Corriere Ortofrutticolo Ottobre 2018

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FIERE • PAG. 47 FRUIT ATTRACTION 2018 Madrid ormai sfida Berlino. Salvi: “Nel 2019 presentiamoci in un unico padiglione”

MERCATI • PAG. 41 INCONTRO A BRUXELLES Il Gruppo europeo guidato da Italmercati chiede spazio all’interno della politica UE

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La mala-burocrazia che è in noi Viviamo in un Paese-manicomio dove il ministro delle Infrastrutture dà come funzionante un tunnel del Brennero che ancora non esiste (sarà pronto fra 8 anni, forse). Quindi tutto può succedere. Può succedere che per un mese l’Italia si sia infiammata a dibattere il tema degli shopper ecologici e biodegradabili in cui incartare frutta e verdura al market (costo 1 centesimo), poi adesso tutti li usano e nessuno si ricorda manco come è andata finire (da una indagine di Altroconsumo pare che oltre la metà degli shopper in circolazione siano fuori norma). Può succedere che il vicepremier Di Maio si preoccupi della felicità delle famiglie italiane proponendo la chiusura domenicale dei centri commerciali e la proposta è talmente delirante sotto il profilo economico, occupazionale e “sociale” (è un tema che va lasciato alla libera contrattazione tra le parti sociali, ovvio) che bisogna sperare che tutti se ne dimentichino al più presto, visto che incombono problemi di ben altro spessore sull’economia del Paese. E a proposito di Def 2019 (cioè la manovra finanziaria oggetto di un braccio di ferro con l’Europa) è curioso rilevare che, come nel famoso contratto di governo, lo spazio riservato all’agricoltura è poca cosa, due paginette scarse. Domina l’impegno per una semplificazione delle procedure, cioè la lotta alla malaburocrazia, che detta così sembra qualcosa di facile, un Moloch esterno a noi contro cui lottare, in realtà è qualcosa di molto più complesso e difficile (tant’è che finora ha resistito a tutti gli assalti). Semplificare significherebbe tagliare le rappresentanze inutili (pensate alle tante centrali del sindacalismo agricolo…), individuare le inutili duplicazioni/sovrapposizioni dei ruoli, i giri di carte che non servono a nulla se non a giustificare lo stipendio di chi li fa girare. In sostanza la mala-burocrazia sta dentro il nostro “essere italiani”, all’eterna tentazione di creare apparati inutili, carte che girano da un ufficio all’altro. Dietro la malaburocrazia che tormenta chi fa impresa (e che costa una montagna di soldi) ci sono poltrone e poltroncine, prebende, scrivanie, funzionari, dirigenti… Per questo è una lotta disperata, contro gli apparati , in pratica un muro di gomma. Comunque il Def 2019 propone un “patto per la semplificazione”, da sancire in sede di conferenza Stato-Regioni (sì perchè senza le Regioni non si può fare niente). Poi arriverà una nuova riorganizzazione del ministero per le Politiche agricole e il turismo, per agevolare il dialogo con imprese e istituzioni. Che dire, auguri, almeno c’è la volontà di fare qualcosa. Poi cosa uscirà , sta scritto nelle stelle. Intanto l’ortofrutta aspetta disperatamente un segnale di attenzione da parte della politica. Il vi-

✍ Lorenzo Frassoldati

Ottobre 2018

deo dell’imprenditore piemontese Carlo Lingua, postato su Facebook ad Asia Fruit Logistica, in cui sbotta contro il ministero (“Non riusciamo a vendere le nostre mele in Cina perché non abbiamo i protocolli in quanto tutti coloro che governano e hanno governato non se ne sono occupati in modo serio. Polonia e Francia hanno i protocolli per le mele, sull’uva la Spagna ha il protocollo e noi no. Basta con le scuse, mettetevi a lavorare”) ha scosso il settore. A Hong Kong si è toccata con mano la frustrazione degli operatori italiani che – a fronte dell’interesse dei mercati asiatici per prodotti come mele, pere, kiwi, agrumi, uva da tavola – non dispongono dei relativi protocolli per accedere alla maggior parte di quei mercati per via delle barriere fitosanitarie. E quando le barriere sulla carta vengono superate, spesso non riusciamo a essere competitivi per altre ragioni (offerta frammentata, scarsa conoscenza dei mercati, ecc). E poi l’eterna contraddizione: possibile che l’Europa faccia accordi ‘unitari’ per i prodotti in ingresso mentre per esportare ogni Paese debba vedersela per conto suo? Come si esce da questo circolo vizioso di problemi incancreniti, di burocrazia pubblica oppressiva e inconcludente? La vera (e unica) cabina di regia dell’ortofrutta italiana adesso ha una sede: il Tavolo nazionale, che a breve dovrebbe essere riconvocato. Se il tavolo deve lavorare ed essere operativo, dovrà anche essere snellito perché con quella carovana di gente delle prime riunioni non si va da nessuna parte. E poi non basta il ministero agricolo per risolvere i problemi, a quel Tavolo devono sedere anche l’ICE e lo Sviluppo economico (MISE). E anche le Regioni devono essere rappresentate o quantomeno coinvolte. Non c’è più tempo da perdere. Bisogna mettere all’ordine del giorno uno-due punti da aggredire subito. La concertazione va bene (Martina manco quella faceva…) però serve darsi delle priorità, con impegni programmatici precisi e risorse certe disponibili. Il sottosegretario Alessandra Pesce è determinata, gli attori dell’ortofrutta dicono: bisogna darle fiducia. Ci si attende (finalmente) una svolta operativa, concreta almeno su due temi: l’apertura dei mercati lontani e il catasto ortofrutticolo. E’ il governo del cambiamento, no? Ci deve essere anche una svolta sul fronte dell’agribusiness. l.frassoldati@alice.it

EDITORIALE

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Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Profilo: Corriere Ortofrutticolo si è affermato come rivista “di filiera” del settore ortofrutticolo italiano. La rivista collega chi produce, chi commercializza e chi vende al pubblico, oltre ai settori connessi (dai macchinari ai trasporti). La diffusione è capillare in Italia, dove si è allargata alla grande distribuzione alimentare e al dettaglio.

Diffusione: 6.000 copie. Ripartizione del mailing: Dettaglianti 23%, Produttori 22%, Grossisti 19%, Distributori 12%, Import-export 6,5%, Servizi 5%, Tecnologie e Trasformati 2,5%, Altri 10% Ottobre 2018

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Unitec sfonda negli US con un innovativo impianto sulle pere

RUBRICHE EDITORIALE La mala-burocrazia che è in noi

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entra in Carrefour con Jiffy

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Svolta in Conad, Avanzini direttore generale. Francesco Pugliese confermato come ad

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CONTROEDITORIALE L’export è in sofferenza. Il Tavolo se c’è batta un colpo

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Aldi in Italia verso i 50 punti vendita

NOTIZIARIO

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L’insegna Mega cresce nel Veneto 44

PRIMO PIANO MELE Nuove varietà dolci: Rivoira lancia un grande progetto ATTUALITÀ Ci si è messo contro il maltempo ma l’arancia siciliana riparte Jingold con Oriental Red avvia l’era del kiwi a polpa giallo-rossa

Si fanno largo in Lombardia i francesi di Leader Price

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Milano piace a Pam Local Aperto il decimo punto vendita

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MONDO FRUIT ATTRACTION. Madrid sfida Berlino

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Parigi piace alla IV Gamma Contatti internazionali al SIAL

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FRESH CUT Bonduelle chede alla GDO di fare insieme una svolta

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Rapporto ISMEA-Nielsen, nel primo semestre i consumi sono cresciuti del 5,2%

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Le novità di Zerbinati per l’autunno: offerta ampia dalle Monoporzioni alla IV Gamma bio 50

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VENT’ANNI DI CSO ITALY. Crescita nei servizi

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LOGISTICA. Al porto di Ravenna tornano le banane

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TECNOLOGIE. Unitec sfonda negli US Protagonista. DOMENICO SACCHETTO L’orgoglio piemontese

MERCATI&DISTRIBUZIONE I Mercati bussano a Bruxelles De Castro: Nuovo protagonismo 41 Si allarga la base associativa di Fedagromercati La spesa con lo smartphone

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La Linea Verde cresce in Europa come co-packer della GDO

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A Filadelfia la IV Gamma viene preparata al momento dallo chef

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Mini-confezioni in Spagna: è l’ora dello snack vegetale

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L’export è in sofferenza. Il Tavolo se c’è batta un colpo di Corrado Giacomini* Secondo i dati di Fruitimprese il nostro export di ortofrutta nei primi sei mesi dell’anno è in sofferenza. Complessivamente segna una diminuzione in quantità (- 15,2%) e in valore (-4,1%). Praticamente, è l’andamento delle quotazioni che ha fatto da argine, ma anche qui non c’è da rallegrarsi molto, perché la tenuta è dovuta solo alle esportazioni di agrumi, aumentate (+ 10,7%) in quantità e in valore (+13,8%). La conclusione è che nei primi sei mesi del 2018 la bilancia commerciale dell’ortofrutta si conclude con un saldo positivo di 320 milioni, inferiore del 10,3% al corrispondente semestre del 2017. Come sempre, le cause sono di ordine congiunturale e strutturale. Tra le prime, c’è la forte carenza d’offerta della scorsa stagione, a cui si accompagna l’andamento crescente dei prezzi, aumentati nel secondo trimestre di ben il 24%, in base alle rilevazioni ISMEA. Il carattere congiunturale di questi dati si vede anche nelle esportazioni di agrumi, che si sono avvantaggiate della terribile annata produttiva subìta dalla agrumicoltura spagnola nella campagna 2017/18. Ma dopo la congiuntura resta da affrontare la situazione strutturale della nostra offerta e, in attesa che si faccia vivo il famoso tavolo del Ministero, qualche aiuto può darcelo il rapporto curato dal CERVED su “Ortofrutta fresca: dimensione e trend emergenti”. Il primo dato, peraltro noto, è che le nostre imprese di lavorazione e commercializzazione dell’ortofrutta, senza tener conto dei produttori direttamente presenti sul mercato, sono tante e piccole, ben 3.626, ma solo 20, secondo CERVED che conosce bene i bilanci delle imprese, sono imprese rilevanti. Ma anche queste sono, relativamente, piccole se quattro riescono a concentrare poco più del 9% della produzione e otto il 16,1%. Questa situazione ha riflessi immediati sulla nostra capacità di affrontare la domanda della grande distribuzione sui principali mercati esteri, dove raggiunge concentrazioni dell’offerta ben superiori a quanto avviene sul mercato italiano, e sulla rete dei servizi logistici, che denuncia ancora gravi carenze, anche per l’assenza di una politica nazionale diretta a favorire la creazione di parchi logistici. Negli scambi con l’estero uno dei principali limiti del nostro export resta la scarsa presenza nei mercati in via di sviluppo (15% contro il 30% verso la sola Germania, a cui segue la Francia). Nel rapporto CERVED si può leggere che negli ultimi dieci anni l’export mondiale di ortofrutta verso la UE è cresciuto del 10% circa, fuori di oltre il 200%. Ovviamente, ciò ha consentito ai nostri com-

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CONTROEDITERIALE

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petitors di inserirsi su questo filone di mercato. Per la verità, nemmeno noi siamo stati fermi, se l’Italia è stato nel 2017 il primo Paese europeo esportatore di frutta sul mercato cinese. Ma il contributo più interessante del rapporto CERVED riguarda, a mio avviso, l’analisi del nuovo consumatore. La maggiore spesa in ortofrutta è sostenuta dalle persone anziane, e in un Paese di vecchi come è il nostro, è importante non trascurarli, ma è anche vero che tendono ad aumentare i consumi fuori casa (16,5% del totale mercato frutta e verdure a volume nel 2017) e che la ripresa dei consumi negli anni più recenti è stata pilotata dai millennials che, molto attenti a una alimentazione sana e sicura, spendono in media il 37% (CERVED) in più per gli acquisti di frutta e verdura. La competizione sul mercato dell’ortofrutta non è, quindi, solo di prezzo, ma sui servizi collegati al prodotto, come da sempre predica Claudio Scalise; sulla sicurezza igienica e sanitaria garantita dalla marca, che genera la fedeltà del consumatore; sulle novità, da cui deriva il successo dei club varietali, come dimostrano i recenti casi nelle mele e nelle fragole. Si parla sempre meno della riforma della PAC 2021/2027. Sembra che, ormai, siano tutti convinti che bilancio e riforma della PAC saranno impegni della Commissione che uscirà dalle elezioni del 2019. Tuttavia, non credo che l’impostazione data, che prevedeva un Piano Strategico Nazionale (PSN), che comprendesse sia le misure del I° e II° Pilastro che piani specifici riferiti alle principali colture, tra cui l’ortofrutta, superando quindi il vigente OCM, verrà stravolta. Se la competenza della redazione del PSN spetta ai singoli Stati, che assumono la responsabilità della sua realizzazione, definendo anche i criteri di eleggibilità dei beneficiari alle singole misure, credo che mai come questa volta la presenza del Tavolo ortofrutticolo promosso dal MIPAAFT sia molto utile proprio per preparare e anticipare le scelte che il PSN farà per affrontare i problemi strutturali del nostro settore ortofrutticolo. * economista agrario

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Coldiretti: Prandini è il nuovo presidente Ettore Prandini (nella foto), 46 anni, bresciano, è dal 7 novembre il nuovo presidente nazionale di Coldiretti. È stato eletto all’unanimità dall’assemblea dei delegati di tutte le regioni riunita a Palazzo Rospigliosi a Roma. Prandini guida un’azienda zootecnica di bovini da latte e gestisce un’impresa vitivinicola con produzione di Lugana. Dal 2006 è alla guida della Coldiretti Brescia, dal 2012 è al vertice della Coldiretti Lombardia, dal 2014 era vice presidente nazionale. Dal 2013 è inoltre vice presidente dell’Associazione Italiana Allevatori e presidente dell’Istituto Sperimentale Italiano “L. Spallanzani”. Prandini prende il timone di una organizzazione in crescita che ha esteso la propria rappresentanza dalle imprese singole alle cooperative, dal settore agricolo a quello della pesca, dall’agricoltura tradizionale alla filiera agroalimentare con le fattorie, i mercati, e le botteghe di Campagna Amica ed il progetto per una Filiera Agricola tutta Italiana. La Coldiretti, fondata nel 1944, conta su 1,6 milioni di associati, ha 20 federazioni regionali, 95 federazioni interprovinciali e provinciali, 853 uffici di zona e 4.143 sezioni comunali. Prandini sarà affiancato da una giunta confederale così composta: Nicola Bertinelli (Emilia Ro-

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magna), David Granieri (Lazio) e Gennaro Masiello (Campania) vice presidenti; altri membri di giunta: Maria Letizia Gardoni (Marche), Francesco Ferreri (Sicilia), Daniele Salvagno (Veneto), Savino Muraglia (Puglia) e il past-president Roberto Moncalvo (Piemonte).

Agrintesa a 311 milioni di euro. Confermati i vertici È il bilancio migliore della sua storia quello approvato lunedì 22 ottobre dalla cooperativa Agrintesa, aderente a Confcooperative e al Gruppo Apo Conerpo. Dopo il via libera arrivato dalle assemblee comprensoriali di Castelfranco Emilia (Mo), Forlì, Bagnacavallo (Ra) e Faenza (Ra), l’assemblea dei delegati ha licenziato l’esercizio 2017-18 con un valore della produzione superiore a 311 milioni di euro. “Si tratta di un risultato mai raggiunto prima d’ora - conferma il direttore generale Cristian Moretti - ottenuto attraverso la commercializzazione della produzione ortofrutticola e dell’uva da vino, per il 93% conferita dai soci della cooperativa. Il collocamento di questi prodotti sul mercato del fresco è stato affidato

alle società commerciali di riferimento, quali Alegra, Brio, Opera e Valfrutta Fresco”. L’utile netto si è attestato a 1.468.229 euro. Le liquidazioni erogate ai soci hanno raggiunto i 161,2 milioni di euro superando in maniera significativa i valori registrati negli esercizi precedenti. In aumento anche il patrimonio netto, che si è colloca sui 113,5 milioni di euro. Agrintesa, forte di 4.000 soci, si afferma così come una realtà sempre più solida e in crescita. La situazione è così fotografata dal presidente Raffaele Drei: "Il positivo andamento della cooperativa evidenzia la buona gestione aziendale e la lungimiranza delle scelte effettuate undici anni fa, quando è nata Agrintesa. Rispetto ad allora, lo scenario di riferimento è mutato notevolmente, con una forte evoluzione dei competitor e degli interlocutori a cui ci rivolgiamo, distributori e consumatori. In questo contesto, abbiamo attuato importanti cambiamenti in tutti i settori, dalla fase produttiva, con una profonda evoluzione degli orientamenti produttivi anche attraverso una significativa riconversione varietale, a quella della lavorazione, con l’introduzione di impianti altamente innovativi nello stabilimento di Castelfranco (Modena), Castelbolognese (Ravenna) e nella Cantina di Russi (Ravenna) e la realizzazione di strutture nuove ed efficienti come quella di Bagnacavallo”. “In particolare - precisa Drei per garantire le risposte migliori ai produttori, mantenere e raffor-

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zare la competitività sul mercato globale e gestire i problemi legati alla crisi delle pesche e nettarine, nell’ultimo triennio la nostra cooperativa ha investito ben 31 milioni di euro, in parte coperti dai contributi previsti dal Piano Regionale di Sviluppo Rurale, con l’obiettivo di diversificare e qualificare sempre più l’offerta. Agrintesa ha proseguito la sua azione a supporto dei soci anche attraverso le risorse dell’OCM e tramite alcuni progetti speciali di riconversione ed innovazione. Questo dinamismo ha consentito di mantenere un catasto ortofrutticolo stabile, pur con un ricambio delle specie al suo interno, e ottenere una crescita del catasto vitivinicolo”. “Tra i numerosi progetti portati avanti nell’ultimo triennio - aggiunge Drei - si segnalano l’impulso al processo di sviluppo del comparto biologico avviato con Brio e la cooperativa La Primavera; il forte impulso dato alla società Opera, specializzata sulla pera; l’accordo siglato con New Factor per promuovere la ‘Noce di Romagna’; lo sviluppo di azioni innovative riguardanti kiwi giallo, mele e susine. Sul fronte vitivinicolo, infine, Agrintesa ha avviato un importante rapporto di collaborazione con la cooperativa CAB Terre di Brisighella e ha consolidato il rapporto con i produttori della coop Ville Unite, iniziative finalizzate a salvaguardare il reddito dei produttori ed a garantire un futuro alle aziende dei soci”. L’assemblea ha confermato alla presidenza Raffaele Drei e alla vicepresidenza Pier Giorgio Lenzarini e Aristide Castellari. Il nuovo CdA, che resterà in carica per il prossimo triennio, è così composto: Gianni Amidei, Mattia Andreini, Damiano Banzola, Domenico Calderoni, Mirco Carrelli, Aristide Castellari, Primo Chiarini, Carlo Dalmonte, Raffaele Drei, Fabrizio Fregni, Maurizio Gardini, Paolo Golini, Alberto Guerra, Pier Giorgio Lenzarini,

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Marco Macchini, Mauro Mariani, Paolo Mazzoni, Albino Migliorini, Roberto Minghetti, Alessandro Neri, Alessandro Patuelli, Daniele Peroni, Giovanni Pirazzini, Gianfranco Ravaglia, Michele Tampieri, Filippo Tramonti, Davide Vernocchi, Paolo Zardi, Dante Zauli.

Il socio cileno Del Curto entra nel consiglio di Origine Group Il 13 novembre si è riunita a Ferrara l’assemblea dei soci di Origine Group che ha eletto il nuovo consiglio di amministrazione. Al vertice sono stati confermati il presidente Ilenio Bastoni (Apofruit) e il vicepresidente Simone Spreafico (Spreafico). Confermati anche tutti i consiglieri, con la novità dell’allargamento al nuovo socio cileno David Del Curto. I Consiglieri quindi adesso sono: Alessandro Cenzuales (Pempa Corer), Rodrigo Falcone (David Del Curto), Alberto Garbuglia (OP Kiwi Sole), Mauro Grossi (AFE), Alessandro Pernigo (Frutta C2), Gualtiero Rivoira (Kiwi Uno), Marco Salvi (UNACOA), Alessandro Zani (Granfrutta Zani). Il presidente Ilenio Bastoni ha dato il benvenuto nella compagine sociale al rappresentante di David Del Curto, dicendosi “sicuro che questa nuova collaborazione darà un significativo valore aggiunto al successo del kiwi Sweeki sui mercati internazionali, come dimostrato dai positivi riscontri della campagna del kiwi cileno con quasi 1.000 tonnellate di prodotto spedite sui mercati asiatici. Origine Group ha avviato la campagna col kiwi italiano 2018 e i primi container a marchio Sweeki sono già partiti alla volta dei mercati asiatici, mentre il kiwi giallo è già presente sui mercati da un mese”. “Lo sforzo promozionale conti-

nua - ha precisato Bastoni - con la presenza di Origine Group al Mac Fruit Attraction China di Shanghai dal 21 al 23 novembre nell’ambito di Horti China. Saremo poi a fine novembre in Malesia per un evento con le principali catene della GDO malese organizzato dal nostro importatore Euroatlantic”. Prosegue anche la campagna delle pere, che sta avendo i primi riscontri positivi sui mercati europei, dove le vendite di Abate stanno procedendo in modo soddisfacente.

Manganaro nuovo presidente di Fruitimprese per la Sicilia Rinnovo delle cariche a Fruitimprese Sicilia. Nel corso dell’assemblea dell’associazione, svoltasi a Catania a inizio novembre, Placido Manganaro (nella foto) è stato eletto presidente. Succede a Salvo Laudani. Manganaro, 62 anni, catanese, è titolare assieme al fratello Salvatore e al socio Carmelo D’Imprima, della ditta MaDi Fruit, specializzata nella produzione e commercializzazione dell’intera gamma degli agrumi e della frutta estiva. MaDi Fruit, sede a Catania e filiale a Policoro, opera da molti anni nel campo degli agrumi e della frutta fresca, e commercializza i prodotti sia sul mercato interno sia all’estero, in particolare Inghilterra, Stati Uniti, Germania e Svizzera. L’assemblea è stata aperta dal presidente uscente Salvo Laudani che ha riassunto le principali tappe della sua esperienza quinquennale al vertice dell’associazione, ed ha garantito il suo sostegno al nuovo presidente. Il neo

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eletto ha dichiarato: "L’ortofrutticoltura è uno dei motori dell’economia siciliana, volano di sviluppo e di crescita economica e sociale, oltre che culla di prodotti simbolo del made in Italy e della dieta mediterranea. La Sicilia non è più solo agrumi, ma anche uva da tavola e l’intera gamma degli ortaggi. Faremo valere la nostra voce e il nostro ruolo in tutti i tavoli che contano, a partire dal confronto con le catene della GDO”.

Mazzoni spinge sulla clementina top quality: partito il progetto emma® Dal 9 novembre è ufficialmente partita la campagna di commercializzazione di emma®, la clementina top quality prodotta nel-

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la piana di Sibari, distribuita e garantita da Cico Mazzoni. Per il suo primo anno di commercializzazione, le previsioni su emma® sono molto positive, sottolinea l’azienda: si prevede infatti un pack-out corrispondente al 30% dei volumi; una cifra certamente importante per un prodotto che garantisce uno standard eccellente, con 11 gradi brix, una pezzatura medio-grande, in linea con le

esigenze del mercato nazionale, e colore e croccantezza al top. A garanzia di questa qualità, l’areale di produzione vociato e l’expertise del gruppo Cico-Mazzoni che prosegue con questo nuovo progetto il percorso di selezione e commercializzazione di prodotti di eccellenza. Emma® nasce con l’intento di creare un prodotto di alta qualità, che si differenzi dal resto dell’offerta, scegliendo di rivolgersi in particolare ad una fascia di acquirenti con esigenze specifiche quali per esempio le mamme, un segmento sempre in cerca di prodotti sani e gustosi, proprio come la clementina; salutare, poco calorica, dolce, easy peeling, comoda da portare in borsa o nello zaino, emma® infatti rappresenta la merenda ideale per i bambini e una pratica pausa di benessere per il consumatore moderno. Per raggiungere il suo target em-

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ma® si propone in un comodo cestino a peso legalizzato, attraverso una grafica semplice e fresca e con il claim “la tua clementina” volto a rassicurare il consumatore e ad entrare con lui in un immediato rapporto di confidenza e fiducia. Il logo, con il suo font rotondeggiante e lo spicchio a mo’ di sorriso, vuole mostrare la vicinanza al mondo dei bambini ammiccando alle mamme più esigenti. Emma® sarà promozionata anche attraverso un piano di valorizzazione presso i punti vendita della GDO. A partire da metà gennaio, all’interno dei reparti ortofrutta tante promoter animeranno il ‘back to school' invernale attraverso attività di degustazione e distribuzione di simpatici gadget e materiali pensati per attrarre e sorprendere i consumatori grandi e piccoli presenti in reparto.

Gallo propone l’aggregazione dei produttori della piana di Sibari Nella piana di Sibari, cuore della produzione di clementine italiane, si sta iniziando a ragionare sulla costituzione della prima maxi-aggregazione produttiva dedicata a questa eccellenza calabrese. È un’idea di Natale Gallo (nella foto) che guida l’OP Agricor di Corigliano Calabro, grande produttore di clementine IGP di Calabria, spinto dalle condizioni che oggi il mercato globale richiede. “Siamo arrivati ad un bivio - afferma Gallo -, in un momento strategico per il mercato e per le clementine. O ci si aggrega o si rischia di perdere un treno importante. Che sia una AOP, Associazione di Organizzazioni di Produttori, una rete di imprese o un consorzio, questo non ha importanza. L’importante è fare massa critica. Non solo per poter creare

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valore aggiunto con la realizzazione, ad esempio, di un marchio unico. Ma anche per approcciare al meglio mercati nuovi, come quelli del Nord e Centro Europa, che hanno dimostrato di sapere apprezzare il nostro prodotto”. Il processo di aggregazione produttiva, pur presentando incredibili vantaggi anche sul fronte politico e commerciale nazionale, è una strada tutta in salita ripida e, cosa non da poco, viene avviato in un momento particolarmente delicato nell’eco-sistema socio-politico calabrese, dal momento che l’anno prossimo andranno al rinnovo le cariche elettorali dei vertici regionali. “Due OP si trovano già d’accordo su questo progetto - precisa Gallo - ma l’idea è quella di aggregare più realtà possibili, anche giovani. Se non si arriva ad un punto concreto entro due o tre anni al massimo, rischiamo di rimanere completamente fuori dai giochi anche perché le piccole aziende del territorio non possono permettersi di farsi carico degli investimenti necessari per rendere competitiva la propria attività. Andare ognuno per conto proprio non funziona più. Bisogna innovare, non solo tecnologicamente o in campo ma anche nella cultura. Dobbiamo unirci”. (m.l.)

Uva da tavola: Peviani lancia la varietà tardiva Autumn Crisp Importante test commerciale di Peviani Spa per la Autumn Crisp, la varietà tardiva di uva bianca senza semi lanciata dalla società statunitense di breeding

SunWorld cinque anni fa e piantata in California e successivamente in Sudafrica e Australia. Nelle aziende agricole Peviani c’è stato il primo raccolto della varietà. Al progetto aderiscono sei aziende italiane e due spagnole ma quest’anno solo Peviani e le murciane El Ciruelo e Moyca hanno avuto quantità sufficienti per avviarle sul mercato. “È una varietà che promette molto bene - spiega Luigi Gino Peviani, presidente del Gruppo - anche perché va a coprire una finestra di mercato molto importante che è quella dei mesi di ottobre e novembre. Un periodo cruciale perché coincide con la fase di transizione verso le forniture dall’Emisfero Sud. I risultati di questo primo test sono stati soddisfacenti, la varietà ha confermato le sue caratteristiche, la dimensione della bacca, la croccantezza sorprendente della polpa, la succosità, il brio, la shelf life e abbiamo spedito per cinque settimane quantità rappresentative verso Inghilterra, Scandinavia e Italia ricevendo ottimi consensi da parte della clientela”. Le prospettive di crescita sono importanti e “già l’anno prossimo potremo coprire otto settimane con superfici molto superiori rispetto a quest’anno. Sicuramente anche gli altri licenziatari stanno investendo in questa varietà ed è di buon auspicio, non vedo problemi di quantità, perché nel periodo autunnale tutta l’Europa ha bisogno di uva bianca seedless europea di qualità ed anche diversi mercati extra europei sono interessati, quindi l’Italia potrebbe tornare a crescere in questo comparto. Quest’anno, per il cattivo tempo, abbiamo preferito ultimare la raccolta a metà ottobre”, precisa Peviani. “Se l’Autumn Crisp esprimerà buona qualità con continuità e saprà convivere con le avversità climatiche che ci affliggono con una certa frequenza - conclude Peviani - la diffonderemo sul mercato domestico dove le vendite di Ottobre 2018


seedless registrano un aumento delle vendite a doppia cifra e sui mercati di export di riferimento come l’Inghilterra, la Scandinavia, l’Europa Occidentale, l’Olanda, la Svizzera. Il comparto uva da tavola è molto interessante, fare le scelte giuste sarà fondamentale per creare nuove opportunità di consumo, le quali sono destinate certamente a crescere”. (m.l.)

Metis: +20% per la maxi susina nel secondo anno di vendite Si è conclusa con numeri positivi la campagna 2018 di Metis®, il frutto nato da incroci naturali tra susino e albicocco, disponibile in quattro varietà (Oxy Solar, Dark Moon, Safari Star, Sunset Sky). In

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questo secondo anno di commercializzazione, il mercato italiano si è consolidato a livello di posizionamento relativo, vantando un +20% di quota di mercato e di vendite. Ciò è stato possibile grazie a partnership di scopo che i produttori - Minguzzi e Granfrutta Zani - hanno stipulato con i principali player della GDO: in questo modo Metis è stata valorizzata al meglio e in modo coordinato, con le quattro varietà che sono andate a coprire le richieste dei clienti finali nei diversi periodi della stagione. Il consumatore, ritrovando sempre a scaffale Metis, ha potuto apprezzarne le caratteristiche distintive rispetto alla classica susina. La seconda campagna è stata positiva, oltre che per i numeri espressi, anche per la qualità del frutto. Metis è stata presente a scaffale dalla fine di luglio (quest’anno, date le particolari condi-

zioni climatiche, con due settimane di ritardo rispetto al 2017) sino alla fine di ottobre. Con la GDO sono state studiate circa 50 attività di in store promotion. Analogo impegno è stato profuso nei confronti dei Mercati ortofrutticoli. In particolare, sono stati stretti accordi con operatori specializzati – per esempio a Padova con i Fratelli Daniele – che sono diventati veri ambassador del mercato Metis. Grazie a questa sinergia, è stato possibile consolidare la presenza nei territori e sostenere l’immagine del brand. Obiettivo 2019 è quello di stringere almeno altri due accordi con partner del Nordest e del Sud Italia. Per raccontare in modo efficace Metis in questo canale, è stato sviluppato il format del “Metis Day” all’interno dei Mercati ortofrutticoli: negli stand degli operatori partner sono state programmate degustazioni e omaggi rivol-

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La stagione del gusto? Per noi INIZIA ADESSO Le sue origini sono quasi un mistero, il suo gusto e la sua croccantezza sono una certezza. Assapora il nostro Radicchio di Chioggia IGP per scoprirne tutte le caratteristiche.

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ti ai dettaglianti e ai piccoli supermercati. In queste occasioni sono anche stati distribuiti kit per il punto di vendita, composti da espositori, stopper, segnaprezzi e omaggi per il consumatore finale.

Battaglio investe in Colombia nella produzione di avocado Hass Battaglio SpA, tra i principali importatori italiani di frutta esotica e in contro-stagione, e CI Tropical, azienda colombiana leader nella produzione ed esportazione di banane, per consolidare la loro proficua collaborazione hanno deciso di investire insieme su un ambizioso progetto: Agricola Persea. La nuova impresa, dopo aver individuato ed acquistato circa 1000 ettari di terreno nella Valle

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del Cauca in Colombia, ha recentemente iniziato la messa a coltura dell’avocado Hass, con l’obiettivo di raccogliere i primi frutti nel secondo semestre 2020. Agricola Persea permetterà a CI Tropical di diversificare la produzione in una zona particolarmente vocata e a Battaglio di operare un’integrazione verticale su prodotti per i quali si sta caratterizzando come distributore di riferimento.

Radicchio di Treviso e di Castelfranco: Tosatto presidente Andrea Tosatto è il nuovo presidente del Consorzio di tutela del Radicchio Rosso di Treviso IGP e Radicchio Variegato di Castelfranco IGP. La nomina è avvenu-

ta in Consiglio di amministrazione ai primi di novembre, dopo che l’assemblea, il 28 ottobre, aveva approvato il bilancio 20172018 e rinnovato il consiglio di amministrazione. “Ho accettato con piacere l’incarico - ha dichiarato il neo presidente -. Il Consorzio negli ultimi anni ha registrato un costante incremento di prodotto certificato sia per il Treviso che per il Castelfranco e quindi l’obiettivo è quello di continuare il lavoro svolto da chi mi ha preceduto (Paolo Manzan, presidente per 9 anni, ndr). Le modifiche ai disciplinari di produzione, la registrazione del marchio in alcuni Paesi extra UE, l’informazione e la formazione dei soci, la promozione dell’area di produzione anche in chiave turistica, la passione per la qualità e la capacità di proporre anche prodotti aventi alto contenuto di servizio in aggiunta alla prima gamma, rappre-

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Macfrut sostiene l’Africa, Piraccini: Ortofrutta strategica L’ortofrutta settore strategico per lo sviluppo dell’Africa. Lo ha detto Renzo Piraccini, presidente di Macfrut, nella seconda conferenza ministeriale Italia-Africa davanti una platea di altissimo livello che ha annoverato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e rappresentanti di ben 54 Paesi del Continente africano. Piraccini, nel suo intervento al Forum internazionale svoltosi alla Farnesina giovedì 25 ottobre, ha presentato Macfrut, ponendo l’accento sull’Africa contanete Partner nell’edizione 2019 (l’Africa Subsahariana). “Sono fortemente convinto che il settore agricolo potrà svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’Africa - ha detto Piraccini - e per soddisfare le esigenze alimentari di questo continente. Prima di tutto dobbiamo ricordarci che l’ortofrutta è un cibo sano. Produrre ortofrutta fresca oggi è facile: servono acqua, sole e tecnologia. In Africa il problema principale è l’accesso alla tecnologia e l’uso di tecniche a basso consumo idrico. L’Italia, che è leader in questi due settori, può dare un grande contributo allo sviluppo dei Paesi africani. Inoltre l’Africa può essere un importante mercato per alcuni no-

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stri prodotti come mele e kiwi”. Il nostro Paese può svolgere un ruolo da protagonista. “L’Italia, che è un grande produttore di ortofrutta ed è leader nella tecnologia e nel packaging, può svolgere un grande ruolo per aiutare le imprese africane a crescere e a farsi conoscere. Una delle opportunità è proprio Macfrut in cui l’Africa Sub Sahariana sarà il partner della manifestazione. Una buona opportunità per trovare partner commerciali, ma anche per vedere tutte le novità della filiera”. Nell’intervento di chiusura della Conferenza Italia-Africa il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto che “l’Africa è una ricchezza, è il futuro, è un’opportunità”. Conte ha anche evidenziato come questo sia “più che mai il momento per l’Italia di giocare in Africa un ruolo strategico e di confermare la priorità delle nostre relazioni a livello bilaterale, nel contesto europeo e nei fori multilaterali anche con un rafforzato legame con l’Unione africana”. E sempre a proposito di Africa, per Macfrut il fine anno vede tre nuove missioni internazionali: Ghana (30 ottobre - 2 novembre), Mozambico e Zambia (28 novembre - 4 dicembre), Angola (5 - 8 dicembre).

senteranno i cardini su cui accrescere il successo della nostra missione.” Il nuovo consiglio può contare sulla presenza di numerosi giovani ma anche sull’esperienza di figure come quella di Adriano Daminato, presidente di OPO Veneto, di Lino Franchetto, già presidente del Consorzio tra il 2000 ed il 2006, e di Walter Feltrin, già presidente della Coldiretti Trevigiana. Andrea Tosatto figlio di Attilio Tosatto: “nasce e cresce” in mezzo al radicchio. Già nel 1992 era entrato nell’attività famigliare che, con il suo contributo, è cresciuta nel corso degli anni fino a trasformare, nel 2001, la semplice società a conduzione familiare nella Green Fruit Srl di oggi. Nel 1996 è tra i padri costituenti del Consorzio di tutela del Radicchio di Treviso e Variegato di Castelfranco e assieme al padre Attilio ha continuato il suo impegno nei vari consigli di amministrazione fino ad oggi.

Piani di crescita per La Primavera. Confermato Migliorini La Cooperativa Agricola La Primavera, storica realtà produttiva del territorio veronese nata nel 1989 al fine di sviluppare le coltivazioni secondo il metodo dell’agricoltura biologica, ha approvato a inizio novembre il bilancio che vede il fatturato superare i 5,8 milioni di euro con una produzione di 4.800 tonnellate di colture orticole e frutticole su una superficie pari a 400 ettari. Contestualmente la Primavera ha rinnovato le cariche sociali per il prossimo triennio. Il nuovo consiglio vede la riconferma di Simone Bazzoni, Andreas Bauer, Sebastiano Navarra, Albino Migliorini, Luigi Zenti e l’ingresso di due giovani produttori: Mattia Lago orticoltore e Davide Malacchini frutticolOttobre 2018


tore. Confermato presidente Albino Migliorini con alla vicepresidenza Luigi Zenti. “Puntiamo in questo mandato ha sottolineato Migliorini - ad incrementare il numero di soci e di conseguenza i quantitativi di prodotto biologico conferito, operando a livello nazionale. Particolarmente importante è lo sviluppo in Calabria, nella zona di Rosarno, della Cooperativa socia I Frutti del Sole, con superfici bio di produzione frutticola in costante aumento. Possiamo dunque contare su due centri produttivi: uno in Veneto e l’altro in Calabria. Attueremo una politica di ulteriore sviluppo della qualità del prodotto sia in campagna, con la collaborazione dei nostri tecnici, sia promuovendo presso le aziende socie le certificazioni Global Gap, Grasp, Naturland e Demeter, certificazioni sempre più necessarie per commercializzare i nostri prodotti. Il tutto in sinergia con la Cooperativa Agrintesa di Faenza della quale siamo soci e condividiamo lo sviluppo e la gestione della partecipata Brio. A livello locale daremo ulteriore impulso all’attività di vendita diretta attraverso i nostri negozi, con un ampliamento del punto vendita della sede, consolidando così il rapporto tra produttori e consumatori”.

Riscontri positivi della campagna a favore dell’uva Viviana Risultati importanti per ‘Viviana, l’Uva Italiana’ durante le attività di promozione ‘in-store’ svoltesi il 28 e 29 settembre in dieci punti vendita della GDO nazionale nelle province di Arezzo, Bari, Foggia, Lecce e Taranto. L’attività è stata svolta nell’ambito del Progetto ‘Piacere Viviana’ dall’Unione Nazionale Italia Ortofrutta in favore delle proprie associate, Abiomed, Agrtitalia, Assofruit Ottobre 2018

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Italia, Eredi Di Donna, Fonteverde, Agricola Hortoitalia e Opas che hanno aderito al progetto. In particolare sono stati coinvolti con la presenza di espositori, materiali divulgativi e di personale di assistenza al consumatore - gli Ipercoop baresi di via Lojacono e via Santa Caterina; l’Ipercoop di via Trani a Barletta; l’Ipercoop di via degli Aviatori a Foggia; l’Ipercoop di Surbo, in provincia di Lecce, sulla statale per Brindisi; l’Ipercoop di Taranto, strada per Montemesola; il Famila Bibiena di piazza Palati e il Famila San Sepolcro di zona industriale Santafiore ad Arezzo. E si può dire che Viviana ha conquistato i consumatori. Sono andate in esposizione e in vendita le diverse varietà di uva da tavola che comprendono l’offerta di Viviana: la Pizzutella, la rossa Crimson, l’uva bianca Italia, l’uva bianca Baresana, la Palieri, la Red Globe nelle diverse confezioni, dalla cassetta al bauletto. Il Progetto ‘Piacere Viviana’ ha reso possibile anche la promozione di uva a marchio ‘Piacere Viviana’ a Roma, nella tre giorni (20, 21 e 22 settembre) dell’evento della Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL) che ha trasformato Piazza del Popolo in una pista di atletica attirando e coinvolgendo decine di migliaia di persone ed in particolare i bambini delle scuole primarie della capitale. Durante questa manifestazione sono state distribuite ai partecipanti alla Mezza

Maratona ed ai visitatori del Villaggio della manifestazione circa 6.000 confezioni da 500 grammi di uva a marchio ‘Piacere Viviana’. “Tirando le somme di questo progetto - afferma la dirigenza di Italia Ortofrutta - non possiamo che ritenerci soddisfatti dei risultati ottenuti. Ci siamo impegnati in prima persona nel progetto con il chiaro intento far conoscere al consumatore la qualità del prodotto, l’origine esclusivamente italiana, il legame e la vocazionalità dei territori di produzione dell’uva che viene commercializzata a marchio ‘Piacere Viviana’. Ridare valore al prodotto uva attraverso una campagna di comunicazione ed informazione efficace che renda il consumatore ancora più consapevole di quello che sta acquistando è l’obiettivo del nostro motto ‘Piacere Viviana. L’uva italiana’. E lo sforzo che tutti insieme stiamo portando avanti sta dando i suoi frutti”.

Asparago: il futuro nelle giornate internazionali di Cesena Contenere i costi della manodopera e far fronte al cambiamento climatico, caratterizzato da inverni miti e primavere più fredde e umide, nonché trovare soluzioni efficaci all’impoverimento dei suoli: sono le sfide che i produttori di asparagi, riuniti a Cesena a www.corriereortofrutticolo.it

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metà ottobre per l’International Asparagus Days, si trovano a dover affrontare. “Se continuassimo con le tecniche di vent’anni fa la coltivazione nel giro di pochi anni non sarebbe più redditizia. Bisogna innovare e trovare una soluzione prevedendo e anticipando i problemi legati a tale produzione”, ha dichiarato Cristian Befve, uno dei massimi esperti mondiali del settore, durante il convegno ‘Situazione ed evoluzione mondiale dell’asparago’. La distanza tra i filari, l’inerbimento tra l’uno e l’altro e la profondità delle radici sono tutti fattori che - secondo il tecnico - sono da tenere in massima considerazione per aumentare le rese in campo. Aumentando la distanza tra due filari attigui, infatti, il costo della raccolta può diminuire fino al 25-30%; inoltre, essendo il rendimento proporzionale alla massa delle radici, maggiore sarà il nutrimento

del suolo più elevata sarà la resa per ettaro. Da non sottovalutare anche l’influenza della profondità delle radici sul vigore del turione e quindi sulla qualità finale dell’asparago. I metodi per portare il nutrimento in profondità - dando dunque la possibilità alle radici di allungarsi - sono diversi: secondo Befve molto efficace è l’utilizzo della vangatrice. Toccando la questione della stagionalità della produzione, Befve ha ricordato l’utilità dell’utilizzo di pacciamatura in plastica. “Con una tripla pacciamatura in plastica - ha spiegato - si può anticipare fino a tre settimane la raccolta. Anche le serre sono molto utili in questo, infatti più sarà caldo il terreno (il riferimento è alle temperature al suolo) più i quantitativi per ettaro saranno maggiori (fino al 30% in più). Tuttavia non bisogna esagerare; proprio per questo Bosh ha inventato un sistema di

controllo della temperatura che aiuta il produttore a gestire meglio la pacciamatura”. Il tecnico francese ha ricordato poi l’importanza delle tecniche di irrigazione, diverse in base alle esigenze, e i vantaggi derivanti dalla meccanizzazione delle attività in campo: “Ad oggi i robot per la raccolta stanno funzionando bene ma non sono ancora perfetti. Fra qualche anno, quando lo saranno, i costi di produzione diminuiranno nettamente e la produzione migliorerà”. Al convegno sono intervenuti anche esperti di Cina e Perù, due grandi Paesi produttori. “In Cina la domanda interna è superiore all’offerta, soprattutto durante il capodanno cinese tipicamente fuori stagione degli asparagi. Proprio per questo i produttori stanno studiando nuove tecniche per allargare il periodo di raccolta”, ha spiegato l’esperta Wenjing Chen.

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Nuove varietà dolci: Rivoira lancia un grande progetto Emanuele Zanini Mariangela Latella Innovare. È una delle parole magiche del settore ortofrutticolo, su cui si basano i programmi futuri di numerose aziende del comparto. Uno dei segmenti in cui il processo innovativo sta dando i migliori frutti è senza dubbio la mela, grazie alla ricerca varietale che ha portato ad una vera e propria corsa verso nuove cultivar. A testimoniarlo, la corposa rassegna di novità presentate dalle imprese negli ultimi mesi. Tra queste, uno degli annunci più originali e ambiziosi è senza dubbio quello del gruppo Rivoira. Un progetto su base triennale, rimasto a lungo top secret, basato su un programma varietale con tre selezioni di mele di origine brasiliana, contraddistinte da un gusto particolarmente dolce. “Deteniamo i diritti a livello mondiale di tre varietà che hanno delle caratteristiche uniche in termini generali e con un sapore ultra dolce, con l’incredibile innovazione di avere una polpa ‘ ight’ a bassa densità, ultra croccante, che genera una vera e propria esploOttobre 2018

Partners internazionali per il Gruppo piemontese che entrerà sul mercato con le novità nella stagione 2022-23. Ma gli altri non stanno a guardare, a partire da Apofruit e Melinda

Marco Rivoira, executive manager del Gruppo leader in Piemonte

sione di succo in bocca”, spiega Marco Rivoira, amministratore dell’azienda piemontese. Le tre varietà maturano in epoche diverse: la prima attorno al 20 agosto, la seconda nella prima

settimana di ottobre, la terza il 20 ottobre. Le tre tipologie garantiscono una lunga shelf life con presenza sul mercato per dodici mesi all’anno. “Tutte con un minimo comune denominatore: un gusto extra dolce ed una polpa a dir poco unica”, ribadisce l’imprenditore cuneese. “Il progetto – continua Rivoira – si prefigge di creare un brand internazionale che rappresenti un segmento, un gusto e non più una singola varietà. Saranno coinvolti sei partner di livello mondiale con forti investimenti sulla comunicazione del prodotto. Intendiamo semplificare la filiera, puntando dritto a intercettare le esigenze dei distributori e i gusti del consumatore, grazie a un marchio che sarà sinonimo di gusto dolce”, sottolinea Rivoira. Il progetto punta sulla grande distribuzione europea ma intende lanciarsi anche sui mercarti asiatici “ ove vivono 4 miliardi di persone www.corriereortofrutticolo.it

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Ilenio Bastoni, direttore generale di Apofruit, e Paolo Gerevini, dg di Melinda. A Fruit Attraction hanno lanciato nuove varietà

che adorano esclusivamente un prodotto privo di acidità, con forte connotazione estetica”. Il progetto è partito a livello vivaistico, il primo raccolto è previsto nella stagione 2022-23. Questa grande avventura vedrà coinvolte numerose aziende e i partner abituali della famiglia Rivoira in Europa, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Cile ed Australia con Robilant Associati come sviluppatore del

brand commerciale e della piattaforma marketing. “Negli ultimi anni abbiamo riflettuto molto sul boom di tante nuove varietà nel settore delle mele”, conclude Marco Rivoira. “Il nostro gruppo è stato uno dei precursori delle varietà a club, ma il trend che il settore ha preso negli ultimi anni sta creando un’involuzione di sistema che ad oggi non è più sostenibile. Siamo arri-

Buona la partenza per la Fuji MelaPiù A fine settembre è iniziata la raccolta della mela Fuji da parte del Consorzio MelaPiù di Ferrara. “Siamo in linea con la campagna dello scorso anno. I primi stacchi hanno interessato una iniziale quantità di prodotto abbastanza modesta. L’andamento climatico infatti, che ha caratterizzato quasi tutto il mese di settembre - con temperature alte sia di giorno che di notte e quindi con scarsa escursione termica - non ha consentito a tutta la produzione di raggiungere una colorazione ottimale. Tra fine settembre e i primi giorni di ottobre, grazie a temperature più rigide soprattutto di notte, si è finalmente raggiunta una buona maturazione e colorazione dei frutti, per questo siamo fiduciosi in un prosieguo buono della raccolta”. Le

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Fuji MelaPiù edizione 2018 si presentano di calibro discreto (buona percentuale di 80+), dato più o meno analogo a quello delle ultime annate. Qualità organolettica ugualmente buona, grazie alle temperature elevate estive (che hanno aumentato zuccheri e dolcezza del frutto). “Quest’anno - affermano al Consorzio - stimiamo una produzione pari a 18-20mila tonnellate, con circa 8-10% in più rispetto al 2017, su un catasto pari a circa 520 ettari, compresi anche i nuovi impianti”. La Fuji MelaPiù viene distribuito per il 90% sul mercato interno (60% GDO, 40% grossisti), con una presenza maggiore nel Nord-Est, nelle città più importanti del Nord, nel Centro Sud e in Sardegna.

vati al punto che ogni azienda ha le proprie varietà cosiddette “speciali, a club” (senza che lo siano veramente), dove manca un progetto serio alle spalle ed un piano marketing adeguato a supporto del prodotto e della marca. Per questi motivi abbiamo iniziato a porci parecchie domande e valutare quello che è veramente importante per il consumatore e per le grandi catene della GDO. La nostra nuova idea nasce proprio sulla base di queste esigenze. Un nuovo prodotto, che deve essere a priori eccezionale in termini qualitativi e gustativi, che possa definire un segmento ed un gusto, andando a far leva sul desiderio del consumatore medio che ha poche conoscenze specifiche del settore e delle varietà di mele”. Perché - secondo Rivoira - il consumatore acquista prodotti frutticoli sulla base di tre semplici regole e classificazioni: acido, prodotto con forte acidità percepito come rinfrescante; bilanciato, prodotto per un consumo adulto dove dolce ed acidità hanno un perfetto mix di complessità; dolce, prodotto privo di acidità per un consumo semplice, particolarmente indicato ai bambini e alle giovani generazioni”. Va da sé che il Gruppo piemontese ha deciso di dedicarsi proprio a quest’ultimo segmento, con un’altra caratteristica fondamentale richiesta dal consumatore medio: una polpa cosiddetta light, a bassa densità, dove si possa riscontrare un Ottobre 2018


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in questa campagna; i primi raccolti sono stati ottenuti negli impianti del Sud-Est della Francia e in Emilia-Romagna per un totale di 400 ettari (200 Apofruit e 200 Blue Whale) ma bisognerà aspettare il 2022 perché i frutteti, piantati cinque anni fa in EmiliaRomagna (in Francia il lavoro è iniziato 10 anni fa) possano produrre a regime. “Puntiamo a raddoppiare - precisa Bastoni - gli ettari italiani nel giro di pochi anni, e dedicheremo una parte al bio. I canali distributivi in Italia e in Europa saranno quelli tradizionali ossia GDO e negozi specializzati, ma è di grande interesse anche l’export verso il mercato asiatico che ha dimostrato di apprezzare molto la mela italiana”. Non a caso, il lancio arriva proprio a ridosso della conclusione delle negoziazioni bilaterali con la Cina per l’abbattimento delle barriere fitosanitarie sulle mele, riprese da poco, dopo la riorganizzazione del sistema amministrati-

vo da parte di Pechino. Questo importante sbocco di mercato sta spingendo i produttori ad espandere le coltivazioni di mela in tutto il Paese anche per evitare di restare a secco, come è accaduto l’anno scorso, quando il calo produttivo nazionale del 25% ha di fatto chiuso il rubinetto made in Italy sulle piazze dell’Estremo Oriente. “Abbiamo realizzato un comitato commerciale - sottolinea Bastoni - composto da esperti di entrambi i gruppi, che ci darà indicazioni su come arrivare sul mercato in maniera coordinata. Intanto la parola d’ordine è differenziare, ossia dare distintività alla mela anche con il nuovo brand. Se il mercato darà le risposte che ci attendiamo, pensiamo di espandere ulteriormente le produzioni anche in funzione del fatto che sia Apofruit che Bluewhale sono due realtà che raggruppano produttori e che con Candine possono dare un’opportunità concreta di

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perfetto connubio di croccantezza ed estrema succosità”. Un palcoscenico ideale per presentare le ultime novità è stata la fiera di Madrid. A Fruit Attraction è stata lanciata la mela premium Candine frutto dell’accordo di sviluppo siglato ormai tre anni fa tra il gruppo francese Blue Whale e il gruppo Apofruit e presentata nel quadro dell’innovativo concept Regal’in per lo sviluppo comune ed esclusivo della varietà Regalyou. “È una mela dalla pasta molto croccante - spiega Ilenio Bastoni, direttore generale di Apofruit - e dal sapore molto dolce con un livello zuccherino che arriva anche a 16 gradi Brix. È una cultivar rustica, resistente, che si presta ad essere coltivata con il metodo biologico ed è caratterizzata da un’elevata conservabilità arrivando anche a 10 mesi solo con il freddo, il che la rende adatta ad essere esportata anche nei mercati più lontani”. La varietà è già al test di mercato

B&B Frutta promuove una nuova OP per aggregare i melicoltori del Veronese Al via il progetto di valorizzazione della mela veronese. L’azienda B&B Frutta di Bussolengo (Verona), specializzata nella trasformazione e nella commercializzazione di prodotti ortofrutticoli, sta per concludere un progetto aggregativo per la realizzazione di una OP incentrata sulle mele, la certificazione IGP per i produttori di mela veronese che vi convergono e un marchio di qualità sulla falsariga di quelli già esistenti per le mele del Trentino. “Tre anni fa - spiega Chiara Brentegani, responsabile Innovazione di B&B Frutta Srl, azienda di famiglia diretta dal padre Loredano (nella foto), che l’ha fondata nel 1982, che esporta mele in 60 Paesi con i marchi storici ‘Rossella’ e ‘Appeal’, e di cui fa parte anche il fratello di Chiara, Fabio, sales manager - abbiamo iniziato questo processo aggregativo costituendo la cooperativa Garda Apple che è già arrivata ad un fatturato aggregato di 2,5 milioni di euro. Ne mancano ancora 500 mila per raggiungere la soglia richiesta dalla legge per costituire un’OP. Dopo di che daremo il via al piano industriale”. In funzione di quest’ultimo, B&B Frutta ha inaugurato un anno fa a Zevio, nel Veronese, un impianto

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di 8 mila metri quadrati per la conservazione delle mele che, con le sue 28 celle frigorifere, è in grado di movimentare 15.500 tonnellate l’anno di prodotto. “A processo aggregativo ultimato – continua Brentegani – ingrandiremo l’impianto aggiungendo almeno altri 8 mila metriquadri adiacenti per installare delle linee di confezionamento e calibratura, avvieremo il procedimento per la richiesta di IGP e lavoreremo su un marchio di mercato di qualità che differenzi la mela veronese”. Il progetto della famiglia Brentegani, punta a risollevare il comparto melicolo locale che produce ogni anno più di 200 mila tonnellate di prodotto, prevalentemente Granny Smith ma anche Golden e Gala. Con l’embargo russo il principale mercato di sbocco di questo prodotto è stato chiuso lasciando le aziende agricole in difficoltà, spesso costrette a svendere il proprio prodotto per la trasformazione industriale. (m.l.)

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reddito alle aziende agricole”. Sempre nel salone madrileno anche Melinda ha presentato una novità: si tratta di Morgana, disponibile sul mercato italiano dalla campagna 2021-2022. “Abbiamo iniziato a piantare le prime piante da poco - spiega Andrea Fedrizzi, responsabile marketing di Melinda - e testeremo la varietà sul mercato dalle prossime campagne presso tutti i nostri clienti e tutti i canali distributivi anche se uno degli obiettivi è proprio il mercato di export che è favorito dalla lunga shelf life dimostrata da questo prodotto che arriva fino a 12 mesi”. Morgana è il nome commerciale della cultivar Kizuri, una mela particolarmente succosa, di grande calibro e dal colore rosso che può raggiungere un grado zuccherino compreso tra 14 e 15° Brix. È stata sviluppata cinque anni fa dal breeder belga Better3fruit, mentre titolare

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della licenza è l’azienda belga Abc. Il nuovo brand ‘Morgana’ ed il relativo progetto di mercato, nasce da un accordo internazionale che ha dato vita al cosiddetto MAG, ovvero Morgana Apple Group che mette insieme quattro grandi operatori europei del settore melicolo. Accanto a Melinda c’è l’olandese Fruitveiling Zuid Limburg Margraeten; la belga BFV e la tedesca Krings Obstbau Vertriebs GmbH & Co. KG. Il packaging scelto (una scatola blu di cartone forata oltre alle classiche cassette sempre di cartone) contiene elementi dorati proprio per rendere l’idea della qualità e della particolarità del prodotto che va a posizionarsi sugli scaffali tra le varietà a club. “L’obiettivo - precisa Fedrizzi - è quello di arrivare a piantare in tutta Europa circa un milione di piante di cui 400 mila solo da Melinda in Trentino. In Germania, che è più

avanti con la fase di impianto, il debutto sul mercato è previsto per la campagna 2020-2021 dopo un primo test previsto l’inverno prossimo. Mentre i frutteti andranno a regime a partire dalla stagione 2022-2023”. I partner MAG hanno diritto di apporre anche il loro marchio in co-branding sulle rispettive confezioni ma, fino ad ora, solo Melinda lo fa. “Il nostro brand è molto forte conclude Fedrizzi - e questo è un driver importante per portare l’attenzione dei consumatori su questo prodotto”.

Candine: la nuova mela di Apofruit in joint con i francesi di Blue Whale. Morgana: la novità di Melinda in joint con quattro operatori europei

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Ci si è messo contro il maltempo ma l’arancia siciliana riparte Mariangela Latella Il maltempo ha devastato a fine ottobre le zone di produzione delle arance nella piana di Catania. Circa mille ettari di nuovi impianti sono andati distrutti perché sommersi dall’esondazione dei torrenti. Per la nuova campagna si stima un calo dei volumi che, in via prudenziale, potrebbe essere anche del 40% in tutta la Sicilia, rispetto all’anno scorso. Meno colpiti gli agrumeti della Sicilia Occidentale dove per il Tarocco si prevedono incrementi dei prezzi di almeno il 30% e intanto l’obiettivo export sta diventando una realtà per alcune aziende, tra queste certamente Oranfrizer e l’OP Pannitteri. La Sicilia, come si sa, è stata soppiantata dalla Spagna da molti anni sui mercati internazionali, ma si assiste a un recupero, ancora piccolo, ma significativo, trainato dall’arancia rossa. “Tutti i nuovi impianti della piana di Catania - ci spiega Salvo Laudani di FruitImprese –, nei Comuni di Lentini, Scordia e Palagonia, sono stati sommersi dalla piena dei torrenti. Sono danni ingenti per le aziende agricole del luogo che, a fatica, avevano appena effettuato gli investimenti per rinnovare le colture colpite dal virus della Tristeza con altre virustolleranti. Alcune aziende agricole, hanno perduto anche cento ettari. Dopo tutta quest’acqua, adesso si sta intervenendo per tamponare i danni conseguenti all’eccesso di umidità ed evitare che si verifichino delle batteriosi o marcescenze. Un vero disastro”. Circa 20 gli ettari andati in fumo per Oranfrizer, azienda siciliana specializzata nella produzione, trasformazione, commercializzazione ed export di arance, soprattutto Tarocco. “Avevamo messo a Ottobre 2018

Aspettative interessanti per le arance rosse dell’isola nonostante i gravi danni provocati dalle bombe d’acqua di fine ottobre nella piana di Catania. Le aziende cercano nuovi sbocchi all’estero

dimora le nuove piante circa sei mesi fa - spiega l’amministratore unico, Nello Alba - ma dopo le alluvioni sono state letteralmente affogate dall’acqua, che in alcuni punti ha raggiunto anche i due metri di altezza. Per le piante più grandi invece è ancora presto per fare una stima della campagna. Abbiamo iniziato a raccogliere le bionde mentre il Tarocco è ancora verde ma la raccolta inizierà presto. Con questa incertezza climatica è impossibile fare previsioni. Pensi che abbiamo avuto non solo lo scirocco inaspettato e le bombe d’acqua. Qui ci si sveglia con la sorpresa di dieci gradi in meno, tutto stress per le piante”. Nessun particolare problema sembra essersi verificato nella Sicilia Occidentale, come ci fanno sapere alla Parlapiano Fruit, specializzata nella produzione e commercializzazione di arance di Ribera DOP (rappresenta l’80% dei produttori), ma nemmeno l’OP Pannitteri, che produce e commercializza arance rosse a

marchio Rosaria, sembra aver risentito di problemi gravi. “Per quest’anno - spiega Paolo Parlapiano - prevediamo un leggero calo dei volumi. Ma è normale, perché un’annata di carica, quale è stata quella dell’anno scorso, è sempre seguita, nella stagione successiva, da un calo produttivo. Quest’anno stimiamo, in via prudenziale, un - 10% dei volumi. In compenso ci aspettiamo un andamento al rialzo per i prezzi anche se ancora non riusciamo a quantificarlo. Iniziamo a raccogliere nella prima decade di dicembre”. Nella campagna 2017-2018, Parlapiano ha commercializzato complessivamente 4.700 tonnellate di arancia di Ribera DOP con un incremento delle vendite del 40% rispetto alla stagione precedente. “Le previsioni - precisa Parlapiano - sono ottimistiche anche quest’anno dal momento che i frutti sono molto buoni sia dal punto di vista del calibro, che dal punto di vista estetico e organolettico. Forwww.corriereortofrutticolo.it

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Aurelio Pannitteri, presidente di OP Rosaria, e Nello Alba, amministatore di Oranfrizer: la sfida di due grandi produttori

tunatamente ad oggi l’areale DOP non ha subìto danni da maltempo, anzi le piogge frequenti di inizio estate hanno determinato una migliore qualità del frutto”. Secondo le previsioni degli esperti, i prezzi liquidati al produttore di arance Tarocco, per il calo generalizzato di prodotto che si registra nell’isola, potrebbero quasi raddoppiare passando da 40 a 70 centesimi al chilo. “Il problema grosso oggi è nell’acquisizione - afferma Aurelio Pannitteri, che guida la omonima OP e che l’anno scorso, per rimediare all’annata di frutti piccoli (ma sempre buoni) ha inventato il marchio di qualità Baby Rosaria . Quest’anno i produttori chiedono almeno il 30% in più rispetto all’anno scorso. La GDO sa che manca prodotto e ancora non abbiamo definito gli accordi ma siamo certi che troveremo una quadra”. “Intanto adesso, tra le nostre priorità - precisa Pannitteri - c’è quella di trovare nuovi sbocchi di mercato in export perché il mercato domestico è saturo soprattutto per la forte presenza della concorrenza straniera. A gennaio partiremo con i primi test di mercato a New York dove siamo in contatto con le principali catene della GDO metropolitana”. In funzione del piano di export, l’OP Pannitteri ha appena terminato un piano di investimento importante che ha portato all’inaugurazione, dieci giorni fa, delOttobre 2018

l’ampliamento dello stabilimento di Paternò, portato da mille a duemila metri quadrati con l’aggiunta di una terza linea di produzione, nuove macchine per il confezionamento ed un’area dedicata allo stoccaggio per arrivare a movimentare fino al 25% in più di prodotto per ogni campagna. La partita delle arance, in genera-

le, è uguale per tutti ovvero anche per gruppi qui non citati ma ben presenti sul mercato, come il Gruppo Bonomo-3 Moretti. La Spagna fa soffrire sia sul mercato interno che all’estero. Bisogna dimostrare a tutti i costi ai retailer che il prodotto siciliano oggi ha un marcia in più.

Spinti dai mercati asiatici i consumi di arance crescono Il consumo mondiale di arance ha raggiunto i 75 milioni di tonnellate nel 2017, in aumento del 2% rispetto al 2016, per un fatturato globale di 55 miliardi di dollari nel 2017, in aumento del 12% rispetto al 2016. Nel 2017 i Paesi con il maggiore consumo di arance sono stati il Brasile (17 milioni di tonnellate), la Cina (9,5 milioni) e l’India (8 milioni), che rappresentano il 46% del consumo globale. Negli ultimi dieci anni il più alto tasso di crescita del consumo di arance è stato raggiunto dalla Cina (+10,6% all’anno), mentre gli altri hanno avuto ritmi di crescita più modesti. Anche in termini di valore, la Cina (18 miliardi di dollari) ha guidato la classifica mondiale da sola. La seconda posizione è occupata dal Brasile (8 miliardi di dollari), seguito

dagli Stati Uniti. Secondo fonti attendibili statunitensi, il mercato dovrebbe continuare a registrare una tendenza in ascesa dei consumi, nei prossimi otto anni, spinto dalla domanda asiatica. Nel 2017, l’area globale di raccolta delle arance è stata di 4 milioni di ettari, stabile rispetto all'anno precedente. In generale, l'area di raccolta delle arance continua ad avere un andamento tendenziale relativamente piatto. Dal 2007 al 2017, la resa è risultata in aumento, mediamente del +1,2% annuo. Il modello di tendenza è rimasto relativamente stabile, con solo piccole fluttuazioni osservate durante tutto il periodo analizzato. Nel 2017, la resa ha raggiunto 19 tonnellate per ettaro, salendo del 2% rispetto al 2016.

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Jingold con Oriental Red avvia l’era del kiwi a polpa giallo-rossa Chiara Brandi “Ad oggi siamo l’azienda con più varietà di kiwi in portafoglio e stiamo lavorando per svilupparne di nuove. Il nostro obiettivo è elevare la qualità percepita dell’actinidia, scrollandole di dosso l’etichetta di prodotto commodity. Per farlo dobbiamo riuscire ad offrire al consumatore un ventaglio ampio e variegato di offerta, tutta rigorosamente a marchio Jingold”. Così al Corriere Ortofrutticolo Federico Milanese, responsabile per lo sviluppo dei nuovi mercati d’Oltremare dell’azienda romagnola leader mondiale nel comparto dell’actinidia. Jingold è unica al mondo a poter vantare ben quattro varietà di kiwi in assortimento, oltre alla versione biologica (per Hayward e Jintao). E la costante collaborazione con istituti di ricerca e università lascia intendere la grande importanza data a tale obiettivo. Circa le varietà di verde, la proposta si diversifica tra il classico Hayward e il premium Boerica, molto zuccherino (con circa due gradi brix in più rispetto alla media dei verdi) e dalla forma allungata che ben si presta ai gusti dei consumatori asiatici, disposti a pagare un surplus di prezzo fino al 20%. Non solo. Dopo il successo del kiwi a polpa gialla Jintao, quest’anno è stato lanciato il kiwi rosso Dong Kong, commercialmente noto come Oriental Red, di cui Jingold detiene l’esclusiva mondiale. “Sebbene i consumi di kiwi giallo siano ancora in piena espansione - spiega Milanese - penso che il rosso possa rappresentare la vera innovazione da qui ai prossimi 5 anni. Oriental Red sarà il nuovo giallo: è ancora più dolce e al palato ha un sapore che si distingue Ottobre 2018

Battesimo sul mercato per la novità dell’azienda che ad oggi a livello mondiale detiene la più ampia varietà di kiwi nel suo portafoglio. Stagione positiva per il giallo Jintao

La varietà di kiwi a marchi Jingold. Il 95% delle vendite avvengono all’estero. Sotto, una presentazione in Oriente. Federico Milanese è il primo a sinistra

da qualsiasi altra varietà finora conosciuta. Sotto il profilo della domanda, possiamo affermare con certezza che incontrerà pienamente il gusto dei giovani consumatori”. Ad oggi la campagna di kiwi non è ancora terminata: per la varietà Hayward, di cui il gruppo detiene circa il 15% della produzione mondiale, si è in piena raccolta, il giallo invece è ormai giunto agli ultimi stacchi. “La stagione produttiva del Jintao - commenta il

manager - è stata positiva. I calibri sono mediamente più grossi di quelli dello scorso anno ed in termini di volumi si è constatato un incremento di circa il 20%”. Tornando a parlare del prodotto a polpa rossa, la cui finestra produttiva anticipa di qualche settimana quella delle varietà tradizionali, Milanese precisa: “Sebbene i numeri siano ancora molto ridotti, quest’anno sono entrati in produzione i primi impianti per cui abbiamo iniziato una prima fase di test”. Ad oggi in Italia sono a dimora un centinaio di nuove piantagioni di Dong Hong. Per vederle tutte in piena produzione sarà necessario aspettare qualche anno. Chiedendo poi maggior informazioni in merito ai test in corso, Moreno Armuzzi, responsabile marketing dell’azienda, ha rivelato: “Stiamo facendo piccole prove commerciali, per un periodo limitato di tempo e in ristrette www.corriereortofrutticolo.it

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Mirtilli, il Trentino capofila della produzione nazionale A livello globale il mirtillo è il piccolo frutto in più rapida ascesa. Per questo mercato in costante espansione il Trentino è un player importante a livello nazionale. È partita il 13 novembre da questi presupposti la conferenza europea “Blueberry”, organizzata dalla Fondazione Edmund Mach in collaborazione con Consorzio Innovazione Frutta e Cooperativa Sant’Orsola. Nella prima giornata, dopo il saluto del presidente della Fondazione Edmund Mach, Andrea Segrè (nella foto), si sono svolte quattro sessioni su altrettanti temi, dal breeding alla qualità, a cui hanno partecipato 170 operatori della filiera. Nella seconda giornata il tema è stato invece tecnico-commerciale con rappresentanti della grande distribuzione e del mondo tecnico e produttivo. Il congresso, promosso nell’ambito del progetto Apple Berry finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, ha sviluppato una panoramica a 360 gradi su una coltura con grandi potenzialità, se si considera che i piccoli frutti nell’ultimo decennio sono stati la categoria di prodotto frutticolo di maggior valore. La produzione trentina di mirtillo, iniziata nei primi anni ’90 con l’introduzione della varietà Brigitta, è aumentata notevolmente nello scorso decennio per arrivare ad oltre 700 tonnellate su circa 86 ettari. In questo contesto la Fondazione Edmund Mach rappre-

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senta un interlocutore cruciale impegnato nei programmi di miglioramento genetico e in diffuse e puntuali azioni di supporto tecnico e formazione degli agricoltori, studiando breeding, qualità, agronomia, nutrizione e fitopatologia. Tra gli obiettivi principali c’è lo sviluppo di biomarcatori di selezione e analisi diretta di texture, aromi, conservabilità del prodotto e relativa genomica. “Il mirtillo è un piccolo frutto, ma con grandi potenzialità. Il senso di questo convegno - ha spiegato il presidente Segrè - è quello di trovare un linguaggio comune tra la ricerca, la produzione e la commercializzazione: siamo orgogliosi di averlo organizzato in collaborazione con CIF e Sant’Orsola, mettendo a fattor comune le nostre conoscenze e mettendo a disposizione il lavoro fatto negli ultimi 15 anni nel settore berries”. Alla prima giornata sono intervenuti scienziati provenienti da Stati Uniti, Canada, Estonia, Serbia, Olanda, Portogallo, Germania e Norvegia. “Il congresso hanno spiegano gli organizzatori Lara Giongo (FEM), Luca Lovatti (CIF) e Gianluca Savini (Sant’Orsola) - ha inteso affiancare i più recenti risultati della ricerca scientifica internazionale alle innovazioni di processo e ai trend di domanda e di mercato. La qualità sarà sempre più un nodo essenziale per fidelizzare i consumatori, ma anche per orientare il miglioramento genetico-varietale”. Nella seconda giornata è stato discusso lo stato dell’arte della produzione europea, mettendo in luce le dinamiche di mercato e stimolando dibattito e idee su modalità di selezione e innovazione, sul fronte degli imballaggi e sugli aspetti legati al vivaismo.

aree geografiche. Dai primi feedback possiamo ritenerci più che soddisfatti: i nostri clienti si sono mostrati contenti di poter inserire una nuova proposta in assortimento e i risultati al consumo stanno confermando le nostre attese”. I test riguardano il mercato nazionale, dove Oriental Red è al momento disponibile nei reparti ortofrutta di Cia-Conad, la Germania attraverso Rewe e il Regno Unito dove il kiwi rosso è in prova in alcuni punti vendita Waitrose. E per il prossimo futuro l’idea è sondare anche il mercato iberico. Oltremare piccoli volumi sono stati distribuiti in tutti i mercati di riferimento di Jingold. Il 95% delle vendite avvengono al di fuori dei confini nazionali, di queste il 65% resta in Europa e il resto viene commercializzato in più di 30 Paesi in tutto il mondo. Tra i mercati più significativi Brasile, Stati Uniti e Asia (i mercati asiatici da soli rappresentano il 20% del venduto Oltreoceano). Perché questa impronta tanto marcatamente export oriented? “La nostra strategia – conclude Milanese – è quella di espanderci trasversalmente in tutti i mercati assecondando i diversi trend e le specifiche richieste locali. In Italia, la domanda, sebbene forte, non è così elevata come in altri Paesi dove i numeri sono decisamente più grandi in termini assoluti e, soprattutto, sono in crescita. In questi mercati è più facile fare programmi di vendita e, nonostante qualche difficoltà logistica, i prezzi finali sono tali da ricompensare la distanza percorsa”.

Successo nei mercati asiatici del kiwi verde premium Boerica prezzato fino al 20% in più dell’Hayward. Per l’Oriental Red i primi test di mercato hanno dato risultati promettenti

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VENT’ANNI DI CSO ITALY. Uno snodo cruciale per il settore

Crescita nei servizi CSO Italy ha compiuto vent’anni e il 12 ottobre ha festeggiato l’anniversario nella nuova sede di Ferrara presentando il bilancio della sua lunga attività, i progetti in corso e quelli futuri, alla presenza di un pubblico molto qualificato in rappresentanza dei principali organismi di settore, di autorità politiche e di un qualificato campione di dirigenti e imprenditori. Una struttura il CSO che associa 68 aziende e al cui interno si sono delineate tre aree di intervento: osservatorio legislativo e sviluppo internazionale, statistica e osservatorio di mercato, promozione e valorizzazione delle produzioni. Una struttura che vuole essere, sempre di più, il tavolo tecnico dell’ortofrutta italiana, come confermano la gestione dei dossier necessari per l’apertura dei nuovi mercati, la gestione dei dati sul settore, dai catasti alle previsioni di produzione, alle Ottobre 2018

Nella nuova sede di Ferrara il 12 ottobre si è data appuntamento una vasta rappresentanza degli imprenditori di riferimento. Le priorità: monitorare le produzioni e aprire nuovi mercati analisi dei consumi. In vent’anni l’ortofrutta italiana è molto cambiata, nei numeri, nelle imprese e nei loro obiettivi. E’ arrivata la globalizzazione dei mercati. Sono calati i consumi di ortofrutta delle famiglie italiane, scesi in vent’anni di circa 1 milione di tonnellate passando da 9,5 a 8,5 milioni di tonnellate. Il picco più basso dei consumi si è verificato nel 2013 con 7,6 milioni di tonnellate. Parallelamente, sono diminuite le produzioni italiane di ortofrutta destinate al fresco, da 21,6 milioni di tonnellate a 19,2 milioni di tonnellate. Si è al contempo sviluppato maggiormente l’export ortofrutticolo, salito da circa 3,7 milioni di tonnel-

late a 4,1 milioni, crescita a cui si aggiunge l’enorme sviluppo dei biologico, dei piccoli frutti e dei prodotti ad alto contenuto di servizio come la IV Gamma. Come ha ricordato il presidente Paolo Bruni, oggi gli obiettivi sono riconducibili a tre priorità: conoscere e monitorare con precisione le produzioni; aprire nuovi mercati per ampliare gli sbocchi commerciali; creare competitività per l’offerta italiana. L’evento di Ferrara è stata dunque l’occasione per ribadire gli obiettivi e le strategie che il sistema Italia deve mettere a fuoco per riuscire ad accrescere la sua competitività. Lo hanno confermato le istituzioni presenti, dal sottosewww.corriereortofrutticolo.it

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La platea dei presenti all’inaugurazione della nuova sede di CSO Italy a Ferrara, coincisa con il ventennale del Centro. Nella pagina precedente Raffaele Borriello di ISMEA, Stefano Bonaccini, presidente regionale, Paolo Bruni, Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo, Simona Caselli, assessore regionale, Tiziano Tagliani sindaco di Ferrara e l’on. Paolo De Castro

In vent’anni calati ettari, produzione e consumi Ma sono cresciuti bio, IV Gamma e piccoli frutti Dal 1998 al 2018 com’è cambiata l’ortofrutta italiana? Una fotografia sintetica ma che dà il tono dei cambiamenti di fondo l’ha fornita alla cerimonia dei vent’anni di CSO Italy, il direttore Elisa Macchi (nella foto con il presidente Bruni). Le superfici ortofrutticole destinate al fresco sono passate da un milione 330 mila ettari a un milione 130 mila. Le tonnellate prodotte sono scese da 21 milioni 600 mila a 19 milioni 200 mila. In Europa il frutteto e l’orto italiani rappresentavano il 21% delle superfici totali (contro il 23 della Spagna), oggi ne rappresentano il 18% (contro il 26 della Spagna). La produzione italiana di frutta è calata del 6%, quella di ortaggi del 12%, quella di agrumi del 10%. Le patate sono scese da 2 milioni di tonnellate a 1 milione 400 mila mentre i pomodori sono passati da 1 milione 500 mila tonnellate a un milione. Nonostante il calo generale della produzione di frutta, alcuni prodotti hanno conosciuto in 20 anni un vero e proprio boom, a partire dal kwi (+66%). Le produzioni in serra sono cresciute del 35%, la produzione di IV Gamma si è quintuplicata. Tra i fenomeni in positivo anche quello dei legumi con piselli, ceci, fave e lenticchie cresciuti del 63%. Le superfici a biologico sono passate da 77 mila ettari a 227 mila. Il Sud produce quasi il doppio dell’ortofrutta del Nord (11,5 milioni di tonnellate contro 6,2), seguono molto distanziate le regioni del Centro (Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo con 1,7 milioni di tonnellate). I consumi sono scesi da 9,5 a 8,5 milioni di tonnellate e i chilogrammi per abitante all’anno sono diminuiti da 167 a 140. Sono cresciuti i consumi di frutta esotica, piccoli frutti, frutta secca, IV Gamma, ma an-

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che di angurie, clementine, meloni, kiwi, albicocche, insalate, finocchi, radicchi e asparagi. La frutta biologica conta per il 5,3% della frutta consumata mentre la verdura bio pesa solo per lo 0,4% del totale. Nella GDO gli italiani acquistano il 62% dell’ortofrutta mentre 20 anni fa acquistavano nei canali tradizionali il 61%. L’export di frutta è passato da 2,4 a 2,7 milioni di tonnellate, quello delle verdure da 850 mila a 930 mila tonnellate, quello di agrumi si è fermato, dopo alti e bassi (soprattutto bassi), a 250 mila tonnellate. Venti anni fa l’export ortofrutticolo italiano era destinato per il 93% nella UE, oggi per il 76%. Le prime cinque voci dell’export sono: mele, uva da tavola, kiwi, angurie, pesche e nettarine. Vent’anni fa nelle top 5 c’erano anche le pere, mentre pesche e nettarine erano collocate al terzo posto dopo uva e mele.

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gretario MIPAF Alessandra Pesce a Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, al presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, all’assessore Agricoltura nonché presidente di Areflh Simona Caselli, al sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, al direttore generale ISMEA Raffaele Borriello. “Sono particolarmente orgoglioso - ha dichiarato Bruni - di ospitare il ventennale nella nostra nuova sede. Uno spazio che abbiamo cercato e messo a punto a nostra misura e che porterà sicuramente valore al nostro lavoro. I nuovi spazi di CSO Italy non rappresentano semplicemente una nuova veste ma contribuiscono a dare slancio e motivazione alla nostra mission. In questa fase di sviluppo e cambiamento è certamente un grande impulso l’ottimo risultato appena ottenuto dell’approvazione di 3 progetti europei di promozione dedicati ai mercati extra UE fondamentali per noi come la Cina, ma anche gli USA, il

Il presidente Bruni: “È una fase di sviluppo e cambiamento, dobbiamo sostenere la competitività” Medio Oriente e alcuni Paesi del Sud America a cui si aggiunge un progetto dedicato al biologico, un segmento in grande espansione. Il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini ha affermato: “Abbiamo bisogno nell’agroalimentare di tenere alta l’attenzione europea e fare gioco di squadra, CSO Italy rappresenta uno strumento importante per realizzare questi obiettivi”. A chiusura dell’iniziativa il sottosegretario alle Politiche Agricole Alessandra Pesce ha sottolineato come il CSO abbia “fatto fare un salto di qualità al settore nel suo complesso e questo modello andrebbe esportato in tutto il Paese”.

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Al porto di Ravenna tornano le banane La SIFE Dal Bello e la DCS Tramaco hanno organizzato i primi sbarchi dall’Ecuador dopo un transit-time di 24 giorni. Possibilità di convogliare i traffici anche da Colombia e Cile Sono stati sbarcati al Terminal Container Ravenna (TCR) i primi carichi di banane dall’Ecuador trasportati dal nuovo servizio feeder Hapag-Lloyd che collega la West Coast di Centro e Sud America con il porto adriatico via Malta. Riccardo Martini (nella foto), amministratore delegato di DCS Tramaco, la società di logistica che ha curato la spedizione dal Porto di Guayaquil per conto dell’importatore SIFE Dal Bello, commenta soddisfatto: “Il Porto di Ravenna è stato per anni uno dei primi porti bananieri d’Italia e quindi siamo felici di rinverdire questa tradizione”. Paolo Orsi, reefer special b-bulk manager di Hapag-Lloyd Italia, dichiara: “Crediamo molto nelle potenzialità di Ravenna per attirare i traffici di frutta dal Sud America su questo servizio. Il retroterra del porto romagnolo è ricco di operatori che importano frutta dall’Emisfero Sud e l’esperienza di DCS Tramaco in questo campo ci è di notevole aiuto”. Da parte sua, Riccardo Martini precisa: “Transit time di 22 giorni dalla Colombia, di 24 dall’Ecuador e di 30 dal Cile, ci permettono di proporre agli importatori vicini al porto di Ravenna servizi competitivi ed in linea con quelli che tradizionalmente scalano i porti tirrenici. Inoltre, utilizzando i nostri magazzini refrigerati, offriamo anche la distribuzione giornaliera a pedane in tutto il Centro-nord Italiano”. Soddisfatto anche il rappresentante dell’importatore, Daniele D’Antrassi: “Abbiamo potuto verificare che le banane sono di ot-

tima qualità ed arrivate in perfetto stato. Siamo quindi contenti della scelta fatta. Altri container sono già in viaggio per Ravenna”. SIFE Dal Bello è uno storico operatore del Mercato di Padova specializzato in frutta esotica, che grazie all’arrivo di Daniele D’Antrassi nel reparto commerciale sta ampliando la gamma della propria offerta. “Abbiamo iniziato da qualche anno – afferma D’Antrassi – ad importare anche ortofrutta da Egitto, Turchia ed altri Paesi del Mediterraneo, sempre appoggiandoci a DCS Tramaco di Ravenna, che ci per-

mette una facile distribuzione in Italia centrale e settentrionale”. Soddisfazione anche per Terminal Container Ravenna. Gian Antonio Mingozzi e Milena Fico, rispettivamente presidente e general manager di TCR, così commentano: “Ci fa piacere il ritorno di un traffico che può creare buone prospettive per il nostro porto e siamo pronti a sviluppare ulteriormente questo settore. Ringraziamo Hapag Lloyd per averci dato fiducia scegliendo TCR, a conferma che anche il nostro porto può essere competitivo per relazioni al di fuori del Mediterraneo”. Ottobre 2018


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LA TECNOLOGIA CHE VINCE. Se i risultati superano aspettative

Unitec sfonda negli US All’interno dello stabilimento di Hood River Valley, nell’Oregon, della Diamond Fruit Growers, è stato inaugurato un impianto a 18 canali dotato della tecnologia Unitec Uni 9.0 Pear con sistema Pears Sort 3 per la rilevazione delle differenti classi di qualità delle pere. Si tratta del primo impianto al mondo fortemente specializzato per la lavorazione e la classificazione della qualità delle pere. David Garcia, presidente di Diamond Fruit Growers, chiarisce molto bene che cosa ha spinto una Centrale ortofrutticola così importante ad affidarsi ad un’azienda di tecnologie italiana e in particolare a Unitec per un progetto di tale portata: “Il nostro consiglio d’amministrazione decise di investire sull’azienda con l’obiettivo di consentire la nostra presenza sul mercato per i prossiOttobre 2018

In funzione nell’Oregon per la Diamond Fruit Growers un impianto di nuova generazione dedicato alla lavorazione delle pere completamente progettato e realizzato in Italia

Angelo Benedetti, presidente di Unitec. Il suo obiettivo è una tecnologia che rispetti il frutto e gli consenta di arrivare al consumatore bello fuori, buono dentro

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mi cent’anni. A quel punto iniziammo a guardarci attorno e vedere cosa offriva il mercato per la lavorazione delle pere. Quali tecnologie offriva. La maggior parte di queste erano linee per le mele che lavoravano le pere: erano state adattate affinché lavorassero le pere. Unitec è stata l’unica azienda che si è resa disponibile ad ascoltarci e a prendersi del tempo per pensare a cosa potevano fare. Hanno avuto la volontà di progettare una linea esclusivamente dedicata a questo frutto, dall’inizio alla fine”. Unitec si è messa in gioco in maniera totalizzante, fin dalle prime fasi del progetto, ascoltando le esigenze del cliente, accogliendo le sue richieste per trasformarle in soluzioni concrete e affidabili per questo speciale frutto. Unitec ha creduto davvero in questo progetto - riferisce il management aziendale - ed è diventata così la prima azienda al mondo a realizzare un impianto fortemente specializzato per la lavorazione e classificazione delle pere. Come sono poi andate le cose? Ecco il commento di Robert Wymore, operation manager di Diamond Fruit Growers: “Quando iniziammo questo progetto, vole-

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vamo reinventare tutto il processo produttivo. Eravamo intenzionati ad entrare nel mondo dell’automazione e cercammo di trovare un impianto adeguato, ma non esisteva. Desideravamo trovare un’azienda con la volontà di collaborare con noi, di rischiare con noi, di passare con noi i tempi più duri, e fin da subito fu chiaro che Unitec disponeva delle persone e dell’attitudine che cercavamo”. E il presidente Garcia aggiunge: "Qualunque problema riscontravamo, loro lo hanno risolto. È stato davvero fantastico. Durante l’installazione della linea hanno lavorato tutto il giorno e tutti i giorni”. A rimanere colpito dall’atteggiamento del team Unitec è stato anche Nick Erickson, project manager di Diamond Fruit Growers, che ha rilevato un interessante

David Garcia, presidente di Diamond Fruit Growers: “I volumi di produzione, l’omogeneità della qualità e della calibratura hanno superato le aspettative”

aspetto di integrità professionale: “Non hanno semplicemente detto: questo è ciò che avevamo concordato. È capitato che vedessero cose che non li convincevano e che noi neanche avevamo notato, e che dicessero: lo andremo a migliorare”. E i risultati di un tale atteggiamento non sono tardati ad arrivare. Questo il commento finale di Garcia: “La tecnologia di Unitec non ha risposto alle nostre aspettative, le ha superato, su tutti gli aspetti. I volumi di produzione hanno superato le nostre aspettative, l’omogeneità nella classificazione della qualità ha superato le nostre aspettative, l’omogeneità della calibratura ha superato le nostre aspettative, la loro professionalità ha superato le nostre aspettative. Non c’è un aspetto della collaborazione con Unitec che non abbia superato le nostre aspettative”. Il sistema installato da Unitec nell’Oregon rappresenta in effetti una vera e propria avanguardia tecnologica: rileva le differenti classi di qualità delle pere con una precisione e una affidabilità senza precedenti. È inoltre un sistema estremamente delicato, che permette una classificazione Ottobre 2018


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non invasiva e nel pieno rispetto delle caratteristiche organolettiche delle pere. Robert Wymore si è infatti mostrato ben consapevole del fatto che Diamond Fruit Growers, avvalendosi di Uni 9.0 Pear con sistema Pears Sort 3, può garantire alla distribuzione moderna e ai consumatori finali forniture di pere dalla qualità omogenea all’interno delle confezioni, ma anche omogenea tra una fornitura e l’altra (qualità coerente nel tempo). E questi risultati si accompagnano anche ad una contrazione notevole dei costi di lavorazione. La tecnologia Uni 9.0 Pear con Pears Sort 3 consente infatti a Diamond un risparmio notevole in termini di manodopera perché, grazie all’alto livello di automazione di questa tecnologia, è necessario un numero di persone sulla linea incredibilmente minore. Se, prima dell’acquisizione della tecnologia Unitec, le linee di produzione erano due e collocate in due differenti stabilimenti, con un numero complessivo di 100 operatori addetti alla classificazione delle pere, ora, grazie alla tecnologia Unitec, Diamond riesce a processare tutta la frutta con una sola linea, collocata in un solo stabilimento produttivo, e con solo 24 operatori totali. Accanto al risparmio della manodopera, Diamond può beneficiare anche di un risparmio di spazi, di acqua e di elettricità, con un incremento generale dell’efficienza del processo produttivo veramente sorprendente. E questo senza intaccare minimamente il livello di produzione e l’affidabilità della classificazione, che, anzi, risultano notevolmente potenziati anche in termini assoluti. L’installazione di questo impianto è un tassello molto importante nella costruzione di un rapporto sempre più stretto tra Unitec e il mondo statunitense, dove Unitec è già presente da tempo anche con due filiali operative, una a Lodi in California e una a Wenatchee nello Stato di Washington. Ottobre 2018

In diffusione l’annuario su tecnologie e imballaggi È in diffusione l’edizione 20182019 di “Fruit&Veg Top Technologies and Packaging”, pubblicazione che nasce dalla collaborazione tra la casa editrice del Corriere Ortofrutticolo e Macfrut. La prima edizione presenta una directory delle aziende che si occupano di tecnologie post raccolta per l’ortofrutta e di imballaggi riportando le aziende del settore con i loro riferimenti essenziali. Sono poi presentate alcune aziende selezionate che hanno

creduto fin dall’inizio in questo progetto, destinato ad andare avanti e a crescere per fornire un servizio di informazione ai fruitori di questo settore. Per le tecnologie post raccolta hanno collaborato all’iniziativa Unitec e Unisorting, Sorma Group, Aweta, Sermac, ABL, PND e Turoni. Per gli imballaggi hanno sostenuto il progetto Netpack, International Paper, Infia, CPR System e Graziani Packaging. La pubblicazione è in inglese.

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DOMENICO SACCHETTO. È il presidente di Piemonte Asprofrut

L’orgoglio piemontese L’orgoglio della frutticoltura piemontese, che si esprime in azioni più che in parole, la sua tenuta in un mercato globale e sempre più competitivo ma nel quale riesce a esportare per mezzo miliardo di euro, la sua spinta verso il futuro sono ben rappresentate e sintetizzate nella figura di Domenico Sacchetto, il presidente della OP Piemonte Asprofrut, una ‘potenza ortofrutticola’ da 465 soci, 7 mila ettari, 230 mila tonnellate, 117 milioni di euro. “Sono orgoglioso dell’Asprofrut afferma infatti Sacchetto - perché abbiamo soci all’avanguardia, che fanno innovazione e qualità, e perché, nonostante tutto, cresciamo. Abbiamo la fortuna di poter contare su molte aziende con giovani che daranno un futuro alla frutticoltura del Piemonte, e questo ci dà la spinta per continuare. Non dobbiamo mollare su un punto: essere ancora più uniti per raggiungere una massa d’urto all’altezza dei mercati di oggi e per poter fare investimenti; per lanOttobre 2018

In una stagione commerciale difficile la principale OP del Nordovest italiano riflette sul futuro puntando sui giovani, sulle produzioni biologiche, sulla mela rossa e sui piccoli futti

Domenico Sacchetto interviene nel castello di Lagnasco alla presentazione piemontese di Macfrut 2019 dove il Piemonte sarà la Regione partner

ciare, ad esempio, un marchio commerciale forte per la nostra mela, una sorta di Melinda piemontese”.

“Il nostro lavoro - continua Sacchetto - è cercare di garantire i produttori, incentivarli a fare sempre più qualità e produzioni www.corriereortofrutticolo.it

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CHI è PIEMONTE ASPROFRUT

Piemonte Asprofrut, con sede a Lagnasco (Cuneo), è un consorzio cooperativo di 465 soci tra i quali 12 cooperative e 453 frutticoltori singoli. Si è costituito nel 1970 e conta su 18 magazzini di confezionamento. Rappresenta oggi il 50% dei produttori ortofrutticoli piemontesi che esprimono un fatturato di 117 milioni di euro, coltivano 7.000 ettari per una produzione di 230 mila tonnellate. Si tratta di circa 100 mila tonnellate di mele (tra queste la Mela Rossa di Cuneo IGP), 80 mila di pesche e nettarine, 40 mila di kiwi, 5 mila di susine, duemila di pere, più mirtilli e lamponi. Il 20% della produzione è biologica per un fatturato superiore ai 22 milioni di euro. In forte sviluppo negli ultimi anni è l’IGP Mela Rossa Cuneo con le varietà Gala, Red Delicious, Braeburn e Fuji. Piemonte Asprofrut è una OP aderente a Italia Ortofrutta Unione Nazionale. È stata tra i promotori della nascita della AOP Piemonte, la prima ad ottenere il riconoscimento in questa regione e che oggi rappresenta un significativo punto di riferimento del Nord-Ovest italiano per la produzione e commercializzazione. La AOP raggruppa sette delle otto OP piemontesi che complessivamente esprimono 500 mila tonnellate di frutta.

da reddito. Anche se dare consigli di questi tempi e tenere sui mercati mondiali dove siamo presenti, è tutt’altro che facile. Sappiamo però che possiamo e dobbiamo riuscirci”. Il Piemonte sarà la Regione partner di Macfrut 2019. L’occasione, che vede Domenico Sacchetto e l’Asprofrut in prima fila, sarà sfruttata al massimo, grazie anche al sostegno di Regione Piemonte, per dare visibilità all’ortofrutta piemontese e in particolare alla Mela Rossa Cuneo IGP che sarà proprio il frutto simbolo di Macfrut 2019. Con Sacchetto passiamo in rassegna le diverse produzioni che fan-

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no capo all’OP cercando di fare il punto della situazione. “Il fenomeno principale che ci riguarda spiega il presidente - riguarda da una parte la mela, che cresce e prende spazio ad altri prodotti, e dall’altra pesche e kiwi che invece perdono posizioni. In pochi anni abbiamo perso mille ettari di kiwi su 2.700 a causa dell’asfissia radicale e della batteriosi che ci hanno

Piemonte Asprofrut raccoglie 465 soci che operano su 7 mila ettari e producono 230 mila tonnellate di frutta per un fatturato di 117 milioni

costretto a estirpare moltissime piante. Le pesche non stanno molto meglio. I produttori faticano a coprire i costi. Al contrario, si stanno incrementando le produzioni di susine e piccoli frutti e si stanno facendo impianti di ciliegio che entreranno presto in produzione”. “Un altro tratto saliente - precisa Sacchetto - è l’incremento delle produzioni biologiche che in pocchi anni sono salite a rappresentare il 20% dell’intera produzione dell’OP. Molte aziende sono in conversione per cui penso arriveremo presto al 30%. Nel biologico sono le mele e le pere a fare la parte del leone”. Ottobre 2018


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Le quattro varietà della Rossa di Cuneo IPG

La mela Rossa di Cuneo IGP, fiore all’occhiello della produzione di Piemonte Asprofrut, comprende quattro varietà: la Gala, in alto a sinistra, la Braeburn, a destra, la Red Delicious, in basso a sinistra e la Fuji, qui sotto a destra

Analizziamo un po’ nel dettaglio la campagna delle mele. “Non è certo la migliore. Abbiamo avuto spiega il presidente - anche noi una superproduzione accompagnata, per le varietà tardive, a problemi di qualità causati dal clima. I problemi del mercato internazionale hanno colpito anche noi. Prezzi bassi in generale, prezzi irrisori per il prodotto da industria. Si salva l’IGP ma non senza fatica. Quello che si sta facendo è riscoprire per le nostre mele il mercato interno e i mercati dell’UE che avevamo un po’ trascurato perché il nostro prodotto andava in tutto il mondo, dal Brasile all’India”. Passando al mercato del kiwi, DoOttobre 2018

menico Sacchetto sottolinea come la campagna sia partita in sordina anche se le quantità non sono tali da deprimere i prezzi. “Il problema - precisa - è che c’è ancora molto prodotto neozelandese in circolazione in tutto il mondo e cresce la concorrenza della Grecia. Da due-tre anni i greci esportano kiwi buoni a prezzi più bassi dei nostri. Un bel problema. E’

La crescita della competizione nel mercato globale fa riscoprire ad Asprofrut il mercato italiano e quello europeo

successo lo stesso negli ultimi anni con le mele polacche. Quando gli importatori si sono accorti che le mele polacche erano buone e costavano meno hanno cominciato a comperarle trascurando o tagliando rapporti commerciali con i nostri esportatori che si erano consolidati nel tempo”. La campagna del bio non è partita con la brillantezza delle ultime stagioni. In ogni caso questi prodotti tengono quotazioni decisamente migliori di quelle del prodotto convenzionale. Si è mantenuto buono il mercato per susine e piccoli frutti - riferisce sempre Sacchetto - nonostante le produzioni di diversi Paesi si www.corriereortofrutticolo.it

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CHI è DOMENICO SACCHETTO

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Domenico Sacchetto, 61 anni, appartiene a una famiglia che lavora nell’ortofrutta da tre generazioni. L’azienda di famiglia conta 80 ettari in produzione di cui una decina in conversione al biologico. Ha sempre creduto nell’associazionismo, in cui è impegnato da molti anni. Presiede OP Piemonte Asprofrut dal 2004. Il suo primo incarico, negli Anni Novanta, era stato la presidenza del Raggruppamento dei produttori con magazzino della OP. Successivamente è stato consigliere della stessa, quindi per tre anni vicepresidente prima di salire, ormai 15 anni fa, alla presidenza. E’ orgoglioso di Piemonte Asprofrut, della sua mission di salvaguardare i produttori e valorizzarne la produzione, dei giovani chiamati a dare un futuro al settore frutticolo nel Cuneese e in Piemonte. Domenico Sacchetto è anche presidente di Assortofrutta (Associazione dei Consorzi per la valorizzazione e tutela delle produzioni ortofrutticole a marchio collettivo della Provincia di Cuneo e del Piemonte), e del Consorzio di Tutela della Mela Rossa Cuneo IGP.

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siano trovate sul mercato nello stesso periodo, con la Polonia che ha anticipato sui berries di 15 giorni, il che indubbiamente ha inciso sui prezzi. Le susine dell’OP raggiungono anche mercati lontani come Canada e India e hanno dovuto fare i conti con una produzione mondiale cresciuta. La stagione delle pesche, la scorsa estate, è partita bene, sono poi seguiti problemi di tenuta per l’eccessiva piovosità. Questa è l’ortofrutta, ancora in parte notevole nelle mani di Madre Natura. Ma il Piemonte c’è e non molla. Tecnici e imprenditori preparati, giovani che rimangono in campagna perché hanno scoperto il fascino di un’agricoltura innovativa e attenta al territorio, un territorio indubbiamente vocato dove, grazie anche a uomini come Domenico Sacchetto, l’ortofrutta avrà un futuro oltre le sfide dell’oggi. (a.f.)

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“Sono davvero orgoglioso di aver avviato questa importante iniziativa, che per la prima volta ha messo insieme 10 federazioni europee e che dimostra la grande collaborazione degli Stati dell’Unione sul tema dei mercati all’ingrosso, pezzo fondamentale della filiera e delle politiche agricole nazionali ed europee. Questo però è soltanto l‘inizio di un processo che mira a rafforzare la posizione dei mercati all’ingrosso di fronte alle Istituzioni europee, con l’ambizione di essere considerati un attore nella riflessione sul futuro del modello agricolo dell’UE“. È quanto ha dichiarato il 6 novembre al Parlamento Europeo Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati, in occasione della presentazione a Bruxelles da parte dei Mercati ortofrutticoli all’ingrosso membri del WUWM (World Union of Wholesale Markets) della Dichiarazione Europea da loro stessi firmata lo scorso luglio su iniziativa proprio di Italmercati, la Rete italiana dei mercati all’ingrosso. L’incontro è stato possibile grazie anche all’impegno assunto da Paolo De Castro, vice presidente della Commissione sullo sviluppo agricolo e rurale dell’UE. Sono intervenuti tra gli altri, oltre a De Castro e Pallotttini, il francese Stephan Layani, vice presidente del WUWM e il greco Ioannis Triantafyllis, presidente del Gruppo europeo del WUWM. Era presente anche una delegazione proveniente dall’Italia composta da Andrea Sardelli, presidente di Veronamercato, Paolo Merci, vicepresidente di Italmercati e direttore generale di Veronamercato, Francesco Cera, direttore generale del Mercato Agroalimentare di Padova e Marco Lazzarino, presidente del Centro Agro AliOttobre 2018

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I Mercati bussano a Bruxelles De Castro: Nuovo protagonismo L’iniziativa europea lanciata da Italmercati e dal suo presidente Pallottini ha portato ad un primo risultato concreto: ora le istituzioni dell’Unione dovranno tenere conto anche di loro

Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione sullo sviluppo agricolo. Nell’altra foto, Fabio Massimo Pallottini, presidente della rete Italmercati

mentare di Torino. “L’incontro - ha precisato Pallottini - ha rappresentato il coronamento di un lavoro durato quasi un anno e che ha visto tutti gli attori in campo motivati per raggiungere il risultato sperato. Quasi il 50% del prodotto agricolo transita attraverso i Mercati, che rappresentano una garanzia di

trasparenza, sicurezza e legalità. La loro funzione è quindi estremamente utile e vogliamo continuare a svolgerla nell’ambito di una politica agricola che ci riconosca piena dignità. Ai Mercati sicuramente serve più Europa, ma anche all’Europa serve maggiore rapporto con i Mercati”. “Nella nostra battaglia contro le www.corriereortofrutticolo.it

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Si allarga la base associativa di Fedagromercati “Il mondo associativo dà un appiglio alle aziende e un ancoraggio su cui far leva per ripartire in un momento difficile e un po’ confuso nella gestione, anche politica, del nostro Paese”. Ciò vale anche per i grossisti di ortofrutta, come sottolinea il presidente di Fedagromercati Valentino Di Pisa (nella foto). La Federazione ha infatti registrato ritorni e nuove adesioni, da Milano a Padova a Palermo, fino ai recenti ingressi dei grossisti dei Mercati di Bari e Fasano. “Allargare la base associativa era tra i principali obiettivi del nostro mandato - precisa Di Pisa - e ci stiamo riuscendo, non solo per effetto della situazione generale del Paese, ma anche per i collegamenti più forti che abbiamo creato, innanzitutto con la nostra casa madre, la Confcommercio, attraverso il coinvolgimento nell’organismo interprofessionale insieme a FIDA ortofrutta, con l’ingresso nel CSO. Ma non basta, dobbiamo dare obiettivi e nuovo vigore alla categoria in questo momento non facile, avendo la consapevolezza che abbiamo ancora un valore, svolgiamo ancora un ruolo importante nella filiera, abbiamo davanti delle opportunità da non lasciarci sfuggire”. Di Pisa è stato il principale organizzatore del convegno che al FICO di Bologna, lo scorso settembre, ha fatto il punto sui Mercati all’Ingrosso italiani. Lì l’analisi dello stato dell’arte è stata puntuale, facendo emergere le criticità e i treni perduti, ma dimostrando nel contempo che non è ancora troppo tardi per ripartire. “Il nostro è ancora un mondo vivo - afferma il presidente Di Pisa - ma deve rinnovarsi in fretta. I Mercati sono grandi piattaforme logistiche e per questo debbono

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essere dotati di un sistema di refrigerazione adeguato. Nei Mercati noi grossisti dobbiamo fare rete attorno a un marchio di Mercato che ci valorizzi sul territorio in cui operiamo perché in termini di varietà di prodotti e qualità non siamo secondi a nessuno. Gli orari di lavoro, pur nella necessità di trovare soluzioni unitarie con le diverse categorie, devono adeguarsi alle nuove esigenze della filiera e dei nuovi potenziali interlocutori portatori di business. Queste sono tre premesse per rilanciare il nostro ruolo di grossisti in diverse direzioni: rafforzando i nostri legami sul territorio, le esportazioni, le importazioni; entrando - perché il treno non è ancora del tutto perduto - nelle lavorazioni di IV Gamma e nell’e-commerce”. Da parte di Di Pisa un’ultima considerazione sul sistema-Mercati: “Possiamo trovare una strada che dia soddisfazione a tutti. La nostra Federazione crede in una gestione mista dei Mercati. Per generare progetti e risultati chiediamo agli amministratori espressi dalla politica dei diversi territori in cui sorgono le strutture mercatali, di non scegliere la strada dello scontro, che lascia il tempo che trova, ma di cercare con noi quella collaborazione armonica che è poi nell’interesse di tutti”.

pratiche sleali nella catena alimentare a sostegno di agricoltori e consumatori, abbiamo bisogno di un nuovo protagonismo dei Mercati all’ingrosso per favorire un dialogo trasparente tra domanda e offerta nel settore agricolo”, ha dichiarato da parte sua Paolo De Castro, in apertura dell’incontro. “Dopo anni di calo di interesse e di redditività - ha sottolineato De Castro - i Mercati all’ingrosso di prodotti freschi stanno tornando ad essere gli interlocutori di riferimento per avvicinare il produttore al dettagliante e al ristoratore, accorciando la filiera e permettendo una più equa remunerazione dell’impresa agricola. Non solo. Questi Mercati garantiscono la durata ottimale di conservazione del prodotto fresco, la trasparenza dei prezzi, la tracciabilità delle produzioni e la riduzione del food waste”. “Per questo - ha affermato De Castro - chiediamo all’UE che i Mercati all’ingrosso di prodotti freschi possano rientrare, per il contributo al sostegno alla crescita degli agricoltori e per i servizi multipli che offrono, tra i beneficiari dei Piani strategici degli Stati membri nella PAC 2021-2027 e a tale scopo abbiamo presentato un emendamento da introdurre nella relazione del Parlamento europeo sulle proposte per la prossima riforma della PAC”. Il Gruppo dei Mercati europei comprende, oltre a Italmercati, le rappresentanze nazionali dei Mercati all’ingrosso di Belgio, Francia, Germania, Grecia, Polonia e Portogallo.

Pallottini: “Abbiamo chiesto di entrare in una politica agricola che ci riconosca piena dignità come elemento fondamentale della filiera a livello nazionale ed europeo”

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Dal 5 novembre i clienti dei punti vendita diretti Carrefour Italia a insegna iper, market ed express possono pagare la spesa via smartphone in modo semplice, veloce e sicuro direttamente da conto corrente grazie a Jiffy (nella foto), un servizio reso disponibile da SIA e Intesa Sanpaolo, che consente di fare acquisti nei punti vendita della rete Carrefour Italia in modalità cashless e con pochi click: dopo aver aperto l’app Intesa Sanpaolo Mobile è sufficiente, infatti, inquadrare con il proprio smartphone il QR code generato dalla cassa e la transazione è completata. L’innovativa esperienza di pagamento digitale introdotta con Jiffy prevede vantaggi immediati sia per il cliente finale che per il dettagliante. I consumatori, infatti, in pochi semplici passaggi dal portafoglio digitale XME Pay possono tramite Jiffy pagare presso le casse self o quelle presidiate utilizzando l’impronta digitale o il riconoscimento facciale

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La spesa con lo smartphone entra in Carrefour con Jiffy I consumatori pagano utilizzando l’impronta digitale o il riconoscimento facciale per confermare la transazione. “Oltre alla comodità cresce il rapporto di fiducia con il cliente”

per confermare la transazione. Carrefour Italia, d’altro canto, ha a disposizione un’avanzata modalità di gestione e incasso dei pagamenti. Il servizio Jiffy, già attivo in più di 130 banche italiane, permette anche di scambiare denaro tra pri-

vati semplicemente utilizzando i contatti della propria rubrica telefonica ed effettuare pagamenti nei negozi e online. Ulteriore punto di forza della partnership è rappresentato dal recente annuncio di integrazione di Jiffy in Bancomat Pay. L’evoluzione digitale

Svolta in Conad, Avanzini direttore generale Francesco Pugliese confermato come ad Francesco Avanzini (nella foto) è stato nominato direttore generale del gruppo Conad, carica ricoperta per 14 anni da Francesco Pugliese, che mantiene quella di amministratore delegato. Avanzini ha assunto le funzioni direttive e operative l’1 novembre scorso. In Conad è stato direttore commerciale sin dal suo ingresso, nel 2009, in occasione dell’avvio dello sviluppo della marca commerciale. Avanzini, 55 anni, nato a Legnago (Verona), coniugato e padre di due figli, vanta un’esperienza di lavoro trenten-

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nale nel mondo del food, dagli esordi in Aia e poi in Pavesi, Barilla Alimentare, Arena, Unichips San Carlo fino al gruppo Fini. È attualmente in carica come consigliere di amministrazione di

Agecore, alleanza strategica internazionale che riunisce, oltre a Conad, la svizzera Coop, la belga Colruyt, la tedesca Edeka, la francese Intermarchè e la spagnola Eroski (23.500 punti di vendita nel Vecchio Continente con un giro d’affari di 146,7 miliardi di euro). Da giugno 2017 ricopre anche la carica di presidente di CPR System, la cooperativa leader italiana degli imballaggi in plastica a sponde abbattibili che associa tutti gli attori della filiera ortofrutticola, tra cui Conad.

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del circuito nazionale estenderà la fruibilità dei servizi ad una potenziale platea di 37 milioni di persone titolari di una carta PagoBancomat® e oltre 440 banche. “Grazie all’innovativa soluzione Jiffy e ai partner d’eccezione come SIA e il Gruppo Intesa Sanpaolo, Carrefour Italia arricchisce ulteriormente la gamma di servizi a disposizione dei clienti, migliorando l’esperienza d’acquisto all’interno dei propri punti vendita e rafforzando ulteriormente il rapporto di fiducia con il brand”, ha affermato Tiziano Depaoli, direttore Servizi finanziari di Carrefour Italia. “Abbracciare la digital transformation e le sue potenzialità è un passo necessario che abbiamo intrapreso da tempo al fine di rispondere in maniera semplice, immediata e sicura alle esigenze dei consumatori finali, offrendo servizi ad alto valore aggiunto e sempre più personalizzati”. “Il Gruppo Intesa Sanpaolo è tra le prime banche in Europa per posizionamento sugli instant payment e nella digitalizzazione dei processi di pagamento. Vogliamo essere tra i protagonisti della sfida tecnologica in corso e per questo stiamo studiando e sviluppando nuove di modalità di pagamento che migliorino la vita di tutti i giorni”, ha affermato da parte sua Stefano Favale, responsabile della Direzione Global Transaction Banking di Intesa Sanpaolo. “Con l’introduzione di questa soluzione, i clienti Intesa Sanpaolo hanno la possibilità di pagare da Carrefour con XME Pay, il portafoglio disponibile all’interno dell’app Intesa Sanpaolo Mobile che conta a oggi 50 milioni di log in ogni mese, da parte di 3 milioni di clienti.” “Con il lancio in tutti i punti vendita Carrefour, Jiffy si rafforza come servizio di pagamento innovativo in grado di rendere l’esperienza d’acquisto via smartphone comoda, veloce e totalmente sicura”, ha commentato Marco Polissi, responsabile Jiffy di SIA.

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Aldi in Italia verso i 50 punti vendita Novembre si è aperto con l’inaugurazione di due supermercati: a Faenza e a Bergamo. Le strategie di sviluppo in Italia affidate a Horst Leitner, nuovo Ceo di Hofer KG

Il gruppo Aldi Sud-Hofer, in cui rientrano i punti vendita sul mercato italiano, ha affidato il ruolo di direttore generale a Horst Leitner, 52 anni, che subentra a Günther Helm nella gestione delle attività nazionali e internazionali del Gruppo. A partire dal primo dicembre 2018, Horst Leitner sarà a capo di Hofer KG, società che appartiene al gruppo Aldi Sud, che è presente in 11 Paesi, tra i quali l’Italia. Nel frattempo, la crescita di Aldi in Italia continua. Due le nuove aperture annunciate il 6 novembre: a Faenza (950 metri quadri e Bergamo (990 metri quadri); quest’ultimo supermercato inaugurato il giorno 8. Con queste nuove

aperture, Aldi ha raggiunto nella prima decade di novembre quota 43 punti vendita totali nel Nord Italia. E a poche settimane di distanza, nello stesso mese, nuove aperture sono previste. Confermato lo stile dei punti vendita. L’esperienza d’acquisto all’interno di questi store è piacevole, semplice e intuitiva, oltre che pensata appositamente per i clienti italiani: gli allestimenti e la cartellonistica interna permettono una fruizione facile e chiara degli spazi e dei prodotti. Il reparto ortofrutta, ispirato ai mercati rionali, è il primo ampio spazio a cui ogni cliente accede entrando nel negozio ed è già visibile dall’esterno grazie alle grandi vetrate.

L’insegna Mega cresce nel Veneto Il Gruppo Unicomm di Dueville (Vicenza), associato a Selex, prosegue nel suo percorso di sviluppo, annunciando l’apertura di due nuovi punti vendita a marchio MEGA entro metà dicembre. Il primo è già stato aperto a Maserà di Padova, con una su-

perficie coperta complessiva di 4.164 mq e un’area vendita di 2.500 mq, che ospita oltre 16 mila referenze con una particolare attenzione al reparto dei freschi. Nel secondo caso si tratta di un supermercato ad Onè di Fonte (Treviso).

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Leader Price Italia (LPI) sale a quota cinque con l’apertura di Vaprio d’Adda (Milano) in ottobre e l’annuncio dell’apertura di Paratico in provincia di Brescia. Già presente in Lombardia con tre punti vendita - Como, Voghera (Pavia) e Borgosatollo (Brescia) - il brand prosegue il suo piano di espansione puntando sulla regione economicamente più forte del nostro Paese. Ampio spazio nei punti vendita è dedicato all’ortofrutta con un’esposizione all’ingresso studiata per attrarre l’attenzione del cliente e forte impatto dell’area benessere con importante offerta di prodotti biologici per soddisfare la crescente richiesta dei consumatori. Si capisce subito, entrando in questi store, che LPI vuole rendere l’esperienza d’acquisto il più semplice e il più piacevole possibile con l’obiettivo di presentare l’offerta in un’atmosfera in cui i clienti si sentano a proprio agio, facendo la spesa in modo facile, all’insegna della massima comodità, in negozi luminosi ed efficienti sotto il profilo energetico. Grazie a un’organizzazione intuitiva degli spazi, a una presenza ordinata e facilmente rintracciabile dei prodotti a scaffale, a una cartellonistica interna chiara e ad allestimenti moderni e funzionali, è davvero immediato per i clienti Leader Price trovare ciò che cercano. Mario Maiocchi, amministratore delegato LPI, dichiara: “I nostri punti vendita sono a tutti gli effetti dei negozi convenienza semplici, ordinati, moderni e adatti alle diverse esigenze dei consumatori di oggi. I denominatori comuni del processo di acquisto oggi sono innanzitutto la qualità e la convenienza. Leader Price risponde a queste esigenze sia con una forte attenzione alla qualità Ottobre 2018

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Si fanno largo in Lombardia i francesi di Leader Price L’insegna transalpina sale a quota 5 puntando su un rapporto semplice e diretto con il consumatore e cercando di garantire qualità e convenienza. Sugli scaffali prodotto italiano e francese

Il nuovo punto vendita di Leader Price Italia a Vaprio d’Adda, in provincia di Milano. Sotto, l’amministratore delegato Mario Maiocchi

dei cibi, soprattutto del fresco e del freschissimo, sia con un rapporto prezzo-qualità vincente, sia con un assortimento caratterizzato da molti prodotti italiani, spesso provenienti dal territorio in cui sono dislocati i punti vendita”.

In effetti, l’offerta si distingue per una forte presenza di prodotti di qualità italiani e francesi a marchio Leader Price, un significativo inserimento di importanti e selezionate marche nazionali, un presidio attento ai prodotti freschi e freschissimi e ai nuovi trend salutistici a prezzi convenienti, oltre ad una presentazione dell’offerta chiara e di facile fruibilità. Le molteplici differenze di gusti e abitudini che caratterizzano i consumatori italiani rappresentano una sfida alla quale LPI ha risposto facendo leva su una supply chain corta per il fresco e il freschissimo con oltre 200 referenze per frutta e verdura, mentre l’offerta di prodotti a marchio proprio rappresentano l’80% delle referenze a scaffale www.corriereortofrutticolo.it

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DISTRIBUZIONE&

MERCATI

Milano piace a Pam Local Aperto il decimo punto vendita Giovedì 15 novembre è stato inaugurato, in viale Monza 43/A, il decimo Pam Local della città di Milano, proprio in prossimità della fermata Pasteur della linea rossa della metropolitana. Una posizione strategica che permette agli abitanti del quartiere, e a coloro che lavorano in quell’area, di usufruire dell’innovativo format di spesa facile, comoda e veloce targata Pam. Il punto vendita si trova, inoltre, a soli cinque minuti a piedi da Piazzale Loreto e da Corso Buenos Aires, due aree particolarmente frequentate da turisti e da residenti per via della presenza di numerose attività commerciali. Grazie all’orario di apertura prolungato fino alle 22, sette giorni su sette, i clienti potranno scegliere di visitare il negozio quando più lo desiderano, a seconda delle proprie esigenze, trovando tutto ciò che serve per una spesa completa, ma anche tante idee per il pranzo oppure per uno spuntino al volo, così come per gli acquisti last minute della sera, prima di tornare a casa. L’assortimento del punto vendita è ampio e variegato e comprende più di 3.500 referenze, di cui oltre 1.200 a marchio Pam Panorama, per rispondere alle ultime tendenze del mercato e per soddisfare le necessità di tutti i clienti. Gli amanti del biologico, ad esempio, possono scegliere tra più di 200 proposte della linea Bio Pam Panorama, mentre chi soffre di intolleranze alimentari, o è particolarmente attento alla linea, ha a disposizione una ricca gamma di referenze rich-in e free-from della linea Semplici e Buoni: dalla pasta e pane senza glutine, ai formaggi e bevande senza lattosio, fino ad un’offerta mirata di prodotti integrali e frutta secca. Grazie alla linea Fresche Bontà,

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Nella metropoli lombarda la formula dell’insegna ha successo: assortimento ampio con una buona gamma di cibi pronti, orario prolungato fino alle 22 sette giorni su sette

inoltre, chi è sempre di fretta può trovare tanti prodotti freschi e di qualità, pronti da cucinare o da gustare al momento; a completare l’offerta, poi, una selezione di eccellenze culinarie certificate DOP e IGP a marchio i Tesori, per

portare in tavola il meglio della gastronomia italiana. In una città come Milano, dove la vita quotidiana è frenetica, Pam Local ai clienti una doppia convenienza: di tempo, con i numerosi servizi come la spesa a domicilio e i nuovi metodi di pagamento digitali, e di denaro, con l’iniziativa Prezzo Promessa, che garantisce prezzi bassi tutto l’anno su oltre 100 articoli di uso corrente, e i menu in abbinata che propongono ai clienti, ogni 15 giorni, tante idee per pasti gustosi all’insegna del risparmio. “Con questa nuova apertura, Milano raggiunge l’ambita quota dieci punti vendita. Il Pam Local in viale Monza conta una decina di nuovi collaboratori, grazie ai quali sale a circa 100 il numero dei giovani under 30 che lavorano all’interno degli store milanesi - sottolinea Andrea Zoratti, direttore del canale di Prossimità Pam Panorama -. Questi risultati sono per noi un grande traguardo, ma soprattutto un punto di partenza per nuovi e ambiziosi progetti su Milano, che comprendono l’apertura di nuovi punti vendita nel 2019 e l’ampliamento della rete di store gestiti in franchising, sempre con l’obiettivo di diffondere la nostra idea di spesa e fornire un servizio di qualità ai nostri clienti.” Il 9 novembre Pam Local aveva inaugurato ben 2 punti vendita a Ferrara, in via Mazzini e in via Bersaglieri del Po, gestiti in franchising. Entrambi gli store si trovano dunque nel centro storico della città, in vie frequentate dagli abitanti ma anche dai turisti. Ottobre 2018


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FRUIT ATTRACTION. Successo della decima edizione

Madrid sfida Berlino Fruit Attraction 2018 ha chiuso i battenti della decima edizione registrando la partecipazione di 81.235 professionisti provenienti da 122 Paesi, con una crescita del 19% rispetto all’anno precedente. Si è trattato di un appuntamento decisivo per il settore grazie alla sua capacità di riunire la produzione e il canale di distribuzione del settore ortofrutticolo. La fiera si è confermata come punto d’incontro internazionale dell’insieme di professionisti che rappresentano l’intera filiera; il posto giusto al momento giusto. Su questi commenti sono allineati gli espositori e i visitatori italiani, che di anno in anno seguono con crescente interesse il Salone madrileno. Organizzata da Ifema e Fepex, Fruit Attraction 2018, svoltasi dal 23 al 25 ottobre, è stata indubbiamente la più vasta e completa delle edizioni tenutesi finora con la partecipazione di 1.621 aziende provenienti da 40 Paesi e 51.400 metri quadrati espositivi netti di Ottobre 2018

Marco Salvi: “In Europa, a livello fieristico, non c’è più spazio per nessuno”. E lancia una proposta per il 2019: “Potremmo tutti insieme prendere un unico Padiglione Italia”

Marco Salvi, presidente Fruitimprese

offerta settoriale, il 15% in più rispetto alla precedente edizione. Uno dei dati più importanti è stato il notevole aumento dei partecipanti internazionali che, am-

montando complessivamente a 27.994 provenienti da 122 Paesi, sono saliti di oltre il 40%. Ancora una volta, i partecipanti più numerosi sono stati quelli europei. Particolarmente massiccia la presenza di italiani, francesi, portoghesi, britannici, olandesi, tedeschi, polacchi e belgi. Ma non sono mancate presenze importanti da Brasile, Cile, Marocco, Perù e Sudafrica. Coloro che hanno preso parte al programma ‘Paese Importatore Invitato’ (il Canada e l’area della Penisola arabica) hanno raggiunto un totale di 374. Per quanto riguarda gli espositori, la partecipazione internazionale ha rappresentato il 36% del totale, con 580 aziende provenienti da 40 Paesi, tra cui spiccano Olanda, Italia, Portogallo, Polonia, Grecia e la forte crescita della Francia, www.corriereortofrutticolo.it

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Parigi piace alla IV Gamma Contatti internazionali al SIAL Ha chiuso i battenti il 25 ottobre al Palazzo dei Congressi di Villepinte il SIAL di Parigi, il Salone dell’alimentare più grande in Europa insieme all’ANUGA di Colonia. Oltre 7.000 espositori da 109 Paesi e 155 mila visitatori, di cui il 70% internazionali, conferenze, incontri, show cooking e tanto, tantissimo cibo. Come in ogni edizione, anche quest’anno l’Italia è stata grande protagonista con 208 espositori in rappresentanza dell’intero comparto del food. L’ortofrutta fresca assente, complice la concomitanza di date con Fruit Attraction; sempre più presente, invece, la rappresentanza di aziende che, sebbene condividano la materia prima e lo spazio in scaffale all’interno del reparto ortofrutta, per DNA non sono solo produttori ma anche trasformatori. Per loro il SIAL ha rappresentato ancora una volta una buona vetrina. Edoardo Ascheri, export manager Zerbinati ha dichiarato: “È una fiera ‘pesante’ perché veramente intensa in termini di contatti, soprattutto internazionali. Abbiamo avuto incontri con buyer provenienti da tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone. Questa per noi è la secon-

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da edizione a cui partecipiamo e sicuramente torneremo anche nel 2020. Rispetto ad altri Saloni trovo che SIAL sia molto concreto, già in questi giorni abbiamo chiuso alcuni ordini. Va da sé che per raggiungere tali risultati è necessario arrivare preparati affinché si possano garantire i quantitativi e le capacità logistiche opportune ad ogni tipo di casistica”. Soddisfatta Valérie Hoff, direttore marketing La Linea Verde, per i numerosi contatti avuti, confida: “Mi auguro si concretizzino al meglio”. Stessa speranza per il sales manager di BioOrto Mirko Conte, per il primo anno al SIAL con uno stand completamente dedicato alle recenti linee di conserve. “Una fiera vivace anche se a fasi alterne”, è il resoconto del responsabile commerciale di New Factor Alberto Curandi, che condivide il medesimo giudizio con Aurora Liverani, commerciale estero di Fruttagel. Infine, bilancio positivo per Elisa Vecchi, responsabile commerciale della linea ‘Così Com’è’ di Finagricola, che, presente per la prima volta al SIAL, torna a casa “stanca ma molto soddisfatta”. (c.b.)

oltre ai Paesi extra UE come Cile, Brasile, Perù, Costarica, Colombia, Argentina e Sudafrica, per citarne solo alcuni, creando per la prima volta un blocco espositivo dell’Emisfero Australe. Erano inoltre presenti per la prima volta l’Angola, gli Emirati Arabi Uniti, la Finlandia, l’India, l’Iran, il Mali, Malta, la Russia e la Serbia. Insomma, Fruit Logistica ha di che riflettere sul Salone che sta emergendo come il suo principale antagonista almeno in Europa. Nell’occasione di Fruit Attraction il presidente di Fruitimprese, Marco Salvi, ha rilasciato alcune dichiarazioni: “La fiera madrilena quest’anno ha fornito una grande spalla ai produttori italiani anche grazie alla sua crescente internazionalizzazione e al fatto che ormai sta allineando la propria offerta di trade-show, in tutto e per tutto al brand Fruit Logistica di Messe Berlin. Anche quest’anno noi italiani ci siamo presentati in maniera abbastanza compatta anche se si potrebbe fare di più. Si potrebbe, ad esempio, per la prossima edizione, prendere un

Si è alzata l’asticella dell’internazionalizzazione della fiera madrilena. New entry Paesi africani, asiatici e del mondo arabo

unico Padiglione Italia andando a mettere insieme tutte le aziende nostrane che, avendo partecipato al di fuori del mega stand ‘Italia’ organizzato in collaborazione con l’ICE, sono state sparpagliate nei vari padiglioni. Basta solo coordinarsi”. E ha aggiunto: “Vista la grande crescita di Madrid e la leadership ancora indiscussa di Berlino, che almeno per il momento rimane la prima fiera europea, dubito che in Italia ma anche nel resto d’Europa, ci possa essere lo spazio per altri eventi fieristici che non abbiano un carattere esclusivamente nazionale”. Ottobre 2018


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Mariangela Latella Tra gli addetti ai lavori dell’azienda, è chiamata ‘category vision’ ed è l’ultimo progetto di category management di Bonduelle che punta a rivoluzionare l’esposizione dei prodotti di IV e V Gamma all’interno dei reparti ortofrutta della GDO. “Abbiamo iniziato a parlarne spiega Andrea Montagna, responsabile commerciale di Bonduelle Italia - con le principali insegne della GDO da poco. Uno dei punti più delicati è legato al fatto che richiede uno spazio di vendita che normalmente non c’è nei tradizionali reparti dei supermercati. Il progetto prevede infatti una sorta di percorsoper gli acquirenti lungo dei corridoi dedicati esclusivamente alla IV Gamma, suddiviso per tipologia di prodotti e tipologia di consumo”.

Category Vision: questo il nome del progetto che il Gruppo francese sta presentando ai distributori. Si tratta di proporsi al consumatore in modo nuovo. Primi test a Milano e a Roma

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Bonduelle chiede alla GDO di fare insieme una svolta

Andrea Montagna, responsabile commerciale di Bonduelle Italia

Si comincia con il percorso dedicato al consumo in casa, che parte con l’esposizione dei prodotti bio, prosegue con il prodotto a marchio del produttore che si colloca su un indice di prezzo più alto, seguono gli scaffali dedicati al-

la private label e fino a chiudere con un camino verticale o un frigo, una vasca promozionale o ancora una semplice testata, dedicata alle promozioni. Dopo i prodotti per il consumo casalingo seguono quelli per il consumo fuori

Rapporto ISMEA-Nielsen, nel primo semestre i consumi sono cresciuti del 5,2% in volume Il rapporto ISMEA-Nielsen sulla spesa degli italiani per gli alimenti, relativo ai primi sei mesi 2018, conferma un andamento positivo dei consumi con +0,9%. La rilevazione mette in particolare rilievo l’aumento degli acquisti di prodotti ortofrutticoli di IV e V Gamma, che sempre nel primo semestre di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2017, ha segnato una crescita del 4,5% in valore e del 5,2% in volume. Hanno consumato ortofrutta di IV e V Gamma quasi 20 milioni di famiglie su un totale di 26. Buono anche l’andamento degli acquisti di frutta fresca, che segnano, nel periodo considerato, un +1,6% in valore, con alcune categorie, come mele e kiwi con spunti molto superiori (rilevato fino al 25% di aumento di prezzo per le mele rispetto al primo semestre 2017). Ecco le differenze in valore per gli altri prodotti primo semestre su primo semestre: agrumi +8,7%, frutta secca ed essiccata +4,2, piatti

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pronti +4,2, ortaggi freschi -3,3, patate -3,8, pomodori freschi -6, prodotti a base di pomodoro -1,8. L’ortofrutta ha rappresentato nel primo semestre 2018 il 19,6% della spesa delle famiglie italiane, una percentuale che la pone prima di qualsiasi altra macro-categoria del food.

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Le novità di Zerbinati per l’autunno: offerta ampia dalle Monoporzioni alla IV Gamma bio L’autunno di Zerbinati sorprende con le sue novità. La linea delle Monoporzioni si arricchisce di tre originali referenze. La Crema con Edamame e Curcuma, una ricetta gustosa e innovativa che unisce due dei superfood più in voga del momento: l’edamame, fagioli di soia tipici della cucina orientale, e la curcuma, considerata la “spezia delle meraviglie” per via delle sue innumerevoli proprietà benefiche; la Pasta Integrale con Ceci, un grande classico rivisitato grazie alla predilezione per farine; le Crema con Piselli, ideale da gustare al rientro dalle vacanze. Arrivano anche due nuove referenze di insalate premium della linea Che Gusto! che combinano ingredienti ricercati e innovativi esaltati al meglio dall’elegante e sofisticato packaging nero: bull’s blood e foglie di carota, acetosella e aneto sono solo alcune delle foglie protagoniste di queste nuovissime insalate. Sono la base perfetta per creare insalatone

fresche e originali. Per chi non vuole rinunciare al piacere delle verdure croccanti saltate in padella, nasce la nuova linea ‘Non Solo Wok’Z’ che si compone di tre inedite ricettazioni di contorni dal sapore fusion: tra i tanti ingredienti, anche il croccantissimo curly kale. Infine l’ampliamento di IV Gamma della linea ‘Il Nostro Bio’ con l’arrivo del Minestrone Bio, la base ideale per preparare il comfort food autunnale per eccellenza, dei Cuori di Iceberg

Bio, e di Spinaci ed Erbette Bio in formato monoporzione, subito pronte inserendo direttamente la busta in microonde. Spinaci ed Erbette sono disponibili anche nel formato “Subito Pronti in Microonde”, che forniscono un altissimo contenuto di servizio al consumatore che ha sempre meno tempo per stare ai fornelli, ma a cui sta sempre a cuore conservare tutte le preziose proprietà degli ingredienti. Grazie al pack microforato, sono pronti in soli 5 minuti.

casa, caratterizzato dalla presenza di mix di insalate arricchite da condimenti e posate, ad esempio, o zuppe pronte da scaldare (per quanto riguarda la V Gamma) per poi chiudere con uno spazio dedicato alle zuppe pronte da cuocere sia di V Gamma che di prima Gamma evoluta. "Il progetto ‘Category vision’ precisa Montagna - nasce da due analisi delle aspettative e dei comportamenti dei consumatori sviluppate da Bonduelle due-tre anni fa e da AIIPA IV Gamma nel 2017. Dagli studi è emerso che il consumatore di IV Gamma non è attratto da questa categoria di prodotto per una sua particolare attenzione alla materia prima, infatti su questo punto esprime ri-

chieste sommarie con riferimento, ad esempio, alla croccantezza delle foglie, al sapore dolce o amaro”. Le referenze che più incontrano le richieste dei consumatori sono i mix di insalate perché soddisfano maggiormente l’esigenza di praticità (insalata composta da più ingredienti che evita di far comprare quattro cespi diversi di lattuga) o anche la possibilità di acquistare in modalità grab-andgo ossia senza soffermarsi troppo sulla scelta di acquisto. “La difficoltà principale - aggiunge Montagna - è modificare la mentalità del category management del reparto ortofrutta normalmente impostato su logiche di consumo e di gestione dello spa-

zio tradizionali. Il dialogo però è iniziato e stiamo cercando di far passare il messaggio che creare uno scaffale che parla, crea benefici per tutti”. Un primo test è stato effettuato nel corso dell’estate in un paio di store GDO di Milano e Roma e, entro l’anno, dovrebbe partire la seconda parte dell’esperimento commerciale, mirata a coinvolgere due negozi della stessa insegna, uno dove si applica il nuovo concept e uno che, pur mantenendo l’esposizione tradizionale, raccoglie i dati di consumo. In questo modo, attraverso il confronto, sarà possibile verificare, già dal 2019, i maggiori benefici concretamente realizzabili con il concept ‘Category vision’.

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Chiara Brandi Già partner di importanti retailer sul mercato d’Oltralpe - tra cui Franprix, Groupe Casino e Intermarché solo per citarne alcuni -, La Linea Verde-DimmidiSì dal 21 al 25 ottobre ha preso parte al Salone Internazionale dell’Alimentare di Parigi (SIAL) con “l’ambizione di incontrare i rappresentanti della grande distribuzione francese ed internazionale e crescere ulteriormente come copacker”, ci ha spiegato la direttrice marketing e comunicazione dell’azienda di Manerbio, Valérie Hoff. Prima in Italia tra i fornitori di insalate di IV Gamma a marchio commerciale del distributore, e tra i leader a livello europeo, La Linea Verde può vantare una collaborazione con 60 insegne: “E’ il nostro core business - ha precisato la manager -; ci proponiamo in qualità di partner delle catene di supermercati e ci adoperiamo per soddisfare al meglio le loro richieste in base alle esigenze del mercato di riferimento, cucendo ad ognuno il proprio vestito su misura”. Differenze che si esasperano, in particolare, nella ricettazione dei piatti pronti: “In Francia, ad esempio, si preferiscono le vellutate rispetto ai minestroni e, in generale, sono meno sapide ma, talvolta, con l’aggiunta di un pizzico di panna. Anche se, quest’ultima - precisa sempre Hoff - è una richiesta che va via via scomparendo in nome della tendenza al 100%vegetale che sta sempre più prendendo piede”. L’attenzione al cibo salutare è diventata un’ossessione in Francia tanto che tra le App più popolari ce n’è una per la valutazione, su smartphone, delle caratteristiche nutrizionali riportate in etichetta. Ottobre 2018

Nuovi contatti in Francia per l’azienda italiana leader nel settore, che è sempre più richiesta per i prodotti a marchio commerciale del distributore

A Filadelfia la IV Gamma viene preparata al momento dallo chef Le regole sono: spazio piccolo con offerta di prodotti freschi, locali e di stagione, concordata in anticipo con il bacino di utenti del negozio ed uno chef in store pronto a confezionare frutta e verdura fresche con mix e ricette composti al momento e su richiesta. I nuovi negozi saranno presto una catena che si chiamerà Giants Heirloom Market e che si ispira a creare qualcosa di più del semplice negozio di vicinato e qualcosa di meno della scelta quotidiana del consumatore davanti al suo frigorifero. “La lanceremo in occasione del 95° anniversario di attività dell’azienda - spiega Nicholas Bertram, presidente di Giants Food - che ricorre quest’anno. Il format nasce dalla stretta collaborazione con la comunità locale effettuata sotto molti aspetti, a cominciare dall’offerta che è composta da prodotti locali a Km 0”. All’interno del negozio, che è an-

cora in costruzione a Filadelfia, al 2303 di Bainbridge Street (quartiere di Graduated Hospital), gli assistenti di vendita guideranno in consumatori anche per l’acquisto online dentro il negozio attraverso una rete di iPad distribuiti tra le corsie. I prodotti così acquistati potranno essere ritirati subito oppure fatti recapitare a casa. “Il fattore di servizio - precisa Bertram - è molto importante, per questo abbiamo scelto di dotare i negozi di chef in grado di preparare cibi basati su prodotti ortofrutticoli in vendita confezionandoli a richiesta. Ci saranno chef anche per sfornare pane appena cotto, pasticceria e altre specialità”. Complessivamente Giants Food spenderà 22 milioni di dollari nei prossimi anni in Pennsylvania per realizzare altri quattro di questi negozi urbani e la realizzazione di un hub per l’e-commerce da 3.500 mq. (m.l.)

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La Linea Verde cresce in Europa come co-packer della GDO

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Mini-confezioni in Spagna: è l’ora dello snack vegetale Mariangela Latella L’edizione 2018 di Fruit Attraction ha consacrato l’era dello snack vegetale anche sul mercato spagnolo. È l’edizione, per intendersi, in cui per la prima volta la fiera ha dedicato un premio (Accelera Award) agli innovatori di IV e V Gamma ma anche l’anno del debutto di importanti referenze sul mercato iberico sia del ready-to-eat (verdure lavate e pronte al consumo) che del readyto-go (da sciacquare). I fari sono stati puntati sulla varietà di lattuga Crunchita lanciata la scorsa estate da Rijk Zwaan sul mercato iberico, inglese e olandese. “Abbiamo sviluppato - spiega Xavier Lopez, esperto di campo di Rijk Zwaan - una varietà di lattuga che ha le caratteristiche di resistenza propria della indivia (le foglie possono essere usate anche come cucchiaio edibile da finger food) e che, grazie alla partnership con operatori locali, stiamo proponendo in packaging monoprodotto, biodegradabili. La lattuga, di varietà Crunchita, è stata sviluppata nei nostri centri di ricerca da circa un anno ma ha trovato una vita commerciale proprio come snack vegetale”. Le confezioni possono essere conservate in borsa per essere consumate anche sul momento, grazie anche ad una comoda fascetta che ricopre il torsolo che garantisce la presa del frutto che così diventa uno snack a tutti gli effetti, rinfrescante e nutriente da consumare in qualsiasi ora della giornata. Sempre Rijk Zwaan, debutta a Fruit Attraction con una nuova confezione di pellicola, da tre mini cetrioli per il consumo readyto-go. Piccolo è bello e per giunta piace ai bambini! È questa la filosofia che ha portato l’azienda El Dulze, www.corriereortofrutticolo.it

Piacciono ai bambini le mini carote in confezioni che richiamano quelle delle caramelle. In generale crescono le richieste di packaging da borsa e borsetta. I trend cambiano nelle regioni

uno dei partner di Rijk Zwaan per la commercializzazione dello snack Crunchita, a lanciare sul mercato le mini carote come merende ideali per i bimbi, proponendole in una confezione che richiama quella delle caramelle. L’azienda ha anche iniziato a lavorare su confezioni da snack per tutte le varietà di vegetali che trattano e che per dimensioni si prestano ai pack da borsa. “L’obiettivo da qui ad un anno - spiega Noemi Perez, marketing manager di El Dulze - è arrivare ad una linea intera di snack vegetali, alcuni dei quali potrebbero essere proposti con confezioni arricchite da salse e intingoli”. Tra le novità lanciate da DiqueSì, il brand spagnolo della Linea Verde, equivalente iberico di DimmidiSì, ci sono i zoodles ossia dei noodles di zucchine o carote pronti per essere immersi nel brodo, le insalate di fiori edibili e quelle vegane al 100%. “Le differenze tra il consumatore di IV Gamma italiano e quello spagnolo - afferma Raul Medina, marketing manager di DiqueSì - riguar-

dano senza dubbio i formati del packaging ma, ancor prima, l’uso della materia prima, dal momento che gli spagnoli sono più legati ai propri sapori e fanno più fatica ad adattarsi ai cambiamenti varietali. Per questo nei mix di insalate per il mercato spagnolo, abbiamo dovuto riadattare le ricette italiane ai sapori locali, che poi variano da regione a regione”. Sono appassionati di iceberg e scarola gli abitanti delle regioni del Nord del Paese mentre nell’area Gallega si preferiscono i crescioni e la batavia verde. Oltre all’iceberg, il top di preferenza è anche assegnato ai mix di germogli. Tra gli snack on-the-go che sono stati esposti nell’Innovation Hub di Fruit Attraction, si segnala infine la confezione “La fruta fresca de larga vida” dell’azienda Peris. Si tratta di un vasetto di frutta fresh cut conservata in uno sciroppo che contribuisce ad allungarne la vita commerciale e a mantenere inalterate le qualità organolettiche. Il prodotto, che sarà lanciato presto sul mercato spagnolo, è destinato al canale Horeca. Ottobre 2018


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Mattina, pomeriggio e menĂš legati alle stagioni

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