Corriere Ortofrutticolo mese di Aprile

Page 1

DI

ECONOMIA

ANNO XXVI

Aprile

E AT T U A L I T À D I S E T T O R E

euro

2012

6,00

Nuova

serie

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail:redazione@corriereortofrutticolo.it Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

4

C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

6° TROFEO AGRICOLA GLORIA INTERNATIONAL OPEN

DOMENICA 29 APRILE 2012 18 BUCHE STABLEFORD 3 CATEGORIE AGRICOLA GLORIA DUE MONTECATINI GLOF CLUB AIGORT-ASS. IT. GOLFISTI ORTOFRUTTICOLI

• CARO-GASOLIO Costi e problemi logistici pesano sui bilanci PAG. 23

• MERCATI I grossisti chiedono norme elastiche PAG. 46

• CONSUMI Sempre meno frutta sulle tavole europee PAG. 63

• FRAGOLE Aumentano le superfici Gd più “attenta” PAG. 67

PROTAGONISTI La sfida di Raffaella Orsero ai colossi delle banane PAG. 37

daily news: www.corriereortofrutticolo.it

MENSILE



MORDI LA PRIMAVERA E VOLA A RODI.

Anche in Primavera il gusto fresco e succoso della rossa Modì® supporta le tue vendite. Proponi e pubblicizza il nuovo concorso nel tuo Punto Vendita! Richiedi Richie Rich iedi di ili materiale mate teriale promozionale p omoz mozio iona nale le al al tuo distributore disttrib to di fiducia oppure a: di

info@modiapple.com pple.com @modiap info@

In più un simpatico test on-line per scoprire il tuo Lifestyle

Modì® Modì® fa fa volare volare i tuoi tuoi consumatori! consumatori! Dal Dal 1° 1° Marzo Marz Ma rzo o al 15 15 Maggio Magg Ma ggio io 2012 201 012 2 tutti tutt tu ttii i tuoi tuoi consumatori con onsu suma mato tori ri potranno pot otra rann nno o partecipare part pa rtec ecip ipar are e all’estrazione all’ al ll’l es esttr traz traz aziio ione finale ione fi fina nalle na le di di 3 vacanze vaca va canz ca nze nz e da da sogno ssog ogno og no per per 2 persone, p per erso er sone so ne,, della ne dellllaa durata dell de dura dura du ratta ta di di 1 settimana, sett se ttiim tt iman iman anaa, sull’incantevole sul ull’ ll’lin inca inca cant ntev nt evol ole le isola isol is ola la di Rodi, Rod odi di, tra tra mare, m mar are ar e, sole sol ole le e archeologia. arch cheo heo eollo logi gia ia.

Così succosa, così croccante. Solo Modì® è fatta così. www.modiapple.com

cerca modiapple

Concorso a premi valido dal 1° Marzo 2012 al 15 Maggio 2012. Estrazione finale entro il 22 Maggio 2012. Montepremi totale 11.925,00 € iva esclusa. Regolamento completo su concorsi.modiapple.com


www.fratelliorsero.it

Ci mettiamo la firma

Seguiamo la nostra frutta passo passo. Da quando la raccogliamo in piantagione e per tutto il suo viaggio. Per questo, quando passa dalle nostre mani alle vostre, la qualità è così alta. Insieme la distribuiamo in tutti i punti vendita, dai più grandi ai più piccoli, perché

sia sempre vicina. La stiamo facendo conoscere a l p u b b l i co co n u n a g ra n d e campagna pubblicitaria in televisione, stampa e manifesti. Così oltre che essere la più buona sarà anche la più richiesta. Seguite il furgoncino F.lli Orsero, scegliete la qualità.


E

CorriereOrtofrutticolo

✍ Lorenzo

“Quarto ministro, quello buono?”, titolavamo sul numero di dicembre del Corriere. Beh, ad alcuni mesi dall’insediamento possiamo rispondere: sì, quello buono. E non parliamo solo dell’art.62 del decreto liberalizzazioni, che pure è una rivoluzione vera, anche se a metà (ma su questo torneremo più avanti). E neppure del pressing esercitato a Bruxelles sul commissario Ciolos inducendolo all’annuncio che entro maggio saranno presentate al Comitato di gestione ortofrutta proposte concrete per modificare le regole sul ritiro dei prodotti (prezzi, modalità) “che potranno diventare decisioni prima dell’estate”. Obiettivo: evitare un nuovo bagno di sangue per il settore nella campagna estiva dopo il ‘terribile’ 2011 cominciato col batterio-killer e finito con la Waterloo delle pere. Direte: ci voleva poco dopo appunto il disastro 2011. Ma noi insistiamo: perché i suoi predecessori (ricordiamoli a chi se li fosse dimenticati: Zaia, Galan, Romano) cosa avevano fatto? Avevano mai dimostrato una qualche attenzione concreta al settore, a parte qualche apparizione alle fiere, tagli di nastro e discorsini d’occasione? E salvo qualche operazione di puro interesse clientelare regionale, che per carità è assolutamente legittima, anche se un ministro dovrebbe ricordarsi di tutelare quello che una volta si chiamava “interesse nazionale”. E poi ci meravigliamo che il premier Monti dica: il mio governo ha consenso, i partiti no. Ma ci rendiamo conto che il pensiero più affettuoso che i cittadini hanno per questa classe politica è quello di inseguirla coi forconi? Ma torniamo al nostro ministro. Quello che ci ha più colpito sono stati la presenza e gli atti di Catania a Verona in occasione del Vinitaly. Qui, con la regia del presidente del Cogeca e del Cso, Paolo Bruni, si sono trovati sullo stesso palco i tre moschettieri dell’agricoltura italiana a Bruxelles: lo stesso Bruni, il ministro Catania, il presidente della Commissione agricoltura dell’Europarlamento Paolo de Castro assieme al commissario Ciolos. Un bel gioco di squadra che ha indotto Ciolos a sbilanciarsi a favore della viticoltura mediterranea (ad esempio sul tema dei diritti di impianto). Ma non basta. Catania si è ricordato di trovarsi in una delle capitali del sistema “ortofrutta Italia” ed ha accettato l’invito a visitare il Mercato Ortofrutticolo di Verona. Un segnale davvero inedito e forte: da quanto tempo un ministro dell’Agricoltura non visitava un Ortomercato? In questa scelta c’è forma e sostanza. La forma è il riconoscimento che “se esiste – come ha detto Catania - un comparto altrettanto rappresentativo del made in Italy quanto quello del vino, questo è senz’altro quello ortofrutticolo e questa struttura è strategica sia per la sua collocazione che per la sua funzionalità”. La sostanza è il riconoscimento del ruolo di queste strutture, oggi dimenticate dalla politica dopo la legge dell’86 e bisognose di un piano di rilancio per dare sostanza ad un futuro oggi pieno so-

Frassoldati

Ap r i l e

2012

prattutto di ombre. Su questo numero leggerete la cronaca dell’incontro veronese del ministro e l’intervento del presidente dell’Ortomercato scaligero Sardos Albertini. Per capire quanto pesino queste strutture nel sistema “Ortofrutta Italia” basti dire che da qui passa il 20% dell’export nazionale e il 35% dell’import. E’ vero che in questi anni gli attori di questo mondo (grossisti, enti gestori, management ) ci hanno messo del loro, dividendosi e litigando fra loro come i polli di Renzo, però anche qui siamo con le spalle al muro. La grande sfida che sta davanti a queste strutture è la stessa di tutto il comparto: esportare di più, far crescere i consumi, rendere più competitivo il sistema Italia. Il sistema degli Ortomercati non è morto, va solo rianimato con progetti e idee innovative. Le prospettive ci sono: nell’internazionalizzazione, nella creazione di piattaforme all’estero, nella filiera della qualità, del prodotto locale, della formazione degli operatori al dettaglio, nella rete dei mercati rionali. Ci sono istanze da portare a sintesi: serve la concordia degli attori e la volontà della politica. Quindi ben venga la visita del ministro all’Ortomercato veronese se porterà ad un tavolo nazionale su cui affrontare una buona volta i problemi del settore. A Verona Catania ha richiamato più volte l’art.62 del decreto liberalizzazioni cioè il tema dei rapporti con la Gdo (tempi di pagamento e relazioni contrattuali). Anche qui si sentono già voci critiche salire dal mondo produttivo, della serie ”gli incontentabili”. Una domanda: quando mai un ministro è stato di parola, quando mai è stato affrontato così di petto un tema che finora serviva solo per comunicati stampa o aprire tavoli inconcludenti al Ministero che si riunivano una volta e poi tanti saluti? È ovvio che scrivere una norma non basta. Servono misure applicative da concordare con la filiera: ci sarà da litigare con la Gdo, che non a caso annuncia forte opposizione. Bisognerà fare squadra e servirà la politica, quella buona, che media e compone gli interessi. E pazienza se questa volta ci sarà un tecnico a fare il politico. Anzi, visto come va la politica, meglio il tecnico. lorenzo.frassoldati@corriereortofrutticolo.it

EDITORIALE

Se il Ministro va al Mercato

PUNTASPILLI AGRICOLTORI PER HOBBY? Una ricerca Nomisma-Vita in Campagna mette in rilievo il crescente interesse degli italiani per l’agricoltura amatoriale: la coltivazione di prodotti agricoli a fini hobbistici “coinvolge profili socio-demografici tra di loro molto diversi, è animata da motivazioni esclusivamente extraeconomiche e permette di assicurare alla collettività vantaggi ambientali e territoriali spesso sottovalutati”, dice Nomisma. Al contrario “per motivazione esclusivamente economiche” bisogna registrare il crescente disinteresse per l’agricoltura professionale. *

www.corriereortofrutticolo.it

3


Controeditoriale

CorriereOrtofrutticolo

Abate, si reagisca al tracollo ✍ Rolando

L’annata 20112012 delle pere Abate segna una sconfitta clamorosa per tutto il mondo frutticolo dell’Italia del Nord. Una delle eccellenze è crollata nel giro di pochi mesi lasciando sgomenti anche i massimi esperti. Più che l’andamento negativo, previsto con settimane di anticipo dal trade, è la dimensione dell’abisso che spaventa. Il produttore era abituato a remunerazioni che andavano storicamente dai 60 cent a quote anche di 90 cent. Le cifre che invece circolavano pochi giorni prima dell’inizio del raccolto erano sulla base di 45 cent. A conti fatti, a fine stagione, le liquidazioni staranno come minimo altri 10 cent sotto questo livello. Con un costo di produzione medio di 45 cent a kg si capisce la disperazione dei produttori che già nei mesi estivi avevano incassato perdite enormi con prodotti di base come pesche e nettarine. Si poteva evitare una debacle di questo genere? La risposta è duplice: no, non si poteva evitare senza una strumentazione già attiva. Per esempio l’ultima settimana di luglio, quando già era chiara l’enorme massa del raccolto di pere Abate ed anche l’alta percentuale di calibri piccoli, ci fu a Ferrara una riunione di tutti gli attori chiave che controllano oltre la metà del prodotto per discutere una proposta che mirava ad evitare l’immissione nel mercato dei calibri piccoli delle pere Abate. I tempi troppo stretti non permisero di approntare tutti gli strumenti per ottenere una generale adesione a un patto di questo genere. La cosa sarebbe stata decisa in una semplice riunione di consiglio d’amministrazione nel caso fosse esistita una sovrastrutDrahorad

4

www.corriereortofrutticolo.it

tura preposta a questo tipo di compiti. La risposta è invece affermativa, cioè il disastro poteva essere evitato in buona parte, se per tempo i vari uffici commerciali interessati alle pere ed i relativi consigli di amministrazione non avessero solo sentito la necessità di agire ma lo avessero anche fatto. Non c’è dubbio che da anni si alzano invocazioni allarmate affinché anche per le pere si trovasse una soluzione come quella trovata per le mele: una politica di marca comune all’intera zona di produzione di questa specie. Il quantitativo totale delle pere interessate potrebbe essere di 400.000 tonnellate che in confronto alle 200.000 tonnellate di Melinda ed alle 500.000 tonnellate di Marlene non sfigura. Perché finora non è stato realizzato niente in questo senso? Perché negli anni passati il mondo era piccolo e gli approcci erano in sintonia: ogni zona produttiva aveva certe peculiarità e non voleva mescolarsi con le altre. Infatti i tentativi di consorzi di promozione locali (esempio quello della Pera di Modena) o di marche private non si contano. Fra queste non bisogna dimenticare l’approccio più valido costituito

dal Consorzio per la pera Igp Emilia Romagna, impostato bene come immagine esterna ma senza cuore commerciale operativo e tenuto artificialmente in vita solo dai finanziamenti di Bruxelles. Visto che i singoli attori che contano, cioè le grandi Op dei produttori e dei grossi commercianti, non si muovono, adesso è di nuovo la politica a prendere l’iniziativa: è infatti a buon punto il progetto dell’assessore Tiberio Rabboni (Regione Emilia Romagna) che propone la costituzione di un Distretto della Pera sulla falsariga del Distretto del Pomodoro da Industria già in essere e ne ha parlato in occasione della conferenza “Ortofrutta, nuovi strumenti per la stabilità del settore” del 16 aprile, presente il ministro Catania. Ma non è ancora una risposta operativa. Perché se anche può rappresentare un passo avanti, si tratta sempre di coinvolgere troppi attori, dalle numerose Op alle organizzazioni professionali agricole (Cia, Coldiretti ecc), le province, le regioni ecc ecc. Ci saranno nuovi disciplinari, nuove regole ma mancherà di nuovo il cuore: il marketing. roland@ncx.it Ap r i l e

2012



I ntervista

CorriereOrtofrutticolo

Fruitimprese crede nella pera Minguzzi: «Oi, una svolta vera» ●

Lorenzo Frassoldati

Il progetto “Salviamo la pera Abate” ha visto fin dall’inizio attorno al tavolo del Cso di Ferrara la presenza attiva e convinta di Fruitimprese, nella persona del presidente dell’Emilia Romagna Giancarlo Minguzzi (nella foto a destra), numero uno della omonima Op di Alfonsine. L’Organizzazione interprofessionale (Oi) della pera “è una svolta vera - dice Minguzzi - un progetto che può far fare un salto di qualità a tutto il comparto. Noi ci siamo stati subito. E Fruitimprese siederà ufficialmente al tavolo del nuovo organismo. Abbiamo chiesto alcune regole per rendere i rapporti di filiera più trasparenti e relazioni di mercato più equilibrate”. Quali i vostri punti fermi? “Intanto la raccolta: il prodotto di scarsa qualità (sotto i 65 mm) non va lavorato ma avviato alla trasformazione industriale nell’ambito di accordi prestabiliti; poi la pera Abate va valorizzata con uno strumento tipo il Consorzio Melapiù che ha rilanciato la mela Fuji di pianura, mettendo in comune la promozione e concordando fra i soci i prezzi minimi di immissione sul mercato. Poi servono controlli rigorosi esterni sia sulla qualità che sulla correttezza amministrativa delle imprese socie”. I consumi sono in picchiata e le imprese agricole in debito di ossigeno finanziario… “Il meccanismo perverso dei prezzi bassi ha provocato effetti devastanti sul tessuto imprenditoriale. L’unica diga è la realizzazione di un grande sistema agroalimentare, che premi i produttori e offra ai consumatori prodotti di qualità ad un prezzo giusto. A tal fine è necessario utilizzare fiscalità, politica crediti6

www.corriereortofrutticolo.it

Il leader degli esportatori dell’Emilia Romagna: pianificare e fare sistema

zia e norme, come quelle contenute nel Decreto liberalizzazioni su pagamenti e rapporti con la Gdo, quali leve per la redistribuzione dei margini a tutta la filiera. In particolare, tra le iniziative che, penso, potranno iniettare nel sistema delle imprese agricole una robusta dose di liquidità, c’è la norma contenuta nel decreto liberalizzazioni che, con contratti certi e con pagamenti ridotti, potrebbe spostare risorse cash verso i produttori. È, altresì, a mio avviso, indispensabile adottare una seria pianificazione per la razionalizzazione della produzione e per l’organizzazione della filiera”. La crisi dei prezzi alla produzione non dipende anche dai troppi passaggi tra il campo e la tavola? “Una caratteristica della filiera agroalimentare italiana è la polverizzazione degli operatori e l’eccessivo individualismo che pregiudicano efficienza e competitività con effetti diretti sul livello dei prezzi. La nostra è già filiera corta: azienda agricola, magazzino di stoccaggio e condizionamento, distribuzione finale”.

Comunque la produzione italiana di ortofrutta commercializzata attraverso le OP resta ben lontana dal 60% raccomandato dall’Europa... “L’Italia è leader europeo nella produzione di ortofrutta mentre è il fanalino di coda per quanto concerne la produzione organizzata in Op, appena il 38%. Il Belgio ha organizzato in Op il 90 % della produzione, l’Olanda l’80%, la Francia il 55%, la Spagna il 40%, l’Italia solo il 38%. Questo si lega al fatto che, a differenza di altri Paesi Ue con imprese agricole di grandi estensioni direttamente esportatrici, l’Italia registra la presenza di aziende agricole di piccola dimensione e di imprese private commerciali organizzate e di rilevante professionalità, con alta vocazione all’export”. Quindi? “Le imprese private fanno parte integrante della storia e dell’economia agricola del Paese, degne rappresentanti di un sistema di valori in grado di generare benessere e ricchezza. Per queste ragioni debbono essere considerate a tutti gli effetti, senza riserve, parte integrante del mondo agricolo. Nel nostro sistema i produttori e gli operatori privati hanno una gran percentuale di rapporti stabili, effettuano programmazione, elaborano strategie e spesso fanno da banca alle aziende agricole, pagando l’agricoltore prima di aver incassato. Le nuove condizioni di mercato hanno reso diffusa la tendenza all’integrazione tra base produttiva e strutture di commercializzazione. Il mancato inserimento strutturale di queste imprese in un sistema interprofessionale funzionante sta incidendo gravemente sui processi d’armonizzazione ed integrazione dell’intero comparto”. lorenzo.frassoldati@corriereortofrutticolo.it

Ap r i l e

2012


L

CorriereOrtofrutticolo

Coop, poltrone e... Centrali Sono un imprenditore agricolo che lavora presso la Coop Granfrutta Zani ed oltre ad essere un socio produttore sono anche dipendente della medesima con l’incarico di controllo dei costi di produzione. Volevo complimentarmi con il Direttore per l’editoriale di febbraio sul Corriere ortofrutticolo, dove giustamente ha individuato gli errori nostri e della Gdo e soprattutto ha dato anche alcune indicazioni per avere delle strategie settoriali. Le scriverò della situazione romagnola, ex leader in Europa. Difficile fare sistema, purtroppo non avverrà mai perché tutti quanti noi siamo dei cani sciolti ed ognuno, a secondo dell’annata e delle aspettative del mercato, ogni giorno si inventa qualche cosa, senza guardare al futuro. Trovo irrealizzabile questa tanto agognata unione fra le varie cooperative, visto che nessuno molla la sedia e soprattutto nelle cooperative politicizzate, a parte casi rari. Non voglio entrare in merito a questa problematica, ma volevo fare presente una cosa che sta sconvolgendo sempre la nostra produzione in Romagna. Stanno costruendo decine e decine di centrali di biomassa, che dovranno essere alimentate con produzioni adatte, tipo mais, sorgo ecc. Per far funzionare ognuna di queste piccole centrali occorrono circa 300 ettari di terra. Bene ognuno è libero di piantare o produrre quello che vuole, ma il disastro è che costruiscono queste centrali in mezzo ai migliori frutteti d’Europa, dove si produce frutta per i marchi dei supermercati e gli Igp. Proprio ora con tutte le difficoltà e problematiche del nostro settore, ci mancava anche questa piaga. Secondo Lei è accettabile una cosa del genere? Possibile che queAp r i l e

2012

sti amministratori non debbano valutare l’impatto ambientale? Non sappiano che i residui verranno utilizzati come concimi e dai dati rilevati nelle province di Parma, Modena e Reggio Emilia si è arrivati a sospendere la costruzione di queste centrali perché dove hanno pascolato le mucche su terreni concimati con questi residui, si sono accorti che c’era il botulino nel latte che faceva gonfiare le forme di Parmigiano Reggiano. Io come imprenditore agricolo come posso investire vicino ad una di queste centrali? Non sappiamo quanto possa influire sulla fioritura e sui prodotti, in più non sappiamo se un giorno utilizzeranno altri prodotti per produrre gas? Io so che ogni ettaro che non ripianterò sarà una perdita di circa 300 giornate lavorative, fra campagna, magazzino ed indotto, contro 15 giornate di lavoro per fare della produzione per la biomassa. Quindi il risultato finale è: perdita di 285 giornate lavorative per ogni ettaro convertito, e certamente minori investimenti in campagna. I nostri “cari” amministratori pensano solo a farne costruire il più possibile solo ed esclusivamente perché dietro ci sono forti interessi. Siamo veramente delle pecore drogate dall’indifferenza, visto che abbiamo permesso ai nostri cari politi di fare qualsiasi cosa. Franco Zani

Caro Zani, Lei solleva un tema vero e importante. Questi ‘cupoloni’ che sorgono come funghi nelle nostre pianure hanno dietro un’unica motivazione: la necessità di far reddito delle imprese agricole, strozzate da mille emergenze (ultima la botta dell’Imu). Certo servirebbero buon senso e programmazione e mettere dei limiti soprattutto nelle aree di agricoltura specializzata, come quelle frutticole della Romagna, una volta si diceva “ad alto valore aggiunto”. Lei fa bene a ricordare che per ogni ettaro convertito a mais o sorgo da bruciare si perdono 285 giornate di lavoro e decine di migliaia di euro di investimenti. È anche vero che dopo quattro crisi della frutta estiva in sette anni, cui quest’anno si sono aggiunte anche le pere, le imprese specializzate della Romagna hanno il morale sotto i tacchi e ci vuole un bel coraggio per resistere a fare frutta in queste condizioni. Tra centrali a biogas e ricorrenti crisi della frutta, l’economia e la cultura di un territorio escono a pezzi. Per invertire la tendenza non c’è che una strada: essere meno ‘cani sciolti’, non vivere più alla giornata, sapere programmare e fare più squadra. Ce la si può fare? Io dico di sì, anche perché siamo con le spalle al muro e, dato che le capacità le abbiamo, alla fine dipende solo da noi. (L.Frass.)

LETTERE dei LETTORI

AMBIENTE

7


I “+” e “-” dell’ortofrutta IL BORSINO ☛ Danila Bragantini Giovedì 12 aprile l’imprenditrice veronese Danila Bragantini è stata confermata presidente di FruiImprese Veneto. Danila Bragantini presiede ininterrotamente la sezione veneta dell'associazione nazionale degli esportatori-importatori di ortofrutta dal 1994 e, mentre scriviamo, è vicepresidente nazionale uscente della categoria con possibilità di conferma. In occasione dell’assemblea di FruitImprese Veneto per il rinnovo della cariche sociali, che rimarranno in vigore fino al 31 dicembre 2014 (compresa la presidenza), sono stati nominati vice presidenti Giorgio Sambugaro e Stefano Bighelli. Sono stati nominati consiglieri Leonardo Odorizzi, Domenico Citterio, Lorenzo Bragantini e Stefano Pezzo. Sergio Tezza, Alessandro Pernigo e Micaele Gastaldelli saranno invece i revisori dei conti. “Da un lato - ha spiegato Bragantini a corriereortofrutticolo.it - siamo convinti di portare avanti anche per il Veneto i progetti che Fruitimprese sta realizzando su

☛ Roberto Della Casa Il “monsignore”, come lo chiamano scherzosamente alcuni riferendosi al suo tratto elegante e alla comunanza del cognome con il “principe” del galateo, è stato ancora una volta protagonista su una ribalta importante dello scenario ortofrutticolo nazionale come il seminario connesso all’assemblea annuale di FruitImprese. Ci riferiamo, ovviamente, a Roberto Della Casa, docente dell’Università di Bologna, presidente di Agroter, uno dei più autorevoli consulenti italiani del settore ortofrutticolo. Sulla scena da almeno un quarto di secolo, Della Casa

☛ Remo Pedon Remo Pedon, Direttore Generale dell'omonimo gruppo alimentare di Molvena (Vicenza), ha ricevuto in Etiopia la visita di Bill Gates. Al centro del viaggio compiuto dal fondatore della Microsoft la volontà di verificare in prima persona l’andamento del sito produttivo della divisione Acos (Agricultural Commodity Supplies), fondato nel 2005 da Pedon, specializzato nella lavorazione di legumi. E collegato a un programma di solidarietà avviato dalla CRS - Catholic Relief Services sostenuto anche dalla Bill and Melinda Gates Foundation. “Lei è un uomo di visione e strategia - ha commentato Bill Gates durante la visita, che ha preceduto il suo incontro con il primo ministro etiope Melas Zenawi - che ha saputo portare il know-how europeo e applicarlo in una realtà complessa ecome l’Etiopia di sette anni fa”. “Nel 2005, quando iniziammo - ha ricordato Remo Pe-

8

www.corriereortofrutticolo.it

scala nazionale. Dall’altro lato però siamo demoralizzati nel constatare il perdurare della crisi economica che sta come non mai attanagliando anche il settore ortofrutticolo. In un momento di difficoltà come questo la burocrazia non ci sta certo agevolando”. “Lavoreremo per cercare di fare chiarezza sulle ultime normative - sottolinea la presidente di Fruitimprese Veneto - come l’articolo 62, le tariffe per l’autotrasporto. Se da una parte è stato fatto un buon lavoro sulla riduzione dei tempi di pagamento, dall’altra constatiamo che le normative in materia non sono state semplificate, anzi. Speriamo la questione si sblocchi in maniera positiva con i decreti applicativi”. Burocrazia a parte, per quanto riguarda i possibili scenari futuri che si potranno aprire al settore Bragantini avverte: “Stiamo lavorando per creare nuovi progetti che favoriscano il rilancio dei consumi. Ad ogni modo credo che al comparto dell’ortofrutta serva come non mai trovare nuovi mercati di esportazione”. Su

ha affinato nel tempo una profonda conoscenza dei meccanismi commerciali, distributivi, logistici e di marketing che regolano il comparto offrendo le sue conoscenze e i suoi punti di vista all’associazionismo di settore, alle aziende, in occasione di congressi e seminari, che non di rado lo vedono come promotore. Se si occupasse di enologia, di lui si potrebbe dire che, come il buon vino, con gli anni migliora. Il settore non ha avuto la forza, per il momento, di creare un “pensatoio”, un “think-tank” per lanciare nuove strategie. In questo ambito, Roberto Della Casa sarebbe un sicuro e imprescindibile punto di riferimento. Su

don a corriereortofrutticolo.it -, non esistevano logistica e infrastrutture; i contadini bussavano alla nostra porta per vendere i fagioli e poter così acquistare il necessario per mandare i propri figli a scuola. Oggi operiamo tramite ECX, la Borsa etiope, carichiamo container presso il nostro stabilimento, abbiamo una scuola per i figli dei nostri dipendenti, la mensa". Acos è stata la prima azienda europea del settore a investire in Etiopia, grazie alla politica di liberalizzazione avviata dal governo locale. Oggi è il trader principale per le maggiori aziende mondiali conserviere come Premier Foods, Unilever, Bounduelle, Conserve Italia, Coroos, solo per citarne alcune. L’esempio di Pedon potrebbe essere seguito da altri imprenditori italiani in quell’immenso entroterra africano che è un serbatoio potenzialmente immenso di ortofrutta. Bravo, bravissimo Pedon. Decisamente su

Ap r i l e

2012


Basi solide per crescere insieme

La nostra promessa e il nostro impegno per il successo dell’intera filiera

pieno campo e in serra non riscaldata. De Ruiter™ è il marchio specializzato nei portainnesti e nelle varietà per coltivazioni in serre riscaldate.

Due brand distinti per un unico successo.

Seminis® e De Ruiter™ sono marchi di Monsanto. Per ulteriori informazioni: www.seminis.com e www.deruiterseeds.com

© Monsanto Agricoltura Italia S.p.A. Tutti i diritti riservati. (03/2012)

orticola. Seminis® è il marchio dedicato a tutte le varietà per coltivazioni in


Direttore responsabile: Lorenzo Frassoldati Redazione: Mirko Aldinucci (coordinatore) Eugenio Felice, Emanuele Zanini

MENSILE DI ECONOMIA E AT T U A L I T À DI SETTORE ANNO XXVI - Nuova serie

S

O

M

Corriere T H E F I R S T ITALIAN

APRILE 2012

M

A

R

I

O

Redazione via Fiordiligi, 6 37135 Verona Tel. 045.8352317-Fax 045.8307646 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Editore Gemma Editco Srl Coordinatore editoriale: Antonio Felice Sede legale e amministrativa: via Fiordiligi, 6 37135 Verona E-mail: segreteria@corriereortofrutticolo.it P.IVA 01963490238 Fotocomposizione e stampa: Eurostampa Srl - via Einstein, 9/C 37100 Verona Autorizzazione Tribunale di Verona n. 176 del 12-1-1965 Spedizione in abb. postale comma 26, art. 2, legge 549/95 La rivista viene distribuita in abbonamento postale c/c n. 11905379 Abbonamento annuo: 60 euro per due anni: 95 euro e-mail: abbonamenti@corriereortofrutticolo.it

Il caro carburanti pesa sul settore PAG.23

A tu per tu con Raffaella Orsero PAG.37

RUBRICHE

Meno controlli su nocciole turche e noci brasiliane, Nucisitalia: bene

20

APPUNTAMENTI Perpignan 24-26 aprile Riflettori sull’Italia al Medfel 2012

21

Parma, 7-10 maggio - A Cibus tanti buyers. Un premio ai retailers

21

EDITORIALE Se il Ministro va al Mercato

3

CONTROEDITORIALE Abate, si reagisca al tracollo

4

INTERVISTA Fruitimprese crede nella pera Minguzzi: «Oi, una svolta vera»

6

Hong Kong 5-7 settembre Asia Fruit Logistica +20% gli espositori

21

LETTERE DEI LETTORI Coop, poltrone… Centrali

7

Berlino 6-8 febbraio Freshconex “rientra” in Fruit Logistica

21

BORSINO DELL’ORTOFRUTTA Bragantini, Della Casa, Pedon

8

PILLOLE Troppi trasportatori (e troppo piccoli) e pochi logistici

26

BIOLOGICO NEWS Prove di disgelo tra Federbio e Aiab

53

Melinda si fa bio

54

Exploit danese

55

DISTRIBUZIONE Auchan e Conad, rotta a sud e grande attenzione al prezzo

57

Distribuzione flash

59

GENTE & FATTI Italia Ortofrutta sceglie Ibrahim Saadeh A lui la presidenza della nuovo Unione 12 Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Profilo Corriere Ortofrutticolo si è affermato come rivista “di filiera” del settore ortofrutticolo italiano. La rivista collega chi produce, chi commercializza e chi vende al pubblico, oltre ai settori connessi (dai macchinari ai trasporti). La diffusione è capillare in Italia, dove si è allargata alla grande distribuzione alimentare e al dettaglio organizzato. Il Corriere Ortofrutticolo è un formidabile, unico e specializzato strumento di raccordo e di informazione per l’intero settore. È presente a fiere in Italia e all’estero dove è diffuso a indirizzi specializzati di oltre 30 nazioni.

Diffusione 6.000 copie. Ripartizione del mailing: Grossisti 29%, Dettaglianti 23% Produttori 22%, Supermercati 9% Import-export 6,5%, Servizi 5% Tecnologie e Trasformati 2,5% Altri 3%

10

www.corriereortofrutticolo.it

Frutta nelle Scuole, Dop e Igp: in Alto Adige è tempo di “campagne”

13

Marlene, la promozione ora passa da Facebook

14

Grossista-dettagliante anti-deregulation: “La domenica dedichiamola alla famiglia” 15 NOTIZIARIO Chiude con il botto l’export 2011 dell’agroalimentare italiano

17

Pac, incontro Catania-Ciolos A maggio proposta sulla Pac

17

L’ELENCO DEGLI

Prezzi agricoli in ripresa a febbraio Ortaggi e mele rialzano la testa

18

Siccità e poi gelo: danni pesanti alle coltivazioni in tutta Italia

18

Produzione a basso impatto ambientale, Lusia investe 19 Cipolla rossa di Tropea, stop al confezionamento in campo

PUBBLICITÀ CHE FRUTTA Nuovi spot e promozioni per

19

AGRICOLA GLORIA DUE APOSCALIGERA CPR SYSTEM CIESSE PAPER CONIP CONSERVE ITALIA COOP SOLE FRATELLI ORSERO IFCO ILIP INFIA

copertina I pagina 67 copertina I pagina 27 pagina 31 pagina 56 pagina 69 pagina 2 pagina 29 pagina 33 pagina 30

A p r i l e 2012


Ortofrutticolo

M O N T H LY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

4

www.corriereortofrutticolo.it è il nuovo Quotidiano on line nato dall’esperienza del più affermato mensile specializzato di settore

www.corriereortofrutticolo.it

w w w. c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o . i t

ti tiene costantemente aggiornato sulla campagna produttiva e commerciale della frutta con notizie, interviste, dati

www.corriereortofrutticolo.it aspetta i Tuoi commenti alle news del giorno

Mercati all’ingrosso protagonisti PAG.46

Fragole, Gd più attenta alla qualità PAG.67

consolidare la mela Val Venosta Vip

Anguria, la concorrenza incalza. Mini-formato soluzione vincente

41

Asparago: destagionalizzazione e miglioramento genetico

42

MelaPiù su La7, nei rotocalchi e sul web 66

“Colosso” Aop Finaf

43

Modì regala vacanze da sogno

Più valore aggiunto e servizi. Apofruit affronta di petto la crisi

44

Mercati - Fedragro al Mipaaf: norme troppo rigide

46

65

Concorso Marlene a Cipro

65

Solarelli sulle reti Rai

65

66

Banane e ananas dei F.lli Orsero “prendono” l’autobus

66

ATTUALITÀ

Mercati - Mario Catania a Veronamercato scopre che l’ingrosso è strtegico 47

Primo Piano - Caro Carburanti Un pieno di aumenti

23

Primo Piano - Caro Carburanti «Investire in logistica prioritario nel Paese»

24

Primo Piano - Caro Carburanti Packaging “compromesso” dai costi. E i margini si riducono

28

Import-export 2011 giù, saldo attivo sotto il miliardo di euro

36

In copertina - Protagonisti La sfida di Raffaella

37

Cinque punti per il rilancio. Interprofessione da rivedere

40

INSERZIONISTI LA COSTIERA LUSIA E ROSOLINA MODÌ MONSANTO NETPACK PLANITALIA ULMA ROSARIA SERMAC ULMA UNITEC VALFRUTTA FRESCO

A p r i l e 2012

pagina 19 pagina 43 pagina 1 pagina 5-9 pagina 35 copertinaIII pagina 16 pagina 70 copertina I pagina 72 pagina 22

Mercati - Milano, strumenti elettronici per un Ortomercato più sicuro 48 Mercati - Car Roma sostenibile

49

Mercati - L’Espresso alla carica: troppa chimica nella frutta

50

Risorse e marketing: Regione al capezzale degli agrumi siciliani

52

MONDO Verona e Padova toccano con mano il “modello Mercabarna”

60

100 grammi di frutta al giorno in meno sulle tavole europee

63

Mondo flash

64

NEL PROSSIMO NUMERO NEL PROSSIMO NUMERO ☛ Carrelli elevatori, il punto Nuove strategie e sinergie per affrontare la crisi da cui non è immune neppure il comparto dei carrelli elevatori. Sul prossimo numero le ultime novità e un approfondimento con interviste ai responsabili delle principali aziende e realtà di settore

☛ Analisi dell’import-export Dati e tendenze del commercio estero ortofrutticolo italiano. Il 2011 non è andato male, a livello di bilancia commerciale, ma il made in Italy deve diventare ancora più incisivo Oltralpe e conquistare nuovi spazi di mercato, valorizzando adeguatamente la qualità, per dare sbocco a una produzione superiore alla domanda interna.

☛ Ciliegie e piccoli frutti Hanno un potenziale straordinario, tanto che in Inghilterra i berries sono divenuti il prodotto ortofrutticolo più venduto grazie anche alla notevole evidenza conquistata sugli scaffali delle grandi catene. E in Italia? Lo scopriremo sulla Scheda prodotto di maggio.

SCHEDA PRODOTTO FRAGOLE Fragole, aumentano le superfici. Panorama varietale articolato. Gd più sensibile al fattore qualità

67

Apo Scaligera consolida la leadership nell’export grazie alle varietà precoci

68

ZUCCHINE Zucchina: archiviato l’effetto e-coli i prezzi “respirano”, ma crisi e competitor preoccupano

71

www.corriereortofrutticolo.it

11


GENTE

&

FATTI

CorriereOrtofrutticolo

La (difficile) battaglia di Capitan Kuk: invogliare i bambini a mangiare frutta e verdura Un cartone animato che ha per protagonista un super eroe, “Capitan Kuk”, è stato ideato dal ministero della Salute per invogliare i bambini a magiare frutta e verdura. Si tratta di un progetto di comunicazione innovativo messo in campo per la prima volta dalla pubblica amministrazione. Un vero e proprio cartone animato televisivo realizzato con la collaborazione di Rai Fiction. Il cartoon è a episodi di sei minuti e mezzo ciascuno. In totale sono previste la realizzazione di

due serie per un totale di 26 episodi. La prima serie è già in onda sul canale del digitale terrestre Rai Yoyo, interamente dedicato ai bambini, ogni sabato e domenica alle 8,50 e in replica

alle ore 17,50. L’iniziativa è stata presentata dal ministro della Salute, Renato Balduzzi: “Il consiglio ai bambini è quello di mangiare poche merendine e molta frutta e verdura”. Il cartone animato Capitan Kuk vede per protagonista un super eroe amante della frutta e della verdura delle quali conosce tutti i potenti benefici. Quando si trasforma in Capitan Kuk, eroe della frutta e della verdura, diventa più coraggioso, pronto a correre in aiuto di chi è in pericolo.

Italia Ortofrutta sceglie Ibrahim Saadeh A lui la presidenza della nuova Unione Il ravennate Ibrahim Saadeh, attuale direttore dell’Op Pempacorer che ha sede a Bagnacavallo, è il neo presidente di “Italia Ortofrutta - Unione Nazionale”, la nuova unione nata dalla fusione tra Uiapoa ed Unacoa, che con 132 tra Organizzazioni di Produttori e Associazioni Organizzazioni di Produttori e un giro d’affari

di quasi 1,9 miliardi di euro, rappresenta tra il 15 e il 20% della produzione vendibile ortofrutticola nazionale. Saadeh è stato eletto all’unanimità dal nuovo Consiglio di Amministrazione, formatosi a seguito della fusione

Mobilità sostenibile, a Roma mele “testimonial” “Si può competere solo scegliendo la qualità”. Sono parole del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che, evidentemente, non ha dimenticato la sua esperienza come ministro delle Politiche agricole dal 2001 al 2006. Il primo cittadino della capitale le ha pronunciate il 15 marzo scorso, in occasione della presentazione alla stampa del “Manifesto per la Sostenibilità Ambientale”, redatto dall’Assessorato all’Ambiente di Roma Capitale. E che i prodotti ortofrutticoli siano sempre più frequentemente presi a modello di qualità era testimoniato da splendide mele Red Delicious sulle quali era stato impresso il logo dell’iniziativa, un rocchetto di filo elettrico a rappresentare il Colosseo stilizzato. I frutti impreziosivano i tavoli della sala, facendo bella mostra sui tovagliati e all’interno di cilindri trasparenti. Un colpo d’occhio che ha richiamato l’attenzione dei presenti. Alemanno ha stimolato i consumatori a indirizzare le preferenze verso le coltivazioni presenti sui territori di residenza. (E.Mùr.)

12

www.corriereortofrutticolo.it

tra le due Unioni, nella seduta del 22 marzo scorso. “Assumo questo importante incarico in un momento particolarmente difficile per il settore agroalimentare, in particolare per quello ortofrutticolo, alla vigilia di riforme comunitarie che modificheranno radicalmente gli scenari europei - ha dichiarato il neo presidente subito dopo la propria elezione -. Lavorerò in stretta sinergia con l’intero Cda con il direttore dell’Unione e con il delegato del Consiglio, nella logica della coesione e dell’unità d’intenti che devono caratterizzare il nostro gruppo”. Ravennate, nato in Giordania, laureato alla facoltà di agraria dell’Università di Bologna, Saadeh ha iniziato nel 1982 come tecnico agricolo alla cooperativa ortofrutticola “COR di Lavezzola”. Nel 1985 è passato alla Cia ravennate sino al 2001, quando è stato chiamato a dirigere l’O.P. CORER, trasformatasi poi nel 2004 in Pempacorer. Ap r i l e

2012


GENTE

CorriereOrtofrutticolo

Ap r i l e

2012

A lezione da B&B Frutta E se la frutta non va nelle scuole, sono le scuole ad andare dove la frutta viene prodotta e lavorata. Una classe di 24 alunni della scuola primaria Scipioni di Bovolone, in provincia di Verona, e due docenti hanno visitato nella mattinata di venerdì 16 marzo lo stabilimento di B&B Frutta Srl, operativo dal 2005 e tra i più avanzati del Veneto quanto a sistemi di conservazione, lavorazione e confezionamento delle mele. La visita è iniziata con una breve presentazione del gruppo scaligero, costituito nel 1981 su iniziativa di Loredano Brentegani e dal 2006 attivo anche nella lavorazione e vendita di kiwi attraverso la società B.V. Fruits Srl. B&B Frutta nella campagna in corso dovrebbe confermare il trend di crescita nei volumi commercializzati, superando le 30 mila tonnellate di

mele, provenienti dalle regioni più vocate del Nord Italia e destinate per oltre il 70% ai mercati esteri. I ragazzi, di età compresa tra 8 e 9 anni, hanno preso visione del percorso che seguono le mele dal momento dell’arrivo alla rinfusa in bins direttamente dal frutteto fino al momento della ripartenza con autotreni refrigerati. Grande attenzione è stata prestata alle fasi di stoccaggio nelle celle ad atmosfera controllata, di calibratura in acqua, di controllo qualitativo esterno e interno con sistemi non invasivi, di trattatamento e confezionamento, per finire con la pallettizzazione e il carico degli autotreni mantenendo la catena del freddo.

a cura di Mirko Aldinucci

Oltre 10.000 alunni di 117 istituti scolastici di primo grado: è questa l’importante platea a cui si rivolge il programma comunitario “Frutta nelle Scuole” nel territorio della provincia di Bolzano. Il progetto, giunto alla terza annualità, si propone di incentivare l’adozione di abitudini alimentari sane ed equilibrate attraverso la distribuzione gratuita di frutta e verdura fresca a bambini tra i 6 e gli 11 anni. “Grazie ad una presenza ramificata nelle aree più vocate del territorio nazionale - ha dichiarato Gabriele Ferri, direttore generale di Naturitalia - siamo in grado di offrire ai bambini delle scuole aderenti al progetto un ampio assortimento di prodotti ortofrutticoli italiani di eccellenza tra cui la Mela Dop della Val di Non e la Mela Alto Adige Igp (Südtiroler Apfel), le Pere Igp dell’Emilia Romagna, le Arance dalla Sicilia e le Clementine Igp della Calabria”. Oltre a Naturitalia il raggruppamento comprende Alegra, Apofruit Italia, Apo Conerpo, Apot, Op Nordest, Orogel Fresco e Vog Products. E rimanendo in Alto Adige, è stato dopo il successo della precedente edizione, è stato approvato il progetto biennale per la realizzazione di campagne promozionali di informazione sul significato dei marchi europei di qualità. I prodotti altoatesini di qualità Mela Alto Adige IGP, Speck Alto Adige IGP e Vini Alto Adige DOC sono i testimonial della campagna “La Nuova Sicurezza Alimentare Europea - Proseguimento”. Titolare del progetto è il Consorzio Mela Alto Adige, i partner sono il Consorzio Tutela Speck Alto Adige e il Consorzio Vini Alto Adige. La campagna informativa viene finanziata dalla Commissione europea e dallo Stato italiano.

FATTI

Frutta nelle Scuole, Dop e Igp: in Alto Adige è tempo di “campagne”

&

Freschi da bere di DimmidiSì DimmidiSì continua l’investimento nel mercato delle bevande fresche presentando “I Freschi da Bere”: un progetto a 360 gradi che risponde a molteplici esigenze di consumo e che ne suggerisce di nuove coinvolgendo un target sempre più ampio di consumatori. La Linea Verde modella tutto il comparto delle bevande fresche attraverso l’identificazione delle categorie Bevande Dissetanti. Oltra a Frutta da Bere e Snack Golosi, che si pongono come risposta alle molteplici occasioni di consumo di frutta e verdura pronte da bere. Ne consegue uno strategico ampliamento della gamma DimmidiSì. Per gli Snack Golosi, in particolare, viene presentata un’assoluta novità: il Frappè fresco DimmidiSì. Un prodotto innovativo, proposto per la prima volta sul mercato, fresco e vegetale. Le referenze de I Freschi da Bere trovano la loro naturale posizione nel banco frigo del reparto ortofrutta che ne guadagna in innovazione, originalità ed incremento del giro d’affari. La gamma è stata ora ampliata con il lancio della Spremuta Fresca Mix Agrumi DimmidiSì.

www.corriereortofrutticolo.it

13


GENTE

&

FATTI

CorriereOrtofrutticolo

Marlene, la promozione ora passa da Facebook Un successo con la S maiuscola quello delle mele Marlene su Facebook, che nel mese di marzo hanno dato il via a una serie di attività promozionali riservate agli utenti del social network più popolare della rete. E in pochi giorni, grazie all’entusiasmo della rete, i fan della pagina “marlene.suedtirol” sono passati da 3.000 a oltre 8.000. Fino al 29 marzo, dopo aver cliccato ‘Mi Piace’ e registrato i propri dati su un apposito form, i fan hanno potuto ricevere in regalo la fitness-band Marlene, la fascia elastica con cui esercitarsi con i consigli dell’alfiere italiano dello slittino, Armin Zöggeler. Una seconda iniziativa, invece, metterà in palio 6 vacanze da 7 giorni negli agriturismi dell’Alto Adige gestiti dai soci produttori del Consorzio Vog. Dal 30 marzo al 10 maggio, i fan dovranno semplicemente accedere alla pagina dedicata al concorso, che conterrà la presentazione di un contadino e due contadine che producono le mele Marlene. Dopo aver scoperto cosa li rende speciali, sarà possibile accedere ad un form da compilare con i propri dati per partecipare alla estrazione dei premi. “L’entusiasmo con cui i fan di Marlene ci hanno accolto su Fa-

cebook è per noi fonte di grande soddisfazione” ha commentato Sabine Oberhollenzer, responsabile relazioni pubbliche e sponsorizzazioni del Consorzio VOG. “I risultati di questa iniziativa dimostrano l’efficacia della nostra strategia” gli ha fatto eco Kurt Ratschiller, responsabile marketing del Consorzio VOG. “I social media sono ormai strumenti imprescindibili di qualsiasi iniziativa di comunicazione a 360° e la nostra presenza attiva testimonia la volontà del Consorzio di dialogare con i suoi pubblici, ovunque essi si trovino” ha concluso. Alle attività di questa primavera seguiranno nei prossimi mesi tante numerose iniziative che premieranno la fedeltà dei fans delle mele Marlene.

E anche Ortofrutta d’Italia sbarca sul social network Il Progetto di comunicazione Ortofrutta d’Italia, realizzato da Cso, che vede coinvolte, per il 2012, 16 aziende importanti nel panorama produttivo nazionale sceglie i social network per raccontarsi. Lo spazio facebook di Ortofrutta d’Italia è uno spazio di comunicazione diretta ai consumatori sui valori della frutta e verdura di qualità e del suo legame con il territorio, uno spazio di informazione quotidiana per raccontare le virtù dei prodotti che arricchiscono il patrimonio produttivo nazionale. Aderiscono al progetto Agribologna, Apofruit, Aposcaligera, Asipo, GranfruttaZani, Mazzoni, Cio, Minguzzi Spa, Op Coz, Op Nord Est, Opo Veneto, Pempa Corer, Salvi.

14

www.corriereortofrutticolo.it

I colori... del rugby Frutta e verdura per sospingere gli azzurri del rugby nel secondo match del “Sei Nazioni” contro la Scozia. Merito della campagna di informazione “Nutritevi dei colori della vita” promossa da Unaproa e finanziata con il contributo dell’Unione Europea e dello Stato Italiano (Reg.UE n. 688/2011). In occasione dei match del prestigioso torneo continentale, era presente uno stand animato all’interno del Villaggio “Terzo Tempo” allestito fuori dello stadio. Qui il pubblico poteva ricevere tutte le informazioni utili sui principi salutistici e i valori nutrizionali della frutta e della

verdura europea. Nello spazio erano presenti giocolieri e truccatori che accompagnavano gli spettatori fino al fischio d’inizio della partita e al termine del match. Per tutti anche un simpatico gadget a ricordo della giornata: una maglietta con il logo della campagna e le matite con i cinque colori del benessere. “Nutritevi dei colori della vita” conferma così il suo legame con il rugby. Uno sport pulito, sano e attento alla crescita dei ragazzi, proprio come il messaggio della campagna veicolato anche attraverso uno spot in onda sui maxischermi dell’Olimpico durante le partite di sabato per ricordare come sia fondamentale mangiare almeno cinque porzioni di ortfrutta.

Ap r i l e

2012


GENTE

CorriereOrtofrutticolo

L’aglio nero made in Spain

Presentato al salone Alimentaria di Barcellona, il Black Allium, primo aglio spagnolo nero al 100%. È stato ottenuto partendo dall’aglio di Pedroñeras (Igp) e da varie combinazioni, ma senza l’aggiunta di additivi o di altre sostanze, dopo oltre un anno di ricerca. Le caratteristiche sono del tutto diverse dall’aglio tradizionale: il sapore ricorda la liquirizia. Si può consumare crudo come “snack” o utilizzato come condimento in cucina.

Un bouquet di verdure Un vero e proprio bouquet di verdure quello preparato da Opo Veneto per quanti amano gustare prodotti di stagione e del territorio. In una confezione, curata nei dettagli, sono sistemati tre tipi di lattuga (cappuccia, gentile, romana), un cavolo cappuccio, un mazzetto di rossi rapanelli e un altro di carote novelle. L’iniziativa progettata e realizzata in collaborazione con Coop Italia ha debuttato mercoledì 28 marzo nei punti vendita Coop Nord Ovest.

a cura di Mirko Aldinucci

“Noi la domenica preferiamo dedicarla alla famiglia! Per noi certi valori valgono più di uno scontrino”. È l’esplicito messaggio che l'azienda Carlini, uno dei nomi storici dell’ortofrutta a Verona (opera dal 1920 sul mercato Agroalimentare scaligero), ha lanciato attraverso un’efficace locandina esposta nel punto vendita al dettaglio gestito sin dal 1991 a San Martino Buon Albergo, a est della provincia scaligera. Carlini è uno dei protagonisti per gli arrivi giornalieri dai più importanti giardini d’Italia e per il commercio all’ingrosso di agru-

FATTI

Grossista-dettagliante anti-deregulation: “La domenica dedichiamola alla famiglia”

&

Europei di calcio alle porte E “spunta” l’insalata dei tifosi mi, mele, ortaggi e frutta fresca da tutto il mondo. Un lavoro che richiede ritmi e turni pesanti. Ma che non fa dimenticare certi valori. Di qui il messaggio che testimonia come l'apertura domenicale 12 mesi l'anno non sia da considerarsi un valore aggiunto. Tutt'altro. “Fare il grossista ortofrutticolo significa lavorare 70-80 ore alla settimana alzandosi alle 3 di notte spiega il titolare, Mirco Carlini - e almeno la domenica riteniamo di avere il diritto di riposare. Abbiamo quindi pensato a questa campagna che sta avendo già un certo successo nell'Est veronese ma anche fuori dalla provincia, vista che è stata ideata insieme a un nostro partner di Crema”. Ap r i l e

2012

Sulla scia del successo dell’Insalata del Tricolore, La Linea Verde lancia l’Insalata dei Tifosi in vista degli Europei di Calcio 2012. Con l’Insalata dei Tifosi La Linea Verde prosegue così gli importanti investimenti in marketing emozionale proponendo una nuova insalata fresca, selezionata, già lavata e confezionata in una busta tematica. Con questa nuova referenza La Linea Verde porta nuovamente in evidenza l’innovazione che la caratterizza nel mondo del freschissimo. Partendo dal presupposto che in un contesto macro-economico non favorevole, l’onda emotiva, stimolata da un prodotto originale e celebrativo di una passione sinonimo di orgoglio italiano, è una leva vincente per incentivare l’acquisto. L’Insalata dei Tifosi è un mix di Valeriana, indivia Riccia e Radicchio Rosso.

www.corriereortofrutticolo.it

15


Roncaglia&Wijkander

Ricca di vitamine A, B, PP e C, ideale come coadiuvante della cura degli stati influenzali

Ricca di antiossidanti contro l'invecchiamento

Effetti benefici sulla microcircolazione Una sferzata di energia, ideale per chi pratica sport

Rosaria è l'arancia rossa coltivata alle pendici dell'Etna da un gruppo di produttori associati secondo rigorose tecniche di produzione integrata. Fresca, succosa, profumata e con la caratteristica pigmentazione “rossa”: infatti, grazie alla forte escursione termica tra il giorno e la notte, si accelera il processo di pigmentazione che fa diventare rosse le arance e che dà loro un'inconfondibile ricchezza organolettica.

Oggi Rosaria è anche una spremuta 100% di arance rosse, sempre fresca e disponibile tutto l’anno.

Finanziato con i contributi della Comunità Europea. Regg. CE 1234/2007 - 543/2011. Programma Operativo 2009/2013. Programma Esecutivo 2012. Azione n. 3


N N

CorriereOrtofrutticolo

Anno molto positivo il 2011 per le esportazioni dei prodotti agroalimentari italiani. I primi undici mesi hanno fatto registrare un incremento in valore dell’8,5%, consolidando l’ottima performance del 2010 (+11,3%). Un risultato - commenta Ismea che conferma l’importante contributo offerto dalla domanda estera a sostengo del settore agricolo e alimentare nazionale, in un momento di forte stagnazione dei consumi interni. A brillare in questo 2011 sono state in particolare le esportazioni di vino che hanno messo a segno un nuovo record storico, con un progresso su base annua di oltre il 13%. Tra i prodotti più rappresentativi del made in Italy, emerge una crescita moderata per il comparto frutticolo (+2,4%), grazie soprattutto alle mele che hanno controbilanciato il forte calo delle esportazioni di frutta estiva e agrumi. Si delinea un bilancio piuttosto deludente per gli ortaggi freschi. Il comparto, sottolinea l’Ismea, ha accusato un calo del 9,6% delle esportazioni, di riflesso sia agli esiti produttivi non soddisfacenti, anche in conseguenza del clima, sia all’allarme e-coli che, seppure in un periodo limitato, ha fortemente condizionato le spedizioni verso importanti sbocchi commerciali. Tra i principali Paesi di destinazione dell’agroalimentare tricolore, i dati del periodo gennaionovembre 2011 indicano aumenti dei flussi in valore verso la Germania (+5,4%), la Francia (+9,2%) e il Regno Unito (+2,8%), con un incremento medio nella Ue del 6,7%. Cresce a ritmi più sostenuti la domanda nei Paesi extraeuropei (+13,5%), tra i quali spicca soprattutto il ruolo degli Stati Uniti (+10,8%). Ap r i l e

2012

Ma i consumi rallentano ancora Continuano la frenata dei consumi. A febbraio, l’Indicatore di Confcommercio (Icc) segnala a una riduzione dello 0,9% in termini tendenziali e dell’1% rispetto a gennaio. “I dati di febbraio, pur inserendosi in un contesto di accentuata debolezza della domanda per consumi, vanno letti con particolare attenzione per la presenza di alcuni elementi anomali, che possono averne condizionato l’andamento. Il dato destagionalizzato ha portato ad un consolidamento della tendenza al ridimensionamento delladomanda per consumi delle famiglie, misurata in termini di media mobile a tre mesi, tornata sui livelli minimi della primavera del 2009”, spiega Confcommercio. “Al di là degli effetti indotti dalle avverse condizioni meteorologiche, la riduzione dei consumi si inserisce in un contesto congiunturale sostanzialmente recessivo che non sembra aver ancora raggiunto il punto più basso -continua la nota - visto che stando alle prime stime di Confindustria, anche a

febbraio la produzione industriale ha registrato una diminuzione (-1,1% rispetto a gennaio); l'ulteriore ridimensionamento registrato dagli ordinativi nello stesso mese (-0,3% congiunturale) fa ritenere che anche nel secondo trimestre l'attività produttiva sarà connotata da spiccati elementi di debolezza”. Il peggioramento del quadro congiunturale ha comportato un ulteriore deterioramento del mercato del lavoro. A febbraio, secondo le stime provvisorie dell’Istat, il tasso di disoccupazione e' salito al 9,3% (31,9% per la fascia 15-24 anni). Ma c’è anche qualche nota positiva: a marzo vi è stato un modesto miglioramento del sentiment delle famiglie e delle imprese, dato che per Confcommercio va letto con estrema cautela”.

NOTIZIARIO

Agroalimentare, bene l’export fino a novembre del 2011: +11,3%

Pac, incontro Catania-Ciolos Le richieste dell’Italia “Abbiamo avuto risposte positive dall’incontro a Bruxelles con il commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos, sulle tematiche dell’ortofrutta: la Commissione si è impegnata a presentare a maggio una proposta di regolamento che recepisce in tutto o in parte le nostre richieste sull’immediato la cui decisione dipende dalla Commissione europea”. Lo ha detto il ministro per le Politiche agricole Mario Catania, commentando il recente incontro con il commissario all’agricoltura, presenti i colleghi di Francia, Spagna, Portogallo e Grecia. “Ciolos ha fatto un’apertura per

le nostre richieste che rientrano nel quadro della riforma della Pac”. Sull’ampiezza delle proposte e sul recepimento delle richieste bisognerà attendere, in quanto Ciolos dovrà discuterne prima all’interno della Commissione europea, e superare eventuali resistenze in quanto questo tipo di misure rappresentano un aumento di spesa. Tra i temi che potrebbero rientrare nella proposta di maggio, c’è l’aggiornamento dei prezzi di ritiro della produzione, oggi considerati troppo bassi. www.corriereortofrutticolo.it

17


Notiziario Prezzi agricoli in ripresa a febbraio Ortaggi e mele rialzano la testa I prezzi agricoli registrano a febbraio una lieve ripresa, dopo un avvio di anno negativo. L’indice Ismea sui prezzi del prodotti agricoli alla prima fase di scambio si è infatti attestato a 131 (base 2000=100) registrando un incremento dello 0,5% su base mensile. L’aumento congiunturale delle quotazioni è stato determinato dall’andamento positivo dell'aggregato delle coltivazioni (+1,2%). Tra le colture vegetali Ismea rileva nella dinamica mensile rialzi per cereali (+1,8% su gennaio, con punte del 3,8% per il mais), ortaggi (+5,1%) e vini ( +1,7%). Anche gli oli di oliva spuntano uno 0,2% in più rispetto a gennaio, mentre la frutta chiude il mese con decremento dello 0,4%, nonostante il buon

andamento delle mele (+2,6%). Nel comparto zootecnico, il recupero mensile dello 0,2% del bestiame vivo è frutto di dinamiche contrapposte. La dinamica su base annua fa registrare una flessione complessiva dei prezzi agricoli dell'1,4% con un ribasso del 6,3% per le coltivazioni e un aumento del 4% delle produzioni zootecniche. Nel comparto vegetale, solo i vini hanno registrato una variazione tendenziale positiva, incrementando il loro valore del 34,8% rispetto a febbraio del 2011. Flessioni anche significative dei prezzi si segnalano per i restanti prodotti, in particolare per l'olio di oliva che guida i ribassi con un meno 18,7% su base annua. 18

www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticolo

L’80% dei giovani agricoltori vede nero

I giovani agricoltori italiani vedono nero nel loro futuro. Per l’80% di essi l’attuale situazione di crisi che sta investendo il settore primario rischia di protrarsi ulteriormente, e difficilmente si riuscirà a superare nel giro di breve tempo. Il 96% ritiene totalmente insufficienti per l’agricoltura i provvedimenti varati nell’ultimo anno, mentre il 35% si dichiara scoraggiato. È quanto risulta dalle anticipazioni di un'indagine condotta sull'intero territorio nazionale dalla Cia e dall'Agia (Associazione giovani imprenditori agricoli) sull’indice di fiducia dei giovani imprenditori agricoli di fronte alla difficile congiuntura che sta penalizzando il comparto del nostro Paese. L’indagine conferma la complessità dei problemi che attanagliano le aziende agricole italiane. Il 76% dei giovani intervistati, spiega la Cia in una nota, ha dichiarato che nel 2011 ha coperto solo i costi d'impresa, ma non ha potuto operare nessun investimento. Il 91% ritiene che la terra costi troppo. L'86% ha avuto enormi difficoltà per gli adempimenti burocratici, mentre il 26% è stato costretto a modificare la propria attività produttiva: una percentuale che ha riguardato soprattutto i produttori di grano duro, che hanno preferito altri tipi di colture perché più remunerative. Il 97% dei produttori interpellati vorrebbe misure più incisive da parte del governo.

Siccità e poi gelo: danni pesanti alle coltivazioni in tutta Italia Siccità ai massimi livelli già a marzo, con danni incalcolabili per l’agricoltura. E poi a metà aprile il gelo. A “tremare” per i tagli alle rese produttive, che potrebbero toccare punte del 50%, sono gli agricoltori, tra cui an-

che quelli che producono frutta e verdura. Questo è il quadro che emerge da un attento monitoraggio effettuato su tutto il territorio nazionale dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori. In molte zone del Paese si registrano deficit idrici che sfiorano il 75% rispetto agli standard stagionali. In Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto non ha piovuto per troppo tempo e anche in quelle regioni dove si sono registrate abbondanti nevicate invernali, la terra ha ripreso a chiedere acqua. Gran parte delle regioni del centro nord sono in difficoltà con lo stato di emergenza per la siccità che è stato già dichiarato dalla Toscana al Veneto fino all’Umbria, ma la situazione è grave in tutte le regioni del centro nord. Poi a metà aprile il ritorno improvviso dell’inverno, con temperature scese sotto lo zero con conseguenti gelate notturne a cui si è aggiunta la neve ha creato forte preoccupazione tra i produttori ortofrutticoli soprattutto in Trentino. La situazione più delicata sembra essere per i meleti che in questo periodo, in diverse aree, sono nel pieno della fioritura. Ap r i l e

2012


N

CorriereOrtofrutticolo

Il presidente di Cogeca Paolo Bruni è stato in Cina per sviluppare rapporti commerciali tra Europa e Asia. Nell’occasione ha incontrato il sindaco della città di Xian Yang. “La sola provincia di Shaanxi che ho visitato conta circa 40 milioni di abitanti, due terzi dell’intera Italia - ha sottolineato Bruni - ed è collocata in un’area che continua a crescere vertiginosamente e offre enormi opportunità per le nostre imprese, che detengono teconologie e know-how strategici per accompagnare tale sviluppo. I consumatori cinesi danno prova di apprezzare i prodotti alimentari

italiani. Anche per le nostre produzioni frutticole, come le pere, vi sono potenziali sbocchi di assoluto interesse”. “Si tratta dell’ennesima conferma - ha concluso Bruni - che il nostro sistema deve rapidamente attrezzarsi per sfruttare la globalizzazione e non limitarsi a subirla”.

Produzioni a basso impatto ambientale, Lusia investe

NOTIZIARIO

Paolo Bruni in Cina «Grandi chance per la frutta»

Cipolla rossa di Tropea, stop al confezionamento in campo

Insalate di Lusia protagoniste del seminario dal titolo “Le bioplastiche e l’agricoltura: benefici economici e ambientali” organizzato da CremonaFiere, DLG, Libera Associazione Agricoltori di Cremona e Legambiente con la collaborazione di Chimica Verde. Il relatore Massimo Pezzuolo tecnico agrario del Consorzio di Tutela dell’Insalata di Lusia IGP, ha esposto al pubblico le prove fatte in campo a Lusia durante l'anno 2011 e le tendenze del territorio a portarsi sempre più verso una produzione a basso impatto ambientale. Nel centro rodigino sono state condotte una serie di prove in campo (prove varietali, di tecni-

che di produzione, di materiali biodegradabili ecc.) frutto della collaborazione tra Consorzio di Tutela dell'Insalata di Lusia IGP, Mercato di Lusia, OPO Veneto, Veneto Agricoltura, Servizio Fitosanitario regionale, ditte private e aziende orticole. La tendenza sarà quella di produrre sempre più nel rispetto del territorio. Prove e sperimentazioni proseguiranno anche nei prossimi mesi Lusia secondo un programma primaverile, estivo ed autunnale al fine di mettere a disposizione degli operatori tecniche e conoscenze per un aggiornamento necessario per continuare a fare impresa nel rispetto del territorio e dell'ambiente.

Consorzio di Tutela della Cipolla Rossa di Tropea e Confagricoltura Calabria soddisfatte dalla notizia che il Mipaaf ha stabilito che il confezionamento in campo non è consentito dal vigente piano dei controlli. “La lunga ed articolata nota del Ministero, in risposta ad una contestazione sulla mancata certificazione di alcune partite di Cipolla Rossa da parte di ICEA, mette fine - secondo la Confagricoltura Calabria - ad una accesa polemica, dando ragione alla tesi sostenuta dal Consorzio di Tutela e da Confagri che hanno sempre sostenuto che il confezionamento deve avvenire in impianti idonei e non in campo”.

LA COSTIERA

Ap r i l e

2012

www.corriereortofrutticolo.it

19


Notiziario Meno controlli su nocciole turche e noci brasiliane, Nucisitalia plaude Nucisitalia, la rappresentanza italiana della Fondazione Mondiale Nucis che si occupa della divulgazione delle qualità salutistiche della frutta secca, manifesta apprezzamento per la pubblicazione del Reg. 274/2012 che riduce la frequenza dei controlli in importazione per la presenza di aflatossine nelle nocciole turche e nelle noci del Brasile; questo è il risultato dell’ottimo lavoro svolto sul fronte della prevenzione dalla Commissione Europea e dagli operatori del settore e che, di fatto, ha consentito di ridurre sensibilmente il numero delle partite contaminate entrate in Europa. Gli ultimi dati ufficiali dicono che dal 2008 al 2011 le partite contaminate di nocciole turche rigettate all’ingresso nell’Unione sono passate da 61 a 16 unità, mentre quelle di noci del Brasile da 4 a 0. Questa, per Nucis, è la corretta chiave di lettura del provvedimento ed il risultato di una massiccia campagna di sensibilizzazione accuratamente preparata e portata avanti dalla Commissione Europea che ogni anno investe ingenti fondi nel controllo dei contaminanti sui prodotti in arrivo alle frontiere ed in missioni presso le zone di produzione per verificare il rispetto delle specifiche con le quali vengono effettuate le analisi sulla frutta secca destinata alle nostre tavole. Nucis ricorda che tutti i prodotti soggetti a controllo per le aflatossine devono viaggiare con un certificato di analisi emesso dalle autorità del Paese esportatore ed esprime rammarico perché “si deve registrare ancora una volta la divulgazione di notizie che fanno male al prodotto frutta secca, le cui peculiarità salutistiche andrebbero invece esaltate”. 20

www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticolo

L’improvvisa scomparsa di Alessio Pigozzi getta nello sgomento il sementiero Lutto nel mondo ortofrutticolo. Nella notte tra il 18 e il 19 aprile improvvisamente è morto Alessio Pigozzi, direttore generale di Rijk Zwaan Italia e coordinatore del Gruppo Orto wic di Assosementi. Aveva 57 anni. Dal punto di vista professionale Pigozzi aveva dedicato una vita al settore sementiero, diventando un punto di riferimento prima in Syngenta e poi in Rijk Zwaan. Molto stimato nel settore, Pigozzi aveva maturato una grande professionalità in campo sementiero. In Assosementi aveva di fatto assunto un ruolo di primo piano nel 2010, diventando coordinatore del Gruppo Orto wic (il Gruppo di aziende del settore sementiero orticolo specializzate nel campo professionale e che svolgono contemporaneamente attività di ricerca varietale, di produzione e di commercializzazione di sementi) ed entrando quindi nel Consiglio direttivo dell’associazione. Il manager era atteso all’assemblea annuale di Assosementi, in cui presto si è diffusa la notizia della sua morte tra l'incredulità e il cordoglio dei presenti. “Una figura molto attiva - il ricordo di Marco Nardi, segretario di Assoementi - non solo a livello aziendale, ma anche all’interno di Assosementi adoperandosi con grande impegno nello sviluppo e per dare maggiore visibilità alle iniziative del Gruppo”. “Ultimamente - continua Nardi - partecipava anche ai lavori del Gruppo di lavoro IP della Sezione SVOwic di ESA”. Il presidente Paolo Marchesini ed in particolare il leader della Sezione sementi da orto, Roberto Romagnoli, hanno brevemente ricordato Alessio Pigozzi all’inizio dei lavori dell’Assemblea, esprimendo a nome dell’Associazione il più profondo cordoglio.

Angurie, sarà l’estate di Manitou F1 L’estate del 2012 saluterà un’important novità nel settore della angurie: Manitou F1, la nuova anguria della tipologia “Crimson sweet tonda ovale” selezionata da Nunhems. Con pezzatura media (8-10 chili), buccia striata verde brillante, polpa interna di colore rosso vivo e particolarmente croccante, Manitou F1 si presenta sul mercato proponendo diversi vantaggi lungo tutta la filiera. In primo luogo, per il mondo della produzione la pianta si adatta a trapianti in tunnellino e in pieno campo, con un ciclo medio che permette la commercializzazione del prodotto da inizio luglio fino a settembre. Nel caso si adotti la pratica colturale dell’innesto, Nunhems raccomanda l’utilizzo dei portinnesti Macis F1 o Shintosa Camelforce F1. Per la Gd, Manitou F1 presenta la pezzatura ideale: 8-10 chilogrammi, facilmente gestibili. Spiega Sandro Seri, sales specialist aguria e melone di Nunhems Italy: “Manitou F1 è stata pensata soprattutto per il mercato italiano ed esordirà sui banchi della grande distribuzione agli inizi di luglio, rimanendo disponibile fino a inizio settembre”.

Ap r i l e

2012


a N

CorriereOrtofrutticolo

Riflettori sull’Italia al Medfel 2012 L’Italia sarà ospite d’onore al MedFel 2012, il salone professionale dedicato alla filiera della frutta e della verdura del Mediterraneo (acquisto, vendita, trasporto e logistica) che si terrà a Perpignan dal 24 al 26 aprile. Gli organizzatori della fiera francese intendono con questo evento far incontrare domanda e offerta a più di 5.000 professionisti del settore provenienti da tutto il mondo. Nell’edizione del 2011 si sono svolti più di 3.000 incontri BtoB e 250 espositori hanno incontrato buyer in rappresentanza di 35 marchi internazionali. Il programma di convegni e incontri anche quest’anno sarà fitto e si concentrerà sull’annuncio delle previsioni dei raccolti per il 2012 e sull’avvenire economico e politico della scena mediterranea, attraverso conferenze che focalizzeranno l’attenzione sullo sviluppo dei prodotti IGP e quello delle infrastrutture portuali.

al 2010 anticipando la presenza di tutte le insegne leader nei Paesi emergenti (dalla cinese A-Best Supermarket al Gruppo Russo X5). Si registra anche un incremento del 30% nelle prenotazioni da parte di mercati storici di sbocco (USA, Germania, GB, ecc) con la partecipazione di tutti i retailer di riferimento. Parte del crescente interesse è dovuto anche all’alleanza con la fiera alimentare Anuga, che ha condiviso un progetto strategico di sviluppo. Parma sarà teatro dell’“International Cibus Award”, premio ai retailers che meglio hanno saputo esprimere gli assortimenti con le eccellenze del made in italy agroalimentare oltre che della presentazione di una ricerca di Nielsen e del prof. Giampiero Lugli dell’Università di Parma sulla evoluzione della marca commerciale, come driver di crescita dell’alimentare italiano sui mercati esteri.

PARMA 7-10 MAGGIO

HONG KONG 5-7 SETT.

A Cibus tanti buyers Un premio ai retailers

Asia Fruit Logistica +20% gli espositori

La prossima edizione di Cibus, si svolge a Parma dal 7 al 10 maggio. Nell’occasione avrà luogo anche l’assemblea annuale di Federalimentare. Il margine di crescita del settore appare ancora elevato, non solo perché le quote export di altri Paesi come la Francia sono storicamente più elevate, ma anche perché il goodwill per il nostro modo di vivere (e mangiare) cresce a ritmi vertiginosi in tutto il mondo e, sorprendentemente, anche nei paesi BRIC. Basti pensare che il booking effettuato dai buyers overseas per Cibus 2012 ha già raggiunto numeri tripli rispetto

Asia Fruit Logistica, la principale fiera del settore ortofrutticolo in Asia, si svolgerà tra il 5 e il 7 settembre nella nuova location dell’AsiaWorld-Expo di Hong Kong. E quest'anno le premesse sembrano esserci davvero tutte per realizzare l’edizione più grande e più performante di sempre, anche grazie ad un significativo aumento del 20% dei nuovi espositori. Fra i nuovi espositori Asia Holland AV (Paesi Bassi), Zeus Kiwi (Grecia), Farmsecure Fruit e Capespan (Sud Africa), Fruit and Greens (Vietnam), il che dimostra il crescente interesse a livel-

Ap r i l e

2012

lo mondiale verso la fiera asiatica. Aziende provenienti da ben 28 Paesi diversi di tutti i cinque Continenti si sono già registrate per partecipare alla fiera. Inoltre, finora 10 Paesi - Australia, Brasile, Cile, Cina, Egitto, Francia, Italia, Corea, Paesi Bassi e Nuova Zelanda – saranno protagonisti nei padiglioni della fiera a rappresentare le rispettive nazioni.

BERLINO 6-8 FEBBRAIO

Freshconex “rientra” in Fruit Logistica

APPUNTAMENTI

PERPIGNAN 24-26 APRILE

Dal prossimo anno Freshconex verrà integrato con Fruit Logistica. A partire dall’edizione del 2013, infatti, gli espositori del Freshconex saranno presenti all’interno dell’area di Fruit Logistica. Ciò significa che per la categoria dell’ortofrutta convenience non saranno più previsti padiglioni separati. Lo ha annunciato Gérald Lamusse (nella foto), Global Brand Manager di Fruit Logistica. Nel dettaglio, le aziende che esporranno prodotti convenience (al FreshConex dello scorso febbraio hanno partecipato come espositori circa 80 aziende di prodotti di IV gamma provenienti da 15 Paesi) saranno inserite all’interno dei padiglioni corrispondenti alla nazione in cui operano, mentre le aziende che proporranno macchinari e tecnologie per l’ortofrutta convenience saranno incluse all’interno del padiglione “Macchinari e Tecnologie”. Nell’area di Fruit Logistica vi sarà un percorso ad hoc per i prodotti convenience. www.corriereortofrutticolo.it

21



PRIMO PIANO

CorriereOrtofrutticolo

Non c’è tregua per i prezzi della benzina, che in un anno ha fatto segnare aumenti record e, secondo gli addetti ai lavori, raggiungerà e supererà, forse entro l’estate, i due euro al litro. Aumenti insostenibili con conseguenze drammatiche sulle tasche degli italiani. Tanto più che i continui rincari non incidono solo sul prezzo del “pieno”, arrivato a costare il 12% in più della media europea, ma ricadono pesantemente sulla tavola delle famiglie. Un problema di notevole entità per il settore ortofrutticolo, visto che in nove casi su dieci - come rileva la Cia- i prodotti alimentari viaggiano su gomma per arrivare dalle campagne alla tavola, subendo così rincari che vengono “subiti” soprattutto dal mondo della produzione, ma non solo. Si stima che le ricadute sui listini alimentari degli ultimi aumenti dei carburanti già superino i 200 euro in termini annui, considerato che il costo del trasporto incide sul prezzo finale dei prodotti agroalimentari per il 35-40 per cento. Cifre che portano a contraddizioni clamorose nei bilanci familiari, in cui la spesa per “auto e bollette” ha superato quella Ap r i l e

2 0 1 2

CARO CARBURANTI

Un pieno di aumenti

P

Volano i prezzi di carburanti e materie prime, con pesanti ripercussioni sulla filiera ortofrutticola. Agricoltura e distribuzione concordano: urgono interventi e “bonus” per gli “alimentari”: già nell’ultimo anno ogni famiglia italiana ha speso 470 euro al mese per trasporti, carburanti ed energia contro i 467 euro per cibo e bevande. E se il susseguirsi dei rialzi alla pompa continuerà a questo ritmo -spiega ancora la Cia - si rischia un allargamento della forbice tra questi due capitoli di spesa, con un ulteriore indebolimento dei consumi alimentari, già calati del 2% nel 2011. Gli agricoltori hanno visto lievitare i costi produttivi, trainati dal prezzo del gasolio agricolo, essenziale in azienda per il funzionamento dei macchinari, il riscaldamento delle serre, l’approvvigionamento idrico e l’irrigazione. In meno di due anni il prezzo al litro è passato dai 0,49 euro di gennaio 2010 a oltre 1,15 euro, segnando un aumento del 130%, con un onere aggiuntivo di circa

5 mila euro ad azienda. Per questo le organizzazioni agricole chiedono di reintrodurre un “bonus” ad hoc, sul modello dell’accisa zero per le serre, in vigore fino a novembre 2009. E di bloccare il prossimo aumento dell’Iva introducendo inoltre il meccanismo dell’accisa mobile. Della situazione dell’agricoltura si è recentemente occupata la Rai del Veneto in due ampi servizi curati nell’Est della regione. Antonio Carraro, della Global Frigo, la cui sede centrale di Zero Branco si trova accanto a OPO Veneto ha indicato al giornalista il serbatoio di diesel: “Vede, vale più quanto c'è nel serbatoio che il carico del camion”. Marcello Pellizzari, orticoltore di Resana (Treviso) ha spiegato davanti alle telecamere che “i costi sono ormai non più sostenibili, tanto più che i prezzi di verdura e www.corriereortofrutticolo.it

23


CARO CARBURANTI

P rimo piano

24

di frutta sono fermi. Così è difficile continuare a coltivare”. Ma è vita dura anche per chi l’ortofrutta la vende. “A gennaio 2012 si sono verificati cali nelle vendite sia a volume che a valore”, denuncia Claudio Gamberini di Conad. “Un forte rallentamento dovuto sia agli scioperi degli autotrasportatori in Sicilia sia alla generale crisi dei consumi che hanno portato a una deflazione di 5-6 punti percentuali sui prezzi. A febbraio i volumi hanno tenuto mentre in termini di fatturato ci sono stati risultati meno buoni”. D’altra parte, secondo il manager della catena distributiva, la situazione era già molto difficile nei mesi precedenti. “Abbiamo affrontato uno dei più brutti Natali di sempre. In dicembre abbiamo registrato cali del 3-4% a volume e del 6-8% a valore. La situazione economica molto difficile, a cui si aggiungono le novità sulle imposte (dall’Imu all’aumento dell’Iva) e i rincari della benzina, non agevola gli acquisti”. “Temiamo che per altri tre mesi il trend dei consumi non camberà. Dobbiamo sperare che la situazione migliori quest’estate”. In generale, secondo il manager emiliano romagnolo il futuro si preannuncia irto di ostacoli caratterizzato da “un altro biennio di difficoltà”. La ricetta per tentare di invertire questa preoccupante rotta per Gamberini è peraltro piuttosto semplice: “Ridare sostanza alle buste paga dei lavoratori e di conseguenza al potere d’acquisto. Solo così si creerebbero le condizioni per rilanciare i consumi. Altrimenti si dovranno creare nuove offerte al consumatore. Ma questa operazione si dovrà effettuare senza deprimere la qualità dei prodotti, mantenendo il giusto rapporto tra qualità e prezzo, promozionando anche prodotti di fascia medio-alta ma senza fare passi indietro sulle quotazioni”. ● www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticolo

«S’investa in logistica È asset strategico» Il presidente dei grossisti Fedagro Guala: urge un Piano di interventi e una rimodulazione del sistema dei trasporti. Gli operatori del Car: «Cerchiamo di contenere i rincari»

Mirko Aldinucci Emanuele Mùrino

E se il rilancio del sistema Italia passasse da una piano complessivo di sviluppo e riorganizzazione della logistica? La proposta è del presidente di Fedagro Ottavio Guala (nella foto qui sopra) e scaturisce da alcune riflessioni legate ai consistenti aumenti del costo dei carburanti che stanno mettendo a dura prova il settore ortofrutticolo. “La logistica - dice il presidente di Fedagro Ottavio Guala - è sicuramente una delle voci più importanti per il nostro mondo e i prezzi record raggiunti dalle benzine mettono in difficoltà tutte le componenti dela filiera. Chiaro che, essendo il trasporto a carico del mondo produttivo, ne soffre in modo particolare la fase primaria, ma pone in grande difficoltà anche i trasportatori così come l’ingrosso, i cui operatori vedono aumentare il costo dei servizi offerti senza avere la possibilità di ricaricare”.

Guala sostiene che il livello di tassazione e i costi d’impresa sono ormai a livello di guardia e ritiene che “bisogna fare attenzione a non creare ulteriori difficoltà alle Pmi che nonostante tutto continuano a dare fiato all’economia italiana. Le aziende debbono messere messe in condizione di lavorare”. Cosa fare allora? “Servono volani per rilanciare l’economia in questo momento gravissimo per il Paese - dice Guala - e una rivoluzione della logistica dovrebbe essere una delle priorità per chi governa, anche perché rimetterebbe in moto gli investimenti e i lavori pubblici”. Un cambio di rotta che significa, per il presidente di Fedagro, “prendere in considerazione soluzioni alternative al trasporto su gomma; il trasporto su rotaia lo abbiamo dovuto dimenticare perché un trasporto su rotaia per le merci in Italia non esiste. Il suo rafforzamento dovrebbe interessare tutto il Paese a partire dalle zone di produzione al Sud. SarebAp r i l e

2 0 1 2


PRIMO PIANO

CorriereOrtofrutticolo

Il Car di Roma “stringe i denti” Prima lo sciopero dei TIR, poi le colossali nevicate su tutta la penisola - comprese due intense spruzzate sulla Capitale - ora il caro carburanti che non accenna ad arrestarsi. Uno scenario da far tremare le vene e le cui conseguenze si sono fatte sentire pure sui prezzi al consumo. Il tutto, accompagnato da bordate mediatiche che, a volte, hanno dipinto il mondo ortofrutticolo come uno tra i peggiori diavoli. Certo, in frangenti come questo, la speculazione può essere dietro l’angolo, ma è bene dare conto dei casi in cui gli operatori si sono ben comportati e hanno fatto fronte con serietà agli eventi esterni. Al Centro Agroalimentare Roma, per esempio, la parola d’ordine sembra sia stata calma e sangue freddo. I rialzi dei prezzi ci sono stati, per carità, ma nulla che abbia provocato bolle speculative. Ad avviso di Cesare Freni, presidente di Fedagro Roma, aderente a Confcommercio, “è evidente che le regole, per chi opera correttamente, le stabilisce il merca-

to”. Un ragionamento semplice, pur nella complessità della situazione, che testimonia quanto il CAR abbia assorbito senza traumi le conseguenze dei ripetuti aumenti del gasolio. “Se un camionista ora spende circa 75 euro, per arrivare a Roma dalla Sicilia, rispetto ai 60 di poche settimane fa”, prosegue Freni, “è chiaro che ciò rappresenta

un problema ma esso non può essere ribaltato tout court sul consumatore”. Al momento, dai dati in suo possesso, Freni parla di un CAR in cui la domanda è rimasta stabile e i prezzi su livelli ragionevoli. “Quando poi - ha concluso - si devono fare i conti con l’invenduto, è evidente che i prezzi all’ingrosso si abbassano. Ciò testimonia la nostra attenzione alle oscillazioni della domanda e pure al portafoglio dei consumatori”.

A fargli eco è Massimo Tozzi, presidente dell’Assogrossisti, aderente a Confesercenti: “Il mercato agisce da calmiere, non c’è dubbio, e sarebbe innanzi tutto controproducente per noi l’aumento indiscriminato dei prezzi”. Spesso, pone in evidenza Tozzi, “si è trattato di esigenze mediatiche più che di problemi reali ma, nonostante ciò, alcune aziende ne hanno risentito e avuto danni d’immagine”. Secondo Tozzi, “il caro carburanti si è ovviamente fatto sentire, ma i grossisti sono stati in grado di fornire le giuste informazioni sull’aumento dei prezzi, dando conto di quanto stava accadendo nel Paese e del perché”. Una corretta informazione che si è rivelata vincente nel rapporto quotidiano tra grossista e dettagliante. Anche il consumatore, conclude Tozzi, dovrebbe fare la sua parte e, magari, dedicare le preferenze a prodotti alternativi, meno costosi e non in controstagione, per esempio. Un tema, quello delle produzioni nazionali e a km zero, sul quale pure il presidente Freni ha richiamato l’attenzione, invitando i consumatori a una maggiore sensibilità. ●

CARO CARBURANTI

be un modo per dare una risposta seria ai problemi dell’inquinamento e del traffico”.

P

il vostro sito è online iscriviti alla newsletter quotidiana newsletter@corriereortofrutticolo.it Ap r i l e

2 0 1 2

www.corriereortofrutticolo.it

25


CARO CARBURANTI

P rimo piano

26

P illole ●

Luca Lanini

Troppi trasportatori (e troppo piccoli) e pochi logistici

L’aumento del costo del carburante, indubbio fatto oggettivo, ancora una volta ingenera nel dibattito quotidiano una buona dose di “falsi miti” e “false verità”, che hanno il grande torto di spostare l’attenzione sui veri problemi della gestione logistica e dei costi distributivi. Ed è un peccato. Da più parti si mescolano con eccessiva leggerezza ingredienti corretti ma dentro ricette sbagliate, condite con troppa ideologia, finalizzata esclusivamente a dimostrare quanto sarebbe bello il mondo del mercato autarchico del fantomatico “chilometro zero”. Per essere chiari: giusta l’enfasi sulle nuove forme di acquisto collettivo (GAS) perché è un fenomeno molto importante, giusta e sacrosanta la preoccupazione sui rincari del carburante e sulla contrazione dei consumi, sbagliatissima l’acrobazia dialettica che lega “rincari carburante = aumento costi del trasporto = ripercussioni sul 90% dei prodotti che vanno su gomma = rincari dei prezzi al consumo”. È un errore metodologico e un errore politico. Perché non è così? Perché se così fosse i prezzi di vendita sarebbero dovuti aumentare del 40-50% e questo non è vero. O meglio: non è vero nella grande distribuzione, che ormai intercetta il 60% delle vendite nazionali. Alcuni dati recenti (CSO e COOP) confermano che nel 2010/2011 gli aumenti medi dei prezzi vendita sono stati del 4,4% per la frutta (media europea del 6,4%) e del 5,1% per la verdura (media europea del 3,6%). Chi conosce i buyer sa quanto siano diventate insostenibili le richieste di sconti, di ribassi, di promozioni (che in generale hanno raggiunto il 50% del fatturato della GDO, ho detto cinquanta per cento…). E allora? In prima battuta vi è una "mancata trasmissione" dei maggiori costi energetici lungo la filiera, che rimangono invece appannaggio delle fasi a monte o del trasporto. Il rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto che alcuni anelli della supply chain ortofrutticola (grossisti? Dettaglianti?) hanno deciso incrementi di prezzi “interpretando” a modo loro l’impatto emotivo legato all’aumento del carburante, spesso senza neanche averne subito gli effetti. Quindi non confondiamo un problema di “trasparenza” di mercato e di “efficienza” degli attori economici con il grande tema dell’inefficienza dei canali logistici e distribuitivi in Italia. Nel merito del costo carburante. Da dieci anni in Europa, e più recentemente in Italia con la legge 127 dell’agosto 2011, è stato introdotto l’adeguamento automatico del costo del gasolio alle tariffe di trasporto (la

www.corriereortofrutticolo.it

FUEL SURCHARGE in termini tecnici). Il meccanismo tecnico prevede un recupero del 20-30% degli incrementi di prezzo del gasolio rispetto al contratto stabilito, con scatti e forchette ben definite, tali da trasmettere il costo lungo la filiera, fino al distributore finale. Quando il meccanismo funziona, assistiamo (anno 2012) ad incrementi medi del 2-4% delle tariffe di trasporto da parte delle medio-grandi società di logistica, incrementi dei prezzi di vendita dei prodotti alimentari dell’1-3% da parte dell’industria alimentare verso la distribuzione moderna o il normal trade. Perché nell’ortofrutta le cose vanno diversamente, ossia peggio? Perché ci sono troppi piccoli autotrasportatori, in genere monoveicolari, che svolgono la sola funzione di TRAZIONE (trasporto puro) che hanno effettivamente subito degli aumenti spropositati di costi (perché per loro il costo del trasporto incide per il 4050% sulle loro prestazioni) e che non riescono a recuperare i maggiori costi con una migliore gestione logistica, perché loro NON fanno logistica! Dov’è allora il problema? Il problema sta nel fatto che ci sono troppi trasportatori e pochi logistici, che le aziende di trasporto e di logistica sono troppo piccole. A cosa servirebbe la logistica, allora? La disponibilità di una rete di depositi e piattaforme, unitamente alla disponibilità di una adeguata flotta di camion, permetterebbe di lavorare al meglio sul groupage, sull’ottimizzazione dei carichi, sulla gestione della rete di consegna e sui ritorni. È vero che l’ortofrutta è specifica è un po’ diversa, ma credo sia ora di finirla con il considerare questa diversità come una scusa per giustificare la mancata riorganizzazione delle aziende di trasporto e logistiche. Infine, la discussione sbagliata nel metodo sul carburante ci fa perdere di vista i veri costi logistici in forte crescita. Due di questi sono “esterni al settore”: pedaggi autostradali ed elettricità. Ma uno di questi è invece molto legato alla crisi congiunturale ed al modello di business commerciale. Sia la grande distribuzione sia il normal trade hanno deciso di diminuire ulteriormente l’ordine medio (in termini di volumi) e di aumentare la frequenza delle consegne, non più solo al CeDi ma sempre più spesso anche al punto vendita. È un fatto dirompente sul modello logistico: le aziende di logistica sono costrette a concentrare il massimo dei loro sforzi sulla gestione della rete di consegna, sull’ottimizzazione dei carichi, sui ritorni, sul livello di servizio. Per far questo servono imprese logistica grandi. È su questo che occorre lavorare in fretta.

Ap r i l e

2 0 1 2



CARO CARBURANTI

P rimo piano

28

CorriereOrtofrutticolo

Packaging “compresso” dai costi E i margini si riducono ●

Mirko Aldinucci

Gli aumenti di carburanti, pedaggi autostradali e materie prime si fanno sentire, eccome, anche nel comparto dei contenitori per ortofrutta. Cassette - riutilizzabili e non -, vaschette, “buste” e quant’altro “pagano” l’incremento dei costi a monte che vengono “ricaricati” solo in parte al momento della vendita, comprimendo così i margini delle aziende. “C’è una forte pressione dal basso che cerchiamo di contenere”, conferma Emanuele Timpanaro direttore commerciale di Euro Pool System Italia. “La situazione in generale è delicata anche se la nostra società, dopo aver chiuso il 2011 con un aumento di volumi del 15% sul mercato italiano ha proseguito il trend positivonei primi mesi del 2012, con un gennaio stabile ed un febbraio caratterizzato da un +5% delle vendite, che diventa +15% includendo anche Auchan, che lo scorso anno non rientrava tra i nostri clienti”. Un incremento frutto soprattutto del maggior business da parte dei referenti stranieri, con il bacino del Mediterraneo, Turchia e Grecia in primis, a denotare una buona vivacità. “I clienti esteri hanno comprato più contenitori mentre il mercato italiano, nel complesso, si può definire stabile - puntualizza Timpanaro -; il nostro Paese sconta una certa difficoltà e direi anche diffidenza da parte delle imprese, sia a livello produttivo che distributivo, a uscire dai propri binari diversificando e perseguendo l’innovazione. I principali competitor stranieri da questo punto di vista sembrano avere una marcia in più, sebbene Paesi come la Spagna abbiano a loro volta grosse difficoltà. Ma gli spawww.corriereortofrutticolo.it

Pianeta contenitori in fermento: boom dei costi delle materie prime, tempi di consegna ristretti e richiesta di servizi ad hoc mettono a dura prova le aziende

In alto da sinistra Emanuele Timpanaro, Gianni Bonora e Claudio Dall’Agata

gnoli beneficiano di strutture più organizzate in grado di assorbire meglio i momenti di difficoltà e il just in time”. Il futuro per il riutilizzabile, prosegue Timpanaro, appare in ogni caso promettente vista la tendenza, legata anche a motivazioni ecologiche, a privilegiare sempre più l’utilizzo di questo tipo di contentitori. “Al momento la nostra crescita in termini di movimentazione deriva soprattutto dall’aumento delle referenze dei retailer stranieri. Con la grande distribuzione italiana risulta invece più difficile rapportarsi, visto che richiede tempistiche molto ristrette che non agevolano certo la pianificazione per quanto vada riconosciuto alle catene uno sforzo teso a standardizzare i

formati”. “In una congiuntura recessiva come quella attuale in Italia e in Europa, con il calo dei consumi dei prodotti ortofrutticoli e l’aumento del costo delle materie prime, del petrolio e dei derivati dice Gianni Bonora, Ad di CprSystem - la tenuta della nostra realtà, che nel primo trimestre 2012 non registra flessioni, è da considerarsi molto positivamente. D’altro canto il sistema messo a punto dalla nostra cooperativa è fortemente orientato ai temi che oggi sono in primo piano: salvaguardia ambientale, efficienza logistica, filiera Green”. “I temi e i focus del nostro business - prosegue Bonora - sono di estrema attualità in questo momento e ritengo che il nostro siAp r i l e

2 0 1 2



CARO CARBURANTI

P rimo piano stema possa rappresentare un vero e proprio punto di riferimento per l’efficienza dell’intero settore ortofrutticolo. Le prospettive per i prossimi mesi? Difficili da inquadrare per l’economia italiana in generale. Non si vedono grandi cambiamenti all’orizzonte, la situazione è stagnate. Ritengo darebbe necessario individuare strategie strutturali in grado di rilanciare l’economia del nostro Paese”. CprSystem nel 2011 ha raggiunto un fatturato consolidato di 44,8 milioni di euro, facendo registrare oltre 116 milioni di movimentazioni di cassette, oltre 5 milioni di movimenti di pallet e 550.000 movimenti di mini bins. Un risultato importante che dovrebbe confermarsi anche per il 2012 secondo le tendenze del primo trimestre. Eleonora Gemini, Country Manager Ifco Systems Italia Srl sottolinea l’importanza del servizio:

CorriereOrtofrutticolo

“Stiamo offrendo ai nostri clienti un effetto di sinergia: hanno un unico fornitore per tutti i loro contenitori per alimenti freschi, oltre ai benefici di un prodotto standardizzato. Test di mercato sul nostro contenitore per la carne indicano un elevato livello di soddisfazione del cliente, che ci ha spinto a sviluppare nuovi prodotti sostenibili e a continuare a migliorare quelli esistenti”. “Ifco - prosegue - è leader mondiale nel mercato dei contenitori pieghevoli e riutilizzabili: ci sono circa 140 milioni di "casse verdi" in uso in tutto il mondo. I nostri clienti possono godere di vantaggi economici legati a un migliore utilizzo dello spazio di trasporto, della facilità di imballaggio e dell’eliminazione di rifiuti”. Le novità non mancano: “Abbiamo sviluppato una vasta gamma di contenitori pieghevoli e riutilizzabili, come il nuovo imballo Ifco specifico per le banane, la

Caja de Oro. È dotato di superfici interne che sono ottimali per la protezione della frutta durante il trasporto, così come le prese d’ariache permettono un processo controllato di maturazione. La Caja de Oro è stata introdotta con successo nel mercato degli Stati Uniti e del Regno Unito”. Dalla plastica al cartone: “Gli imballaggi in cartone ondulato commercializzati nel 2011 sono numericamente rimasti in linea rispetto al 2010, con i primi nove mesi dell’anno leggermente positivi compensati dalla flessione dell’ultimo trimestre”, spiega Claudio Dall’Agata di Bestack. “Il primo trimestre 2012 si sta confermando leggermente migliore di quello precedente. Ciò conferma quanto sia necessaria una forte crescita delle politiche di marca, per i vecchi e nuovi mercati. Il brand F.lli Orsero è una bella novità. Per quel che ci riguarda, il nostro imperativo è comunica-

INFIA

30

www.corriereortofrutticolo.it

Ap r i l e

2 0 1 2



CARO CARBURANTI

P rimo piano Bonora: «Trasporti nel caos per mancanza di alternative alla strada e norme confuse» Per l’amministratore delegato di CprSystem Gianni Bonora “uno degli elementi prioritari per dare slancio al settore è rappresentato dalla logistica di cui tanto si sente parlare ma per la quale poco si fa in concreto”. “Ritengo - dice Bonora - che il calo dei consumi sia frutto, in questo momento, di un atteggiamento di cautela dei consumatori che non hanno ben chiaro dove si arriverà con questa crisi. Gli aumenti del costo dei carburanti poi sono un ulteriore elemento di forte preoccupazione per tutti. Il sistema del trasporto merci in Italia è allo stallo, con una normativa in itinere che ha portato ad una gran confusione: mi riferisco in particolare al tema delle tariffe minime di sicurezza per gli autotrasportatori. Come CprSystem, stiamo valutando di attivare un fondo a tutela del rischio”, annuncia Bonora. “Il sistema dei trasporti deve essere considerato una proprità ed occorre agire subito perché la situazione è in percolosa fase di stallo. Dovranno crearsi delle aggregazioni, con aziende di dimensioni maggiori in grado di garantire una flotta di mezzi adeguata alle richieste del mercato. Sarebbero fondamentali azioni volte a sostenere il trasporto integrato e a creare percorsi privilegiati ed esclusivi per i camion, con orari differenziati di viaggi a seconda della tipologia di merce trasportata. Meno mezzi, più efficienti, più sicuri e rapidi grazie alla razionalizzazione dei percorsi e degli orari di viaggio: questo servirebbe”. “Fondamentale - conclude Bonora - sarebbe l’adeguamento infrastrutturale del nostro Paese. La situazione è molto grave. Pensiamo solo che non è stato attivato un sistema di trasporti su rotaia per il fresco che ci consenta di avere, con costi adeguati, prodotti della Sicilia a Milano in tempi giusti con i treni merci. Ma occorre muoversi in fretta, prima che sia troppo tardi”. zione e prestazioni per portare le marche italiane con le stampe dei loro brand sui mercati che si aprono nei Paesi arabi, Nord africani e dell’Est europeo”. “La riduzione delle marginalità dei prezzi alla produzione ortofrutticola, inserita in un contesto economico complessivo negativo - prosegue Dall’Agata - ha aumentato la tensione finanziaria nelle aziende specialmente nell’ultimo trimestre accorciando la programmazione negli acquisti sugli imballaggi e richiedendo tempi di consegna dell’imballaggio per il prodotto da lavorare sempre più just in time in relazione agli ordini chiusi”. “Si richiede quindi di sviluppare i servizi in termini di velocità di consegna, in 32

CorriereOrtofrutticolo

www.corriereortofrutticolo.it

quanto costituisce l’elemento differenziante specialmente in un settore come il nostro nel quale il costo delle materie prime incide per oltre il 60%”. “Gli scarsi margini - incalza Dall’Agata - hanno di fatto obbligato i produttori ortofrutticoli a ridurre tutti i costi di produzione anche a discapito di indispensabili politiche di differenziazione. La dove in sostanza la marca non riesce a difendere il prodotto, il prodotto stesso è obbligato a comportarsi sempre più come una

commodity. Da qui la dicotomia della modalità di commercializzazione: da un lato le marche forti, Pink Lady su tutte, che non rinunciano alla loro immagine coordinata in termini di brand anche sull’imballaggio, dall’altro prodotti commercializzati in bins. Come Consorzio Bestack stiamo lavorando a politiche di innovazione logistico/organizzativa che consentano di razionalizzare la distribuzione fisica sul territorio sempre più di imballaggi stesi delocalizzando le macchine formatrici anche verso aziende agricole di piccola media dimensione al fine di ridurre trasporti e impatto ambientale migliorando il posizionamento competitivo degli imballaggi in cartone ondulato”. Quanto alle strategie di Bestack, Dall’Agata le riassume con due aggettivi: ricerca e certificazione. “Nel 2011 abbiamo investito molto in ricerca. In ambito ambientale abbiamo realizzato con il Politecnico di Milano una procedura di identificazione e stampa sull’imballaggio dei diversi impatti ambientali: waterfootprint, km percorsi, risorse non rinnovabili impiegate, Co2 emessa, percentuale di riciclo in linea con la futura normativa francese. Abbiamo investito per verificare la totale igiene dei nostri imballaggi confrontandoli con altre tipologie e nel 2012 analizzeremo l’influenza dei diversi materiali di imballaggio nel trasferimento di eventuali patogeni. Nel 2011 abbiamo certificato, dando ai produttori l’opportunità del contributo europeo, il modello plaform e nel 2012 procederemo alla certificazione anche di flapless, 30x20, 40x24 e IV gamma valorizzando la ricerca volta alla riduzione delle quantità di materiale impiegato nel rispetto delle prestazioni richieste”. Passando alle vaschette, Fabio Zoboli di Infia annota che “il 2011 si è caratterizzato per un’ottima prima parte dell’anno; sino al mese di maggio, i volumi sono stati in crescita rispetto al 2010. A Ap r i l e

2 0 1 2


qualità, affidabilità, attenzione, fiducia,

direfarecreare.it

ILIP SI PRENDE CURA DEI TUOI PRODOTTI.

IMBALLAGGI PER ORTOFRUTTA ILIP: ALVEOLI, CESTELLE, VASSOI Dal 1962 a oggi ILIP ha creato una rivoluzionaria e ampia gamma di imballaggi per l’ortofrutta, risultato di innovazione, creatività, tecnologia e grande attenzione al rispetto ambientale. Prodotti all’avanguardia disponibili in PP, R-PET, materiale derivato dal riciclo meccanico del PET post consumo, e in PLA, un polimero eco-compatibile e biodegradabile al 100% ricavato dall’amido di mais. I.L.P.A. SRL DIVISIONE ILIP - Via Castelfranco, 52 - 40053 BAZZANO (BO) Tel 051-6715411 Fax 051-6715530 - ortofrutta@ilip.it

50 years of passion for packaging

www.ilip.it


CARO CARBURANTI

P rimo piano

34

partire però dal mese di aprile, si sono cominciati a vedere grossi aumenti di costo delle materie prime che ci hanno obbligato a rivedere i listini”. “In estate vi è stata una stabilizzazione dei costi - dice ancora Zoboli - ma un netto calo dei consumi di imballaggi di pari passo con il cattivo andamento della frutta a nocciolo che ha coinvolto fortemente Italia e Spagna. Nella parte finale dell’anno si è tornati su volumi interessanti: abbiamo avuto ottimi risultati sui mercati d’oltremare, dove hanno appeal tutta una serie di nuovi prodotti che abbiamo sviluppato per i berries, per i pomodori e per l’uva”. “Il 2012 è cominciato bene, anche se nel mese di febbraio, a causa della neve e dei vari scioperi avuti in Italia, si è riscontrata una forte diminuzione del consumo di imballaggi in Italia”, prosegue Zoboli. “La nostra riolevante percentuale di export (circa il 75%), ha fatto si che potessimo compensare questa mancanza di volume sul mercato nazionale”. “La primavera del 2012 si è presentata con forti aumenti di costo sulle materie prime che, sommati all’aumento dei costi generali, trasporti energia etc... stanno mettendo sotto forte pressione la redditività delle aziende di packaging in generale. La tendenza cui assistiamo è a un ulteriore esasperazione alla customizzazione, che ci porta ad ampliare ulteriormente l’offerta dei nostri prodotti”. Infia si sta muovendo in tre direzioni: il completamento di alcune linee per i pomodori, l’uva ed i berries; il completamento della linea di cestini con il concetto “F”, ovvero la ventilazione laterale, efficace per l’allungamento della shelflife del prodotto, che sta diventando lo standard per alcuni retailers britannici; il completamento delle linee per il posizionamento di Pad assorbenti colorati per il mercato dei piccoli frutti. “Il prezzo - prosegue Zoboli - è uno dei fattori predominanti, ma www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticolo

contano molto anche innovazione di prodotto e del servizio. I clienti o i supermercati, oltre al prezzo, cercano sempre più di diversificarsi nella loro offerta e, questo, lo possono fare solo se si presentano sul mercato con nuove varietà ortofrutticole o nuovi formati di vendita. D’altro canto l’esasperazione dei tempi di consegna e la mancanza di programmazione da parte dei supermercati, fanno sì che i nostri clienti facciano sempre più fatica a pronosticare i loro fabbisogni, obbligandoci così a passare dall’essere semplici fornitori di imballaggi all’essere fornitori di servizio”. C’è chi, comunque vadano le cose, nel 2012 festeggerà: Ilip celebra infatti il suo 50mo anniversario “consapevole di essere una delle aziende leader a livello europeo nel settore dell’imballaggio per alimenti”, dice Roberto Zanichelli responsabile marketing della società emiliana. “Una leadership acquisita grazie all’ampia gamma di prodotti e alla capacità di offrire ai clienti prodotti con alto valore aggiunto e un servizio efficiente. La situazione economica italiana, ma anche quella europea, conferma la polarizzazione dei consumi, cioè la scelta del consumatore si divide sempre di più tra i prodotti basic e i premium a maggiore valore aggiunto; con un lento ma costante aumento di quanti si rivolgono ai prodotti “convenience””. Per questo Ilip negli ultimi mesi ha segmentato ulteriormente

l’offerta proprio per andare incontro alle esigenze del consumatore e per presidiare al meglio il mercato”. “Nonostante la crisi economica, grazie alla nostra espansione in aree e mercati a maggiore crescita, nel 2011 abbiamo incrementato sia il fatturato che i volumi, anche se sul primo indicatore hanno inciso in particolare gli aumenti delle materie prime. Quindi l’andamento dello scorso anno, nonostante una situazione economica non facile, è da considerarsi positivo, anche se abbiamo subito una forte riduzione di marginalità”. Il fatturato di gruppo nel 2011 ha raggiunto i 180 milioni di euro, con un incremento del 20% rispetto all’anno precedente. “Per il 2012 Ilip prevede di continuare nel trend di crescita che ci ha accompagnati negli ultimi anni, anche se ci preoccupa molto la continua crescita del costo delle materie prime che riversiamo sul mercato con sempre maggiore difficoltà”, dice Zanichelli. “Il nuovo posizionamento aziendale, sintetizzato dal nuovo claim “Passion for Packaging”, e la relativa strategia per affrontare nel migliore modo l’attuale congiuntura economica con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente la nostra leadership, si basa su alcuni principi chiave: coniugare tradizione ed innovazione, forte legame con il territorio e responsabilità sociale ed ambientale”. “In Ilip oltre alla riduzione del peso dei nostri prodotti e alla continua ricerca di materie prime più ecocompatibili, concentriamo l’attenzione sul miglioramento delle caratteristiche tecnico-funzionali dei prodotti e sulla ottimizzazione della logistica”. “Per quanto riguarda i nuovi prodotti - conclude Zanichelli - a Fruit Logistica è stata presentata la nuova gamma “TS” di cestelle termosaldabili in r-Pet (nella foto di questa pagina) per il confezionamento di prodotti delicati come frutti di bosco e pomodorini”. mirko.aldinucci@corriereortofrutticolo.it Ap r i l e

2012


C’è chi ha brillato

studiopagina.it

e chi continua a splendere

S O L I D A M E N T E C O N V O I D A L 197 3

S O R M A G R O U P M A C C H I N E E M A T E R I A L I P E R I L C O N F E Z I O N A M E N T O O R T O F R U T T I C O L O / W W W.SOR MAG ROU P.COM


A ttualità

CorriereOrtofrutticolo

Import-export 2011 giù, saldo attivo sotto il miliardo di euro Meno brillante del 2010, ma pur sempre positiva. La bilancia commerciale ortofrutticola ha chiuso il 2011, secondo le elaborazioni effettuate da Fruitimprese, con un saldo di poco al disotto del miliardo di euro, con una diminuzione del 16,2% rispetto all’anno prima. Le esportazioni sono diminuite sia in volume (-1,4%) che in valore (-2,3%) ma comunque hanno tenuto rispetto alle previsioni di metà anno; in leggero aumento i volumi delle importazioni (+0,4%) mentre è risultato più consistente il risultato economico (+3,7%). Complessivamente nel 2011 l’Italia ha esportato poco più di 4 milioni di tonnellate per un valore di circa 3 miliardi e 800 milioni di euro. Sia in volume che in valore si è registrato un aumento dei flussi di esportazione per i comparti della frutta fresca (rispettivamente del 4,3% e del 3%) e della frutta secca (+0,1% e +4,3%),

Cala del 16,2% il plus in valore della bilancia commerciale. Esportazioni in lieve calo rispetto al 2010, mentre dall’estero si è acquistato a prezzi più elevati

Marco Salvi nuovo presidente Fruitimprese Luigi Peviani passa la mano dopo tre mandati Come anticipato in anteprima assoluta dal nostro sito internet www.corrieortofrutticolo.it, è il 48enne ferrarese Marco Salvi il nuovo presidente di Fruitimprese. Il passaggio di testimone con Luigi Peviani, che ha guidato l’associazione per tre mandati, dal 2003, è avvenuto nell’assise elettiva del 20 aprile a Roma. Salvi è stato eletto all'unanimità. Sul prossimo numero del Corriere, ampio reportage dell’assemblea 2012. mentre sono risultati negativi quelli di ortaggi (-9,8% in volume e -9,4% in valore) e agrumi (11,8% in volume e -12,6% in valore). Nel complesso l’Italia ha importato circa 3 milioni e 130 mila tonnellate di ortofrutticoli per un valore di 2 miliardi e 800 mi-

lioni di euro. Incrementi in volume per agrumi (+23,4%) e frutta fresca (+1,5%). Negativi gli ortaggi (-4,4%), ok la frutta secca (+4,2%). In valore, giù solo gli ortaggi (-1,2%). ●

Commercio estero ortofrutticolo, confronto 2010-2011 (dati Fruitimprese) ESPORTAZIONI Legumi e ortaggi Agrumi Frutta fresca Frutta secca Frutta tropicale TOTALE EXPORT

2010

2011

var.%

2010

2011

var.%

1.050.754 334.534 2.516.328 59.961 124.106 4.085.683

947.962 295.071 2.624.810 60.041 99.715 4.027.599

-9,8 -11,8 4,3 0,1 -19,7 -1,4

1.170.309 209.152 2.172.998 252.874 112.577 3.917.910

1.060.687 182.846 2.237.880 263.689 84.241 3.829.343

-9,4 -12,6 3,0 4,3 -25,2 -2,3

2010

2011

var.%

2010

2011

var.%

1.265.211 294.073 512.708 195.693 852.385 3.120.070 965.613

1.209.629 362.865 520.335 187.474 851.609 3.131.912 895.687

-4,4 23,4 1,5 -4,2 -0,1 0,4 -7,2

789.386 238.392 554.992 613.539 547.980 2.744.289 1.173.621

779.680 242.635 596.923 671.566 554.679 2.845.483 983.860

-1,2 1,8 7,6 9,5 1,2 3,7 -16,2

IMPORTAZIONI Legumi e ortaggi Agrumi Frutta fresca Frutta secca Frutta tropicale TOTALE IMPORT SALDO

Fonte: elaborazioni Fruitimprese su dati Istat

36

www.corriereortofrutticolo.it

Ap r i l e

2012


C

CorriereOrtofrutticolo

Antonio Felice

Il mondo è delle donne? E il mondo dell’ortofrutta? Il mondo è sempre più delle donne. Il mondo dell’ortofrutta no, con rare eccezioni. Rare e importanti. Raffaella Orsero di Albenga, sorella di Antonio, figlia di Raffaello, è nella sfida a cui molti guardano, in Italia, in Spagna e in altri Paesi: la sfida di un nuovo e coraggioso marchio italiano ai colossi mondiali dell’ortofrutta. Sono in tanti a chiedersi: ma dove vogliono arrivare questi Orsero? In Italia sono un nome, ma ce la faranno a rosicchiare una fetta di mercato a Chiquita, Dole, Del Monte o è la volta che ne usciranno con le ossa rotte? Ecco la sfida che Raffaella, dal quartier generale del gruppo, tra il mare e le montagne della Liguria di Ponente, vuole vincere. E, a quanto pare, ci sono non poche premesse perché ciò possa avvenire. Signora Raffaella, questa avventura del marchio ‘F.lli Orsero’, con tutto ciò che comporta sul piano organizzativo e degli investimenti, com’è nata, da chi e, secondo lei, come andrà a finire? “La sfida è grande e l’idea è nata sei-sette anni fa, presente mio padre Raffaello, ai tempi delle prime incomprensioni con Del Monte. Già nel 2006 avevamo pensato a un camioncino che consegna la frutta come marchio. E ragionavamo sul fatto che non avremmo più lavorato per marchi altrui dopo aver creato valore per Del Monte per trent’anni: nel 1976 eravamo stati noi a vendere la prima banana Del Monte in Europa. Pensavamo che avevamo la filiera intera, completa, che sapevamo fare tutto e dovevamo soltanto mettere un bollino sopra il prodotto. Il progetto è rimasto nel cassetto perché con Del Monte siamo andati avanti; poi sono stati loro a dare la disdetta”. Allora il progetto è uscito dal casAp r i l e

2 0 1 2

L a sfi da di Raffael l a

PROTAGONISTI

Orsero racconta la genesi, le prospettive e gli obiettivi del progetto legato al nuovo brand di famiglia. E del rapporto tra donne e settore ortofrutticolo dice che... setto. E nei fatti che cosa è successo allora? “Abbiamo pianificato tre anni di investimenti, il minimo che ci vuole, con l’obiettivo di raggiungere con il nostro marchio gli stessi volumi che facevamo per Del Monte a un prezzo corretto. Alla concorrenza, ai prezzi bassi abbiamo deciso di rispondere con un marchio da premium price. Crediamo che con il brand si possa creare redditività. Oggi è proprio la redditività la sfida. Siamo consapevoli di non essere nemmeno una formica ma un microbo a livello mondiale. La nostra partita si gioca in Italia, in Spagna dove siamo decisi a entrare nella classifica dei marchi più conosciuti. Già entro la fine del 2012, che è un anno di rodaggio, il ruolo del nuovo player si farà sentire. Siamo partiti con le prime vendite di banane a metà gennaio. La campagna di promozione a marzo è partita anche in Spagna a sostegno dell’azione commerciale. Italia e Spagna sono mercati simili per banane e

ananas. L’ananas ha conosciuto in Italia un vero boom di consumi che è andato avanti per dieci anni, passando da 70 mila a 150 mila tonnellate. E un fenomeno simile è accaduto in Spagna. Fino all’estate lavoreremo in Italia per accrescere la presenza del marchio tra i grossisti. Intanto c’è la grande distribuzione che ci osserva, come Coop e Conad. In una prospettiva vicina, stiamo valutando le opportunità offerte dai mercati del Nord Europa. Con Del Monte avevamo il vincolo contrattuale di non occuparci di quell’area e nemmeno della vicina Svizzera. Sono mercati in cui le banane fanno volumi importanti e dove avvertiamo un certo interesse verso di noi. Gli svizzeri sono interessati ad aprire un servizio ferroviario di collegamento con Vado”. Le donne imprenditrici nell’ortofrutta sono poche. Lei come vive questo ruolo? Consiglierebbe a una donna di aprire un’azienda ortofrutticola? www.corriereortofrutticolo.it

37


Copertina

PROTAGONISTI

CorriereOrtofrutticolo

“Sono cresciuta vedendo mio padre che lavorava per passione. Per cui ho sempre pensato che doveva fare un lavoro bello. Ero curiosa di conoscere questo lavoro e a 9 anni ho fatto con lui il mio primo viaggio all’estero, in Israele. La scelta di lavorare in azienda è stata così una scelta naturale. In generale, per noi donne si pone a un certo punto una scelta, non tanto tra il lavoro e la famiglia, quanto tra la famiglia e la carriera. Molte rinunciano alla carriera per la famiglia. Non ci sono più, peraltro, discriminazioni o differenze di capacità. Anzi. In un mondo maschile, la donna ha le sue chances. Gli uomini, per esempio, sono più gentili con una donna che tra loro. Il problema è che un lavoro deve piacere. Se ti piace lo puoi fare, anche quando è un lavoro veloce e stressante come quello del commercio dell’ortofrutta. Nella nostra famiglia, Anna Chiara, mia sorella più piccola, ha scelto un’altra strada. Ho imparato da mio padre a considerare il mio mestiere senza confini, credo che sia pos38

www.corriereortofrutticolo.it

GF Group, un colosso che fattura 925 milioni di euro GF Group SpA è un Gruppo internazionale leader nell’Europa mediterranea per l’import e la distribuzione di prodotti ortofrutticoli freschi che nel tempo ha esteso i propri interessi anche nei settori della produzione ed esportazione di ortofrutticoli, terminalistica portuale, trasporti marittimi e terrestri, servizi ed immobiliare. Con un fatturato consolidato di oltre 925 milioni di euro e più di 3.300 dipendenti è presente principalmente in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Costa Rica, Colombia e Argentina. sibile svilupparlo ovunque perché il mercato è il mondo”. Oggi non sono pochi a ritenere che in Italia il settore abbia ormai poco da esprimere, che sia necessario spostare produzioni e interessi, entrare in una logica globale. Voi siete un gruppo che ha messo radici da tempo in continenti diversi. Come vede le prospettive di chi lavora nell’ortofrutta in Italia? “Non sono d’accordo con la valutazione che l’Italia ormai abbia poco da esprimere nel nostro settore. Il mestiere è più difficile di

una volta, questo sì; è più difficile fare redditività, ci vogliono più capacità e buone idee per rendere redditizio oggi questo mestiere. Poi è cruciale un rapporto diverso, di maggiore collaborazione, con la GDO. Personalmente, non cambierei l’Italia con nessun Paese al mondo”. “Come gruppo, abbiamo investito nelle origini, in America Centrale, Argentina, Cile. In Argentina è stata per noi un’esperienza nuova, un cambio di mestiere: facciamo gli agricoltori, coltiviamo soprattutto pere e mele, un Ap r i l e

2 0 1 2


COPERTINA

CorriereOrtofrutticolo

C

PROTAGONISTI

mestiere difficile, forse più difficile di quello del commerciante. Quando sbagli nel commercio hai il modo di rimediare, in agricoltura la paghi, ma la terra è bella. In Costarica abbiamo piantagioni con un socio locale al 50 per cento, due fratelli. In Colombia abbiamo partners commerciali. Per le banane il prodotto ‘F.lli Orsero’ proviene per la metà dal Costarica e per la metà dalla Colombia; per l’ananas la provenienza è al 100% Costarica”.

Raffaella Orsero. Sopra è con Antonio

Che problemi pone la crisi economica generale all’organizzazione del settore? Quali le prospettive? “Cambiare il rapporto con la GDO nel senso di creare una collaborazione più stretta e più stabile è fondamentale. In Italia questa dialettica quotidiana, questa competizione esasperata, borsistica tra fornitori sul prezzo alla fine non fa il gioco di nessuno e va a discapito della qualità e quindi dei consumi. Negli Usa, in Gran Bretagna si fanno contratti di lungo periodo che permettono di creare valore aggiunto. Quindi

gli esempi per cambiare le cose ci sono. Un sistema diverso creerebbe redditività alla stessa GDO. Questo è il momento di cambiare perché la crisi si fa sentire. Quest’anno per la prima volta il problema non è più solo il prezzo, sono i volumi. Dobbiamo ricordare che tutto il settore alimentare aveva sofferto della crisi meno degli altri. È stato così per tre anni. Oggi anche l’alimentare è in calo di consumi e nella GDO c’è preoccupazione. Poi c’è il discorso della filiera. C’è sempre qualcuno che vorrebbe fare il lavoro

Ap r i l e

2 0 1 2

dell’altro perché pensa che l’altro guadagni di più oppure che si possano saltare dei passaggi. Nella filiera ognuno svolge la sua parte, beneficia dei momenti positivi o viceversa risente della crisi. Chi vuole saltare un passaggio in verità si mette a fare un lavoro in più e bisogna vedere se è in grado di farlo nella maniera appropriata: uno può fare due mestieri ma non elimina un mestiere. Il problema è l’efficienza della filiera, farla funzionare meglio in ogni suo segmento, da chi produce a chi vende al pubblico, non la sua eliminazione. La vendita al dettaglio dell’ortofrutta, ad esempio, può incontrare il consumatore con maggiore efficienza e preparazione; dobbiamo promuovere la vendita assistita e di prossimità e non solo un nuovo tipo di rapporto con la grande distribuzione”. Raffaella Orsero è managing director di GF Group, è sposata a Alessandro Piccardo e ha un bambino di 8 anni, Carlo Emilio. editor@greenmed.eu

www.corriereortofrutticolo.it

39


A ttualità

CorriereOrtofrutticolo

Cinque punti per il rilancio Interprofessione da rivedere

Numerosi spunti nel convegno voluto dall’assessore all’agricoltura dell’Emilia Romagna Rabboni, alla presenza di Catania e De Castro. Gd nel mirino, progetto per la pera Il sistema ortofrutticolo italiano per uscire dalla crisi dovrà aggregare maggiormente l’offerta e governare meglio i volumi di produzione per evitare nuove crisi di mercato. Parte da qui la ricetta per il rilancio del settore proposta avanzata dal ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, nel suo intervento a Bologna in occasione del convegno, organizzato a Bologna dall’assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, intitolato “Ortofrutta. Nuovi strumenti per la stabilità del settore” e moderato dal direttore del Corriere Ortofrutticolo Lorenzo Frassoldati. L’incontro è stato fortemente voluto dall’assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia Romagna Tiberio Rabboni, che nel suo intervento ha proposto cinque punti su cui lavorare per uscire dalla crisi e dare maggior stabilità al settore ortofrutticolo: un autogoverno della produzione in funzione della domanda (attraverso lo strumento dell’Organismo Interprofessionale o tramite accordi privati di commercializzazione); l’utilizzo dei fondi mutualistici per assicurare il reddito dei produttori previsti nella nuova proposta PAC (con un auspicabile spostamento della misura nell’ambito degli aiuti diretti); una revisione dei ritiri di prodot40

www.corriereortofrutticolo.it

to eccedenti in funzione della prevenzione e gestione delle crisi di mercato (su tale ambito, grazie all’impegno del ministro Catania, c’è stata un’apertura da parte del commissario europeo all’Agricoltura Dacian Ciolos, che ha annunciato per maggio un piano per l’ortofrutta); un fondo autofinanziato dalle aziende destinato all’apertura e all’ampliamento di nuovi mercati; infine, una buona applicazione dell’art. 62 previsto nel Dl liberalizzazioni. I cinque caposaldi proposti da Rabboni sono stati pienamente condivisi dagli intervenuti: Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo; Paolo Bruni, presidente del Cogeca; Maurizio Gardini dell’Alleanza delle Cooperative Italiane; Salvatore Giardina di Confagricoltura; Gino Peviani, presidente di Fruitimprese; Antonio Dosi della Cia; Mario Tamanti, presidente del Cso; Mauro Tonello di Coldiretti; Franco Verrascina di Copagri e Dario Stefàno, coordinatore degli Assessori regionali all’Agricoltura. Il ministro ha poi portato all’attenzione della numerosa platea accorsa a seguire l’evento due nodi cruciali del comparto: la riduzione dei consumi e il difficile rapporto della produzione con la filiera. Catania non ha nascosto i problemi esistenti nella fase di-

stributiva dei prodotti ortofrutticoli e ha sottolineato come, in questo processo, la grande distribuzione organizzata “debba organizzare meglio il proprio sistema logistico per proporre al consumatore finale frutta e ortaggi di migliore qualità”. Una tirata d’orecchie alla gdo che è proseguita sul confronto nello sviluppo del lavoro dell’Oi su cui “la grande distribuzione ha un atteggiamento difficile da accettare a causa di risposte oscillanti e ambigue”. L’organismo interprofessionale secondo il ministro va rilanciato con azioni decise, concrete e immediate. Punto di vista espresso in precedenza pure da Rabboni, il quale ha annunciato che sono state gettate le basi per la costituzione di un organismo interprofessionale specifico per la pera, senza dimenticare tuttavia le altre produzioni, a partire dalla frutta estiva (pesche, nettarine e susine). “L’interprofessione ortofrutticola nazionale - ha ricordato ancora l’assessore regionale - va rivista, rilanciata e resa protagonista della prossima campagna”. Bruni ha sottolineato come ci sia “un calo sensibile e preoccupante degli acquisti di ortofrutta delle famiglie italiane, che sono diminuiti di 100 chili annui dal 2000 ad oggi, passando da 450 a 350 chili. Siamo tuttavia i primi produttori al mondo e questa posizione va conservata e consolidata”. Tamanti dal canto suo ha amaramente sottolineato come gli acquisti totali di ortofrutta sono invece in costante decremento negli ultimi dieci anni. Dal 2000 ad oggi sono scesi da 9,5 milioni a 8,3 milioni di tonnellate, quelli di frutta da 5 a 4,5 milioni di tonnellate e quelli di verdura da quasi 4,5 a 3,8 milioni di tonnellate. E.Zan. Ap r i l e

2012


A

CorriereOrtofrutticolo

Le coltivazioni di angurie in Italia occupano una superficie di 12 mila ettari. La produzione, dopo un periodo di notevole calo (da 519 mila tonnellate nel 2005 a 435 mila nel 2007, secondo i dati dell'Istat) ha ripreso a crescere fino a toccare i livelli di sei anni fa. Attualmente, le principali regioni produttrici sono Campania (17,3% della quota nazionale), Lazio (15,3%), Emilia-Romagna (13,7%), Sicilia (13,3%), Lombardia (10,8%) e Puglia (10,6%): il loro lavoro (ma anche quello delle regioni con una produzione più ridotta) permette all'Italia di collocarsi al 19mo posto della classifica mondiale dei produttori di angurie (dati Fao). Tuttavia questo felice posizionamento è sempre più compromesso: l'Italia arranca di anno in anno, faticando a reggere la concorrenza degli altri Paesi mediterranei (zona di origine dell'anguria) che offrono lo stesso prodotto a prezzo minore, perché meno carico di costi di produzione. Le esportazioni sono vitali per il mercato italiano di angurie, dato che rappresentano il 26% della produzione. Come fare, allora, per rimediare a questa situazione sfavorevole? Secondo Sg Marketing occorre puntare sul prodotto di piccola pezzatura. L’anguria d’estate, arriva a costituire anche il 12% delle vendite dei reparti ortofrutta nei supermercati. Tuttavia per le catene di distribuzione non è facile gestire angurie di 14-18 chili, che richiedono molto spazio, così com'è difficile vendere le angurie preaffettate e incartate a causa di problemi igienico-sanitari. Ma anche per gli stessi consumatori è faticoso acquistare un prodotto che richiede frigoriferi molto ampi e un numero di familiari tali da riuscire a consuAp r i l e

2012

Campania, Lazio, Emilia Romagna, Sicilia, Lombardia e Puglia i principali produttori nazionali. La Cina domina lo scenario mondiale

ATTUALITÀ

Anguria, la concorrenza incalza Mini-formato soluzione vincente

I principali Paesi produttori di anguria Stato Cina Turchia Iran Brasile Stati Uniti Egitto Russia Messico Algeria Uzbekistan Corea Spagna Grecia Marocco Siria Kazakistan Romania Iraq Italia Tunisia Altri Totale

2005 (tons)

2009 (tons)

Var.

60.105.888 3.970.000 3.259.410 1.637.430 1.741.920 1.500.000 964.580 864.766 857.942 615.270 904.895 719.621 703.558 402.455 588.300 526.500 628.326 615.000 519.463 446.000 8.556.105 90.127.429

65.002.319 3.810.210 3.074.580 2.056.310 1.819.890 1.500.000 1.419.030 1.007.160 1.034.720 1.071.000 900.000 819.100 656.379 650.000 749.695 641.000 602.813 326.742 466.000 475.000 9.965.999 98.047.947

+8,1% -4% -5,7% +25,6% +4,5% 0 +47,1% +16,5% +20,6% +74,1% -0,4% +13,8% -6,7% +64,5% +27,4% +21,7% -4,1% -46,9% -10,3% +6,5% +16,5% +8,8%

mare il prodotto in pochi giorni (e in Italia la famiglia media si è ridotta a 2,6 persone). Risultano invece più agevoli la gestione e la vendita delle angurie di 4-8 chili, che negli ultimi anni ha avuto un grande successo in Europa nordoccidentale. Le prime tipologie di queste mini-angurie sono emerse circa dieci anni fa, e si sono già guadagnate una buona nicchia di mercato: facili da trasportare, comode da mettere in frigorifero e gustose al pari degli esemplari più grandi, i mini cocomeri sono la strategia ideale per riconquistare le quote di mercato perdute. ● www.corriereortofrutticolo.it

41


A ttualità

CorriereOrtofrutticolo

Asparago: destagionalizzazione e miglioramento genetico Kiwi, il Cile posticipa i raccolti Il kiwi italiano condiziona le esportazioni del prodotto cileno. Il Chilean Kiwifruit Committee infatti ha avvertito i produttori cileni di posticipare la raccolta dei kiwi destinati all'export visti gli elevati stock italiani ancora presenti sul mercato: alla fine di febbraio ben 219.839 tonnellate di prodotto erano in attesa di collocazione, il 28% in più rispetto allo stesso periodo del 2011. Ma anche 7.000 tonnellate in più rispetto al 2010. D'altra parte il Cile, per la stagione che sta per iniziare, prevede un aumento della produzione interna del 10% circa. “La situazione dei mercati non promette un buon inizio di stagione”, ha dichiarato il direttore generale del Comitato Carlos Cruzat. Cruzat ha evidenziato come Russia e Cina siano mercati caratterizzati da una forte presenza di kiwi italiani e mentre lo scorso anno il prodotto del Paese Mediterraneo è stato presente sul mercato fino al 15 maggio, nel 2012 la disponibilità sarà estesa fino al 15-20 giugno. In Corea del Sud, intanto l’offerta interna è stata sostenuta dalla presenza sul mercato di kiwi della Nuova Zelanda fino a gennaio. I rivenditori e i produttori hanno stoccato la produzione locale in modo da riuscire a soddisfare la domanda interna anche una volta esaurite le scorte di kiwi neozelandese, riuscendo così a colmare il gap dei mercati asiatici.

42

www.corriereortofrutticolo.it

A Euroasper dibattuti i temi strategici di una produzione che vuole uscire dalla dimensione di nicchia. Di 2 chili e mezzo a famiglia il consumo medio in Italia Tra i molti i temi dibattuti nelle due giornate di Euroasper 2012 ha prevalso la discussione sul futuro dell’asparago che esce dalla considerazione di prodotto stagionale di nicchia per posizionarsi come prodotto da consumare durante tutto l’arco dell’anno. Si è di fronte ad una produzione, fra i due emisferi, che diventa complementare nel corso dell’anno visto che, in Europa, grazie anche all’utilizzo delle tecniche di forzatura, si produce la quasi totalità di asparago nei primi sei mesi dell’anno. La tradizione della coltivazione degli asparagi in Europa è consolidata ed avvallata dai numerosi riconoscimenti di Indicazione Geografica Protetta ottenuti in Italia, Francia e Spagna (Reg.Ce 510/2008). La provenienza e la territorialità sono fattori determinanti per i consumatori europei di asparago che tendono a privilegiare la provenienza locale. La coltivazione italiana di asparago, secondo i dati Cso presentati al Simposium, copre una superficie di 6.300 ettari concentrati in Veneto, Campania, Puglia ed Emilia Romagna. La superficie impiegata negli ultimi anni tende ad una lieve decrescita mentre la produzione, che si attesta sulle 44.000 tonnellate, è stabile da cinque anni. I punti chiave per lo sviluppo della produzione e del mercato di questa importante coltura sono stati fissati in occasione del Simposio e prevedono la riduzione dei costi di produzione e la salvaguardia dell’ambiente considerando che la coltura potrebbe ri-

schiare di ridimensionarsi a causa della difficoltà di reperire manodopera; il miglioramento genetico volto ad individuare cultivar più produttive ed idonee alla raccolta automatizzata. “L’asparago - dice il presidente di Euroasper Luciano Trentini, soddisfato per l’ottima riuscita della kermesse, a cadenza biennale - è senz’altro una coltivazione ancora in grado di soddisfare economicamente i produttori e le potenzialità sono enormi, basti considerare che il consumo domestico in Italia di asparago è pari a 2,5 chili annui per famiglia, con un indice di penetrazione del 40% sulla popolazione italiana. Un dato che lascia intravedere come, con opportune strategie commerciali e promozionali, si possa auspicare una crescita del settore”. A Euroasper hanno preso parte oltre 160 partecipanti, provenienti da 10 Paesi “a dimostrazione - dice Trentini - di come sia elevato l’interesse globale per questa coltura, considerata fino a poco tempo fa di nicchia”. ● Ap r i l e

2012


A

CorriereOrtofrutticolo

“Colosso” Aop Finaf Dalla fusione con Gruppo Mediterraneo una realtà da 1,4 miliardi di euro Programma Operativo che potrà contare su un Fondo di esercizio di oltre 130 milioni di euro”. Il progetto di aggregazione si propone di raggiungere numerosi obiettivi che interessano tutte le fasi della filiera, a cominciare dalla produzione. “Intendiamo dichiarano Cera e Treossi - avvicinare ulteriormente la ricerca varietale ed il miglioramento genetico alla programmazione produttiva, coordinando la scelta delle liste varietali, dando ulteriore impulso all’acquisizione di

varietà in esclusiva produttiva e valutando la gestione “a club” delle nuove cultivar per controllare le superfici investite. Altri obiettivi riguardano poi la definizione di regole comuni per la raccolta dei prodotti e per le modalità ed i tempi di immissione sul mercato ed il maggior coordinamento tra il settore del fresco e quello del trasformato”. Il sodalizio può contare su una gamma estremamente ampia composta da oltre 100 referenze, e rappresenta complessivamente il 27% del raccolto italiano di pere, il 25% del pomodoro da industria, il 20% del kiwi e il 14% delle pesche e nettarine. Percentuali che salgono ulteriormente se confrontate con i dati relativi all’intera Emilia Romagna, dove la nuova Aop ha sede e dove rappresenta il 68% della produzione regionale di pomodoro da industria, il 45% del raccolto di pesche, nettarine e pere. ●

ATTUALITÀ

Prosegue a pieno ritmo il processo di concentrazione nel sistema cooperativo ortofrutticolo italiano: dalla fusione tra Finaf e Gruppo Mediterraneo, le due principali Associazioni di organizzazioni di produttori, è nato un “colosso” europeo con un valore della produzione commercializzata di circa 1,4 miliardi di euro. “La nascita della nuova Aop Finaf - sottolineano Roberto Cera, presidente di Finaf, ed Enzo Treossi, presidente di Gruppo Mediterraneo - consente di raggiungere significative economie di scala e migliorare ulteriormente l’efficienza gestionale per garantire una migliore redditività ai produttori associati. Sarà possibile sviluppare importanti sinergie tecniche e operative e definire strategie comuni tra le 22 Op socie così da valorizzare al massimo la produzione. Tutto ciò anche attraverso la gestione di un

LUSIA E ROSOLINA P. z z a G a r i b a l d i , 6 4 5 1 0 0 R o v i g o tel. 0425/426530

Ap r i l e

2012

www.corriereortofrutticolo.it

43


A ttualità

CorriereOrtofrutticolo

Più valore aggiunto e servizi Apofruit affronta di petto la crisi Assicurare più valore aggiunto e maggiori servizi per i produttori soci. Questa la strategia illustrata nell’incontro “Gruppo Apofruit I nostri progetti oltre la crisi” di venerdì 23 marzo a Cesena Fiera. Quindici anni di crescita continua, frutto di acquisizioni e fusioni con altre cooperative, hanno portato Apofruit ad una produzione di 250.000 tonnellate di prodotti ortofrutticoli ritirati dai soci, mentre nel 2000 erano 130.000. Il valore della produzione è passato dagli 88 milioni di euro del 2000 ai 246 milioni di euro del 2010, il patrimonio netto ha raggiunto i 102 milioni di euro. Ora il Gruppo punta ad una crescita qualitativa più che dimensionale. Si pensa a sviluppare tra i soci varietà vegetali più qualificate, con calibri migliori e più alte qualità gustative, ma soprattutto si vuole valorizzare ulteriormente la politica di marca

Il Gruppo romagnolo punta su Solarelli e rilancia Mediterraneo Group

come strumento per dare identità alla frutta prodotta dai soci. Dopo la positiva esperienza di Almaverde Bio, che in 12 anni di investimenti è diventata il leader del biologico in Italia, il medesimo obiettivo mette ora al centro la linea Solarelli, che caratterizza

IV gamma, Sipo rinnova packaging e logo Sipo ha rinnovato il packaging e lo storico logo - risalente ai primi anni ’80 - della linea Sapori del mio Orto per i canali retail e Horeca. La gamma per il Retail è formata da 49 referenze di verdure di IV gamma pronte all’uso, funghi freschi pronti, erbe aromatiche fresche confezionate in vaschetta ed ortaggi freschi flow-pack e da 30 varietà di verdure fresche sfuse di I gamma. La linea per l’Horeca è formata invece da 14 referenze di verdure di IV gamma in maxi confezioni flow pack che vanno da 1 a 5 chili. Il nuovo pack è sobrio e lineare con uno spazio maggiore di trasparenza rispetto al precedente per dare più risalto ai prodotti. I vassoi in polipropilene sono interamente di colore verde mentre il logo ha una dimensione maggiore e un lettering più moderno. “Dai primi test di vendita in alcuni punti vendita della grande distribuzione - sottolinea Massimiliano Ceccarini, development manager di Sipo - la linea ha evidenziato una rotazione maggiore rispetto alla media della categoria. Ciò dimostra come nel comparto ortofrutticolo, e in particolare nel settore della IV gamma, il packaging sia una componente determinante del comportamento di acquisto del consumatore, tipicamente d’impulso”.

44

www.corriereortofrutticolo.it

i prodotti di alta qualità dei soci di Apofruit. Solarelli apre ad altri partner specialisti nei diversi prodotti del paniere ortofrutticolo italiano, e punta allo stesso risultato di mercato. Il traguardo che si è prefisso il gruppo è quello di portare il fatturato dei prodotti a marca propria dall’attuale 21% al 30% entro la fine del prossimo biennio. Per realizzare questo progetto viene rilanciata la Moc Mediterraneo (nata nel 1998 per gestire un progetto di aggregazione tra realtà del sud e del nord Italia) che assume la denominazione di Mediterraneo Group, alla cui presidenza viene confermato Pietro Ciardiello, direttore della cooperativa Sole di Parete (Caserta), partner storico del gruppo Apofruit, mentre la direzione viene affidata a Ilenio Bastoni. La nuova realtà di cui fanno già parte oltre alla coop Sole, la Coltor di Avezzano e la Codma di Fano, si candida come “filiale” prevista dalla normativa dell’Organizzazione Comune di Mercato (Ocm) e si apre a nuovi partner che intendono perseguire progetti comuni di valorizzazione e commercializzazione dei migliori prodotti ortofrutticoli italiani. Al momento hanno aderito al progetto O.P. Terra di Bari (uva), Opo Veneto di Treviso (radicchio), F.lli di Stasi di Potenza (broccoli e verdure a foglia) Sicilsapori di Catania (arance e limoni) e Coop Faro di Ragusa (ortaggi di serra), “Vogliamo fare di Solarelli la linea che caratterizza l’eccellenza qualitativa delle produzioni del nostro gruppo - ha detto Bastoni ma anche lo strumento per dare una identità alla nostra frutta”. L’obiettivo, come sottolineato da Renzo Piraccini (foto sopra), è quello di portare il fatturato dei prodotti a marchio a 70 milioni di euro entro il 2013”. ● Ap r i l e

2012


CorriereOrtofrutticolo CorriereOrtofrutticolo

Cesena, 26-28 settembre 2012

I consumi ristagnano e presentano una tendenza al ribasso. Un trend che si riscontra anche per la filiera ortofrutticola, se si guardano i recentissimi dati di Fruitimprese (l’Associazione di esportatori ed importatori di settore) che segnalano come nel 2011 (sul 2010) le esportazioni (in totale 3,8 milioni di Euro) siano diminuite del -2,3% in valore, nonostante la buona performance della frutta fresca (+3% in valore) e secca (+4,3%), a fronte di una certa consistenza dell’incremento delle importazioni (+3,7%, pari a 2,8 milioni di Euro). Lo stesso Osservatorio dei Consumi delle famiglie di MACFRUT, segnala che nel mese di gennaio 2012 -rispetto a gennaio 2011- ogni nucleo familiare italiano ha acquistato in media -1,2 % di frutta e -0,9% di verdura. Eppure dal settore ortofrutticolo vengono segnali di vivacità e di performance di notevole interesse. Molte imprese denotano di innovarsi, di mantenersi competitive e, addirittura, di allargare la propria “quota” di mercato sia nazionale che estero. Segnali che vengono percepiti anche attraverso un “osservatorio” di grande importanza, cioè dallo staff che sta preparando l’edizione 2012 di MACFRUT (CESENA 26-28 settembre), che sarà anticipato dall’International Strawberry Congress (25 settembre – Sala Europa - Cesena Fiera). MACFRUT ha ricevuto le conferme della partecipazione delle aziende leader dei vari segmenti che compongono il settore (non si dimentichi che la rassegna di Cesena è “LA” manifestazione dell’intera filiera ortofrutticola, dalle sementi al ciclo del freddo, dalle nuove varietà alle grandi catene della distribuzione moderna). Non solo i “Numeri Uno” confermano la partecipazione come espositori,

Ap r i l e

2012

sottolineando così la rilevanza mondiale dell’appuntamento di Cesena, ma ci sono parecchie imprese che hanno chiesto di ampliare la propria area espositiva. Inoltre, vari operatori che avevano “vissuto” Macfrut come visitatori, hanno fatto richiesta di diventare espositori (fra cui una serie di operatori francesi). All’interno di questi approcci, c’è un significativo fattore: l’aggregazione e la collaborazione fra aziende ed operatori che, all’interno di una specifica filiera, si sono uniti per dar vita ad uno spazio comune in cui, oltre a “rappresentare” prodotti e processi di produzione, commercializzazione e innovazione, packaging e marketing, si lega il prodotto finale al territorio. In una parola, quel pomodoro acquista valore aggiunto perché proviene da… E quella mela ha in sé la cultura del territorio di.. Ovvero non c’è più solo la pera buona e salubre, saporita e garantita, ma c’è dietro “LA” storia di chi la produce, della sua zona, della sua cultura (intesa come il frutto della storia delle sue genti). E tutto questo rientra anche in quel modo nuovo di considerare il consumo di frutta e verdura che si è visto negli ultimi anni a MACFRUT, dove sono comparse per prime le IV e V

Qui Macfrut

Macfrut coglie e propone i segnali di vivacità del settore

i

gamma, poi la frutta da bere (frullati ecc), poi mousse e tavolette, ovvero nuovi e interessanti modi per assumere frutta. E passo dopo passo inizia la “stagione” della frutta e della verdura che entra nel piatto come arricchimento (e valore aggiunto) di una alimentazione che tende al benessere. Come dire… l’ortofrutta fa bene dal campo alla tavola, salvaguardando l’ambiente e alimentando in maniera corretta la persona. Si diceva di evoluzione: lo stesso MACFRUT quest’anno, sul fronte dell’internazionalizzazione, ha fatto un passo avanti. Non si sta limitando alla sola partecipazione ad eventi fieristici esteri, ma sta organizzando una serie di meeting e workshop in cui si presenta da solo di fronte a buyers, giornalisti ed operatori: da fine aprile a metà maggio MACFRUT ritornerà in Ungheria (dove ebbe un caloroso benvenuto al “debutto” di questo nuovo metodo di incontro e di incoming) in Polonia e in Repubblica Ceka. E’ l’avvio di una “politica” di rapporti in esclusiva con la vasta zona dei Paesi dell’Est che ha un punto fermo in Russia, nazione che rimane il centro più forte del business di quell’area.

www.corriereortofrutticolo.it

45


MERCATI

A ttualità Fedagro al Mipaaf: norme troppo rigide Articolo 62 nel mirino. Per l’organizzazione dei grossisti è impossibile contrattualizzare ogni transazione Iniziativa di Fedagromercati Confcommercio per risolvere all’origine i problemi che l’obbligo di contrattualizzare ogni transazione commerciale previsto dall’art. 62 del D.L. 1/12 sta creando nel comparto dell’ingrosso ortofrutticolo e in particolare nei centri agroalimentari e nei mercati. Nei giorni scorsi l’ufficio di presidenza dell’organizzazione che rappresenta gli operatori dei mercati si è incontrato con Riccardo Deserti, capo della segreteria tecnica del Ministero delle politiche agricole: nell’occasione il presidente Ottavio Guala, che era accompagnato dai vicepresidenti Di Pisa, Galasso, Ratto e Addessi, ha evidenziato come la rigidità introdotta dalla normativa si scontri con la velocità che necessariamente caratterizza le transazioni di una categoria di prodotti fra i più deperibili in assoluto. Si tratta di un comparto in cui numerose sono le variabili in gioco: la velocità delle trattative, i fattori meterologici, le rese delle produzioni, la qualità specifica della merce, la stagionalità della domanda e molti altri elementi rendono di difficile applicazione l’obbligo di stilare in anticipo un contratto scritto e dettagliato come previsto dalla nuova legge. A ciò si aggiungono le caratteristiche specifiche delle transazioni che avvengono nei Centri agroalimentari e negli ortomercati all’ingrosso, con l’applicazione di forme contrattuali quali il conto commissione, gli acquisti con prezzo da determinare, con prezzo chiuso, la tentata vendita. Verso gli acquirenti i rapporti sono caratterizzati da un li46

CorriereOrtofrutticolo

www.corriereortofrutticolo.it

vello di occasionalità e frammentazione molto elevato, tanto che un’azienda di medie dimensioni può arrivare ad emettere dalle 15mila alle 20mila fatture all’anno. A ciò si aggiungano i rapporti con i clienti esteri, che stanno crescendo soprattutto nelle strutture situate nelle regioni di confine: ben difficilmente questi potrebbero accettare vincoli alla definizione dei contratti che non siano quelli derivanti dalla libera contrattazione e dal mercato. Vanno perciò distinte, ha spiegato Fedagro, le transazioni ad esaurimentto immediato da quelle continuative: per ciascuna tipologia va individuata la forma contrattuale più adatta, senza che il perseguimento del rigore e della trasparenza si tramuti in un vincolo soffocante per le stesse attività economiche che si cerca di rilanciare. Deserti ha replicato che il Mipaaf assicura la propria piena disponibilità a considerare e discutere tutte le istanze provenienti dal territorio. “Un incontro positivo”, ha commentato Ottavio Guala. “Ci ha dato la sensazione di un Ministero attento alle reali esigenze dell’economia non meno che alle necessità di rigore e trasparenza. Dal canto nostro, continuiamo a lavorare su tutti i fronti per far sì che il lavoro degli operatori non sia imbrigliato con ripercussioni negative sull’intera filiera”. ●

Study tours all’estero per AssoMedMarkets Si è riunito a Roma nella sede del Car, il consiglio di amministrazione di AssoMedMarkets, l’associazione tra i mercati all’ingrosso e i centri agroalimentari del Mediterraneo. Il consiglio ha approvato una serie di iniziative per l’anno in corso, tra cui l’organizzazione di alcune missioni all’estero in forma di “study tours” rivolti anche agli operatori. A queste missioni saranno invitati a partecipare, oltre agli associati italiani, anche gestori di mercati ed imprenditori dell’area mediterranea. AssoMedMarkets ha deciso inoltre di aderire al quinto Green Med Forum che si terrà in Spagna nel prossimo mese di novembre. Il presidente Pietro Cerniglia-

ro ha informato della adesione ad AssoMedMarkets di Borsa Merci Telematica Italiana. La prima missione di AssoMedMarkets è fissata per settembre-ottobre in uno dei Paesi dell’Est europei. Alla riunione del Cda hanno partecipato, oltre al presidente Cernigliaro, il direttore del mercato di Roma, Mauro Ottaviano, segretario dell’associazione, e Antonio Felice, direttore di Green Med Journal, l’iniziativa editoriale che insieme all’Andmi ha dato vita ad AssoMedMarkets.

Ap r i l e

2012


ATTUALITÀ

CorriereOrtofrutticolo

Il ministro dell’Agricoltura Mario Catania, in una pausa dei suoi interventi al Vinitaly tenutosi a fine marzo, ha visitato Veronamercato, ricevuto dal presidente Gian Paolo Sardos Albertini dal direttore Paolo Merci e dagli operatori. Dopo la visita, il ministro ha avuto un incontro con i rappresentanti e i grossisti del mercato. All’incontro si sono aggiunti i presidenti provinciali di Coldiretti, Damiano Berzacola, di Confagricoltura, Marco Pasetto e della CIA, Flavio Furiani. I problemi degli operatori sono stati spiegati al ministro in particolare da Marco Marrapese, che è uno dei due rappresentanti dei grossisti nel consiglio di amministrazione, e da Mauro Nardi, vicepresidente dell'associazione dei grossisti presso il mercato, assente il presidente Graziano Bruno. Il presidente Sardos Albertini ha illustrato la situazione dei sistema italiano dei mercati all'ingrosso che commercializza circa 9 milioni di tonnellate di ortofrutta l’anno, distribuendo oltre il 40% della produzione ortofrutticola nazionale destinata al consumo fresco, contribuendo per il 20% all’export ortofrutticolo del Paese e intercettando oltre il 35% delle importazioni. Il volume d'affari generato dalle vendite degli operatori supera annualmente gli 8 miliardi di euro su un totale di settore intorno ai 28-29 miliardi annui. Le aziende dei grossisti che operano nei mercati italiani sono oltre 1.600 per circa 7.500 addetti, a questi si devono aggiungere tutte le altre funzioni e specializzazioni che lavorano nei mercati o che li frequentano, come i logistici e i trasportatori, e gli stessi clienti dei grossisti che da soli sono circa 15 mila. InAp r i l e

2 0 1 2

Al Centro agrolimentare di Verona il presidente Sardos Albertini fa gli onori di casa somma si può pensare che l'attività complessiva dei mercati coinvolga circa 60 mila persone. “Stiamo quindi parlando di una realtà significativa dell’economia italiana - ha sottolineato Sardos Albertini -, dove Verona si colloca tra le primissime posizioni a livello nazionale. Oggi, esaurito il famoso Piano Mercati del 1986, che aveva dato il via al riassetto strutturale dei Centri agroalimentari, è il momento di voltare pagina e di affrontare un futuro che è già cominciato sulla pressione della globalizzazione", ha aggiunto il presidente di Veronamercato. “Vanno risolti alcuni problemi urgenti e va costituito un tavolo nazionale sui mercati per rendere il sistema Italia competitivo, all'altezza delle sfide poste dalla concorrenza internazionale ma anche dalle necessità del mercato interno che è evoluto con una crescita della grande distribuzione organizzata che oggi ha raggiunto il suo limite di espansione e con la quale tuttavia il sistema mercati italiano deve avere rapporti meglio strutturati e trovare

un nuovo equilibrio. Oggi i mercati debbono offrire di più agli operatori che li frequentano. Più servizi. Non solo ai grossisti ma anche alle categorie che frequentano i mercati. Un tema fondamentale è quello di fare di più per la presenza dell’ortofrutta italiana sui mercati esteri. L’ortofrutta è un prodotto fresco che deve arrivare sulla tavola dei consumatori di tutto il mondo con tutta la sua fragranza e salubrità”. “Ciò pone la risoluzione di elementi molto più complessi di quelli che sottendono all'export vinicolo. Ma esportare per i nostri operatori oggi è vitale. Abbiamo avviato un’alleanza tra i mercati di Verona, Padova e Treviso in tema di internazionalizzazione, non solo per fare promozione ma iniziative concrete. Stiamo approfondendo l'ipotesi di dare un supporto alla creazione di piattaforme per lo stoccaggio e la distribuzione della nostra ortofrutta su alcuni mercati esteri importanti e ciò creando alleanze con gli stessi mercati all'ingrosso di quei Paesi perché spedire il prodotto dall’Italia non è sufficiente a fare crescere la nostra presenza internazionale”. “Gli operatori - ha proseguito Sardos Albertini - soffrono moltissimo il provvedimento che impone le transazioni in contanti solo fino alla soglia dei mille euro. La misura - è quindi estremamente penalizzante e mette a rischio l'attività già minata da tante altre soglie di criticità a partire dal costo dei carburanti che ha raggiunti livelli che pesano molto sul prezzo”. Il ministro ha preso nota e si è impegnato a riportare in sede competente il problema dei “mille euro”. ● www.corriereortofrutticolo.it

MERCATI

Mario Catania a Veronamercato scopre che l’ingrosso è strategico

A

47


MERCATI

A ttualità

CorriereOrtofrutticolo

Caab Bologna: Green Hub propulsore per piattaforma refrigerata e corridoi logistici internazionali Caab Scpa, la società di gestione del Centro AgroAlimentare di Bologna ha deliberato, in collaborazione con un gruppo di imprenditori già presenti all’interno del Centro e riuniti per l’iniziativa nella società Green Hub Srl, un investimento di circa un milione di euro per la creazione di una piattaforma refrigerata di 2.000 metri quadrati adeguata a servizi di logistica avanzata. Caab punta a diventare una piattaforma di servizi fondamentale sia per la city logistic, sia per la logistica agroalimentare nazionale. “Il progetto - ha detto il direttore generale di Caab Alessandro Bonfiglioli - rientra in una serie di iniziative intraprese per dare un maggiore spazio alle attività a livello nazionale e internazionale.

Dopo la firma del protocollo di cooperazione con la più importante piattaforma logistica europea per l’agroalimentare deperibile, St. Charles di Perpignan in Francia, stiamo sviluppando un progetto analogo per la Turchia. La Turchia è già oggi uno dei maggiori player dell’area mediterranea ed è in forte sviluppo; il nostro intento è di creare assieme ai francesi un corridoio logistico trasversale che abbia come baricentro Bologna”. L’accordo per la gestione della piattaforma è stato fatto con la newco GreenHub, che raggruppa la storica coop Cofamo e aziende leader della filiera dell’ortofrutta.

Milano, strumenti elettronici per un Ortomercato più sicuro Nuovi strumenti elettronici per potenziare i controlli e rendere più scorrevole il traffico in entrata all’Ortomercato di Milano. Il management Sogemi dal suo insediamento ha posto particolare enfasi nel ricercare di risolvere alcune situazioni a rischio e di illegalità e il 21 marzo si è svolto un incontro del presidente d Luigi Predeval e dei consiglieri di Amministrazione con il Prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi per individuare ulteriori e più efficaci misure per combattere il lavoro nero e per l’adozione di procedure mirate all’assegnazione degli appalti in piena sicurezza, sulla falsariga di quelle adottate per l’assegnazione dei lavori per l’Expo 2015. La società sta rinforzando l’attività di contrasto al possibile lavoro nero delle cooperative di facchinaggio (ingaggiate dagli operatori grossisti) su due aree principali: controllo sulle cooperative di facchinaggio per assicurare che vengano pagate regolarmente ai lavoratori tutte le ore lavorate; controllo accessi persone e automezzi per assicurare che solo il 48

www.corriereortofrutticolo.it

Potenziamento dei controlli e nuove modalità di lavoro anche in vista dell’Expo personale autorizzato e con tessera acceda alle strutture mercatali. In particolare è stato adottato un innovativo sistema di timbratura dell’inizio e della fine dell’attività lavorativa che, grazie ad un software sviluppato da Sogemi in collaborazione con le cooperative, permette alla Società di confrontare le ore lavorate dai lavoratori con le ore pagate in busta paga dalle rispettive cooperative. Vengono poi effettuati assidui controlli sulla regolarità delle attività svolte dalle 10 cooperative

di facchinaggio rimaste ad operare in mercato. Quanto al controllo accessi persone e automezzi, per evitare che all’interno di un automezzo autorizzato “si nascondano” persone prive di tessera, ha preso il via la sperimentazione di nuove apparecchiature portatili con lettore ottico a infrarossi che permettono al personale di vigilanza di effettuare sugli ingressi una lettura delle tessere delle persone in auto e bloccare chi non ha la tessera. L’adozione del nuovo sistema permetterà anche di rendere più fluido il traffico in ingresso nella misura in cui i passeggeri delle autovetture potranno “timbrare” l’entrata senza dover obbligatoriamente scendere dall’auto. Si stanno studiando e concordando con gli operatori e le cooperative di facchinaggio nuove modalità di lavoro come l’allunga-mento e l’anticipo delle operazioni di scarico dei Tir per permettere una migliore programmazione del lavoro, meno confusione sui piazzali e più facilità di controllo. ● Ap r i l e

2012


ATTUALITÀ

CorriereOrtofrutticolo

M ercati e dintorni ●

Inaugurato l’impianto fotovoltaico sui parcheggi; copre 32 mila metri quadri

Emanuele Mùrino

In tempi di maggiore sensibilità per la tutela dell’ambiente e di contenimento dei consumi energetici, anche il Centro Agroalimentare Roma vuole giocare il suo ruolo. Per una struttura che, fin dalla nascita, ha mostrato attenzione e sensibilità alla riduzione degli impatti ambientali si tratta, certamente, di una promessa mantenuta. Il 19 marzo scorso, infatti, è stato inaugurato l’impianto di generazione di energia pulita da fotovoltaico, collocato sulle pensiline a copertura dei parcheggi. I numeri, da soli, bastano a rendere il valore dell’opera: con un’estensione di 31.857 metri quadrati (oltre 3 ettari, dunque), i moduli in silicio policristallino utilizzati sono in grado di generare una potenza complessiva di circa 3,2 MW e produrre annualmente 3.980.000 kWh di energia pulita, pari a circa un quarto del fabbisogno energetico complessivo del CAR. L’impianto, che è del tipo architettonicamente integrato, è stato progettato dalla Green Utility SpA, che ne rimane la proprietaria, e realizzato dall’ACEA - multiutility della capitale per l’acqua, l’energia e l’ambiente - che Ap r i l e

2012

Marco Sibani

Urge un tavolo tra ingrosso e produzione

In occasione del Vinitaly il ministro Catania ha visitato il mercato di Verona rendendosi conto della realtà operativa di queste strutture. Non è frequente che un ministro dell’agricoltura visiti un mercato all’ingrosso. In effetti mentre negli altri Paesi il riferimento è il ministero dell’Agricoltura da noi i mercati all’ingrosso storicamente hanno fatto riferimento al ministero dell’Industria e commercio (ora ministero dell’Economia). Lo stesso Piano nazionale dei mercati agroalimentari all’ingrosso - di cui alla legge finanziaria 41/86 - è stato gestito da questo ministero. Oggi comunque si registra un generale disinteresse per questo comparto dei mercati all’ingrosso (ed anche dei mercati al dettaglio). E ciò è grave perché il “sistema dei mercati” molto potrebbe fare per lo sviluppo del settore agricolo e non solo. Occorre riconoscere che i rapporti fra il mercato all’ingrosso e il mondo della produzione non sono stati sempre idilliaci. Non a caso in occasione dell’approvazione del legge 41/86 per il finanziamento del mercati agroalimentari all’ingrosso i produttori manifestarono la loro contrarietà. In questi ultimi anni però i rapporti fra mercati e mondo della produzione sono notevolmente migliorati in quanto i produttori vedono nel “canale mercati” una possibilità in più per le loro vendite. In questo contesto evolutivo sono sorte anche nuove forme contrattuali e nuove iniziative. Così, ad esempio, al Caab di Bologna è stato stipulato un accordo interprofessionale fra alcuni grossisti e i loro produttori di riferimento. Fattore questo estremamente significativo in quanto fa evolvere l’attività del produttore dalla tentata vendita dei suoi prodotti alla programmazione delle produzioni nel rispetto del contratto di conferimento. Inoltre l’Andmi ha recentemente sottoscritto un accordo di collaborazione con l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressioni frodi dei prodotti agroalimentari del Mipaaf per avviare una serie di iniziative comuni volte a incentivare il processo di qualificazione e conseguente valorizzazione della produzione ortofrutticola del territorio attraverso lo strumento dei mercati all’ingrosso. Non solo. In occasione di un recente incontro con la Coldiretti l’Andmi ha proposto di accogliere i Farmer’s markets nelle strutture mercatali, rispondendo in tal modo alle esigenze dei produttori di compiere un deciso salto di qualità nella vendita diretta dei loro prodotti nel rispetto delle normative del settore. E il normal trade, ossia il canale “mercati all’ingrosso - mercati al dettaglio” sta suscitando un crescente interesse a livello internazionale. Come si vede varie iniziative stanno sorgendo: sarebbe utile che confluissero in un unico armonioso programma. In occasione della visita al mercato di Verona è stato chiesto al ministro Catania l’impegno di costituire un tavolo di lavoro insieme. Può essere questa una felice occasione, in un momento di grave crisi economica, per affrontare con spirito unitario le complesse tematiche del settore nell’interesse dei produttori, di quanti operano nei mercati e, perché no, anche dei consumatori.

www.corriereortofrutticolo.it

MERCATI

Car Roma sostenibile

A

49


A ttualità

MERCATI

CorriereOrtofrutticolo

avrà pure il compito di svolgere la manutenzione. Alla presenza degli azionisti della CAR Scpa - tra i quali spiccavano la Holding Camera Srl (Camera di Commercio di Roma), Roma Capitale, Regione Lazio e Provincia di Roma - sia Fabio Massimo Pallottini, amministratore delegato della società di gestione, la Cargest Srl, sia Valter Giammaria, presidente del CAR, hanno ricordato che la lunga strada percorsa dal Centro - che nel 2012 taglierà il traguardo del primo decennio - si è sempre distinta per il riguardo alla tutela dell’ambiente oltre che, come è naturale, per la qualità dei prodotti, all’igiene e la trasparenza degli scambi. Il presidente Giammaria ha posto in rilievo che “la difesa dell’ambiente circostante equivale alla difesa delle imprese stesse del CAR” ed ha colto l’occasione per rammentare l’elevato volume commercializzato dal Centro: circa 9 milioni di tonnellate di prodotti ortofrutticoli l’anno. Dal canto suo, l’Ad Pallottini ha citato anche l’impegno del CAR sul versante della mobilità sostenibile: mezzi a trazione elettrica saranno presto sperimentati per trasportare le merci nel centro storico di Roma. L’avvocato Silvio Gentile, presidente del Consiglio di Gestione della Green Utility, ha richiamato l’attenzione sui rapidi tempi di costruzione dell’impianto, circa tre mesi, e su quella che ha definito “straordinaria collaborazione con ACEA” a testimonianza dell’efficace funzionamento di tutta la filiera che ha portato alla 50

www.corriereortofrutticolo.it

I grossisti etnei lanciano l’Sos: senza supporti rischiamo di sparire Una crisi che distrugge. Gli operatori del mercato agroalimentare di Catania lanciano un appello a sostegno della categoria. Durante una riunione animata gli operatori dell’ortofrutta aderenti al Somaac, il sindacato degli operatori del mercato agroalimentare di Catania, hanno chiesto il sostegno delle istituzioni. “Il Mercato ha detto il vicepresidente del Somaac Giuseppe Guagliardi - ha oltre 200 milioni di euro di fatturato l’anno con all’interno 70 aziende e garantisce occupazione ad oltre 600 lavoratori. Se non avremo il supporto necessario si dovrà necessariamente agire coi primi licenziamenti ma non è garantita nemmeno la sopravvivenza delle nostre società”. La categoria chiede in particolare sgravi fiscali, agevolazioni per i contributi ai dipendenti. I consumi in calo di oltre il 30%, sono solo una delle cause della crisi. realizzazione del progetto. Per Gentile, inoltre, l’impianto del CAR va nella giusta direzione di “soluzioni sartoriali per la produzione di energia, poste il più vicino possibile al luogo di effettivo consumo”. Il sindaco di Guidonia, Eligio Rubeis, ha elogiato l’iniziativa e auspicato la realizzazione di un impianto interno al CAR per la produzione di biogas dai rifiuti degli umidi. L’assessore Davide Bordoni, che in Campidoglio ha le deleghe alle Attività Produttive ha ricordato quanto il commercio sia importante per la città di Roma e ha elogiato la capacità d’investire del Centro Agroalimentare. A certificare il percorso di qualità compiuto dal Centro, l’assessore Regionale alle Attività produttive e Politiche dei rifiuti, Pietro Di Paolo. “Il Car - ha detto raccoglie quanto ha seminato in questi anni e ciò deve essere mo-

tivo di orgoglio e soddisfazione”. Sul valore della difesa ambientale, l’intervento di Giancarlo Cremonesi, presente nella duplice veste di presidente della CCIAA di Roma, il maggiore azionista del CAR, e di ACEA, la multiutility che ha realizzato l’impianto. Cremonesi ha ricordato quanto “la tutela dell’ambiente sia un valore trasversale e non un obiettivo per l’una o l’altra parte politica”. I numeri parlano chiaro: il nuovo impianto fotovoltaico ridurrà le emissioni di CO2 di 2.115 tonnellate/anno. In pratica, sarà come avere piantumato un bosco di oltre 200 ettari, un polmone verde da circa 80.000 alberi. Ma il CAR non si ferma. I programmi per lo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili prevedono di arrivare a circa 6 MW che, coniugati ad altri interventi di risparmio energetico, copriranno circa il 50% dell’elettricità richiesta dal Centro. ● Ap r i l e

2012


ATTUALITÀ

CorriereOrtofrutticolo

Dopo la recente inchiesta del settimanale L’Espresso sull’eccessiva presenza dei prodotti chimici nell’ortofrutta, Marco Hrobat, vice presidente dell’Andmi torna sulla questione. Il settimanale nel servizio lanciava l’allarme: frutta e verdura trattate chimicamente e tirate a lucido rischiano di creare danni alla salute di chi le compra. I controlli ci sono, ma se possibile, meglio evitare trattamenti. Hrobat ribadisce il fatto che spesso queste azioni sono dettate da mere logiche commerciali che obbligano ad effettuare i trattamenti sui prodotti, ma rilancia: “Tuttavia, forse, non ci rendiamo conto che agendo in questo modo si danneggia il consumatore. Chi deve acquistare ortofrutta da una parte rimane sempre più spiazzato e perplesso dall’attendibilità e dalla garanzia di salubrità dei prodotti, dall’altra viene continuamente bombardato da prodotti standardizzati. Non si fida più, non è più in grado di “ponderare” l’acquisto e nel dubbio preferisce non comprare frutta e verdura”. Secondo il vice presidente dell’Andmi “serve una riflessione seria da parte di tutti gli anelli della filiera. È necessario riavvicinare il consumatore all’origine dei prodotti, alla loro stagionalità fargli trovare un’etichetta che indichi chiaramente l’origine del prodotto e magari il giorno di raccolta e soprattutto è indispensabile che chi acquista abbia la possibilità di tornare a riassaporare il vero gusto della frutta e degli ortaggi. In definitiva dobbiamo mirare alla soddisfazione del cliente, per qualità, sicurezza e fiducia. Per farlo serve da un lato grande professionalità, dall’altro lavorare in maniera massiccia sulla comunicazione di questi messaggi, ad oggi su livelli bassissimi”. (E.Zan.) Ap r i l e

2012

Settore protagonista in negativo in un articolo del settimanale. Hrobat: servono professionalità e comunicazione per sfuggire agli stereotipi

MERCATI

L’Espresso alla carica: troppa chimica nella frutta

A

L’allarmismo fa notizia. E ha strada spianata se dall’altra parte si incassa senza reagire Sui mezzi di informazione fa notizia l’allarmismo, il terrorismo, non il buonismo. È la vecchia storia dell’uomo che morde il cane, e non viceversa. Quindi è quasi naturale che l’Espresso lanci un’inchiesta “Troppa chimica nel piatto”. Sottotitolo: “Mele lucidate. Prugne tirate a cera. Peperoni patinati e pomodori tutti uguali. Trattate per essere belle e sempre fresche, frutta e verdura perdono naturalezza”. I giornali non sono interessati alla normalità delle cose buone che mangiamo, ma alla eccezionalità dei potenziali scandali alimentari. Non fanno titoli sull’ortofrutta che costa poco, ma sulle “zucchine d’oro” a gennaio. Per fortuna nell’inchiesta dell’Espresso c’era una voce professionale quella di Marco Hrobat, direttore dell’Ortomercato di Brescia, che introduceva valutazioni e spiegazioni di buon senso nel tentativo di mettere un argine alla valanga di luoghi comuni elencati dal giornalista dell’Espresso. Inevitabile che comunque il tono complessivo dell’articolo alla fine diventi negativo per il settore dell’ortofrutta e faccia capire perché i consumi stiano irrimediabilmente calando nel nostro Paese (e in Europa): perché l’atteggiamento dei media è proprio questo. Allarmistico, ansiogeno: attenzione, il nostro piatto è pieno di veleni… In conclusione due valutazioni. Sarebbe curioso fare una prova al contrario: proporre in vendita ortofrutta brutta, ammaccata, surmatura, di varie pezzature alla rinfusa, non trattata né in campo né successivamente; e vedere cosa succede, quali sono le reazioni presso il consumatore. Cioè proporgli frutta e verdura di pessimo aspetto e magari spiegargli che deve spendere di più proprio perché non è trattata, perché è più “naturale”. Sarebbe una bella sfida, no? E cosa direbbero le onnipresenti associazioni dei consumatori? Che è giusto far pagare di più? Infine è poi inutile prendersela con i media: veniamo da anni di silenzio-stampa da parte degli attori del settore ortofrutta, che mai hanno replicato alle accuse, mai hanno contrastato le campagne diffamatorie, hanno persino tollerato senza replicare che l’ortofrutta finisse sul banco degli accusati come responsabile del caro-prezzi… anche quando in campagna si liquidava la frutta a pochi centesimi. Anche qui bisogna fare squadra, servono azioni di sistema, perché servono molti soldi. L’immagine dell’ortofrutta italiana ha bisogna di un radicale makeup. Parliamo sempre di leadership: vogliamo dimostrarla nei fatti? Lorenzo Frassoldati

www.corriereortofrutticolo.it

51


A ttualità

CorriereOrtofrutticolo

Risorse e marketing: Regione al capezzale degli agrumi siciliani Cenere dell’Etna, piogge violente, vento e grandine: la stagione agrumicola siciliana 2011-2012 è stata una delle peggiori degli ultimi anni anche a causa di problemi nel settore organizzativo e commerciale. Senza contare i danni causati in gennaio dalla settimana di sciopero degli autotrasportatori e la presenza di arance con marchio Igp palesemente falso. In Sicilia coltivatori e operatori della filiera si preparano a fare i conti con enormi perdite di fatturato tanto da indurre il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia il più grande fra i distretti siciliani in termini di addetti e di fatturato - a convocare un’assemblea straordinaria, che si è svolta il 12 aprile a Catania, presenti i soci sottoscrittori del Patto di Sviluppo, ma anche enti e soci non aderenti. “Le imprese nel Distretto Agrumi di Sicilia ci sono e sono già associate. Noi faremo la nostra parte con risorse adeguate e strategie di marketing per dare concreto sostegno a identità e qualità". Questo l’impegno assunto pubblicamente da Dario Cartabellotta, dirigente generale dell’Assessorato Regionale alle Risorse Agricole. Circa duecento i presenti: i produttori individuali, le coop, i cinque consorzi di tutela DOP e IGP (Arancia Rossa di Sicilia, Arancia Bionda di Ribera, Limone Interdonato Messina, Limone di Siracusa, Mandarino di Ciaculli, quest’ultimo in fase di riconoscimento), le aziende della filiera, gli enti e le rappresentanze agricole. Sono 144 infatti ad oggi i partner del Distretto Agrumi di Sicilia, il primo grande esperimento di coesione fra aziende private, enti pubblici e rappresentanze agricole mai realizzato in Sicilia nel campo dell’agrumicoltura. ● 52

www.corriereortofrutticolo.it

Riunione straordinaria del Distretto, davanti a oltre 200 persone, il 12 aprile a Catania. Impegno dell’assessorato alle risorse agricole a fronte di una stagione disastrosa

Produzione dell’Emisfero Sud in lieve calo In Africa meridionale raccolti più consistenti La produzione di agrumi nell’Emisfero Sud dovrebbe sfiorare 7,7 milioni di tonnellate (esattamente 7.694.943 tonnellate), in calo dello 0,3% rispetto ai volumi dello scorso anno. La stima è stata elaborata da Freshfel. Nel dettaglio le quantità di arance dovrebbero crescere leggermente (+0,9%) raggiungendo quota 3.726.801 tonnellate. In netto aumento altri agrumi come mandarini e clementine, con un aumento stimato del 18,50% (1.468.239 tonnellate), mentre la produzione di limoni dell’emisfero sud dovrebbe calare del 10,24% (1.926.874 tonnellate). In discesa pure le produzioni di pompelmi (-3,07%, a 573.029 tonnellate). Le esportazioni dell’emisfero meridionale dovrebbero aumentare dell’1,67% rispetto al 2011. Per categorie, le esportazioni di arance, limoni, mandarini e clementine dovrebbero crescere rispettivamente del 2,06%, 6,82% e 2% rispetto alla stagione 2011. Le esportazioni di pompelmi dovrebbero calare del 9,25%. La produzione agrumicola dell’Africa del Sud quest’anno sarà in crescita. Ad affermarlo è l’associazione dei produttori di agrumi dell’Africa del Sud, CGA. Sudafrica, Swaziland, Mozambico e Zimbabwe incrementeranno la produzione del 3,6% su base annua, a 102 milioni di box da 15 chili. Solo le arance rappresenteranno più di due terzi dell’intero raccolto annuale. A crescere, come riporta Fresh Fruit Portal, saranno in particolare le varietà Navel e Valencia, che aumenteranno rispettivamente dell’8% (a 22,9 milioni di box) e del 4% (a 46,1 milioni di box). La produzione stimata da CGA per gli agrumi “easy peelers” è di 7,6 milioni di box, in aumento del 10%. Per i mandarini si prevede una produzione di 3,1 milioni di box (+15%), mentre quella di satmusa crescerà del 14% a 1,9 milioni di box. La produzione di clementine, al contrario, aumenterà in misura più lieve, del 3%, fino a 2,6 milioni di box. Per quanto riguarda i limoni, l’associazione prevede volumi più elevati del 3% rispetto alla scorsa stagione. La produzione complessiva stimata è di 11,1 milioni di box. Le quantità di pompelmo si prevedono in caduta del 6% a 13,4 milioni di box. La raccolta complessiva di pompelmo rosso dovrebbe ridursi del 2% (11,7 milioni di box), mentre per il pompelmo bianco si stima una riduzione del 10% (1,7 milioni di box).

Ap r i l e

2012


B

CorriereOrtofrutticolo

Prove di disgelo tra Federbio e AIAB, le due “anime” del biologico italiano. Il 21 marzo in una dichiarazione pubblicata dal sito greenplanet.net, che fa parte del nostro gruppo editoriale, il nuovo presidente di AIAB, Alessandro Triantafyllidis (un cognome greco per un milanese doc) ha lanciato qualche segnale di apertura, spezzando almeno in parte una tradizione imperniata su assenza di dialogo, frecciate reciproche dirette o indirette, visione diversa della realtà e soprattutto delle prospettive del biologico italiano, con Federbio attenta soprattutto agli aspetti economici e di mercato, e AIAB “associazionemovimento”, impegnata nella cultura e diremmo quasi nell'ideologia-bio. “Esistono tra noi delle gran belle differenze - ha detto il presidente di AIAB -, diversità di visione politica generale per esempio. I problemi dunque ci sono, anche se non si troverà mai un attacco di AIAB a Federbio, mai. Una differenza è che i presidenti di AIAB cambiano, quelli di Federbio no. E questo non aiuta. Non abbiamo comunque grosse divergenze su vari temi, a partire dalla PAC. Penso che, alla fine, le diversità tra noi potrebbero però essere gestite e che comunque una possibilità di dialogo ci sia, soprattutto superando certi atteggiamenti, riconoscendo le reciproche posizioni. Questo è forse il punto da cui partire: avere due visioni, due punti di vista diversi non è per forza negativo, aiuta, rafforza le garanzie per il settore perché lo rappresenta nella sua complessità”. Immediata la reazione dal presidente di Federbio, Paolo Carnemolla: “Mi trovo d’accordo sul fatto che avere due visioni, due punti di vista diversi non è per forza negativo, aiuta, rafforza Ap r i l e

2012

Segnali di apertura da parte del nuovo presidente dell’Associazione Alessandro Triantafyllidis prontamente recepiti dall’omologo Paolo Carnemolla

le garanzie per il settore perché lo rappresenta nella sua complessità. In effetti FederBio e AIAB sono due realtà differenti: la prima è una federazione unitaria e interprofessionale di organizzazioni e associazioni che non ha eguali come modello organizzativo e il cui percorso di organizzazione e affermazione è appena al primo “giro di boa” (FederBio è “rinata” solo nel 2005); la seconda è un’associazione con un’identità propria di tipo politico e culturale. Credo che sia importante, per instaurare un dialogo proficuo e continuo, comprendere che le posizioni di FederBio sono espressione dell’insieme degli associati e che questi rappresentano la grande parte del settore a cui appartiene anche AIAB. A tal proposito ritengo che sia dunque interesse di AIAB e dei suoi associati contribuire al

BIOLOGICO NEWS

Prove di “disgelo” tra Federbio e Aiab

fatto che l’Associazione partecipi direttamente al rafforzamento di organizzazioni, strumenti o anche solo posizioni unitarie dell’intero biologico italiano, a cominciare dalla richiesta di punire tutti i responsabili effettivi del fallimento del sistema di certificazione nazionale nella vicenda di frode scoperta dalla Procura di Verona”. “Il mio invito - ha concluso Carnemolla - è quello di partire proprio da questo punto; in unmomento molto complesso e impegnativo per il bio italiano è necessario essere consapevoli dei propri ruoli per creare tutti i presupposti utili alla creazione di progetti e attività che davvero sostengano il comparto, nella piena trasparenza e tutela di tutti gli attori che ne fanno parte, dal primo anello all’ultimo, consumatori compresi”. ● www.corriereortofrutticolo.it

53


B iologico news Melinda si fa “bio” Si parte da 1.500 tonnellate; l’obiettivo è quadruplicare il dato in pochi anni Melinda entra nel biologico. “Partiamo da 1.500 tonnellate di mele bio, ma puntiamo a quadruplicarne la produzione nell'arco di pochi anni”, ha affermato a un quotidiano di Trento il presidente di Melinda Michele Odorizzi, “e per far questo abbiamo fatto un progetto che prevede la garan-

zia di un prezzo maggiore per i produttori biologici nell'ordine del 40-50% in base ai vari calibri, ben sapendo che in valle di Non data l’organizzazione aziendale fatta di tanti piccoli appezzamenti rende difficile la produzione bio, salvo che un gruppo di contadini confinanti non si metta d'accordo ed è questo che si vuole incentivare”. Intanto la produzione è assicurata dalla coop Biolago che gestisce i 30 ettari di una bonifica che ha facilitato molto la produzione biologica in quanto viene coltivata unitariamente, un solo frutticoltore fa i trattamenti con costi contenuti: siamo nell’ordine dei 2.200 euro per ettaro. Per ora le mele bioprodotte dalle aziende agricole aderenti a Melinda saranno acquistate in esclusiva dai supermercati del Gruppo Poli. ● 54

www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticolo

Dopo la vicenda Gatto con gli Stivali serve una svolta riscoprendo la nostra identità Da alcuni mesi, a seguito della vicenda Gatto con gli Stivali, il mondo del biologico vive la necessità di una svolta, sia dal punto di vista culturale che da quello pratico. La crisi della maxi truffa ha costretto ad un ripensamento di quanto fatto fino ad oggi, riconoscendo gli errori e salvaguardando i valori del settore: salute, tradizione, sostenibilità ambientale. Il rafforzamento del sistema di controllo è sicuramente un intervento necessario peraltro già da tempo in atto. Ma altrettanto essenziale è anche una risposta, in un certo senso complementare, che consiste nella riscoperta non solo teorica ma soprattutto pratica delle filiere nazionali. Bisogna ripensare il concetto di filiera, in primis, in termini di prossimità: una filiera “vicina” non tanto e non solo dal punto di vista geografico, perché il discorso può valere anche per partner esteri, ma organizzativo e sociale. Stabilire nel tempo una relazione solida con i partner commerciali significa di fatto puntare su affidabilità e qualità. Riscoprire la filiera “vicina” comporta un impegno maggiore rispetto al commercio in cui si compra di volta in volta dal miglior offerente, ma paga sul lungo periodo e riduce di molto i rischi di truffe. Richiede però passione verso il lavoro e attenzione a due fattori fondamentali: innanzitutto l’equa distribuzione del reddito in tutte le parti della filiera. Troppo spesso all’agricoltura arrivano solo le briciole del reddito prodotto. Non a caso negli ultimi dieci anni la parte agricola del mercato è rimasta quasi ferma, mentre il comparto della lavorazione si è sviluppato in modo sorprendente. La cosa non solo mette in evidenza un necessario ritorno all'equità, ma è anche paradossale dato che l'Italia si qualifica come eccellenza nel mondo proprio per le sue materie prime. Attraverso una più giusta distribuzione del reddito, la filiera diventerà più efficiente anche dal punto di vista economico, come un meccanismo ben oliato: in questo caso, qualità e pazienza vengono ripagate. Se vogliamo proporre il biologico italiano sul mercato internazionale dobbiamo puntare sulla nostra identità, fatta di ingredienti unici provenienti da una tradizione agricola millenaria che tutto il mondo ci invidia. Anche se è importante sviluppare un commercio di filiera che sappia dialogare positivamente con l’estero, è difficile proporre il biologico italiano senza promuovere le filiere autoctone. Come Consorzio il Biologico, crediamo nell’efficacia di questo metodo non solo dal punto di vista economico e protettivo di fronte a fatti come la recente frode Gatto con gli Stivali. Ci crediamo soprattutto perché su questo si basa la nostra identità di Consorzio, la nostra tradizione di produttori che portiamo avanti fin dalla nostra nascita e per il futuro, insieme ai nostri soci. Lino Nori presidente Consorzio il Biologico

Ap r i l e

2012


B

CorriereOrtofrutticolo

L’ormai imminente pubblicazione della nuova norma ISO/IEC 17065, che sostituirà l’attuale ISO 65 (in Europa declinata come UNI CEI EN 45011), fa riflettere ancora una volta sul significato della certificazione e sul ruolo che la stessa può avere per il miglioramento della qualità dei prodotti, degli scambi commerciali e, in definitiva, delle condizioni economiche di un Paese. Si tratta della norma che sul piano internazionale fissa i requisiti che devono possedere gli organismi che intendono certificare prodotti, processi e servizi; è, quindi, la norma di riferimento in base alla quale opera CCPB nei vari settori di competenza, dal biologico all'integrato, dal globalgap alla rintracciabilità di filiera passando per i settori no food, quali la cosmesi e il tessile. La bozza di norma non può fare altro che riaffermare il concetto di un servizio, quale quello di certificazione, teso a verificare la presenza di requisiti di prodotto, processo o servizio secondo quanto prescritto e contemplato dalle norme di riferimento. Un filo diretto con la qualità, ovvero con quegli aspetti e con quei requisiti che sono oggetto di comunicazione al mercato e che il consumatore desidera trovare nei prodotti o nei servizi che acquista. La certificazione, quindi, come servizio al mercato ed alla collettività intesa come tutte le parti interessate da un processo per giungere fino al consumatore, parte essenziale nel riconoscere il ruolo della certificazione. Proprio quel consumatore che in tutte le ricerche di mercato e nei sondaggi attribuisce alla certificazione il ruolo insostituibile della garanzia. Nei Paesi ad economia avanzata la certificazione è ormai elemento imprescindibile per il miglioramento della qualità e della competitività delle produzioni e dei processi produttivi che ne sono alla base. Tutto ciò si trasforma in competitività di un sistema-Paese rispetto ad altri sistemi, in maggiore garanzia per un mercato sempre più globale che usa la certificazione come garanzia di soddisfacimento delle proprie richieste e come discriminante per scegliere un prodotto piuttosto che un altro. Si tratta di un concetto non sempre ben compreso né dalle aziende, né tantomeno da molta parte delle Autorità Pubbliche. Le aziende hanno in molti casi subito la certificazione come un'imposizione o una “conditio sine qua non” per entrare o rimanere in alcuni mercati: la certificazione deve essere una scelta responsabile e deve essere “facilitata” anche per le piccole e medi imprese che non sempre sono nelle condizioni di sopportarne gli oneri organizzativi ed il mantenimento. Le Pubbliche Amministrazioni non hanno ancora compreso come la certificazione sia un elemento di maggior trasparenza ed operi nel mercato secondo la logica della sussidiarietà senza alcuna confusione fra sfera privata (la certificazione) e sfera pubblica (controllo e vigilanza). Da questa confusione nasce anche la supposta e sbagliata concezione che quando gli organismi di certificazione operano privatamente nell’ambito di norme cogenti siano in qualche modo incaricati di pubblico servizio ed operino “alle strette dipendenze” dell’Autorità di turno. Dal nostro punto di vista, la strada da percorrere per la piena comprensione del significato della certificazione è ancora lunga e finchè non l’avremo percorsa non potremo goderne dei vantaggi competitivi. Fabrizio Piva Amministratore delegato CCPB

Ap r i l e

2012

Exploit danese Vendite ed export in netta crescita. Progetto per mense scolastiche ed uffici

BIOLOGICO NEWS

Certificazioni, arriva la nuova normativa Fondamentale coglierne l’importanza

Di tutti gli alimenti venduti in Danimarca, più del 7% sono biologici. Nel 2010, un terzo del latte bevuto dai danesi era biologico, così come lo erano il 20% di tutte le uova che mangiavano, e quasi un quarto di tutta la frutta e verdura consumate. Le vendite annuali di prodotti alimentari biologici ha toccato i 670 milioni di euro, secondo la Confagricoltura danese (Landbrug & Fødevarer). E questo dato è destinato a salire. Il governo si è posto l'obiettivo di offrire presso le mense del settore pubblico, tra cui scuole, case di cura ed uffici – il 60% di prodotti biologici entro il 2020. La crescente domanda per i prodotti biologici, da carote e lattuga, fino a frutti tropicali e cibi pronti, ha comportato una forte crescita di questo settore in Danimarca. Le esportazioni, tra il 2006 e il 2010, sono triplicate, per lo più indirizzate ad altri Paesi dell Ue. Le importazioni di frutta esotica, frutta e verdura biologica, così come cereali biologici, mangimi e bevande – vengono in gran parte da Paesi Bassi, Germania e Italia. ● www.corriereortofrutticolo.it

55



D

CorriereOrtofrutticolo

Il carrello della spesa corre verso Sud. Auchan, che in Italia è il terzo operatore della grande distribuzione organizzata, dietro a Coop e Conad, con una quota di mercato dell’8,3%, ha appena inaugurato, a Palermo, il suo 17esimo Ipermercato nel Mezzogiorno. Una strategia che in apparenza va controcorrente, viste le mosse dei rivali di Carrefour. Il gruppo con sede a LevalloisPerret infatti ha abbandonato il territorio cedendo a Coop i propri punti vendita. Anche Conad rilancia in Meridione, acquisendo 15 strutture, sotto le sue insegne siciliane. E prossimo protagonista del mercato potrebbe essere Mercadona, il big della Gdo spagnola, che si appresta a sbarcare in Italia. Lo scenario non è però dei più semplici. Stando ai dati pubblicati da AcNielsen, il 2012 è cominciato male per il settore confermando un rallentamento dei consumi che ha l’aria di trend sempre più preoccupante. Il canale dell’extralarge, quello degli ipermercati, oltre 4.500 metri quadri, è crollato del 4,5% in termini di vendite, mentre i super, da 400 fino 4.500, segnano un pallida ripresa, più 0,4%. Con Centro e Sud Italia che hanno trainato la ritirata dei consumi, subendo rispettivamente un calo del 2,2% e dell’1,9%. Anche il discount ha subìto una leggera battuta d’arresto nella crescita pur seguendo nei suoi numeri positivi (+4,8%). In generale, i dati evidenziano l’accentuarsi della frenata del mondo no food (8% e 13,6% in dicembre) e anche dei prodotti freschi a peso variabile (5,7%). Grandi superfici che sembrano sempre meno attrattive per i consumatori, carrelli della spesa che si svuotano sotto i colpi dell’inflazione. Auchan è convinto invece che il Ap r i l e

2011

Aperture di nuovi Pv in Sicilia e nel Mezzogiorno a differenza di Carrefour, che decide di lasciare. Inizio d’anno difficile per le catene distributive

DISTRIBUZIONE

Auchan e Conad, rotta a Sud e grande attenzione ai prezzi

Politiche di category management, tesi di laurea su Sant’Orsola Integrazione delle politiche di category management nella struttura commerciale di Sant’Orsola, la Cooperativa di Pergine Valsugana (trento) tra i leader in Italia nella produzione di piccoli frutti, fragole e ciliegie tardive, arriva all’Università. Il tema è infatti al centro della tesi “Il category management: una soluzione per migliorare i rapporti industria-distribuzione. Il caso Sant’Orsola”. La tesi è stata recentemente presentata all’Università di Trento da Silvia Vender, neo-laureata in Economia e Management. Lo studio della neo dottoressa Vender sottolinea in particolare il lavoro svolto da Sant’Orsola per migliorare la relazione con i propri clienti operatori dei mercati e buyer della Grande Distribuzione -, attraverso il rapporto diretto quotidiano e il monitoraggio costante dei punti vendita, nell’ottica di una gestione evoluta delle categorie. Queste pratiche hanno consentito una migliore condivisione di informazioni sui consumatori, una filiera più corta e un’offerta più efficace. “L’adozione del progetto di category management ha sicuramente migliorato il rapporto con la distribuzione - conferma la tesista - si è infatti ridotta l’asimmetria informativa e sono migliorate le condizioni di compravendita e l’assortimento”. “Questa è solo una delle tante pratiche messe a punto dalla Cooperativa, che può contare su una qualità di prodotto molto elevata, un lavoro attento sul packaging ed efficaci piani di marketing e di promozione - prosegue nella sua analisi Silvia -. La relazione con i clienti diretti creata dal progetto di category management fornisce informazioni molto utili per sviluppare questi campi”.

www.corriereortofrutticolo.it

57


Distribuzione

CorriereOrtofrutticolo

Cassingena, presidenza record: guida Sisa dal 1984 Sergio Cassingena, imprenditore vicentino, 61 anni, è stato rieletto all’unanimità presidente di Sisa Spa, l’insegna bolognese che fattura più di 3,4 miliardi di euro ed è presente in Italia con circa 2000 punti vendita. È la più lunga presidenza nel panorama della Distribuzione Moderna italiana: dal 1984 guida ininterrottamente Sisa. Il Cda, che si è riunito martedì 27 marzo, lo ha infatti scelto per un’ulteriore triennio con il compito di perseguire gli obiettivi di sviluppo del Gruppo. Sono oltre 500 i soci che si avvalgono delle varie insegne Sisa, Issimo, Negozio Italia, Quick e Sisasuperstore, secondo un modello di aggregazione che mette insieme le piccole e medie realtà distributive fortemente radicate nel territorio con supermercati di prossimità vicini alle esigenze del consumatore.

suo modello di business possa rilanciarsi. A partire dal Sud. Solide partnership con le imprese locali, valorizzate anche attraverso i canali di vendita all’estero, utilizzo del franchising e flessibilità del lavoro, questa la strategia di rilancio nel Mezzogiorno. Negli ultimi tre anni la multinazionale francese ha investito nel Sud 91 milioni di euro (Puglia, Campania e Sicilia) sia per nuove aperture (Triggiano, Napoli, Palermo Carini e Catania), che per ampliamenti e modernizzazioni (Mugnano e Taranto). Certo, i venti della crisi soffiano per tutti. Malgrado un 2010 in recupero, con una crescita del giro d’affari del 5%, l’anno scorso, per Auchan Italia, è stato di segno negativo, 58

www.corriereortofrutticolo.it

in calo del 5,8%, pari a circa 3 miliardi di euro di fatturato. Per Christian Iperti, direttore generale di Auchan Italia, non è in discussione il “potenziale economico del sud, dei consumi e delle imprese fornitrici”, anche in un momento di congiuntura negativa. “Il Sud, per noi, è un laboratorio di innovazione, dove poter lavorare sulla modernizzazione dei nostri formati". Intanto Conad Adriatico punta su lotta al carovita e sostegno ai consumi: questi i punti forti dell'impegno in Puglia e in Basilicata. La cooperativa ha potenziato ulteriormente le iniziative a tutela del potere d'acquisto delle famiglie con l'offerta di una serie di panieri di prodotti a prezzi con-

venienti che hanno fatto risparmiare ai clienti 127,8 milioni di euro. Tale offerta rappresenta il 31,7% del fatturato realizzato in Puglia e il 36,1% in Basilicata. I prodotti a marchio hanno avuto un ruolo di primo piano, tanto che uno su sei venduti in Puglia e uno su cinque in Basilicata sono Conad, in crescita rispetto al 2010. Nel 2011, Conad Adriatico Puglia e Basilicata ha sviluppato un fatturato di 260,6 milioni di euro - di cui 240,6 milioni di euro nella sola Puglia - con 112 punti di vendita - per una superficie complessiva di 61,5 mila metri quadrati - 60 soci e 1.350 addetti impiegati nella rete di vendita. Opera con 103 punti di vendita in Puglia e 9 in Basilicata, adatti ad ogni necessità di spesa. In Puglia Conad Adriatico detiene una quota di mercato del 6,3% e in Basilicata del 3,5%. Sono 133 i fornitori di prodotti agroalimentari delle Province di Bari, Brindisi, Barletta-Andria-Trani, Foggia, Lecce, Taranto (123) nonché di Matera e Potenza (10) dai quali, nel 2011, Conad Adriatico ha effettuato acquisti per oltre 25 milioni di euro. n Puglia, Conad sta portando avanti il progetto di filiera per l'uva Italia lanciato lo scorso anno da Coopernic: nel 2011 nei punti di vendita sono stati venduti 26 milioni di chilogrammi di uva pugliese. Intanto secondo Sandro Castaldo, docente Sda Bocconi, esperto di Grande distribuzione organizzata, il settore si trova all’alba di una nuova rivoluzione. “È la crisi dei grandi formati della Gdo. I consumatori non hanno smesso di fare la spesa. Certo, si compra con maggiore attenzione, magari spezzando i propri acquisti in diversi punti vendita. Lo dimostrano i dati di AcNielsen che raccontano sì un crollo dei consumi di fascia mediobassa ma anche un aumento delle etichette di maggior valore aggiunto. Si tratta di un trend che possiamo definire di spesa selettiva”. ● Ap r i l e

2011


D

CorriereOrtofrutticolo

TUNISIA

65 milioni di dollari investiti da Walmart

Magasin Général stringe con Auchan POLONIA

Ok a febbraio le vendite al dettaglio

Walmart espande la sua presenza commerciale nel Salvador. Il colosso statunitense della grande distribuzione organizzata é leader di mercato in Messico e in Centroamerica. Nel 2012 Walmart si prepara a investire 65 milioni di dollari nel Salvador per aprire nuovi supermercati: Walmart opera nel paese centro amerciano con i formati Maxidespensa, Despensa Familiar e Despensa de Don Juan.

GERMANIA

Retail in sofferenza a fine 2011 Il settore retail in Germania ha registrato a dicembre 2011 un modesto aumento in termini nominali dello 0,5% ed un calo in termini reali dello 0,9% rispetto a dicembre 2010, mentre nel confronto con novembre 2011, il fatturato è sceso dell’1,7% nominalmente e dell’1,4% in termini reali. Le vendite al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco hanno registrato un incremento dello 0,3% e un decremento reale dell’1,7% rispetto a dicembre 2010. Le stesse cifre caratterizzano l’andamento del fatturato nei supermercati, grandi magazzini ed ipermercati. I negozi specializzati hanno registrato nell’ultimo mese del 2011 un aumento dello 0,8% (nominale) e una flessione dell’1,4% (reale). Ap r i l e

2011

A febbraio 2012 le vendite al dettaglio in Polonia sono aumentate del 13,7% (in termini reali 8,9%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (a gennaio +14,3%) e dell’1,2% rispetto a gennaio 2012. L’incremento delle vendite dei grossisti è stato del 5%. La crescita maggiore si è registrata nei negozi al dettaglio non specializzati, il che significa nei negozi discount (+32%) e in quelli che vendono macchine, motocicli e parti di ricambio (+25,2%). I polacchi continuano a comprare alimentari (+3%), mentre le vendite per giornali, libri e negozi specializzati sono calate del 7,4%. Per quanto concerne le industrie, i nuovi ordini registrano un incremento del 27,5% rispetto allo stesso periodo del 2011 e del 10,3% rispetto a gennaio 2012.

MALAYSIA

Parkson Retail Asia apre 18 negozi La catene di grandi magazzini Parkson Retail Asia nei prossimi anni prevede di aprire altri 18 punti vendita in Malaysia. Attulmente Parkson è presente nel paese con 37 punti vendita e nell’area in Indonesia e Vietnam. Lo scorso anno il fatturato di Parkson e cresciuto del 12% Le previsioni di crescita in Malaysia, per l’anno in corso, prevedono un aumento del 6,5% delle vendite al dettaglio.

La Società tunisina Magasin Général ha siglato recentemente un accordo di collaborazione con l’insegna francese specializzata nella grande distribuzione Auchan. In virtù di quest’accordo, Auchan ha acquisito una partecipazione iniziale del 10% nel capitale della società tunisina che potrebbe arrivare al 25% nel prossimo futuro, cosi come affermato dal Direttore Generale di Auchan, in visita in Tunisia. Con questa collaborazione Auchan intende portare il suo know-how in materia di formazione, marketing e di controllo di gestione.

DISTRIBUZIONE

SALVADOR

AUSTRIA

Diminuisce l’acquisto di “freschi”

In Austria l’acquisto di prodotti freschi nei supermercati è in diminuzione. Il valore dei prodotti freschi (carne e derivati, articoli lattiero-caseari, frutta e verdura) venduti al dettaglio è di 4 miliardi di euro all’anno. Dai dati risulta che i consumatori preferiscano effettuare una gran parte degli acquisti solo quando i prodotti sono offerti a prezzo ridotto. Inoltre, si è verificata una perdita della quota di mercato delle catene di discount, data la crescente concorrenza dei supermercati tradizionali, che offrono sempre più articoli di marca propria a prezzi molto bassi.. www.corriereortofrutticolo.it

59


M

ondo

CorriereOrtofrutticolo

Verona e Padova toccano con mano il “modello Mercabarna” Una missione a Barcellona del Maap di Padova e di VeronaMercato con un fitto seguito di grossisti, si è svolta dal 22 al 24 marzo con lo scopo di approfondire il “modello Mercabarna”, incrementare i rapporti d’affari, conoscere le strutture logistiche. La missione è stata organizzata con il supporto del nuovo servizio Int.B. Service di Omnibus, società del nostro gruppo editoriale a cui fanno capo tutte le iniziative di internazionalizzazione. La delegazione ha visitato le strutture del mercato all’ingrosso di Barcellona, il Mercabarna appunto, intrattenendo rapporti con i dirigenti e i grossisti. All’interno del mercato, in collaborazione con la locale Associazione dei grossisti, si sono svolti degli incontri d’affari. La delegazione ha visitato anche le strutture logistiche del porto della metropoli catalana e i magazzini di uno dei più importanti operatori ortofrutticoli di Barcellona, il CMR Group controllato dalla famiglia Martì. A capo della delegazione veneta il presidente di VeronaMercato Paolo Silos Albertini e il direttore Paolo Merci, il presidente del Mercato di Padova Franco Frigo, l’amministratore delegato Giancarlo Daniele (che è anche presidente dell'Associazione dei grossisti padovani) e il direttore generale Francesco Cera. La delegazione è stata ricevuta dal nuovo direttore generale del Mercabarna Josep Tejedo, dal direttore operativo dei mercati Joaquim Ros e dal capo del Dipartimento Ricerca e sviluppo Pablo Villanova. Alle riunioni con i grossisti ha partecipato il titolare di CMR Fruits C Martì. Si è trattato di una missione molto operativa. Da una parte sono stati stretti nuovi rapporti tra imprese dei due Paesi (non dimentichiamo che la Spagna è il pri60

www.corriereortofrutticolo.it

Importante opportunità di crescita, ma anche di business, per una folta delegazione dei due Mercati veneti che hanno visitato il Centro all’ingrosso, il porto e i magazzini di Cmr

Ap r i l e

2012


M

CorriereOrtofruttIcolo

Ap r i l e

2012

MONDO

mo fornitore di ortofrutta dell’Italia ma da alcuni sta crescendo una corrente di traffico anche in senso inverso, soprattutto per quanto riguarda mele e kiwi); dall’altra parte sono stati esaminati anche alcuni aspetti strategici, riguardanti i trasporti e la logistica. Gli operatori di Barcellona, in particolare, si sono mostrati interessati a organizzare una corrente di traffico tra Barcellona, Verona e Padova, con la possibilità che in uno dei due mercati veneti si possa realizzare una piattaforma logistica catalana in grado di servire anche i mercati del “medio-Est” europeo, come Slovenia e Croazia. Alcuni scambi di informazioni sono avvenuti in questa direzione nei giorni successivi alla visita. Il Mercabarna movimenta più di un milione di tonnellate di ortofrutta l’anno ed è un raro caso di mercato di giorno, che offre ai suoi operatori e alla città di Barcellona una serie di servizi che lo pongono all’avanguardia tra i mercati europei. È interessato da correnti commerciali internazionali e particolarmente importanti sono quelle con il Centro e Sud America. Lo stesso CMR Group ha, per esempio, una società in Brasile che attraverso Barcellona commercializza in Europa frutta tropicale e di contro-stagione. La missione ha confermato un’importante tendenza del commercio ortofrutticolo in Europa: la necessità di creare correnti commerciali più stabili attraverso la collocazione di piattaforme logistiche in luoghi strategici in modo di rifornire in modo più efficiente distributori e dettaglianti. Questo è particolarmente importante per l’Italia che sta perdendo ruolo e spazi sui mercati mondiali e anche in Europa a causa di competitori internazionali sempre più agguerriti e in grado di raggiungere mercati sempre più lontani. Pensiamo all’ingresso dei nuovi players nel mercato globale alla faccia del “km zero”. Un esempio? Sta entrando in maniera non trascura-

In queste pagine, frammenti della visita della delegazione veneta a Mercabarna

bile nel mercato russo e anche in qualche mercato europeo l’uva da tavola indiana a fianco di quella cilena e sudafricana e si prepara ad entrare nella scena del commercio di questo prodotto il Brasile. L’Italia deve recuperare. Come? Anche rilanciando il ruolo dei Mercati all'Ingrosso come motori dell'internazionalizzazione, cosa che Padova e Verona mostrano d’avere capito. (a.f.) www.corriereortofrutticolo.it

61


ORGANIZZATORI

24-26

OTTOBRE FIERA INTERNAZIONALE DEL SETTORE ORTOFRUTTICOLO

IL MIGLIOR MERCATO PER COLTIVARE I PROPRI AFFARI

www.fruitattraction.ifema.es

IFEMA CALL CENTRE CHIAMATE INTENAZIONALI (34) 91 722 30 00

fruitattraction@ifema.es

2012

MADRID-SPAGNA


M

CorriereOrtofruttIcolo

Negli ultimi dieci anni il consumo di ortofrutta è calato sensibilmente. Tra il 2000 e il 2010 il consumo ha “ceduto” 100 grammi, cioè una porzione al giorno pro capite. Ad esprimere particolare preoccupazione di tale fenomeno è Freshfel, secondo cui non è vero che i prezzi dell'ortofrutta siano elevati e siano tra le cause dei cali di consumi. L’ortofrutta rappresenta ancora una delle categorie alimentari più accessibili per quanto riguarda il prezzo. Per arrivare al fatidico traguardo delle 5 porzioni al giorno raccomandate servono fra 1 e 2 euro, a seconda delle tipologie scelte, evidenzia Freshfel. Secondo l’associazione l’ortofrutta è “sotto pressione” per diversi fattori: vi è una crescente concorrenza per conquistare la “stomach share” del consumatore (dai prodotti ready-to-eat ai convenience, senza dimenticare che diminuiscono i consumi domestici ad appannaggio del fuori casa), mentre il consumatore non sembra affatto consapevole che queste soluzioni alternative di consumo non abbiano nella realtà la stessa valenza nutrizionale e salutistica di frutta e verdura. Ulteriore elemento critico è rappresentato dalla scarsa penetrazione di cui frutta e verdura godono presso i canali della ristorazione. Il settore è indebolito, frammentato e con un budget di marketing purtroppo limitato, ad appannaggio delle grandi industrie alimentari. A fianco di queste ombre vi è però da segnalare anche una zona di luce: diversi studi confermano infatti che i consumatori sono disposti ad aumentare il loro consumo di frutta e verdura. È oramai consolidato nel vissuto del consumatore europeo come una dieta ricca di frutta e verdura apporti indiscussi benefici in terAp r i l e

2012

Freshfel preoccupata: pesante il confronto nel periodo 2000-2010

Lussemburgo, frutta a prezzi... da boutique

Pesche a 8,80 euro al chilo, nettarine a 6,20 euro, uva a 6,70 euro, clementine a 5,70 euro, litchi a 12 euro al chilo, mele Golden a 5,40 euro, Kanzi a 4,90 e kiwi a 60 centesimi al pezzo. Non certo a buon mercato la frutta esposta in questo negozio di Rue Philippe II, a Città del Lussemburgo, Paese il cui Pil, non a caso, è terzo al mondo dopo Qatar e Liechtenstein. mini di nutrizione, salute, tutela dell’ambiente, costi sociali e persino in termini culturali. Per Ramon Rey, presidente di Freshfel Europe, “è giunto il momento di una comunicazione collettiva che valorizzi l’ortofrutta e su questo garantiamo il pieno supporto di Freshfel mediante la piattaforma "Enjoy Fresh”. Philippe Binard, delegato Generale di Freshfel, ha anticipato invece l’obiettivo di trasferire ai consumatori il vissuto positivo di frutta e verdura attraverso messaggi che ne identifichino in maniera chiara e semplice tutti i vantaggi ed i plus di consumo. ●

Import dalla Ue Russia sempre leader

MONDO

100 grammi di frutta al giorno in meno sulle tavole europee La Russia si conferma il primo mercato per le esportazioni di ortofrutta proveniente dal Paesi dell’Unione Europea. Secondo i dati dell'Ufficio statistico dell'Unione europea, Eurostat, l'export ortofrutticolo dall'Ue al Paese russo tra gennaio e novembre 2011, ha raggiunto 2,35 milioni di tonnellate, con un incremento del 16% rispetto allo stesso periodo del 2010. Nel periodo preso in considerazione le esportazioni verso la Russia rappresentano il 39% del totale delle esportazioni da parte della Ue verso i Paesi al di fuori dell’Unione, pari a 6,05 milioni di tonnellate, con un incremento di due punti percentuali rispetto ai dati del 2010. Dei 2,35 milioni di tonnellate di frutta e verdura esportati dai produttori comunitari alla Russia, 1,15 milioni di tonnellate erano verdure e 1,20 milioni di tonnellate frutta. Tra gli ortaggi esportati primeggiano le patate, con 596.617 tonnellate, seguite dalle cipolle con 124.658. Tra la frutta il prodotto maggiormente esportato è la mela, 465.550 tonnellate, seguita a grande distanza dalla pera, con 224.019. Nel 2010, le esportazioni orticole provenienti dall’Ue verso tutti i Paesi extra-Ue sono salite a 6,36 milioni di euro, di cui 2,33 milioni di euro destinate alla Russia, evidenziando un incremento del 39% rispetto al 2009.

www.corriereortofrutticolo.it

63


M

ondo

CorriereOrtofrutticolo

SPAGNA/1

SPAGNA/2

INGHILTERRA

Almeria, vola l’export di agrumi

Fragole: a Huelva partenza positiva....

...mentre quelle inglesi “anticipano”

Inizio d’anno col botto per il comparto agrumicolo di Almeria (Spagna). Lo scorso gennaio la provincia spagnola (ottava tra tutte quelle della Spagna per esportazione di agrumi con una quota dello 0,8%) ha inviato all’estero 5 mila tonnellate di prodotto, il 47% in più rispetto allo stesso periodo del 2011, con un aumento del 34,4% del giro d'affari attestatosi su 3,3 milioni di euro. In totale, la provincia spagnola ha esportato un valore di 1,4 milioni di euro di agrumi in Germania, circa il 42% delle spedizioni totali. La classifica dell’export prosegue con la Francia (25%), l’Olanda (22,7%) e l’Italia (10,1%).

Nei primi tre mesi della stagione le esportazioni di fragole spagnole di Huelva nell’Unione Europea sono aumentate del 19% rispetto alla stagione precedente. Metà della produzione stimata (245 mila tonnellate) è già stata raccolta in questa fase della campagna. I Paesi dell’Unione europea sono i principali importatori e consumatori di questo prodotto. La regione di Huelva esporta ogni anno l’85% della produzione di fragole e il 90% della produzione di frutti di bosco. La Francia è il cliente numero uno, con un volume che rappresenta il 34% del totale delle esportazioni, seguita da Germania, Italia e Gran Bretagna.

Precocità record per le fragole inglesi, già disponibili da tempo da Waitrose. La catena di supermercati ha scommesso che questo sarà l’anno della fragola. La convinzione del retailer nasce anche dal fatto che gli avvenimenti in programma - il giubileo della regina e i giochi olimpici dovrebbero contribuire ad aumentare il consumo di fragole. Per poter rispondere alla domanda che si prevede per questa “super summer” (super estate), Waitrose ha fatto piantare quasi il 30% di fragole in più. Le fragole arrivano dall’area di Chichester, dalle serre di Hall Hunter Partnership. Vengono vendute a 3,99 sterline (4,75 euro) a confezione da 225 grammi.

INDIA

HONDURAS

MAROCCO

Vicino il sorpasso ai danni della Cina?

Melone con il vento in poppa

L’export di arance non rispetta le attese

Il settore del melone in Honduras prosegue la marcia inarrestabile. Dopo continui anni di crescita l’export non interromperà la sua corsa neppure quest’anno, arrivando a 300 milioni di chili inviati all’estero. Nell’ultima stagione le esportazioni avevano raggiunto quota 291,3 milioni di chili. Il melone honduregno ha un forte appeal all’estero, in particolare negli Stati Uniti e in Europa. Il Paese si avvale di laboratori e moltiplica i controlli sanitari e biologici per adeguarsi agli standard europei.

L’export agrumicolo marocchino non rispetta le attese. Dopo le 530 mila tonnellate inviate all'estero nella stagione 2010-2011, per questa stagione gli esportatori del Paese magrebino speravano di vendere fuori dai confini nazionali almeno 570 mila tonnellate di agrumi. Invece si è registrata una contrazione del 30% portando i volumi a sole 500 mila tonnellate. Il dato è dell'ASPAM, l'Associazione Produttori di Agrumi del Marocco. Al 5 marzo erano stati esportate appena 380.260 tonnellate di agrumi, in calo del 10% rispetto alle 424.570 tonnellate esportate alla stessa data della stagione precedente. Oltre agli agrumi, anche il comparto delle verdure fresche (48,5%) e quello dei pomodori freschi (-31,4%) hanno deluso le aspettative.

L’India, secondo produttore mondiale, potrebbe presto sorpassare la Cina per la produzione di frutta e verdura. Attualmente il raccolto indiano si aggira intorno a 211 milioni di tonnellate di frutta e verdura, la metà di quella cinese. Potrebbe essere facilmente rafforzata riducendo lo spreco post-raccolto, stimato al 35% del totale della produzione. Una maggiore meccanizzazione agricola e sementi migliorate, secondo l’Indian Institute of Horticultural Research contribuirà alla crescita come si legge nel 12mo piano quinquennale (20122017), che si prefigge di stimolare la produzione agricola indiana. Da migliorare la produttività che è ancora bassa, con 16,13 tonnellate di produzione vegetale per ettaro. 64

www.corriereortofrutticolo.it


CorriereOrtofrutticolo

P U B B L I C I T À

Nuovi spot e promozioni per consolidare la mela Val Venosta Vip Aumento della notorietà per il marchio Val Venosta e rafforzamento dei valori associati ad esso, sia sul territorio nazionale che all’estero: il lancio di tre nuovi spot caratterizza un’importante attività marketing 2012 della VI.P. Oltre alla campagna televisiva andata in onda a febbraio e marzo in Italia - campagna che in Spagna coinvolge le più importanti reti nazionali e si spinge fino alle emittenti televisive del Medio Oriente e del Nord Africa - sono stati lanciati due concorsi. Il primo, denominato “Croc & Go” è rivolto ai consumatori presenti su tutto il territorio nazionale e prevede la classica raccolta bollini che si trovano sui prodotti Mela Val Venosta aderenti all’iniziativa. Raccogliendo 4 bollini e spedendoli all’indirizzo indicato sulla cartolina si potrà partrecipare all’estrazione di un soggiorno di una settimana per 5 persone in Val Venosta, ospiti negli agriturismi Gallo Rosso. A maggio è prevista una super estrazione finale tra i partecipanti al concorso con in palio 4 soggiorni settimanali sempre negli agriturismi Gallo Rosso ma con una sorpresa in più: i vincitori soggiorneranno tutti nello stesso agriturismo selettivo e potranno partecipare alle iniziative programmate da mela Val Venosta. Il secondo concorso, dedicato esclusivamente ai distributori, è il “Concorso Amélie” che si conclude a maggio 2012. Al rivenditore verrà recapitato un apposito kit contenente tutto il materiale per allestire uno spazio dedicato alla mela venostana (una ghirlanda, 2 poster, 4 rotair, Ap r i l e

2012

C H E

F R U T T A

Concorso Marlene a Cipro

2 tshirt, 2 cappellini). Al rivenditore il compito di creare un corner Mela Val Venosta, fotografarlo e postare la foto sul sito facebook della mela VI.P. I vincitori verranno sorteggiati tra tutti i partecipanti all’iniziativa e potranno aggiudicarsi 3 iPad, 5 iPhone e 50 DVD del film “Il favoloso mondo di Amélie”. Quanto ai Centri commerciali, nei weekend di marzo e aprile numerose le attività svolte con l’allestimento di diversi corner e iniziative speciali per i bambini.

Bastano tre bollini Marlene e un po’ di fortuna per vincere i premi messi in palio dal concorso promosso dal Consorzio VOG a Cipro. E a vincere sono in due: consumatori e rivenditori. Per un mese, fino al 15 aprile, tutti coloro che incollavano tre sticker Marlene sulla apposita cartolina disponibile in 29 punti vendita (24 fruttivendoli e 5 su-

Solarelli sulle reti Rai

permercati) potevano partecipare alla estrazione di un voucher da 1.000 euro, due da 500 e dieci da 100 euro. Premiati anche i commercianti di frutta e verdura presso cui vengono effettuati gli acquisti vincenti. L’iniziativa è supportata inoltre da un intenso piano media, che comprende tele e radio promozioni sui principali canali dell’isola e pubblicità tabellari sui più importanti magazine ciprioti. “I mercati del Mediterraneo si stanno rivelando sempre più strategici” ha commentato Gerhard Dichgans, direttore del Consorzio. “Già da alcuni anni siamo presenti a Cipro dove, grazie a partnership con gli operatori dell’isola e a mirate attività di comunicazione e marketing, siamo riusciti a guadagnare l’attenzione e la fedeltà di molti consumatori” ha concluso. Le iniziative Marlene a Cipro sono organizzate in collaborazione con Amalthia Trading, il distributore esclusivo delle mele Vog sull’isola.

Ad aprile, su RAI Radio 1 e RAI Radio 2, è scattata la campagna pubblicitaria di Apofruit Italia sul marchio Solarelli, accompagnato dal claim “Dal produttore, il meglio”. Protagonista come sempre l’attorecuoco Andy Luotto nei panni del simpatico Armando, il fruttivendolo che ha un consiglio per tutte le consumatrici che vogliono acquistare frutta e verdura di qualità. Nei primi due mesi del 2012 le vendite hanno registrato un incremento del +13%. Oggi la frutta e verdura a marchio Solarelli è distribuita da 40 operatori all’ingrosso presenti su tutto il territorio nazionale e da alcune importanti insegne della Gdo

www.corriereortofrutticolo.it

65


P U B B L I C I T À C H E F R U T T A

CorriereOrtofrutticolo

MelaPiù su La7, nei rotocalchi e sul web Grandi novità in arrivo per MelaPiù, la Fuji del Consorzio ferrarese che dal 1995 raggruppa le aziende leader della melicoltura dell’Emilia Romagna. La principale è la campagna TV. MelaPiù, che sino alla scorsa campagna ha approcciato il grande media con telepromozioni, per quella in corso ha pianificato oltre un centinaio di passaggi con uno spot TV su La7 e La7d, emittente in forte crescita ed in linea col target ed il posizionamento del brand. Il TG di Mentana, Le Invasioni barbariche, 8 e ½, Omnibus, L’infedele, Piazza Pulita, L’aria che tira, G Day sono alcuni tra i programmi che hanno ospitato il passaggio del nuovo spot on air dall’11 al 17 Marzo, per un totale di oltre 17 milioni di contatti stimati. Altra importante novità è rappresentata dalla campagna stampa consumer: per tutto marzo uscite della nuova pagina pubblicitaria su Natural Style, Settimanale DiPiù, DiPiù TV, Cucina e Diva & Donna, riviste di forte penetrazione sul target R.A. Sino al 30 aprile è attivo il concorso consumer, ormai consueto appuntamento con gli utenti Web, dopo le due fortunate edizioni precedenti. “MelaPiù, a tavola l’eccellenza è firmata” è il naming dell’edizione 2012, a sottolineare il posizionamento della mela.

Banane e ananas dei F.lli Orsero “prendono” l’autobus Dal 14 al 28 marzo gli autobus di Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli hanno promosso le banane e gli ananas di alta qualità F.lli Orsero lungo i principali percorsi cittadini. Le affissioni, di formato 300x70, erano apposte sulla fiancata sinistra degli autobus riprendendo i soggetti utilizzati per la campagna stampa. L’iniziativa è un ulteriore tassello della campagna integrata di comunicazione messa a punto per il lancio di banane e ananas F.lli Orsero tesa a raggiungere la fascia di popolazione attiva e anche di intercettare il target extra televisivo. “Dopo carta stampata, televisione e web approdiamo 66

www.corriereortofrutticolo.it

nelle principali città italiane con una campagna di affissione sui mezzi pubblici che, grazie alla sua caratteristica intrinseca di dinamicità, potra il marchio F.lli Orsero sempre più vicino alla vita delle persone e alle loro scelte di acquisti alimentari”, ha dichiarato Raffaella Orsero, Amministratore Delegato di GF Group presentando l’iniziativa.

Modì regala vacanze da sogno

Continua la campagna della mela Modì per questa seconda parte della stagione commerciale, con l’obiettivo di sviluppare brand awareness e creare forti e distintive associazioni di marca attraverso una user experience coinvolgente, in linea con la strategia di promo-comunicazione attivata. Dal primo marzo al 15 maggio 2012 tutti i consumatori possono partecipare all’estrazione finale di tre vacanze da sogno per due persone, della durata di una settimana, sull’isola di Rodi. Per partecipare basta collegarsi al sito concorsi.modiapple.com o sulla fan page facebook.com/modiapple e al gioco online “Gioca al Modì Lifestyle”. A supporto dell’iniziativa promozionale e con l’obiettivo di garantire massima visibilità al brand e al prodotto nel target di riferimento, il Consorzio Modì Europa realizzerà un’intensa campagna Google Adwords in Italia e Germania, mentre solo nel Belpaese è stata anche implementata, dal 12 al 25 Marzo, una campagna display sulle aree tematiche dei network Salute, Spettacoli&Cultura e Fashion&Life del gruppo editoriale Repubblica-Espresso. L’azione fa seguito agli ottimi risultati conseguiti con il primo concorso nella parte iniziale della stagione, a fronte di un incremento del 232% nelle visite web registrate rispetto al 2010. Ap r i l e

2012


SCHEDA PRODOTTO

CorriereOrtofrutticolo

Emanuele Zanini

La coltivazione si va rafforzando. soprattutto a Sud. L’analisi degli operatori mento la coltivazione anche in Sicilia, stabile in Calabria. Nell’ambito del Nord Italia si conferma l’importanza della fragolicoltura veneta, in particolare dell’area veronese. Si registra un 2012 in crescita per le superfici a fragola nella provincia di Trento, mentre sembrano stabili nella provincia di Bolzano. Per l’Emi-

lia Romagna, infine, si rileva una sostanziale stabilità della coltivazione in coltura specializzata. Per quanto riguarda l’evoluzione varietale in Veneto si evidenzia la crescita progressiva della varietà Eva, seguita da Alba (la più coltivata in Emilia Romagna con il 48% degli impianti, seguita da Tecla a lunghissima distanza).

numero 4 del 2012

La coltura della fragola cresce in Italia. Nel corso del 2012 le superfici sono aumentate del 4% rispetto al 2011. L’82% della superficie è investita in coltura protetta (+5% sul 2011), il rimanente 18% in pieno campo. Crescono le coltivazioni e in particolare si evidenzia un rafforzamento della coltivazione in tutte le aree del sud Italia. Le stime indicano, infatti, una crescita della fragolicoltura in Campania che segna un +5% rispetto allo scorso anno, così come si rafforza la coltivazione in Basilicata, +17%. In au-

FRAGOLE

Fragole, aumentano le superfici Panorama varietale articolato Gd più sensibile al fattore qualità

S

APO SCALIGERA naturally...

www.aposcaligera.it

APO Scaligera S.C.: Loc. Ponte Rosso 37050 - Santa Maria di Zevio (VR) - Tel. +39 045 6068311 - Fax +39 045 6068330 A P R I L E

2012

67


numero 4 del 2012

FRAGOLE

S

68

SCHEDA PRODOTTO Al sud la situazione varietale ha mostrato, negli ultimi anni, un certo dinamismo in particolare in Campania, dove si è passati dalla varietà Camarosa (che solo 4 o 5 anni fa rappresentava il 70% degli impianti) alla varietà Candonga per giungere oggi al boom della varietà Sabrina con il 28% degli impianti e Amiga con 18%. In Basilicata prevale invece Candonga con l’85% delle superfici investite. In Calabria la cultivar principale rimane Camarosa seguita da Rania. Il panorama varietale articolato, una razionale distribuzione del calendario di produzione e livelli qualitativi molto alti rendono l’offerta italiana oggi sempre più competitiva e qualificata. Carmela Suriano, direttore generale di Planitalia, società di Policoro (Matera) del gruppo spagnolo Planasa, conferma il successo di Sabrina, cultivar introdotta sul mercato proprio dall’impresa iberica. “La domanda è altissima, specie nelle zone di Battipaglia e Caserta”, afferma Suriano. “Quest’anno sono state vendute tra i 30 e i 35 milioni di piantine di Sabrina, il 20-25% dei 140 milioni di piantine di fragole vendute in totale nel Centro Sud Italia”. Continua la sua marcia spedita pure Candonga, che rappresenta il 45% del totale prodotto nel Meridione, mentre è in caduta libera Camarosa (ormai sotto al 20%), avviata verso il definitivo declino. Analizzando più in generale la stagione, Suriano afferma come “l’inverno lungo e freddo di quest’anno abbia influito sull’andamento della campagna in Italia, ma anche in Grecia e in Spagna. Dopo un avvio confuso, caratterizzato dalla presenza di molto prodotto precoce spagnolo, si è arrivati a una situazione più equilibrata a fine marzo, con quantità al di sotto della media e domanda sostenuta”. La manager di Planitalia, inoltre, sottolinea con una certa soddisfazione “un cambio di rotta nell’approccio al prodotto anche della grande distribuzione, che si sta dimostran-

CorriereOrtofrutticolo

Apo Scaligera consolida la leadership nell’export grazie alle varietà precoci

È iniziata dopo Pasqua la campagna della fragola di Verona, una delle aree più importanti in Italia per la produzione di questo frutto, ottenuto in coltura protetta. I primi raccolti presso i soci della cooperativa APO Scaligera - leader in Italia nella produzione ed esportazione di fragole, grazie a un volume annuale di circa 75.000 quintali, di cui l’80% inviato oltre confine - sono iniziati nei giorni successivi alle festività pasquali. La campagna sta entrando nel vivo per avere il suo picco nel mese di maggio, quando le otto linee di confezionamento flow pack dello stabilimento di Santa Maria di Zevio lavoreranno fino a 2.500 quintali di fragole al giorno. “Negli ultimi anni - dichiara Primo Anselmi, presidente di APO Scaligera che fattura circa 40 milioni di euro - abbiamo concentrato gli investimenti su produzioni precoci e dall’elevato grado Brix, di comune accordo con i produttori associati, motore e vero punto di forza della cooperativa. La precocità ci consente di anticipare il mercato tedesco, che rappresenta il primo mercato di sbocco per le nostre fragole, assieme a Svizzera, Austria e Paesi Scandinavi. Quest’anno il clima anomalo di aprile ha fatto ritardare di circa una settimana la campagna, che normalmente per le nostre fragole dovrebbe entrare nel pieno a metà aprile. Ciò non costituisce comunque un problema, dato che il clima influisce anche sulla dinamica dei consumi, al momento ancora deboli”. La produzione insiste su un’area di circa 250 ettari, ubicati tutti all’interno della provincia di Verona, e consente ad APO Scaligera di offrire fragole da inizio aprile a fine dicembre, per nove mesi consecutivi. Le varietà di punta sono la precoce Nora e la medio e medio tardiva Eva. Si tratta di varietà selezionate dalla stessa APO Scaligera, assieme a OP COZ, all’Istituto Sperimentale di Frutticoltura della Provincia di Verona e al CRA di Forlì (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, Unità di Ricerca per la Frutticoltura di Forlì). “Da tempo - spiega il presidente - abbiamo ritenuto strategico investire nella ricerca e selezione di varietà che siano da una parte adatte ai nostri territori, dall’altra alle esigenze dei nostri clienti, in particolare la grande distribuzione. Nel vivaio di Isola della Scala vengono prodotte ogni anno 15 milioni di piantine di fragole, che vengono in seguito distribuite ai nostri soci”. In foto: Willer Malagutti, Renato Plachesi, Valentina Giaccherini, Gianluca Bellini A P R I L E

2012


SCHEDA PRODOTTO

CorriereOrtofrutticolo

FRAGOLE Da sinistra Carmela Suriano, Pietro Ciardiello e Marco Eleuteri

numero 4 del 2012

do più attenta alla qualità delle fragole ritenendo non più determinante il fattore prezzo, che invece fino a poco tempo fa era il primo punto su cui la gdo puntava”. Chi ha scommesso su Sabrina è di certo la cooperativa Sole di Parete (Caserta), che dispone di 170 ettari di serre con 11,5 milioni di piantine, metà delle quali sono rappresentate dalla varietà di Planasa e il 20% da Candonga. “Stiamo operando su una forte innovazione varietale - afferma Pietro Ciardiello, direttore della coop campana - con l’obiettivo di raggiungere in totale una produzione di 60-70 mila quintali di fragole”. La campagna quest’anno per il gruppo casertano è partita presto, a fine gennaio, con buone prospettive di mercato. “I risultati sono incoraggianti, anche da parte della Gdo che sta premiando Sabrina e Candonga”. Queste due varietà rappresenta-

S

COOP SOLE

A P R I L E

2012

69


numero 4 del 2012

FRAGOLE

S

SCHEDA PRODOTTO

CorriereOrtofrutticolo

no il 90% (55% Candonga e 35% Sabrina) della produzione di fragole dell’Aop Armonia con sede a Battipaglia (Salerno). Secondo Marco Eleuteri, direttore commerciale dell’associazione salernitana (al cui interno comprende op provenienti da Campania, Puglia, Calabria e Basilicata) che con l’ingresso della Coop Prometas di Scanzano Jonico, nel 2012 dovrebbe raggiungere una produzione di circa 3.000 tonnellate di fragole, 1000 in più rispetto al 2011, destinate per circa il 90% alla Gdo, sia italiana (80%) che estera (10%) - “la campagna fragole è iniziata con una domanda molto sostenuta, grazie al clima mite in tutta Europa che ha incentivato i consumi in tutto il centro-Nord Europa con richieste notevolmente superiori alle disponibilità già dai primi giorni di marzo. Nonostante i produttori spagnoli di fragole, che sono i nostri principali competitors, abbiano raccolto fino a metà marzo circa il 30% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno passato sottolinea Eleuteri - le quotazioni si sono mantenute sempre abbastanza alte, comunque mediamente in linea con quelle dello stesso periodo dell’anno scorso". Partenza anticipata invece per la Secondulfo Flli. S.p.a di Somma Vesuviana (Napoli), che ha iniziato la campagna il 16 novembre grazie alla nuova varietà San Andreas, in sperimentazione all’interno dell’azienda da qualche anno. In generale secondo l’azienda

campana sul mercato c’è stata una forte pressione sui prezzi da parte della gdo che ha portato quotazioni inferiori del 20% rispetto al 2011. “Comunque sia quest’anno le fragole della Piana del Sele non hanno deluso le aspettative dando un ottimo prodotto. Per la nostra azienda - confermano da Secondulfo - la Candonga rappresenterà sempre la grossa fetta della produzione , ma ciò non toglie che continuiamo a testare altre varietà”. Situazione diversa al Nord Italia, dove il clima (siccità fino a marzo e freddo nella prima parte di aprile) ha condizionato l’inizio della campagna, con la raccolta più significativa in termini di quantità slittata di circa una settimana, inizialmente prevista attorno al 10-12 aprile con picco produttivo a inizio maggio. “I prezzi sono abbastanza interessanti - afferma Renato Plachesi, direttore commerciale di Apo Scaligera di Zevio (Verona), realtà che nel 2011 ha venduto 70

mila quintali di fragole (circa 8 mila quintali in meno rispetto al 2010) - e variano da 1 euro a 1,70 euro al cestino. Tuttavia - aggiunge Plachesi - anno dopo anno stiamo registrando la forte e crescente concorrenza della Germania, che si sta sempre più organizzando con produzioni locali. Anche per questo stiamo cercando di lavorare su varietà precoci”. Per quest’anno le previsioni per Apo Scaligera parlano di una commercializzazione attorno ai 75-77 mila quintali, clima permettendo, con circa due terzi del prodotto esportato. A livello di novità varietali buoni riscontri stanno dando le nuove linee varietali di fragole “Sweet Resistants” del Civ, Consorzio Italiano Vivaisti, che da quest’anno sta immettendo sul mercato i primi quantitativi significativi. “Per quest’anno abbiamo 12 milioni di piantine in produzione, Per il 2013 l’obiettivo è raggiungere i 20-25 milioni di piantine. Sul mercato c’è grande interesse, anche all’ingrosso e nella grande distribuzione. I margini di crescita sono notevoli, grazie anche all’adozione di varietà che si adattano a terreni stanchi e ideali per i territori del Sud Italia. “I prezzi alla produzione si stanno mantenendo stabili - rivela Michelangelo Leis, breeder del Civ - con quotazioni alla produzione che si aggirano sui 2,50 euro al chilo, ma tendenti al rialzo. emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it

pubblicità SITO C.O. il vostro sito è online iscriviti alla newsletter quotidiana newsletter@corriereortofrutticolo.it 70

A P R I L E

2012


SCHEDA PRODOTTO

CorriereOrtofrutticolo

Nel primo bimestre 2012 quotazioni migliori dell’anno precedente. Export ancora modesto offrendo a priori qualche possibilità in più di redditività, con un prezzo più remunerativo alla produzione ed alla distribuzione. “La nicchia a frutto tondo manterrà la sua importanza, con potenzialità di ulteriore sviluppo”, afferma. L’Italia rimane il principale Paese produttore ed allo stesso tempo il primo consumatore di zucchino in Europa. Non sono invece confortanti le notizie sul fronte export visto che il Belpaese esporta appena il 2-3% della produzione, seppur tale percentuale sia in leggero rialzo. La Spagna è il principale Paese concorrente sul prodotto verde (mediamente 300.000 tonnellate di produzione annue rispetto alle 550.000 tonnellate italiane) ed il maggior esportatore d'Europa. Le superfici nel Paese iberico sono aumentate nel triennio 2009-2011 per i minori rischi ed investi-

menti richiesti dalla coltura rispetto ad altre orticole. Il NordAfrica dal canto suo differenzia la coltivazione tra zucchino chiaro per consumo locale e prodotto verde per l’esportazione. La produzione ortofrutticola e l’esportazione vengono sostenute con finanziamenti ed investimenti, sia da parte del Ministero Agricolo che da parte di privati (frequenti i capitali francesi e spagnoli sulla proprietà o partecipazione delle aziende). Secondo il manager di Syngenta, gruppo che punta tra l’altro su recenti varietà come Vitulia, Rhodos e Milos, tipologie verdi per pieno campo, disponibili sul mercato nel periodo maggio-ottobre, oltre alla novità 2012 denominata con la sigla CV4506, “i recenti accordi di maggiore liberalizzazione per i prodotti agricoli tra Marocco ed Ue costituiscono una premessa per una presenza

numero 4 del 2012

Dopo un 2011 molto complesso per via di quotazioni spesso al di sotto della media e degli effetti derivanti dalla vicenda E. Coli, per quest’anno il mercato dello zucchino sembra poter contare su prospettive un po’ più incoraggianti. I primi due mesi del 2012 hanno segnato un’inversione di tendenza, con prezzi superiori rispetto al primo bimestre 2011, complice il lungo periodo di freddo intenso e basse luminosità che hanno rallentato fortemente le produzioni in Sicilia, nel Lazio e all’estero. In marzo, invece, le produzioni sono aumentate comportando un graduale abbassamento dei prezzi. Questa l’analisi di Giuseppe Circella, Portfolio manager Cucurbitacee di Syngenta, che aggiunge: “Ci attendiamo, questa almeno è la speranza, una razionalizzazione delle superfici ed un miglioramento qualitativo delle produzioni”. Nelle prime indicazioni fornite dal mercato, Circella sottolinea come già negli ultimi anni il prodotto chiaro o screziato con fiore, tipologia Altea/Ortano, grey o fiorentino/romanesco non risenta del confronto di importazione,

ZUCCHINE

Zucchina: archiviato l’effetto e-coli i prezzi “respirano”, ma crisi e competitor preoccupano

S

SERMAC ra

te c

n olo g i a

Sistemi e tecnologie per impianti di lavorazione ortofrutta

no

st

L e tue

er zucc h i n e m

A P R I L E

2012

it a

n

a ol

Ser.mac Group - Cesena (FC) - Tel. 0547 415193 - www.sermac.org - e-mail: info@sermac.org

71


numero 4 del 2012

ZUCCHINE

S

SCHEDA PRODOTTO

CorriereOrtofrutticolo

più importante del prodotto marocchino sul nostro mercato (38.000 tonnellate di zucchino esportate dal Marocco in UE nel 2011, fonte Ismea), anche se nell’accordo lo zucchino è uno degli ortaggi che saranno contingentati nelle quantità in esportazione”. Durante i mesi estivi, infine, il prodotto di origine francese e bavarese si trova sporadicamente sui mercati del Nord Italia, sebbene i flussi non siano in aumento. Tracciando invece un bilancio della passata stagione le superfici coltivate a zucchino sono state confermate in molte aree, al Nord come al Centro-Sud Italia, con un incremento nella produzione protetta nell’area Laziale ed in Sicilia. Circella dichiara che in totale Syngenta stima oltre 14.500 ettari, con trend positivo per il prodotto verde in coltivazione protetta e per lo “screziato” con fiore e romanesco in pieno campo. “Nel panorama di crisi economica e finanziaria del 2011 anche lo zucchino ha risentito del clima generale non positivo per i mercati agricoli”, spiega Circella (foto sopra). “L’importante produzione nazionale, l’importazione crescente e soprattutto i consumi ortofrutticoli contenuti hanno compresso il prezzo del prodotto sia a livello della distribuzione sia alla produzione, spesso fino ad un livello al di sotto dei costi. Gli ottimi livelli produttivi nella primavera-inizio estate in pieno campo hanno contribuito ad un esubero di prodotto in campo teoricamente destinato alla trasformazione industriale, e quindi al riversarsi sul mercato fresco di

ulteriori quantità di prodotto. Salvo brevi parentesi, nella stagione 2011 i prezzi di mercato sono stati costantemente inferiori a quelli del 2010 e addirittura alla media degli ultimi due anni. In generale la Gdo è riuscita ad assicurare l’assorbimento di volumi in maniera continuativa anche nei momenti più difficili, mentre i mercati tradizionali sono andati maggiormente a singhiozzo nelle quantità esitate. La differenziazione di frutto ha spesso consentito qualche soddisfazione in più, soprattutto per le tipologie con fiore e per le specialità italiane che non subiscono competizione dall’estero e sono tuttora importanti per il consumo in ampie zone del Nord-Ovest e degli areali tirrenici”. Secondo Lucio Colombo, manager di Monsanto, “il mercato ricerca varietà a frutto verde per l’export oltre a varie tipologie locali (romanesco, grey, bianco) per i mercati regionali. Noi come Monsanto stiamo puntando su varietà (verdi, bianche/libanesi, grey) resistenti a virus (ZYMV, WMV) per le coltivazioni primaverili-estive di pieno campo e su varietà (verdi) con resistenza alle basse temperature e capacità produttiva elevata per le coltivazioni in coltura protetta (serra, tunnel, tunnellino) dove ci distinguiamo con President”. Ad ogni modo se-

condo Colombo le quote di mercato di produzione a pieno campo stanno diminuendo per via della poca marginalità economica, mentre aumentano quelle in coltura protetta (tunnellino) in periodi (settembre-ottobre) dove la competizione europea ha una flessione e il ciclo produttivo si allunga”. Per quanto riguarda le prospettive per quest’anno, dopo un 2011 complesso a causa del clima non troppo favorevole, il manager di Monsanto sottolinea come il 2012 abbia avuto un inverno molto rigido con produzioni in calo (la richiesta è stata notevole con prezzi alti ma il meteo avverso e gli scioperi dei tir di inizio anno hanno danneggiato il comparto), mentre per il pieno campo si prospetta un calo al Sud. Sconsolante infine l’analisi di un produttore come Salvatore Dell’Arte della cooperativa Aurora, operante nell’area di Pachino (Ragusa) dove coltiva lo zucchino su una cinquantina di ettari, l’80% in tunnel e il 20% in serra, con una produzione di circa 7 mila quintali (e raccolta che va da metà novembre a metà marzo). “La qualità del prodotto è buona ma il mercato non risponde”, spiega il referente della cooperativa siciliana, che conta 84 soci, produce soprattutto pomodori con oltre 50mila quintali seguiti dalle mini angurie (8-10 mila quintali, trend in crescita). “La campagna è iniziata male e finita peggio, tra scioperi, freddo e prezzi ben al di sotto della media. Le quotazioni sono almeno del 20% inferiori rispetto al 2011”. Emanuele Zanini

UNITEC

Il nostro modo di prenderci cura delle tue Zucchine

INNOVAZIONE - QUALITÀ - EFFICIENZA

www.unitec-group.com

72

unitec@unitec-group.com

Tel: +39 0545 288884

Fax: +39 0545 288709

A P R I L E

2012


CANDONGA

a l o g a r f i d a s e h c a l o g la fra CANDONGA .it



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.