Corriere Ortofrutticolo Luglio-agosto 2018

Page 1

MENSILE DI

ECONOMIA

E AT T U A L I T À

DI

SETTORE

corriereortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET | ANNO XXXI Nuova serie Luglio/agosto 2018 Euro 6,00

daily news: www.corriereortofrutticolo.it

PROTAGONISTI REMO PATERNO Cooperazione senza sovrastrutture Pensiamo ai problemi veri PAG.25 MELE • PAG. 33 IL PUNTO SULL’EUROPA Produzione quasi record con la Polonia sempre più “regina”

REPORT • PAG. 37 FICHI D’INDIA Continua la crescita della OP La Deliziosa dopo il lancio del marchio Sicilio

7/8

ORGANIZZAZIONE PRODUTTORI

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37125 VERONA - I - TEL. 0458352317 /e-mail:redazione@corriereortofrutticolo.it / Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n.46) Art. 1, comma 1, DCB VR


P i cco la , squ u isi i si t a , c ro r o cca c c a n t e, e , d o lc issi i ssi m maa e senza s en z a se m i . G av i na n a è u n i ccaa e i n nco c o n ffo on nd d iibi bi le le,, ccapace apace di u n i re gu u st o e be n nee ss ssee rree cco o n i l ssu u o ssapo a p o rree sp ec iale e le su s u e pro pr o pr i e t à n u t r i t ive. ive.


L A SUG SU G A R B A B Y S E EN NZA S SE EMI DELL L’O ’ O R TO TO D I E L E O N O R A A.. Fresca Fresca e dolcissima, sotto sotto la sua buccia scura scura racchiude racchiude una polpa croccante croccante e |w}}jgtkpd#}qp#pqvgxqnk#rtqrtkgvЯ#pwvtkvkxg#g#egpgц}jg |w}}jgtkpd#}qp#pqvgxqnk#rtqrtkgvЯ#pwvtkvkxg#g#egpgц}jg


together with âš›㌎âƒ?â”­

The leading continental trade show for the fresh produce business AsiaWorldExpo, Hong Kong ℊ㿠揕â?— 䤓㠿柍㨍 垝卛₊❤ 幗↊ 2018ă„ƒ9㌗ 5– 7 㥴 â‚źâŚŒć°¨ä‚ž â„Šăż âŚŒćŁ” â—Šĺą—ć°•

5 – 7 September 2018

ASIA FRUIT LOGISTICA

www.asiafruitlogistica.com P&G EXHIBITIONS MARKETING MEDIA 9LD $ &RVWD ‡ 0LODQR 7HO PHVVHEHUOLQ#SJ PNWJ LW


La lista di Centinaio Niente dazi e ritorno ai voucher in agricoltura, due buone notizie. Vogliamo dire che il ministro Centinaio è partito col piede giusto? Diciamolo, ma con cautela. Perché la demagogia è sempre dietro l’angolo nel primo governo populista della storia della Repubblica. Non per niente la soppressione dei voucher erano stata una scelta ideologica dettata a Gentiloni dalla Cgil e dal complesso di inferiorità del PD verso il potente sindacato di estrema sinistra. C’è - è vero - in giro tanta voglia di protezionismo, alimentato dalla campagna mediatica alimentata da Coldiretti, dietro al paravento della tutela del made in Italy. Su questa storia dei dazi siamo sempre al ‘vorrei ma non posso’. Finché siamo in Europa sono vietate iniziative unilaterali, però nulla vieta di alzare il livello dei controlli alle frontiere sui prodotti che entrano. Facciamolo, se non altro per capire “l’effetto che fa”. Bloccheremo le pesche spagnole, i meloni del Senegal e i peperoni olandesi? Benissimo. Questo ci farà vendere più prodotto italiano e a prezzi più alti? E’ lecito dubitarne, però si può provare. Bocciamo il CETA e tutti gli accordi di libero scambio che (finalmente) l’Europa aveva iniziato a costruire? Facciamolo, poi però bisogna spiegare agli italiani che devono consumare di più: più vino, più ortofrutta, più pasta, più formaggi, eccetera e pagarli a prezzi più alti. Normalmente l’eccesso di offerta fa calare i prezzi, però magari il governo giallo-verde è in grado di rivisitare anche le leggi dell’economia. Piuttosto a un mese e mezzo dalla nascita del Governo giallo-verde il giudizio deve restare sospeso. Troppo presto per valutazioni compiute, troppo incerte ancora le linee di fondo dell’azione governativa, da valutarsi compiutamente sul medio-lungo periodo. Facciamo nostre intanto le valutazioni di Valentino di Pisa, presidente dei grossisti di Fedagromercati, sulle prime mosse dell’Esecutivo. Il decreto-Dignità penalizza le piccole e medie imprese introducendo vincoli e rigidità; c’è preoccupazione per l’accoppiata Turismo-Agricoltura voluta dal nuovo ministro (ma non doveva nascere il ministero unico dell’Agroalimentare?). Altra preoccupazione: il Tavolo nazionale ortofrutta non finisca nel dimenticatoio, Centinaio non segua le orme di Martina nella sottovalutazione del secondo comparto dell’export agroalimentare nazionale. Centinaio ha promesso uguale dignità per tutti i settori, non c’è solo il vino. Il Tavolo – credo – ha bisogno ora di un decreto per essere formalizzato e poi bisogna riattivarlo a partire dalle priorità già elencate e ormai note a tutti. Credo che su questo Tavolo si misurerà la volontà del ministro di fare sul serio o di fare solo ‘ammuina’.

✍ Lorenzo Frassoldati

Luglio-agosto 2018

Anche dalle linee esposte dal ministro sul programma di lavoro del suo Dicastero non è possibile ricavare grandi novità, se non una serie di annunci pieni di buona volontà. Semplificazione e riduzione della burocrazia; patto ‘per la semplificazione’ con le Regioni; riorganizzazione del Ministero per renderlo più efficiente e trasparente; sostegno alla ricerca e all’innovazione; opposizione ai tagli della PAC in sede UE; sostegno al made in Italy a partire dal marketing territoriale; sviluppo degli strumenti di progettazione territoriale, come i distretti del cibo. Sul tema aggregazione “piccolo è bello solo se si riesce poi ad essere uniti nella commercializzazione. Su questo c'è un grandissimo lavoro da fare, soprattutto nel Mezzogiorno, troppo spesso penalizzato proprio dall'eccessiva frammentazione dell'offerta”. Poi i redditi: “Su questo intendiamo lavorare per accorciare la filiera, far rispettare le norme contro le pratiche commerciali sleali, ridurre i tempi dei pagamenti”. Norme più stringenti sull’etichetta di origine; valorizzazione di DOP e IGP e più promozione all’estero; potenziamento del biologico e delle agro-energie; potenziamento/semplificazione del sistema dei controlli dentro e fuori i confini nazionali con particolare attenzione al web. Accordi internazionali: qui Centinaio sembra promuovere l’accordo UE-Giappone, esprime qualche timore sull’accordo (in corso) UE-Mercosur ma quello che conta per l’ortofrutta sta nelle parole seguenti: “Il consolidamento e la difesa delle nostre posizioni nei mercati maturi è importante, ma da solo non basta: occorre penetrare i mercati emergenti. L'apertura di nuovi mercati è infatti un'opportunità da cui non si può prescindere, in un contesto di accresciuta competizione internazionale. Un'apertura che potrebbe essere frenata qualora si innescassero guerre commerciali che portassero ad un innalzamento dei dazi, eventualità che speriamo di scongiurare anche attraverso un maggiore dialogo con i partner”. Quindi al lavoro per l’abbattimento delle barriere tariffarie ma soprattutto non tariffarie, ovvero quegli sbarramenti fitosanitari che ostacolano l’export della nostra ortofrutta. Ecco dalla lista di Centinaio vogliamo prendere per buone queste due priorità: favorire l’aggregazione, l’organizzazione commerciale e impe-

EDITORIALE

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

segue a pag. 5

PUNTASPILLI

CHE TESTA! In Europa andiamo a testa alta, dice il neo-ministro Centinaio. Ci mancherebbe, aggiungiamo noi. Il problema è tornare, a testa alta. *

www.corriereortofrutticolo.it

3


www w.astafrutta.it .astafrutta it

Select - mele pregiate di prima mano Asta Frutta CastelďŹ rmiano Tel. e 0471 63 32 3 85 ovs@rolmail.net e 0471 67 65 6 12 egma@astafrutta.it Asta Frutta - Vilpiano Tel. Asta Frutta Bassa Atesina Tel. e 0471 81 07 0 72 ovu@dnet.it

Le ast e si ten gono duran te period il o di racco lt AGOS a TO OTTO BRE

Off Offerta ffferrt fffe rta taa:: ca. ca 550. 550 000 q.li q li di mele Gala, Ozark Gold, Red Chief, Golden Delicious, Jonagold, Idared Winesap, Granny Smith, Morgenduft e Fuji

in cassoni e cassette la merce proviene dalla montagna, collina e anche dalla pianura

Venite e e servitevi !

39018 Vilpiano (BZ) Tel. e 0471 67 65 12 - Fax 0471 676516 www w.astafrutta.it .astaf .


THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET | ANNO XXXII Nuova serie Luglio-agosto 2018

7/8 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37125 VERONA - I - TEL. 0458352317 /e-mail:redazione@corriereortofrutticolo.it / Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n.46) Art. 1, comma 1, DCB VR

Direttore responsabile: Lorenzo Frassoldati Redazione: Emanuele Zanini Hanno collaborato: Chiara Brandi, Duccio Caccioni, Mariangela Latella Sede operativa via Fiordiligi, 6 37135 Verona Tel. 045.8352317-Fax 045.8307646 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Editore Gemma Editco Srl Coordinatore editoriale Antonio Felice Comitato di indirizzo Duccio Caccioni, Antonio Felice, Lorenzo Frassoldati, Corrado Giacomini, Claudio Scalise (coordinatore) Sede legale e amministrativa: via Fiordiligi, 6 37135 Verona E-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it P.IVA 01963490238 Fotocomposizione e stampa: Eurostampa Srl - via Einstein, 9/C 37100 Verona Autorizzazione Tribunale di Verona n. 176 del 12-1-1965 Spedizione in abb. postale comma 26, art. 2, legge 549/95 La rivista viene distribuita in abbonamento postale c/c n. 11905379 Abbonamento annuo: 70 euro per due anni: 100 euro abbonamenti@corriereortofrutticolo.it Chiusura in redazione il 31.08.2018

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Profilo: Corriere Ortofrutticolo si è affer-

mato come rivista “di filiera” del settore ortofrutticolo italiano. La rivista collega chi produce, chi commercializza e chi vende al pubblico, oltre ai settori connessi (dai macchinari ai trasporti). La diffusione è capillare in Italia, dove si è allargata alla grande distribuzione alimentare e al dettaglio.

Diffusione: 6.000 copie. Ripartizione del mailing: Dettaglianti 23%, Produttori 22%, Grossisti 19%, Distributori 12%, Import-export 6,5%, Servizi 5%, Tecnologie e Trasformati 2,5%, Altri 10% Luglio-agosto 2018

S

O

M

M

A

R

I

O

Entro il 2020 in produzione 70 nuove varietà di seedless

RUBRICHE EDITORIALE La lista di Centinaio

3

CONTROEDITORIALE La Coldiretti suggerisce, Di Maio si adegua. La bocciatura del CETA va contro le regole del libero scambio 7 NOTIZIARIO PRIMO PIANO UVA DA TAVOLA Entro il 2020 in produzione settanta varietà di seedless ATTUALITÀ Copertina - Protagonisti REMO PATERNO L’alpino di Serene Star

9

19

25

PAG.19

MERCATI&DISTRIBUZIONE Selex cresce più del sistema e si conferma terzo retailer 41 Centrali d’acquisto: patto tra Carrefour, VéGé e Pam

43

Nove Paesi nel network europeo dei Centri agro-alimentari

45

Il MAAP entra in Italmercati I grossisti tornano in Fedagro

46

Veronamercato numero due della Rete

47

MONDO Italia troppo debole in Cina

49

Mondo flash

52

53

ASTE AL RIBASSO. Cosa c’è sotto l’iceberg

31

FRESH CUT Coop decisa a cambiare marcia per lanciare IV e V Gamma

Mele: produzione quasi-record con la Polonia sempre più regina

33

Il biologico nella IV Gamma. La Linea Verde ci crede

55

Carciofi redy-to-eat La Puglia li studia

56

Agribologna sta testando l’ortica

56

Produzione stabile per le pere in Europa. L’Italia resta leader ma crescono Olanda e Belgio REPORT. FICO D’INDIA. Il tesoro di Biancavilla

36 37

segue editoriale

gnarsi - a livello europeo e nazionale - per aprire nuovi mercati ai nostri prodotti. Su questi temi lo misureremo, assieme alla volontà di rivitalizzare il Tavolo or-

tofrutticolo nazionale (su cui però serve anche l’impegno delle rappresentanze del comparto). Il resto sono tanti buoni propositi da mettere alla dura prova della realtà. www.corriereortofrutticolo.it

5


Buoni per natura e l’aria pura Fragole, lamponi e ciliegie dell’Alto Adige/Südtirol

In Alto Adige le fragole maturano da giugno a fine settembre, i lamponi da giugno a ottobre e le ciliegie da fine giugno a fine agosto. Crescono in montagna e all’aria pura. Per questo hanno un sapore più intenso, sono profumati, genuini e ricchi di vitamine. www.fragolealtoadige.com, www.ciliegiealtoadige.com


La Coldiretti suggerisce, Di Maio si adegua. La bocciatura del CETA va contro le regole del libero scambio di Corrado Giacomini L’impegno assunto nell’assemblea di Coldiretti dal capo del movimento 5Stelle, Di Maio - che il governo “del cambiamento” non farà passare in Parlamento il “trattato scellerato” del CETA - oltre a essere un facile amo per i battimani della platea, viene contraddetto da tutte le prese di posizione (quelle qualificate) che sono seguite sulla stampa. Boldrighi, presidente del Grana Padano e dell’Associazione italiana Consorzi indicazioni geografiche nel “Corriere della Sera” del 15 luglio ne auspica l’approvazione, sottolineando che le importazioni del Canada di prodotti DOP e IGP del settore lattiero caseario italiano sono aumentate nel 2017 del 5% e nel primo trimestre 2018 del 3,5%, contraddicendo così i timori del Presidente di Coldiretti, Moncalvo. Nello stesso senso si è espresso il presidente di Assolatte, Ambrosi, su “Il Sole24Ore” del 14 luglio, affermando che la mancata approvazione da parte del nostro Parlamento del CETA: “E’ una follia”. Sarebbe una follia secondo Ambrosi perché, pur essendo non perfetto come tutti i compromessi, la mancata approvazione significherebbe cancellare otto anni di lavoro “…che hanno portato al riconoscimento di 11 nostri formaggi DOP e IGP più importanti, all’abbattimento delle barriere e all’azzeramento di dazi…”. L’articolo di Federico Fubini, uno dei più noti giornalisti economici del “Corriere della Sera” nel giornale del 14 luglio si apre con il titolo “Se lo 0,91 per cento decide per gli italiani”, riferendosi alla facile uscita di Di Maio nella assemblea di Coldiretti dove sembra che gli interessi del solo settore lattiero caseario, contraddetti dalle prese di posizione di Boldrighi e Ambrosi, facciano premio sugli interessi del Paese, considerato che tutte le esportazioni italiane verso il Canada sono aumentate nel 2017 di circa l’8%, con un aumento del fatturato per le imprese italiane di circa 400 milioni di euro e un prevedibile incremento di circa 8.000 posti di lavoro. Ma lasciando da parte Di Maio, troppo impegnato nella competizione mediatica con l’altro vice-presidente del Consiglio, Salvini, credo valga la pena fare alcune riflessioni sulla posizione di Coldiretti, che non da oggi è contro l’approvazione del CETA, tanto da scrivere nel 2017 una lettera a tutti i parlamentari italiani e da pubblicare un pamphlet contro il trattato con il Canada dove, oltre al solito timore per le nostre produzioni DOP e IGP, denuncia i pericoli per la salute dall’uso di sostanze attive vietate nella UE, dimenticando che proprio il Trattato consente di bloccare l’importazione dei prodotti così trattati.

Luglio-agosto 2018

CONTROEDITERIALE

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Se poi i controlli in Italia non sono efficienti e sufficienti, questo è un altro problema! In realtà, l’opposizione di Coldiretti al CETA deriva dal fatto che questa organizzazione è contro le regole del libero scambio portate dalla globalizzazione. Partecipando il nostro Paese alla UE, non possiamo applicare delle barriere tariffarie, i dazi, all’importazione per cui la Coldiretti si oppone a ogni trattato bilaterale che possa mettere in discussione quelle non tariffarie, puntando soprattutto su quelle sanitarie che hanno un forte impatto sulla pubblica opinione. In pratica, anche se Coldiretti non lo dice apertamente, le regole della PAC che hanno la sua approvazione sarebbero ancora quelle basate sui prelievi all’importazione e sui prezzi garantiti, non sulla riforma Fischler del 2003, che ha cancellato l’accoppiamento tra misure di sostegno e produzione e che ha avviato la progressiva apertura del mercato alla competizione internazionale. Certamente è stata una politica che ha reso più difficile difenderci dalle crisi che sono seguite, ma sulla quale la UE non è tornata indietro puntando sugli aiuti al reddito, come strumento di stabilizzazione economica, e sugli interventi strutturali e organizzativi per aumentare la competitività dell’agricoltura europea. Anche la politica della Coldiretti di forte difesa e valorizzazione del made in Italy, certamente meritevole perché ha creato una nuova sensibilità nel consumatore, è portata avanti in questa chiave di protezione della produzione nazionale. Mi viene un po’ da ridere o da piangere, non so, quando sento il presidente di Coldiretti Moncalvo accusare che la produzione che arriva da altri Paesi gode di bassi costi di produzione, perché i lavoratori non godono delle tutela del nostro, dimenticando che la raccolta dei pomodori e della frutta nel nostro Meridione avviene, quasi sempre, da parte di quei disgraziati che vivono in condizioni sub-umane dimenticati dalle Istituzioni e anche dalle organizzazioni dei datori di lavoro. Compreso, forse, qualche coldiretto.

www.corriereortofrutticolo.it

7


Cresce al sole e all’aria pura. Verdura dell’Alto Adige/Südtirol.

La verdura dell’Alto Adige cresce in montagna, al sole e all’aria pura. Si raccoglie da giugno a ottobre e arriva fresca al punto vendita. Per questo è molto amata e richiesta dai consumatori. www.verduraaltoadige.com


Primo semestre da incorniciare per Canova e i suoi produttori biologici Canova, società specializzata in biologico del Gruppo Apofruit, ha chiuso il primo semestre 2018 con una crescita senza precedenti. Lo attestano anche le liquidazioni ai produttori, fissate il 20 giugno, che dimostrano un trend in forte evoluzione positiva per il segmento. I prodotti invernali biologici - riporta un comunicato aziendale - hanno ottenuto prezzi di liquidazione estremamente favorevoli con il kiwi liquidato a 1,30 euro/kg, le pere Abate a 1,30 euro/kg, le mele Cripps Pink a 1,40, le Fuji e le Inored di pianura a 95 cent /kg e anche le Golden di pianura a 90 centesimi. Ottime liquidazioni ai produttori bio di Canova anche per la pera Conference bio liquidata a 1,05 euro/kg. “Il biologico e il biodinamico commenta il direttore Ernesto Fornari – hanno dato input straordinari alle quotazioni dei prodotti a conferma della crescita dirompente di questo settore in Italia e in Europa. Non solo le liquidazioni invernali hanno ottenuto risultati stupefacenti, anche il fatturato dei mesi di maggio e giugno è in forte aumento. Nonostante il clima avverso di questa primavera -estate, che ci ha veramente messo a dura prova, abbiamo un +12% di fatturato nel primo semestre, rispetto al pari periodo dello scorso anno”.

Luglio-agosto 2018

“Spero che questa straordinaria annata - precisa Fornari - prosegua e si confermi nel secondo semestre a dimostrazione della tenuta delle nostre scelte strategiche che puntano, sempre di più, sulla produzione biologica e biodinamica in risposta al bisogno di sicurezza e salubrità dei consumatori di tutta Europa e in difesa dell’ambiente e dei produttori”.

Apo Conerpo cresce e conferma Davide Vernocchi e Roberto Cera Apo Conerpo ha chiuso il bilancio 2017 con un volume d’affari record, arrivato a 736 milioni di euro, in aumento del 2,8% rispetto ai 716 milioni dell’anno precedente. Si tratta di un dato ottenuto anche grazie all’eccezionale gioco di squadra svolto dalle società che compongono il Gruppo: Alegra e Naturitalia, leader nella fornitura alla GDO italiana ed estera, Valfrutta Fresco per la vendita di prodotti di alta gamma sul mercato tradizionale, Brio specializzata nella commercializzazione dell’ortofrutta biologica, Opera impegnata nella valorizzazione delle pere italiane. E poi la società collegata Conserve Italia, che da anni assorbe la maggior parte della produzione di drupacee e pomacee non collocate sul mercato del fresco, oltre a pomodori e legumi. Il Gruppo ha collocato sul mercato oltre un milione 80 mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli

freschi. Il patrimonio netto sfiora i 27 milioni di euro, gli investimenti strutturali superano i 32 milioni. Il ravennate Davide Vernocchi è stato confermato alla presidenza del Gruppo mentre il ferrarese Roberto Cera è stato rieletto alla vice presidenza.

N NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Euro Company sempre più player di riferimento nella frutta secca Euro Company, azienda sempre più di riferimento nel settore della frutta secca e disidratata, ha presentato i dati di bilancio al 30 giugno 2018. Il bilancio conferma il trend di crescita che contraddistingue l’azienda di Godo di Russi (Ravenna) in questi ultimi anni, con un fatturato che passa dai 95 milioni di euro del 2015 (102 nel 2016, 108 nel 2017) ai 112 di questo 2018. Anche i livelli occupazionali sono in crescita: 346 i dipendenti (nel 2010 erano 182, nel 2014 262 unità), provenienti da 26 differenti nazioni e con età media inferire ai 40 anni, di cui il 59% rappresentato da donne. Mario Zani, direttore generale, afferma: “Il nostro obiettivo è aiutare le persone a seguire uno stile di vita sano e più vicino alla natura. Da qui nascono gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo di prodotti senza additivi aggiunti, nella promozione del benessere, con una sempre maggiore attenzione alla qualità dei prodotti che offriamo ai nostri

www.corriereortofrutticolo.it

9



clienti ogni giorno”. Euro Company produce frutta secca ed essiccata riducendo le manipolazioni della materia prima al minimo possibile; investe nelle energie rinnovabili (il 100% del fabbisogno energetico aziendale è coperto dalle rinnovabili); minimizza i rifiuti da imballaggio (negli ultimi 2 anni sono stati ridotti i rifiuti da imballaggio di circa 24 tonnellate) e si sta impegnando nello sviluppo di packaging più sostenibili (con l’obiettivo di raggiungere il 100% di packaging computabili entro il 2020). In due anni è stata ridotta del 15% l’emissione di CO2. “E’ nostra intenzione - sottolinea Zani - avviare azioni legali in favore di una corretta etichettatura dei prodotti soprattutto contro gli zuccheri nascosti, spesso non dichiarati perché allo stato attuale una legge poco chiara lo permette, per la massima trasparenza verso il consumatore”.

Attivo a Huelva l’impianto Unitec per mirtilli più grande d’Europa “Perché abbiamo deciso di acquistare un impianto Unitec? Perché, dopo aver visitato e visto tutti quelli presenti sul mercato, questo è quello che ci ha offerto più garanzie. Consiglio di scommettere su tecnologie con queste

N NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

caratteristiche, danno una garanzia del 100%. Questo impianto ha soddisfatto le nostre aspettative, nonostante fossero molto alte”. Con queste parole Cristóbal Picón Regidor, presidente della cooperativa andalusa Costa de Huelva, ha spiegato il motivo che l’ha spinto a scegliere la tecnologia Blueberry Vision 2 di Unitec per la lavorazione dei mirtilli. Coophuelva è un’Organizzazione di Produttori di Lucena del Puerto, nella provincia di Huelva, zona dell’Andalusia ad alta vocazione ortofrutticola. Fa parte del gruppo Onuba Fruit, leader in Europa per la coltivazione e l’export dei piccoli frutti. Coophuelva ha acquistato un impianto a 32 canali - due calibratrici da 16 canali l’una - equipaggiato con la tecnologia Blueberry Vision 2, diventando una centrale con uno degli impianti per la lavorazione e la classificazione del-

la qualità dei mirtilli più grandi al mondo, in grado di processare circa tre milioni di frutti all’ora, numero medio che varia in funzione del calibro dei frutti. La tecnologia Blueberry Vision 2 di Unitec ha letteralmente rivoluzionato il modo in cui Coophuelva processava i suoi mirtilli, permettendole di risolvere i numerosi problemi che si presentavano gli anni precedenti e di raggiungere risultati fino ad oggi insperati. Anche Bartolomé Fernández, direttore di Coophuelva, ha mostrato una sincera gratitudine nei confronti della tecnologia Blueberry Vision 2 e ha sottolineato che l’investimento in tecnologie Unitec “non ha un costo reale” perché in poco tempo “si ripaga” con i risultati da esso creati. “Siamo passati dall’avere enormi problemi di qualità fino alla scorsa campagna, quando i clienti hanno rifiutato varie volte la no-

« la qualità duratura » Installazione flessibile di

atmosfera controllata nat urale

in cella frigorifera classica

Luglio-agosto 2018

Flessibilità Freschezza e sicurezza Conservazione strategica

www.corriereortofrutticolo.it

11


NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Missioni a Parigi e Varsavia Le iscrizioni sono ancora aperte Parigi 18 e 19 settembre, Varsavia 26 e 27 settembre. Sono le due prossime missioni dell’agenzia Omnibus riservate all’export ortofrutticolo italiano, l’adesione alle quali è aperta fino a tutta la prima settimana di settembre. La missione a Parigi è focalizzata soprattutto su incontri con importatori-grossisti, quella a Varsavia sulle catene della grande distribuzione. Rungis, il primo Mercato all’Ingrosso del mondo ed uno dei primi in Europa per il commercio dell’ortofrutta, è al centro del programma parigino, che prevede la partenza dall’Italia nel pomeriggio di martedì 18 settembre. Mercoledì 19 settembre sarà una giornata intensa a Rungis, a partire dalle 7:30 del mattino con una visita guidata al settore ortofrutta del Mercato; seguirà l’incontro con il presidente del Gruppo Grossisti Ortofrutta SFL che illustrerà le attività di Mercato e i rapporti con l’Italia nel settore ortofrutta. Saranno quindi aperti gli incontri d’affari B2B con i grossisti francesi interessati a importare ortofrutta dal nostro Paese (incontri organizzati da Omnibus in collaborazione con SFL). Il rientro in Italia è previsto per la sera. Per i partecipanti interessati ad aprire rapporti con la distribuzione organizzata parigina è prevista l’estensione di un giorno con il rientro in Italia la sera di giovedì 20 settembre. Sono previsti in questo caso alcuni incontri B2B con buyer delle catene della DO e della GDO. La missione a Varsavia è invece focalizzata sulla media e grande distribuzione presente in Polonia, grazie anche alla concomitanza della missione con l’evento polacco Fresh Market con i cui organizzatori Omnibus è in rap-

12

www.corriereortofrutticolo.it

porto da anni. La partenza dall’Italia è prevista per la mattina di mercoledì 26 settembre (possibile partenza il martedì pomeriggio-sera per chi viene dal Sud). Il pomeriggio di mercoledì sarà dedicato all’incontro con alcuni importatori e alla visita di alcuni punti vendita della GDO a Varsavia. L’intera giornata di giovedì 27 settembre sarà occupata da incontri business riservati a singole aziende con almeno sei catene della distribuzione polacca. Nella stessa giornata sia il pranzo che la cena saranno importanti momenti di pubbliche relazioni con compratori polacchi. Il rientro è previsto con partenza da Varsavia nel primo mattino di venerdì 28. E’ previsto anche un focus importatori non dimentichiamo che mele e piccoli frutti polacchi sono diventati interessanti per il nostro mercato oltre ad alcune varietà di ortaggi - con partenza dall’Italia il pomeriggio-sera di mercoledì 26 e il rientro per la sera di venerdì 28: l’intera giornata di venerdì viene dedicata alla visita ad aziende di produzione nella zona di Varsavia mentre per giovedì 27 sono previsti incontri b2b mirati. Per informazioni: Giorgia Pizzato g.pizzato@omnibuscomunicazione.net Beatrice Occhi beatrice.omnibuscomunicazione@gmail.com +39.0458352317

stra frutta, a quest’anno in cui non abbiamo avuto quasi nessun reclamo e in cui i clienti delle catene vogliono la frutta della cooperativa Costa De Huelva. E questo è ciò che, in tempi molto brevi, non più di tre anni, ci consentirà di ripagare i nostri investimenti”. Pur essendo il settore della lavorazione e classificazione dei mirtilli un settore relativamente giovane, Unitec ci si cimenta già da tempo. È stata, infatti, la prima azienda a innovare e a realizzare tecnologie di classificazione della qualità per i mirtilli capaci di visionare in modo integrale l’intero frutto. Già nel 2013, infatti, Unitec, grazie alle sue competenze tecniche, all’esperienza di 94 anni nel settore e al dialogo diretto e continuo con il mercato, ha anticipato i tempi e scommesso sulla possibilità di creare una qualità eccellente e coerente nel tempo di questo frutto altamente benefico per la salute, realizzando un prototipo di classificazione elettronica della qualità, e rispondendo così alle emergenti esigenze del mercato, che richiedeva una qualità omogenea, senza frutti sovramaturi. Oggi, a distanza di cinque anni da quel prototipo, le tecnologie Unitec per la lavorazione e classificazione della qualità dedicate ai mirtilli hanno raggiunto traguardi importanti grazie all’esperienza maturata nei principali mercati dei mirtilli quali America Latina, Nord America, Europa e Sud Africa.

La 21 Investimenti diventa socio di maggioranza di Carton Pack 21 Investimenti, società guidata da Alessandro Benetton, ha acquisito la maggioranza di Carton Pack, uno dei principali operatori italiani attivi nella progettazione, produzione e commercializzazioLuglio-agosto 2018


2 FRUIT RUIT24

Ogni momento è buono! sera. dieta quotidiana

Fruit 24

Mattina, pomeriggio e menĂš legati alle stagioni

fruit24.it


Il Pepero one Dolcce Italiano o

PIÙ PI Ù

VA ALORRE NEL PDV FEDELTÀ PROMOZIONI


ne di imballaggi per il settore alimentare, con particolare specializzazione nel segmento della frutta e verdura. Carton Pack, fondata nel 1970 dalla famiglia Leone e con sede produttiva a Rutigliano (Bari), grazie al proprio know-how tecnico, l’ampio portafoglio prodotti e la capacità di offrire soluzioni altamente personalizzate ai propri clienti, è leader italiano nel proprio mercato di riferimento. Il management, guidato dai fratelli Gianni e Giuseppe Leone, rimane alla guida della società, che nel 2017 ha raggiunto un fatturato di circa 80 milioni di euro, di cui quasi il 30% sui mercati esteri. Il progetto di sviluppo di Carton Pack, con il supporto di 21 Investimenti, prevede il rafforzamento della propria posizione di mercato in Italia e nelle geografie estere già attualmente presidiate,

Luglio-agosto 2018

nonché l’ingresso in nuovi mercati caratterizzati da interessanti prospettive di crescita. Talune mirate acquisizioni fanno anche parte della strategia di sviluppo con alcuni dossier già al vaglio del management. Alessandro Benetton ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di annunciare l’investimento del fondo 21 Investimenti III in Carton Pack, leader italiano nel settore del packaging ortofrutticolo. Dopo essere entrati in Farnese Group nel 2013 e poi in Sifi nel 2015, con questa operazione 21 Investimenti dimostra di continuare a credere nel Sud e ad investire in eccellenze italiane con forte potenzialità di crescita. Il nostro modello prevede di affiancare gli imprenditori in un percorso di sviluppo attraverso investimenti in innovazione e tecnologia, il rafforzamento del management e l’ingresso in nuovi mercati”.

Cinque anni di rilancio per il pomodoro di Pachino IGP

N NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Si è sviluppata con successo in varie giornate, per concludersi prima di Ferragosto, la Festa del Pomodoro di Pachino 2018. A tenere a battesimo la nuova edizione è stato Mauro Rosati, direttore di Fondazione Qualivita, che durante la conferenza stampa di presentazione a Portopalo di Capopassero ha affermato: “Il pomodoro di Pachino IGP ha tutte le carte in regola per diventare sempre più un prodotto di nicchia di alto valore. Essere un prodotto di nicchia vuol dire aver conquistato uno spazio speciale non solo sul mercato, ma anche nella percezione dei consumatori. Acquisire un tratto distintivo non sostitui-

www.corriereortofrutticolo.it

15


NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana 2019 Aperte le iscrizioni all’evento. Tocca a Venezia Sarà una delle più accoglienti location veneziane, l’ex Molino Stucky gestito da Hilton all’isola della Giudecca, quasi in faccia a San Marco, ad ospitare venerdì 18 gennaio 2019 la settima edizione dei Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana, l’iniziativa itinerante lanciata nel 2013 dalla nostra rivista come momento di incontro e di riflessione all’inizio di un anno di attività e alla vigilia della principale fiera di settore al mondo, la Fruit Logistica di Berlino. L’evento si è sempre svolto nel terzo venerdì di gennaio in sedi prestigiose come Villa Serego Alighieri in Valpolicella (Verona), Monte Del Re di Dozza (Bologna), Cantina Rotari di Mezzocorona (Trento), Casa Cava di Matera, Palazzo Beneventano di Ortigia (Siracusa), la Reggia di Caserta, con una giornata imperniata su temi cruciali per la filiera ortofrutticola e una serata esclusiva preceduta dall’attribuzione di riconoscimenti a 10 Protagonisti distintisi per la loro attività nell’anno da poco concluso tra i quali viene eletto, nel corso della serata stessa, l’Oscar dell’Ortofrutta Italiana, il più prestigioso riconoscimento nazionale di settore. A Venezia saranno presenti imprenditori e manager provenienti da tutte le regioni italiane. La riflessione alla prossima edizione verterà su due temi principali: l’integrazione tra logistica marittima, ferroviaria e stradale dell’ortofrutta, con particolare attenzione alle vocazioni e alle prospettive logistiche del Nordest italiano nei traffici internazionali dell’ortofrutta (moderatore designato Luca Lanini); il ruolo della media distribuzione e il rapporto tra DO e Mercati (oggetto del secondo seminario che sarà mode-

16

www.corriereortofrutticolo.it

rato da Claudio Scalise). Tra i due momenti, un focus sulla Qualità Totale tra prodotto e territorio, argomento sempre più attuale per tutti i prodotti di punta dell’agroalimentare italiano, che sarà trattato con una testimonianza aziendale e l’intervento del certificatore Biodiversity Friend. I partner di Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana sono FruitImprese, CSO Italy, l’Unione Nazionale Italia Ortofrutta e Confagricoltura, tutti rappresentati a livello di vertice. Saranno inoltre presenti l’Associazione delle Regioni Ortofrutticole d’Europa AREFLH e, per la prima volta, l’Associazione delle Donne dell’Ortofrutta. Una convergenza straordinaria e multiforme - se si considera che non mancheranno importanti insegne dei distributori - che faranno della serata qualcosa di davvero speciale. Il principale significato di Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana tuttavia è semplice e chiaro: mettere in evidenza le professionalità - di imprenditori e manager che possono essere portate ad esempio per stimolare la crescita del settore ortofrutticolo italia-

no. Su come individuare queste professionalità è stata trovata una convergenza con le rappresentanze più significative del settore a livello nazionale che, sin dalla prima edizione, sono partner nell’iniziativa. Da questa convergenza nasce la serietà e la credibilità di una selezione che ogni anno cerca di portare in evidenza le professionalità più affermate e quelle emergenti. Per la prima volta a Venezia l’Oscar dell’Ortofrutta Italiana sarà assegnato per elezione: avranno diritto al voto tutte le aziende presenti alla serata, una novità in grado di dare ancora maggiori emozioni ad un evento che ha sempre avuto un appeal unico e particolare e che celebra senza tentennamenti il valore dell’ortofrutta italiana e della sua gente. Le iscrizioni a Protagonisti dell’Ortofrutta Italiana 2019 sono aperte. Sponsor dell’edizione 2019 sono: BPER Banca, OPO Veneto con i tre Consorzi del radicchio veneto, Macfrut, Ortoromi, Sermac e Fruit 24. Questo fino a Ferragosto, ma a questi sponsor si potrebbero aggiungere a breve altre realtà di primo piano del sistema ortofrutticolo e dell’economia italiana.

Luglio-agosto 2018


bile impedisce di cadere nella rete dei prodotti di consumo a basso valore. Il buon lavoro del Consorzio di Tutela del Pomodoro di Pachino negli ultimi 5 anni ha portato alla crescita del 142% della produzione e del 174% del valore del prodotto, portando l’eccellenza rossa di Pachino al primo posto tra i prodotti DOP e IGP siciliani e al settimo posto tra quelli italiani”. Tra i consigli del direttore di Qualivita per rilanciare ulteriormente il brand pomodoro di Pachino IGP soprattutto quelli legati alla qualità e al marketing: mantenere un contatto diretto con il consumatore, puntare sull’innovazione e la ricerca, sulla valorizzazione e la tutela, e ovviamente sulla qualità e sostenibilità. “La migliore strategia di marketing e comunicazione? Mettere in risalto il territorio e le sue eccellenze geografiche e gastronomiche. Se

Luglio-agosto 2018

un territorio è bello e sano, lo saranno anche i suoi prodotti. Se poi un Consorzio funziona, influenzerà positivamente il prodotto che rappresenta”.

More protagoniste dell’estate dei frutti di bosco del Trentino Questa è l’estate delle more in Trentino. Tra i frutti di bosco sono il prodotto che, in questa provincia, ha fatto il salto in avanti più notevole anche se tutta la categoria è in crescita, con qualche ombra leggera per le fragole di montagna, il cui mercato è più altalenante. Questa la sintesi di una delle aziende di lavorazione e commercializzazione dei frutti di bosco del Trentino che sta diventando un punto di riferimento per un

numero crescente di produttori e di catene distributive. Ci riferiamo alla Slomp di Lavis, a 10 chilometri da Trento, i cui prodotti abbiamo notato in bella mostra, fin dall’inizio della stagione, in supermercati importanti, da Lidl a Esselunga. La campagna commerciale è cominciata tra la fine di maggio e i primi giorni di giugno e durerà fino a ottobre. I primi prodotti ad arrivare sul mercato sono stati i lamponi, seguiti da ribes e mirtilli; parallelamente sono partite le fragole. Agosto è stato un mese delicato anche quest’anno perché con il caldo e l’umidità la lavorazione di prodotti così sensibili e sofferenti gli sbalzi di temperatura deve seguire regole ben precise, dal campo al punto di vendita. “Il mercato è più equilibrato degli anni scorsi”, ha detto Stefano Slomp, che con il fratello Ivano regge l’azienda.

www.corriereortofrutticolo.it

N NOTIZIARIO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

17



PRIMO PIANO P

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

UVA DA TAVOLA

Entro il 2020 in produzione settanta varietà di seedless “Mentre l'industria dell'uva italiana risale ai 20 secoli fa, solo negli ultimi 30 anni c'è stata una crescente attenzione per le varietà senza semi. Tutto iniziò quando Francesco Didonna (un coltivatore di uva e un appassionato giramondo) spedì la sua prima uva senza semi nel Regno Unito nel 1984; gradualmente altri esportatori si sono resi conto che la tendenza che stava influenzando le preferenze dei clienti negli Stati Uniti e nel Regno Unito avrebbe presto avuto un forte impatto sull’Italia, il più grande coltivatore ed esportatore di uva da tavola in Europa. Ora un’ulteriore accelerazione sta avvenendo nel settore dell’uva italiana e due tendenze stanno rimodellando l’offerta italiana: la concentrazione dell'offerta, con un numero crescente di coltivatori di dimensioni rilevanti, e l'attenzione dei principali breeders sul mercato italiano che è strettamente connessa agli investimenti crescenti dei produttori italiani nell'innovazione varietale". Parte da queste premesse l’interessante rapporto curato dall’aLuglio-agosto 2018

Forte tendenza agli investimenti nelle nuove cultivar mentre l’Italia è al centro dell’attenzione dei breeder internazionali. L’evoluzione del settore nel report ‘Italian Grapes 2020’ genzia NCX Drahorad dedicato alle prospettive dell’uva da tavola italiana da qui al 2020, pubblicato in inglese perché destinato all’acquirente internazionale. L’Italia - precisa il rapporto - manterrà il suo ruolo di fornitore principale di uve con semi di alta qualità (in particolare Italia e Vittoria), ma l’innovazione è costruita attorno all’uva senza semi: entro il 2020 ci saranno circa 70 varietà di uva senza semi nella produzione commerciale in Italia. L’obiettivo di “Italian Grapes 2020” è dunque quello di fornire tutte le informazioni necessarie all’acquirente internazionale per migliorare la sua conoscenza riguardo le opportunità a lungo termine dell’industria dell’uva da tavola italiana in termini di: varietà, calendari di disponibilità, qualità. Ma il rapporto costituisce anche un documento che fa riflettere l’operatore italiano.

Vediamo di addentrarci nella materia. I grandi operatori commerciali italiani, che erano principalmente esportatori, stanno aumentando significativamente i loro investimenti agricoli per avere un maggiore controllo sulle uve che commercializzano. “La più grande organizzazione di sportelli unici (single desk organisation) in Italia - si legge nel rapporto - è ora in controllo diretto di 2500 ettari di uva e altri produttori hanno più di 200 ettari di uva da tavola piantati nelle loro aziende. Mentre le varietà tradizionali e prive di royalty (come Regal e Crimson) rappresentano ancora la maggior parte dei volumi coltivati, i principali breeders internazionali (SNFL, Sun World, IFG e Arra) avranno 1000 ettari di nuove varietà in produzione nel 2018, oltre a circa 1000 ettari di Sugraone che sono stati piantati a partire dal 1995, quando i coltivawww.corriereortofrutticolo.it

19


UVA DA TAVOLA

P PRIMO PIANO

tori presumevano erroneamente che non esistessero restrizioni di proprietà intellettuale per piantare questa varietà”. Le uve senza semi sono coltivate principalmente in Puglia - conferma il rapporto - dove rappresentano il 30-35% del raccolto totale delle uve da tavola. Le altre due aree con volumi ancora piccoli ma commercialmente rilevanti nella produzione: la regione nord-occidentale del Piemonte (con Crimson e alcune varietà Arra in una fase di test avanzata) e la Sicilia. Ognuna di queste regioni ha meno di 100 ettari di produzione, ma aiuta strategicamente ad estendere la stagione italiana di uva senza semi, che ora inizia a giugno e termina a dicembre. Le uve senza semi più alla moda tra i produttori italiani sono al momento: Arra30 (verde senza semi in sostituzione di Sugraone), Allison e Scarlotta (rosse senza

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

semi che stanno effettivamente sostituendo Crimson e che prolungano la parte finale della stagione), AutumnCrisp (un potenziale game changer nel tardo mercato verde), Timpson (verde) per il suo sapore di moscato. Alcune specie particolari di uva sono state piantate anche nell’ultimo periodo: Sable Seedless e Cotton Candy (considerate le uve con il sapore più peculiare). Nel frattempo sono nati tre programmi di allevamento italiani: Grape & Grape (con tre varietà già in commercio: Apulia, Fiammetta e Luisa), Italian Variety Club IVC (incentrato sulle varietà senza semi aromatizzate al moscato) e il recente Nuvaut (31 coltivatori e 36 varietà in fase di test, di cui 9 in una fase avanzata). Il rapporto ricorda che l’Italia è il principale produttore di uva da tavola nell’UE-28, seguita da Grecia e Spagna, e analizza nel detta-

glio la situazione produttiva. L’area coltivata è stabile intorno ai 47.000 ettari, con un raccolto intorno a un milione di tonnellate in una stagione normale e fluttuazioni annuali causate dalle condizioni meteorologiche. Le due regioni italiane Puglia e Sicilia rappresentano rispettivamente il 70% e il 25% delle aree destinate alla coltivazione di uva da tavola in Italia. Le uve senza semi sono coltivate quasi esclusivamente in Puglia, mentre in Sicilia ci sono solo isolati coltivatori che investono nell’uva senza semi (rappresentati meno dell’1% del volume italiano). In Puglia (superficie totale delle uve da tavola 32.000 ettari) vi sono diverse aree di coltivazione con diversi volumi di uva senza semi piantati. La maggior parte degli investimenti in varietà senza semi sono state effettuate nella zona attorno al Golfo di Taranto, in un'area di 80

Giovanni Grasso SRL Dal 2017 licenziataria SNFL e IFG

Main Branch: IT/Fiumefreddo d95013 i Sicilia (CT) Cda Vignagrande, SN TEL: 0957765252 0957762652 FAX: 095642496 MAIL: zagara@zagara.com / www.zagara.com

20

www.corriereortofrutticolo.it

Table Grape Branch: IT/70016 Noicattaro (BA) Viale delle Provincie, SN – ZONA PIP TEL: 0804781187 FAX: 0804786540

Luglio-agosto 2018


PRIMO PIANO P

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

di Thomas Drahorad* Innovazione varietale, cambiamento delle logiche imprenditoriali, nuove generazioni di agronomi, accresciute professionalità tecnico-produttive, nuovi investimenti, un indotto strutturato e competitivo: questi sono i punti di forza dell’uva da tavola italiana, che sta facendo molti passi avanti nella direzione di un futuro sostenibile sui mercati globali. Molti di questi fattori sono strettamente connessi. Lo spostamento graduale dal commercio alla produzione, che è iniziato seriamente solo qualche anno fa, sta vedendo i grandi operatori allontanarsi sempre più dalla tradizionale modalità di acquisto in campagna di partite “a blocco” o a peso, dove il rapporto con la produzione è basato sulla contrapposizione, sulla speculazione di breve termine, su contratti che spesso valgono solo la carta sulla quale sono scritti. L’acquisto in campagna, mentre per decenni ha arricchito i commercianti e gli esportatori, sta diventando per gli stessi una gabbia che ne limita la capacità di programmare, e ne mina la competitività quando i prezzi si devono basare non sui costi di produzione ma sulla speculazione degli acquisti alla produzione. Gli investimenti nella produzione in proprio degli operatori medi e grandi stanno dando frutti fondamentali per lo sviluppo di lungo termine del settore: sono 14 gli operatori italiani che hanno stipulato accordi con i grandi costitutori varietali globali (Sun World, IFG, SNFL, AVI) e che hanno in produzione nel 2018 una superficie di 1000 ettari di nuove varietà di uve senza semi sottoposte a licenza, escludendo quindi le varietà libere come Crimson e Regal Seedless, e la varietà Superior Seedless - Sugraone che era stata piantata con la convinzione che fosse una varietà senza restrizioni. Si tratta di oltre 50 varietà senza semi (segmentate per periodo di maturazione e colore) che eccellono per varie caratteristiche: produttività per ettaro, capacità di sviluppare pienamente il colore desiderato, gusto che incontra le esigenze dei mercati, semplificazione delle tecniche agronomiche, stagionalità estesa specialmente nel periodo tardivo (da ottobre a dicembre). Si stima che l’80% dei nuovi impianti di seedless sia costituito da varietà con licenza, km che si estende lungo la costa da Scanzano Jonico a Grottaglie. L’area a sud di Bari, tradizionalmente la migliore per la varietà Italia di moscato con semi, ha visto più tardi l’inizio delle varietà Luglio-agosto 2018

mentre sta finalmente rallentando l’impetuoso sviluppo di Regal Seedless, varietà interessante per i produttori ma posizionata come una seconda scelta sui mercati. L’interesse per le varietà internazionali ha innescato un circolo virtuoso che ha rivitalizzato i programmi di sviluppo varietali autoctoni. Tre iniziative private hanno recentemente raccolto il lavoro di alcuni programmi di ricerca attivi ma che funzionavano a regime ridotto. Si sono così creati tre poli: Grape & Grape, fondata nel 2016 da 7 membri e che ha già 252 ettari in produzione con le tre varietà Luisa, Fiammetta e Apulia, IVC (Italian Variety Club) fondato nel 2015 e che con un budget annuale di 300.000 euro sta concentrando la ricerca su varietà ottenuti da incroci con varietà autoctone e che hanno lunga familiarità nel territorio pugliese, e Nuvaut, l’iniziativa privata che nel 2018 ha rilevato 36 varietà sviluppate nel corso degli anni dal centro di ricerca pubblico CRA. L’entusiasmo e le competenze di una nuova leva di agronomi stanno consolidando il processo di introduzione delle nuove varietà sui differenti areali di produzione pugliesi, rendendo più veloce e solido il processo di innovazione. Questo adattamento negli anni passati era stato spesso difficoltoso, arrivando anche a mettere in dubbio la validità di uve come Sugraone per le quali non si riuscivano a trovare le tecniche agronomiche adatte per produrre risultati interessanti. Rimangono alcune zone d’ombra nel nuovo sentiero di sviluppo dell’uva da tavola italiana, tra cui la refrattarietà della grande distribuzione italiana all’introduzione delle varietà senza semi, i costi di produzione, lavorazione e logistici spesso superiori a quelli dei concorrenti diretti (Spagna e Grecia), l’incomprensibile ritardo della Sicilia nello sviluppo varietale. Ma la strada intrapresa dagli imprenditori pugliesi è destinata a dare i suoi frutti sui mercati nazionali ed europei, aprendo la strada ai mercati globali che potrebbero sviluppare presto tutta l’enorme potenzialità nascosta dietro all’insignificante 1% che rappresentano adesso le vendite sui mercati di oltremare sul totale delle vendite italiane. * Presidente NCX Drahorad

senza semi ma sta rapidamente guadagnando terreno grazie alla maggiore percentuale di vigneti che hanno raggiunto la fine del loro ciclo vitale e devono essere sostituiti. Attualmente i nuovi

UVA DA TAVOLA

È partito il Rinascimento dell’uva da tavola italiana

frutteti piantati in Puglia sono stimati al 60-80% senza semi e il resto con semi. In Sicilia la superficie totale delle uve da tavola è di 12.000 ettari. La Sicilia è la prima area a matuwww.corriereortofrutticolo.it

21


P PRIMO PIANO UVA DA TAVOLA

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

rare in Italia. I distretti dell'uva siciliana si trovano alla stessa latitudine di Almeria e Tunisi. L’uva della Sicilia matura due settimane prima rispetto alla Puglia continentale. L'uva senza semi è coltivata in Sicilia già dalla fine degli anni '90 ma in volumi limitati. Solo recentemente un numero limitato di coltivatori ha iniziato ad investire anche in uve senza semi, tra cui le nuove varietà. La loro strategia è di estendere la loro gamma e di rifornire il mercato iniziale in cui la Sicilia può svolgere un ruolo tra i fornitori europei e anche in concorrenza con l'Egitto con le nuove varietà con licenza. Un gruppo di frutticoltori ha recentemente iniziato a coltivare Crimson Seedless in Piemonte, un'area in cui prima non esistevano uve da tavola. L'area coltivata è ancora relativamente piccola (meno di 100 ettari), ma i risultati sono stati promettenti e i coltivatori vedono un potenziale di crescita futura. Altre varietà sono in fase di test in quest'area (Thompson, alcune varietà di Arra). Il Piemonte è l’unica regione del Nord Italia dove attualmente vengono coltivate uve senza semi. Ci sono altre aree in Italia che sono attualmente in fase di valutazione come potenziali destinazioni di nuovi investimenti in frutteti. L’esperienza combinata della frutticoltura e delle zone vinicole apre in teoria nuove prospettive alle uve senza semi in molte re-

22

www.corriereortofrutticolo.it

gioni. Interessanti le osservazioni del reparto sulle licenze. Le uve senza semi sono coltivate in Italia con tre diversi regimi legali e commerciali. La maggior parte dei volumi coltivati proviene da varietà che possono essere coltivate in Italia senza restrizioni legali. La presenza di uve illegali in Italia è probabilmente una delle ragioni della lenta introduzione in Italia delle varietà con licenza. Le uve sono considerate illegali quando la crescita e/o la commercializzazione avvengono al di fuori dei contratti legali di diritti di proprietà intellettuale tra il titolare della licenza, il coltivatore e, in alcuni casi, il venditore. I breeders, che hanno la proprietà delle licenze, stanno perseguendo molto attivamente le infrazioni, monitorando la frutta venduta al dettaglio e cercando informazioni sui frutteti illegali. In collaborazione con i coltivatori e i venditori autorizzati, costoro stanno prendendo tutte le misure necessarie per ridurre il volume di uve illegali coltivate in Italia. Pertanto, la quantità di uve illegali sta diminuendo grazie ad una combinazione di azioni preventive (compresi i vigneti recintati), azioni legali, accordi extragiudiziali e regolarizzazioni volontarie intraprese dai produttori. Le varietà senza restrizioni di licenza sono di gran lunga le più piantate in Italia al momento. In particolare Regal Seedless e

Crimson Seedless rappresentano la maggioranza stimata dei volumi delle uve senza semi. Altre varietà che non hanno protezione in Italia sono Autumn Royal, Flame Seedless, Sublima Seedless, King's Ruby (Ruby Seedless), Thompson Seedless. Supernova è stata registrata nel 2018. Sebbene Autumn Giant fosse considerata una varietà libera, recentemente Grapa (tramite il suo rappresentante italiano AVI) ha informato i coltivatori che questa varietà illegalmente replica ArraOne e quindi non può essere coltivata legalmente in Italia. Scarlet Royal, Autumn King and Sweet Scarlet (USDA) non possono essere piantate in Italia. Esistono varietà con licenza ma senza restrizioni di mercato. Con questo sistema i coltivatori sono liberi di piantare e commercializzare la varietà purché paghino le tasse concordate (per vite o per ettaro, una volta o annualmente). Sugraone (Superior Seedless) è ampiamente coltivata in Italia fin dall'inizio, quando i coltivatori presumevano che non esistessero restrizioni di proprietà intellettuale per piantare questa varietà. Sun World è ora in procinto di concedere in licenza tutti i frutteti di Sugraone. Una situazione simile si applica a Summer Royal e Melissa (Princess). Nel 2013, la California Table Grape Commission ha iniziato a concedere licenze ai produttori di Princess e Summer Royal in Messico e nelLuglio-agosto 2018


PRIMO PIANO P

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Luglio-agosto 2018

“I nostri produttori meritano maggiori riconoscimenti” Prezzi insoddisfacenti per l’uva pugliese a fine agosto, nonostante la buona qualità della produzione. A sottolinearlo è Giacomo Suglia (nella foto), vice presidente di Fruitimprese e presidente di APEO, l’Associazione degli esportatori ortofrutticoli pugliesi: “Le quotazioni finora hanno subìto un calo medio del 20% rispetto al 2017“, annuncia. “Ma nel frattempo sono aumentati i costi, dai trasporti all’energia elettrica, a cui si aggiungono le spese assicurative e una burocrazia sempre più complicata”. Il maltempo in Puglia (e non solo) ha condizionato buona parte della stagione estiva. La pioggia ha creato qualche problema di cracking e muffe, seppur limitati ad alcuni areali. “Ma in generale, grazie all’infaticabile lavoro delle aziende agricole, il livello qualitativo è stato più che soddisfacente”, sottolinea Suglia. “Quello che manca è la remunerazione del duro lavoro effettuato”. Il presidente di APEO rivolge un appello ai consumatori, in particolar modo a quelli europei, affinché consumino più uva italiana. “Nelle catene estere il prodotto italiano avrebbe bisogno di maggior riconoscimento economico. I clienti dei retailer dovrebbero premiare la più alta qualità della nostra uva. Invece spesso si va al risparmio, guardando le promozioni in atto, e

viene scelta l’uva spagnola o greca, che riesce a staccare prezzi più convenienti grazie anche a costi di produzione inferiori”. Secondo Suglia per cambiare rotta servirebbe anche investire in comunicazione. “I consumatori devono sapere le differenze organolettiche e di sicurezza salutistica del prodotto italiano, che è superiore, rispetto alla concorrenza. Bisogna intervenire”. Il vice presidente di Fruitimprese prende ad esempio gli Stati Uniti, “che hanno messo in campo importanti finanziamenti a favore dei produttori agricoli locali, anche per cercare nuovi mercati. Lo stesso dovrebbe fare il nostro Ministero con una campagna di comunicazione mirata ed efficace per valorizzare meglio il made in Italy”, sottolinea Suglia. Anche nelle zone vocate della Sicilia i produttori si lamentano per i prezzi bassi e cresce il numero di coloro che stanno ragionando su come creare delle cordate di aziende private per promuovere il miglioramento varietale (gli esempi del resto non mancano). Coloro che si sono in parte salvati da una campagna davvero modesta sono i produttori delle uve premium accreditati sul mercato francese. Particolarmente bassi sono i prezzi praticati dalle catene dell’Est Europa che assorbono prodotto greco e spagnolo. (e.z.)

www.corriereortofrutticolo.it

UVA DA TAVOLA

l'UE. La licenza fornisce ai coltivatori i diritti di coltivare e vendere i frutti delle varietà di uva da tavola Pricess e/o Royal Royal. Questo elenco di licenziatari è stato condiviso con importatori e rivenditori e viene aggiornato annualmente. Questo è il modello che sarà probabilmente scelto dai nuovi programmi di breeding italiani, che stanno progettando di dare libero accesso al mercato ai coltivatori autorizzati. Una restrizione geografica alla distribuzione delle varietà originarie dei programmi di breeding italiani è attualmente in fase di valutazione. Il sistema di breeding italiano Grape & Grape Group prevede l'addebito di una quota annuale per pianta. Le varietà con licenza e con restrizioni di mercato rappresentano un modello applicato dai principali programmi privati di breeding internazionale (Sun World, SNFL, IFG e ARRA). In aggiunta alle tasse di origine (per le viti e/o il volume commercializzato), i coltivatori autorizzati possono vendere le loro uve solo a un numero ristretto di rivenditori nominati. I coltivatori italiani stanno dimostrando resistenza contro questo modello per una serie di motivi: i legami deboli tra i piccoli coltivatori e i mercati e la conseguente mancanza di informazioni, la libera disponibilità di buone varietà di semi (in particolare Italia e Victoria), la mancanza di programmi di breeding italiani orientati al mercato che hanno contribuito a rallentare il percorso di innovazione del settore e, in alcuni casi in cui sono state applicate anche restrizioni commerciali, complessità delle relazioni di vendita/acquisto che hnnoa causato risentimento nel dover scegliere un’altra strada verso il mercato o direttamente un altro mercato. D’altra parte, i programmi di breeding internazionali hanno acquisito crescente interesse e popolarità tra i venditori, in particolare quelli più grandi con mi-

23


UVA DA TAVOLA

P PRIMO PIANO

24

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

L’innovazione nel DNA del Gruppo Peviani 12 seedless in produzione e 20 allo studio Le aziende agricole del Gruppo Peviani stanno producendo e commercializzando nel Sud 12 varietà di uva da tavola seedless e ne stanno testando a scopo sperimentale altre 20. E’ l’esempio di un’azienda che innova e che crede nelle prospettive dell’uva da tavola, anche nelle sue varietà tradizionali quando sono coltivate con attenzione estrema alla qualità. L’amministratore delegato del Gruppo, Gino Peviani, ha recentemente dichiarato in una intervista: “Da 15 anni i nostri tecnici fanno missioni in Ca-

lifornia e Sud Africa per gli aggiornamenti varietali e le valutazioni necessarie. In Italia aumentano le vendite di seedless e l’estero manifesta grande attenzione verso il prodotto italiano, ritenuto strategico. Abbiamo costituito un consorzio di aziende pugliesi attraverso il quale abbiamo stretto un accordo con il CREA con lo scopo di sviluppare varietà senza semi autoctone. Non trascuriamo al contempo anche le uve storiche pugliesi, quelle con seme, che sanno ancora esprimere valenze straordina-

rie se coltivate nell'ottica di fare qualità. E’ una grande sfida. E noi siamo della partita”. Le valutazioni di Peviani sulla campagna non sono negative, nonostante il clima, con piogge intense molto circoscritte, abbia creato qualche problema nella programmazione della raccolta. La qualità - ha affermato Gino Peviani - è molto buona, le rese per ettaro, nonostante tutto, in Puglia sono state superiori a quelle del 2017 e il mercato ha avuto momenti positivi, anche all’estero.

gliori connessioni con i mercati internazionali. I coltivatori indipendenti ora stanno coltivando le nuove varietà con licenza in collaborazione con i venditori. Analizzando poi le varietà in generale, il rapporto precisa che non ci sono statistiche ufficiali in Italia sulla suddivisione per varietà. Secondo uno studio recente di USDA (giugno 2017) Italia, Victoria e Red Globe sono le principali varietà, che coprono circa il 68% dell’area delle uve da tavola in Italia. Alcune fonti stimano che il 50% della superficie coltivata in Puglia sarà senza semi entro il 2020, il che è probabilmente un pio desiderio dovuto principalmente alla disponibilità limitata di nuovo materiale vegetale per le varietà autorizzate. I coltivatori spesso lottano anche per ottenere in tempo le piante ordinate; per esempio il percorso di introduzione di una varietà verde interessante è stata rallentata di 2-3 anni a causa di un errore del breeder che ha messo in quarantena il materiale sbagliato. Le più grandi varietà senza semi sono Regal, Crimson, Sugraone e Summer Royal che rappresentano più dell’80% delle uve senza semi col-

tivate in Italia. Regal Seedless - si legge sempre rapporto “Italian Grapes 2020” è stata piantata perché è una “varietà libera”, ha un buon rendimento per il coltivatore e i principali venditori di questa varietà (principalmente la Germania) non sono influenzati dalla limitata durata di conservazione poiché il frutto è raccolto e spedito in pochi giorni. Anche l'esperienza dell’assaggio è accettabile per il consumatore tedesco, mentre per altri mercati il Regal italiano è generalmente troppo secco e la pelle troppo dura. L'area stimata di Regal Seedless è di 2500-5000 ettari. Crimson Seedless, con una superficie stimata intorno ai 2000 ettari, è la più grande varietà non verde d'Italia. In genere si comporta molto bene a parte il colore rosso che potrebbe non svilupparsi completamente nel periodo successivo. Crimson ha recentemente trovato due buoni rimpiazzi in termini di colore, qualità e resa: Scarlotta (prime spedizioni nel 2011 e volumi maggiori dal 2015) e Allison (buoni volumi dal 2016) sono ora considerate le varietà di riferimento per la semina rossa senza semi in Italia .

Sugraone (Superior Seedless) conta su 1000 ettari coltivati in Puglia ed è ancora la varietà di riferimento per i primi verdi senza semi in Italia; è ampiamente piantata nella zona meridionale della Puglia sulla costa del Mar Ionio dove ha trovato condizioni favorevoli di crescita grazie alla presenza del mare. Viene coltivata per i mercati dell'Europa del Nord con un colore bianco più lattiginoso, mentre per la Germania, la Francia, la Svizzera e l'Italia viene coltivata e cresciuta con un colore ambrato. Summer Royal è coltivata su una superficie stimata di 400 ettari in Puglia. È stata una delle prime varietà di uva senza semi introdotta in Italia. E’ stata retrospettivamente autorizzata dalla California Table Grape Commission. Il rapporto, di 42 pagine, affronta anche altri aspetti rilevanti per i quali rimandiamo a italiangrapes2020.com. Aggiungiamo solo che i dati aggiornati al 2016 sui mercati di sbocco dell’uva da tavola italiana sono in percentuale i seguenti: 58,3% mercato interno, Germania 11,6%, Francia 8,7%, Polonia 1%, Oltremare 1%, altri mercati di esportazione 16,4%.

www.corriereortofrutticolo.it

Luglio-agosto 2018


COPERTINA

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

PROTAGONISTI

REMO PATERNO. Il paladino del Trentino ‘operoso e silenzioso’

L’alpino di Serene Star Non c’è solo il Trentino Alto Adige di cui scriviamo sempre, quello di Melinda e dei grandi Consorzi altoatesini, c’è anche una realtà tanto discreta e silenziosa quanto operosa e in continua crescita, rappresentata dal Consorzio Interregionale Ortofrutticolo: una realtà che ha il suo cuore in Trentino, conta oltre 400 produttori in tutto il Nordest, ha aggregato Gruppi di primissimo piano come quello dei Clementi ed è presente sul mercato con un marchio sempre più riconoscibile anche sui banchi della GDO: Serene Star. Ne è il collante un uomo schivo e controcorrente, ma che proprio per questo è un personaggio: Remo Paterno. Un valligiano, un alpino (‘Tasi e tira’: stai zitto e lavora) che fin da ragazzo ha avuto come riferimento l’uoLuglio-agosto 2018

Senza sovrastrutture costose, ha costruito la grande realtà del Consorzio Interregionale Ortofrutticolo, forte di oltre 400 produttori e con la presenza del Gruppo Clementi

Sopra, Remo Paterno, presidente del CIO. Le mele rappresentano il 92% della produzione

mo più grande della Valsugana: Alcide De Gasperi e il suo impegno per il bene comune. Su questi presupposti Paterno ha costruito la sua mission: usare la cooperazione come strumento per innalzare la frutticoltura trentina e arginare i suoi ciclici momenti di crisi. “Sì - ci ha raccontato - stiamo crescendo e aggregando aziende e cooperative non più solo trentine. Siamo partiti nel 1997 in cinque, oggi abbiamo nel CIO undici gruppi aziendali che rappresentano oltre 400 frutticoltori. Nel 2016 abbiamo avuto due ingressi dall’Alto Adige e l’adesione del www.corriereortofrutticolo.it

25


PROTAGONISTI

COPERTINA

26

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

:- )

CHI è CONSORZIO INTERREGIONALE ORTOFRUTTICOLO

Il Consorzio Interregionale Ortofrutticolo (CIO) è una Organizzazione di Produttori aderente all’Unione Nazionale Italia Ortofrutta. Vi aderiscono oltre 400 aziende ortofrutticole specializzate raggruppate in undici principali centrali aziendali, per lo più cooperative, che operano nei territori trentino e veneto particolarmente vocati per la coltivazione di mele (Golden, Gala, Red Delicious, Jonagold, Granny Smith, Morgen, Fuji, Breaburn, Pink Lady e Modì) ma anche fragole, piccoli frutti ed ortaggi ottenuti nel rispetto di tecniche di produzione integrata e biologica. In particolare i produttori CIO, oltre alle mele, offrono un vasto assortimento di piccoli frutti ottenuti in zone di montagna quali: fragole, fragoline di bosco, lamponi, more, ribes e uva spina, mirtillo gigante; ortaggi a produzione sia integrata che biologica quali patate, carote, cavolo cappuccio, sedano rapa, zucchine, radicchio e fagiolini; kiwi e la rinomata susina di Dro. A queste produzioni alcune aziende consorziate aggiungono prodotti tipici trasformati quali i crauti della Val di Gresta ottenuti dalla macerazione e fermentazione del cavolo cappuccio, le confetture di frutta e le passate di verdure. Il Consorzio commercializza i propri prodotti a marchio Serene Star e nell’anno 2017 ha raggiunto un fatturato di oltre 57 milioni di euro. L’OP si è costituita nel 1997, inizialmente con cinque società cooperative trentine. Ha sviluppato successivamente un processo di aggregazione ancora in corso. Vediamo in breve, ad una ad una, le undici realtà aziendali

www.corriereortofrutticolo.it

che costituiscono l’attuale ossatura del CIO. Cooperativa Contadini Alta Valsugana - Levico Frutta Sca. Ha sede a Levico Terme, in Trentino. La cooperativa è stata fondata nel 1907 e conta un centinaio di soci produttori con una superficie coltivata che va dai 500 ai 700 metri sul livello del mare con produzioni ad elevato standard qualitativo di mele, pere, fragole, ciliegie e piccoli frutti quali lampioni, mirtilli, more e ribes. Tutte le produzioni sono certificate GlobalGAP. Dal 2013 ha iniziato l’introduzione di produzione biologiche. Cooperativa COBaV - Consorzio Ortofrutticolo Bassa Valsugana Sca. Ha sede a Castel Ivano, Villa Agnedo, appunto nella Bassa Valsugana e si estende fino ai confini della provincia di Belluno. E’ stata costituita nel lontano 1977 da alcuni produttori della zona. Vista la particolare zona vocata per la frutticoltura, ad un’altitudine di oltre 550 metri slm, produce ottime Golden oltre a varietà bicolori quali le Gala e le Fuji, che raggiungono un elevato grado di colorazione per le notevoli escursioni termiche nei periodi stagionali di pre-raccolta. Attualmente i soci produttori sono una cinquantina e coltivano, con il sistema della produzione integrata, circa 100 ettari di superficie frutticola. Nelle ultime annate si sta dando particolare spazio a razionali impianti di varietà tardive di ciliegio realizzati con coperture anti-grandine e antipioggia che arrivano a maturazione nel mese di luglio oltre a colture di piccoli frutti. Consorzio Ortofrutticolo Val di Gresta Sca. Ha sede a

Ronzo Chienis. Il territorio è quello del Trentino meridionale, a nord del Lago di Garda, di cui risente delle favorevoli condizioni climatiche, e precisamente della Val di Gresta, situata tra la Vallagarina e la bassa Valle del Sarca. In un territorio estremamente diversificato sui tipici appezzamenti distribuiti a terrazzo, si producono una serie di ortaggi ed in particolare zucchine, carote, cavoli cappucci, verze, sedano rapa, porri e finocchi, ma anche cavolfiori, fagiolini e tutta una serie di ortaggi a foglia, che vengono in gran parte conferiti da più di un centinaio di produttori al Consorzio che è nato come cooperativa agricola nel 1969. Il metodo di produzione risulta per la massima parte quello biologico e questo fa si che la Valle sia definita a pieno titolo come ‘L’orto biologico del Trentino’. Di particolare pregio risultano pure alcuni prodotti trasformati quali i tradizionali crauti, le passate di pomodoro ed alcune confetture di piccoli frutti. Da qualche anno il Consorzio ha attivato un’iniziativa denominata ‘bio cesta' destinata al consumatore finale. Cooperativa Agri ’90 Sca. Ha sede a Storo e si sviluppa su terreni del Trentino sud-occidentale ai confini con la provincia di Brescia, nella Valle del Chiese. La Cooperativa ritira le produzioni di circa un centinaio di singoli piccoli produttori della zona. Prodotti tipici sono, oltre alla famosa ‘farina gialla di Storo’, piccoli frutti quali fragole, ribes, more, uva draga e castagne assieme ad ortaggi e patate. Tutte le produzioni sono ottenute con metodi tradizionali a coltura integrata in un ambiente tipico di montagna. La Cooperativa si è costituita nel 1991 rilevando l’al-

Luglio-agosto 2018


COPERTINA

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

lora mulino per la macinatura del grano dalla Famiglia Cooperativa che aveva mosso i suoi primi passi già a partire dagli anni Venti. Attualmente la Cooperativa opera in una struttura decisamente funzionale portata a termine pochi anni fa. Cooperativa Fruchtmarkt Clementi Sca. Ha sede a Laives in Alto Adige e si è costituita nel 1989 da alcuni membri della famiglia Clementi da sempre vocata alla tradizione agricola e rurale. Attualmente è composta da circa 50 soci produttori con aziende frutticole altamente specializzate situate oltre che in Trentino Alto Adige anche nelle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna su una superficie di più di 700 ettari riguardanti in particolare mele, ma anche pere, susine e kiwi. Nella sede di Laives lo stabilimento ha impianti tecnologici continuamente aggiornati che permettono l’aumento progressivo della capacità di confezionamento e smistamento. Le più moderne tecnologie di stoccaggio garantiscono inoltre merce fresca in qualsiasi momento. L’esperienza pluriennale nel settore, l’unità familiare, i valori quali l’impegno personale, l’innovazione ed i controlli di qualità molto severi sono punti fermi nella filosofia aziendale e ne determinano tuttora l’attività. Molta attenzione viene poi posta anche allo sviluppo varietale con l’inserimento di varietà innovative nonché nuove tecnologie impiantistiche e produttive che possano migliorare la qualità delle mele e sviluppare il settore. Viene attuata una ferma collaborazione sia a livello vivaistico con esperti del settore che a livello di consulenza nell’assistenza tecnica alle produzioni.

Luglio-agosto 2018

Cooperativa FOS Freie Obstbauern Sudtirols Sca. Ha sede a Vilpiano in Alto Adige. Conta su 60 soci produttori in particolare di mele. Si è costituita nel 2000 ed opera su una superficie di circa 150 ettari. Caratteristica di questa realtà è la messa in vendita delle produzioni dei soci appena raccolte tramite asta, punto di riferimento stagionale di tanti operatori del settore frutta della zona. Cooperativa Melany Sca. Ha sede a Lagundo in Alto Adige, Val Venosta. Si è costituita nel 2000 per opera di 25 soci produttori ortofrutticoli. Le produzioni sono ottenute per più del 70% con il sistema di produzione biologico su una superficie di circa 70 ettari. Non solo mele e pere ma tutta una serie di ortaggi che assieme ad altri prodotti tradizionali cercano di trovare un sistema di vendita rivolto al consumatore finale. Alcuni soci della Cooperativa hanno infatti attuato assieme ad altri colleghi produttori di altre regioni italiane un’iniziativa collaterale di vendita di prodotti esclusivamente biologici con servizio a domicilio sotto il nome di Bioexpress. Mondoagricolo Srl. Ha sede a Madruzzo, nella Vallata del fiume Sarca, a nord del Lago di Garda, in una zona da sempre vocata alla frutticoltura. Una ventina di produttori hanno costituito una piccola realtà cooperativa collegata alla Mondoagricolo Srl che su circa 40 ettari di superficie producono mele, kiwi e susine di Dro. La società non ha proprie strutture di ricezione, ma si appoggia ai magazzini di conservazione delle altre realtà associate al CIO. Le produzioni sono certificate GlobalGAP.

Società Agricola San Lorenzo srl. Ha sede a Sequals, ai confini del Trentino, nella provincia di Pordenone. Alcuni frutticoltori hanno costituito la società nel 2008. Essa opera su una superficie di circa 50 ettari nel Comune di Sequals coltivando mele in particolare delle varietà Gala, Fuji, Granny, Morgen e Golden.

PROTAGONISTI

:- )

CHI è

CasPar Cherries. Ha sede a Cortaccia, frazione di Renon (Bolzano), storicamente eccellente area di coltivazione di ciliegie. A partire dal 2008 due soci produttori hanno costituito la società scegliendo di coltivare ciliegie di pregio in una zona soleggiata ad un’altitudine compresa tra 670 e 900 metri slm. Le varietà adottate sono Kordia e Regina, qualità di ciliegie a maturazione tardiva, che si sviluppano particolarmente bene a tale altitudine. Poco prima del raccolto le piantagioni vengono coperte con una particolare protezione anti-pioggia per prevenire eventuali spaccature. La raccolta viene eseguita con la massima attenzione e con il peduncolo intatto. Successivamente vengono raffreddate e selezionate a mano per l’immissione diretta sul mercato. Cooperativa COZ Zevio. Ha sede nel Veronese, nel Comune di cui porta il nome. Da oltre 50 anni, nel cuore della fertile pianura veronese con un clima mitigato dal vicino Lago di Garda, la cooperativa ritira le produzioni di circa 50 soci di fragole, ciliegie, meloni, mele e pere oltre che ortaggi. Da sempre l’obiettivo della cooperativa è finalizzato alla soddisfazione e garanzia del consumatore in termini di qualità, freschezza, scelta varietale e salubrità delle produzioni.

www.corriereortofrutticolo.it

27


ARANCIA ROSARIA. PERFETTO EQUILIBRIO TRA GUSTO E BENESSERE. Ricca di vitamine A, B, PP e C, ideale come coadiuvante della cura degli stati influenzali

Ricca di antiossidanti contro l’invecchiamento

Una sferzata di energia, ideale per chi pratica sport Effetti benefici sulla microcircolazione

Oggi Rosaria è anche una spremuta 100% di arance rosse, sempre fresca e disponibile tutto l’anno.


COPERTINA

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Lei è un uomo della cooperazione ma nello stesso ne è un forte critico, perché? “In Trentino la cooperazione ha sofferto di una tendenza negativa: l’ambizione di fare le cose in grande anche quando non è necessario. Questa grandeur, in taluni casi, ha fatto perdere il controllo della gestione con risultati all’opposto di quelli che avrebbe Luglio-agosto 2018

CHI è REMO PATERNO

:- )

Remo Paterno è nato in una famiglia di agricoltori nel 1945 a Spera, un piccolo Comune della Bassa Valsugana, di cui è stato sindaco negli Anni Ottanta. A non molti chilometri dalla sua casa abitava la famiglia di Alcide De Gasperi che a Borgo Valsugana si è spento nel 1954 (per Paterno, De Gasperi è sempre stato il punto di riferimento ideale). Ha frequentato l’Istituto agrario di San Michele all’Adige. Giovanissimo ha lavorato per la Regione alla diffusione del melo in Valsugana e poi a lungo all’Ispettorato Agrario di Borgo Valsugana. Ha dedicato la propria vita al mondo dell’associazionismo ed a promuovere lo sviluppo della cooperazione trentina con una propria personale visione, che combatte gli eccessivi apparati burocratici in nome dell’efficienza e dell’attenzione ai costi. Un personaggio che non ha temuto di andare contro-corrente, critico su quelli che ritiene essere stati gli eccessi della cooperazione trentina, ma che ha contribuito con il proprio impegno ad arginare e superare i momenti difficili della frutticoltura trentina, alla fine rafforzando la produzione e la valorizzazione delle eccellenze ortofrutticole dell’area. E’ il presidente della cooperativa COBAV (Consorzio Ortofrutticolo Bassa Valsugana) fin dalla sua costituzione e di una realtà importante come il Consorzio Interregionale Ortofrutticolo (CIO), dal suo anno di nascita, il 1997 che gestisce con equilibrio favorendo l’aggregazione e contribuendo al suo continuo sviluppo. Ha tre figli e un meleto di 30 ettari in Bassa Valsugana.

dato una gestione attenta. E’ mancato il coraggio di guardarsi negli occhi, di contenere i costi di gestione degli apparati burocratici. Servono le risorse per fare il necessario con dignità, non altro. Questo cerchiamo di fare al CIO: limitare i costi di gestione al necessario. Tutti gli sforzi dovrebbero invece concentrarsi sui problemi reali. Oggi in Trentino, nel settore delle mele, che è di gran lunga l’economia ortofrutticola più importante, perfino determinante, c’è un grande problema da affrontare: una importante riconversione varietale. C’è bisogno di nuove varietà.”

PROTAGONISTI

COZ di Zevio in provincia di Verona. Altri ci stanno guardando con interesse. Nel 2000, quattro anni dopo la nascita dell’OP Consorzio Interregionale Ortofrutticolo, abbiamo lanciato il marchio commerciale Serene Star per una produzione che resta largamente legata alle mele, che costituiscono circa il 92% del totale, ma che è sempre più diversificata, sempre più attenta all’innovazione varietale, alla sostenibilità del territorio tanto che abbiamo una buona percentuale di biologico. Non ci nascondiamo i problemi, certamente. A partire da quello della professionalità dei produttori che stanno alla base di tutto. Oggi il melicoltore deve essere preparato perché non può limitarsi alle varietà tradizionali, deve poter sviluppare anche le varietà che richiedono attenzioni e cure particolari e che sono richieste dal mercato. Credo che in tutta la regione Trentino Alto Adige solo il 20% dei produttori possa permettersi di fare Fuji, e questo non solo perché la varietà predilige determinate aree, cioè la collina e la mezza collina. Da noi in Valsugana, per fortuna, la Fuji viene bene anche se è una cultivar molto difficile. Come poi è noto, ci sono varietà in calo più o meno forte, come le Golden, che pure rappresentano ancora il 60-65 per cento della produzione, e varietà emergenti come la Gala e i suoi cloni, che da noi contano circa il 25% del totale. Il successo della produzione dipende dalla sua capacità di prevedere per tempo e adattarsi in fretta alle nuove tendenze”.

Quale è stato l’effetto dell’ingresso del Gruppo Clementi tra i vostri associati? “I Clementi, con il loro impegno per l’innovazione e la costante attenzione al mercato, la loro gestione sempre pronta a rispondere in tempi rapidi alle esigenze del mercato, la loro apertura ai mercati esteri, hanno molto da insegnarci e sono uno stimolo per tutto il CIO. In particolare, oggi abbiamo tutti attenzione all’innovazione.” Come è partita la campagna melicola 2018? “Decisamente meglio di quella del 2017, anche se qualche problema c’è sempre. Le prospettive della campagna sono un po’ al di sotto, in particolare in termini quantitativi, rispetto a quello che indicavano le previsioni. Ma andando oltre il giorno per giorno e la presente stagione, dobbiamo affrontare il problema della cimice asiatica e degli aspetti economici legati alla lotta a questo parassita. Ci potrebbero essere difficoltà non indifferenti. Dobbiamo prepararci”.

Paterno: “La riconversione varietale delle mele è il primo problema della cooperazione trentina”

www.corriereortofrutticolo.it

29


Scegli un partner VLFXUR H DÆ«GDELOH


ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

ASTE AL RIBASSO. Reazioni e silenzi sul caso dell’estate

Cosa c’è sotto l’iceberg Da “L’internazionale” del 25 luglio 2018: "L’offerta è di quelle irrinunciabili: una bottiglia di passata di pomodoro a 39 centesimi di euro, un litro di latte a 59 centesimi, un barattolo da 370 grammi di confettura extragusti a 79 centesimi, un pacco di pasta trafilata al bronzo a 49 centesimi. Diffuso a tappeto nelle cassette delle lettere e su internet, il volantino promuove i saldi sul cibo per attrarre una clientela sempre più vasta. A firmarlo è il gruppo Eurospin, quello della “spesa intelligente” e del marchio blu con le stellette, discount italiano con una rete di oltre mille punti vendita… Facendo un rapido calcolo, Luglio-agosto 2018

La doppia asta al ribasso di Eurospin salita agli onori della cronaca non è che la punta emergente di un problema complesso: il rapporto tra produzione e distribuzione. Servono le regole è possibile preparare una pasta al pomodoro per quattro persone spendendo quanto un caffè al bar. Ma come fa il gruppo veronese a proporre prezzi così stracciati? Dietro le offerte al consumatore, c’è un meccanismo perverso che finisce per schiacciare intere filiere e che ha conseguenze sulle dinamiche di produzione e sui rapporti di lavoro nelle campagne: l’asta elettronica al doppio ribasso. Questa pratica commerciale,

che somiglia più al gioco d’azzardo che a una transazione tra aziende, è sempre più diffusa nel settore della Grande distribuzione organizzata, soprattutto tra i gruppi discount. Fa leva sul grande potere che hanno acquisito negli ultimi anni le insegne dei supermercati, diventate il principale canale degli acquisti alimentari, e sulla frammentazione e lo scarso potere contrattuale degli altri attori della filiera”. www.corriereortofrutticolo.it

31


ATTUALITÀ

“È successo poche settimane fa scrive sempre L’Internazionale quando Eurospin ha chiesto alle aziende del pomodoro di presentare un’offerta di vendita per una partita di 20 milioni di bottiglie di passata da 700 grammi. Una volta raccolte le proposte, ha indetto una seconda gara, usando come base di partenza l’offerta più bassa. Alcuni si sono ritirati già dopo la prima asta. “Non ci stiamo dentro con i costi”, ha detto con fare sconsolato uno di loro, che ha chiesto di rimanere anonimo. Gli altri sono stati invitati a fare una nuova offerta, sempre al ribasso, su un sito internet. Si sono quindi trovati a dover proporre in pochi minuti ulteriori tagli al prezzo base, in modo da aggiudicarsi la partita”. Queste righe sono state il caso dell’estate. Reazioni, prese di distanza, silenzi. Alleanza delle Cooperative Agroalimentari è intervenuta subito: “Siamo molto preoccupati del fatto che alcune catene distributive adottino sistemi non trasparenti di contrattazione dell’acquisto di prodotti alimentari, che risultano fortemente penalizzanti per la filiera produttiva. Nei casi in cui tali metodi vengono usati per l’acquisto di prodotti di qualità certificata (biologico o denominazioni DOP e IGP), riteniamo che si agisca in totale spregio ai maggiori costi e ai sacrifici sostenuti dalle imprese per garantire ai consumatori un prodotto ad alto valore aggiunto”. Giorgio Mercuri, presidente di

32

www.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Alleanza, ha precisato: “È ora fondamentale che nell’ambito dell’approvazione della Direttiva comunitaria contro le pratiche sleali nella filiera alimentare attualmente all’esame del Parlamento UE vengano inserite le aste online, al fine di vietare modalità di acquisto non trasparenti che danneggiano i produttori e loro cooperative”. Nel corso dell’estate le prese di posizione si sono susseguite. Alcune grandi catene distributive come Coop Italia, preoccupate per la concorrenza sleale che finiscono per subire, hanno immediatamente preso le distanze facendo sapere di non praticare questi meccanismi d’acquisto. La stessa Lidl, primo concorrente di Eurospin nel segmento dei discount, ha fatto sapere, anche se non ufficialmente, in una dichiarazione rilasciata a un sito specializzato: “Da noi le aste non si fanno”. Da altre parti silenzio assoluto. Qualcuno ha cercato nelle pieghe della legislazione corrente: nella pratica delle aste al doppio ribasso non c’è nulla di illegale. Il problema però c’è, eccome, ed è più vasto del fenomeno in se, è la punta di un iceberg che nasconde tutti i meccanismi del rapporto tra produzione e distribuzione alimentare e ancora di più il rapporto tra produzione e distribuzione dei prodotti freschi e deperibili come l’ortofrutta. Le pratiche commerciali che vedono la grande distribuzione organizzata come parte forte e determinante

nel fissare condizioni e prezzi andrebbero regolate. Usiamo il condizionale ma questa è una necessità molto avvertita nella produzione ortofrutticola italiana. All’estero gli esempi ci sono ma innanzitutto c’è bisogno di una legislazione europea. Il caso delle doppie aste al ribasso ha gettato una luce nuova sull’attualità e la necessità dell’azione avviata dall’on. De Castro a Bruxelles per normare il commercio mettendo al bando le pratiche sleali. In mancanza di regole, non solo vige la regola del più forte ma ognuno fa quello che vuole o si arrangia come può. Dunque, a rigore di logica, la prima responsabilità su questa tema ricade sulla politica, sull’assenza della politica. D’altra parte, demonizzare la grande distribuzione da parte della produzione è un banale errore. Il canale GDO è un’enorme, imprescindibile realtà per la vendita dell’ortofrutta; ha recentemente esaltato i prodotti del territorio certificati facendoli decollare a livello commerciale. Ma un secondo livello di responsabilità è l’assenza di accordi di sistema tra produzione e distribuzione applicabili dai singoli attori della filiera, in assenza dei quali la distribuzione può fare la cosa più naturale: ciò che gli conviene. (Nel prossimo numero della rivista, entreremo con ampiezza nello specifico di questo caso e di questo argomento).

Luglio-agosto 2018


CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

ATTUALITÀ

Mele: produzione quasi-record con la Polonia sempre più regina Ritorno alla normalità per le mele in Europa. Dopo la terribile annata 2017 il raccolto in corso dovrebbe registrare volumi nelle media degli ultimi anni. A rivelarlo sono i dati diffusi il 9 agosto a Prognosfruit, l’appuntamento annuale in cui si delineano le previsioni produttive di mele e pere in Europa, che si è tenuto (guarda caso) a Varsavia e a cui hanno partecipato oltre 300 delegati provenienti da tutto il continente. Secondo i dati presentati a Varsavia dalla World Apple and Pear Association (WAPA), per quest’anno è prevista una produzione europea di mele pari a 12,6 milioni di tonnellate, record produttivo, superando i 12,3 milioni di tons del 2015. Un pieno recupero rispetto allo scorso anno (+36%), in cui si erano registrati gravi problemi climatici. Tuttavia l’aumento rispetto alla media produttiva 2014-2016 - che rimane il migliore termine di paragone rispetto all’anomalo 2017 - è limitato ad un +3%. Come sottolinea Assomela, per i Paesi colpiti pesantemente dalle gelate primaverili dello scorso anno c’è un riallineamento della produzione con quella media del triennio 2014-2016. L’Italia torna su livelli medi, dopo la batosta del

I polacchi sfiorano i 4 milioni e mezzo di tonnellate mentre l’Italia, seconda in Europa, si ferma a 1,7 milioni. I magazzini vuoti a inizio campagna hanno favorito un buon avvio di mercato

Tiene la produzione in Trentino e Alto Adige. Più forte il Piemonte

Luglio-agosto 2018

www.corriereortofrutticolo.it

33


SUPER EcoBins

Contenitore a Pareti Abbattibili

Ecobins, è il prodotto ideale per i settori industriale ed agro alimentare. Grazie alle pareti abbattibili, che passano da quattro a zero in pochi secondi, è possibile ottenere un risparmio economico di tre volte superiore alla concorrenza ed un guadagno di spazio del 66% rispetto ai bins tradizionali. Ecobins è moderno, veloce, economico, efficace e al 100% riciclabile.

80cm

e 100 cm

60cm

Adesso disponibile in TRE altezze, 100 x 120 x h60, 80,

Gar Garantito arran a tito aV Vitta Vita

100 cm

Novità!

ogni 3 ccontenitori ontenitori e/o singolo elemen to elemento irrimediabilmen te danneggia to ne v errà ffornito ornito irrimediabilmente danneggiato verrà 1 nuo vo gr atuitamente per sempr e nuovo gratuitamente sempre

CONCESSIONARI IC ONCESSIONARI Campania - Puglia Calabria - Basilicata

PLASTICA SUD S.R.L. CAIAZZO DI A. CAIAZ ZO & C. Angri ((SA) SA) 84012 V.. Emanuele 155 c/so V Sarno ((SA) SA) 84087 loc. Ingegno, aarea rea PIP llotto otto 55 Tel. T el. 081 5131866 Fax 081 948387 iinfo@plasticasud.it nfo@plasticasud.it www.plasticasud.it www.pla sticasud.it

Piemonte - Valle D’Aosta - Liguria

IMBALPLASTIC IMBALPLASTIC GARDINI SNC DARIO DARIO & C. Via Peveragno Peveragno 90 Boves 12012 B oves (CN) Tel. Tel. 0171/380432-380272 Fax 0171 390470 imbalplastic@multiwire.net imbalpla stic@multiwire.net

Altre Regioni

Veneto

PENTA PLAST DI SATANASSI A. & C.SNC ato n.3 fr.Romagnano o Via dell’Artigianato 47866 Sant’Agata Feltria (RN) Tel. 0547 699040 Fax 0547 699066 info@pentaplast.it www.pentaplast.it

Lombardia L omb o ardia

IL CONTENITORE Srl Via Figino, 46/A 20016 Pero (MI) Tel. 02 3538197-33910723 Fax 02 3390183 info@ilcontenitore.it www.ilcontenitore.it

PLASTICONTENITOR Srl C.da Arizza C.P. 54 97018 Scicli (RG) Tel. 0932 851306 Fax 0932 852726 plastii@tin.it www.plasticontenitor.it

Friuli - Venezia Giulia - Veneto

IMBALL NORD Srl PLASTIC NORD Srl V.le Felice Cavallotti 1 35124 Padova Tel. 049 9800857-9801376 6 Fax 049 9801455 info@imballnord.it www.imballnord.it

EcoBins EcoBins

PENT PENTA A PLAST DI SA SATANASSI TA ANASSI A. & C.SNC Via dell dell’Artigianato ’Artigianato n.3 fr fr. r. Romagnano 47866 Sant’ Sant’Agata Agata F Feltria eltria a ((RN))

Sicilia

Tel.0547/699040 Tel.0547/699040 Fax Fax 0547/699066

inf info@pentaplast.it o@pentaplast.it www www.pentaplast.it .pentaplast.it

Contenitore Contenitore a Pareti Pareti Abbattibili Abbattibili

per novità novità ed aggiornamenti vai vai su www.pentaplast.it www.pentaplast.it


ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Nonostante il recupero europeo, cala la produzione di 5 Paesi

2017 in cui si era fermata a 1,7 milioni di tons. Quest’anno invece è prevista una produzione di 2,2 milioni di tonnellate, in linea con il 2014-2016. All’estero spicca la produzione record della Polonia che tocca i 4,4 milioni di tonnellate contro i 2,8 milioni del 2017 e i 4 milioni del 2016, segnando un +14% rispetto alla media 20142016. Rispetto alla media del triennio 2014-2016, come ricorda sempre Assomela, arretrano la Francia (1,5 milioni di tons, -3%), la Germania (990 mila tons, 5%), il Portogallo (-7%), la Spagna (-4%), il Belgio (-22%) e l’Olanda (-23%), quest’ultima già segnata da una significativa siccità. L’Austria torna ad un raccolto normale, così come Croazia ed Ungheria. Con una primavera con temperature favorevoli e poche piogge, la fioritura è stata in generale molto buona. Alcuni Paesi del Centro e Nord Europa sono stati colpiti da una siccità prolungata a cui solo le aziende dotate di moderni impianti di irrigazione hanno potuto Luglio-agosto 2018

parzialmente sopperire. La grandine, che pure aveva colpito ampie zone lo scorso anno, non sembra invece aver provocato particolari danni, per cui la quantità di frutti destinati alla trasformazione rientrerà ad un livello ‘fisiologico. Visto il clima particolarmente caldo in alcune aree d’Europa, il calibro medio in diversi Paesi è tendenzialmente inferiore alla media. Per quanto riguarda le varietà, in Europa la Gala dovrebbe raggiungere il record di produzione con 1,45 milioni di tonnellate, così come la Red Delicious con quasi 700 mila tonnellate. Abbastanza stabile è la produzione di Fuji mentre rispetto alla media del

Tirano sempre di più le varietà a club, in aumento anche le Gala, stabile la Cripps Pink mentre tutte le altre varietà sono più o meno in calo

triennio 2014-2016 cala la Golden Delicious, per la quale, se si esclude lo scorso anno, ci si aspetta una produzione tra le più basse di sempre. Si conferma la crescita costante delle nuove varietà, che avanzano velocemente e si assestano per il 2018 a 307 mila tonnellate. Aumenta la produzione anche dei gruppi Pinova e Cripps Pink mentre la Granny Smith torna a livelli di produzione pre-2017. Entrando più nel dettaglio della produzione italiana e guardando lo scenario regione per regione, la situazione non è uniforme, come sottolinea anche Assomela. Recuperano la perdita dello scorso anno, attestandosi però al di sotto del pieno potenziale produttivo, sia il Trentino che l’Alto Adige. Cresce, invece, in maniera significativa il raccolto del Piemonte, per effetto dei nuovi melati piantati in sostituzione del kiwi. Le altre regioni tornano a livelli produttivi paragonabili a quelli del 2016. Rispetto alla situazione Europea, l’Italia presenta poi dinawww.corriereortofrutticolo.it

35


ATTUALITÀ

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Produzione stabile per le pere in Europa L’Italia resta leader ma crescono Olanda e Belgio

36

In occasione del Prognosfruit di Varsavia, sono stati diffusi anche i dati previsionali sulle pere. In Europa è previsto un raccolto di 2,3 milioni di tonnellate, in linea con il 2017 (+4%), che si era fermato a 2,2 milioni. Nel 2016 si erano toccati i 2,1 milioni di tonsìnellate e nel 2015 si erano sfiorati i 2,4 milioni. Il 2018 dovrebbe registrare dunque un +3% rispetto alla media del triennio 2015-2017. L’Italia mantiene saldamente la leader-

ship tra i Paesi produttori europei con 741 mila tonnellate previste, sulla stessa lunghezza d’onda del 2017 e con un +2% rispetto alla media 2015-2017. Abbastanza costante anche il Belgio con 318 mila tonnellate (+2% sul 2017 e -5% sul triennio 2015-17). Cala il Portogallo con 158 mila tonnellate, ma solo rispetto alla abbondante scorsa annata, mentre sull’ultima media triennale guadagna il 9%. Cresce l’Olanda con quasi 400 mila tonnellate,

+21% sul 2017 e +13% sul 20152017. Piuttosto stabile la Francia con 135 mila tonnellate, in calo la Spagna. Sulle varietà a livello europeo domina sempre la Conference, che cresce ulteriormente a 953 mila tonnellate. Distaccata l’Abate, che rimane comunque la seconda varietà maggiormente prodotta (quasi tutta in Italia) con 33 mila tonnellate, in leggera crescita (+2% sul 2017 e +5% sul 2015-2017).

miche varietali distintive ed incoraggianti. Si riassesta, pur perdendo forza rispetto al periodo precedente, la Golden Delicious (-16% sul triennio 2014-2016), con una riduzione molto più marcata rispetto al quadro europeo. Le varietà Red Delicious (-3%) e Granny Smith (-5%) si avvicinano ai livelli produttivi della media 2014-2016, mentre la Fuji riduce più marcatamente la produzione (-7%). Abbastanza stabile la varietà Cripps Pink (+4 sul 2017, 6% sul triennio considerato). Tra la varietà maggiori solo la Gala supera il volume medio di produzione del triennio 2014-2016 (+3%). Crescono ancora le varietà che includono le mele club (+61% sul triennio 2014-2016), che dimostrano l’interesse dei consumatori verso le nuove proposte dei consorzi italiani. La raccolta piena è cominciata regolarmente in Italia immediatamente prima della metà di agosto con le varietà e nelle aree più precoci, in linea con le ultime stagioni. I calibri si sono presentati nella norma, la qualità dei frutti ottima e non si è stato segnalato nessun problema fitosanitario specifico. Dal punto di vista organolettico e qualitativo la situazione è giudicata dagli esperi ‘molto buona’. La grandine, fino alla fine di

agosto, ha interessato aree piuttosto limitate, con danni leggeri, e tenuto conto dell’andamento climatico degli ultimi mesi si prevede che la quantità di mele da destinare alla trasformazione sarà inferiore rispetto alla scorsa stagione e ritornerà su livelli “normali”, tra l’11 ed il 12% della produzione totale. Dal punto di vista commerciale, continua a pesare in modo sfavorevole “il prolungamento della chiusura del mercato russo e la instabile situazione economica e politica nei principali Paesi nordafricani” (il virgolettato è di Assomela). Alcuni Paesi produttori, tra cui l’Italia, soffrono non solo della perdita di mercati ormai consolidati (Egitto e Algeria su tutti), ma anche della mancanza di protocolli fitosanitari bilaterali tra lo Stato esportatore e quello importatore per importanti aree geografiche. “In questo contesto un maggiore impegno delle autorità dei singoli stati e dell’UE, costantemente richiamato da associazioni di tutti i Paesi ad a tutti i livelli, non solo è auspicabile, ma necessario”. sostiene Assomela. Tuttavia l’inizio della nuova stagione commerciale ha un un elemento non secondario a suo favore: i magazzini sono totalmente liberi da mele della stagione pre-

cedente. Da considerare anche, a beneficio dell’export italiano ma anche del mercato interno, la progressiva maggiore disponibilità di varietà nuove ed apprezzate dai consumatori ed il ruolo dell’industria di trasformazione, che potrebbe rappresentare una valvola di sfogo interessante per i frutti di bassa qualità. Stante la pressione interna nel bacino europeo e il tasso di cambio sfavorevole per operatori di Paesi Terzi, non si prevede un aumento delle importazioni dall’Emisfero Sud, che nel 2017, favorite dalla scarsa disponibilità di prodotto in Europa, erano invece leggermente riprese. Le aspettative per la stagione commerciale 2018/2019 sono riporta Assomela - “ragionevolmente positive, soprattutto per i frutti di qualità e calibro superiore e grazie alla forte organizzazione del sistema melicolo italiano, che rappresenta un fattore di competitività determinane, in particolare per guidare il processo di innovazione varietale e per l’esportazione". Secondo gli esperti, nel prossimo futuro l’impegno della produzione melicola italiana orienterà ancora maggiori energie verso l’export, ma resta indispensabile un vero approccio di sistema.

www.corriereortofrutticolo.it

Luglio-agosto 2018


REPORT

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

NEL CUORE DEL FICO D’INDIA DELL’ETNA. Visita a La Deliziosa

Il tesoro di Biancavilla Antonio Felice Una famiglia forte, una produzione esclusiva, un territorio straordinario. Ci si mette il naso e si ha la conferma: è tutto vero. Sui primi contrafforti dell’Etna, su terreni in cui affiora qua e là la pietra lavica, ad un’altezza che parte dai 250 metri per arrivare a 650-700 metri, ci si imbatte nella sorpresa di una distesa pressoché infinita di una pianta portata da Cristoforo Colombo dalle Americhe 525 anni fa e attecchita qui come in nessun’altra parte d’Europa: il fico d’India. Se non esiste una zona nel Mediterraneo in cui questa particolare pianta, della famiglia dei cactus, si sia diffusa per secoli più che in Sicilia, diventando persino un simbolo dell’identità dell’isola, qui, tra i Comuni di Biancavilla, Santa Maria di Licodia e Belpasso, si è formato un singolaLuglio-agosto 2018

L’OP La Deliziosa produce circa un quarto dei fichi d’India siciliani, grazie ad uno straordinario processo di aggregazione in un territorio che per le sue caratteristiche ha ottenuto la DOP

La campagna del primofiore è in pieno svolgimento e, al controllo, anche quest’anno la qualità del Fico d’India dell’Etna DOP è elevata

www.corriereortofrutticolo.it

37


REPORT

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Il progetto Sicilio è partito alla grande e copre quest’anno il 20% della produzione Coltivato alle pendici del vulcano attivo più alto d’Europa, il fico d’India dell’Etna DOP si può considerare un’eccellenza della produzione ortofrutticola italiana per la sua tipicità esclusiva e per le sue caratteristiche nutrizionali e di salubrità. Contiene minerali, vitamine e antiossidanti ed è al 100% naturale. La campagna produttiva dura quattro mesi e si divide in due periodi: il primo fiore da fine luglio a metà settembre, il secondo fiore da metà settembre al 20 novembre circa. Se ne distinguono tre varietà sulla base del colore della polpa: le cultivar gialla, rossa e bianca. La prima, detta anche ’Sulfarina’ è la più diffusa per la sua grande capacità produttiva, è ricca di succo ed ha un gusto decisamente dolce. La cultivar rossa, la ’Sanguigna’, è apprezzata re connubio tra il fico e l’Etna e il risultato è un frutto dalla qualità superiore che ha portato, nel 2003, al riconoscimento della Denominazione d’Origine Protetta: appunto Fico d’India dell’Etna DOP. Che per una volta è molto di più di una risultanza burocratica: il fico d’India modella il paesaggio etneo, preserva l’ambiente dall’erosione grazie alle sue radici che riescono a dissodare il terreno vulcanico, protegge dai venti e persino dal fuoco (le pale del fico sono ignifughe) ed è ripagato dal vulcano che conferisce al frutto una particolare ricchezza grazie ai minerali che vengono assorbiti dalle radici. Ma quello che è successo solo qui, in questa parte della Sicilia, in particolare nei territori dei tre Comuni citati, è qualcosa di raro: la gestione unitaria di una produzione che rappresenta quasi un quarto dell’intera produzione siciliana. Sull’isola la coltivazione

38

www.corriereortofrutticolo.it

per il bel colore rubino, la dolcezza e la limitata presenza di semi nella polpa. La cultivar bianca o ‘Muscaredda’, pur presentando il colore meno appariscente, è la più apprezzata per il sapore zuccherino e la polpa croccante. La Deliziosa ha scommesso su questi frutti come nessuno in Italia dando vita a un marchio nato per valorizzare la genuinità, l’elevata qualità e l’appartenenza allo straordinario territorio dell’Etna di un fico d’India considerato il numero uno al mondo. Sicilio è

un progetto su vasta scala, che ha mosso i primi passi nel 2015 e punta a conquistare le tavole dei consumatori italiani e stranieri. Per La Deziosa è stato l’inizio di un’avventura imprenditoriale senza precedenti, il completamento di un percorso partito dall’amore per questa produzione (in cui all’inizio pochissimi credevano), continuato con una commercializzazione sempre più importante e approdato a un piano di marketing sofisticato, con materiali di comunicazione, un packaging dedicato e iniziative mirate che raccontano ai consumatori e alla filiera l’eccellenza del fico d’India dell’Etna DOP a marchio Sicilio. Tra il 2016 e il 2017 Sicilio ha avuto i primi test commerciali e nel 2018 sta dimostrando di essere stato una scelta vincente.

del fico d’India si sviluppa su circa 2.400 ettari, di questi quasi 600, per una produzione di oltre 5.000 tonnellate, sono gestiti dalla OP La Deliziosa di Biancavilla, la cui costituzione e il cui straordinario sviluppo sono legati alla famiglia Bua che ha creduto nel fico d’India come risorsa econo-

mica del territorio quando non ci credeva nessuno e fin dal 1988 ha “pensato in grande” dando a una coltivazione a propagazione naturale un assetto agronomico negli anni sempre più organizzato, sviluppando contatti commerciali sempre più importanti, dando vita a un processo di aggregazione produttiva, ancora in corso, senza precedenti nella zona e per quanto riguarda la coltura del fico d’India senza precedenti in Sicilia. Oggi il fico d’India è l’economia più importante di Biancavilla e della vicina Santa Maria di Licodia ed ha la forza di muovere da qui alla conquista dell’Italia e dei mercati europei. I Bua sono alla terza generazione, con giovani preparati che sono entrati in azienda da qualche anno con la volontà di dare nuovo impulso al processo di sviluppo, attenti alla gestione e al marketing. Da Pietro, il fondatore, si è passati ai figli Giovanni (che ha Luglio-agosto 2018


REPORT

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

accompagnato il padre nella fase pionieristica dello sviluppo del fico d’India), Antonino (che si occupa del lavoro in campagna) e Salvatore (che si occupa della commercializzazione), che ancora hanno un ruolo cardine, ed ora ai nipoti, come Pietro junior, figlio di Antonino, che lavora nella gestione aziendale e nel marketing, Pietro, figlio di Giovanni, che gestisce l’attività commerciale, Sarah, figlia di Salvatore, che si occupa delle relazioni estere, e altri ancora che si stanno misurando con diverse funzioni aziendali. E’ una famiglia grande, che marcia nella stessa direzione, che dà spazio ai giovani ed è il ‘motore’ del fico d’India dell’Etna DOP oltre che la fucina di idee che ha generato ‘Sicilio', il primo brand italiano del fico d'india. Un marchio cucito su misura per rappresentare al meglio l'altissima qualità di questo frutto incredibile, nato per dare un volto ed un'identità ben Luglio-agosto 2018

Nella foto grande in alto, da sinistra, Giovanni, Salvatore, Sarah, Pietro e Pietro junior Bua, nel loro magazzino di Biancavilla

precisa al prodotto che per questa azienda rappresenta un legame indissolubile tra tradizione ed innovazione e che, gustato nelle campagne di Biancavilla, appena colto, è davvero una ‘botta di vita’. Sicilio rappresenta quest’anno il 20% della produzione, a marchio La Deliziosa è invece commercializzato il 50% mentre

il 30% è confezionato direttamente per i marchi della GDO italiana. Nei poderi di La Deziosa si è in pieno periodo di raccolta - assolutamente manuale, con l’impiego di manodopera locale - e a fine settembre si passerà dal ‘primo fiore’ al ‘secondo fiore’, il cosiddetto 'bastardone'. Il fico d'india www.corriereortofrutticolo.it

39


REPORT

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Un ricco paniere di prodotti che comprende l’arancia rossa OP La Deliziosa associa 112 produttori che coltivano su 1.800 ettari della Sicilia Orientale, in particolare del Catanese, agrumi (1.000 ettari), fichi d’India (600 ettari) e altre produzioni ortofrutticole (200 ettari). L’attività è partita nel 1988 per iniziativa di Pietro Bua ed è gestita oggi dai figli Giovanni, Antonino e Salvatore e dalla terza generazione dei Bua, uniti dall’obiettivo di valorizzare il territorio e di produrre una qualità riconosciuta sul mercato interno e internazionale. Il fico d’India è la produzione che maggiormente distingue La Deliziosa, che ha raggiunto per questo frutto una specializzazione che si può considerare probabilmente unica a livello siciliano, italiano ed europeo, una specializzazione che nasce dalla profonda passione per questa coltura particolarissima e dalla forte volontà, mantenuta in lunghi anni di impegno lavorativo, andando anche contro-corrente, di portare il fico d’India dell’Etna

40

www.corriereortofrutticolo.it

al successo commerciale, grazie anche all’ottenimento della DOP. La Deliziosa è comunque anche uno dei maggiori produttori di arancia rossa di Sicilia IGP e vanta pure una cospicua produzione di pomodoro di Pachino IGP. Tra le altre produzioni la pera Coscia dell’Etna, la pesca bianca di Bivona IGP e la pesca di Leonfonte IGP, infine i meloni Cantalupo. Una efficiente organizzazione che si rinnova nel tempo ha permesso a La Deliziosa di ottenere importanti riconoscimenti da parte dei più forti distributori italiani e di alcune importanti catene europee.

viene poi despinato e le tre varietà gialla, rossa e bianca vengono confezionate dando vita a packaging colorati, preparati su misura per le esigenze della grande distribuzione a cui è destinato circa il 75% della produzione totale. Le piante, hanno la particolarità di riuscire a crescere da una singola talea (o pala) ancorata al terreno da una pietra lavica, ed oggi vengono accuratamente disposte in filari, ben distanziate l’una dall’altra, in impianti sempre più moderni che facilitano la raccolta dei frutti. La selezione delle varietà è continua e avviene con attenzione attraverso la scelta delle piante madri più adatte dando vita così, anno dopo anno come spiega Giovanni Bua tra le distese di una tenuta ai piedi dell’Etna - a un deciso miglioramento genetico. L’azienda agricola storica della Deliziosa, una distesa sconfinata di piante di fico d’India di vecchia e nuova produzione, nel tempo si è estesa ed arricchita, permettendo attraverso il fico d’India di ridare forza e vigore a vecchie aziende semi-abbandonate per le quali esistono progetti di sviluppo anche nel settore dell’agri-turismo di élite. Del fico d’India - spiegano i Bua non si getta via niente; si tratta di una coltura sostenibile e ad impatto zero riutilizzabile in ogni sua parte. I semi e le pale hanno proprietà straordinarie ed è in ‘pista di lancio’ un progetto per l’utilizzo alimentare delle pale. Il frutto, oltre che fresco, può essere utilizzato in cucina insieme alle bucce; l’ottimizzazione delle catena del freddo permetterà si espandere la commercializzazione del frutto già sbucciato, che già avviene su scala ridotta in via sperimentale. La storia di questo frutto in questo territorio, che passa dall’intraprendenza e dal coraggio imprenditoriale di gente come i Bua, è il segnale che l’ortofrutta in Sicilia sa essere competitiva come componente essenziale del settore a livello nazionale. Luglio-agosto 2018


CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

MERCATI&

L’assemblea dei soci del Gruppo Selex, svoltasi lo scorso luglio a Madrid, ha approvato il bilancio 2017 che si è chiuso con ottimi numeri, confermati anche nella prima parte del 2018. La compagine Selex vede certificato un fatturato alla vendita 2017 di 10,5 miliardi, con un +4,1% sull’anno precedente. Rispetto ad un mercato che è cresciuto del 2,6 il dato è ancor più significativo per il Gruppo che si conferma essere la terza realtà della distribuzione moderna in Italia, con quota di mercato che, a gennaio 2018, si attesta al 10,4%*. A Madrid è stato presentato anche l’andamento dei primi 5 mesi del 2018, che si dimostra di nuovo vincente rispetto al mercato. Le insegne nazionali e regionali del Gruppo registrano infatti, a parità di rete di vendita, un +1.4%, con un mercato che scende dell’1.7%, e anche il fatturato complessivo è molto positivo: +4.3%, con il mercato a +1.9% (dati Nielsen). “I risultati positivi, ottenuti in un contesto che rimane difficile, sono frutto di continui investimenti operati in questi anni per rinnovare la rete di vendita e per garantire competitività all’offerta” ha commentato il presidente Dario Brendolan. “Le sfide che abbiamo davanti richiedono ancora maggior determinazione perché il nostro settore è attraversato da cambiamenti epocali rispetto ai quali siamo chiamati a dare le giuste risposte che i clienti si aspettano e questo è l’impegno che tutti i soci Selex hanno confermato anche in occasione di questa assemblea”. Per il 2018 l’assemblea ha confermato il piano di investimenti per 330 milioni di euro (il 30% in più del 2017), fra nuove aperture e ristrutturazioni, con l’obiettivo di Luglio-agosto 2018

DISTRIBUZIONE

Selex cresce più del sistema e si conferma terzo retailer Il fatturato 2017 del Gruppo sale a 10,5 miliardi di euro con un +4,1% sul 2016. Andamento positivo anche nel difficile primo semestre 2018. Ma la competizione è sempre più forte

Svolta al vertice. Brendolan passa il testimone a Revello Il consiglio di amministrazione di metà luglio, a meno di due settimane dall’assemblea di Madrid, ha nominato il nuovo presidente del Gruppo Selex che succede a Dario Brendolan, al termine dei due mandati trascorsi. Alessandro Revello (nella foto), piemontese, seconda generazione della famiglia fondatrice del Gruppo Dimar, sarà alla guida di Selex per il prossimo triennio. Votato all’unanimità, Revello, classe 1973, è il più giovane presidente della storia di Selex. Un segnale di rinnovo e di stima verso il direttore generale della Dimar Spa, impresa che dal 1980 è fra le maggiori realtà del Gruppo Commerciale Selex. Le prime parole, doverose quanto sincere, sono state per chi ha rappresentato con sapienza e autorevolezza il Gruppo in questi sei anni: “Un grazie innanzitutto al presidente Brendolan che ci ha guidati in anni instabili ma di grandi soddisfazioni con maestria”. Dario Brendolan è stato nominato vice presidente insieme a Giovanni Pomarico (Megamark di Trani), gli altri consiglieri sono Salvatore Abate (Roberto Abate di Catania), Marcello Cestaro (Gruppo Unicomm di Vicenza), Gian Giuseppe Murgia (Superemme di Cagliari), Giancarlo Panizza (Gruppo Il Gigante).

www.corriereortofrutticolo.it

41


DISTRIBUZIONE&

MERCATI

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Penny Market punta al territorio con il nuovo marchio Vicino Sostenere i piccoli produttori locali dando voce alla loro esperienza, salvaguardandone le tradizioni familiari, puntando al rispetto del territorio e della natura e valorizzando le aree vocate di produzione. Questi gli obiettivi che Penny Market vuole perseguire con lo sviluppo e l’introduzione del nuovo marchio 'Vicino - Prodotti del tuo territorio”, per offrire i sapori della tradizione con semplicità e prezzi convenienti anche nel reparto frutta e verdura. La nuova linea pone al centro dell’offerta alcuni tra i più importanti valori di Penny Market come l’attenzione verso il territorio e la sostenibilità ambientale, privilegiando i regionalismi per andare incontro alle esigenze di tutti i clienti, cogliendo così l’opportunità di diversificare l’offerta nelle diverse regioni in cui Penny Market è presente. Attraverso il marchio Vicino, Penny - informa una nota aziendale - vuole sostenere i piccoli produttori locali in un’ottica di innovazione dell’etica di produzione, puntando alla sostenibilità come criterio di scelta, salva-

guardando l’integrità ambientale. Questa missione ha da subito incontrato il favore e l’entusiasmo dei fornitori locali, che sono diventati testimonial del brand Vicino e sono lieti di condividere con Penny la passione per il proprio lavoro e la cura verso il territorio e i suoi frutti. L’assortimento è destinato ad ampliarsi nel corso dei prossimi mesi e si compone di circa 25 referenze (per esempio: insalata trocadero, insalata gentile, pomodoro datterino, uva) che si alternano a seconda delle stagioni, ad ulteriore dimostrazione dell’impegno di Penny nella soddisfazione delle richieste dei propri clienti che confermano sempre più di apprezzare i prodotti a marchio vicini alle realtà locali e al territorio.

A luglio 11 aperture per MD Da qui al 2021, 45 nuove aperture all’anno: lo aveva annunciato Patrizio Podini, presidente e fondatore del Gruppo MD, presentando ad aprile 2018 il piano quadriennale del Gruppo. A quattro mesi da quell’annuncio si sono già accese 14 nuove insegne MD, di cui 11 nel solo luglio 2018. Un mese che sarà ricordato per tanti primati: il debutto di MD in Toscana, unica regione italiana dove l’insegna non era presente e che oggi vede sventolare la prima bandiera MD a Terricciola, in provincia di Pisa; l’apertura del terzo punto vendita a Palermo, in un quartiere bisognoso di servizi come Brancaccio; il consolidamento nelle Marche con l’apertura a Senigallia di uno dei più grandi store MD del Centro Italia; seguito la settimana successiva dall’apertura di San Benedetto del Tronto. A luglio va anche il primato dell’opening day: giovedì 26 luglio, infatti, si sono avuti 4 tagli del nastro.

42

www.corriereortofrutticolo.it

crescita del fatturato alla vendita del 4,2%. “L’andamento del 2017 e del 2018 stanno confermando la bontà di alcune scelte strategiche e di politica commerciale attuate dal Gruppo negli ultimi anni”, ha confermato Maniele Tasca, direttore generale del Gruppo. “Nel prossimo futuro assisteremo ad un ampliamento della competizione, anche con nuove formule, ed il nostro impegno è quello di migliorare costantemente l’esperienza d’acquisto di un cliente sempre più esigente”. Le referenze alla marca del distributore sono in costante evoluzione perché è il mercato che ne riconosce il valore. Nel 2017 le vendite hanno registrato picchi oltre il +20%, e il trend è più che positivo. Sul portale CosìComodo (www.cosicomodo.it), creato dal Gruppo per consentire a chi vuole effettuare la spesa online di scegliere da casa fra prodotti alimentari freschi e confezionati e articoli per la cura personale, della casa e degli animali, sono oltre 2.000 le referenze a marchio Selex acquistabili, con numerose linee specialistiche, bio e premium. A distanza di un anno dal lancio i numeri sono molto positivi, ad oggi sono ormai sei le insegne che si possono scegliere sul sito aggregatore di Gruppo ed entro fine anno al servizio Clicca& Ritira verrà affiancata anche la consegna a casa. Stimolante anche l’andamento delle partnership del Gruppo con ESD Italia e la centrale internazionale EMD, entrambe leader di mercato nei rispettivi ambiti. “La crescente forza di EMD deriva dalle relazioni fra le imprese”, ha precisato Maniele Tasca. “Il costante scambio di know-how tra gli aderenti, insieme ad un livello di servizi erogati ai fornitori sempre più elevato, consente infinite opportunità di crescita”. L’Assemblea si è chiusa rinviando il rinnovo del consiglio di amministrazione per i prossimi tre anni al primo cda di luglio. Luglio-agosto 2018


MERCATI&

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Un nuovo soggetto entra in gioco da protagonista nello scenario della grande distribuzione organizzata italiana, collocandosi come interlocutore privilegiato per le PMI italiane e per l’industria di marca: è la nuova AICUBE, la centrale d’acquisto nata dall’accordo tra Carrefour Italia, Gruppo VéGé e Gruppo PAM. AICUBE è l’acronimo di Associazione Imprese Internazionali Indipendenti ed ha alle spalle le risorse, l’autorevolezza e la cultura del servizio al cliente di tre realtà di primissimo piano della GDO italiana. L’accordo presentato il 12 luglio alla Terrazza Martini di Milano vede i tre soci fondatori in posizione totalmente paritetica e avrà una durata almeno triennale, con una valenza esclusivamente in ambito nazionale e un siste-

DISTRIBUZIONE

Centrali d’acquisto: patto tra Carrefour, VéGé e Pam Svolta nello scenario della grande distribuzione organizzata italiana con il debutto di AICUBE, l’associazione che rappresenterà in fase di negoziazione 5.179 punti vendita. Produttori avvisati

Da sinistra: Giorgio Santambrogio, Salvatore Dina, Nicola Mastromartino e Stéphane Coum

I magnifici dieci della distribuzione europea L’Italia assolutamente fuori classifica Gruppo Schwarz-Lidl (Germania), Tesco (UK), Carrefour (Francia), Aldi (Germania), Edeka (Germania), Rewe (Germania), Leclerc (Francia), intermarché (Francia), Auchan (Francia), Sainsbury’s (UK). Questa l’esatta classifica aggiornata di chi guida la grande distribuzione europea. Quattro gruppi sono tedeschi, quattro francesi e due del Regno Unito. In testa alla classifica c’è il gruppo tedesco Schwarz, che possiede, tra gli altri, il marchio di hard discount Lidl. La catena francese Carrefour, che nel 2000 era prima, è scesa negli ultimi anni al secondo posto, con una quota di mercato eguale alla britannica Tesco. Nell’insieme, le prime dieci catene rappresentano solo il 15,2% del mercato europeo. In particolare: il Gruppo Schwartz è al 5,3% ed è leader nei discount; Edeka e Aldi hanno il 3,5% ciascuno mentre Rewe è al 2,9%. Questi ultimi tre marchi hanno un modello commerciale misto, che si basa sia sui supermercati di medie dimensioni che sui discount, che sembrano vincenti in Europa. Le quattro catene francesi, invece, si posizionano nella fascia media di mercato, con in testa Carrefour (4,1%),

Luglio-agosto 2018

seguito da Leclerc (2,2%), ITM-Intermarché e Auchan (2%) Le due catene britanniche, Tesco (4,1%)e Sainsbury’s (2%) puntano anch’esse a un target medio alto. L’assenza dei distributori italiani nella parte alta della classifica europea non è che una conferma e si spiega principalmente con la totale assenza delle insegne italiane all’estero mentre è proprio sull’estero che si misura la forza dei leader, in particolare dei francesi e di Tesco. La quota di mercato dei discount nell’Unione Europea è cresciuta dal 16% del 2000 al 25% del 2015, soprattutto a scapito dei supermercati piccoli e di medie dimensioni, passati dal 46% al 42% ma anche dei grandi ipermercati, scesi dal 38% al 34%. Tuttavia, i piccoli supermercati detengono ancora la quota di mercato più grande: 42%, rispetto al 34% degli ipermercati e al 25% dei discount. La superficie di vendita dei discount, in Europa, è raddoppiata: nel 2000 era di 15.750.000 metri quadri, nel 2015 di 35.153.000. La fonte per questi dati, che fotografano la situazione aggiornata al 2015, è Planet Retail.

www.corriereortofrutticolo.it

43


DISTRIBUZIONE&

MERCATI

Acquistare insieme diventa trend Tesco e Carrefour, due gruppi in grado assieme di sviluppare oltre 171 miliardi di dollari di vendite all’anno e che sono ai vertici europei nel comparto distributivo, hanno annunciato un’intesa strategica di lungo periodo. L’obiettivo? Creare una centrale d’acquisto unica con il chiaro scopo di ridurre i costi e riuscire a staccare prezzi più bassi ai propri fornitori per poi proporre a loro volta prodotti più convenienti ai clienti nel punto vendita. I dettagli del patto anglo-francese, che sarà triennale, dovrebbero essere definiti entro ottobre, al più tardi a novembre. Un altro intento dell’operazione è controbattere all’offensiva su più fronti nel mondo dell’e-commerce da parte di Amazon. ma di mandati a negoziare incrociati. L’alleanza, tuttavia, non preclude l’ingresso futuro di altri soggetti della GDO. La nuova AICUBE va a posizionarsi nei primi posti del ranking delle centrali d’acquisto in Italia, con un market share del 14,3% (elaborazioni Aicube su GNLC Nielsen – Febbraio 2018). Essa rappresenterà in fase di negoziazione 5.179 punti vendita distribuiti in tutte le regioni italiane, per una superficie commerciale totale di 3,15 milioni di metri quadrati e un fatturato complessivo al consumo (incluso gruppi mandanti) di 16 miliardi di euro (dati 2017). Questa alleanza strategica tra Carrefour Italia, Gruppo VéGé e il Gruppo PAM spariglia le carte nel panorama nazionale della GDO e getta le basi per una fase di rinnovamento di cui potrebbe beneficiare il mercato nel suo complesso. AICUBE consente ai retailer fondatori di rivestire un ruolo da indiscussi protagonisti in un mercato sempre più orientato e condizionato dal digitale. Da subito, AICUBE si fa garante sia di un’offerta commerciale di qualità a condizioni più vantaggiose per il cliente finale, sia di una maggiore opportunità a scaffale per i prodotti di marca, di ben altro spessore rispetto alla logica dei discount. Gli obiettivi immediati della nuova centrale d’acquisto sono la definizione degli accordi di base con i principali fornitori comuni, l’i-

44

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

www.corriereortofrutticolo.it

dentificazione di sinergie sulla Marca del Distributore mainstream e la condivisione di politiche comuni verso i co-packer, per quanto attiene la Marca del Distributore premium. Molta attenzione verrà messa nella condivisione con l’industria di trends e dati sul consumo, in modo da indirizzarne sinergicamente la crescita. Infine, particolare importanza verrà posta nell’assicurare un nuovo equilibrio nei rapporti commerciali, a tutela delle PMI del made in Italy. Le motivazioni e le prospettive che hanno condotto Carrefour Italia, Gruppo VéGé e Gruppo PAM ad allearsi creando la nuova piattaforma centralizzata per la negoziazione sono state illustrate da Stéphane Coum, presidente di Carrefour Italia, Nicola Mastromartino, presidente Gruppo VéGé e Salvatore Dina, presidente di PAM Panorama SpA. “L’alleanza presentata oggi è un tassello importante per sostenere in Italia la transizione alimentare, punto cardine della nuova strategia di Gruppo annunciata lo scorso 23 gennaio. Per accelerare questo percorso, Carrefour Italia è da una parte impegnata a valorizzare le proprie filiere e le produzioni locali, e dall’altra a sviluppare accordi sinergici come quello annunciato oggi”, ha sottolineato a Milano Stéphane Coum, presidente di Carrefour Italia. “Grazie alla nuova AICUBE, Carrefour Italia potrà offrire ai propri clienti prodotti di qualità a

prezzi equi, e nel contempo valorizzare le produzioni italiane sia in Italia che all’estero. Già oggi, infatti, Carrefour Italia esporta oltre 640 prodotti di circa 100 fornitori italiani nei nostri negozi di Francia, Belgio e Spagna per un totale di più di 184 milioni di euro”. “Come è nostra tradizione, ci siamo assunti responsabilmente e con senso pratico il compito di studiare una soluzione innovativa che assecondasse ancora meglio le istanze dei clienti che desiderano trovare sugli scaffali la massima scelta, tra prodotti di qualità della marca industriale e a marca VéGé, alle migliori condizioni di mercato”, ha dichiarato Nicola Mastromartino, presidente Gruppo VéGé. “VéGé, pur leader indiscusso negli ultimi anni per crescita di quote e ricavi, ha voluto intavolare un confronto con Gruppo PAM, cui ci lega un’esperienza estremamente positiva di collaborazione e sinergie, e con Carrefour Italia, nella consapevolezza condivisa che solo unendoci avremmo avuto la possibilità di avere maggiore scelta, acquistare meglio e garantire prezzi più convenienti ai nostri clienti. AICUBE è tutto questo, ma non solo. Abbiamo condiviso, infatti, anche l’impegno a essere un interlocutore che tutela l’affidamento delle piccole e medie imprese che, in questi anni, hanno fatto insieme a noi un percorso di crescita.” “Dopo diversi anni di proficua collaborazione tra VéGé e Pam annunciamo con piacere la nascita della nuova AICUBE arricchita dalla presenza di Carrefour Italia” ha dichiarato Salvatore Dina, presidente Gruppo PAM. “La nuova compagine godrà del rinnovamento e dei nuovi stimoli grazie all’apporto di competenze maturate anche in ambito internazionale. La nuova Aicube rappresenta per la grande industria di Marca un nuovo standard di efficienza ed opportunità nello scenario della distribuzione alimentare del mercato italiano.” Luglio-agosto 2018


MERCATI&

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Tutto è cominciato discutendone a Roma. Il 10 luglio è arrivata la firma di Parigi. Prossima tappa: Bruxelles. Dove i mercati europei chiederanno in modo compatto di avere rappresentanza, ascolto e ruolo all’interno delle istituzioni comunitarie. La forza d’urto a livello europeo che il presidente di Italmercati, Fabio Massimo Pallottini, aveva chiesto aprendo la discussione a Roma pochi mesi fa, ha trovato a Parigi - nella prestigiosa sede del Ministero dell’Agricoltura francese - il primo atto concreto con la firma della ‘Position Paper' delle Federazioni europee dei Mercati all’ingrosso dei prodotti agroalimentari. Italmercati ha ottenuto così il grande risultato di coinvolgere tra i firmatari di questo manifesto la Francia, la Spagna, il Portogallo, la Grecia, la Germania, il Belgio, la Polonia e la Gran Bretagna. Tra i principali obiettivi la valorizzazione della produzione agricola, la lotta all’illegalità e alla concorrenza sleale. Facendosi ascoltare in modo diverso a livello europeo. “È una mancanza grave che i Mercati europei non abbiano all’interno delle istituzioni europee ascolto e rappresentanza - ha ribadito nell’occasione Fabio Massimo Pallottini -. Tanto più visto il ruolo nella filiera economica

Luglio-agosto 2018

DISTRIBUZIONE

Nove Paesi nel network europeo dei Centri agro-alimentari A Parigi la firma della “position paper” voluta da Italmercati e firmata dalle federazioni dei Mercati di Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Germania, Belgio, Polonia e Gran Bretagna

Fabio Massimo Pallotttini, presidente di Italmercati, con Stéphane Layani, presidente del Mercato di Rungis e vicepresidente del WUWM

che queste strutture hanno. Questo manifesto spiega perché i mercati europei sono importanti; il ruolo di spinta che Italmercati oggi è in grado di sviluppare con tutti i suoi associati ha permesso di raggiungere questo risultato creando un network forte a livello europeo”. “Oggi sono felice di questo primo traguardo - ha voluto sottolineare Pallottini -. Lo sarò ancora di più quando presenteremo questo documento alla Commissione Europea. Quando? L’ipotesi più realistica è nell’autunno di quest’an-

no, stiamo già lavorando con alcuni parlamentari della Commissione Agricoltura per arrivare a questo risultato. Oggi a Parigi abbiamo visto un’idea comune che unisce i Mercati europei: per avere sviluppo, crescita, nuovi ruoli. Siamo un gruppo ampio, con una grande forza d’urto. La metteremo in campo con tutto il nostro impegno a Bruxelles”. Questa è la più importante vittoria per Italmercati e il suo presidente che, dopo essersi rafforzati in Italia, hanno messo a segno un grande risultato internazionale.

www.corriereortofrutticolo.it

45


DISTRIBUZIONE&

MERCATI

Il MAAP entra in Italmercati I grossisti tornano in Fedagro “Venticinque anni fa, quando ci fu il trasferimento dalla vecchia struttura di via Tommaseo all’attuale mercato di Corso Stati Uniti si decretò un cambiamento importante e determinante per Padova, che pose le basi per la trasformazione da mercato rionale a piattaforma internazionale, tra le prime in Italia e leader in termini di export”. Sono queste le parole di Domenico Minasola, presidente del MAAP al Corriere Ortofrutticolo, a latere della manifestazione del 4 luglio per celebrare il 25esimo anniversario del nuovo corso del Mercato Agroalimentare di Padova. Una giornata importante, non solo per il traguardo raggiunto: durante l’evento è stata ufficialmente annunciata l’entrata del Mercato di Padova all’interno di Italmercati. “Da soli non si va da nessuna parte; solo insieme si vince. Entrare in una Rete come questa per noi è fondamentale in un’ottica di ulteriore crescita internazionale. Ora dobbiamo lavorare insieme a Roma, dove il presidente Fabio Massimo Pallottini sta costruendo con successo una Rete di federazioni dei Mercati europea, proprio per pesare oltre confine”, ha dichiarato nell’occasione il direttore del MAAP Francesco Cera. “Si parlava di questa operazione da oltre un anno e l’iter si è concluso qualche mese fa con la richiesta ufficiale del MAAP che sarà formalizzata la prossima settima a Roma”, ha confermato da parte sua al Corriere Ortofrutticolo il presidente di Italmercati Fabio Massimo Pallottini. “Padova - ha continuato - rappresenta un Mercato interessante, il secondo associato in Veneto, che condivide con noi i nostri obiettivi internazionali. Insomma giudico questo nuovo ingresso con gran-

46

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

www.corriereortofrutticolo.it

Per il Mercato di Padova un 25.mo anniversario non solo celebrativo ma segnato da due importanti decisioni che rilanciano la struttura e i suoi operatori a livello nazionale e internazionale

Un momento del 25.mo anniversario del MAAP. Sotto, il presidente Minasola

de positività ed è per questo che ci tenevo molto ad essere qui oggi”. In linea con l’idea di aggregazione, anche il Gruppo Grossisti del Mercato ha dato un importante annuncio: il rientro in Fedagromercati, il sindacato nazionale dei commercianti all’ingrosso aderente a Confcommercio. “Solo con un associazionismo forte possiamo alzare la voce ai tavoli più importanti e avanzare le nostre proposte, una su tutte l’innalzamento della soglia per il paga-

mento in contanti”, ha affermato il presidente del Gruppo Grossisti di Padova Luca Brusadelli. “Speriamo di riuscire al più presto a coinvolgere anche altri Mercati, perché solo se ci presentiamo come una realtà compatta possiamo raggiungere i nostri obiettivi”. “Accolgo il rientro di Padova in Fedagro con enorme entusiasmo - ha voluto sottolineare il presidente della Federazione nazionale dei grossisti Valentino Di Pisa, pure intervenuto al MAAP il 4 luglio – . Si tratta del terzo ingresso dall’inizio del mio mandato e mi auguro che ce ne siano molti altri. Condivido appieno ciò che ha detto Brusadelli ovvero che ad oggi è quanto mai necessario fare un passo indietro per ripartire insieme e più forti, aggiustando il tiro su alcuni aspetti e investendo in altri, come il tema della digitalizzazione, che può essere per noi una vera opportunità”. (c.b.) Luglio-agosto 2018


MERCATI&

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

L’assemblea di Italmercati Rete d’Imprese, riunitasi a Roma il 17 luglio, ha attribuito all’unanimità a Veronamercato, società di gestione del Centro Agroalimentare di Verona, la vice presidenza della Rete. Il presidente di Italmercati Fabio Massimo Pallottini, in un comunicato apparso sul sito della rete d’imprese, ha dichiarato: “Si tratta di un riconoscimento del ruolo e dell’importanza che riveste il Mercato di Verona per il territorio italiano ed in particolare per l’area Centro-Nord. Seppure non annoverato tra i soci fondatori, l’ingresso del Mercato di Verona è stato tra i primi, nel novembre del 2015, a dare corso alla cosiddetta ‘seconda fase’ della

Paolo Merci e Andrea Sardelli, direttore e presidente di Veronamercato

Rete, che ha poi visto l’ingresso di tanti altri Mercati importanti, sino ad arrivare a undici aderenti rispetto ai cinque iniziali”. Azionista di maggioranza di Veronamercato SpA è il Comune di Verona che detiene oltre il 75% del capitale azionario. Il Mercato

ha un’estensione di oltre 55 ettari, un fatturato complessivo che supera i 450 milioni di euro, all’interno del quale vengono movimentate all’anno circa 430 mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli di cui quasi il 50% con destinazione estera. Il Mercato è ubicato all’interno del ‘Quadrante Europa’, un’area logistica di importanza internazionale in cui sono presenti l’Interposto ed importanti realtà imprenditoriali private. “Oggi Italmercati è un grande network - ha dichiarato da parte sua il presidente di Veronamercato Andrea Sardelli -. Verona sarà sempre, anzi più di prima, in prima linea per lavorare con tutti gli aderenti alla Rete nell’interesse del Sistema Italia. Un ringraziamento particolare va al presidente Pallottini e a tutti i colleghi per il riconoscimento che hanno voluto dare al Mercato di Verona”.

DISTRIBUZIONE

Veronamercato numero 2 della Rete

EFFICIENZA, CELERITÀ, FLESSIBILITÀ

AL SERVIZIO DEL CLIENTE Sorrento Logistica Srl Via Pantanello, II Trav. dx - Zona Industriale - 04022 Fondi (LT) - tel. +39 366 7216394 - www.sorrentologistica.com

Strutturati per gestire ogni tipo di prodotto, anche il più complesso, grazie a un team di oltre 30 persone tra autisti, magazzinieri, impiegati. Disponiamo di 8 piani di carico, un piazzale di 16 mila mq e una struttura di 2 mila mq con impianti frigoriferi. Tutto al vostro servizio

Luglio-agosto 2018

www.corriereortofrutticolo.it

47


Agnese, agricoltrice Villafontana, Verona

Buono, biologico, fresco! Alce Nero, il marchio del biologico dal 1978, è anche frutta e verdura fresca. Una linea buona e sana: prodotti biologici che nutrono in modo corretto, frutto di un’agricoltura che rispetta la terra e la sua fertilitĂ . Prodotti che conservano tutto il gusto, e i sapori, del cibo vero.

Alce Nero. Agricoltori biologici dal 1978


MONDO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

IL GRANDE MERCATO. Crescono consumi e infrastrutture

Troppo deboli in Cina La crescita del mercato interno a livello di consumi e la sua politica mondiale, sempre più planetaria e in grado di promuovere enormi investimenti, mettono sempre più al centro la Cina. I consumi di prodotti alimentari estranei alla grande tradizione cinese sono spinti dalla forte presenza di stranieri nel Paese ma è sempre più alto il numero di cittadini dagli occhi a mandorla che si lasciano affascinare da ciò che viene da fuori. Nel 2017 la Cina ha importato cibi dall’estero per 58 miliardi e 28 milioni di dollari, una cifra gigantesca. Ogni anno la crescita dei cibi d’importazione è intorno al 25%. In testa ai cibi italiani più conosciuti dai cinesi non c’è certo l’ortofrutta bensì la pasta e il Barolo. Ma purtroppo a vincere è la non conoscenza del made in Italy, con la metà dei consumatori chiamati ad associaLuglio-agosto 2018

L’immagine del cibo italiano nel ‘pianeta giallo’ va curata di più. E la frutta è indietro

re al Belpaese un prodotto/brand agroalimentare che risponde a ‘non so’. Lo rivela un estratto dell’indagine dell’Osservatorio Paesi Terzi di Business Strategies sul posizionamento del made in Italy in Cina, condotta da Nomisma Wine Monitor su un campione di 1.000 cittadini dal reddito medioalto residenti a Pechino e Shanghai. “L’equazione Italia-buona tavola è un’associazione che non può ancora essere data per scontata in Cina - dichiara Silvana Ballotta di Business Strategies -. A fronte di un mercato in crescita e di un primo trimestre record a + 41,4% per il vino italiano, solo la metà dei consumatori dimostra di saper associare al nostro Paese almeno un prodotto enogastronomico. Questa mancanza, da un lato di conoscenza e dall’altro di promozione, si traduce in un defiwww.corriereortofrutticolo.it

49


MONDO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Asia Fruit Logistica. L’edizione 2018 conferma il successo dell’anno prima nonostante Shanghai

50

Il vecchio detto: tutte le strade portano a Roma, si potrebbe aggiornare così: tutte le strade portano in Cina. Così per tante cose, così anche per l’ortofrutta e le sue fiere. Dopo l’edizione dello scorso maggio a Shanghai, la prima, di China Fruit Logistica, la prima organizzazione al mondo di fiere per l’ortofrutta, Fruit Logistica appunto, punta diritto su Hong Kong per l’edizione numero 12 di Asia Fruit Logistica in corso dal 5 al 7 settembre, preceduta, come da tradizione, martedì 4 settembre, dall’Asia Fruit Congress, un momento di sicuro interesse per conoscere le evoluzioni del mercato asiatico in presa diretta con specialisti di alto livello. Il dato significativo è che Hong Kong (che, per quanto piccola, importa più ortofrutta dell'Italia) tira, come e più degli anni scorsi, e che la rappresentanza italiana a questa fiera è ancora una volta notevole e riguarda principalmente aziende e organizzazioni del mondo delle mele, aziende di esportazione e agenzie che trattano kiwi e, naturalmente, tanta tecnologia italiana. Partiamo da quest’ultima: Unitec per la prima volta presente non solo con i suoi uomini ma

anche con i suoi macchinari; poi tutti i big player e gli specialisti, da Sorma a Turatti, da PND ad ABL, da Turoni alla new entry Tropical Food Machinery, ed altri come Isolcell presente con altre ditte di tecnologie nell’area Sudtirol. Grande la partecipazione del settore melicolo. Assomela con una collettiva che comprende Melinda, VOG, ViP, la Trentina, From. Nella collettiva CSO, con Apofruit, Mazzoni, Origine e altri, anche RK Growers. Per le mele ancora B&B Frutta, Evelina, European Fruit Group. E poi Jingold per il kiwi. Non manca il Sud, con aziende come la calabrese Natura OP. Agenzie come la Morando Trading. Rispetto alle prime edizioni (Asia Fruit Logistica è nata nel 2007 a Bangkok per poi trasferirsi ad

Hong Kong l’anno successivo), la presenza italiana è stata più organizzata e preparata ad affrontare un mercato immenso come quello asiatico, ricchissimo di opportunità straordinarie quanto di possibili complicazioni e rischi. E’ finita la curiosità, si sono creati rapporti che vanno consolidati e c’è una maggiore esperienza per affrontare le novità. Erano nel complesso 800 gli espositori all’AsiaWorld-Expo di Hong Kong nel 2017. Il dato è confermato, con 46 Paesi presenti con stand. I tre giorni di fiera sono accompagnati da un fitto programma di workshop su logistica, tecnologie e marketing, aperti gratuitamente ad espositori e visitatori. Per questi ultimi ultimi il dato è di 13 mila presenze da 70 diversi Paesi.

cit di comprensione sul fronte consumer e in una conseguente difficoltà di posizionamento per i nostri produttori, a vantaggio dei competitor”. Quasi 7 cinesi su 10, infatti, associano la categoria “vino” alla Francia, mentre sono solo 2 su 10 quelli che si orientano verso l’Italia. Un risultato che migliora solo leggermente quando si parla di cibo, con il Belpaese menzionato da un quarto del campione, dietro al Giappone (37%), ma prima di Francia (15%) e USA (14%).

Secondo la survey condotta nelle due metropoli asiatiche, è la pasta la più conosciuta dai cinesi, nominata dal 31% di coloro che danno un’indicazione di prodotto e seguita dai brand Ferrero (10%) e Illy (4%). E mentre restano appena fuori dal podio la pizza (4%) e l’olio d’oliva (3%), a sorpresa il Tiramisù batte spaghetti, Barilla, formaggio e maccheroni. La classifica del vino vede premiati Barolo (13%), Amarone (7%) e Chianti (6%), seguiti però da risposte come “Piemonte”, “Docg”,

“Italia”, “vino italiano”, “vino rosso” e “Toscana”, indicazioni che evidenziano una sostanziale confusione culturale rispetto al nostro prodotto enologico. Sull’ortofrutta, il lavoro da fare a monte (accordi bilaterali) e a valle (promozione sul mercato) è enorme e il gap rispetto a Cile e Stati Uniti, ma anche rispetto a Spagna e addirittura a Polonia sembra difficile da colmare. Ma l’Italia, si sa, ci abitua a improvvisi recuperi e sul mercato cinese alcune buone premesse ci sono

www.corriereortofrutticolo.it

Luglio-agosto 2018


MONDO

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

LA MAPPA MONDIALE DELL’IMPORT. La Germania è il terzo maggiore importatore di prodotti ortofrutticoli freschi al mondo dopo Stati Uniti e Cina. L’anno scorso il Paese ha importato 8,9 milioni di tonnellate di ortofrutta. Una quantità record, sia in quantità che in valore. Spagna e Olanda sono i maggiori fornitori. Le banane restano il prodotto più importato in Germania. Per diversi anni sono state importate ogni anno 300 mila tonnellate di banane dai Paesi Bassi alla Germania. I pomodori si trovano al secondo posto, con più di 700.000 tonnellate, 440.000 delle quali provenienti dai Paesi Bassi. Ma negli ultimi anni in Germania sono stati coltivati sempre più ortaggi. L’anno scorso 4 milioni di tonnellate un livello record. perché alcune aziende di riferimento dell’export ortofrutticolo italiano si stanno impegnando molto sul mercato. L’altro aspetto che va sottolineato, perché pure in grado di riguardare gli sviluppi dell’export ortofrutticolo italiano, è l’impegno internazionale della Cina sul fronte, per esempio, delle grandi infrastrutture. Il presidente cinese Xi Jinping non scherza quando sigla accordi mega-galattici in Africa o quando riporta in auge la Via della Seta per ridefinire il commercio Luglio-agosto 2018

Ma guardiamo la mappa. Sono segnalati i principali importatori mondiali del 2017. A occhio - e per colore - a spiccare nella top-3 sono appunto Stati Uniti, Cina e Germania. Seguono, in ordine di importanza, Giappone, Regno Unito, Francia, Hong Kong, Olanda, Italia e India. Quindi l’Italia è il nono importatore mondiale di ortofrutta e il quinto in Europa. Superiamo, oltre all’India, che chiude la top-10, il Canada e il Messico, che seguono immediatamente sotto. Da notare la Russia, dove l’import è crollato per effetto dell’embargo in vigore dal 2014 e dove procedono progetti autarchici. La Russia nel 2017 ha importato meno ortofrutta della Svizzera. La fonte primaria di queste informazioni è la World Trade Organization (WTO).

globale con l’iniziativa ‘Belt and Road’ progettata per promuovere lo sviluppo economico ed estendere l’influenza cinese. Secondo le stime di Morgan Stanley, la Cina spenderà fino a 1.300 miliardi di dollari su ferrovie, strade, porti e reti elettriche, implementando le infrastrutture verso Paesi come Malaysia, Grecia e Sri Lanka. Il progetto ‘New Eurasian Land Bridge’ ha ridotto il tempo di percorrenza verso ovest dei treni di un terzo o più, tanto che China Railway Express Co. ha dichiara-

to che il valore del trasporto merci in partenza da Yiwu nei primi quattro mesi del 2018 è salito del 79% rispetto a un anno prima, a 1,8 miliardi di yuan (268 milioni di dollari), mentre le importazioni sono triplicate a 470 milioni di yuan. Una motrice tira i 34 vagoni merci che viaggiano da Yiwu in Cina al terminal merci di Barking, in Inghilterra, dopo un viaggio 12.000 miglia in 16 giorni passando per Kazakistan, Russia, Bielorussia, Polonia, Germania, Belgio e Francia. E l’Italia che fa? (a.f.) www.corriereortofrutticolo.it

51


MONDOFLASH

RUSSIA

Secondo previsioni embargo confermato fino a dicembre ‘19 Come largamente previsto, Vladimir Putin ha firmato il decreto che impone la proroga dell’embargo sui prodotti agroalimentari occidentali fino al 31 dicembre 2019. Il decreto è in vigore dall’agosto 2014 e vieta l’importazione in Russia di diversi prodotti alimentari tra cui l’ortofrutta. L’embargo è operativo sulle merci provenienti dai Paesi che hanno imposto, dopo la crisi ucraina e l’annessione della Crimea, le sanzioni contro la Russia, ovvero Stati Uniti ed Unione Europea ed inoltre Canada, Australia e Norvegia. La Russia è stato un forte importatore di frutta dall’Italia: mele, pere, uva da tavola, kiwi, frutta estiva, oltre che di alcune varietà di ortaggi. Il danno derivante dall’embargo è una ferita ancora aperta per gli esportatori di ortofrutta del nostro Paese che si sono dovuti impegnare nella ricerca, tutt’altro che facile, di nuovi mercati, dall’Estremo Oriente all’America Latina.

REGNO UNITO

Tesco rigioca la carta discount con Jack’s Tesco si prepara a lanciare in Inghilterra una sua catena di discount entro settembre, spinto dalla competizione, sempre più serrata, con Aldi e Lidl. Lo si apprende da un ampio articolo apparso su The Guardian. Gli addetti ai lavori dicono che Tesco potrebbe chiamare la catena Jack’s. Potrebbero essere aperti fino a 60 punti vendita. Il primo retailer britannico sta facendo pubblicità per assunzione di personale in almeno 6 centri, alcuni in prossimità di Londra. Bryan Roberts, analista presso la società di retail marketing TCC

52

www.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Global, ha dichiarato: “Se Tesco metterà un po’ di giusta energia in termini di infrastrutture e inaugurazioni di punti vendita, potrebbe avere una discreta possibilità di successo”. I dirigenti di Tesco hanno esaminato migliaia di siti potenziali per determinare quali potrebbero essere appropriati, secondo il settimanale ‘Mail on Sunday’. In UK i supermercati tradizionali hanno cercato un modo per entrare nel mercato, in rapida crescita, dei discount, avendo visto il trend di crescita dei rivali tedeschi Aldi e Lidl. Ma l’operazione non è stata premiata dai consumatori. Oltre ad Aldi e Lidl, discount come B&M, Wilko e Poundland stanno pure sottraendo vendite alle catene tradizionali. Sainsbury’s ha stretto una partnership con la catena danese Netto nel 2014 per lanciare un discount nel Regno Unito, ma l’impresa ha chiuso i suoi 16 negozi due anni dopo, faticando ad ottenere un profitto. Tesco ha tentato la strada dei discount negli anni ‘80 – con il marchio Victor Value – ma la mossa è stata abbandonata dopo 4 anni, perché il management temeva che ciò potesse compromettere il marchio principale. Aldi e Lidl ora controllano quasi il 13% del mercato alimentare, secondo i dati di Kantar Worldpanel, rispetto a meno del 9% di quattro anni fa. E stanno aumentando le vendite di oltre l’8% all’anno mentre le vendite nelle quattro grandi catene britanniche – Tesco, Sainsbury’s, Asda e Morrisons – stanno a malapena al passo con l’aumento del prezzo degli alimenti.

FRANCIA

Rungis progetta il treno della frutta Parigi-Barcellona Semmaris, la società che gestisce il Mercato di Rungis a Parigi (il più grande al mondo per i prodotti freschi) ha il progetto di creare,

con investimenti per 100 milioni di euro, un collegamento ferroviario tra la piattaforma parigina e Barcellona. “Quando si concretizzerà, questo collegamento offrirà un’alternativa equivalente a 300/500 camion giornalieri, risparmiando emissioni per 69mila tonnellate di anidride carbonica”, ha affermato David Bourganet, direttore sviluppo di Semmaris. E comporterà anche un risparmio sui trasporti nell'ordine del 15%. Per i grossisti, invece, sarebbe un servizio supplementare, un’infrastruttura di cui potrebbero godere tutti gli acquirenti del Mercato. Un terminale ferroviario esiste già dal 1969, quando Rungis è stato aperto. Da qui passa circa il 20% dell'ortofrutta commercializzata, pari a circa 200mila tonnellate annue. Attualmente esiste una linea di treni con container refrigerati tra il Mercato di Parigi e Perpignan. L’idea è di mantenere questo collegamento e di crearne un altro verso la Spagna per 1.700 convogli refrigerati all’anno, equivalenti a 60 mila camion. Per il finanziamento è necessario un aiuto pubblico: la società di gestione vuole lanciare un bando di gara da qui alla fine dell’anno per trovare un'azienda che la accompagni in questo percorso.

EMIRATI ARABI

Fly Emirates finanzia il gigante degli orti verticali Dubai, città quasi improbabile, dalle mille sorprese, si prepara ad inaugurare il più grande orto verticale al mondo. Sarà una struttura da 12 mila metri quadrati che produrrà tre tonnellate di verdure ogni giorno. Il progetto, che è costato 40 milioni di dollari, riuscirà soprattutto a soddisfare il bisogno di ortaggi della Fly Emirates, la compagnia di bandiera che ha finanziato l’iniziativa. Buona parte degli aerei saranno così, dal punto di vista alimentare, autonomi entro il 2020. Luglio-agosto 2018


FRESH CUT

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Alberto Ancarani è dal novembre 2015 il responsabile per i prodotti di IV e V Gamma di Coop Italia. Gli abbiamo rivolto 4 domande. Dalle sue risposte emerge un’analisi dettagliata di come questi prodotti sono ‘vissuti’ dal primo distributore italiano. Parimenti abbiamo una visione dettagliata dell’andamento delle vendite, prodotto per prodotto. Ecco domande e risposte. Che spazi occupano nei vostri punti vendita la IV e V Gamma di ortofrutta e dove sono collocati questi spazi? “All’interno della nostra rete vendita, che conta oltre 1.000 pdv, dal piccolo negozio di prossimità all’iper di 10 mila mq, è praticamente impossibile tracciare un quadro dello spazio quanti/qualitativo dedicato alla IV e V Gamma; vi sono infatti situazioni molto disomogenee in particolare riguardo alle aree geografiche. In linea generale possiamo invece affermare che lo spazio attualmente dedicato è inadeguato alla dinamicità del comparto. I metri dedicati ai banchi frigo non hanno subìto nel corso degli ultimi 34 anni un aumento proporzionale all’incremento dell’offerta, che si è mossa sia con maggiore profondità all’interno dei segmenti storici ( ad esempio con numerose varianti di mix di insalate), sia andando a presidiare segmenti ex novo (dalle zuppe passando per i burger, le purè, i contorni pronti eccetera). Siamo impegnati al momento nel definire un approccio più orientato al category management su tale comparto, cercando di definire con maggior precisione le necessarie coperture per ciascun segmento/format di punto vendita, per poi di conseguenza ritagliare gli spazi necessari. Aumentare l’area dedicata al Luglio-agosto 2018

Intervista al responsabile della categoria Alberto Ancarani: “Le aziende del comparto sono dinamiche e coraggiose. Si sono dotate di tecnologie all’avanguardia e fanno sempre più qualità”

notizie selezionate da freshcutnews.it

Coop decisa a cambiare marcia per lanciare IV e V Gamma

Le casse di un punto vendita Coop Italia. Sotto, insalata in busta private label

banco frigo in ortofrutta non è operazione banale in quanto impatta sul layout non solo del reparto, ma anche del negozio; è comunque arrivato il momento di fare tali considerazioni in virtù sia dei trend, sia del valore assoluto del comparto, che ad oggi per noi cuba un valore pari a circa il 10% del Settore Ortofrutta”. Come stanno evolvendo in gene-

rale, negli ultimi tre anni, le vendite dei prodotti di IV e V Gamma nei vostri punti vendita? Nello specifico, quali sono i prodotti che tirano di più? “Il comparto sta crescendo e mostra una buona dinamicità di medio periodo, tuttavia vanno analizzati più nel dettaglio i dati. Le insalate in busta, che comunque rappresentano il cuore del comparto, mostrano nel medio termine (ultimi 3 anni) solo una ‘leggera crescita’ a fronte di una spinta promozionale sempre più marcata e di un canale discount particolarmente aggressivo che nel corso dell’ultimo biennio ha su tali prodotti acquisito una quota considerevole di venduto. Importante quindi a nostro avviso lavorare sulla frequenza ancora bassa, per aumentare gli atti di acquisto. Zuppe e piatti pronti vegetali (tra cui annoveriamo anche i burger) sono invece esplosi, e anche nell’ultimo anno il trend è stato in doppia cifra. In questo caso abwww.corriereortofrutticolo.it

53


notizie selezionate da freshcutnews.it

FRESH CUT

54

biamo assistito ad un proliferare dell’offerta sia in termini di varianti di gusto, che di posizionamento (bio ad esempio) che di formato (le monopozioni). Oggi in un iper nella stagione invernale si contano mediamente 30 referenze di zuppe… forse 3 anni fa si arrivava ad una decina o anche meno! Le aziende hanno lavorato a nostro parere molto bene nell’area del gusto, sviluppando prodotti che offrissero in termini sensoriali un plus rispetto ai corrispondenti prodotti offerti in altre aree del supermercato. Ad oggi questo segmento anche in termini dimensionali ha raggiunto soglie importanti. Le ciotole di insalata sono anch’esse cresciute tantissimo, sono sempre più destagionalizzate, anche se ovviamente il picco dei consumi è estivo e va a controbilanciare il picco invernale delle zuppe citate prima. Sulle ciotole di insalata registriamo tuttavia la percentuale di ‘prodotti che scadono a scaffale’ maggiore. E’ quindi importante più che mai, visto l’alto valore aggiunto di tali prodotti (spesso con topping), capire il giusto mix di offerta sia in termini qualitativi, che quantitativi (numerica) che di posizionamento prezzo. La frutta ready to eat ha sicuramente avuto un’impennata, in particolare nell’ultimo biennio, pur rimanendo in termini assoluti ancora una nicchia. Vi è stata una specializzazione crescente delle aziende produttrici, che hanno capito in questi anni che per far decollare questi consumi dovevano sia realizzare stabilimenti dedicati sia investire sulla qualità e controllo della frutta da utilizzare. Fino a pochi anni fa la frutta tagliata era per le aziende un corollario della prima gamma; oggi il mercato viene fatto da coloro che hanno bypassato tale concetto. Stiamo assistendo ad innovazioni di prodotto e di packaging, quindi ci sono margini di crescita, ma attenzione alle battute di cassa che sono importanti e che spesso costituiscono una barriera www.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

per il consumatore. Le verdure pronte di V Gamma sono da considerarsi ancora un’incompiuta. Le vendite hanno valori molto bassi, e a nostro avviso non vi è stata ancora al momento una azienda che abbia saputo (come avvenuto nelle zuppe) coniugare servizio e qualità sensoriale dell’offerta. E’ una sfida aperta. Chi saprà lavorare dal fresco, senza stressate il prodotto, centrando la presentazione ed il pack e non da ultimo la battuta di cassa potrà avere successo. Gli estratti infine crescono da tempo a due cifre e hanno visto un incremento numerico importante nel corso in particolare dell’ultimo anno/anno e mezzo. Si sta lavorando parecchio sulle ricettazioni, enfatizzando i colori (mix verde ad esempio) oppure aggiungendo ingredienti trendy (zenzero, ginseng eccetera); anche qui in ogni caso l’aver lavorato sul gusto e sulla bontà dei prodotti (lavorando ad esempio dal fresco con tecnologia HPP) è stata la chiave vincente”. Come giudica la realtà industriale italiana della IV-V Gamma? “La giudichiamo sicuramente molto dinamica e anche coraggiosa. Sono numerosi gli esempi virtuosi che potremmo citare; possiamo iniziare mettendo in prima linea quelle 5-6 grosse aziende che fanno buste di insalata e che hanno stabilimenti produttivi veramente all’avanguardia e che continuano ad investire per migliorare sia la tenuta del prodotto,

Ancarani: “Nelle insalate in busta la marca Coop ha una quota del 70%. Sulle zuppe stiamo puntando sul biologico. Ma intendiamo lasciare alle marche industriali il giusto spazio per crescere e innovare”

che la sicurezza dello stesso. Sul podio le 2-3 aziende che guidano sulla frutta tagliata e che hanno fatto fare il salto di qualità a tale segmento prima citato; sugli estratti molte azienda si sono dotate della costosissima macchina per fare il trattamento in alta pressione, internalizzando quindi la produzione e lavorando alla continua ricerca di varianti di gusto vincenti. Sulle zuppe infine la competizione serrata degli ultimi 2-3 anni alla ricerca di qualità e servizio, ha contribuito ad elevare sensibilmente la qualità dell’offerta. E’ un comparto ripetiamo dinamico dove occorre a nostro avviso riconoscere il salto innovativo generato in particolare da pochi ma bravi attori”. Che ruolo gioca, per queste referenze, la marca del distributore? “La nostra marca si inserisce in ciascun segmento cercando di apportare valore aggiunto anche in relazione alla fase di dinamicità del segmento stesso. Sulle insalate in busta ad esempio la nostra marca privata è il cuore dell’offerta, andando a rappresentare circa il 70% di quota, in quanto in tale segmento non riteniamo premiante doppiare eccessivamente le prestazioni (per esempio: ha senso avere 3 referenze di valeriana con marchi diversi visto lo spazio limitato a banco?), quindi la marca privata contribuisce a guidare e semplificare lo scaffale offrendo anche un livello di convenienza maggiore. Se pensiamo invece alle zuppe , la nostra scelta è stata quella di tentare di ampliare i consumi, sviluppando alcuni anni fa ricette specifiche diverse, con un posizionamento innovativo (biologico). Crediamo quindi che, rispettando i cardini per il prodotto Coop del ‘buono etico conveniente e sicuro’, vada sviluppata un’offerta sulla private label nel banco frigo che a volte si discosti dal classico me too (lo faccio anch’io, n.d.r.), lasciando alle marche industriali il giusto spazio per innovare”. (a.f.) Luglio-agosto 2018


FRESH CUT

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

“Ad oggi il segmento del bio nella IV Gamma rappresenta circa il 3,8% del mercato”, spiega il direttore marketing e comunicazione di La Linea Verde, Valérie Hoff (nella foto), in un’intervista rilasciata a Fresh Cut News. “Si tratta della stessa proporzione riscontrata nell’intero settore del Food (3%) ma è una percentuale inferiore rispetto a quella dell’ortofrutta fresca (4,4%). Una quota probabilmente determinata da una minor disponibilità di prodotto sul mercato (le buste di insalata bio sono perlopiù presenti solo in GDO e in un’area dedicata non enorme, ndr) rispetto all’offerta di ortofrutta fresca (presente anche in canali alternativi)”. Delle circa 80 varietà prodotte dall’azienda nei sei siti produttivi tra Italia, Spagna e, da gennaio 2018, Serbia (per un totale di 65 mila mq di impianti), poco meno di 20 possiedono la certificazione bio. “Sebbene la qualità del nostro prodotto sia garantita da una filiera integrata e tracciabile, non tutte le varietà ad oggi si prestano ad avere la certificazione bio, soprattutto se si considera che l’attività è a ciclo continuo per 365 giorni all’anno”, precisa Hoff. “Nell’ultimo triennio circa – aggiunge la manager – ho notato una certa effervescenza e dinamicità in termini di ricerca varietale volta allo studio di insalate che meglio si prestano alla produzione bio. Sicuramente tra i motivi principali c’è il crescente interesse europeo rispetto a questo tipo di prodotto, trainato da una domanda finale in aumento su tutti i principali mercati”. Ai vertici del mercato nazionale della IV Gamma con un fatturato 2017 di 238 milioni di euro, La Linea Verde è oggi un punto di riferimento per tutti gli operatori el fresh cut e non solo. L’elevato Luglio-agosto 2018

Intervista a Valérie Hoff, direttore marketing della prima azienda italiana di settore. Il bio ha una quota del 3% ma l’intesa con Alce Nero e Brio è destinata a far crescere non poco il segmento

Dall’11 luglio l’informazione di settore su Fresh Cut News contenuto di servizio del prodotto offerto e la qualità biologica, due tra i principali driver di acquisto del consumatore moderno, sono tra i punti di forza di un’azienda da sempre innovativa e al passo con i tempi. La Linea Verde è certificata bio dal 1992 e da allora ha una propria proposta biologica come copacker mentre il brand commerciale dell’azienda di Manerbio, DimmidiSì, tratta solo referenze convenzionali. Una scelta strategica sfociata nel giugno dello scorso anno nella joint venture con Alce Nero e Brio e alla nascita di Alce Nero Fresco Spa, per la produzione e commercializzazione di prodotti freschi biologici legati all’ortofrutta, di cui è presidente il direttore commerciale de La Linea Verde, Andrea Battagliola. “Si è preferito fare una scelta differente – conclude Hoff – affidandoci ad un brand conosciuto dai consumatori per i suoi forti valori legati ad un’alimentazione sana e naturale. Al momento sono in assortimento quattro zuppe fresche pronte, sei insalate fresche in busta e tre insalate in ciotola con arricchitoti e condimenti”. (c.b.)

notizie selezionate da freshcutnews.it

Il biologico nella IV Gamma La Linea Verde ci crede

Il settore della IV Gamma ha il suo strumento di informazione. L’11 luglio è stata infatti lanciata la prima newsletter “Fresh Cut News – Il settimanale della IV Gamma”, collegata al sito www.freshcutnews.it, su iniziativa del nostro Gruppo Editoriale. La newsletter è a cadenza settimanale e viene spedita ogni mercoledì. Le notizie sono rivolte alla filiera, dalla produzione alla distribuzione sui numerosi aspetti legati al comparto, anche quelli tecnici e scientifici, oltre che sui dati economici, le tendenze, le novità di prodotto, la distribuzione, le notizie dall’estero. Duccio Caccioni è il coordinatore di Fresh Cut News e ha il supporto delle giornaliste Chiara Brandi e Mariangela Latella. L’iniziativa gode del patrocinio del Gruppo AIIPA IV Gamma, della consulenza scientifica di Nomisma e di SG Marketing, della partnership di Fondazione FICO e del supporto di Fiera Milano - Tuttofood e di CibusTech. Dopo la pausa di Ferragosto, il notiziario ha ripreso gli aggiornamenti da mercoledì 5 settembre.

www.corriereortofrutticolo.it

55


notizie selezionate da freshcutnews.it

FRESH CUT

56

Agribologna sta testando l’ortica L’ortica come erba da sfruttare di più e meglio come ingrediente di alimenti e bevande. Alcuni utilizzi molto moderati e alcune sperimentazioni per un utilizzo maggiore sono in corso. Il 5 luglio se ne è parlato a Bondeno, in provincia di Ferrara, dove durante un convegno è stata presentata l’ottava edizione della Sagra dell’Ortica in svolgimento a Malalbergo, in provincia di Bologna, dal 30 agosto al 9 settembre. In Italia sono presenti sei specie di ortica, ricchissime di vitamine A, C, D, K clorofilla e sali minerali. Hanno così tanto ferro disponibile da renderla concorrente agli spinaci dal punto di vista nutrizionale. Le foglie possono essere lessate in acqua o a vapore e condite, o usate per ripieni di pasta, minestre, zuppe, torte salate. L’ortica contiene fosforo, magnesio, calcio, silicio, manganese e potassio. A Bondeno era presente Lauro Guidi, presidente di Agribologna, che ha fatto una dichiarazione interessante: “Nel nostro stabilimento per la IV Gamma stiamo testando l’ortica a livello agronomico. Abbiamo proposto a un nostro produttore orticolo un impianto di ortica. Siamo partiti dal seme per ottenere la piantina e abbiamo effettuato i trapianti. La coltivazione è stata realizzata a Castenaso”. Di più Guidi non ha detto ma la curiosità attorno a queste sperimentazioni non è poca.

www.corriereortofrutticolo.it

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

Carciofi ready-to-eat La Puglia li studia Un progetto che potrebbe contibuire non poco allo sviluppo di questo prodotto è in corso di attuazione da parte di un’azienda pugliese con la collaborazione dell’Università di Foggia Il carciofo sarà ready-to-eat al 100% grazie alla cisteina, un aminoacido che si trova nelle proteine vegetali e che permetterà, in sostituzione dell’acido citrico e di quello ascorbico attualmente usati, di allungare la shelf-life dopo il taglio per otto giorni contrastando con risultati mai raggiunti fino ad ora, il processo di imbrunimento. Il problema economico è dato dagli elevati costi di registrazione del trattamento applicato al singolo prodotto, che sono insostenibili per una piccola azienda pugliese come la Cericola di Vito Cifarelli che ha testato questo prodotto grazie alla collaborazione dell’Università di Foggia, con il gruppo di ricerca coordinato dal professor Giancarlo Colelli, esperto di IV Gamma. Contemporaneamente alla ricerca di una collaborazione per un co-branding innovativo di IV Gamma (verosimilmente per partire con una referenza a base di mais e carciofo), è scattata la caccia anche ai co-founder. Per ottenere i finanziamenti che permetteranno di rilanciare e rinnovare il futuro commerciale del carciofo brindisino e delle nuove varietà su cui l’azienda foggiana Cericola sta testando la cisterna, l’Università di Foggia sta partecipando al bando PSR Puglia (misura 16.2 – innovazione). “Abbiamo allo studio – spiega Vito Cifarelli a Fresh Cut News – due o tre nuove varietà che però non sono ancora arrivate a brevetto. L’obiettivo è cercare di ottenere un prodotto di buona qualità, stabile, che abbia un proces-

so di imbrunimento lento. Se la Regione accoglie il nostro progetto, saremmo pronti a lanciare la nuova referenza di IV Gamma in otto mesi”. “Con l’acido citrico o ascorbico – spiega Giancarlo Colelli, ordinario dell’Università di Foggia, che coordina il gruppo di ricerca – riusciamo a rendere il carciofo un prodotto ready-to-eat solo al 30%, nel senso che poi il consumatore dovrà completare l’opera di sbucciatura del prodotto parzialmente lavorato. Per capirci si trovano sugli scaffali solo carciofi parzialmente sbucciati mentre siamo ancora lontani dall’avere cuori di carciofo e spicchi pronti da consumare proprio a causa del veloce imbrunimento. Stiamo anche lavorando sul packaging per ottimizzare la conservazione”. Difficile trovare partner di mercato che vogliano o possano accollarsi il costo della registrazione della cisteina sul carciofo anche se, questo aminoacido, è già ampiamente usato per la conservazione di mele e banane. Sempre dall’Università di Foggia, è appena partita una ricerca sulla conservazione dell’uva per la IV gamma basata sull’introduzione di olii essenziali nel pack che allungherebbero la shelf-life fino a 30 giorni evitando l’impiego dell’anidride solforosa. Anche di questo si parlerà nel nono European Short-Course on Quality and Safety of Fresh-Cut Produceorganizzato dall’Università di Foggia e in programma dal 10 al 12 ottobre a Porto, in Portogallo. (m.l.)

Luglio-agosto 2018




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.