Corriere Ortofrutticolo Marzo 2019

Page 1

MENSILE DI

ECONOMIA

E AT T U A L I T À

DI

SETTORE

corriereortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET | ANNO XXXIII Nuova serie

Marzo 2019 Euro 6,00

daily news: www.corriereortofrutticolo.it

PROTAGONISTI

Patrizio Neri & soci. Gli innovatori del kiwi FIERE • PAG. 17 FRUIT LOGISTICA 2019 L’Italia migliore di sempre ma serve una maggiore apertura internazionale

BILANCIO 2018 • PAG. 35 ALLARME EXPORT Un quadro preoccupante all’attenzione dell’assemblea romana di Fruitimprese

3

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37125 VERONA - I - TEL. 0458352317 /e-mail:redazione@corriereortofrutticolo.it / Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n.46) Art. 1, comma 1, DCB VR



THE POWER OF GREAT SALES SEDUCE LIFE

Al gusto inconfondibile delle mele Kanzi® non si resiste. Quell’equilibrio perfetto tra sapore dolce-acidulo, succosità e croccantezza dà la carica e accende il buonumore. Consenti ai consumatori di vivere un’esperienza unica di gusto e sapore. Prova le irresistibili mele Kanzi® e scopri come il potere del gran gusto farà piazza pulita negli scaffali. Scopri di più su kanziapple.com

Kanzi® Partner in Italia e Spagna


Agnese, agricoltrice Villafontana, Verona

Buono, biologic Buono, biologico, o, fresco! fr esco! Alc Alcee Ner Nero, o, il mar marchio chio del biologic biologico dal frutta verdura fresca. 11978, 978, è anche frutt a e ver dura fr e prodotti Una linea buona e sana: pr odotti biologici che nutr nutrono ono in modo ccorretto, orretto, frutt frutto o di un un’agricoltura ’agricoltura che rispett rispetta a la tterra erra e la ssua ua ffertilità. ertilità. P Prodotti rodotti che cconservano onservano ttutto utto il gusto, vero. gust o, e i sapori, del cibo ver o.

Alce Nero. Agricoltori biologici dal 1978


La lezione dei pastori sardi Non so se il prezzo finale del latte ovino sardo ottenuto dai pastori (mi sembra, se ricordo bene, 74 cent + Iva) li soddisfi. Non so se la loro rivolta finirà qui. Non so se la vicenda del Pecorino romano DOP è conclusa (ho dubbi in proposito). Quello che so, quello che ho capito è che è possibile strappare un prezzo minimo di un prodotto, come si dice, “per decreto”. Il latte ovino versato a quintali dai pastori dell’isola ha bucato il video degli italiani, agitato le acque della politica nazionale e regionale (alla vigilia delle elezioni) e mandato un messaggio inequivocabile: è possibile ottenere un prezzo minimo di una produzione agricola “altrimenti ci arrabbiamo”. E’ possibile ottenere tavoli tecnici con ministri e vicepresidenti del Consiglio dove si deliberano interventi, aiuti (ritiri) per decine di milioni di euro per salvare un pezzo importante dell’economia regionale “altrimenti ci arrabbiamo”. E’ possibile far valere le proprie ragioni e ottenere un risultato importante, forse insperato, semplicemente arrabbiandosi, tenendo duro, dimenticando le buone maniere. E facendo leva solo sulla propria esasperazione. Certo, il risultato è stato ottenuto in circostanze eccezionali, cioè alla vigilia delle elezioni regionali, circostanza sulla quale i pastori, come si dice, hanno ‘marciato’. Poi è vero che in Sardegna l’allevamento ovi-caprino è quasi una monocoltura. Ma la vertenza dei pastori lancia un segnale a tutto il mondo agricolo nazionale, in particolare al mondo dell’ortofrutta. Che è certamente più articolato, più frazionato e diffuso sull’intero territorio nazionale, più ricco di alternative produttive però afflitto dal medesimo problema: i prezzi bassi all’origine, quasi sempre al limite della sopravvivenza economica, se non sotto. Così è in questo periodo per il mondo delle clementine pugliesi e calabresi reduci da una campagna disastrosa, l’ennesima. Così è stato recentemente per tanti ortaggi invernali, e per tante estati per pesche/nettarine forse la nostra produzione più tipica massacrata dai prezzi e dalla mancata programmazione tra Paesi produttori. Anche le pere soffrono di prezzi non remunerativi al pari di altre nostre eccellenze produttive che non hanno l’export come valvola di sfogo importante e nuovi mercati da raggiungere. Del prezzo minimo in ortofrutta si è parlato tante volte di fronte alle crisi di mercato ma senza crederci per davvero, consapevoli che era un miraggio. I pastori sardi sono un fronte compatto, poco controllabile dalle sigle sindacali, hanno in mano la quasi totalità del prodotto, sono una rocciosa OP di fatto, in grado di bloccare le forniture ai caseifici. L’ortofrutta è un mondo

✍ Lorenzo Frassoldati

Marzo 2019

molto diverso, articolato, frazionato, diviso in sigle sindacali e quasi sempre incapace di fare lobby. L’esempio più eclatante delle divisioni del mondo agricolo lo abbiamo visto recentemente per la vicenda della crisi dell’olio pugliese con i gilet gialli (Coldiretti) e i gilet arancioni (tutti gli altri) scendere in piazza per gli stessi motivi in due giorni diversi, gli uni dopo gli altri. Però… però questa vicenda del latte sardo apre una breccia, dimostra che con la rabbia qualcosa si ottiene, che non c’è solo lo strumento dei ritiri (tardivo e spesso inefficace) per salvare una campagna. Certamente non ci si può più accontentare di chiedere prezzi-elemosine, briciole di aiuti quando il guaio è già fatto, o di fare come anni fa quando sulle spiagge estive si distribuirono gratuitamente le pesche (comprate dal Ministero) ai vacanzieri per spingere i consumi. Un danno oltre la beffa: ciò che viene dato gratis, non ha valore agli occhi di chi lo riceve. I pastori sardi hanno dimostrato - sprecando il latte frutto del loro lavoro - che piuttosto che svenderlo preferivano buttarlo. Una scelta estrema, che però alla fine si è rivelata efficace e che ha messo in mora rappresentanze e sigle sindacali, costrette a correre dietro alla protesta. Il mondo dell’ortofrutta, che fatica ad ottenere persino una riunione del Tavolo nazionale al Ministero, è avvisato. In sintesi: il mondo dell’ortofrutta al pari di altri comparti della nostra agricoltura combatte per vedere riconosciuto il valore delle proprie produzioni. Produzioni sempre più qualificate, certificate, sostenibili, responsabili, e chi più ne ha più ne metta. Ma che soffrono di un mancato riconoscimento sul fronte del valore, perché il valore è una variabile ‘dipendente’ dal mercato. E il mercato è quello che è: altalenante, volubile, globale, aperto, difficilmente pianificabile e quasi mai programmabile. E sul mercato ci sono altri attori, portatori di altri interessi, spesso conflittuali con quelli della produzione. E, se vogliamo vivere dentro mercati aperti e non chiusi (come vorrebbero i neo-protezionisti), dobbiamo organizzarci, aggregarci e far valere il peso del sistema Paese, come hanno fatto i nostri concorrenti, anzi il nostro principale concorrente cioè la

EDITORIALE

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

segue a pag. 5

PUNTASPILLI

INTOCCABILI Spetterà ai singoli Governi/Parlamenti decidere le sanzioni a carico della GDO per eventuali ‘pratiche sleali’ verso i fornitori. Dopo il sostanziale fallimento dell’art.62 si accettano scommesse sull’entità di queste sanzioni. *

www.corriereortofrutticolo.it

3


QUALITÀ PREMIUM 100% ITALIANA

VALFRUTTA FRESCO SPA Via G. Galilei, 5 - 48018 Faenza (RA) - Tel. +39 0546 648601 - Fax +39 0546 623156 -info@valfruttafresco.it - valfruttafresco.it


THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET |

ANNO XXXIII Nuova serie Marzo 2019

3 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37125 VERONA - I - TEL. 0458352317 /e-mail:redazione@corriereortofrutticolo.it / Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n.46) Art. 1, comma 1, DCB VR

Direttore responsabile: Lorenzo Frassoldati Redazione: Emanuele Zanini Hanno collaborato: Chiara Brandi, Duccio Caccioni, Mariangela Latella, Maurizio Nasato Sede operativa via Fiordiligi, 6 37135 Verona Tel. 045.8352317-Fax 045.8307646 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Editore Gemma Editco Srl Coordinatore editoriale Antonio Felice Comitato di indirizzo Duccio Caccioni, Antonio Felice, Lorenzo Frassoldati, Corrado Giacomini, Claudio Scalise (coordinatore) Sede legale e amministrativa: via Fiordiligi, 6 37135 Verona E-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it P.IVA 01963490238 Fotocomposizione e stampa: Eurostampa Srl - via Einstein, 9/C 37100 Verona Autorizzazione Tribunale di Verona n. 176 del 12-1-1965 Spedizione in abb. postale comma 26, art. 2, legge 549/95 La rivista viene distribuita in abbonamento postale c/c n. 11905379 Abbonamento annuo: 70 euro per due anni: 100 euro abbonamenti@corriereortofrutticolo.it Chiusura in redazione il 27.03.2019

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Profilo: Corriere Ortofrutticolo si è affermato come rivista “di filiera” del settore ortofrutticolo italiano. La rivista collega chi produce, chi commercializza e chi vende al pubblico, oltre ai settori connessi (dai macchinari ai trasporti). La diffusione è capillare in Italia, dove si è allargata alla grande distribuzione alimentare e al dettaglio.

Diffusione: 6.000 copie. Ripartizione del mailing: Dettaglianti 23%, Produttori 22%, Grossisti 19%, Distributori 12%, Import-export 6,5%, Servizi 5%, Tecnologie e Trasformati 2,5%, Altri 10% Marzo 2019

S

O

M

M

A

R

I

O

FRUIT LOGISTICA 2019. A Berlino un’Italia migliore

INTERPOMA CHINA. La conferma della leadership altoatesina 54

RUBRICHE EDITORIALE La lezione dei pastori sardi

3

CONTROEDITORIALE I segnali di Fruit Logistica. Bene l’innovazione, ma facciamo poca strada senza una diplomazia dell’ortofrutta 7 NOTIZIARIO

PAG. 17

9

DISTRIBUZIONE&MERCATI Conad punta su Auchan Italia passando per il Lussemburgo 41

ATTUALITÀ PRIMO PIANO FRUIT LOGISTICA: all’Italia serve un approccio più internazionale 17 A fine maggio Shanghai a settembre Hong Kong

19

La sorpresa di Italian Fruit Village 21 Copertina - Protagonisti PATRIZIO NERI & SOCI Gli innovatori del kiwi

25

Aldi: 51 pdv in dodici mesi puntando solo sul Norditalia

43

Italmercati conferma Pallottini presidente

PERE. Prezzi sotto i costi di produzione, settore allo stremo 31

45

EULER HERMES. I bilanci sotto la lente

33

EXPORT. Nel 2018 -11,2 Rivoira: “Quadro preoccupante”

35

Fronte europeo degli Agromercati 46 LOGISTICA Porti, chi vola e chi crolla

47

MONDO BELGIO. Mercato saturo o difficile? 51

segue editoriale

Spagna. Il momento è questo, come diceva Reagan, perché i nodi stanno arrivando al pettine, come dimostrano i dati definitivi sul nostro export-import 2018, mai così negativi. Alcune filiere funzionano, altre no. Alcuni danni sono rimediabili, altri no. Non serve abbaiare al-

PRIMO PIANO PATATE Il cambio del clima in Nordeuropa favorisce la produzione italiana 37

la luna e invocare un giorno sì e l’altro pure dazi e barriere (oppure controlli rigorosi, come dire dazi ‘travestiti’). Serve lavorare ‘di sistema’, far funzionare i Tavoli, mettere la politica con le spalle al muro, come hanno fatt0 i pastori sardi. l.frassoldati@alice.it www.corriereortofrutticolo.it

5


Fruit & Veg Professional Show 8 9 10 May 2019 Rimini Expo Centre - ITALY Organized by:

macfrut.com


I segnali di Fruit Logistica. Bene l’innovazione, ma facciamo poca strada senza una diplomazia dell’ortofrutta di Antonio Felice Il tam tam del calo dell’export ortofrutticolo italiano nel 2018 ha attraversato tutte le iniziative italiane (numerose come non mai) a Fruit Logistica 2019 provocando una reazione positiva: un ricompattamento del sistema che non si era mai visto. La terra dell’individualismo va a Berlino per scoprire che insieme ce la si può forse fare, adesso che, nel mercato globale, non ti regala niente nessuno. L’Europa guarda quasi esclusivamente al prezzo e i grandi mercati emergenti dell’Asia hanno distanze tali da richiedere organizzazione produttiva e logistica e accompagnamento politico, tutte premesse in cui siamo obiettivamente indietro rispetto a chi laggiù c’è eccome, gli spagnoli, i cileni, persino i polacchi. Se avessimo condizioni operative accettabili, al pari dei competitor, le imprese italiane farebbero il resto, hanno il prodotto e capacità commerciali, come ha ricordato Marco Salvi il 7 febbraio all’incontro sulla sfida dell’internazionalizzazione dell’ortofrutta italiana, promosso dal CSO, che probabilmente è stato il momento più alto della presenza italiana a Fruit Logistica. Tutti concentrati, convinti, come non mai, di fare squadra. L’alternativa non c’è. Potrebbe andare peggio, ha detto Davide Vernocchi, che ha paventato l’incubo di una grande crisi prossima ventura se non si corre ai ripari. "ll mercato - ha sottolineato Vernocchi - non guarda in faccia nessuno. O facciamo sistema o la vedo dura, molto dura”. “Non ci possiamo accontentare delle briciole, serve una grande strategia. Cambiamo marcia condividendo le priorità. Fissiamo dei mercati obiettivo. E facciamo attenzione alla logistica. Chi gestisce la logistica ha in mano il commercio mondiale. I cinesi l’hanno capito per primi”, gli ha fatto eco Salvi Fabio Massimo Pallottini, Italmercati: “I Mercati sono un’importante ossatura logistica nazionale, siamo a disposizione per essere basi verso i mercati esteri”. Simona Caselli, presidente di Areflh: “E’ importante avere un progetto strategico, rafforziamoci come squadra a sostegno dell’internazionalizzazione”. Richiamo di Gennaro Velardo, Italia Ortofrutta: “Tutto bene ma non dimentichiamoci del reddito di produttori, senza produzione non si va da nessuna parte”. Paolo Bruni, presidente di CSO, è stato il grande regista (ancora una volta) di una iniziativa che ha messo d’accordo tutti, compresa Coldiretti, con il suo presidente, Fedagromercati con Valentino Di Pisa e il ministero delle Politiche agricole con il sottosegretario Alessandra Pesce (nella foto) e il responsabile delle politiche internazionali Felice As-

Marzo 2019

senza. La Pesce è stata una bella novità a Berlino: presente, attenta, propositiva, finalmente una rappresentante del governo vicina al settore. Per essere più forti all’estero - non si dimentichi il sottosegretario - serve però una squadra ministeriale più forte al servizio dell’internazionalizzazione. E serve il Tavolo di concertazione, che si riunisca spesso e decida linee operative applicabili. La Spagna ci dà la birra, l’ortofrutta polacca ha tutto il governo dietro. Non se ne può più di questo masochismo nazionale che fa male a un settore potenzialmente così bello, così vitale. Se all’interno del dibattito italiano a Berlino ha dominato l’internazionalizzazione (un dibattito tutto

CONTROEDITERIALE

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

nazionale, a riprova che si sceglie di parlare lì dei fatti nostri, scelta davvero curiosa, ma l’importante è che da qualche parte se ne parli) la parola chiave di Fruit Logistica 2019 è stata innovazione, una parola che rappresenta una necessità ormai diffusa in tutti i settori produttivi dei Paesi che partecipano alla competizione globale e che oggi è il tema numero uno nell’ortofrutta e nella sua filiera nel mondo. Innovazione di prodotto, di processo, nei servizi. Il mercato dell’ortofrutta - troppo spesso lo si dimentica - è dominato dai sistemi che hanno in pugno non solo la logistica ma anche l’innovazione varietale, i club di prodotto, l’efficienza dell’organizzazione produttiva, e che in un domani che è già oggi sapranno avviare sistemi commerciali in grado di sfruttare le enormi potenzialità dell’e-commerce regolando anche così il potere contrattuale, così spesso troppo forte, dei colossi della grande distribuzione internazionale. Siamo all’ottavo posto al mondo tra i Paesi produttori di ortofrutta (la Spagna è sesta), al sesto come Paese esportatore (Spagna terza, Olanda quarta); abbiamo una produzione ortofrutticola che vale oltre 12 miliardi, pari al 23-24% del totale dell’agricoltura italiana; con la crescita del segmento dei trasformati l’ortofrutta si sta consolidando come prima voce dell’export agroalimentare malgrado la flessio-

www.corriereortofrutticolo.it

7


CONTROEDITORIALE

ne del fresco nel 2018. Ma cosa siamo senza innovazione? Poco o niente. I competitori nel mercato globale ci massacrano perché, in generale, hanno costi di partenza più bassi dei nostri. Dunque siamo obbligati a dare una qualità elevata nei prodotti e nei servizi. Ci riusciamo? E’ stato davvero positivo che anche sull’innovazione l’Italia abbia avuto a Berlino qualcosa da dire. Lo ha fatto con il tradizionale appuntamento all’Ambasciata d’Italia, promosso ancora una volta da Confagricoltura in collaborazione con Fruitimprese, dedicato quest’anno proprio all’innovazione. Lo ha fatto vincendo per la prima volta il Fruit Logistica Innovation Award con il kiwi Oriental Red di una fantastica società romagnola, la Jingold, a cui dedichiamo, in questo numero, la storia di copertina. L’Italia dell’ortofrutta preme sull’acceleratore dell’innovazione. Nuove varietà di albicocche (che sono passate dallo zero al 50% di export in cinque anni), uve seedless, fragole precoci e tardive, allargamento varietale nelle mele. E poi ci sono le tecnologie, gli imballaggi, in cui siamo all’avanguardia mondiale.

8

www.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Ma è sul prodotto che il messaggio deve passare. L’ortofrutta italiana ha estremo bisogno di un adeguato marketing internazionale (oltre che di una logistica più efficiente). Berlino è servita allo scopo. Ad ascoltare Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, e Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, e gli altri relatori, c’erano non pochi rappresentanti della distribuzione tedesca. Ora il messaggio va tenuto alto e vivo. La qualità intrinseca dei prodotti non basta se non la si fa conoscere. E va fatta assolutamente conoscere perché l’innovazione è una leva formidabile per l’internazionalizzazione, per affermare la nostra ortofrutta anche nei mercati più lontani quando le barriere saranno finalmente abbattute da una volontà politica che oggi è, purtroppo, latitante. Vogliamo uscire dai provincialismi? Cosa si deve fare per mandare in Asia e dove serve il sottosegretario Pesce con uno staff ministeriale competente? Non ci vorrà una colletta! Vogliamo farla questa diplomazia dell’ortofrutta? Forza ortofrutta italiana!

Marzo 2019


Fruitimprese: tema dell’assemblea come recuperare sui mercati esteri “Dobbiamo gettare le basi per un recupero di competitività dopo un 2018 decisamente non brillante per il settore ortofrutticolo italiano e, in particolare, per le nostre esportazioni”. È il commento del presidente Marco Salvi, che accompagna l’annuncio dell’assemblea annuale di Fruitimprese, l’Associazione Nazionale degli Esportatori e Importatori di Ortofrutta, che si tiene a Roma, all’Auditorium di via Veneto, giovedì 11 aprile. La parte privata dell’assemblea, come di consuetudine, viene anticipata da un convegno che quest’anno ha per tema “Export e competitività: le sfide del settore”, con inizio a partire dalle 15,30. La relazione di scenario, che fa il quadro macro-economico in cui si cala il mercato dell’ortofrutta, viene svolta dall’economista Francesco Daveri, direttore del Master in Business Administration della SDA Bocconi, commentatore del Corriere della Sera e analista della situazione italiana e della globalizzazione. Segue la relazione del presidente Salvi con la presentazione dei dati complessivi ufficiali del 2018 sull’import-export, lo scenario competitivo del mercato a livello internazionale, l’esposizione delle sfide ormai irrinunciabili per reagire subito alla recessione latente di un settore cardine dell’agricoltu-

Marzo 2019

ra nazionale, dell’export del made in Italy agroalimentare, con importanti risvolti sull’occupazione e nelle economie di interi territori dal Sud al Nord della Penisola. E’ previsto quindi l’intervento di Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo. A completare il convegno una tavola rotonda in cui intervengono Davide Vernocchi, coordinatore del settore ortofrutticolo di Alleanza delle Cooperative (ACI), Mattia Onofri della direzione di Euler Hermes, la società del Gruppo Allianz specializzata nell’assicurazione del credito alle esportazioni, che ha recentemente stilato un’analisi del settore ortofrutticolo italiano, e due rappresentanti di imprese protagoniste dell’import-export italiano di ortofrutta, Luca Battaglio della Battaglio Spa e Luigi Mazzoni della Mazzoni Spa. Modera il convegno il giornalista RAI Franco Di Mare. Sono previsti, in chiusura, gli interventi di due protagonisti della filiera: Unitec, leader nelle tecnologie di lavorazione, e International Paper, per gli imballaggi.

Orsero in Francia acquista Fruttica. I ricavi 2018 a più 1,6% Orsero SpA ha sottoscritto il 12 marzo un accordo per l’acquisto del Gruppo Fruttica, specializzato nell’importazione e distribuzione all’ingrosso nel mercato francese

di uva di produzione italiana (circa il 50% del volume), di meloni, pere e ortaggi. L’acquisizione sarà finalizzata entro maggio. Il corrispettivo per il 100% delle azioni del Gruppo Fruttica è stato definito in 10 milioni di euro. Tale importo sarà corrisposto per l’80% alla data di sottoscrizione del contratto definitivo di compravendita, mentre il rimanente 20% sarà pagato in due rate di pari importo rispettivamente dopo 12 e 24 mesi dalla stessa data. Il Gruppo Fruttica non ha debiti finanziari e detiene una importante dotazione di liquidità, generata dagli utili originati dall’attività operativa, che verrà distribuita al socio venditore sotto forma di dividendo prima dell’esecuzione dell’acquisto. L’accordo prevede anche il mantenimento delle figure chiave del Gruppo Fruttica al fine di assicurare la continuità di gestione delle società e di dare un contributo alla organizzazione commerciale di Orsero in Francia. L’operazione sarà finanziata tramite l’uso di risorse finanziarie proprie del Gruppo Orsero. Raffaella Orsero, CEO del Gruppo, ha commentato: “Questa operazione si colloca nell’ambito del percorso che il Gruppo Orsero sta compiendo verso un sempre maggiore radicamento e potenziamento delle sue attività distributive in Europa con l’obiettivo di rafforzare la presenza geografica, la diversificazione del sourcing e la gamma dei prodotti commercializzati. Le società oggetto di acquisizione, specializzate nella distribuzione di prodotti italiani in

www.corriereortofrutticolo.it

N NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

9


NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Stop alle pratiche sleali Il Parlamento UE approva Il Parlamento Europeo, secondo quanto si è appreso da fonte ufficiale il 12 marzo, ha approvato le nuove misure per proteggere gli agricoltori dalle pratiche commerciali sleali da parte degli acquirenti e dei distributori. Le nuove regole, approvate con 589 voti favorevoli, 72 contrari e 9 astensioni, bandiscono le pratiche sleali quali: i ritardi nei pagamenti per i prodotti consegnati; le cancellazioni unilaterali tardive o modifiche retroattive dell’ordine; il rifiuto dell’acquirente di firmare un contratto scritto con il fornitore; l’uso improprio di informazioni riservate. Saranno vietate anche le minacce di ritorsioni contro i fornitori che vogliono presentare reclami,

ad esempio per la cancellazione degli ordini dei loro prodotti o per il ritardo nei pagamenti. Gli acquirenti non potranno più richiedere ai fornitori dei pagamenti per il deterioramento o la perdita dei prodotti avvenuta nella propria sede, a meno che ciò non sia dovuto alla negligenza dei fornitori. Altre pratiche, quali la restituzione dei prodotti invenduti al fornitore senza pagarli, l’obbligo per i fornitori di pagare per la pubblicità dei prodotti, l’addebito ai fornitori per lo stoccaggio o la quotazione dei prodotti, o l’imposizione di costi di sconti al fornitore, saranno anch’esse vietate, a meno di non essere state concordate preventivamente nel

10

www.corriereortofrutticolo.it

contratto di fornitura. I fornitori di prodotti alimentari potranno presentare reclami nel luogo in cui si trovano, anche se il commercio sleale si è verificato in altre parti dell’UE. Le autorità nazionali preposte all’applicazione della normativa tratteranno i reclami e condurranno le indagini. Le nuove norme proteggeranno in particolare i piccoli e medi fornitori con un fatturato annuo massimo inferiore a 350 milioni di euro. Tali fornitori saranno suddivisi in cinque sotto-categorie (con un fatturato inferiore a 2 milioni di euro, 10 milioni di euro, 50 milioni di euro, 150 milioni di euro e 350 milioni di euro), con la protezione più ampia per i più piccoli. L’approvazione è una vittoria per Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, che è stato relatore del dossier. “È un grande risultato per l’Europa e per l’Italia il voto finale, con una maggioranza di quasi il 90%, che mette fine, dopo dieci anni di attese, alle pratiche commerciali sleali nella catena agroalimentare. Per l’Italia, la battaglia che siamo riusciti a vincere risulterebbe vana se non venisse rapidamente recepita nella legislazione nazionale, estendendo la protezione a tutti i produttori e integrando la lista di pratiche proibite con le vendite sotto costo e le aste a doppio ribasso”, ha commentato De Castro, aggiungendo: “In undici mesi, e nonostante la pressione continua contro il nostro operato delle lobby della grande distribuzione, portiamo a casa un risultato che dimostra come l’Europa, per cui ci battiamo, sa essere al fianco degli operatori economici più deboli, come gli agricoltori”.

Francia porteranno ad un migliore bilanciamento dei ricavi originati in Francia, dando impulso a categorie merceologiche caratterizzate da ottime potenzialità di mercato e garantendo al Gruppo una sempre maggior integrazione con la filiera produttiva agricola italiana”. Il 21 marzo il CdA della Orsero ha approvato il progetto di bilancio d’esercizio e i risultati consolidati annuali al 31 dicembre 2018. Raffaella Orsero, vice-presidente e Ceo di Orsero, ha commentato: “Il 2018 è stato un anno complicato per il settore, che ha visto molti competitor a livello globale soffrire alcune congiunture avverse. Siamo molto soddisfatti che il Gruppo abbia conseguito un risultato positivo ed in miglioramento rispetto al 2017, prova che il business model è solido e capace di reagire positivamente anche nelle situazioni di mercato complesse”. I ricavi netti sono pari a circa 952,8 milioni di euro, evidenziano un incremento dell’1,6% rispetto ai ricavi netti pro-forma al 31 dicembre 2017 pari a 937,8 milioni euro. Il miglioramento è legato essenzialmente alla stabile e solida crescita del settore Distribuzione che ha più che compensato il calo del settore Import & Shipping, essenzialmente legato all’andamento ancora poco profittevole dei margini su banane e ananas e a un risultato dell’attività marittima penalizzato dall’elevato costo del carburante e dalle ripetute difficoltà logistiche nei porti d’imbarco in Centro America.

Per Besana acquisizioni e partnership estere Besana Group ha avviato un processo di ulteriore crescita per linee esterne in Asia, Est Europa e Nord America. Il gruppo, speciaMarzo 2019


lizzato nella lavorazione e commercializzazione della frutta secca, ha annunciato l’intenzione di acquisire imprese locali nelle aree di interesse, per spingere ulteriormente l’acceleratore sul fronte dell’internazionalizzazione. Già da quattro anni Besana ha avviato un ambizioso progetto di filiera per lo sviluppo agricolo in Centro Asia ed Europa centrale, con l’obiettivo di valorizzare le coltivazioni di noci, nocciole, mandorle e pistacchi in aree con caratteristiche pedo-climatiche ottimali. Due aziende del Gruppo, una in Kazakhstan e una in Ucraina, si occupano di garantire materie prime conformi agli standard qualitativi richiesti dall’industria. "From field to fork", il modello di business di Besana Group è basato su un network agricolo e su impianti di trasformazione all’avanguardia, ed è volto a creare una filiera virtuosa.

zione della famiglia Calcagni - è leader a livello mondiale nella lavorazione e commercializzazione della frutta secca ed essiccata. Internazionalizzazione e innovazione sono da sempre i capisaldi del gruppo. Besana punta oggi a potenziare e ampliare ulteriormente il progetto, annunciando l’intenzione di aprirsi a partner industriali e finanziari che possano affiancarla in questo processo di sviluppo. Nuove imprese della filiera potranno dunque entrare a far parte del gruppo, che dispone attualmente di tre stabilimenti produttivi, due italiani (in Campania) e uno in Inghilterra. Non ultima anche la recente costituzione di Besana Hong Kong. Con un fatturato consolidato di 200 milioni di euro, il gruppo Besana - fondato dal nonno Emilio e oggi guidato dalla quarta genera-

N NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Sale a 75 milioni il fatturato 2018 di Brio spinto da Alce Nero Prosegue la crescita di Brio. Nonostante la complessa congiuntura economica, Brio ha chiuso il 2018 con un fatturato consolidato di oltre 75 milioni segnando a valore un +8,5%. Nel corso dello scorso anno sono state commercializzate 45 mila tonnellate di prodotto. La quota export si attesta al 35%, mentre il 67% delle vendite viene movimentato nel

EFFICIENZA, CELERITÀ, FLESSIBILITÀ

AL SERVIZIO DEL CLIENTE Sorrento Logistica Srl Via Pantanello, II Trav. dx - Zona Industriale - 04022 Fondi (LT) - tel. +39 366 7216394 - www.sorrentologistica.com

Strutturati per gestire ogni tipo di prodotto, anche il più complesso, grazie a un team di oltre 30 persone tra autisti, magazzinieri, impiegati. Disponiamo di 8 piani di carico, un piazzale di 16 mila mq e una struttura di 2 mila mq con impianti frigoriferi. Tutto al vostro servizio

Marzo 2019

www.corriereortofrutticolo.it

11


NOTIZIARIO

Irregolarità al CREA: arrestata la direttrice Un 5 marzo scioccante per l’agricoltura italiana. E’ stata infatti arrestata quel giorno a Roma la direttrice generale del CREA, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’economia agraria, Ida Marandola. L’arresto è stato eseguito dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’indagine della Procura di Roma che ha portato alla luce “gravi irregolarità” nella gestione dell’ente. Oltre a Marandola è finito ai domiciliari un altro funzionario: le accuse sono di peculato, abuso d’ufficio e falso. Il GIP ha anche disposto il sequestro di beni per 8 milioni. Coinvolte altre tre persone: per il dirigente dell’Ufficio bilancio, il dirigente e un dipendente dell’Ufficio gare e appalti è scattato l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria. Secondo quanto emerso dalle indagini, Marandola avrebbe attestato un numero di dipendenti superiore a quello reale, in modo da procedere in piena autonomia nel mercato immobiliare privato nella scelta dell’immobile da adibire a nuova sede del CREA. La direttrice generale avrebbe anche alterato i contratti per l’affidamento dei servizi di trasloco e facchinaggio, allo scopo di non superare le soglie oltre le quali è previsto il ricorso a una gara pubblica. Maggiori oneri a carico delle finanze pubbliche sono derivati anche dalla mancata riduzione, in base alla legge sulla “spending review”, del canone di locazione di due immobili, che avrebbe consentito un risparmio di circa 700 mila euro.

12

www.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

canale della grande distribuzione, il 25% attraverso la ristorazione, il 4% nel canale specializzato e il restante 4% attraverso l’industria. Brio promuove le produzioni di 443 agricoltori di diverse regioni italiane ed è impegnata ad offrire le migliori varietà di frutta e verdura ai consumatori, con prodotti esclusivi e distintivi a marchio Alce Nero. "La gamma Alce Nero cresce e si sta affermando sul mercato - afferma Tom Fusato, direttore commerciale, marketing e sviluppo di Brio - con una marcata crescita sia a valore (+55%) che a volume. Tra i prodotti con le migliori rotazioni a scaffale dell’offerta Alce Nero ricordo l’avocado Cremoso, il kiwi giallo Dorello, l’uva Crocchia, il peperone Delicato e il pomodoro datterino Piccolino". Tra le novità 2018 di maggior successo si segnala la melograna siciliana biologica Chiccosa Alce Nero: varietà Wonderful dalle qualità organolettiche uniche proposta in un pack innovativo 100% riciclabile. Inoltre all’ultima edizione di Biofach Brio ha presentato il kiwi giallo Jingold biologico, con una prima produzione di 400 tonnellate. Allargamento della produzione biologica italiana e promozione del prodotto biologico sul mercato interno ed estero sono gli obiettivi del prossimo triennio. In quest’ottica Brio è tra le aziende protagoniste del progetto Made in Nature di CSO Italy, progetto finanziato dall’Unione Europea per promuovere i valori e la cultura della frutta e verdura biologica in Italia, Francia e Germania e che si svilupperà fino a gennaio 2022. "Il percorso intrapreso anni fa nell’allargare la base dei soci produttori e i terreni in conversione sottolinea Fusato - ci permetterà di offrire una maggiore quantità di prodotto biologico italiano per la DM sia in Italia che all’estero. Agli attuali 1.700 ettari di produzione biologica italiana si aggiungono diverse centinaia di ettari in

conversione in tutta Italia, dal Veneto all’Emilia Romagna, dal Lazio alla Basilicata, dalla Campania alla Sicilia dove, tra gli altri frutti, verrà coltivato anche l’avocado, cui sono dedicati una cinquantina di ettari". Grazie alle sinergie e alla collaborazione con i gruppi Alegra, Agrintesa e Apo Conerpo, entrati nel 2014 nella compagine societaria e alla joint venture con Alce Nero e La Linea Verde, Brio ha rafforzato ed allargato l’offerta biologica a scaffale (I, IV e V gamma) dei propri produttori italiani.

Ricetta di Armonia per uscire dalla forte crisi delle clementine Le clementine italiane non si arrendono di fronte al rischio di "estinzione commerciale". Accusando il colpo della quasi totale scomparsa dagli scaffali del Centro e Nord Europa e della progressiva perdita di mercato italiano a vantaggio dei competitor spagnoli, marocchini e israeliani, OP Armonia rilancia con un’aggressiva strategia commerciale. Da un lato punta a presidiare il mercato domestico con un piano industriale di medio periodo che prevede l’introduzione, nei prossimi cinque anni, di due nuove varietà tardive, di cui una propria, la Sanzo, in fase di brevettazione. D’altro canto, grazie all’accordo siglato con il CREA di Acireale nel 2017, sta lavorando al rinnovamento varietale per aggredire il mercato europeo con un’offerta innovativa rispetto a quella dei competitor. “Piangere non serve a nulla” afferma Marco Eleuteri (nella foto), direttore commerciale di Armonia, commentando gli ultimi sviluppi della campagna agrumicola che hanno portato alcuni produttori del Tarantino ad abbattere gli alberi in segno di protesta piuttosto che vendere il prodotto sottoMarzo 2019


costo. “Per risolvere il problema serve una strategia. Nel settore delle clementine, tutti i nodi sono venuti al pettine. È vero che nell’ultimo ventennio abbiamo perso progressivamente quote di mercato fino a sparire praticamente dagli scaffali UE, ma gran parte della colpa è nostra. Per ripartire dobbiamo fare innanzitutto un’autocritica e poi avviare strategie per invertire la rotta di questa débâcle". Il piano di Eleuteri comincia da subito con una strategia difensiva sul mercato italiano dove le produzioni nostrane sono presenti con la varietà comune che ha una finestra commerciale molto corta, ossia novembre e dicembre, a fronte di un’offerta commerciale estera che parte da ottobre e arriva fino ad aprile. “Con la varietà comune - precisa Eleuteri - riusciamo ad essere presenti solo

Marzo 2019

quando il mercato è meno remunerativo, mentre quando comincia a salire, da gennaio in poi, non abbiamo prodotto. Per questo dall’anno prossimo inizieremo a piantare la nuova varietà Sanzo che abbiamo appena sviluppato. Si tratta di una mutazione spontanea della clementina comune individuata dal nostro cytrus scientist specialist, Francesco Perri, agronomo calabrese. Stiamo moltiplicando in questi mesi

le piantine nel vivaio lametino Milone. Oltre a questo stiamo piantando anche la varietà Tango. L’obiettivo per i prossimi cinque anni è di arrivare a raddoppiare, diversificando, la nostra attuale produzione di clementine, passado così da 7.000 tonnellate a 14 mila l’anno in parte riconvertendo i vecchi impianti di Hernandina ormai non richiesta dal mercato e in parte acquisendo nuovi impianti”. "La seconda fase del business plan - conclude Eleuteri - punta a riguadagnare terreno sul mercato europeo. Sono in osservazione centinaia di ibridi. Investire in ricerca è un passo fondamentale che i piccoli produttori non possono permettersi. Per questo è importante il ruolo del mondo organizzato che può aiutare le aziende agricole ad affrontare tutti gli investimenti necessari”. (m.l.)

www.corriereortofrutticolo.it

N NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

13


FIERA MILANO MAY 6>9 MAGGIO 2019 MILANO THE INTERNATIONAL EXHIBITION FOR FRUIT AND VEGETABLE PRODUCERS

in concomitanza con

www.fruitinnovation.it angela.putignano@fieramilano.it


Con Wefrood anche l’ortofrutta ha il suo Trip Advisor Il 15 marzo è nata un’iniziativa originale. Si chiama Wefrood e si può definire il Trip Advisor dell’ortofrutta. Il progetto è in fase test per tre mesi, fino al 15 giugno, in cinque province (Bologna, Modena, Reggio Emilia, Mantova e Trento) che contano una popolazione totale di oltre tre milioni di abitanti, più di 4.000 aziende produttrici di ortofrutta, 700 distributori del dettaglio specializzato, una DO ben radicata sul territorio. Proprio come la piattaforma in cui si trovano le opportunità offerte dagli alberghi insieme ai voti di chi li ha utilizzati, Wefrood, prima nell’ambito territoriale della fase test, poi a livello nazionale, offrirà alle aziende della produzione e della distribuzione l’opportunità di esserci, inserendo il proprio profilo aggiornabile nella piattaforma e caricando le loro offerte, e al consumatore, attraverso la stessa applicazione, di votare prodotti e negozi, costituendo progressivamente una grande - ed inedita per l’ortofrutta - fonte di informazione aperta a tutti su dove trovare il prodotto desiderato alle migliori condizioni di qualità e prezzo. L’iniziativa è di C2B4Food srl, start up innovativa con sede legale in Emilia e sede operativa a Suzzara (Mantova), specializzata nello sviluppo di piattaforme e servizi innovativi a supporto del consumatore e delle imprese del settore agricolo. L’ha fondata nel 2016 Paolo Beltrami, laureato in agraria, alle spalle un’esperienza internazionale molto significativa nell’ambito degli investimenti privati e pubblici nei settori agricolo e ambientale. “Abbiamo sviluppato - spiega Beltrami - una soluzione accessibile gratuitamente a tutti, consuMarzo 2019

Per le informazioni sul progetto è possibile visitare il sito www.wefrood.com, seguire la piattaforma delle pagine social accessibili dal sito e contattare il team di supporto attraverso l’area contatti. matori e imprese, che premia qualità e trasparenza per incrementare i consumi e dare alla fine valore aggiunto ad un settore straordinario come quello ortofrutticolo che fino ad oggi ha espresso a fatica, al consumatore, la propria identità e la propria ricchezza varietale e nutrizionale”. “Da un lato - precisa il promotore di Wefrood - il consumatore può, attraverso l’APP gratuita, individuare l’offerta che lo circonda, scorrere i giudizi espressi da altri consumatori e recensire a propria volta i propri acquisti. Inoltre, con un sistema di notifiche personalizzate può essere avvisato sul proprio smartphone dei prodotti in dispensa che stanno scadendo o scambiare referenze ed informazioni con amici e conoscenti sugli argomenti che più gli interessano. D’altra parte le imprese, anche le più piccole, dal sito internet accessibile anche dal loro cellulare, possono raggiungere la APP per promuovere in modo semplice la propria offerta avendo la possibilità di analizzare lo stato di gradimento dei consumatori. Creiamo così un rapporto nuovo nel mercato: semplice, senza filtri e intermediazioni, che alla fine promuoverà i consumi secondo il principio che maggiore è la soddisfazione dei clienti maggiori saranno i consumi.” Nella prima fase il target di Wefrood è la produzione di prossimità e il rivenditore specializzato, con un progressivo coinvolgimento del più ampio numero possibile di attori della produzione e della distribuzione. C2B4Food prevede di poter fornire i primi riscontri sull’iniziativa e ulteriori informazioni in tempi brevi e di presentare pubblicamente Wefrood il prossimo maggio.

N NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Linea premium di Mc.Garlet con esotici via aerea Mc.Garlet ha dato il via alla linea premium del mango e ananas via aerea, destinata ai clienti professionali dei mercati ortofrutticoli che hanno mostrato interesse verso prodotti di alta gamma. Attualmente il mango via aerea Mc.Garlet proviene dal Perù, mentre l’ananas via aerea dal Costa Rica: le origini di entrambi i prodotti mono-marchio saranno diverse nel corso dell’anno proprio per seguire la stagionalità del frutto, grazie a rapporti consolidati e strutturati con produttori selezionati a livello internazionale, in grado di assicurare standard elevati in termini di qualità e salubrità. Parallelamente Mc.Garlet è impegnata a garantire ai produttori coinvolti nei Paesi d'origine il rispetto dei protocolli internazionali in materia di garanzie sociali e salariali. La linea premium comprende anche cocco e lime via mare. Nata nel 1927 come azienda importatrice di frutta esotica dalle colonie italiane in Africa, Mc.Garlet oggi importa e distribuisce frutta esotica e contro stagione. Il rispetto dell’ambiente e dei lavoratori dei Paesi produttori hanno permesso a Mc.Garlet di raggiungere negli anni i suoi obiettivi.

www.corriereortofrutticolo.it

15


Filiera iera controllata

Aree vocate e tipicitĂ

Produzione integrata

QuantitĂ e qualitĂ

Certificazioni

Innovazione e progettualitĂ ova

vizi commerciali mm all’avanguardia

Solo un leader dell’ortofrutta può offrirti la garanzia di una filiera corta con una gamma di prodotti controllati dal campo alla tavola, la partnership per la realizzazione di private label, continuitĂ di fornitura e servizi commerciali all’avanguardia. Scegli Alegra: pro ofessionisti della frutta, partner del merccato. Alegra soc. coop. agricola - Via G. Galilei, 5 - 48018 Faenza (RA) Italy Tel. +39 0546 624401 - info@alegrait.com - www.alegrait.com


CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

PRIMO PIANO P FRUIT LOGISTICA

Un’Italia migliore a Berlino ma serve un approccio nuovo Antonio Felice Oltre 78 mila visitatori provenienti da 135 Paesi e 3.200 espositori provenienti da 90 nazioni. Sono i numeri essenziali dell’edizione 2019 di Fruit Logistica: un bilancio buono, che conferma Berlino come la prima location fieristica per l’ortofrutta al mondo. L’Italia? Meglio del solito. Un’area Italy, organizzata dal CSO, molto rappresentativa; padiglioni regionali ben curati; una novità rappresentata da 26 aziende organizzate in un’area battezzata Italian Fruit Village, organizzata dal Consorzio campano Edamus, ricca di eventi, movimentata, rampante. Finalmente a Berlino un rappresentante del governo, il sottosegretario Alessandra Pesce, con il dono dell’ubiquità, ispirata e determinata a capire. Presenti anche il presidente di Confagricoltura Massimiliano Marzo 2019

Le opportunità offerte dalla grande piattaforma della prima fiera ortofrutticola al mondo non sono sfruttate a dovere perché manca, soprattutto negli eventi, una vera apertura internazionale

www.corriereortofrutticolo.it

17


FRUIT LOGISTICA

P PRIMO PIANO

L’inaugurazione dell’area Italy con Gennaro Velardo, Davide Vernocchi, Simona Caselli, Paolo Bruni, Fabio Massimo Pallottini, Valentino Di Pisa e Felice Assenza

Il sottosegretario Alessandra Pesce tra il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e il presidente di Coldiretti Ettore Prandini

Al dibattito sull’internazionalizzazione promosso da CSO Italy, l’intervento del presidente di Fruitimprese Marco Salvi. A sinistra il presidente CSO Paolo Bruni

Nuovi record a Berlino per visitatori, espositori e presenza italiana. Tuttavia il ritmo di crescita, almeno per quanto riguarda i buyer, si è un po’ rallentato. Fanno affari soprattutto le aziende dell’Emisfero Sud che sono in piena produzione a febbraio

18

www.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Giansanti e il presidente di Coldiretti Ettore Prandini (non era mai successo di avere il numero 1 di Coldiretti a Fruit Logistica), oltre a tutte le rappresentanze nazionali di settore, nessuno escluso. Tanta voglia di esserci, dunque, tantissimi eventi, anche di rilievo, ma in tutti tranne che in due (quello organizzato in ambasciata d’Italia da Confagricoltura e quello di Italmercati sulla rete dei Mercati europei), ci si è parlati addosso, non sono stati presenti e probabilmente non sono stati nemmeno invitati organismi e operatori internazionali. Un difetto tutto italiano: si va all’estero, ma si resta - non tutti, per carità - provinciali. Fruit Logistica, è senza dubbio una vetrina globale, leader fieristico. Proprio per questo, però, andrebbe approcciata con una visione globale e non locale anche in ragione del ruolo di Messe Berlin che è una piattaforma strategica internazionale, non solo europea. Siamo stati in ogni caso anche lo scorso febbraio il Paese con il maggior numero di espositori, con un trend di continua crescita. “Berlino è un must per l’export made in Italy”, afferma Nicola Cilento di Confagricoltura. “Non è importante solo perché la Germania, assorbe il 20% delle nostre esportazioni, ma anche perché, a Fruit Logistica è possibile incontrare i principali player nordeuropei con i quali le nostre aziende esportatrici, abitualmente interloquiscono. In fiera inoltre si ha la possibilità di fare il punto della situazione per quanto riguarda l’andamento dei consumi, le novità di prodotto, di packaging e lo stato dell’arte della tecnologia. In questo contesto, la vittoria del premio innovazione al nostro associato Jingold con il kiwi Oriental Red, è motivo di orgoglio”. Se è vero che l’export italiano è ancora molto, troppo concentrato in Europa, peraltro mercato ormai saturo e mina pronta ad esplodere alla prima oscillazione dei volumi, è anche vero che il buMarzo 2019


PRIMO PIANO P

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

siness a Fruit Logistica non arriva tanto nei padiglioni italiani, dove si realizzano incontri, fissati prima della partenza, con i clienti consolidati. La musica cambia nei padiglioni sudamericani o sudafricani che arrivano a Berlino quando la loro produzione è nel pieno, pronta da vendere. E stando a quanto abbiamo potuto sapere - vendono sempre di più. “Effettivamente - precisa Lorenzo Bazzana, responsabile economico per il comparto ortofrutticolo di Coldiretti - in fiera a Berlino, l’Italia gioca da sempre in difesa. Punta cioè a consolidare i propri clienti europei anche perché non ci sarebbe tempo per fare altro. Sono dinamiche che vanno avanti da anni”. Secondo alcuni espositori, in particolare francesi e spagnoli, quest’anno c’è stato il buco di qualche buyer (che per la verità poco o nulla toglie al rilievo mondiale di Fruit Logistica). Saint Charles International, la piattaforma logistica di Perpignan, in una nota divulgata a conclusione della fiera, dove ha partecipato organizzando una collettiva di 15 aziende, ha precisato: “Per le sue dimensioni, Berlino rimane un punto di riferimento indispensabile che richiede un tempo di preparazione significativo e che porta risultati numerosi e significativi. Tuttavia alcuni espositori hanno notato un leggero calo di presenze" da alcuni Paesi mediterranei. Bazzana è ancora più tranchant: “Siamo sicuri che, le fiere così come sono organizzate oggi, abbiano ancora un senso, posto che registrano tutte e in tutti i settori, perforMarzo 2019

mance meno importanti rispetto al recente passato? Siamo sicuri che non siano diventate delle situazioni in cui si perpetua una

A fine maggio Shanghai, a settembre Hong Kong Dal 29 al 31 maggio si terrà China Fruit Logistica di Shanghai, pensata come piattaforma di approvvigionamento di frutta e verdura fresca per il fabbisogno interno cinese. Un mercato che comprende 1,3 miliardi di consumatori e registra una rapida crescita. Dopo il positivo riscontro dell’esordio, quest’anno si attendono oltre 300 acquirenti del settore provenienti da tutta la Cina, che sono stati invitati in modo mirato in occasione di un programma rivolto ai buyer. Più di dieci anni fa veniva lanciata Asia Fruit Logistica, diventata nel frattempo la principale fiera asiatica del settore ortofrutticolo. L’edizione di quest’anno, che si terrà dal 4 al 6 settembre a Hong Kong, offrirà una panoramica del mercato con novità e prodotti provenienti da oltre 20 Paesi. Nel 2019 sono previsti due nuovi segmenti: frutta e verdura surgelate e tecnologie di coltivazione in serra.

FRUIT LOGISTICA

Immagini dal Forum internazionale di Fruit Logistica: il prezzo non è sempre la chiave, per vendere di più ci vuole il gusto

sorta di auto celebrazione mentre il mondo intorno sta cambiando velocemente? Oggi il principale concorrente delle fiere è il web e anche se ancora per l’ortofrutta i tempi non sono maturi, si arriverà anche lì”. Nella convegnistica italiana a Berlino, sono emerse tante sottolineature importanti. “L’ortofrutta è una ricchezza nazionale da valorizzare, che può e deve crescere di più, consolidandosi sui mercati esteri, grazie all’innovazione. Va decisamente superato anche il deficit logistico e infrastrutturale che penalizza le nostre imprese”, ha detto per esempio il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, intervenendo alla tavola rotonda “L’innovazione parla italiano: il settore dell’ortofrutta nel contesto globale” organizzata all’Ambasciata d’Italia con Fruitimprese. “Dobbiamo impegnarci su due fronti aperti - ha sottolineato Giansanti - quello dell’innovazione e quello della competitività delle imprese, che passa indissolubilmente dalla logistica: il fatto è che l’agroalimentare italiano non dispone ancora di un sistema moderno efficiente per trasportare la propria merce”. Nella stessa occasione il presidente Fruitimprese Marco Salvi ha ricordato quanto l’ortofrutta italiana abbia perso terreno in Germania, tuttora il principale mercato di destinazione con un milione150 mila tonnellate di prodotto assorbito per un fatturato di 1,6 miliardi. "Ci sono comparti - ha detto Salvi - come quello delle mele, delle pere, del kiwi www.corriereortofrutticolo.it

19


P PRIMO PIANO FRUIT LOGISTICA

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

e dell’uva da tavola in cui l’Italia può dire la sua. Per farlo tuttavia è necessario fare sistema, mettendo insieme le imprese e le istituzioni, recuperando quella competitività persa nel tempo”. In un importante convegno sull’internazionalizzazione voluto dal CSO è emersa l’importanza strategica dell’apertura di nuovi mercati internazionali attraverso un complesso lavoro tecnico-diplomatico. Gli obiettivi a medio termine sono tutti concentrati sull’Asia, con la Cina in primo piano seguita da Thailandia, Vietnam e Taiwan. Mercati recettivi e dove la domanda di frutta europea, in particolare mele, kiwi, pe-

20

www.corriereortofrutticolo.it

re, uva e agrumi denota un grande potenziale. Per questi Paesi non bisogna dimenticare alcuni ortaggi, così come le produzioni biologiche. Ma proprio sulle difficoltà ad aprire nuovi mercati di sbocco per le produzioni ortofrutticole italiane ha posto l’accento il coordinatore ortofrutta di Alleanza Cooperative Agroalimentari Davide Vernocchi che vede come un “grande paradosso il fatto che da un lato le nostre imprese ab-

Full immersion nell’ortofrutta per il sottosegretario Pesce. La prima volta di Coldiretti

biano la possibilità di accedere ai fondi comunitari per progetti di promozione verso i Paesi extraUE, e che dall’altro lato non accenni affatto a ridursi la lista dei mercati che restano ancora preclusi al nostro export. Emblematico il caso delle mele italiane, che a distanza di quattro anni dalla chiusura delle frontiere russe, non hanno trovato ancora sbocchi alternativi. Nonostante il grande impegno profuso per cercare di aprire nuovi mercati, ad iniziare da Vietnam, Taiwan Cina e Thailandia, purtroppo tutto è ancora fermo". (Hanno collaborato Mariangela Latella e Chiara Brandi)

Marzo 2019


PRIMO PIANO P

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

FRUIT LOGISTICA

Italian Fruit Village, la sorpresa di un nuovo vivace padiglione Bilancio positivo per il nuovo padiglione di aziende italiane al Fruit Logistica. Il format Italian Fruit Village del Consorzio Edamus ha avuto successo e già si prepara a TuttoFood. L’Italian Fruit Village ha permesso a 26 aziende di avere a Berlino visibilità e identità, favorendo l’incontro con i buyer e lo scambio di buone pratiche con focus sulla GDO e le politiche europee di settore, coinvolgendo i principali attori istituzionali della filiera. Nel Village consorzi di tutela di prodotto IGP e DOP e organizzazioni di produttori, provenienti da Campania, Calabria, Puglia, Basilicata, Sicilia, Molise ed Emilia Romagna, che hanno occupato interamente il padiglione 7.2A di Messe Berlin ampliando e rafforzando la presenza italiana in fiera, contribuendo a rafforzare la percezione dell’offerta tricolore e migliorandone la riconoscibilità. “Tre giorni durante i quali il flusMarzo 2019

Successo dell’iniziativa del Consorzio Edamus che ha raccolto in un unico spazio 26 espositori e ha movimentato la presenza italiana a Berlino con una ventina di eventi e una comunicazione battente

so di visitatori è stato superiore alle aspettative - ha commentato il presidente del Consorzio Edamus, Emilio Ferrara - soddisfacendo così le aspettative degli

espositori che sono stati raggiunti con grande facilità dai visitatori professionali della fiera in cerca di imprese italiane”. Italian Fruit Village non è stato www.corriereortofrutticolo.it

21


P PRIMO PIANO FRUIT LOGISTICA

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

solo stand espositivi, ma un villaggio, appunto, e come ogni villaggio che si rispetti ha avuto la sua piazza. Uno spazio eventi nel quale in tre giorni si sono susseguiti convegni, networking, focus meeting, presentazioni aziendali, seminari e show-cooking che hanno coinvolto, tra gli altri, il ministero delle Politiche Agricole, le Regioni Campania, Emilia Romagna, Sicilia, Veneto, Lazio e Basilicata, le associazioni nazionali di rappresentanza Coldiretti, Confagricoltura, Italia Ortofrutta, l'ANICAV (Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali) e il Distretto Agrumi di Sicilia. “Abbiamo raccolto tanti pareri mettendoli a confronto tra loro, un po' come facciamo all'interno del nostro Consorzio - ha aggiunto Ferrara - ricordando che il format del Consorzio Edamus dedicato all’internazionalizzazione delle imprese agroalimentari italiane sarà presente dal 6 al 9 maggio a Fiera Milano e successivamente a Fruit Attraction a Madrid dal 22 al 24 ottobre. Abbiamo un programma pluriennale che coinvolgerà anche altri settori agroalimentari oltre a quello ortofrutticolo e in quelle occasioni il format virerà verso l'Italian Food Village”. Il futuro dell’ortofrutta nazionale e la gestione della PAC 2020 sono

22

www.corriereortofrutticolo.it

stati i temi fondamentali sui quali si è concentrata la prima giornata nell’area live dell’Italian Fruit Village, forse più interessante. Il sottosegretario di Stato Alessandra Pesce è stata tra i principali protagonisti del Village partecipando ad alcuni dei momenti che hanno caratterizzato il battesimo del format ideato dal Consorzio Edamus. La presentazione di un nuovo consorzio dedicato al biodinamico italiano a marchio Demeter, ha dato il via agli incontri. Al focus sulla gestione della PAC post 2020 hanno partecipato Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta Unione Nazionale, Franco Alfieri, già consigliere per l’Agricoltura della Regione Campania, oggi capo staff del presidente della Giunta Regionale, Simona Caselli assessore all’Agricoltura Caccia e Pesca Regione Emilia Romagna, Edy Bandiera Assessore all’Agri-

Particolare attenzione negli eventi del Village alla PAC e alle OP con interventi della Pesce, di Giansanti e Prandini, di Simona Caselli e del presidente di Italia Ortofrutta Gennaro Velardo

coltura Regione Sicilia. Nel corso del workshop “Le OP nella Pac 2020, ortofrutta e non solo” è emerso che prosegue a macchia di leopardo il processo aggregativo delle organizzazioni ortofrutticole italiane. È più spinto in alcune regioni come l’Emilia Romagna che ha una tradizione consolidata di cooperativismo, più lento nelle regioni del Sud come, ad esempio, la Sicilia e la Campania. Secondo i dati di Italia Ortofrutta Unione Nazionale, la crescita su scala nazionale c’è ma va a rilento. Si parla di una media anno su anno del +5%. Tuttavia nel lungo periodo, dal 2002 al 2017, il salto è stato dell’85% passando da un fatturato della produzione commercializzata aggregata di 3,3 miliardi a 6,3 miliardi di euro. Sempre secondo i dati di Italia Ortofrutta, siamo al primo posto in Europa per la capacità di usare le risorse OCM pari a circa 250 milioni di euro l’anno. “Questo significa - ha precisato Vincenzo Falconi, direttore di Italia Ortofrutta – che il sistema che sta dietro l’OCM funziona. Nel 2019 abbiamo superato le 300 OP contro le 585 del colosso spagnolo che è notoriamente maggiormente aggregato. Nonostante ciò, i cugini iberici sono dietro di noi nell’utilizzo di questa risorsa così importante”. Marzo 2019


L’EREDITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Come vede il futuro dell’ortofrutta uno che se ne va? Abbiamo incontrato Josef Wielander a Laces nell’ultima delle sue 2.236 settimane alla guida della VI.P, l’Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta. Una direzione lunga 43 anni, prima alla Mivor, una delle più importanti cooperative di VI.P, poi al vertice dell’Associazione, fino al 31 marzo 2019. Ecco la sua risposta. “Ci sono tre elementi con cui si debbono fare i conti, due dipendono da noi ma il primo non lo possiamo influenzare. Il primo è la legge della domanda e dell’offerta: più offerta meno valore, meno offerta più valore. E l’offerta dipende dal clima. Il secondo elemento è la fiducia del consumatore, di chi sceglie di comperare ortofrutta, di comperare una mela della Val Venosta. Per questo serve una produzione in piena sostenibilità, in armonia con la natura, una produzione sana e con una identità. Il terzo elemento è qualcosa di più della qualità: mangiare un frutto, una mela deve essere invitante come un’avventura. Un bambino deve poter dire: voglio una mela mamma. Dunque il gusto va tenuto sempre davanti. Tutto questo affinché chi lavora in campagna e produce possa vivere bene. Quando nell’azienda agricola le cifre sono in rosso si perde l’amore per l’agricoltura e senza l’amore si azzera tutto. Mi auguro che ciò non accada, perché se è vero che i meccanismi della domanda e dell’offerta a livello mondiale sono difficili da influenzare così come i cambiamenti climatici, certamente tutto il resto dipende davvero da noi, dall’amore del frutticoltore per il suo lavoro, per un lavoro fatto come va fatto. L’augurio che faccio al settore è di fare tutto il possibile per evitare che il bilancio del produttore sia in rosso. In Val Venosta, che signifiMarzo 2019

re. Il parametro fondamentale è questo: solo una grande organizzazione può offrire un prodotto sicuro al consumatore per 12 mesi all’anno. Chi non raggiunge questa dimensione è fuori mercato. Non ci sono scappatoie. L’Italia soffre perché è indietro su questo e quelli che soffrono meno sono coloro che si sono mossi in questa direzione. Ma sia chiaro: con l’aggregazione produttiva e commerciale l’Italia è un fortissimo Paese”.

ca valle ventosa, abbiamo un clima favorevole alla produzione di mele di qualità, non a caso il 20% della produzione è bio. Abbiamo tutti i mezzi per credere nel futuro”. Un altoatesino di lingua tedesca come vede, più in generale, il futuro dell’ortofrutta in Italia? Risposta di Wielander: “L’Italia, nonostante tutto, è un grande Paese. La gente ama la qualità nel mangiare, compera su questa base mentre in Germania si compera secondo convenienza. Non conosco popoli che vogliono mangiar bene come gli italiani e gli spagnoli. Con questo voglio dire che c’è la base, ci sono le premesse per un buon consumo di ortofrutta, sana e gustosa. Non è un caso che noi vendiamo il 50% delle nostre mele in Italia. Altra cosa sono la politica di settore e l’organizzazione produttiva. La politica non aiuta, non fa lobby insieme al settore, non ha continuità d’azione anche perché ogni tre anni si cambia ministro. Poi c’è un’aggregazione insufficiente. Senza aggregazione non c’è futuro. Chi crede di affrontare il mercato di oggi da solo fa un clamoroso erro-

DI UN PROTAGONISTA

“All’Italia serve aggregazione”

E, infine, cosa rimane a Wielander di questa sua lunga esperienza di dirigente alla VI.P. Risposta: “Innanzitto vorrei dire cos’è VI.P. Quello che credo avvertano clienti, fornitori, coltivatori, dipendenti, addetti ai lavori è che VI.P ha un’anima, che in VI.P conta la persona, il rispetto, la parola data, ancora prima dei rendiconti economici. Non siamo industria, siamo persone. Ho avuto la fortuna di lavorare qui per la nostra gente e di fare un mestiere tra i più belli, dove un giorno non è mai uguale ad un altro, dove non ci sono orari, dove in tutto il mondo si incontrano persone, dove si lavora con un prodotto vivo come la mela. Sai di avere 1.600 soci alle spalle, 1.600 soci che vivono di questo prodotto, sai che ti hanno dato fiducia e che hai ricevuto una grande responsabilità. Guai se la calpesti. Ho avuto la fortuna di essere stimato, amato e rispettato e di avere una famiglia alle spalle che mi ha saputo aspettare. Ora VI.P è in buone mani. Martin - Martin Pinzger - ha accumulato una grande esperienza come direttore di Mivor, ha le caratteristiche, l’età per fare bene, per fare meglio.” Josef Wielander è stato Protagonista dell’Ortofrutta Italiana nel 2014. Anche questa intervista conferma che lo è stato con merito. (a.f.) www.corriereortofrutticolo.it

23


ARANCIA ROSARIA. PERFETTO EQUILIBRIO TRA GUSTO E BENESSERE. Ricca di vitamine A, B, PP e C, ideale come coadiuvante della cura degli stati influenzali

Ricca di antiossidanti contro l’invecchiamento

Una sferzata di energia, ideale per chi pratica sport Effetti benefici sulla microcircolazione

Oggi Rosaria è anche una spremuta 100% di arance rosse, sempre fresca e disponibile tutto l’anno.


CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

COPERTINA PROTAGONISTI

PATRIZIO NERI & SOCI. Jingold sempre più lanciata nel mondo

Gli innovatori del kiwi Antonio Felice La storia dell’incontro tra la Romagna e il kiwi giallo cinese Jintao, e il successivo sviluppo della varietà in Italia, è una pagina curiosa e bella della frutticoltura italiana, testimonianza del coraggio, della lungimiranza che l’imprenditoria nazionale di settore è in grado di esprimere sfidando un contesto globalizzato e competitivo. Da questo incontro cino-romagnolo e dai suoi sviluppi origina poi l’innovativo kiwi a polpa rossa Oriental Red che per la prima volta ha portato un’azienda italiana, la Jingold Spa, a vincere a Berlino lo scorso febbraio il prestigioso Innovation Award di Fruit Logistica di fronte a concorrenti di tutto il mondo. Ne parliamo con Patrizio Neri, presidente di Jingold, un nome internazionale dietro al quale ci Marzo 2019

Il premio ricevuto a Berlino per l’Oriental Red è il coronamento di un percorso partito dal kiwi giallo e passato dal successo di un approccio basato non più solo sul prodotto ma sulla categoria

Lo straordinario paniere dei kiwi Jingold: gialli, verdi, rossi e anche biologici. Sopra il titolo, Patrizio Neri, presidente di Jingold Spa

www.corriereortofrutticolo.it

25


PROTAGONISTI

COPERTINA

CHI è

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

:- )

PATRIZIO NERI E JINGOLD SPA

Patrizio Neri, 63 anni, è nato nel settore. Ha cominciato a lavorare nel 1977 nel magazzino di ortofrutta di Cesena del padre, Umberto. Tutta la famiglia, la sorella Stefania, i fratelli Mauro e Maurizio, era impegnata nell’azienda. “Ho dovuto imparare presto - ricorda - quanto sia importante l’attenzione alle evoluzioni del mercato. Le cose sembra che non cambino, invece tutto cambia. E noi dovevamo offrire ai produttori tutte le opportunità che il mercato poteva presentarci. Rispetto all’impresa famigliare, non abbiamo avuto pertanto difficoltà a fare un passo indietro per lavorare meglio e crescere cogliendo le opportunità dell’OCM insieme ai nostri partner. E’ nato così nell’anno 2000 Il Frutteto SpA Consortile che oggi conta 200 soci produttori in tutta Italia e ha avuto un forte sviluppo con la crescita del progetto del kiwi giallo, di cui è uno dei maggiori produttori”. Il Frutteto lavora tutto l’anno grazie alla frutta estiva (albicocche, fragole, pesche principalmente) e appunto al kiwi. Presidente del Frutteto è Mauro Neri, mentre Patrizio ha assun-

to la presidenza di Jingold SpA di cui Il Frutteto è uno dei cinque soci con Agrintesa, La Buona Frutta, Perugini Frutta e Alfrut. Tutti e 5 i soci hanno quote uguali, quindi posseggono il 20% di Jingold SpA e tutti sono rappresentati nel consiglio di amministrazione. In Jingold - la sede è in via Filippo Turati a Cesena - affiancano il presidente Patrizio Neri, il vicepresidente Cristian Moretti di Agrintesa, il direttore generale Alessandro Fornari e tutto il team di Jingold costituito da professionisti agronomi, tecnologi alimentari, esperti di economia e marketing che insieme gestiscono questo frutto dal vivaio alla tavola. more info: www.jingold.it

Il direttore generale di Jingold, Alessandro Fornari, stretto collaboratore di Neri

26

www.corriereortofrutticolo.it

sono l’Italia, la Romagna. Neri è nel settore dalla fine degli Anni Settanta. Prima di farci raccontare questa storia di innovazione e successo, sfruttiamo la sua lunga esperienza per parlare dello stato di salute del kiwi nel nostro Paese. “Il kiwi - sottolinea Patrizio Neri è una grande risorsa per le aziende frutticole italiane perché è quello che permette loro, sostituendosi d’inverno alla frutta estiva, di lavorare dodici mesi all’anno, tutti i giorni. Dunque non è solo una risorsa in termini di sviluppo ma è strategico e, per questo, dobbiamo evitare il rischio che la coltura declini, gestendola al meglio ed evitando l’eccessiva frammentazione del-

l’offerta e le raccolte precoci. Nel 2019 la Nuova Zelanda conta su una produzione di 520 mila tonnellate, che supera quella italiana, e ha un’unica organizzazione commerciale. In un contesto globale la dimensione del business diventa un fattore chiave di competitività. Prendiamo, per esempio, il settore delle drupacee, dove la dimensione mediamente più grande delle aziende spagnole si traduce in un vantaggio competitivo rispetto a quelle italiane. Dobbiamo aggregare, questa è la sfida che abbiamo davanti”. C’è anche dell’altro. In diversi mercati, anche europei, kiwi vuol dire Nuova Zelanda, con la sua unica organizzazione commerciale e il suo marchio. Al kiwi italiano serve la capacità di distinguersi. E la riposta la si trova proprio qui, da Jingold. “Tutto è cominciato nel 2001 - racconta Neri quando l’Università di Udine fece un’asta per la cessione del diritto di coltivazione di una varietà di Marzo 2019


COPERTINA

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Marzo 2019

Oriental Red, l’ultimo ‘nato’

La varietà Jintao, più dolce del verde

Jingold Green, kiwi verde premium

Monaco, questi si disse entusiasta del nostro prodotto. Lo aveva fatto assaggiare ai propri figli che lo avevano divorato. Se piace ai bambini - aggiunse - piace a tutti. Questo è stato l’inizio di Jintao in Europa. La prima scommessa era vinta”. La fortuna aiuta gli audaci. E così è successo. Le varietà di kiwi giallo selezionate successivamente a Jintao hanno conservabilità breve, sono meno competitive. “Abbiamo avuto la consapevolezza precisa Neri - di avere un prodotto che, se gestito correttamente, era vincente perché ci permetteva di uscire dal kiwi-commodity dove non si può competere con Pae-

si dove il costo del lavoro è dimezzato rispetto al nostro, come la Grecia. Fin dall’inizio di questa esperienza ci siamo così potuti misurare con il mercato mondiale. Nella prima fase di commercializzazione due centrali d’acquisto esaurivano l’intera produzione, oggi esportiamo nei 5 continenti con il 92% della produzione che va all’estero. Per renderlo possibile abbiamo lavorato duramente per mettere a punto la tecnica agronomica e la gestione del prodotto, stabilendo un sistema di qualità esigente e applicando strategie di marketing finalizzate al consolidamento del marchio”. In Italia Jingold ha oggi una produzione di kiwi giallo di 11 mila tonnellate a cui si aggiunge la produzione estera che coinvolge Cile, Argentina e Portogallo. Dal 2009 è attiva Jingold Chile, società di diritto cileno interamente controllata dalla casa madre italiana, che produce su 280 ettari 3.500 tonnellate di kiwi destinati al mercato europeo, asiatico e americano. Dal 2016 sono state avviate collaborazioni anche in Argentina e in Portogallo, con la realizzazione dei primi ettari che nei prossimi tre anni contribuiranno a portare ad una produzione totale che si stima nell’ordine delle 30 mila tonnellate. Non ci sono segreti per questo sviluppo: c’è il prezzo, i buoni prezzi che Jintao riesce a spuntare sui mercati. Precisa ancora Patrizio Neri: “La corretta remunerazione al produttore, e noi ne abbiamo 800, non è quella che copre solo il lavoro ma anche il capitale investito, che per un frutteto di kiwi, realizzato con tecnologie moderne e sostenibili, è pari a 40-50 mila euro per ettaro. Non c’è futuro per la produzione se viene remunerato solo il lavoro. Con Jingold questo è stato possibile. Per questo il 70-80% dei nostri produttori ha realizzato il secondo, il terzo, il quarto impianto delle nostre varietà. Com’è possibile? Dotandosi di un’organizzazione in grado di generare valore www.corriereortofrutticolo.it

PROTAGONISTI

kiwi identificata dalla sigla C6. La varietà era stata selezionata in Cina dall’istituto WIB che per diffonderla in Europa aveva identificato tre partner, uno di questi italiano, appunto l’Università di Udine. Il C6 era un kiwi a polpa gialla, battezzato in Cina Jintao. Vincemmo l’asta con il Consorzio Kiwigold, che aveva allora sette soci, cinque dei quali - Consorzio Il Frutteto, Agrintesa (allora Agrifrut), La Buona Frutta, Perugini Frutta e Alfrut - formarono successivamente Jingold SpA e ne costituiscono ancora oggi la compagine. Ci rendemmo conto presto che su Jintao si poteva investire. E’ una varietà con ottime caratteristiche organolettiche che garantisce una lunga conservabilità: si raccoglie tra il 15 ottobre e il 10 novembre e si conserva fino a giugno. Ci fu un percorso iniziale di quattro anni nel quale stringemmo rapporti diretti con il WIB e il suo direttore, il professor Huang. Dopo lunghe trattative, nel 2005, riuscimmo ad ottenere dai breeders l’esclusiva sul brevetto per tutto il mondo, Cina compresa. Creare un Club e concentrare l’offerta in un solo ufficio commerciale all’inizio ci ha rallentato nella crescita. Abbiamo dovuto rifiutare alcune proposte di partnership, a condizioni che avrebbero limitato la possibilità di mantenere un’unica organizzazione commerciale, nella convinzione che questo fosse un fattore strategico di crescita. Oggi ci troviamo, in alcuni mesi dell’anno, come unica azienda al mondo in grado di offrire kiwi giallo. Inizialmente, la produzione è partita dalla Romagna e dal Lazio per poi estendersi a molte altre regioni italiane: il Veneto, il Piemonte, la Lombardia e al Sud la Calabria, la Basilicata, la Puglia. L’impatto commerciale è stato subito positivo perché il prodotto è veramente buono. All’estero ci dette fiducia per prima una grande catena tedesca, alla quale inviammo alcuni campioni. Quando ci riunimmo con il responsabile commerciale a

27


COPERTINA PROTAGONISTI

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Le confezioni di Oriental Red, un kiwi dal sapore completamente nuovo, che sa di lampone e, per taluni, di albicocca. A Fruit Logistica 2019 non ha avuto rivali

e di ridistribuirlo lungo la filiera, attraverso sistemi di remunerazione che siano premianti in funzione della qualità”. Oltre a Jintao, c'è un altro passaggio significativo nello sviluppo economico e commerciale di Jingold, che ovviamente produce anche il kiwi verde. Riguarda l’approccio al mercato. Tra il 2009 e il 2010 la società ha dato vita al marchio Jingold Green e ha cominciato a proporre il kiwi come categoria, presentando ai clienti offerte che comprendevano il giallo, il verde o entrambi. “Penso - afferma Neri - che siamo stati tra i primi a capire quanto fosse importante a livello commerciale proporsi come fornitori non di una varietà, di un singolo prodotto, ma di una categoria. Questo in taluni mercati è fondamentale perché altrimenti non c’è modo di contrastare la concorrenza e, in particolare, il leader di mercato. Questo è strategico per il kiwi verde che nell’Emisfero Nord si produce su 100 mila ettari contro i 4-5.000 ettari di kiwi giallo. Faccio l’esempio di un enorme mercato come quello cinese. In Cina, a Shanghai come a Pechino, il prezzo base del verde era di 100 yuan a collo per Zespri, 60 yuan per il kiwi francese, 40 yuan per il kiwi italiano. Anche per il kiwi verde italiano più buono e più

28

www.corriereortofrutticolo.it

bello, la base era sempre di 40 yuan, si poteva salire a 45-50, non oltre. E’ un fatto di percezione, di come il kiwi verde italiano è percepito. Quindi bisogna valorizzarlo e si può partire offrendo il kiwi come categoria. Un valido progetto come il Consorzio Kiwifruit of Italy, da noi promosso e sostenuto, non è andato a buon fine perché non si è voluto gestire il prodotto come categoria. Da allora abbiamo fatto il nostro per-

La coltura in Italia è a un bivio. Neri: “Il kiwi è strategico perché si alterna d’inverno alla frutta estiva. Va tutelato e promosso”

corso, allargando le collaborazioni con imprese che condividono la nostra visione, in Italia come all’estero, e rafforzando la partnership commerciale con Naturitalia ed Alegra del gruppo Apo Conerpo, per la distribuzione dei prodotti Jingold. Siamo partiti da Jintao ma non lo abbiamo considerato il punto di arrivo bensì un punto di partenza. Abbiamo continuato a coltivare i nostri rapporti con gli istituti di ricerca, attenti a tutte le novità. Oggi siamo gli unici al mondo a poter offrire kiwi giallo, verde e rosso”. Già, il rosso, ovvero l’Oriental Red. Ci arriviamo. Ma serve prima approfondire ancora come possa avvenire il rilancio del kiwi verde italiano in un mondo dominato dal kiwi neozelandese. “Posso raccontarvi la nostra esperienza specifica - incalza Neri -. Il Jingold Green è un progetto di marca pensato per tutti quei clienti disposti a pagare un premium price per un prodotto di maggiore qualità. Jingold Green si differenzia dal kiwi verde generico per lo standard qualitativo elevato che possiamo garantire, il che ci permette di spuntare in Cina prezzi 10-20% superiori a quelli del kiwi generico e quindi di arrivare fino a 60-70 yuan a collo. Per la qualità, fondamentale è la selezione delle partite ed il periodo di raccolta. Abbiamo una produzione di kiwi verde estesa lungo tutta la Penisola e quindi con tempi di maturazione diversi. I lotti vengono verificati singolarmente, ad uno ad uno, dopo aver accertato che il grado di maturazione e tutti gli altri parametri siano ottimali. Se i parametri desiderati non vengono raggiunti il frutto non viene riconosciuto a marchio Jingold Green e passa al mercato del kiwi verde generico”. Veniamo adesso al kiwi a polpa rossa. “Non abbiamo mai trascurato la Cina. E’ lì che si trova il materiale genetico. Nel 2012 - ricorda Patrizio Neri - durante un viaggio in Cina dai nostri amici ricercatori Marzo 2019


COPERTINA

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Marzo 2019

PROTAGONISTI

con il direttore generale Alessandro Fornari, ci viene finalmente presentata la varietà Dong Hong, che in inglese si traduce come Oriental Red, la prima varietà a polpa rossa ottenuta da un programma di miglioramento genetico. Anni prima avevamo chiesto ai breeder del WIB di sviluppare una varietà a polpa rossa che potesse migliorare le caratteristiche delle allora varietà coltivate in Cina. Queste varietà, infatti, seppur ottime per sapore, avevano diversi limiti dal punto di vista della conservabilità, una scarsa grammatura dei frutti e una forte suscettibilità alle malattie delle piante. Noi avevamo il sogno di presentarci al mercato per primi con una varietà che potesse migliorare queste caratteristiche, in modo da poterla diffondere su scala globale, pur mantenendo il sapore tipico delle varietà rosse. Se per Jintao lo sviluppo ha richiesto oltre vent’anni prima di vedere i frutti nel mercato, nel caso di Oriental Red siamo riusciti a dimezzare il time to market, proprio grazie alla collaborazione ed alla fiducia con il gruppo di ricercatori cinesi che fa capo al prof. Huang, consentendoci di eseguire parte delle valutazioni della varietà direttamente in loco. Alla fine del 2018, gli impianti di Oriental Red messi a dimora in Italia sono già nell’ordine dei 100 ettari e sono arrivati i primissimi test commerciali, mentre il lancio vero e proprio lo abbiamo fatto questo febbraio a Berlino, quando abbiamo avuto anche la gratificazione di vincere il premio mondiale per l’innovazione. Che l’Oriental Red susciti un grande interesse lo abbiamo capito subito. Il prodotto, offerto in assaggio a Fruit Logistica, è finito ancora prima di essere premiato. Semplicemente perché è buono e perché sorprende per la sua diversità. Esce infatti dallo stereotipo del kiwi. Se il giallo è un miglioramento del verde sotto il profilo della dolcezza, il rosso ha un sapore completamente nuovo, per

Il momento della consegna a Jingold dell’Innovation Award di Fruit Logistica

alcuni sa di lampone, per altri di albicocca…”. La prima vera stagione commerciale dell’Oriental Red sarà la prossima. La raccolta partirà tra la fine di settembre e i primi di ottobre, prima cioè del giallo e del verde. Si prevede una produzione tra le 150 e le 200 tonnellate. Entrerà sul mercato maturo al punto giusto tra fine ottobre e inizio novembre. Previsioni? Neri sorri-

de e non favella. Ma la risposta si può indovinare: lo vogliono tutti, ci sarà per pochi, spunterà prezzi più elevati del giallo. Non lo si potrebbe dire per scaramanzia, ma queste previsioni sono del tutto realistiche. La storia di Jingold dunque riparte; è una bella storia italiana che ha riaperto in anticipo l’antica e promettente Via della Seta e si è allargata al mondo.

www.corriereortofrutticolo.it

29


SUPER EcoBins

Contenitore a Pareti Abbattibili

Ecobins, è il prodotto ideale per i settori industriale ed agro alimentare. Grazie alle pareti abbattibili, che passano da quattro a zero in pochi secondi, è possibile ottenere un risparmio economico di tre volte superiore alla concorrenza ed un guadagno di spazio del 66% rispetto ai bins tradizionali. Ecobins è moderno, veloce, economico, efficace e al 100% riciclabile.

80cm

e 100 cm

60cm

Adesso disponibile in TRE altezze, 100 x 120 x h60, 80,

Gar Garantito arran a tito aV Vitta Vita

100 cm

Novità!

ogni 3 ccontenitori ontenitori e/o singolo elemen to elemento irrimediabilmen te danneggia to ne v errà ffornito ornito irrimediabilmente danneggiato verrà 1 nuo vo gr atuitamente per sempr e nuovo gratuitamente sempre

CONCESSIONARI IC ONCESSIONARI Campania - Puglia Calabria - Basilicata

PLASTICA SUD S.R.L. CAIAZZO DI A. CAIAZ ZO & C. Angri ((SA) SA) 84012 V.. Emanuele 155 c/so V Sarno ((SA) SA) 84087 loc. Ingegno, aarea rea PIP llotto otto 55 Tel. T el. 081 5131866 Fax 081 948387 iinfo@plasticasud.it nfo@plasticasud.it www.plasticasud.it www.pla sticasud.it

Piemonte - Valle D’Aosta - Liguria

IMBALPLASTIC IMBALPLASTIC GARDINI SNC DARIO DARIO & C. Via Peveragno Peveragno 90 Boves 12012 B oves (CN) Tel. Tel. 0171/380432-380272 Fax 0171 390470 imbalplastic@multiwire.net imbalpla stic@multiwire.net

Altre Regioni

Veneto

PENTA PLAST DI SATANASSI A. & C.SNC ato n.3 fr.Romagnano o Via dell’Artigianato 47866 Sant’Agata Feltria (RN) Tel. 0547 699040 Fax 0547 699066 info@pentaplast.it www.pentaplast.it

Lombardia L omb o ardia

IL CONTENITORE Srl Via Figino, 46/A 20016 Pero (MI) Tel. 02 3538197-33910723 Fax 02 3390183 info@ilcontenitore.it www.ilcontenitore.it

PLASTICONTENITOR Srl C.da Arizza C.P. 54 97018 Scicli (RG) Tel. 0932 851306 Fax 0932 852726 plastii@tin.it www.plasticontenitor.it

Friuli - Venezia Giulia - Veneto

IMBALL NORD Srl PLASTIC NORD Srl V.le Felice Cavallotti 1 35124 Padova Tel. 049 9800857-9801376 6 Fax 049 9801455 info@imballnord.it www.imballnord.it

EcoBins EcoBins

PENT PENTA A PLAST DI SA SATANASSI TA ANASSI A. & C.SNC Via dell dell’Artigianato ’Artigianato n.3 fr fr. r. Romagnano 47866 Sant’ Sant’Agata Agata F Feltria eltria a ((RN))

Sicilia

Tel.0547/699040 Tel.0547/699040 Fax Fax 0547/699066

inf info@pentaplast.it o@pentaplast.it www www.pentaplast.it .pentaplast.it

Contenitore Contenitore a Pareti Pareti Abbattibili Abbattibili

per novità novità ed aggiornamenti vai vai su www.pentaplast.it www.pentaplast.it


6

ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Prezzi sotto i costi di produzione La pericoltura è allo stremo Anche a metà marzo sono arrivato segnali sul momento difficile che la pericoltura nazionale ed emiliano romagnola sta vivendo, con quotazioni non remunerative e al di sotto dei costi produttivi. “I prezzi delle pere liquidati ad oggi e gli acconti versati ai produttori sono troppo bassi - denuncia Cristiano Fini, presidente di CIA Emilia Romagna - addirittura inferiori ai costi di produzione. Di questo passo si rischia di compromettere un settore strategico per il comparto ortofrutticolo regionale”. L’Italia è il secondo produttore in assoluto e il primo produttore europeo di pere: dalla Penisola provengono oltre il 35% dei quantitativi totali europei (da circa un decennio se ne producono, in tutto il Vecchio continente, intorno ai 2,5 milioni di tonnellate) con una produzione fortemente concentrata in Emilia Romagna e in modo particolare nel triangolo formato dalle province di Ferrara, Modena e Bologna, dove sono presenti il 61 % della superficie e il 68 % dell’intera produzione. Le imprese devono fronteggiare avversità dovute ai mutamenti climatici e agli agenti patogeni, cimice asiatica in primis, oltre a rispettare le limitazioni sui prodotti per la difesa fitosanitaria. In questa situazione, come rileva Fini, assistere a prezzi liquidati assolutamente non remunerativi è desolante. La recente formazione di aggregazioni commerciali di prodotto potrebbe non bastare a risolvere i problemi. Ulteriori investimenti nella ricerca varietale e aggregazioni ancora più grandi sembrano essere a questo punto assolutamente indispensabili. I problemi esistono anche fuori dai confini. La produzione in Spagna e Paesi Bassi ha accusato problemi di qualità, con una presenMarzo 2019

za notevole di piccoli calibri non remunerativi. I consumi sono bassi in Francia. Stati Uniti e Cina soddisfano il proprio mercato interno ma esportano poco. Cresce l’export dell’Australia mentre quest’anno, almeno in questa fa-

se, lascia a desiderare la qualità dell’export sudafricano. L’Argentina presenta una novità che potrebbe sollevare gli esportatori dalle delusioni delle passate stagioni: le pere biologiche della Patagonia.

Pera, la crisi arriva da lontano L’aggregazione serve, ma non basta di Corrado Giacomini* C’è una forte preoccupazione sul futuro della pera, come testimoniano gli interventi sul “Corriere Ortofrutticolo” delle organizzazioni professionali agricole, dei rappresentanti del commercio all’ingrosso e anche del presidente di “Interprofessione Pera”, l’organizzazione interprofessionale (OI) nata nel 2012 per rilanciare il comparto in Emilia e Romagna, la Regione dove si concentra il 65% della produzione italiana. La storia delle crisi di mercato della pera è lunga e ha assorbito anche tanti soldi pubblici. Molti ricorderanno che nel 1998 era stata riconosciuta l’indicazione geografica protetta (igp) alla “Pera dell’Emilia-Romagna” , nel 2002 era nato anche il “Consorzio di tutela e valorizzazione” di questa igp, e per qualche anno sulla radio nazionale venivano ripetuti messaggi pubblicitari della “Pera dell’Emilia Romagna igp” e della “Pesca e Nettarina di Romagna”. Sono due marchi che non hanno mai avuto successo, perché la GDO non poteva essere interessata a un prodotto a marchio regionale con una presenza ridotta temporalmente sugli scaffali e per di più con una offerta molto frazionata. In un pre-

cedente articolo (L’informatore Agrario 6/2017) ricordavo che in base a dati del CSO le vendite di pere Igp erano passate da circa 2.700 tons a circa 1.400 tons tra il 2004 e il 2010, una quantità irrisoria rispetto a una produzione di 500.000 tons nella regione. Sempre nell’articolo, non avendo dati più recenti, auspicavo che le vendite aumentassero, ma temo che il mio sia rimasto un auspicio, se nel 2012 si è sentita la necessità di creare una OI per rilanciare il comparto, diventata operativa dal 2014, ma solo dopo sei mesi in un Convegno al CSO (Fresh Point Magazine, 2014) secondo molti operatori era già in alto mare. Nel Corriere Ortofrutticolo del 25 gennaio u.s., il presidente dell’OI, Gianni Amidei, denuncia non solo lo stato di crisi congiunturale del comparto ma, a suo avviso, anche una crisi strutturale, se la contrazione della produzione non riesce nemmeno a stimolare il prezzo pur anticipando la riduzione della domanda per i continui estirpi. Amidei individua le cause della crisi soprattutto nella “….troppa disaggregazione e la conseguente eccessiva concorrenza nell’ambito del mondo produttivo stesso”. Insomma, Amidei nel suo intervento riconosce il fallimento delsegue a pag. 32

www.corriereortofrutticolo.it

31


ATTUALITÀ

l’Organizzazione Interprofessiosnale, nata appunto per organizzare i rapporti di filiera, ma se Amidei dice che la causa della crisi é “la troppa disaggregazione” vuol dire che di fatto la filiera rappresentata nell’OI è insufficiente e incapace di organizzare l’offerta. Ci sono molti più competenti di me per parlare della crisi della pera, tuttavia provo lo stesso ad avanzare alcune considerazioni. La crisi e i tentativi di reagire E’ indubbio che la pera è un frutto più difficile da commercializzare della mela. Nel sito di Apofruit c’è una tabella che mostra la disponibilità temporale delle diverse varietà di pere. A parte il fatto, che gran parte delle varietà sono presenti sul mercato da molti anni (Carmen, S.Maria, Guyot, William, William Rosso, Abate, Decana, Conference, Kaiser), alcune hanno periodi di offerta di pochi mesi (Carmen, S. Maria, Guyot, William) altre raggiungono 4/5 mesi (Abate, Decana, Conference, Kaiser). Per la verità, l’offerta al punto vendita avviene anche per periodi più lunghi. La situazione è profondamente diversa per le mele offerte con alcune varietà da una campagna all’altra, con una domanda stimolata dalla continua presentazione di nuove referenze da parte di club varietali molto attivi nel comparto, che aggiungono il peso e il richiamo della rispettiva marca. Per di più, il consumatore che pure è curioso delle nuove varietà, non distingue molto tra una mela e l’altra, qualcuna è più succosa, un’altra è più fragrante, ma acquista ugualmente la mela se la varietà cercata non c’è al punto vendita e l’acquisto rientra nella sua distinta. Diverso è il caso della pera perché le differenze al gusto tra una Abate e una William o una Decana sono molto evidenti, per cui il consumatore trova la varietà che cerca o non effettua sempre l’acquisto. E’ vero, tuttavia, che in una strategia di valorizzazione della pera, potrebbe essere molto utile raccontare al consumatore quale è la varietà migliore nei diversi mesi. L’altro fattore che spinge il consumatore a preferire la mela alla pera, rilevato anche da altri, è il fatto che nella preparazione per mangiarla quasi sempre ci si sporca le mani, inducendo molti consumatori a non sceglierla. Per ultimo, le pere esposte al punto vendita hanno una durata solitamente molto inferiore alle mele, perché si innescano processi di maturazione e di degrado della polpa molto rapidi. Il caso del consorzio Opera Qualcuno ha cercato di reagire a questa situazione, è il “Consorzio Opera” nato nel 2015 con l’adesione

32

www.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

di 18 soci, imprese cooperative e op, con circa 1000 frutticoltori aderenti, non solo dell’ Emilia Romagna ma, in minoranza, anche veneti, con una superficie investita di circa 6.000 ettari e una produzione potenziale attorno a 200 mila tn. Sono molto interessanti gli spot sugli schermi televisivi con cui Il “Consorzio Opera” sta martellando in questi giorni la nostra attenzione. Lo spot punta tutto sul marchio e sul logo, non parla delle varietà di pere e della loro origine, salvo che si tratta di pere italiane. Afferma solo che le pere con il marchio “Opera La pera” sono buone, anzi buonissime !!! E’ un po’ la strategia che il direttore del Consorzio, Luca Granata, aveva incontrato quando era diventato direttore del Consorzio della Val di Non, che aveva lanciato da alcuni anni il marchio “Melinda”, ulteriormente affermato sul mercato con la sua direzione. “Melinda”, un caso di marketing studiato a livello internazionale, è la scelta che fa lo shopper al punto vendita, è la mela gialla (Golden Delicious) fragrante da una campagna all’altra, coltivata nelle valli del Trentino. Questo è quanto basta alla scelta del consumatore, se la mela è garantita dal marchio “Melinda”. Non vorrei sbagliare, ma credo che con “Opera La pera”, la strategia del Consorzio si ispiri anche a questa esperienza, in condizioni molto più difficili, perché le varietà di pere sono molto diverse tra loro per poter consolidare su una tipologia l’esperienza gustativa del consumatore, inoltre manca quell’immagine di salubrità e di luogo felice per le vacanze che ha la valle di origine della mela “Melinda”. Una valle nella quale tutti i frutticoltori aderiscono al Consorzio Melinda e quasi tutti producono solo mele. Soltanto se la compagine sociale del “Consorzio Opera” raccogliesse tutta la produzione dell’Emilia Romagna e non continuasse l’offerta frazionata sul mercato, forse, riuscirebbe l’affermazione del marchio ”Opera La pera”. L’aggregazione di tutti i produttori nel Consorzio sarebbe indispensabile, forse più che nella OI, ma certamente in collaborazione con l’OI, anche per arrivare alla programmazione della produzione, forse arricchita di nuove varietà grazie all’impegno di possibili club varietali. E’ un tentativo, ma mi pare che non ci siano altre proposte per affrontare la crisi, se non si vuole che la pera continui ad essere una commodity indifesa sul mercato. * economista agrario, membro del Comitato di indirizzo del Corriere Ortofrutticolo

Marzo 2019


ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

STUDIO DI EULER HERMES. Analizzate 3 mila aziende ortofrutticole

I bilanci sotto la lente Euler Hermes, società del Gruppo Allianz specializzata nelle coperture contro il rischio di mancato pagamento delle forniture commerciali in oltre 80 Paesi a livello mondiale, ha compiuto, con il suo Servizio Studi italiano, una puntuale analisi finanziaria su un campione di oltre 3.000 aziende ortofrutticole basata sui bilanci 2017 ma con indicazioni sul 2018 e sul 2019. Un contributo interessante che vale la pena riportare. L’analisi parte con una prefazione sull’Italia nel mercato mondiale dell’ortofrutta, sottolineando come i prodotti ortofrutticoli siano una fonte di reddito cospicua per il settore agricolo, tanto da contribuire per il 23% alla formazione dell’intera produzione lorda vendibile (PLV) agricola nazionale. Nonostante le grandi potenzialità, tuttavia, e un cambiamento delle abitudini alimentari favorevole, almeno in teoria, a un aumento dei consumi in tutta Europa, a causa delle barriere poste da alcuni Paesi e dei cambiamenti climatici che penalizzano la produzione, le aziende italiane - si legge nel documento - stanno Marzo 2019

Crescono i fatturati ma non la marginalità. Il settore si confronta con un andamento dei mancati pagamenti che mostra segnali di peggioramento. L’export strada obbligata ma attenti all’Europa perdendo posizioni sul mercato globale: secondo i dati Istat, ricorda Euler Hermes, le esportazioni italiane sono calate del 4% nei primi undici mesi del 2018. Poi un passaggio significativo: "Ad aumentare le criticità sul settore dell’ortofrutta anche una frammentazione dell’offerta e una conseguente frammentazione della logistica; entrambi fattori che incidono sui costi e sulla redditività delle aziende, che si ritrovano così senza le adeguate risorse finanziarie per affrontare i mercati internazionali e, quindi, in svantaggio rispetto alla clientela della distribuzione organizzata”. Si sottolinea inoltre come l’embargo russo sia stato "un colpo micidiale per il nostro export anche perché ha dirottato produzioni estere all’interno dei nostri confini (Olanda e Belgio per le pere, Grecia con i suoi kiwi, la Po-

lonia con le mele)". Riportiamo ora per esteso l’analisi finanziaria vera e propria. Eccola. "La nostra analisi condotta su un campione di oltre 3.000 aziende e basata sui bilanci 2017, mostra un comparto in sostanziale salute, che però si confronta con un andamento dei mancati pagamenti che mostra segnali di deterioramento nel corso del 2018. Le aziende che operano nel commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi, nel triennio analizzato 20152017, hanno saputo migliorare tutti gli indici di bilancio, sia dal punto di vista reddituale, sia dal punto di vista patrimoniale, sia infine dal punto di vista della liquidità. "Il giro di affari del campione considerato e analizzato da Euler Hermes ha registrato infatti nel 2017 un aumento del fatturato globale pari al 9,2%. Tale increwww.corriereortofrutticolo.it

33


ATTUALITÀ

mento delle vendite ha avuto un impatto sulla redditività in assoluto, ma se guardiamo agli indici di marginalità, questi sono rimasti di fatto costanti. Infatti, negli ultimi tre anni i margini operativi si attestano, a livello lordo e a livello netto, rispettivamente in una forbice compresa fra il 2,82,9% e il 1,5-1,6%. "Registriamo invece una buona gestione del circolante, con un decremento costante dei giorni medi di incasso delle forniture commerciali (da 58 a 53 giorni nel 2017), accompagnato da una simile riduzione della durata dei pagamenti medi ai fornitori, rappresentati principalmente da imprese agricole (da 61 giorni del 2016 a 58 giorni del 2017). "Anche dal punto di vista dell’indebitamento, le aziende del settore registrano un netto miglioramento della dipendenza da fonti terze. Il Gearing Ratio, che misura il rapporto fra i mezzi propri e l’indebitamento finanziario netto, nel campione considerato è in miglioramento costante negli ultimi tre anni grazie alla generazione di cassa e ai risultati positivi reddituali. "I crediti restano però l’asset più importante delle aziende del settore ortofrutticolo, con un peso che negli ultimi tre anni supera un terzo del totale attivo di bilancio: in altre parole, un euro di capitale investito su tre in una impresa del settore ortofrutticolo è rappresentato da crediti commerciali: un asset troppo importante per non essere protetto e salva-

34

www.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

guardato. Questo anche perché i mancati pagamenti fra i commercianti di frutta e ortaggi sono nel 2018 in costante aumento, in particolare per quanto riguarda il mercato domestico, che ha visto un incremento del numero del 3% ma che è del 23% in termini di importo globale. Anche l’importo medio del mancato pagamento è incrementato del 20%, da 24.450 a 29.290 euro. "Più stabile invece l’andamento dei mancati pagamenti sui mercati internazionali, dove è vero si registra un incremento del nume-

Forti preoccupazioni per gli indicatori economici del 2019 nel Vecchio Continente: la recessione inciderà negativamente

ro di mancati pagamenti del 10%, ma per un importo complessivo in aumento solo dell’1%, con l’importo medio del mancato pagamento che diminuisce da 28.025 a 25.860 euro”. Il documento passa poi alle previsioni. "Per il 2019 il settore - sebbene maggiormente resiliente rispetto ad altri comparti ai vari cicli economici - risentirà della minore crescita dei mercati europei, che sono i principali canali di sbocco del nostro export, e soprattutto dell’incremento atteso delle insolvenze aziendali, destinate ad aumentare per il terzo anno con-

secutivo (+6% rispetto all’anno precedente) a livello globale. Si prevede infatti che il rallentamento dello slancio economico, unito all'inasprimento globale delle condizioni di finanziamento, provocherà una risalita delle insolvenze nella maggior parte dei Paesi. L'Europa occidentale, mercato principale dell’ortofrutta italiana, dove la crescita economica scenderà al di sotto della soglia storica in cui si stabilizza il numero di insolvenze (+1,7%), vedrà un aumento dei default aziendali nella maggior parte dei Paesi, in particolare in Francia, Italia, Spagna (+2%) e Regno Unito (+9%)". Euler Hermes sta guardando al settore ortofrutticolo italiano, come dimostra lo studio qui presentato, con crescente attenzione al fine di supportare il business dei suoi clienti italiani del settore attraverso coperture contro il rischio di mancato pagamento delle forniture commerciali. La società garantisce la valutazione preventiva dei partner commerciali delle aziende assicurate e la protezione di transazioni commerciali per un valore di oltre 880 miliardi di euro. Ciò grazie al suo network di oltre 5.800 esperti in tutto il mondo, alla profonda conoscenza dei mercati, ad una banca dati proprietaria, all’analisi quotidiana dell’evoluzione della solvibilità di aziende di ogni dimensione, incluse le multinazionali, operanti nei mercati che rappresentano il 92% del PIL mondiale.

Marzo 2019


ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Allarme export: nel 2018 -11,2 Rivoira: “Quadro preoccupante” I dati definitivi del commercio estero ortofrutticolo italiano elaborati da Fruitimprese su fonte ISTAT confermano le preoccupazioni già più volte espresse dal mondo delle imprese. L’export perde quasi 447 mila tonnellate di prodotto (-11,2%) e si ferma in valore appena sotto 4,6 miliardi (-6,3%). Anche l’import frena, ma con perdite più contenute (-0,4% in quantità e -0,9% in valore). Il saldo economico resta positivo ma si allontana dal record del 2017 (1 miliardo di euro) per fermarsi a 781 milioni (-26,2%). Tutte negative le voci del nostro export, tranne gli agrumi (+7,1%). Il calo più rilevante riguarda la frutta fresca che perde 400 mila tonnellate di prodotto e in valore oltre 300 milioni di euro (-11%). Le quantità di prodotti importati ed esportati si equivalgono, anzi l’import è di poco superiore (6671 tonnellate). A fronte di un calo dell’export di frutta fresca c’è un aumento dell’import in valore (+4,6%). "Il quadro è molto preoccupante”, afferma Michelangelo Rivoira, vicepresidente nazionale di Fruitimprese e patron dell’omonimo gruppo piemontese. “E quel che è peggio è che le cose stanno ancora peggiorando: la Russia è un mercato perso che non recupereremo mai più, anzi forse diventeranno in futuro nostri concorrenti. Nei Paesi del Nord Africa, che erano nostri buoni clienti, le primavere arabe sono sfociate in una spaventosa crisi economica e in una pericolosa instabilità politica. Intanto in Europa ci si fa concorrenza tra partner, con i Paesi dell’Est avvantaggiati perché ricevono più aiuti da Bruxelles, hanno meno costi produttivi e molta meno burocrazia. La nostra qualità e il nostro servizio sono migliori, ma i concorrenti si stanMarzo 2019

Perse 447 mila tonnellate. Per il vicepresidente di Fruitimprese la situazione potrebbe peggiorare quest’anno. La sfida si gioca sui mercati lontani ma bisogna abbattere le barriere

E la Spagna trova più spazio "Gli ultimi dati sull’export ortofrutticolo spagnolo segnalano una ulteriore perdita di competitività del sistema ortofrutticolo italiano e impongono una accelerazione sul fronte dell’apertura di nuovi mercati". Così Marco Salvi, presidente Fruitimprese, commentando i dati FEPEX (l’associazione degli esportatori spagnoli) secondo cui la Spagna nel 2018 ha esportato prodotti per quasi 13 miliardi di euro (+1% sul 2017) a parità di volumi. “La riu-

nione a fine febbraio del Tavolo nazionale - sottolinea Salvi - con all’ordine del giorno l’avvio delle procedure per il Catasto frutticolo nazionale è stato un segnale positivo importante e di ciò siamo grati al sottosegretario Alessandra Pesce. Ma bisogna andare avanti con decisione riconvocando il Tavolo sul tema dei dossier fitosanitari aperti che vanno chiusi al più presto, se vogliamo riguadagnare le tante posizioni perse sui mercati internazionali”.

no organizzando…” Le 400 mila tonnellate di export di frutta fresca perse da un anno all’altro “ci colpiscono al cuore perché rappresentano una perdita grave per tutto il made in Italy e sono tanto più gravi se consideriamo che nei mercati del Far East e del Medio Oriente mancava il prodotto americano, che quest’anno tornerà. Ad esempio in India nel 2018 abbiamo esportato bene le nostre mele con la concorrenza USA ridotta al lumicino, ma quest’anno la musica cambia”, precisa lo stesso Rivoira . La politica , il governo non possono stare a guardare: “Non c’è altro rimedio che cercare nuovi sbocchi, aprire nuovi mercati. Perché la Cina può esportare in Europa la sua frutta e noi non possiamo portare le nostre pere e mele in Cina? Non ha senso. Ci sono enormi possibilità in Paesi che chiedono il nostro prodotto,

come Thailandia e Vietnam, dove sono scaduti o mancano i protocolli sanitari. Abbiamo fatto accordi commerciali con gli USA che non hanno funzionato perché gli USA erano e sono nostri concorrenti. Tempo perso. Dobbiamo puntare solo sui mercati che non possono produrre la nostra frutta”. Incalza ancora Michelangelo Rivoira: “Servono Tavoli dove le imprese e la politica lavorano insieme per aprire nuovi mercati. Non c’è altra via. Siamo penalizzati da costi energetici, del lavoro, del fisco, della previdenza più alti degli altri, da una burocrazia che è una vera palla al piede delle imprese. Impensabile che la situazione cambi, sono battaglie perse. Solo allargando la platea dell’export daremo un futuro alla nostra ortofrutta. Qui rischiamo una reale emarginazione su mercati e su prodotti dove eravamo leader”. www.corriereortofrutticolo.it

35


La nos stra pa p assione e perr un prodotto d o di prrodotto d qualitĂ qu alitĂ

Romagnoli F.lli Spa Via Quarto di Sopra 1/7 - 40127 Bologna Te el. +39 051 6069611 - Fax +39 051 6069608 www.romagnolipatate.it - info@romagnolipatate.it


PRIMO PIANO P

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

PATATE

Il cambio del clima in Nordeuropa favorisce la produzione italiana Emanuele Zanini Il settore delle patate guarda con fiducia alla stagione 2019. Dopo un 2018 complesso, soprattutto in Nord Europa, a causa del clima siccitoso che ha influenzato buona parte della campagna, per quest'anno le prospettive sono più incoraggianti. Giulio Romagnoli, titolare dell'omonima azienda, tra i leader in Italia nella produzione e commercializzazione di patate, sta puntando su progetti sempre più sostenibili diminuendo l’impiego di concimi, di antiparassitari, limitando le emissioni di Co2, puntando sulla ricerca e selezione di nuove varietà. Così traccia il quadro della situazione: “In Italia, dopo due annate molto difficili, il clima è stato regolare favorendo una qualità ottima del prodotto permettendo ai produttori di conservarlo a lungo, con stock regolari e con rese nella norma. Nel 2018 abbiamo commercializzato 56.031 tonnellate di prodotti (il 97% in Italia, nella GDO per il 95%) con un fatturato complessivo di 33,6 milioni di euro di cui 15,3 milioni sviluppati con le paMarzo 2019

Entro aprile dovrebbero esaurirsi gli stock del 2018. Prezzi alle stelle per le patate importate. Nel Nord Italia forte anticipo delle semine con qualche rischio dovuto alle escursioni termiche tate da consumo". Con Romagnoli entriamo nello scenario europeo: “Le rese produttive sono state inferiori anche del 20% sul 2017 a causa della perdurante siccità che ha interessato molti areali produttivi del Nord Europa. La mancanza di prodotto, ha favorito alte quotazioni delle patate, sia da mercato fresco che da industria, delle quali si è fortemente avvantaggiata la produzione nazionale. Quello che ha tradito le aspettative della campagna 2018, sono stati i consumi attestati su valori negativi (4% sul 2017) per tutto il periodo autunno-invernale, fortemente condizionati dal clima mite. Fortunatamente la buona qualità del prodotto ha favorito le vendite, che, senza particolari difficoltà, consentiranno di esitare l’intera produzione entro aprile”. Con Giulio Romagnoli analizziamo la situazione produttiva: “Le superfici di semina sono in linea

con quelle del 2018, registrando, per alcuni areali, anche un aumento. A metà marzo si sono completati, in condizioni agronomiche e climatiche ideali, le semine negli areali del Nord Italia, ad esclusione degli areali montani, della Piana del Fucino e dell’Altopiano della Sila, dove, come consuetudine, le semine si eseguono dalla seconda metà di aprile”. Alla metà di marzo è partita la raccolta delle coltivazioni di patate novelle nel Siracusano, seminate tra la fine di ottobre e la fine di novembre. Romagnoli: “Molte di queste superfici hanno subìto danni da gelo a gennaio e in febbraio da vento salino, che ha bruciato, con diversa intensità, le coltivazioni. Questo avrà una diretta conseguenza sui calibri e quindi sulla produzione, con cali fino al 20%. Tale situazione è destinata a perdurare per tutto il prodotto che va in raccolta ad aprile”. Per le coltivazioni che sono state riwww.corriereortofrutticolo.it

37


P PRIMO PIANO PATATE

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Giulio Romagnoli dell’omonima azienda bolognese, Massimo Cristiani di Selenella e Nicola Pizzoli, titolare dell’omonima ditta

sparmiate da questi fenomeni, la produzione risulta normale, caratterizzata da un numero di tuberi inferiore alla scorsa campagna ma con prodotto di qualità. Per le coltivazioni di novelle con semine tardive, se le condizioni meteo risulteranno stabili, ci sono ottime premesse; si stimano produzioni con punte anche di 400 quintali per ettaro, soprattutto per le varietà più performanti come Vogue e Arizona. Passiamo ad analizzare il comparto con Davide Pasini, direttore di Patfrut. Pasini conferma l’andamento climatico sfavorevole nel 2018 “con un ritardo di 15 giorni delle semine che hanno ridotto le produzioni, con rese per ettaro che sono state inferiori del 5/6% rispetto al 2017". "In Emilia Romagna - precisa - a fronte di una minor produzione si è avuto comunque un buon riscontro qualitativo. Ancora adesso dopo nove mesi di frigoconservazione, il prodotto si sta mantenendo molto bene e questo permetterà di garantirne alla clientela la disponibilità per completare i programmi di filiera”. Anche da questo angolo visuale si conferma che diversa da quella emiliano romagnola è stata la situazione nel Nord Europa (Francia, Germania, Belgio, Olanda e Gran Bretagna, cioè i principali Paesi produttori europei): una primavera con forti piogge e un'estate stretta nella morsa del caldo e della siccità hanno ridotto le produzioni del 20% rispetto al

38

www.corriereortofrutticolo.it

2017, il tutto aggravato anche da qualità mediocre con possibili problemi di conservabilità. “Considerando che in Italia una patata su tre che si consuma, fresca o trasformata, è di importazione, questa carenza di prodotto - sottolinea Davide Pasini - ha innescato un progressivo aumento delle quotazioni con un conseguente calo dei consumi. In controtendenza i prodotti premium Selenella e DOP con crescite a volume del 6-7%”. E così continua: "La stagione 2019 è partita bene, con una campagna novelle che si preannuncia scoppiettante. Le produzioni del Nord Africa sono veicolate in grosse quantità verso il Nord Europa (principalmente in Germania che ha esaurito anticipatamente le scorte nazionali) e questo dovrebbe aiutare a togliere pressione alle produzioni del Sud Italia. Le prime quotazioni del prodotto novello si stanno posizionando al 20% in più rispetto al 2018. Per quanto riguarda i programmi produttivi gli investimenti seminativi in Emilia Romagna sono in linea con quelli dello scorso anno, anche perché

I pareri dei protagonisti del comparto sono piuttosto omogenei: abbiamo sentito Giulio Romagnoli, Davide Pasini, Angelo Ruggiero, Massimo Cristiani, Domenico Citterio e l’azienda Pizzoli

la scarsa disponibilità di tuberi seme non consentirà in Italia, e si presume nemmeno in Europa, di aumentare fortemente gli investimenti seminativi”.Lo scorso anno è stato importante per Patfrut, che ha completato l'acquisizione del ramo orticolo di Cesac, consentendogli di toccare le 100 mila tonnellate di prodotto (tra fresco e trasformato), e raggiungere un fatturato di oltre 50 milioni di euro con 180 soci conferenti. L'offerta di Patfrut si è arricchita anche della produzione di IV Gamma di Cesac (patate, cipolle, carote già lavate, tagliate e confezionate, per l’horeca). Altro big del settore, l’azienda Pizzoli, guidata da Nicola Pizzoli, è sempre più forte soprattutto nel trasformato. Anche da qui esce confermato l'andamento del 2018, con pezzatura ridotta dei tuberi che si è tradotta nella produzione di 'french fries' di lunghezza media inferiore rispetto agli standard di mercato, particolarmente stringenti soprattutto nei canali della ristorazione. “L’anomalo andamento climatico del 2018 indubbiamente comporterà importanti ripercussioni anche sulla prossima stagione”, spiegano nell'azienda bolognese. “Si sta determinando instabilità delle quotazioni con valori di 2,5 volte superiori alle quotazioni della passata stagione per la patata da industria”. Per Pizzoli, in ogni caso, il 2018 è stato un anno positivo, con un fatturato arrivato a circa 85 milioni di euro, in crescita Marzo 2019


PRIMO PIANO P

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Marzo 2019

Angelo Ruggiero

"Per quanto riguarda le cipolle invece, in Europa mancherà molto prodotto a causa di un’annata meteo sfavorevole: si stima una riduzione di circa il 30% sul mercato europeo. La domanda rimane alta, ma i bassi quantitativi fanno alzare le quotazioni, nettamente superiori rispetto alle scorse campagne. Anche i prezzi delle cipolle d’importazione si re-

gistrano piuttosto alti rispetto allo scorso anno. Per la nuova campagna abbiamo ampliato gli areali di produzione in tutto lo Stivale oltre ad aver intensificato le produzioni di patate e cipolle biologiche per rispondere alla domanda sempre più alta del mercato. Per il futuro tra i punti di forza del comparto patate e cipolle ci sarà senza dubbio l'innalzamento della qualità, grazie all’innovazione e d una sempre più alta specializzazione”. Il 2018 è stato un anno di sviluppi importanti per la Ruggiero SpA in quanto si sono aggiunti, agli attuali tre siti presenti in Italia, altri tre stabilimenti, operativi a breve, che andranno a potenziare notevolmente la capacità produttiva e di stoccaggio, e di conseguenza la competitività sul mercato. I nuovi impianti sono al top in termini di tecnologia, tracciabilità, innovazione e dimensioni. Il nuovo sta-

www.corriereortofrutticolo.it

PATATE

del 4% rispetto all’anno precedente. L’azienda è presente in tutti i canali di vendita attraverso la commercializzazione di patate fresche e surgelate sia a marchio proprio con i brand Pizzoli, Patasnella e Iodì, che a marchio privato nelle insegne della grande distribuzione organizzata e nel canale del foodservice. Arriviamo alla Antonio Ruggiero SpA. L’amministratore unico e direttore commerciale dell’impresa è Angelo Ruggiero. Ci spiega: “Nei primi due mesi del 2019 i consumi sono stati buoni, grazie anche al meteo con temperature piuttosto basse. Stimiamo che il prodotto frigo conservato riuscirà a soddisfare la domanda del mercato fino alle nuove produzioni che saranno disponibili con l’arrivo delle prime patate novelle da Israele. Per le novelle siciliane e pugliesi la qualità si prospetta ottima”. E così continua:

39


PATATE

P PRIMO PIANO

40

bilimento di Sabaudia, nel Lazio, è realizzato su un’area di 80 mila metri quadri, con una parte produttiva che si sviluppa su circa 14 mila metri quadri. A Luco dei Marsi, in Abruzzo, il nuovo sito si sviluppa su un’area di 50 mila metri quadrati con un parte produttiva di 12.500 metri quadri. Per aumentare la capacità di stoccaggio, è nato inoltre un secondo stabilimento in Emilia Romagna. Ruggiero sviluppa un fatturato di circa 50 milioni di euro, con una rete di oltre 500 aziende agricole conferitrici e 100 mila tonnellate di prodotto commercializzato tra patate e cipolle, rappresentando un punto di riferimento per il comparto. E veniamo a Selenella e a Massimo Cristiani, presidente del Consorzio Patata Italiana di Qualità. Cristiani sottolinea: "L'ottima produzione e tenuta del prodotto 2018, in linea con le aspettative, ha consentito di registrare piani di decumulo regolari. Nonostante l’anno commerciale non sia ancora concluso, possiamo ritenerci pienamente soddisfatti ed il bilancio dell’annata è sicuramente positivo sia in termini di volumi che di prezzi. Registriamo un aumento delle vendite di qualche punto percentuale rispetto lo scorso anno, ed ottimi prezzi, dovuti anche ad una mancanza di prodotto generalizzata su scala europea”. “Anche la patata Rosé, la nuova varietà lanciata a fine 2018 che nasce da una ricerca tutta italiana ed in esclusiva produttiva e commerciale del Consorzio, è in linea con le aspettative sia in termini di prezzo che di volumi”, avverte soddisfatto Cristiani. Bene anche le aspettative per la nuova annata: “Le prospettive 2019 sono ottime: la commercializzazione della Novella Selenella è iniziata in Sicilia. La qualità si presenta ottima così come le previsioni di prezzo sono buone. Per quanto riguarda la Classica, attualmente stiamo seminando nel Nord Italia con condizioni climatiche ottimawww.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Il veronese Domenico Citterio

li e questo ci lascia ben sperare per un’ottima campagna 2019. Anche per la Rosè stiamo predisponendo i piani colturali da dedicare a questa nuova referenza su cui l’attenzione è alta”. Le vendite Selenella da qualche anno sono in aumento, ed anche il 2018 lo conferma: le vendite destinate tutte al mercato italiano, per l'80% alla GDO e il 20% all’ingrosso - registrano un + 5% sul 2017. “Oltre alla Rosé, abbiamo lanciato a fine 2018 anche le Cipolle Selenella, nelle versioni bianca e rossa, anch’esse fonte di selenio, nate in affiancamento alle Carote Selenella, già presenti sul mercato, e completamento naturale di una gamma di prodotti da sempre legati alla tradizione agricola e pataticola delle terre emiliano-romagnole. Proprio su questi nuovi progetti, per il 2019 il Consorzio intende investire in termini di comunicazione e visibilità”. Per Domenico Citterio, a capo dell'omonima azienda di San Martino Buon Albergo (Verona), grazie alle buone semine nel Mezzogiorno quest'anno ci si aspetta

Per molte aziende italiane delle patate il 2018 è stato un anno di investimenti in strutture e innovazione tecnologica e varietale con il risultato che avremo un settore più competitivo

di ottenere rese soddisfacenti, nonostante il clima non ideale causato da piogge molto abbondanti (a differenza del Nord). A Verona, invece, si è registrato un anticipo delle semine di almeno un mese se non oltre. “Quest'anno siamo partiti a fine febbraio, oltre un mese prima del normale, sfruttando il terreno leggero, friabile e facile da lavorare. Ma ho qualche dubbio sulla reale utilità di questo anticipo. Ci sono più rischi che benefici, senza reali guadagni. La forte escursione termica tra giorno e notte che c'è stata fino a tutto marzo non fa ‘partire' il seme. In questo modo si rischia di perdere l'anticipo. A questo si aggiunge il problema della siccità, che rimane grave. Sono preoccupato. Temo razionamenti di acqua per l'irrigazione. E quando arriva il caldo e non hai acqua a disposizione per irrigare le rese calano drasticamente”. Secondo Citterio i primi raccolti saranno indicativamente tra fine giugno e inizio luglio. Con l’imprenditore veronese volgiamo lo sguardo all’estero: “L'Egitto viaggia su prezzi della merce alla rinfusa a 50-60 centesimi al chilo franco arrivo, prezzi molto buoni, che possono influenzare positivamente il mercato. Il Nord Europa non ha ancora seminato tranne alcune zone molto precoci e di nicchia. Non sappiamo che impatto avrà la mancanza di patate da semina della stagione scorsa con rese basse, che aveva comportato una mancanza del 25% circa del prodotto da semina”. Domenico Citterio dà il termometro dell’andamento commerciale a metà marzo: il prodotto nazionale in cassoni viaggia tra i 30 e i 40 centesimi al chilo, il 50% dell'annata precedente, ed è praticamente esaurito; il prodotto importato (specialmente francese e tedesco) spunta quotazioni doppie o triple sull'anno scorso, in particolare per l'industria, e doppie per il prodotto da consumo. Il trend prezzi potrebbe andare ancora al rialzo. Marzo 2019


MERCATI&

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Conad punta su Auchan Italia per effettuare l’operazione sorpasso su Coop. Per farlo è pronta a nuovi robusti investimenti per allargare l’asset immobiliare. Per realizzare il piano, secondo quanto riportato da Il Sole24Ore Radiocor a metà marzo, è stata costituita una newco, la BDC Italia, con Conad al 51% del capitale e il finanziere Raffaele Mincione al 49% attraverso la lussemburghese POP 18 Sarl che appartiene al gruppo WRM (di cui lo stesso Mincione è fondatore e presidente). Nel consiglio della società, se-

DISTRIBUZIONE

Conad punta su Auchan Italia passando per il Lussemburgo Gli oltre 500 supermercati del colosso francese potrebbero passare sotto il controllo italiano permettendo a Conad di superare largamente Coop Italia. Società ad hoc per fare l’acquisto

Il finanziere Raffaele Mincione. A destra, l’ad di Conad Francesco Pugliese

Carrefour ristruttura Trattative sugli esuberi condo l’agenzia del quotidiano economico di Confindustria, oltre allo stesso Mincione, ci sarebbe come presidente l’ad di Conad Francesco Pugliese. Il progetto, nome in codice Montblanc, sarebbe già stato esaminato - seppure in fase preliminare - dal cda di Conad e ha nel mirino, appunto, il dossier Auchan Italia, cioè i supermercati italiani che il gruppo francese Auchan punta a vendere. E forse anche qualcos’altro. Conad, che ha chiuso il 2018 con un fatturato di 13,4 miliardi (+3% rispetto al 2017) raggiungendo una quota di mercato vicina al 13%, è a un soffio dal sorpasso nei confronti di Coop (poco sopra il 14%) e il successo nell’operazione Auchan potrebbe assicurarle il primato. Il finanziere Mincione è noto negli ambienti bancari in Europa per le attività del suo gruppo nei fondi lussemburghesi, negli affari immobiliari e per alcune sue operazioni in Russia. Marzo 2019

Carrefour ridisegna il proprio perimetro in Italia. Il gruppo francese, nel piano di trasformazione al 2022, rivede il modello degli ipermercati, punta a investire 400 milioni per lo sviluppo della rete - con 300 nuovi punti vendita a marchio Market ed Express attraverso acquisizioni, sviluppo franchising e negozi diretti -, mira a potenziare l’e-commerce e allo sviluppo di punti vendita di prossimità e con superfici di medie e piccole. Il gigante della grande distribuzione che è presente in Italia in 18 regioni con 1.076 punti vendita, oltre 18 mila collaboratori e un giro d’affari di 5,5 miliardi euro, metterà mano ad una riorganizzazione che prevede fino a 590 esuberi – tutti gestiti su base volontaria – e che sarà alla base del confronto con i sindacati attraverso la valutazione del ricorso ad ammortizzatori sociali. L’azienda vede tra le opportunità di ricollocamento anche l'incentivazione all’imprenditorialità

con franchising a marchio Carrefour per i dipendenti interessati. Nel dettaglio del piano, il gruppo vuole rafforzare la propria presenza nelle principali regioni di business - Lombardia, Piemonte, Lazio, Liguria e Valle d’Aosta - e consolidarla in Triveneto, Emilia Romagna, Campania e Sardegna. Per l’e-commerce è prevista l’apertura di 4 hybrid storse, dopo quello di Paderno Dugnano, tra Milano, Torino e Roma. Il progetto include poi una revisione del modello iper, da anni in difficoltà per la crisi dei consumi di prodotti non alimentari. Non è prevista la chiusura di punti vendita ma la riduzione della superficie di vendita di 5 ipermercati dei 51 presenti in Italia: Marcon (VE), Tavagnacco (UD), Grugliasco (TO), Casalecchio sul Reno (BO), Roma-La Romanina (RM). Inoltre sarà riorganizzata la sede centrale di Milano, dando origine a circa un terzo degli esuberi totali.

www.corriereortofrutticolo.it

41


DISTRIBUZIONE&

MERCATI

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

LA DISTRIBUZIONE DA VICINO

Mercato parallelo: dove i consumi crescono

di Maurizio Nasato La maggiore attenzione verso un’alimentazione sana, con riduzione di grassi e proteine animali, ha reso crescente negli ultimi anni la scelta vegetariana. Da studi recenti emerge una nuova componente, quella flexitariana, dove minore è il consumo di proteine animali (senza eliminarle del tutto), prediligendo cereali, frutta e verdura. Da anni ormai assistiamo ad orientamenti favorevoli al consumo di frutta e verdura e contrari a mangiare più carni. Dovremmo quindi attenderci consumi di vegetali in sensibile aumento ma invece, per quanto illogico, tutte le statistiche, prodotte da istituti specializzati a rilevare le vendite nella distribuzione e nei Mercati ortofrutticoli, esprimono una stagnazione o addirittura un calo. Qualcuno ha trovato motivazioni del tipo “il cliente spreca meno”, ma non appaiono sufficienti a giustificare flessioni rilevanti. Con atteggiamento snobistico, quasi di sdegno, ritenendolo un canale non “alla pari”, nessuna agenzia specializzata esamina la diffusione della vendita diretta, definita impropriamente, visto che talora puoi trovarci anche le banane, a ’km 0'. Nella vendita diretta possiamo considerare: le oltre mille botteghe di “Campagna Amica” della Coldiretti, sovente raggruppate nel “Mercato Contadino”; l’iniziativa privata di molti agricoltori che svolgono vendita diretta, che al mattino consegnano la propria eccedenza al Mercato acquistandovi quanto può mancare alla propria offerta; le numerose iniziative stagionali, limitate al periodo di raccolta, dove puoi trovare, lungo le strade statali, la vendita diretta ad esempio di ciliegie a Vignola, di mele nel Trentino, eccetera, nelle svariate tipicità di cui è ricca la nostra penisola. A completare quanto sfugge alle statistiche generali, troviamo anche i gruppi di acquisto (sovente bio), le particelle di terreno in concessione, definite Orti urbani, che occupano il tempo di appassionati che si ci-

Penny Market: investimenti per 70 milioni Qualità, prezzi convenienti e attenzione per il territorio, sono questi gli elementi che hanno accompagnato i primi 25 anni di

42

www.corriereortofrutticolo.it

mentano nel mestiere antico dell’agricoltore; per non citare i numerosi furgoni lungo le strade che vendono arance o altro. In comune, le iniziative citate detengono una fiscalità privilegiata, scarsi (o nulli) adempimenti burocratici (quali fatture e libri contabili), ed assenza del costo dello spazio. Per la GD, ma anche per fruttivendoli e mercati rionali, tutti costoro diventano così concorrenti avvantaggiati dall’assenza delle regole che invece a loro sono imposte. Ma è proprio la maggiore attenzione per un’alimentazione sana ad orientare il cliente direttamente al produttore, sostanzialmente per questi motivi: la fiducia riposta nel contadino produttore, che ci “mette la faccia”, in luogo di un acquisto impersonale; la freschezza dell’ortofrutta raccolta in giornata; la bontà ritenuta maggiore, forse per un effetto placebo: ciò in cui credi, diventa anche più buono. Aggiungiamo che, per i clienti integralisti, se il prodotto è ‘brutto', è sicuramente più buono, mentre la frutta troppo ‘bella' non lo può essere. Bene per il contadino, che può vendere l’orticolo imperfetto o 'di seconda' che il mercato rifiuta. La GD ha involontariamente favorito questo sviluppo. La necessità di contenere i costi ha portato alla riduzione degli operatori che presenziano i banchi; sono venuti a mancare il contatto umano e la manutenzione dei banchi per serbare la freschezza del prodotto. Il fenomeno emerge più evidente nella verdura, ove la quota di mercato della GD è inferiore (rispetto alla media dei consumi) a quella detenuta nella frutta. In sintesi, appare superficiale considerare la pur lieve perdita di volumi della GD come un calo dei consumi; solo se riuscissimo a censire - attività improba - l’enorme quantità di frutta e verdura commercializzata tramite la vendita diretta (Campagna Amica, Km O, eccetera), potremmo conoscere quanto sta crescendo il consumo di frutta e verdura nel nostro Paese.

storia di Penny Market in Italia e hanno portato l’insegna ad una crescita continua, fino a contare oggi oltre 370 punti vendita, distribuiti nelle principali regioni d’Italia, e 588 fornitori italiani (91% del totale), valorizzando il patrimonio di piccole e medie imprese locali. Numeri che anche quest’anno, per il discount alimentare del gruppo Rewe, so-

no destinati ad aumentare grazie al piano di investimenti da 70 milioni di euro che hanno come obiettivo non solo la diffusione del marchio sul territorio nazionale, ma anche la creazione di valore per la filiera. L’impegno di Penny Market si concretizza in una crescita degli investimenti: nuovi negozi, nuovi magazzini a Catania e Cernusco.

Marzo 2019


MERCATI&

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Aldi ha compiuto a marzo il suo primo anno di attività in Italia e, per l’occasione, ha voluto far conoscere i risultati in termini occupazionali ottenuti sul territorio. Fin dalle prime assunzioni, riferisce il gruppo distributivo, Aldi ha offerto al 93% dei suoi attuali collaboratori un contratto a tempo indeterminato, senza alcuno step propedeutico. Inoltre, il 32% delle donne ricopre posizioni manageriali, per un totale di occupazione femminile del 59%, ed è garantita l’equità salariale tra uomo e donna. La stessa attenzione viene dedicata ai giovani sotto i 35 anni, che costituiscono il 63% degli assunti. Passando ad altri risultati, Aldi ha creato in 12 mesi una rete di 51 punti vendita situati in sei regioni del Nord Italia: Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige e Veneto, dove ha impiegato 750 collaboratori nei punti vendita, ai quali si aggiungono gli oltre 300 della sede operativa e i 230 del centro logistico di Verona. Il brand ha introdotto in Italia la sua idea di spesa, unendo qualità e convenienza, punti vendita accoglienti, con attenzione alla cultura enogastronomica italiana. Secondo un’indagine di Altroconsumo pubblicata a novembre 2018, i negozi Aldi hanno scalato la classifica “spesa con prodotti più economici”, arrivando al primo posto. Michael Veiser, group managing director dichiara: “Siamo molto orgogliosi dei nostri risultati a solo un anno dal debutto in Italia e dell’accoglienza che ci hanno riservato i numerosi clienti che hanno visitato e scelto i nostri punti vendita. La soddisfazione per i traguardi raggiunti è davvero grande, per questo vogliamo continuare a crescere in questa Marzo 2019

direzione anche nel 2019 in maniera organica, rafforzando la presenza dei nostri negozi sul ter-

DISTRIBUZIONE

Aldi: 51 pdv in dodici mesi puntando solo sul Norditalia

ritorio”. Aldi punta quest’anno a crescere nelle sei regioni in cui è già presente.

Lidl conferma la premium sponsorship della Nazionale La FIGC e Lidl hanno rinnovato a marzo la partnership fino al 2022. Come per il precedente accordo siglato nel 2015, Lidl Italia conferma la qualifica di Premium Partner della Nazionale Italiana di Calcio per i prossimi quattro anni. Tra le novità della partnership, che prosegue all’insegna della valorizzazione del made in Italy e del forte legame con il territorio, Lidl avrà anche la qualifica di 'fornitore ufficiale di frutta e verdura della Nazionale'. A presentare il rinnovo della partnership nell’Aula Magna del Centro Tecnico Federale, sono stati il presidente della FIGC Gabriele Gravina, il Ct Roberto Mancini, il presidente di Lidl Italia Massimiliano Silvestri e l’amministratore delegato Acquisti & Marketing di Lidl Italia Eduardo Tursi. “Il fatto che una realtà dinamica come Lidl abbia creduto subito nel nostro progetto di ri-

lancio, rinnovando la partnership con entusiasmo - ha dichiarato il presidente federale Gabriele Gravina - è motivo di grande soddisfazione. Al prestigio che reca l’abbinamento con i valori e con il brand delle nostre Nazionali, intendiamo affiancare sempre maggiori opportunità di collaborazione”. Il presidente di Lidl Italia, Massimiliano Silvestri ha sottolineato la comune ricerca della qualità e dell’eccellenza: “Diventare Premium Partner della Nazionale ci ha permesso di trasmettere a milioni di italiani la nostra passione per la qualità e l’italianità dei prodotti”.

www.corriereortofrutticolo.it

43


consorzio nazionale imballaggi plastica

PER IL TUO RACCOLTO UNA SCELTA SOSTENIBILE

IMBALLAGGI IN PLASTICA 100% RICICLABILI

www.conip.org


MERCATI&

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Fabio Massimo Pallottini, ceo del Centro Agroalimentare di Roma, è stato confermato presidente di Italmercati Rete d’Imprese per un ulteriore mandato. Alla vice

Vice Merci. Apertura della Rete ai Mercati di dimensioni minori

L’assemblea dei soci di Italmercati. Volti sorridenti dopo la conferma di Pallottini

presidenza è stato confermato Paolo Merci, direttore generale di VeronaMercato. L’assemblea degli aderenti a Italmercati, in rappresentanza degli 11 principali Mercati italiani, riunitasi a Roma, ha anche approvato il bilancio 2018 e il programma di attività per il 2019. In primo piano la decisione di aprire le porte della Rete anche a Mercati di fascia minore, interessati alle molteplici attività portate avanti da Italmercati. Il Comitato di gestione ha visto l’esordio di due importanti rappresentanti della Rete: il presidente di SOGEMI (Milano) Cesare Ferrero e il presidente di CAAB (Bologna) Andrea Segrè. Confermati nel Comitato: Marco Lazzarino per Torino, Stefano Minasola per Padova, Stefano Franciolini per Genova, Giacomo Lucibello per Firenze, Emanuele Zappia per Catania, Carmine Giordano per Napoli, Giorgio Licheri per Cagliari. “Sono onorato di essere stato nuovamente chiamato a guidare Italmercati come presidente - ha Marzo 2019

DISTRIBUZIONE

Italmercati conferma Barcellona e il CAR Pallottini presidente siglano un’intesa

commentato Pallottini -. Un’esperienza iniziata da poco, che si è già affermata per la sua rilevanza nel panorama dell’agroalimentare italiano e dell’ortofrutta in particolare”. Sono stati numerosi, infatti, i risultati positivi raggiunti in questo ultimo biennio ma ancora di più gli obiettivi che si intendono perseguire nel prossimo. “Riportare sempre di più i Mercati al centro dell’attenzione del decisore pubblico sia italiano che europeo – ha sottolineato Pallottini -; attribuire agli stessi Mercati una centralità nell’ambito della filiera, operando per rafforzare il ruolo in stretto collegamento con il mondo della produzione. Sono queste solo due delle principali missioni su cui si baserà l’attività nei prossimi anni. A questi si aggiungono temi quali un fisco più equo, che riconosca la funzione e il ruolo dell’interesse pubblico dei Mercati, una presenza organica nel sistema fieristico ed una iniziativa sempre più stringente a difesa degli operatori sani”.

Un altro passo avanti nella strategia di crescita per alleanze del CAR e, per ricaduta, del sistema dei Mercati italiani e dello stesso sistema dei Mercati europei. E’ stato infatti siglato il 18 febbraio alla Camera di Commercio di Roma il memorandum d’intesa tra il Centro Agroalimentare Roma e il Centro Agroalimentare di Barcellona (Mercabarna). Mercabarna e il CAR, i principali mercati agroalimentari dei rispettivi Paesi, da alcuni anni - ha ricordato il direttore generale di CAR Fabio Massimo Pallottini collaborano condividendo obiettivi, sfide ed impegni. Attraverso un’intesa che si è andata corroborando nel corso del tempo, i due Mercati hanno identificato opportunità comuni per facilitare le operazioni commerciali tra i loro operatori e l’utilizzo degli stessi mezzi logistici, sia terrestri che marittimi, in particolare questi ultimi grazie alle linee marittime che operano tra Barcellona e Civitavecchia, con la cui Autorità portuale il CAR collabora oltre allo stesso Porto di Barcellona. I due Mercati hanno quindi maturato la decisione di istituire un protocollo per facilitare l’importazione e l’esportazione dei prodotti, in particolare ortofrutta, la cooperazione e l’assistenza reciproca alla scoperta di tecnologie all’avanguardia utili agli scambi commerciali, così da generare opportunità per gli operatori all’ingrosso nei rispettivi Mercati, generare business e creare le migliori condizioni per promuovere la competitività. www.corriereortofrutticolo.it

45


DISTRIBUZIONE& 46

MERCATI

Ciascuna parte si impegnerà a promuovere missioni commerciali che coinvolgeranno i propri grossisti e anche a condividere dati e informazioni sugli operatori che operano in entrambi i Mercati, così da migliorare gli scambi tra le due realtà e ridurre i rischi commerciali. CAR e Mercabarna svilupperanno la propria cooperazione anche per quanto riguarda l’impegno sociale, dedicandosi a svolgere le proprie attività nel rispetto dell’ambiente, a ridurre gli sprechi alimentari, a fare attenzione ai gruppi svantaggiati e a generare canali di distribuzione per produttori e organizzazioni di produttori locali. Il direttore generale di Mercabarna Josep Tejedo Fernàndez, ringraziando il ruolo di Pallottini per le iniziative avviate, ha detto testualmente: “E’ l’inizio di una grande collaborazione. Possiamo mettere assieme competenze, sviluppare sinergie, avendo presente che nella globalizzazione queste iniziative sono necessarie”. Tejedo ha sottolineato anche la concretezza delle prospettive di sviluppo della collaborazione tra i Porti di Barcellona e Civitavecchia, confermata negli incontri informali avvenuti a Fruit Logistica 2019. A questo proposito, è intervenuto il presidente dell’Autorità Portuale di Civitavecchia Francesco Maria di Majo, che ha annunciato la volontà di stringere un protocollo d’intesa con Barcellona, partendo da quello che c’è già: le autostrade del mare e gli investimenti di un armatore importante come Grimaldi. Il presidente della Camera di Commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti ha fatto fare a tutti un tuffo nella storia. La Camera ha sede nel Tempio di Adriano, uno degli imperatori più grandi, che era di origini spagnole. Sono intervenuti anche il presidente del CAR Valter Giammaria, e l’assessore allo Sviluppo economico Carlo Cafarotti. (a.f.) www.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Fronte europeo degli Agromercati Berlino ha fatto da cassa di risonanza all’accordo sottoscritto a Parigi tra i Mercati dell’UE, già presentato alle istituzioni di Bruxelles a novembre. “Abbiamo gli stessi obiettivi” A Fruit Logistica di Berlino la Rete Italmercati - che riunisce gli 11 più grandi Mercati agroalimentari d’Italia - ha presentato la Dichiarazione Europea sottoscritta da 120 Mercati in rappresentanza di 22 Paesi per promuovere il ruolo dei Mercati in Europa come anello fondamentale nella catena di distribuzione alimentare e garantire il successo delle Politica Agricola Comunitaria. Sono intervenuti il sottosegretario al ministero delle Politiche agricole Alessandra Pesce, il presidente delle Rete Italmercati Fabio Massimo Pallottini e il presidente del gruppo europeo del WUWM (World Union of Wholesale Markets), il greco Giannis Triantafyllis. La storia della Dichiarazione parte nel luglio del 2018 a Parigi, presso la sede del ministero dell’Agricoltura francese, dove è avvenuta la firma del documento con il quale i Mercati chiedono in modo compatto di avere rappresentanza, ascolto e ruolo all’interno delle istituzioni comunitarie. Nel novembre scorso a Bruxelles, i Mercati ortofrutticoli all’ingrosso europei membri del WUWM hanno presentato a Bruxelles la Dichiarazione. Il processo faceva così un altro passo avanti: i Mercati all’ingrosso si sono posti ufficialmente per la prima volta come interlocutore delle istituzioni. “I mercati agroalimentari dimostrano di possedere grandi potenzialità e affrontano sfide sempre più ambiziose per la competitività del sistema produttivo. Sono uno strumento per rendere ef-

ficaci e incisive strategie di ammodernamento del comparto e del sistema. In questa direzione vanno indirizzate le azioni, rispondendo a una più alta tracciabilità, alla sostenibilità e alla tutela del consumatore” ha dichiarato a Berlino il sottosegretario Pesce. “Siamo un gruppo ampio, con una grande forza d’urto – ha affermato il presidente Pallottini -. L’abbiamo messa in campo a Parigi e Bruxelles, ora vogliamo confrontarci nella principale fiera internazionale del settore perché tutti hanno interesse che i Mercati europei abbiano all’interno delle Istituzioni europee ascolto e rappresentanza. Tanto più visto il ruolo che queste strutture hanno nella filiera economica e logistica. Il ruolo di spinta che Italmercati oggi è in grado di sviluppare con tutti i suoi associati ha permesso di creare un network a livello europeo. Ai Mercati sicuramente serve più Europa, ma anche all’Europa serve un maggiore rapporto con i Mercati”. Concetto ribadito anche dal presidente del gruppo europeo del WUWM, il greco Triantafyllis: "Stiamo sviluppando questo processo perché siamo consci di essere cruciali nella catena agroalimentare. Il ruolo dei Mercati è centrale rispetto alle esigenze dei produttori, dei consumatori, dei grossisti e dei dettaglianti. Ecco perché vogliamo un ruolo diverso in Europa sfruttando una serie di sinergie. Abbiamo spesso le stesse necessità. Ora abbiamo anche gli stessi obiettivi”. Marzo 2019


LOGISTICA

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

LE VIE DEL MARE. Nel Mediterraneo l’Italia rischia la retrocessione

Porti, chi vola e chi crolla Chi macina record e chi è sull’orlo del collasso. Questo il raffronto del primo porto europeo, Rotterdam, con quello che doveva essere il primo hub marittimo del Mediterraneo, Gioia Tauro. Nel 2018 il porto di Rotterdam ha stabilito il proprio nuovo record annuale storico di traffico delle merci avendo movimentato 469 milioni di tonnellate di carichi, con una lieve progressione del +0,3% sul 2017 quando era stato segnato il precedente record. Il nuovo picco annuale è stato conseguito grazie ai 236,2 milioni di tonnellate movimentate nel periodo luglio-dicembre del 2018, dato che costituisce il nuovo record di traffico relativamente alla seconda metà di un anno (il precedente era stato ottenuto nel secondo semestre del 2016 con 232,1 milioni di tonnellate), e al nuovo record di traffico movimentato nel solo quarto trimestre di un anno che è stato ottenuto nell’ultimo trimestre del 2018 con 119,0 milioni di tonnellate (il Marzo 2019

Mentre Rotterdam continua a crescere (il 2018 è stato l’anno record), Gioia Tauro è ormai sull’orlo del collasso. Eppure, il porto calabrese doveva diventare il cuore della logistica mediterranea

Il porto di Gioia rischia la chiusura. Sopra, navi portacontainer a Rotterdam

precedente picco era del quarto trimestre 2016 con 116,5 milioni di tonnellate). Inoltre il nuovo record storico annuale è stato raggiunto grazie ai

nuovi primati dei traffici di container e di rotabili, entrambi stabiliti in precedenza nel 2017, settori che hanno chiuso il 2018 rispettivamente con 149,1 milioni www.corriereortofrutticolo.it

47



LOGISTICA

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

di tonnellate (+4,5% sull’anno precedente) e una movimentazione di container pari a 14,5 milioni di teu (+5,7%) e con quasi 24,1 milioni di tonnellate di carichi roro (+1,1%). Le altre merci varie e le rinfuse sono invece diminuite. Nell’ultimo trimestre dello scorso anno i carichi complessivi all’importazione sono ammontati a 82,2 milioni di tonnellate (+3,6%) e quelli all’esportazione a 36,8 milioni di tonnellate (+0,9%). A Gioia Tauro invece si licenzia manodopera e la capacità operativa del porto è scesa a 2,4 milioni di teu invece dei 4 necessari almeno a mantenere l’occupazione. I tre soci dello scalo calabrese MCT, MSC e Contship - dovrebbero impegnarsi in investimenti per 120 milioni di euro. Trattative si sono svolte a febbraio al ministero delle Infrastrutture ma ancora non c’è un punto fermo. Il ministro Toninelli avrebbe dato alla società terminalista 60 giorni di tempo per attuare gli impegni, confermando quanto aveva già minacciato in occasione della sua visita in Calabria: il ritiro della concessione in caso di inadempienza. Nel frattempo il presidente della Calabria Mario Oliverio ha inviato al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, e per conoscenza al ministro Toninelli, una lettera sulla “drammatica situazione del porto di Goia Tauro, che si aggrava di giorno in giorno a fronte di un mercato intercontinentale e mediterraneo che vede una forte ripresa sia di merci scambiate che di lavoro nei terminali portuali. La gravità della situazione viene tutta a scaricarsi sulle spalle dei lavoratori, delle loro famiglie e del territorio già tanto provato”. Per Oliverio i temi sul tavolo per i quali sono necessari "immediati e precisi impegni governativi” sono: l’intervento per la gestione delle banchine; la ricostituzione dell’integrità dell’Autorità Portuale; investimenti nell'ambito Marzo 2019

Il treno per l’Asia: obiettivo un milione di container Il 10% dei container che attualmente vengono trasportati per via marittima sulle rotte tra l’Asia-Pacifico e l’Europa potrebbe essere inviato per via ferroviaria. Lo ha sottolineato, intervenendo al Transpotec di Verona, Alexey Grom (nella foto), presidente di United Transport and Logistics Company - Eurasian Rail Alliance, la società che gestisce oltre il 70% del trasporto delle merci in transito su treni container di linea sulla ferrovia a scartamento di 1.520 millimetri tra la Cina e l’Europa. Evidenziando che il treno impiega cinque giorni e mezzo per il trasporto delle merci dalla Cina all’Europa su una tratta di 5.430 chilometri, Grom ha spiegato che attualmente “la movimentazione merci su container è il segmento del mercato del trasporto ferroviario più giovane e, al tempo stesso, in più rapida crescita. Il potenziale di questo settore ha rilevato - rimane enorme: oltre 23 milioni di teu all’anno vengono consegnati in Europa dai Paesi della regione Asia-Pacifico e in direzione opposta via mare e fino al 10% di questo volume potrebbe essere consegnato attraverso le ferrovie euroasiatiche. Il nostro obiettivo strategico è quello di raggiungere il traguardo di un milione di container trasportati sulle nostre rotte entro il 2025″. Grom ha specificato che il trasporto container lungo la Nuova Via della Seta registra una forte crescita e che nel 2018 il volume delle merci consegnate tra la Cina e l’Europa è aumentato del

35% rispetto al 2017 essendo ammontato a oltre 370 mila teu. Questo dato - ha osservato - mostra come i treni merci diretti verso la Cina rappresentino un’opportunità commerciale anche per le aziende italiane. La United è una joint venture partecipata con uguali quote dalle Ferrovie Russe (RZhD), dalle Ferrovie Bielorusse e dalle Ferrovie del Kazakistan. L'azienda ha presentato l’Eurasian Rail Alliance Index ERAI e il sito web www.index1520.com dedicato al progetto. L’azienda ha reso noto che il nuovo Eurasian Rail Alliance Index, analogo agli indici SCFI e WCI, è un indice complesso in grado di determinare il valore dei trasporti lungo il corridoio euro-asiatico nei territori di Russia, Kazakistan e Bielorussia.

del Programma operativo nazionale; attivazione della ZES, la Zona economica speciale di Gioia Tauro. Sembra evidente, al di là delle re-

sponsabilità locali, che anche la politica e il coordinamento nazionale sui porti italiani è messo in grave mora dalla crisi di un porto su cui c’erano grandi aspettative. www.corriereortofrutticolo.it

49


A GreenPlanet.net da metĂ BQSJMF la musica cambia

veste grafica, contenuti, mailing list: tutto nuovo, tutto B2B


MONDO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

DOVE L’ITALIA PUÒ OSARE. Come attaccare il primato spagnolo

Belgio saturo o difficile? Antonio Felice La posizione dell’Italia nel mercato belga non è di primo piano. I maggiori flussi di ortofrutta - per il 65% circa di origine europea e per il 35% di origine extra-UE arrivano da Spagna, Francia e Olanda. Il made in Italy ortofrutticolo mantiene, senza brillare, la quarta posizione. Molti prodotti sono un’esclusiva spagnola. La Spagna ha scalzato l’Italia da molti anni e sembra che da parte degli esportatori italiani ci sia poca voglia di rilanciare nonostante ci siano spazi, soprattutto per alcune specialità di ortaggi, per i prodotti biologici, per le mele, per l’uva da tavola, per i limoni, per citare alcuni esempi. Prospettive molto difficili invece per le arance, praticamente tutte spagnole, e per i kiwi, che in Belgio si identificano con Zespri. La GDO belga è molto difficile da penetrare e per consuetudine e comodità punta su mercati di origine che, a partire dalla Spagna, Marzo 2019

Il Paese che ospita gli uffici europei offre grandi opportunità agli specialisti dell’Horeca. Spazi per il biologico e per gli ortaggi. Le catene della GDO in fase di riorganizzazione. Aldi aggressiva

Philippe Devigne, direttore del Centre Européen de Fruit et Légumes di Bruxelles

la vedono ben posizionata e che sembrano dare maggiori garanzie dei potenziali fornitori italiani. La via più diretta per il rilancio dell’ortofrutta italiana in Belgio, così

come nel vicino Lussemburgo, sembra essere l’horeca, dove l’Italia sta osando troppo poco rispetto alle sue grandi potenzialità. Bruxelles, ospitando gli uffici delwww.corriereortofrutticolo.it

51


MONDO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Limoni italiani e radicchio rosso veneto in esposizione a Bruxelles nello stand di un importatore

l’Unione Europea e moltissime società internazionali presenti per motivi di lobby, ha un enorme numero di hotel e ristoranti mentre gli innumerevoli eventi che vi si svolgono fanno la fortuna del catering. Città del Lussemburgo non è da meno a questo proposito, essendo diventata in pochi decenni una delle più importanti piazze finanziarie d’Europa e del mondo. La capitale del Granducato, con appena 120 mila abitanti, ospita ogni giorno lavorativo 400 mila pendolari provenienti da Belgio, Germania e Francia. Questo sintetico quadro della situazione è emerso da un’indagine sul campo svolta dall’agenzia Omnibus, che organizzerà dal 22 al 24 maggio prossimi una missione in Belgio e Lussemburgo riservata agli esportatori italiani di ortofrutta. Omnibus ha sentito a Bruxelles responsabili acquisti dei supermercati, importatori, distributori e il direttore del Centre Européen de Fruit et Légumes, Philippe Devigne, oltre ai buyer di La Provencale in Lussemburgo. Carrefour è tra le due catene più forti in Belgio. Ha un solo rivale nei supermercati contando su 445 punti vendita e nessuno negli

52

www.corriereortofrutticolo.it

ipermercati avendo 45 negozi; conta inoltre su 290 Carrefour Express. Ha due centrali di acquisto: una per l’area di Anversa e una principale a Bruxelles. Per gli acquisti di prodotti mediterranei fa molto affidamento sulla filiale spagnola, la Socomo di Valencia, dove rimanda anche alcuni fornitori italiani. In fortissima posizione anche la belga Delhaize, dal 2016 parte del gruppo olandese Ahold-Delhaize: con diverse insegne il gruppo conta in Belgio circa 500 supermercati, oltre a 228 negozi di prossimità, sei ipermercati (a insegna Cora), 112 shop&go. Delhaize ha ristrutturato nel mese di marzo 2019 l’organizzazione degli acquisti di ortofrutta, separando nettamente lo staff che acquista frutta da quello che acquista ortaggi. Come in tutta Europa, anche in Belgio è in atto la guerra dei discount, con Aldi che fa enormi investimenti e sta acquisendo punti presso i consumatori belgi e con Lidl che non molla. Aldi conta su 457 discount, Lidl su 300, molto molto indietro c’è Leader Price con 9 discount. In un rapido sondaggio compiuto su un microcampione di consumatori belgi da parte di Omnibus, Aldi è risultata

l’insegna più popolare in questo momento in Belgio. Molto radicata è anche la presenza del gruppo belga Colruyt: 237 supermercati, 129 convenience a insegna Okay, 24 negozi specializzati nel bio a insegna Bio-Planet. Anche Colruyt sta riorganizzando le proprie centrali di acquisto. Altri distributori della GDO hanno peso in Belgio: Spar, con 316 supermercati, Intermarché con 87 convenience, Metro con 6 cash & carry a insegna Makro. Fuori dalla GDO, il mondo degli importatori indipendenti di ortofrutta si è assottigliato negli ultimi anni, concentrandosi in una ventina di aziende tra le quali occupano le posizioni principali Van Lier, Star Fruit, Van Dijk, Ringot, Central Fruit, tutte dotate di buone strutture logistiche e con rapporti di fornitura nell’horeca, nella DO e anche nella stessa GDO (Colruyt fa un lavoro non secondario con alcuni di loro). Tra gli importatori minori anche alcune aziende di origine italiana ed è imbarazzante sentire che acquistano quasi tutto dalla Spagna. In Lussemburgo l’horeca - ed è sicuramente uno dei pochi casi al Marzo 2019


MONDO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

La piattaforma logistica di La Provencale a Lussemburgo. Sotto, cestini di frutta pronti per gli uffici della capitale

mondo - compete con la GDO nella leadership della distribuzione di ortofrutta. La Provencale è il distributore principale del piccolo Paese nel cuore dell’Europa. Ha una piattaforma con annesso punto vendita di 60 mila metri quadri. Possiede 140 tra camion e furgoni di proprietà con i quali rifornisce quotidianamente, sei giorni la settimana, banche, ristoranti, alberghi, scuole e supermercati, non solo in Lussemburgo ma anche in Belgio, Francia e Germania, in un raggio di 200 chilometri dalla base di Città di Lussemburgo. Ha anche un servizio export per spedizioni di ortofrutta europea Oltremare, dall’Africa (Ghana) all’Asia (Repubbliche dell’Asia Centrale a partire dall’Azerbaigian). Acquista ogni giorno da 80 a 100 tonnellate di ortofrutta fresca d’importazione. Le provenienze principali sono nell’ordine: Belgio, Olanda, Spagna, Italia, Francia, Portogallo, Marocco. Una percentuale dell’ortofrutta importata dal Belgio è di origine italiana. I principali prodotti importati direttamente dall’Italia sono: pomodoro ciliegino, finocchio, melanzane ma ci sono opportunità per la frutta e per il biologico. “Il problema con Marzo 2019

l’Italia – spiega Helder Cardoso, dello staff dei buyer di ortofrutta di La Provencale – è la logistica, sia per i tempi che per i costi. Un pallet dalla Spagna ci costa 80 euro di logistica, dall’Italia 150 euro, quasi il doppio. Le consegne avvengono in due-tre giorni, partenza Milano. A noi servono consegne in 36 ore. Con una logistica migliore l’Italia avrebbe tutto un altro peso nei nostri acquisti perché riconosciamo all’Italia, ad alcune aziende e per alcuni prodotti, una qualità indubbiamente su-

periore rispetto ad altre provenienze. E’ un problema che tuttavia si può affrontare”. Città di Lussemburgo è a meno di 250 km da Francoforte, Colonia, Mannheim in Germania e dalla capitale belga Bruxelles. Dista tra le 7 e le 8 ore di strada da Milano via Svizzera-Francia; circa 8 ore e mezzo da Verona via Monaco di Baviera-Stoccarda-Karlsruhe. (Informazioni sulla missione Omnibus in Belgio e Lussemburgo: beatrice.omnibuscomunicazione@gmail.com) www.corriereortofrutticolo.it

53


MONDO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Interpoma China è la conferma della leadership altoatesina La terza edizione di Interpoma China (Shanghai, 15-17 aprile) è ormai alle porte ed è pronto il programma del tradizionale congresso internazionale “La Mela nel Mondo”, un format di successo che Fiera Bolzano ha deciso di esportare anche in Cina. Coordinata dall’esperto Kurt Werth, l’edizione 2019 di “China and the Apple in the World” farà una panoramica sulla produzione, commercializzazione e marketing del settore melicolo, dando sia il punto di vista internazionale, con relatori italiani, svizzeri e neozelandesi, che cinese, con professori universitari e ricercatori provenienti dalla Cina. Vale la pena di riportare il programma, anche solo per ribadire la grande specializzazione e i solidi rapporti internazionali raggiunti dal sistema altoatesino della melicoltura. Durante la prima giornata, lunedì 15 aprile, si alterneranno gli interventi di Kurt Werth, consulente e esperto altoatesino di melicoltura – che darà una overview della produzione di mele in Russia e in Asia; di Cheng Cungang, del Research Institute of Pomology, Chinese Academy of Agricultural Sciences National Apple Breeding Center, che farà invece un focus sullo sviluppo del settore della mela in Cina; di Roger Harker, professore dell’Università di Auckland, Nuova Zelanda, che parlerà di colore, dimensione, gusto e prezzo delle mele; infine, Matteo Bartolini di CIA affronterà il tema dell’agricoltura biologica, in particolare delle innovazioni presenti nell’Unione Europea. Martedì 16 aprile inaugurerà la sessione Claudio Sedivy della svizzera Wildbiene and Partner, con un intervento sulla importanza delle api e del processo di im-

54

www.corriereortofrutticolo.it

Una filiera melicola in grado di proporre know-how e globalizzazione pollinazione per le mele; seguirà Kurt Werth, che illustrerà come l’introduzione del diradamento chimico sia in grado di ridurre il lavoro manuale; i nuovi requisiti e i trend di sviluppo nella protezione del melo in Cina sarà al centro della presentazione di Zhou Zongshan del Plant Protection Center, Research Institute of Pomology, Chinese Academy of Agricultural Sciences. Concluderà la seconda giornata Cherry Li, agronomo dell’azienda cinese Netafim, che parlerà delle applicazioni delle tecnologie di fertirrigazione nei meleti. La giornata conclusiva, mercoledì 17, si aprirà con il tema dell’innovazione varietale, a cura di Walter Guerra del Centro di Ricerca

Laimburg in Alto Adige (Protagonista dell’Ortofrutta Italiana 2018); Cong Peihua, director of Apple Breeding Department of National Apple Industry Technology System (China), presenterà i progressi nel campo nel breeding in Cina, mentre Alberto Dorigoni della Fondazione Edmund Mach (Italia) parlerà dei moderni sistemi di allevamento del melo. Concluderà il Congresso l’intervento del consulente Stefan Nicolodi in ambito di vivaismo. L’appuntamento quest’anno cambia location si svolge a Shaghai all’interno di Fresh Logistics Asia, la prima manifestazione mondiale riguardante la logistica dei prodotti freschi e freschissimi, organizzata da Messe Munchen Shanghai. Partner ufficiale di questa edizione di Interpoma in Cina è Wapa, World Apple and Pear Association, che dal 2001 rappresenta i maggiori Paesi produttori di mele e pere del mondo.

Cresce in Europa l’export di uva da tavola indiana

Corre l’export di uva da tavola indiana. In un anno le esportazioni verso l’Europa sono aumentate. Dal febbraio 2018 a febbraio 2019 gli invii di uva nel

Vecchio Continente sono passate da 44.332 tonnellate a 52.913, segnando un +19%. Risultati che rafforzano le previsioni per segnare un anno record.

Marzo 2019


FRESH CUT

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Il Gruppo La Linea Verde, leader nella IV Gamma in Italia e in buona posizione in Europa, ha definito, all’interno del nucleo proprietario, ruoli e funzioni dei tre manager apicali dopo la nomina di Andrea Battagliola a direttore generale. Infatti Domenico Battagliola ha assunto l’incarico di amministratore delegato, per seguire e controllare l’operatività. Giuseppe Battagliola come presidente del Gruppo ha assunto invece compiti istituzionali, di rappresentanza e strategici. “Abbiamo deciso di definire meglio i ruoli di ciascuno di noi perché lo richiedono i tempi, le dimensioni che abbiamo raggiunto e la competitività che intendiamo incrementare ulteriormente”, ha dichiarato in un’intervista Giuseppe Battagliola, che con il fratello Domenico ha fondato La Linea Verde. Per il 2019 La Linea Verde punta a svilupparsi ulteriormente nel

Il Gruppo, leader nella IV Gamma italiana, ha sfondato per la prima volta la soglia dei 300 milioni di euro di fatturato nel 2018. Fanno risultati i poli produttivi in Spagna e nei Balcani

notizie selezionate da freshcutnews.it

Investimenti e nuovo organico per La Linea Verde nel 2019

Giuseppe, Andrea, nuovo direttore generale, e Domenico Battagliola

comparto della IV Gamma con nuovi investimenti ed evoluzioni nell’organico anche con nuove assunzioni. Il Gruppo ha chiuso il 2018 con un fatturato di 300 milioni di euro, in crescita del 26%

sul 2017. L’incremento è legato in parte ad un aumento del business esistente e dall’altra parte ad una acquisizione. L’azienda consolida il proprio posizionamento in vetta al mercato

Ortogourmet verso le micro-green ready-to-eat Il progetto di Ortogourmet nasce a Laterza (Bari) per valorizzare la biodiversità delle produzioni pugliesi e italiane. È frutto di un progetto di ricerca e di vita del suo ideatore, Carlo Mininni, ricercatore dell’ISPA, l’Istituto di scienze delle produzioni alimentari del CNR di Bari che ha deciso di trasformare lo spin off di un progetto di ricerca sui micro-green e fiori eduli, che aveva dato vita alla start up ‘Gusta il biodiverso’, in una vera e propria azienda agricola altamente innovativa. Ortogourmet come società è stata fondata nel 2017 tra Mininni e la Progeva, azienda pugliese che si occupa di compostaggio e recupero di scarti organici. Oggi produce micro-green che riprendono le produzioni tipiche pugliesi, e italiane in generale, oltre che fiori edibili. Il tutto, su un impianto di serre da 3mila metri quadrati a Giovinazzo (Bari) che, con un piano di espansione ancora in via embrionale, punta a raddoppiare nel breve periodo. L’elevato carattere innovativo dell’azienda, ha permesso ad Ortogourmet di conquistare in meno di Marzo 2019

due anni, il 20-30% di quota di mercato pugliese della ristorazione (principale canale distributivo) e circa il 5% di quello italiano. In catalogo, sempre in via di implementazione, ci sono prodotti tutti rigorosamente made in Italy o made in Puglia, quali, ad esempio, micro-cime di rapa, micro-bietole di Chioggia, micro-cavolo toscano per un totale di circa una cinquantina di varietà vendute nelle vaschette con lo stesso substrato di coltivazione (rigorosamente idroponica). (m.l.) www.corriereortofrutticolo.it

55


notizie selezionate da freshcutnews.it

FRESH CUT

56

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Cultiva conferma il successo negli Stati Uniti dove costituirà un’associazione di produttori Per Giancarlo Boscolo (nella foto), presidente di Cultiva, innovare è il processo più naturale nella gestione aziendale. E’ così che in una lunga chiacchierata durante la Fruit Logistica di Berlino, Boscolo snocciola con innata pacatezza importanti novità che cambieranno realmente i connotati dell’intero Gruppo e, perché no, anche del comparto. Partiamo dalla prima. “Stiamo lavorando, e saremo pronti per il lancio al prossimo Macfrut di Rimini, su una nuova linea di ciotole e insalate in imballaggi completamente in PLA (forchettina compresa), che potranno essere cestinate direttamente nell’umido. E’ stata una dura sfida riuscire ad ottenere questo tipo di pack (non è stato facile trovare un fornitore capace di soddisfare le nostre esigenze), ora però insieme a Ilip siamo riusciti a creare uno stampo ad hoc, dalla forma davvero innovativa e allungata in altezza, per la produzione di bowl in acido polilattico. Anche le ricette saranno completamente diverse da quelle ad oggi sul mercato: al momento non è dato sve-

lare molto ma possiamo anticipare che dal nostro panel test al SANA di Bologna è emersa chiara la necessità di inserire ingredienti croccanti all’interno dei mix. Proprio per questo abbiamo deciso di aggiungervi frutta secca e cereali soffiati, che grazie ad un particolare processo di tostatura non assorbiranno l’umidità dell’insalata rimanendo ‘cruncy’ in bocca. In un secondo momento poi, con l’ampliamento della gamma, l’idea è di inserirvi anche frutta fresca in pezzi.” Dalle novità di prodotto a quelle aziendali. Rivela Giancarlo Boscolo: “Dopo l’inaugurazione delle serre Cultiva Farm, in Florida, frutto di una proficua partnership tra Cultiva USA e l’americana Taylor Farm, l’interesse

tra gli operatori del settore a stelle e strisce è stato talmente forte che si sta valutando concretamente di estendere il format all’intera costa Est degli Stati Uniti attraverso il progetto denominato East Coast Green House che coinvolgerà altri partner e costituirà quella che sarà la prima associazione di produttori negli States che si chiamerà Cultiva Club US”. Anche per l’Italia potrebbero paventarsi nuove opportunità di crescita: “Qui a Berlino - sottolinea Boscolo - sono venuti a trovarci due storici clienti che negli ultimi due anni avevamo dovuto penalizzare un po’ a causa dell’avvio dell’accordo di esclusività con il leader del settore britannico Bakkavor per le sue importazioni dall’Italia, che ci aveva assorbito tantissime risorse in termini di produzione. Reintegrare questi clienti comporterà per noi un nuovo impegno soprattutto nel periodo invernale, che affronteremo o con l’entrata di nuovi soci conferitoti o con l’ampliamento delle nostre serre”. (c.b.)

in Italia nonché le sue posizioni all’estero: sono ormai infatti 25 i Paesi con cui ha rapporti commerciali in Europa. Nel 2018, in Spagna (dove l’azienda opera dal 2008 con la sede Vegetales Línea Verde Navarra) il Gruppo ha finalizzato l’acquisizione dello stabilimento di Naturvega (Lodosa, Navarra) e, nella regione della Murcia, di nuove serre per le coltivazioni. In Serbia, è stato avviato con successo il nuovo polo produttivo di Ruma dedicato alla IV Gamma, ormai attivo sia per la marca DimmidiSì sia come copacker per catene di rilievo, ed è stata anche ampliata la superficie destinata alle serre. A completare

due sedi commerciali: in Francia e in Russia. Un piano strategico e strutturale iniziato anni fa dall’azienda quello dell’espansione oltre confine che si conferma vincente alla luce dei risultati. I flussi export toccano la quota del 35% del giro d’affari della sede di Manerbio. Nello stabilimento bresciano è in corso l’ampliamento della linea produttiva che farà crescere la superficie dello stabilimento complessivo da 20 mila a 34 mila metri quadrati con un investimento complessivo di 15 milioni di euro che si concluderà nel 2020 dopo tre anni di lavori. L’ampliamento riguarda sia i reparti produttivi che quelli logisti-

ci. Agli ampliamenti produttivi vengono affiancati campi e serre di proprietà dedicate alla coltivazione delle insalate. A oggi le serre di proprietà del Gruppo la Linea Verde coprono quasi 200 ettari, mentre le superfici a pieno campo raggiungono 400 ettari, il tutto è più del triplo rispetto a tre anni fa. Le coltivazioni sono sia da agricoltura integrata che biologiche. In Italia, in totale, sono oltre 1.500 ettari le aree di coltivazione che il Gruppo gestisce direttamente, disciplinate sotto il medesimo sistema di filiera corta, controllata, tracciata e certificata che confluisce sotto un’unica Organizzazione di Produttori, la Sole e Rugiada.

www.corriereortofrutticolo.it

Marzo 2019


THE POWER OF GREAT SALES SEDUCE LIFE

Al gusto inconfondibile delle mele Kanzi® non si resiste. Quell’equilibrio perfetto tra sapore dolce-acidulo, succosità e croccantezza dà la carica e accende il buonumore. Consenti ai consumatori di vivere un’esperienza unica di gusto e sapore. Prova le irresistibili mele Kanzi® e scopri come il potere del gran gusto farà piazza pulita negli scaffali. Scopri di più su kanziapple.com

Kanzi® Partner in Italia e Spagna


AGGR GREGGAAZZIO IONE

formazione assistenza

+ di 140 o.pp. associaate iliaardi di vpc + di 2 mil

= + di 18.0000 produttori

A T T U R F O T R O ITALIA

sostegno cresciita

PROMOZIONE ORIENTAMENTO istituzioni

... fa ai partte e di un gr g and de gruppo!

...A C CONTI ONTI TI FFATTI, ATTTI, ONTTA A. L’UNIONE CHE C CONTA. w www.italiaortofrutta.it ww.italiaortofrutta.it


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.