Corriere Ortofrutticolo Gennaio 2019

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MENSILE DI

ECONOMIA

E AT T U A L I T À

DI

SETTORE

corriereortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET | ANNO XXXIII Nuova serie Gennaio 2019 Euro 6,00

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LA NOTTE DELL’OSCAR A Venezia l’ortofrutta si ritrova protagonista PASSO AVANTI • PAG. 33 LEGGE FINANZIARIA Via libera al Catasto frutticolo. Corsa a quattro per chi lo gestirà

AGRUMI • PAG. 37 ARANCE IN DIFFICOLTÀ Il mercato interno è altalenante ma cresce il ruolo dell’estero. La Grecia ci sorpassa nell’export

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GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37125 VERONA - I - TEL. 0458352317 /e-mail:redazione@corriereortofrutticolo.it / Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n.46) Art. 1, comma 1, DCB VR



Agnese, agricoltrice Villafontana, Verona

Buono, biologico, fresco! Alce Nero, il marchio del biologico dal 1978, è anche frutta e verdura fresca. Una linea buona e sana: prodotti biologici che nutrono in modo corretto, frutto di un’agricoltura che rispetta la terra e la sua fertilitĂ . Prodotti che conservano tutto il gusto, e i sapori, del cibo vero.

Alce Nero. Agricoltori biologici dal 1978



Con noi imprese Protagoniste ✍ Lorenzo Frassoldati

L’anno scorso di questi tempi eravamo in campagna elettorale. Scrivevamo: “Nel paese-manicomio sui giornali e in tv tengono banco discussioni inutili e oziose… siamo oberati dalle promesse elettorali mirabolanti dei partiti politici, di cui tutti sappiamo che sono in gran parte inattuabili e che scadranno, come uno yogurt, il giorno dopo le

elezioni”. Come vedete non mi sbagliavo di molto. Questo numero del giornale è dedicato interamente al nostro evento annuale, i Protagonisti dell’ortofrutta italiana, giunto alla settima edizione nella location di prestigio dell’hotel Molino Stucky di Venezia con al nostro fianco tutto il mondo dell’ortofrutta veneta, in primis consorzi e imprese del radicchio. Vi invito a leggere con attenzione i profili dei dieci Protagonisti di quest’anno, imprenditori e manager – altrettanti esempi di innovazione, dedizione, passione - cui noi offriamo un palcoscenico nazionale e tra cui sceglieremo (per la prima volta ad elezione diretta da parte dei presenti) quello da premiare con l’Oscar dell’ortofrutta 2019. La nostra è la festa dell’ortofrutta italiana , in primo luogo del mondo produttivo. Come abbiamo scritto sul numero di dicembre, il 2018 non si è chiuso bene per l’ortofrutta italiana e questo 2019 – alla vigilia di Fruit Logistica – non offre particolari segnali positivi. Il 2018 è stato un anno pesante , per i prezzi, per le condizioni climatiche, per i consumi sempre e ancora stagnanti. La bilancia commerciale con l’estero ne sta soffrendo, in meno di 20 anni abbiamo perso volumi importanti di prodotto esportato e accresciuto le importazioni in maniera esponenziale. Assistiamo ormai da molti anni ai crescenti successi dei ‘cugini’ spagnoli che ci hanno eroso importanti quote di mercato in Europa in produzioni che erano il nostro vanto (agrumi, pesche/nettarine) e che grazie ad un sistema Paese che lavora in squadra brillano nella di-

plomazia commerciale aprendo le porte di grandi paesi lontani (Cina) ai loro prodotti. Su pere e mele subiamo la concorrenza sempre più aggressiva di Belgio, Olanda, Polonia mentre il perdurante embargo russo ci priva di un mercato per noi strategico. Sicuramente non si ripeteranno i record del 2017, che rischiano di restare un fuoco d’artificio destinato spegnersi nel buio della notte. Dalla Manovra di bilancio è arrivato un timido segnale sul Catasto frutticolo e un rafforzamento della vendita diretta. Davvero troppo poco. Intanto il Tavolo ortofrutticolo non riparte e non si intravvede una strategia pubblicoprivato per la promozione dell’ortofrutta sia sul mercato interno che sui mercati lontani dove i nostri concorrenti arrivano prima di noi. Viene da dire ortofrutta figlia di un dio minore, almeno nella considerazione della politica e nell’attenzione del ministero. Eppure i Protagonisti veneziani testimoniano di un settore vitale e vivace, che esplora nuove frontiere, che fa dell’innovazione il suo must, che sta cavalcando nuovi fenomeni di mercato come IV e V gamma, il biologico, la rinascita della frutta secca, la rivoluzione vegetale all’insegna del salutismo, il boom del radicchio veneto. Il potenziale di crescita del settore è enorme e in gran parte inespresso. Le nostre produzioni non temono confronti sul piano qualitativo e della sicurezza alimentare ma il nostro tallone d’Achille restano l’organizzazione, il lavoro di squadra, la frammentazione del mondo produttivo, l’esasperata concorrenza, l’individualismo, la latitanza delle istituzioni, la burocrazia asfissiante, la fiscalità oppressiva. Tutte cose risapute, dette ridette fina alla noia. A Venezia però dimentichiamo per una giornata problemi e ansie per il futuro, e festeggiamo insieme le migliori professionalità del settore, i buoni progetti, le imprese che sfidano le difficoltà quotidiane, quelli che nonostante tutto aprono bottega tutti i giorni. Una festa anche nostra, l’abbiamo inventata sette anni fa per dare una vetrina a un comparto troppo spesso assente dalla scena mediatica. l.frassoldati@alice.it

EDITORIALE

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Un’immagine di Protagonisti 2018, dopo la cena di gala che ha concluso l’evento alla Reggia di Caserta. Protagonisti è uno straordinario momento di relazioni che si ripete ormai da sette anni

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Fruit & Veg Professional Show 8 9 10 May 2019 Rimini Expo Centre - ITALY Organized by:

macfrut.com


THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET |

ANNO XXXIII Nuova serie Gennaio 2019

1 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37125 VERONA - I - TEL. 0458352317 /e-mail:redazione@corriereortofrutticolo.it / Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n.46) Art. 1, comma 1, DCB VR

Direttore responsabile: Lorenzo Frassoldati Redazione: Emanuele Zanini Hanno collaborato: Chiara Brandi, Duccio Caccioni, Mariangela Latella Sede operativa via Fiordiligi, 6 37135 Verona Tel. 045.8352317-Fax 045.8307646 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Editore Gemma Editco Srl Coordinatore editoriale Antonio Felice Comitato di indirizzo Duccio Caccioni, Antonio Felice, Lorenzo Frassoldati, Corrado Giacomini, Claudio Scalise (coordinatore) Sede legale e amministrativa: via Fiordiligi, 6 37135 Verona E-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it P.IVA 01963490238 Fotocomposizione e stampa: Eurostampa Srl - via Einstein, 9/C 37100 Verona Autorizzazione Tribunale di Verona n. 176 del 12-1-1965 Spedizione in abb. postale comma 26, art. 2, legge 549/95 La rivista viene distribuita in abbonamento postale c/c n. 11905379 Abbonamento annuo: 70 euro per due anni: 100 euro abbonamenti@corriereortofrutticolo.it Chiusura in redazione il 15.01.2019

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Profilo: Corriere Ortofrutticolo si è affermato come rivista “di filiera” del settore ortofrutticolo italiano. La rivista collega chi produce, chi commercializza e chi vende al pubblico, oltre ai settori connessi (dai macchinari ai trasporti). La diffusione è capillare in Italia, dove si è allargata alla grande distribuzione alimentare e al dettaglio.

Diffusione: 6.000 copie. Ripartizione del mailing: Dettaglianti 23%, Produttori 22%, Grossisti 19%, Distributori 12%, Import-export 6,5%, Servizi 5%, Tecnologie e Trasformati 2,5%, Altri 10% Gennaio 2019

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Hilton Molino Stucky, sede di Protagonisti 2019

RUBRICHE EDITORIALE Con noi imprese Protagoniste GENTE&FATTI Oscar dell’Ortofrutta Una storia lunga sette anni NOTIZIARIO LOGISTICA Il porto di Venezia attrezzato per essere un hub dell’ortofrutta

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Gioia Tauro porto in picchiata. Genova non chiude bene il ‘18

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Mantico controlla Clerici

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ATTUALITÀ PRIMO PIANO PROTAGONSTI L’albo d’oro 9

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Riflettori su Venezia

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Chi sono i dieci Protagonisti

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I Protagonisti e le loro aziende

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Il programma definitivo

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Via libera al Catasto

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L’Unione Europea vuole mettere al bando entro 7 anni il verderame. Produttori preoccupati 34 PRIMO PIANO AGRUMI Mercato non facile per le arance ma l’estero è in recupero

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Attenzione alla Grecia: ci ha fatto slittare al terzo posto tra gli esportatori europei

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Il dramma delle clementine Troppa merce sui mercati

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GENTE &

FATTI

Oscar dell’Ortofrutta Una storia lunga sette anni L’Oscar dell’Ortofrutta Italiana rivive il suo ‘magic moment’ nella notte di Venezia del 18 gennaio a conclusione dell’intensa giornata dei Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana. L’Oscar accompagna l’iniziativa dei Protagonisti fin dal suo avvio, nel gennaio del 2013. Il primo vincitore dell’ambito riconoscimento, che premia la professionalità, l’impegno, la passione di un imprenditore o di un manager portati a livelli esemplari, è stato Pietro Paolo Ciardiello, direttore di Coop Sole di Caserta. L’Oscar del 2014 è stato assegnato ad Angelo Benedetti, il patron di Unitec. Nel 2015 il riconoscimento è stato assegnato collegialmente al Sistema Melicolo del Trentino e dell’Alto Adige, che

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nell’anno precedente aveva accumulato tre Protagonisti nei suoi tre personaggi di punta: Gerhard Dichgans di VOG, Luca Granata allora di Melinda e Joseph Wielander di ViP. L’Oscar 2016 è stato condiviso da Nicola Giuliano dell’omonimo gruppo e Nello Alba di Oranfrizer con un riconoscimento a parte alla filiera, assegnato a Giuliano Canella di AlìAlìper. L’Oscar 2017 è ritornato all’antico con una singola nomination: Ilenio Bastoni, direttore generale di Apofruit. Nel 2018 l’Oscar è andato a Salvatore Secondulfo, presidente della Secondulfo SpA. Quest’anno, per la prima volta, il riconoscimento è il risultato di un sistema selettivo misto. Dapprima una giuria di ‘gran-

di elettori’ stabilisce una terna tra i 10 Protagonisti del 2018, la stessa terna viene riportata su una scheda per dare il via a una votazione a cui possono partecipare tutte le aziende iscritte all’evento

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GENTE

FATTI &

e presenti alla cena di gala, al termine della quale avviene lo spoglio e la proclamazione del vincitore. L’urna resta aperta per circa due ore e tutto si conclude in un grande bridisi.

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Nell’altra pagina in alto Salvatore Secondulfo, Oscar 2018; sotto Ilenio Bastoni, Oscar 2017. Qui sopra, dall’alto a sinistra, gli Oscar degli anni precedenti: Pietro Paolo Ciardiello (2013), Angelo Benedetti (2014), Gerhard Dichgans, Joserf Wielander, Luca Granata (Oscar per il sitema delle mele del Trentino Alto Adige, 2015), Nicola Giuliano e Nello Alba (2016) con Giuliano Canella per la filiera

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PRIMO PIANO P

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Protagonisti 2012 Dino Abbascià Pietro Paolo Ciardiello Cesare Bellò Claudio Gamberini Renato Iseppi Giovanni Olivieri Aurelio Pannitteri Renzo Piraccini Marco Salvi Raffaella Orsero Andrea Segré Premio Ortofrutta d'Italia Oscar della Frutta 2013 Pietro Paolo Ciardiello Protagonisti 2013 Angelo Benedetti Pino Calcagni Gerhard Dichgans Luigi Mazzoni Luigi Mion Francesca Nadalini Francesco Nicodemo Michelangelo Rivoira Luciano Torreggiani Nicola Zanotelli Premio Ortofrutta d'Italia Oscar della Frutta 2014 Angelo Benedetti Protagonisti 2014 Monica Artosi Luca Battaglio Ettore Cagna Raffaella Di Donna Luciano Di Pastina Marco Eleuteri Luca Granata

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Ottavio Guala Stefano Soli Raffaele Spreafico Josef Wielander Premio Ortofrutta d'Italia Oscar della Frutta 2015 Il sistema delle mele del Trentino e dell’Alto Adige Protagonisti 2015 Nello Alba Domenico Basile Pietro Calabrese Giuliano Canella Bruno Francescon Tom Fusato Nicola Giuliano Franco Mattozzi Giancarlo Minguzzi Augusto Giuseppe Pianesani Christian Pohl Premio Ortofrutta d'Italia Oscar della Frutta 2016 per la produzione Nello Alba per la filiera Giuliano Canella Premio Corriere Ortofrutticolo - Oscar della Frutta 2016 Nicola Giuliano Protagonisti 2016 Ilenio Bastoni Salvatore Bua Simone Bernardi Giuseppe Calabrese Antonio Giaccio

Salvatore Giardina Guido Grimaldi Riccardo Martini Salvatore Novello Fabio Massimo Pallottini Giulio Romagnoli Premio Ortofrutta d’Italia Oscar dell’Ortofrutta 2017 Ilenio Bastoni

PROTAGONISTI

L’ALBO D’ORO

Protagonisti 2017 Giancarlo Boscolo Claudio Coli Isabella Della Ragione Carlo De Riso Ernesto Fornari Paolo Gerevini Carola e Giovanni Gullino Enzo e Lino Lapietra Aurelio Pallavicino Salvatore Secondulfo Simone Zerbinati Oscar dell’Ortofrutta Italiana 2018 Salvatore Secondulfo Protagonisti 2018 Alessandro Annibali Carmelo Cappello Annabella Donnarumma Walter Guerra Salvatore Lotta Fabio Palo Remo Paterno Rocco Patrì Elio Pelosin e soci Domenico Sacchetto

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PRIMO PIANO P PROTAGONISTI

PROTAGONISTI DELL’ORTOFRUTTA ITALIANA. Settima edizione

Riflettori su Venezia Tempo di Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana, la cui settima edizione apre i battenti all’Hilton Molino Stucky della Giudecca (Venezia) venerdì 18 gennaio. Mai come quest’anno è completa la presenza delle rappresentanze nazionali del settore, che condividono lo spirito di un evento che intende mettere in evidenza le professionalità di imprenditori e manager che possono essere portate ad esempio per stimolare la crescita del settore ortofrutticolo italiano. Sono infatti a Venezia, oltre ai vertici dei tre storici partner dell’iniziativa ovvero Fruitimprese, Italia Ortofrutta Unione Nazionale e CSO Italy, i massimi dirigenti della cooperazione (Alleanza delle Cooperative Agroalimentari), dei Mercati (Italmercati, Fedagromercati), dell’Associazione delle Regioni Ortofrutticole d’Europa (AREFLH), rappresentanti di Freshfel, di Confagricoltura, del mondo della distribuzione e della logistica, del mondo fieGennaio 2019

I presidenti Marco Salvi, Fruitimprese, Simona Caselli, Areflh, Paolo Bruni, CSO Italy e Gennaro Velardo, Italia Ortofrutta Unione Nazionale

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PROTAGONISTI

P PRIMO PIANO

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CHI sono i dieci Protagonisti

Alessandro Annibali, New Factor, Emilia Romagna

Carmelo Cappello, Piano Stella, Sicilia

Annabella Donnarumma, Eurogroup Italia, Veneto

Walter Guerrra, Istituto di Laimburg, Alto Adige

Salvatore Lotta, OP Campidanese, Sardegna

Fabio Palo, Finagricola, Campania

Remo Paterno, CIO Serene Star, Trentino

Rocco Patrì, Eco Farm, Sicilia

Elio Pelosin e soci, Ortoromi, Veneto

? Domenico Sacchetto, Asprofruit, Piemonte

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Suspense fino a tarda ora per la nomina dell’Oscar dell’Ortofrutta Italiana 2019, per la prima volta proclamato per elezione

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I personaggi

Paolo De Castro, Commissione Agricoltura dell’Europarlamento

Giorgio Mercuri, presidente Alleanza Cooperative Agroalimentari

Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati Rete d’Imprese

Valentino Di Pisa, presidente di Fedagromercati-Confcommercio

no), che ha messo in piedi un’organizzazione forte che difende la frutticoltura di montagna; Rocco Patrì, Eco Farm (Sicilia), pioniere e innovatore, che ha riscoperto le varietà autoctone e trasferisce know-how dal vino all’ortofrutta; Elio Pelosin e soci, Ortoromi (Veneto), il player della IV Gamma che nel 2018 ha dimostrato di avere una marcia in più; Domenico Sacchetto, Asprofrut (Piemonte), a capo della prima OP del Nordovest, che coinvolge i giovani affinché il Piemonte continui a credere nell’ortofrutta. La cerimonia di premiazione, condotta dal presidente di CSO Italy Paolo Bruni con l’intervento dei presidenti delle Associazioni partner, è fissata alle 18,45. Poi, alla cena di gala (220 le persone registrate), la sorpresa dell’elezione dell’Oscar dell’Ortofrutta Italiana 2019, votato per la prima vota dai presenti (un voto per azienda) tra una terna scelta da una giuria ristretta di Grandi Elettori tra i dieci Protagonisti 2018 e indicata in un’apposita scheda. L’urna viene aperta poco prima della fine della cena, segue quindi lo spoglio e la comunicazione del vincitore. All’evento hanno dato quest’anno la loro adesione, oltre ai partner storici, Confagricoltura, l’Associazione delle Regioni Ortofrutticole d’Europa AREFLH, Macfrut, BPER Banca, Italmercati, Fedagromercati, l’Associazione delle Donne dell’Ortofrutta. Partecipano il Consorzio per la Tutela del Radicchio Rosso di Treviso IGP e Variegato di Castelfranco IGP, il Consorzio di Tutela del Radicchio di Chioggia IGP, a testimoniare e mettere in risalto il fatto che la regione ospite di Protagonisti è la principale area di produzione europea del radicchio rosso, fatto sottolineato anche dalla partecipazione di Geofur, in rappresentanza del Consorzio di Tutela del Radicchio di Verona IGP. Ed è proprio il radicchio veneto IGP l’ingrediente principe della cena. Partner istituzionale è l’Autorità www.corriereortofrutticolo.it

PROTAGONISTI

ristico, del credito e delle assicurazioni. Oltre 150 le aziende partecipanti. Il vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro ha confermato la sua presenza. Il programma si presenta ricco di novità. Due seminari, il primo dedicato alla logistica integrata dell’ortofrutta, il secondo dedicato al rapporto tra distribuzione organizzata e Mercati. Un focus sulle buone pratiche ambientali come valore aggiunto per il consumatore. Due premi speciali, uno voluto da BPER Banca per valorizzare l’innovazione e la sostenibilità, l’altro dall’Associazione Nazionale Donne dell’Ortofrutta, dedicato alla memoria dell’imprenditrice Danila Bragantini. I lavori sono introdotti dal direttore del Corriere Ortofrutticolo, la nostra storica rivista (anno di nascita 1965) di settore che ha voluto fortemente questa iniziativa, Lorenzo Frassoldati. Ci sono due momenti clou. Il primo è la premiazione dei 10 Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana per il 2018. Nell’ordine: Alessandro Annibali, New Factor (Emilia Romagna), player della frutta secca che ha promosso un grande progetto per il rilancio della noce italiana; Carmelo Cappello, Piano Stella (Sicilia), sperimentatore di eccellenze orticole di successo in Europa; Annabella Donnarumma, Eurogroup Italia (Veneto), la paladina che si batte per l’ortofrutta italiana in Germania; Walter Guerra, Istituto di Laimburg (Alto Adige), ricercatore di livello internazionale, numero 1 in Italia nella ricerca varietale sulle mele; Salvatore Lotta, OP Campidanese (Sardegna), che ha valorizzato l’ortofrutta sarda come nessuno prima, promuovendo qualità e territorio; Fabio Palo, Finagricola (Campania), che partendo dalla tradizione ha lanciato a livello internazionale il pomodoro fresco e trasformato grazie a una forte organizzazione aziendale; Remo Paterno, CIO Serene Star (Trenti-

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P PRIMO PIANO PROTAGONISTI

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di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale - Porti di Venezia e Chioggia, non casualmente ma perché la logistica marittima dell’ortofrutta è il tema centrale del primo dei due seminari in programma. Tra i sostenitori OPO Veneto, Mister Nut, Fruit 24, Ortoromi, Sermac, Macfrut, Veronamercato e MAAP, Euler Hermes, My Venice Food & Wine. L’evento si è sempre svolto nel terzo venerdì di gennaio in sedi prestigiose come Villa Serego Alighieri in Valpolicella (Verona), Monte Del Re di Dozza (Bologna), Cantina Rotari di Mezzocorona (Trento), Casa Cava di Matera, Palazzo Beneventano di Ortigia (Siracusa), la Reggia di Caserta. Nel corso dell’edizione veneziana viene annunciata la sede di Protagonisti 2020. All’evento, Fruitimprese è rappresentata dal presidente nazionale Marco Salvi e dal vicepresidente Giacomo Suglia. Una nota di Fruitimprese ricorda che nel corso della cena di gala che conclude l’evento viene assegnato il Premio ‘Danila Bragantini - Donne dell’Ortofrutta’ promosso dall’Associazione Donne dell’Orto-

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frutta. Il premio è consegnato da Alessandra Ravaioli, presidente dell’Associazione e appunto da Marco Salvi, presidente Fruitimprese. “Siamo partner convinti di questo evento, ormai giunto alla settima edizione, fin dalla sua nascita - commenta Salvi - perché siamo profondamente convinti del valore economico, sociale e ambientale di un sistema ortofrutta Italia che fatica ad imporsi sulla scena mediatica nazionale e che non ha nulla da invidiare agli altri settori dell’agroalimentare nazionale per promozione del

Il prodotto simbolo

Il Veneto è la prima regione europea nella produzione di radicchio. Per questo il radicchio è il prodotto simbolo di Protagonisti 2019

made in Italy nel mondo, spirito di innovazione, volontà tenace di internazionalizzazione e grande professionalità di imprenditori e manager. Quest’anno siamo ancora più coinvolti - e siamo sinceramente grati all’Associazione Donne dell’Ortofrutta - perché il premio intitolato alla memoria di Danila Bragantini ci tocca da vicino. Danila è stata per lunghissimi anni una apprezzata dirigente di primo piano della nostra associazione, un riferimento professionale e umano per tutti noi, una donna dalla forte personalità che univa grande competenza, tenacia nel perseguire gli obiettivi e una schiettezza vincente nei rapporti umani. Il mondo dell’ortofrutta le deve molto ed è giusto ricordarla con un premio che ogni anno onorerà il ruolo crescente e sempre più importante che le donne imprenditrici rivestono in questo settore”. Una nota sull’evento è stata diramata, tra gli altri, anche da Valfrutta Fresco che durante la giornata veneziana propone alcune eccellenze della sua vasta gamma oltre al Peperone Cornelio, il cui produttore è tra i dieci Protagonisti del 2018. Gennaio 2019


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ALESSANDRO ANNIBALI Emilia Romagna

corriereortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET | ANNO XXXII Nuova serie Febbraio 2018 Euro 6,00

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PROTAGONISTI ALESSANDRO ANNIBALI Creatività e marketing per il rilancio della noce PAG.41 Riminese, classe 1957, è presidente di New Factor e dell’Azienda Agricola San Martino, capofila della storica iniziativa di filiera ‘Noci di Romagna’, recentemente mutata nel progetto ‘In-Noce’. Laureato in Economia e Commercio all’Università di Bologna con 110 e lode, ha lavorato per anni tra Roma e la California. Dopo una parentesi come direttore del Gran Hotel di Rimini (il 5 stelle amato da Federico Fellini), di cui il padre Iliano e lo zio Luigi erano azionisti di maggioranza, nel 1990 intraprende l’avventura alla New Factor, divenendone amministratore delegato nel 1992. Da allora un’escalation di successi che hanno portato l’azienda di Cerasolo Ausa ai vertici nel comparto della frutta secca e disidratata. Curioso ed appassionato di storia, ammette di aver sempre sognato di fare l’antropologo; un desiderio non del tutto accantonato e in qualche modo soddisfatto: “Con il mio lavoro - spiega - riesco a conoscere sempre nuove culture e nuove civiltà; in un certo senso faccio anche l’antropologo”. Tra i momenti più difficili della sua vita un tragico incidente aereo nel 1979 a Città del Messico, che lo ha visto tra i tredici superstiti e che gli ha lasciato una profonda cicatrice. Tra i ricordi più esaltanti “la foto su Time Magazine di Zhirinovsky, leader della destra russa dell’era post Gorbaciov in costume da bagno a bordo piscina, con in mano una busta di pistacchi ‘Mister Nut’, a dimostrazione della popolarità del marchio in Russia in quegli anni”. Fondatore di Nucis Italia - rappresentanza italiana di I.N.C. (International Nut and Dried Fruit Council Foundation) -, dal 2001 al 2010 è stato presidente della Commissione di categoria all’interno dell’associazione sindacale ANEIOA (oggi Fruitimprese). Secondo Annibali “per fare impresa occorre bilanciare perfettamente tre elementi: idee, capitali e uomini. I capitali sono ampiamente disponibili, basta Gennaio 2019

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avere le giuste idee, condizione imprescindibile di ogni imprenditore. Il vero valore aggiunto, dunque, sono gli uomini, ovvero la squadra. Fondamentale per ottenere buoni risultati è la scelta dei collaboratori, la loro formazione e il senso di appartenenza ad un progetto comune”. New Factor e Agicola San Martino Rilevata nel 1981 da Iliano Annibali, già titolare di Italsementi e padre di Alessandro, nella sua ‘precedente vita’ la Factor - divenuta New Factor durante ‘l’era Annibali’ - era un’azienda di San Clemente che produceva spilloni di frutta secca per i bar della Riviera. Trasferita la sede a Cerasolo Ausa, in provincia di Rimini, da piccola impresa diviene un’importante realtà nella lavorazione e commercializzazione di snack naturali a base di frutta secca e disidratata. Il 2017 si è chiuso con un fatturato intorno ai 45 milioni di euro, in crescita dell’8% rispetto all’anno precedente quando si realizzarono 42 milioni di euro (+12,07% sul 2015). Qualità e innovazione sono i fattori critici del successo dell’azienda riminese, tangibili in ogni proposta inserita in catalogo. Tante le linee di prodotto, ognuna dedicata ad un segmento specifico dell’ampio target dei ‘consumatori Mister Nut’: Mister Nut Snack Time, Mister Nut Family Time, Mister Nut Wellness, Mister Nut 0.99, Mister Nut Noci, Mister Nut Gourmet (per il canale Ho.Re.Ca), Mister Nut Leggeri con Gusto, Mister Nut Happy Hour. La produzione New Factor si avvale di strutture e apparecchiature all’avanguardia: l’impianto di cernita, salatura e tostatura con forno ha una capacità produttiva di 3.000 kg/ora mentre quello di tostatura e salatura in olio Florigo arriva fino a 2.500 chili di prodotto lavorato ogni ora; gli impianti di selezionatura materie prime sono dotati di tecnologia ottica - risonanza - laser. Il processo di confezionamento si sviluppa lungo 13 linee per una produzione annua di circa 18 milioni di confezioni (120 mila pezzi per turno lavorativo) in svariate tipologie di packaging e formati. Perfettamente integrata verticalmente è l’Agricola San Martino di San Martino di Forlì. L’azienda, con un fatturato annuo intorno ai 2 milioni di euro, è detentrice del know how produttivo derivante da oltre 20 anni di attività specializzata nella produzione di noci. Come una sorta di spin off aziendale, nel 1997 è stato avviato il progetto ‘Noci di Romagna’, per la commercializzazione sotto un unico marchio del raccolto di diverse realtà del territorio. Il successo ottenuto dall’iniziativa, unito alla voglia di Alessandro Annibali di implementarne le potenzialità hanno portato lo scorso autunno ad un importante upgrade. La sostituzione del brand commerciale da ‘Noci di www.corriereortofrutticolo.it

PROTAGONISTI

I PROTAGONISTI E LE LORO AZIENDE

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PRIMO PIANO P

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Romagna’ a ‘Noci di San Martino’ riflette l’evoluzione in un nuovo programma, ‘In-Noce’, aggregativo di undici aziende tra Emilia Romagna, Marche e Veneto che intende coinvolgere sempre più operatori lungo l’intero Stivale. Dinamica e innovativa, New Factor e San Martino sono al contempo molto attente alle tradizioni: “Tra le nostre ambizioni - afferma Annibali - c’è far riscoprire il gusto di sapori antichi, ancestrali, come quello della frutta secca, portata in dono a Re Salomone dal profeta Zaccaria”.

CARMELO CAPPELLO Sicilia

corriereortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET |ANNO XXXII Nuova serie Settembre 2018 Euro 6,00

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PROTAGONISTI CARMELO CAPPELLO Lo specialista del datterino che ha dato al peperone Cornelio un plus di qualità PAG.19

Dietro al successo di quello che non pochi definiscono il miglior peperone d’Italia, Cornelio di Valfrutta Fresco, c’è il lavoro, l’abilità e la voglia di sperimentare di una famiglia della Sicilia meridionale: i Cappello; e un’area di particolare pregio naturalistico e botanico che poggia su dune preistoriche (pleistoceniche): Piano Stella, un altipiano di terra rossa a 120 metri sul livello del mare, a tre chilometri dalla costa meridionale del Golfo di Gela, a un chilometro dal confine tra le province di Ragusa e Caltanissetta. Carmelo Cappello, 49 anni, formatosi alla Cattolica di Piacenza, grande viaggiatore e pioniere del trasferimento in Sicilia di orticole dallo sviluppo straordinario, sensibile alla difesa dell’ambiente è il Protagonista di settembre 2018. E’ un esempio concreto, insieme a tutta la sua famiglia (il padre Giombattista, la sorella Evelina, che si occupa di amministrazione, il fratello Domenico che si occupa di produzione), di una Sicilia che stupisce. Non è singolare che dedichi la premessa del suo lungo racconto proprio all’ambiente: “Siamo in un’oasi di biodiversità di quasi 170 ettari che va rispettata, cominciando dal mantenerla pulita”. E dunque l’azienda non solo coltiva ma anche pulisce, con senso civico, con quella umiltà che è la prima delle virtù. Carmelo Cappello è entrato in azienda a 27 anni, nel Gennaio 2019

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1995. Gli Anni Novanta per Carmelo Cappello segnano anche una stagione di viaggi all’estero. In Olanda scopre le serre in coltivazione idroponica. E il passo è abbastanza breve: a Piano Stella nasce una prima serra con sistema NGS (New Growing System) di 5.000 metri. Nello stesso periodo si avvicina ai Cappello un italo-inglese che collaborava con Sainsbury’s proponendogli di produrre pomodoro per il mercato inglese con metodi allora sconosciuti e che comportano un cambio di mentalità: programmi, specifiche di tempo da rispettare, quantità e qualità garantite, serre pulite che dovevano funzionare come un orologio. Dopo un anno, la produzione per Sainsbury’s (un pomodoro a grappolo da cinque frutti) decolla e il cambio favorevole con la sterlina aiuta l’azienda a crescere. Nel 2000 l’inglese chiede di sperimentare a Piano Stella la prima varietà di datterino selezionata a Taiwan e ne invia i semi; una varietà che i Cappello giudicano subito eccezionale per il sapore. Le piante crescono in serra in vasi di pietra lavica. Un esperimento simile avviato nello stesso anno a Sibari non dà gli stessi risultati per motivi climatici. Risultato: a Piano Stella crescono i primi datterini coltivati in Italia e con essi si accresce l’esperienza agronomica dell’azienda nella coltura del pomodoro in serra. E arrivano risultati economici positivi che attirano nuove attenzioni e nuovi clienti. La Peviani SpA chiede a Piano Stella datterini già confezionati per una fornitura di 12 mesi all’anno. I Cappello cavalcano l’onda, entrano in contatto anche con Bocchi a Verona e si può dire che nel 2003 il datterino siciliano entra con successo nel mercato europeo. Vengono anche superate le difficoltà di produrlo d’estate. Nel frattempo Piano Stella riceve non solo visite a scopo commerciale ma anche da parte di genetisti del pomodoro. Così si cominciano a sperimentare nuove varietà e vengono dedicati degli spazi a queste prove. Si adottano particolari accorgimenti su varietà di datterino, come il Pepolino, piantate in collaborazione con Enza Zaden. La voglia di sperimentare di Carmelo e dei suoi famigliari non si ferma. L’azienda prova, tra il 2002 e il 2003, alcune varietà asiatiche di datterino, a seguito di un viaggio di Carmelo in Tailandia di anni prima. Nel 2004 quattro ettari sotto rete vengono destinati a un datterino della famiglia del Santa che riscuote un grande successo all’estero, in Germania e Regno Unito. Questa varietà più antica del Santa, dai frutti lucidi e croccanti, viene fatta produrre anche da aziende collegate a Piano Stella per rispondere alla domanda crescente. “Sembrava di avere in mano una Ferrari, dovevamo produrre a più non posso”, ricorda Carmelo. I produttori avevano battezzato questo datterino “l’Americano”. Nel 2005, grazie soprattutto all’Americano, Piano www.corriereortofrutticolo.it

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Stella si può considerare l’azienda leader in Italia nella produzione di datterino. Delle 3.000 tonnellate il 70% viene esportato. I Cappello sono riconosciuti anche all’estero come gli specialisti italiani del prodotto. Nel 2006 l’azienda diventa il fornitore esclusivo di datterino del gruppo belga Delhaize. Nel 2008 l’azienda agricola Piano Stella diventa Cooperativa Agricola Piano Stella con il coinvolgimento di produttori di Marsala, di Augusta, di Scordia. Nello stesso anno comincia, per il tramite dell’importatore svizzero Bonvicini, la fornitura a una delle più grandi catene della GDO elvetica con imballaggi dedicati. Il rapporto con la Svizzera cresce in fretta, al punto che viene studiato per loro un pomodoro che si differenzi da tutti gli altri: la scelta cade su un “mini San Marzano” con packaging specifico che viene venduto come prodotto nella linea Premium a marchio del distributore. Se ne fanno volumi importanti, destinati all’export per il 100%. Ma Piano Stella convince la catena elvetica a fare di più: non offrire per 12 mesi all’anno la stessa varietà ma alternare due-tre varietà puntando sempre, come parametro, al top di qualità e sapore, perché le performaces delle diverse varietà cambiano nel corso dell’anno, non esiste varietà che sia al massimo della qualità sia d’estate che d’inverno. Avere diverse varietà sotto lo stesso marchio dà un risultato che ha convinto il distributore: +300% delle vendite. In un’ottica di segmentazione dell’offerta, Piano Stella rifornisce gli svizzeri anche di altri pomodori come il datterino snack in bicchiere. Nel 2014, con lo svizzero Bonvicini, Carmelo torna in Oriente per cercare prodotti asiatici che possano essere trasferiti in Sicilia per il mercato europeo. Va a Taiwan, torna in Tailandia. Rientra in Italia con prodotti che in parte, in Europa e in Svizzera in particolare, hanno già un mercato perché vengono importati dalla Tailandia. Perché non produrre Kafir Lemon, Lemon Grass (la citronella), Chilli (peperoncino asiatico), melanzane tailandesi in Sicilia, perché non produrli e certificarli offrendo al consumatore europeo un prodotto garantito e che ha risparmiato molte migliaia di chilometri rispetto a quello importato dall’Asia? Sull’altipiano che guarda il mare si sperimenta ancora una volta qualcosa di nuovo. Tanto per cominciare, vengono dedicati agli esotici 500 metriquadri. E i risultati ci sono. L’ambiente mediterraneo aiuta, rende i profumi più ricchi. Così la qualità, almeno in alcuni casi, è superiore. Nasce così nel maggio 2017 una società dedicata a questo progetto. Il cantiere è aperto, l’iniziativa si sta sviluppando. Ma il 2014 è importante anche - e forse di più - per un altro motivo: il progetto Cornelio approda a Piano Stella con la collaborazione di Enza Zaden. Da Gennaio 2019

Valfrutta Fresco arrivano Stefano Soli e Marco Verzelli, per proporre a Carmelo Cappello di misurarsi con questo peperone in cui credono molto. Stanno cercando in Sicilia l’azienda ideale per sviluppare la produzione. E neanche a farlo apposta a Piano Stella la trovano. Tanto per confermare che a Piano Stella i progetti non si fermano mai, i Cappello nel 2017 convertono 15 ettari al biologico: vuole essere l’inizio di una conversione più massiccia. Nello stesso anno infatti, dopo l’adesione all’OP Apo Conerpo, nasce in collaborazione con Brio del Gruppo Alegra la Bio Stella Srl con il compito di implementare questa attività che potrà avere sviluppi importanti legati ai rapporti internazionali di Piano Stella.

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ANNABELLA DONNARUMMA Veneto

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET |

ANNO XXXII Nuova serie Giugno 2018 Euro 6,00

daily news: www.corriereortofrutticolo.it

PROTAGONISTI ANNABELLA DONNARUMMA La signora di Eurogroup: “L’Italia recupera in Germania” Annabella Donnarumma è nata a Castellammare di Stabia da una famiglia di commercianti di ortofrutta con magazzino a Scafati. Si è laureata in Lingue e letterature straniere seguendo corsi di tedesco (prima lingua), inglese e svedese. Quando parla della sua carriera come manager nel settore dell’ortofrutta a livello europeo, cita tre momenti significativi e, nel primo caso, curiosi: il regalo di battesimo fattole dalla madrina Annamaria, un binocolo d’orto “per guardare lontano”; l’apprendimento della lingua tedesca; l’incontro con un imprenditore geniale, Giovanni (Nino) Bocchi. Viene assunta alla Eurogroup di Scafati, ufficio commerciale, all’inizio del 1992 e viene subito spedita per alcuni mesi in Germania, a Colonia, sede centrale di Rewe, per conoscere quelli che sarebbero diventati i suoi principali interlocutori e apprendere il loro modo di lavorare. Questo primo periodo ad Eurogroup, che durerà 15 anni e mezzo, fino al settembre del 2007, le permette di conoscere in modo approfondito i meccanismi del commercio ortofrutticolo in Europa e di fare conoscenze fondamentali per il futuro della sua carriera. Una di queste cowww.corriereortofrutticolo.it

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noscenze è con un imprenditore che definisce “un grandissimo uomo”: Nino Bocchi, nato in Germania da una famiglia di immigrati veneti, titolare dell’agenzia Bocchi Trade con uffici centrali a Verona e filiali a Valencia, in Olanda, in Germania (dove lavora con tutte le grandi catene tedesche a partire da Rewe) e in Argentina (dove si rifornisce principalmente di pere e mele di contro-stagione). Il 31 agosto del 2007 Annabella Donnarumma, su presentazione di un collega tedesco, incontra Nino Bocchi a Verona insieme all’amministratore delegato Roldano Calzolari. Rimane colpita dalla mentalità internazionale e visionaria dell’imprenditore, ma qualcosa scatta anche dall’altra parte perché Annabella Donnarumma prende servizio a Verona nel novembre 2007 nell’ufficio commerciale per occuparsi di Germania. Ad assumerla è però la società belga Univeg della famiglia Deprez, alla quale Bocchi aveva ceduto la proprietà delle sue attività proprio in quell’anno dopo avere scoperto di avere una grave malattia. Annabella è l’unica donna dell’ufficio commerciale ma in poco tempo prende in mano in pieno l’aspetto cruciale dell’attività di trading: il grande lavoro con la Germania, che era stato sempre il punto di forza dell’attività di Bocchi. L’imprenditore si vede sempre più raramente negli uffici veronesi di Ca’ di Cozzi, morirà a 62 anni nel 2008. In quell’anno l’attività si trasferisce in provincia di Verona, a Trevenzuolo, dove la società ha una piattaforma di carico-scarico. Il ruolo di Annabella cresce, grazie ai risultati del suo lavoro con la Germania e in particolare con Rewe, e nel 2012 viene promossa a direttore commerciale export, una struttura di 23-24 persone. Mantiene questo ruolo fino al 2017 quando Univeg diventa Greenyard e assume le dimensioni di una multinazionale ancora più grande con attività in circa 27 Paesi. Annabella Donnarumma esce da Greenyard nel marzo 2017 e il 1° aprile rieccola a Eurogroup con l’incarico di amministratore delegato di Eurogroup Italia e sede di lavoro sempre a Verona, che è ormai la sua città di adozione. Dice semplicemente della sua attuale attività: “Ho tante cose da fare qui. Ci sono 70 persone da gestire che parlano almeno 7-8 lingue, molte sono donne e sono bravissime. Tengo i rapporti con le varie società che compongono Rewe Group e ogni volta che c’è bisogno torno al mio vecchio lavoro, dando una mano all’ufficio commerciale”. Il 10 maggio scorso Annabella Donnarumma è diventata socia onoraria dell’associazione italiana Donne dell’Ortofrutta. Eurogroup Italia Eurogroup è da tre anni l’ufficio acquisti italiano del gruppo tedesco Rewe a cui appartiene al 100%. In origine era stata la centrale d’acquisto italiana di Gennaio 2019

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cinque catene di supermercati di 5 diversi Paesi europei, ognuna delle quali, Rewe compresa, aveva la proprietà del 20%. Eurogroup era stata fondata nel 1989 da Mario Marchi a Scafati, in provincia di Salerno, a poco più di 30 km da Napoli, uno snodo ferroviario importante per la Campania e i collegamenti con il Nord, in particolare per l’ortofrutta. Nel novembre 2008 Eurogroup si trasferisce a Verona, un crocevia logistico fondamentale per i traffici con la Germania; nel frattempo la sua proprietà era stata divisa a metà tra Rewe e Coop Svizzera. Nel 2015 Rewe ha poi preso il controllo totale della proprietà. Oggi Eurogroup opera all’interno di Rewe con tre società: Eurogroup Italia, Eurogroup Valencia ed Eurogroup Germania, alle quali si aggiungono altre tre società specializzate nel biologico che operano con il marchio Campina Verde, tra le quali appunto Campina Verde Italia, attiva dal settembre 2016. Le sei società hanno un coordinatore nella persona di Ulrich Spiekerman e un riferimento apicale in Germania in Eugenio Guidoccio (un italiano che fin dall’infanzia vive in Germania), il manager che gestisce Rewe Buying Ultrafresh. Il Gruppo Rewe è un colosso da 345 mila dipendenti, presente in 21 Paesi europei, con 15 mila punti vendita e un fatturato 2017 di 58 miliardi di euro, impegnato anche nel settore turistico. Al Gruppo appartengono sia Penny Market (catena discount ben radicata anche in Italia, dove conta 350 punti vendita, oltre che nell’Est Europa) che Billa (insegna di supermercati di origine austriaca).

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WALTER GUERRA Alto Adige

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ANNO XXXII Nuova serie Marzo 2018 Euro 6,00

daily news: www.corriereortofrutticolo.it

PROTAGONISTI WALTER GUERRA I Club hanno rivoluzionato il mondo della mela PAG.29 Il cognome italiano si deve a un nonno veneto di Marostica ma è un altoatesino doc, di madrelingua tedesca. Si occupa da 15 anni di pomologia e miglioramento genetico del melo, un settore di ricerca nel quale è presto diventato un esperto di livello internazionale. Nativo di Bolzano, classe 1974, è l’attuale responsabile dell’Istituto di Frutticoltura e Viticolwww.corriereortofrutticolo.it

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tura di Laimburg delle cui importanti attività nel campo della ricerca applicata è uno dei principali artefici. Coordina il Gruppo di Pomologia di Laimburg occupandosi in prima persona di breeding e test varietali. Ha studiato agraria a Padova, con un semestre a Vienna e un anno di esperienza di ricerca alla UC Davis, l’università pubblica della California vicina a Napa Valley. Successivamente, ha fatto il dottorato di ricerca a Bologna, con il prof. Sansavini, mentre già era stato chiamato a Laimburg per lavorare al miglioramento del melo. Dopo aver raggiunto una robusta preparazione in fisiologia e genetica vegetale, Guerra si è dedicato a partire dal 2001 alla ricerca di base sui marcatori molecolari e alle prove varietali, interagendo con i più importanti istituti europei e con la realtà produttiva dell’Alto Adige. Con Laimburg è attivo nel network europeo degli Istituti di Frutticoltura EUFRIN. Centro di Sperimentazione Laimburg E’ stato fondato nel 1975. Agli inizi, l’attività era dedicata alle colture frutticole e alla viticoltura. Da allora si sono continuamente estesi i campi di ricerca, che oggi coprono tutti gli aspetti e le colture dell’agricoltura dell’Alto Adige. Negli ultimi anni, il Centro si occupa anche di trasformazione e qualità degli alimenti. Il Centro è una struttura complessa. Include quattro istituti: l’Istituto di Frutti e Viticoltura (frutticoltura, viticoltura, enologia), l’Istituto della Salute delle Piante (difesa fitosanitaria, agricoltura montana, colture speciali), l’Istituto di Chimica Agraria e Qualità Alimentare, nel quale converge gran parte dell’attività di laboratorio, e il nuovo Istituto di Agricoltura Montana e Tecnologie Alimentari. Appartiene al Centro di Sperimentazione la Cantina Laimburg il cui compito fondamentale futuro sarà quello di produrre vini di alta qualità e rarità enologiche e di trasformare le nuove conoscenze scientifiche in innovazione e comunicazione enologica. La cantina, scavata nella roccia, è anche luogo utilizzato a scopo di rappresentanza. Al Centro si affiancano aree demaniali destinate alla sperimentazione e un giardino botanico di forte attrazione. Il compito principale è la ricerca applicata, per consentire l’incremento della competitività e della sostenibilità dell’agricoltura altoatesina e per garantire la qualità della produzione agricola. Il Centro ambisce ad essere un importante riferimento per le aziende agricole, in grado di proporre soluzioni alle problematiche che si presentano e di introdurre innovazioni. I risultati significativi delle ricerche realizzate nel Centro non sono pochi. Verso la fine degli anni ’80 venne elaborata una modalità di lotta biologica per contrastare le epidemie di maggiolino, trasferita nella pratica in numerosi Paesi tra i quali la Germania e la Svizzera. Importante anche il conGennaio 2019

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tributo dato in tema di difesa dalla ticchiolatura e dall’Alternaria: gli esperti di Laimburg hanno fornito le prove che le prime infezioni di quest’ultimo fungo si verificano nell’ultima fase delle infezioni primarie di ticchiolatura (in maggio). In conseguenza dell’attività di ricerca, inoltre, si poté giungere alla conclusione che la difesa dalle patologie fungine non doveva essere condotta singolarmente, bensì in modo olistico con l’impiego di fungicidi ad ampio spettro d’azione. Nel corso di una prova con fungicidi anti-ticchiolatura si verificò la contemporanea efficacia contro l’Alternaria da parte di alcuni di essi. Sulla base di queste conoscenze, oggigiorno si consiglia di preferire l’impiego proprio di quelle sostanze attive che si mostrano efficaci contro entrambi gli agenti patogeni. Tale comportamento contribuisce a ridurre il ricorso ai fungicidi e a contenere la pressione infettiva dell’Alternaria in estate. Sebbene sino ad ora la problematica relativa agli scopazzi non abbia ancora una soluzione definitiva, l’attività di ricerca del Centro Laimburg ha contribuito a che la situazione divenga sopportabile per i frutticoltori. Numerose le innovazioni in frutticoltura derivanti dall’attività di ricerca e sperimentazione di Laimburg: nel 1969 venne messo a dimora il primo impianto sperimentale di melo con numerose varietà allevate con forme differenti e con diversi sesti di impianto. I risultati sono stati, fin dall’inizio, molto convincenti e utili. Il programma di miglioramento genetico del melo avviato a Laimburg nel 1997 porta ora i suoi frutti: delle oltre 40 mila piantine da seme prodotte finora, 100 si trovano attualmente nella seconda fase di prova, mentre quasi 10 ibridi sono stati messi a dimora in impianti pilota. Per la varietà resistente alla ticchiolatura e contraddistinta dalla sigla Lb17906 è stata richiesta la protezione varietale europea. L’obiettivo “resistenza multipla in combinazione con elevata qualità del frutto” viene perseguito in collaborazione con il laboratorio di biologia molecolare dove si utilizzano markers specifici. Oltre a ciò, è in corso un’analisi di mercato che mira ad elaborare la strategia più adatta per la cessione dei diritti delle varietà di melo prodotte dal Centro Laimburg, come la tardiva Lb4852. Il programma di valutazione varietale in essere già da lungo tempo si occupa di testare la vocazionalità dell’Alto Adige alla coltivazione di novità varietali provenienti da tutto il mondo. I consigli espressi nell’ambito delle prove varietali si fondano sui risultati ottenuti. Una pietra miliare della frutticoltura biologica è stata il ricorso al polisolfuro di calcio. Gli esperti di Laimburg hanno reintrodotto nella pratica i trattamenti alla vegetazione, ridefinito i momenti di intervento contro la ticchiolatura, valutato gli effetti www.corriereortofrutticolo.it

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I PROTAGONISTI E LE LORO AZIENDE collaterali sui fiori, fornendo un contributo non indifferente al successo della frutticoltura biologica altoatesina. Per quanto riguarda il settore conservazione, nel 2005 è stata sviluppata una nuova tecnologia per la conservazione dei frutti denominata DCA, Dynamic Controlled Atmosphere: l’atmosfera controllata viene adeguata dinamicamente allo stato fisiologico della frutta e al suo grado di respirazione, anzichĂŠ rimanere fissa come nel passato. Nel 2013 è stato dato avvio alla costruzione di nuovi laboratori che sono entrati in funzione negli ultimi anni. Si tratta del laboratorio per la trasformazione dei prodotti ortofrutticoli, del laboratorio per i prodotti di distillazione e fermentazione, del laboratorio per la qualitĂ e la sicurezza degli alimenti e del laboratorio sensoriale. Questa continua opera di incremento e sviluppo delle competenze ha contribuito a che il Centro di Sperimentazione Laimburg si sia trasformato, nei 40 anni dalla fondazione, in un centro di ricerca in agricoltura e scienze alimentari riconosciuto a livello internazionale, i cui operatori creano e mantengono stretti rapporti con altri istituti di ricerca in Italia e all’estero. In questo modo si garantisce che le conoscenze ed il know-how disponibili in ambito internazionale siano sempre i piĂš recenti, a tutto vantaggio del loro trasferimento nella pratica da parte degli agricoltori altoatesini. Il crescente numero di progetti di cooperazione nazionali ed internazionali conferma che Laimburg faccia parte dei piĂš importanti istituti di ricerca in agricoltura attivi nell’area di lingua tedesca. Decisivo per il successo del Centro si è dimostrato essere anche lo stretto rapporto intrecciato con le associazioni e le organizzazioni agricole altoatesine. Questi stakeholder sono coinvolti nel comitato scientifico e nell’elaborazione dell’annuale programma di attivitĂ . In tal modo quest’ultimo può essere orientato alla soluzione delle necessitĂ e delle esigenze del mondo agricolo reale. Nel contempo, le nuove conoscenze acquisite possono essere comunicate e trasferite agli utenti in modo efficiente. Questo sistema interattivo ha fatto scuola a livello europeo e ispirato la costituzione dei cosiddetti ‘gruppi operazionali’, incontro di attori locali del mondo della ricerca, dell’agricoltura e della consulenza che ha l’obiettivo di programmare e attuare progetti comuni finanziati dalla ComunitĂ Europea. Per coordinare obiettivi e attivitĂ , e utilizzare nel modo piĂš efficiente le risorse disponibili, è stato stilato nel 2011 un programma di ricerca decennale su quattro tematiche portanti: salute delle piante, qualitĂ , varietĂ ed agro-biodiversitĂ , agricoltura di montagna. www.corriereortofrutticolo.it

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SALVATORE LOTTA Sardegna

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ANNO XXXII Nuova serie Aprile 2018 Euro 6,00

daily news: www.corriereortofrutticolo.it

PROTAGONISTI SALVATORE LOTTA Con lui un’azienda sarda PAG.25

Quinto di sei figli, unico maschio, Salvatore Lotta, 52 anni a ottobre, è nato a San Nicolò D'Arcidano in provincia di Oristano. Sposato con due figli di 28 e 22 anni, Lotta, dopo alcune esperienze commerciali nel settore avicolo nell'azienda di famiglia della moglie, entra nel mondo dell'ortofrutta attraverso alcune consulenze per alcuni conoscenti. Nel 1996 iniziano i primi rapporti con la grande distribuzione. Nel 1999 l’azienda Ortofrutticola Sarda srl immette sul mercato il primo datterino 'identificato', a marchio Pomino, in collaborazione con una nota catena della GDO. Negli anni successivi entra in un duro contenzioso legale con lo stesso retailer, con cui chiude i rapporti. Anche a causa di quell’esperienza negativa, complice anche la crisi economica, nel 2009 Ortofrutticola Sarda srl è costretta a chiudere. Salvatore Lotta, a cui non manca la caparbietĂ , ha la forza di reagire. I produttori soci legati ad Ortofrutticola Sarda decidono di ripartire con la OP Agricola Campidanese e chiedono a Lotta di ricoprire il ruolo di direttore commerciale. Il resto è storia recente. L'intuito di Salvatore lo porta a scommettere innanzitutto sul brand e sulla valorizzazione del territorio, raccontando anche i tesori nascosti della terra sarda. Nasce ‘L’Orto di Eleonora’, in onore di Eleonora d’Arborea, a cui vengono collegate svariate linee di prodotto, dal carciofo al pomodoro, al melone fino all'anguria, fino al brand 'I Giganti del gusto', il cui nome prende spunto da sacerdoti guerrieri alti piĂš di due metri vissuti in Sardegna oltre 2.800 anni fa rinvenuti da una squadra di archeologi. Alla passione per la diffusione della cultura del proprio territorio si unisce una forte sensibilitĂ per l’aspetto sociale che Salvatore Lotta fa emergere in ogni buona occasione. Ăˆ stato particolarmente sensibile nel sostenere un Paese in difficoltĂ come il Burundi, in una complessa situazione politica ed economica. Recentemente Lotta ha Gennaio 2019


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affermato: “Credo che esportare la nostra cultura senza imporla sia la strada migliore per far star meglio chi oggi ha poco o nulla; il business è importante ma deve esserci spazio anche per altro”. OP Campidanese L'OP Campidanese nasce nel 2009 a Terralba, in provincia di Oristano, come organizzazione di produttori del territorio sardo formata da alcuni operatori locali. Nel corso degli anni la compagine sociale aumenta. Oggi l'OP conta 25 soci. Le principali produzioni locali sono rappresentate da carciofi, pomodori, carote, asparagi ed altre verdure, oltre a meloni, angurie e fragole. Nel 2017 l'OP sarda ha coltivato su oltre mille ettari più di 25 mila tonnellate di ortofrutta per un fatturato che ha raggiunto i 22 milioni di euro. In aumento le previsioni per il 2018, anno sul quale le prime stime indicano 32 mila tons di produzione per un giro d'affari che dovrebbe toccare i 26,4 milioni di euro. Il 30% delle vendite si sviluppano in Sardegna, il 60% nel resto d’Italia e il 10% all'estero. L'export è in crescita e quest'anno dovrebbe salire al 15-20% del totale venduto. Sono numerose le referenze di successo della compagine sarda, commercializzate sotto il marchio ad ombrello L'Orto di Eleonora. Un nome che ha il sapore della storia locale. La denominazione infatti prende ispirazione da Eleonora d'Arborea, una giudice sarda vissuta nel 1300, nota per l'aggiornamento della Carta de Logu - una raccolta di leggi all'avanguardia per l'epoca in cui si parlava di tutela della donna, difesa del territorio e certezza nei rapporti sociali - e per aver lavorato per l'unificazione della Sardegna, allora divisa in quattro aree. Tra i marchi di riferimento dell’OP Campidanese non si può che cominciare con il primo e forse più noto: Gavina, la mini- anguria dolce senza semi. Altro cavallo di battaglia dell'OP è Majores, il melone verde di dimensioni compatte e dal gusto dolce. Entrambi i prodotti sono coltivati nella vasta pianura del Campidano, tra Oristano e Cagliari, e hanno ottenuto importanti riconoscimenti tra cui la stella del ‘Bellavita Awards 2015’ come prodotto d’eccellenza del made in Italy all’interno del mercato britannico e la medaglia del 'Macfrut Innovation Award 2016', per la novità su sostenibilità ambientale ed economica e miglioramento delle qualità delle produzioni. Eleonora invece è l'anguria nera senza semi di medie dimensioni, sarda al cento per cento, che quest'anno vedrà raddoppiate le aree dedicate. Camone Naturcuore è un pomodoro tondo liscio di dimensioni medio-piccole color rosso-arancio e la spalla di un verde intenso, resistente a molte fitopatologie. La raccolta, già iniziata, proseguirà fino in autunno. Sul pomodoro l'OP sta predisponendo un nuovo Gennaio 2019

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progetto sulla tipologia insalataro per rispondere alle crescenti richieste del mercato. La linea Fragolose, identificano le fragole in un nuovo formato da 400 grammi con un packaging dedicato. Le fragole dell'OP sono principalmente a varietà Sabrina a cui si aggiungono Sabrosa, Flavia e Flaminia. Quindi tra le ultime novità si annoverano le “Preziose - Patate di Sardegna”. Sono cinque gli ettari coltivati, tutti nella pianura del Campidano, nel Terralbese, su terreni sabbiosi particolarmente adatti alla tipologia di questa coltura. Nel corso del 2018 verranno aumentate anche le superfici destinate al carciofo spinoso di Sardegna DOP. Cresceranno anche le superfici coltivate ad asparago che nel corso di alcuni anni dovrebbero raggiungere i 30-35 ettari. Altre linee dell’OP sono ‘Passioni Gourmet’ per i carciofi, 'Drucy' per il peperone dolce e 'Su Codroiu' per i funghi. Oltre alla produzione, grande attenzione viene data infine al sociale e alla solidarietà. Nel 2014 l’Orto di Eleonora ha sostenuto la costruzione di una scuola in Burundi con, tra l’altro, l’avvio di due corsi di formazione in tecniche agricole e in nutrizione.

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I PROTAGONISTI E LE LORO AZIENDE

PAOLO PALO Campania

corri c orrieere reortofrutticolo ortofru fr rutticolo THE FIRST ITALIAN ITTALIAN A MONTHLY MONTHLLY ON FRUIT AND VEGET VEGETABLE GETTABLE A MARKET | ANNO XXXII Nuov Nuovaa serie Maggio 2018 Euro 6,00

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PROTAGONISTI FABIO PALO Finagricola,dal lancio del datterino al brand ‘Così Com’è’ PAG.35

Ha 42 anni ed è direttore commerciale nonché membro del CDA di Finagricola. Laureato alla Luiss in Economia con il massimo dei voti, dal 1999 entra nell’azienda di famiglia insieme al fratello Massimiliano, ingegnere. Insieme cercano sin da subito di dare una luce ancora più forte a Finagricola, proseguendo lo straordinario lavoro del padre nonché fondatore, Gerardo Palo, ma con uno sguardo sempre più attento al futuro e soprattutto al rispetto dell’ambiente e dalla natura, “senza le quali Finagricola non esisterebbe". Fabio Palo è anche membro del consiglio di amministrazione di CPR System, la nota realtà specializzata nello stampaggio di casse, nella loro movimenwww.corriereortofrutticolo.it

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I PROTAGONISTI E LE LORO AZIENDE tazione, lavaggio e recupero, con una posizione di leadership in Italia. L’attenzione alla qualità, all’innovazione e alla ricerca, sono i fattori di traino della guida aziendale di Fabio Palo. Egli sviluppa comunque un ruolo sempre attivo in tutte le fasi: dalla ricerca di varietà in grado di soddisfare sempre meglio il consumatore finale alla soluzione di tutte le tematiche riguardanti i distributori e la GDO. Fabio Palo si è dedicato negli ultimi anni anche allo sviluppo di nuovi mercati, anche fuori d’Europa, dagli Stati Uniti al Giappone, dove l’azienda ha già iniziato ad esportare. Finagricola E’ una cooperativa di nove soci che si sviluppa su una base produttiva di 24 aziende agricole tutte situate nella Piana del Sele, in provincia di Salerno, e può contare su 300 ettari coltivati a ortaggi, controllati direttamente. Ha sede centrale a Battipaglia. Da due generazioni Finagricola è impegnata in un’accurata selezione di varietà, basata principalmente sul recupero e la valorizzazione di prodotti locali, e in 25 anni di attività è diventata una delle maggiori realtà del settore ortofrutticolo non solo in Campania, ma a livello nazionale e internazionale, grazie soprattutto ad una costante attenzione alla qualità lungo tutta la filiera produttiva, a partire dai semi e dal vivaio aziendale, ma anche al lavoro del laboratorio aziendale di analisi e ricerca, certificato Accredia e QS. Finagricola coltiva secondo tecniche a basso impatto ambientale, quali la lotta integrata, che consente di ottenere prodotti a basso residuo o anche senza residui di fitofarmaci. L’utilizzo di tunnel consente di proteggere le coltivazioni da condizioni climatiche avverse e dagli insetti nocivi in modo da rendere più efficiente l’utilizzo delle risorse idriche e minimizzare l'impiego di fitofarmaci. Le tecniche di coltivazione sono calibrate su ogni ortaggio in modo da garantire un prodotto ottimale per forma, colore e soprattutto gusto. I prodotti hanno tutte le certificazioni richieste dalla GDO internazionale. Ciascuna coltivazione richiede un grosso impiego di manodopera, in quanto tutte le operazioni colturali (legatura, cimatura e diradamento), comprese le attività di raccolta, avvengono in maniera manuale. All’interno dello stabilimento di Battipaglia continua in maniera attenta il processo di selezione degli ortaggi attraverso l’utilizzo anche di macchine a selezione ottica e per diverse tipologie di confezionamento: flow pack, vassoio filmato, resinatura eccetera. Nei 30 siti produttivi sono prodotte e raccolte ogni anno 40 mila tonnellate di ortaggi freschi. Il 48% della produzione complessiva è rappresentato dai pomodori. Il 40% della produzione è destinata ai

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CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

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mercati esteri, in particolare Germania, Austria e Svizzera. Dall’esperienza di Finagricola è nato il marchio Così Com’è, dedicato ad una altissima qualità di pomodorini freschi. Tutte le varietà offerte sono esclusivamente quelle a vocazione territoriale. Tra queste, una speciale attenzione viene dedicata ai pomodori Datterini, contraddistinti da un grado di dolcezza e di gusto così intensi da poter essere consumati anche completamente a crudo, senza aggiunta di condimenti e con grande piacere del palato. Così Com’è è una linea di pomodori di alta qualità, raccolti a mano e conservati in vetro, realizzata solo con le migliori varietà di pomodoro piccolo: Datterino giallo, Datterino rosso e Pizzutello. Nasce dalla volontà di preservare intatto il profumo e il gusto di un pomodoro eccellente, come appena colto, superando le barriere della stagionalità e offrendo il vantaggio di averlo tutto l’anno, pronto all’impiego in ogni ricetta, proprio come se fosse fresco. Le piante di pomodoro sono allevate esclusivamente nei vivai aziendali. La coltivazione è organizzata per appezzamenti omogenei e di piccole dimensioni. Ogni singolo lotto non supera i 5 ettari e ciò consente un controllo costante e preciso di tutte le fasi di crescita della pianta e di maturazione dei frutti. La resa di ogni appezzamento è assai contenuta, perché vengono effettuate continue operazioni di diradamento, rigorosamente a mano. Anche l’irrigazione è rigorosamente controllata. La lavorazione dei pomodori ‘Così Com’è’ avviene entro pochissime ore dalla raccolta, secondo un metodo delicato, che non prevede lunghe cotture, vista la qualità superiore della materia prima. Così Com’è offre infatti una gamma di conserve di pomodoro in vetro, integre e genuine come appena preparate.

REMO PATERNO Trentino

corriereortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET | ANNO XXXI Nuova serie Luglio/agosto 2018 Euro 6,00

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PROTAGONISTI REMO PATERNO Cooperazione senza sovrastrutture Pensiamo ai problemi veri PAG.25 Remo Paterno è nato in una famiglia di agricoltori nel 1945 a Spera, un piccolo Comune della Bassa Gennaio 2019


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CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Valsugana, di cui è stato sindaco negli Anni Ottanta. A non molti chilometri dalla sua casa abitava la famiglia di Alcide De Gasperi che a Borgo Valsugana si è spento nel 1954 (per Paterno, De Gasperi è sempre stato il punto di riferimento ideale). Ha frequentato l’Istituto agrario di San Michele all’Adige. Giovanissimo ha lavorato per la Regione alla diffusione del melo in Valsugana e poi a lungo all’Ispettorato Agrario di Borgo Valsugana. Ha dedicato la propria vita al mondo dell’associazionismo ed a promuovere lo sviluppo della cooperazione trentina con una propria personale visione, che combatte gli eccessivi apparati burocratici in nome dell’efficienza e dell’attenzione ai costi. Un personaggio che non ha temuto di andare contro-corrente, critico su quelli che ritiene essere stati gli eccessi della cooperazione trentina, ma che ha contribuito con il proprio impegno ad arginare e superare i momenti difficili della frutticoltura trentina, alla fine rafforzando la produzione e la valorizzazione delle eccellenze ortofrutticole dell’area. E’ il presidente della cooperativa COBAV (Consorzio Ortofrutticolo Bassa Valsugana) fin dalla sua costituzione e di una realtà importante come il Consorzio Interregionale Ortofrutticolo (CIO), dal suo anno di nascita, il 1997 che gestisce con equilibrio favorendo l’aggregazione e contribuendo al suo continuo sviluppo. Ha tre figli e un meleto di 30 ettari in Bassa Valsugana. Il Consorzio Interregionale Ortofrutticolo Il Consorzio Interregionale Ortofrutticolo (CIO) è una Organizzazione di Produttori aderente all’Unione Nazionale Italia Ortofrutta. Vi aderiscono oltre 400 aziende ortofrutticole specializzate raggruppate in undici principali centrali aziendali, per lo più cooperative, che operano nei territori trentino e veneto particolarmente vocati per la coltivazione di mele (Golden, Gala, Red Delicious, Jonagold, Granny Smith, Morgen, Fuji, Breaburn, Pink Lady e Modì) ma anche fragole, piccoli frutti ed ortaggi ottenuti nel rispetto di tecniche di produzione integrata e biologica. In particolare i produttori CIO, oltre alle mele, offrono un vasto assortimento di piccoli frutti ottenuti in zone di montagna quali: fragole, fragoline di bosco, lamponi, more, ribes e uva spina, mirtillo gigante; ortaggi a produzione sia integrata che biologica quali patate, carote, cavolo cappuccio, sedano rapa, zucchine, radicchio e fagiolini; kiwi e la rinomata susina di Dro. A queste produzioni alcune aziende consorziate aggiungono prodotti tipici trasformati quali i crauti della Val di Gresta ottenuti dalla macerazione e fermentazione del cavolo cappuccio, le confetture di frutta e le passate di verdure. Il Consorzio commercializza i propri prodotti a marchio Serene Star e nell’anno 2017 ha raggiunto un fatturato di oltre 57 milioni di euro. Gennaio 2019

L’OP si è costituita nel 1997, inizialmente con cinque società cooperative trentine. Ha sviluppato successivamente un processo di aggregazione ancora in corso.

ROCCO PATRÌ Sicilia

PROTAGONISTI

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I PROTAGONISTI E LE LORO AZIENDE

corriereortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET |

ANNO XXXI Nuova serie Novembre 2018 Euro 6,00

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PROTAGONISTI ROCCO PATRÌ Intesa generazionale e innovazione in Sicilia Rocco Patrì nasce a Riesi il 9 gennaio del 1955. Poco più che ventenne eredita l’azienda agricola di famiglia, oggi azienda Agricola Rocco Patrì, a causa della precoce morte del padre che gli lasciava una trentina di ettari in affitto. In poco più di vent’anni li decuplica. Nel 1994 Patrì dà vita alla prima OP della provincia di Caltanissetta, dimostrando sul campo la sua visione pionieristica e lungimirante del comparto primario dell’isola. Non a caso è considerato uno degli uomini chiave della Sicilia che, negli anni Settanta, grazie all’introduzione delle grandi macchine per il movimento terra, ha dato via al processo di rinnovamento del comparto agricolo regionale fino ad allora limitato alla produzione di cereali, mandorle e viti da vino. La sua visione pionieristica del settore lo porta a ricoprire importanti ruoli di rappresentanza come quello di presidente provinciale di Confagricoltura Caltanissetta, dal 2009 al 2017 e vicepresidente di Confagricoltura Sicilia dal 2014 al 2017. Ecofarm Fondata da Rocco Patrì nel 1994, Eco Farm Srl ottiene successivamente il riconoscimento di OP del settore ortofrutticolo e da allora continua ad espandersi ad un ritmo di crescita del 10% l’anno. Nei suoi 1.500 ettari sparsi tra le province di Caltanissetta, Agrigento e Catania, produce ogni anno 15 mila tonnellate di frutta, per metà pesche e nettarine, un terzo uva da tavola, soprattutto della varietà Italia ma che apirene, kaki mela, pere, meloni e albicocche. Nel 2018 chiude il proprio bilancio con un fatturato di 13 milioni di euro, realizzato per il 60% all’estero, soprattutto in Francia, Belgio, Spagna, www.corriereortofrutticolo.it

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PROTAGONISTI

P PRIMO PIANO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

I PROTAGONISTI E LE LORO AZIENDE Inghilterra e Germania. Eco Farm è dotata di due stabilimenti tecnologicamente avanzati, con una superficie di 3.500 mq coperti, 2mila all’aperto, integrati inoltre da altri mille mq di celle frigorifere. Tra i progetti dell’azienda, l’inaugurazione, nei prossimi tre anni, di un nuovo magazzino da 3mila mq per raddoppiare la capacità di lavorazione.

ELIO PELOSIN E SOCI Veneto

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ANNO XXXI Nuova serie Dicembre 2018 Euro 6,00

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PROTAGONISTI ELIO PELOSIN E SOCI OrtoRomi non si ferma dopo il boom negli estratti OrtoRomi OrtoRomi nasce come Srl di natura commerciale nel 2004, costituisce una cooperativa agricola e nel 2006 quest’ultima ingloba la società commerciale. Oggi dunque si deve parlare di Cooperativa Agricola OrtoRomi. Ne è presidente l’imprenditore padovano Elio Pelosin; vicepresidente e anima commerciale dell’azienda è Rino Bovo, pure padovano, mentre amministratore delegato è il campano Giuseppe Senese di Battipaglia, entrato in OrtoRomi nel 2007 dopo esserne stato fornitore. La direzione generale è composta da tre manager specializzati nei settori strategici dell’azienda. La chiave dello sviluppo di OrtoRomi è stata proprio mettere sotto lo stesso cappello la parte agricola e l’attività commerciale, in modo di avere il controllo dell’intero processo di filiera, dal seme al rapporto con distributori e dettaglianti. Il fatturato consolidato 2017 è stato pari a 93 milioni di euro (di cui 75 milioni realizzati nel segmento delle insalate in busta, 10 milioni in quello delle ciotole ‘pausa pranzo’ e 4,5 con gli estratti di verdura e frutta), salito nel 2018 a circa 105 milioni. Oggi fanno capo a OrtoRomi nove aziende agricole singole, legate ai fondatori, e due grosse cooperative: la Co.Ve.Ca.A. (Cooperativa Veneto Campania Abruzzo), specializzata nel prodotto orticolo che è alla base della produzione di IV Gamma, a cui sono a loro volta associate una quarantina di aziende, e la Co.Fru.Ta. (Consorzio Frutticoltori del Tartaro), en-

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trata nel Gruppo nel settembre 2018, che ha una forte base produttiva nel Rodigino, con 500 ettari (su un totale di 700) destinati alla produzione di mele, pere, kiwi, pesche, nettarine e fragole. Le produzioni orticole fondamentali sono legate da una parte alle baby leaf (le insalatine) come rucola, valeriana, spinacino, radicchietto e altre, alle quali sono dedicati circa 250 ettari a rotazione (si possono raggiungere i 6-7 raccolti l’anno nello stesso terreno), dall’altra alle insalate adulte come indivie, scarole, radicchi, pan di zucchero ed altre, alle quali sono dedicati circa 370 ettari in pieno campo. Le produzioni vengono monitorate quotidianamente, sia quelle conferite dalle aziende associate (che superano il 51% del totale) sia quelle provenienti dall’esterno attraverso gli uffici acquisti di Padova-Borgoricco e di Salerno-Battipaglia. Ogni giorno, per realizzare la componentistica di IV Gamma e delle altre lavorazioni, viene utilizzata una cinquantina di famiglie di prodotto, una ventina delle quali acquistata. Questi ultimi sono arricchitori, esotici ed altro. Prima dell’ingresso di Cofruta, venivano acquistate anche le mele. Il 90% delle vendite avviene in Italia, nel canale GDO per il 95% e nel canale grossisti-distributori per il restante 5%. OrtoRomi fornisce le principali catene presenti in Italia. L’export per il momento è al 10% e trova sbocco principalmente in alcune catene dell’Europa dell’Est. I prodotti a marchio OrtoRomi-Insal’Arte rappresentano un fatturato intorno ai 40 milioni di euro, quelli a marchio dei distributore circa 65 milioni. Quasi il 90% del fatturato deriva dai prodotti di IV Gamma, il resto è diviso tra estratti e prodotti di V Gamma, zuppe, piatti pronti. Le referenze bio sono per il momento 15 e rappresentano circa l’1,5% della produzione.

DOMENICO SACCHETTO Piemonte

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ANNO XXXI Nuova serie Ottobre 2018 Euro 6,00

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PROTAGONISTI DOMENICO SACCHETTO In una stagione difficile Asprofrut risponde con l’orgoglio piemontese PAG.37

Domenico Sacchetto, 61 anni, appartiene a una famiglia che lavora nell’ortofrutta da tre generazioni. Gennaio 2019


PRIMO PIANO P

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

L’azienda di famiglia conta 80 ettari in produzione di cui una decina in conversione al biologico. Ha sempre creduto nell’associazionismo, in cui è impegnato da molti anni. Presiede OP Piemonte Asprofrut dal 2004. Il suo primo incarico, negli Anni Novanta, era stato la presidenza del Raggruppamento dei produttori con magazzino della OP. Successivamente è stato consigliere della stessa, quindi per tre anni vicepresidente prima di salire, ormai 15 anni fa, alla presidenza. E’ orgoglioso di Piemonte Asprofrut, della sua mission di salvaguardare i produttori e valorizzarne la produzione, dei giovani chiamati a dare un futuro al settore frutticolo nel Cuneese e in Piemonte. Domenico Sacchetto è anche presidente di Assortofrutta (Associazione dei Consorzi per la valorizzazione e tutela delle produzioni ortofrutticole a marchio collettivo della Provincia di Cuneo e del Piemonte), e del Consorzio di Tutela della Mela Rossa Cuneo IGP. Piemonte Asprofrut Piemonte Asprofrut, con sede a Lagnasco (Cuneo),

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è un consorzio cooperativo di 465 soci tra i quali 12 cooperative e 453 frutticoltori singoli. Si è costituito nel 1970 e conta su 18 magazzini di confezionamento. Rappresenta oggi il 50% dei produttori ortofrutticoli piemontesi che esprimono un fatturato di 117 milioni di euro, coltivano 7.000 ettari per una produzione di 230 mila tonnellate. Si tratta di circa 100 mila tonnellate di mele (tra queste la Mela Rossa di Cuneo IGP), 80 mila di pesche e nettarine, 40 mila di kiwi, 5 mila di susine, duemila di pere, più mirtilli e lamponi. Il 20% della produzione è biologica per un fatturato superiore ai 22 milioni di euro. In forte sviluppo negli ultimi anni è l’IGP Mela Rossa Cuneo con le varietà Gala, Red Delicious, Braeburn e Fuji. Piemonte Asprofrut è una OP aderente a Italia Ortofrutta Unione Nazionale. È stata tra i promotori della nascita della AOP Piemonte, la prima ad ottenere il riconoscimento in questa regione e che oggi rappresenta un significativo punto di riferimento del Nord-Ovest italiano per la produzione e commercializzazione. La AOP raggruppa sette delle otto OP piemontesi che complessivamente esprimono 500 mila tonnellate di frutta.

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CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

18 gennaio 2019 - Hotel Hilton Molino Stucky della Giudecca - Venezia Sale Venetian Ballroom e Venetian Foyer ore 14.30-15.00 Accoglienza e registrazione dei delegati. Introduce Lorenzo Frassoldati, direttore del Corriere Ortofrutticolo ore 15.00-16.00 Seminario Uno “Logistica integrata dell’ortofrutta: scenario generale e infrastrutture, il ruolo dell’Adriatico e delle piattaforme del Nord Est”. Introduce e modera Luca Lanini, Università Cattolica, Piacenza. Interventi programmati di: Marcello Di Caterina, direttore generale di Alis (Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile), Roma, su il sistema logistico Italia in relazione al settore dei prodotti deperibili e dell’ortofrutta in particolare; di Pino Calcagni, imprenditore, presidente del Gruppo Besana, con interessi a livello mondiale nella frutta secca, su un commento sulla situazione italiana nel contesto globale, le richieste delle aziende; di Martino Conticelli, segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, su il ruolo dell’Adriatico, le vocazioni il ruolo le risposte di Venezia; di Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati Rete d’Imprese, su l’evoluzione dei Centri Agro-alimentari italiani in piattaforme logistiche per l’ortofrutta e i prodotti freschi; di Paolo Merci, direttore generale di Veronamercato, il principale Centro agro-alimentare del Nordest (e terzo in Italia), una case-history sugli sviluppi logistici dell’azienda. ore 16.00-16.30 Focus. “Qualità Totale. Le buone pratiche ambientali come valore aggiunto per il consumatore”. Introduce e modera Duccio Caccioni, Fondazione FICO, Bologna. Intervengono: Paolo Fontana, ricercatore della Fondazione Mach e presidente di WBA (World Biodiversity Association) per illustrare il tema generale, e Stefano Gava, di Villa Sandi per raccontare una case history. ore 16.30-17 Coffee break ore 17.00-18.00 Seminario Due “Media Distribuzione e Mercati all’Ingrosso, un

Gennaio 2019

rapporto possibile?” Introduce e modera Claudio Scalise, presidente SG Marketing, Bologna. Interventi programmati di: Valentinio Di Pisa, presidente Fedagromercati-Confcommercio; Francesco Cera, direttore generale MAAP, Mercato Agro-Alimentare di Padova; altri.

PROTAGONISTI

IL PROGRAMMA DEFINITIVO

ore 18.00-18.15 “Macfrut, una piattaforma per l’ortofrutta italiana” Intervento di Renzo Piraccini, presidente di Cesena Fiera. ore 18.15-18.30 "Il ruolo del credito. BPER Banca e l’impegno per il settore”. Intervento di Maurizio Marchesini, responsabile Servizio Agricoltura BPER Banca. ore 18.35 -18.45 Assegnazione del Premio ‘Green Innovation BPER Banca per la sostenibilità’. Introduce Lorenzo Frassoldati, direttore del Corriere Ortofrutticolo, consegna il premio Giancarlo Guazzini, direttore territoriale BPER Banca. ore 18.45-19.50 Premiazione Protagonisti 2018 Conduce Paolo Bruni, presidente CSO Italy, coinvolgimento dei partner Fruitimprese, Italia Ortofrutta Unione Nazionale, Italmercati. ore 19.50 - 20.00 Introduzione alla cena: il radicchio rosso IGP Video con intervento di Francesco Arrigoni, direttore generale di OPO Veneto. ore 20:15 Aperitivo Apertura dell’urna per la elezione dell’Oscar dell’Ortofrutta Italiana 2019. ore 20.30 - 23.00 Cena di gala Nel corso della cena viene assegnato il Premio ‘Danila Bragantini - Donne dell’Ortofrutta’ promosso dall’Associazione Donne dell’Ortofrutta. Consegnano il premio Alessandra Ravaioli, presidente dell’Associazione e Marco Salvi, presidente FruitImprese ore 22:30 - 23.00 Chiusura dell’urna e scrutinio delle schede. Proclamazione dell’Oscar dell’Ortofrutta Italiana 2019.

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ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

UN PROVVEDIMENTO ATTESO. È rientrato nella Finanziaria

Via libera al Catasto Questa volta sembra davvero essere la volta buona. Il tanto atteso catasto della frutta diventerà realtà. Il governo lo ha infatti inserito nell’ultima manovra di bilancio, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale lo scorso 31 dicembre. Il tema viene affrontato al comma 666 e 667 dell’articolo 1, annunciando che è stata autorizzata una spesa di 5 milioni (2 milioni per il 2019 e 3 milioni per il 2020) per “l’istituzione di un catasto della produzioni frutticole nazionali, attraverso una ricognizione a livello aziendale delle superfici frutticole, distinte a livello delle principali cultivar”. L’obiettivo del nuovo strumento, si legge nel provvedimento, è “contribuire alla competitività e allo sviluppo del settore ortofrutticolo nazionale, mediante una efficiente gestione delle informazioni sulle superfici e sulle produzioni frutticole, nonché di favorire un corretto orientamento produttivo al merGennaio 2019

Nel provvedimento si usa l’aggettivo ‘frutticolo’ e pertanto sembrano esclusi dall’iniziativa gli ortaggi. Un velo di mistero su chi raccoglierà e gestirà i dati. Almeno quattro in corsa cato, con conseguente riduzione dei rischi di sovrapproduzione e di volatilità dei prezzi”. Il decreto attuativo del catasto dovrebbe arrivare entro tre mesi. Sulle tempistiche si precisa infatti che i criteri e le modalità di realizzazione del catasto “sono individuati con decreto di natura non regolamentare del ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, da adottare, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge”. Non mancano i punti interrogativi. Nella manovra si parla di produzione frutticola, lasciando in-

tendere che gli ortaggi rimangono esclusi da quello che almeno sulla carta risulterebbe essere un vero e proprio censimento delle aree di produzione. Inoltre non si sa ancora chi concretamente andrà a realizzare questo catasto. Da diverse parti si indicano ISMEA, AGEA o ISTAT, gli enti sulla carta maggiormente accreditati a compiere questo lavoro. Un ruolo decisivo potrebbe avere una nuova applicazione del fascicolo aziendale, il documento obbligatorio con una serie di informazioni e documenti relativi all’azienda che ogni impresa deve presentare alla pubblica amministrazione per richiedere contributi, agevolazioni o certificazioni nel settore agricolo. Sull’introduzione nella manovra www.corriereortofrutticolo.it

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ATTUALITÀ

di governo del catasto frutticolo, non sono mancati i commenti degli esponenti del settore. “Finalmente qualcosa si muove - ha commentato Marco Salvi, presidente di Fruitimprese -. Il catasto era una delle priorità che avevamo messo nel Tavolo Nazionale. Adesso speriamo che lo facciano realizzare a chi ha le competenze giuste”. Davide Vernocchi, coordinatore Settore ortofrutta dell’Alleanza cooperative agroalimentari, è soddisfatto del risultato. “Oggi conosciamo i dati del mondo organizzato. Attraverso questo nuovo strumento, che da tempo il settore richiede a gran voce, potremo ottenere nuove informazioni dettagliate sulle realtà che sono fuori dalla OP. Saremo cioè in grado di conoscere con precisione l’estensione delle aree coltivate al

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Consentirà alle imprese di programmare con maggiore precisione le loro strategie produttive di fuori del mondo organizzato. Potremo capire se abbiamo le strutture adeguate per gestire la massa di prodotto e in quali modalità inviarla sul mercato”. Anche Vincenzo Falconi, direttore di Italia Ortofrutta Unione Nazionale, plaude all’introduzione del catasto, “chiesto da tempo dal settore. Si tratta di uno strumento importante e imprescindibile per conoscere lo stato dei fatti delle produzioni nazionali che consentirà alle imprese di programmare con maggior precisione le loro strategie”. Allo stesso

tempo Falconi auspica “che il catasto venga realizzato con serietà, precisione e celerità. Oltre alle superfici dovranno essere esplicitate pure le specie, le varietà e l’età degli impianti. Crediamo inoltre che il nuovo strumento inserito nella manovra, debba coinvolgere anche gli ortaggi, che consenta così di avere una mappatura completa e dettagliata di che cosa si coltiva in Italia nel settore ortofrutticolo”. Più fonti sottolineano inoltre, per quanto riguarda la gestione, che non dovrebbero essere trascurate realtà come CSO Italy, che già monitora i dati catastali per molte associate e che ha specifiche competenze su alcune produzioni come kiwi, pere, pesche e nettarine. E che certamente è disponibile a dare un supporto qualificato. (e.z.)

L’Unione Europea vuole mettere al bando entro 7 anni il verderame. Produttori preoccupati L’Unione Europea ha inserito il rame nella lista dei prodotti ‘candidati alla sostituzione’. Il Regolamento 2018/1981 del 13 dicembre scorso ha rinnovato l’approvazione europea dei composti rameici per 7 anni, mentre in linea generale, per questo tipo di rinnovi, la Commissione Europea ha spesso chiesto 15 anni di tempo prima di bandire un prodotto. Il regolamento ha fissato nel contempo alcune limitazioni, in particolare quella di non distribuire più di 28 chili di rame metallo per ettaro nei sette anni di durata dell’approvazione. Sul verderame e su altri composti di rame grava il parere negativo dell’EFSA, che ne ha segnalato la tossicità per l’ambiente. Il rame è alla base di molti composti ampiamente utilizzati, quali ossicloruri di rame, idrossido di rame, glutinato di rame. Negli anni, il rame si è distinto per la sua capacità di contrastare diver-

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se malattie, soprattutto di natura fungina. Il rame è utilizzato anche come fertilizzante fogliare e come integratore nell’alimentazione animale. Per l’agricoltura biologica é ritenuto ancora oggi insostituibile. Cercare alternative al rame, sicure per l’ambiente e nel contempo economicamente sostenibili per gli agricoltori, a questo punto sostiene un documento emesso dalla CIA Piemonte - diventa in-

dispensabile. Al momento però manca una ricerca pubblica continuativa in quest’ambito, in Europa e in particolare in Italia. Agrinsieme ritiene che quello utilizzato dall’Unione Europea sia un approccio che non tiene conto delle possibili ricadute della decisione sul delicatissimo mondo della difesa fitosanitaria delle produzioni convenzionali, e soprattutto biologiche e integrate.

Gennaio 2019


Zeropack farà imballaggi in bio-plastica: al 50% è Rivoira E’ stato diffuso in versione completa il Rapporto Coop sulle previsioni dei consumi nel 2019, con l’integrazione di un sondaggio di fine anno Coop-Nomisma. I risultati sono piuttosto interessanti sulle tendenze che, nonostante una visione contraddittoria dei consumatori sulle prospettive economiche dell’Italia, emergeranno nell’anno appena iniziato. La tavola riafferma la sua centralità. Gli italiani sono convinti che spenderanno di più in tutte le voci dell’alimentare. Il 25% degli italiani è convinto che investirà di più nell’acquisto di prodotti a base di farina integrale, il 21% nei tradizionali e il 19% nei bio salutistici. In rallentamento invece i veg (il 45% degli italiani dichiara che o non lo consumerà affatto o ne ridurrà il consumo, solo l’11% in aumento), i senza glutine e lattosio (il 47% non li consumerà o li ridurrà, solo il 10% in aumento) e i senza sale (il 29% non lo consuma o lo diminuisce, solo il 13% in aumento). Un po’ a sorpresa si assiste al recupero almeno nelle intenzioni dei ristoranti di cucina tipica e della tradizione (in aumento per il 19% degli italiani e in diminuzione per il 10) che surclassano i fast food (in aumento solo per il 10% degli italiani ma in diminuzione per il 21%), i ristoranti etnici (crescono per il 9% e diminuiscono per il 15%) e rallenta anche la crescita del food delivery. La richiesta di nuovi materiali ecosostenibili per gli imballaggi è in costante aumento e i consumatori premiano le scelte di produttori e distributori che rispettano il pianeta. Bio-on, quotata all’AIM di Borsa Italiana e attiva nel settore della bioplastica di qualità, e Rivoira, tra le principali aziende italiane nella produzione e distriGennaio 2019

buzione di mele e kiwi, attenta all’innovazione, hanno annunciato un accordo per sviluppare nuovi materiali per il packaging di frutta e verdure fresche, anche monouso, attraverso la Zeropack SpA, fondata da Bio-on e di cui Rivoira, ha acquistato il 50%. Zeropack potrà realizzare pellicole, cassette, piccoli e grandi contenitori, supporti per frutta ed etichette completamente naturali basati su bioplastica, naturale e biodegradabile al 100%, prodotta anche da scarti di frutta e verdura. Per accelerare lo sviluppo di queste soluzioni e ottenere in poco tempo una posizione di leadership in questo settore in rapida crescita e con una forte domanda di qualità, Zeropack ha acquisito da Bio-on una licenza esclusiva per lo sfruttamento della tecnologia per 10 milioni di euro. La tecnologia si basa sulle ricerche che Bio-on conduce da quattro anni nei laboratori in Italia e USA e contribuirà a limitare la nuova emergenza ambientale costituita dall’enorme quantità di rifiuti plastici. Come è noto, i prodotti realizzati con plastica tradizionale non consentono processi di riciclo efficienti e contengono spesso componenti altamente inquinanti. "Siamo felici di entrare nel mondo del packaging del futuro - ha annunciato Marco Rivoira, ceo del Gruppo Rivoira - ed in particolare contribuire con la nostra esperienza e qualità produttiva quotidiana alla realizzazione di nuovi prodotti completamente diversi rispetto ai prodotti che possiamo trovare sul mercato oggi. Zeropack anticipa le strategie del Gruppo Rivoira da sempre alla ricerca di innovazioni. La mission è di fornire qualità totale di prodotto e packaging. Studiare materiali per rivoluzionare questo settore partendo dalla natura ed in modo naturale, consentendo ai colossi della distribuzione di avere un’alternativa sostenibile al 100%”.

I consumi nel Rapporto Coop: recupera il cibo tradizionale

N NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

E’ stato diffuso in versione completa il Rapporto Coop sulle previsioni dei consumi nel 2019, con l’integrazione di un sondaggio di fine anno Coop-Nomisma. I risultati sono piuttosto interessanti sulle tendenze che, nonostante una visione contraddittoria dei consumatori sulle prospettive economiche dell’Italia, emergeranno nell’anno appena iniziato. La tavola riafferma la sua centralità. Gli italiani sono convinti che spenderanno di più in tutte le voci dell’alimentare. Il 25% degli italiani è convinto che investirà di più nell’acquisto di prodotti a base di farina integrale, il 21% nei tradizionali e il 19% nei bio salutistici. In rallentamento invece i veg (il 45% degli italiani dichiara che o non lo consumerà affatto o ne ridurrà il consumo, solo l’11% in aumento), i senza glutine e lattosio (il 47% non li consumerà o li ridurrà, solo il 10% in aumento) e i senza sale (il 29% non lo consuma o lo diminuisce, solo il 13% in aumento). Un po’ a sorpresa si assiste al recupero almeno nelle intenzioni dei ristoranti di cucina tipica e della tradizione (in aumento per il 19%).

L’OP calabrese Orto Natura entra in Mediterraneo Group Nuovo ingresso nella società consortile Mediterraneo Group, network che associa imprese ortofrutticole altamente specializzate, autonome nella gestione, che operano nelle aree produttive italiane più vocate e puntano a un loro consolidamento sul mercato. www.corriereortofrutticolo.it

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Entra nel novero anche la OP calabrese Orto Natura, con un prodotto, la cipolla rossa di Tropea Calabria IGP, frutto dell’eccellenza italiana, da secoli parte integrante del paesaggio rurale e delle ricette tradizionali calabresi. Ha ottenuto infatti il riconoscimento IGP nel 2008. “Abbiamo pensato a Mediterraneo Group - commenta Antonio Giampà, OP Orto Natura - come il braccio commerciale ideale per sviluppare il nostro mercato italiano, riferito soprattutto alla grande distribuzione, e per valutare eventuali sbocchi di esportazione per il nostro principale prodotto”. La OP Orto Natura, oltre alla cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP, produce infatti anche fragole, basilico, peperoncino, clementine, ma è la cipolla rossa di Tropea Calabria IGP, con 700 tonnellate all’anno, la sua produzione di punta. “Quello di Orto Natura - evidenzia a sua volta Ilenio Bastoni, direttore generale di Apofruit Italia e direttore di Mediterraneo Group - è un ingresso di grande rilevanza poiché contribuisce a garantire completezza di gamma e continuità nelle forniture delle eccellenze italiane che compongono il nostro paniere, in cui mancava la cipolla rossa di Tropea, un Igp che sta crescendo significativamente nell’interesse dei consumatori”. Un paniere, quello di Mediterraneo Group, assicurato dalle produzioni di Colt.or, Coop. Sole, Cooperativa Codma, Di Stasi, La

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Mongolfiera, Lemongroup, OPO Veneto, Ortofruit Italia, Pempacorer, Terra di Bari, Terremerse: ciascuna di esse si è messa in rete con Mediterraneo Group per valorizzare le proprie produzioni. La OP Orto Natura è composta da 10 aziende calabresi che operano da oltre 40 anni nel settore ortofrutticolo e hanno deciso di mettere insieme le proprie competenze con l’obiettivo di potenziare l’offerta produttiva di alta qualità. Profondamente radicata nel territorio, infatti, la OP Orto Natura sfrutta il microclima locale nel quale le aziende sono ubicate. Le associate adottano sistemi di controllo qualità e di tracciabilità che seguono i prodotti dalla campagna alla tavola dei consumatori per garantire prodotti sicuri.

Test positivi per Yello. Soddisfatti VOG e VI.P Promossa a pieni voti la nuova mela yello®, varietà club prodotta in Alto Adige in esclusiva europea dai consorzi VOG e VI.P. A fine 2018 si sono tenute due giornate di degustazioni in 12 punti vendita con una catena del Centro Italia. Positivi i numeri e i giudizi espressi dai consumatori. In particolare, sono state contattate oltre 4.000 persone, di cui più di 3.500 hanno accettato di effettuare la prova di degustazione. Dagli assaggi, è emerso che i clienti considerano la mela yel-

Ortomercato di Milano nei guai: tra gli indagati il dg Stefano Zani Stefano Zani, direttore generale di SOGEMI, la società che gestisce il Mercato di Milano tra cui quello ortofrutticolo (oltre a quello ittico, floricolo e delle carni) è sotto indagine per ipotesi di corruzione e turbativa d’asta. Ne ha riferito il Corriere della Sera il 10 gennaio. L’inchiesta riguarderebbe una presunta tangente di duemila euro che il manager avrebbe intascato per favorire una cooperativa che fornisce servizi di facchinaggio, la AGEAS Impresa Consortile Lombarda srl, amministrata da Antonio Gnoli, società che fornisce attività di facchinaggio all’Ortomercato. Nel registro degli indagati ci sono anche i nomi dello stesso Gnoli e Vincenzo Manco, dipendente della cooperativa, per i quali si ipotizza il reato di istigazione alla corruzione nei confronti di un addetto al controllo delle coop di facchinaggio, al quale sarebbe arrivato un proiettile a casa in una busta con minacce scritte su un foglio.

lo® “croccante, compatta, molto succosa e dolce”, avvertendo nella sua polpa aromi tropicali e non solo, che virano dall’ananas, alla vaniglia, al limone. “Nonostante la commercializzazione di questa mela sia agli inizi, data la produzione ancora contenuta - spiega Gerhard Dichgans, direttore del Consorzio VOG siamo molto soddisfatti dei riscontri positivi che continuiamo ad avere per questa varietà premium a buccia gialla, che si pone nel segmento delle superdosi. Oltre al sapore della polpa, è risultato decisivo anche il colore: il suo ‘vestito' giallo dimostra sempre più di piacere ai consumatori e si distingue molto dalle altre varietà negli scaffali”. “Dato il successo riscontrato da questa iniziativa, l’intenzione è di proseguire anche quest’anno con altre analoghe attività all’interno dei punti vendita”, precisa Fabio Zanesco, direttore commerciale del VI.P. Gennaio 2019


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Aurelio Panniteri, presidente dell’OP Rosaria, Salvo Laudani, direttore marketing di Oranfrizer e Giuseppe Pasciuta, presidente del Consorzio di Tutela dell’arancia di Ribera DOP. Abbiamo registrato i loro commenti

Mercato non facile per le arance ma l’estero è in recupero Emanuele Zanini Stagione in altalena per gli agrumi, tra alti e bassi, a seconda della tipologia, della zona di produzione e della risposta, piuttosto eterogenea, dei mercati. L'annata è ancora da decifrare fino in fondo. Partendo dalla terra delle arance per antonomasia, la Sicilia, Oranfrizer si ritiene piuttosto soddisfatta finora della campagna. Bene in particolare la varietà Tarocco, “grazie all'ottima pezzatura e all'eccellente qualità”, sottolinea Salvo Laudani, direttore marketing dell'azienda catanese. “Le ultime settimane più fredde (tra fine dicembre e inizio gennaio, ndr) e maggior escursione termica hanno aumentato il livello di pigmentazione dei frutti, che finora (11 gennaio, ndr) era leggermente in ritardo rispetto alla media, a causa del processo di maturazione più lento del solito dopo un novembre particolarmente tiepido. Ma con l'abbassamento delle temperature basta poco per recuperare”. L’arancia Tarocco era già protagonista nei reparti ortofrutta a metà dicembre. La raccolta in Sicilia è iniziata l’ultima settimana Gennaio 2019

Gli sforzi delle aziende siciliane per migliorare e differenziare la produzione non sempre trovano nel mercato il corrispettivo che meritano. In crescita l’arancia di Ribera di novembre e le prime arance Tarocco sono arrivate nei reparti l’1 dicembre, con una settimana di anticipo rispetto alle altre stagioni agrumarie. Interessanti anche i riscontri sulla tipologia Moro. “Ad ogni modo le vendite sono soddisfacenti, anche all'estero dove si riscontra un +10%, in particolare nei Paesi di riferimento per noi, cioè Regno Unito e Norvegia, dove i clienti erano attirati dal prodotto già a dicembre”, precisa Laudani. “Le prospettive sono buone, siamo piuttosto ottimisti”. Sulla disponibilità di prodotto, inferiore nei volumi rispetto all'anno scorso, è ancora presto per dare valutazioni definitive secondo il manager siciliano: “Potremmo finire prima del solito, staremo a vedere la risposta dei mercati nelle prossime settimane”. Avanti, seppur con lentezza. Per Aurelio Pannitteri, a capo dell'omonima azienda di Belpasso (Catania) e dell'OP Rosaria, la stagio-

ne non decolla. “Siamo in attesa che la pigmentazione delle arance raggiunga il livello desiderato. Il mercato finora è fin troppo calmo, non risponde alle attese iniziali, in un'annata dove il calo produttivo è stato significativo (si calcola anche del 30% in meno di volumi). L'aumento dei prezzi di 20-30 centesimi al chilo sul 2017 non è sufficiente. Serve trovare il modo per creare margini superiori per coprire costi di produzione e insistere su rinnovamento varietale e innovazione”. Note positive invece dall'estero, un po' in tutta Europa e in particolare in Scandinavia, “dove le richieste sono state in forte aumento con ottime prospettive, a partire dal nostro marchio Rosaria. Rispetto all'anno scorso pensiamo di raddoppiare i volumi. Le esportazioni stanno viaggiando a ritmo molto spedito. Basti pensare che solo pochi anni fa l'export rappresentava solo il 2% del nostro fatturato, oggi raggiunge il 10% ed è in progressiva crescita”. www.corriereortofrutticolo.it

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ARANCIA ROSARIA. PERFETTO EQUILIBRIO TRA GUSTO E BENESSERE. Ricca di vitamine A, B, PP e C, ideale come coadiuvante della cura degli stati influenzali

Ricca di antiossidanti contro l’invecchiamento

Una sferzata di energia, ideale per chi pratica sport Effetti benefici sulla microcircolazione

Oggi Rosaria è anche una spremuta 100% di arance rosse, sempre fresca e disponibile tutto l’anno.


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Con una produzione di 3,4 milioni di tonnellate su 140 mila ettari ed il 61% delle esportazioni totali dell’UE, nel 2017 la Spagna si è confermata leader del mercato europeo delle arance. È il quadro che emerge dai dati Eurostat pubblicati a gennaio. L’Italia è il secondo Paese per produzione, con 1,5 milioni di tonnellate

(25% del totale) e precede la Grecia (1 milione di tonnellate, 16%). L’anno scorso, quasi 2,7 milioni di tonnellate di arance, per un valore di 1,9 miliardi di euro, sono state esportate dagli Stati membri UE, quasi il 90% (2,4 milioni di tonnellate) all’interno dell’Unione. La Spagna è la prima esportatrice in volume e valo-

re, con 1,6 milioni di tonnellate di arance inviate in altri Paesi UE ed extra UE nel 2017, ovvero il 61% delle esportazioni totali degli Stati membri, corrispondenti a quasi 1,2 miliardi di euro. L’Italia è terza, con esportazioni che valgono meno di 100 milioni di euro, dopo la Grecia con circa 116 milioni.

Anche quest'anno, dopo il positivo esordio dell'anno scorso, torna Baby Rosaria, l’arancia di calibro ridotto particolarmente vocata per le spremute. Quest’anno la stagione, secondo Pannitteri, proseguirà con le produzioni tardive fino a fine aprile. Nel frattempo continuano da parte dell'OP Rosaria importanti investimenti in campagna: durante la scorsa stagione sono entrati in produzione 50 ettari, mentre quest’anno se ne sono aggiunti altri 40. Inoltre, sta proseguendo un importante lavoro di aggiornamento varietale, con la messa a dimora di impianti di cultivar medio tardive, per estendere ulteriormente la durata della stagione. Volumi in crescita anche per l'Arancia rossa di Sicilia IGP che nel 2018 ha raggiunto le 18 mila tonnellate di prodotto commercializzato (che rappresenta comunque meno del 10% dell'intera produzione di arancia rossa in Sicilia), per l'85% attraverso la grande distribuzione organizzata e un peso crescente dell'estero con Germania e Nord Europa in primis. Il Consorzio di Tutela, che conta circa 600 soci con 6.500 ettari di coltivazione certificata, spinge su promozione e comunicazione, anche se lamenta come per crescere sia indispensabile un piano agrumicolo nazionale. Rimanendo in Sicilia, l'annata per l'arancia di Ribera si sta rivelando più che positiva. Nonostan-

te l'alluvione con piogge torrenziali annesse del 3 novembre scorso, che avevano causato non pochi problemi, “la stagione è promettente, grazie al clima mite e favorevole alla maturazione dei frutti”, sottolinea Giuseppe Pasciuta, presidente del Consorzio di Tutela dell'arancia di Ribera DOP. “La pezzatura è ottima: molta merce con calibri grandi e poca con piccoli, quasi difficili da trovare (a differenza per esempio dell'annata precedente). I volumi ci sono, i mercati rispondono molto bene, sia per il prodotto dOP che quello senza marchio a denominazione d'origine. Sarà una stagione che ricorderemo”. Non ci sono ancora i dati ufficiali ma, secondo Pasciuta, i volumi alla fine potrebbero attestarsi attorno ad un +20% sulla media. Bene anche l’estero, dove è apprezzato soprattutto il prodotto biologico, a partire dalla Germania, dalla Svizzera e dall'Austria,

così come anche dalla Francia, dove si vende bene pure il prodotto convenzionale. Il trend di crescita è costante. “Sono in aumento sia le produzioni e il valore (con prezzi a +1015% sull’anno precedente) sia del prodotto DOP che di quello non certificato. È tutto il territorio che sta crescendo - osserva Pasciuta, che presiede un consorzio con 300 soci, con 20 nuovi ingressi lo scorso anno -. Sono oltre 1.100 gli ettari certificati DOP, anche se con il marchio Riberella senza denominazione rientrano almeno altri 1.500 ettari. Il volume complessivo stimato si aggira attorno alle 150 mila tonnellate (con 4050 mila tons a marchio Riberella e 7 mila tons Riberella Dop) su 6.000 ettari totali. Unico possibile neo è il calendario corto. La campagna potrebbe infatti chiudersi in anticipo. Si spera di coprire tutto marzo, ma c'è il rischio che si chiuda prima”.

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AGRUMI

Attenzione alla Grecia: ci ha fatto slittare al terzo posto tra gli esportatori europei

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AGRUMI

Il dramma delle clementine Troppa merce sui mercati Stagione negativa per le clementine italiane che non ha risparmiato nessuna delle principali aree produttive, Calabria, Puglia e Basilicata. Le difficoltà di quest’anno, secondo l’Alleanza Cooperative Agroalimentari, derivano essenzialmente dall'offerta abbondante di prodotto, specie quello di calibro medio-piccolo, che si è registrata in tutto il bacino del Mediterraneo, a cui si è aggiunto il leggero ritardo di maturazione in Italia di alcune varietà normalmente più precoci. Tale congiuntura ha fatto sì che il mercato delle clementine a fine dicembre risultasse già saturo di prodotti provenienti dall’estero, in primis Spagna e Marocco, e di clementine della varietà tradizionale che erano già state raccolte e che erano ancora in parte invendute. Le temperature miti fino a Natale avevano infatti tenuto bassa la domanda di agrumi su tutto il mercato nazionale. Per Marco Eleuteri, amministratore delegato alla funzione commerciale dell’OP Armonia di Battipaglia (Salerno), la situazione è critica, in certi casi drammatica per le clementine. Il manager non nasconde la propria preoccupazione stimolando però il settore a Gennaio 2019

Allarme di Eleuteri: “Varietà precoci e tardive, altrimenti non si esce dalla crisi” reagire per ripartire. Il manager sottolinea le gravi difficoltà di questa stagione, caratterizzata da una produzione mai così abbondante, in certi areali anche del 30-35% al di sopra della media, ma allo stesso tempo si registrano vendite al di sotto dei valori dello scorso anno, che aveva poco prodotto. L'anticipo di maturazione dei frutti, soprattutto a causa di un novembre particolarmente caldo, ha accelerato il processo di maturazione e accentuato i problemi. Le cose potrebbero migliorare dalla seoncda metà di gennaio, ma finora l'allarme rimane. “I prezzi sono almeno il 10% inferiori rispetto allo scorso anno spiega Eleuteri - e fanno fatica a rialzarsi nonostante a gennaio di solito le quotazioni tornino a salire. Il mercato è in confusione, con troppo prodotto comune e il rischio di vedere sugli scaffali merce di bassa qualità. In questo modo temiamo che il consumatore possa venire scottato da frutta ad

di sotto delle attese, con ovvie conseguenze negative sui consumi”. “Serve coraggio e freddezza: selezionare a monte le partite, non immettere sul mercato prodotto scadente. Ma purtroppo non tutti fanno così”, sottolinea Eleuteri. “Serve non compromettere questa parte finale di una stagione già molto tribolata”. Secondo il direttore commerciale di OP Armonia uno dei principali problemi è la presenza di quasi un'unica varietà di clementine, quella comune, che rappresenta il 90% dei volumi e che matura tutta in soli due mesi, due mesi e mezzo al massimo. “Per questo serve spingere sull'innovazione, rendere più equilibrato il calendario. Gli ettari coltivati a clementina comune vanno ridotti a favore di altre varietà, sia precoci che tardive. Lavorando su questo processo il trend potrà cambiare, altrimenti la situazione rischia di diventare sempre più drammatica”. La parola chiave rimane innovazione, “che deve partire dalle OP. Il singolo produttore spesso non ha la forza di farla. Sono le OP a trasferirla ai singoli soci attraverso aiuti economici e tecnologici”. (em.zan.) www.corriereortofrutticolo.it

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#fruitlog2019

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