Corriere ortofrutticolo marzo 2014

Page 1

DI

ECONOMIA

E AT T U A L I T À D I S E T T O R E

ANNO XXVIII Nuova serie

Marzo 2014 euro 6,00

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

3

C orriere Ortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

PROTAGONISTI Wielander, il paladino della Val Venosta PAG. 27

• BERLINO Fruit Logistica si conferma fiera da record PAG. 21

• BANANE Fusione-choc tra Chiquita e Fyffes PAG. 33

• RUSSIA Mercato più a rischio con la crisi dell’Ucraina PAG. 49

• SPAGNA Export 2013 a 10,5 miliardi Italia a 4,1 PAG. 51

Mercato Mercato Ortofrutticolo Ortofrutticolo di Geno Genova va www.sicuramentefresco.it www.mercatogenova.it

daily news: www.corriereortofrutticolo.it

MENSILE


22014 014

INTERPOMA 2 0 - 22 no v embr e 2 014 | B olz ano

Fier Fiera a int internazionale ernazionale per la ccoltivazione, oltivazione, cconservazione onservazione e ccommercializzazione ommercializzazione della mela gio-sab: 9.00-18.00

C CONGRESSO ONGRESSO INTERNAZIONALE

La mela nel mondo Unica Fiera all’insegna g della l mela l PIÙ DI

16.000 visitatori DA D A 61 P PAESI AESI

I tour di Interpoma

www.interpoma.it


Al servizio delle organizzazioni dei produttori e loro imprese ortofrutticole www.italiaortofrutta.it



E

CorriereOrtofrutticolo

✍ Lorenzo

Nuovo governo, nuovo ministro. Il quinto in 5 anni. Aldilà degli auguri di rito, mai l’arrivo di un nuovo titolare del ministero agricolo fu visto con tanto senso di sfiducia. Chiariamo: di questo clima la colpa non è assolutamente di Maurizio Martina, al quale facciamo i nostri convinti personali auguri di buon lavoro nell’interesse di tutto il sistema dell’ortofrutta italiano. Il problema è il contesto generale in cui è nato il dicastero Renzi, il Rottamatore che dopo aver rottamato tanti padri nobili del Pd ha finito per rottamare anche il governo del suo ‘amico’ Letta. Il clima è da anno zero della politica, che o riacquista credibilità o suona davvero la campanella del ‘tutti a casa’. Sempre con tutto il rispetto per il neoministro Martina, ci sembra che la sua scelta sia in linea con il profilo complessivo del primo dicastero Renzi: si erano annunciati sfracelli e novità eclatanti, di cui alla fine non si è vista traccia. Il dicastero agricolo è finito al centro una ridda di voci : abolizione e assorbimento nell’Economia, poi di un nome ‘di rottura’ come quello di Oscar Farinetti, il patron di Eataly che poco ci manca che lo candidiamo pure alla presidenza della Repubblica. Poi di un assorbimento in un fantasmatico ministero del made in Italy, quando sulla stessa definizione di made in Italy non c’è accordo tra gli stessi protagonisti del made in Italy (contraddizione simpaticamente italiana). Poi di un cambio di nome, Sviluppo agroalimentare. Tutti boatos senza seguito, non c’era tempo, il Rottamatore aveva fretta. Così è arrivata una scelta onesta di continuità: Martina da sottosegretario aveva preso in mano le redini del ministero durante l’interim di Letta, dopo le dimissioni polemiche della De Girolamo. E con in tasca la delega dell’Expo si era accreditato come il candidato più credibile per un Mipaaf né rinato, né rigenerato né risorto dalle sue ceneri: semplicemente riconsegnato a un ministro ‘normale’ e già da tempo ‘con le mani in pasta’. E chissà che non serva proprio questa normalità a ridare slancio a un ministero che l’assessore leghista lombardo Fava – dando voce a una convinzione diffusa – ha giudicato “un lusso inutile…che costa 1,3 miliardi di euro l’anno…”. Ovvio che tanta acrimonia è strumentale. Non è che ai tempi della Lega di governo, con Maroni ministro dell’Interno e Bossi vicepresidente del Consiglio, il ministero funzionasse meglio. Adesso, con la Lega di lotta rispolverata da Salvini, si scopre che “il re è nudo”, che non serve, che la corona è di latta e il trono di cartapesta. Sarà anche una strumentalizzazione, ma rappresenta bene il pensiero di tante imprese del settore. Ci possiamo ancora permettere un ministero strutturato sulla visione di un'agricoltura di 30 anni fa, con l’aggravante di una lunga serie di ministri fannulloni Frassoldati

M a r z o

2014

EDITORIALE

Ministero, ultima chiamata

e parolai? Una struttura la cui qualità ed efficienza si è degradata negli anni, tra sprechi enormi, incarichi ‘politici’, strutture inutili create solo per alimentare una spesa clientelare. E con il vertice dirigenziale che si dava stipendi fra i più alti d’Europa, come ha ben documentato lavoce.info. Così tra scandali, inchieste, sprechi e malcostume siamo arrivati ai giorni nostri e “così non si può più andare avanti”. Di questa pesante eredità si dovrà far carico il ministro Martina, al quale rinnoviamo i nostri più sentiti auguri – ne ha davvero bisogno - alla vigilia del semestre italiano di presidenza Ue e dell’Expo 2015. Essendo persona intelligente, è lui il primo a rendersi conto del fardello che si trova sul groppone, tant’è che appena nominato si è affrettato a parlare di un necessario salto di qualità e del lancio di un progetto “ambizioso e coerente” per il nostro agroalimentare d’intesa con le Regioni. Di un progetto che faccia perno sulle potenzialità del nostro export c’è certamente bisogno e l’ortofrutta dovrà esserne al centro, se è vero che è la seconda voce dopo il vino, anche se con un'immagine assai più debole presso la politica e l’opinione pubblica. Ad esempio un bel segnale sarebbe l’ingresso degli esportatori di Fruitimprese nella cabina di regia per l’agroalimentare istituita con Ice e ministero degli Esteri in vista di Expo. E a proposito di Expo attendiamo ancora di capire quale ruolo avrà l’ortofrutta. Finora abbiamo sentito parlare solo di vino e olio, oltre che di caffè e cacao, prodotti non propriamente tipici italiani, anche se espresso e cioccolata sono due must del made in Italy. Non siamo tra i puristi intransigenti del made in Italy, tra le vestali integraliste del piccolo è bello. Pensiamo che la nostra forza sta sia nell’origine e nella tipicità territoriale dei nostri prodotti sia nella capacità di trasformazione secondo ricette, tradizioni e conoscenze tutte italiane. L’una cosa integra l’altra e entrambe ci rappresentano degnamente nel mondo, esaltando la ricchezza della nostra cultura alimentare. Proprio per questo vorremmo capire quale agricoltura sarà rappresentata nell’Expo milanese: quella delle nicchie produttive e delle ricette di nonna Elvira o quella di un comparto che coniuga tradizione e innovazione e che può contribuire a sfamare il Pianeta? Saremo curiosi di scoprirlo.

PUNTASPILLI CHIAREZZA Chi tira la carretta tutti i giorni si legga l’ennesimo capitolo della storia Agea/Sian/Sin, un calderone pubblico o semi-pubblico su cui il neoministro Martina ha chiesto l’ennesima relazione urgente “per fare chiarezza” una volta per tutte. Ma troppa luce, ammoniva con uno di quei suoi sorrisi enigmatici l’ex ‘divo’ Giulio Andreotti, “a volte abbaglia” . *

www.corriereortofrutticolo.it

3


I “+” e “-” dell’ortofrutta

CorriereOrtofrutticolo

IL BORSINO ☛ Aurelio Pannitteri Per fortuna l’arancia siciliana ha i suoi bravi paladini. Non a caso è finalmente in recupero sui mercati mondiali. Parliamo all’interno delle iniziative sul rinnovamento varietale. Ma qui va reso onore alla presa di posizione di Aurelio Pannitteri che sta perorando la causa della DOP per rendere ancora più competitiva l’arancia rossa. “Si potrebbero circoscrivere in maniera precisa le

☛ I fratelli Giuliano Il colosso californiano dell’ortofrutta Sun World International ha annunciato l’introduzione di tre nuovi licenziatari di uva da tavola che si andranno ad aggiungere ai trentadue già esistenti. Tra le nuove nomine, oltre alle due aziende agricole cilene Exportadora Santa Elena e Gesex, anche l’italiana Giuliano Puglia Fruit, azienda pugliese gestita dai tre fratelli Nicola, Giovanni e Vito Giuliano. I tre produttori hanno ottenuto il diritto di distribuire e commercializzare le varietà di uva senza semi Sun World, tra cui Midnight Beauty, Scarlotta e Sable. La

aziende che producono le arance rosse e arrivare a una completa tracciabilità del prodotto. A testimoniare la bontà del progetto che si potrebbe avviare con la richiesta di denominazione di origine protetta la positiva esperienza dell’arancia di Ribera Dop, che sta avendo ottimi riscontri sui mercati”. Sempre secondo Pannitteri, “la DOP ha alcuni vantaggi anche sull’IGP, che si può applicare solo a prodotti con calibro superiore al 5”. Forza Sicilia, avanti tutta. Su

Giuliano Puglia Fruit, che ha investito una cinquantina di ettari a Sun World, è una realtà dinamica del sud dell’Italia di proprietà della famiglia Giuliano. L'azienda produce diverse varietà di uva da tavola, di drupacee e di agrumi, distribuendo i propri prodotti in diversi supermercati in tutta Europa. Santa Elena è un produttore/esportatore di prodotti di alta gamma per mercati come Regno Unito, Stati Uniti e Canada. Gesex, infine, diretta da Juan Gabriel Perez, è una delle principali società di export del Cile grazie alle spedizioni di uva, agrumi e drupacee in Nord America, America Latina, Europa e Asia. Su

☛ Rai Uno Mattina Spazio all’ortofrutta su Uno Mattina. Bene. Il settore ha bisogno di farsi sentire e di farsi riconoscere per quello che è, un polmone forte dell’economia nazionale, peraltro malconcia. Il presidente di FruitImprese Marco Salvi e il presidente di Macfrut Domenico Scarpellini sono stati ospiti della trasmissione televisiva di Rai Uno Uno Mattina. Salvi e Scarpellini, intervistati dal giornalista Paolo Di Giannantonio, hanno parlato delle potenzialità e delle problematiche del settore ortofrutticolo. In particolare il presidente di FruitImprese ha sottolineato che lo scorso anno le esportazioni ortofrutticole sono cresciute del 5,1% creando un fatturato di oltre 4,1 miliardi di euro. Salvi ha ricordato come l’Italia sia il primo produttore ortofrutticolo europeo, leader in particolare nella produzione di kiwi, pere, mele, ma che la propria leadership è messa a rischio dalla forte competitività con altri Paesi, Spagna in primis. “Il Paese spagnolo – ha ricordato Salvi – ci supera per esempio nel settore degli agrumi, dove l’Italia vent’anni fa era lea-

der, mentre ora importa più prodotto di quello che esporta. Non riusciamo a fare sistema a livello nazionale. Serve maggiore competitività e spingere ancora di più sull’estero”, ha ricordato Salvi. Scarpellini ha ricordato le attività di Macfrut volte all’internazionalizzazione che hanno portato anche allo sviluppo di 5 joint venture nel mondo con rappresentanti della fiera cesenate in 23 Paesi presenti per offrire servizi alle nostre aziende. Su

I colo si distinguon

al confeziona

☛ Carlo Petrini (Slow Food) In Africa nasceranno entro due anni 10 mila orti coltivati dalle popolazioni locali, realizzati dai soci africani di Slow Food che sul continente sono oltre 50 mila. Lo ha annunciato il patron di Slow Food, Carlo Petrini, nel corso del suo intervento all'inaugurazione dello store milanese di Eataly. Sarà proprio Eataly ad entrare atti-

4

www.corriereortofrutticolo.it

vamente nel progetto e ad occuparsi di 1.000 orti. "La nostra civiltà - ha detto Petrini - in Africa ha rubato e sta continuando a farlo. Noi vogliamo iniziare a fare il contrario e iniziare a restituire loro qualcosa. Saranno i giovani africani a prendersi cura delle loro terre". Il discorso non è nuovo. Sfide come questa sono tutte da verificare. Vedremo. Né su né giù Né su né giù

M a r z o

2014


I colori del nostro raccolto. Tante sfumature, sapori e aromi. Le mele dell’Alto Adige/Südtirol si distinguono per il vasto assortimento varietale, perché qui abbiamo la mela giusta per ogni gusto. Dalla coltivazione alla raccolta fino al confezionamento e alla consegna, i rigorosi controlli eseguiti dal VOG garantiscono la massima qualità delle mele dell’Alto Adige.

Via Jakobi 1/A, I-39018 Terlano (Südtirol), Tel. +39 0471 256 700, Fax +39 0471 256 699, e-mail: info@vog.it, www.vog.it


Direttore responsabile: Lorenzo Frassoldati Redazione: Emanuele Zanini Hanno collaborato: Pietro Barbieri, Chiara Brandi, Rolando Drahorad, Thomas Drahorad Simone Martarello, Angela Schiavina

MENSILE DI E AT T U A L I T À

ECONOMIA DI SETTORE

ANNO XXVIII - Nuova serie M A R Z O

S

2 0 1 4

O

M

M

Corriere

T H E F I R S T ITALIAN

A

R

I

O

Sede operativa via Fiordiligi, 6 37135 Verona Tel. 045.8352317-Fax 045.8307646 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Editore Gemma Editco Srl Coordinatore editoriale: Antonio Felice Sede legale e amministrativa: via Fiordiligi, 6 37135 Verona E-mail: segreteria@corriereortofrutticolo.it P.IVA 01963490238 Fotocomposizione e stampa: Eurostampa Srl - via Einstein, 9/C 37100 Verona Autorizzazione Tribunale di Verona n. 176 del 12-1-1965 Spedizione in abb. postale comma 26, art. 2, legge 549/95 La rivista viene distribuita in abbonamento postale c/c n. 11905379 Abbonamento annuo: 66 euro per due anni: 100 euro e-mail: abbonamenti@corriereortofrutticolo.it

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Profilo Corriere Ortofrutticolo si è affermato come rivista “di filiera” del settore ortofrutticolo italiano. La rivista collega chi produce, chi commercializza e chi vende al pubblico, oltre ai settori connessi (dai macchinari ai trasporti). La diffusione è capillare in Italia, dove si è allargata alla grande distribuzione alimentare e al dettaglio organizzato. Il Corriere Ortofrutticolo è un formidabile, unico e specializzato strumento di raccordo e di informazione per l’intero settore. È presente a fiere in Italia e all’estero dove è diffuso a indirizzi specializzati di oltre 30 nazioni.

Diffusione 6.000 copie. Ripartizione del mailing: Grossisti 29%, Dettaglianti 23% Produttori 22%, Supermercati 9% Import-export 6,5%, Servizi 5% Tecnologie e Trasformati 2,5% Altri 3%

6

www.corriereortofrutticolo.it

Fusione tra Chiquita e Fyffes

PAG.33

EDITORIALE Ministero, ultima chiamata

3

IL BORSINO Aurelio Pannitteri, Fratelli Giuliano Rai Uno Mattina, Carlo Petrini

IL BAROMETRO Consumi in calo a inizio d’anno anche con prezzi in diminuzione. Nuove politiche di vendita della gdo. Giù le esportazioni GENTE & FATTI Nuovo presidente della CIA Scavino succede a Politi

PAG.35

Francescon: nuovi investimenti in Senegal per integrare la produzione di meloni 17

RUBRICHE

SPAZIO APERTO Frutta protagonista del menù

Agrumi, la Sicilia rilancia

Coopertiva Sole in crescita di fatturato nel 2013: +10%

18

4

Marchio nazionale di origine per l’ortofrutta made in France

18

9

Nuove tecnologie per la shelf-life: intesa Agrofresh-Van Amerongen

18

Tre anni per la nuova piattaforma Maersk di Vado

19

SIAN: ombre sulla gestione della banca dati del mondo agricolo

19

FruitImprese: rinnovo cariche ai vertici delle Commissioni

19

FEDAGRO NEWS Appello di Fedagro al nuovo governo: “Si riconosca al settore il suo ruolo”

46

Richiamo ai logistici: “Nei Mercati non trasformatevi in commerciali”

46

Qualificata presenza a Berlino

47

Il lavoro nero? A Bolzaneto non c’è

47

11

12

Lutto per la cooperazione dell’Emilia Romagna Se ne è andato Romeo Lombardi, ‘padre’ di Apofruit

12

Cassette per strada: divieto assurdo

13

FICo attira anche i cinesi Lancio nazionale a Milano

13

ATTUALITÀ

NOTIZIARIO Fruit Services sviluppa la logistica per conto terzi a Faenza

15

Primo Piano - Report Fruit Logistica Berlino mantiene le prmesse 21

OPO Veneto cresce e investe a Rovigo Piattaforma dentro il Mercato di Lusia

15

Primo Piano - Report Fruit Logistica Fruit Logistica Flash 22

Borsa Merci Telematica esce da Infomercati: chiusura vicina

16

L’ELENCO DEGLI Quattro marchi e 300 fruttivendoli per Magic Code 3

16

Gruppo Pedon e Univeg Italia insieme sulla piazza di Dubai

17

L’ortofrutta cresce del 12% in un anno nei negozi della catena Alì

17

AAT CPR SYSTEM CANOVA FEDAGRO FRISCO FRUITECOM LA COSTIERA

pagina 32 pagina 48 pagina 44 copertina I pagina 40 pagina 56 copertinaIV

M a r z o

2014


ITALIAN

Ortofrutticolo

3

M O N T H LY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

w w w. c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o. i t

www.corriereortofrutticolo.it è il quotidiano on line nato dall’esperienza del più affermato mensile specializzato di settore www.corriereortofrutticolo.it ti tiene costantemente aggiornato sulla campagna produttiva e commerciale della frutta con notizie, interviste, dati www.corriereortofrutticolo.it aspetta i Tuoi commenti alle news del giorno Corriere Ortofrutticolo è anche su facebook:

Baby ortofrutta in crescita

PAG.41

Mercato russo, sale il risiko

PAG.49

Primo Piano - Report Fruit Logistica Ma è Interpoma l’appuntamento mondiale per la mela 24

“Il sistema deve cambiare”

39

Baby ortofrutta, segmento in crescita

41

Primo Piano - Report Biofach Norimberga lancia il bio “fase-3” Qualche vuoto, ma il settore cresce

Etossichine, un’alternativa c’è per conservare bene le pere

43

Cenergia rinnovabile dalle potature Cuneo lancia il progetto Fruitgas

44

Copertina - Protagonisti Squadra Val Venosta

27

Fusione tra Chiquita e Fyffes Mondo delle banabe sotto choc

33

MONDO Mercato russo, sale il risiko

49

Italia sedicesimo fornitore di ortofrutta di Mosca. La partita russa se la giocano soprattutto Turchia e Spagna

49

Banane Fairtrade. Polemiche in Gran Bretagna. I prezzi calano al consumo ma i costi crescono alla produzione 34

La frontiera calda con l’Ucraina penalizza i traffici insieme al rublo debole 50

Agrumi, ricerca a ritmi serrati Riparte da qui il rilancio del settore

Spagna, anche nel 2013 campione dell’export

51

Barcellona investe 20 milioni di euro per ammodernare il Mercabarna

52

Mondo flash: Argentina, Nuova Zelanda, Bulgaria, Slovenia, Africa Sub-Sahariana, California, Spagna, Francia, Perù

52

35

“Noi in Sicilia dobbiamo innovare e migliorare l’organizzazione se vogliamo essere davvero competitivi”. Parola di Salvo Laudani 36 Innovazione e sostenibilità per costruire valore

37

Mele conservate in grotta L’eco-rivoluzione di Melinda

38

Consegne a domicilia: arriva Amazon

38

NEL PROSSIMO NUMERO ☛ Insegna della Gdo e

25

Copertina - Protagonisti La Scheda. Dalle 7 cooperative del VIP un fatturato di 230 milioni di euro 29

www.facebook.com/corriere.ortofruttico? ?

Dettagliante, due rubriche ad hoc Sul prossimo numero riflettori su Famila, con visite ai reparti ortofrutta e interviste ai responsabili. La rubrica sul dettagliante ortofrutticolo proporrà un fruttivendolo tra i più noti di Verona. Queste due rubriche sono proposte in tutti i numeri del Corriere Ortofrutticolo 2014 per approfondire il legame dell’ortofrutta con piccola e grande distribuzione.

☛ Focus su pomodoro e cipol-

le Il pomodoro resta l’ortaggio più consumato al mondo. Il nostro Paese ha perso molte posizioni sul mercato internazioanle a vantaggio di Olanda e Spagna. Sono lontani i tempi del fenomeno “pomodorini di Pachino”. Facciamo il punto sul prodotto. Sulle cipolle invece la

SCHEDA PRODOTTO

De Castro sul made in Italy

INSERZIONISTI ORTOFRUIT RIJK ZWAAN ROSARIA SGM GENOVA VALFRUTTA FRESCO VIP VOG

M a r z o

2014

pagina10-61 pagina 20 pagina 16 copertina I pagina 8 copertina I pagina 5

KIWI

Torna il sereno per il kiwi, vendite positive

PICCOLI FRUTTI 55

E’ quasi-boom per consumi e vendite www.corriereortofrutticolo.it

59 7


Dalle nostre cooperative

Frutta Fresca Valfrutta

8

www.corriereortofrutticolo.it

VALFRUTTA_210x297.indd 1

VALFRUTTA FRESCO SPA CONSORTILE Via G. Galilei, 5 - 48018 Faenza (RA) Tel. +39 0546 648601 - Fax +39 0546 623156 N o v e m b r- www.valfruttafresco.it e 2013 info@valfruttafresco.it

15/01/13 17:16


SPAZIO APERTO

CorriereOrtofrutticolo

Frutta nei menù: l’interesse c’è Nei mesi scorsi, leggendo il Corriere Ortofrutticolo, ho avuto modo di appassionarmi all’interessante dibattito dedicato alla presenza, o meglio all’assenza, di frutta nei menù dei ristoranti, tanto da sentire il bisogno di intervenire sul tema. Al contrario di coloro che hanno scritto prima di me, penso di poter sostenere con assoluta sicurezza un sentimento di fiducia per le sorti future della nostra amata frutta, anche se proposta per il consumo extra domestico. Da professionista del settore posso affermare di osservare da circa un decennio un’inversione di tendenza nelle richieste della clientela tradizionale e, di conseguenza, ad un'offerta sempre più in linea con le nuove esigenze. Sfatato il mito per cui la frutta è bandita a fine pasto, diverse proposte più o meno elaborate sono entrate di prepotenza nelle carte dei ristoranti: dalla semplice frutta di stagione servita tagliata e condita con liquori o accompagnata da una pallina di gelato, a offerte più ricercate che si propongono come alternativa sfiziosa ai calorici dessert; penso ad esempio alle mele in camicia o alle pere cotte nel vino. A chi obbietta che la frutta non potrà mai assumere un’importanza rilevante se non in limitati periodi dell’anno, rispondo che sta nella passione e nella creatività dello chef non relegare questo straordinario prodotto, vanto delle nostre terre, ad una funzionalità marginale di “contorno” al piatto. È vero infatti che la frutta paga la sua elevata deperibilità, e in un periodo di crisi come questo i ristoratori non possono permettersi di buttare nel pattume prodotti invenduti, ma è altrettanto vero che essa si presta moltissimo a “piani B” nei menù; basti pensare alle confetture, alle mousse o ad alcuni tipi di torte. Tutto sta nel genio e nella bravura dello chef di reinventare il prodotto trasformandolo in un’offerta gustosa e di forte appeal. La scalata della frutta nei menù dei ristoranti non è però limitata alle sole proposte di fine pasto; al contrario sta assumendo un ruolo sempre più preponderante in primi e secondi piatti. Grazie alla riscoperta di ricette della tradizione e alle influenze della cucina nordeuropea, dove frutta e carne sono un abbinamento apprezzato e consolidato, mele e company si stanno mostrando sempre più come ingredienti duttili e versatili, adatti a condire raffinati primi (es. Risotto con fragole e salmone) o impreziosire gustosi secondi piatti (es. Stracotto di maiale con prugne e arance). La tradizione culinaria italiana ha molte ricette a base di frutta; basta riscoprirle e sarà evidente che questa è una risorsa D i c e m b r e

2011

preziosa, sia per il gusto che per la salute, con un buon margine di crescita tra i fornelli. Se poi il mio ottimismo trovasse ancora qualche reticenza tra i lettori in relazione al periodo invernale, non credo che tali argomentazioni possano essere in alcun modo confutate per l’estate. Col caldo la frutta, grazie alla sua leggerezza, freschezza e gusto, non può che risultare una proposta vincente. Ed ecco che i menù dei ristoranti si riempiono di deliziosi piatti unici a base di frutta di stagione, come le splendide insalate di frutta fresca o gli sfiziosi e pratici spiedini di frutta, magari in abbinamento con qualche formaggio tipico. Un’offerta sempre più ricca, che trova un’agguerrita concorrenza nelle frutterie, nate in alternativa alla ristorazione veloce ma che negli ultimi anni stanno letteralmente ridisegnando la geografia della ristorazione.

Angela Schiavina

La frutta è scomoda, è un dato di fatto, e talvolta la pigrizia del consumatore medio ne impedisce il

CHI È La formazione come industrial designer non impedisce ad Angela Schiavina di seguire la vocazione di famiglia grazie a cui ha iniziato ad occuparsi dell’azienda agricola paterna, sviluppando creatività nella gastronomia di tradizione e nella ricerca del prodotto, organizzando corsi di cucina e preparazioni gastronomiche. Il suo “Laboratorio di Cucina” nasce dopo anni di ricerche, di esperienze, di risultati sul tema del mangiare inteso innanzi tutto come preparazione dei piatti della grande tradizione gastronomica regionale, ma anche come servizio nuovo ed efficiente che unisce il cibo, le decorazioni, l’apparecchiatura della tavola, l’armonia dei colori, la fusione dei cibi con i vini. Della sua trentennale esperienza nel settore gastronomico e del catering è doveroso ricordare il Pranzo in onore del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II alla Biblioteca Classense di Ravenna, il ricevimento a Bologna per il Re e la Regina di Spagna con 700 invitati, il 25° anniversario della ditta Cremonini con Luciano Pavarotti e 1000 invitati a Palazzo Albergati a Bologna, i ricevimenti per il Concorso Ippico Internazionale nella tenuta della Bagnaia in Toscana per il gruppo Monrif – Resto del Carlino. Angela inoltre è iscritta all’associazione insegnanti di cucina italiana A.I.C.I., a Slow food e all’Accademia della Cucina Italiana; non manca infine di arricchire periodicamente le sue conoscenze con aggiornamenti e corsi in Italia e all’estero, anche in qualità di docente.

www.corriereortofrutticolo.it

9


Angela Schiavina

SPAZIO APERTO

CorriereOrtofrutticolo

consumo sia tra le mura domestiche che al ristorante, dove peraltro si inseriscono anche meccanismi di imbarazzo legati all’impiego di coltello e forchetta. Ma se proposta pronta al consumo, garantisco che è davvero apprezzata da tutti. Tale affermazione deriva dalla mia esperienza nel settore del catering. A buffet e banchetti le persone sono ben contente di assaggiare diverse varietà di frutta, dalla più comune alla più esotica, presentate come finger food e quindi facilmente fruibili al palato. Negli ultimi decenni rappresentanze di spicco della cucina italiana, tra cui l’Accademia Italiana della Cucina e Slow Food, si sono impegnate moltissimo per riportare in auge gli antichi splendori della frutta nostrana, con una particolare dedizione per la riscoperta dei cosiddetti frutti dimenticati. Questo, insieme ad un cambiamento nella cultura culinaria che va via via diffondendosi anche tra gli amatori, potrebbe rappresentare la vera chiave di svolta per la frutta. Un ulteriore e decisivo aiuto potrebbe infine arrivare da un maggiore impulso dato dai programmi televisivi, dai numerosissimi siti internet e dai diversi blog di cucina. Un cambiamento che potrebbe finalmente far conquistare alla frutta un ruolo da protagonista nella dieta quotidiana degli italiani, a casa e al ristorante.

F

R

U

I

T

S

A

N

D

V

E

G

E

T

A

B

L

E

LA RICETTA FILETTINO DI MAIALE AL MANDARANCIO E ARMAGNAC Ingredienti: 600 gr. di filettino di maiale, 80 gr. di burro, 4 mandaranci, ½ bicchiere di Armagnac, un mestolino di sugo di arrosto, sale e pepe, olio extravergine di oliva, fettine di pancetta. Preparazione: Si avvolge nelle fettine di pancetta il filettino, dopo averlo salato e pepato, lo si mette in una teglia con burro e olio e si fa cuocere in forno a 220° per 15 minuti. Quindi si devono spremere due mandaranci e gli altri due si palano al vivo, ricavandone degli spicchi. Tolto il filetto dal forno si aggiunge l’Armagnac e si infiamma, poi si aggiunge il succo del mandarancio, un po’ di sugo di arrosto, e se necessario un po’ di fecola o maizena qb, per addensare. Amalgamare tutto velocemente. Si taglia il filetto a fette di circa 2 cm, si ricopre con la salsa e si decora con gli spicchi di mandarancio. Ottimo accompagnato da una purea fatta da purè di patate. Angela Schiavina

S

Ortofruit Italia è un’organizzazione nizzazione i azione i di produttori d tt i ch che h si distingue distingue per per l’ l’ impegno impegno costante si costante di di un un te tteam am di di la v or o specializzato sp ec ia li zz at o capace capa ce d lavoro dii ssostenere os t en er e la l a qualità q al it à qu sicurezza alimentar e la sicurezza alimentare produzioni e delle pro duzioni ni cche he sono certificate dai principali standard standar d internazionali ter ((Global Global G.A.P ., Nurture, BRC, IFS G.A.P., IFS)) e dall’adesione da di filiere a marchio GDO GDO..

Ortofruit Italia Soc. Agr Agr.. Coop. O.P O.P..

Contatti

Ortofruit Italia Soc. Agr. Agr. Coop. O.P. O.P. www.ortofruititalia.it www .ortofruititalia.it - info@ortofruititalia.it

Romualdo Riva Rivva Responsabile Commerciale Com cell. +39 334 4 3220653 rr.riva@ortofruititalia.it .riva@ortofruititalia.it uit

Ufficio Amministrativo

Graph Art - Manta

Corso Roma 14 / 12037 Saluzzo, Italy

10

Ufficio Commerciale e Marketing Regione Colombaro dei Rossi 16/bis 12037 Saluzzo, Italy

www www.ortofruititalia.it .ortofruititalia.it

www.corriereortofrutticolo.it

Renata Cantamessa am Commerciale e Marketing cell. +39 335 8386720 renata@ortofruititalia.it Sara Sabena Responsabile Logistica cell. +39 335 6963818 logistica@agrifrutta.it

S e t t e m b r e

2013


B

CorriereOrtofrutticolo

Prezzi in calo nelle campagne dove a gennaio 2014 le quotazioni alla produzione agricola si sono ridotte del 4,4 per cento nel confronto con lo stesso mese dell’anno precedente. E’ quanto emerge dalle ultime rilevazioni ISMEA. E’ dunque deflazione nei campi con un avvio d’anno negativo che a gennaio ha portato a un calo dei prezzi accentuato negli ortaggi (-11,3%), calo confermato, anche se in misura meno grave a febbraio (in generale -4,6 il calo dei prezzi dei vegetali freschi rispetto al febbraio 2012). A pesare è stato l’andamento stagionale, ma anche la diminuzione del potere di acquisto che ha provocato una riduzione dei consumi e una spending review nella spesa. Se consideriamo i 12 mesi del 2013, i consumi delle famiglie sono scesi a 797.634 milioni con un calo del 2,6 sul 2012, che implica un tracollo del 7 per cento dall’inizio della crisi nel 2008. Nel 2013 le famiglie italiane hanno tagliato gli acquisti dell’ortofrutta del 3 per cento. Ciò si è visto anche negli acquisti compiuti nella grande distribuzione italiana, calati in volume del 2,5% per la frutta e del 3% per gli ortaggi. In generale, stando all’ISTAT, le vendite al dettaglio sono calate del 2,1% nel 2013 e in particolare per i prodotti alimentari dell’1,1%. Si è assottigliato anche il margine di crescita dei discount, anche se questo segmento della distribuzione ha chiuso il 2012 in positivo. La contrazione dei consumi sta inducendo le catene della gdo ad intraprendere nuove politiche di vendita. Auchan promette uno sconto del 15% sull'ortofrutta con la manovra salva spesa "Frutta e verdura costano meno". Per combattere il carovita e tutelare il potere d'acquisto delle famiglie, dal 6 marzo nei supermercati IperSimply e dal 13 marzo nei Simply i prezzi dell'intero reparto ortofrutta sono stati tagliati mediamente del 15%. Per aiutare le famiglie ad affrontare le difficoltà di far quadrare il bilancio, tutti i mesi Simply si impegna a cercare un paniere di frutta e verdura di largo consumo da proporre a un prezzo fisso di 0,79 euro. Per il mese di marzo, ad esempio, i prodotti selezionati sono arance, mele, cavolo, carote, patate e cipolle. La catena commerciale stima un investimento di oltre 8 milioni di euro su tutto il territorio nazionale, do-

BAROMETRO

Consumi in calo a inizio d’anno anche con prezzi in diminuzione Nuove politiche di vendita della gdo. Giù le esportazioni

ve Simply è capillarmente presente con oltre 1.500 supermercati tra diretti e in franchising. Anche all’estero la gdo approccia la crisi dei consumi venendo incontro alle propria clientela. In Gran Bretagna il colosso Tesco ha deciso di ridurre il numero di promozioni per investire 200 milioni di sterline per mantenere i prezzi dei beni d'uso comune costantemente bassi. Tornando in Italia, per quanto riguarda l’import-export, anche la fine del 2013 ha confermato i mesi precedenti. Il dato Fruitimprese di novembre fa registrare un calo dei volumi esportati (-7,9%) ed un aumento del loro valore (5%). Per quanto riguarda l’import segno positivo sia in quantità (5,9%) che in valore (12,5%). Il saldo è di circa 866 milioni di euro (-14,2% sul novembre 2012). Nei primi undici mesi del 2013 le imprese italiane hanno esportato 3 milioni e 377 mila tonnellate di prodotti per un valore di poco superiore a 3 miliardi e 740 milioni di euro. In flessione i flussi di esportazione di ortaggi (-1,5%), di frutta fresca (-11,5%) e di agrumi (-1,9%); in aumento la frutta secca (8,2%). In valore segno positivo per tutti i comparti: ortaggi 11,6%, agrumi 24,1%, frutta fresca 0,1%, frutta secca 10,9%. L’Italia ha importato poco più di 3 milioni di tonnellate di ortofrutticoli per un valore di 2 miliardi e 875 milioni di euro. Tra i singoli comparti incremento in volume per agrumi (5,5%), ortaggi (4,4%), frutta fresca (9%), frutta tropicale (5,3%) e frutta secca (11,7%). Anche in valore segno positivo per tutti i comparti.

CorriereOrtofrutticolo.it il vostro sito è online Iscriviti alla newsletter quotidiana newsletter@corriereortofrutticolo.it

M a r z o

2014

www.corriereortofrutticolo.it

11


GENTE

&

FATTI

CorriereOrtofruttIcolo

Nuovo presidente alla CIA Scanavino succede a Politi Dino Scanavino (nella foto) è il nuovo presidente nazionale della CIA (Confederazione italiana agricoltori). Imprenditore vitivinicolo e vivaistico di Calamandrana, nell’Astigiano, 53 anni, è stato eletto il 27 febbraio all'unanimità dall’Assemblea elettiva, riunita a Roma presso l’Auditorium della Tecnica, composta da 436 delegati, in rappresentanza dei quasi 900 mila iscritti dell’organizzazione in tutta Italia. Scanavino, vicepresidente nazionale dal 2010 e presidente della CIA di Asti dal 2002, sarà alla guida della Confederazione per i prossimi quattro anni e rappresenta il passaggio finale e definitivo da una governance mista composta da agricoltori e funzionari confederali a una tutta di agricoltori, come sancito dal nuovo Statuto. Succede a Giuseppe Politi, che è stato al vertice dell’organizzazione per gli ultimi dieci anni. “Oggi i cittadini, agricoltori compresi, non si sentono rappresentati dalla politica - ha detto il neo pre-

sidente - e quindi è assolutamente necessaria quella che io chiamo una ‘intermediazione buona’ tra gli interessi dei cittadini agricoltori e quelli della nazione, per curare il disagio che c’è nel Paese”. D’altra parte, “l’agricoltura è un settore fondamentale: non solo è letteralmente la “dispensa” dell’Italia, ma rappresenta una risorsa strategica per la ripresa dell’economia - ha spiegato Scanavino -. Anche con la crisi, infatti, l’agricoltura sta garantendo occupazione e produttività, spesso in controtendenza rispetto all’andamento generale. Basti pensare che nel 2013 sulla scena agricola sono spuntate 11.485 nuove aziende, pari al 10% delle imprese neo-

nate in Italia, e che oltre il 17 per cento di questa nutrita pattuglia di ‘new entry’ ha un titolare di età inferiore ai 30 anni”. Inoltre, “non si può dimenticare che l’agroalimentare è l’unico comparto che continua a crescere sui mercati stranieri e che oggi cibo e vino ‘made in Italy’ costituiscono il secondo comparto manifatturiero del Paese, dopo quello metalmeccanico, con un fatturato di oltre 130 miliardi di euro e un'incidenza del 15 per cento sul Pil”. Eppure, “nonostante questi segnali positivi, il reddito degli agricoltori non cresce, perché lo Stato appesantisce il settore con inconcepibili oneri burocratici, mettendoci fuori dalla competitività europea - ha osservato il nuovo presidente della CIA -. Per questo ora serve un cambio di passo: la politica deve investire sul serio sul settore, dedicandovi tempo e risorse”. “Oggi più che mai è necessario un nuovo progetto di politica agricola e agroalimentare nazionale, per dare prospettive e futuro alle imprese”. Scanavino crede in Agrinsieme, nata dalla scelta di lavorare uniti di CIA, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari.

Lutto per la cooperazione dell’Emilia Romagna Se ne è andato Romeo Lombardi, ‘padre’ di Apofruit Il 25 febbraio è morto all'età di 74 anni Romeo Lombardi (nella foto), "padre" del gruppo Apofruit, di cui è stato il primo amministratore delegato. Era uno dei protagonisti della cooperazione agroalimentare in Emilia Romagna e tra coloro che fondarono Legacoop Romagna. Era presidente di Alimos, la cooperativa di servizi che opera nel settore dell’agroalimentare sviluppando il progetto "Frutta nelle scuole". Nato nel 1940 da una famiglia di mezzadri, già all'età di 16 anni iniziò a lavorare con il padre e dopo il diploma da perito agrario era stato assunto dalla Lega Cooperative, dove negli anni Cinquanta e Sessanta ebbe un ruolo fondamentale nell'organizzare i piccoli produttori agricoli

12

www.corriereortofrutticolo.it

nelle prime cooperative agroalimentari. Fu tra i primi, insieme al professor Giorgio Celli, a introdurre in Italia la lotta guidata e la lotta integrata per ridurre drasticamente l'uso della chimica in agricoltura a difesa della salute del territorio, dell'ambiente e degli insetti utili all'agricoltura. Memorabili le sue campagne contro le multinazionali che producevano gli antiparassitari. È stato un pioniere della produzione biologica con la costituzione a Cesena della prima biofabbrica in Italia per la produzione di insetti utili. Negli anni Settanta e Ottanta fu ancora protagonista dello sviluppo verso i mercati esteri. Larghissimo il cordoglio da parte di tutto il settore agroalimentare romagnolo. Così si è espresso su di lui l'assessore Tiberio Rabboni: “Ha saputo coniugare voglia di intraprendere, capacità di innovare e fedeltà ai valori mutualistici”.

M a r z o

2014


GENTE

CorriereOrtofruttIcolo

La sentenza della Cassazione che stabilisce come i commercianti sorpresi a esporre per strada le cassette di frutta e verdura rischino una condanna penale, punita con una sanzione per violazione della legge 283/1962, in materia di "disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande", ha fatto andare su tutte le furie molti fruttivendoli. Sulla vicenda il presidente della Federazione dei dettaglianti Fida-Confcommercio Dino Abbascià (nella foto) smorza i toni con una battuta: “Credo che la persona che ha inflitto l’ammenda quel giorno avesse preso un colpo di sole. Si tratta di una sentenza assurda, un vero e proprio abbaglio”, spiega Abbascià. “Se fosse applicata rigorosamente, in pratica si fermerebbe metà del commercio ortofrutticolo italiano. Forse quella persona era imparentato con la gdo? Perché sembra fin troppo lampante il vantaggio che avrebbe la grande distribuzione da tale operazione”. Nei giorni successivi alla sentenza e alla diffusione della notizia, racconta Abbascià, la Fida ha ricevuto centinaia di telefonate da ogni parte d’Italia da parte di dettaglianti preoccupati per le conseguenze di quella condanna. “I nostri uffici legali sono al lavoro per verificare le azioni da portare avanti per fare chiarezza”, aggiunge Abbascià.

M a r z o

2014

FICo attira anche i cinesi Lancio nazionale a Milano Oltre cento giornalisti hanno partecipato al lancio nazionale della Fabbrica Italiana Contadina promossa dal Centro Agroalimentare di Bologna con il supporto fondamentale del guru della distribuzione alimentare Oscar Farinetti (nella foto sotto) e di altri investitori. Il progetto è stato presentato al Circolo della Stampa di Milano l'11 febbraio. Presenti le maggiori testate nazionali da il Sole24Ore al Corriere della Sera, da Repubblica a La Stampa. Sono stati lo stesso Oscar Farinetti e il presidente del Caab Andrea Segrè a polarizzare l’attenzione spiegando la grande sfida di F.I.CO, in controtendenza rispetto alla fase di crisi della nostra economia. Sorprende la convinzione degli investitori in un progetto tanto impegnativo per il quale sono stati già raccolti 40 milioni di euro e che ha attirato l’interesse di un investitore cinese pronto ad intervenire con non meno di 20 milioni di euro. L’originalità di F.I.CO, come hanno spiegato Segrè e Farinetti, consiste nella realizzazione di un riferimento unico nel suo genere per la divulgazione e la vendita del made in Italy alimentare. I presupposti stanno in queste cifre: nell’area metropolitana di Bologna risiede un milione di persone; l’Emilia Romagna attira 9,3 milioni di turisti l’anno; la

FATTI

Cassette per strada: divieto assurdo

&

stessa regione è la seconda in Italia per attività congressuale; le fiere a Bologna attirano un milione di persone all’anno. Ciò che conta di più tuttavia, come ha ricordato Farinetti, è la tradizione di Bologna nel sistema agroalimentare e gastronomico italiano per la quale F.I.CO si propone come un progetto globale, in grado di attrarre curiosità e visitatori da ogni parte del mondo. Degli 80 mila metri quadri coperti, che saranno ricavati entro l’anno prossimo nell’area del centro agroalimentare di Bologna, 10.600 saranno dedicati alla ristorazione, 9.300 alla vendita di prodotti alimentari, 2 mila al centro congressi ed eventi e ben 27 mila circa a un parco agroalimentare che sarà una sintesi dimostrativa di come si produce il cibo di qualità in Italia. Due sono gli elementi portanti del progetto: da una parte la costituzione del fondo di investimento immobiliare battezzato “parchi agroalimentari italiani”, che è e resterà il polmone finanziario dell’iniziativa e, dall’altra parte, Eataly, la creatura di Oscar Farinetti, che sarà il braccio operativo e di gestione di tutta l’operazione. In tempi di crisi F.I.CO rappresenta una sfida difficile. Nella presentazione milanese, i suoi creatori hanno confermato di crederci fino in fondo.

www.corriereortofrutticolo.it

13



n N

CorriereOrtofrutticolo

Dalla riorganizzazione di Terremerse nasce Fruit Services Coop. La nuova società rileverà in locazione da Terremerse lo stabilimento di Faenza per svolgervi un’attività di servizio di logistica e lavorazione industriale a imprenditori agricoli. Fruit Services Coop. si rivolge all’imprenditoria che ha scelto di non aggregarsi in cooperativa e di gestire direttamente la collocazione sul mercato dei propri prodotti. A questa imprenditoria Fruit Services offrirà la possibilità di usufruire di personale qualificato, strutture, celle frigorifere, impianti di lavorazione efficienti, in parte già ammortizzati e dunque con tariffe di servizio competitive. Questo consentirà agli imprenditori che desiderino preservare la propria autonomia, di non doversi sobbarcare l’onere di dotarsi di propri impianti attraverso investimenti ripetitivi per ogni singola azienda. L’adesione a Fruit Services Coop. non comporta vincoli, se non quello di una cauzione proporzionata ai volumi di frigoconservazione e di lavorazione che si vorranno prenotare per ogni singola campagna. Ogni imprenditore attraverso la quota associativa ("assolutamente modesta", si riferisce in una nota di Terremerse), acquisisce il diritto di usufruire dei servizi nell’annata in cui vorrà goderne, oppure di non utilizzarli nelle annate in cui vorrà organizzarsi con soluzioni alternative. Terremerse affiderà a Fruit Services Coop. la lavorazione del kiwi conferito dai propri soci, oltre che la raccolta e l’organizzazione dei conferimenti dei soci dell’area faentina. Fra i soci vi sono anche Apofruit, che apporterà la lavorazione di una porzione del kiwi conferito dai propri associati, e la multinazionale Univeg, M a r z o

2014

OPO Veneto cresce e investe a Rovigo Piattaforma dentro il Mercato di Lusia L'OPO Veneto di Zero Branco (Treviso), leader nella produzione di radicchio rosso, sta realizzando una nuova piattaforma dentro il Mercato ortofrutticolo di Lusia, in provincia di Rovigo. Sarà il suo punto di riferimento per gli ortaggi delle terre tra il Po e l’Adige, dove da anni è pre-

sumi, e di prezzi che non offrono soddisfazioni. “Lusia, comunque, è una bella realtà sulla quale merita scommettere - ha commentato Cesare Bellò, consigliere delegato di OPO Veneto -. E’ una sfida sul futuro, per la quale occorrono uomini di qualità, fortemente

sente con suoi tecnici e operatori. Sarà una struttura fortemente innovativa e funzionale a servizio dei soci, ma a anche di quanti riterranno di poter usufruire delle proposte logistiche. I lavori sono partiti e procedono speditamente. L’opera è stata presentata in un incontro alla Camera di commercio a Rovigo a inizio marzo, presenti autorità e operatori del settore. Tra i presenti Luca Prando, sindaco di Lusia; Cesare Bellò, consigliere delegato OPO Veneto, Primo Vitaliano Bressanin, presidente dell'Azienda speciale per i Mercati di Lusia e Rosolina, Giovanni Vianello, presidente della Banca di credito cooperativo Adria. Per gli orticoltori di Lusia e dintorni è un segnale positivo, tanto più che cade in un momento di sensibili difficoltà per i principali ortaggi di Lusia, alle prese con un mercato stanco, frutto della stagnazione dei con-

motivati. Con la nuova struttura OPO Veneto conta di raddoppiare in poco tempo il fatturato nel territorio di Lusia perché ci sono tutte le premesse”. Al di là delle difficoltà del momento, ha rilevato Massimo Pezzuolo, tecnico di OPO Veneto, si opera dentro un polo orticolo tra i più importanti del Veneto e conosciuto a livello nazionale. Su 2 mila ettari si raccolgono più di 500 mila quintali di ortaggi. Negli ultimi anni c’è stata una flessione nella produzione, che adesso pare essersi fermata. Nel frattempo molte aziende hanno investito nell'innovazione, hanno diversificato le produzioni, si sono piazzate su nuovi mercati. Lusia orticola, insomma, non si è arresa alle difficoltà. Sono cresciuti alcuni vivai, dai quali escono milioni di piantine. Ora si conta molto sulla nuova struttura.

che già da tempo si avvale delle lavorazioni dello stabilimento di Faenza per circa 2.000 tonnellate

di prodotto. Terremerse concentra le proprie lavorazioni a Lavezzola. www.corriereortofrutticolo.it

NOTIZIARIO

Fruit Services sviluppa la logistica per conto terzi a Faenza

15


Notiziario Borsa Merci Telematica esce da Infomercati: chiusura vicina BMTI, Borsa Merci Telematica Italiana, esce da Infomercati. Entrata nel Consorzio due anni fa per risanarne i conti e rilanciarlo, BMTI ha rinunciato ad essere socio, continuando tuttavia ad assumersi la gestione di Infomercati per altri sei mesi. L’uscita è stata ufficializzata in occasione dell’assemblea di Infomercati che si è tenuta venerdì scorso, 28 febbraio, a Roma. All’incontro era presente quasi il 70% dei consorziati al fondo consortile. Borsa Merci Telematica Italiana, che da sola rappresenta il 47% del consorzio, è stata tuttavia l’unica a votare a favore della propria uscita, mentre gli altri rappresentanti, il 22% del totale, hanno votato contro. Il peso societario di BMTI nella votazione, quindi, è stato decisivo. Alla riunione hanno partecipato 13 mercati consorziati, compresa BMTI, per una rappresentanza del 69,89% del fondo consortile. Erano presenti, tra gli altri, il presidente di Infomercati Stefano Zani; il vicepresidente Fabio Massimo Pallottini; il presidente di Fedagro Ottavio Guala, in rappresentanza anche del CAAT di Torino; il presidente di Mercati Associati Giuseppe Pavan; Annibale Feroldi, direttore di BMTI; Giancarlo Daniele, amministratore delegato del MAAP di Padova, accompagnato dal direttore Francesco Cera, delegati anche a rappresentare Veronamercato; Flavio Pezzoli del CAR di Roma; Cristina Callegari di SOGEMI (Ortomercato di Milano); Renzo Casali in rappresentanza di Bergamo Mercati e Bolzano; Antonio Musella del CAAN di Napoli; Giorgio Cortese del Mercato di Novara e Umberto Venturini de Centro Agroalimentare Levante Ligure e Lunigiana. Nel corso dell’assemblea è stato 16

www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticolo

approvato il bilancio 2013 con il voto favorevole dei soci presenti tranne Padova e Verona. Il presidente Zani coglie gli aspetti positivi della gestione: “Per il secondo anno consecutivo abbiamo ottenuto un bilancio in utile”, spiega Zani. “Ad ogni modo l’obiettivo finale è portare alla chiusura il Consorzio, semplicemente perché la sua esistenza non ha più il significato che gli era stato attribuito in origine”, aggiunge Zani. "Abbiamo richiesto al nuovo ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi un incontro. Il Consorzio è stato creato per legge e solo per legge può essere chiuso”. (e.z.)

Quattro marchi e 300 fruttivendoli per Magic Code 3 Ha preso il via il 3 marzo Magic Code 3, la terza annualità dell’iniziativa basata sulla raccolta di punti premio da parte dei fruttivendoli Specialisti attraverso la lettura dei codici QR presenti sulle confezioni di Almaverde Bio, F.lli Orsero, Melinda e Solarelli, quattro 'grandi marche' dell’ortofrutta italiana di qualità. Magic Code 3, con la collaborazione dei fruttivendoli di fiducia riconoscibili grazie al marchio “Il tuo fruttivendolo di fiducia” ben visibile all’ingresso dei negozi e grazie al materiale divul-

gativo esposto all’interno degli esercizi stessi, mette a disposizione utili informazioni ed importanti premi oltre che per i dettaglianti anche per i consumatori che acquistano nei negozi (uno di questi nella foto sotto) de “Il tuo fruttivendolo di fiducia”. I clienti troveranno un pratico leaflet che conterrà la ricetta per preparare un salutare centrifugato di frutta e/o verdura ed un codice univoco da utilizzare nel sito dedicato www.magic-code.it. I visitatori del sito potranno trovare altre ricette per la preparazione di centrifugati di frutta proposte dai migliori foodbloggers vegani del momento e complete di tutte le più rilevanti informazioni nutrizionali, ma – dopo aver inserito i dati richiesti e risposto ad alcune semplici domande di cultura alimentare potranno anche verificare istantaneamente se avranno vinto una centrifuga BRAUN MultiQuick, uno stock delle quali è in palio dall’8 marzo al 3 maggio 2014, periodo di validità del concorso 'Sorsi di Natura'. Sono per ora 300 i dettaglianti del network, situati in 21 aree distribuite su tutto il territorio nazionale, che affiancano Almaverde Bio, F.lli Orsero, Melinda e Solarelli nella realizzazione di Magic Code 3 e sono proprio questi 300 imprenditori che consentono a questa iniziativa di arrivare nelle case e sulle tavole di milioni di famiglie italiane.

M a r z o

2014


n N

CorriereOrtofrutticolo

Acos Spa, la divisione del Gruppo Pedon dedicata alla produzione e vendita di commodities agricole, ha raggiunto un accordo commerciale con Univeg Trade Italia, parte della multinazionale Univeg, finalizzato alla distribuzione e alla commercializzazione di prodotti grocery nell’area del Mediterraneo e dei mercati del Medio Oriente che transitano sulla piazza di Dubai. La partnership prevede la collaborazione tra due aziende leader a livello mondiale nei propri mercati di riferimento con un ampio portafoglio prodotti, non concorrenti e complementari: cereali e legumi secchi prodotti da Acos, frutta fresca, secca e ortaggi distribuiti da Univeg Trade Italia. “Abbiamo raggiunto un importante accordo commerciale – afferma Remo Pedon, a.d. del Gruppo - che porterà benefici ad entrambi sia in termini di offerta commerciale sia di condivisione dei rispettivi canali di approvvigionamento e distributivi creando sinergie ed economie di scala”. L’accordo verrà ufficializzato a Dubai in occasione della fiera internazionale Gulfood (911 novembre), la principale vetrina del food per l’area medioorientale, dove le due aziende si presentano in un unico spazio espositivo all’interno del padiglione italiano.

L’ortofrutta cresce del 12% in un anno nei negozi della catena Alì L’ortofrutta della catena veneta Alì SpA ha superato nel 2013 i 100 milioni di euro di fatturato con un incremento sul 2012 del 12%, a parità di rete. “Anche per quanto riguarda i volumi – anM a r z o

2014

Francescon: nuovi investimenti in Senegal per integrare la produzione di meloni Francescon raddoppia in Africa. L’op mantovana, una delle più grandi realtà nel settore del melone in Italia, quest’anno ha in programma di effettuare nuovi investimenti in Senegal. Nel Paese africano nel corso del 2014 aumenterà le aree di la produzione di melone retato, passando da 60 a 120 ettari. “Lo scorso anno dalle coltivazioni senegalesi abbiamo avuto un ritorno eccezionale in termini di qualità”, spiega Bruno Francescon (nella foto sotto con Mauro Francescon), a capo dell’impresa di Rodigo (Mantova). “Siamo orgogliosi di aver esportato il melone “made in Italy” nel Paese africano. In Europa è una novità assoluta”. Gli appezzamenti di terreno si trovano a Thies, a circa 40 chilometri da Dakar. I meloni partono prerefrigerati e precalibrati in bins e arrivano, allo stato grezzo, in 5-6 giorni via nave o in meno di 24 ore via aereo, nello stabilimento di Rodigo, da dove poi vengono smistati sui mercati europei. “Siamo molto soddisfatti sia per il livello qualitativo della merce sia per

i prezzi ottenuti. I mercati hanno risposto molto bene. Anche per questa stagione, siamo ottimisti”. Le produzioni del Senegal hanno permesso al gruppo lombardo di allargare notevolmente il calendario: si parte a marzo e aprile proprio con le coltivazioni senegalesi per proseguire a maggio e giugno con quelle siciliane in particolare attraverso l’azienda Lo Giudice, socio dell’organizzazione di produttori diretta da Francescon. Poi da giugno fino a inizio ottobre ci si sposta a Mantova, dove quest’anno ci sarà l’esordio ufficiale del melone mantovano Igp, con un ritorno in Sicilia tra settembre e ottobre. L’op nel 2013 ha commercializzato 30 mila tonnellate, in linea con i volumi dell’anno precedente, “anche se abbiamo interrotto una crescita che proseguiva da un decennio”, commenta Francescon. Il fatturato rimane stabile, mentre è cresciuto l’export, passato dal 30 al 35%. Una percentuale che, secondo l’imprenditore, tenderà a crescere ancora. (e.z.)

nuncia il responsabile ortofrutta Giuliano Canella - abbiamo registrato dei segnali positivi. Ritengo che ciò sia dovuto ad un aumento della nostra competitività nei confronti dei concorrenti piuttosto che a un’inversione di tendenza dei consumi. Nel note-

vole incremento di fatturato sicuramente i fattori inflazionistici hanno contribuito, ma esso è soprattutto il risultato di un mix di componenti che vede in primis la nostra strategia di puntare sulla qualità del prodotto oltre al servizio verso il cliente". www.corriereortofrutticolo.it

NOTIZIARIO

Gruppo Pedon e Univeg Italia insieme sulla piazza di Dubai

17


Notiziario “Fondamentale soprattutto nel 2013 – spiega ancora Giuliano Canella - è stato investire in una comunicazione di forte impatto all’interno dei nostri punti vendita. Entrando in modo dettagliato nell’analisi delle categorie di prodotti, evidenziamo come per la frutta abbiano fatto da traino a valore le mele con un + 21% e le pesche/nettarine con un + 19%. Da notare l’ascesa, oramai continua da qualche anno, dei piccoli frutti dove solo tra mirtilli, more e lamponi abbiamo superato il milione di euro ma sopratutto a volumi abbiamo avuto l’incremento più significativo rafforzato dal progetto di comunicazione ’mangia di tutti i colori’, che ha visto queste referenze protagoniste del colore viola. Il progetto ’mangia di tutti i colori’ è nato in collaborazione con Unaproa e utilizza il concetto dei 5 colori (bianco,giallo/arancio,rosso,verde e viola) per dare una linea guida ad un’alimentazione sana”. “In riferimento alle verdure - aggiunge ancora Canella (nella foto) - dominante l’apporto delle patate supportate sicuramente dall’inflazione ma anche da nostri aggiustamenti assortimentali e ottimi risultati nel mondo dei pomodori confezionati, ai quali abbiamo dedicato i giusti spazi. Anche per la IV gamma ci riteniamo soddisfatti in quanto in un anno difficile abbiamo tenuto molto bene sia a valore che a volumi. Qui la marca privata è stata decisiva rispetto alla marca leader e a quella locale. Articolo dell’anno può essere nominata le bacca di gojy con la quale, grazie a una comunicazione personalizzata abbiamo superato i 350 mila euro di fatturato senza togliere vendita a nessun altro prodotto”.

18

www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticolo

Cooperativa Sole in crescita di fatturato nel 2013: +10% Si conferma il trend positivo della Cooperativa Sole di Parete (Caserta), con volumi e fatturato in ascesa. Nel 2013 si registra infatti un aumento del 10% del fatturato, rispetto al 2012. Il valore della produzione supera i 26 milioni di euro. Il mercato estero è cresciuto del 10% in volume e del 30% per fatturato. Soddisfazione anche per gli associati, che vedono aumentare il valore delle liquidazioni del 15% rispetto all'anno precedente. “In un anno in cui i dati sull’economia e sui consumi - dice il direttore Pietro Paolo Ciardiello - non sono stati certo confortanti, questi risultati sono assolutamente positivi e vanno a sostegno degli obiettivi che ci siamo posti per il 2014: ulteriore sviluppo dell’export e delle nostre produzioni di punta”. “Abbiamo, inoltre, ampliato la nostra offerta – prosegue Ciardiello – puntando su standard qualitativi alti, sia sul piano della produzione che del confezionamento, e questo ci ha consentito di essere più efficienti e più competitivi”.

Marchio nazionale di origine per l’ortofrutta made in France FNPF e Légumes de France si impegnano a sviluppare l'etichetta 'Origine France Garantie' (Origine francese garantita) nel 2015. Yves Jégo, presidente e fondatore di Pro France ha incontrato Luc Barbier e Jacques Rouchausse, che sono i rappresentanti della Federazione dei Produttori di frutta e verdura francese, ed insieme hanno firmato una lettera di impegno tra le parti per redigere specifiche semplificate per

permettere al settore ortofrutticolo di usufruire dell'etichetta d'origine. L'associazione Pro France è stata creata nel maggio 2010, su iniziativa di Antoine Veil e Yves Jégo, autore di una relazione sul 'marchio Francia' (Basta con la globalizzazione anonima: la tracciabilità al servizio dei consumatori). L'eti-

chetta si è imposta come la sola e unica certificazione che garantisce l'origine Francia. In tre anni dalla nascita di Pro France, quasi 1.200 prodotti si sono dotati di questa etichetta e molti altri se ne stanno dotando. Per l'Italia è un esempio da seguire o, per lo meno, un'iniziativa da osservare con occhio di riguardo.

Nuove tecnologie per la shelf-life: intesa AgroFresh -Van Amerongen AgroFresh, società controllata da The Dow Chemical Company, e Van Amerongen CA-Technology, leader internazionale nelle tecnologie di Atmosfera Controllata (CA), hanno annunciato la firma di una lettera d’intenti per un’alleanza commerciale mirata alla vendita di una nuova tecnologia per il Controllo Avanzato della Respirazione (ACR). La tecnologia è basata sulla combinazione di nuovi apparecchi e sistemi di controllo con un’ampia gamma di servizi per la gestione della qualità della frutta. L’alleanza si baserà sulla solida esperienza di Van Amerongen nel settore di apparecchi, software e sviluppo macchinari per la conservazione in atmosfera controllata, e sulle approfondite coM a r z o

2014


n N

CorriereOrtofrutticolo

Tre anni per la nuova piattaforma Maersk di Vado Sarà operativa dal 2017 la piattaforma Maersk di Vado Ligure con un organico di almeno 640 persone. Un'operazione seguita prima dall'ex presidente dell'Autorità Portuale Rino Canavese e ora da Gian Luigi Miazza. "Non vi sono intoppi sulla tabella di marcia", hanno spiegato Miazza e Carlo Merli, amministratore delegato Apm Terminals. La piattaforma 'multipurpose' potrà riM a r z o

2014

SIAN: ombre sulla gestione della banca dati del mondo agricolo “La banca dati del mondo agricolo, che decide della gestione di fondi ingenti, deve essere gestita con correttezza e trasparenza: oggi non è così e questo danneggia tutti gli agricoltori, soprattutto quelli che fanno della battaglia della legalità la loro bandiera, come il mondo del biologico. Sulla vicenda chiediamo al ministro Martina di invertire la rotta rispetto alla precedente gestione del Ministero dell’Agricoltura”. E' quanto afferma Vincenzo Vizioli, presidente di AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) commentando le vicende riguardanti il SIAN, il sistema informativo con cui vengono distribuiti 7 miliardi di euro di fondi della PAC, che hanno fatto emergere un meccanismo di assegnazione opaca di nomine e di fondi pubblici. La gestione SIAN costa 780 milioni di euro, una cifra da capogiro. Non solo l’AIAB ma molte altre componenti del mondo agricolo italiano esprimono forti preoccupa-

zioni e si augurano che il nuovo governo porti luce e chiarezza. Da anni, il sistema, in mano alla società SIN, partecipata da AGEA e da un gruppo di imprese, presenta problemi e zone d’ombra. Eppure SIN ha recentemente ottenuto un ulteriore rinnovo da parte dell’ex ministro De Girolamo per gestire il servizio fino al 2016. Con contratti da capogiro per i vertici e competenze non adeguate. "Ci auguriamo – denuncia Vincenzo Vizioli - che la Procura e il neo ministro Martina, facciano al più presto luce sugli aspetti che rendono molto opaco il profilo del SIAN, la banca dati più grande e complessa del comparto agricolo e forestale. Ci auguriamo allo stesso modo che anche le Regioni prendano una posizione in merito. L’agricoltura italiana non può permettersi che un ente così importante rimanga invischiato in meccanismi di malagestione che compromettono seriamente tutto il comparto agricolo e forestale del nostro Paese".

NOTIZIARIO

noscenze di AgroFresh sul mantenimento della qualità dei frutti, fisiologia post-raccolta, estensione della shelf-life e controllo dell’etilene, frutto di oltre 10 anni di commercializzazione del suo SmartFreshSM Quality System. “Siamo lieti di unire le forze con Van Amerongen,” ha dichiarato José Soares de Pina, Presidente di AgroFresh. “Van Amerongen è nota per i continui e consistenti investimenti in R&D, finalizzati a portare sul mercato le ultime innovative tecnologie di CA. Le conoscenze e l’affidabilità dei loro sistemi, programmi e macchinari, ne fanno un’ottima scelta per questa alleanza. La combinazione della tecnologia di Van Amerongen con l’esperienza a tutto campo di AgroFresh nel controllo del disordine post-raccolta, qualità della frutta e allungamento della shelf life, porteranno sinergie e benefici straordinari al settore ortofrutticolo, aggiungendo un notevole valore alle attività dei nostri clienti”.

cevere le grandi navi contenitori. Essa si estenderà su 21 ettari di superficie e sarà in grado di accogliere navi da 13-14 mila teus. Tra il 2014 e il 2015 sarà allestita una rotatoria sull'Aurelia per consentire un migliore accesso alla piattaforma. Previsto anche lo smantellamento del pontile marittimo Esso e trasferimento delle sue funzioni su quello della Petrolig. Intanto è stato anche precisato che il nuovo casello autostradale pronto per il 2017 non sarà realizzato con viadotti, ma scenderà direttamente dall'A10. Vado era soprattutto famosa fino ad oggi per il reefer terminal del gruppo Orsero di Albenga, specializzato nello sbarco di navi reefer per il trasporto di banane e frutta d'oltremare.

FruitImprese: rinnovo cariche ai vertici delle Commissioni In attesa della prossima assemblea che eleggerà il nuovo Consiglio direttivo, Fruitimprese sta rinnovando le Commissioni di prodotto, organismi tecnici consultivi previsti dallo statuto. A febbraio sono state ricostituite le Commissioni tecniche 'frutta secca', 'import' e 'aglio e scalogno' che hanno riconfermato i coordinatori uscenti. Per il prossimo triennio Riccardo Calcagni (Besana) di San Gennaro Vesuviano guiderà la Commissione frutta secca, Luca Battaglio di Torino la Commissione import e Donato Palmieri di Afragola la commissione aglio e scalogno; quest’ultimo sarà affiancato dal vice coordinatore Francesco Delfanti. www.corriereortofrutticolo.it

19


Rugantino RZ F1 e Meneghino RZ F1, un successo che dà frutti in tutta Italia RUGANTINO RZ F1 ToMV:0-2/Ff:A-E/Fol:0/For/Sbl/Va:0/Vd:0

Nord

Centro

NOVITÀ MENEGHINO RZ F 1 ToMV:0-2/Ff:A-E/For/Va:0/Vd:0 Ma/Mi/Mj

Sud

Rugantino RZ F1 e il nuovo Meneghino RZ F1 sono le nostre eccellenti varietà per trasformare la bontà in successi sempre nuovi. Gusto e forma inconfondibili le rendono insostituibili per il mercato del fresco e nella scelta del consumatore, mentre una disponibilità annuale, l’elevata resa produttiva e coefficienti di scarto molto contenuti, fanno fruttare le performance aziendali in tutto il Paese e in ogni stagione. Un successo unico che conquista il mercato e ogni palato.

gruppoatomix.com

Pomodori Cuore di Bue

Rijk Zwaan Italia s.r.l. Via dell’Industria, 13 40012 Calderara di Reno (BO) Tel. +39 051 729448 Fax +39 051 4149308 rijkzwaanitaly@rijkzwaan.it www.rijkzwaan.it


PRIMO PIANO

CorriereOrtofrutticolo

Nord

Berlino mantiene le promesse

Centro

Antonio Felice

gruppoatomix.com

Sud

t www.rijkzwaan.it

“Sono rimasto impressionato dalla capillare presenza delle aziende italiane - le più numerose tra tutti i Paesi espositori - e dalla varietà e qualità dei nostri prodotti. Con circa 450 aziende, l’Italia si conferma anche nel 2014 il primo Paese espositore della Fruit Logistica, superando la stessa Germania che ci ospita e l’Argentina, Paese partner di questa edizione della Fiera”. Parole dell’ambasciatore d’Italia a Berlino, Elio Menzione, che la sera del 5 febbraio ha ospitato nella prestigiosa residenza di Tiergarten Strasse forse il momento più alto della presenza del Bel Paese alla più importante rassegna ortofrutticola del mondo. L’ambasciatore non si è limitato ai saluti di circostanza ma ha fatto il punto sull’export italiano in Germania. “Gli ultimi dati statistici disponibili – ha sottolineato - dimostrano che la Germania continua ad essere il primo merM a r z o

2014

REPORT FRUIT LOGISTICA

Z F1,

P

L’edizione 2014 ha confermato la centralità della rassegna tedesca per il business ortofrutticolo mondiale, nonostante il calo di alcune presenze nazionali. Italia da record cato di sbocco della produzione italiana. Di converso, il nostro Paese risulta il terzo principale fornitore del settore ortofrutticolo tedesco, con una quota di mercato del 12%”. “L’intensità di questo rapporto bilaterale – che non vale solo per il settore ortofrutticolo, ma più in generale per l’intera economia italiana e tedesca: ricordo infatti che Berlino è di gran lunga il nostro primo partner commerciale – è una risorsa economica preziosissima in una fase difficile per il sistema produttivo del nostro Paese. Vorrei però precisare ha continuato l’ambasciatore Menzione - che si tratta di un asset non soltanto economico, ma anche sociale e culturale. Si tratta di un patrimonio che metteremo ben in luce in occasione del-

l’Esposizione Universale che avrà luogo nel 2015 a Milano e che, come sapete, sarà dedicata proprio al rapporto tra cibo e sostenibilità”. L’Italia ortofrutticola che si è presentata a Berlino è dunque in recupero sul mercato tedesco, tendenza che si sta confermando negli ultimi anni anche se sono lontane le quote di mercato del passato, oggi non più raggiungibili per effetto della globalizzazione. La serata italiana è stata supportata da Confagricoltura, da FruitImprese, da Italia Ortofrutta, si è giovata dell’organizzazione messa in campo dall’Ufficio ICE di Berlino e ha visto la partecipazione di numerosi buyers stranieri. Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, ha parlato della necessità di fare sistema www.corriereortofrutticolo.it

21


REPORT FRUIT LOGISTICA

P rimo piano

CorriereOrtofrutticolo

FRUIT LOGISTICA FLASH PRESENZE IN AUMENTO: 60 MILA VISITATORI DA 140 PAESI

CABINA DI REGIA PER I RADICCHI VENETI

Presenze in crescita all'edizione numero 22 di Fruit Logistica, la principale fiera mondiale dedicata al settore ortofrutticolo tenutasi alla fiera di Berlino dal 5 a 7 Febbraio. La manifestazione ha visto la partecipazione di circa 60 mila visitatori professionali provenienti da 140 Paesi. Più di 2.600 espositori provenienti da 84 Paesi hanno presentato non solo l'intera gamma di prodotti e servizi a tutti i livelli, ma anche numerose innovazioni nel settore.

Costituire un'unica cabina di regia nelle iniziative promozionali, rendendo tra loro sinergiche le azioni dei Consorzi nei programmi e nelle strategie per lo sviluppo commerciale e la valorizzazione dei Radicchi Igp Veneti in Italia, in Europa e in tutto il mondo. È questo l'impegno che si sono dati i tre Consorzi di Tutela di Chioggia, di Verona e di Treviso, rappresentati rispettivamente da Giuseppe Boscolo Palo, Cristiana Furiani e Denis Susanna, presenti al Fruit Logistica di Berlino nello stand collettivo della Regione Veneto. "Un dialogo avviato un paio di anni fa proprio qui a Berlino – ha spiegato Giuseppe Boscolo Palo, presidente del Consorzio di Tutela del Radicchio di Chioggia – che oggi può concretizzarsi nella costituzione di un consorzio di secondo grado che sviluppi un unico sistema di presentazione per i diversi eventi espositivi e un'unica campagna mediatica, con produzione di materiale informativo comune che valorizzi l'immagine del prodotto congiuntamente al suo territorio d'origine, creando un "Sistema Veneto" per i radicchi Igp". "Pensiamo che con questa strategia il Veneto possa presentarsi come la "Terra dei Radicchi" – ha aggiunto Cristiana Furiani, presidente del Consorzio di Tutela del Radicchio di Verona – unendo all'ampliamento del potenziale dell'offerta di prodotto, quella del valore complessivo del territorio d'origine, favorendo la penetrazione commerciale sui mercati tradizionali e aprendo ampie prospettive su quelli nuovi". "I diversi Radicchi Veneti nel loro insieme – ha detto Denis Susanna, a Berlino in rappresentanza del Consorzio di Tutela del Radicchio di Treviso e Variegato di Castelfranco – costituiscono un'offerta unica nel panorama degli ortaggi a foglia, con una massa critica complessiva considerevole per tutto l'arco dell'anno, una diversificazione di forme e sfumature di colori e sapori, e una proposta esclusiva nei momenti topici di mercato, come il periodo natalizio e quello d'inizio primavera". La palla passa ora alla Regione, che dovrà decidere se sostenere concretamente la nascita e la crescita del Sistema dei Radicchi Veneti Igp. Nella foto: Denis Susanna

STAND AMPLIATO E AFFOLLATO PER IL SISTEMA MERCATI Fedagro e Mercati Associati raddoppiano, e forse anche di più. Lo stand del sistema Mercati italiano a Fruit Logistica 2014 è stato davvero un successo. Area d’esposizione aumentata notevolmente e spazio espositivo affollato tutti e tre i giorni. Pannelli esplicativi, monitor riservati alle immagini più accattivanti e didascaliche, totem d'angolo e pareti dove erano riportati in bella evidenza tutti i marchi dei "protagonisti" dello stand. “Abbiamo avuto ottimi riscontri – spiega il presidente di Mercati Associati Giuseppe Pavan -. La richiesta fin da subito e’ stata così elevata che alcuni enti gestori purtroppo sono rimasti fuori solo a causa di tecnicismi e tempistiche nella prenotazione degli spazi espostivi che non gli hanno permesso di essere presenti. Ma già ci si sta muovendo per gli eventi futuri e per l’edizione 2014 della fiera di Berlino su cui le richieste sono già aumentate notevolmente”.

FORTE PRESENZA VENETA Se l’unione fa la forza e quindi l’alleanza tra FruitImprese e CSO ha funzionato, se Mercati Associati e Fedagro hanno fatto bingo, con uno stand che ha attirato attenzione ben piu’ dell’edizione 2013, i Mercati di Verona e Padova hanno ancora una volta prodotto un grande sforzo per dare ai propri operatori la massima visibilita’ sulla grande ribalta di Fruit Logistica. Fitta la presenza veronese, guidata dal presidente di Veronamercato Erminia Perbellini, dal direttore Paolo Merci, dai rappresentanti di Veronamercato Network con il coordinatore Marco Marrapese e il vicepresidente di Fedagro Jacopo Montresor; solida e attenta quella patavina, con il presidente di MAAP Claudio d’Ascanio, l’amministratore delegato Giancarlo Daniele, il direttore Francesco Cera, il direttore del Groced Alberto Filippino e tutti gli operatori di punta. Valutazioni positive su Fruit Logistica sono state espresse da tutti: la fiera tedesca offre ogni anno spunti nuovi. Sorpreso dalla forza della rassegna il presidente della Camera di Commercio di Padova, Fernando Zilio.

22

www.corriereortofrutticolo.it

(Consorzio di Treviso), Cristiana Furiani (Consorzio di Verona), Giuseppe Boscolo Palo (Consorzio di Chioggia)

M a r z o

2014


CorriereOrtofrutticolo

M a r z o

2014

P

REPORT FRUIT LOGISTICA

mentre il presidente di FruitImprese, Marco Salvi, ha approfondito la realtà del mercato tedesco. Rapporti storici con gli importatori e i distributori tedeschi sono un valore fondamentale per gli esportatori italiani - ha ricordato Salvi - che ha aggiunto come, attraverso la GDO tedesca, il prodotto italiano venga anche distribuito nell’Est Europa e in altri mercati, dai Balcani alla Russia. La Germania copre il 33% di un export italiano pari complessivamente a oltre 4 miliardi di euro. Ma in passato questa quota era del 40%. La forte presenza italiana a Fruit Logistica, lo sforzo espresso dalle associazioni come FruitImprese, dal CSO, dalle Regioni, dai Mercati e dalle singole imprese è stata comunque la prova che la spinta verso un maggiore recupero della quota di mercato è in ancora atto. A fine fiera, abbiamo chiesto a Marco Salvi di tirare un sintetico bilancio. Eccolo: "Fruitlogistica si è confermata la più importante vetrina mondiale del settore ortofrutticolo. Una tre giorni piena e ricca di incontri di affari e istituzionali in cui si è avuta la possibilità di confrontarsi con gli operatori e le novità provenienti da ogni angolo del pianeta. Quest’anno inoltre si è avuta la sensazione che vi sia stata una distribuzione più omogenea dei visitatori nell’arco della sua durata. Nei padiglioni riservati alle imprese italiane, ricchi di colori ed attrattive, si è imposto lo stand “Italy”, frutto dell’impegno e della fattiva collaborazione ICEFruitimprese-CSO con l’obiettivo di presentare un sistema Italia unito e compatto ai più importanti appuntamenti internazionali. Lo stand è stato al centro di numerose iniziative di animazione, promozione e valorizzazione dei prodotti italiani. Credo che possiamo ritenerci soddisfatti e ripagati dagli sforzi che ogni iniziativa di questo genere comporta". In generale, i pareri di parte italiana sono largamente positivi.

PRIMO PIANO

Italy, il cuore della presenza italiana a Fruit Logistica. Sotto, Marco Salvi, presidente di FruitImprese, e Luca Battaglio, presidente del gruppo torinese

www.corriereortofrutticolo.it

23


REPORT FRUIT LOGISTICA

P rimo piano

CorriereOrtofrutticolo

ALLA RIBALTA DI BERLINO

MA È INTERPOMA L’APPUNTAMENTO MONDIALE PER LA MELA Una fiera tira l’altra. Alla ribalta di FruitLogistica, prima fiera mondiale per l’ortofrutta, si è presentata Interpoma, prima fiera mondiale per le mele. Da Berlino a Bolzano, da uno snodo importante del mercato globale, al cuore della migliore produzione melicola europea. Davanti a una platea selezionata di giornalisti, si sono presentati Georg Kossler, presidente del Consorzio Mela Alto Adige, Reinhold Marsoner, direttore della Fiera di Bolzano, Kurt Werth, coordinatore del congresso internazionale biennale ‘La mela nel mondo’, Massimo Tagliavini, preside della Facoltà di Scienze e Tecnologie dell’Università di Bolzano, Evi Gotsch, project manager di Interpoma. In breve: Interpoma si terrà dal 20 al 22 novembre a Bolzano con l’attesa di un aumento delle presenze internazionali e l’offerta di un mix di business, ospitalità, enogastronomia, visite tecniche. Centrale, il congresso internazionale con focus sui nuovi flussi commer-

ciali, i mercati europeo e americano a confronto, l’Est Europa, l’offerta nell’emisfero australe. E ancora: focus sulla frutticoltura sostenibile, sulle aziende familiari, le novità della scienza e della ricerca e l’adeguamento ai cambiamenti climatici. In Alto Adige (denominazione coniata da Napoleone Bonaparte, come ci ha ricordato Kurt Werth, ma a livello internazionale - e locale - il nome corretto è Sud Tirolo) operano 7.200 aziende melicole, per l’82% piccole aziende con meno di 10 ettari, che producono complessivamente circa un milione di tonnellate di mele l’anno con una range varietale unico al mondo. L’aggiornamento varietale è continuo e attentissimo ai trend di consumo che si registrano a livello globale. I vivaisti consorziati attivi in provincia di Bolzano - come ha ricordato il prof. Tagliavini - producono 10 milioni di piantine di mele l’anno, due milioni e mezzo delle quali vengono utilizzate in Sud Tirolo, sette milioni e mezzo prendono le vie del mondo. Un brindisi con un ottimo vino sudtirolese ha concluso un incontro beneaugurante per un manifestazione irrinunciabile per chi opera nel mondo del frutto che come nessun altro rappresenta la produzione frutticola europea. Nella foto, da sinistra: Reinhold Marsoner, Georg Kossler e Kurt Werth "Una fiera vivace andata oltre le aspettative", hanno detto i vertici di Italia Ortofrutta, l’Unione che raggruppa 132 organizzazioni di produttori, capaci di produrre 6 milioni di tonnellate di frutta e 24

www.corriereortofrutticolo.it

ortaggi con un fatturato di 1,7 miliardi di euro e che lo scorso anno ha consolidato il processo di fusione tra Unacoa e Uiapoa. Ma ci sono margini di miglioramento della presenza italiana, in

termini qualitativi, soprattutto. Lo sostiene per esempio un imprenditore di punta come Luca Battaglio, presidente dell’omonimo gruppo torinese, che nel commentare la ventiduesima edizione della rassegna di Berlino, afferma: “Ho notato aziende straniere molto dinamiche e organizzate. Noi italiani dobbiamo imparare a sfruttare ancora meglio un'occasione eccezionale di incontri come è appunto Fruit Logistica". Con i tempi che corrono e l'inteso calendario fieristico internazionale che si è sviluppato negli ultimi anni, Fruit Logistica 2014 ha mostrato tenuta, anche se un confronto attento di dati con il recente passato evidenzia il calo di alcune presenze nazionali. Abbiamo confrontato gli espositori di quest'anno con quelli del 2012 e abbiamo scoperto che l'Italia è assolutamente la regina della manifestazione, il Paese che più crede alla fiera di Berlino: erano 424 gli espositori del 2012 contro i 420 di quest'anno. Tutte le altre provenienze nazionali sono non solo decisamente dietro ma spesso hanno registrato cali abbastanza significativi: la stessa Germania in due anni è passata da 272 a 258 espositori, la Spagna da 274 a 256, la Francia da 234 a 229, l'Olanda da 265 a 251, l'Argentina (partner ufficiale quest'anno) da 60 a 58, la Cina da 45 a 39, la Grecia da 40 a 35, la Turchia da 38 a 30, il Brasile da 19 a 3. Ma ci sono nazioni che invece hanno incrementato la loro presenza negli ultimi due anni, come gli Stati Uniti (da 33 a 56 espositori), la Polonia (da 49 a 63), l'Egitto (da 51 a 65), il Marocco, il Cile, il Sudafrica, l'India. In sintesi: la globalizzazione sta confermando la centralità di Berlino come punto d'incontro del business ortofrutticolo; alcuni vuoti nelle presenze europee sono compensati dall'aumento di aziende di nazioni che stanno occupando un posto al sole nel nuovo panorama dell'economia mondiale. M a r z o

2014


PRIMO PIANO

CorriereOrtofrutticolo

Con una trasparenza degna di nota, gli organizzatori di Biofach 2014, la più grande fiera del mondo dedicata al settore delle produzioni biologiche, svoltasi a Norimberga dal 15 al 18 febbraio, hanno riportato le statistiche degli espositori negli ultimi due anni e ciò che emerge è un calo significativo anche se non grave di presenze. Quest’anno gli espositori sono stati in totale 2.235 contro i 2.420 di due anni fa e i 2.396 dell’anno scorso. Dunque in due anni la fiera ha perso 185 espositori. Sono 122 le perdite di espositori esteri mentre le rimanenti 63 perdite riguardano espositori tedeschi. Sono calate di un po’ le presenze di tutti i principali Paesi del bio mondiale (36 in meno le presenze italiane rispetto al 2012), sono cresciute quelle dei Paesi dell’America Latina e di alcuni Paesi emergenti. Cercando i motivi del calo sono emersi alcuni fattori: concentrazione delle aziende, con le più grandi che inglobano le piccole; presenza di rassegne minori in Germania, legate ai territori regionali; proliferazione di fiere nel mondo a partire dalle edizioni fuori dalla Germania dello stesso Biofach. La fiera ha confermato, peraltro, la sua ottima organizzazione. E gli organizzatori hanno espresso ottimismo sul futuro: Biofach resta l’appuntamento da non mancare da parte di chi nel biologico ha una posizione da difendere e da valorizzare a livello internazionale. Biofach 2014 ha lanciato Organic 3.0, la nuova fase del settore biologico a livello mondiale. In breve, dopo la fase pionieristica(1.0) e quella delle regole (certificazioni) e insieme della espansione commerciale (marchi, negozi e supermercati bio) (2.0), è cominciata l’era della sostenibilità, del biologico non solo applicato ai M a r z o

2014

Dopo il pionierismo, la certificazione e il successo commerciale, il biologico entra nell’éra della sostenibilità. Italia primo Paese estero al Biofach

REPORT BIOFACH

Norimberga lancia il bio "fase-3" Qualche vuoto, ma il settore cresce

P

Calo di espositori, ma Biofach 2014 si è confermato l’ "ombelico" del bio

prodotti ma ai processi produttivi, all’ambiente e - certamente anche la fase della trasparenza e della sostenibilità sociale (3.0). IFOAM, che a livello mondiale riunisce tutte le associazioni e gli organismi che si occupano di biologico, ha lanciato dalla fiera di Norimberga la sua campagna per Organic 3.0. E ha anche fatto il punto sul settore. Il biologico registra una crescita continua a livello internazionale. Il fatturato mondiale ha raggiunto i 63.8 miliardi dollari, in crescita del 27% dal 2008 al 2012; sono 37,5 milioni gli ettari coltivati con metodo biologico in tutto il mondo; i produttori sono 1,92 milioni. Il mer-

cato europeo è guidato dalla Germania, con un giro d’affari di 6,6 miliardi di euro, seguita dalla Francia, con 3,8 miliardi di euro. I Paesi con la maggiore spesa pro capite per il bio sono Svizzera e Danimarca, con oltre 160 euro all’anno. A livello internazionale, l’80% delle aziende agricole che praticano l’agricoltura biologica, si trovano nei Paesi in via di sviluppo, con l’India al primo posto, seguita dall’Uganda, dal Messico e dalla Tanzania. La crescita maggiore, per quanto riguarda i terreni coltivati dagli agricoltori bio, riguarda l’Asia, con un incremento pari a 0,9 milioni di ettari. La crescita maggiore è stata registrata in Cina, India e Spagna. Un terzo dei terreni bio si trova in Oceania (33%), seguita dall’Europa (29%) e dall’America Latina (18%). L’Australia presenta l’area coltivata più vasta, per un totale di 12 milioni di ettari, seguita dall’Argentina (3,8) milioni, e dagli Stati Uniti (1,8 milioni). IFOAM significa International Federation of Organic Agricolture www.corriereortofrutticolo.it

25


REPORT BIOFACH

P rimo piano

26

Movements. La Federazione ha il settore sotto controllo perché ne è ampiamente rappresentativa grazie soprattutto alla sua autorevolezza. A Norimberga IFOAM ha eletto il nuovo board di vertice del Gruppo Europeo. Ecco le nomine. Presidente: Christopher Stopes, EcoS Consultancy, United Kingdom; vice presidente responsabile delle normative: Sabine Eigenschink, Austria Bio Garantie, Austria; vice presidente per le strategie generali: Thomas Fertl, BIO AUSTRIA; tesoriere; José Luis García Melgarejo, ECOVALIA, Spagna. Sono consiglieri del board: Dominique Marion, FNAB, Francia, Jan Plagge, Bioland e.V., Germania, Aira Sevón, Finnish Organic Association - Luomuliitto Ry, Finlandia, Albena Simeonova, Bulgarian Organic Products Association, Bulgaria, Bavo van den Idsert, Bionext, Olanda. Come si vede, l’Italia è completamente tagliata fuori e sarebbe interessante capirne il motivo. Il risultato è certamente una perdita di rappresentatività per il nostro Paese. Dopo l’edizione di Norimberga, che ha chiuso i battenti sabato 15 febbraio, sono ben 5 gli appuntamenti con Biofach nel mondo nel corso del 2014. Il prossimo è a Shanghai, dal 22 al 24 maggio e si chiama Biofach China. Quello successivo è a San Paolo del Brasile, dal 4 al 7 giugno, e si chiama Biofach America Latina. Il quarto (contando anche Norimberga) è a Baltimora, negli Stati Uniti, dal 18 al 20 settembre: Biofach America. Il quinto si svolgerà a Bangalore, in India, dal 13 al 15 novembre: Biofach India. Il sesto e ultimo appuntamento 2014 è quello di Tokyo in Giappone, dal 20 al 22 novembre: Organic Expo - Biofach Japan. Se poi volete sapere la data di Norimberga per la prossima edizione tedesca, eccola: 11-14 febbraio 2015. Se si dà un’occhiata alle date, si può notare la vicinanza estrema di alcuni appuntamenti (solo 5 giorni, ad esempio, tra l’appuntamento di Bangalore e quello di Tokyo). Solo un’organizwww.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticolo

zazione tedesca, con un buon supporto da parte di IFOAM, può mettere in campo un simile calendario. L’Italia si è confermata, ancora una volta, una presenza della massima importanza. Con 348 espositori, il nostro Paese si è classificato anche quest’anno al secondo posto per numero di presenze, alle spalle della sola Germania (669 espositori) e precedendo la Francia (152 espositori) e la Spagna (119). Tutte le maggiori realtà del biologico italiano si sono date appuntamento a Norimberga. Alce Nero ha lanciato, sulla ribalta internazionale, i suoi prodotti biologici per l’infanzia, grande novità del-

Paolo Pari, direttore Almaverde Bio

l’azienda di Monterenzio, e ha confermato i rapporti d’affari con l’Asia e, in particolare con la Cina, dove Alce Nero ha trovato un partner in grado di sviluppare la distribuzione dei suoi prodotti con efficienza. Inoltre, Alce Nero ha incontrato a Biofach le aziende latino-americane del Fair-Trade, che riforniscono materie prime come cacao, caffè, thé e altro. Ki-Group ha approfittato di Biofach per incontrare i fornitori stranieri ma anche i clienti tedeschi. Almaverde Bio, primo marchio italiano, pure presente con il direttore Paolo Pari e un nutrito staff, sta valutando con sempre maggiore attenzione le opportunità del mercato tedesco. A Norimberga si sono avvertiti i ‘rumors' circa la prossima apertura del primo supermercato a insegna Almaverde, nel comprenso-

rio di Milano, ma la voce non è stata né confermata né smentita. Al progetto, che vede presenti sia Almaverde Bio che Ki-Group, si sta lavorando alacremente, anche perché l’iniziativa è stata ideata oltre un anno fa e nella distribuzione specializzata bio in Italia c’è fermento, proprio perché il mercato tira. Ciò è stato confermato dai rappresentanti di NaturaSì e Baule Volante. NaturaSì ha fatto partire proprio in concomitanza con la fiera di Norimberga la sua iniziativa di e-commerce mentre crescono a ritmi accelerati i punti vendita in tutta Italia. Grande interesse da parte dei visitatori per le mele di produzione biologica dell’Alto Adige - Sud Tirolo, rappresentate dai due grandi consorzi VOG e VIP, che sono stati dei pionieri della produzione bio in Europa e che oggi sono in grado di presentare numerose varietà di mele bio, alcune di recente selezione. Con una quota pari al 25% della produzione agricola biologica dell’Unione Europea, l’Alto Adige è il primo fornitore di mele biologiche, contrassegnate principalmente dai marchi di qualità Bio Südtirol e Bio Vinschgau. Il cuore della presenza italiana è stato ancora una volta il grande spazio delle 32 aziende organizzate da CCPB-il Biologico con il ristorante italiano dove, la sera del 13 febbraio, si è svolta la Blue-Night ovvero l’estensione dell’orario di apertura degli stand fino a notte. Soddisfatto il presidente del CCPB il Biologico Lino Nori: “Una presenza così importante non l’avevamo mai registrata”. Alla BlueNight italiana, con la cucina curata, ancora una volta, con grande passione da Bioitalia, hanno preso parte alcune centinaia di invitati tra cui non pochi buyer esteri. La fiera è stata visitata dal presidente di Federbio Paolo Carnemolla. Presenti tutte le associazioni di settore e gli organismi di certificazione. Tutti gli espositori italiani hanno sottolineato i buoni contatti avuti. (GreenPlanet.net) M a r z o

2014


COPERTINA

CorriereOrtofrutticolo

C

PROTAGONISTI

JOSEF WIELANDER Il direttore del VIP: “Faccio l’allenatore ma la vittoria dipende dai giocatori in campo”. “La nostra scelta è il marchio d’origine. Dobbiamo credere in noi stessi perché la mela è la nostra ricchezza”

Squadra Val Venosta Antonio Felice Ci sono pochi posti al mondo in cui la frutta rappresenta un’economia fondamentale e ha un enorme peso anche sociale come la Val Venosta. Non è stato così sempre. La grande vallata occidentale dell’Alto Adige nei secoli passati viveva dell’allevamento bovino. Poi è arrivato il ‘miracolo’ delle mele. Fatto di tecniche, di specializzazione, di lavoro, di uomini. Da qui le mele vanno in tutto il mondo perché sono tra le migliori del mondo, merito anche della natura, del sole, del vento, dei ghiacciai sovrastanti, dell’enorme sbalzo di temperatura tra il giorno e la notte, che regala alla mela Vinschgau quella sua croccantezza speciale. Tra gli uomini del 'miracolo' un M a r z o

2014

ruolo non secondario spetta a Josef Wielander, venostano doc, all’età di 20 anni il più giovane direttore di cooperativa dell’Alto Adige e dal 1996 in sella al VIP, direttore di lungo corso, ponte tra passato e futuro, con un’idea centrale in testa alla quale tutto il resto gira intorno: difendere e valorizzare le mele significa difendere e valorizzare la Val Venosta, perché quassù, chi non vive di mele, magari perché non ha un frutteto sufficientemente grande, vive dell’integrazione tra le mele e l’agri-turismo. E il VIP è la casa comune dei coltivatori venostani. Abbiamo incontrato Josef Wielander proprio per farci spiegare l’unicità di questa valle e delle sue mele. Ecco domande e risposte.

Direttore Wielander, com’è cominciata la storia delle mele in Val Venosta? “Quando gli austriaci hanno costruito la ferrovia tra Malles e Merano, nel 1906, la vallata si è collegata con i mercati di Monaco e di Milano, e oltre. Una vecchia varietà verde-gialla, la Calville, dalla Venosta raggiungeva anche il tavolo degli Zar. La valle era nota, forse ancora di più, allora, per le sue albicocche, usate anche per le marmellate e per la grappa, che attiravano compratori da mezza Europa. La ferrovia ha aiutato lo sviluppo economico ma un altro elemento fondamentale è stato l’avvio delle cooperative, che hanno cominciato a prendere piede già negli Anni Trenta, come quella di Castelbello, mentre a Lagundo la prima www.corriereortofrutticolo.it

27


13-15 MAGGIO 2014

med

FEL

PERPIGNAN - FRANCE

2014

Algeria Egitto Spagna

Edizione

Francia

verde

Grecia Israele Italia Libano Marocco Portogallo Tunisia Turchia …

Con gli incontri BtoB di

,

giocate d'anticipo sul commercio e la distribuzione di frutta e verdura

Il è uno spazio-tempo straordinario per mettere a confronto l'offerta euro-mediterranea. Offre agli acquirenti una prospettiva ricavata raffrontando diverse offerte di servizi volte ad agevolare le attività commerciali.

Crédits photos : P. Blanchard, Fotolia, © Medfel

Presentazione dell'offerta euro-mediterranea Incontri BtoB programmabili e fruttuosi (più incontri in meno tempo, individuate e incontrate oggi i vostri fornitori di domani) Le previsioni sui raccolti Le conferenze/i dibattiti significa davvero portarsi avanti Venire al per quanto riguarda i vari aspetti degli sviluppi commerciali. Per esporre: +33 (0)1 41 86 41 64 information@medfel.com Per visitare:

www.medfel.com

Sotto l'alto patrocinio:


C

PROTAGONISTI

2014

COPERTINA

CorriereOrtofrutticolo

NCE Algeria Egitto Spagna Francia Grecia Israele Italia Libano Marocco

P ortogallo Tunisia Turchia …

,

mercio

rdura

o per a. Offre agli o diverse ommerciali.

ea incontri in i vostri

rsi avanti ppi

Panoramica dei frutteti della Val Venosta a febbraio. (Questa foto e quella di copertina sono di Andrea Felice)

cooperativa agricola risale addirittura al 1891. Le cooperative hanno dato forza agli agricoltori, che prima erano in balia dei commercianti. Questi visitavano i masi e mettevano in competizione i contadini per abbassare i prezzi. Nella cooperativa più coltivatori sceglievano un direttore che diventava il loro unico rappresentante nei confronti del commerciante. Il rapporto tra chi produceva e chi commerciava diventava, attraverso un direttore preparato, che sapeva le lingue, paritario. La cooperazione ha continuato a rafforzarsi fino agli anni Sessanta e oltre, e contemporaneamente le aziende sono diventate più grandi. Nelle cooperative sono nate le prime celle frigo con ghiaccio. E da questa base è partita la storia, piuttosto straordinaria, della frutticoltura in Val Venosta”. Storia antica, ma mancano ancora vari passaggi per arrivare all’oggi. M a r z o

2014

LA SCHEDA. Dalle 7 cooperative del VIP un fatturato di 230 milioni di euro IL VI.P., con sede a Laces, associa le sette cooperative ortofrutticole della Val Venosta (Vinschgau). Esse sono: Texel di Naturno, Juval di Castelbello, Mivor di Laces, Meg di Martello, Geos di Silandro, Alpe di Lasa e Oveg di Oris e complessivamente raggruppano 1.745 soci produttori che coltivano 5.200 ettari di frutteto. Il fatturato dell’ultimo esercizio (1 agosto 2012 - 31 luglio 2013) ha raggiunto i 230 milioni di euro. La produzione di mele ha superato nella campagna 2013-2014 le 358.700 tonnellate mentre le produzioni minori ammontano a 4.000 tonnellate tra verdure, piccoli frutti e altri frutti. La capacità di magazzino ha raggiunto le 333 mila tonnellate. Le mele VI.P. sono vendute in 46 mercati nazionali diversi. Le destinazio-

ni principali sono nell’ordine: Italia, Germania, Scandinavia, Spagna, Mediterraneo. La varietà di mele più diffusa è la Golden Deliciuos con oltre 215 mila tonnellate nel 2013. Seguono la Red Deliciuos (40 mila tonnellate), la Gala (19.700), la Pinova (8 mila tonn.), la Jonagold (5.800), la Braeburn (4.600), la Fuji (3.100). Le altre varietà raggiungono in totale le 6.000 tonnellate. Oltre 24 mila tonnellate rappresentano la produzione di mele biologiche. Circa 32 mila tonnellate, nell’ultima campagna, sono state destinate all’industria. Questi dati fanno della Val Venosta un territorio tra i più quotati a livello internazionale per la produzione melicola, senza contare un livello qualitativo con pochi uguali nel mondo.

www.corriereortofrutticolo.it

29


PROTAGONISTI

Copertina “Il ghiaccio ha liberato il contadino dalla necessità di vendere tutta la produzione a ottobre. La mela si poteva conservare fino a marzo e poteva raggiungere senza troppe difficoltà, con il ghiaccio anche nei carri ferroviari, un mercato importante come quello di Monaco di Baviera. Questa è storia degli anni Cinquanta. Nel decennio successivo si è aggiunto, dopo la ferrovia e la prima frigo-conservazione, un nuovo fattore di sviluppo: la bonifica, con i primi impianti di irrigazione a pioggia, grazie ai soldi del FEOGA. I terreni, per far entrare i tubi dell'acqua, sono stati spianati e questo ha permesso di dare il via anche ad una razionalizzazione delle proprietà, con scambi di appezzamenti limitrofi tra i soci di una stessa cooperativa. Infine, un’accelerazione davvero importante, per arrivare a quello che siamo oggi, è venuta con l’introduzione dell’atmosfera controllata nelle celle di conservazione: ciò ha permesso di mantenere le mele in buone condizioni fino a giugno. Prima i vecchi volevano il bestiame e i giovani il frutteto. Con tutta questa innovazione l’economia del frutteto ha battuto definitivamente l’antica economia dell’allevamento, che in Val Venosta aveva una tradizione secolare. Nei masi si producevano latte e carne di manzo e di maiale. Oggi i frutticoltori non hanno bestiame: prati e fienili attorno ai masi sono rimasti a memoria di un’economia che non c’è più o è ormai marginale, legata per lo più all’agriturismo”. Dunque oggi la Val Venosta si identifica con le sue mele. Ma ci sono mele e mele, varietà legate al territorio, varietà a club, produzione integrata e produzione bio. Che scelte sta facendo il VIP per il presente e per il futuro? “La qualità qui da noi è soprattutto un fatto di contenuti, è qualità intrinseca del prodotto. Puntiamo su questo. Ci vogliamo distinguere per qualità e per la ti30

www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticolo

Il direttore Wielander durante l’intervista. (foto Andrea Felice)

CHI È JOSEF WIELANDER Josef Wielander è nato in Val Venosta, a Laces, nel 1955, da una tipica famiglia valligiana. Suo padre era contadino, proprietario di 'maso chiuso', che si trasmette di padre in figlio, ed era diventato un leader nel paese: per vent’anni era stato il sindaco di Laces in rappresentanza della Suedtiroler Volkspartei, il Partito popolare sudtirolese. Josef ha studiato agraria a San Michele all’Adige, diplomandosi perito e imparando un ottimo italiano. Essere un perfetto bilingue lo ha aiutato nella carriera, da subito. A 19 anni ha avuto un incarico a tempo nella cooperativa di produttori di mele di Laces, che allora si chiamava MIVO. Nel 1976 ne è stato nominato direttore, il più giovane direttore di cooperativa dell’Alto Adige, incarico che ha mantenuto per vent’anni, portando la MIVO (che oggi si chiama MIVOR e produce 80 mila tonnellate di mele) ad essere la più grande cooperativa della vallata. E' il direttore del VI.P. dal 1996. Crede nel gioco di squadra e nell’unicità della Val Venosta.

picità delle nostre mele. Abbiamo scelto il marchio di origine e non un marchio di fantasia. Tutti noi al VIP sappiamo quanto sia preziosa l’origine Val Venosta. Perché nei nostri frutteti, tra i 500 e i 1.500 metri di altezza, abbiamo vento, sole, meno precipitazioni che in qualsiasi altra vallata alpina, escursioni termiche anche di 15 gradi tra giorno e notte perché sono circondati

da ghiacciai. Da questa unicità deriva l’unicità delle nostre mele e il valore vero che noi dobbiamo difendere e valorizzare. Tra il 1986 e il 1992-93 la produzione integrata è stata estesa a tutta la valle. Nello stesso tempo, siamo diventati i numeri uno in Europa per la produzione biologica con circa 25 mila tonnellate di mele bio, l’8 per cento della produzione totale e con il 10 per cento dei terreni convertiti a terreni biologici. Sviluppiamo anche le mele a club, perché ce le M a r z o

2014


COPERTINA

CorriereOrtofrutticolo

PROTAGONISTI

richiede il mercato, ma la natura, l’unicità della vallata, ancora una volta ci guidano nelle scelte. Alcune varietà non sono adatte al nostro clima e alle nostre quote, altre raggiungono qui risultati qualitativi che si possono definire eccezionali. Una varietà a club con i tempi vegetativi della Golden, la mela Kanzi da noi ha risultati fantastici. Lo stesso possiamo dire per varietà recenti come la Ambrosia e recentissime come la Envy. Sono convinto che le varietà a club hanno più vantaggi che svantaggi, soprattutto quando qui riusciamo a portarle ad una qualità intrinseca ed estrinseca fenomenale”. Come si combina la scelta delle diverse varietà con l’origine Val Venosta? “Noi vogliamo sempre portare sulla tavola del consumatore la qualità Val Venosta. Non è solo un punto d’orgoglio per noi ma una questione vitale perché da ciò dipende la ricchezza della nostra frutticoltura. Siamo tra le uniche tre zone al mondo in cui la Golden è eccezionale (le altre sono la Val di Non e il Limousine, in Francia); Gala, Pinova, Ambrosia, Envy, Kanzi qui danno risultati che non raggiungono altrove. Tutti i nostri sforzi devono andare nel mantenimento di queste premesse in tutte le fasi della lavorazione, in modo che il risultato sia una qualità globale”.

C

La mela caratterizza il panorama, il lavoro e gli uomini della Venosta

stessi, non ci basta, noi vogliamo che stiano bene anche i nostri vicini di casa”. - E il direttore? “Mi sento un allenatore che non

si sottrae al compito di avere una visione strategica ma che sa che, per vincere, è fondamentale la squadra”. editor@greenmed.eu

Ciò cosa comporta sotto il profilo organizzativo? “Puntiamo sul team, sulla squadra, sul coinvolgimento di tutti, sulla chiarezza dei ruoli. Ogni direttore di cooperativa sa cosa fare e come rapportarsi con la struttura centrale, con i due responsabili commerciali, con il marketing, con l'amministrazione. Tutti sappiamo che dobbiamo darci da fare per la Val Venosta, per dare prospettive economiche alla nostra gente, per dare ai soci la migliore liquidazione possibile. La nostra filosofia non è semplicemente di stare bene per noi M a r z o

2014

www.corriereortofrutticolo.it

31



A

CorriereOrtofrutticolo

Lunedì 10 marzo è stata annunciata la nascita del più grande gruppo al mondo nel mercato delle banane: si sono fusi il gruppo americano Chiquita e la società irlandese Fyffes. La nuova realtà diventa a tutti gli effetti un colosso non solo nelle banane ma anche in altri prodotti ortofrutticoli, a partire dagli esotici come l'ananas, in grado ora di sviluppare qualcosa come 4,6 miliardi di dollari di giro d'affari, pari a circa 3,3 miliardi di euro. L'operazione, basata su meccanismi che attengono alla sfera azionaria, crea una nuova società il cui capitale sarà detenuto per il 50,7% da Chiquita e per il 49,3% da Fyffes. L'operazione ingloba i marchi dei due gruppi, compreso Sol che apparteneva a Fyffes. Oltre che numero uno delle banane, Chiquitafyffes sarà un peso massimo anche nelle insalate confezionate, nei meloni e nelle ananas, e sarà presente in più di 70 paesi con circa 32 mila addetti. "E' un partenariato strategico naturale che mette insieme due società complementari con una lunga storia e una reputazione importante", ha spiegato il presidente di Chiquita e futuro presidente della nuova società, Ed Lonergan, sottolineando che i due marchi saranno mantenuti. "Siamo ansiosi di cominciare a lavorare con l'equipe di Chiquita - ha detto il direttore generale di Fyffes, David Mccann che diventerà il direttore generale di Chiquitafyffes - per costruire una società ben posizionata in un mercato molto competitivo e che creerà molto valore per gli azionisti". La fusione, si stima, permetterà di liberare 40 milioni di dollari (28,8 milioni di euro) grazie alle sinergie sui costi prima delle imposte. L'operazione dovrà essere approvata dagli azionisti di enM a r z o

2014

Il 10 marzo è stata annunciata la nasciata di un colosso in grado di distribuire ortofrutta in 70 Paesi e forte di 32 mila dipendenti. Il quartier generale a Dublino

trambe le società e dall'alta corte di giustizia irlandese, poichè la nuova società, quotata alla borsa di New York, è domiciliata in Irlanda. Gli altri player dovranno fare i conti con un gigante che da solo vale il 14% del mercato bananicolo. Molti operatori, non solo in Italia, sono rimasti quasi scioccati dalla notizia e comunque sorpresi da un accordo storico. “La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno", ha subito commentato al sito online del Corriere Ortofrutticolo Luca Battaglio, presidente dell’omonimo gruppo torinese e coordinatore della commissione Import di FruitImprese. “Si tratta di un’operazione enorme ma che reputo positiva. Per il settore è una bella sfida. Per Fyffes è una grande opportunità per crescere. Per Chiquita è l’occasione giusta per consolidare la propria posizione e per sanare alcune piccole inefficienze del recente passato”. Secondo l’imprenditore piemontese Fyffes potrà offrire una grande solidità e professionalità, mentre Chiquita sarà in grado di mettere a disposizione soprattutto un marchio prestigioso e molto conosciuto in tutto il mondo. Per Battaglio, tuttavia, l’operazione non creerà grandi scossoni sui mercati, almeno per il momento. “Lo scenario rimane sano, solido.

ATTUALITÀ

Fusione tra Chiquita e Fyffes Mondo delle banane sotto choc

Tuttavia - ha aggiunto – sono curioso di vedere che cosa succederà in Italia e se ci saranno ripercussioni nel settore”. Per Battaglio, tuttavia, “il sorpasso del TIR Chiquita-Fyffes in casa Del Monte e Dole potrebbe aver creato sgomento. Il panorama comunque nel complesso è positivo. Staremo a vedere cosa accadrà”. Con l’intesa raggiunta i due gruppi intendono aumentare l’efficienza e ridurre i costi, incrementare le dimensioni e i volumi, con un potenziale di vendita di 160 milioni di casse di banane all’anno, senza considerare ananas e altri prodotti comunque strategici come il melone e le insalate di IV gamma. Tra gli obiettivi anche servire meglio i clienti e raggiungere nuovi mercati, oltre che ridurre l’indebitamento. Alcuni commentatori aggiungono che "la fusione tra le due compagnie dovrebbe risolvere alcuni dei problemi di volatilità che contraddistinguono il mercato delle banane, effetto della forte sovrapproduzione del settore negli ultimi anni". La versione internazionale di FreshPlaza ha commentato gli effetti della fusione sul mercato europeo e l'ha interpretata soprattutto come conseguenza della politica dei grandi gruppi della distribuzione che tendono a vendere banane a prezzi sempre più bassi per attirare i consumatori. Se questa interpretazione è corretta, il cammino per alcuni distributori minori sarà, da adesso in poi, ancora di più in salita, come ha riportato il sito di Fedagromercati. (c.o.) www.corriereortofrutticolo.it

33


Attualità

CorriereOrtofrutticolo

BANANE FAIRTRADE. Polemiche in Gran Bretagna I prezzi calano al consumo ma i costi crescono alla produzione A fine febbraio la Fondazione Fairtrade ha pubblicato un report in cui si denunciano importanti perdite di valore lungo la catena di fornitura delle banane equosolidali a causa delle incessanti “guerre di prezzo” in atto da tempo tra i principali retailer britannici. Negli ultimi dieci anni, infatti, il prezzo al consumo delle banane fairtrade sfuse nel Regno Unito si è pressoché dimezzato mentre i costi di produzione sono più che raddoppiati. In media, ad oggi, il prezzo di una singola banana si aggira attorno agli 11 penny, contro i 18 penny di dieci anni fa. Una contrazione del prezzo finale che non rispetta affatto l’aumento dei costi di produzione riscontrato nei tre principali paesi fornitori del mercato britannico: Colombia (+85%), Repubblica Domenicana (+350%) e Equador (+240%), che da soli coprono il 70% delle forniture UK. Un’inarrestabile pressione al ribasso sul prezzo finale delle banane ha provocato pesanti cambiamenti nei mercati d’origine, con perdite di posti di lavoro e marginalizzazione dei piccoli proprietari terrieri. La Fondazione ha sollecitato una risposta coordinata alle questioni identificate nel report da parte del Ministero dell’Economia e dell’Ufficio preposto per il commercio fairtrade, affinché si avviino indagini sui prezzi applicati dai distributori. I rivenditori hanno asserito che il prezzo inferiore applicato alle banane sfuse non deriva da una forzatura del prezzo all’origine, ma è da ricondursi al raggiungimento di politiche di efficienza lungo la catena di approvvigionamento e a marginalità inferiori al dettaglio. Fino al 1990 anche i più grandi rivenditori facevano affidamento su imprese terze specializzate nella gestione della catena di for-

34

www.corriereortofrutticolo.it

nitura, dalla produzione alla distribuzione fino alla consegna al negozio finale. Queste fasi erano in gran parte riservate a imprese verticalmente integrate come Chiquita, Dole, Del Monte e Fyffes, che operavano direttamente nelle piantagioni e trasportavano i carichi sulle proprie flotte di navi refrigerate. I progressi ottenuti nel trasporto dei container hanno garantito nuove modalità di esportazione delle banane, che possono ad oggi essere spedite su navi convenzionali insieme ad altri carichi, fornendo così un servizio più flessibile. Tali sviluppi nel settore del trasporto merci hanno permesso ad alcuni dei più grandi retailer del Regno Unito di accorciare la catena di fornitura per banane e altra frutta esotica, acquistando direttamente dai produttori dei paesi di origine e contrattando i servizi necessari per la spedizione e la maturazione; si tratta di una pratica nota come “direct sourcing” (“approvvigionamento diretto”). In precedenza il costo di questi servizi, affidati a società specializzate, andava ad aumentare il prezzo finale corrisposto

dai supermercati. I retailer sono concordi nell’affermare che questo tipo di sourcing diretto ha garantito loro un maggior controllo sulla catena del valore, tuttavia ciò comporta anche uno svantaggio: il dover sostenere tutti i rischi precedentemente a carico dei fornitori, come eventuali deterioramenti del prodotto e fluttuazioni dei tassi di cambio nonché variazioni dei costi del carburante. L’approvvigionamento diretto non è dunque sostenibile per alcune catene come Marks & Spencer, Waitrose e The Co-operative che ancora si servono di fornitori intermedi per la gestione dei rapporti con i produttori. Inoltre è chiaro che il direct sourcing non può sollevare completamente i rivenditori dalle spese di spedizione e di imballaggio, che devono essere affrontati in aggiunta ai costi di produzione. Da non dimenticare poi che, nel momento in cui i supermercati aumentano il loro controllo sull’intera catena di approvvigionamento, le condizioni socio-economiche degli agricoltori e dei lavoratori non è più responsabilità esclusiva delle compagnie di trading. Insieme con gli spedizionieri, i retailer hanno ora un'elevata responsabilità in termini di sostenibilità della catena di approvvigionamento. Un altro importante fattore da non dimenticare per spiegare la situazione attuale è rappresentato dall'inflazione. Negli ultimi 10 anni, l'inflazione nei paesi produttori è stata molto più elevata rispetto a quella della Gran Bretagna; una media del 6,4% in Colombia, dell’8% in Ecuador e del 21,65% nella Repubblica Dominicana. Anche la liberalizzazione del commercio delle banane ha avuto un ruolo importante a vantaggio finale dei grandi retailer.

M a r z o

2014


A

CorriereOrtofrutticolo

Emanuele Zanini Il settore agrumicolo italiano deve giocare una partita fondamentale, da cui potrà dipendere il proprio futuro e la competitività sui mercati internazionali. La sfida si chiama rinnovamento varietale. La maggioranza degli operatori, soprattutto quelli a capo delle imprese più organizzate, è convinta: senza innovazione e sviluppo non si potrà pensare di reggere in confronto con i principali Paesi concorrenti, Spagna in testa e penetrare con efficacia sui mercati. Ma dall’altra parte c’è chi ancora lavora puntando su produzioni ormai sorpassate cercando nel contempo di spuntare prezzi in grado di coprire quantomeno i costi di produzione. A prescindere dai due "schieramenti" le attività di ricerca proseguono a ritmi serrati. Uno degli istituti che sta portando avanti questo lavoro è il Cra-Acm, Centro di ricerca per l’agrumicoltura e le colture mediterranee di Acireale. L’obiettivo della ricerca e le esigenze da parte delle aziende che poi devono commercializzare i prodotti sono chiari: allargare il calendario di produzione - e quindi anche di vendita – attraverso nuove varietà agrumicole precoci e tardive per coprire dal punto di vista produttivo e commerciale un più ampio arco di tempo durante l’anno. Per quanto riguarda per esempio le arance pigmentate Tarocco, uno dei cavalli di battaglia delle arance rosse siciliane, si sono sviluppate cultivar in grado di coprire il periodo che va da metà novembre fino alla fine di maggio. Tra le varietà precoci, Tapi e Tdv, con alta presenza di antocianine (pigmenti) nella buccia e medio bassa nella buccia, si stanno dimostrando le più interessanti. Da segnalare anche Ippolito, che sepM a r z o

2014

Grazie al lavoro del Centro per l’agrumicoltura di Acireale, sono state sviluppate in Sicilia nuove cultivar di Tarocco in grado di allungare il periodo di produzione. E c’è di più

ATTUALITÀ

Agrumi, ricerca a ritmi serrati Riparte da qui il rilancio del settore

La cultivar Mandared, già in produzione nella piana di Catania. Sotto, il Lemox. Nella pagina seguente, il Tarocco Ippolito

pur meno precoce, può contare su un’alta pigmentazione sia sulla buccia che nella polpa. Significativo anche il lavoro sviluppato sulle varietà (anche se meno “rosse”) Meli, S. Alfio e Messina, tra le più tardive, in grado di arrivare in produzione ad aprile-maggio. L’attività si sta sviluppando in

parte anche sul gruppo di arance Navel, in Italia rappresentato soprattutto da Navelina, Newhall, Navelato, sviluppati soprattutto nella Sicilia orientale, Washington Navel e Brasiliano nella zona di Ribera (Agrigento) e in altre aree occidentali dell’isola. Tuttavia, le novità più significative si stanno avendo sugli agrumi ibridi triploidi, frutti senza semi ottenuta grazie alla sterilità dei gameti. In questo modo è possibile allevare cultivar triploidi vicino a cultivar diploidi senza interferire sulla apirenia (cioè la mancanza di semi). In questa categoria la novità più interessante è senza dubbio il Mandared, brevettato nel 2004, nato da una “mamma” clementina di Nules e da un “papà” Tarocco. Da quest’anno Mandared, il più pigmentato e tardivo nel www.corriereortofrutticolo.it

35


Attualità gruppo dei mandarini triploidi, è sul mercato e per chi, come Oranfrizer di Scordia (Catania), una delle principali aziende del settore agrumicolo italiano, ha deciso di scommettere sul suo successo sta già ottenendo i primi riscontri. La presentazione effettuata dall’impresa siciliana a Fruit Logistica a Berlino ha avuto riscontri importanti. È solo l’inizio, ma la strada sembra essersi aperta definitivamente. Tra gli ibridi triploidi si sta sviluppando anche Mandalate, ottenuto dall’incrocio del mandarino “Fortune” (2x) con il mandarino “Avana” (4x), che viene raccolto tra marzo e aprile. Sono ancora in fase sperimentale, invece, i due ibridi Sweet Sicily e Early Sicily: il primo è stato ottenuto dal clementine Comune incrociato con l’arancio Tarocco 4x, il secondo dal clementine Oroval con l’arancio Tarocco 4x. I frutti di questi ibridi, grazie alla notevole precocità

CorriereOrtofrutticolo

(produzione a metà novembre) e alle eccellenti proprietà organolettiche con un gusto intermedio tra il clementine e il Tarocco, permettono l’ampliamento dell’epoca di maturazione del gruppo dei mandarini triploidi pigmentati. “Quest’anno – spiega Giuseppe Reforgiato, ricercatore del Cra di Acireale – assisteremo alle prime propagazioni di Sweet Sicily e Early Sicily nei vivai. Fra due anni ci saranno le prime produzioni e nelle stagioni successi-

ve i primi volumi significativi immessi nei mercati”. Differente il discorso sul limone, per il quale sarà fondamentale concentrarsi sull’introduzione di varietà, tipo Femminello, in grado di resistere alla malattia del cosiddetto mal secco. Tra le novità da ricordare Lemox, varietà con colore e aspetto di alto livello ma su cui bisognerà lavorare per eliminare o limitare al massimo i problemi di spinescenza.

“Noi in Sicilia dobbiamo innovare e migliorare l’organizzazione se vogliamo essere davvero competitivi”. Parola di Salvo Laudani Tra i più convinti sostenitori della necessità di puntare con forza sull’innovazione varietale nel campo dell’agrumicoltura è Salvo Laudani (nella foto), marketing manager di Oranfrizer. “Il futuro dell’agrumicoltura siciliana passa dalla riorganizzazione e dall’innovazione. Solo puntando sull'anticipo e il posticipo della maturazione delle varietà e allungare il calendario su 5-6 mesi dell’anno si potrà essere realmente competitivi. D’altra parte è un percorso obbligato, perché senza innovazione varietale non si va da nessuna parte”, sottolinea con forza il manager catanese. Per Laudani sul Tarocco precoce è già stato fatto un lavoro importante, mentre ci sono ancora possibili miglioramenti da sviluppare sul tardivo. che fa una riflessione anche sulla varietà Moro,

36

www.corriereortofrutticolo.it

sostenendo come sarà importante lavorare anche qui con l’innovazione per consentire al prodotto, particolarmente importante per l’export e, per i calibri piccoli, per l’industria, di trovare ulteriori sbocchi commerciali. Lau-

dani insiste poi sul fatto che tutta l’agrumicoltura dovrà essere, per forza di cose, più dinamica. E per stare al passo con i tempi, si deve fare in fretta. “Nei prossimi cinque anni ci deve essere un deciso cambio di passo”. (e.z.)

M a r z o

2014


A

CorriereOrtofrutticolo

Simone Martarello Soluzioni per creare redditività per le imprese ortofrutticole in un periodo in cui i consumi di frutta e verdura continuano a calare, soprattutto in Italia. L’importanza del packaging, della sostenibilità e dell’internazionalizzazione delle aziende per competere sul mercato. Se n’è parlato al convegno “Nature is a perfect machine. Sustainable” organizzato da Ipack-Ima, al quale hanno partecipato oltre 150 operatori di diversi settori come gdo, Ho.Re.Ca., grossisti, importatori e imprese, svoltosi a fine gennaio nella suggestiva sala napoleonica di palazzo Greppi, presso l’Università degli Studi di Milano.

Centocinquanta imprenditori a confronto in un convegno a Milano organizzato da Ipack-Ima in vista di un appuntamento dedicato nel 2015 alle tecnologie innovative re strade nuove per sostenere i fatturati del settore: si è parlato di packaging, che deve essere sempre più ecofriendly, ma anche capace di comunicare con il consumatore e informarlo sulle caratteristiche dei prodotti. I contenitori devono trasmettere emozioni, ma anche essere robusti e in grado di conservare a lungo i prodotti, soprattutto quelli utilizzati per merce che compie viaggi stressanti. Una sessione specifica del convegno è stata dedicata alla descrizione di soluzioni per favorire

ATTUALITÀ

Innovazione e sostenibilità per costruire valore

della frutta, garantiscano forniture che durano nel tempo, adatte per lunghe spedizioni via mare. Giuseppe Calcagni, presidente di Besana Group, azienda leader nella lavorazione di frutta secca, ha spiegato i vantaggi ottenuti dal suo marchio con l’innovazione tecnologica: ridotti i tempi di lavorazione per selezionare, sgusciare, tostare e confezionare la frutta, aumentata la produttività e contenuti i costi. Alessandro Dalpiaz, direttore di Assomela, ha illustrato il progetto, in corso

Giuseppe Calcagni, Angelo Benedetti e Alessandro Dalpiaz hanno presentato a Milano le loro esperienze circa l’innovazione nei processi di filiera dell’ortofrutta. Benedetti proprio per questo ha vinto il premio Ortofrutta d’Italia

I più recenti dati Nielsen sul comportamento dei consumatori italiani non lasciano spazio a interpretazioni dubbie: la fiducia è ai minimi storici e gli acquisti di frutta e verdura continuano a calare. Nel 2013 i volumi sono scesi dell’1,2% mentre è aumentato del 4,1% il valore, ma solo grazie all’inflazione. Ecco allora la necessità di trovaM a r z o

2014

l’internazionalizzazione delle aziende ed è stata moderata dal nostro direttore, Lorenzo Frassoldati. Il primo relatore a prendere la parola è stato il presidente di Unitec Spa Angelo Benedetti, che ha mostrato come linee moderne di selezione dei prodotti in grado di misurare con precisione anche il grado di maturazione

di realizzazione, per portare le mele del Trentino Alto Adige sugli scaffali della grande distribuzione degli Stati Uniti, un mercato con grandi potenzialità per i prodotti “made in Italy” grazie ai milioni di abitanti di origini italiane. Salvo Laudani, responsabile marketing di Oranfrizer ha fatto vedere i risultati in termini di miglioramento varietale www.corriereortofrutticolo.it

37


Attualità

CorriereOrtofrutticolo

Mele conservate im grotta L’eco-rivoluzione di Melinda

38

Fino a poco tempo fa era poco più che una fantasia, un sogno. Un’idea meravigliosa ma priva di supporti pratici, dati sperimentali e confronti che permettessero di valutarne l’effettiva fattibilità. Oggi è diventata quasi realtà. Si tratta di “Ipogeo” di Melinda, un progetto unico al mondo per realizzare un grande magazzino per lo stoccaggio e la conservazione delle mele all’interno di una grotta, che si candida a diventare un simbolo della sostenibilità ambientale ed economica. A comunicare con soddisfazione i risultati positivi della sperimentazione avviata qualche tempo fa con una minicella da 120 tonnellate è stato il direttore generale di Melinda Luca Granata (nella foto), durante il convegno di Ipack-Ima. "Siamo pronti a realizzare la prima parte del magazzino per accogliere le golden – ha detto Granata – i dati della simulazione ci dicono che il deposito ipogeo consumerà il 60% in meno di energia rispetto a un sito di stoccaggio tradizionale e in generale avrà un costo di gestione inferiore del 25% in confronto a uno stock di superficie. Anche le analisi sulla qualità delle mele conservate sotto terra hanno dato esiti confortanti: sono uguali se non migliori di quelle immagazzinate nelle celle di su-

perficie". L’idea di Melinda è quella di realizzare un grande impianto in grotta capace di contenere 50mila tonnellate di mele nel giro di sei anni, in vista dell’aumento della produzione per soddisfare i mercati esteri. Un’opera che avrà un consumo di territorio pari a zero, un minor dispendio d’acqua rispetto ai siti fuori terra e sarà capace di ridurre di 40 mila chili l’anno le emissioni di anidride carbonica. "Questo progetto avrà una grande valenza per la Val di Non – ha concluso Granata – perché i soldi risparmiati da Melinda resteranno nelle tasche dei produttori, inoltre, sarà in grado di valorizzare tutto il territorio e farà da volano al turismo: si prevede che le mele in grotta richiameranno circa 100 mila visitatori".

ottenuti con la ricerca genetica per le arance tarocco siciliane (vedi articolo nelle pagine precedenti): tramite innesti e correzioni genetiche, la stagione della varietà tarocco è stata allargata da dicembre a maggio. Altri esperimenti con le clementine, attraverso l’utilizzo di ibridi triploidi, hanno permesso di creare frutti più dolci e con una shelf life più lunga. Infine, Claudio Magnani, direttore operativo di

Apofruit Italia, ha parlato di politiche di marca e packaging come biglietto da visita per conquistare i mercati stranieri. Al termine dei lavori l’ad di Ipack-Ima Guido Corbella ha dato appuntamento al 2015, quando in concomitanza con l’Expo, si svolgerà Fruitech Innovation, nuova fiera della tecnologia per l’ortofrutta, che avrà, nelle intenzioni degli organizzatori, cadenza triennale.

www.corriereortofrutticolo.it

Consegne a domicilio: arriva Amazon E' pronto a sbarcare in Europa il servizio Amazon Fresh, messo in piedi a partire dalla California dal colosso dell'e-commerce per la vendita e la consegna di prodotti alimentari, verdura e frutta fresca a prezzi competitivi. Amazon Fresh dovrebbe essere disponibile inizialmente in Gran Bretagna e Germania, come riferisce il settimanale tredesco Bild. Non si sa ancora però se il servizio arriverà anche in Italia. Negli Stati Uniti Amazon Fresh è attivo a Seattle, Los Angeles e San Francisco e secondo indiscrezioni del Wall Street Journal a breve sarà disponibile anche sulla costa Est degli Stati Uniti. Per utilizzare il servizio gli utenti devono accedere al sito, scegliere i prodotti disponibili tra cui c'è ampia varietà di quelli locali e per gli ordini sopra i 35 dollari non sono previste spese di trasporto a carico del cliente. Bisogna pagare un abbonamento annuale di circa 300 dollari in cui però sono compresi i servizi legati ad Amazon Prime, per le consegne veloci. La spesa a domicilio via internet è un servizio che molte aziende già fanno, il vantaggio del colosso di proprietà di Jeff Bezos è la riconoscibilità, i prezzi competitivi, la consegna veloce e anche servizi aggiuntivi. Anche nel Regno Unito sono partite importanti iniziative per l’acquisto di ortofrutta via internet e la consegna a domicilio da parte di catene di supermercati. Tesco ci sta investendo. Si profila, pertanto, una possibile rivoluzione informatica nel commercio dell’ortofrutta.

M a r z o

2014


A

CorriereOrtofrutticolo

“Le produzioni agroalimentari italiane spiccano per l'eccellenza qualitativa ma per farci strada in Europa e, più ancora, nel mondo, occorre migliorare capacità organizzativa, impostare efficienti sistemi a rete e una più capillare distribuzione per aumentare la presenza sui mercati internazionali. Le prospettive di crescita media per i prossimi 5 anni sono di 9 punti”. Lo ha affermato Paolo de Castro, presidente della Commissione agricoltura del Parlamento Europeo, che ha incontrato il 14 marzo a Verona, nella sede di Edizioni L'informatore Agrario, un qualificato pubblico di imprenditori, rappresentanti del mondo agricolo e della cooperazione operanti in settori strategici dell’economia agro-alimentare, ortofrutta compresa. L'incontro, moderato dal direttore de L'Informatore Agrario Antonio Boschetti, ha focalizzato l'attenzione su punti di forza e debolezza del sistema agroalimentare italiano in relazione alle trattative in corso in UE e alla luce della nuova PAC. “Nel 2013 l'export agroalimentare italiano ha toccato il suo massimo storico, arrivando a 33,4 miliardi di euro (+5% rispetto al 2012, +78% rispetto al 2002) - ha evidenziato De Castro -. A dispetto di questo record, sono ancora poche le imprese che riescono ad esportare: nell'industria alimentare sono circa il 12%, in quella delle bevande arrivano al 50%”. Dunque il made in Italy, soprattutto nell’agroalimentare, deve organizzarsi meglio: il sistema deve cambiare. (Basti pensare che l’Italia ha esportato, vantandosene, più di 4 miliardi di euro di ortofrutta nel 2013, ma la Spagna ha esportato ortofrutta, sempre l’anno scorso, come scriviamo in questo numeM a r z o

2014

Il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo ha spronato le imprese, in un incontro a Verona, ad affrontare i mercati esteri con sistemi a rete

ATTUALITÀ

De Castro sul made in Italy “Il sistema deve cambiare”

Paolo De Castro con il giornalista Antonio Boschetti il 14 marzo a Verona

ro, per 10 miliardi e mezzo: dunque c’è un potenziale inespresso ancora enorme, n.d.r.). Paolo De Castro, reduce da Bruxelles, ha fornito un quadro sulle trattative in corso in UE, in una prospettiva di internazionalizzazione: “Oggi assumono rilevanza strategica gli accordi commerciali internazionali su cui sta lavorando l'UE. Tra di essi si segnalano gli accordi bilaterali in corso con USA, India e Giappone. in particolare l'UE stima che la conclusione dell'accordo con gli USA potrebbe far aumentare le esportazioni comunitarie del 15% da qui al 2017 (+1,7 miliardi di euro), il caso del Giappone è ancora più promettente, +137%, pari a 5,9 miliardi l'anno. Per quanto riguarda il nuovo Regolamento sull'informazione e promozione dei prodotti agroalimentare, la dotazione finanzia-

ria dovrebbe essere pari a 61,5 milioni di euro per il primo anno per poi arrivare a 200 milioni di euro nel 2020”. Nel dibattito, che ha suscitato ampia partecipazione, sono emerse le criticità del “sistema Italia”. Tra i partecipanti, Giordano Veronesi e Gianni Zonin, Cesare Bellò, amministratore delegato di Opo Veneto, Primo Anselmi, presidente Apo Scaligera e (proprio dal 14 marzo) di Fedagri Veneto, Fausto Bertaiola, presidente Op Coop (Ortofrutticola Padana), Flavio Furlani, presidente Cia Veneto, Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, presidente Confagricoltura Veneto, Enzo Gambin, direttore Aipo Verona, Erminia Perbellini, presidente Verona Mercato con il direttore Paolo Merci, Albino Pezzini, presidente Aipo. www.corriereortofrutticolo.it

39


grandi nella mini ortofrutta e altre specialitĂĄ giĂ da 20 anni 1994 - 2014


A

CorriereOrtofrutticolo

ATTUALITÀ

Baby ortofrutta segmento in crescita Gli olandesi ancora una volta battistrada in una nicchia di mercato che in Italia è partita qualche anno fa con angurie e banane e ora si estende a una vasta gamma di prodotti Emanuele Zanini Sta crescendo il mercato della baby ortofrutta, la frutta e la verdura in formato “mini” che sta progressivamente guadagnando spazio sugli scaffali dei supermercati, e non solo. Il trend si sta sviluppando soprattutto nei Paesi nordeuropei. In Italia si intravedono i primi segnali di penetrazione nel mercato, mentre referenze come mini angurie e mini banane già da qualche stagione stanno riscontrando un buon successo. Tra le aziende specializzate in questo mercato di nicchia un ruolo di primo piano è ricoperto da Fris-Co, impresa olandese che esporta da 20 anni prodotti ortofrutticoli esclusivamente verso il mercato italiano. Negli ultimi anni la Fris-Co si é specializzata nella ricerca di prodotti “particolari” come le mini verdure che giungono da diversi fornitori e importatori olandesi. La posizione strategica della ditta a Venlo nel sud dell’Olanda in una zona ricca di coltivatori, con produzioni sia sotto serra che a campo aperto, permette di avere i prodotti “a portata di mano”. In questo modo spiega Chiara Zamarian, responsabile acquisti promozione e vendita specialities, “è più facile distribuire il prodotto fresco e aggiornare in tempo la clientela delle novità sul mercato”. “Le mini verdure – ci tiene a precisare Zamarian - non hanno niente a che vedere con gli organismi geneticamente modificati. Sono vegetali ottenuti selezionando piante che producono “miniature” di frutta e verdura. Si tratta M a r z o

2014

Chiara Zamarian, responsabile per il mercato italiano della Fris-Co. Per il prodotto baby, ha creato una propria produzione e un network internazionale

di varietà di ortaggi diverse rispetto a quelle tradizionali. In Italia i mini ortaggi sono ancora poco conosciuti e valorizzati, mentre sono una realtà consolidata nel Nord Europa dove sono da tempo molto apprezzati dai consumatori”. In Francia, ad esempio, le mini verdure si trovano comunemente nei supermercati e vengono largamente utilizzate e il fatturato è aumentato addirittura del 10% da un anno all’altro nelle ultime stagioni. L’Olanda é all’avanguardia sia nella ricerca sia nella produzione e commercializzazione delle nuove varietà. La produzione olandese comprende mini peperoni gialli, rossi, verdi, arancioni, chiamati “tinkerbell”, venduti in confezione 6x150 grammi oppure sciolti da 1 chilo, “ottimi da riempire e da mangiare crudi o cotti al forno”. Ci sono

inoltre mini barbabietole rosse, le mini melanzane bianche e viola “uovo” in confezione da 20 pezzi in un cartone e mini melanzane “graffiti”, lunghe bianche e viola, Nasu, Konasu e miste. Si prosegue con mini cetrioli e pomodorini ciliegino di tutti i colori (gialli, rossi, arancio, viola), “come ottimi snack da offrire anche ai bambini. Nei paesi del Nord Europa si usa infatti acquistare nei supermercati confezioni di pomodori ciliegino oppure mini cetrioli o peperoni da mangiare come merenda a scuola o a casa come snack tra un pasto all’altro evitando le tradizionali merendine confezionate”, spiega la referente di Fris-co. Tra le eccellenze da segnalare anche i micro pomodori rossi e gialli che vengono coltivati da un unico produttore olandese, i cosiddetwww.corriereortofrutticolo.it

41


Attualità

CorriereOrtofrutticolo

ti “Tomberries”, “dal sapore concentrato e perfetti per essere utilizzati in “finger food”, come guarnizione per un piatto importante o in micro insalate. Sono disponibili da fine aprile a dicembre. Hanno dimensioni molto contenute: da 0,5 a 1 centimetro con un peso tra 1 e 2 grammi”. Dal Belgio arriva l’indivia belga mini chiamata “chiconettes”, “perfetta per preparare degli antipasti e stuzzichino”. Dal Sud Africa e dalla Francia provengono mini finocchi, carote, porro, zucchine, rape, verze e cavolfiori. Alcuni importatori olandesi sono in grado di rifornirsi di mini verdure francesi tutto l’anno. “La preferenza per questi nuovi prodotti è dovuta non solo alla novità e alla taglia ridotta, adatta soprattutto ai consumatori single, ma anche alle loro interessanti caratteristiche gustative (di solito sono più dolci e croccanti delle varietà tradizionali) e decorative”, spiega Zamarian. “Molti ristoranti europei (stellati e alla moda) le hanno messe nei propri menu. Questa ortofrutta mini è interessante anche dal punto di vista nutrizionale, in quanto permette di essere consumata anche con la buccia, che è ricca di fibre e vitamine”. Queste specialità (frutta e verdura esotica, germogli, crescioni, fiori commestibili, mini verdure) rappresentano il 7% del numero di colli totali che la Fris-Co esporta verso il mercato italiano. Di que-

sta percentuale il 60 % sono frutta e verdura esotica, il 20% crescioni e fiori commestibili, 15% germogli, 4% baby ortaggi. “Per le mini verdure ci sono ancora piccoli volumi ma grazie a programmi televisivi come “Masterchef” al quale Fris-Co partecipa indirettamente con la promozione di prodotti, le mini verdure e altre specialità ortofrutticole sono diventate di moda e quindi si prevede un aumento della domanda nell’immediato futuro anche grazie alle nuove generazioni che so-

no sempre alla ricerca di cibi raffinati e brandy”. Il settore comincia ad attirare l’attenzione anche di alcuni produttori italiani, anche perché le prospettive di mercato crescono in vari Paesi d’esportazione, in Scandinavia per esempio, ma persino in Russia, dove nelle migliori catene di supermercati di Mosca e San Pietroburgo l’ortofrutta baby va di gran moda per un consumo rapido nei momenti di relax e nella pausa pranzo sul posto di lavoro.

CorriereOrtofrutticolo.it il vostro sito è online Iscriviti alla newsletter quotidiana newsletter@corriereortofrutticolo.it

42

www.corriereortofrutticolo.it

M a r z o

2014


A

CorriereOrtofrutticolo

Rolando Drahorad Il caso Etossichina ci ha spinti ad approfondire l’uso del sistema cosiddetto Smartfresh per la conservazione delle pere. A Vignola fin dai tempi del dominio della varietà Passa Crassana sanno conservare bene le pere ed è per questo che abbiamo interrogato, su questo tema, la dottoressa Carla Sola, titolare e direttrice del complesso di frigoconservazione Ettore Sola (www.frigosola.it) di Vignola, che da tre generazioni conserva in frigo per conto di terzi annualmente oltre 10 mila tonnellate di pere, soprattutto Abate Fetel provenienti da tutte le zone vocate dell’Emilia e del Ferrarese. Ecco domande e risposte. Da quando e perché avete introdotto Smartfresh? “Da 4 stagioni usiamo questo prodotto per conservare meglio anche le pere (prima aveva conquistato le mele per le quali era nato) e questo ha comportato per noi una rivoluzione tecnologica enorme: da una conservazione a lunga durata incentrata sull’uso di temperature intorno a -1 grado centrigrado si passa all’uso di temperature di +0.5 oppure + 1 grado. Se si desidera avere il prodotto pronto alla commercializzazione a dicembre anche +2 gradi. L’utilizzo di temperature positive evita gran parte dei danni da riscaldo superficiale, che si riducono del 70%, ma la naturale maturazione viene fermata perché la molecola di Smartfresh agisce sui ricettori di etilene bloccandola’. Ma così facendo il consumatore potrà ancora gustare una buona pera succosa? “Certo, ma bisogna operare in modo molto più programmato e M a r z o

2014

A Vignola un’azienda di frigoconservazione sta applicando con successo il sistema Smartfresh che utilizza temperature sopra lo zero. Abbiamo intervistato Carla Sola

Carla Sola, ditta Sola di Vignola

più scientifico. Se fino all’epoca dell’etossichina e nell’éra del sotto zero bastava abbassare le temperature in fretta fino a – 1 grado e mantenere questo regime per tutti i mesi desiderati, con Smartfresh occorrono accorgimenti ben più precisi e mirati”. Come funziona in pratica? “Si inizia sapendo che il trattamento deve avvenire massimo entro 5 giorni dalla raccolta. Esso comporta in seguito il contatto con i vapori di Smartfresh per 24 ore in una cella stagna, anche a +4 o +5 gradi . Alla fine di questo lasso di tempo la cella viene arieggiata per un’ora circa per poi iniziare il graduale abbassamento della temperatura . La conservazione delle pere trattate con Smartfresh può avvenire sia in atmosfera normale che controllata, evitando però tenori molto alti di anidride carbonica”. Conviene trattare solo parte della

ATTUALITÀ

Etossichine, un’alternativa c’è per conservare bene le pere

merce? “Generalmente vengono trattati con Smartfresh i primi stacchi, quelli che sono destinati alla lunga conservazione e che non presentano ancora frutti a maturazione incominciata, quelli con qualche percentuale di pere ‘girate’ a giallino. Bisogna anche dire che non tutti hanno quantitativi importanti per riempire le celle capienti che oggi arrivano anche a 500 tonnellate in soli cinque giorni. In questi casi si possono utilizzare celle piccole (noi per esempio ne abbiamo molte anche da 100 tonnellate). Facciamo il trattamento e poi spostiamo la frutta trattata in altre celle, in loco o anche lontano”. Di nuovo la domanda: come possiamo rifornire i negozi e i punti vendita dei supermercati con merce mangiabile, apprezzata dai consumatori? “E’ possibile ma con accorgimenti del tutto innovativi. Bisogna avere sempre del tempo davanti, bisogna programmare tutto. Questo perché dopo uno sonno così profondo il risveglio del metabolismo dei frutti ha bisogno di più tempo. La frutta trattata rimane dura per almeno due settimane anche dopo l’uscita dal frigo e questo fa piacere ai dettaglianti perché la shelf life è eccezionale e il frutto non è ancora tenero anche se le pere hanno già una colorazione giallina. Ci vogliono almeno due settimane perché venga raggiunto anche dal punto di vista del tatto il giusto grado di maturazione, quello che garantisce frutti dolci e sucwww.corriereortofrutticolo.it

43


Attualità

CorriereOrtofrutticolo

Energia rinnovabile dalle potature Cuneo lancia il progetto Fruitgas La provincia di Cuneo vanta un grande areale frutticolo. Tutte le colture presenti sono caratterizzate da una costante e significativa produzione di biomassa secondaria derivante da tagli di potatura. Secondo l’ANPA (Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente), si stima che la quantità di scarti per le colture arboree sia compresa tra il 10 e il 40% rispetto alla quantità di prodotto utile (la frutta raccolta). Da tutta questa premessa è partito il progetto Fruitgas, presentato in giornata di studio dal titolo “L'energia del frutteto: esempio di filiera per la produzione di energia rinnovabile da residui di potatura dei frutteti”, tenutasi nella seconda settimana di marzo nella sede di Confcooperative Cuneo e nell’azienda Agrindustria. Troviamo l'iniziativa tanto nuova quanto interessante. Si tratta di una nuova filiera d’innovazione eco-sostenibile. Fruitgas è cofinanziato dall’Unione Europea mediante il FEASR-Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale (PSR 20072013, misura 124, azione 1), che annovera nel partenariato il ministero delle Politiche Agricole, la Regione Piemonte e il Dipartimento di Scienze agrarie forestali e alimentari dell’Università di Torino (capofila di progetto), insieme all’azienda Agrindustria di Cuneo, all’organizzazione di produttori Ortofruit Italia di Saluzzo, alle aziende agricole Brunetti Paolo di Verzuolo e Olmo Michele di Costigliole Saluzzo. Il progetto tende a trasformare in opportunità il processo di gassificazione. Di che cosa si tratta? La gassificazione è un metodo per ottenere energia da differenti tipi di materiali orga-

nici e trova anche applicazione nel trattamento termico dei rifiuti e delle biomasse di scarto provenienti dalle attività agricole. Attraverso di essa, il combustibile (quale il carbone, il petrolio, o le biomasse) viene convertito in un gas di sintesi (syngas), che può essere a sua volta bruciato direttamente in motori a combustione interna, oppure utilizzato per produrre metanolo o idrogeno, o ancora convertito in combustibile sintetico. Trattandosi di un processo energetico con bilancio nullo del carbonio, la gassificazione delle biomasse agricole permette la produzione di un gas molto pulito, pertanto eco-sostenibile. Anche altre tecnologie che producono biogas e biodiesel presentano un bilancio neutro del carbonio, ma la gassificazione può utilizzare una più ampia varietà di materie prime, pertanto è in grado di produrre una più ampia varietà di combustibili, risultando un metodo estremamente efficiente. Inoltre, essa porta all’ottenimento di un sottoprodotto, la biocarbonella vegetale (biochar) che - una volta stoccata nel suolo - può produrre un aumento del carbonio del suolo. Ne conviene che la gassificazione della biomassa è una delle tecnologie più versatili ed economiche. Il progetto mira alla creazione di un esempio di filiera per la produzione di energia rinnovabile dai residui di potatura delle principali colture frutticole, in particolare pesco, melo e kiwi. Il progetto intende stimolare un processo che sia in grado di semplificare la gestione del materiale vegetale per l’azienda frutticola e di assicurare il mantenimento della fertilità con il ritorno al terreno del biochar.

cosi. C’è assoluto bisogno di studiare lo storico di anni, di stimare il flusso in uscita delle merci per poter così innescare in tempo il giusto processo di maturazione, quello che determina la soddisfazione del consumatore. Per Abate, bisogna assolutamente evitare temperature sotto lo zero che fanno diventare le pere di legno”. Quali varietà possono essere trattate con Smartfresh e che futuro prevede per questa tecnologia? “Abbiamo tutti iniziato con le pere Abate Fetel. Nell’ estate scorsa abbiamo iniziato con piccoli quantitativi di pere William e di Conference. I risultati sulle William sono stati più che soddisfacenti, per le Conference è ancora presto per pronunciarsi. Il futuro lo vedo senz’altro positivo. Si potrà arrivare a trattare l’80 % del raccolto. Quando si rende necessario un intervento che favorisca la maturazione in tempi più rapidi (sopratutto nei casi nei quali certuni non si fidano delle temperature sopra lo zero e continuano a insistere con il grado sotto zero e il prodotto si presenti ancora molto verde) si possono applicare le conosciute tecniche di pre-maturazione, utilizzando etilene e temperature calde oltre a 20 gradi”. Qual è il suo giudizio finale su questa evoluzione, da sotto-zero a sopra-zero e da Etossichina a Smartfresh? “Il mio giudizio su Smartfresh è senz’altro positivo, io ci credo. Certo, l’etossichina era un prodotto efficace e molto duttile mentre Smartfresh bisogna usarlo bene, seguire le istruzioni e le indicazioni della ditta produttrice e anche i risultati delle ricerche attuate in questi anni soprattutto dall’Università di Bologna e dal gruppo Innovapero, programmare sullo storico ed in caso di problemi intervenire anche con la post-maturazione”.

CA È PE

800 azien agrico in Ita

zuppe mines vellut e pur

CA’NOV È LICEN

PHHJ MB EFM CJP DBQBDF RVBMJUË EFM QSP DPO MB H EJ VO N

rhoulandus@live.com 44

www.corriereortofrutticolo.it

M a r z o

2014

CANOVA_Esec_ann_corr


CA’NOVA Ăˆ ORTOFRUTTA BIOLOGICA PER IL LARGO CONSUMO 800 aziende agricole in Italia

rapporto diretto con la produzione

qualitĂ costante

IV gamma di verdura e frutta fresca, frullati di frutta

zuppe, minestroni, vellutate e purè

servizio a misura di ogni canale di vendita

5 piattaforme operative

un volume d’aari di 52,3 58,1 milioni di Euro

CA’NOVA Ăˆ LICENZIATARIA DEL MARCHIO

PHHJ MB QSJNB CSBOE EFM CJPMPHJDP JO *UBMJB DBQBDF EJ DPOJVHBSF RVBMJUĂ‹ F TJDVSF[[B EFM QSPEPUUP CJPMPHJDP DPO MB HBSBO[JB EJ VO NBSDIJP OPUP

CANOVA srl 7JB &NJMJB t -POHJBOP '$ 6Ăś DJP DPNNFSDJBMF .FSDBUP /B[JPOBMF UFM t GBY 6Ăś DJP DPNNFSDJBMF &YQPSU UFM t GBY www.BQPGSVJU JU t & NBJM JOGP!BQPGSVJU JU

CANOVA_Esec_ann_corriere_ortof2014.indd 1

13/03/14 12.10


Fedagro news

CorriereOrtofrutticolo

Appello di Fedagro al nuovo governo: “Si riconosca al settore il suo ruolo” ichiamiamo il nuovo governo a dare al settore ortofrutticolo l’attenzione che merita, così come lo invitiamo a verificare quali sono i punti nevralgici della filiera. Supportare il settore significa aver capito la sua importanza dentro il made in Italy agro-alimentare, che è ciò che oggi di più prezioso ci rimane come sistema-Paese dopo che settori strategici come l’auto e il tessile-moda hanno preso la via dell’estero". "La terra e le sue produzioni tipiche non ce le può, almeno per ora, portare via nessuno. E proprio per questo vanno difese e valorizzate con supporti adeguati da parte dei ministri competenti e di un governo capace di calarsi nella realtà del Paese”. E’ l’appello che Ottavio Guala, presidente di Fedagromercati, ha lanciato a inizio marzo dal rinnovato sito della Federazione (www.fedagromercati.it) al governo Renzi e in particolare ai ministri dell’Agricoltura Maurizio Martina e dell’Economia Pier

“R

Carlo Padoan. A quest’ultimo, il presidente Guala si è rivolto per la spinosa questione del limite dei mille euro nella circolazione del contante all’interno dei Centri agro-alimentari. Un limite assurdo, che solo l’Italia ha imposto ai suoi operatori-grossisti mettendoli in condizione di perdere competitività nei confronti degli esportatori di altri Paesi. “Dobbiamo essere chiari e duri su questo punto. Una classe politica che in Europa purtroppo eccelle solo per le sue degenerazioni - afferma Guala - impone agli operatori economici le regole più severe e penalizzanti d’Europa facendo del male al Paese. Con la crisi che

Richiamo ai logistici: “Nei Mercati non trasformatevi in commerciali” Lo sciopero degli operatori all’Ortomercato di Milano, nella notte tra il 9 e il 10 marzo, pur con tutte le differenze del caso, riporta in primo piano una questione aperta in alcuni Mercati italiani all’ingrosso: cioè la presenza all’interno delle strutture dei Mercati di cooperative e ditte di logistica che operano anche, in piena autonomia, con l’esterno del Mercato di riferimento mettendosi, in vari casi, direttamente o indirettamente in competizione con le attività proprie degli operatori all'ingrosso. Interviene sulla questione Ottavio Guala, presidente di Fedagro, che tiene a precisare come il caso accaduto a Milano sia di natura ben diversa ma che può essere comunque spunto di riflessione: “La merce che entra nei mercati all’ingrosso deve essere intestata esclusivamente ai grossisti o ad aziende

46

www.corriereortofrutticolo.it

ci attanaglia, regole non solo e non tanto troppo severe ma, a dir poco, anacronistiche, rendono la vita impossibile alle imprese e, alla fine, possono costituire un invito all’evasione”. “Sia chiaro precisa Guala - noi collaboriamo con le autorità competenti e siamo i primi a dire che le regole vanno rispettate ma questa norma è iniqua e va assolutamente cambiata semplicemente parificandola alle condizioni vigenti nei Paesi europei nostri concorrenti come la Spagna e la Francia”. Al ministro Martina, Guala ricorda il ruolo del commercio all’ingrosso all’interno della filiera dell’ortofrutta, un ruolo centrale nei confronti della produzione, della stessa distribuzione e dei consumatori. La categoria non chiede una difesa generica del made in Italy ortofrutticolo - conclude Guala - ma "la difesa della qualità, anche quella intrinseca del prodotto, che significa un ritorno ai sapori di una volta per una ripresa dei consumi interni e il rafforzamento dell’export”.

di produzione e non a ditte di carico-scarico o di logistica. Le imprese di servizio e di logistica che effettuano operazioni irregolari di questo tipo vanno fermate e sanzionate. Non è pensabile che aziende di logistica si trasformino per convenienza in ditte commerciali”. Un fenomeno che, tuttavia, ammette Guala, accade piuttosto di frequente in più di qualche Mercato lungo lo Stivale. “Siamo di fronte a una situazione assurda. Queste sono azioni sleali e come tali vanno fermate. A intervenire dovrebbero essere le direzioni dei Mercati che devono attivarsi applicando le leggi in vigore. Purtroppo, in alcuni casi, ad aggravare la situazione c’è la connivenza di qualche operatore di ditte di carico-scarico. Queste situazioni danno molto fastidio e sono ancora più gravi se si considera la pesante crisi economica che sta attanagliando intere categorie economiche, compreso il nostro mondo ortofrutticolo”.

M a r z o

2014


F

CorriereOrtofrutticolo

Il presidente Guala nello stand di Fedagro-Mercati Associati a Fruit Logistica

Non sono aumentati gli espositori ma, a Berlino è aumentata la qualità e la professionalità. Questo è il parere dei vertici di Fedagro sull’edizione 2014 di Fruit Logistica. “La nostra presenza in particolare è stata qualificata e dignitosa. Lo stand, fatto in comune Mercati Associati, è stato molto frequentato e per il futuro non possiamo che migliorare”.

FEDAGRO NEWS

Qualificata presenza a Berlino

Il lavoro nero? A Bolzaneto non c’è Mercato di Genova, mercato virtuoso. Un blitz avvenuto nella notte del 17 febbraio scorso al Mercato ortofrutticolo di Bolzaneto, messo in atto dalla Guardia di Finanza di Genova e finalizzato a individuare e reprimere il lavoro nero, ha dato esito completamente negativo, come ha raccontato con rilievo il Corriere Mercantile il 19 del mese scorso a pagina 12. I militari del Primo Gruppo Genova, in collaborazione con gli ispettori dell’INAIL, hanno verificato la posizione di una decina di lavoratori (tra cui alcuni extracomunitari) che erano impegnati nell’operazione di scarico dei mezzi pesanti e il rispetto delle normative di sicurezza. L’articolo sottolinea come non sia emersa nessuna irregolarità e tutti gli operatori erano regolarmente assunti presso le ditte controllate. La Guardia di Finanza ha anche presidiato gli ingressi e le uscite del Mercato per verificare che nessuno dei lavoratori si allontanasse al momento del controllo. "Siamo contenti che questo tipo di controlli venga effettuato – ha spiegato ai cronisti del Mercanti-

M a r z o

2014

Nino Testini, direttore SGM

le, Nino Testini direttore della Società Gestione Mercato Genova -. Il lavoro che stiamo facendo ha dato i suoi frutti. Il sistema di controllo è tale che, rispetto al vecchio mercato di Corso Sardegna, ci sono meno possibilità che esista lavoro illegale. Qui entrano solo le persone tesserate e persino gli ospiti vengono registrati. L’unica possibilità è quella di scavalcare ma anche in questo caso la presenza irregolare verrebbe subito intercettata”.

www.corriereortofrutticolo.it

47


Studio Borsetti Ferrara

contenitori ecologici che USI...

e ricicli al 100%

un sistema di gestione che permette di RISPARMIARE e OTTIMIZZARE i processi logistici

È un’ec un’eco-risorsa o-risorsa per tutti: operatori, consumatori e ambiente

CPR System S.c.a.rr.l. . Sede Legale Via Verdi, 8 • 40051 Malalbergo (Bologna) Sede Amministrativa Via Nazionale, 3 • 44028 Gallo (Ferrara) Tel. (+39) 0532 823912 • Fax (+39) 0532 823938 • info@cprsystem.it

www.cprsystem.it www .cprsystem.it

CPR 210 290 i dd 1

04/0 04/09/13 09/13 09 23


M

CorriereOrtofruttIcolo

MONDO

Mercato russo, sale il risiko Thomas Drahorad Dopo la chiusura forzata nell'ottobre 2013 di Pokrovskaya, il principale mercato ortofrutticolo all'ingrosso di Mosca, il commercio nella capitale ha dovuto riposizionarsi. Quasi tutti gli operatori si sono trasferiti a Hlebnikovo, una struttura a nord di Mosca, a

Da ottobre 2013 alla crisi con l’Ucraina sono cresciuti i fattori negativi in uno dei mercati più grandi e promettenti del mondo. Così muta la distribuzione dieci minuti dall'aeroporto di Sheremetevo. Qui hanno potuto sfruttare a pie-

no il mercato di dicembre, storicamente il periodo più importante per fatturato e volumi trat-

Italia sedicesimo fornitore di ortofrutta di Mosca La partita russa se la giocano soprattutto Turchia e Spagna Turchia e Spagna si sono contese il mercato russo negli ultimi anni. Le esportazioni ortofrutticole turche verso la Russia sono cresciute esponenzialmente, tanto da catapultare i produttori turchi - limitatamente ad alcuni prodotti - in vetta alla lista dei fornitori del più importante Paese dell’ex unione sovietica. Per quanto riguarda gli ortaggi, il volume totale delle importazioni russe dalla Turchia è passato dalle 115.668 tonnellate del 2004 alle 492.226 del 2012. La Turchia è così il principale Paese fornitore di ortaggi della Russia. In particolare, le importazioni di pomodori turchi sono passate da 68.325 a 360.648 tonnellate, quelle di cetrioli da 9.157 a 54.732 tonnellate, l’import di peperoni è aumentato da 1.349 a 9.900 tonnellate mentre quello di melanzane è passato dalle 311 tonnellate del 2004 alle 2.956 del 2012. M a r z o

2014

Anche le esportazioni della Spagna verso la Russia hanno registrato una notevole crescita, ma in misura minore rispetto a quella messa a segno dalla Turchia. Nel 2012 le spedizioni spagnole sono state pari a 255.255 tonnellate; volumi che hanno fatto della Russia la principale destinazione extra-Ue per il settore ortofrutticolo spagnolo. Tuttavia, secondo i dati rilasciati dall’Ufficio Statistico dell'Unione Europea (Eurostat), nel 2013, fino al mese di novembre, il trend ha subìto un’inversione di tendenza, con esportazioni in calo del 9% circa rispetto al 2012. Una diminuzione dovuta principalmente alla concorrenza della Turchia. L’Italia è al 16° posto tra i Paesi fornitori della Russia con un totale di prodotti esportati nel Paese per circa 17 milioni di euro. La strada è in salita ma le possibilità per fare meglio ci sono ancora. (c.b.) www.corriereortofrutticolo.it

49


M

ondo

La frontiera calda con l’Ucraina penalizza i traffici insieme al rublo debole La crisi tra Russia e Ucraina esplosa a fine febbraio con l’azione di forza di Putin in Crimea seguita alla fuga del presidente ucraino Yanukovich ha influito pesantemente sull’export ortofrutticolo verso entrambi i Paesi e il suo effetto rischia di durare. La crisi ha aggiunto difficoltà a un mercato già piuttosto depresso. A gennaio l’import di mele in Russia ha segnato un crollo del 28% per le diminuite importazioni dalla Polonia e il calo della domanda interna. Ma la ragione forse più importante del crollo è la debolezza del rublo che ha perso a gennaio un ulteriore 10% sull’euro dopo la svalutazione dell’estate del 2013. Rublo debole significa margini al lumicino per gli importatori russi. Le catene della grande distribuzione non possono, in una fase calante dei consumi, ritoccare i prezzi, anzi tendono a ribassarli e per le merci di importazione sono dolori. All’inizio di marzo la crisi ucraina ha fatto scendere bruscamente il valore del rublo, successivamente la situazione è diventata fluida ma è facile prevedere che la domanda russa e ucraina di ortofrutta proveniente dall’Europa continuerà su livelli modesti, molto più bassi di quelli del 2013. La situazione crea incertezze anche sul fronte dei pagamenti, situazione già molto precaria negli ultimi mesi. La Russia, e anche l’Ucraina, in questi frangenti, con l’euro e il dollaro troppo cari, tenderanno ad approvvigionarsi di ortofrutta nell’area caucasica, in Iran, in Serbia e Macedonia oltre che in Turchia, dove il corso dei cambi valutari permette di acquistare a più buon mercato, anche se la tendenza del consumatore, russo in questo caso, è sempre di più quella di privilegiare il prodotto di qualità di origine europea. La situazione politica creatasi in Ucraina ha conseguenze pesanti sui traffici verso la Russia. Mosca tende - ovviamente ciò si riferisce alla settimana in cui scriviamo, la seconda di marzo, l’ultimo aggiornamento possibile - a chiudere la lunga frontiera con il Paese vicino con cui è entrata in rotta di collisione o comunque ad aumentare i controlli e a limitare i transiti. Rosselkhoznadzor, il servizio di controllo veterinario e fitosanitario russo, si è detto ufficialmente preoccupato per la mancanza di controlli causata dalla situazione a Kiev. Comunque la si giudichi, questa posizione è significativa. La Russia ha diminuito anche gli ingressi di mele provenienti dalla Polonia, ma con ragioni che per il momento risultano contraddittorie. Ci sarebbe un calo della domanda di Golden e un aumento di quella di Granny Smith di calibro grosso. Il Belgio invece ha continuato a fare ottimi affari fino a tutto febbraio, sia con le mele che con le pere. I russi certo non smetteranno di consumare questi due frutti di cui il loro Paese è il primo importatore mondiale. (a.f.)

50

www.corriereortofrutticolo.it

CorriereOrtofrutticolo

tati. Nelle 4-5 settimane che hanno preceduto il Natale ortodosso, nella nuova struttura sono stati venduti dai 350 ai 500 camion di ortofrutta di importazione al giorno. Secondo alcuni operatori i volumi che si erano realizzati nel 2012 erano notevolmente superiori, con punte anche di oltre 600 camion al giorno. Ma il passaggio 2013/2014 ha portato una combinazione di sfide strutturali che stanno ridisegnando i contorni del settore. Oltre alla chiusura data ufficiosamente per definitiva di Prokovskaya, la nuova municipalità moscovita ha deciso di fare pulizia per rendere la capitale più presentabile, anche in occasione delle Olimpiadi di Sochi. Molti turisti sono transitati da Mosca durante i Giochi invernali e le autorità hanno deciso di chiudere circa una trentina di mercati cittadini in cui veniva venduta l'ortofrutta di seconda qualità. Si trattava di strutture poco presentabili al ricco pubblico di turisti olimpici, ma che avevano un ruolo centrale nell'economia del settore. Non è da escludere che, oltre alle motivazioni ufficiali che riguardavano principalmente gli aspetti igienico-sanitari, i provvedimenti di chiusura siano stati emanati per favorire le potenti lobby della grande distribuzione russa. Quindi la capacità di assorbimento di merce di seconda qualità (spesso dovuta a reclami all'arrivo) risulta adesso decimata: oggi si contano sulle dita di una mano i mercati rionali rimasti aperti a Mosca. Questo signIfica che le conseguenze economiche di un reclamo saranno ancora più incisive per gli operatori coinvolti. Questi provvedimenti hanno contribuito a un calo del consumo di ortofrutta che in Russia era già in atto. La difficile situazione economica ha ridotto i redditi disponibili al consumatore che si è orientato su acquisti diversi. Molti operatori imputano anche alla scarsa professionalità dei supermercati le difficoltà di un settore M a r z o

2014


M

CorriereOrtofruttIcolo

M a r z o

2014

Spagna, anche nel 2013 campione dell’export Una super-potenza ortofrutticola che ha spedito all’estero in un solo anno prodotti per oltre 10 miliardi e mezzo di euro contro i poco più di 4 miliardi dell’Italia

Chiara Brandi Più 11% in termini di valore e più 7% in termini di volume rispetto al 2012, per un totale di oltre 10,6 miliardi di euro, corrispondente a 11,8 milioni di tonnellate. Sono questi, secondo i dati riportati dal Dipartimento delle dogane del Ministero dell’Economia di Madrid, i numeri che meglio riassumono il buon andamento delle esportazioni iberiche di frutta e verdura nel 2013. Un trend positivo favorito, secondo FEPEX, dal buon andamento del mercato comunitario. Per quanto riguarda l’export di ortaggi si è registrato un aumentato dell’11% a valore e del 10% a volume, per un totale pari a 4,331 miliardi di euro e 4,6 milioni di tonnellate. I principali prodotti orticoli esportati sono stati i pomodori con 988 milioni di euro (+7%), i peperoni con un valore di 718 milioni (+18%), la lattuga con 568 milioni di euro (-3,5%) e i cetrioli con 464 milioni (+8%).

MONDO

ormai maturo. In confronto agli standard europei un punto vendita di un qualsiasi supermercato russo mostra difetti anche gravi nella gestione del prodotto. I fornitori russi ed europei sono spesso impotenti di fronte alle richieste dei supermercati: l'imprevedibilità dei reclami dopo la vendita e le richieste di ristorni a fine stagione diventando un ricatto insopportabile per gli operatori. Al generale clima di incertezza ha contribuito anche la forte svalutazione del rublo, che a fine gennaio ha perso circa il 10% in pochi giorni nei confronti di euro e dollaro e ha recentemente risentito, con ulteriori ribassi, della crisi con l'Ucraina. Gli operatori, anche a causa del difficile clima economico, hanno scarsi strumenti per potersi coprire dei rischi di cambio: le banche operano con interessi del 15% e il mercato non è disposto a concedere aumenti di prezzo per coprire i rischi di oscillazione del cambio. Solo gli operatori finanziariamente più solidi riescono a fare fronte a questo clima economico. Neanche i supermercati sembrano essere tra questi, siccome i fornitori lamentano un peggioramento nelle dilazioni di pagamento. I termini standard sono passati da 30 a 45 giorni ma molti operatori ricevono il pagamento solo dopo molti mesi e a costo di deduzioni arbitrarie. Secondo un operatore di Hlebnikovo ormai solo il 20% dei clienti del settore riesce a fare fronte ai pagamenti alle scadenze stabilite. In questo quadro, l'Italia deve fare uno sforzo per riposizionarsi e invertire il trend negativo che ne ha caratterizzato le esportazioni verso la Russia: qualità, continuità di fornitura, affidabilità, reputazione di marca, prezzi competitivi e presenza professionale sono le coordinate di una presenza commerciale che negli ultimi anni ha lasciato troppo spazio ai concorrenti.

In merito alla frutta, nel 2013 l’export totale si è attestato a 6,351 miliardi di euro, in crescita dell’11% rispetto all’anno precedente; in termini di volume tale aumento si è tradotto in una crescita del 4,5% dei quantitativi spediti, pari a 7,1 milioni di tonnellate. Da sottolineare le buone performance registrate dal comparto della frutta a nocciolo e dei piccoli frutti. L’aumento più elevato è stato messo a segno dalle nettarine, +22% pari a 429 milioni di euro, e dalle pesche, +14 % per un totale di 331 milioni di euro. Tra i frutti rossi la crescita più importante è stata quella dei lamponi e dei mirtilli con un aumento del 31 e 32%, raggiungendo rispettivamente i 146 e 111 milioni di euro. In termini geografici la Comunità Valenciana, l’Andalusia e la Comunità di Murcia si confermano le principali regioni esportatrici. L'export della Comunità Valenciana si è attestato a 4,4 milioni di tonnellate, il 6% in più riwww.corriereortofrutticolo.it

51


M

ondo

CorriereOrtofrutticolo

Barcellona investe 20 milioni di euro per ammodernare il Mercabarna Partnership tra pubblico e privato per la modernizzazione del mercato ortofrutticolo di Barcellona. Il sindaco della città catalana e il mercato all'ingrosso della città, il famoso Mercabarna, hanno siglato un accordo per rimodernare il mercato ortofrutticolo centrale. Il sindaco si è impegnato a garantire una proroga di altri 17 anni alle concessioni che scadevano nel 2020. Questa estensione permetterà alle aziende di avere tempo sufficiente per coprire gli investimenti necessari. I lavori previsti sono relativi a bonifica della rete idrica, rinforzo delle strutture, sicurezza antincendio, soffitti, marciapiedi, rampe di accesso e strade. La spesa prevista si aggira attorno ai 20 milioni di euro. All'interno del Mercabarna, il spetto al 2012, per un valore pari a 3,664 miliardi di euro, in crescita dell’11%. L’Andalucía ha esportato 3,2 milioni di tonnellate di ortofrutta (+7%), corrispondente a 3,508 miliardi di euro (+8%) mentre Murcia ha esportato quantitativi pari a 2,3 milioni di tonnellate (+8%), per un valore di 2,095 miliardi di euro (+16%). Nel 2013 il primo mercato di riferimento è stata l'Unione europea che ha assorbito il 92% del totale delle esportazioni iberiche, con 10,9 milioni di tonnellate, in aumento del 7% rispetto al 2012. Al mercato extra comunitario sono invece state destinate 911.993 tonnellate (+3%). Tra questi la maggior parte dei quantitativi sono stati destinati a paesi al di fuori dell’Unione ma facenti parte del Vecchio Continente, con volumi pari a 555.126 tonnellate, in crescita del 3% rispetto all’anno precedente. Da evidenziare forti crescite in paesi come la Norvegia che hanno messo a segno aumenti attor52

www.corriereortofrutticolo.it

mercato ortofrutticolo occupa una superficie di 123.714 metri quadrati, con 7 padiglioni in cui lavorano 148 grossisti e 11 cooperative agricole. Nel 2013 sono state vendute 1.047.920 tonnellate di frutta e verdura. no al 10%, a fronte di un calo significativo delle esportazioni verso la Russia, in contrazione del 10%, soprattutto a causa della forte concorrenza della Turchia. L’export verso i paesi extracomunitari ed extra europei sono state pari a 356.867 tonnellate, in crescita del 3%. Tali dati, secondo Fepex, riflettono solo in parte la politica di apertura a nuovi mercati proposta come obiettivo principale per il 2013. Per Fepex, il volume delle esportazioni evidenzia l’importanza strategica del comparto ortofrutticolo per l'intero settore agricolo spagnolo. Tuttavia, sottolinea l’associazione di produttori, permangono ombre sul futuro del comparto, legate, in generale, al disallineamento delle politiche di mantenimento dell'attività produttiva e dell'occupazione. In politica commerciale, aggiunge, è necessario un efficace sostegno da parte della Commissione europea in termini di negoziati sull’apertura a nuovi mercati.

ARGENTINA

L’export di mele e pere viaggia a gonfie vele Conclusione ok del 2013 Il 2013 si è concluso con risultati più che positivi per l'export argentino di mele e pere: oltre 600 mila tonnellate di prodotto spedito al di fuori del Paese, per un valore pari a 572 milioni di dollari. Le mete principali sono rimaste quelle tradizionali con Brasile, Russia e Paesi Bassi in testa. Risultati incoraggianti che bene rappresentano il trend del comparto durante l’ultimo decennio (2003-2013). Per le pere si è registrata una variazione positiva pari al 180,2% mentre per le mele l'aumento è stato del 90,1%; un aumento che ha permesso di raggiungere nel 2013 i 156 milioni di dollari . Anno su anno le esportazioni di pere sono cresciute del 14,5% mentre quelle di mele del 32,7%. La produzione di topfruit ha un impatto positivo sull’intera economia delle aree di produzione, in particolare per la Provincia del Rio Negro. Il principale mercato di destinazione delle pere argentine è il Brasile, con il 35,5% dell’export assorbito, pari a oltre 148 milioni di dollari in termini di valore. Al secondo posto c’è la Russia, a cui viene destinato il 22,1% delle spedizioni totali per un valore di 92 milioni dollari, seguita da Paesi Bassi con il 9,9% e un valore di 41 milioni di dollari; vengono poi Stati Uniti (9,3% del totale, pari a 39 milioni di dollari) e Italia (8,4%, per un valore di 35 milioni di dollari). Per quanto riguarda le mele, la destinazione principale resta il Brasile con una quota del 31,4 % delle esportazioni totali assorbite, pari a circa 49 milioni dollari. I Paesi Bassi sono al secondo posto (14,9% e 23 milioni di dollari), seguiti da Russia (12,3%, 19 milioni di dollari), Algeria (8,1%, 13 milioni di dollari) e Stati Uniti (5%, 8 milioni di dollari). (c.b.) M a r z o

2014


M

CorriereOrtofruttIcolo

Per Turners & Growers un’annata eccellente per mele Jazz ed Envy

Una stagione più che positiva, caratterizzata da una buona domanda a livello mondiale. Sono queste in sintesi le previsioni per il 2014 della neozelandese Turners & Growers. A renderlo noto è il portavoce della società Rosstan Mazey secondo cui tanto ottimismo è giustificato dal ruolo chiave giocato dalle buone condizioni di crescita delle mele in questo inizio stagione. In termini di export di mele a marchio Enza, sottolinea il portavoce, le potenzialità delle società sono attorno alle 90 mila tonnellate nei prossimi otto mesi, grazie anche agli investimenti fatti in nuove tecnologie per sostenere un settore in forte crescita. "I nostri partner in Europa, Regno Unito, Stati Uniti e Asia sono in attesa dell’apertura della stagione dell'emisfero australe per effettuare un nuovo assortimento delle loro forniture", ha spiegato Alastair Hulbert (nella foto), Ceo di T&G. “Anche se nel 2014 non si potranno replicare i quantitativi raggiunti lo scorso anno, continua Hulbert, le prospettive sono certamente incoraggianti". La raccolta è in corso per le varietà Pacific Beauty, Royal e Gala sia a Hawke's Bay sia nelle aree limitrofe a Nelson; per le Jazz invece la stagione si aprirà nelle prossime settimane. "Per le varietà Jazz , Envy e Pacific Rose si può parlare di un’annata eccellente. In particolare, per le prime due cultivar nominate si prevede una buona dimensione e una colorazione vivace", ha dichiarato Hulbert. Il mese scorso Turners & Growers ha lanciato la sua nuova strategia M a r z o

2014

aziendale volta al raggiungimento di una crescita sia sul mercato interno sia su quello internazionale, attraverso una maggiore concentrazione degli sforzi nella categoria delle mele. A tal proposito sono stati fatti upgrade in termini di atmosfera controllata all'interno degli imballaggi, è stato introdotto un nuovo packaging e sono state rinnovate le attrezzature, così da contribuire al miglioramento della qualità del prodotto finale. (c.b.)

vendita complessivi del gruppo erano 3.534 e l'utile netto, lo scorso anno, è stato di 21,1 miliardi di euro.

SLOVENIA

Scossone nella GDO Mercator valutata 549 milioni di euro

BULGARIA

La catena belga Delhaize cede la proprietà dell’insegna Piccadilly Il retailer belga Delhaize, proprietario della catena Piccadilly, chiuderà la sua attività in Bulgaria. L'azienda ha venduto la sua quota alla bulgara AP Mart. Finora i parametri sulla transazione rimangono segreti e anche i dettagli sull’acquirente. La transazione dovrebbe chiudersi nel secondo trimestre dell’anno, dopo l’approvazione da parte delle autorità competenti della concorrenza di mercato nel Paese. Delhaize era entrata nel mercato bulgaro nel 2011 con l'acquisto di Piccadilly dalla serba Delta Maxi Group per 932 milioni di euro, comprese le passività per complessivi 318 milioni di euro. I punti vendita sono 54 e si collocano in otto città: Sofia, Varna, Burgas, Veliko Tarnovo, Lovech, Vidin, Plovdiv, Gabrovo. Di questi, 32 sono i supermercati Piccadilly, mentre 22 sono i Piccadilly Daily, negozi di vicinato o corner shop. Nel 2013 il giro d’affari totale di Piccadilly in Europa sudorientale è aumentato del 5,1 % rispetto al 2012, raggiungendo i 3,1 miliardi di euro. Il gruppo belga Delhaize resta presente in Grecia, Serbia, Romania, Bulgaria, Bosnia ed Erzegovina. Complessivamente, Delhaize Group sviluppa la propria attività in nove Paesi su tre continenti. Alla fine del 2013 i punti

MONDO FLASH

NUOVA ZELANDA

Il consorzio di venditori del gruppo sloveno Mercator e l'acquirente croato, l'azienda Agrokor, hanno firmato venerdì 28 febbraio un'appendice all'accordo di compravendita dell'azienda che stabilisce il prolungamento dei termini di vendita fino al 30 giugno prossimo (anziché al 31 marzo 2014) ed il nuovo prezzo dell'acquisto a 86 euro per azione della Mercator (anziché 120 euro per azione). Il prezzo di vendita della Mercator sarebbe così pari a 323,8 milioni di euro (di cui 171,6 milioni di euro per le aziende del consorzio dei venditori). La Agrokor si è impegnata anche a ricapitalizzare la Mercator con ulteriori 225 milioni di euro (di cui 200 milioni di Euro per coprire i debiti della Mercator nei confronti delle banche ed ulteriori 25 milioni di Euro per le attività operative). L'acquirente spenderebbe così per la Mercator complessivamente 549 milioni di euro. Mercator è una multinazionale slovena operante nel settore della grande distribuzione organizzata. Mercator è stata fondata nel 1949. Fino alla fine degli anni '90 era presente solo in Slovenia, successivamente l'azienda si è trasformata in multinazionale attraverso un piano di sviluppo e di acquisizioni che l'ha portata ad essere presente in tutti i paesi della ex-Jugoslavia e, dal 2009, anche in Albania e Bulgaria. www.corriereortofrutticolo.it

53


M

ondoflash AFRICA SUB-SAHARIANA

I Paesi produttori pronti ad aumentare l’export verso UE e MO Banane, avocados e agrumi dell'Africa sub-sahariana potrebbero entrare nei mercati di Europa, Medio Oriente e pure del Sudafrica. Studi recenti effettuati da diverse organizzazioni (ICIPE, FPEAK, KEPHIS in Kenya, SAAGA e CRI in Sudafrica, l'università Mondlane in Mozambico) hanno dimostrato che i blocchi imposti dai Paesi importatori non sono più necessari. Finora banane, avocados e agrumi di diversi Paesi dell'Africa "nera" erano stati banditi da diversi Paesi importatori per la presenza di una mosca della frutta conosciuta come "Bactrocera invadens". Questi studi hanno convinto Paesi come Sudafrica, Italia, Portogallo, Spagna e Paesi Bassi a ritirare le loro misure di quarantena per i prodotti provenienti da Costa d'Avorio, Ghana, Kenya, Uganda, Mozambico, Tanzania, Senegal. I produttori di questi Paesi dell'Africa sub-sahariana saranno ora in grado di esportare in Europa, Medio Oriente e Sudafrica. (fonte: news sudanvisiondaily)

CorriereOrtofrutticolo

potrebbe calare del 25% e che nel 2015 si rischia di vedere un calo ancora più drastico. Dalle vallate centrali della California solitamente arriva più dell’80% delle mandorle di tutto il mondo e la situazione meteorologica a febbraio lascia pensare che i rincari iniziati nel 2009 siano tutt’altro che finiti. Il prezzo record stabilito nel 2006 è già stato polverizzato: gli acquirenti pagano oggi almeno 3,10 dollari per libbra, il 10% più della media registrata otto anni orsono. La situazione è resa ancor più critica dall’aumento della domanda mondiale. In dieci anni la richiesta fuori dagli Usa è raddoppiata, fino ad arrivare a 590 mila tonnellate, grazie alle mandorle usate in numerosi tipi di dolciumi. I danni in California stanno avvantaggiando produttori australiani.

produttori di aglio, con una quota pari al 50% dell’intera produzione comunitaria. García Tejerina ha ricordato che la produzione spagnola si concentra soprattutto nelle aree attorno ai Comuni di Las Pedroñeras e Cuenca, nella Comunità Autonoma diCastiglia-La Mancia, nonché ai Comuni di Montalban e Santaella nella Provincia di Cordova. Questi sono luoghi "dove l'aglio non è solo la principale fonte di reddito, ma è anche parte integrante della cultura locale", ha aggiunto il segretario generale. L’importanza che tale coltura ha per l’itero paese iberico, in termini di produzione e commercializzazione in un contesto internazionale, giustifica l’organizzazione del primo Congresso Mondiale proprio a Madrid, ha spiegato García Tejerina. (c.b.)

SPAGNA

FRANCIA

Per l'aglio è il secondo Paese esportatore al mondo

Gruppo di contatto con il Marocco per l’ortofrutta

CALIFORNIA

Mandorle a prezzi record a causa di una terribile siccità

La peggior siccità di sempre sta mettendo a dura prova i frutteti della California, in particolare i mandorli. Anche scavando nuovi pozzi, l’acqua a disposizione lo scorso anno è risultata largamente insufficiente e le stime dei maggiori produttori locali sostengono che il raccolto quest’anno 54

www.corriereortofrutticolo.it

Con 65 mila tonnellate annue distribuite sui mercati internazionali, la Spagna è al secondo posto nella classifica mondiale dei Paesi esportatori di aglio (dopo la Cina). Ad affermarlo è il segretario generale per l'agricoltura, Isabel García Tejerina (nella foto), durante il suo intervento al Primo Congresso Mondiale dell’Aglio, svoltosi a Madrid. Nel sottolineare l’importanza socio-economica del settore per il Paese, il sottosegretario spagnolo ha riferito che i dati di produzione parlano di volumi pari a 140 mila tonnellate. Un quantitativo che pone la Spagna al primo posto tra i paesi UE

Un gruppo di contatto tra Francia e Marocco per l'ortofrutta. I due Paesi lo hanno deciso durante la prima riunione del comitato misto franco-marocchino tenutasi a Parigi a metà febbraio alla presenza anche dei rispettivi ministri dell'agricoltura, Stéphane Le Foll per la Francia e Aziz Akhannouch per il Marocco. Il nuovo organismo avrà l'obiettivo di favorire le relazioni commerciali e la cooperazione tra Francia e Marocco.

PERÙ

La produzione di mango prevista in crescita del 40 per cento Prevista in crescita del 40% la produzione di mango in Perù per la stagione 2013-2014. Secondo l'Associazione Apem, le esportazioni sono arrivate a 140 mila tonnellate a metà marzo. M a r z o

2014


SCHEDA PRODOTTO

CorriereOrtofrutticolo

KIWI

Torna il sereno per il kiwi, vendite positive

S

Emanuele Zanini

"La campagna commerciale del kiwi - commenta Elisa Macchi (nella foto sotto), direttore di CSO si sta svolgendo in modo positivo per tutti i Paesi dell'emisfero nord. Le produzioni contenute, al di sotto del potenziale, associate ad una forte e maggiore propensione e capacità di esportazione, stanno posizionando il mercato su buoni livelli di prezzo. Non solo l'Italia infatti - continua Macchi - ha presentato una produzione al di sotto del potenziale produttivo, ma anche la produzione della Grecia è stata inferiore di oltre il 30% rispetto all' anno precedente". Le vendite di kiwi risultano regolari in tutto l'Emisfero Nord e per quanto riguarda la Grecia i produttori più organizzati dichiarano di aver venduto il 50% del prodotto, mentre i più piccoli, privi di impianti di conservazione, hanno evaso a febbraio circa il 70% di offerta. M A R Z O

2014

numero 3 del 2014

Annata con buone prospettive per il kiwi italiano. La stagione 2013-2014, che probabilmente si chiuderà anche quest’anno a maggio, dovrebbe dare risultati incoraggianti ai principali produttori, anche grazie a una produzione lontana dai picchi produttivi degli anni scorsi. La conferma che quest’anno dovrebbe dare una certa soddisfazione in termini di vendite e remunerazione è arrivata anche dalla riunione dell’Iko, International Kiwifruit Organization, a Fruit Logistica per fare il punto sulla situazione del comparto. All’incontro, coordinato da CSO, Centro Servizi Ortofrutticoli di Ferrara, erano presenti le delegazioni di Italia, Nuova Zelanda, Cile, Francia, Spagna e Grecia.

Le produzioni contenute e l’accresciuta capacità di esportazione sono state il presupposto di una campagna promettente. La parola a Elisa Macchi, direttore del CSO, e a Patrizio Neri, presidente del Consorzio KiwiGold

Per quanto riguarda l'Emisfero Sud, il Cile, a causa di diverse e devastanti gelate, dovrebbe presentare una produzione inferiore del 60% rispetto alla passata stagione, mentre per la Nuova Zelanda è attesa una produzione di circa 260 mila tonnellate di Hayward, su livelli molto simili a

quelli dell'anno scorso e si stimano circa 50 mila tonnellate di kiwi a polpa gialla, contro le 30 mila tonnellate del 2013, grazie soprattutto ai nuovi impianti della varietà G3 in sostituzione delle varietà gialle colpite dalla batteriosi, PSA. Ma anche su quest’ultimo fronte arrivano notizie confortanti: infatti nel 2013 il batterio è stato meno virulento rispetto all'anno precedente, pur in condizioni climatiche non dissimili durante l'inverno e la primavera. Gli estirpi sistematici delle piante malate associati all'applicazione di corrette prassi di prevenzione, hanno permesso di contenere la diffusione della malattia. Questo a conferma della stretta e buona comunicazione fra i ricercatori e i tecnici dei Pae55


C

M

Y

M

Y

Y

Y

K


CorriereOrtofrutticolo

Una rendita di oltre 40 mila dollari per ettaro, la migliore degli ultimi 10 anni. È questo il payout dei produttori di Zespri per la stagione 2013. Un’annata eccellente, i cui risultati sono stati resi noti a febbraio dall’amministratore delegato della società neozelandese, Lain Jager. Jager ha sottolineato che, sebbene i ritorni migliori siano ad appannaggio dei produttori di kiwi verde, anche il prezzo della varietà gold è molto buono: circa 12,60 dollari a cassetta. Il problema per i coltivatori della varietà gialla è però dovuto ai minori volumi realizzati; questa cultivar infatti è maggiormente vulnerabile alla malattia della PSA-V e i quantitativi prodotti ne hanno risentito fortemente. L’AD di Zespri ha però anticipato che per la stagione 2014, che si aprirà tra breve, si prevedono volumi in ripresa per questa cultivar grazie all’aumento dei quantitativi relativi alla nuova varietà G3, dai 2 milioni di cartoni dello scorso anno si passerà a circa 9,5 milioni. In generale, ha aggiunto Jager, si potrà contare su una produzione di buona qualità. Un ottimismo più che fondato, basato sulla garanzia dell’entrata in produzione di nuove piante Hort16A di kiwi gold, le cui piantagioni erano state precedentemente decimate proprio dalla PSA-V. Per quanto riguarda la stagione del kiwi italiano, Zespri ha un obiettivo di vendita equivalente ad un milione di vassoi convenzionali origine Nuova Zelanda. Al fine di offrire tutto l'anno il meglio del kiwi, Zespri® ha messo a punto un sistema di qualità a livello internazionale che garantisce uno standard costante ed elevato della produzione dei kiwi dei due emisferi, Nuova Zelanda e Italia. Ogni singolo frutto viene selezionato e monitorato, dalla produzione al confezionamento, attraverso disciplinari molto rigidi che ne assicurano elevate qualità organolettiche tutto l'anno. Per rispondere, inoltre, alle esigenze di sicurezza alimentare e di rispetto dell'ambiente da parte dei consumatori, tutti i produttori Zespri® sono certificati GLOBALGAP. La presenza a scaffale del prodotto durante tutto l'anno permette così di soddisfare e fidelizzare il consumatore e consolidare il brand attraverso attività di marketing ad alto valore aggiunto. Sul mercato italiano, Zespri® continua, infatti, a coinvolgere direttamente il trade con attività promozionali ideate ad hoc per veicolare i valori del brand e supportare le vendite nei luoghi di acquisto. Novità della campagna invernale è la referenza vassoio 4 frutti, inserita per aiutare il consumatore nel gestire meglio le quantità acquistate e al contempo creare valore per il retail.

numero 3 del 2014

Sul buon andamento della stagione una conferma arriva anche da Patrizio Neri, presidente del Consorzio KiwiGold. “Il kiwi si sta dimostrando il prodotto principe di questo inverno. Le vendite sono interessanti. Dall’inizio del 2014 il prodotto si sta sempre più concentrando in mano a poche imprese, quelle maggiormente strutturate, che in questo modo potranno gestire meglio le vendite in questa seconda parte della stagione”. Secondo Neri, infatti, le sorti del mercato si decidono sempre di più da gennaio in poi. Nei primi mesi di commercializzazione le piccole aziende esauriscono piuttosto velocemente il prodotto. Poi entrano in gioco i grandi player. “A inizio campagna l’apertura sempre più ampia sull’Asia permette di non spingere eccessivamente sull’Europa con un prodotto non ancora pronto al cento per cento per i mercati. Anche perché a inizio campagna l’aggressività della Grecia è notevole. Tale fenomeno, non legato a fattori produttivi, si è registrato già l’anno scorso e si è confermato quest’anno”. Le potenzialità del mercato asiatico rimangono elevate, “ma non tutte le imprese se la giocano bene. Per sfondare sull’Oltremare però – sottolinea Neri – serve andare uniti, con un brand riconosciuto come “Made in Italy” e un prodotto di alta qualità che deve precludere raccolte anticipate e grado brix basso. Invece a volte vediamo aziende che fanno partire i propri kiwi per l’Asia ad agosto. Non ha senso. Queste realtà danneggiano non solo loro stesse ma l’intero settore italiano, la cui immagine nel mondo, in questo modo, può venire così demolita”.

Zespri brinda a un 2013 remunerativo e si prepara a positivi risultati per il 2014

S

KIWI

si che hanno lavorato attorno al problema. Naturalmente è importante continuare la ricerca, finalizzata sia alla prevenzione che all'ipotesi di cura della malattia ma soprattutto alla scoperta di nuove varietà tolleranti o resistenti.

SCHEDA PRODOTTO

emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it M A R Z O

2014

57


numero 3 del 2014

KIWI

S

58

SCHEDA PRODOTTO

CorriereOrtofrutticolo

Stagione “no” in Cile C’è l’intesa con l’Italia A seguito dell’ondata di gelo eccezionale che ha colpito il Cile lo scorso settembre, il Chilean Kiwifruit Commitee (CKC) aveva ridotto del 40% i quantitativi di produzione previsti per il 2014; recentemente però la stima è stata rivista in positivo. In concomitanza con l’inizio della raccolta, nei primi giorni di marzo, le aspettative in termini di volume sono cresciute di oltre cinque punti percentuali. Il nuovo aggiornamento parla di una perdita prevista di circa il 54,5% del raccolto: il Comitato ritiene che la produzione raggiungerà le 99.190 tonnellate, per un totale di 9,9 milioni di cartoni. "Come già espresso in precedenza, noi del Comitato siamo sicuri che l'industria cilena del kiwi sarà in grado di affrontare la stagione in modo intelligente, attraverso una gestione ben coordinata delle spedizioni ai diversi mercati di destinazione", ha dichiarato il presidente Carlos Cruzat nella relazione pre-raccolta . I controlli effettuati nell’ambito di un programma di monitoraggio degli impianti hanno riscontrato tassi dei parametri migliori rispetto a quelli rilevati nello stesso periodo dello scorso anno, portando il Comitato a parlare di "eccellente qualità" del prodotto in termini di shelf-life e di sapore. Tuttavia è ancora presto per valutare i reali danni causati dal gelo. Per questo motivo, Cruzat ha ammesso di sperare in prezzi significativamente più alti rispetto alla scorsa stagione, sempre che la qualità dei frutti resti tale. Il presidente ha inoltre invitato i produttori a confezionare e mandare sul mercato solo kiwi di alta qualità. "I prezzi - ha avvertito - soffrirebbero molto se la qualità del frutto non corrispondesse alle aspettative degli importatori. I produttori e gli spedizionieri

L’italiano Alessandro Fornari e il cileno Carlos Cruzat

hanno la responsabilità di assicurare che tutto il prodotto confezionato come categoria 1 risponda effettivamente ai requisiti richiesti”. Infine, il presidente Cruzat ha rivelato la messa a punto di un nuovo sistema per la rilevazione precoce della presenza di PSA. Il modello, realizzato dalla Foundation for Agricultural Innovation (FIA) in collaborazione con il CKC, permette ai produttori di misurare il livello di rischio associato al proprio impianto in funzione di numerosi fattori e dunque consente loro di adottare le opportune misure di prevenzione. Il sistema, ha confermato Cruzat, darà ai coltivatori una visione più chiara di ciò che causa la malattia nelle diverse zone di produzione. Il Paese sudamericano conferma inoltre il proprio approccio internazionale con l’accordo sviluppato con l’Italia e siglato ufficialmente a Fruit Logistica. L’accordo tra i due Paesi si pone come obiettivo quello di aumentare i consumi di kiwi nel mondo e potenziare le esportazioni dei rispettivi paesi. Il patto è stato firmato da Alessandro Fornari, presidente di Kiwi Fruit of Italy, e Carlos Cruzat, presidente del Chilean Kiwifruit Committee (CKC). L’intesa consentirà di consolidare

la presenza sui mercati internazionali, che richiedono sempre più un prodotto di alta qualità. “Grazie a questo accordo, infatti, – ha dichiarato Fornari – Italia e Cile, rispettivamente primo e terzo produttore di kiwi, potranno condividere conoscenze, informazioni e competenze per offrire le risposte migliori alle esigenze dei clienti di tutto il mondo”. "Condizioni dei terreni e andamento climatico sono molto diversi – hanno aggiunto Fornari e Cruzat – ma entrambi i Paesi hanno sfide ed opportunità comuni e la collaborazione reciproca potrà consentire di migliorare ulteriormente qualità e potenzialità del nostro kiwi”. A tale proposito, i soci di entrambe le organizzazioni hanno aderito ad appositi protocolli che tengono conto delle differenze nelle condizioni naturali in cui vengono coltivati i frutti. “Dal punto di vista commerciale – hanno sottolineato Fornari e Cruzat – i due Paesi vantano una presenza consolidata in diversi mercati internazionali e potranno contare sull’esperienza e le competenze acquisite in tanti anni vissuti come leader del settore.In particolare, l’Italia è il maggiore esportatore di kiwi al mondo e, tradizionalmente, detiene il record delle vendite anche in Europa, mentre il Cile opera in posizione di forza nelle Americhe e nel Sud Est Asiatico”. “Lavoreremo insieme ai nostri produttori ed esportatori, che comunque rimangono i venditori dei kiwi, per migliorare le relazioni in tutto il mondo e sostenere i consumi con apposite iniziative di sensibilizzazione e promozione volte a ottimizzare il nostro grande potenziale” ha dichiarato il presidente del Chilean Kiwifruit Committee, Carlos Cruzat. "In sintesi" hanno concluso Fornari e Cruzat, "desideriamo lanciare nel mondo un messaggio forte e chiaro: abbiamo siglato un accordo che garantirà partners affidabili per la fornitura di kiwi dagli elevati contenuti”. (c.b.- e.z.) M a r z o

2014


SCHEDA PRODOTTO

CorriereOrtofrutticolo

Emanuele Zanini

Per le principali aziende italiane i risultati sono incoraggianti. Per Ortofruit Italia, organizzazione di produttori ortofrutticoli di Saluzzo (Cuneo), per esempio, il comparto dei berries ormai rappresenta una fetta significativa del proprio business. Dei 25 milioni di fatturato 4 sono realizzati dalle vendite di lamponi, mirtilli, ribes e more; il rimanente se lo suddividono oltre alle fragole, mele, kiwi, drupacee e ortaggi. Il buon andamento produttivo e commerciale del 2013 si sta confermando anche quest’anno, su cui l’impresa piemontese si dice piuttosto ottimista. L’azienda cuneese, che commercializza i berries per l’80% in Italia e per il restante 20% tra Regno Unito e Germania, ha avuto una grossa crescita a livello quantitativo in particolare su lamponi e mirtilli. M A R Z O

2014

Il comparto dei berries viaggia in controtendenza e le aziende si organizzano per crescere ancora

butive”. Specialmente in Piemonte non è escluso infatti che nei prossimi anni ci possa essere una vera esplosione delle produzioni, visto che molte aziende produttrici di kiwi, scottate dal fenomeno

I prezzi sono stabili ma su livelli medio-alti, remunerativi anche per i produttori. Le vendite sono andate a gonfie vele, sostenute anche da varietà con una lunga shelf life.

della batteriosi, stanno in parte riconvertendo le coltivazioni con i frutti di bosco. È ancora presto per avere chiaro lo scenario dei prossimi anni. Ma il messaggio è chiaro: chi si ferma ora rischia di rimanere al palo. La parola d’ordine per rimanere competitivi è “innovazione varietale” su tutte le varietà: dal lampone al mirtillo, dalla mora al ribes.

“Il trend è in crescita – afferma Carlo Manzo, direttore di Ortofruit -. L’importante ora è gestire al meglio questa espansione. Nei prossimi due-tre anni sarà perciò fondamentale giocare d’anticipo sviluppando importanti ed efficaci piani commerciali, in Italia e all’estero, con le catene distri-

numero 3 del 2014

La marcia dei piccoli frutti prosegue, senza grandi intoppi. Nonostante la crisi economica generale che sta alla base del progressivo calo dei consumi anche dell'ortofrutta, il comparto dei berries non sembra sentire più di tanto gli effetti della congiuntura. I piccoli frutti rappresentano ancora una nicchia di mercato – almeno fino ad un certo punto – che, anno dopo anno sta aumentando il proprio peso nel mondo ortofrutticolo, grazie anche ad un crescente interesse da parte dei consumatori. Solo per fare un esempio, basti pensare che il lampone, principale cultivar del settore, nel 2006 veniva coltivato in Italia su una superficie di 233 ettari, per una produzione di 17.328 quintali, mentre nel 2011 la superficie era cresciuta a 293 ettari e la produzione a 22.492 quintali (fonte Istat).

PICCOLI FRUTTI

Piccoli frutti, è quasi-boom per consumi e vendite

S

Più che positivo l’andamento generale anche per Garden Frutta, azienda veronese, specializzata 59


numero 3 del 2014

PICCOLI FRUTTI

S

60

SCHEDA PRODOTTO

CorriereOrtofrutticolo

Avvio incoraggiante per Berryway il network piemontese-spagnolo Primi risultati incoraggianti per Berryway Group, il network internazionale di produttori, in grado di garantire berries – piccoli frutti e fragole – per 365 giorni all’anno. La nuova compagine, formata da tre importanti aziende europee (le piemontesi Op Ortofruit Italia e Rk Growers, e la spagnola Surexport di Huelva) e partita da pochi mesi, è nata con l’obiettivo di creare una rete commerciale unificata a partire da una filiera di produzione geo- integrata, valorizzando tipicità e stagionalità dei singoli territori coinvolti con il lancio di nuove varietà. La mission che si propone il neonato gruppo di produttori è puntare su innovazione esclusiva nelle varietà, portare avanti produzioni di eccellenza, tracciabilità nella filiera, efficacia nella distribuzione, continuità nella fornitura, creatività nel branding, efficienza nella logistica, assicurando così freschezza, tipicità e sicurezza del prodotto finale. Il modello imprenditoriale sviluppato intende inoltre favorire un rapporto diretto tra produzione e commercializzazione, dalla gdo, ai grossisti. “L’intenzione – spiega Romualdo Riva, in rappresentanza di Berryway per Ortofruit – è quella di proporsi al mercato italiano non tanto come semplici importatori ma come produttori in grado di fornire la distribuzione 12 mesi l’anno. La filosofia del nostro progetto – aggiunge Riva – è piaciuta a molte catene della gdo che infatti iniziano a credere fortemente nel nostro network”. L’innovazione varietale è uno dei punti cruciali del lavoro che sta dietro a Berryway:

“La nostra sfida è creare varietà dalla lunga shelf life mantenendo ovviamente ad alto livello la qualità dei prodotti”, afferma Riva. Rinnovamento varietale e selezioni proseguono a ritmo serrato su tutte le referenze, a partire dai lamponi, su cui sono previsti nuovi impianti con nuove varietà. Ad oggi le produzioni di lampone si alternano tra Spagna, da novembre a maggio, e Italia, da maggio a novembre. Per quanto riguarda i mirtilli, invece, le produzioni iberiche si concentrano nella primavera

per lasciare spazio da giugno a ottobre a quelle del Belpaese. In controstagione, da novembre a gennaio-febbraio, ci si sposta invece in Argentina, Uruguay e Cile. Discorso simile per le more: da novembre a gennaio-febbraio si sfruttano le produzioni di Messico e Guatemala, da marzo a maggio quelle spagnole, da giugno a ottobre quelle italiane. Per il ribes le produzioni si concentrano nel periodo estivo e di inizio autunno in Italia. Per le fragole, infine, per i primi cinque mesi dell’anno è ancora la Spagna a fornire i prodotto, mentre per la seconda parte dell’anno ci pensa nuovamente l’Italia. “Il sistema che abbiamo creato ci sta dando già le prime importanti soddisfazioni in termini di vendite e di contatti commerciali. Il nostro obiettivo – conclude Riva – è chiudere il primo anno di attività a 1 milioni di euro”. (e.z.)

nella produzione e commercializzazione di piccoli frutti, ma a cui si aggiungono altre referenze tra cui la frutta esotica. Il 2013 è stato chiuso con un fatturato di 26 milioni di euro, 5 milioni in più di quello dell’anno precedente. I volumi di ortofrutta sviluppati l’anno scorso hanno toccato le 8 mila tonnellate, di cui 4.800 (nel 2012 erano 3.900 tons) tra fragole (l’80%) e gli altri berries e poco più di 3 mila tons di frutta esotica, aromi, spezie e funghi. Grazie alle importazioni dall’America - Messico e Uruguay per le more e i lamponi, Cile, Argentina, Perù e Uruguay per i mirtilli - Garden Frutta riesce a commercializzare i frutti di bosco per 12 mesi all’anno, ed esportando tra il 15 e il 20% dei prodotti, soprattutto tra maggio e ottobre. "Abbiamo chiuso il 2013 in maniera più che positiva – spiega Stefano Gatto, uno dei referenti commerciali dell’impresa scaligera – sia a livello produttivo che per remunerazione per i soci produttori ottenuta grazie anche a prezzi di vendita più che soddisfacenti. Per quest’anno puntiamo a consolidare il rapporto di fiducia instaurato con i clienti italiani ed esteri e, anche attraverso l’innovazione, incrementare i servizi per dare un ulteriore valore aggiunto”. Il gruppo veronese ha da poco scommesso anche sulla frutta esotica, commercializzando mango, papaya, ananas, lime, ginger e altre referenze provenienti da Santo Domingo e altri Paesi limitrofi via aereo, attraverso il proprio brand “olè”. Ma non è tutto. Per gestire le forti previsioni di crescita produttiva e gestire al meglio i diversi progetti in corso tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 verrà aperto un nuovo magazzino su un’area di 5 mila metri quadri con celle frigorifere e sale di lavorazione che consentirà all’impresa di espandersi ulteriormente e rimanere competitiva.

M a r z o

2014


SCHEDA PRODOTTO

CorriereOrtofrutticolo

Carlo Manzo, direttore di Ortofruit e Stefano Gatto di Garden Frutta

coli frutti ha superato come volume d’affari 1,5 miliardi di euro. Gli spazi per crescere anche in Italia ci sono. Le opportunità pure. Serve però un approccio diverso, a partire dai buyer della grande distribuzione che devono credere maggiormente in questi prodotti”. emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it

3 6 5 g io r ni

the

d i fra g o le e p ic c o li fr u tt i

best berries are on our way

numero 3 del 2014

tica di category management che porti anche a una vera segmentazione dell’offerta delle diverse referenze con un target di prezzo specifico per ogni prodotto. In questo modo si potrebbero intercettare nuove fasce di consumatori. Le potenzialità sono enormi. Basti pensare che nel Regno Unito il comparto dei pic-

PICCOLI FRUTTI

Segno «più» anche per il Consorzio Piccoli Frutti, conosciuto con il marchio Aurora Fruit, che ogni anno commercializza tra gli 8 e i 9 mila quintali di berries (importati i contro stagione dal Sud America, dal Marocco e dal Sud Africa) e 20 mila quintali di fragole, indirizzando i prodotti per un terzo all’estero (Germania e Regno Unito). Il 2013, nonostante la primavera piovosa che ha creato qualche problema di impollinazione ai mirtilli che hanno avuto un calo del 30% della produzioni controbilanciato da prezzi sostenuti, si è chiuso positivamente. “I consumi sono in crescita – sostiene Luciano Mattivi, a capo del consorzio veronese. - Il trend si è sviluppato nei Paesi del Nord Europa ed ora si sta allargando anche da noi. Tuttavia, gli spazi dedicati ai piccoli frutti sugli scaffali dei supermercati italiani sono ancora limitati. Per sfondare servirebbe una poli-

S

surexport Sede legale - Piattaforma logistica - Centro lavorazione e conservazione: Via Beinette, 6 • 12016 Peveragno (CN) Italy Contacts: +39 334 3220653 (R. Riva) • +39 348 7822078 (C. Lingua) • info@berrywaygroup.eu • www.berrywaygroup.eu

M A R Z O

2014

61


Varietà & mercato

CorriereOrtofrutticolo

Clery, Nabila e Rania: le fragole made in Italy del prossimo futuro Pietro Barbieri Clery, Nabila e Rania. Donne belle e affascinanti, come qualcuno potrebbe pensare? No, sono invece i nomi di tre varietà di fragola che stanno riscuotendo grande interesse presso i produttori e i consumatori italiani ed europei. Si tratta di cultivar che presentano caratteristiche innovative assai interessanti rispetto ad altre presenti da tempo sul mercato, figlie di un unico programma di breeding del Consorzio Italiano Vivaisti (Civ), che lavora su varietà adatte a climi continentali (Clery) e mediterranei (Rania e Nabila), così come le rifiorenti. “Oltre che su varietà destinate al mercato del fresco – afferma Marica Soattin, direttore generale del Consorzio – siamo impegnati anche su cultivar specifiche per la trasformazione industriale. I punti cardine del nostro programma di breeding si basano sul miglioramento della qualità dei frutti, delle caratteristiche produttive e della sostenibilità, favorendo la selezione di varietà con naturali resistenze alle più diffuse malattie associate a una elevata adattabilità a diversi ambienti di coltivazione”. Elemento di forza del Civ è la possibilità di testare le nuove varietà in diversi climi e ambienti, grazie alla collaborazione con istituti di ricerca pubblici e privati, nazionali e internazionali. Ma, fattore altrettanto importante, è la grande capacità di diffusione delle novità attraverso la rete vendita dei due soci fondatori del Consorzio, Vivai Mazzoni e Vivai Salvi, che vantano una storica esperienza nel settore della fragola in tutta Europa e nel bacino del Mediterraneo. Quali sono allora le caratteristiche che contraddistinguono Clery, Nabila e Rania dalle altre 62

www.corriereortofrutticolo.it

Marica Soattin, direttrice CIV

varietà? Vediamole brevemente. Innanzitutto diciamo che, ognuna per i propri climi, sono tutte cultivar che ben si adattano alla coltivazione in Italia. Clery, inoltre, è la varietà precoce di riferimento nel Nord Europa, dove è coltivata con diverse tecniche e diverse tipologie di piante, in particolare in Francia, Germania, Belgio, Svizzera e in tutto il resto dell’Europa settentrionale, così come in Canada. Sta assumendo grossa rilevanza anche nelle zone emergenti dell’Europa orientale. È una varietà ad alto fabbisogno di freddo. La pianta è di vigore medio-forte, con produttività elevata. Varietà precocissima, che si distingue per un’ottima combinazione di caratteristiche produttive, commerciali e gustative, si adatta molto bene alla coltivazione con piante in vasetto e consente tecniche agronomiche a basso impatto ambientale, in quanto dotata di buon vigore e rusticità. Il frutto è di ottima presentazione per la regolarità della forma e la brillantezza dell’epidermide, e si caratterizza per qualità gusta-

tive elevate, con profumo e aroma intensi. “In termini di ettari investiti a coltura – precisa Soattin - è difficile fare una quantificazione, perché le densità di impianto sono diverse (vanno dalle alte densità in serra e in coltura idroponica, a quelle più standard al suolo in Germania). Approssimativamente vengono piantate circa 90 milioni di piante l’anno. Il successo è legato alla precocità, unita alla qualità del frutto e alla capacità della pianta di adattarsi alle diverse tecniche colturali che esaltano appunto la precocità. Anche i mercati ormai riconoscono e apprezzano questa varietà, che è sempre più richiesta e mostra un trend di crescita assai incoraggiante”. Nabila è anch’essa una cultivar precoce, ma con basso fabbisogno in freddo e quindi adatta ai climi mediterranei, caratterizzata da forte regolarità e bellezza del frutto, ottimo sapore e precocità di epoca di raccolta. La pianta è rustica, dotata di notevole tolleranza alle malattie sia radicali che fogliari. Presenta buona adattabilità ai terreni stanchi e generalmente non necessita di disinfezione del suolo. Grazie alla vigoria e alla rusticità è molto adatta alla tecnica del ristoppio e richiede apporti nutritivi moderati. La produttività è molto elevata, superiore rispetto alle varietà standard. La raccolta è prolungata e costante. Si adatta molto bene ad essere impiegata sia come pianta fresca, sia come pianta frigoconservata, nel qual caso è in grado di fornire ottime produzioni in coltura autunnale. Il frutto si caratterizza per calibro elevato e costante e colore rosso brillante, molto attraente, che si mantiene tale, senza scurire, anche a maturazione avanzaM a r z o

2014


V

CorriereOrtofrutticolo

M a r z o

2014

VARIETÀ & MERCATO

ta. La polpa è di colore rosso uniforme, di buona consistenza, resistente alle manipolazioni. Il sapore è molto gradevole con buona componente zuccherina. Il calibro dei frutti e la struttura della pianta rendono molto agevoli le operazioni di raccolta, consentendo sensibili riduzioni dei costi di manodopera. “Questa è una varietà - dice il general manager del Consorzio nella quale crediamo molto e che ha un grande potenziale. Nella scorsa stagione la superficie adibita a coltura è stata di circa 180 ettari e mostra ottime previsioni di crescita. Rania, infine, si caratterizza per essere una pianta ad elevata rusticità e vigoria, adatta alla coltivazione in terreni difficili e stanchi, o con bassi input nutritivi. A basso fabbisogno in freddo, è una cultivar idonea ai climi mediterranei, che presenta notevole tolleranza alle malattie radicali e fogliari. Grazie alla vigoria e alla rusticità è molto adatta alla tecnica del ristoppio. La produttività è elevatissima, superiore del 20% alle varietà standard. La raccolta è prolungata e costante. Il frutto è di grossa pezzatura, conico e regolare, di bella presentazione e buone qualità gustative. Ha colore rosso vivo, che si mantiene senza scurire anche a maturazione avanzata. La polpa è di colore rosso uniforme, di forte consistenza, molto resistente alle manipolazioni. Il sapore infine è eccellente, assai dolce con ottime componenti aromatiche. “La varietà – conclude Soattin – è in coltura nelle zone del Sud Italia, in particolare nella Regione Campania, oltre che in Grecia e Marocco. Per questa stagione ne sono state prodotte circa 16 milioni di piante”. Come accennato in precedenza, tutte e tre le varietà stanno offrendo più che positivi riscontri al consumo: Clery nei principali supermercati del Nord Europa, mentre Rania e Nabila vanno consolidando il loro successo su-

gli scaffali della GDO nei Paesi del Mediterraneo così come in quelli del Nord Italia, anticipando la disponibilità di prodotto. Attività di store promotion nei punti vendita della grande distribuzione con degustazione e compilazione di brevi questionari di valutazione hanno confermato che la consistenza della polpa, soprattutto per Rania, il calibro elevato e un approccio ecofriendly nelle tecniche di coltivazione sono le caratteristiche di queste nuove varietà che ne fanno elementi distintivi agli occhi del consumatore e costituiscono un forte appeal all’acquisto.

Dall’alto, le tre varietà di fragole selezionate dal Consorzio CIV e già adottate da produttori in Italia e all’estero: Clery, Nabila e Rania www.corriereortofrutticolo.it

63


L

LETTERE Il governo non è uno stage per apprendisti Gentile Direttore, ho letto il suo editoriale sul n.1 del Corriere (“Dal km zero al costo zero”) e condivido a pieno su tutta la linea. Complimenti, certe cose per lo meno vanno dette ed anche con enfasi. Aggiungo al suo quadro una mia personale preoccupazione, ma é solo una sensazione in quanto non ho informazioni e mi posso sbagliare, sul fatto che un Ministero della delicatezza ed importanza di quello dell'Agricoltura sia affidato ad un trentacinquenne perito agrario che, per età e background, non so se possiede le capacità tecniche e relazionali necessarie per prendere subito il timone. Un'altra pecca di questa politica: la rottamazione va bene, ma siamo stanchi di chi viene messo in posti di responsabilità ed emana il solito mantra "non conosco a pieno la materia , ma mi impegnerò umilmente per imparare ecc...ecc..." Lo Stato italiano non é uno stage per apprendisti , ma necessita sempre più di gente capace e che sappia per carisma ed esperienza non subire l'abbraccio mortale dei potentissimi burocrati romani, ma comandare con sicurezza e dare le direttive. Lo stesso errore forse é stato fatto al Ministero degli esteri.... Speriamo bene! Un cordiale saluto. Francesco Cera direttore Maap Padova Caro Cera, che dire? Aspettiamo di vedere il nuovo ministro alla prova. L’età non conta nulla se c’è voglia di fare, come dimostra l’irresistibile ascesa di Matteo Renzi. Il neoministro ha annunciato un piano organico e ambizioso per l’agroalimentare italiano. Facciamogli un’apertura di credito. Ha dichiarato di voler lavorare in squadra con le Regioni; anche questo un proposito importante e di grande prospettiva. Siamo ancora nella

64

CorriereOrtofrutticolo

fase degli annunci e degli impegni verbali che registriamo per dovere di cronaca. Saranno i fatti a fare la differenza. Le cose da fare sono sotto gli occhi di tutti. Si tratta solo di metterle in fila e affrontarle una per una. Senza annunci roboanti ma con volontà e determinazione. E soprattutto lavorando “per” le imprese e “con” le imprese che sono i veri protagonisti del miracolo agroalimentare italiano. Un caro saluto Lorenzo Frassoldati

Una fiera dell’ortofrutta a Verona? A Berlino durante Fruitlogistica tra una chiacchiera e l’altra ho sentito circolare la voce su una possibile nuova iniziativa fieristica dedicata all’ortofrutta che potrebbe essere organizzata dalla Fiera di Verona nel 2015 in concomitanza con Expo. La cosa mi è parsa davvero nuova e strana perché di questo interesse veronese per il nostro settore non si era mai parlato…Sta nascendo un concorrenza casalinga a Macfrut? Voi che ne pensate? A.B., Ravenna L’abbiamo sentita anche noi questa voce, caro lettore. La voce è nuova ma non è strana perché la fiera veronese già oggi controlla

quasi il 50% del mercato fieristico dedicato all’agricoltura tra Fieragricola, Vinitaly, Sol e altro. Quindi nessuno stupore che abbia messo gli occhi su un comparto importante per giro d’affari ed export come quello dell’ortofrutta, i cui operatori già oggi si dividono tra Berlino, Macfrut e Madrid, per

citare solo gli appuntamenti più importanti. Piuttosto, conoscendo i veronesi, gente pratica, che bada al sodo (cioè al business, i soldi per intenderci) escludo che si possano buttare in un’avventura del genere senza una qualche copertura istituzionale, ad esempio della Regione Veneto, o di una importante associazione di categoria. Quanto alla concomitanza con Expo c’è già una iniziativa fieristica in campo: Fruitech Innovation alla fiera di Milano dal 19 al 23 maggio 2015 concentrata sulle tecnologie per l’ortofrutta. E, voce per voce, si sente parlare di un interesse sul settore anche da parte della fiera di Rimini, che già si era candidata ad ospitare il Macfrut qualora avesse traslocato per motivi logistici da Cesena, nell’ambito di una riorganizzazione delle fiere romagnole. Comunque al momento Macfrut non sembra destinato a lasciare Cesena: nella città romagnola si voterà a maggio e con ogni probabilità il sindaco uscente Lucchi sarà confermato. Difficile che qualcosa cambi nella macchina organizzativa di Macfrut, che è già partita con l’annuncio del salone per il 24-25-26 settembre a Cesena, un po’ in anticipo rispetto all’anno scorso. Quanto ai progetti in campo, se ne fanno tanti, uno al giorno, ma il momento è difficile, i soldi scarseggiano e la cautela è d’obbligo. Quello che possiamo auspicare è che non si inneschi una concorrenza casalinga tra fiere dello stesso settore: sarebbe davvero un autogol, un danno per tutti, farsi la guerra proprio mentre si invocano progetti unitari e la necessità di fare squadra in nome del ‘sistema Italia’. Ci manca solo una guerra commercial-fieristica fra tre regioni (Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia) per dividersi le spoglie dell’ortofrutta italiana. Così si farebbe solo l’interesse dei saloni europei già affermati, come Berlino e Madrid. Cordialità Lorenzo Frassoldati M a r z o

2014




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.