittuale, con la grande distribuzione organizzata. Per la maggior parte dei centri questo rapporto deve essere visto come opportunità di crescita e cooperazione che come nemico da combattere a tutti i costi. Al Car, Centro agroalimentare di Roma, in grado di movimentare, ogni anno 8 milioni di quintali di ortofrutta su spazi per 140 ettari (secondo mercato italiano dopo Fondi), quest’anno partiranno i lavori per creare su un’area di 6070 mila metri quadrati delle nuove infrastrutture per potenziare la funzione del centro come hub logistico. “La grande distribuzione si sta riavvicinando ai mercati”, sottolinea Fabio Massimo Pallottini, amministratore delegato di Cargest, società di gestione del Car. “La Gdo ha visto che i settori specializzati richiedono un rapporto profondo con gli operatori attraverso servizi precisi ed efficienti”. “Anche per questo, ma non solo, - precisa Pallottini - oltre a progetti legati al miglioramento logistico, al settore Horeca e ai mercati rionali e piccoli acquirenti, una delle iniziative che stiamo portando avanti è quella di sviluppare un marchio specifico per i prodotti ortofrutticoli per creare un valore aggiunto alle produzioni locali”. Una particolare attenzione alla M a r z o

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Piattaforme e più Gd Mercati fiduciosi Svariati contatti e moderato ottimismo tra i numerosi stand degli enti gestori e degli operatori dei Centri agroalimentari che puntano su specializzazione e servizi per crescere

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Francesco Cera, Fabio Massimo Pallottini, Gian Battista Ratto e Roberto Loschi

grande distribuzione viene riservata pure dal Mercafir, centro alimentare polivalente di Firenze, in cui il 75% dei prodotti movimentati è ortofrutta, mentre il 60% del fatturato arriva da aziende di trasformazione e servizi, in particolar modo logistici (il restante 40% dai mercati). Secondo Valdemaro Nutini, presidente della società di gestione, la strada da seguire è implementare i servizi logistici oltre che creare nel Mercafir un piccolo distretto dell’alimentazione con un salone del gusto permanente: “Stiamo cercando di attribuire al mercato una concezione moderna con una rilettura del centro agroalimentare compreso il ruolo dell’ente gestore (che al momento è all’85% del Comune di Firenze e al 15% di privati)”. Una delle chiavi di volta sarà però ristrutturare la sede su cui è in discussione un progetto. Per il mercato ortofrutticolo di Genova invece quest’anno è stata la prima partecipazione a Fruit Logistica. Il primo anno di attività nella nuova sede del centro a Bolzaneto ha dato buoni risultati segnando un +18% in volumi di prodotto fresco con la conferma degli occupati prima del trasferimento dalla storica sede di Corso Sardegna con 2 milioni di quinta-

li di merce movimentata su 80 mila metri quadri di superficie. “Nel 2011 ci sarà un cambio di marcia promette l’amministratore delegato dI Sgm, società di gestione del mercato, Gian Battista Ratto. “Prenderanno via i lavori per la realizzazione di una piastra logistica da 8 mila metri quadrati con celle frigoconservate che consentirà di implementare la redistribuzione dei prodotti”. E questo nell’ottica di ripensare alle sinergie con la gdo necessarie secondo Ratto “affinché i mercati tornino ad essere degli osservati speciali. L’obiettivo è trasformare il mercato in una grande piastra logistica. “L’idea finale, in un secondo momento, sarebbe quella di portare lo scalo ferroviario all’interno del mercato in collegamento diretto con il porto”. Segni incoraggianti da Berlino e non solo per il Maap di Padova, il principale mercato in Italia con vocazione all’export (30% sul totale). La movimentazione merci e il fatturato nel 2010 sono cresciuti dell’1% rispetto al 2009 (dopo rispettivamente un -7 e un -20% nel 2009 sul 2008). Francesco Cera, direttore del Maap è convinto che sia necessario come nuova strategia sviluppare piattaforme di distribuzione per importare prodotwww.corriereortofrutticolo.it

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to dal Sud America e dal Sud Africa. In un’ottica votata all’exportoriented: “È necessario creare presenze più significative all’estero, avere attività dirette nei Paesi d’interesse, ma gli operatori a volte fanno fatica a capirlo. Turchia e Spagna sono molto più avanti che l’Italia in questo”. Il Maap intanto si sta concentrando sul mercato siriano sfruttando il Green Corridor che da Venezia arriva fino al Paese mediorientale. Ad essere in sinergia con il Maap è Veronamercato, visto che i due centri agroalimentari si presentano assieme all’estero, specie nell’Est Europa. Il centro scaligero ha in ogni caso una propria forte identità basata sul forte ruolo della movimentazione logistica, “che va ad ogni modo potenziato”, spiega il direttore Paolo Merci. “Il nostro centro, dall’anno del trasferimento nella sede attuale avvenuta nel 2003, è cresciuto del 30% nel primo triennio e poi si è consolidato”, spiega il direttore di Veronamercato, realtà che movimenta 4,3 milioni di quintali di ortofrutta con 72 aziende presenti in loco. Ma è necessario lavorare ancora per intercettare il traffico merci e creare piattaforme logistiche nei punti strategici. Il che vuol dire estero. D’altra parte - conclude Merci - il sogno sarebbe, al contempo, offrire la garanzia al consumatore finale. Il mercato in generale dovrebbe infatti consentire il transito solo di prodotti certificati garantiti”. Sulla grande distribuzione invece Merci ammette: “La gdo fa quello che vuole, ma per nostra fortuna i suoi interessi coincidono con i nostri: offrire ortofrutta fresca, con qualità e una garanzia dei servizi”. Al mercato di Udine, in cui tre quarti della merce che transita è ortofrutta (1,2 milioni di quintali di frutta e ortaggi), invece si è attuata una rivoluzione logistica per ottimizzare i servizi che, attraverso un investimento di 8 milioni di euro, ha portato alla realizzazione di nuove banchine, un nuovo ingresso. Poi a breve verranno costruite 4 piattaforme lowww.corriereortofrutticolo.it

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gistiche frigoconservate su un’area di 3.500 metri quadrati per sviluppare al meglio le forniture alla grande distribuzione nazionale ed estera. “Siamo proiettati sui Paesi dell’Est Europa - rivela Andrea Sabot, direttore della società di gestione Udine Mercati (la proprietà del centro agroalimentare è per il 56% comunale) dall’Austria, alla Croazia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Serbia, Romania, fino a Paesi del Baltico e Polonia. L’obiettivo è proseguire sulla via della ottimizzazione dei servizi logistici che consentirà rapportarsi in maniera più proficua anche con la Gdo”. Per Roberto Loschi, presidente di Treviso Mercati, il mercato ortofrutticolo deve tornare a essere l’anello di congiunzione tra la produzione e il consumatore, che è pure l’obiettivo del progetto “Acquistare informati” partito lo scorso anno, che prevede la creazione ogni settimana di una clas-

sempre fresca. Serve però maggior cooperazione”. Per quanto riguarda invece il mercato di Milano, per la prima volta quest’anno ha partecipato a Fruit Logistica con uno stand realizzato congiuntamente tra l’ente gestore (Sogemi) e gli operatori (Ago), “a rimarcare quanto siano condivisi gli obiettivi di sviluppo delle attività commerciali - spiega Stefano Zani, direttore generale di Sogemi - che trovano la loro sintesi nei contenuti del piano di rilancio e rifacimento dei Mercati milanesi messo a punto in collaborazione tra Sogemi e Associazione Grossisti Ortofrutticoli”. “Fruit Logistica si è confermata la più importante rassegna a livello mondiale”, spiega il direttore della società che gestisce una struttura con una superficie di 445 mila metri quadrati e 9 milioni di tonnellate di prodotti commercializzati di cui il 30% dedicati all’export con un volume d’affari di

Da sinistra Paolo Merci; Meglio, Zani e Albuzza (Mercato di Milano); Andrea Sabot

sifica dei prodotti ortofrutticoli più convenienti in base anche alla disponibilità stagionale. “Lo scopo è ricreare la fiducia nel consumatore”, spiega il presidente della società che gestisce il mercato veneto in grado di movimentare lo scorso anno circa 1,2 milioni di quintali di prodotti. Per quanto riguarda il rapporto con la Gdo Loschi afferma che “sarebbe importante che la grande distribuzione capisse quanto sia fondamentale che l’ortofrutta venga trattata con particolare cura per avere una garanzia di qualità e di sicurezza alimentare. È per questo che le catene devono rivolgersi di più ai Mercati ortofrutticoli perché in tal modo hanno la possibilità di avere merce

1.900 milioni di euro all’anno. “La sua attuale impostazione corrisponde appieno alle esigenze degli operatori. I grossisti milanesi presenti in fiera hanno avuto modo di consolidare molti rapporti e di avviare numerosi nuovi contatti commerciali con interlocutori stranieri interessati ai prodotti italiani”. Positivi i riscontri a Berlino pure per il Caab di Bologna, a Fruit Logistica dal 1997, grazie a nuovi contatti e alla partnership con Grimaldi, nonostante i pensieri al momento siano altri dopo la bufera scoppiata sulla sfiducia all’amministratore Alberto Maffei Alberti presentata dai grossisti e la presa di posizione del commissario Anna Maria Cancellieri. ● M a r z o

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Nel panorama depresso delle fiere del Mezzogiorno (ormai la partita fieristica italiana si gioca in sole tre regioni: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna), la biennale Agrosud - svoltasi alla Mostra d’Oltremare di Napoli dal 25 al 27 febbraio - ha presentato alcuni spunti interessanti. Innanzitutto i “focus”: non una generica fiera dell’agricoltura, ma una manifestazione orientata sui tre elementi che fanno la forza (e il reddito) dell’agricoltura campana e del Mezzogiorno: l’ortofrutta, la bufala, l’olivo. Ambiti che meriterebbero ognuno un salone specifico e uno sforzo organizzativo comune delle regioni del Sud. Ma Agrosud, con la sua sezione sull’ortofrutta Ortomed, il suo significato l’ha avuto: non ha deluso. Sono stati tre giorni intensi, con dati migliori dell’edizione 2009 per quanto riguarda i visitatori (oltre 40 mila) e una tenuta degli espositori (320). Peccato che alcune aziende ortofrutticole campane l’abbiano snobbata: Agrosud avrebbe meritato una presenza più massiccia dei “campioni” campani dell’ortofrutta, che sono stati comunque rappresentati da aziende molto specializzate come la Del Prete (aglio), come la Giandomenico Consalvo (erbe aromatiche), l’Agricola Canciello (asparagi, cavoli rapa, valeriana), dal Consorzio di Tutela Melannurca Campana Igp. Significative presenze anche di fornitori di servizi, dalla logistica alla certificazione. Certiquality ha organizzato un convegno con Isabella D’Adda e Vincenzo Borrelli. Un fenomeno tutto campano è la Melannurca, con un consorzio di tutela che è un esempio di buona organizzazione. La Annurca si coltiva in tre province: Napoli, Caserta e Benevento. I soci del consorzio sono 58 produttori e sei

Focalizzata su ortofrutta, bufala e olivo, la rassegna andata in scena a fine febbraio è stata ravvivata da 320 espositori, con qualche assenza pesante tra le aziende leader locali

Alcune immagini della fiera biennale campana. Mela Annurca, fagiolo di Controne e aglio i prodotti ortofrutticoli più in vista

confezionatori e lavorano circa 8.000 tonnellate l’anno. Il consorzio è depositario del marchio, compie controlli sulla qualità e campagne di valorizzazione. “La nostra è una produzione di nicchia - spiega il presidente Raffaele De Rosa, incontrato a Agrosud che raggiunge il mercato tra settembre e maggio. Oltre il 70% del prodotto certificato viene collocato presso la grande distribuzione. I prezzi che riusciamo a spuntare sono di solito abbastanza buoni (65-70 centesimi al produttore quest’anno) ma molti non sanno che questa piccola mela richiede molto lavoro, soprattutto perché la raccolta è seguita dalla fase di arrossamento su paglia o trucioli che prende dai dieci ai quindici

giorni”. De Rosa è ottimista. Il Piano di Sviluppo Rurale della Campania dovrebbe permettere al Consorzio di lanciare una buona campagna di promozione per Melannurca. Il Consorzio ha già fatto però strada per far conoscere un prodotto unico nel suo genere attraverso piccole pubblicazioni curiose ed efficaci. Ma Agrosud nascondeva anche altre “perle” del sorprendente mondo delle nicchie produttive della Campania, come il fagiolo di Controne, in provincia di Salerno, che Slow Food suggerisce per la sua “estrema qualità in cucina”. Bmc Consulting, organizzatrice di Agrosud, metterà presto a punto i programmi per la prossima edizione, nel 2013. (a.f.)

ATTUALITÀ

Le tre “anime” di Agrosud In 40 mila alla fiera di Napoli


A ttualità Coltura, cultura e... innovazione ●

Rolando Drahorad

Sentire ogni tanto un giudizio sul nostro mondo agricolo e alimentare pronunciato da un estraneo è salutare. Dovrebbe anzi essere normale visto che tutti siamo fruitori di prodotti alimentari, avendone bisogno ogni giorno per la nostra sopravivenza. Mi riferisco qui specificamente all’intervento dello scrittore Antonio Pascale in occasione del convegno Coltura & Cultura, organizzato a Rimini da Bayer Crop Science Italia, che ha propiziato un incontro fra tecnici e ricercatori agricoli con i media di ogni genere. Pascale è convinto che l’Italia sia ferma perché vi regna un sapere che chiama “nostalgico”, in quanto ancorato al concetto che “naturale è buono” e “artificiale è cattivo”. Molti intellettuali, da Pasolini in poi, portano avanti queste tesi: il risultato è un’avversione generalizzata all’innovazione e all’accettazione del fatto che la ricerca nel suo insieme porta risultati positivi, anche in agricoltura. L’invito dello scrittore è quello di sforzarsi a produrre prodotti sostenibili ma anche, in seguito, di raccontarli. È quello che la collana “Coltura e Cultura” si prefigge e l’incontro fra centinaia di tecnici e ricercatori (sono 600 i collaboratori che hanno dato il loro contributo all’opera) con i giornalisti ha senz’altro rappresentato il culmine di questo percorso. I 12 volumi già usciti (l’ultimo è sulla fragola, presentato lo scorso 22 febbraio), più gli 8 che dovranno ancora vedere la luce, sono il prodotto più completo e perfezionato possibile che si possa immaginare come focus su una singola specie. Sono tomi di centinaia di pagine l’uno su grano, pero, vite e vino, mais, pesco, riso, ulivo e olio, carciofo, uva da tavola, pomodoro e fragola. Nei prossimi anni usciranno quelli su patate, insalata, agrumi, susine ed albicocco, ciliegio, frutta secca, cocomero e melone e, per ultimo, l’orzo e la birra. Gli ideatori dell’iniziativa si sono dati dunque la mission di informare sulle produzioni italiane, colmare cioè il gap che si è creato negli ultimi decenni fra frutticoltori, specialisti intermedi e consumatori. Si tratta di informare gli italiani, ma non solo: l’ultima edizione, quella sulla fragola, coinvolge ad esempio già 17 Paesi di tutto il mondo e una delle prime, quella sul pomodoro, sarà in vendita a metà prezzo in Internet su iTunes entro l’anno. Il supporto ideale per la lettura globalizzata sarà l’iPad. Quale mezzo migliore per promuovere efficacemente in tutto il mondo le eccellenze italiane e creare un’immagine del Paese positiva, a supporto delle future attività esportative? Lo avrà pensato anche Bayer Crop Science Italia, sperando che insieme al buon nome delle pro54

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La presentazione dell’ultimo volume della collana di Bayer Crop Science Italia fa riflettere su sostenibilità e “promozione”

Agrifil lancia il marchio di qualità per la produzione integrata Il sistema di Qualità nazionale di produzione integrata sarà facilmente identificabile da un marchio che certificherà la metodologia di produzione: i consumatori, in tal modo, avranno una garanzia in più sulla qualità e sicurezza dei prodotti ortofrutticoli “made in Italy”. È quanto è emerso a Rimini in occasione di “Agrifil”, salone della filiera agroalimentare e della meccanizzazione agricola al debutto (circa 10 mila i visitatori stimati). Il sistema di produzione integrata è basato sull’utilizzo di tutti i mezzi produttivi e di difesa delle produzione agricole dalle avversità, nel pieno rispetto dei principi ecologici, tossicologici ed economici. Il marchio di produzione integrata aggiunge quindi un nuovo ed importante tassello a supporto della garanzia delle produzioni ortofrutticole italiane, fronteggiando i tentativi di contraffazione e fornendo al consumatore tutela anche in termini di salute e igiene alimentare. A questo fine il Mipaaf ha promosso un concorso per individuare il logo di produzione integrata da applicare su tutti i prodotti ortofrutticoli, mentre alcune proposte scelte dai consumatori tramite una votazione sul web, sono disponibili sul sito www.reterurale.it. duzioni agroalimentari italiane sia anche il marchio Bayer a trarne vantaggio. Dovremmo rifiutare la partnership con un colosso della chimica, se da un lato ci aiuta a produrre meglio e dall’altro offre anche un valido appoggio promozionale? Io sono propenso a credere che chi risponde di sì faccia parte dei sostenitori del “sapere nostalgico”, chi invece approva la partnership testimonia la sua fede in una scienza capace di trovare nel futuro le soluzioni per una produzione sostenibile per tutti: agricoltori, distributori e consumatori. Sono le soluzioni che permetteranno di realizzare buona parte delle aspirazioni dei cittadini che si augurano (vedi pubblicazione 2010 GfK-Eurisko 2009): sicurezza alimentare, sicurezza ambientale, continuità nella tradizione e futuro per le prossime generazioni. ● M a r z o

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Reciprocità di regole qualitative, commerciali e fitosanitarie tra i paesi europei ed extraeuropei; un ruolo più forte delle Organizzazioni dei produttori anche su scala transnazionale per governare meglio l’offerta sui mercati; reti protettive per affrontare le crisi di mercato attraverso fondi mutualistici e possibilità di ritiro delle produzioni eccedentarie; trasparenza e nuovi strumenti contrattuali nei rapporti con la grande distribuzione; una politica più incisiva per contrastare il calo generalizzato dei consumi domestici di frutta e verdura. Sono queste le richieste a sostegno del comparto ortofrutticolo che arrivano dall’Emilia-Romagna, in vista della definizione della nuova politica agricola comune 2014-2020. A formularle è stato l’assessore all’agricoltura Tiberio Rabboni che ha aperto i lavori del convegno “Nuova Pac ed ortofrutta: la posizione italiana” organizzato dalla Regione Emilia-Romagna. “Nonostante i forti investimenti in qualità e innovazione, l’ortofrutta italiana ed emilianoromagnola continua a soffrire di una bassa redditività - ha sottolineato Rabboni - Vogliamo che nella nuova Pac ci sia una risposta adeguata alle difficoltà di questo importante comparto. Perché

Fedagri: mantenere immutato il bilancio Ue e agevolare i processi aggregativi dell’offerta M a r z o

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Le richieste sono emerse da vari consessi, a partire dal convegno organizzato dalla Regione Emilia Romagna alla presenza di De Castro e degli esponenti delle categorie

Bruni a Barroso: primario bistrattato Si è svolto il 31 gennaio a Bruxelles l’incontro tra il presidente della Commissione Europea José Manuel Durao Barroso e i presidenti del Copa Padraig Walshe, della Cogeca Paolo Bruni e Joris Baecke presidente Ceja - giovani agricoltori - per affrontare il tema del ruolo economico dell’agricoltura europea e del suo contributo alla strategia comunitaria per il 2020. Nel suo intervento, Bruni ha insistito sulla necessità di tenere in maggiore considerazione il ruolo delle cooperative agricole ai fini di un riequilibrio della catena alimentare: “Dobbiamo cessare di sacrificare in maniera sistematica l’agricoltura sull’altare dei negoziati internazionali: basti pensare che il settore impiega un lavoratore europeo su sei”.

ATTUALITÀ

Reciprocità, Op forti, “reti” anti crisi: la Pac secondo l’Italia

ciò accada occorre però che l’Italia definisca proposte chiare e di alto profilo, con una posizione unitaria e condivisa nei confronti dell’Unione europea”. Di “gioco di squadra” ha parlato anche il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo de Castro. “E’ importante - ha detto, ricordando che dalla politica agricola comune arrivano all’Italia ogni anno 6,3 miliardi di euro - cercare di mettere insieme Stato, Regioni e noi parlamentari europei per cercare di difendere quella che oggi è la più importante politica dell’Unione europea sia in termini di risorse finanziare che di impatto economico sociale”. Al convegno sono intervenuti anche Mario Catania del ministero delle Politiche agricole, i rappresentanti nazionali di Coldiretti, Confagricotura, Cia, Copagri, Legacoop, Confcooperative e delle principali Unioni di prodotto. ●

“La prima battaglia sarà quella per il mantenimento della dotazione di bilancio, perché dobbiamo essere certi di quante risorse finanziarie avremo a disposizione. Da questo elemento si dovrà partire per una riforma dei pagamenti diretti in favore dei cosiddetti agricoltori attivi che potrebbe consentire di rivedere tante distorsioni create in passato oltre che razionalizzare meglio la spesa agricola”. Lo ha detto il presidente di Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardini a nome di tutte e tre le organizzazioni cooperative del paese (Fedagri - Confcooperative, Legacoop Agroalimentare, Agrital Agci), in occasione del Forum sulla “Pac verso il 2020” promosso il 22 febbraio dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. “La seconda questione su cui far convergere le forze - aggiunge Gardini - è l'aggregazione dell'offerta. Un tema da affrontare se si vogliono dare all'agricoltura giusti strumenti a fronte delle sfide di mercato. Vogliamo una Pac forte e orientata al mercato”.

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Negoziato Ue-Mercosur, «Bruxelles a tutela degli agricoltori» “Il Parlamento Europeo ha accolto tutte le proposte della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale per salvaguardare l’agricoltura europea dai rischi connessi agli accordi commerciali internazionali, compresi quelli con il Mercosur”: questo il commento del presidente della CommAgri Paolo De Castro al termine dell’approvazione della relazione sull'agricoltura della Ue e il commercio internazionale. “Abbiamo chiesto e ottenuto dall’esecutivo - continua De Castro di evitare di fare concessioni che potrebbero avere un impatto negativo sull’agricoltura dell’Unione in sede di negoziati commerciali extra-Ue”. “Protezione degli interessi dei nostri agricoltori durante i negoziati internazionali, primo fra tutti quello con il Mercosur: è questo - ha detto De Castro - l’obiettivo che abbiamo raggiunto in aula dopo un lungo e complesso lavoro che ci ha visti impegnati negli ultimi mesi in Commissione Agricoltura”. A tal riguardo, sono stati accolti tutti i 61 paragrafi della Relazione, compreso il numero 47 nel quale abbiamo chiesto alla Commissione di presentare una valutazione d'impatto prima della conclusione dei negoziati. Un documento importante, lo ha definito De Castro, per garantire un mercato più trasparente, orientato al concetto della cosiddetta reciprocità delle regole e che favorisca la prospettiva di una maggiore convergenza a livello internazionale degli standard applicati dall’Unione Europea. Un tema ritenuto fondamentale per evitare che gli sforzi europei in tema di benessere animale, qualità, ambiente vengano vanificati da un mercato incapace di riconoscere i valori sociali insiti in un prodotto. ● 56

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De Castro: accolte le proposte della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale dell’Unione Europea per salvaguardare il settore dai rischi connessi ad accordi commerciali

«Più attenzione alla qualità e alla sostenibilità» Opo Veneto “prefigura” la politica comunitaria Convegno con vivace dibattito a Sant’Alberto di Zero Branco, in provincia di Treviso, sulla nuova Pac e sull’Ocm per il settore ortofrutticolo. Relazione di Amedeo Gerolimetto, capo della segreteria del ministro per le politiche agricole, alimentari e Forestali Giancarlo Galan. Interventi inoltre del direttore di Opo Veneto Cesare Bellò e di Simone Natali (Opo Veneto). L’obiettivo: capire come si stanno delineando i nuovi scenari europei per l'agricoltura, gli indirizzi e le tendenze del mercato, i criteri di investimento delle risorse disponibili a vario livello. Si parla di “rivoluzione” rispetto al passato. L'attenzione sarà riservata alla qualità più che alla quantità. In primo piano gli aspetti ambientali e naturali. Sarà tenuta in ampia considerazione la biodiversità. In altri termini si valorizzerà in modo particolare l’agricoltura sostenibile ed orientata al mercato nel segno della qualità. Sarà premiato il valore aggiunto rappresentato dal territorio. Gli agricoltori vengono intesi sempre più come figure professionali che lavorano la terra, ma anche come sentinelle dell’ambiente. Occorre creare le condizioni quindi perché il loro reddito sia garantito e tutelato nei momenti di crisi o di grande volatilità dei prezzi. Nella sua relazione Gerolimetto ha detto che “È una nuova agricoltura e un nuovo mercato per i prodotti che si stanno prospettando, dove saranno favoriti i segmenti di attività realmente produttivi. Non c'è più spazio e mancano le risorse per il tradizionale assistenzialismo o per interventi generici e improduttivi. Si punta quindi a proposte efficaci, imprenditoriali, capaci di reali risultati”. Gerolimetto, Cesare Bellò e Simone Natali hanno insistito sugli aspetti ambientali, su un'agricoltura sostenibile ed ecocompatibile. Sono stati evidenziati, sotto questo profilo, gli scenari positivi che si aprono per l’orticoltura italiana e veneta in particolare, con la ricchezza e la grande varietà dei suoi prodotti tipici e di riconosciuta qualità legati al territorio: “Ci sono quindi buone basi per crescere”, la conclusione del convegno.

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Conversano, in provincia di Bari, ha ospitato recentemente il 14mo Congresso nazionale sull’uva da tavola - 10ma edizione internazionale - presieduto da Mario Cola- pietra e con la partecipazione oltre 800 invitati, in gran parte produttori di uva da tavola, ricercatori, tecnici, studenti universitari e delle scuole secondarie ad indirizzo agrario. Come ogni anno è stata l’occasione per discutere di risultati delle ricerche, tecniche colturali, andamento della commercializzazione dell'annata precedente e di prospettive. Colapietra ha rilevato che il quantitativo di uva senza semi a maturazione precoce ottenuto con la varietà Sugraone è sufficiente per le esigenze dei mercati nazionali ed esteri durante i mesi di luglio e agosto; non così si può dire per i mesi successivi. L’obiettivo da raggiungere nei prossimi anni sarà di ridurre i quantitativi di uva delle varietà Italia e Red Globe prodotta nei mesi di settembre e ottobre con le novità varietali apirene Sophia e Autumn King, Crimson. Colapietra ha concluso affermando che vi sono concrete speranze che ciò possa avverarsi. Altra tematica affrontata da Colapietra, Baldoni e Quarta è la fertilizzazione della vite per la produzione di uva da tavola. Il periodo più indicato per la concimazione azotata è quello precedente il germogliamento, alla fase fenologica di “gemma d’inverno”. Scarsi risultati produttivi o peggioramenti qualitativi sono emersi con eccessivi apporti di azoto e con interventi in fasi fenologiche avanzate. La somministrazione di 80 kg/ha di azoto e 200 kg/ha di calcio, risultano sufficienti per ottenere un buon equilibrio vegeto-produttivo del vigneto. L’impiego della calcioM a r z o

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A Conversano il 14ma congresso nazionale con produttori e ricercatori cianamide, rispetto alla concimazione azotata con urea, ha consentito di ottenere maggiore produzione per la capacità di questo particolare concime di cedere lentamente l’azoto, di evitare il suo dilavamento e di favorire l’assorbimento nei periodi di necessità della vite. Il congresso ha dedicato particolare attenzione alla prevenzione della salute dell’operatore agricolo durante i trattamenti con agrofarmaci. Sulla cooperativa Anceo, definita esempio di associazionismo tra i produttori di uva da tavola con certificazione GlobalGAP è intervenuto il presidente, Francesco Alabrese. Nel suo intervento ha rilevato la necessità di aggregarsi per meglio affrontare le problematiche sull’uva da tavola: assistenza tecnica, applicazione di protocolli di certificazioni richieste dalla grande distribuzione italiana ed internazionale, commercializzazione

dell’uva. Syngenta ha presentato una novità per la prevenzione e il controllo della peronospora “Pergado: l’antiperonosporico antipioggia e Affirm lo specialista dei lepidotteri. Successivamente Onat Akdemir ha svolto la relazione sulla produzione e commercializzazione dell’uva da tavola in Turchia. La produzione di uva da tavola è di 21,5 milioni di quintali, rispetto ai 18 milioni di quintali prodotti dai Paesi dell’Unione Europea. La superficie totale utilizzata per la viticoltura è di 560.000 ettari di vigneti da cui si ottiene il 30% di uva da tavola per il consumo fresco, il 37% per la produzione di uva secca, il 30% per altre destinazioni e soltanto il 3% per la produzione di vino. Tra le cultivar prodotte in Turchia vi sono molte coltivate anche in Italia: Sugraone seedless, Victoria, Crimson seedless, Italia, Michele Palieri, Cardinal, Sultanina.

ATTUALITÀ

Sviluppo del seedless prioritario nelle strategie dell’uva pugliese

“Bacca d’Oro” a Carton Pack La “Targa Bacca D’Oro”, prestigioso riconoscimento consegnato con una cerimonia ufficiale durante il congresso a personalità o società che si sono particolarmente distinti per il progresso dell’uva da tavola italiana in Italia e nel Mondo, sostituisce il “Grappolo d’Argento” assegnato fino al 2010. La “Bacca D’Oro” è un acino di uva da tavola senza semi della cultivar Sugraone, la più diffusa in Italia; rappresenta l’innovazione varietale e i cambiamenti in atto nei vigneti italiani. Quest’anno, l’ambito riconoscimento è stati assegnato a Nicola Leone, fondatore dell'Industria Imballaggi “Carton Pack” di Rutigliano tra vaste superfici di vigneti per la produzione di uva da tavola coperti con flim di plastica per anticipare o ritardare la raccolta dell’uva. ● www.corriereortofrutticolo.it

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Biofach convince Paesi dell’Est in grande spolvero ●

Antonio Felice

Una signora fiera, Biofach 2011, con tanta qualità organizzativa e la capacità di esprimere la globalità del biologico. Una fiera intensa ma anche divertente. Forse la migliore edizione di sempre. Renzo Piraccini, presidente di Almaverde Bio, si lascia scappare la battuta: “Ma che cosa cerchiamo? La fiera del biologico è questa, anche per noi italiani. E poi ci sono tutti gli altri”. Una ragazza ugandese: “Ci è costato venire fin qui con i nostri depliant e i nostri prodotti ma ne è valsa la pena perché è una fiera mondiale”. L’Italia si è fatta onore, con tanti espositori qualificati, uno stand collettivo del Consorzio il Biologico con esplosioni di simpatia grazie a una vitalissima miscela romagnolo-napoletana in grado di scodellare cibi bio a raffica contemporaneamente proponendo concertini improvvisati con posate, pentole, bicchieri usati a mo’ di strumenti musicali, altri pregevoli stand collettivi come quello di Imc (Istituto Mediterraneo di Certificazione), una “notte in fiera” (il 17 febbraio) movimentata da cocktail di qualità come nello stand Brio o da concerti veri come nello stand dell'Ice. Insomma contrattazioni, in un mercato che si conferma in crescita quasi dovunque, seminari qualificati con discorsi importanti come quello del 16 febbraio della presidente di IFOAM Katherine DiMatteo, ma anche una festa, come è giusto che una fiera del biologico sia. Ha impressionato la crescita degli espositori dell’Est europeo, bulgari, romeni, croati, sloveni, serbi, e soprattutto la qualità della presenza polacca. Un po’ in sordina i mediterranei. Egitto e Tunisia risentono nelle loro rap58

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Intensa e divertente, la fiera di Norimberga incassa unanimi apprezzamenti. Mentre nella Penisola si acuisce il dualismo tra Sana di Bologna e BtoBio di Milano

I numeri: 44.000 visitatori da 131 nazioni, 158 eventi, 402 operatori italiani BioFach, svoltasi a Norimberga dal 16 al 19 febbraio, ha visto un numero di visitatori stimati in 44.000 da 131 Paesi, in aumento rispetto all’edizione 2010 (quando giunsero da 119 paesi). Gli espositori di BioFach provenivano da 86 diversi Paesi e circa 8.500 persone hanno preso parte ai 158 eventi in programma durante la manifestazione. L’Italia contava 402 operatori ed è stata rappresentata a livello istituzionale dallo stand del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali: uno spazio di 260 metri quadrati, organizzato da Buonitalia nell’ambito del progetto Italian organic food style, dove si sono tenuti incontri, convegni e degustazioni. Nello stand è stato allestito anche un vero e proprio ristorante alla carta dove i visitatori hanno avuto la possibilità di provare il meglio della produzione bio italiana. La produzione “bio” nello Stivale occupa oltre un milione di ettari e più di 48 mila operatori. Le regioni leader in questo ambito sono la Sicilia, la Calabria e la Puglia, ma tutto il Paese ha dimostrato un crescente interesse, da parte dei produttori e dei consumatori. Tra gli espositori presenti a Norimberga, Almaverde Bio, Oranfrizer ed il Consorzio “Il Biologico”.

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Alcuni manager dell’azienda veronese si recheranno al BtoBio come visitatori. Il Consorzio il Biologico non intende interrompere la tradizione che lo vuole tra i principali espositori e animatori del Sana e tuttavia ha un orientamento teso ad ascoltare le esigenze delle aziende associate: se un certo numero di esse - dicono i bene informati - vorranno una presenza a Milano, non sarà certo il Consorzio a frenarle. Le due iniziative fieristiche contrapposte stanno dividendo il settore. I giochi si chiuderanno nel giro di alcune settimane. Il 2011 vedrà sicuramente attive entrambe le manifestazioni ma è difficile pensare che il settore possa reggere due fiere italiane visto che le aziende già partecipano comunque al Biofach. Il SANA ha estratto a Norimberga la carta del Mediterraneo, una scelta non facile con i tempi che corrono, impegnativa sotto il profilo promozionale e organizzativo e che lo scorso anno non ha dato frutti.

Sul piano generale, l’Italia si muove tra competitori internazionali sempre più agguerriti e tuttavia il bio italiano è avvantaggiato dalla voglia di made in Italy che si respira nel settore alimentare in varie parti del mondo. Le potenzialità italiane non sono però sfruttate fino a in fondo a livello internazionale. La politica non aiuta, non sostiene a sufficienza il settore. Peccato che la nostra classe politica invece di cogliere le grandi tendenze della nostra epoca e agevolare il ruolo dell’Italia lungo la strada di una svolta green che la Germania ha imboccato con teutonica determinazione, si dedichi ad altro, producendo il ronzio di una vespa rinchiusa in una bottiglia, o faccia danni. Wikileaks ha confermato che siamo andati a un passo in Italia dall’accettazione degli Ogm proposti dalle società biotecnologiche americane, con il governo che stava seguendo i consigli di Washington costantemente perorati dall'ambasciatore degli Stati Uniti a Roma. Il “no” delle Regioni, le perplessità delle categorie agricole e di molti imprenditori, che non vedono proprio l’utilità degli Ogm in un'agricoltura di tipicità naturali, tendenti alla qualità mediterranea più alta, come quella italiana, hanno scongiurato questa eventualità. Per ora. editor@greenmed.eu

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presentanze internazionali dei problemi collegati alla transizione politica dopo i cambiamenti imposti dalle grandi manifestazioni popolari degli ultimi tre mesi. Ma, siamo sicuri, torneranno presto a presentarsi alla grande ribalta del mercato europeo più forti di prima. Importanti le presenze dell’India, della Turchia e complessivamente dei Paesi africani che possono rappresentare la nuova frontiera del bio e in generale delle produzioni eco-sostenibili. Le due fiere che si contendono da quest’anno il mercato italiano, lo “storico” Sana di Bologna (8-11 settembre) e il nuovo BtoBio, che si svolgerà per la prima volta nell’ambito del milanese Tuttofood dall’8 all’11 maggio, erano entrambe presenti con stand al Biofach e i loro agenti si sono fatti una guerra serrata a caccia di espositori. Proprio Almaverde Bio, nonostante la battuta di Piraccini, ha scelto Milano dopo un ragionamento focalizzato su alcune scelte importanti riguardanti i mercati di riferimento del consorzio leader in Italia. Brio, che è il secondo marchio italiano, invece non andrà né a Milano né a Bologna avendo privilegiato il Biofach e, una settimana prima, la berlinese Fruit Logistica. Brio non andava più da due anni al Sana.

Prepotente ascesa del biologico in Libano Decuplicate le superfici dedicate dal 2002 al 2008 Dopo lo scandalo dei pesticidi del 2009 in Libano (quando era stata riscontrata la presenza di pesticidi in circa il 40% della frutta e verdura nazionale), la ricerca di prodotti alimentari biologici è nettamente incrementata presso i consumatori locali. Di pari passo si è assisitito a un miglioramento della professionalità della filiera biologica libanese, con la nascita di distributori o grossisti che assicurano il raccordo fra produttori e consumatori. Dai circa 200 ettari dedicati al “bio” nel 2002 in Libano, con una trentina di produttori agricoli, si è passati a 2.180 ettari nel 2008 (ultimi dati disponibili) con 250 produttori che divengono circa 300 se si integra la filiera dei vari attori che lavorano nel biologico. La percentuale dei terreni biologici è tuttora limitata in Libano, essendo solo lo 0,87% del totale coltivato. Inoltre non esiste una legislazione dedicata e quindi gli esportatori debbono far uso degli Istituti di certificazione (LibanCert o IMC), che si rifanno alla normativa europea.

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2010 di crescita per il bio italiano Vale 3 miliardi, al top nell’export Almaverde a un passo dai 30 milioni di euro Almaverde Bio rafforza la crescita; il brand archivia il 2010 con un fatturato di 29,4 milioni di euro che garantiscono un incremento del 12,4% rispetto al 2009. La società consortile oggi associa 12 imprese produttrici del comparto agroalimentare italiano che coprono una gamma completa di alimenti biologici freschi e trasformati. La commercializzazione dei prodotti si concentra per l’85% sul mercato italiano e per il 15% sui mercati esteri dell’Unione Europea tra cui spiccano, in particolare, la Germania e la Grecia. La penetrazione nel mercato si è consolidata sul canale della Gdo con una quota del 75% mentre il 25% delle vendite si è concentrata sui negozi specializzati, il normal trade e il canale food service. Nella gamma di prodotti spiccano in generale i buoni risultati delle novità proposte nel 2010 con crescite importanti in molti comparti, dalla IV e V gamma di frutta e verdura, alle carni. “Il mercato - dichiara Renzo Piraccini, presidente di Almaverde Bio - ha premiato il valore del nostro marchio e questo risultato è una conferma della validità della politica che stiamo perseguendo volta a garantire al consumatore una identità e una riconoscibilità dei prodotti biologici Almaverde Bio. La nuova compagine sociale è composta da imprese con forte specializzazione nel bio che stanno puntando con grande impegno allo sviluppo del marchio sia in Italia che all’estero”.

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Oltre 48 mila gli addetti impegnati in un settore ai vertici planetari anche per numero di aziende. In progresso del 6,2% le vendite di ortofrutta sfusa Il biologico italiano vale circa tre miliardi di euro e conta più di 48 mila addetti; l’Italia è il primo esportatore al mondo (circa 900 milioni di euro), tra i primi Paesi al mondo per superficie coltivata bio (oltre 1milione e 100mila ettari) ed è ai vertici per numero di aziende votate al bio e per la produzione di ortaggi, cereali, agrumi, uva, olive bio. “Non ci sono solo i dati positivi sulla vendita - commenta Sergio Rossi, responsabile dell’organizzazione della nuova fiera del biologico certificato BtoBIO EXPO - ma anche, come si desume dall’edizione 2011 di Bio Bank - anche i ristoranti con menù biologico sono aumentati del 24% (da 199 a 246), gli agriturismi bio dell’11% (da 1178 a 1302), le mense scolastiche del 10% (da 791 a 872) e i negozi di alimenti bio, passati da 1.132 a 1.163”. “L’aumento dei consumi domestici di prodotti confezionati rispetto al 2009 è dell’11,5%, l’incremento dell’ortofrutta fresca e sfusa è del 6,2%. Siamo ancora in fase di assestamento dei valori, ma le indicazioni che emergono dal rapporto Ismea/Nielsen sull’andamento dei consumi nei 12 mesi del 2010 sono chiare”, continua Rossi. “Nell’ortofrutta ci sono punte del +81% per le melanzane, del 18% per le mele, del 23% abbondante per le fragole, ad esempio; in generale, la comparazione del biologico con il convenzionale evi-

denzia per tutto il 2010 un andamento quasi sempre migliore del biologico, si nel comparto frutticolo che in quello orticolo”. Tra i prodotti di punta il 2010 ha evidenziato un’ottima performance dei consumi di frutta e ortaggi bio, in crescita del 4,2%, co. L’ortofrutta ha un peso sul totale dei consumi domestici biologici italiani del 21,7%, il comparto cereali e derivati del 16%, l’olio del 4,3%, il lattiero-caseario del 18,6%, le uova del 8,4%”. L’aumento dei consumi domestici di prodotti confezionati è costante, ed è così composto geograficamente (2010 vs 2009): Nord Ovest: +8%; Nord Est: + 19,8%; Centro e Sardegna +4%; Sud e Sicilia: + 22,5% L’aumento significativo di Sud e Sicilia si associa a un peso sul totale dei consumi BIO italiani dell’8,2%, mentre Centro e Sardegna ‘valgono’ il 20,2% del totale, il 29,8% il Nord Est e il 41,8% il Nord Ovest. Il focus sui canali distributivi (negozi specializzati esclusi, che però già nei primi 10 mesi del 2010 registravano un solido aumento di vendite, tra il 15 e il 20%), sempre secondo i dati Ismea/Nielsen, evidenzia l’ottima performance degli acquisti BIO in Ipermercati e tradizionali (% sui dati in valore) rispetto al 2009: Ipermercati, +19,5%, Supermercati +2,8%, Negozi Tradizionali +35,2%, Superette +25,5%, hard discount +15,4%. ● M a r z o

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Lo scorso anno gli scali italiani hanno movimentato circa 9,8 milioni di Teu, il 2% in più del 2009; incrementi a doppia cifra a Genova, Civitavecchia e La Spezia Lo scorso anno i porti italiani hanno movimentato circa 9,8 milioni di teu, il 2% in più rispetto all’anno precedente. Il 90% dei container sono transitati dai porti del Tirreno, con crescita a doppia cifra per i porti di Genova, Civitavecchia e La Spezia. I dati sono contenuti nel sito internet di shippingonline. Complessivamente i container movimentati nei porti della costa occidentale sono stati 8.798.000 teu contro i 968.000 teu dei porti dell’Adriatico. Nel dettaglio, nel Tirreno la movimentazione è stata di 629.000 teu per Cagliari, Civitavecchia 40.000 teu, Genova 1.759.000 teu, Gioia Tauro 2.851.000 teu, La Spezia 1.285.000 teu, Livorno 628.000 teu, Napoli 532.000 teu, Palermo 33.000 teu, Salerno 234.000 teu e Savona 190.000 teu. Nell’Adriatico la movimentazione è stata di 110.000 teu ad Ancona, Ravenna 183.000 teu, Trieste 282.000 teu e a Venezia 393.000 teu. Cresce anche Hong Kong L’incremento dei flussi commerciali con l’estero consolidatosi negli ultimi mesi trova conferma nei dati statistici relativi al traffico del porto di Hong Kong che, nel 2010, è aumentato del 10% rispetto al 2009: sono state 154,3 milioni le tonnellate di merci in arrivo e 113,6 milioni quelle in partenza. I principali paesi destinatari dei cargo in partenza da Hong Kong sono stati l’Indonesia (+58%), la Malesia (+55%) e la Corea del Sud (+43%): i maggiori paesi di provenienza delle merci sono invece stati il Giappone (+29%), la Cina (+24%) e la MaM a r z o

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Venezia supera i 400 mila Teu

Boom di merci nelle acque spezzine

Il porto di Venezia viaggia a vele spiegate. Lo scalo veneto per la prima volta ha superato i 400 mila Teu movimentati in un anno, raggiungendo i 403.119. Lo riferisce Ferpress. I dati raccolti a gennaio documentano un aumento di circa 174 mila tonnellate di merce movimentata nello scalo veneziano rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’incremento del settore commerciale, che nel gennaio scorso ha registrato una crescita rispetto allo stesso mese del 2009 del 18,8%, pari a 165.700 tonnellate di merce, è compensato da una contrazione del traffico del settore industriale, legato all’andamento dell’industria di Marghera, che ha segnato una riduzione del 73,5%, pari a 292.000 tonnellate. Le movimentazioni di rinfuse liquide hanno avuto una crescita del 26, 5%. Il settore dei container ha fatto registrare a gennaio una crescita del 34,6% (5.000 TEU in più) che porta ad un aumento dell’8,8% (pari a 32.700 TEU) su base annua (2010/2011).

Nel 2010 il porto della Spezia ha movimentato 1.285.000 teu con un incremento del 22,9%. “I dati - spiega il presidente dell’Autorità portuale, Lorenzo Forcieri come si legge su shippingonline - rivelano anche le potenzialità del nostro scalo e la loro traduzione immediata in termini di sviluppo economico, lavoro,entrate fiscali e tributarie. Questi risultati e potenzialità, che ci sono stati riconosciuti a livello europeo, inserendo il nostro porto in quelli strategici per le reti Ten-T, devono essere maggiormente riconosciuti sia a livello locale sia nazionale". Questi nei dettagli i traffici del porto della Spezia. Traffico contenitori complessivo: 1.285.155 (+ 22,9%), di cui LSCT 1.041.485 (+22,3%); Tdg 153.058 (+8,7%); Speter 90.612 (+68,7%). Tonnellate complessive movimentate nel porto: 17.949.793 (+25,3%), di cui rinfuse liquide 2.281.310 (+18,4%); rinfuse solide 1.745.819 (+57,7%); merci varie 13.922.664 (+23,3%); passeggeri 44.874 (+44,7%).

LOGISTICA

Nei porti del Tirreno il 90% dei container

lesia (+21%), con materiali da costruzione, macchinari e metalli tra i prodotti maggiormente trattati. Sempre nel 2010, nel porto di Hong Kong sono stati processati 23,7 milioni di containers (+13% rispetto al 2009). ● www.corriereortofrutticolo.it

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RUSSIA

UNGHERIA

Più cargo nei porti della federazione

Accelerazione alla politica dei trasporti

Cresce il traffico delle merci nei porti della Federazione Russa: nel 2010 hanno registrato movimenti per un totale di 525,85 milioni d tonnellate, con un aumento del 5,9% rispetto al dato del 2009. Nel dettaglio nel 2010 il movimento di dry cargo è aumentato del 6,6% raggiungendo il valore di 221,5 milioni di tonnellate, di cui carbone in aumento del 4,9% per un totale di 68,70 milioni di tonnellate, containers in aumento del 30,1% per un totale di 32,91 milioni di tonnellate, fertilizzanti minerali in aumento del 23,9% per un totale di 12,74 milioni di tonnellate, legname in aumento del 9,1% per un totale di 6,59 milioni di tonnellate. Per quanto riguarda la suddivisione geografica del movimento merci attraverso i porti della Fe-

derazione Russa, i porti nella Regione del Nord-Ovest hanno registrato movimenti per 227,59 milioni di tonnellate merci, in aumento del 1,9% rispetto al 2009, in particolare San Pietroburgo +15,2% per un totale di 58 milioni di tonnellate, il porto di Kaliningrad +11,8% per un totale di 13,83 milioni di tonnellate, il porto di Ust-Luga +13,7% per un totale di 11,78 milioni di tonnellate, il porto di Arkangelsk +12,6% per un totale di 3,67 milioni di tonnellate. Le restanti due regioni portuali della Federazione Russa, il Bacino Meridionale (Port Kavkaz, Rostov, Astrakhan, Novorossiysk) e la Regione Orientale (Vanino, Vladivostok, Posiest, Olga, Magadan) hanno registrato rispettivamente un calo dello 0,3% e un aumento del 28%.

L’Ungheria durante il semestre di Presidenza europea presenterà un programma di grande importanza sulla politica dei trasporti. Lo ha annunciato Völner Pál, Sottosegretario per le Infrastrutture. I Ministri dei Trasporti europei si sono incontrati il 7 e 8 febbraio scorsi in una riunione informale per discutere la revisione del network del trasporto transeuropeo (Ten-T). L’intero network Ten-T consiste di 90.000 km di rete ferroviaria e di 100.000 km di strade nell’Ue. Due dei progetti prioritari sui 30 previsti del Ten-T sono relativi all’Ungheria e riguardano la realizzazione di due corridoi ferroviari. L’Ungheria avrà a sua disposizione una somma complessiva di 236 milioni di euro, per i progetti ferroviari fino al 2015.

BELGIO

LIBIA

SLOVENIA

Anversa, partnership con l’India

Porto di Tripoli ok prima della crisi

Record di container smistati a Koper

Port of Antwerp International (Pai), una filiale della società portuale d’Anversa, ha concluso un accordo con il gruppo indiano Essar Ports’. Quest’ultimo, già attivo in quattro porti in India, rappresenta una delle principali società private di gestione portuale del paese. Lo stesso gruppo intende allargare e diversificare le proprie attività anche tramite il sostegno del Port of Antwerp International. La collaborazione consisterà principalmente nella consulenza, l’investimento e la formazione delle relazioni commerciali. Esser rappresenta un partner strategico per il Port of Antwerp International, al fine di sviluppare le attività portuali in India, Paese ritenuto strategico.

Secondo dati del porto di Tripoli, il tonnellaggio movimentato nel 2010 è ammontato a 1.311 tonnellate, con un incremento del 28,21% rispetto al 2009. Il numero delle navi è anch’esso aumentato con 516 unità (+10,26% sul 2009). Di conseguenza, le entrate fiscali del porto hanno subito un consistente incremento (+28,67%) con 9,65 milioni di dollari.

Il Porto di Capodistria ha ottenuto dei buoni risultati nel 2010. Nello specifico, il traffico complessivo di carichi ha superato di poco i 15 milioni di tonnellate, ossia il 17% in più rispetto all’anno precedente. Le entrate sono state pari a 119,3 milioni di euro, importo superiore di dieci punti percentuali a quello realizzato nel 2009. L’incremento maggiore è stato registrato al terminal dei container dove sono state smistate 476.731 unità, cioè il numero più alto mai raggiunto dallo scalo nel settore. Come spiega la dirigenza di “Luka Koper”, alla crescita hanno contribuito i nuovi collegamenti marittimi con l’Estremo Oriente.

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Innovazione, ricerca, qualità: queste le “armi” essenziali per conquistare il mercato della IV gamma secondo Giuseppe Battagliola, presidente de La Linea Verde, che su richiesta dell’organizzazione di Fruit Logistica è intervenuto come relatore al convegno di Freshconex dedicato alle grandi realtà innovative del settore ortofrutticolo. Battagliola ha preso la parola sul tema: “From soups to sliced apples: new product development in the fresh produce convenience category” (“Dalle zuppe alle mele tagliate: lo sviluppo di nuovi prodotti nella categoria dei cibi pronti freschi”). Un argomento in linea con la filosofia aziendale della società lombarda: “L’innovazione fa parte del nostro Dna - ha spiegato Giuseppe Battagliola per noi è una forma mentis, è un approccio a tutti gli aspetti della realtà aziendale. È uno sguardo innovativo a 360 gradi, la base per lo sviluppo di nuovi prodotti che possano essere di successo: DimmidiSì le Zuppe Fresche, il Purè di patate fresco pronto e il frullato fresco hanno avuto grande accoglienza da parte del consumatore e creato nuovi mercati che hanno incrementato il business del bancofrigo dell’ortofrutta”. “Questo atteggiamento e continui investimenti in Ricerca & Sviluppo - ha proseguito Battagliola - ci hanno portato all’applicazione dei nostri punti di forza, in quanto produttori di IV gamma e specialisti del freschissimo, sul mercato dei piatti pronti freschi; i nostri sono preparati con sola ortofrutta fresca e di qualità, senza conservanti, secondo ricette della tradizione culinaria italiana. La nostra filiera è certificata con il controllo di tutte le fasi di produzione: in campo, nei processi produttivi, in stabilimento e nel trasporto”. M a r z o

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Lo ha detto Giuseppe Battagliola, presidente de La Linea Verde, intervenendo al convegno di Freshconex dedicato allo sviluppo dei prodotti pronti

Bonduelle chiude a Westmeerbeek

Sipo rimpolpa il giro d’affari

Bonduelle, azienda francese leader nella produzione di conserve di ortaggi, è intenzionata a chiudere il proprio stabilimento a Westmeerbeek, nella provincia di Anversa. La cessazione della produzione rappresenta una minaccia per gli attuali 130 dipendenti dello stesso stabilimento. Secondo la direzione di Bonduelle, tale decisione è da imputare al mercato di conserve in forte calo, che costringe il gruppo a ridurre la propria capacità di produzione in Europa. Un portavoce conferma che il consumo d’ortaggi in conserve sta diminuendo, mentre i prezzi risultano sotto pressione; ne consegue un rischio di sovrapproduzione. Inoltre, lo stabilimento di Westmeerbeek necessita di investimenti pari a 5,5 milioni di euro, una somma non giustificabile in questo contesto economico.

Si è chiuso con un 6% d’aumento il giro d’affari di Sipo nel 2010, che ha toccato toccato quota 8 milioni di euro. I clienti della Gd - che rappresenta il canale distributivo principale con un’incidenza pari all’80% sul fatturato complessivo - hanno mantenuto i volumi di vendite dello scorso anno, mentre l’export è cresciuto grazie all’avvio di collaborazioni con distributori esteri di Spagna, Inghilterra, Francia, Grecia, Estonia, Lettonia, Lituania, Ucraina ed Ungheria. “Nel 2010 ci siamo dedicati principalmente allo sviluppo dei mercati esteri, al restyling del logo aziendale e del marchio Sapori del mio Orto sottolinea Massimiliano Ceccarini, development manager - e infine al lancio della nuova linea di verdure di IV gamma per l’Horeca, canale che pesa il 4% del giro d’affari ma che mostra un trend di incremento e che rafforzeremo nel 2011, anno in cui lanceremo nuove referenze”.

QUARTA - QUINTA GAMMA

«Innovazione, ricerca, qualità Ricetta vincente nella IV gamma»

Altri fattori fondamentali, ha concluso Battagliola, sono la rapidità d’azione e la catena del freddo: “Per tutto questo definiamo i nostri prodotti “fresco da fresco” e la risposta alla sempre più frequente domanda del consumatore di preparare il cibo in poco tempo ma senza rinunciare a genuinità, naturalità, gusto”. ● www.corriereortofrutticolo.it

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Distribuzione Lo sviluppo della marca commerciale appare un fenomeno diffuso che oltrepassa i confini dell’Europa e si estende oltreoceano agli Stati Uniti. I ritmi di crescita e i livelli raggiunti sono tuttavia molto differenti tra i due mercati. Il divario tra gli Stati Uniti, dove il prodotto a marchio ha una quota a valore del 18%, e la Spagna ad esempio, dove la marca commerciale sta raggiungendo il 40% di quota, può essere spiegato dalle diverse condizioni strutturali del mercato distributivo: il diverso grado di concentrazione dei due mercati frammentato il primo e concentrato il secondo - determinano un diverso grado di efficacia dei retailer nella gestione dell’assortimento e nello sviluppo del prodotto a marchio da parte delle insegne. È tuttavia interessante segnalare come anche i retailer statunitensi abbiano intrapreso la strada, che da anni percorrono le insegne europee, dell’innovazione del prodotto a marchio: ne sono testimoni Kroger, con le sue tre linee di prodotto a marchio, e 7-Eleven, che ha introdotto i prodotti sia di primo prezzo che premium. Ma l’ampliamento del portafoglio prodotti a marchio non è che una delle determinanti della crescita delle private label. Il driver che, almeno fino ad oggi, ha contribuito maggiormente allo sviluppo del mercato è, senza dubbio, la convenienza, come emerge dai dati di SymphonyIRI Le private label non potranno che crescere in futuro, e questo avverrà a spese della marca industriale. Questo il messaggio del report dal titolo provocatorio di Planet Retail “What if…retailer’s private labels became brands?” pubblicato a novembre 2010. Non solo: la marca commerciale sarà in grado di farsi spazio nei mercati più evoluti, ma anche nei mercati in fase di sviluppo. Ce lo dimostra Lotte Mart, in Corea del Sud, la cui marca commerciale è passata da una quota del 1% nel 2003 ad una quota del 19,1% nel 64

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Private di successo Numeri e investimenti testimoniano la forte attenzione anche negli Usa

Conad parte con il piede giusto Buon inizio d'anno per Conad. Nelle prime sei settimane del 2011 le vendite, a parità di rete, sono infatti cresciute del 6%. Lo ha dichiarato nel corso di un convegno, come riporta Distribuzione Moderna, il direttore generale Francesco Pugliese, per il quale il buon risultato ottenuto è in parte anche il frutto dell'efficace politica promozionale recentemente adottata. Il consorzio emiliano, che vanta una rete di 2.900 punti vendita su tutto il territorio nazionale, ha chiuso il 2010 con un giro d'affari di 9,77 miliardi di euro, in progresso del 5,1% sull'anno precedente. Attualmente detiene una quota di mercato complessiva nel settore del largo consumo pari al 9,9% (che sale al 16,3% insieme ai partner negli acquisti Interdis e Rewe Italia). Ambiziosi i progetti di sviluppo, con una previsione di 266 nuove aperture nel triennio 2011-2013.

2009. A guidare questo percorso non saranno solo i fattori di natura economica - prezzi e margini - ma fattori di natura strategica: la fedeltà all’insegna, che traina i prodotti a marchio, e l’innovazione; in alcune aree, come piatti pronti, prodotti salutistici e biologici, è il distributore che contribuisce allo sviluppo del mercato. Ci sono diversi segnali di mercato che evidenziano come la marca commerciale stia diventando un brand a tutti gli effetti: lo dimostrano le insegne che distribuiscono i propri prodotti a marchio attraverso altri distributori, generalmente in Paesi in cui non sono presenti con i propri punti vendita. E’ il caso di Marks & Spencer’s, che distribuisce i suoi prodotti attraverso Central Retail in Thailandia, di Safeway (USA) con la sua linea O Organics presente sugli scaffali di ShopRite in Sud Africa, di Exito in Colombia e di Carrefour in Taiwan, nonché nel canale foodservice grazie alla partnership con Sysco, o del retailer inglese Waitrose che sta esportando il suo brand in oltre 25 Paesi tra cui India e Medio Oriente. Per i distributori, esportare all’estero la propria marca commerciale significare avviare una crescita di mercato a rischi contenuti, considerato che l’ingresso nel nuovo Paese avviene attraverso un’insegna già presente e conosciuta. Gli spazi maggiori per questo processo di internazionalizzazione della marca commerciale si hanno per i prodotti premium, organici, salutistici e ad alto contenuto di innovazione, nonché nei mercati emergenti, dove c’è una domanda in crescita per queste tipologie di prodotti. Questi fenomeni vengono valutati con estrema preoccupazione dall’industria di marca. Cosa dovremo aspettarci dalla marca commerciale nel prossimo futuro? Una crescita, senz’altro, che sarà però favorita principalmente da due categorie: frozen food e health & welleness. ● M a r z o

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La presenza delle arance rosse di Sicilia Igp sugli scaffali della grande distribuzione spagnola, grazie a una specifica campagna promozionale, non va giù ad alcune associazioni iberiche. A tal proposito l'associazione agrumicola Unió de Llauradors della Regione di Valencia, di fronte al successo dell attività promozionale siciliana - che ha preso il via solo pochi giorni fa - ha inviato una nota ampiamente diffusa dalla stampa spagnola. “Si vedono nei supermercati spagnoli prodotti con certificazione di identificazione geografica protetta (Igp) di un altro Paese - si legge nel documento - mentre l Igp di Valencia non riesce a introdurre e fare conoscere nel proprio territorio le arance prodotte nella stessa comunità autonoma. I gruppi di pressione italiani spingono sul loro governo italiano e sull opinione pubblica perché si consumino prodotti italiani, come nel caso degli agrumi di Sicilia, circostanza che porta le catene di distribuzione italiana a chiudere gli acquisti dall estero al fine di vendere buona parte della produzione del proprio Paese. Sembra che le catene di distribuzione in Spagna la pensino al contrario, valorizzando i prodotti provenienti dai Paesi esteri, nonostante la qualità degli agrumi di Valencia sia fuori discussione”. La nota si chiude con una dichiarazione di Ramòn Mampel (nella foto), segretario generale della Uniò, che spiega: “Le grandi catene di distribuzione che operano nel territorio di Valencia invitano i consumatori a sperperare denaro nei loro centri commerciali, per poi promuovere prodotti già esistenti ma provenienti dall estero. Questa è un modo di trasferire la responsabilità sociale corporativa alla società di cui fanno parte”. M a r z o

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La presenza di rosse Igp isolane sugli scaffali della Gd iberica scatena le proteste delle associazioni locali: «Si valorizza il prodotto estero, in Italia avviene il contrario»

EUROPA

La Spagna delle arance osteggia gli agrumi siciliani

Fragole, buone le previsioni del gruppo di contatto ispano-italo-francese Il gruppo di contatto fragola ispano-italo-francese ha confermato in una riunione tenutasi a metà febbraio Perpignan le buone previsioni per la stagione di fragole, sia in produzione che come qualità del prodotto, a fronte di una superficie simile a quella del 2010. Freshuelva e Fepex, come riportato dal sito internet della Fepex, hanno riferito che quest’anno la superficie investita sarà essenzialmente la stessa dello scorso anno, ovvero 6.400 ettari. La qualità è molto buona e si prevede di raggiungere una produzione di 245.000 tonnellate. I produttori francesi di fragole, raggruppati nell’associazione dei produttori di fragola Aopn, prevedono le coltivazioni su superfici simili a quelle del 2010 con una produzione totale di circa 30.000 tonnellate. I produttori italiani prevedono una leggera riduzione dell'area rispetto al 2010, quando erano stati coltivati 3.500 ettari. Il Consorzio di tutela dell’Arancia Rossa di Sicilia precisa che “di fronte agli esiti positivi di un operazione di valorizzazione dell Arancia Rossa di Sicilia in un paese membro dell Unione Europea intendiamo chiarire le potenzialità di un prodotto sempre più apprezzato che si sta facendo spazio all interno dei canali distributivi non solo spagno-

li, non solo europei, ma mondiali. È doveroso sottolineare che tali critiche sono state diffuse all interno di un mercato libero comunitario, privo di protezionismo in ogni Paese membro, tanto meno in Italia come dimostrato dai dati statistici che evidenziano un alto livello di importazioni di agrumi spagnoli all interno del nostro Paese”. ● www.corriereortofrutticolo.it

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Europa flash

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FRANCIA

POLONIA

RUSSIA

Slogan promozionale “So French, So Good”

I surgelati vanno per la maggiore

Prodexpo calamita anche l’ortofrutta

Presentata la campagna promozionale “So French, So Good” destinata ai mercati esteri e a stimolare l’esportazione di prodotti alimentari e dell’arte della tavola. Si tratta di sostenere il riconoscimento internazionale acquisito grazie all’iscrizione da parte dell’Unesco del “pasto gastronomico dei francesi” al patrimonio immateriale dell’umanità nel novembre 2010. L’agricoltura e l’industria alimentare francese rappresentano circa 250.000 addetti e il 15% dell’export totale della Francia ma le quote di mercato all’estero sono in calo. La campagna promozionale mira in priorità 12 Paesi (tra cui la Germania, gli Usa, il Giappone, la Svezia, la Cina e la Russia) che concentrano i due terzi delle esportazioni agro-alimentari francesi.

I polacchi comprano sempre di più i prodotti alimentari surgelati. Nel 2011 spenderanno oltre 1,8 mld di zloty (circa € 461,5 mln) per questi prodotti, di cui la maggior parte sarà spesa per pesce e altri frutti di mare (quasi 600 mln di zloty), seguite dalle verdure e dai piatti pronti surgelati (oltre 300mln di zloty cioè circa 77 milioni di euro) e dai prodotti sulla base di patate (tra cui patate fritte). La vendita di prodotti surgelati in Polonia crescerà almeno fino al 2015. Secondo gli esperti del settore tale crescita è dovuta al cambiamento dello stile di vita dei polacchi: cresce il numero di giovani che si preoccupa dalla propria salute e della dieta, ma che non vuole spendere tanto tempo per la preparazione dei piatti.

Si è svolta a Mosca dal 7 all’11 febbraio Prodexpo, la più grande mostra specializzata annuale in Russia e nell'Europa orientale che presenta una vastissima gamma di prodotti agroalimentari e bevande. Dato l’interesse del mercato, la collettiva italiana, curata dal nostro Istituto si è andata consolidando nel corso degli ultimi anni. Per il 2011 l’Ufficio Ice di Mosca era presente in Fiera per realizzare una serie di iniziative su richiesta di diversi committenti, trai quali Federbio per uno stand che ospiterà cinque aziende del settore e la Regione Sardegna per degustazioni di prodotti locali nonché il supporto allo study tour di 4 aziende, tra cui Oranfrizer, che hanno partecipato al Global Excutive Program Agroalimentare

MACEDONIA

GRECIA/1

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Creato un fondo pro imprese agricole

A riposo il 12,4% delle aree agricole

L’Italia del food perde posizioni

Il ministro dello Sviluppo agricolo e alimentare della Macedonia, Costas Skandalidis, ha dichiarato che la crescita della produzione agricola e dell’industria ad essa collegata potrebbe essere l’elemento determinante per fare uscire il Paese dall’attuale crisi economica. Recentemente è stato creato un “Fondo per le imprese agricole”, dotato inizialmente di 150 milioni di euro, che servirà a finanziare alcune iniziative ritenute meritevoli; inoltre, e’ in fase di studio il progetto per la creazione nella Macedonia Centrale di un centro di ricerca e innovazione nel settore agricolo e di una piattaforma logistica per il trasferimento dei prodotti agricoli verso l’Europa.

Uno studio recente condotto dalla “Autorità ellenica di Statistica” ha evidenziato che il 53,7% della superficie agricola è stato destinato alle coltivazioni di cereali, piante da foraggio, colture industriali, patate, meloni, angurie, legumi e piante aromatiche; il 30,8% è stato dedicato alle coltivazioni permanenti, viticole e arboree; il 3,1% è stato adibito alle coltivazioni da giardino, verdure e fiori; il rimanente 12,4% è stato lasciato a riposo senza essere seminato.

I principali fornitori di prodotti agroalimentari per i greci nel periodo gennaio-novembre 2010, sono risultati Germania (701 milioni di euro, +5,7%), Paesi Bassi (693 milioni di euro, +3,2%), Francia (565 milioni di euro, 7,3%), Italia (501 milioni di euro, -6,4%) e Spagna (211 milioni di euro, -4,3%). L’Italia ha visto decrescere la propria quota di mercato dal 12,1% all’11,4%. Frutta e verdura hanno fatto segnare 591 milioni di euro pari a un dato in volume di 651 mila tonnellate.

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L’export ortofrutticolo italiano verso la Libia, a inizio marzo, era bloccato. Uno dei comparti che sta sentendo maggiormente gli effetti della drammatica rivolta nel Paese nordafricano è quello melicolo. La Vip, l’associazione delle cooperative ortofrutticole della Val Venosta (Bolzano), vista la delicatissima situazione politica in Nord Africa, che rappresenta il 5-6% dell’export globale, ha deciso di stoppare, almeno per il momento, le esportazioni di mele verso il Paese libico e di limitare al massimo gli invii negli altri Paesi magrebini. “In Libia è tutto fermo”, confermava a inizio marzo Fabio Zanesco direttore commerciale delle cooperativa altoatesina. “Il blocco è stato attivato da una settimana. Abbiamo preferito, in accordo con i nostri clienti locali, fermare i carichi di prodotto destinati a quell’area. Si correrebbero troppi rischi, sia dal punto di vista logistico e delle consegne, sia per i pagamenti. I volumi destinati a quelle zone verranno smistati su altre destinazioni estere. Questo ad ogni modo non sta creando problemi di un eccesso di offerta sui mercati e non ne creerà nemmeno in futuro. La merce inviata nei giorni prima dello scoppio della rivolta è stata comunque tutta consegnata. Speriamo comunque che la situazione migliori al più presto”. Le comunicazioni dirette con il Paese nordafricano sono interrotte da giorni. “I cellulari non funzionano. Da giorni non abbiamo più notizie dirette dai nostri clienti”, racconta Zanesco. Gli stessi problemi li ha avuti La Trentina. Simone Pilati (nella foto, a fianco al titolo), direttore del consorzio di Trento, ci rivela che da giorni non c’è più la linea con Tripoli. “Siamo preoccupati. Sia per gli esiti che questa situazione M a r z o

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Tra timori e speranze, le testimonianze di Vip, la Trentina e Rivoira potrà avere sia per il mercato. La Libia per noi rappresenta uno sbocco commerciale importante anche se difficile visto che rimane un mercato un po’ chiuso, anche a causa della dittatura di Gheddafi”. Il Paese magrebino rappresenta per La Trentina il 3% dell’export con 1.200 tonnellate di mele inviate, via nave, dal porto di Genova fino allo scalo di Tunisi e poi via autostrada fino a Tripoli. “Se rimarrà Gheddafi - aggiunge Pilati - temo rimarranno seri problemi, anche dal punto di vista commerciale. Se invece ci sarà una svolta democratica credo ci po-

tranno essere dei profondi cambiamenti non solo sociali, con un possibile rilancio dell’economia e una maggiore apertura ai prodotti esteri e all’innovazione. Ma al momento è impossibile fare previsioni sicure”. I rallentamenti commerciali con i Paesi del Nord Africa sono confermati da Gualtiero Rivoira, uno dei dirigenti dell’azienda di Verzuolo (Cuneo), tra i leader italiani e non solo dell’export di mele e kiwi, che vengono inviate in tutto il mondo, Libia ed Egitto compresi. “Ad oggi si fa fatica a monitorare la situazione - spiega Rivoira - ma l’importante è che la protesta non si allarghi ulteriormente. Se la crisi dovesse investire anche Arabia Saudita e altre aree del Medio Oriente, allora sarebbe ancora più grave”. Emanuele Zanini

MONDO

La crisi libica lascia il segno Export italiano bloccato

E la società mantovana Gandini deve rinviare il sogno di coltivare pomodoro in Tunisia Il sogno dei Gandini rimane nel cassetto, almeno per il momento. L’azienda Gandini Antonio di Guidizzolo (Mantova) era in procinto di concludere un accordo per la coltivazione di pomodoro in serre in Tunisia. Ma le vicende che hanno coinvolto il Paese nordafricano nelle ultime settimane hanno bloccato tutto. A rivelarlo è Mario Gandini (nella foto), a capo, assieme al fratello Enrico, dell’impresa lombarda che in totale commercializza 60 mila quintali di pomodori. “Purtroppo adesso è tutto fermo”, spiega sconsolato. “Le attività burocratiche e amministrative sono bloccate. I funzionari tunisini sono in stand by, così come le istituzioni. Eravamo quasi in dirittura d’arrivo. Avevamo preso in affitto il terreno dal governo, 110 mila metri quadrati in un’area a una ventina di chilometri a sud di Hammamet da coltivare a pomodoro da mensa, tutto in serra fuori suolo”. Un investimento da 9 milioni di euro improvvisamente arrestatosi: “Purtroppo 120 mila euro sono già stati spesi tra viaggi, progetti e voci varie”, spiega Gandini. “Speriamo che il nuovo governo sappia riattivare presto il sistema economico del Paese e soprattutto abbia capacità e voglia di fare. Speriamo di ripartire entro sei mesi, ma è dura”. Il progetto, una volta terminato, consentirebbe all’impresa mantovana di raggiungere i 100 mila quintali di pomodoro commercializzati. (E.Zan.)

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M ondo

CorriereOrtofrutticolo

Dole e la conservazione del suolo «Una priorità in Centro America» ●

Sylvain Cuperlier*

In base a quanto affermato dalla World Soil Information, il 46% dei terreni agricoli ha già registrato una sostanziale diminuzione della produttività. Il suolo è sempre a rischio per colpa della degradazione causata da fattori quali l’erosione, la salinità, l’inquinamento e altri elementi che rappresentano il risultato di una gestione inadeguata. Per questo motivo, Dole considera la conservazione del suolo una priorità. La tutela del suolo è stata individuata dall’azienda come uno dei tre pilastri a sostegno di un’agricoltura sostenibile, insieme a ridotte emissioni di CO2 (e di utilizzo dell’energia) e a una adeguata gestione dell’acqua. Da tempo, Dole riveste un ruolo attivo nella tutela dei terreni. La gestione del suolo inizia ancor prima della sua preparazione mediante studi tecnici che porteranno a ottenere il livello minimo di erosione per ogni area agricola al momento dell’installazione. Più specificamente, nella produzione di ananas le misure rese effettive per proteggere il terreno comprendono: - lavorazione minima del terreno, che consente di limitare la manipolazione del suolo, riducendo, di conseguenza, l’erosione e aumentando l’utilizzo di acqua; - rotazione delle colture, che consiste nella semina di una serie di colture diverse nella stessa area in periodi successivi. In questo modo, si ostacola la diffusione degli organismi infestanti e delle malattie, interrompendone il ciclo regolare; - colture di rivestimento, utilizzando, generalmente, piante azotofissatrici per gestire la fertilità e la qualità del terreno oltre a 68

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Particolare attenzione nelle tecniche legate alla produzione dell’ananas

consentire di evitare la produzione di piante infestanti; - pratiche relative alla conservazione del suolo, come la coltura e la sistemazione a girapoggio, le terrazze di conservazione a base larga, la coltura del terreno mirata in base alle esigenze del terreno, la valutazione delle caratteristiche morfologiche, fisiche e chimiche del suolo e, non meno importante, il ripristino nei campi del terreno nei collettori e nelle barriere di contenimento; - realizzazione dello spessore dello strato coltivabile almeno due volte all’anno, al fine di determinare le perdite dell’erosione del suolo o i miglioramenti ottenuti mediante le pratiche di conservazione del terreno; - aggiunta di sostanze organiche ammendanti per la conservazione dello strato superficiale; - pacciamatura con plastica o paglia tra i letti di semina; - esecuzione di rilevamenti del suolo allo scopo di individuare i terreni soggetti ad erosione e di impartire consigli utili alla loro conservazione. In aggiunta, Dole non utilizza più la pratica tradizionale che prevedeva l’essiccazione delle piante e la bruciatura dei residui dei raccolti. Grazie a questo cambiamento, nei campi viene conservata una quantità maggiore di

materia organica, che arricchisce la struttura del terreno, facilita l’assorbimento dell’acqua e riduce l’erosione. Dole, inoltre, sviluppa manuali di conservazione del suolo specifici per aziende agricole ed è una delle poche imprese che misurano in modo effettivo i livelli di erosione del suolo nel campo, aggiornandone i risultati ogni tre anni. Tutti insieme, questi programmi non solo consentono di limitare l’erosione del suolo, ma di ridurre anche l’uso di erbicidi, fertilizzanti e altri prodotti chimici per l’agricoltura. Si stima che l’impatto sul terreno venga ridotto di un fattore pari a 10 rispetto alle prassi più "tradizionali". Inoltre, questi programmi contribuiscono anche alla protezione del livello freatico. Con l’aiuto di Canapep (l’Organizzazione di produttori ed esportatori di ananas della Costa Rica) abbiamo tenuto dei seminari specifici per il settore allo scopo di estendere le prassi migliori relative alla conservazione del suolo. Gli esperti di Dole hanno redatto un manuale Canapep ufficiale sulla conservazione del suolo che è stato distribuito a tutti i membri Canapep, affinché potessero metterne immediatamente in pratica i consigli riportati. Altri seminari sono stati realizzati in Honduras e in Ecuador. Un traguardo dei programmi per la conservazione del suolo di Dole è stato ridurre il tasso di erosione del suolo fino a < 5 T/ha/anno, obiettivo raramente raggiunto dalle altre aziende agricole, se si considera che il tasso di erosione del suolo medio di tutte le attività agricole del Costa Rica è pari a 70 T/ha/anno. * vicepresidente del dipartimento responsabilità e sostenibilità aziendale nel mondo di Dole M a r z o

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SCHEDA PRODOTTO

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Emanuele Zanini

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Segnali incoraggianti dal punto vista degli scambi e dei prezzi nei primi mesi del 2011. Particolarmente ricettivo il mercato dell’Est europeo. Ma gli operatori non si sbilanciano e restano cauti

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Il mercato delle patate torna a respirare. Dopo un paio di annate difficili, specie per quanto riguarda il 2009, sembra ci sia uno spiraglio di ripresa per il settore. Sono al bando però i toni trionfalistici visto che per i più si tratta di un ritorno verso la linea di galleggiamento, nulla di più. C’è chi sostiene che la prima parte del 2011 ha dato comunque dei segnali incoraggianti, che se verranno confermati anche nei prossimi mesi, potrebbero dare un’annata positiva. Queste le analisi degli operatori che il Corriere Ortofrutticolo ha intervistato. Lo scorso anno le produzioni inferiori rispetto al 2009 registrate un po’ in tutta Europa (con cali del 30-40% tra ottobre e novembre) ha influenzato notevolmente il mercato. Uno degli elementi chiave scaturiti da questa situazione è l’importante e continua richiesta di prodotto giunta dai Paesi dell’Est, in primis la Russia (che ha visto un calo delle produzioni del 30%), che si sono trovati con poco prodotto a disposizione e si sono indirizzati a una massiccia importazione. “Il mercato russo e quello di altri Paesi dell’Est hanno richiesto molto prodotto che viene pagato a prezzi di tutto rispetto”, conferma Domenico Citterio, dell’omonima azienda di San Martino Buon Albergo (Verona). “Tale situazione si protrae dallo scorso settembre. Il rischio però è che si tramuti in una sorta di scheggia impazzita capace di influenzare eccessivamente il mercato. Quando questa fase terminerà sarà difficile capire le conseguenze che porterà con sé”. Al momento chi

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La patata... respira: il mercato torna a dare soddisfazioni dopo due stagioni difficili

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Giulio Romagnoli e Domenico Citterio

sta sfruttando maggiormente l’ondata di richieste dall’Est sono Francia e Germania, ma non è escluso che ci siano delle buone possibilità pure per l’Italia, in particolare per il Napoletano, l’area maggiormente vocata all’esportazione di prodotto verso quei Paesi. E proprio in Campania sperano molto che le numerose richieste da Est proseguino nei prossimi mesi. “Il nostro obiettivo - sottolinea Castrese Cecere direttore dell’Assonapa, associazione nazionale pataticoltori - è arrivare ai mercati dell’Est in maggio”. Le possibilità di riuscirci e di farlo con buoni risultati ci sono. Le semine sono state terminate con un anticipo di una decina di giorni rispetto la media. Quest’anno si prevede una com-

mercializzazione di circa 150 mila tonnellate di prodotto campano (un terzo delle quali destinate all’industria), di cui circa 50 mila tonnellate dovrebbero essere esportate in Russia, Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca e in altri Paesi dell’area orientale dell’Europa. “Sulla novella dobbiamo sfruttare al massimo la nostra campagna “corta” - precisa Cecere - una “finestra” di 50 giorni tra maggio e giugno che decide l’andamento dell’intera stagione”. Le prime indicazioni dal mercato della patata novella danno indicazioni piuttosto confortanti. Le patate vecchie dovrebbero esaurirsi entro la fine di aprile o i primi giorni di maggio e lasciare campo aperto al prodotto nuovo. 69


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SCHEDA PRODOTTO Per Fausto Bosca, direttore dell’Unapa, unione nazionale delle associazioni dei produttori di patate, sulla novella per i prossimi mesi c’è un certo ottimismo grazie a quotazioni elevate e “agli investimenti che tornano ad aumentare”. I primi riscontri dall’estero sono buoni, visto che le quotazioni in arrivo dai Paesi magrebini sono nettamente superiori rispetto al 2010. “Nel Nord Africa i prezzi sono almeno il 10-15% in più rispetto allo scorso anno - rivela Davide Pasini della Patfrut - mentre Israele sta consegnando il prodotto (a inizio marzo, ndr) a 0,64 euro al chilo contro i 0,45 del 2010. In Sicilia si stanno effettuando le prime scavature in questi giorni (inizio marzo, ndr), ma sono piccole nicchie di mercato”, racconta Pasini, mentre è nell’isola (dove le superfici investite sono rimaste stabili rispetto al 2010 dopo i drastici cali degli anni precedenti arrivati al 3035%) a verificare di persona quale sia la situazione (inizio marzo). “Il grosso si venderà dal 15-20 aprile. Le previsioni sono buone con rese soddisfacenti (350-400 quintali per ettaro) e buona qualità grazie a campi e prodotto sani”. In Egitto, nella seconda settimana di marzo le vendite, indirizzate principalmente in Russia, si attestavano attorno ai 0,55-0,60 euro al chilo, mentre in Israele erano sui 0,60-0,65 euro al chilo. Per Giulio Romagnoli, dell’omonima azienda bolognese, le aspettative per la campagna sono positive con prezzi che si attendono soddisfacenti. “niente di eccezionale – precisa Romagnoli visto che riusciremo solamente a mettere la testa fuori dall’acqua. Siamo semplicemente tornati alla normalità”. Per l’imprenditore felsineo ci sarà un riposizionamento dei prezzi su livelli accettabili che potrebbe ridare ottimismo al mercato. Guai però a rilassarsi, visto che “si tratta solo di un brodino, il settore è ancora malato”, sostiene Romagnoli.

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Export in crescita in Europa dal 2001 al 2010 Ma consumi in attivo solo in Italia e Spagna Per la patata da conservazione gli ultimi dieci anni si sono dimostrati molto prolifici dal punto di vista delle esportazioni, passate in Europa da 4,9 milioni di tonnellate spedite del 2000-2001 a 5,47 milioni del 2009-2010. Un aumento dovuto principalmente all’interazione di tre fattori: la crescita regolare della domanda in Italia (+33%) e Spagna (+42%); i crescenti bisogni dell’industria che hanno portato ad un aumento delle quantità ordinate in Belgio (+9%) e Germania (+23%); il dinamismo della filiera francese, che grazie all’attività di diversificazione e ai suoi partner ha raddoppiato nel giro di 10 anni le esportazioni, passando da 1 milione di tonnellate del 2000-2001 ad un record di 2 milioni del 2009-2010. Tuttavia, il consumo di patate fresche, che in passato era prevalente, si va riducendo sia nei principali Paesi dell’Europa occidentale che in quelli dell’Est. Per fermare la contrazione, quattro organizzazioni professionali continentali, Potato Council (Regno Unito), Cnipt (Francia), Vlam e Apaq-w (Belgio), hanno da poco avviato un programma di sensibilizzazione, cofinanziato dalla Comunità Europea, con l'obiettivo di difendere il ruolo delle patate fresche sulla tavola dei consumatori rispetto alla pasta ed al riso. “L’obiettivo è mostrare ai consumatori che le patate fresche rientrano di buon diritto nella cucina e negli attuali stili di vita, in quanto alimento facile, pratico da preparare, ricco di spunti creativi e che fa bene alla salute”, spiega Carole Blandin, responsabile comunicazione Cnipt.

“Speriamo che la grande distribuzione sostenga maggiormente il prodotto italiano – sottolinea il manager emiliano – e che non ceda ancora nella tentazione, ormai diventata abitudine per certe catene, di effettuare per settimane promozioni con sconti fino al 50% su patate che si conservano due mesi. Questa rincorsa al prezzo da parte delle insegne rischia di distorcere il mercato. Dall’altro lato l’export è di certo una voce importante all’interno dei bilanci delle aziende ma è bene che le imprese tornino ad essere leader sul mercato interno, visto che la patata rimane pur sempre la seconda orticola italiana, a livello produttivo, dopo il pomodoro”.

Sull’attuale andamento del settore rimane piuttosto perplesso Angelo Ruggiero dell’omonima azienda de L’Aquila, che a inizio marzo ha iniziato a lavorare con il Nord Africa. “Al momento (prima settimana di marzo, ndr) c’è più offerta che domanda, esattamente il contrario che lo scorso anno. I prezzi sono alti (anche di 20 centesimi dallo scorso anno), ma il problema è che c’è poco consumo, sia per il prodotto vecchio che per la novella. Rispetto alla media manca il 30-40% delle vendite. Al momento la situazione è ancora sotto controllo, ma se questo deficit di consumo si protrarrà nei prossimi mesi saranno dolori”. emanuele.zanini@corriereorofrutticolo.it M a r z o

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SCHEDA PRODOTTO

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L’effetto Russia (volumi decuplicati rispetto alla scorsa stagione e prezzi alle stelle) trascina il mercato, complice il calo di prodotto stoccato nei magazzini dei produttori del Centro e Nord Europa

quotazioni nettamente superiori rispetto alla precedente stagione, il prodotto di origine israeliana reso in Italia confezionato in sacchi Jumbo, registra quotazioni in offerta di circa 64 centesimi al chilogrammo. Dopo un inizio del mese di febbraio in cui le esportazioni di Patata da Tunisia e Egitto sono state rallentate a causa dei sommovimenti popolari nei due paesi, gli operatori segnalano una ripresa delle attività di esportazione, anche se permangono timori a che la situazione possa nuovamente mutare in negativo. Venendo alla realtà italiana, da indagini varie realizzate sui prezzi medi di vendita al dettaglio in Italia, nella settimana 8 del mese

di febbraio 2011, il prezzo medio di vendita della patata al chilogrammo è stato di un euro nei punti vendita al dettaglio del Nord Italia, di 95 centesimi nel dettaglio del Centro Italia e di 85 centesimi nel dettaglio del Sud Italia; il prezzo medio di vendita al dettaglio della patata rilevato in tutta Italia risulta essere pari a 95 centesimi al chilo. A livello di singole regioni, in Sicilia gli operatori stimano le superfici investite nel 2011 in produzione di patata novella sui medesimi livelli dello scorso anno (9.710 ettari); l’inizio delle operazioni di scavatura del prodotto è atteso a partire dal 24-28 marzo. Nell’isola si prevedono rese produttive regolari ed una buona qualità del prodotto. Nella ultima settimana del mese di febbraio sono state realizzate delle operazioni di scavatura di piccole quantità di patata bisestile e di patata novella nella zona di Siracusa; qui le quotazioni al chilogrammo registrate in natura da parte degli operatori sono state rispettivamente 55 cents per la Bisestile e di 65 cents per la Novella.

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È proseguita in febbraio la tendenza al rialzo dei prezzi della patata in Italia; le quotazioni del prodotto permangono su livelli sostenuti grazie ad una situazione di equilibrio tra domanda ed offerta nel mercato italiano ed europeo. I Paesi del Nord Europa registrano una persistente domanda di prodotto da parte del mercato russo, le importazioni di Patata in Russia hanno registrato, nel solo mese di dicembre del 2010, volumi dieci volte superiori rispetto allo stesso periodo del 2009 e con quotazioni del prodotto che hanno raggiunto al dettaglio i medesimi livelli della frutta tropicale. Ad inizio febbraio 2011, le giacenze di patata del raccolto 2010 stoccate in conservazione, risultano in Belgio, Olanda, Germania e Francia inferiori al 50% del totale; in particolare, l’organizzazione francese Unpt riporta un quantitativo di prodotto stoccato in conservazione di circa 1.820.000 tonnellate in Francia, pari al 44% del raccolto, nello stesso periodo dello scorso anno il quantitativo stoccato in Francia era del 52% del raccolto iniziale. La minore disponibilità di prodotto in Europa e la continua richiesta di patate da parte dei Paesi dell’Europa Orientale, lasciano prevedere una tendenza al rialzo nelle quotazioni della Patata anche per i prossimi mesi; l’Italia ha registrato un buon andamento delle vendite nei canali commerciali della distribuzione organizzata e nei principali mercati all’ingrosso, le quotazioni del prodotto mantengono una generale tendenza al rialzo. Le prime produzioni di patata precoce offerte dai Paesi del bacino del mediterraneo registrano

PATATE

Febbraio conferma la corsa dei prezzi, prime Novelle in Sicilia

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P U B B L I C I T À

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Ricco di regali l’“albero” di Marlene Un weekend immersi nella rilassante atmosfera della Val Pusteria, ai piedi delle Dolomiti e lungo i pendii che accompagnano al Plan de Corones. E tante EasyGift Card per il proprio shopping nei punti vendita Media World e Saturn di tutta Italia. Sono questi i premi del concorso “L’Albero dei regali Marlene”, iniziativa promossa dal Consorzio Vog che dal primo marzo al primo giugno 2011 mette in palio 73 i buoni acquisto a scalare da spendere nei punti vendita delle due catene di elettronica di consumo: primo premio una card dal valore di 3.000 euro e a seguire tante card con importi da 2.000 a 100 euro. E, i tre più fortunati, potranno aggiudicarsi anche altrettanti soggiorni per due persone nella Suite Primavera del Wellness Belvita Hotel Mirabell di Valdaora, in Alto AdigeSüdtirol. Per partecipare è sufficiente acquistare le mele Marlene e incollare tre bollini sull’apposita cartolina disponibile presso i reparti ortofrutta dei punti vendita delle principali insegne della Gdo italiana e all’interno degli house organ e dei volantini delle catene coinvolte. Il coupon potrà essere scaricato anche dal sito web Marlene® (www.marlene.it) mentre su Facebook, aggiungendo ai propri amici l’Albero di Marlene® o cliccando ‘Mi Piace’ sulla fan page Marlene®, si potrà rimanere sempre aggiornati sulle novità relative al concorso. Su tutte le cartoline, inoltre, è presente un QR code attraverso il quale è possibile visualizzare con il proprio smartphone un filmato in cui L’Albero di Marlene descrive l’iniziativa. L’estrazio.ne dei premi è prevista a luglio 72

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F R U T T A

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Vip in tv a febbraio e marzo

Ingrosso e... Gerry Scotti per Melapiù

La televisione è sempre più al centro della campagna pubblicitaria di Vip - Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta - che anche quest’anno con la mela Val Venosta è protagonista di alcune telepromozioni curate da AdverPerformance, on air sulle reti Rai e Mediaset durante le prime due settimane di febbraio e quelle centrali di marzo. In questo periodo, per un totale di 4 settimane complessive, la Mela Val Venosta è stata ospite da La Prova del Cuoco, in tarda mattinata e l’Eredità e Chi vuol essere Milionario Flash, in onda rispettivamente su Rai 1 e Canale 5 in fascia preserale. Antonella Clerici, Carlo Conti e Gerry Scotti presenteranno la mela Golden esaltandone la fragranza e il sapore. “Per aumentare la notorietà delle mele Val Venosta abbiamo deciso - spiega Michael Grasser Direttore Marketing della Vip - di porre l’accento sulla tipicità, sulla sua particolare coltivazione in alta quota e sull’eccellenza qualitativa di un prodotto impeccabile: una qualità alta 1.100 metri insomma, che come viene sottolineato dal claim: Mela Val Venosta, sopra tutte. In parallelo continuerà la campagna pubblicitaria iniziata l’anno scorso sulle principali emittenti; le telepromozioni infatti sono state pensate per operare in sinergia e in continuità con tutte le altre attività di marketing”.

La campagna 2010/11 è partita in maniera molto soddisfacente per MelaPiù. L’entrata in produzione di nuovi impianti, unitamente all’annata di carica ed alle migliorate rese, hanno portato ad un raccolto superiore del 24,5% rispetto al 2009; il mercato non ha avuto problemi ad assorbire tale maggior quantitativo di Fuji MelaPiù, facendo registrare ad esempio in settimana sesta un +7,4% di prodotto a marca esitato rispetto allo stesso periodo della campagna precedente. In particolare, le vendite sul canale tradizionale hanno fatto segnare un aumento dell’8,2% rispetto allo stesso periodo del 2010/09, mentre quelle sul canale moderno un aumento del 6,9%. Dopo il Roadshow MelaPiù su 8 Mercati Ortofrutticoli italiani svoltosi in febbraio, prima tappa di una serie di importanti azioni promozionali per aumentare la brand awarness di MelaPiù - il tour ha toccato Treviso, Milano, Udine, Venezia Mestre, Padova, Rimini, Cesena, Forlì e Bologna dal 25 Febbraio al 6 Marzo è stata la volta delle telepromozioni su Canale 5 con Gerry Scotti che “Chi vuol esser milionario” ha lanciato il concorso rivolto ai consumatori da marzo ed aprile. Si partecipa al concorso “MelaPiù, ti fa dolce la vita!” collegandosi al sito www.melapiu.com. In premio una bilancia elettronica da cucina Imetec al giorno e, come premi ad estrazione finale, 20 profumi Christian Dior della linea Dolce Vita. Il concorso sarà veicolato sui punti vendita tradizionali e moderni tramite locandine e cartoline; inoltre in una selezione di superfici della Gd sarà organizzata un’attività di in store promotion. M a r z o

2011


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