Corriere Ortofrutticolo aprile 2013

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ANNO XXVII Nuova serie

Aprile 2013

E AT T U A L I T À D I S E T T O R E

euro 6,00

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

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C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

• FRUITIMPRESE Fare rete ed esportare per tornare a crescere PAG. 19

• REPARTO GDO Billa, rapporto ok tra qualità e prezzo PAG. 35

• PACKAGING Costi e concorrenza Strada in salita PAG. 42

PROTAGONISTI Luigi Mazzoni: business diversificato e senza confini PAG.27

• PRODOTTI Patate, premesse positive Fragole in affanno PAG. 59

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MENSILE DI ECONOMIA





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CorriereOrtofrutticolo

✍ Lorenzo

La gente mangia sempre meno ortofrutta. Per la frutta in particolare siamo scesi a livelli mai toccati negli ultimi 10 anni; gli ortaggi, invece, mantengono un livello di poco al di sotto della media del decennio. Comunque è un pianto. Però proviamo a rovesciare il problema. E perché mai se ne dovrebbe mangiare di più con questi chiari di luna, con un paese povero e che si sta impoverendo sempre più. La situazione del paese è drammatica. Il nodo è la crescita. Parola abusata in campagna elettorale e che adesso il nuovo governo (mentre scriviamo, non c’è ancora) deve mettere in pratica. Bisogna rimettere in circolo il denaro, far ripartire il credito, mettere più soldi in tasca alle famiglie per far ripartire i consumi, smetterla di vessare la gente con le tasse e la burocrazia, ridare ossigeno al mercato del lavoro con misure d’emergenza come l’assunzione di giovani fiscalmente favorite. Le amministrazioni pubbliche devono pagare 90 miliardi di debiti alle imprese e, per fare questo, il governo deve contrattare con l’Europa per ottenere margini di manovra sui conti pubblici. In questo contesto qualcuno potrebbe sostenere che il problema più impellente è far ripartire i consumi di frutta e verdura? Certamente no, però è un problema per il settore, ed è dal settore che devono partire risposte credibili. Il 24 marzo Coldiretti ci informa che “dall’inizio della crisi sono spariti 48 chili di frutta e verdura dal carrello delle famiglie italiane”. Un allarme che è destinato ad avere effetti anche sulla salute: il risultato è che quest’anno “l’influenza ha già colpito 5,3 milioni di italiani con un aumento del 15 per cento rispetto allo scorso anno (4,6 milioni)”. Prima di Coldiretti era stato il Cso il 19 marzo a lanciare l’allarme-consumi, e questo nonostante il prezzo medio di acquisto di frutta e verdura per famiglia nel 2012 sia stato pari a 1,5 euro al giorno, “un dato che certo non giustifica il calo”. Senza bisogno di ricerche di mercato, e anche senza collegamenti con la salute degli italiani (che magari è minacciata più dal livello di inquinamento delle nostre città), azzardiamo qualche ipotesi: la gente compra meno frutta perché ha meno soldi in tasca, perché ne vuole sprecare meno, perché la ‘vede’ come un consumo voluttuario (al contrario degli ortaggi che sono la base della nostra cucina), perché sulla frutta è più facile subire ‘fregature’ nella qualità e nel rapporto qualità/prezzo. Il calo dei consumi di per sé non è una tragedia. Prendiamo il vino: anche qui i consumi vanno a picco, si stanno avvicinando ai 40 litri pro capite, con un calo verticale rispetto ai 70 litri di venti anni fa. Il vino si salva perché l’export - attorno al 60% di media nazionale - ormai compensa il calo del mercato interno. Poi il vigneto Italia ha subìto un drastico ridimensionamento e adesso si producono quantità talmente basse che le giacenze si sono azzerate e i prezzi delle uve sono

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EDITORIALE

Più consumi: impossibile?

risaliti dopo anni di crisi. La strada sarebbe la stessa per l’ortofrutta: produrre di meno ed esportare di più. Sembra facile… Produrre di meno si potrebbe solo se il sistema “ortofrutta Italia” fosse governato da ferrei accordi interprofessionali e se ci fossero politiche comunitarie e/o nazionali per incentivare le estirpazioni nelle aree meno vocate o produttive. Ipotesi irrealistiche. Quanto all’export , certo si potrebbe fare di più. Ma il mondo del vino ha dietro di sé un mondo di privati che prima hanno fatto qualità poi sono andati a venderla in giro per il mondo, associandosi e trovando infine il supporto delle istituzioni. Il fattore identitario gioca a favore del vino, una materia per solisti. L’ortofrutta è avvertita - ed è - una commodity globale, dove giocano un ruolo fondamentale valori come la logistica, l’assortimento, la gamma, la capacità di assicurare forniture costanti e omogenee per 12 mesi l’anno. Poi l’ortofrutta è deperibile, soggetta alla stagionalità, ai capricci del meteo, ecc. Insomma il ciclo dell’ortofrutta richiede un’organizzazione complessa e strutturata, è un affare da gioco di squadra, una materia per orchestre che devono suonare all’unisono. Ecco perché sull’export dell’ortofrutta tanto si è fatto (grazie alle imprese private) ma tanto resta ancora da fare. Tutto ciò premesso, chiediamoci - come sta facendo il mondo del vino - se e come è possibile incentivare i consumi interni di ortofrutta perché non sempre ci sarà l’export a togliere le castagne dal fuoco. E qui subentra il fattore comunicazione. Si tratta in parole povere di spingere sui consumi di alimenti che sono un toccasana per la nostra salute, che costano poco, che sono un baluardo della Dieta mediterranea. Non dovrebbe essere un’impresa impossibile. Eppure finora ci siamo gingillati con una comunicazione istituzionale, generica, quasi sempre banale. Ricordate il motivetto di un famoso film di Fellini: “Bevete più latte, il latte fa bene, il latte conviene a tutte le età”. Ecco finora la comunicazione dell’ortofrutta ha viaggiato su questa linea: compratela perchè fa bene. Non basta più. I valori dell’ortofrutta non si limitano alla salute, sono valori legati al territorio, all’ambiente, all’economia, all’occupazione, al made in Italy. Lo diciamo ormai da anni: il settore ha un’immagine scadente presso la pubblica opinione. Adesso con i consumi che vanno a picco, il problema diventa un’emergenza assoluta. C’è un tavolo da qualche parte, una sede dove affrontarlo? lorenzo.frassoldati@corriereortofrutticolo.it

PUNTASPILLI L’ART.62 METTE TUTTI D’ACCORDO. O QUASI L’art.62 è in vigore, non è in vigore, è abrogato, anzi no, è in linea con l’Europa, ma forse no. Il ministero dello Sviluppo economico lo manda al macero, quello dell’Agricoltura lo rimette in pista. Il bello dell’Italia è che la situazione è disperata ma quasi mai seria. *

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I “+” e “-” dell’ortofrutta

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IL BORSINO ☛ Banche e politica Che cosa faccia la politica italiana e che cosa facciano le banche a sostegno di uno dei polmoni vitali del made in Italy agro-alimentare, l'ortofrutta appunto, è presto detto: da poco a nulla. La politica lancia segnali confusi e contraddittori, come nel caso delI'articolo 62 (e non solo). E in cambio di quello che servirebbe - ovvero finanziamenti mirati a sostegno delle imprese e dei progetti più validi - il segnale che arriva è di una chiusura più o meno totale da parte delle banche, le quali sempre più spesso, anche a fronte di importanti garanzie e di piani industriali seri, invece di elargire fidi ne chiedono il rientro. E' venuto meno quello che si chiama sistema-Paese: tante tasse, poco o nulla in cambio. In questo scenario, chi è in difficoltà può entrare in una spirale drammatica. Si spiegano così i casi di

☛ Marco Salvi Un’assemblea aggregante quella di Fruitimprese dell’11 aprile scorso. Esattamente quello di cui c’era bisogno, in questa fase di recessione. È stata la prima assemblea

☛ Battaglio-CAR Il Centro Agroalimentare Roma e Battaglio SpA, azienda di primo piano nell'importazione e distribuzione di ortofrutta, hanno firmato la concessione del diritto di superficie preannunciata in occasione del Fruit Logistica 2013 per il lotto di terreno di 12.500 metri quadri che il CAR ha messo a disposizione. Nel centro agraolimentare romano, come annunciato in anteprima dal Corriere Ortofrutticolo lo scorso ottobre, entro la primavera del 2014 verrà edificato un moderno stabilimento a temperatura controllata con una superficie di circa seimila metri, destinato a conservazione, confezionamento e distribuzione di frutta d'importazione. ”Oltre alla convenienza di lavorare a stretto contatto con

☛ Gruppo Alì-Unaproa Un positivo esempio di collaborazione tra Op e Gdo è rappresentato dall'accordo tra il gruppo Alì e Unaproa per promuovere nei punti vendita del gruppo veneto i consumi di ortofrutta con i 5 colori del benessere. "Vogliamo che il prodotto, attraverso i 5 colori del benessere, riesca a parlare al consumatore perché i nostri prodotti contengono la storia del nostro territorio, del-

☛ Michele Monetta L’assemblea di UPBIO, Unione nazionale produttori biologici e biodinamici, ha eletto il nuovo presidente. Michele Monetta, dal 2008 presidente del Conprobio (Consorzio produttori biologici lucani), sostituisce Ignazio Cirronis, che dalla fondazione era alla guida dell'Unione dei produttori nata da Federbio. “Tra i primi obiettivi- ha dichiarato Monetta - vi è una revisione del sistema di certificazione bio scelto dall’Italia. Nel-

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suicidio che hanno colpito recentemente il commercio ortofrutticolo. Non possiamo dimenticare il caso Bruno Di Lenardo, alla vigilia di Natale dell'anno scorso, che ha segnato non solo la tragica fine di un noto imprenditore ma anche quella di una dinastia. Né possiamo passare sotto silenzio il caso più recente, quello del grossista del CAAT di Torino Luigi Melillo, che il 14 aprile si è tolto la vita, esasperato dalle difficoltà. La soluzione? Reti di imprese, a sostegno anche delle situazioni più deboli. Certe situazioni non sono degne di un Paese civile. Gli imprenditori sono chiamati a crearsi da soli, attraverso le loro associazioni e altre forme di aggregazione, le proprie reti di salvataggio. Non c'è altro da fare. E intanto sulla politica e sulle banche la valutazione non può che essere negativa, senza attenuanti. Decisamente giù della presidenza Salvi. Merita un voto di incoraggiamento, positivo. Da Marco Salvi il settore si aspetta una rappresentanza forte e ascoltata, in grado di aggregare e lanciare progetti di rete. Salvi è su questa strada. Su i grossisti della capitale, questa scelta - ha detto Luca Battaglio, presidente di Battaglio SpA - ha un importante aspetto logistico, per la posizione strategica del CAR, facilmente raggiungibile sia da nord che da sud. Per quanto mi riguarda poi, credo che, adottando l’orario diurno, sia stata fatta una scelta coraggiosa e vincente, che spero sia d’esempio per altri ortomercati italiani. Inoltre, la partnership con un Ente di primaria importanza, e la passione che la nostra azienda pone tanto nel proprio lavoro quanto nella realizzazione degli stabilimenti produttivi, ci permetteranno di servire con una logistica ancora più efficiente i nostri clienti del Centro-Sud”. Commento: una sinergia interessante, utile a entrambi i partner. Decisamente su le nostre famiglie, della nostre organizzazioni, del nostro Paese. Il Gruppo Alì ha creduto in questo disegno e i primi risultati confermano la validità della nostra comune iniziativa perché i consumatori hanno reagito con un grande entusiasmo", ha commentato il presidente di Unaproa, Ambrogio De Ponti. La campagna è partita a metà aprile con le fragole e il kiwi della AOP Armonia. Su l’interesse dei consumatori e dei produttori seri è urgente una semplificazione e l’omogeneità nelle procedure dei troppi organismi di certificazione operanti. Ma anche una nuova logistica distributiva delle bioeccellenze Italiane con divieto assoluto di coltivazione OGM”. Obiettivi tutti da verificare per un biologico non immune da scandali e contraddizioni, ancora in cerca di una sua forte identità. Giudizio sospeso. Nè su nè giù

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Direttore responsabile: Lorenzo Frassoldati Redazione: Mirko Aldinucci (coordinatore) Emanuele Zanini

MENSILE DI E AT T U A L I T À

ECONOMIA DI SETTORE

ANNO XXVII - Nuova serie A P R I L E

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Redazione via Fiordiligi, 6 37135 Verona Tel. 045.8352317-Fax 045.8307646 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Editore Gemma Editco Srl Coordinatore editoriale: Antonio Felice Sede legale e amministrativa: via Fiordiligi, 6 37135 Verona E-mail: segreteria@corriereortofrutticolo.it P.IVA 01963490238 Fotocomposizione e stampa: Eurostampa Srl - via Einstein, 9/C 37100 Verona Autorizzazione Tribunale di Verona n. 176 del 12-1-1965 Spedizione in abb. postale comma 26, art. 2, legge 549/95 La rivista viene distribuita in abbonamento postale c/c n. 11905379 Abbonamento annuo: 66 euro per due anni: 100 euro e-mail: abbonamenti@corriereortofrutticolo.it

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Profilo Corriere Ortofrutticolo si è affermato come rivista “di filiera” del settore ortofrutticolo italiano. La rivista collega chi produce, chi commercializza e chi vende al pubblico, oltre ai settori connessi (dai macchinari ai trasporti). La diffusione è capillare in Italia, dove si è allargata alla grande distribuzione alimentare e al dettaglio organizzato. Il Corriere Ortofrutticolo è un formidabile, unico e specializzato strumento di raccordo e di informazione per l’intero settore. È presente a fiere in Italia e all’estero dove è diffuso a indirizzi specializzati di oltre 30 nazioni.

Diffusione 6.000 copie. Ripartizione del mailing: Grossisti 29%, Dettaglianti 23% Produttori 22%, Supermercati 9% Import-export 6,5%, Servizi 5% Tecnologie e Trasformati 2,5% Altri 3%

Crisi, è tempo di fare quadrato

RUBRICHE EDITORIALE Più consumi: impossibile? BORSINO DELL’ORTOFRUTTA Banche e politica, Salvi, Battaglio-CAR, Gruppo Alì-Unaproa, Monetta GENTE & FATTI Nuovo logo per Fruit Logistica E Messe Berlin cambia i vertici Il Cso promuove in Giordania tecnologie e packaging made in Italy

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Mazzoni, la diversificazione paga PAG.27 dalla Tristeza degli agrumi

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Diradamento, test in campo di Terremerse in Romagna

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Confagricoltrura: riequilibrare le quotazioni nella filiera, dal campo alla tavola il prezzo della zucchina quadruplica

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Open Day Marmande “firmato” Nunhems

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Peperone Cariddi di Monsanto protagonista nel ragusano

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Rijk Zwaan scommette sul pomodoro Saneh RZ F 1

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DISTRIBUZIONE Una Billa sorpresa: reparto ortofrutta assortito e di qualità

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Addio a Mario Aureli Innovatore del Fucino

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Fedagro, a Bologna 5 milioni di euro per accelerare e agevolare i pagamenti

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Lusia l’orto nelle scuole

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Articolo 62, che confusione Mipaaf e Mise si sconfessano

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Tokyo gusta radicchio Igp

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Distribuzione flash

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Una 37enne alle Politiche agricole Nunzia De Girolamo subentra a Catania 11

Il dettagliante. La politica dei freschissimi

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Areflh, Trentini vicepresidente

LOGISTICA Prezzo, servizio, sostenibilità Imballaggi sotto pressione

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Zamboni investe nel groupage

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NOTIZIARIO Borsa merci Telematica, 1.200 operatori di 73 mercati

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Il lungo inverno falcidia l’agricoltura

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L’ELENCO DEGLI Api fondamentali per l’ortofrutta E Apo Conerpo fa un vademecum

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Mela di Cuneo e fico di San Cono portano a 249 Dop e Igp

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Il Veneto riscopre carciofo violetto e aspargo verde

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Pomodoro trasformato, produzione giù Firmato l’accordo quadro per il Nord 15 Sicilia, Cia preoccupata

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AGRICOLA GLORIA DUE APO CONERPO APO SCALIGERA CIESSEPAPER CITTERIO CLAUSE ITALIA COOP SOLE CPR SYSTEM DEL MONTE GARDEN FRUTTA LA COSTIERA

copertina I copertinaIII pagina 64 pagina 43 pagina 61 pagina 13 copertinaIV pagina 1 pagina 2 pagina65-67 pagina 17

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Ortofrutticolo

M O N T H LY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

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w w w. c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o. i t

www.corriereortofrutticolo.it è il Quotidiano on line nato dall’esperienza del più affermato mensile specializzato di settore www.corriereortofrutticolo.it ti tiene costantemente aggiornato sulla campagna produttiva e commerciale della frutta con notizie, interviste, dati www.corriereortofrutticolo.it aspetta i Tuoi commenti alle news del giorno Corriere Ortofrutticolo è anche su facebook:

Billa, qualità sorprendente

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Porti, Napoli flette ma sogna

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QUARTA-QUINTA GAMMA La linea Verde in progresso Fatturato a 185 milioni di euro

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BIOLOGICO NEWS L’Emilia Romagna ha il suo Mondo Bio 52 Alce Nero & Mielizia avanza Fattura oltre 46 milioni di euro PUBBLICITÀ CHE FRUTTA Promozioni Marlene in Olanda, Belgio, Norvegia

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Imballaggi sotto pressione

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Primo Piano - La grande crisi Qualità, efficienza, organizzazione La ricetta degli opinion leader

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Pesche, salta l’accordo interprofessionale sui calibri

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Copertina - Protagonisti Oltre l’ortofrutta

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Agrintesa, progetto per rilanciare la mela di pianura

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Opo Veneto, 2012 di consolidamento

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Via a Veronamercato network Rete per l’internazionalizzazione

☛ Insegna della Gdo e Dettagliante, rubriche ad hoc

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Sul prossimo numero riflettori su Auchan e intervista a un dettagliante ortofrutticolo: due rubriche proposte in tutti i numeri del Corriere Ortofrutticolo 2013 per approfondire il legame dell’ortofrutta con piccola e grande distribuzione.

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Il “progetto bimbi” di mela Val Venosta si fa conoscere nei punti vendita del Centro Italia 57

MONDO

Aglio di Voghiera sulle grandi testate italiane e tedesche

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Spagna, ok gli acquisti di frutta e patate 54

Solarelli on air su Radio Rai per 14 settimane

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Uva e agrumi, il Perù dell’export fa la voce grossa

Campagna di Interfel su Radio 105 e Radio Monte Carlo

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Noberasco, Fruttime su mediaset

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ATTUALITÀ Primo Piano - La grande crisi «Facciamo quadrato»

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NEL PROSSIMO NUMERO ☛ Timori in vista della campagna estiva Dopo una primavera fredda e piovosa non sono pochi i timori in vista della campagna estiva. Articoli e previsioni sulle principali specie frutticole del made in Italy.

☛ Ciliegie e piccoli frutti La Scheda prodotto di maggio è dedicata a ciliegie e piccoli frutti. Approfondimento con dati e interviste ai principali operatori per capire se e quanto queste due nicchie sono ancora in grado di garantire remunerazione

SCHEDA PRODOTTO

PATATE Premesse positive

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Mondo flash. Brasile, industria alimentare segnali di frenata; America Centrale, export di frutta in progresso: Turchia, albicocche precoci a peso d’oro Nuova Zelanda, kiwi premesse poco rosee; Cile, stagione lusinghiera per i mirtilli 56

INSERZIONISTI LUSIA E ROSOLINA IFCO ILPA-ILIP INFIA MERCATO DI GENOVA ORTI DI GIULIETTA ROSARIA SERMAC VALFRUTTA FRESCO VIP

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Avvio di stagione difficile

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FATTI

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Il Cso promuove in Giordania tecnologie e packaging made in Italy Il Cso ha presentato ad Amman, in un meeting organizzato da Jepa (l’Associazione degli esportatori giordani) le principali innovazioni del settore tecnologico e del packaging italiano. L’evento ha registrato la partecipazione del vice ministro dell’Agricoltura giordana Radi, di un rappresentante dell’Ambasciata italiana in Giordania e di 5 imprese italiane socie di Cso: Graziani, Infia, Macfrut, T.R.Turoni e Unitec. Positivi i segnali emersi: la Giordania intende sviluppare ed aumentare il proprio export nei Paesi del Golfo e dell’Est Europa. Nonostante un periodo di crisi a livello politico istituzionale, vi sono stati importanti miglioramenti e aumenti delle esporta-

zioni nelle zone vicine (Arabia Saudita, Emirati Arabi, Iraq) “L’obiettivo del meeting - dichiara Federico Milanese, responsabile internazionalizzazione di Cso - è stato quello di promuovere l’internazionalizzazione delle nostre aziende di filiera in un territorio dove si è sempre alla ricerca di un miglioramento qualitativo che permetta ai piccoli produttori di dare maggiore valore al proprio prodotto con l’obiettivo di esportare nelle aree vicine”. Le imprese partecipanti all’evento hanno mostrato interesse alla tecnologia italiana; per dare seguito a quanto emerso durante l’incontro saranno presenti a Macfrut con una delegazione composta dalle aziende giordane più rappresentative.

Nuovo logo per Fruit Logistica E Messe Berlin cambia i vertici A poche settimane dall’inizio della campagna di promozione in tutto il mondo, Fruit Logistica ha presentato il suo nuovo e semplice (al limite dell’elementare...) logo. Nel simbolo della fiera berlinese vengono utilizzati elementi di quello precedente, ma allo

Addio a Mario Aureli Innovatore del Fucino Lutto nel mondo ortofurtticolo. Al termine di una breve malattia è mancato a metà marzo Mario Aureli (nella foto), 66 anni, fondatore e titolare dell’omonima azienda agricola di Ortocchio (L’Aquila), tra le principali realtà a livello europeo nella produzione e commercializzazione di carote, oltre che di succhi e farine, in grado di esportare i propri prodotti in 18 Paesi. Aureli ha saputo essere, specie nel Fucino, un grande innovatore. A lui si deve l’apertura della prima centrale a biogas alimentata con i sottoprodotti aziendali che ha reso l’azienda autosufficiente sul piano energetico. La società occupa oltre 150 dipendenti tra fissi e a tempo determinato ed ora è nelle mani dei figli Walter, Alessandro e Andrea che già da tempo collaboravano nella gestione aziendale. A livello associativo. l’imprenditore abruzzese era stato tra i “rifondatori” della Confagricoltura della provincia aquilana.

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stesso tempo il design è stato ridotto all’essenziale per renderlo ancora più riconoscibile. Due quadrati paralleli orientati orizzontalmente pensati per permettere una facile riproduzione. I colori sono vivaci e vanno dal giallo, al verde al rosso. In contemporanea alla presentazione del nuovo logo anche il sito internet sarà aggiornato e riadattato. E intanto si registra una novità ai vertici di di Messe Berlin, ente organizzatore di Fruit Logistica: Ingrid Maaß è stata nominata Chief Operating Officer. Assumerà le sue nuove funzioni da agosto. Nel dicembre scorso il Consiglio aveva già nominato Christian Göke come successore dell’attuale Ad, Raimund Hosch che andrà in pensione alla fine di giugno. Dopo gli studi universitari in Business Management, Maaß, 50 anni, ha ricoperto diversi incarichi alla Kpmg Consulting GmbH, all’Ikb Private Equity GmbH e all’Iic The Industrial Investment Council GmbH. È stata membro del Cda di Cnc Communications & Network Consulting AG. Ap r i l e

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Lusia, l’orto nelle scuole

Tokyo gusta radicchio Igp

Prosegue il Progetto di promozione a corretti stili di vita “L’orto a scuola” nato dalla condivisione tra il mercato ortofrutticolo di Lusia (di cui è direttore Rossano Fontan) ed il Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione dell’Azienda Ulss 18 secondo cui la promozione della salute non è responsabilità esclusiva del settore sanitario. Grazie al patrocinio ed al sostegno dell’Azienda Mercati, in venti scuole tra nidi ed infanzie, per un totale di quasi mille bambini (dai 12 mesi ai 6 anni), hanno ritirato al Mercato Ortofrutticolo di Lusia il materiale per la realizzazione di un orto: kit da giardinaggio, vasi, piantine, semi, terriccio…. La realizzazione di un orto a scuola è un progetto in linea con il programma promosso dal Ministero della Salute “Guadagnare salute: rendere facili le scelte salutari”, finalizzato a promuovere e facilitare l’assunzione di abitudini salutari da parte della popolazione per la prevenzione della principali patologie croniche che hanno in comune fattori di rischio modificabili come il sovrappeso, obesità, sedentarietà. I bambini nei mesi di aprile, maggio e giugno verranno accolti dal Mercato di Lusia e dal suo staff, per una visita guidata ai prodotti coltivati a Lusia.

Da due inverni sulle tavole di prestigiosi ristoranti di Tokio si gusta il radicchio tardivo di Treviso, rigorosamente Igp. Tutte le settimane Opo Veneto ne spedisce mediamente un quintale e mezzo. L’ortaggio è molto apprezzato nel Paese dell'Estremo Oriente: viene presentato come una prelibatezza assoluta, come un fiore all'occhiello del gusto italiano. Ha la stessa “esclusività” che da noi possono avere prodotti pregiati come il tartufo o il caviale. Piace molto. Incanta per la bellezza, il gusto e l’esoticità. La richiesta è costante, puntuale, ininterrotta: continua ormai da due inverni. “Si comincia all’inizio di novembre con i primi radicchi tardivi - commenta Oscar Balin, che per Opo Veneto segue le richieste di spedizione che è fatta attraverso un operatore commerciale trevigiano e si va avanti fino a quando arrivano gli asparagi. Una piccola nicchia di mercato che si è consolidata e che ha un percorso quasi scontato. Bisogna curare prima di tutto la qualità e il confezionamento del prodotto che si invia”. “La presenza in Giappone - rileva Paolo Manzan 11, presidente del Consorzio del Rosso Igp di Treviso e variegato di Castelfranco - conferma il grande appeal del Tardivo di Treviso”.

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a cura di Mirko Aldinucci

Cinque milioni di euro di finanziamenti per accelerare i pagamenti nel settore agroalimentare: Carisbo, Fedagromercati e Confcommercio Ascom Bologna hanno sottoscritto un accordo che mette a disposizione un ingente plafond. Soddisfatto Valentino di Pisa (nella foto), presidente di Fedagromercati Acmo: “Questo prodotto finanziario consentirà ad alcune imprese di affrontare in maniera più tranquilla la prima fase di transizione dal vecchio regime di pagamento al nuovo sistema previsto, per l’appunto, dall’entrata in vigore dell'art.62”. “Qualora sia necessario - sottolinea il presidente Co.fi.ter, Enrico Postacchini - il nostro Consorzio di garanzia affiancherà anche gli imprenditori nell’ottenimento del fido aggiuntivo attivato da Carisbo”. “Questo accordo arriva in un momento economico particolarmente difficile, accentuato dall’entrata in vigore dell’articolo 62”, spiega Ottavio Guala. Secondo il presidente di Fedagro un esperimento di questo tipo andrebbe replicato in altre zone del Paese. “Incontrerò i presidenti delle federazioni territoriali per invitarli a fare lo stesso tipo di accordi con le banche locali”. “La crisi - precisa Guala - ha portato le nostre imprese a trasformarsi sempre di più in aziende fornitrici di servizi. Il messaggio che noi vogliamo dare alle nostre imprese è quello di non farsi spaventare dal momento ma anzi di guardare avanti investendo sul futuro. Gli spazi nel mondo dell’ortofrutta non mancano. Bisogna lavorare sulla qualità del prodotto e sulla logistica perchè la freschezza del prodotto ortofrutticolo è fondamentale”.

FATTI

Fedagro, a Bologna 5 milioni di euro per accelerare e agevolare i pagamenti

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GENTE

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Il nuovo Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo si è insediato il 29 aprile al Palazzo dell’Agricoltura in Via XX Settembre a Roma. Il Ministro uscente Mario Catania l’ha accolto al suo arrivo e l’ha accompagnata all’entrata del Dicastero per ricevere gli onori del picchetto del Corpo Forestale dello Stato. Durante l’incontro negli uffici del Mipaaf, Catania e De Girolamo hanno affrontato i principali temi del comparto agroalimentare. De Girolamo, 37 anni, nata a Benevento, si è laureata in Giurisprudenza all'università La Sapienza di Roma. Siede in parlamento dal 2008, nelle fila del Pdl, ed è sposata con Francesco Boccia, deputato del Pd, molto vicino al premier Enrico Letta. De Girolamo è il più giovane ministro del governo Letta. “Io vengo da una terra contadina in assoluto. La mia famiglia e' una famiglia che ha origini contadine e ne vado fiera”, sottolineò lo scorso febbraio Nunzia De Girolamo. Parole che servirono a far chiarezza dopo una sua dichiarazione sul Veneto terra di contadini che, “decontestualizzata” chiarì De Girolamo, scatenò risposte polemiche da Veneto e dal mondo agricolo. “La politica è passione, servizio per la collettività, perseguimento del bene comune... È l’arte di governare le società”, scrive nella biografia sul suo sito internet. “Non immaginavo mai che un giorno sarei diventata Parlamentare. Il mio sogno nel cassetto era, invece, fare l’avvocato”, si racconta. Classe 1975, dopo la laurea ha intrapreso la carriera forense occupandosi di diritto civile, diritto del lavoro e diritto commerciale e bancario. Ed ha collaborato con l’Università degli Studi del Sannio e con l’Università del Molise. Ap r i l e

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FATTI

Una 37enne alle Politiche agricole Nunzia De Girolamo subentra a Catania

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Areflh, Trentini vicepresidente Le 27 regioni ortofrutticole europee aderenti alla Areflh (facenti parte di Italia, Francia, Spagna, Belgio, Portogallo e Grecia) hanno discusso a Nantes-Pays de la Loire il futuro della ortofrutticoltura europea in vista delle nuove sfide che a breve termine aspettano il settore con la riforma della Pac. Lo hanno fatto nel corso dell’assemblea elettiva di inizio primavera che ha registrato la nomina alla presidenza di Josep Maria Pelegri i Aixut, consigliere dell’agricoltura e rappresentante della Generalitat della Catalunia mentre Luciano Trentini è stato confermato leader del Collegio dei Produttori e vicepresidente dell’Associazione stessa. Le cariche sono valide per un triennio. I rappresentanti di questi territori, che esprimono circa il 40% della produzione di frutta ed ortaggi d’Europa hanno analizzato le problematiche del settore nel corso della tredicesima assemblea generale. Particolare attenzione è stata posta anche al calo dei consumi, alla promozione ed alla educazione alimentare. Trentini nel suo intervento ha messo in evidenza la necessità di disporre di risorse certe a favore di un settore che ha sempre più bisogno di maggiori “sicurezze” per garantire quella vitalità che lo ha contraddistinto fino ad oggi. Ha poi riaffermato il ruolo della ortofrutticoltura europea che, in termini di valore, nonostante la crisi economica continua a rappresentare circa il 16 % della Plv, ed è in grado di fornire prodotti di alta qualità che possono giocare un ruolo molto importante anche sulla salute dei consumatori.

L’impegno in politica dal 2007, a Benevento, con Forza Italia. Nel 2008 viene eletta deputato alla Camera dei Deputati nella lista del Popolo della Libertà. Ed è membro del Consiglio Direttivo del PdL alla Camera. La passione dedicata alla politica si intreccia con la vita privata di

Nunzia De Girolamo: a dicembre 2011 il matrimonio con un “rivale”, il deputato Francesco Boccia, pugliese, classe 1968, amico di Letta, che nei banchi di Montecitorio siede sul fronte opposto dei parlamentari del Pd. Hanno una bambina, Gea, nata a giugno 2012. www.corriereortofrutticolo.it

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Notiziario Borsa merci Telematica, 1.200 operatori di 73 mercati Più di 1.200 operatori accreditati su 73 mercati, oltre 78 mila contratti conclusi, quasi 8 milioni di tonnellate scambiate, per transazioni pari ad oltre 2 miliardi e mezzo di euro. Questo il bilancio dell’esperienza maturata dalla Borsa Merci Telematica Italiana il mercato telematico regolamentato dei prodotti agricoli, agroenergetici, agroalimentari, ittici e dei servizi logistici realizzato dalle Camere di commercio italiane - presentato nel corso del convegno celebrativo dei cento anni dall’istituzione delle Borse Merci. La storia della Borsa Merci Telematica ha le sue radici nella nascita e nell’evoluzione delle Borse Merci, luoghi fisici istituiti nel lontano marzo del 1913 al fine di permettere agli operatori di incontrarsi per commercializzare merci - soprattutto di provenienza agricola - in un contesto di regole capaci di garantire la trasparenza degli scambi e l’efficienza del mercato. In questi cento anni di storia le borse merci hanno saputo adeguarsi alle continue trasformazioni negli scambi, fino a mutare pelle adottando gli strumenti messi a disposizione dall’Information and Communication Technology. Comprendendo la necessità che anche nel settore agroalimentare entrasse il vento della modernità, nel 2006 il sistema camerale ha risposto a questa esigenza con la creazione di un’unica infrastruttura - appunto la Borsa Merci Telematica Italiana - per la commercializzazione telematica dei prodotti attraverso uno strumento altamente innovativo, grazie al quale l’operatore può scambiare i propri prodotti su una piattaforma online nella massima sicurezza. Per Francesco Bettoni, Presidente di Bmti ScpA “la Borsa Merci Te12

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Il lungo inverno falcidia l’agricoltura

Il maltempo che ha a lungo imperversato in Italia e le basse temperature hanno causato problemi di non poco conto al calendario agricolo, impedendo le operazioni di semina in campo e influenzando negativamente la campagna. “Se il clima impazzito con pioggia e freddo non cederà il passo alla primavera, infatti, c’è il rischio concreto di un calo generalizzato della Plv agricola superiore al 10%”, affermava a inizio aprile la Cia-Confederazione italiana agricoltori. Le precipitazioni insistenti, soprattutto al Nord-Est, hanno impedito tutti quei lavori che preparano le semine, dall’aratura alla fresatura del suolo. In più, i terreni allagati e fangosi rendevano impossibile entrare in campo con le macchine agricole per parecchio tempo facendo slittare ancora più avanti le semine. lematica Italiana è oggi pronta ad affacciarsi al contesto internazionale”. “Modernità e trasparenza sono le parole chiave che caratterizzano la realtà della Borsa Merci Telematica Italiana, erede dei cento anni di storia del sistema camerale delle Borse Merci – ha dichiarato il presidente della Deputazione nazionale, Carlo Sacchetto -. Malgrado la perplessità e la prudenza che hanno connotato la fase di avvio della Borsa Telematica, la tenacia di chi ci ha creduto ha consentito di realizzare una piattaforma unica al mondo”.

Api fondamentali per l’ortofrutta E Apo Conerpo fa un vademecum Aumento della percentuale di allegagione, della dimensione e qualità dei frutti nonché della quantità e vitalità delle sementi sono solo alcuni degli importanti benefici apportati dalle api attraverso l’impollinazione di fruttiferi e seminativi. Per poter salvaguardare gli equilibri naturali è indispensabile rafforzare il rapporto virtuoso tra l’agricoltura e l’ambiente. A supporto della sinergia tra questi attori della filiera è stato realizzato ed aggiornato il “Vademecum sulle buone pratiche agricole per la tutela delle api” presentato a Villanova di Castenaso (Bologna) nel corso di un incontro tecnico svoltosi presso la sede di Apo Conerpo. “Per favorire l’attività dei pronubi - ha detto Giampiero Reggidori (foto), responsabile dell’Ufficio Tecnico di Apo Conerpo è necessario rispettare la corretta epoca di introduzione degli alveari in campo, evitare trattamenti insetticidi durante la permanenza degli alveari e nei giorni antecedenti il loro arrivo e diminuire, se non si può eliminare, l’impiego di fungicidi. Occorre limitare il più possibile l’impiego di prodotti che presentano profili tossici negativi per le api e i pronubi in generale”. La tutela degli insetti impollinatori è regolamentata a livello nazionale dalla Legge 313 del 2004 “Disciplina dell’apicoltura”, che affida alle Regioni il compito di individuare le limitazioni nell’uso di prodotti fitosanitari ed erbicidi tossici per le api durante il periodo di fioritura. Ap r i l e

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Salgono a 249 le Dop e Igp italiane registrate in ambito comunitario, a conferma del primato che l’Italia detiene in Europa per quanto riguarda le eccellenze agroalimentari. Sono stati infatti pubblicati dall’Unione Europea i Regolamenti di iscrizione nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette della “Mela Rossa Cuneo” Igp e del “Ficodindia di San Cono” Dop. Le mele vengono prodotte utilizzando esclusivamente le seguenti varietà di mele e i loro cloni: Red Delicious, Gala, Fuji e Braeburn. Le caratteristiche peculiari della “Rossa Cuneo” sono costituite dalla caratteristica sovracolorazione rossa della buccia, che influisce sull’aspetto del prodotto sia per quanto riguarda l’estensione del sovracolore sia sulla particolare brillantezza della colorazione dell’epicarpo. Tra le caratteristiche distintive del “Ficodindia di San Cono” si annoverano le grandi dimensioni dei frutti, la buccia dai colori intensi e vivi, un profumo molto delicato e un sapore molto dolce. La dolcezza e le dimensioni del “Ficodindia di San Cono” rispetto ad altre zone di produzione siciliane risultano essere degli importanti parametri distintivi poiché correlati alla tipicità della zona geografica. Le particolari caratteristiche del “Ficodindia di San Cono” si sviluppano grazie alla perfetta combinazione di fattori ambientali ed umani che caratterizzano la zona di produzione. Ap r i l e

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Il Veneto riscopre carciofo violetto e asparago verde L’archivio del gusto di Veneto Agricoltura continua ad arricchirsi. Dopo alcune specie frutticole, cerealicole e di vecchi vitigni veneti autoctoni selezionati per salvaguardarne la tipicità e prevenirne l’estinzione, è la volta del carciofo violetto veneto e dell’asparago verde amaro montine. La Regione Veneto, nell’ambito del progetto europeo “SIGMA2” di cui è partner, ha istituito due campi sperimentali di studio e conservazione dei biotipi locali delle colture orticole citate a Cavallino Treporti (Venezia) e nell’Isola di Sant’Erasmo, demandando Veneto Agricoltura attraverso il suo Centro Sperimentale Ortofloricolo “Po di Tramontana” a raccogliere e custodire il germoplasma delle due varietà. Il lavoro di recupero e selezione del materiale dalla zona tipica di coltivazione, la sua caratterizzazione con schede descrittive specifiche nonché l’affinamento della tecnica di coltivazione, compresa la parte vivaistica, sono parte di due pubblicazioni specifiche edite dall’Azienda di Legnaro (Padova) distribuite gratuitamente (salvo i costi di spedizione) su richiesta. Info sul sito: www.venetoagricoltura.org

NOTIZIARIO

Mela di Cuneo e fico di San Cono portano a 249 Dop e Igp

Pomodoro trasformato, produzione giù Firmato l’accordo quadro per il Nord Calano la produzione e le importazioni del pomodoro trasformato. La campagna del pomodoro da industria 2012 ha fatto registrare una riduzione delle produzioni del 10% a livello nazionale e del 13% a livello mondiale. In particolare, a fronte di un deciso ribasso del flusso di concentrati provenienti dalla Cina (quasi dimezzati: 46%), parzialmente compensato dall'aumento delle importazioni dagli Stati Uniti (+20,7%) e dalla Spagna (+43%). Quanto alle aspettative per la produzione 2013, le previsioni sono per un ulteriore ridimensionamento degli investimenti, visto che la maggior parte delle imprese agricole non è riuscita a coprire i costi di produzione nella passata stagione. Firmato intanto a metà aprile l’accordo quadro 2013 per il Nord Italia per il po-

modoro da industria. Il prezzo base è stato fissato a 86 euro per tonnellata, contro gli 84 euro stabiliti per la campagna dello scorso anno. Il patto è stato stretto tra le Op del pomodoro e i rappresentanti dell’industria di trasformazione Aiipa. Si tratta di un accordo d'area per le zone vocate del distretto Nord Italia, concentrate per lo più tra Emilia e bassa Lombardia, che servirà come riferimento anche per le aree del Centro-Sud, in particolare tra Puglia e Campania. Le Op chiedevano 88 euro, contro gli 82 che l’industria era disposta a concedere. Tra le norme sottoscritte dalle parti, l’impegno a rispettare quanto previsto dall’articolo 62 e a riconvocare il tavolo della contrattazione per raggiungere un nuovo accordo l’anno prossimo entro il 15 febbraio. www.corriereortofrutticolo.it

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Notiziario

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Diradamento, test in campo di Terremerse in Romagna

Sicilia, Cia preoccupata dalla Tristeza degli agrumi Sos Tristeza in Sicilia. Il presidente della Cia isolana Fabio Moschella (nella prima foto dall’alto) ha inviato una lettera aperta all’assessore regionale alle Risorse agricole Dario Cartabellotta sul grave problema della fitopatia “Citrus Tristeza Virus”. “Da tempo sollecitiamo la pubblicazione del bando relativo alla prevenzione e lotta alla fitopatia Citrus Tristeza Virus”, scrive Moschella. “Documento che ha ricevuto parere positivo dalla Commissione Europea. Da tempo sollecitiamo di dotare la misura 121 del PSR di risorse aggiuntive per fare scorrere l'intera graduatoria e consentire di avviare piani di riconversione anche in funzione del contenimento del virus della Tristeza. Riteniamo non più tollerabili ulteriori ritardi. Come è ampiamente noto la Tristeza ed oggi anche l’Huanglongbin (HLB o “citrus greening”, causato da alcuni batteri) sono fra le patologie più gravi che arrecano danno agli agrumi. Nella Piana di Catania, in molti

comprensori la percentuale di piante infette raggiunge il 60%. Cia Sicilia stima che un piano pluriennale di riconversione possa interessare una superficie di 40 mila ettari. In un settore già profondamente colpito dalla congiuntura economica sarebbe imperdonabile non agire con immediatezza e lungimiranza. Bisognerà che anche la futura programmazione dei PSR 2014/2020 tenga conto della drammaticità del problema. Riteniamo infine urgente mettere mano al riordino delle strutture regionali di prevenzione fitosanitaria in quanto il problema non interessa soltanto l’agrumicoltura ma investe l’intera economia siciliana. In questo senso il caso del “Punteruolo delle palme”, delle virosi, degli insetti nelle serre sono assolutamente emblematici. Si utilizzino le competenze delle Università siciliane che per prime hanno segnalato e lanciato l’allarme e studiato con serietà i problemi. Caro assessore - chiosa Moschella - si passi alle azioni concrete".

Dopo le dimostrazioni in campo sul diradamento fiorale meccanico avvenute in Basilicata, nei giorni scorsi Terremerse ha effettuato altre giornate dimostrative in Romagna: Cesena e Ravenna, poi Alfonsine, S. Pietro in Campiano, Fusignano, Faenza e Fontanelice (Ravenna). La partecipazione agli incontri, oltre 300 persone, è sempre stata alta, a dimostrazione dell'interesse di tecnici e imprenditori agricoli verso questa innovazione. I test sono stati eseguiti su piante di pesco, nettarina e albicocco da Mattia Onofri, responsabile tecnico ortofrutta di Terremerse: “L’utilizzo del diradamento fiorale meccanico - spiega Onofri - permetterà all’imprenditore agricolo un considerevole risparmio di tempo, il che si traduce direttamente in un risparmio di costi, stimato attorno al 50%. Inoltre, si è riscontrato anche un aumento delle pezzature dei frutti raccolti”. Per eseguire il diradamento è stata utilizzato SafloWers, strumento già in uso da diversi anni in Spagna e distribuito dalla Cooperativa Terremerse .

Confagricoltura: riequilibrare le quotazioni nella filiera, dal campo alla tavola il prezzo della zucchina quintuplica Calano le quotazioni di ortaggi, ma il loro prezzo dal campo alla tavola quintuplica. A farlo notare, questa volta, non è Coldiretti, bensì il Centro Studi di Confagricoltura, analizzando i dati sull’inflazione di marzo diffusi dall’Istat. Seguendo, infatti, il tradizionale viaggio delle zucchine dal campo alla

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tavola, l’organizzazione fa notare che il produttore le ha vendute a 0,56 euro al chilo. Il grossista a sua volta ha effettuato la vendita a 0,89 euro al chilogramo, ma sui banchi di vendita sono arrivate, mediamente, a 2,55 euro al chilo. Confagri sollecita “un riequilibrio vero delle quotazioni nella filiera”.

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Quasi 150 le presenze registrate all’Open Day Marmande tenutosi il 21 marzo in Sicilia all’azienda Parlagreco a Pachino (Siracusa) con la collaborazione dello staff siciliano di Nunhems Italy. Il tema della giornata è stato il pomodoro Marmande, nelle sue varietà. Fra queste la varietà a lunga conservazione Maremagno F1*, che presenta resistenze genetiche molto importanti. Tra queste il TYLCV, il Fusarium radicis e la Cladosporosi. Ragioni, queste che conferiscono al prodotto una coltivazione ancor più semplice e sicura. Forte attenzione ha ricevuto l’ultimissimo nato nella gamma Nunhems, e indicato da tutti come l’erede di Marinda F1, tra i leader di mercato (colore attraente, costolature marcate, alta resa). Fra le caratteristiche di questa varietà, la qualità elevata, la lunga conservazione, e la resistenza al TYLCV e alla Cladosporiosi. Molto interesse ha ottenuto pure Marmandino One F1, con frutti attraenti e alta qualità.

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Peperone Cariddi di Monsanto protagonista nel ragusano

Rijk Zwaan scommette sul pomodoro Saneh RZ F1

Si è svolto il 28 marzo al Tomato Experience Centre di Monsanto ad Acate (Ragusa) l’Open Day Peperone, dedicato a Cariddi, il mezzo lungo rosso di Monsanto commercializzato col brand leader Seminis. Oltre 200 partecipanti durante tutto l’arco della giornata, tra cui rappresentanti di aziende locali della zona di Vittoria e Santa Croce Camerina. Si tratta di imprese specializzate nella produzione di peperone nei cicli autunno-inverno, commercianti di Vittoria, vivaisti e tecnici. Cariddi ha suscitato interesse per la presenza di caratteristiche che corrispondono alle esigenze del mercato attuale: in particolare, l’elevato numero di frutti allegati, medio-lunghi, abbastanza pesanti con spalla larga e liscia, dalla forma regolare (presenza dei 4 lobi) ed il colore rosso brillante. “Considerando la data di trapianto, il 5 ottobre, Cariddi ha mostrato - afferma Ignazio Cacciaguerra, Sales Promoter di Monsanto Agricoltura Italia SpA un’ottima capacità di reagire agli sbalzi e agli abbassamenti di temperatura avvenuti nel mese di febbraio, che hanno caratterizzato quest’annata agraria”.

Rijk Zwaan Italia ha introdotto da poco sul mercato la varietà Saneh RZ F1. Alle spalle vanta un anno di ottimi risultati, soprattutto nell’aerale siciliano, dove si posiziona nel periodo estivo laddove generalmente c’è una certa difficoltà a coltivare varietà di pomodoro a causa delle alte temperature. Saneh RZ F1, invece, ha ottenuto successo soprattutto nei trapianti da maggio a luglio, ma anche da gennaio a febbraio. Dice il responsabile vendite di Rijk Zwaan Italia per la Sicilia, Davide Recupero: “Nella fascia trasformata della Sicilia cresce l’esigenza di cominciare i trapianti già dai mesi estivi. Nei mesi che vanno da maggio a luglio, considerando le tante difficoltà dovute al clima sfavorevole, la scelta di una varietà che riesca a performare malgrado le alte temperature e l'umidità, diventa ancora più importante. Saneh RZ F1 è la aneh RZ F1 inoltre presenta una pianta caratterizzata da un'elevata robustezza, un buon vigore, un portamento arieggiato ed una estrema produttività”.

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NOTIZIARIO

Open Day Marmande “firmato” Nunhems

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PRIMO PIANO

✍ Mirko Aldinucci Fare sistema, unire le forze per arginare una crisi pesante, dai contorni difficilmente definibili, che non risparmia neppure un settore tra i più “resistenti” quale l’ortofrutta: questo, sia pure con toni e sfumature diverse, l’appello lanciato dalla 64ma assemblea di Fruitimprese che mai come in questa occasione ha visto sfilare protagonisti dell’intera filiera, dalla produzione alla distribuzione, per testimoniare la necessità di trovare strade comuni per risollevare i consumi interni e sospingere l’export. Come dire che, forse, non tutto il male viene per nuocere e proprio il momento di grave difficoltà può rappresentare la spinta per aggregare di più, e meglio, il mondo dell’ortofrutta. È stato proprio il pluralismo di voci, con interventi affidati a esponenti dell’intera supply chain, a caratterizzare l’appuntamento associativo di Fruitimprese, che si è svolto giovedì 11 aprile nella suggestiva cornice di Villa Malta a Roma. Il presidente dell’associazione degli esportatori e importatori Marco Salvi, eletto al posto di Luigi Peviani dodici mesi prima Ap r i l e

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LA GRANDE CRISI

«Facciamo quadrato»

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Calo dei consumi interni e competizione internazionale richiedono, oggi come non mai, intese trasversali di filiera. Questo il messaggio della 64ma assemblea Fruitimprese

In alto il tavolo dei relatori, qui sopra la platea, sotto l’intervento di Salvi

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LA GRANDE CRISI

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e quindi alla sua prima assise in veste di leader, ha svolto la consueta panoramica sull’import-export italiano nel 2012 e sulle principali problematiche sottolineando che “il settore resta trainante e assicura un indotto importante malgrado crisi, costo del lavoro, costo del trasporto; l’occupazione tiene e ha uno dei suoi punti di forza nelle quote rose, con le donne quanto mai attive e importanti soprattutto nella fase di lavorazione e condizionamento dei prodotti, ma non solo”. Un export quello italiano, che lo scorso anno ha tenuto e vale 4 miliardi di euro, più o meno allo stesso livello del vino che però, ha chiosato Salvi, “è molto più conosciuto”. Dopo una carrellata sul rapporto tra produzione ed export degli “alfieri” della frutta made in Italy (bene le mele, con quasi il 50% del commercializzato inviato Oltralpe e il kiwi, vicino all’80%; in difficoltà le pere, ancora notevolmente sotto le potenzialità, con solo un terzo del totale venduto all’estero, le pesche con il 23% e gli agrumi con il 5%) e una battuta sull’import di frutta tropicale “in mano ad aziende molto qualificate”, Salvi ha accennato alla Pac evidenziandone il probabile slittamento al 2015 ed esprimendo la certezza che vi sarà un taglio delle risorse. Poi, proponendo il leit motiv dell’assemblea, ha spiegato che “bisogna rafforzare il legame con la produzione, anche mettendo a disposizione il know how delle nostre imprese, per una crescita complessiva”. Sul fronte politico il presidente di Fruitimprese auspica la nascita di un governo in tempi brevi e vorrebbe un ministro delle Politiche agricole in linea con Mario Catania che, per l’associazione, ha dimostrato competenza facendo bene in particolare su articolo 62 (“una buona legge, nonostante il pastrocchio di questi giorni, che ha messo ordine nelle transazioni commerciali introducendo equità e trasparenza”), inwww.corriereortofrutticolo.it

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Da sinistra Mario Guidi (Confagricoltura) e Nazario Battelli

terprofessione (“il tavolo di concertazione per risolvere i problemi del settore”) e sulle barriere fitosanitarie (“la Corea ha aperto al kiwi, ora si lavora per far accedere pere e mele negli Usa”). “L’export è la strada obbligata per crescere”, ha detto ancora Salvi. “Occorre accentuare la distintività, raggiungere mercati nuovi ma, prima ancora, fare sistema. Servono aggregazione e buona logistica, mercati come la Russia devono vederci in primo piano”. Quindi due citazioni dedicate a From, consorzio protagonista proprio a Mosca e al Cso “un grande realtà che ora deve allargare gli orizzonti inglobando anche le orticole del sud, l’uva e altre produzioni, perché sia il tavolo dei servizi di tutta l’ortofrutta italiana”. In tema di rappresentanza Salvi ha citato la nascita, avvenuta nel 2012, di Agrinsieme e di Italia Ortofrutta: “I tempi sono maturi per maggiori collaborazioni. Nell’ottica, anche, di tutelare produzione che è la parte più debole”. Un assist in piena regola per il presidente nazionale di Confagri-

coltura Mario Guidi che nel suo applaudito intervento ha concordato sul fatto che siano maturi i tempi “per un nuovo approccio di sistema in questa fase di crisi. Crisi che non è ancora al culmine e cambierà le abitudini di consumo". “Il perimetro delle nostre aziende deve ampliarsi, l’agricoltura resta il settore con maggiori potenzialità di business e se dovessi scegliere rifarei l’agricoltore, ma forse non in Italia, che non sembra credere veramente nell’agroalimentare”. E poi: “I contributi a pioggia del passato sono stati un oppio per il settore agricolo, il comparto primario si è adagiato: ora bisogna voltare pagina, operare in agronetwork per conquistare mercati interazionali. C’è bisogno di una strategia leader di crescita, dobbiamo costruirla insieme. Ma serve un differenziale di prezzo adeguato sennò non si produrrà e non si venderà più. E serve anche una rete di ricerca. Vogliamo un settore composto da aziende forti orientate al mercato. Pensiamo troppo in piccolo, dobbiamo pensare in grande”, ha Ap r i l e

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concluso Guidi suscitando la convinta approvazione della platea. Dopo Guidi sono intervenuti il presidente dell’Organismo Interprofessionale Nazario Battelli, “legittime le ragioni per la mancata ratifica dell’accordo su pesche e nettarine - ha detto - gli operatori hanno voglia di fare sistema ma il quadro di riferimento è complesso”, e due autorevoli esponenti della Gd, Claudio Gamberini di Conad e Ulrich Spieckermann di Edeka. Gamberini si è detto convinto dell’importanza dell’interprofessione, “appoggiata anche da Coop e Federdistribuzione” ma, ha aggiunto, “vogliamo che funzioni veramente: l’unanimità richiesta per approvare è un limite effettivo. Inoltre, alcuni comitati di prodotto funzionano altri no”. “Non neghiamo le nostre pecche, lo scaffale a volte lo trattiamo in modo sbagliato e utilizziamo poco la comunicazione”, ha aggiunto Gamberini. “Ma abbiamo bisogno di innovazione sul fresco. Le difficoltà ci sono anche per la Gd, siamo disponibili a collaborare”. Spieckermann ha assicurato che Ap r i l e

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il made in Italy per Edeka è un riferimento privilegiato: “crediamo nell’Italia e ai suoi prodotti: non solo per salubrità ma anche per il sapore. Ma è fondamentale saper programmare le produzioni, anche per garantire qualità costante. Inoltre in Italia è difficile trovare fornitori di dimensioni congrue ”. Carlo Sacchetto, capo della segreteria tecnica Mipaaf non si è lasciato sfuggire l’occasione per rimarcare che il prodotto organizzato è ancora troppo poco e soprattutto che l’aggregazione manca dove servirebbe di più, al Sud: “Questo settore è la corazzata dell’agroalimentare italiano, ma non vengono espresse le reali potenzialità, come ha dimostrato la dispersione del “sistema Italia” alla fiera Fruit Logistica”. Quindi un approfondimento su Ocm, interprofessione e sulla revisione del Decreto 102/2005 sulla regolazione dei mercati. Fra le richieste italiane accolte nella Pac in discussione, il mantenimento delle risorse nella nuova OCM ortofrutta e l'obbligo di indicazione dell'origine sui prodotti; è stata inol-

LA GRANDE CRISI

Ibrahim Saadeh (Italia Ortofrutta) e Ulrich Spieckermann di Edeka

tre inserita la possibilità per le Aop di presentare piani operativi. Quanto all’articolo 62 l’esponente del dicastero di via XX Settembre ha confermato che “è in vigore e si applica: la norma comunitaria prevede possano essere previste condizioni più favorevoli al creditore”. Prima di Sacchetto, ad aprire i lavori moderati dal giornalista del Tg1 Attilio Romita, un videomessaggio di Paolo De Castro, impegnato a Bruxelles nella prima giornata di “trilogo” tra Commissione, Consiglio e Parlamento Ue e il docente Roberto Della Casa che nel presentare un focus sull’andamento dei consumi ha spiegato come l’indice di fiducia del consumatore sia calante in tutta Europa e che cambiano i paradigmi di consumo: promozioni, controllo della spesa, riduzione sprechi caratterizzano il nuovo scenario. Si riducono gli acquisti di frutta e verdura e a ciò bisognerebbe rispondere fornendo più servizi, puntando sul confezionato: comprare 3 mele invece di 4 è semplice, un pacco di pasta non può essere smembrato. Oltre all’export le strade su cui puntare, ha concluso Della Casa, sono quelle delle maggiori masse critiche, di efficienza ed efficacia, organizzazione logistica e commerciali, accordi nazionali e sovranazionali, promozione e distintività del made in Italy. In chiusura, dopo gli interventi di Ibrahim Saadeh, numero uno di Italia Ortofrutta e del past president Pino Calcagni, la parola agli sponsor Unitec (con Angelo Benedetti che ha tratteggiato l’esperienza della propria azienda) e International Paper la quale ha portato la toccante testimonianza diretta di chi ha dovuto affrontare il tragico sisma dell’Emilia. “Abbiamo dovuto ricostruire e ripartire da zero – le parole di Luppi - ma forse il terremoto è come la grande crisi che stiamo vivendo: cementa, fa convivere realtà e persone che prima magari si detestavano”.

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LA GRANDE CRISI

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Qualità, efficienza, organizzazione La ricetta degli opinion leader ✍ Mirko Aldinucci Istat e organizzazioni di categoria lanciano da tempo continui “Sos” sotto forma di dichiarazioni allarmate e dati nefasti che mostrano un apparentemente inarrestabile calo delle vendite al dettaglio, con segnali di crisi anche nei discount; una ricerca presentata recentemente da Confcommercio a Cernobbio evidenza una crisi dei consumi senza precedenti e rivede al ribasso le previsioni del Pil 2013; un’indagine del Cso denuncia che i consumi di ortofrutta sono crollati negli ultimi 10 anni e hanno chiuso in rosso nel 2012. Come si può venir fuori da questa situazione pesante che non risparmia neppure il pianeta ortofrutta? Lo abbiamo chiesto ad alcuni opinion leader del settore. La visione dei manager della produzione Per Renzo Piraccini, direttore generale di Apofruit Italia “se l’economia non torna a crescere, difficilmente assisteremo ad un aumento quantitativo dei consumi: e questo vale anche per l’alimentare e per l’ortofrutta”. A detta di Piraccini “l’incremento da ricercare deve essere soprattutto qualitativo. Bisogna segmentare di più l'offerta, non solo per quanto riguarda i prodotti e il loro livello qualitativo, ma anche le confezioni e soprattutto il servizio. In questi anni la Gdo ha puntato soprattutto a risparmiare sul servizio e sui costi del personale ma oggi si vedono alcune nuove impostazioni ad esesempio il nuovo punto vendita di Unicoop Firenze a Novoli. Accanto alla vendita a libero servizio ci sono anche alcune isole a vendita assistita. Questo elemento impatta in maniera importante anche sulla qualità perché si può

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Scenario negativo, prospettive incerte: come venirne fuori? Ecco il parere di alcuni dei protagonisti del settore. Che biasimano il sistema Paese e fanno autocritica

Da sinistra Renzo Piraccini, Cesare Bellò e Maurizio Gardini vendere una frutta più matura e quindi più buona”. Ma cosa possono fare gli operatori della filiera per rilanciarsi e rilanciare i consumi in Italia? “Tre sono i punti fondamentali: qualità, qualità, qualità”, sintetizza con una battuta il manager romagnolo. “Difficile pensare ad un rilancio dei consumi senza un miglioramento netto delle caratteristiche organolettiche dei prodotti. Qualche esempio positivo c’è: con le nuove varietà di fragola molto più ricche di zucchero come la Candonga della Basilicata - si sono rilanciati anche i consumi. Lo stesso si può dire per le mele Pink Lady o le uve senza semi”. Le prospettive in ogni caso sono tutt’altro che rosee: “Questa situazione nel mercato italiano, purtroppo, non è destinata a cambia-

re in poco tempo. Poichè i consumi non crescono c'è la tendenza della Moderna Distribuzione a spingere sulla pressione promozionale che oltre un certo limite, ha effetti controproducenti e pesa enormemente su tutta la filiera. Oggi, più che mai, per sopravvivere bisogna essere molto efficienti e competitivi e avere grande attenzione al debito. E soprattutto esportare di più, in particolare in quelle aree che invece crescono. Mi riferisco in particolare a Far East, Brasile, Russia, Paesi del Golfo Persico”. Paolo Bruni, presidente di Cso non nasconde che i problemi ci sono: “Siamo di fronte ad una preoccupante riduzione dei consumi di ortofrutta che potrebbe avere forti ripercussioni oltre che sull'economia del settore anche Ap r i l e

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PRIMO PIANO

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sulla salute dei consumatori. Ritengo che il Progetto Frutta nelle Scuole, rifinanziato dalla Ue per 88 milioni di euro complessivi, di cui 22 milioni all’Italia, sia una grande opportunità per rilanciare i consumi partendo dai bambini a cui sarà data la possibilità di apprezzare e conoscere il meglio della produzione italiana”. Nel mondo della cooperazione si sottolinea la necessità di aggregare peravere successo all’estero: “Per dare competitività e futuro all’agricoltura italiana bisogna creare soluzioni economiche che diano più reddito ai produttori”, ha detto il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini nel suo intervento al convegno promosso dall’Op Ortofruit Italia per festeggiare il decennale della cooperativa. “Se vogliamo evitare che migliaia di aziende chiudano ogni anno, il progetto più serio, l’unica possibilità di ridare sviluppo al comparto rimane l’organizzazione in filiera, che tenga insieme cioè le fasi della produzione, trasformazione e vendita”. “Lo scenario attuale - ha spiegato Gardini - è contraddistinto dall’aumento della competizione da un lato (nel mondo c’è un maggior numero di Paesi che producono e vendono) e dal drastico calo dei consumi interni dall’altro, sintomo di una crisi esaspeAp r i l e

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rata. Le risposte a questa situazione, non sono il mercato locale, né quello nazionale. Con ciò non intendo dire che entrambi vadano abbandonati, ma che se non ci apriamo ad intercettare la domanda di consumi dei Paesi lontani, non saremo in grado di garantire più redditività alle nostre aziende. Stante il drastico crollo dei consumi interni, quanti sostenevano che il mercato locale fosse la vera sfida dell’agricoltura italiana del futuro, dovrebbero venire a testa bassa a chiedere scusa”. Per il direttore di Opo Veneto Cesare Bellò, la principale fonte di preoccupazione è legata alla “mancanza di apparenti vie d’uscite e al contesto in cui si sta sviluppando questa crisi: è lo scenario generale, più che il contesto particolare, a fare paura”. “I consumi di ortofrutta sono stati tra gli ultimi a cedere perché si tratta di un bene essenziale, primario”, dice Bellò. “Il problema è che ora come ora non si vedono soluzioni alla crisi anche se mi sforzo di rimanere ottimista”. Opo Veneto nel 2012 è cresciuta di quasi 4 punti percentuali rispetto al 2011. “Controllo della produzione e innovazione sono le due leve su cui stiamo agendo per elevarci rispetto all’anonimato che, nel comparto degli ortaggi, è deleteria e fa perdere quote”.

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Da sinistra altri quattro intervistati: Luca Granata, Fabio Zanesco, Claudio Gamberini e Dino Abbascià

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Tra le iniziative messe in campo da Opo Veneto una delle ultime è rappresentata dalla promozione di verdure stagionali tipiche del territorio in alcuni punti vendita della moderna distribuzione. Domenico Liturri, sales manager di Agricoper conferma che “c'è stata una tendenza ad una riduzione dei consumi negli ultimi anni, evidente anche nel 2012. “Durante la campagna uva dello scorso anno abbiamo riscontrato una riduzione nel volume degli ordini e per reagire a questa nuova realtà ci siamo impegnati fortemente nella ricerca di nuovi mercati. La ricerca ha riguardato i mercati italiani ma soprattutto quelli europei ed overseas essendo la nostra azienda altamente proiettata verso l'export internazionale. Conservare il fatturato degli anni precedenti è stato difficile ma non abbiamo mai rinunciato e per questo abbiamo impiegato in questa direzione molte delle nostre energie”. Mele, parola d’ordine esportare “Resistere” sembra essere la parola d’ordine nel comparto melicolo: “A fronte della perdurante situazione di difficoltà economica e di riduzione generalizzata dei consumi, dalla quale ovviamente non sono immuni nemmeno i prodotti ortofrutticoli - esordisce Luca Granata di Melinda - credo www.corriereortofrutticolo.it

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che gli operatori del settore dovranno continuare a fare più o meno quello che hanno sempre fatto e cioè: difesa, con le unghie e con i denti, di ogni millimetro di quota di mercato in Italia; costante supporto promo-pubblicitario alle vendite; lotta senza quartiere ad ogni centesimo di costi non indispensabili per creare valore per i produttori; continuo tendenziale innalzamento degli standard qualitativi di prodotto e/o di servizio”. “Servirà però anche qualcosa di nuovo, che finora pochi hanno concretamente avviato e cioè: maggiore professionalità generale nello sviluppo delle esportazioni, senza limiti di destinazione e con una forte determinazione nella ricerca di nuovi clienti; reale innovazione di prodotto finalizzata alla ricerca di una sempre maggiore facilità di consumo”. “Non vorrei apparire troppo ottimista - conclude Granata - ma sono abbastanza convinto che le difficoltà attuali ed a breve-medio termine che dovremo affrontare non siano del tutto negative perchè ci obbligheranno a rivedere alcuni nostri comportamenti e ad imparare cose nuove e alla fine chi riuscirà a restare in piedi ne uscirà più in forma e più preparato di prima e quindi più forte. Insomma, non tutto il male vien per nuocere...”. “Ci troviamo in un momento drammatico dal punto di vista dell’economia generale e di forte pressione al ribasso sui consumi”, commenta Fabio Zanesco, responsabile commerciale Vip. “Per quanto riguarda le mele, i dati evidenziati dal Cso sono purtroppo in linea con le nostre attese, con volumi che si attestano intorno alle 800.000 tons annue. Non credo che questa dinamica negativa potrà essere invertita nel prossimo futuro, d’altra parte il nostro mercato è ormai stabile da diverso tempo su questi livelli, con le naturali oscillazioni stagionali, e mostra il comportamento di un mercato maturo.” “Nessuno - prosegue Zanesco - ha www.corriereortofrutticolo.it

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in mano ricette semplici ed immediate per una ripresa a breve termine, anche perché una parte di questa perdita degli acquisti è stata in realtà una revisione del comportamento dei consumatori in conseguenza della crisi, con un calo dell’acquisto medio ed una netta riduzione dello spreco delle famiglie. Questo comportamento non sarà del tutto reversibile, quindi dobbiamo imparare a convivere con una minore dinamicità del mercato e cercare punti di forza sviluppando nuovi sbocchi. Dobbiamo continuare ad aprirci all’estero per garantire ai nostri soci una redditività accettabile. Di certo la crescente pressione promozionale non sta aiutando le vendite, ma anzi confondendo il consumatore e accentuando il comportamento “nomade” nella ricerca dell’offerta migliore, senza però muovere nuovi volumi o dare ai prodotti ortofrutticoli una immagine di freschezza e convenienza”. Cosa possono fare gli operatori della filiera per rilanciarsi e rilanciare i consumi in Italia? Credo che la logica del “good value for money” possa essere una delle chiavi per stabilizzare il mercato, insieme ad una profonda analisi interna dell’intera filiera per ridurre ogni possibile inefficienza ancora presente, nell’ottica di mantenere il migliore rapporto qualità/prezzo per il consumatore. Ciò richiede una aperta collaborazione tra produttori e distribuzione, e noi siamo pronti a fare la nostra parte, compatibilmente con i nostri obiettivi e con le dinamiche stagionali. È ovvio che ogni progetto generale che stimoli il consumo di ortofrutta e sensibilizzi il consumatore sui benefici salutistici del prodotto fresco è benvenuto ed ha ricadute positive, ma dobbiamo innanzitutto fare “i compiti a casa” come settore e sforzarci di modernizzare la nostra offerta complessiva, sia in termini di referenze che di generale proposta commerciale”. “Il settore mele è già fortemente

aggregato ed il mondo Cooperativo sta lavorando nella direzione giusta, ma non c’è dubbio che saremo sottoposti a ulteriori pressioni nel biennio 2013/2014, cui dovremo reagire mantenendo il valore del nostro prodotto/servizio. Certo che finché lavoro e risparmio non torneranno al centro dell’agenda - conclude Zanesco - i consumi languiranno come oggi, in una spirale che non ci permetterà di rialzarci facilmente”. La ricetta di piccola e grande distribuzione Preoccupazione, e non potrebbe essere altrimenti, anche tra i protagonisti della distribuzione. In attesa di capire il destino dell’articolo 62 (“ma intanto abbiamo messo a posto i bilanci dei consulenti cui abbiamo dovuto ricorrere in massa per cercare di capire la complicatissima normativa…”, il commento ironico in proposito), Claudio Gamberini, responsabile nazionale ortofrutta di Conad, sottolinea che i timori non derivano solo dalla crisi econoAp r i l e

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PRIMO PIANO

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di nuovi servizi per il consumatore, il quale, nell'ultimo decennio è notevolmente cambiato: famiglie sempre meno numerose, single, nuove abitudini di consumo caratterizzano oggi il panorama”. Giuliano Canella dell’ufficio acquisti della catena veneta Alì sottolinea che i supermercati omonimi hanno registrato nel 2012 un incremento di fatturato a parità di punti vendita del 3% mentre con le nuove aperture ha registrato nello stesso anno un incremento del 9%. Il primo trimestre del 2013 conferma questa tendenza con un incremento a parità di punti vendita del 2,7% mentre l’ortofrutta arriva a mettere a segno un 7% di incremento di fatturato. “La crisi di consumi è reale ma è giusto fare anche alcune considerazioni”, dice Canella. “Fino ad un paio d’anni fa la gente consumava di più perché acquistava quantità superiori al fabbisogno necessario. I frighi erano sempre pieni e sicuramente si gettava prodotto scaduto o vecchio. Oggi questa mentalità è parecchio cambiata e si tende ad acquistare solo quello che effettivamente va consumato. Inoltre nei supermercati vi è stato negli ultimi anni un ampliamento dell’assortimento per cui un cliente può acquistare di tutto e di più; iIl mangiare è divenuto quindi anche un sistema di piccoli assaggi ma di più prodotti”. “La stategia vincente – conclude Canella - rimane quella di puntare in primis e sempre nella qualità vera del prodotto, focalizzandosi sulla reale percezione di qualità che sia riscontrata da un feedback del consumatore finale. E’ doveroso aggiungere però come il fattore prezzo oggi sia divenuto molto più importate quindi dobbiamo essere bravi ad equilibrare qualità e convenienza senza dimenticare il margine. Reputo difficile un rilancio di consumi quindi bisogna puntare su stategie di differenzazione per fidelizzare la clientela e conquistarne di nuova”. ● www.corriereortofrutticolo.it

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mica ma anche dal clima anomalo che sta ritardando il normale ciclo produttivo: “Il freddo sta ritando semine e raccolti e scombinando la scalarità delle produzioni: si rischia seriamente di avere carenza di prodotto per un certo periodo e accavallamento con conseguente sovraproduzione subito dopo. Le premesse per la stagione estiva non sono quindi delle migliori, e questo è un bel guaio”. La flessione di vendite e consumi è un dato di fatto ma, precisa Gamberini “il calo coinvolge tutte le merceologie e bisogna comunque tenere conto che sono cambiati gli stili di vita per cui, oggi, è normale acquistare 200 grammi di insalata pronta al consumo invece di mezzo chilo di lattuga o di cicoria da lavare”. Sarà anche per questo che, complice l’inflazione, nei primi cinque mesi dell’anno il fatturato del reparto ortofrutta di Conad resterà stabile rispetto all’analogo periodo del 2012 pur a fronte di una lieve riduzione dei volumi venduti. “Consideriamo strategi-

co il fattore prezzo – precisa Gamberini - senza però dimenticare che il consumatore pone sempre grande attenzione alla qualità; quindi benissimo le offerte ma a patto di mantenere standard comunque elevati. Cerchiamo inoltre di trasmettere e comunicare l’importanza dell’aspetto salutistico e del benessere, che assolutamente deve essere uno dei driver per incentivare le vendite e dare valore aggiunto a frutta e verdura”. “In ogni caso bisogna accrescere la capacità d’acquisto delle famiglie italiane anche per cambiare l’approccio psicologico, oggi anche chi ha i soldi non spende o spende il meno possibile”, aggiunge il responsabile di Conad. “La crisi dei consumi - dice il presidente della Federazione dei dettaglianti dell’alimentazione Dino Abbascià, noto imprenditore del settore ortofrutticolo a Milano - interessa tutti i settori, quindi era impensabile che quello dell’ortofrutta ne rimanesse indenne. Purtroppo la situazione economica generale si è avvitata su se stessa, creando un circolo vizioso che si trasforma in crisi occupazionale e chiusure di attività, che a loro volta generano crisi dei consumi. Da questa situazione può uscire solo con politiche legate alla crescita e non solo all’austerità”. “Il settore dell’ortofrutta, poi - annota Abbascià - risente di una serie di scelte demagogiche e sbagliate sotto tutti punti di vista, come la nascita dei mercati dei contadini, che da una parte rappresentano l'ennesimo aiuto di stato all'agricoltura, dall'altro creano una concorrenza sleale e fuori da ogni controllo per i negozi specializzati e i mercati regolari”. E allora che fare? “L’unica terapia in questo momento è puntare sulla professionalizzazione dei dettaglianti, che sempre di più devono imparare a gestire i propri negozi come delle vere e proprie aziende, prestando particolare attenzione al controllo di gestione, ma anche all'inserimento

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Attualità

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Pesche, salta l’accordo interprofessionale sui calibri “Un’occasione mancata per risollevare il comparto”. Nelle parole di Gabriele Ferri, coordinatore del comitato Pesche e nettarine per l’accordo interprofessionale sfumato lo scorso marzo traspare ancora la delusione per non aver trovato un patto tra le parti. Il comitato aveva chiesto la non immissione sul mercato del calibro “D” a partire dal primo giugno. Invece le pesche e nettarine di seconda qualità potevano essere commercializzate sul mercato del fresco soltanto se di calibro medio grosso A+. L’intesa prevedeva inoltre che l’Agecontrol controllasse il rispetto delle norme su tutto il territorio nazionale per estendere in maniera omogenea e capillare le regole condivise. “Tuttavia alcune associazioni di categoria non hanno accettato la proposta temendo che tale provvedimento avvantaggiasse i competitors stranieri”, afferma Ferri. “I rischi per i produttori erano minimi. L’eliminazione dal mercato del calibro “D” invece sarebbe stato un fondamentale punto di partenza per far ripartire e risorgere il comparto peschicolo, innalzando il livello medio della qualità, dopo annate molto complesse”. “In definitiva - ha aggiunto il coordinatore del Comitato Pesche e Nettarine - la filiera non ha saputo fissare regole minime da seguire per ottenere un costante miglioramento della qualità del prodotto e assecondare così sempre meglio le richieste dei consumatori. A questo punto dovremo ancora una volta invocare madre natura affinché provveda ad autoregolarsi: una ‘soluzione’ sicuramente insufficiente a garantire risposte concrete ai produttori che con tanto impegno difendono il loro lavoro quotidiano”. Nonostante la bocciatura dell’accordo, nelle prossime settimane 26

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Niente eliminazione dal mercato delle “D” da giugno. Amareggiato il coordinatore del comitato Ferri, ma la decisione potrebbe essere imposta dall’Unece

Ortofruit celebra il decennale «La globalizzazione non ci fa paura» Un compleanno all’insegna della “+ cooperazione” quello celebrato dall’Organizzazione di Produttori Ortofruit Italia lo scorso 13 aprile, nel Castello di Lagnasco. Dinanzi a un’assemblea che ha segnato oltre 250 presenze, il presidente e il direttore di Ortofruit Italia, rispettivamente Domenico Paschetta e Carlo Manzo, hanno raccontato il processo di innovazione “globale” dell’OP saluzzese attraverso i numeri più significativi e la topten di traguardi raggiunti nel decennio 2003-2013, come suggerito dal titolo dell’evento “10+10”. “La nostra è una giovane biografia cooperativa radicata nella vocazione ortofrutticola del territorio - ha sottolineato Paschetta - ma pronta a innovare verso la nuova geografia economica europea. L’essere OP equivale oggi alla dotazione di uno strumento di economia predisposta al futuro, perché capace di rapportarsi alla dimensione globale del mercato, tutelando nel contempo la dimensione produttiva locale”. Una vera ricetta anticrisi quella della “+ cooperazione”, ripresa con forte enfasi da Maurizio Gardini, presidente della Confederazione delle Cooperative Italiane e di Fedagri Confcooperative: “L’aggregazione e l’export restano l’unica possibilità di dare sviluppo al comparto”. Sono poi intervenuti il presidente del Collegio Produttori dell’Areflh Luciano Trentini, il presidente di Italia Ortofrutta Ibrahim Saadeh e l’assessore regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto. Al termine conferimento a sorpresa di una targa dedicata ai 20 anni di impegno per Paschetta. il tema dei calibri rimarrà ancora caldo. La Francia, infatti, ha proposto l’eliminazione del calibro “D” dalla norma di commercializzazione per pesche e nettarine nella prossima sessione specializzata sull’ortofrutta fresca da parte dell’Unece (Commissione economica per l’Europa della Nazioni Unite) che si svolgerà a Gi-

nevra dal 30 aprile al 3 maggio (dove si discuterà anche delle norme qualitative delle pere). “Se la proposta francese verrà accettata - commenta speranzoso Ferri - potrebbero esserci degli sviluppi favorevoli e un allineamento delle regole comunitarie e quindi anche del mercato italiano”. (E.Z.) Ap r i l e

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PROTAGONISTI

Oltre l’ortofrutta ✍ Lorenzo

Frassoldati

L’avventura inizia a Ferrara negli anni ‘50 del secolo scorso quando Luigi Mazzoni intuisce da vero pioniere il valore e il potenziale della frutticoltura emiliano romagnola e inizia ad esportare in Germania pere, mele, pesche. Si andava col treno allora, ricorda adesso il nipote Luigi Mazzoni, “e sui vagoni venivano caricate grandi barre di ghiaccio per tenere fresca la frutta”. Il successo è immediato. Nella gestione da subito si affianca il figlio Gualtiero e poi dagli anni ’70 l’altro figlio Mario. Sotto la loro guida l’azienda cresce e inizia ad integrarsi verticalmente: produzione agricola, vivaismo, ricerca. Ai prodotti freschi si affiancano i surgelati, arriva il biologico con il marchio VeryBio, le aziende agricole in Polonia e Romania, la promozione/partecipazione ai progetti di valorizzazione della frutticoltura del territorio (MelaPiù, Modì, Pink Lady), la scelta ambientale/turistica col complesso Spiaggia Romea, gli Ap r i l e

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Luigi Mazzoni, “ambasciatore” del gruppo ferrarese, racconta le vicende di una famiglia che dagli anni ‘50 ha saputo costruire un piccolo impero multisettoriale

Il quartier generale del gruppo ferrarese. Sopra il titolo, Luigi Mazzoni

aironi, i tori liberi nelle valli, i cavalli razza Camargue. Un gruppo a forte impronta famigliare, di cui il giovane Luigi (stesso nome del nonno) sta assumendo le redini, facendo un po’ l’ambasciatore in tutto il mondo mentre il padre Mario e lo zio Gualtiero presidiano efficacemente il terri-

torio forti di saggezza ed esperienza. Oggi si parla di un gruppo da 150 milioni di euro di fatturato - una grande risorsa per un territorio, quello ferrarese, da sempre considerato il ‘sud’ della regione - cresciuto anno dopo anno sfruttando le opportunità del mercato, e soprattutto valorizzanwww.corriereortofrutticolo.it

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do l’innovazione di processo e di prodotto: “La differenziazione di prodotto deve accompagnarsi alla massima specializzazione.Poi bisogna conoscere e capire i mercati di destinazione, che sono i nostri veri padroni”. Il segreto del successo sta nella combinazione di local e global: “L’export sta da sempre nel nostro Dna - insiste Luigi - con un orientamento principale alle catene della grande distribuzione straniera”. Oltre il 65% della frutta e della verdura fresca commercializzata dalle aziende Mazzoni è destinata ai mercati esteri, di cui circa la metà arriva in Germania,il 40% in altri Paesi Ue e il 10% in aree extra-continentali (nel complesso sono commercializzate 130mila tonnellate di prodotto fresco, oltre a 15mila tonnellate di frutti di bosco surgelati). I prodotti commercializzati (la gamma offerta è resa completa con l’importazione di varietà da Sud America, Sud Africa e da alcuni Paesi del bacino del Mediterraneo) sono acquisiti sia da una rete di circa 1.000 agricoltori-conferenti in tutta Italia (in parte singoli e in parte associati in 8 cooperative), sia prodotti direttamente in campagna dalle azien28

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de agricole del gruppo. “Per il futuro le aree più promettenti,sui mercati internazionali, dal punto di vista dei consumi di frutta e verdura italiana sono quelle dell’Europa dell’Est, del medio oriente e del Nord Africa”. Ma il gruppo non è solo export oriented, ma anche “Ferrara oriented”. La valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti tipici è l’altra stella polare della famiglia Mazzoni. Il rilancio della melicoltura di pianura con la Fuji in primo piano e le altre varietà selezionate dal Civ, il consorzio vivaistico costituito assieme ad altri due big della provincia come Salvi e Tagliani. Il recente impegno nella valorizzazione dell’aglio di Voghiera Dop, sia con il prodotto fresco che con il trasformato. I continui investimenti nei frutteti di mele (solo varietà a club) e di pera Abate, le sole produzioni in grado di generare valore. La sede nella profonda provincia ferrarese, a Tresigallo, nell’area dismessa dell’ex Lombardi (quelli del dado Roger, ricordate?). La passione di Gualtiero per l’acqua, le valli, gli ambienti incontaminati del Delta. Uno stile imprenditoriale senza troppi grilli

per la testa, fatto di sano understatment di provincia, ma nutrito di solidità, concretezza, il passo mai più lungo della gamba. E proprio a Tresigallo negli ultimi anni si sono sviluppati importanti investimenti in strutture: macchinari per la selezione e il confezionamento di frutta, celle frigorifere di ultima generazione per conservare meglio e senza uso di chimica post harvest, un magazzino semi-automatico a bassa temperatura con annessa sala lavorazione, macchinari e strutture al servizio delle aziende agricole. Poi nuovi impianti di frutteto, l’ampliamento del villaggio turistico “Spiaggia Romea”, investimenti in impianti per la produzione di energia pulita. In totale una ventina di milioni negli ultimi cinque anni per un generale rinnovamento tecnologico del gruppo. Gli investimenti assecondano un’altra direttrice di fondo del gruppo: la continua ricerca dell’innovazione. “Il nostro gruppo - dice Luigi - ha sempre investito in innovazione: oggi ogni passaggio della filiera è dotato di tecnologie all’avanguardia, e curato fino nei minimi dettagli per garantire il meglio ai nostri clienti”. Fare riAp r i l e

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Un gruppo da 150 milioni di fatturato complessivo e con oltre 700 collaboratori. Questa la radiografia del Gruppo Mazzoni con sede a Tresigallo di Ferrara. Quattro le aree di business, corrispondenti ad altrettante divisioni. Ricerca e sviluppo: qui le attività passano attraverso il CIVConsorzio Italiano Vivaisti di San Giuseppe di Comacchio, leader in Italia nell’innovazione varietale e nella produzione di materiali di propagazione certificati. Vivai Mazzoni è uno dei tre soci fondatori assieme a Salvi Vivai e Tagliani Vivai, grandi privati ferraresi che hanno messo in comune l’esperienza e gli investimenti nella ricerca. Attivo dal 1983, quando l’Italia era tributaria verso l’estero (Usa e Francia in particolare) di tutta l’innovazione varietale in frutticoltura, CIV oggi detiene il più importante pacchetto europeo di brevetti e marchi di novità frutticole ed è tra i primi player a livello mondiale. Oltre alle tante varietà di fragola, le mele Rubens e Modì sono due dei più significativi risultati espressi finora dal centro ricerche del CIV. L’ultimo progetto di sviluppo riguarda la mela Fujon della nuova serie di varietà “Sweet Resistants”, mele dolci e resistenti alla ticchiolatura. La vera e propria attività vivaistica del gruppo si svolge nei Vivai Mazzoni, attivi fin dagli anni’70. 250 ettari di terreni dedicati tra Italia e Polonia, 110 milioni di piante di fragola prodotte ogni anno, 2 milioni di zampe di asparago, 1,5 milioni di piante da frutto, con una quota di export del 60%. Poi le aziende agricole della Divisione agricoltura: 300 ettari di frutteto in Italia (mele, pere, pesche), 600 ettari di orticole, 700 di cereali, aziende cerealicole in Romania e Polonia. Nella cerca nel settore ortofrutticolo richiede risorse, tempo e passione. Mazzoni investe nella ricerca varietale dai primi anni '80 col CIV, creato con altri due partner ferraresi e oggi all’avanguardia nella selezione varietale di mele e fragole, in costante collegamento con la ricerca europea e internazionale. Ap r i l e

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divisione frutta fresca si concentrano tutte le attività di stoccaggio, confezionamento e commercializzazione legate alla produzione propria e a quella di una rete di aziende agricole sparse nel paese. La produzione annua commercializzata supera il milione e mezzo di quintali, con i maggiori volumi per mele (28.000 tonnellate) e pere (27.000 tons). Di rilievo anche i volumi di kiwi (18.000 tons), pesche/nettarine (13.000 tons), fragole (1.600 tons), meloni e cocomeri. Per quanto riguarda patate e carote, il Gruppo è tra i principali operatori del nord Italia con 10.000 e 15.000 tons. Qui la quota di export si aggira sul 65%. Il Gruppo Mazzoni opera da protagonista anche nel mercato dell’ortofrutta biologica: nel 2000 ha costituito l’azienda Veritas Biofrutta Srl presente sul mercato con il proprio marchio Verybio a servizio della grande distribuzione estera, catering e mense. Qui la quota di export sale all’80%. Infine la divisione Frutta surgelata rivolta quasi tutta al mercato nazionale. Diecimila tonnellate annue, specializzazione nei frutti rossi e di sottobosco (fragole, mirtilli, lamponi, more ciliegie, amarene, ribes), prodotto italiano e di importazione al servizio dei principali operatori della trasformazione industriale in Italia e all’estero. Ma da sempre il gruppo è attivo anche nel settore turismo e ambiente con due strutture: Spiaggia Romea sulla costa del Delta e un hotel a Ferrara città (in tutto 100.000 presenze all’anno). In questo contesto va anche collocata l’attività di acquacoltura nelle valli di Comacchio con la produzione in un ambiente incontaminato di cefali, anguille, branzini.

Il futuro? Luigi Mazzoni non ha dubbi: “Ricerca di maggiore integrazione e sinergie tra le diverse attività delle nostre quattro divisioni: ortofrutta fresca, frutti di bosco surgelati, ortofrutta biologica e vivaismo”. Una crescita “organica, fisiologica seguendo le necessità dei clienti e del mercato, con un occhio particolare al-

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700 collaboratori, 150 milioni di euro di fatturato, 4 aree di business Grande attenzione a ricerca e sviluppo, export predominante

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l’internazionalizzazione”. Da ultimo Luigi vuole ricordare il ruolo dei “nostri collaboratori: cresciuti negli anni insieme all’azienda, persone di grande responsabilità e appassionati del loro lavoro”. Qualche alleanza in vista? “No, ma siamo pronti a cogliere tutte le opportunità che offrirà il mercato”. ● www.corriereortofrutticolo.it

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Agrintesa, progetto per rilanciare la mela di pianura Rilanciare la melicoltura in pianura dopo il rallentamento nel rinnovo degli impianti registrato negli ultimi anni anche a causa dei risultati produttivi insoddisfacenti: è questo l’obiettivo del progetto messo a punto da Agrintesa, la cooperativa faentina aderente al gruppo Apo Conerpo e leader nel settore dell’ortofrutta fresca. “Un’iniziativa - sottolinea il direttore, Cristian Moretti (foto) - nata dalla constatazione che grazie alle nuove tecniche di produzione, all’utilizzo di nuovi cloni varietali ed alla buona specializzazione delle aziende agricole il melo può rappresentare ancora una fonte di reddito interessante per i nostri produttori”. L’intenzione è arrivare, in tre anni, ad aumentare di 100 ettari la superficie coltivata a melo dai soci di Agrintesa, che attualmente ammonta a 350 ettari. “Per ogni ettaro spiega Moretti - mettiamo a disposizione 15.000 euro. Risorse che, ovviamente, si andranno ad aggiungere ai contributi previsti dall’Ocm per il rinnovo varietale e l’installazione di reti antigrandine e di protezione”. Il finanziamento di 15.000 euro dovrà essere restituito dall’imprenditore agricolo in tre tranche a partire dal primo anno di produzione, che di solito si raggiunge tre anni dopo l’impianto. La superficie minima da destinare alla coltivazione del melo non dovrà essere inferiore ai 2 ettari con lotti varietali di almeno 7.000 metri e dovrà essere compresa in zone a grande vocazio30

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La cooperativa faentina aderente ad Apo Conerpo mette a disposizione fondi per espandere le superfici: l’obiettivo è aumentarle di 100 ettari in tre anni

In Valtellina fusione di tre coop storiche “Una decisione straordinaria e per certi versi storica”. Lo ha dichiarato il presidente di Fedagri e dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Maurizio Gardini che ha presenziato all’atto di fusione delle tre cooperative storiche valtellinesi (Cooperativa ortofrutticola di Ponte in Valtellina, la Frutticoltori Villa di Tirano e la Cooperativa ortofrutticola Alta Valtellina). Da oggi la mela tipica coltivata nelle terre valtellinesi, per un totale di 30.000 tonnellate, verrà così conferita dai 700 soci ad un’unica cooperativa, che prende lo stesso nome della preesistente OP riconosciuta Melavì. Le varietà principalmente coltivate dalle tre cooperative sono la Golden, che ricopre il 47% della superficie, la Stark (40%), e la Gala (9%), seguite dalle varietà Fuji, Morgen, Granny e Renetta che coprono il rimanente 4% della produzione. La superficie coltivata è complessivamente di 800 ettari, tutti in altitudine. I volumi di fatturato della Mela di Valtellina, che nel 2010 ha ottenuto il riconoscimento comunitario Igp, oscillano tra i 20 e i 23 milioni di euro, ottenuti prevalentemente dalla commercializzazione a livello nazionale.

nalità. Sono previsti 5 gruppi varietali (Gala, Golden, Red Delicious, Granny e Fuji) con pochi cloni per ogni gruppo. La produzione degli impianti aderenti al progetto verrà poi campionata con calibratrice ad acqua che analizzerà quantitativi importanti dei singoli lotti al fine di poter garantire la massima oggettività ed attendibilità”. Le mele prodotte sul territorio emiliano-romagnolo, che competono a livello italiano con la produzione proveniente da Trentino, Piemonte e Veneto ed a livello internazionale con quella di vari Paesi Europei, saranno indirizzate sia all’esportazione su nuovi mercati che alla Grande Distribuzione italiana implementando così le forniture rivolte a questo canale commerciale”. “La produzione melicola dell’Emilia Romagna - prosegue Moretti - è apprezzata dal consumatore e con questo piano di rilancio della coltura puntiamo ad intercettare quei canali commerciali che riconoscono la nostra alta qualità e ci permettano di valorizzare al meglio il prodotto”. “Si tratta di un progetto articolato che interessa l’intera filiera”, conclude il direttore della cooperativa. “Lavoreremo infatti su tre livelli: specializzazione della produzione (con l’utilizzo delle nuove varietà e la massimizzazione della Plv), diminuzione dei costi di gestione attraverso una lavorazione tecnologicamente avanzata (nel nuovo stabilimento di Bagnacavallo), politica di marca e programmazione commerciale sui migliori canali distributivi”. ● Ap r i l e

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È iniziata nel migliore dei modi la commercializzazione del kiwi italiano “Kiway” in Corea del Sud. Da qualche giorno i consumatori coreani possono acquistare i frutti esportati dal Consorzio Kiwifruit of Italy, che riunisce alcuni fra i principali esportatori italiani. Il momento era atteso ormai da molti anni, durante i quali le istituzioni hanno lavorato per rendere possibile l’apertura del mercato, dando di fatto all’Italia quest’anno, per la prima volta, la possibilità di esportare kiwi in Corea. Il Consorzio Kiwifruit of Italy ha deciso di approcciare questo nuovo e promettente mercato con una politica di marca comune e

una strategia votata alla qualità del prodotto. “Per raggiungere l’obiettivo - ha dichiarato il presidente Alessandro Fornari - abbiamo lavorato sodo. Decisiva è la collaborazione con l’importatore coreano. E’stato organizzato un piano di marketing in collaborazione con il medesimo importatore e con la catena di supermercati EMart, incentrato sull’eccellenza del Made in Italy. Nei punti vendita abbiamo organizzato e organizzeremo degustazioni ed in-store promotion all’interno di spazi dedicati per far conoscere il kiwi “Kiway” tramite l’utilizzo di materiale Pop personalizzato”.

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Opo Veneto, 2012 di consolidamento Vendite in aumento del 4% e rafforzamento delle strutture e dei servizi con un occhio di riguardo per l’area orticola di Lusia, nel cuore del Polesine Per Opo Veneto il 2012 è stato un anno di ulteriore consolidamento. L’organizzazione di produttori ortofrutticoli di Zero Branco (Treviso) ha registrato un aumento delle vendite, nonostante il terribile momento economico, che inevitabilmente si è riflettuto anche sui consumi del settore. Si è registrato un più 4% rispetto al 2011. Dati, situazione, programmi sono stati discussi dal Consiglio di amministrazione che ha approvato il bilancio da sottoporre all’assemblea dei soci. “Abbiamo fatto un buon lavoro dichiara il presidente di Opo Veneto Francesco Daminato (nella foto) - ma soprattutto ci siamo dati un programma di sviluppo molto impegnativo. Abbiamo creato le basi per un rafforzamento delle strutture e dei servizi, che consentiranno di aumentare, completare e qualificare ulteriormente l’offerta di prodotti”. Un bilancio dunque positivo, ma soprattutto sviluppi che fanno intravvedere un considerevole aumento dell’attività nel corso del 2013. Sul finire dello scorso anno Opo Veneto ha incorporato la cooperativa associata ex Cos di Chioggia (Cooperativa ortolani Sottomarina), una operazione che consente una presenza molto forte in un territorio di orti molto importante, che ha nel radicchio di Chioggia Igp un prodotto strategico e di notevole valore per quantità e per qualità. Intanto Opo Veneto consolida le sue posizioni tra gli orticoltori di Lusia, in provincia di Rovigo; si rinnova, allarga e potenzia i servizi e getta le basi per il raddop-

ATTUALITÀ

Buon inizio di Kiway in Corea del Sud

pio dell’attività nel cuore del Polesine. E investe in strutture. A Zero Branco, nella sede centrale di Opo Veneto, c’è stato un incontro per mettere a fuoco le strategie operative, le strutture da realizzare e i servizi da ampliare, tenendo conto di come si stanno evolvendo le produzioni locali e del ruolo del Mercato ortofrutticolo di Lusia. L’operazione riguarda, in particolare, le insalate, che rappresentano il fiore all’occhiello dell’orticoltura locale ma interessano anche tutti gli altri ortaggi (una cinquantina di specie) coltivati in zona e la cui coltivazione sta incontrando un crescente seguito, come radicchi variegati, sedano, porri, carote, cavoli, cavolfiori, cipolle. “L’orto di Lusia - rileva Cesare Bellò, direttore di Opo Veneto integra e completa la nostra offerta. Per questo motivo sono in programma notevoli investimenti in strutture e servizi”. L’area orticola di Lusia e dintorni si estende su circa 3 mila ettari di superficie coltivata, dove si ottengono dai 500 mila ai 600 mila quintali di ortaggi. ● www.corriereortofrutticolo.it

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Attualità

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Via a Veronamercato network Rete per l’internazionalizzazione Il consiglio di amministrazione di VeronaMercato SpA, ha dato il via libera il 9 aprile alla nomina del Comitato di Rete, l’organo di coordinamento di VeronaMercato Network, la rete d’imprese che vede la partecipazione sia della società di gestione del Centro Agro-Alimentare veronese che di oltre 50 aziende del commercio ortofrutticolo operative all’interno del Mercato. Un organo nato per rendere nuovi servizi alle imprese, in questo momento delicato dell’economia, servizi rivolti soprattutto all’internazionalizzazione. Significativo che all’interno del Comitato siano presenti solo grossisti, a sottolineare l’impronta operativa dell’organismo. Sono membri del Comitato: Matteo Mosca, Jacopo Montresor, Gianfrancesco Pan e Andrea Saturnini, ai quali va aggiunto il coordinatore, già nominato in precedenza, Marco Marrapese, grossista ma anche consigliere della SpA, per cui farà da trait-d’union con il consiglio di amministrazione della società di gestione in stretto rapporto con la presidenza e la direzione generale. Una parte dei componenti del Comitato di Rete è espressione di Fedagro Verona. Si tratta per lo più di giovani imprenditori che hanno accettato di rendere un servizio ai colleghi. VeronaMercato Network si metterà subito al lavoro. Due componenti del Comitato si sono recati ad Amburgo a metà aprile per verificare gli sbocchi operativi in quel mercato mentre la SpA ha firmato un protocollo d’intesa con Hamburg GrossMarkt. E il 15 32

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Costituito dalla società di gestione e da 50 aziende operative all’interno del Centro agroalimentare scaligero, offrirà servizi alle imprese. Il 18 maggio la presentazione aprile la Rete è stata presente nell’ambito di una missione congiunta a Sofia e a Odessa dei Mercati di Padova e Verona. Attraverso il lavoro di VeronaMercato Network anche gli operatori più piccoli dovrebbero essere messi in grado di cogliere le opportunità dei mercati esteri, questo è almeno uno dei propositi che l’iniziativa veronese, unica in Italia nel suo genere, si prefigge.

Al termine del CdA del 9 aprile, la presidente di VeronaMercato Erminia Perbellini ha espresso soddisfazione: "L’adesione all’iniziativa da parte delle imprese è stata alla fine unanime. Questo ci dà la misura di quanto questa sfida dell’internazionalizzazione e dei nuovi servizi sia avvertita come cruciale. Già nei prossimi giorni la Rete potrà contare su un proprio ufficio e su una segretaria e sarà pertanto pienamente operativa". L’iniziativa sarà ampiamente illustrata il 18 maggio durante la celebrazione del decennale del

trasferimento del Mercato di Verona nell’attuale sede del Quadrante Europa. Il contratto di Rete prevede che le imprese siano agevolate nello scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato nonché siano favorite nella loro necessità di accedere più facilmente al credito ed ai particolari provvedimenti agevolativi e di promozione da parte delle Pubbliche amministrazioni per settori specifici. Le imprese stabiliscono - si legge nello statuto predisposto dallo studio notarile Salvatore - di collaborare in forme e in ambiti predeterminati attinenti all’esercizio delle rispettive attività, sulla base di un programma comune fissato nel contratto di rete che si articola in vari punti. I partecipanti alla Rete hanno come oggetto sociale le attività di commercio all’ingrosso e/o di logistica di prodotti agricolo-alimentari, ma possono partecipare alla Rete anche istituti di credito e compagnie di assicurazione, con la finalità di erogare i rispettivi servizi alle imprese commerciali e di logistica. Le imprese partecipanti alla Rete, in qualunque forma organizzate, condividono la necessità di promuovere, vendere ed erogare, nelle forme che si ritengono più M a r z o

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Si è conclusa il 19 aprile la missione a Sofia e Odessa dei mercati di Padova e Verona, realizzata con il supporto organizzativo del servizio Int.B.Service del gruppo editoriale del Corriere Ortofrutticolo. Scopo della missione è stato quello di esplorare l'organizzazione del commercio ortofrutticolo bulgaro e dell’Ucraina orientale. Altro obiettivo della missione è stato quello di verificare la possibilità di esportare ortofrutta italiana in Bulgaria e nella regione di Odessa, infine di studiare le potenzialità logistiche di Sofia nel commercio balcanico e di Odessa nell'area del Mar Nero. Alla missione hanno partecipato per il MAAP di Padova l’amministratore e presidente dei grossisti Giancarlo Daniele, il direttore generale Francesco Cera, il direttore del Groced Alberto Filippino, Luca Brusadelli dell’azienda Gabrieli; per VeronaMercato il presidente Erminia Perbellini, il direttore generale Paolo Merci, il consigliere Annunciato Maccini. La delegazione ha visitato alcune importanti piattaforme logistiche, il grande mercato di Slatina Bulgarplod di Sofia, dove ha incontrato il direttore e alcuni operatori interessati a contatti business con l’Italia, i mercati tradizionali del centro di Odessa (Privoz e Novyi Rynok) e l’area mercatale di Orbita, prossima all’autostrada per Kiev. A Odessa la delegazione ha preso contatto con alcune realtà delle catene distributive regionali e ha preso visione del progetto “Hectare”, un investimento di milioni di euro per un mercato all’ingrosso di livello europeo. In Bulgaria è stata riscontrata la presenza di un commercio bene organizzato e la forte influenza della grande distribuzione tedesca che ha esteso i suoi standard anche al Paese balcanico.

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Delegazione veneta a caccia di business a Sofia e Odessa Un’occasione per scoprire distribuzione e logistica in Bulgaria e Ucraina

D’interesse per Padova anche possibili collegamenti tra Sofia e la nuova base albanese del MAAP a Tirana, che distano tra loro 10-12 ore di camion. Odessa è in posizione molto più decentrata di Sofia per l’export italiano, sia per la distanza chilometrica (poco meno di 2.200 chilometri via Slovenia e Ungheria) sia per la mancanza di linee di navigazione dedicate (mentre Turchia ed Egitto riescono ad esportare ortofrutta via mare con servizio Ro.Ro dalla Turchia e con reefer container dall'Egitto). Il mercato di Odessa è tuttavia in crescita grazie a uno sviluppo accelerato della gdo regionale che copre tutti i segmenti dell'offerta: dal prodotto di alta gamma a prezzi interessanti al prodotto di basso prezzo, come la delegazione ha potuto verificare visitando alcuni supermercati. Il progetto “Hectare” potrebbe sviluppare ulteriormente il mercato ma ci vorranno almeno due anni per il suo decollo. (a.f.)

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Attualità opportune, i prodotti e i servizi oggetto delle rispettive attività, in un’ottica di internazionalizzazione, al fine di incentivare ed accrescere la loro competitività sia in Italia che all'estero. I partecipanti alla Rete perseguono inoltre l'obiettivo di ottimizzare in comune l'acquisizione/fornitura di beni e di servizi, in un'ottica di risparmio dei costi. Al fine di accrescere, individualmente e collettivamente, la capacità innovativa e la competitività sul mercato, le imprese, sulla base di un programma comune, collaborano in forme e in ambiti attinenti all'esercizio delle proprie attività, ovvero si scambiano informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica. Il programma di massima della Rete consiste nel promuovere la vendita e l’erogazione dei prodotti e dei servizi, sia in Italia che al-

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l'estero, delle imprese partecipanti alla Rete; nell’apertura di piattaforme nei mercati esteri ritenuti più opportuni; nella partecipazione a fiere, mostre, mercati e altre manifestazioni nelle quali si realizzino quelle iniziative di

carattere promozionale tese a valorizzare la produzione, l'immagine, l'attività e la professionalità delle imprese; nell’organizzazione e gestione di servizi comuni, ivi compresi i servizi a supporto delle imprese della Rete per la commercializzazione, la distribuzione delle merci e per la definizione di linee comuni di marketing e di packaging; nello svolgimento in comune dell'organizzazione delle campagne pubblicitarie collettive; nell'organizzazione di tavoli tecnici e di seminari di approfondimento; nella registrazione di un marchio comune e nell'esercizio di azioni di tutela dello stesso. Ogni Impresa ha diritto di avvalersi del marchio della Rete e dei servizi offerti dalla stessa. Il contratto di Rete cessa di produrre effetti il 31 dicembre 2050. Nei rapporti con i terzi la Rete è identificata con la denominazione. ●

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Il reparto ortofrutta di Billa è una sorpresa. Grande varietà di assortimento e prodotti di alta gamma: quello che non ti aspetti. Il fatto è che Billa sta facendo passi da gigante in tutta Europa, Italia compresa, e si sta rivelando un’insegna assolutamente competitiva nei prodotti freschi. Abbiamo visitato alcuni punti vendita nella settimana 15, quella che va dall’8 al 13 aprile, e l’impressione è stata superiore alle attese, nettamente. Per la frutta, che è il segmento in cui entriamo nel dettaglio, Billa non ha nulla da invidiare alle insegne più prestigiose e merita un bel 8 su 10. Alla fine abbiamo trovato calzante lo slogan che sta sotto il marchio: “Per fortuna c’è Billa”. Prendiamo gli agrumi: fanno bella mostra di sé i limoni di Sorrento IGP firmati La Costiera, con la confezione da 500 grammi a euro 1,99. Per chi rinuncia all’IGP, una rete di limoni da un chilo viene euro 1,49. Ma se si rinuncia all’IGP e si vuole comunque un marchio, ecco i limoni sciolti con bollino Valfrutta a euro 1,99 al chilo. Questo all’inizio del reparto, giusto per capire che si ha a che fare con una gestione seria e professionale. Anche per la arance Tarocco il reparto offre tre diverse possibilità: le Tarocco Rosaria in confezione a rete da 2 chili a euro 3,58, le Tarocco Rao in rete da un chilo a euro 1,79, le Tarocco sfuse, con gommalacca naturale, veramente belle da vedere, a 1,99 euro chilo. Anche le Clementine Spagna in rete da un chilo sono in vendita a 1,99 euro chilo. E si trova una borsa-convenienza da 3 chili di arance a euro 2,97, pari a 0,99 al chilo. I pompelmi, rosati e gialli, vengono dalla Turchia e sono offerti sciolti a 1,79 euro al chilo. Mele in esposizione sia con marAp r i l e

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Il discount che non ti aspetti: ampia scelta e prodotti di alta gamma per un’insegna competitiva. Reportage del Corriere che ha visitato alcuni punti vendita

chi della catena sia con importanti marchi di produttori, secondo la più corretta segmentazione dell’offerta. Partiamo dalle promozioni: mele Stark a marchio Clever in confezione da 2 chili a euro 2,78; le Morgan Clever in sacchetto da 2 chili euro 2,11; Golden Clever, stessa confezione a euro 2,38. Fuori dalle promozioni, Granny Smith a marchio La Trentina a 1,79 euro al chilo. Le Golden Melinda sono a 2,29 euro chilo. Le Pinova bollino ‘Fior di spesa’ sciolte euro 2,39 al chilo. Di nuovo Melinda, questa volta Renette, a 2,49 al chilo. Le mele biologiche sono a marchio ‘Sì naturalmente’: una confeziona da 3 Golden è in vendita a euro 1,89 (pari a 3,15 euro chilo), una confezione da 3 Pinova bio è a 1,99 (pari a 3,32 euro chilo). Pere Abate con bollino Sattin a euro 2,94 al chilo. Pere Abate in vassoio da chilo a 3,79 euro chilo. Kaiser bollino Sattin a 2,89 euro chilo. Pere Williams bio Argentina ‘Sì naturalmente’ in confezione da 4 a euro 2.29 (pari a 3,82 euro al chilo).

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Una Billa sorpresa: reparto ortofrutta assortito e di qualità

Kiwi Italia in vaschetta da un chilo a marchio Clever euro 1,99. Kiwi Zespri Hayward sciolti a 2,99 euro al chilo. Kiwi biologici ‘Sì naturalmente’ in vaschetta da 500 grammi a euro 1,99 (al chilo 3,98 euro). Banane extra Ecuador sciolte a euro 1,89 al chilo. Banane ‘Billa’ Ecuador in confezione a 2,29 euro chilo. Banane Clever Colombia a euro 1,59 al chilo. Banane ‘Sì naturalmente’ bio da commercio equo e solidale a 2,99 euro in confezione da chilo. Le fragole spagnole in vaschetta da 500 grammi, marchiate ‘Freshuelva’, in promozione a euro 0,99. Uva bianca seedless Sugraone a euro 3,99 al chilo. Susine Sudafrica a 3,49 euro chilo. Ananas ‘Golden Ripe’ del Costarica a 1,69 euro al chilo. Noce di cocco ‘CoccoEasy’ di McGarlet a euro 2,19 al chilo. Meloni gialletti Brasile a euro 1,59 al chilo. Meloni verdi del Costarica a 1,89 euro chilo. Meloni retati Brasile 1,99 euro al chilo. Per un punto vendita di vicinato, tanto di cappello. E, a fianco delwww.corriereortofrutticolo.it

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Leader di mercato in Austria, dove è nata 60 anni fa In Italia conta 200 punti vendita, due sedi e tre magazzini logistici Billa in Italia ha 200 punti vendita, concentrati nelle regioni del Nord, due sedi e tre magazzini logistici. Le sedi sono a Rozzano Milanese e a Carmignano di Brenta (Padova). La logistica di Billa rifornisce quotidianamente i punti di vendita con prodotti ittici, prodotti di ortofrutta e prodotti freschi. L’assortimento food secco viene suddiviso tra i centri di distribuzione in modo di permettere la consegna dei prodotti ordinati entro 24 ore. L’assortimento del surgelato è invece gestito in un unico centro. Le piattaforme sono a Lacchiarella (Milano), che ha 31 mila metriquadri e gestisce l’assortimento dei punti vendita del NordOvest, a Casorate (Pavia), con 1.600 metri quadri, che gestisce l'intero assortimento dei prodotti surgelati dei punti vendita Billa, e infine a Carmignano, di 15 mila metriquadri, che gestisce l'interno assortimento dei punti vendita del Nord-Est. La storia di Billa parte da Karl Wlaschek che a Vienna, nel 1953, aprì la sua prima profumeria discount, un negozio di 40 mq dove trovare articoli di marca a prezzi convenienti. Nel 1960 si contavano già 45 punti vendita e poco più tardi la stessa idea fu trasferita nel settore alimentare: nasceva così Billa, abbreviazione di “Billiger Laden” (negozio a buon mercato). L’obiettivo era quello di offrire ai clienti prodotti di alta qualità a prezzi molto convenienti ed un vasto assortimento. Nel 1996 Billa viene acquistata dalla società tedesca Rewe-Zentral. Nel 2002 Rewe raggiunge i 500 punti vendita nel settore alimentare. Rewe International AG oggi è il leader di mercato in Austria nel settore della grande distribuzione ed è una delle più grandi aziende del Paese a livello internazionale; conta circa 75.000 dipendenti e approssimativamente 3.600 punti vendita: oltre che in Austria e Germania, in Italia e in sette Paesi dell’ Europa Centro-Orientale: Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia e Ucraina. Nel 2011 il fatturato del gruppo è cresciuto fino a raggiungere i 12.443 miliardi di euro. L’azienda fa parte a sua volta del Rewe Group, uno dei più importanti in Europa, attivo nel campo della grande distribuzione e del turismo. Al momento conta circa 323.000 dipendenti in 13 paesi europei e i 15.700 punti vendita che hanno generato un fatturato di oltre 48

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miliardi di euro. Billa in Italia ha acquistato Standa. La strategia in Italia nel triennio 2010-2012 ha seguito tre filoni principali: il rebranding, con il passaggio dei punti vendita del gruppo da insegna Standa a Billa; lo sviluppo dei prodotti a marchio proprio Billa (privat label); la definizione del nuovo posizionamento prezzi anche grazie a un progetto di razionalizzazione della rete di vendita con l’obiettivo di strutturarsi in modo omogeneo come insegna di prossimità presente nei centri urbani, con un assortimento focalizzato sul food e un solo format. Nel prossimo futuro dovrebbe proseguire l’accordo con Conad per una politica comune di acquisti: una partnership che il management di Billa considera più che soddisfacente. “Le nostre linee guida per il futuro si pongono in continuità con le azioni implementate dal gruppo negli ultimi anni – sottolinea Gotthart Klingan, ceo di Billa – Billa è presente con una rete omogenea sul mercato italiano, dove vuole mantenere e rafforzare il suo ruolo tra i player della gdo grazie a una strategia di vicinanza al cliente che si traduce in un programma di nuove aperture di punti vendita e di ristrutturazioni e parallelamente nello sviluppo ulteriore del nostro programma di progetti su base locale capaci di coinvolgere le comunità di riferimento”. Billa ha la capacità di mettere in campo promozioni di particolare interesse come quella intitolata 'Facciamo a metà' con il tablet più ambito del mercato, l'iPad di quarta generazione con display Retina in configurazione wifi e cellular. Dall'11 al 23 aprile 2013, tutti i clienti in possesso della carta fedeltà Billa hanno potuto acquistare un iPad e avere un rimborso pari al 50% del prezzo del prodotto, in buoni acquisto utilizzabili in tutti i punti vendita Billa.

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la frutta fresca, spremute a marchio Billa in ricco assortimento, frullati Chiquita, creme di frutta Grand Frutta Melinda e altro ancora. Nella filosofia di Billa ogni giorno il reparto deve offrire frutta e verdura fresca di qualità, selezionata e controllata, in un vasto assortimento, che favorisce alcuni prodotti nazionali tipici. E non è solo filosofia, l’impegno in queste direzioni è palpabile. Esaminiamo in breve i due marchi privati di Billa che qui ci interessano. Sì! Naturalmente è la risposta bio di Billa. La linea da agricoltura biologica ‘ Sì! Naturalmente’ garantisce prodotti regolarmente certificati da organismi di controllo riconosciuti a livello europeo, garantiti attraverso un monitoraggio continuo in tutte le fasi della filiera. I rigorosi disciplinari imposti ai fornitori stabiliscono regole severe in materia di coltivazione, allevamento e produzione. Clever! è invece un marchio che nasce per rendere la spesa particolarmente conveniente su una vasta gamma di articoli di largo consumo. Con i prodotti Clever, insieme al prezzo più basso sullo scaffale, Billa si impegna a garantire un buon livello qualitativo, costante e soddisfacente. Billa è presente in Italia dal 1990 ed è passata in pochi anni da 12 a 200 punti vendita. La catena si sta espandendo lungo due direttrici: prossimità al consumatore ed elevato livello di servizio, ed

Tra le referenze del reparto ortofrutta di Billa anche gli agrumi di alta qualità

ha scelto le medie superfici di vendita (800 – 1.000 mq) all’interno dei centri urbani. “La notorietà di Billa in Italia è cresciuta ulteriormente nel 2012 – ha dichiarato a metà dello scorso anno

Andrea Colombo, direttore commerciale dell’azienda – e il numero dei nostri clienti è incrementato del 5,9% mentre le vendite stanno crescendo del 3,5%". (a.f.)

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Articolo 62, che confusione Mipaaf e Mise si sconfessano Sì, no, nì, forse. Un pasticciaccio all'italiana quello che si sta consumando attorno all'articolo 62. Martedì 2 aprile (un Pesce d'aprile ritardato?), il ministero delle Politiche agricole ne ha ribadito in una nota “la piena efficacia e vitalità” dopo il parere reso noto venerdì scorso dal Ministero dello Sviluppo economico. Il Mise aveva risposto affermativamente a un quesito giuridico posto da Confindustria relativo all'eventuale superamento della disposizione (“la disciplina in materia di ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali afferenti alla cessione di prodotti agricoli e agroalimentari, di cui al citato articolo 62, è stata tacitamente abrogata da quella successiva più generale, di derivazione europea, introdotta dal decreto legislativo 192 del 2012 di attuazione della direttiva 2011/7/Ue in materia di ritardi di pagamento in tutte le transazioni commerciali”). Ma ecco che l’ufficio legislativo del Mipaaf chiarisce invece come l’articolo 62 non possa considerarsi superato dalle normative comunitarie, “in quanto, avendo ad oggetto la Disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari, si pone in un rapporto di evidente specialità rispetto alle revisioni di carattere generale delle normative comunitarie”. Lo stesso legislatore, si legge nella nota del Mipaaf, con la legge 17 dicembre 2012 n. 221 è intervenuto modificando l’assetto normativo, escludendo effetti abrogativi. Il Mipaaf ricorda anche che il Consiglio di Stato ha osservato che “la finalità della normativa induce a ritenere che le disposizioni abbiano la caratteristica delle norme nazionali ad applicazione necessarià” e che l’Autorità Garante della Concor38

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Un pasticciaccio all’italiana che porta operatori e categorie a schierarsi: agricoltori, cooperative e Fruitimprese contro l’ipotesi abrogazione caldeggiata da Rete Imprese Italia

renza e del Mercato ha approvato il “Regolamento sulle procedure istruttorie in materia di disciplina delle relazioni commerciali concernenti la cessione di prodotti agricoli e alimentari” che si riferisce palesemente all'articolo 62. E mentre le associazioni di categoria degli agricoltori insorgono contro l’ipotesi abrogazione, re Imprese Italia chiede l’abrogazione: “La diffusione di due pareri contrastanti da parte di due dicasteri del Governo in ordine alla disapplicazione o meno delle nuove regole a seguito dell’entrata in vigore della disciplina di recepimento della direttiva comunitaria sui ritardi di pagamento, ha generato sconcerto e ulteriore confusione tra le imprese” scrive il leader della confederazione Carlo Sangalli, in una lettera al presidente del Consiglio, Mario Monti, sulla questione della disciplina delle cessioni di prodotti agricoli e agroalimentari. “A questo punto - sottolinea Sangalli - ci sembra necessario valutare serenamente l’opportunità di una abrogazione esplicita perché la

sua eventuale vigenza limitatamente ai soli obblighi di forma scritta non sarebbe giustificata né compresa dalle imprese”. “Sorpresa e incredulità” le parole usate da Fruitimprese in un comunicato ufficiale: “Dopo mesi di analisi, studi ed approfondimenti da parte delle imprese per adeguare i loro sistemi contabili alla nuova normativa, sorprende la leggerezza con la quale viene messa in discussione una norma che, pur con i suoi limiti, ha messo un po’ di ordine nelle transazioni commerciali ed ha introdotto dei principi di equità e trasparenza; l’art. 62 può considerarsi un primo importante passo verso una più corretta e trasparente regolamentazione dei rapporti commerciali all’interno della filiera”. “Siamo pienamente d’accordo con quanto espresso nella nota dell’Ufficio Legislativo del Ministero delle politiche agricole” le parole del presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Maurizio Gardini. “Le argomentazioni utilizzate dal Mipaaf per ribadire che l’art. 62 è da considerarsi in vigore - ribadisce l’Alleanza - sono tutte condivisibili, in particolare laddove si specifica che esso non è in contrasto con la direttiva europea in quanto trattasi di una norma che è di maggior tutela nei confronti del creditore. Condividiamo infine quanto il Mipaaf sostiene circa il fatto che l’art. 62, in quanto legge speciale, deroga alla disciplina generale prevista per tutte le transazioni commerciali che è stata recepita con il decreto legislativo 192/2012”. (M.A) Ap r i l e

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Caprotti progetta lo sbarco a Genova

Risultati poco brillanti Cambiano i vertici

2,2 miliardi fatturati, il 50% in Toscana

Esselunga tenta lo sbarco a Genova, direttamente nel cuore della città. Bernardo Caprotti, patron della catena distributiva lombarda, per raggiungere l’obiettivo, come si legge sul Secolo XIX, sta lavorando su diversi fronti: a Sestri, dove è in piedi uno scontro legale nei tribunali amministrativi; e in via Piave, dove Esselunga paga regolarmente l’affitto di alcuni locali in attesa che si discutano le osservazioni dei suoi legali al Puc, che nega in quella zona l’apertura di mercati di medie dimensioni. Ma c’è dell’altro. l’opzione più recente e stimolante ma anche più complicata è quella del Mercato Orientale, che intende rilevare per trasformarlo nel primo supermercato della catena sotto la Lanterna. Secondo indiscrezioni apparse sul quotidiano, Esselunga sarebbe infatti interessata ad entrare nell’antico mercato situato nel cuore di Genova, in via XX Settembre, solo nel caso in cui la struttura venisse messa completamente a disposizione del distributore. Questa ipotesi però, non ha trovato per ora nessuna conferma. L’imprenditore stesso la definisce con “troppi vincoli” oltre al fatto che potrebbe richiamare altre complicazioni, poichè ad essere interessati allo stesso spazio ci potrebbero essere anche altri concorrenti, come Coop Liguria. Intanto sta riscuotendo successo il punto vendita recentemente aperto a La Spezia.

Dal primo aprile scorso Giuseppe Brambilla di Civesio ha assunto la carica di presidente del consiglio di amministrazione di Carrefour Italia, di cui da sei anni era amministratore delegato, mentre Eric Uzan si è insediato nel ruolo di direttore esecutivo. Brambilla di Civesio rappresenterà in Italia gli interessi del gruppo distributivo francese a livello istituzionale. Ad Uzan sono invece stati affidati gestione operativa e sviluppo di Carrefour in Italia. Tra i molti incarichi ricoperti dal manager, che lavora nel gruppo da oltre trent’anni, la responsabilità delle attività di Carrefour in Centro e Sud America (Messico, Argentina, Colombia, Brasile) e in Asia (Indonesia). All’origine del cambio nelle posizioni esecutive di Carrefour Italia ci sarebbero i non brillanti risultati ottenuti nel nostro Paese. Da più parti, inoltre, arrivano rumors di trattative in corso per la cessione delle attività italiane a Conad. Come valutazione di questa ipotesi viene da dire che il giro d’affari di Carrefour Italia è di oltre 5 miliardi di euro, quello di Conad circa il doppio. Per Conad sarebbe un boccone troppo grosso da digerire e quindi nulla esclude che l’operazione possa svilupparsi, così come avvenuto con Billa, attraverso l’acquisizione di una parte della rete di vendita, operazione ritenuta funzionale per entrambe le parti in causa.

Nel 2012 il fatturato di Conad del Tirreno ha raggiunto i 2,2 miliardi di euro e in Toscana si è attestato a 1,1 miliardi di euro con una quota del prodotto a marchio Conad salita al 25%. A tali risultati hanno contribuito “la solidità della cooperativa e l’impegno dei soci imprenditori”, spiegano in Conad. “Nei primi mesi del 2013 la quota di mercato del gruppo si è attestata al 14%”. “In un periodo di pesante crisi”, fa notare l’amministratore delegato di Conad del Tirreno, Ugo Baldi (foto) “siamo impegnati a dare risposte concrete alla pressante richiesta di convenienza e di salvaguardia del potere d'acquisto che viene dalle fasce più deboli della popolazione. I risultati che abbiamo ottenuto in un anno difficile per i consumi indicano che le famiglie riconoscono il nostro impegno e hanno fiducia nelle proposte di Conad. La spesa è ormai vissuta come un lusso: abbiamo il dovere di offrire ai cittadini la migliore qualità al prezzo più conveniente”. “La crisi - sottolinea il direttore generale di Conad Francesco Pugliese - è sempre più presente anche in tavola: per questo andiamo incontro alle esigenze delle famiglie e investiamo su di loro aumentando le offerte e tenendo bassi e fissi i prezzi dei prodotti di più largo consumo. Ma occorre agire anche su altri fronti come le liberalizzazioni. Al prossimo governo Conad chiede scelte incisive per lo sviluppo”.

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Macfrut prepara lʼedizione 2013 a Cesena dal 25 al 27 settembre Macfrut 2013 si terrà a Cesena da mercoledì 25 a venerdì 27 settembre. Secondo vari operatori, la rassegna svolge un importante ruolo innovativo, tecnologico e commerciale. Le stesse cifre del 2012 confermano tale funzione: sul totale dei visitatori il 36% sono stati operatori della commercializzazione e della produzione, il 35% dei comparti tecnologie, lavorazioni e imballaggi, il 15% operatori delle sementi e mezzi tecnici, il 7% del biologico e un altro 7% operatori della logistica. Da evidenziare che i visitatori esteri sono stati oltre il 23% del totale (circa 80 Paesi di provenienza). Macfrut si propone, anche per il 2013, come punto di riferimento di tutta l’ortofrutticoltura (dalle sementi agli imballaggi, comprendendo, appunto l’intera filiera, dal campo alla tavola) rivestendo il ruolo di spazio espositivo e di occasione di business (anche con incontri B2B programmati precedentemente), oltre a mantenere un alto livello di incontri e confronti internazionali per l’elaborazione e la definizione delle prospettive del settore, dove sovente si presentano ricerche e novità. Questo vuol anche significare che Macfrut ha saputo precorrere, incoraggiare e seguire i tanti cambiamenti avvenuti nel settore. Come spiega Domenico Scarpellini, Presidente di Cesena Fiera, la spa che organizza MACFRUT: «L’appuntamento riveste un duplice aspetto. Direi che c’è un aspetto “interno”, o storico, se si vuole –siamo alla trentesima edizione, e questo significa che la manifestazione ha saputo adeguarsi ai tanti cambia-

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menti avvenuti nel settore, e l’altro aspetto è che proprio dai cambiamenti e dalla situazione attuale provengono gli stimoli e le certezze per costruire una edizione di Macfrut particolarmente orientata ai nuovi mercati e al mantenimento delle sua preziosa funzione di essere rassegna dell’intera filiera ortofrutticola, caratteristica che conferisce alla manifestazione una funzione importante per operatori e visitatori». Fra gli oltre 800 espositori di Macfrut, oltre ai leader mondiali dell’intera filiera ortofrutticola, saranno

presenti anche la grande distribuzione moderna italiana ed internazionale, le imprese della IV e V gamma, le aziende sementiere, i trasformatori e le imprese della “catena del freddo”, senza trascurare il Biologico e le proposte di educazione alimentare per le scuole. Non solo, perché da tempo MACFRUT è uno “strumento” a disposizione delle imprese per aiutarle sul versante dell’internazionalizzazione. Un compito che come rassegna ha sempre svolto attirando operatori e aziende estere in Italia, a Cesena in occasione della Fiera, ma che

da alcuni anni si è “raddoppiato” in quanto attraverso joint venture ed accordi, porta imprese ed operatori italiani all’estero in manifestazioni ed incontri con realtà ortofrutticole straniere. In questo modo si fornisce una ulteriore opportunità al Made in Italy ortofrutticolo. E per questo Macfrut ha investito risorse umane e finanziarie nell’Ufficio Estero, in una rete di collaboratori all’estero e nella partecipazione a fiere assieme alle imprese italiane, con alcune novità. Nel 2013 sono già state programmate varie missioni. Ad esempio –ecco una novità- in Tunisia (11-12 aprile) e in Turchia (maggio), in Polonia e Ungheria (fine maggio) e nella Repubblica Ceca (giugno) sono stati organizzati incontri B2B fra imprese italiane e aziende di quei Paesi (in Tunisia anche un Convegno). Stand collettivi e incontri B2B sono previsti ad eventi fieristici in Marocco, Algeria, Brasile, Israele, Russia ed Ucraina. Un altro “fronte” su cui Macfrut ha inteso supportare il settore è quello dell’innovazione. Anche nell’edizione 2013, proseguirà la valorizzazione dell’innovazione, che deve essere di prodotto e di processo. Un punto importante di tale azione è l’“Oscar Macfrut”, premio che vede la partecipazione di prodotti e servizi già consolidati e che accompagna l’intensa opera di stimolo verso le imprese per trovare nuovi prodotti e nuovi modi di consumo. E lo stimolo funziona, se si considera che nel 2012 proprio a Macfrut debuttò FALSTAFF la nuova mela che è stata realizzata per rispondere ai nuovi gusti del consumatore.

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Elisa Crociani

Mirko Aldinucci

Elisa Crociani gestisce un negozio al dettaglio di ortofrutta, che commercializza anche vini e alimenti particolari, a ridosso del centro storico di Cesena. Una piccola attività da 23 metri quadri cui si aggiunge una superficie di uguale misura destinata a magazzino. Nessuna cella frigorifera perché, spiega Crocioni “vendiamo solo prodotti freschi o freschissimi”. Un’esperienza, quella nel commercio al minuto, iniziata 22 anni fa insieme al marito Maurizio, unico collaboratore del punto vendita; in precedenza i due lavoravano nell’azienda all’ingrosso gestita dai suoceri di Elisa, che si procurava e condizionava la frutta nella città malatestiana e la rivendeva a Rimini. Estrema attenzione alla scelta e alla qualità dei prodotti, servizio personalizzato su misura (pulitura e taglio della materia prima ma anche consegna a domicilio), creazione di un solido rapporto di fiducia con la clientela sono i punti qualificanti del punto vendita ribattezzato “Gli amici della frutta” che dispone anche di un sito internet. “Puntiamo a fidelizzare chi varca la porta del nostro negozio, il nostro target di riferimento è molto variegato ma la maggior parte degli avventori sono degli abituè”, spiega Crociani. “Vendiamo solo frutta e verdura sfusa, oltre ad erbe spontanee che raccolgo personalmente. Su richiesta puliamo gli ortaggi, dai carciofi alle misticanze alle cicorie, e prepariamo minestroni; inoltre offriamo il servizio di consegna a domicilio. Il fatto di

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La politica dei freschissimi

trovarci in un’area produttiva ci permette di avere un rapporto privilegiato con gli agricoltori locali, dai quali acquistiamo direttamente, mentre per agrumi e ortofrutticoli non disponibili nel Cesenate ci serviamo al Mercato ortofrutticolo”. La “marca” è importante? E al biologico date spazio? “Disponiamo dei principali brand ma la nostra priorità è un’altra, vogliamo creare un rapporto fiduciario con chi entra nel punto vendita. Mentre il biologico, più di tanto non tira. Sarà che non si riescono a dare le garanzie necessarie…”. La crisi si fa sentire? In che misura? “Non ne siamo immuni e del resto nessuno o quasi lo è - dice Elisa -; negli ultimi tempi c’è chi ha ridotto il budget anche per l’alimentare. Però voglio es-

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sere ottimista e fiduciosa, credere che il futuro potrà riservarci qualcosa di positivo. D’altra parte ho 55 anni, ho sempre lavorato in questo settore e non saprei né vorrei fare dell’altro. Il trionfo di colori e profumi in mezzo al quale operiamo è uno stimolo ad andare avanti. Certo, non è un’attività facile. C’è il rischio d’impresa, c’è la necessità di gestire il rapporto non sempre semplice con la clientela, oltre al sacrificio di lavorare sodo e molte ore: ci alziamo alle 5 di mattina, a volte anche prima, per gli acquisti e il negozio resta aperto dalle 7.30 alle 13.30 e dalle 16/16.30 sino alle 19.30. Si capisce perché molte attività hanno chiuso i battenti e non hanno più riaperto, “stroncate” dal mancato passaggio generazionale, più che dalla crisi”.

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Prezzo, servizio, sostenibilità Imballaggio sotto pressione ✍ Mirko Aldinucci Qual è lo stato di salute del comparto degli imballaggi? Quali fattori condizionano domanda e offerta e quanto si sta facendo sentire la crisi? Lo abbiamo chiesto, nella periodica inchiesta di settore, ai principali player del packaging (in tutte le sue forme e... declinazioni) per ortofrutta. Il riutilizzabile fa... rete Recentemente Cpr System, Euro Pool System, Polymer Logistics e Ifco, si sono consorziati in EURepack (European Reusable Packaging & Reverse Logistics Consortium), dal 2010 attivo nella promozione, diffusione e servizi sull’imballo riutilizzabile nei settori del food e non food. “La contrazione dei consumi delle famiglie si riverbera a ritroso lungo tutta la filiera, dalla distribuzione alla produzione e di riflesso sul numero di movimenti degli imballi riutilizzabili e dei relativi volumi”, affermano i responsabili delle quattro realtà. “Per i consorziati EURepack attivi nel comparto il 2012 si è quindi chiuso complessivamente con una modesta crescita dei volumi e delle unità movimentate. Nei prossimi mesi si dovrebbe mantenere la tendenza alla crescita, con velocità differenti a seconda dei settori d’utilizzo e della geografia dei consumi di ortofrutta in Europa”. La mancanza di liquidità è tra i problemi più avvertiti: “Oltre alla congiuntura attuale dei consumi finali, pesa seriamente il problema del credito alle aziende, che continua ad allungare i tempi di pagamento sebbene siano entrate in vigore con la legge 27/2012 disposizioni che li abbreviano. Se poi venissero abrogate, e tenendo conto del fenomeno delle chiusure d’imprese del comparto agri42

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Costi delle materie prime, concorrenza, nuove tendenze di mercato, domanda esigente, scarsa liquidità: nel packaging il momento è delicato, ma si resiste

Dall’alto in senso orario: Eleonora Gemini di Ifco, Emanuele Timpanaro di Eps, Monica Artosi di CprSystem, Giampaolo Mezzanotte di Polymer Logistics

colo e agroalimentare, la tensione aumenterebbe ancor di più”. Venendo al trend di mercato, i consorziati Eurepack rilevano che “il calo, o la stabilità, dei vari comparti a livello nazionale sono stati compensati sia dalla crescita dell’esportazione, soprattutto verso i mercati del nord Europa, sia da un certo dinamismo registrato nelle regioni del sud, dove tende a crescere la domanda di imballaggi ritornabili da parte dei produttori ortofrutticoli che apprezzano i vantaggi di efficienza ed economia di scala, uniti al servizio”. Mentre “alcuni Paesi dell’Est europeo si rivelano sempre più interessati ad utilizzare Rpc e ad importarli dall’Italia”. Il fattore “sostenibilità” è considerato al momento delle scelte, ma non appare determinante per la clientela: “In linea generale re-

sta in secondo piano rispetto all’economicità e semplicità del sistema, nella percezione dei nostri clienti produttori e presso gli operatori della distribuzione moderna”. E però, si aggiunge da Eurepack, “diventa prioritario nel confronto fra noi, che operiamo con materiali polimerici, e i nostri colleghi che operano con materiali cellulosici: oggi più che mai abbondano analisi, controanalisi e Lca da entrambi i fronti. Oltre ai risultati, EURepack ritiene che il mercato sia determinato soprattutto dagli utilizzatori e dai loro clienti, che ogni giorno riscontrano nei riutilizzabili economicità congiunta a sostenibilità e sgravio dalla gestione del fine vita. Più in generale, il riutilizzo è fisiologicamente la scelta più sostenibile, e non solo nel settore delle cassette per l’ortoAp r i l e

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L ogistica frutta. Il significato della nostra presenza nel consorzio EURepack è proprio quella di diffondere insieme la cultura del riutilizzo come fattore di prevenzione e riduzione di rifiuti, di emissioni, di consumi energetici e di sprechi di prodotto, puntando all’ottimizzazione negli imballi, nei materiali e nella loro logistica insieme al prodotto”. Le priorità richieste dei clienti rimangono invece sempre l’efficienza logistica, la riduzione dei costi di trasporto, la prevenzione e la riduzione degli sprechi. “In più - si puntualizza dal Consorzio - riscontriamo una domanda crescente di velocità nelle consegne, di flessibilità nel servizio, con particolare attenzione a comprendere e dare risposte adeguate alle singole situazioni: per esempio, l’aumento delle operazioni promozionali richiede una gestione dei flussi di imballi e informazioni sempre più veloci e

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precisi”. I protagonisti del riutilizzabile guardano con crescente attenzione ad altri settori del fresco, in primis a quello delle carni rosse. E concludono: “Sul fronte dell’operatività gestionale, alcuni processi possono ancora essere ottimizzati, e richiederanno investimenti in tecnologie e in si-

stemi informativi di condivisione di flussi e informazioni”. Vaschette “sostenibili” Prezzi elevati delle materie prime e esigenze molto diversificate della clientela sono fattori rilevanti: “Negli ultimi anni, il settore degli imballaggi plastici fa i

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Da sinistra a destra altri tre protagonisti della nostra inchiesta sugli imballaggi per ortofrutta: Roberto Zanichelli di Ilip, Fabrizio Govi di Ciesse Paper e Claudio Dall’Agata di Bestack

conti con i prezzi delle materie prime e con la polarizzazione nelle esigenze dei clienti”, afferma Roberto Zanichelli, marketing manager di Ilip. “Da un lato c’è infatti la richiesta di prodotti a basso costo, dall’altro una domanda di innovazione e valore aggiunto. In Ilip cerchiamo di affrontare questa situazione su un doppio binario che vede la ricerca di leadership di costo per i prodotti “commodity” e contemporaneamente la ricerca di qualità attraverso la differenziazione e innovazione basata sui nostri prodotti, il nostro servizio e il nostro capitale umano”. La crisi, annota Zanichelli, si fa sentire, ma non deve scoraggiare: “La situazione economica ha un peso molto importante nella ridefinizione dei modelli di business del settore. Noi abbiamo deciso di adottare, con il nostro nuovo posizionamento strategico, una prospettiva a medio-lungo termine e di potenziare gli investimenti in innovazione per esprimerci al massimo delle nostre potenzialità competitive Ap r i l e

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quando ci sarà una ripresa economica”. In questo contesto la sostenibilità ambientale è per Ilip, un fattore centrale, “rappresenta uno dei principali driver e sta già dando riscontri molto positivi”, commenta Zanichelli. “Oggi siamo infatti fra le aziende europee che riescono a soddisfare al meglio le richieste e le esigenze dei clienti più sensibili verso queste tematiche, come la grande distribuzione europea. Basti pensare che Ilip è l’unica azienda ad avere integrato il ciclo del r-PET dalle bottiglie post consumo a nuovi imballaggi per alimenti. Tutto il processo industriale è illustrato anche in un video presente sul nostro canale Youtube”. “L’impegno di Ilip si concentra inoltre anche sulla lotta allo spreco alimentare e del relativo impatto ambientale, un ambito in cui il packaging svolge una funzione fondamentale. La Commissione Europea ha stimato in 89 milioni di tonnellate (ovvero 179 Kg per abitante dell’UE-27) lo spreco di cibo ogni anno. Noi

Auchan Spa ha rinnovato il contratto con Chep Italia, filiale italiana del leader mondiale nelle soluzioni di pooling di pallet e contenitori: la catena distributiva riutilizzerà i pallet Chep ricevuti dai propri fornitori per la gestione delle proprie attività di picking da tutti i centri di distribuzione presenti sul territorio italiano. La collaborazione tra Auchan e Chep ha visto progressivamente aumentare nel corso degli anni il numero di pallet utilizzati consentendo al distributore ottimizzazioni logistiche e risparmi. “La gestione delle attività di picking è un aspetto di fondamentale importanza per tutti i grandi distributori, che rischia di essere molto dispendiosa se non accuratamente gestita” afferma Paola Floris, country General Manager di Chep Italia. “Siamo certi che gli ottimi risultati reciprocamente ottenuti finora nell’ambito della collaborazione con Auchan, possano essere la base di una sempre più ampia ed efficace partnership tra le nostre aziende”. “In questi anni i vantaggi nell’uso del sistema di pooling offerto da Chep sono stati davvero significativi. Questa soluzione ci consente di ottenere infatti risparmi sui costi, una maggiore soddisfazione dei clienti e una riduzione dell’impatto ambientale” dichiara Armando Pugliese, direttore approvvigionamenti e logistica di Auchan. “Abbiamo quindi deciso di continuare in questa direzione e di rinnovare il nostro contratto con Chep, convinti sia la strada migliore”.

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LOGISTICA

Auchan conferma l’accordo con Chep

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Più informazioni e servizi ai soci nel nuovo sito internet di Cpr System

È on line il nuovo sito web di Cpr System la società cooperativa di Gallo (Ferrra) leader italiana degli imballaggi riutilizzabili. Non cambia solo la veste grafica del sito (www.cprsystem.it) ma sono rinnovati agiamo in questo campo sia attraverso ricerche effettuate in collaborazione con l’Università di Bologna per verificare l’interazione degli imballaggi con i prodotti alimentari, sia con l’adesione a Save Food, l’iniziativa patrocinata dalla Fao con Interpack e Messe Düsseldorf per ridurre lo spreco alimentare”. In ogni caso, prosegue il manager di Ilip, “il settore dell’imballaggio è ancora in controtendenza, per cui il trend della nostra azienda è ancora positivo, nonostante le continue tensioni sul fronte delle materie prime. Il fatturato stimato nel 2012 è stato di circa 195 milioni di euro”. Ilip ha in programma delle novità nel secondo semestre. E continua a concentrarsi sulla gamma di cestelle termosaldabili. “Alcuni formati “standard” sono particolarmente richiesti da mercati orientati al confezionamento in termosaldatura, come quello inglese”, conclude Zanichelli. “I risultati sono molto buoni ed in linea con le nostra aspettative, e possiamo dire che questa linea di prodotti è ben lontana dalla maturità”. Fabrizio Govi della mantovana Ciesse Paper (vassoi e contenitori per la frutta) non nasconde che il momento è critico: “il costo delle 46

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completamente i contenuti e gli strumenti di servizio per i soci che, collegandosi nell'area riservata potranno seguire direttamente anche le movimentazioni. Ampio lo spazio dedicato alla descrizione dei servizi offerti, dei prodotti a disposizione e della struttura organizzativa. Il nuovo sito inoltre presenta nuove sezioni dedicate all'ambiente, alla sostenibilità e alle ricerche in corso. Lo spazio dedicato ai media e all’informazione è concepito materie prime aumenta, i prezzi di vendita si abbassano. Gli utili si sono ridotti tremendamente, sul mercato italiano il lavoro non manca ma non ci sono margini, la liquidità è poca. E poi è esplosa la concorrenza: competitor nuovi che prima erano in industria e che a causa della crisi hanno “invaso il campo” con conseguenze facili da immaginare”. Ovvio allora il ricorso all’export come ancora di salvezza: “Il 40% del nostro business è legato alle vendite all’estero e puntiamo ad aumentare la quota. Lavoriamo bene con Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Bulgaria, ma anche con il Nord Africa”, puntualizza Govi. “In Spagna invece non vendiamo più niente, ci hanno copiato i prodotti…”. L’imprenditore virgiliano sfoga la propria amarezza: “Nessuno sta facendo niente per il nostro settore. Non ci sono politiche né strategie. Mentre l’agricoltura è strozzata dalla Gdo”. Il cartone ondulato si consolida Passando agli imballaggi in cartone, Claudio Dall’Agata di Bestack premette che “il 2012 è stato

come un blog, ricco di numerosi contenuti multimediali, interviste, filmati, foto, news da utilizzare, sarà un contenuto dinamico, costantemente aggiornato e ricco di news. Tra le novità del sito si evidenzia la sezione dedicata alle testimonianze dei soci che utilizzano Cpr System. Uno spazio dedicato alle impressioni delle aziende protagoniste del successo di Cpr System in questi anni. La prima testimonianza attiva è quella di Melinda. un anno molto difficile, per il Paese e per la produzione ortofrutticola l’analisi di Dall’Agata con contrazioni delle produzioni del 5% sugli ortaggi e del 15% sulla frutta con punte superiore al 30% per pere e albicocche e difficoltà sui crediti. Se a questo aggiungiamo la diminuzione sui consumi, un export che lentamente arretra, la tensione sui prezzi, l’ascesa del discount cresciuto nel 2012 di un altro punto percentuale pari al 8,4% della quota di mercato, e lo sviluppo di nicchie come i farmer market e le vendite dirette, si può comprendere come siano molteplici le variabili che condizionano il mercato degli imballaggi. Che, purtroppo, sono ancora oggi percepiti prevalentemente come centro di costo e non di ricavo, come fattore di produzione e non elemento distintivo”. “A nostro avviso - prosegue Dall’Agata l’imballaggio deve costituire un elemento di sviluppo per il produttore ortofrutticolo che lo deve scegliere in virtù del proprio approccio commerciale e di come poterlo migliorare. Sulla base di queste premesse il comparto degli imballaggi in cartone Ap r i l e

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L ogistica Sorma perfeziona il cestino Ecopunnet: ora è tutto riciclabile, più spazio alla comunicazione

Lifiting migliorativo per Ecopunnet: l’innovativo contenitore presentato da Sorma Group alla Fruit Logistica 2012, evoluzione del tradizionale cestino retinato ideato oltre trent’anni fa dal dinamico gruppo cesenate che raggruppa quattro aziende specializzate nella progettazione e realizzazione di macchine e materiali per il confezionamento nel settore, è stato perfezionato. L'obiettivo è soddisfare appieno le esigenze di confezionatori e distributori di prodotti ortofrutticoli. “Ecopunnet ha riscosso subito grandi consensi, convincendoci che eravamo sulla strada giusta, ma Sorma ha voluto compiere un ulteriore passo avanti per rispondere prontamente a qualche appunto sollevato dai nostri clienti”, sottolinea Rita Biserni, ufficio marketing del gruppo. “Nel cestino, ora interamente riciclabile, è stato eliminato il film: il contenitore è dunque tutto in rete, ancora più leggero, economico e facile da smaltire, nella consapevolezza della sempre maggiore rilevanza dell’aspetto ambientale. Non solo: è stato modificato il manico che nella prima versione era composto da una fascia di 4 centimetri ora dimezzata per allargarlo ai lati in modo da renderlo più resistente. C’è così più spazio per la comunicazione, con un lato per il branding ed uno per i dati “variabili”” Grazie a queste modifiche il nuovo Ecopunnet, lanciato alla Fruit Logistica dello scorso febbraio, è ancora più apprezzato. Tanto che la maggior parte dei confezionatori sta già optando per la nuova versione, anche se entrambe le varianti rimangono valide e si possono fare con la stessa confezionatrice, la FLW: una macchina ad alta produttività, cui sono stati apportati miglioramenti con l’inserimento di un braccio meccanico per il cambio della bobina che ora può avvenire in modo quasi automatico, senza sforzo e in tempi rapidi. E l’impianto può lavorare più a lungo: 4 ore senza fermo macchina a fronte delle 2 ore e 20 minuti della versione precedente (mentre con il tradizionale cestino retinato il fermo macchina avviene ogni 15-20 minuti). “Un plus importante – lo definisce Biserni - che sicuramente apporterà grandi benefici soprattutto nei momenti di maggior lavoro della campagna estiva. Sorma Group ha cercato di esprimere ed affinare una tecnologia che piace ai confezionatori e un contenitore gradito al commercio, soprattutto alla grande distribuzione, puntando tutto sulla rete che garantisce massima traspirabilità alla frutta, consapevoli che questa deve essere messa nelle condizioni di respirare il più possibile”

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ondulato ha retto le difficoltà di questa crisi, ha certamente ridotto di qualche virgola percentuale il numero di imballaggi prodotti ma ha consolidato la propria posizione di leader sul mercato rendendo ancora più diffuso il proprio standard logistico Bestack che nel 2012 ha raggiunto una penetrazione pari all’84,9%”. E le prospettive? “Le tendenze future indicano una lenta ma progressiva tendenza verso confezioni più ridotte con meno chili di prodotti per le vendite a collo per limitare gli sprechi e i prodotto danneggiato nel punto vendita”, aggiunge il responsabile di Bestack. “Inoltre a fronte di un export che galleggia è fondamentale dotarsi di imballaggi per impieghi specifici in grado di resistere a tutte le sollecitazioni: anche per questo è nata la certificazione BQA bestack quality approved che certifica la prestazione degli imballaggi in cartone ondulato per ortofrutta. Sulle lunghe distanze l’imballaggio monouso in cartone è in assoluto il più sostenibile dal punto di vista ambientale”. “Nel 2012 - dice Dall’Agata -Bestack ha inaugurato la possibilità di stampare sugli imballaggi le 5 etichette ambientali per comunicare al consumatore i benefici per l’ambiente. Abbiamo aumentato del 50% le spese di ricerca in ambito ambientale, igienico alimentare e logistico. Nostro obiettivo costante è essere un supporto fondamentale per il settore ortofrutticolo cercando di pesare il meno possibili in termini economici e contribuire e sostenere commercialmente il prodotto italiano”. “Va in questa direzione - si conclude da Bestack - la riduzione del contributo Conai che al primo aprile 2013 è ulteriormente sceso a 6 euro a tonnellata garantendo alla produzione ortofrutticola un risparmio rispetto all’inizio del 2012 di oltre 3 milioni di euro. Stiamo inoltre lavorando su imballaggi sempre più leggeri, igienici e performanti”. ● Ap r i l e

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Zamboni investe Porti, Napoli nel groupage flette ma sogna

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L’azienda veronese che fornisce anche Lidl mette sul piatto 3 milioni di euro per ampliare la movimentazione

Traffico delle merci in diminuzione del 7% lo scorso anno, ma gli scali campani si propongono piattaforma mediterranea

Nuovi investimenti in vista per l’azienda veronese Zamboni, guidata dai fratelli Aurelio e Luca Zamboni, specializzata nella logistica-stoccaggio, groupage e trasporto di ortofrutta in gran parte d’Italia attraverso oltre 80 camion dotati di celle a temperatura controllata. L’intento della ditta è realizzare nuovi spazi e rampe per allargare l’attuale movimentazione arrivando a oltre 700 pedane di prodotti al giorno 365 giorni l’anno. Investimento stimato: 3 milioni di euro. L’azienda fattura circa 14 milioni di euro e si avvale di una ventina di dipendenti (oltre ai collaboratori delle cooperative), alcuni mezzi propri e una settantina di padroncini da coordinare. Per la Zamboni il centro di maggiore attività per logistica e trasporti di prodotti freschi è a Vigasio. Il padre di Aurelio e Luca è Lino, presidente della società, che ha cominciato trasportando il radicchio rosso di Chioggia al mercato di Milano. Un lavoro portato avanti 24 ore al giorno, per coordinare arrivi, deposito, spedizioni e ritorni, tenendo conto che si movimenta prodotto fresco, che deve arrivare a clienti e consumatori nel tempo più breve possibile. D’altra parte il tempo è fondamentale per i grandi clienti di Zamboni, come Lidl Italia, con i prodotti portati dai produttori e dislocati nel magazzino di Vigasio divisi per piattaforma di destinazione o l’olandese Greenery Italia, a Sommacampagna o il Consorzio Piccoli Frutti che si appoggia alla Zamboni per spedire lamponi, mirtilli, fragole e more prodotti da una ventina di soci veronesi e trentini. All’azienda di Vigasio fanno riferimento anche piccoli produttori ortofrutticoli che commercializzano direttamente modesti quantitativi. Il groupage rende meno dispendioso il trasporto. ●

“Con la sua rete portuale e lo sviluppo logistico, la Campania potrà entro dieci anni diventare la piattaforma del Mediterraneo per le merci dirette verso Europa, Africa e Sudamerica. Tuttavia l’attuale situazione nella regione è di un forte squilibrio modale tra gomma, circa l’87%, e via mare-ferro”. È quanto emerso dal convegno “Porto di Napoli: sviluppo del sistema integrato, della logistica e della portualità”, organizzato dalla Filt e dalla Cgil della Campania. La Campania - è stato detto - si deve dotare, prima di tutto, di un piano della logistica, per abbattere i costi dell’intera catena di trasporto migliorando l’intermodalità. Per quanto riguarda il settore dei trasporti - ha sottolineato Mario Salsano, segretario generale della Filt Cgil Campania - è necessaria una rigorosa selezione delle opere da realizzare, a partire da quelle previste dai grandi progetti, per i quali sono attivabili i fondi strutturali Por Fesr 2007-2013, tutti in forte ritardo. La portualità campana (Salerno, Napoli, Castellamare di Stabia, Torre Annunziata) deve essere parte integrante del sistema logistico, ricercando sinergie e una progettualità condivisa con i nodi interportuali, le ferrovie, l’autotrasporto. I dati del Porto di Napoli, interessato in questi giorni dalla Coppa America di vela, non sono confortanti: nel 2012, rispetto al 2011, c’è stato un calo delle merci del 7% e una diminuzione del traffico crocieristico del 5,3%. Inoltre, per il 2013, si preannunciano gravi difficoltà per il traffico container legati alle scelte dei principali armatori che stanno spostando l’importazione e il trasbordo verso altri porti più adeguati e per le previsioni di un calo delle navi-crociere di 120 scali. ●

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Numeri in crescita nel 2012 per Sipo. L’azienda riminese infatti ha chiuso l’anno con un aumento del 5% del giro d’affari rispetto al 2011. Un risultato positivo, nonostante la crisi economica, dovuto alla strategia di internazionalizzazione messa a punto negli ultimi due anni che ha visto l’azienda espandere la propria presenza in molti Paesi europei. L’incidenza dell’export ha raggiunto infatti

una quota del 10% del fatturato complessivo. “Mentre fino al 2011 i nostri prodotti erano destinati solo al mercato nazionale - ha dichiarato Massimiliano Ceccarini (foto), development manager di Sipo - abbiamo avviato un processo di internazionalizzazione puntando ai Paesi Nord-europei e dell’area Baltica”.

La Linea Verde in progresso Fatturato a 185 milioni di euro La Linea Verde chiude il 2012 con il segno più. Il fatturato del gruppo ai vertici del mercato di IV gamma, dei piatti pronti freschi e delle bevande fresche, infatti, tocca 185 milioni di euro, con un incremento superiore al 5%. In crescita anche la quota dell’estero, che rappresenta il 27% del totale, frutto dell’attività di esportazione e delle performance delle sedi austriaca e spagnola. “I risultati complessivi raggiunti dal gruppo La Linea Verde nel 2012 - commenta Giuseppe Battagliola (nel riquadro), presidente de La Linea Verde - confermano che abbiamo centrato in pieno gli obiettivi strategici che ci eravamo posti per l’anno: potenziare il nostro business e la nostra presenza all’estero confermandoci, al contempo, come punto di riferimento del mercato italiano”. Una parte rilevante del fatturato generato all’estero da La Linea Verde, circa 20 milioni di euro, deriva da un business importante per il gruppo: l’esportazione di verdura di I gamma evoluta, sfusa oppure confezionata (come baby leaf, cespi e prodotti orticoli “da lavare”) prodotta nella Piana del Sele da Ortomad, società agricola del gruppo La Linea Verde che si conferma uno dei principali produttori europei di baby leaf. Situata a Pontecagnano Faiano (Salerno), senza soluzione di continuità per tutto l’anno Ortomad produce e commercializza proAp r i l e

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Battagliola: centrati gli obiettivi strategici di potenziare il business e la presenza all’estero. Nel 2013 particolare attenzione al mercato russo

dotti ortofrutticoli di IV gamma per il mercato interno e di I gamma evoluta destinati invece in gran parte ai Paesi del Nord Europa dove il clima rigido ne impedisce la coltivazione per molti mesi. Il giro d’affari del gruppo lombardo oltre confine comprende inoltre l’esportazione verso i Paesi limitrofi di prodotti di IV gamma a marchio DimmidiSì o destinati alle store brand locali. Un’attività che nel 2012 ha contribuito a incrementare il fatturato estero. Proseguono con successo, inoltre, le attività di Vegetales Lìnea Verde S.A., la società fondata in Spagna nel 2008 e che serve il mercato iberico con prodotti DimmidiSì e con i marchi dei distributori locali. Il fatturato dell’azienda

raggiunge nel 2012 i 19 milioni di euro. In start up, invece, la società austriaca Ultrafrisch Salzburg GmbH, joint venture inaugurata lo scorso luglio con un partner locale e controllata da La Linea Verde, che, grazie alla produzione e commercializzazione di prodotti di gastronomia freschissima e pronta al consumo, in pochi mesi ha già portato al Gruppo un importante fatturato. “La nostra strategia punta anche a incrementare le performance all’estero - spiega Battagliola -. Abbiamo inaugurato il 2013, infatti, avviando un primo progetto di penetrazione del mercato russo con Vegetoria, una realtà locale giovane e attiva nella produzione e nell’importazione”. Sul territorio italiano La Linea Verde si mantiene ai vertici del mercato. Tra le innovazioni recenti Il Brodo Fresco di Verdure e Dimmidisì Il Brodo Fresco Carne e Verdure, lanciati nel mese di settembre. Nel 2012, inoltre, è proseguita con ottimi risultati la collaborazione tra La Linea Verde e Fresh Gourmet, realtà del gruppo americano Sugar Foods dedicata alla produzione di crostini e di altri originali arricchitori. ● www.corriereortofrutticolo.it

QUARTA - QUINTA GAMMA

Sipo ok: il giro d’affari sale del 5% nel 2012

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B iologico news

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L’Emilia Romagna ha il suo Mondo Bio

Sei varietà di mele nel pack venostano

Contratto di rete tra quattro importanti realtà della regione finalizzato a realizzare una nuova linea di prodotti organics che spazia dalle zuppe al latte vegetale Realizzare una nuova linea di prodotti biologici che spazi dalle zuppe ai minestroni, dagli omogeneizzati al latte vegetale: con questo obiettivo quattro importanti realtà dell’agroalimentare emiliano-romagnolo hanno siglato l’innovativo contratto di rete “Mondo Bio”. L’accordo coinvolge come detto quattro importanti realtà emiliano-romagnole del settore. Le aziende sono: Apo Conerpo di Villanova di Castenaso (Bologna), La Cesenate Conserve Alimentari di Cesena (Forlì-cesena), Alce Nero & Mielizia di Monterenzio (Bologna) e Sais di Cesena (Forlì-Cesena), che potranno così collaborare per aumentare la propria capacità innovativa e la propria competitività. Si tratta di quattro imprese estremamente qualificate che rappresentano tutti i diversi settori della filiera: Sais è una società specializzata nella produzione e commercializzazione di sementi, Apo Conerpo è un’organizzazione di produttori leader nell’ortofrutta fresca, La Cesenate Conserve Alimentari è specializzata nella trasformazione dei prodotti ortofrutticoli e Alce Nero & Mielizia commercializza prodotti alimentari biologici con il proprio marchio. All’interno del progetto, Sais effettuerà attività di controllo della qualità del seme utilizzato per la produzione di diversi ortaggi e dei latti vegetali. Apo Conerpo parteciperà attivamente all’iniziativa attraverso la fornitura a La Cesenate della propria materia prima (in particolare le produzioni orticole, coltivate con 52

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tecniche bio) per la preparazione di zuppe e minestroni, omogeneizzati e brodo vegetale. La Cesenate conferirà il proprio know how produttivo mettendo a disposizione del progetto i magazzini di produzione e i macchinari altamente tecnologici per realizzare i nuovi prodotti che verranno commercializzati da Alce Nero & Mielizia attraverso la sua rete commerciale e con il suo marchio. Le aziende aderenti al progetto, che avrà una durata di sei anni, hanno saputo cogliere un’opportunità offerta da un nuovo strumento normativo, il contratto di rete, per dare vita ad un’iniziativa il cui valore aggiunto si fonda essenzialmente sulla capacità di coordinamento e integrazione tra i vari segmenti della filiera agroalimentare al fine di ampliare il mercato di riferimento e trovare nuovi sbocchi per le produzioni. In questo modo “Mondo Bio” favorirà il superamento dell’attuale situazione di empasse dei consumi e la conquista di nuovi mercati, focalizzandosi in particolare sul biologico che, nonostante la grave crisi mondiale, mostra ancora significativi livelli di crescita. ●

Inizialmente reperibile solo in negozi selezionati della piccola distribuzione del Trentino Alto Adige, Bio Val Venosta lancia una confezione che è una vera e propria guida ad un consumo informato: il nuovo packaging racchiude, in un elegante ed esclusivo vassoio in legno, 6 mele biologiche di varietà differenti. È importante che il consumatore abbia un approccio consapevole all’acquisto: Mela Bio Val Venosta per la prima volta dà la possibilità di trovare, all’interno di un’unica confezione, sei qualità di mele differenti. Oltre a frutti di diverse varietà, sul fondo del vassoio un leaflet informativo descriverà in tre lingue le caratteristiche di ciascuna mela e il loro utilizzo migliore. A completare la confezione una brochure, che darà la possibilità di conoscere le 10 varietà più note di mele Bio Val Venosta corredata da un “gustometro” che identifica le mele, dalla più dolce alla più aspra. Una volta a casa il consumatore potrà, assaggiando e leggendo le caratteristiche di ciascun frutto, scegliere quello che più si avvicina ai suoi gusti e tornare sul punto vendita più informato. Questo nuovo pack di alto livello è innovativo anche nella scelta dei materiali che vedono l’utilizzo di legno e carta riciclati e completamente biodegradabili.

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Boom di richieste per le arance biologiche spagnole, specie dai mercati europei, in primis Germania e Francia. Ma l’offerta spagnola, ad oggi, rimane al di sotto della domanda. Citricos del Andarax, il principale produttore di arance biologiche in Spagna,

vende 15.000 tonnellate di arance biologiche ed esporta il 60% della produzione. Per soddisfare l’intera domanda servirebbero nuovi produttori bio. Nello specifico occorrerebbe trovare altre 20.000 tonnellate di prodotto per soddisfare la domanda che si fa crecente.

Alce Nero e Mielizia avanza: fattura oltre 46 milioni di euro Alce Nero e Mielizia, il gruppo di più di mille agricoltori biologici, apicoltori e produttori fairtrade con sede a Monterenzio (Bologna), ha annunciato di aver chiuso l’esercizio fiscale 2012 con un fatturato in crescita dell’8,5% che si attesta a 46,1 milioni di euro. L’azienda segnala così parametri di consistente sviluppo per il settimo anno consecutivo. La solida crescita è stata trainata dalle buone performance di Alce Nero, che chiudendo il 2012 con 25,1 milioni di euro di fatturato (con un incremento del 15% sul 2011) si conferma marchio leader nella GDO in molte della categorie biologiche trattate come: passate, polpe di pomodoro, sughi pronti, legumi lessati, riso, frollini, nettari di frutta, caffè, zucchero di canna. Alcuni prodotti chiave per Alce Nero fanno registrare una crescita decisamente maggiore rispetto al trend dei mercati di riferimento, ad esempio: le passate aumentano del 24,9% mentre il settore registra una crescita del 10,3%, i pomodori in polpa Alce Nero segnano un +15,9% contro un trend di mercato del 3,3%, i nettari di frutta una crescita dell’11,5% (mercato +1%) ed infine i frollini +9,5% mentre il settore segna +1,3%. Il buon andamento del gruppo (+1,5% sul budget previsionale) deriva da un aumento dei volumi di vendita nazionali, dall’acquisiAp r i l e

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Esercizio fiscale 2012 positivo (+8,5% il giro d’affari) con il brand che si conferma leader nella Gdo in molte categorie tra cui nettari di frutta e pomodoro

zione di nuovi clienti e da un ampliamento del portafoglio prodotti. In particolare, Alce Nero ha fatto registrare una crescita del 12,8% delle vendite in Italia cui si aggiungono i risultati molto positivi dell’export soprattutto in Russia e Cina: +26,5% nei 26 paesi in cui il marchio è presente. L’obiettivo per il 2013 è continuare il trend di crescita investendo nello sviluppo di prodotti innovativi e supportando le attività e il posizionamento dell’azienda con una comunicazione mirata su stampa, web e tv. “Siamo molto soddisfatti dei buoni risultati raggiunti e ci propo-

BIOLOGICO NEWS

Boom di richieste per le arance biologiche spagnole, l’offerta non basta più: deficit di 20 mila tonnellate di agrumi

niamo di superarli ancora in questo 2013. Il nostro obiettivo è incrementare sia la penetrazione nel mercato nazionale attraverso l’acquisizione di nuovi clienti, sia la presenza internazionale: in particolare in Cina, Sud-Est Asiatico e Giappone. Avrà sempre un ruolo chiave l’innovazione verso prodotti buoni, sani e che nutrono in modo corretto, stiamo lanciando, infatti, nuove gamme di prodotti, come le linee di zuppe, i mieli ed altre novità che presenteremo nel corso dell’anno”, ha dichiarato Massimo Monti, amministratore delegato Alce Nero & Mielizia SpA. ● www.corriereortofrutticolo.it

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Spagna, ok gli acquisti di frutta e patate Aumentano in quantità e in valore i consumi 2012; bilancio particolarmente positivo per le referenze estive, lieve flessione invece per gli ortaggi Aumenta il consumo di ortofrutta in Spagna. Secondo i dati diffusi dal ministero dell’agricoltura spagnolo nel 2012 le famiglie hanno consumato 8,718 milioni di tonnellate di frutta e ortaggi, l’1,7% in più dell’anno precedente. L’ortofrutta è stata la categoria più acquistata in volume, per un’incidenza sull’alimentare pari al 28,6% (15,7% la frutta, 12,9% ortaggi e patate). L’aumento del consumo di ortofrutta è dovuto principalmente alla frutta e alle patate, che crescono rispettivamente del 2,7% (a 4,781 milioni di tons) e del 3,1% (a 1,066 milioni di tons) sul 2011. Il consumo di ortaggi si è invece leggermente ridotto (-0,5%), per un totale di 2,871 milioni di tonnellate. Segnano gli incrementi più elevati i frutti estivi, angurie (+15% a 401 milioni di chili) e meloni (+5,4% a 422 milioni di chili) su tutti, ma anche le fragole che registrano un +13% in più rispetto al 2011, per un totale di 130 milioni di chilogrammi. L’ortaggio più consumato nel 2012 è stato il pomodoro con 684 milioni di chili (-2,3%), seguito dalla cipolla con 345 milioni di chili (+1,1%). Anche la spesa per l’ortofrutta è crescita nel 2012; l’incremento è stato dello 0,5% rispetto all’anno precedente, toccando un valore complessivo di 11.433 milioni di euro: 6.214 milioni per la frutta (+0,6%), 4.550 milioni per la verdura (+1,2%), 668 milioni per le patate (-4,1%). Secondo Fepex l’aumento del consumo di ortofrutta riflette la crescente attenzione dei consumatori spagnoli a stili di vita sani. ● 54

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Anecoop è in salute e progetta l’apertura di una filiale in Cina Corre Anecoop, una delle principali realtà ortofrutticole spagnole (foto sotto il quartier generale) specializzata nelle esportazioni. Nell’annata 2011-2012 il gruppo iberico ha venduto 675.771 tonnellate di prodotti, il 2,5% in più rispetto al 2011, aumentando il fatturato del 5,4% e raggiungendo così i 508 milioni di euro di giro d’affari. L’impresa spagnola tra l’altro ha progettato nuovi investimenti. Anecoop infatti ha annunciato che intende aprire una nuova filiale in Cina da aprile. La struttura - di proprietà di partner locali inizierà a vendere vino, poi dovrebbe ampliare le vendite ai prodotti orticoli nelle prossime stagioni.

Vola l’export di fragole iberico Avanti tutta dell’export di fragole spagnole dell’Andalusia. Secondo quanto riportato da Eurofruit le esportazioni nel 2012 sono aumentate sia a valore che a volume. Il giro d'affari lo scorso anno è aumentato del 25% rispetto al 2011, toccando i 458 milioni di euro, con un'incidenza relativa del 7% sul valore totale dell’export realizzato dalla Regione spagnola lo scorso anno. Segno più anche per i quantitativi spediti all’estero, dove sono giunte 286 mila tonnellate, +29%. In un solo anno la fragola è diventata il terzo prodotto dell’Andalusia più esportato, rispetto al 5to posto nel 2011 - dietro a olio d’oliva e pomodoro. Boom dei broccoli a Murcia Nella regione spagnola di Murcia, i broccoli hanno registrato un aumento delle superfici di 12 volte. Nella zona si è iniziato a coltivare broccoli negli anni Ottanta, con 878 ettari. Oggi, a distanza di 33 anni, le coltivazioni occupano 10.781 ettari, con un aumento di 12,2 volte delle superfici. Nella valle di Guadalentín si concentra la maggior parte della produzione (7.516 ettari, ossia il 69%). I broccoli sono gli ortaggi che occupano la seconda maggior superficie della regione, dopo l’insalata, secondo i dati dell’Industria Agroalimentaria y Capacitación Agraria. Anche la produttività è salita arrivando a 2.300 chili per ettaro, così come le esportazioni.

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Entro il 2016 il Perù potrebbe diventare il secondo esportatore al mondo di uva da tavola approfittando delle difficoltà di Cile e California, attualmente i due maggiori esportatori mondiali. A sostenerlo è Fernando Cillóniz, presidente della società di consulenza Inform@ccion, come riporta Agraria.pe: “Il Cile sta gradualmente riducendo la produzione di uva da tavola mentre in California le superfici dedicate a tale coltura non sono in espansione. Entrambi i Paesi necessitano di manodopera e risorse idriche, elementi di cui il Perù invece dispone, oltre ad un clima ed un suolo adeguati. Questo spiega perché il Perù sta aumentando sia le produzioni che le esportazioni con prezzi che rimangono alti”. Cillóniz ha dichiarato che dieci anni fa il Perù esportava quantitativi relativamente bassi, ma ora le uve peruviane raggiungono la Cina, la Russia e l’Europa, grazie alla crescita “esplosiva” della produzione nella regione di Piura e in generale nelle altre regioni, tranne che in quella di Tumbes. Da segnalare il fatto che le esportazioni di uva da tavola peruviana (che andavano da fine ottobre a dicembre) sono state estese fino alla fine di febbraio. “Anche nel mese di gennaio e febbraio, mesi in cui i prezzi calano, si è riusciti a spuntare prezzi alti”, conclude Cillóniz. L’uva da tavola è il terzo prodotto agricolo più esportato del Perù, dopo il caffè e gli asparagi. Nel 2012 il valore delle esportazioni ha raggiunto i 357,2 milioni di dollari, in crescita del 2,5% rispetto all’anno precedente. Ma non solo l’uva si fa notare: vi è infatti una forte tendenza al rialzo delle esportazioni di agrumi peruviani. ProCitrus (Asociación de Productores de Cítricos Ap r i l e

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Entro il 2016 potrebbe diventare il secondo esportatore planetario di grappoli, mentre aumentano le piantagioni di arance. Contatti con la Cina per ampliare il commercio

MONDO

Uva e agrumi, il Perù dell’export fa la voce grossa

Datteri tunisini, boom di volumi e vendite Vola l’export di datteri tunisini. Secondo i dati dichiarati da Moncef Chargui, direttore tecnico al Gif (Groupement interprofessionnel des fruits Gruppo interprofessionale della frutta) la Tunisia ha registrato un incremento delle esportazioni del 10,5% rispetto alla stagione 2011-2012. I volumi sono passati da 35.000 a 38.700 tonnellate. Tali performances piazzano la Tunisia, in termini di quantità esportate in tutto il mondo, al secondo posto dopo gli Emirati Arabi Uniti.

Nonostante le difficili condizioni climatiche (temperature elevate, scarsità di precipitazioni, mancanza di acqua per l'irrigazione), la produzione di datteri per la stagione 2012-2013 ha raggiunto 193.000 tonnellate, di cui 135.800 di varietà Deglet Nour.

Perú) prevede che nel 2013 le esportazioni arriveranno a 100.000 tonnellate e continueranno a salire mediamente del 10% l'anno. Attualmente in Perù sono coltivati ad agrumi circa 70.000 ettari di terreno. Ma a breve sono previste nuove piantagioni per soddisfare le crescenti richieste. Da qualche anno gli agrumi peruviani hanno aumentato la loro quota di mercato in Regno Unito, Olanda, Stati Uniti, Canada e Russia. L’apertura di nuovi mercati (Giappone, Corea, Brasile, Medio Oriente) nel prossimo futuro au-

menterà ulteriormente il volume delle esportazioni. E sempre il Perù sta intavolando una serie di trattative con la Cina per introdurre nel Paese asiatico nuovi prodotti ortofrutticoli. L’ambasciatore del Perù in Cina conferma i colloqui effettuati con le autorità locali per l'ingresso di nuovi articoli, a partire da avocados e mirtilli. Il Paese sudamerciano esporta già uva e agrumi sul mercato cinese. Il Perù può diventare uno dei principali fornitori dell'enorme mercato cinese, che importa sempre più prodotti alimentari. ● www.corriereortofrutticolo.it

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BRASILE

CENTRALE

Industria alimentare Segnali di frenata

Export di frutta in progresso

L’industria degli alimenti, che rappresenta il 9% del Pil del Brasile e che sembrerebbe essere l’ultima a risentire degli effetti della crisi, è stata segnata dal rallentamento del 2012. Le vendite sono aumentate del 4,96%, secondo l’Abia, l’associazione delle imprese del settore, al di sotto del 5,9% del 2011. Anche il livello dell’impiego ha registrato un aumento inferiore rispetto a quello registrato l’anno precedente: nel 2012 sono stati creati 59.000 posti di lavoro mentre nel 2011 94.000. I supermercati brasiliani dovrebbero registrare quest’anno un rallentamento della crescita delle vendite rispetto al 2012, a fronte di prospettive meno vivaci per l’economia brasiliana. L’associazione che rappresenta i

supermercati nel paese, Abras, ha stimato che le vendite reali del settore sono in crescita del 3,5 per cento nel 2013, a fronte di un aumento del 5,3% l’anno prima. “C’è un rallentamento della crescita, ma l’andamento è ancora molto positivo”, ha detto il responsabile dell’economia dell’Abras, Flávio Tayra, in una conferenza stampa. L’associazione aveva cominciato il 2012 con previsioni di vendita tra il 3,5 e il 4 per cento superiori, ma nel corso dell’anno ha portato la stima al 5%, livello che alla fine è stato superato. Come ogni anno è dicembre il mese clou per le vendite.

Le esportazioni dell’America centrale nel 2012 hanno registrato un incremento del 7%. Secondo Sieca, Secretaría de Integración Económica Centroamericana, con sede in Guatemala, lo scorso anno l’export dei Paesi dell’America centrale è aumentato in maniera consistente arrivando a un valore di 29.635 milioni di dollari. Tra i prodotti che hanno contribuito a questa crescita figurano caffè, tè, spezie, frutta, meloni e angurie. Per quanto riguarda le mete, gli Stati Uniti sono sempre la destinazione principale delle esportazioni dell’area, con il 33,3% del totale, seguiti dagli scambi tra i Paesi dell’America centrale (25,2%) e in terza posizione dall’Unione europea (14,7%)

TURCHIA

NUOVA ZELANDA

CILE

Albicocche precoci a peso d’oro

Kiwi, premesse poco rosee

Stagione lusinghiera per i mirtilli

Previsioni poco confortanti in Nuova Zelanda per la stagione del kiwi, ormai alle porte. Oltre alla batteriosi Psa, che sta flagellando buona parte delle coltivazioni neozelandesi, si aggiunto un altro problema: la siccità. Per questo si prevedono volumi in netto calo rispetto alla media e raccolti inferiori rispetto alle prime previsioni. I calibri dei frutti saranno inoltre inferiori rispetto alla media degli ultimi anni, mentre la qualità dovrebbe rimanere su buoni livelli.

Si è chiusa con buoni risultati la campagna dei mirtilli cileni. Secondo Comite de Arándanos, l’organizzazione dei professionisti del settore che riunisce l’80% degli operatori nazionali, i volumi esportati hanno toccato le 86.700 tonnellate, il 23% in più rispetto alla stagione precedente superando del 9% le stime previste a inizio stagione. Per il Cile, che è il maggior produttore di mirtilli dell’Emisfero meridionale, con più di 13.000 ettari, si è conclusa quindi una annata soddisfacente nonostante inizialmente lo stesso comitato di settore l’avesse definita come “molto difficile”, a causa soprattuttto del clima avverso. Soddisfatti i produttori e gli esportatori cileni.

La varietà precoce di albicocche “Ninfa”, prodotta in serra a Erdemli, nel sud-est della Turchia, ha dato i primi frutti, venduti a peso d'oro a Istanbul: i prezzi sono schizzati a 25 euro al chilo circa. Sono tre anni che questa varietà è stata piantata, su una superficie ridotta in serra, come coltivazione alternativa ai pomodori. I produttori sono estremamente soddisfatti dei risultati ottenuti grazie anche a un buon andamento nel mercato interno. Anche le condizioni meteorologiche con temperature miti in questa zona hanno accelerato il processo di maturazione. La locale Camera dell’agricoltura raccomanda ai produttori di piantare albicocchi in serra al posto dei pomodori. 56

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Due mesi di promozioni e pubblicità per aumentare la penetrazione e notorietà del brand Marlene in Olanda a Belgio. Dai primi giorni di gennaio fino all’ultima settimana di febbraio sono state numerose le iniziative rivolte a operatori del settore e consumatori finali pianificate dal Consorzio VOG con l’obiettivo di sostenere le vendite delle sue mele in questi due promettenti mercati. Per tutti i distributori e negozianti erano previsti incentivi con un ricco calendario di premi, espositori per il punto vendita fino a nuovissimi iPad 3 e biciclette. Per avvicinare i consumatori finali, infine, è stata pianificata una intensa campagna pubblicitaria su alcuni diffusi mezzi di informazione nazionale che sia on che off line contribuirà ad aumentare la awareness del brand. Successivamente i frutti del Consorzio di Terlano sono stati al centro di una intensa attività

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Promozioni Marlene in Olanda, Belgio, Norvegia promozionale in Norvegia: dal 4 febbraio al 31 marzo i consumatori del Paese Scandinavo potevano partecipare ad un concorso con in palio 35 iPod Nano, accessibile sia on che off line. Su internet era sufficiente giocare al web game accessibile all’indirizzo www.sudtirol.no, cercando di attaccare più bollini possibile alle mele che cadono dall’alto dello schermo. Fuori dalla rete, invece, ai consumatori finali bastava incollare 3 bollini ‘Südtirol’ su una delle 50.000 cartoline distribuite in tutto il Paese per partecipare

alla estrazione dei premi. L’iniziativa è stata supportata da una intensa campagna pubblicitaria, declinata su Facebook e sui principali siti web dedicati a donne, nutrizione, bellezza e lifestyle del Paese. Previste inoltre una serie di in-store promotion nei punti vendita a insegna ICA e Coop e microeventi promozionali nella catena di palestre ElixiaFitness-Studios. Inoltre, per il terzo anno consecutivo, il marchio ‘Südtirol’ ha accompagnato gli atleti del team di hockey del Lorenskog.

Il “progetto bimbi” di mela Val Venosta si fa conoscere nei punti vendita del Centro Italia Mela Val Venosta porterà, in selezionati punti vendita del centro Italia, il nuovo “progetto bimbi”, ideato appositamente per i più giovani. Il progetto ruota intorno al mondo di Crocville: un luogo immaginario nel quale i protagonisti sono gli elementi della natura. Il progetto, della durata di tre mesi, partirà ad aprile e avrà nella sua fase di lancio 2 settimane dedicate alla promozione del mondo Crocville: all’interno di 85 punti vendita di Unicoop Firenze sarà possibile trovare un’espositore brandizzato Crocville con i divertenti zainetti a forma di coccinella completi del libretto, che narra la storia di Crocville, e del vassoio di mele con due adesivi dei personaggi del mondo Crocville tutti da collezionare e attaccare al libretto. Terminati gli zainetti, che andranno ad esaurimento, rimarranno sui punti vendita per tutta la durata del progetto i vassoi Crocville completi di adesivi. Il pack pensato per i bimbi è composto da 6 mele Golden Val Venosta di piccolo calibro (70/75) racchiuse all’interno di un divertente e allegro vassoio raffigurante i personaggi di Crocville.

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Inoltre, sempre nella fase di lancio, nei weekend dal 5 al 7 e dal 12 al 14 aprile 2013, all’interno di selezionati centri commerciali, sarà possibile trovare lo stand di 25 mq che darà vita al mondo di Crocville: un percorso di 5 corner che accompagnerà i visitatori in questo fantastico viaggio nella natura, alla scoperta della nascita delle mele venostane. Sul sito internet www.crocville.it si potrà accedere alla sezione dedicata al mondo Crocville. Giochi per i più piccoli, consigli e indicazioni per i genitori, per imparare insieme ad amare la natura e i suoi frutti!

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Aglio di Voghiera sulle grandi testate italiane e tedesche

Solarelli on air su Radio Rai per 14 settimane

Entra nel vivo il progetto di valorizzazione dell’Aglio di Voghiera DOP. Concentrata nel trimestre marzomaggio, la Campagna Media ha come target tanto il trade, quanto il consumatore finale. Sul primo fronte, sono coinvolte le testate più autorevoli presenti sui mercati italiano e tedesco; sul secondo fronte, il media mix attivato permetterà, invece, d’intercettare sia la figura del responsabile acquisti familiare che l’operatore della ristorazione gourmand. Attraverso un approccio integrato off/on line, l’Aglio di Voghiera Dop parlerà, infatti, di sé su riviste e portali, quali La Cucina Italiana, Sale&Pepe, Il Gambero Rosso, Ristoranti - Imprese del Gusto, ecc.. L’Aglio di Voghiera ha ottenuto la designazione europea Dop nel 2007. Riportato su ogni confezione di prodotto insieme al nome del produttore, il logo della designazione garantisce che la produzione e la lavorazione avvenga esclusivamente nell’area geografica delimitata.

Parte domenica 14 aprile la nuova campagna di promozione radiofonica dei prodotti ortofrutticoli Solarelli, “on air” su Radio Rai per 14 settimane (sette flight da due settimane ciascuno) nell’ambito di una campagna promozionale che raggiungerà 126.000 contatti utili (fonte Starcom Italia). “Armando il fruttivendolo”, per sottolineare con maggiore incisività il legame con il territorio e la provenienza regionale dei prodotti ne illustrerà le caratteristiche anche attraverso l’inflessione dialettale tipica dei luoghi d’origine. E così la carotina d’Abruzzo sarà riconoscibile anche dall’accento abruzzese, la fragola Sabrina della Campania beneficerà dell’accento campano, e le caratteristiche del radicchio di Treviso saranno illustrare da un Armando veneto. Non mancherà infine uno spot istituzionale.

Campagna di Interfel su Radio 105 e Radio Monte Carlo Parte lunedì 8 aprile la campagna di comunicazione radiofonica Frutta e verdura: scoprila, gustala e sceglila pianificata in esclusiva su due tra le principali emittenti nazionali, entrambe del Gruppo Finelco: Radio 105 e Radio Monte Carlo. L’attività di comunicazione triennale franco – italiana promossa da Interfel, Interprofessione della frutta e della verdura, e Alimos, società che raggruppa le principali organizzazioni di produttori e le cooperative agricole italiane, sarà on air con spot e citazioni dal vivo che passerranno nelle fasce orarie di maggiore ascolto: su Radio 105 dall’8 sino al 19 aprile e su Radio Monte Carlo dal 22 aprile al 3 maggio. Gli spot saranno abbinati ad una

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pianificazione specifica sui rispettivi siti con lo scopo di estendere il bacino di utenza dell’azione. Il programma co - finanziato dall’Unione Europea e, per quanto concerne la parte italiana, dal Mipaaf si svolge contemporaneamente in Francia e in Italia attraverso azioni di informazione rivolte a bambini e adolescenti con l’obiettivo di promuovere la qualità della frutta e della verdura, consolidandone il consumo nelle abitudini alimentari quotidiane.

Noberasco, Fruttime su Mediaset Il digitale è al centro della strategia di comunicazione della Noberasco per lanciare il suo nuovo snack Fruttime, la frutta al cubo. On air a marzo e aprile, su Canale 5 e Italia 1, con due settimane di intensa programmazione sui programmi di punta delle reti Mediaset, Fruttime sarà presente a Verissimo, Amici, Striscia la notizia, Uomini e donne, Le Iene e Zelig, Un 30” estremamente vivace e coinvolgente, in sintonia con lo spirito del prodotto, realizzato con tecnica mista pellicola e motion graphic e caratterizzato da un orecchiabile jingle, realizzato ad hoc. Enfasi sulla naturalità assoluta di Fruttime, nei suoi quattro gusti, albicocca, frutti di bosco, pera, prugna.

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SCHEDA PRODOTTO

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✍ Emanuele Zanini

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Operatori ottimisti: la contrazione dei raccolti garantirà margini a chi opera nella filiera. Ma nel settore, soprattutto in Italia, servono accordi e una maggiore programmazione

numero 4 del 2013

In buona parte d’Europa il calendario delle semine per le patate, sia da industria che da consumo, è stato in netto ritardo a causa delle continue e abbondanti piogge che hanno contraddistinto questa prima parte dell’anno, specialmente in marzo e parte di aprile. In molte aree italiane il ritardo delle semine ha superato i trenta giorni. Si prevedono rialzi nelle quotazioni nei prossimi mesi, per effetto di una minore disponibilità di prodotto sui mercati. Il raccolto di patate già lo scorso anno aveva registrato una contrazione significativa in alcuni Paesi produttori europei. Nel Regno Unito il raccolto del 2012 è calato di oltre il 24% rispetto al 2011 ed è avvenuto in ritardo rispetto alla media. Tale situazione ha determinato una forte importazione britannica dai paesi Nord europei (Francia, Olanda e Belgio, in particolare) e ha favorito al rialzo le quotazioni del prodotto di questi Paesi e del resto d’Europa per buona parte della stagione invernale.

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Patate, premesse positive: si attendono prezzi elevati, ben pagati i tuberi in giacenza

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Nei riquadri, da sinistra a destra, Citterio, Romagnoli e Pirani

In Nord Europa sono rimaste giacenze di prodotto del raccolto 2012 nettamente inferiori rispetto alla media degli ultimi

anni. In Germania le esportazioni di patate nella stagione invernale sono cresciute notevolmente rispetto allo scorso anno.

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PATATE

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SCHEDA PRODOTTO Accordo tra Aop Armonia e Op Campania Patate per valorizzare la varietà Ricciona Nuovo accordo commerciale per Aop Armonia. L’associazione di organizzazione dei produttori di Battipaglia (Salerno) ha stretto una collaborazione con l’Op Campania patate arricchendo così la gamma della propria offerta inserendo nel proprio paniere di prodotti anche le patate. L’intesa è stata concretizzata lo scorso 12 aprile. L’occasione è stata una degustazione di piatti a base di patata Ricciona, fiore all’occhiello della produzione dell’organizzazione di produttori. “Si tratta di un collaborazione in cui crediamo e che speriamo possa svilupparsi in futuro”, ha affermato Giuseppe D’Aniello, presidente della Op Campania Patate. “Crediamo nell’aggregazione e nella necessità di produrre qualità senza compromessi per potersi affermare sul mercato. Abbiamo condiviso questa filosofia della qualità con la Aop Armonia ed abbiamo deciso di affrontare con loro il mercato complesso della distribuzione organizzata”. “La Op Campania Patate è uno specialista di prodotto, una condizione che richiediamo necessariamente quando inseriamo un nuovo prodotto nel-

All’estero per le patate “vecchie”, raccolte lo scorso anno, “si sono raggiunte quotazioni storiche”, spiega Domenico Citterio, titolare dell’omonima azienda di San Martino Buon Albergo (Verona). “In Francia in particolare i prezzi per il prodotto con una buona lavabilità stanno oscillando attorno ai 50 euro al quintale, vale a dire sei volte in più rispetto al 2012”. Performances così elevate da entrare in concorrenza con il prodotto novello siciliano. I ritardi nelle nuove semine e le minori quantità di merce stoccata del vecchio raccolto in Europa, lasciano prevedere ulteriori aumenti nei prezzi delle patate da consumo fresco e da trasformazione industriale nei prossimi mesi. 60

l’offerta che proponiamo al mercato”, ha affermato al Corriere Ortofrutticolo Marco Eleuteri (foto sopra), direttore commerciale della Aop Armonia, “si tratta di un gruppo di agricoltori veri, che hanno maturato negli anni una larga esperienza nella coltivazione della patata e che hanno avviato un progetto molto interessante di recupero varietale come la Ricciona, un prodotto di eccellenza che riproporremo al mercato dopo oltre 50 anni di assenza”. “Per quanto riguarda il contenuto dell’accordo”, ha concluso Eleuteri, “inizieremo il 15 aprile con la commercializzazione della patata Novella a marchio “Patata Fresca Campana”, prodotto con cui arriveremo a fine giugno. Allo stesso tempo inizieremo da subito a lavorare sul progetto di valorizzazione della Patata Ricciona, che mi ha sorpreso per la versatilità in cucina, e per il gusto particolarmente piacevole che durante questa degustazione ho avuto modo di apprezzare. A mio avviso è decisamente superiore a quello delle patate di nuova generazione. Sono sicuro che in futuro conquisterà molti consumatori”.

Le condizioni di mercato hanno determinato un aumento delle importazioni di patate novelle dai Paesi del bacino del Mediterraneo nell’avvio della campagna 2013: in particolare, le esportazioni verso l’Europa di Paesi come l'Egitto hanno registrato, alla metà di marzo, una crescita di oltre 21 mila tonnellate rispetto allo stesso periodo del 2012. Israele ha anticipato le attività

di esportazione di patate novelle verso l’Europa di circa due settimane rispetto al 2012, questo per una buona condizione di mercato ma anche per il rischio di infestazione di locuste in alcune delle zone di produzione del Paese. In Italia, la raccolta 2013 di patate novelle in Sicilia è stata ritardata a causa del maltempo. Gli operatori stimano una riduzione del 30% nelle superfici investite in patate novelle nell’isola rispetto allo scorso anno. Fenomeno che si riscontra anche su altre arre del Paese. I prezzi sull’isola sono invece molto buoni. “Le quotazioni del prodotto novello siciliano sono elevate - conferma Citterio - e oscillano (a metà aprile, ndr) tra i 55 e i 60 euro al quintale Ap r i l e

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to dall’età media elevate dei produttori che tendono a chiudere l’attività spesso non trovando chi intende portarla avanti, dagli alti costi di produzione e dalla riduzione delle terre disponibili alla coltivazione”. In Italia tuttavia rimane alta l’incidenza delle importazioni: ad oggi l’Italia produce tra i 15 e i 17 milio-

ni di tonnellate di patate, ma ne vengono consumate quasi 21; perciò le importazioni oscillano tra i 4 e i 6 milioni di tonnellate, quasi un quarto. “La maggior parte della produzione interna avviene in aree precoci come la Sicilia, Napoli e la Puglia che forniscono prodotto che va consumato subito e che trova sboc-

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con valori leggermente più contenuti per il prodotto israeliano e egiziano. Prevedo rese basse a causa del prodotto che ha meno tempo a disposizione per maturare, e quotazioni sostenute per tutto il corso della primavera, almeno fino a giugno. Per quel che riguarda i consumi, è probabile che nei prossimi mesi ci sia un calo dovuto all’aumento delle temperature, agli alti prezzi di mercato che potrebbero far apprezzare anche un prodotto più grezzo e quindi meno costoso ed anche ad una concorrenza di altre verdure di stagione”. Per Citterio “le prospettive per i produttori sono incoraggianti, in particolare per il prodotto a pieno campo nel Nord Italia. Quest’anno la patata potrà dare buone soddisfazioni”. Sul cronico calo delle superfici investite - crollate del 25% negli ultimi sei anni - per Citterio è “un problema strutturale, causa-

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SCHEDA PRODOTTO co anche all’estero”, spiega Citterio. “Mentre per il prodotto da conservazione al Nord la produzione spesso non è sufficiente per soddisfare la richiesta, anche perché negli ultimi anni altri prodotti, come i cereali o il pomodoro da industria hanno sottratto superfici alle patate ”. Tali condizioni vengono confermate pure da Giulio Romagnoli, titolare dell’omonima impresa con sede a Bologna, parlando di un “ritorno alla normalità con liquidazioni soddisfacenti dopo annate difficili”. L’imprenditore felsineo però punta il dito sull’organizzazione del comparto pataticolo italiano. “È assolutamente necessario tornare a ridare dignità alla produzione nazionale. Per farlo serve creare un patto di filiera. Bisogna diffondere gli accordi quadro, come è avvenuto in Emilia Romagna, per dare maggiore trasparenza e una regolamentazione seria al settore. Le aziende devono saper pianificare maggiormente le proprie attività. In questo processo serve anche il coinvolgimento della grande distribuzione organizzata che deve rimanere a tutti gli effetti un partner e non un nemico, anche perché negli ultimi anni si sta assistendo a una rinnovata sensibilità da parte di alcune catene distributive verso il prodotto nazionale”. Anche Danilo Pirani, direttore generale di Patfrut, conferma le buone performances delle patate vecchie che “mantengono quotazioni importanti, simili a quelle del 2010. La domanda rimane superiore all’offerta, con prezzi su ottimi livelli sia per il novello che per il prodotto in giacenza”. Patfrut ha iniziato la stagione attuale importando il prodotto israeliano e nordafricano, proseguendo da metà aprile con le novelle siciliane, il cui picco produttivo avverrà tra maggio e giugno. In Sicilia vengono confermate le riduzioni di superfici, “a cui si aggiunge ahimé un eccessivo fraziona-

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Tagliate, multiformi e pronte all’uso le patate in vaschetta “targate” T18

A cubetti, a spicchi o nel classico formato a bastoncino: T18 lancia sul mercato le patate fresche tagliate, già pronte all’uso, disponibili nel ramo dei prodotti IV gamma. T18, azienda leader nella produzione e distribuzione di ortofrutta affianca così questo nuovo prodotto alla sua famiglia dei quarta gamma: carciofi, sedani e insalate. Lavate e tagliate, le patate T18 sono un prodotto innovativo perché disponibile in Gdo nel banco dei freschi e non nei freezer (non sono surgelate). Si trovano confezionate, già pronto da cucinare in padella o in forno, in comode vaschette da 500 grammi, disponibili presso i migliori negozi di ortofrutta.

mento delle imprese - commenta Pirani - che impedisce al comparto di esprimere appieno il proprio reale potenziale”. Il manager del gruppo emiliano romagnolo conferma le giacenze del prodotto 2012 inferiori rispetto alle media con quotazioni medio-alte. “In Europa c’è comunque un po’ di preoccupa-

zione per il persistere del maltempo. Il rischio inoltre è che si crei un “periodo vuoto”. Patfrut commercializzerà tra i 30 e i 40 mila quintali di prodotto novello su vendite globali attorno ai 370 mila quintali, di cui il 30% è rappresentato da prodotto a marchio Selenella. emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it

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Nonostante rimanga una delle produzioni più remunerative e apprezzate, la campagna 2013 è partita con il piede sbagliato. Ma gli addetti ai lavori confidano nella seconda parte una costante crescita nei volumi acquistati: in pochi anni, dal 2000 al 2004 l’incremento è stato del 21%. Nel 2005 la profonda crisi del settore ortofrutticolo ha causato una flessione dell’8%. Già dal 2006 i consumi hanno ripreso un cammino in crescita raggiungendo nel 2012 le 80 mila

tonnellate (+19% sul 2005), oltre il 10% in più in 10 anni e +1,5% sul 2011. A sottolineare l’ottimo trend delle fragole è il confronto con il 2000: i volumi acquistati sono superiori del 31%. In base alle rilevazioni condotte da GFK Italia, le fragole rappresentano circa il 2% degli acquisti di frutta, in termini

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Annata complessa per la fragola italiana, a causa di maltempo e conseguenti consumi stagnanti, concorrenza spagnola e una prima parte di aprile terribile con prezzi a picco e offerta alta. Stando però ai dati dello scorso anno la fragola italiana sembra tornare a vedere il sereno: dopo alcuni anni di difficoltà, è in ripresa. Nel 2012, stando ai dati del Cso le vendite hanno toccato quota 80 mila tonnellate (+19% sul 2005), oltre il 10% in più in dieci anni e +1,5% sul 2011. Dai primi anni Duemila vi è stata

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Fragole, avvio di stagione difficile Clima rigido e offerta abbondante affossano i prezzi, ripresa possibile

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SCHEDA PRODOTTO di volumi, ed il 4% in termini di spesa. Sul fronte produttivo nel 2012 le superfici dedicate a fragola in coltura specializzata a livello nazionale sono rimaste stabili con quasi 3.700 ettari. L’83% della superficie riguarda impianti in coltura protetta e solo il rimanente 17% in pieno campo. Nelle regioni meridionali le stime indicano una contrazione della fragolicoltura in Basilicata che con 540 ettari, segna un -9% rispetto allo scorso anno, mentre la riduzione della Calabria è del -5%. Si conferma invece il buon andamento in Campania, la principale regione produttrice, che registra un +4% rispetto al 2012. Lieve aumento della coltivazione in Sicilia, +1% rispetto all’anno scorso. Nell’ambito delle aree più a Nord del paese, si conferma l’importanza della fragolicoltura veneta, veronese in particolare, che in termini di consistenza non si discosta dai dati del 2012. In crescita le superfici a fragola nella provincia di Bolzano (+5% sul 2012), mentre sembrano in deciso calo nella provincia di Trento, -11% rispetto all’anno scorso. L’Emilia Romagna registra ancora un calo della coltivazione in coltura specializzata, posizionandosi sul livello minimo di circa 250 ettari. L’impressione che quest’anno per il comparto possa essere una stagione positiva arriva anche da alcuni operatori. A partire da Alberto Garbuglia, direttore commerciale di Apo Scaligera di Zevio (Verona), che esprime un cauto ottimismo sulla stagione 2013. I raccolti sono partiti con una decina di ritardo rispetto alla media: i primissimi colli sono partiti il 17 aprile, mentre le prime esportazioni la settimana successiva. “La situazione non è così negativa. Fino a metà aprile la Spagna era sola sul mercato ma a sua volta è stata danneggiata dal

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Sopra, da sinistra a destra, Ciardiello, Suriano e Garbuglia maltempo che non ha consentito di avere un prodotto di qualità con volumi in calo rispetto agli anni passati. Ma anche nelle prossime settimane (maggio, ndr) il Paese iberico difficilmente potrà recuperare il terreno perduto. Dall’estero, specie da Svizzera, Germania e Austria, pertanto c’è un certo interesse e attesa verso la fragola italiana”, spiega Garbuglia. “La qualità del prodotto è buona. A ciò si aggiunge un calendario che potrebbe dare qualche vantaggio. Se infatti siamo partiti in ritardo è vero anche che potremmo allungare la finestra della produzione primaverile anche di una ventina di giorni e andare ben oltre al 20 maggio, data con cui solitamente si conclude la campagna di primavera. In questo modo potremmo sfruttare nel contempo il ritardo della produzione tedesca che non partirà prima di giugno. Potremmo così ricavare buoni profitti dagli alti consumi di fragole che ogni anno si registrano in Germania per la tradizionale e festa della mamma che quest’anno sarà il 12 maggio, molto sentita nel Paese teutonico. Poi vedremo come andranno le coltivazioni estive di montagna e

quelle autunnali. Sta di fatto che”. Apo Scaligera è una delle principali aziende produttrici di fragole italiane con una produzione annuale di circa 75 mila quintali, di cui circa l’80% prende la via dell’estero. Circa il 70% del prodotto viene raccolto a maggio, ma la produzione estiva, che si concentra tra luglio e agosto tra le montagne veronesi tra gli 800 e i 1.200 metri d’altitudine, è triplicato in pochi anni e si sta rivelando sempre più strategica per il gruppo scaligero. A livello varietale l’azienda veronese, che recentemente ha visto l’ingresso di nuovi soci nel gruppo, continua a puntare su Eva, un autentico cavallo di battaglia, la precoce Nora e da quest’anno su Garda, nuova cultivar locale consistente che promette un’ottima shelf life. “Nei prossimi anni immetteremo sul mercato altre due nuove varietà, una precoce, in linea con Nora, e una nel pieno della produzione primaverile, nel periodo di Eva”. Carmela Suriano direttore generale di Planitalia di Policoro (Matera), non esita a definire aprile come “un mese drammatico” per le fragole a causa di Ap r i l e

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SCHEDA PRODOTTO un’impennata dell’offerta e di un crollo delle quotazioni. “Dal 2 aprile abbiamo assistito a una caduta verticale dei prezzi con un picco produttivo nella seconda settimana del mese che ha ulteriormente mortificato le quotazioni”. “Fino a marzo il mercato si era mantenuto abbastanza equilibrato - premette Suriano - nonostante a febbraio fossero arrivate sul mercato alti quantitativi di prodotto spagnolo, che hanno spinto un po’ in basso i prezzi. Tuttavia ci siamo difesi con la buona qualità del nostro prodotto. I problemi sono iniziati subito dopo Pasqua – prosegue l’imprenditrice dell’impresa metapontina – quando l’offerta ha raggiunto livelli elevatissimi. Le quotazioni sono così precipitate: attualmente i prezzi sono molto bassi. Per un prodotto di qualità extra le cifre oscillano tra i 2,20 e i 2,30 euro al chilo, quando un prezzo dignitoso per frutta di così alta qualità sarebbe attorno ai 3,50 euro, cifre che prima di Pasqua spesso si riuscivano ad ottenere. Oggi invece siamo, come è evidente, addirittura a 1 euro al di sotto del prezzo minimo“. Il clima e i bassi consumi senza dubbio hanno influenzato negativamente il mercato. “A causa anche di questi fattori quest’anno tra l’altro aggiunge Suriano - non abbiamo trovato sbocchi commerciali verso l’Est Europeo e in Germania, Paesi ancora in parte in preda alla morsa del gelo. Nel 2012 invece l’export verso queste aree era andato bene”. La manager di Planitalia, tra i leader di mercato con le varietà Candonga e Sabrina che da sole rappresentano il 50% delle piantine commercializzate nel Mezzogiorno, lancia un avvertimento al comparto: “È necessario che si pensi seriamente al futuro della fragolicoltura italiana. Bisogna investire su una fragola di altissima qualità per essere realmente competitivi sui mercati e fare reddito. Purtroppo ad

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oggi, specie nel Sud Italia, c’ ancora un’eccessiva frammentazione dell’offerta e una mancanza di comunicazione. Sui banchi dell’ortofrutta si trova ancora troppo prodotto anonimo. Credo che Op e Aop potrebbero attuare una politica più incisiva”. Nonostante una generale visione a tinte fosche Suriano è fiduciosa per la seconda parte della stagione. “Il ritardo della produzione dovrebbe portare a un allungamento del calendario fino a metà giugno, con la produzione spostata in avanti di circa 25 giorni rispetto alla media. Questo potrebbe favorire le vendite nell’ultimo periodo”. Sulla stessa lunghezza d’onda il commento di Pietro Ciardiello, direttore di Coop Sole di Parete (Caserta). “Fino a prima di Pasqua la campagna stava procedendo in maniera positiva”, afferma l’imprenditore campano. “Poi in aprile il mercato è peggiorato a causa soprattutto della concorrenza spagnola che ha attuato prezzi molto bassi. Nel frattempo nel Mezzogiorno stiamo assistendo a un’annata in cui i volumi sono in calo del 15% causa di un ritardo ad aprile di una quindicina di giorni sul calendario. L’obiettivo di Coop Sole, che esporta circa il 5% dei quantitativi prodotti, è raggiungere i 70 mila quintali, di cui ormai l’80% è rappresentato dalla varietà Sabrina “su cui stiamo ottenendo buoni riscontri, specialmente all’estero, dalla Ger-

mania, all’Austria, alla Svizzera, fino alla Francia e alla Polonia”. Il restante 20% è rappresentato da altre tipologie come Candonga, Fortuna, Antilla, etc. “A non aiutare sono anche i consumi in calo e soprattutto azioni di alcune catene distributive che lanciano delle promozioni troppo aggressive con vendite di fragole sottocosto. Credo che tali iniziative mortifichino il duro lavoro della produzione e allo stesso tempo si manda un messaggio sbagliato e diseducativo nei confronti del consumatore che tende in questo modo ad abituarsi a prezzi eccessivamente bassi e non in linea con il reale valore del prodotto”. L’incertezza sulla campagna 2013 delle fragole viene confermata anche all’azienda Secondulfo, una delle principali realtà ortofrutticole del Sud Italia con stabilimenti in Campania e Puglia. “La stagione si è presentata fin da subito con qualche incertezza, dovuta ad un clima non favorevole, con poca luce durante il giorno e temperature basse di notte”, spiegano dall’Op campana. “Al momento contiamo circa il 20% in meno di produzione rispetto allo scorso anno. La nota dolente riguarda i prezzi, che si attestano intorno al 15% in meno rispetto al 2012. Tuttavia la qualità del prodotto fortunatamente è ottima, superiore a quella dell’anno scorso”. “Le prospettive per la seconda parte della stagione sono incerte". I vertici dell’organizzazione di produttori tuttavia lamentano la “poca predisposizione da parte della Gdo italiana nel riconoscere il giusto valore ad un prodotto di qualità. Questo problema, di carattere generale, è ancor più accentuato in una produzione particolarmente dispendiosa come quella della fragola. Purtroppo dobbiamo constatare che la grande distribuzione continua a puntare quasi tutto sul prezzo più basso senza dare il giusto valore alla qualità Ap r i l e

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Garden Frutta incrementa i volumi malgrado la crisi: «Prezzi fino a un euro in meno al chilo rispetto al 2012» Quotazioni basse e vendite sotto le attese a causa del maltempo che mortifica i consumi e per la forte pressione sui prezzi esercitata dalla Spagna. Questo in estrema sintesi il quadro tracciato da Stefano Gatto, direttore commerciale di Garden Frutta sul mercato delle fragole, che anche nella seconda metà di aprile ha scontato una bassa remunerazione del prodotto venduto. “I prezzi sono nettamente inferiori alle quotazioni che in questo periodo (22 aprile, ndr) si staccavano lo scorso anno. Si parla almeno di 40 centesimi in meno rispetto al 2012 con punte che superano l’euro. Per una Candonga, per esempio, i prezzi variano da 1,60 a 2 euro, quando lo scorso anno si rimaneva attorno a 2,80 euro. A offrire maggiormente è la merce di qualità”, aggiunge Gatto, “a cui spesso non viene riconosciuto il reale valore sul mercato. Stiamo assistendo inoltre a una notevole quantità di prodotto deforme che viene destinato all’industria”. La Spagna, ancora una volta, viene additata come tra le principali cause. Gatto, assieme a Matteo Mosca, titolare dell’azienda veronese, società privata a conduzione familiare che si occupa di produzione e commercializzazione di fragole, frutti di bosco, erbe aromatiche e frutta esotica a livello nazionale ed europeo, è stato in Spagna, a Huelva, per vedere le produzioni locali. “Le produzioni di Candonga e Sa-

delle varietà di alta gamma, come Sabrina e Candonga”. Secondulfo intanto ha rinnovato logo e packaging per i prodotti a marchio Miss Dolcezza, primo fra tutti la fragola con le due varietà Candonga e Sabrina. Il brand "Miss Dolcezza" sarà marchio di prodotto a ombrello per tutti i prodotti selezionati e commercializzati dall'impresa campana. Annata complessa anche secondo Marco Eleuteri, direttore commerciale di Aop Armonia, con sede a Battipaglia (Salerno). “La campagna fragole 2013 è stata fino a metà aprile molto complicata. L’andamento climatico avverso nei principali mercati europei per tutto il mese di marzo e la prima metà di aprile ed il persistere del maltempo nei maggiori areali produttivi sia spagnoli che italiani ha prodotto nel primo caso un forte rallenta68

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brina sono di buon livello, mentre su altri impianti dedicati ad altre varietà come Fortuna non c’è grande qualità. A Huelva stanno ancora raccogliendo e inviando un buon quantitativo di prodotto all’estero. Garden Frutta, nonostante l’annata complessa, aumenterà i propri volumi grazie a nuovi accordi commerciali con produttori nel Veronese, a cui si aggiungono altre partnership con aziende a Battipaglia, Parete (Caserta) e in Trentino. “Viaggiamo a mille quintali di merce inviata alla settimana”. Graden Frutta commercializza fragole fino a ottobre sfruttando le produzioni del Mezzogiorno e veronesi in primavera e trentine in estate. L’impresa scaligera si presenta sul mercato con tre marchi: l’omonimo “Garden Frutta”, la bandiera dell’azienda, “Linea Gold”, per prodotto di medio-alta qualità con prezzi piuttosto aggressivi e la linea di nicchia “Amor”, dedicata a negozi specializzati e catene distributive di alta qualità. L’impresa scaligera ha come punto di riferimento il mercato interno, sebbene i volumi esportati rappresentino circa il 15% del totale. “Stiamo avendo buone vendite all’estero, anche in aree “non tradizionali” come Balcani, Ungheria e Francia. Siamo soddisfatti anche delle vendite del prodotto a marchio “Amor” nel dettaglio specializzato in Svizzera”. (E.Z.)

mento dei consumi, e nel secondo un importante deficit qualitativo della produzione italiana in generale”. “In marzo - spiega il direttore commerciale di Aop Armonia si è registrato dunque un mercato difficile e assai pesante anche nella seconda parte del mese. Il mese di aprile è iniziato male e nonostante il bel tempo in gran parte d'Europa, i prezzi stentano

a riprendersi mentre sui principali mercati italiani continuano a confluire importanti quantità di fragole spagnole vendute regolarmente al di sotto dei 2 euro al chilo, un livello di prezzi inaccettabile”. Come Aop Armonia, nonostante come gruppo si sia ridotta di almeno un 25% la superficie destinata alla produzione di fragole, in termini quantitativi assoluti a metà aprile l’Aop è sostanzialmente sui livelli dell'anno scorso. Un risultato ottenuto grazie soprattutto alla varietà Sabrina, che rappresenta l’80% dei volumi, “e che si è dimostrata più precoce e produttiva rispetto alle varietà che avevamo l’anno scorso”. Per quanto riguarda le quotazioni “il prezzo medio di vendita è sicuramente inferiore a quello dell'anno passato di un 10-15%, almeno fino a metà aprile”. Ap r i l e

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