Corriere 12 Ortofrutticolo MENSILE
DI
ECONOMIA
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IN QUESTO NUMERO
IL “TECNICO” MARIO CATANIA AL MIPAAF
• 2011, bilancio in rosso Operatori preoccupati PAG.25
• Agrumi, si prospetta una campagna difficile PAG.73
Quarto Ministro, quello buono? GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 - e-mail:redazione@corriereortofrutticolo.it - Poste Italiane Spa Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR
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CHIQUITA
SANGARI
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CorriereOrtofrutticolo
✍ Lorenzo
Sono ottimista in questo fine 2011 da Frassoldati incubo, tra stangate e manovre. Sapete perché? Perché siamo con le spalle al muro e in questi frangenti gli italiani danno il meglio di sé. Sono ottimista perchè abbiamo il quarto ministro dall’inizio della legislatura, ma forse è quello buono. Un ministro che sicuramente non verrà a Berlino a parlare di Ogm o di dazi e barriere, che non verrà a Cesena a insultare i frutticoltori che protestano, che non avallerà lo scandalo delle multe sulle quote latte che un pugno di irriducibili fuorilegge non vuole pagare (facendole pagare a noi), che non affronterà la crisi della frutta estiva regalando 500.000 pesche (le hanno contate?) sulle spiagge. Diciamo pure che in questo inizio 2012 la credibilità della nostra classe politica è ai minimi storici e che il mondo agricolo, per come è stato trattato, dovrebbe stazionare in permanenza con i forconi sotto il ministero di via XX Settembre. Il sospiro di sollievo con cui è stata accolta la nomina di Mario Catania è direttamente proporzionale al sollievo di sapere che sulla poltrona che fu di Cavour non siede un altro politico, capitato lì quasi per caso o per grazia ricevuta. Il bilancio degli ultimi tre ministri ‘politici’ è presto fatto, è pari quasi a zero. Quindi ben venga il ‘tecnico’ Catania, espressione della migliore tecnocrazia interna al Ministero, grande conoscitore dei meccanismi e dossier comunitari, il negoziatore di Bruxelles che tutti i ministri volevano avere accanto quando si sedevano al tavolo del Consiglio agricolo. Almeno sa di quello di cui si parla. Catania deve far dimenticare l’evanescenza delle tre gestioni Zaia-Galan-Romano in cui il ministero dell’Agricoltura è sembrato più che altro un trampolino per ambizioni personali, senza capacità di risolvere i problemi. E non a caso si sono succedute una crisi dopo l’altra (tra cui quella, che dura tuttora, dell’ortofrutta) senza che dal livello nazionale arrivassero segnali di reazione, salvo l’apertura di non so quanti ‘tavoli’, tutti inconcludenti. Sulla carta il compito di un ministro dell’Agricoltura è semplice, essendo quasi tutte le competenze operative e gestionali affidate alle Regioni. Deve fare azioni orizzontali, di sistema, rappresentare le istanze del mondo produttivo a Bruxelles (che è la vera stanza dei bottoni in agricoltura) e dialogare con le Regioni per evitare che in questo paese si facciano 20 politiche agricole diverse, cercando una sintesi a livello nazionale e facendo da tramite col Governo-Parlamento. Ora, la mancanza di una qualsiasi politica agricola nazionale è sotto gli occhi di tutti, a meno di non considerare politica agricola il perdurante e fastidioso blabla sulla qualità e l’eccellenza del made in Italy, tanto insistente quanto ormai logoro. Un ministro dovrebbe sapere che la competizione è globale, che se non esportiamo siamo morti, che dovremmo primeggiare, o alD i c e m b r e
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meno esercitare una qualche leadership, almeno a casa nostra, cioè in quel bacino del Mediterraneo che fu ‘mare nostrum’. Invece gli unici due ministri che sono riusciti a guardare al di fuori dei confini nazionali, impostando quella politica di ‘Green corridor’ verso la sponda sud del Mediterraneo tanto lungimirante quanto poi trascurata dai loro successori, sono stati De Castro e Alemanno. Poi niente, stop, il buio oltre le mura di via XX settembre. La sostanziale irrilevanza politica del ministero agricolo è emersa con tutta evidenza al momento della formazione del governo tecnico “di impegno nazionale” di Mario Monti. L’Agricoltura non era neppure citata tra i 12 ministeri da assegnare. Poi l’ampliamento del numero di dicasteri e l’azione di lobby convergente delle varie forze politiche, sindacali ed economiche legare al mondo agricolo ha portato alla scelta rigorosamente tecnica di Catania, dopo una ridda di nomi buttati sul piatto (l’ex presidente di Confagricoltura, Vecchioni o l’attuale segretario economico della Coldiretti, Castiglione) senza molte speranze. Anche qui la saggezza di Napolitano ha operato per il meglio, magari con l’aggiunta di un qualche suggerimento piovuto da Bruxelles (De Castro?) circa la delicatezza del momento in cui inizia una riforma epocale della Pac che vede, guarda caso, l’Italia partire con forti penalizzazioni. L’Italia si gioca miliardi di euro, insomma non si può scherzare. Ecco la necessità di un tecnico con un curriculum ineccepibile come Catania. E che conosce bene il dossier ortofrutta, e che non crede - come qualche suo predecessore - che i problemi di un grande comparto economico come l’ortofrutta si risolvono col chilometro zero o le bancarelle nelle piazze. Sarebbe ora che sullo scacchiere agricolo, al posto delle ‘baruffe chiozzotte’ tra organizzazioni professionali e col mondo cooperativo, ci si occupasse della competitività delle imprese, dei fattori produttivi, del costo del lavoro, della necessità di crescere, di esportare, di conquistare nuovi mercati, di costruire rapporti più equilibrati con la Gdo. Questo è il compito della politica, finora totalmente disatteso. Detto questo, Buon 2012 a tutti, ne abbiamo davvero bisogno. lorenzo.frassoldati@corriereortofrutticolo.it
EDITORIALE
Tutto va male, siate ottimisti
PUNTASPILLI AL MINISTERO AGRICOLO CI VA L’INGEGNERE Peccato. L’equivoco ai limiti del ridicolo tra Franco Braga, ingegnere e docente di tecnica delle costruzioni, e Francesco Braga, agronomo e docente di economia agroalimentare, su chi dei due fosse il nuovo Sottosegretario all'Agricoltura ha rovinato il profilo tecnico ritrovato, con sospiro di tutti, dal ministero agricolo. L’omonimia è alla base di tutto, è stato spiegato. Però alla fine all’Agricoltura è finito l’ingegnere esperto di questioni sismiche. Forse è al posto giusto: coi terremoti che sono in arrivo… *
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Bilancio 2011: il settore in rosso PAG.25
Mercati di Verona e Padova a Kiev PAG.40
RUBRICHE
delle cucurbitacee, manuale Orto wic
EDITORIALE Quarto Ministro, quello buono?
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Valore aggiunto agricolo, Italia meglio di Francia, Germania, Spagna, Inghilterra 23
BORSINO DELL’ORTOFRUTTA Scarpellni, Caat, Sogemi, Cernigliaro
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LOGISTICA Il “riutilizzabile” non si ferma
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E la filiera “tecnologica” nel 2011 ha continuato la corsa
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Piattaforma intermodale cesenate, c’è l’accordo: si lavora sul progetto
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Logistica flash
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DISTRIBUZIONE Vendite al dettaglio in calo Confcommercio: è recessione
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I 20 anni di Cedi Sisa Centro Nord
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BIOLOGICO NEWS Innovazione, promozione, brand: il biologico studia come consacrarsi
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Biologico flash
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CONTROEDITORIALE Pera, si volti pagina. In fretta
GENTE & FATTI Il “fil rouge” di Modì: tra arte e cultura la mela di pianura cerca sbocchi… 12 Frutta nelle Scuole, assegnati i lotti 7 milioni di confezioni a 220 mila alunni 13 Celebrità incoronate con il radicchio d’oro
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Profilo Corriere Ortofrutticolo si è affermato come rivista “di filiera” del settore ortofrutticolo italiano. La rivista collega chi produce, chi commercializza e chi vende al pubblico, oltre ai settori connessi (dai macchinari ai trasporti). La diffusione è capillare in Italia, dove si è allargata alla grande distribuzione alimentare e al dettaglio organizzato. Il Corriere Ortofrutticolo è un formidabile, unico e specializzato strumento di raccordo e di informazione per l’intero settore. È presente a fiere in Italia e all’estero dove è diffuso a indirizzi specializzati di oltre 30 nazioni.
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Nutrienti, salubri, anti-invecchiamento: piccoli frutti quintessenza di benessere 15 NOTIZIARIO L’agricoltura italiana? Fuori dalla portata dei giovani
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La Ue stanzia un milione di euro per il programma indigenti 2012-2013
16
Produzione integrata, nuovo marchio e metodo unico
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Asparago di Bassano, siglata la “pace” tra Consorzi
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L’Emilia-Romagna finanzia otto progetti di ricerca sull’ortofrutta
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Carota del Fucino sul piede di guerra: «Disciplinare Igp da rivedere»
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Trentini a Varsavia: «Promozione essenziale per export e consumi»
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Escherichia Coli, l’Italia deve restituire 19 milioni di euro
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Prevenzione e difesa
ATTUALITÀ In copertina - Bilancio di un anno Ortofrutta… a pezzi?
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L’ELENCO DEGLI AGRYPACK CHIQUITA CONSERVE ITALIA CONSORZIO ZAI CORSI CPR SYSTEM DE RUITER GF GROUP IFCO KANZI LA COSTIERA MONSANTO NETPACK
pagina 29 pagina 1 pagina 50 pagina 43 pagina 47 copertina I pagina 65 pagina 4-5 pagina 17 pagina 9 pagina 27 pagina 21 pagina 55
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Ortofrutticolo
M O N T H LY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET
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Igp all’aglio cinese, sale la protesta PAG.48
Mercabarna forma gli operatori
In copertina - Bilancio di un anno Fruitimprese: la crisi è arrivata. Bisogna raggiungere nuovi mercati 26
Piemonte, fondi per le estirpazioni Dal 2012 impianti controllati
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Delegazione cinese a Noicàttaro per “capire” i segreti dell’uva
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Igp all’aglio cinese, l’ira italiana: «Uno smacco, reagiamo unendoci»
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Radicchio, prezzi elevati per le varietà pregiate
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Il fico d’India non conosce frontiere
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Macfrut 2012 ancora a Cesena Anticipato a fine settembre
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Attualità flash
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In copertina - Bilancio di un anno Unaproa: margini al lumicino, ma almeno lievitano le aggregazioni In copertina - Bilancio di un anno Bruni: integrazione, innovazione, internazionalizzazione.
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In copertina - Bilancio di un anno Il settore visto da chi offre servizi: Italia sempre meno competitiva 31 Primo piano - Governo Monti «Tempi certi nei pagamenti, sostegno all’export e alle imprese»
Proficua “missione Ucraina” per i Mercati di Verona e Padova 40 Cooperazione tra rischi e chances La “fotografia” di Terremerse
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Tutto automatico
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Granny per l’estero
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INSERZIONISTI
SYNGENTA ULMA UNITEC VALFRUTTA FRESCO VILMORIN VOG
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pagina 19 copertinaIII copertina II pagina 75 copertina I pagina 2 pagina22-24 copertina I pagina 73 pagina 32 pagina 34 copertinaIV
MONDO Mercabarna in… forma
NEL PROSSIMO NUMERO NEL PROSSIMO NUMERO ☛ Radicchi e insalate
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Primo piano - Governo Monti Il Ministro Catania: troppo asimmetrie in filiera. Regioni essenziali 37
NUNHEMS ORANFRIZER ORTI DI GIULIETTA ROSARIA SANGARI
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Sul prossimo numero del Corriere, nella Scheda prodotto, interviste agli operatori per tirare le somme e capire qual è il trend produttivo e commerciale di radicchi e insalate, tra le punte di diamante della produzione orticola nazionale.
☛ Focus sul biologico Il processo di crescita prosegue, ma sono molte le problematiche che l’accompagnano. Sul prossimo numero approfondimento con gli ultimi dati, le tendenze del mercato e le riflessioni di chi conosce a fondo il pianeta “organic”
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☛ Campagna agrumi
Spagna, interprofessione con le mani legate
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Russia nella World trade organization Dazi ridotti per alcuni ortofrutticoli
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Mele, Austria sempre più autonoma
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Mondo flash
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Aggiornamento dell’andamento della campagna agrumi in Italia e in Spagna, con un focus sulle criticità che spesso si riscontrano nella commercializzazione del prodotto nazionale nella distribuzione organizzata straniera
SCHEDA PRODOTTO
AGRUMI Export valvola di sfogo indispensabile per risollevare le sorti delle produzioni italiane
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I “+” e “-” dell’ortofrutta
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IL BORSINO ‘
☛ Domenico Scarpellini Chi la dura la vince. E Domenico Scarpellini, che non molla mai, ha vinto su tutta la linea. Il Macfrut 2012 non va a Rimini, resta a Cesena e si svolgerà dal 26 al 28 settembre, proprio come suggerito dall’ever green presidente di Cesena Fiera, in modo da “prendere” l’effetto-
☛ Centro Agro Alimentare di Torino È Giuliano Manolino (foto a destra) il nuovo presidente del Centro Agro Alimentare di Torino (Caat). Sostituisce Antonio Carta, presidente della Confesercenti di Torino e Provincia, che lascia dopo due mandati. L’assemblea degli azionisti pubblici e privati ha nominato poi all’unanimità anche gli altri membri del Consiglio di amministrazione che risulta composto da Ottavio Guala, in qua-
riviera e offrire a espositori e delegazioni italiane e straniere il relax dopo-fiera della Romagna balneare e by night. Sul futuro non è dato sapere ma è chiaro che Cesena venderà cara la pelle di una fiera che porta utili alle casse comunali, la qual cosa, di questi tempi, è perla rara. Decisamente su.
lità di vicepresidente e dai consiglieri Riccardo Chiabrando, Morena Sighinolfi e Mauro Rosada. Il direttore generale è Massimo Busi. Il Caat è fra i più cinque Centri Agro Alimentari italiani, con un giro d’affari di circa 550 milioni di euro, una superficie di 440 mila metri quadri, più di 100 imprese grossiste, quasi 600 mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli venduti ogni anno e una media di 80 mila accessi al mese da parte dell’utenza. Su
☛ Sogemi L’assemblea degli azionisti di Sogemi Spa, a fine novembre, ha confermato quale presidente Luigi Predeval (foto a destra) e nominato quali membri del cda Felice Besostri, Maria Teresa Broggini Moretto, Paolo Lombardi e Paolo Zinna. Predeval, dopo la conferma, ha detto tra l’altro: “La decisione del sindaco di Milano stimola ulteriormente l’impegno mio e dei miei collaboratori nel proseguire con rinnovato vigore il progetto di miglioramento dei Mercati milanesi anche con il coinvolgimento degli operatori”. Né su né giù
☛ Pietro Cernigliaro In occasione del seminario sul tema “Tutti i numeri dell’agroalimentare”, svoltosi a Rimini presso la sede del locale Centro agroalimentare (CAAR), si è tenuta l’assemblea ordinaria dell’ANDMI per il rinnovo delle cariche associative. Al termine dei lavori l’assemblea, particolarmente partecipata, tenuto conto dei risultati raggiunti dall’Associazione nazionale dei direttori dei mercati all’ingrosso, ha confermato per acclamazione Pietro Cernigliaro alla presidenza. Nel 2012 si compiono i 50 anni di vita dell’Associazione, costituita a Padova nel giugno 1962.
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Cernigliaro ha presentato il logo del cinquantenario dell’ANDMI, logo che caratterizzerà tutte le iniziative nel corso dell’anno. Successivamente, al FORUMED tenutosi a Catania dall’8 al 10 dicembre, si è tenuta una riunione dell’Osservatorio Mediterraneo della Pesca nel corso della quale è stato firmato un protocollo di collaborazione tra l’Andmi e l’Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Catania. Presupposto, ha detto Cernigliario, di una alleanza strategica tesa alla tutela e promozione dei prodotti tipici e del territorio attraverso la rete dei Mercati all’Ingrosso favorendo la conoscenza dei prodotti agoalimentari di qualità. Su
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KANZI
Kanzi®. La mela dal colore rosso acceso, dal caratteristico sapore agrodolce, cresce in frutteti appositamente selezionati dell’Alto Adige. La mela Kanzi® viene coltivata solo su terreni vocati ed è disponibile a partire dal mese di ottobre. Se volete scoprire le mele Kanzi®, potete rivolgervi ai Consorzi VOG e VI.P che ne gestiscono la commercializzazione in Italia. VOG coop. soc. agricola Via Jakobi 1/a 39018 Terlano (BZ) Tel: 0471-256600 Fax: 0471-256699 www.vog.it
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C ontroeditoriale
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Pera, si volti pagina. In fretta Rolando Drahorad * Che fare con le pere? Quando poco prima dell’inizio della raccolta delle Abate Fetel uscirono i primi prezzi, a un occhio poco addestrato sembravano una bestemmia. Invece la logica c’era: gli addetti ai lavori sanno ormai prevedere molto bene i quantitativi ancora pendenti sugli alberi ed hanno ben presente anche quelli commercializzati nelle stagioni precedenti. Siccome per un dato articolo il mercato globale annuale mette a disposizione cifre piuttosto stabili, i 180 milioni di euro che negli anni precedenti affluivano alla produzione che mediamente raggiungeva 280.000 tonnellate dovevano essere ripartiti sul quantitativo eccezionale del 2011: previsione più 50% sull’anno precedente, raccolto definitivo +70 %. Che le quotazioni di allora fossero frutto di calcoli precisi oppure anche solo di intuizioni ha poca importanza. Esse sono purtroppo confermate dalla realtà di questo inizio di stagione dove i prezzi spaziano fra un minimo di 35 centesimi per i calibri più piccoli rinfusa in casse fino a un massimo di 1,10 euro per merce confezionata e per i calibri più grossi, che quest’anno sono anche scarsi. L’eccezionalità del raccolto di quest’anno sta nel fatto che con superfici solo leggermente aumentate il produttore medio può comunque contare su un forte aumento del raccolto per ettaro e considerando il ricavo per ettaro, e non per chilo, sperare di realizzare a fine stagione un prezzo accettabile. È risaputo che i costi di produzione in un’annata standard sono sulla base di 42-45 cen10
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tesimi (con punte anche di 50-52 cents in certi frutteti leader). Si farebbe però un grave errore a pensare che passata questa stagione le remunerazioni possano tornare sui livelli degli anni precedenti, che in linea di massima sono state considerate molto interessanti. I buoni guadagni hanno infatti indotto tanti produttori dell’Emilia-Romagna ad aumentare la produzione proprio di pere Abate Fetel spesso sostituendo altre varietà con quest’ultima. Bisogna pertanto prevedere in futuro afflussi in crescita per diversi anni ed il dubbio per una loro collocazione remunerativa sui mercati è oggi fortemente giustificato. La situazione concorrenziale infatti vede le pere e soprattutto le Abate Fetel perdente su molti fronti. La pera, considerata “regina” fino all’altroieri, si vede tutto ad un tratto messa in difficoltà da diversi fattori negativi concorrenti che sono: consumi di prodotti ortofrutticoli generalmente in calo, concorrenza (le pere Conference di Olanda e Belgio) che aumenta la produzione e produce a costi inferiori (31-32 eurocent al chilo), un continuo calo di attrattiva del frutto che ormai viene considerato, anche dai buyer della Gdo, il frutto degli anziani. Di fronte a una situazione come questa ogni dirigente d’impresa e
ogni responsabile marketing si metterebbe a studiare un piano e se avesse il pieno controllo della produzione riuscirebbe a trovare una via d’uscita abbastanza presto: studiando il mercato, adeguando i quantitativi e la qualità della produzione, organizzando meglio la forza vendita ed investendo in promozione e pubblicità. Purtroppo la ricetta è difficilmente realizzabile in un contesto come quello dell’ortofrutta fresca dove la produzione non è mai sotto controllo visto che è esposta al clima che varia di anno in anno e dove i quantitativi sono talmente grandi che anche i processi decisionali non possono essere concentrati in poche mani. Ma il mondo d’oggi non può neanche aspettare i tempi lenti dell’adeguamento graduale alle condizioni imposte dall’esterno e non c’è altra soluzione che trovare metodi che permettono di cambiare strategie e politiche nel breve periodo. La situazione della pera si può confrontare a quella di massima crisi che stiamo vivendo nell’area euro. A forza di rimandare decisioni ci vengono imposte dall’alto. Le ricette sono ormai conosciute e molto simili sia per l’economia generale che per il settore ortofrutticolo. Parlando delle pere italiane sono tutti a chiedersi come mai non ci D i c e m b r e
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Abate ed avremo, è sperabile, ancora quantitativi importanti. Le frontiere dei mercati dell’Europa dell’Est, del Mediterraneo ed anche delle Americhe e del Medio ed Estremo Oriente si stanno aprendo ed i trasporti migliorano anno per anno. La sfida sarà grande ed ha bisogno di strumenti che solo economie di scala adeguate possono sostenere. Non dobbiamo guardare lontano per osservare sistemi che confermano la bontà di un azione in comune imperniata su politiche di marca (Melinda, Marlene, AlmaverdeBio, Dimmididì ecc) ed anche nella patria delle pere, la pianura padana, ci sono premesse ottimali: c’è un’ottima materia prima che non teme confronti, ci sono quantitativi sufficienti, simili alle grandi concentrazioni di mele in Trentino-Alto
Adige o di pere in Olanda-Belgio, c’è una professionalità indiscutibile sia a livello produttivo che di lavorazione, conservazione e commercializzazione, c’è alla base un forte consumo pro capite nel proprio Paese, una forte concentrazione della disponibilità merceologica. La gravità della situazione generale spinge tutti a trovare nuove strade ed è auspicabile che si arrivi anche ad accettare soluzioni che finora sono state avversate perché significavano la perdita di una parte delle autonimie decisionali ritenute essenziali. Ma se queste autonomie non generano ritorni redditizi perché non permettono di attuare politiche di marketing in grande scala allora chi non mette da parte gli egoismi e le conseguenti inefficienze del passato corre il rischio di venire esautorato dai mercati. Un’inversione di tendenza però dovrebbe riguardare anche gli atteggiamenti delle grandi organizzazioni dei produttori che dovrebbero vedere di buon occhio la collaborazione di tutti ad un progetto che potrebbe generare un nuovo futuro per tutta la produzione pericola della penisola. * Presidente Ncx Drahorad rolando@ncx.it
CONTROEDITORIALE
sia un’organizzazione associativa che si muove sui mercati globali a favore della promozione e della commercializzazione di un prodotto che ha tutte le caratteristiche per essere commercializzato con sistemi adeguati alle esigenze e ai gusti delle nuove generazioni di consumatori. Visto che anche i consumi delle pere continuano a calare e se non vogliamo tagliare gli alberi, diventa prioritario diminuire la pressione di offerta sul mercato tradizionali conquistando mercati nuovi. La presente stagione è senz’altro adatta per una penetrazione più capillare perché per la prima volta possiamo offrire anche le pere Abate a prezzi concorrenziali. Serve una grande azione promozionale durante la quale, per un periodo limitato, si fa assaggiare anche a consumatori finora non raggiunti un prodotto di grande pregio. Sulla fattibilità di una simile iniziativa si convinceranno anche i distributori, vedendo che l’Abate Fetel ha ottime proprietà di lunga durata negli scaffali. Sarà importante non disperdere i vantaggi conseguiti durante questo inverno e prepararsi per un quadro completamente cambiato nella prossima stagione: ci saranno più clienti a chiedere
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FATTI
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Il web perno della comunicazione di Pink Lady On line il nuovo sito internet ricco di contenuti Pink Lady registra da due anni un notevole aumento di visitatori del suo sito web; questo l’ha indotta a potenziare la piattaforma digitale e a porre il web al centro della comunicazione. L’obiettivo è innanzitutto arricchire e diversificare i suoi legami di vicinanza con i visitatori-consumatori. Il nuovo sito di Pink Lady www.pinkladyeurope.com è on-line dal 16 novembre, rinnovato sia in termini di design sia in termini di contenuto. Una delle novità sarà il club Pink Lady che permetterà agli appassionati di usufruire di vantaggi esclusivi (omaggio di benvenuto, buoni sconto…). Il sito si arricchirà di novità per tutto l’anno; sarà realizzato nel-
le versioni danese, francese, inglese, italiana, norvegese, olandese, spagnola e tedesca. Pink Lady si concentrerà anche quest’anno sulla dinamizzazione di una community europea di fan nel social network Facebook. Sarà lanciato un programma di E-Crm (gestione dei rapporti con i clienti su canali digitali) il cui scopo è la fidelizzazione dei consumatori, grazie a un programma di e-mailing di informazioni e offerte promozionali adattate e personalizzate. L’intero contenuto di immagini foto e video del marchio sarà ospitato su piattaforme a intenso traffico (youtube, Flickr…) per andare a “trovare” i navigatori Internet.
Il “fil rouge” di Modì: tra arte e cultura la mela di pianura cerca sbocchi... Tra arte e cultura, l’evento Fil Rouge, organizzato da Modì lo scorso 25 novembre a Ferrara ha fornito anche l’occasione per conoscere Filippo Tagliani (a destra), da poco eletto presidente del Consorzio Modì Europa, che ha accolto gli ospiti della serata rivolta a giornalisti e blogger, il cui momento clou è stata la visita
...e si propone in veste festiva Il periodo natalizio rappresenta per Modì un importante focus promozionale, attraverso cui potenziare la relazione con i consumatori in chiave differenziante. Il colore rosso intenso della mela con l’equilibrio perfetto trova, infatti, perfetta celebrazione a Natale, proponendosi al mercato in una veste originale. La gamma assortimentale ideata per l’occasione a partire dalla scorsa campagna - il vassoio da 6 frutti ed il cartone 24X40 Christmas Edition - si arricchisce, quest’anno, di due referenze: il vassoio 4 frutti ed il plateau 30X40. Le referenze, in vendita dal 21 novembre, si caratterizzano per la presenza di un bollino natalizio pensato ad hoc. Come nella passata stagione e solo per il mercato Italia, i formati in vassoio saranno valorizzate da uno speciale gadget natalizio, realizzato questa volta in partnership con Bestack: quattro simpatici addobbi natalizi in carta riciclata - l’albero, la stella, la pallina ed il classico “omino di zenzero” - con il logo di Modì e i due di Bestack.
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della mostra “Gli anni folli. La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalì” ospitata a Palazzo Diamanti. Tagliani ha esordito dicendo che “si muoverà nel segno della continuità”. E dopo aver ringraziato chi lo ha preceduto “per l'ottimo lavoro svolto”, ha detto che “l'obiettivo principale è quello di sviluppare Modì sia a livello produttivo che commerciale, diffondendo la mela a livello mondiale”. “La grande sfida - ha proseguito Tagliani - sarà gestire il progetto con partner esteri per garantire Modì dodici mesi l’anno”. L’evento Fil Rouge è iniziato al Castello Estense dove alcuni studenti del Liceo Artistico Dosso Dossi di Ferrara hanno interpretato su tela le emozioni degli ospiti ispirate al tema della serata. A seguire, visita guidata alla mostra, che terminerà l’8 gennaio. D i c e m b r e
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GENTE
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Frutta nelle Scuole, assegnati i lotti 7 milioni di confezioni a 220 mila alunni
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Veronamercato a Fieracavalli Veronamercato protagonista a Fieracavalli. Nei quattro giorni della recente manifestazione fieristica, tenutasi nella città scaligera dal 3 al 6 novembre, Veronamercato ha distribuito ben 2000 porzioni di frutta. Nei primi due giorni dedicati alle scuole Veronamercato ha ospitato 500 alunni proponendo loro una serie di attività didattico formative all’interno di uno stand di 120 metri quadri. Nello specifico Veronamercato ha presentato le attività del Centro agroalimentare, con particolare riferimento al Mercato orto-
frutticolo, e illustrato la campagna “I 5 colori del benessere”, promossa da Unaproa. Alla parte didattica sono seguiti dei giochi a tema. Nelle altre due giornate Veronamercato ha accolto più di 1000 bambini di tutte le età intrattenendoli con diverse attività ludiche legate sempre alla "campagna dei 5 colori". Durante le quattro giornate di rassegna sono stato distribuiti gadget, macedonie e materiale informativo.
a cura di Mirko Aldinucci
Apofruit Italia, Naturitalia e Orogel Fresco guidano il raggruppamento formato dalle maggiori organizzazioni di produttori italiane risultato quest’anno aggiudicatario di cinque lotti del bando relativo al Programma di educazione alimentare “Frutta nelle Scuole”, promosso dall’Unione Europea e cofinanziato dal Mipaaf. Gli altri tre sono andati a Aop Uno Lombardia. Quattordici le regioni interessate (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Sardegna, Marche, Lazio, Toscana, Umbria, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Trentino AltoAdige), oltre 587 mila bambini di tremilacinquecento scuole in cui verranno distribuite frutta e verdura fino al termine dell’anno scolastico in corso. Dopo gli ottimi risultati della scorsa annualità (in cui il medesimo raggruppamento ha servito complessivamente dieci regioni), Apofruit Italia, Alegra, Apoconerpo, Apot, Naturitalia, Orogel Fresco e Vog Products, hanno rinnovato la propria collaborazione. Al gruppo si sono aggiunte Op Nordest, Codma, Sole Soc. Coop, Lagnasco Group, Terre e Sole di Sicilia, Giardinetto. A coordinare le distribuzioni saranno Naturitalia, in quanto capofila del lotto 3 (Trentino AltoAdige, Veneto, Friuli Venezia-Giulia) e Apofruit Italia, capofila dei lotti 4 e 5 (Umbria, Toscana, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Sardegna). Tra il 28 novembre e la fine dell’anno scolastico Apofruit Italia coinvolgerà 220.000 alunni di Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna. Ogni alunno usufruirà di 33 somministrazioni distribuite nei sei mesi del progetto, per un totale di oltre 1.500 tonnellate di frutta. Verranno distribuite, in totale, oltre 7 milioni di confezioni.
Dalla Val Venosta alla Sicilia nei Distretti dell’eccellenza Tecnici agrari ed imprenditori agricoli della Val Venosta (Sudtirol Trentino Alto Adige) hanno visitato a novembre i principali comparti agricoli siciliani. Dal pistacchio di Bronte al Limone di Siracusa, dalla pesca di Delia all’arancia di Ribera Dop. In particolare il programma delle visite nel territorio di Ribera, organizzato dal Consorzio di Tutela e dalla Soat di Sciacca, ha permesso di presentare la realtà produttiva del territorio di coltivazione della arancia di Ribera Dop, con visite presso gli agrumeti e i centri di lavorazione, e di apprezzare le eccellenze agroalimentari quali la fragolina, l’olio extravergine di oliva, i formaggi e l’enogastronomia isolana. Un importante occasione per il Consorzio di tutela dell’arancia di Ribera di confronto e scambio con una delle realtà più rappresentative della produzione frutticola italiana, qual è quella delle mele della Val Venosta.
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Celebrità “incoronate” con il Radicchio d’oro
Castelfranco Veneto ha ospitato una serata dedicata al re dei radicchi, il rosso tardivo di Treviso e la rosa di Castelfranco. Al “Radicchio d'oro 2011” c’erano protagonisti di primo piano della cultura, dello sport, dello spettacolo, dell’intrattenimento, del costume, dell’enogastronomia. Ha fatto gli onori di casa Egidio Fior, presidente del Consorzio dei ristoranti del radicchio; a condurre la serata il giornalista Giorgio Martino e l'attrice Elena Ossola. Scroscianti applausi per i protagonisti della serata, che sono stati iscritti nell'albo del “Radicchi d'oro”. Hanno ricevuto il “Radicchio d'oro” 2011 per lo sport Francesco Guidolin, allenatore dell'Udinese, Antonio Di Natale, centravanti dell'Udinese, Giorgia Bronzini, campionessa del mondo di ciclismo su strada. Carlo Cracco per l’enogastronomia. Per la cultura: Vanessa Gravina (teatro, cinema), Patrizia Mirigliani (patron di Miss Italia, costume), Roberto Gervaso (giornalista, scrittore). Il riconoscimento “Segnalazioni dalla terra veneta” è andato a Luigi Zecchin (imprenditoria) e Sergio Campana (sport). Il premio Dop alla trevigianità è stato consegnato a Federico Tessari, past president della Camera di Commercio di Treviso. Ospite d’onore Paolo Simoncelli (nella foto a sinistra con Giorgio Martino), papà del compianto centuauro Super “Sic”.
La scarola si ricicla nei supermercati Dopo oltre due anni di sperimentazione in campo, superati tutti i test colturali, sanitari, organolettici e salutistici, la “scarola riciclata” approda sul banco dei supermercati. Lo annuncia la Cia-Confederazione italiana agricoltori che spiega come questa insalata sia stata la prima coltivazione sperimentale ottenuta con l’aiuto esclusivo di un compostaggio naturale ottenuto dalla parte umida-organica dei rifiuti domestici. Successivamente la sperimentazione ha interessato altre varietà d’insalata e di patate. Questo particolare compost di qualità - dalla Cia- oltre a dare una giusta collocazione ai rifiuti organici, promuove la fertilità dei terreni migliorandone le caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche. Il progetto targato Cia e Università di Salerno con il supporto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, nasce nel 2009, in piena emergenza rifiuti in Campania, per dimostrare tutte le potenzialità di una corretta raccolta differenziata e dei benefici che essa può portare anche in molti settori produttivi. La scarola riciclata è in vendita neipunti vendita Conad del Salernitano.
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DimmidiSì apri e chiudi La Linea Verde propone una novità per il banco frigo del reparto ortofrutta: l’Insalata “Apri&Chiudi” DimmidiSì. È una gamma di insalate pronte proposte in una pratica vaschetta richiudibile, soluzione decisamente originale per i prodotti di IV gamma. Il nuovo prodotto fa parte della gamma Fresco Raccolto ed è disponibile in tre referenze: Allegra, Mista con Carote e Misticanza. Altra novità Dimmidisì, in prossimità del Natale, “L’Insalata delle feste” pensata per cavalcare l’onda emotiva delle imminenti festività. Un mix di insalata croccante, in
una edizione limitata, “vestito” a tema per i festeggiamenti natalizi. Il pack dà al prodotto una notevole riconoscibilità a scaffale, evocando il classico pacco regalo natalizio, con fiocchi di neve e un biglietto d’auguri. L’azienda bresciana propone dunque un altro prodotto originale che segue i fortunati investimenti in marketing emozionale portati avanti nel corso di tutto il 2011, strategia inusuale per il mercato di riferimento dimostratasi vincente, visti il grande successo di DimmidiSì L’insalata del Tricolore e i primi dati disponibili in merito alla prima operazione di licensing dell’azienda: Hello Kitty by DimmidiSì limited edition.
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L’alta concentrazione di vitamina C e le proprietà antiossidanti e anti-infiammatorie derivate da sostanze come il resveratrolo, i flavonoli, le antocianine e le catechine. Sono queste le principali caratteristiche che rendono sani e salutari i piccoli frutti Sant’Orsola, recentemente analizzati da un team di ricercatori del Dipartimento di Agronomia Ambientale e Produzioni Vegetali dell’Università di Padova, coordinato dal professor Paolo Sambo. La ricerca certifica ad esempio l’alta concentrazione di vitamina C nei piccoli frutti: oltre 200 milligrammi per 100 grammi di lamponi, contro i 25 indicati dall’Inran. Ancora più sorprendente la mora, che dalle analisi dell’università di Padova arriva oltre i 900 mg, contro i 19 delle tabelle nutrizionali. Concentrazioni sopra la media anche per il mirtillo (79 mg), la ciliegia (76 mg), la fragola (106 mg) e la fragolina di bosco (404 mg). Un’altra novità emersa dalle analisi è la presenza significativa di resveratrolo nei mirtilli (0,86 mg) e nelle ciliegie (1,33 mg). Questa sostanza ha documentate capacità antiossidanti e viene classificata come anti-aging. È in grado di contrastare l’invecchiamento cellulare del tessuto cutaneo, agendo sulla produzione di collagenasi. Può svolgere inoltre un’azione protettiva contro i virus influenzali, ostacolandone la replicazione all’interno delle cellule. Le proprietà antiossidanti dei piccoli frutti sono state inoltre confermate dalla rilevante presenza di altri composti quali flavonoidi, presenti nella buccia della frutta, noti per le loro proprietà anti-infiammatorie e antiallergiche; la quercetina, con un potenziale effetto protettivo nei confronti dei tumori e delle maD i c e m b r e
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Nutrienti, salubri, anti-invecchiamento: piccoli frutti quintessenza del benessere
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Mirtilli e lamponi nel libro “Eat parade” di Gambacorta La coltivazione dei piccoli frutti per contrastare lo spopolamento delle valli del Trentino. È questa la storia che racconta il giornalista Bruno Gambacorta nel suo libro “Eat Parade - Alla scoperta di personaggi, storie, prodotti e ricette fuori dal comune”, in un capitolo che vede protagonista la cooperativa Sant’Orsola. L’azienda di Pergine Valsugana è, insieme alla cantina altoatesina Alois Lageder, l’unica realtà del Trentino-Alto Adige ad essere citata nel volume che porta sulla carta stampata la nota rubrica del Tg2 dedicata alla cultura gastronomica. L’importanza dello sviluppo delle colture dei piccoli frutti e il ruolo di Sant’Orsola è raccontata all’interno del capitolo “La valle incantata - Piccoli (grandi) frutti”, nella terza parte del libro intitolata “Rinascere in cucina”. Le pagine dedicate alla Cooperativa di Pergine Valsugana raccontano la storia di chi, partendo da zero e armato solo della propria passione e della volontà di partecipare alla crescita economica della sua terra, è riuscito a dare vita a una realtà che oggi fa parte della ossatura produttiva della regione. Uno spaccato di come una specialità gastronomica abbia contribuito a salvare un territorio. “Siamo molto orogliosi di essere stati scelti per rappresentare la produzione ortofrutticola del Trentino in questo volume” ha commentato Michele Scrinzi, direttore della Cooperativa Sant’Orsola.
Se le verdure... danno alla testa Ortaggi, frutti e fiori... in testa. Merito dell’artista giapponese Takaya Hanayuish che ha creato delle acconciature stravaganti ma che per qualcuno sono vere e proprie opere d’arte.
lattie cardiache; le antocianine, dotate di proprietà benefiche nei confronti delle patologie da stress; e le catechine, cui sono state riconosciute potenziali proprietà antitumorali e di rafforzamento del sistema immunitario. Le tabelle nutrizionali con i dati aggiornati in base ai risultati della ricerca sono consultabili sul sito web www.santorsola.com. www.corriereortofrutticolo.it
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Notiziario L’agricoltura italiana? Fuori dalla portata dei giovani
L’agricoltura italiana è la più vecchia d’Europa. Per ogni imprenditore agricolo “under 35” ce ne sono ben 15 con più di 65 anni d’età. Ma la colpa non è dei giovani che fuggono dai campi, anzi. L’assenza di ricambio generazionale è piuttosto la conseguenza diretta della “corsa a ostacoli” che è oggi la nascita di un’impresa agricola nel Belpaese. Scarsa mobilità fondiaria, barriere fiscali e burocratiche, difficoltà di accesso al credito e alti costi di avviamento: tutti fattori che spiegano perché in Italia gli imprenditori “junior” nel settore sono solo il 2,9% del totale: una quota ancora molto lontana dalla media Ue del 6,1%. E anche se qualcosa finalmente si muove, nello Stivale e in Europa, la situazione resta molto difficile. Tanto che in assenza di misure tempestive e di un reale cambio di rotta, l’agricoltura rischia davvero il “default”. Perché non può sopravvivere per sempre se le nuove generazioni restano fuori dal mercato. È questo il grido d’allarme lanciato a Bruxelles dall’Agia, l’associazione giovani imprenditori della Cia-Confederazione italiana agricoltori, nel corso della conferenza “I giovani agricoltori per l’Europa del futuro” che si è tenuta nella sede del Cese. 16
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Agroalimentare, l’export tira Produzione in frenata per diversi comparti agricoli e consumi ancora al palo. Tirano al contrario le esportazioni, mentre i prezzi all’origine si attestano su livelli più elevati di un anno fa. Secondo Ismea nell’intera annata 2011 la produzione ha fatto segnare una riduzione nei comparti di frumento, vino, olio di oliva, suini e bovini da macello, mentre crescono lattiero-caseari e frutta fresca, che chiude con una crescita produttiva dell’1,3%, grazie soprattutto ai migliori raccolti di pere, mele e kiwi, parzialmente bilanciati da una caduta dell’uva da tavola.
La Ue stanzia un milione di euro per il programma indigenti 2012-2013 Confermato il programma europeo agli indigenti che resterà in vigore almeno fino al 2013. Il plafond prevede 500 milioni per il 2012 e 500 per il 2013. Al programma, per cui l'Unione Europea ha già stanziato un miliardo di euro complessivi per il 2012 e il 2013, si erano opposti i Paesi del Nord Europa: Germania e Regno Unito con Svezia, Danimarca, Olanda e Repubblica Ceca. L'Italia è sempre stata in prima linea a favore del programma, che fino ad oggi ha potuto distribuire annualmente cibo gratis a circa 18 milioni di indigenti. 19 Stati membri si avvalgono di questa misura per fornire aiuti alimentari, attraverso 240 enti ed associazioni caritativi. Il Parlamento europeo ritiene che lo sforzo non sia sufficiente visto che 83 milioni di europei sono ora minacciati dalla crisi economica.
Produzione integrata, nuovo marchio e metodo unico
In occasione del recente convegno “Agricoltura Integrata e Sostenibilità Ambientale”, organizzato da Ccpb e Università Cattolica di Piacenza, Giuseppe Blasi, Direttore Generale Sviluppo Rurale, Infrastrutture e Servizi Mipaaf, ha sintetizzato i problemi e le opportunità dell’agricoltura integrata: “Sono più di venti anni che in Italia viene adottato il sistema della produzione integrata - ha spiegato Blasi -. In passato l’abbiamo praticato con regole molto diverse anche perché abbiamo dovuto far riferimento a sistemi produttivi che venivano incentivati in modi diversi, ed erano adottati su base regionale. Oggi abbiamo un progetto di unificazione che sarà una rampa di lancio. Abbiamo appena portato a conclusione un bando per la scelta del logo e presto potremo contare su un nuovo marchio. Rimane da fare un’importante attività di comunicazione nei confronti del consumatore”. Nell’ottica della sostenibilità, Ccpb ha messo a punto uno schema per valutare l’impatto ambientale dei processi di produzione agroalimentare, impiegando il metodo Lca (Life Cycle Assessment): una forma di analisi il cui ruolo nella gestione eco compatibile del settore sarà sempre più importante in futuro. D i c e m b r e
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IFCO How does IFCO move? Qualità “La catena integrata del freddo è gestita meglio con gli RPC rispetto agli imballi di cartone. Da costa a costa, i Distributori della Grande Distribuzione nostri clienti sono estremamente soddisfatti dei prodotti che produciamo e che riforniamo con gli imballi di plastica riutilizzabile”. Frank Ratto – Vice Presidente Marketing, Ratto Bros, Modesto, California, USA
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La Cia incalza: costituire subito il Distretto del pomodoro del Sud È sempre più urgente dare il via alla costituzione del Distretto del pomodoro del Sud. Lo sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori per la quale rappresenta un passaggio importante per dare più forza alla filiera e reale tutela ai redditi dei produttori agricoli. D’altra parte “questa proposta - ricorda il presidente nazionale Giuseppe Politi - era stata presentata dalla Confederazione nel convegno di Foggia del gennaio scorso e aveva ricevuto l’apprezzamento della stragrande maggioranza dei rappresentanti della filiera”. Non solo. In questi giorni l’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia Dario Stefàno, in un’iniziativa promossa dai rappresentanti dell’industria e dei sindacati dei lavoratori ha ribadito il suo fattivo interesse per il distretto. “Ora - aggiunge Politi - occorre agire con tempestività, coinvolgendo tutte le Regioni del Mezzogiorno, in modo da avere se non il Distretto compiuto,
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almeno un Tavolo promotore attivo per programmare al meglio già la prossima campagna di produzione, come da due anni avviene per il Nord”. La programmazione è, infatti, necessaria - rimarca la Cia - per organizzare la filiera, accrescere la qualità e favorire redditi soddisfacenti per gli operatori. La filiera del pomodoro trasformato nel Sud, a partire dalla produzione dei pelati, è uno dei simboli identitari della qualità agricola alimentare italiana, che interessa - afferma la Cia - migliaia di agricoltori e decine di stabilimenti industriali meridionali, con una forte propensione all’esportazione.
Asparago di Bassano, siglata la “pace” tra Consorzi
L’Emilia Romagna finanzia otto progetti di ricerca sull’ortofrutta
Carota del Fucino sul piede di guerra: «Disciplinare Igp da rivedere»
Siglato a Palazzo Ferro Fini a Venezia, alla presenza del presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato, il protocollo d’intesa che pone fine ad una decennale controversia tra il Consorzio di Tutela dell’Asparago bianco di Bassano Dop e il Consorzio Asparago di Bassano. La firma di fatto avvia un’organizzazione unica della produzione e consente di far confluire in un unico percorso tutti i produttori bassanesi per una migliore commercializzazione e valorizzazione dell’asparago bianco. “Si tratta - ha sottolineato il presidente Ruffato - di un accordo importante, che pone fine a 12 anni di rapporti difficili, in alcuni casi anche conflittuali, che certamente non hanno giovato all’economia che ruota attorno alla produzione dell’asparago, prodotto ha una grande tradizione nell'area bassanese”.
Sono 22 i progetti di ricerca e innovazione in campo agricolo finanziati dalla Regione Emilia Romagna attraverso un apposito bando del Piano regionale di sviluppo rurale. Otto di questi riguardano l’ortofrutta. I contributi erogati sommano complessivamente 3,5 milioni di euro e finanziano iniziative private di sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie con positive ricadute commerciali, logistiche o organizzative. “Con questo intervento sosteniamo concretamente una parte delle imprese agricole e agroalimentari di questa regione che in un momento particolarmente difficile continuano ad investire in innovazione per competere e per crescere - ha spiegato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni -. Si tratta di una scelta ineludibile per contrastare la bassa redditività del settore”.
Gli agricoltori abruzzesi sono pronti alla mobilitazione per far conoscere al neo ministro delle Politiche Agricole Mario Catania la loro situazione: i produttori della carota dell’altopiano del Fucino chiedono infatti ancora dal 2008 che sia modificato il disciplinare di produzione della Igp “che oggi non si può produrre a causa di valori previsti non aderenti alla realtà”. Mentre in soli quattro mesi il Consorzio della Patata Dop di Bologna ha ottenuto un’audizione per poter cambiare quanto previsto dal disciplinare. “Mi domando come possa essere successa una cosa del genere”, polemizza il direttore di Confagricoltura L’Aquila Stefano Fabrizi in un’intervista al Velino. “Oltretutto per la Dop bolognese è stato chiesto un totale stravolgimento del disciplinare di produzione”, incalza.
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Notiziario Trentini a Varsavia: «Promozione essenziale per export e consumi» Luciano Trentini, presidente dell’Intergruppo Promozione della Commissione Europea e Direttore del Cso è intervenuto a Varsavia, su invito del Ministero dell’Agricoltura polacco, all’incontro promosso in collaborazione con la Commissione Europea, Direzione Generale Agricoltura per discutere il nuovo approccio per la promozione agricola europea. Dopo la presentazione del Libro Verde sulla promozione e delle risposte pervenute attraverso la compilazione di un apposito questionario aperto a tutti coloro che volevano apportare il proprio contributo, l’Unione Europea ne discute i primi risultati confrontandosi con le organizzazioni che operano nel settore e che sono titolari di Progetti di Promozione. Per la promozione in agricoltura l’Europa investe circa 50 milioni di euro l’anno con l’obiettivo di migliorare l’immagine e l’affidabilità dei prodotti europei salvaguardando la salute dei consumatori e garantendo la sostenibilità ambientale. “L’export europeo di ortofrutta oggi vale 90 miliardi di euro - ha detto Trentini - e tale trend deve essere mantenuto, anzi implementato, visto che i consumi in Europa sono in calo. Necessario dunque che la Ue accompagni sistematicamente le imprese con attività promozionale specifica per favorire le esportazioni e i consumi interni”. “L’Emilia Romagna è fra le Regioni in Europa che in questi ultimi anni sta usufruendo di più delle risorse messe a disposizione dalla Ue”, ha proseguito Trentini. “Grazie a due progetti cofinanziati dal Cso come Mr Fruitness e Sapori d’Europa in questi anni si è potuta attuare un’azione di promozione internazionale che altrimenti non sarebbe stata soste20
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L’ortofrutta costa meno di 12 mesi fa “L’inflazione aumenta ma la frutta e verdura costano meno dell’anno scorso: la frutta, a ottobre 2011 rispetto a ottobre 2010, vede i prezzi in calo del 2,7% e la verdura di ben il 4,5%, mentre l’inflazione registra, sempre su base annua, una crescita del 3,4%”. Lo evidenzia Confagricoltura commentando i dati sull’inflazione diffusi dall’Istat. Per le imprese agricole solo a ottobre c’è stato un parziale recupero di redditività dopo un lungo periodo di riduzioni generalizzate dei prezzi all’origine. “L’agricoltura - afferma Confagricoltura - continua a dare un consistente aiuto ai consumatori, in un momento di grandi difficoltà per l’economia e le famiglie, ma deve poter recuperare redditività e riposizionarsi nell’ambito della filiera agroalimentare”.
nibile. Ed è sempre dall’Emilia Romagna, attraverso Alimos, che è partita la proposta di un Progetto promozionale per attenuare gli effetti devastanti della crisi E. coli sui consumi di ortofrutta”. Più risorse ai prodotti agricoli di qualità, maggiore flessibilità e una migliore visibilità per le imprese che cofinanziano i progetti sono stati gli elementi chiave sui quali si è animata la discussione nella numerosa platea dell’incontro di Varsavia.
Escherichia Coli, l’Italia deve rinunciare a 19 milioni di euro È ufficiale: l’Italia dovrà rinunciare a più della metà dei finanziamenti europei (circa 19 milioni di euro) concessi per far fronte al crollo dei consumi conseguente alla pandemia da Escherichia coli. Lo si legge in una nota diffusa dalla Commissione europea. Inoltre, un’ulteriore ratifica è arrivata anche dal Ministero delle Politiche Agricole che in una missiva inviata al quotidiano Italia Oggi ha confermato l’esattezza delle cifre, aggiungendo che tutto il pagabile è stato sostanzialmente già erogato e la differenza con il plafond iniziale è dovuta a una sovrastima degli aiuti ammissibili da parte degli aventi diritto. Di seguito è riportato uno stralcio della lettera inviata dal Mipaaf a Italia Oggi: “Il Ministero ha effettivamente chiesto uno stanziamento pari a 34 milioni di euro basandosi sulle domande presentate, prima delle verifiche e dei controlli previsti dalla normativa comunitaria. Al termine di tali operazioni di verifica e di controllo, svolte nel pieno rispetto dei tempi previsti dagli Organismi pagatori o dalle Regioni delegate, tutte le domande effettivamente ammissibili all'aiuto sono state accolte e i relativi pagamenti effettuati. Rimane un residuo di domande, inferiore al 5% che alla data del 15 ottobre 2011 non erano ancora risultate ammissibili all’aiuto e per le quali sono in corso revisioni o approfondimenti istruttori a conclusione dei quali potranno essere pagate, senza alcuna penalizzazione per l’Italia. Di conseguenza tutto il pagabile è stato sostanzialmente già erogato e la differenza con il plafond iniziale è dovuta a una sovrastima degli aiuti ammissibili da parte degli aventi diritto”. D i c e m b r e
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Da Syngenta, il pomodoro Akyra: eleganza, produttività e qualità tutto l’anno
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AKYRA, la novità Syngenta nel pomodoro da mensa, combina caratteristiche di produttività ed eleganza in un unico prodotto, dai costi sostenibili e disponibile tutto l’anno. Frutto della ricerca e dell’innovazione dell’Azienda, AKYRA ha creato di fatto un nuovo segmento di mercato, fornendo a produttori e retailer una risposta alle loro necessità di resa e stabilità produttiva per 12 mesi all’anno e ai consumatori un prodotto di elevata qualità, dal costo accessibile e distinguibile per l’eleganza del grappolo e la forma innovativa dei frutti.
Syngenta Seeds S.p.A - Via Gallarate, 139 - 20151 Milano (MI)
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È stato presentato a Cesena il terzo manuale sulla prevenzione e la difesa dei patogeni delle colture ortive, pubblicato dal Gruppo Orto wic di Assosementi. Il volume, curato da Roberto Reda, Laura Tomassoli e Gabriele Chilosi con il sostegno di Orto wic, riguarda le cucurbitacee e vuole fornire agli operatori del settore, agronomi, tecnici e agricoltori uno strumento di consultazione utile nell’attività professionale. Questo attraverso la descrizione delle principali avversità e delle tecniche di prevenzione e controllo suggerite in seguito all’attività di ricerca svolta “sul campo” dagli autori. Le cucurbitacee, tra le orticole più diffuse ed economicamente importanti nello scenario produttivo nazionale, rappresentano il fiore all’occhiello delle produzioni agricole, sia in pieno campo sia in coltura protetta, e una importante fonte di reddito per gli agricoltori e l’intera filiera. Le produzioni italiane mantengono elevati standard qualitativi. Ma, come ogni prodotto di pregio, anche le produzioni di zucchino, cetriolo, melone e anguria necessitano di una adeguata protezione e difesa da avversità animali, malattie e virosi. La guida, curata da Roberto Reda, Gabriele Chilosi e Laura Tomassoli, si pone l’obiettivo di fornire all’agricoltore un quadro informativo utile ad attivare gli strumenti di contrasto più idonei. D i c e m b r e
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... che registra l’adesione di otto aziende al Protocollo sulle buone pratiche agricole Il Gruppo Orto wic di Assosementi, raggruppamento di aziende sementiere impegnate nel settore orticolo professionale ha ufficializzato l’adesione di otto aziende vivaistiche al protocollo d’intesa riguardante l’applicazione delle buone pratiche di utilizzo del materiale di propagazione delle specie orticole. La formalizzazione dell’intesa rappresenta una novità per la filiera orticola italiana, nonché il primo passo verso una collaborazione stabile e strutturata a livello nazionale tra le aziende sementiere aderenti al Gruppo Orto wic e i vivai. “Una filiera ortofrutticola che aspiri a essere moderna, efficiente e di qualità non può prescindere dal pieno riconoscimento del ruolo strategico delle attività di ricerca e di innovazione sul seme portate avanti dall’industria sementiera”, spiega Alessio Pigozzi, coordinatore del Gruppo Orto wic Assosementi. “Per questo, auspichiamo che l’accordo con i vivaisti possa rappresentare solo un primo passo verso la definizione di un progetto più ampio che deve, per forza di cose, coinvolgere tutti gli anelli della filiera, incluse la grande distribuzione e le istituzioni”. Il protocollo d'intesa fissa una serie di adempimenti, tecniche codificate da adottare e controlli di conformità. L’intesa raggiunta prevede inoltre la valorizzazione del progetto con la creazione di uno specifico marchio di qualità.
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Prevenzione e difesa delle cucurbitacee, manuale Orto wic...
Valore aggiunto agricolo, Italia meglio di Francia, Germania, Spagna, Inghilterra
L’Italia sorpassa la Francia in valore aggiunto agricolo prodotto nel 2011 e conquista il primato europeo, nonostante una superficie coltivata pari ad appena la metà di quella dei cugini d’Oltralpe: è quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base del trend in aumento dell’11% del valore aggiunto agricolo nel primo semestre dell'anno. Una stima presentata in occasione del primo Summit sulla riforma della Politica agricola comune promosso a Roma dal presidente della Coldiretti Sergio Marini con il Commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo ru-
rale Dacian Ciolos, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania, il Presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro e Giovanni La Via, relatore sul regolamento orizzontale della proposta di riforma della Pac. Il valore aggiunto per ettaro di terreno, ovvero la ricchezza netta prodotta per unità di superficie dall’agricoltura italiana è infatti oltre il triplo di quella inglese, doppia di quella francese, tedesca e spagnola. E il numero di occupati per ettaro è stato addirittura quasi il triplo di quelli in Francia, Spagna e Germania. www.corriereortofrutticolo.it
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appuntamenti MENDOZA,
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Sitevi e Vinitech uniscono le forze
L’ottava edizione di Interpoma
Sitevi e Vinitech, le due manifestazioni francesi leader nella filiera vigna-vino e ortofrutta hanno deciso di stringere un’alleanza sia per organizzare insieme Saloni nei mercati internazionali, sia per sviluppare la presenza di visitatori internazionali nei due eventi. Dal 2012, i saloni internazionali dedicati alle attrezzature, ai prodotti e ai servizi dei due settori saranno organizzati congiuntamente sotto il marchio “Sitevinitech”. Lo sviluppo internazionale comune sarà garantito da una joint venture appositamente creata da Exposima e Congrès et Expositions de Bordeaux. L’alleanza fra i due saloni di riferimento delle filiere internazionali vitivinicola
Bolzano ospiterà dal 15 al 17 novembre del 2012 l’ottava edizione di Interpoma Fiera biennale internazionale per la coltivazione, conservazione e commercializzazione della mela. Nella precedente edizione, tenutasi nel 2010, sono state ben 354 le aziende presenti, provenienti da 18 nazioni. Oltre 14.200 i visitatori, da 58 paesi diversi, con un aumento del 22% rispetto al 2008. Anche in occasione di questa edizione, non mancherà l’appuntamento con il congresso internazionale dedicato alla mela: un focus di tre giorni sui temi più caldi della melicoltura, che ha visto nel 2010 la partecipazione di relatori di primo piano e una platea di quasi 900 persone.
e dell’ortofrutta permette ai due attori economici di posizionarsi su mercati in piena espansione e così di valorizzare e promuovere il know how francese in questi settori. I primi saloni organizzati sotto questo nuovo marchio si svolgeranno nel 2012 in Argentina a Mendoza (dal 31 maggio al 2 giugno), in Cina a Yantaï (dal 20 al 22 giugno) e nel 2013 in Cile a Santiago. Sitevi si svolgerà gli anni dispari a Montpellier e Vinitech-Sifel gli anni pari a Bordeaux.
Gamma pomodoro Syngenta: l’innovazione che restituisce gusto alla tradizione
Nella tipologia Cuore di Tomawak Bue, l’offerta si articola su Arawak e Tomawak, due varietà che rappresentano una combinazione in grado di soddisfare diverse esigenze di mercato. Arawak riprende la forma e il sapore caratteristici delle selezioni locali coltivate nelle regioni nord-occidentali. Tomawak combina rispetto della tipicità e fedeltà alla tradizione con gli standard qualitativi di un prodotto ad alto valore aggiunto. Nella tipologia San Marzano, Syngenta ha affiancato il tradizionale Oskar con le innovative varietà Volpino e SD7003. Volpino è una varietà che si pre-senta con frutti omogenei di colore rosso so brillante, eccellenti per consistenza e shelf-life. La novità SD7003 si distingue per la sua duplice attitudine alla raccolta sia a frutto invaiato sia rosso, con bacche sode e piene, dotate di eccellente conservabilità. SD7003
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Negli ultimi anni Syngenta ha dato vita a un importante programma di recupero e valorizzazione di alcune tipologie di pomodoro da mensa appartenenti alla tradizione agroalimentare italiana. Syngenta ha scelto di investire su due eccellenze del patrimonio orticolo italiano: il Cuore di Bue e il San Marzano. In entrambi i casi, grazie all’elevata competenza nell’ambito della Ricerca e Sviluppo, Syngenta ha saputo bilanciare innovazione e attenzione alla tipicità operando in modo selettivo sulle caratteristiche qualitative e commerciali.
SD7003 è una nuova varietà solo per prove Syngenta Seeds S.p.A - Via Gallarate, 139 - 20151 Milano (MI)
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Un 2011 a tinte fosche per l’ortofrutta made in Italy che, complice la crisi economica, rischia di iniziare con il piede sbagliato anche il 2012. È la “fotografia” dell’inchiesta realizzata dal Corriere tra alcuni dei principali operatori del settore per tracciare un bilancio dell’anno terminante e sondare le aspettative per i prossimi dodici mesi. Univeg e Maffco: anno nero Non usa mezzi termini Roldano Calzolari (foto a destra), managing director di Univeg trade Italy: è andata male. Molto male. “L’unico prodotto che si salva è l’uva, mentre per il resto il trend, anche per la nostra azienda, è indubbiamente peggiore di quello del 2010. Vi è stato un calo del fatturato, dovuto, in estate, principalmente ai bassi prezzi di pesche e nettarine, per le quali il maggior volume commercializzato non ha compensato il forte calo delle quotazioni di vendita con conseguente flessione del giro d’affari e della marginalità, ridotta ai minimi storici per cercare di salvaguardare, per quanto possibile, la produzione. Terminate pesche e nettarine, è stata la volta delle pere, la cui situazione rispecchia l’andamento delle druD i c e m b r e
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Archiviato un 2011 quanto mai difficile, il settore affronta con scarsa fiducia il 2012. Ma dalla nostra inchiesta tra i protagonisti della filiera, non emergono solo note negative pacee, ossia maggiori volumi commercializzati e prezzi decisamente bassi; e poi il kiwi, che ha sofferto un inizio di stagione peggiore di quello di dodici mesi prima”. E per il futuro, dice Calzolari, è difficile essere ottimisti: “Le premesse per la fine dell’anno e i primi mesi del 2012 purtroppo non sono buone; non vedo la possibilità di un gran miglioramento rispetto alla situazione attuale, dato che i quantitivi di pere e kiwi sono decisamente più alti dello scorso anno mentre i consumi sono modesti sia a livello nazionale che internazionale. Unico prodotto che ha prospettive discrete è la mela in quanto attualmente il mercato, soprattutto internazionale, è dinamico, anche se con prezzi regolari. Difficile fare previsioni da maggio in poi, ma la situazione economica a livello generale non lascia intravedere nulla di buono e ciò potrebbe ripercuotersi ulteriormente sui consumi; certo,
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molto dipenderà dai quantitativi di produzione nelle varie aree”. Marco Venturelli (qui a destra), Ceo di Maffco Spa spiega che “l’import di frutta controstagione è stato negativo nei confronti del 2010 con una flessione in termini di volume di circa un 10%; anche il prezzo medio di vendita ha risentito della crisi del mercato con una flessione di circa 8% sulle stesse referenze dello scorso anno. In particolare abbiamo patito una forte flessione sui prezzi dell’Abate cilena e in geberale su tutto il comparto pere di importazione”. “Il focus sul prezzo posto dalla Gdo Italiana sta penalizzando l’Italia nello scacchiere internazionale come mercato di fascia alta”, prosegue Venturelli. “Le prospettive del 2012 sono ancora di un mercato difficile se la strategia di vendita finale continuerà a puntare solo sul prezzo a discapito della qualità prodotto e della profondità dell’assortimento. www.corriereortofrutticolo.it
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Copertina Sul piano internazionale l’aumento di consumi nei mercati emergenti (Cina, Russia e Brasile) e il consolidamento della domanda del blocco dei Paesi dell’Est aumenteranno le richieste negli Stati produttori determinando per l’importazione italiana un aumento di prezzi a pari qualità. Nel contempo però la frammentazione della produzione Italiana e il mancato investimento sulle nuove varietà di frutta e sulle nuove tecnologie non permetteranno al made in Italy di ritagliarsi un ruolo di primo piano nello scenario internazionale”. “Vista la contrazione dei consumi in Italia e la mancanza di un prodotto concorrenziale per l’estero - conclude Venturelli - si può temere un 2012 molto difficile”. Anche il Nord rallenta “Il bilancio 2011 non è certo positivo”, conferma Fidenzio Crivellaro (foto sotto), presidente di Op Nordest. “Per la frutta estiva, a cominciare dalle pesche e nettarine, le quotazioni sono risultate in calo dal 30 al 50% rispetto all’anno precedente. La stessa flessione si e registrata per i meloni, pomodori, peperoni, cetrioli e altri ortaggi nonchè per le drupacee minori (ciliegie). Per le pesche la crisi è stata innestata da un anticipo di una settimana della produzione di Verona ed un ritardo di qualche giorno di quella proveniente dal meridione. A questa sovrapposizione si è aggiunta la crisi “mediatica” legata all’Eschericihia Coli ed il risultato è stato che le pesche vendute ai mercati alla produzione di Verona (Villafranca, Valeggio, Sommacampagna, Bussolengo), hanno fatto registrare quotazioni medie di 20 cent al chilo a fronte dei costi di produzione di circa 40 cent al chilo”. “Anche il mercato delle pere - di26
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Fruitimprese: la crisi è arrivata Bisogna raggiungere nuovi mercati “La crisi economica generale si è fatta sentire e, a differenza degli ultimi due anni, ha avuto forti ripercussioni anche nel nostro settore”. L’osservatorio Fruitimprese, che raccoglie i pareri degli operatori di tutte le regioni italiane, non può che confermare quanto è sotto gli occhi di tutti: il continuo calo dei consumi, sommato a dei livelli di prezzo poco soddisfacenti, inducono a ritenere che il 2011 sarà archiviato come uno dei più difficili dell’ultimo decennio. Nemmeno dal fronte export vi sono segnali incoraggianti. Il saldo, pur mantenendosi positivo, nei primi otto mesi è rimasto sempre al di sotto di circa un 30% rispetto ai livelli del 2010. “Dato per scontato che la crisi economica non si risolverà nel giro di pochi mesi, le prospettive non sono rosee”, commenta il coordinatore Carlo Bianchi (foto sopra). “Le notizie dal fronte delle produzioni autunnali ed invernali, sono peraltro abbastanza soddisfacenti sia dal lato quantitativo che qualitativo. Nonostante tutte le difficoltà comunque consola il fatto che nel 2011 i volumi dei prodotti esportati non hanno subito nessun cedimento per cui l’export potrebbe rappresentare un’importante valvola di sfogo per le nostre produzioni”. Ma Fruitimprese cosa vorrebbe facesse il governo Monti per rilanciare l’economia e il settore? “In questa fase così delicata, dove è in gioco la stabilità e la credibilità del paese, è difficile rivolgersi al nuovo Premier con richieste specifiche per un settore. È scontato affermare che per favorire crescita e sviluppo è indispensabile ridurre la pressione fiscale delle imprese e riequilibrare i costi della manodopera con gli altri Paesi europei. Anche la lotta all’evasione fiscale, che crea ulteriore concorrenza sleale, dovrebbe essere una priorità. Per ultimo ma non per importanza, riallacciandoci a quanto detto sull’export, suggeriamo di incrementare gli sforzi al fine di smantellare quelle barriere fitosanitarie che oggi non consentono di raggiungere diversi Paesi oltremare, molto interessati ai nostri prodotti”. (M.A.)
ce ancora Crivellaro - ha subìto quest’anno una grave crisi; le quotazioni per la varietà Abate Fetèl sono state inferiori a quelle del 2010 che pure non erano state del tutto soddisfacenti. Il prodotto pera è riuscito fino al 2009 a garantire una sufficiente remunerazione ai nostri associati della provincia di Rovigo; oggi purtroppo la redditività seppur asso-
ciata alla buona qualità non è più soddisfacente, soprattutto quando le rese produttive non sono ottimali, tenuto conto dei livelli dei costi incomprimibili”. Per quanto riguarda la stagione melicola, Op Nordest parla di prezzi in flessione di circa il 10% rispetto alla campagna precedente: “Sebbene i prezzi in campagna non siano stati del tutto soddisfacenti, la nostra organizzazione con una produzione di mele di 160 mila quintali potrà guardare allo sviluppo della stagione con moderata frducia. Resta peraltro difficile valutare l’impatto della crisi”. Non brilla neppure il kiwi che negli ultimi anni in provincia di D i c e m b r e
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gnare per l’estero un leggero calo e per l’interno un aumento; il raffronto con il 2010 risulta comunque positivo. Ma le aspettative e le prospettive per il 2012 non sono ottime vista la flessione avuta nella seconda metà del 2011”. Michele Chiccoli (foto sopra) della veronese Frutta C2, spiega che “i consumi di ortofrutta si sono decisamente ridotti ed orientati verso prodotti meno costosi e catene discount; la stagione del kiwi, a causa di una serie di indicazioni generali imprecise, ci ha portato ad avere un’aspettativa decisamente superiore al conseguito, in particolare nelle regioni del Nord Italia, creando disavanzi economici per diversi operatori decisamente critici. Poi si è passati alla campagna estiva di pesche e nettarine, con notevoli quantitativi importati a fronte di consumi ridotti. Problemi per i produttori e per le aziende grossiste con marginalità pressoché nulle. La nostra azienda ne ha risentito ed il confronto con il 2010 è decisamente preoccupante, non solo per il fatturato e la marginalità, ma soprattutto per il fatto che il trend è in netto peggioramento”. “Per il 2012 - prosegue Chiccoli difficilmente le manovre contenitive di costi, che più o meno tutti gli operatori hanno dovuto introdurre, basteranno: urgono azioni serie e durature, che in un
qualche modo portino ad un cambiamento radicale. In primis serve coesione”. Melone... sorprendente Bruno Francescon dell’omonima azienda mantovana specializzata in meloni analizza quella che si è rivalta un’estate quanto mai anomala: a maggio e giugno il mercato è stato pesante con sovrapposizioni di areali produttivi e consumi piuttosto bassi; luglio e agosto hanno risentito di un clima tutt’ altro che favorevole con
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Verona ha avuto uno sviluppo straordinario: “Quest’anno le quotazioni sono state mediamente inferiore del 30%. La situazione produttiva e commerciale della coltura si trova oggi di fronte a numerosi interrogativi in termini di strategie per il futuro, vincolata agli sviluppi della problematica della batteriosi che potrebbe determinare una notevole diminuzione della produzione”. In generale, al settore, aggiunge Crivellaro, serve “un maggior equilibrio dei vari soggetti della filiera affinchè si possa avere una più equa remunerazione e ripartizione del valore aggiunto. Di fronte al calo dei consumi, alla competitività delle produzioni, alle politiche commerciali e dal mercato globale, occorre maggior capacità di programmazione da parte di tutti gli attori della filiera per un futuro difficile, ma non privo di aspettative positive”. Per Crivellaro è auspicabile che “un maggior approccio interprofessionale cominci davvero a fornire le indicazioni piu opportune per uscire dalla situazione di stallo in cui si trova il settore, a cominciare dalla condivisione di alcune basilari politiche di governo e della convinzione che lo sviluppo dell’offerta deve innanzitutto premiare gli imprenditori agricoli associati”. Mercato a due facce quello “raffigurato” dai vertici della Due Erre Sas di Padova, specializzata in import-export: “Il trend del settore ortofrutticolo nel 2011 - dice il titolare Romeo Zanotto - fa se-
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temperature molto basse in tutta Europa, prezzi bassissimi e grande difficoltà a piazzare tutta la produzione con una perdita del circa il 30% di volume rispetto allo stessp periodo del 2010. Una situazione che si è protratta fino a metà agosto quando in Italia e nel resto dell’Europa è drasticamente cambiato il clima, con un forte aumento delle temperature che, dice Bruno Francescon (a destra nella foto sopra), hanno fatto triplicare le rendite e di conseguenza i listini. Anche il mese di settembre, complice il caldo anomalo è stato molto positivo con quantità di vendite molto superiori alla norma.
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“In sintesi la stagione estiva dei meloni si è chiusa in maniera positiva, con un recupero nelle fasi finali, portando ad un aumento di volumi e di fatturato di circa un 10%”, commenta l’imprenditore lombardo. “Per il 2012 prevediamo un incremento del 10% delle superfici investite dai nostri soci. Crediamo che nei prossimi anni crescerà molto il consumo nei mesi primaverili di marzo e aprile e stiamo pianificando produzioni in Marocco e Senegal per soddisfare queste esigenze”. “Dal punto di vista commerciale, dopo 10 anni di “latitanza” - conclude Francescon - torneremo a lavorare intensamente con i Mercati ortofrutticoli con delle linee di prodotto di alta gamma e nuove varietà”. La banana non tradisce Le banane… raddrizzano la situazione. Chiquita ha diffuso i dati relativi alle performance economico-finanziarie del terzo trimestre del 2011. Per quanto riguarda le vendite, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, il colosso ha registrato su scala mondiale un aumento di fatturato netto pari al 5%. Un risultato frutto di un incremento dei volumi di vendita e dei prezzi in Nord America e ai tassi di cambio favorevoli euro su dollaro. Nel corso dei primi nove mesi del 2011, in Europa i volumi commerciali di Chiquita nel segmento delle banane hanno fatto segnare un +0,3% - pari ad un incremento dell’1% a valore - rispetto allo stesso periodo 2010. “In generale, i risultati del terzo trimestre riflettono i trend che abbiamo osservato nel corso di tutto l’anno: in Nord America le banane continuano ad ottenere ottimi risultati di vendita mentre in Europa si notano segnali di ripresa”, commenta Fernando Aguirre (foto) www.corriereortofrutticolo.it
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Unaproa: margini al lumicino Ma almeno lievitano le aggregazioni Ambogio De Ponti, presidente di Unaproa ritiene che il 2011 sia stato un anno negativo che però ha insegnato qualcosa, alle aziende: “Purtroppo siamo entrati in un vortice pesantissimo, specie per alcune produzioni per le quali i ricavi sono stati inferiori agli stessi costi di produzione, come, ad esempio, nel caso delle pesche e delle pere. Occorre in ogni caso considerare che anche quando i prezzi sono stati superiori al 2010, la marginalità si è ridotta perché i costi di produzione sono aumentati in misura proporzionale maggiore rispetto ai ricavi. Quanto accaduto a causa del batterio Escherichia Coli ha ulteriormente appesantito una situazione non certo ottimale perché ha condizionato fortemente i consumi. Dobbiamo comunque registrare la maggior tenuta delle produzioni che incorporano un maggior contenuto di servizio a conferma di una tendenza ormai evidente. Per quanto riguarda la nostra specificità comunque deve essere registrato con favore il sempre maggiore ricorso all’aggregazione, quale prerequisito per essere competitivi sul mercato”. Lo scenario in ogni caso è preoccupante: “La situazione economica condiziona fortemente i consumi e non appena registriamo un minimo fattore di criticità come un lieve esubero di produzione, i prezzi scivolano in basso complice una gestione della filiera da rivedere in modo sostanziale”, annota il leader di Unaproa. “Le imprese chiudono e anche le Op faticano a farsi valere se non rivedono il loro modo di essere sul mercato”. E al governo Monti cosa chiede Unaproa per rilanciare l’economia e il settore ortofrutticolo? “Innovazione, comunicazione e promozione, credito e semplificazione amministrativa. Credo debbano essere imperativi per qualsiasi governo. Per quanto riguarda il nostro comparto è necessario sviluppare con maggiore determinazione l’aggregazione di base ed allo stesso tempo occorre regolare diversamente i rapporti di filiera, a partire dai tempi di pagamento. Basterebbe che le scadenze, pur già fissate dalle normative, fossero rispettate per dare respiro alle nostre imprese e rilanciare, per quanto rientra nelle nostre possibilità, l’economia del Paese. In questa direzione ci attiveremo subito col Ministro Catania”. (M.A.) chairman e chief executive officer di Chiquita Brands International. “Come ci aspettavamo, negli Stati Uniti abbiamo registrato un incremento dei prezzi e dei volumi commercializzati. In Europa, la crescita è stata meno significativa ma abbiamo beneficiato dei tassi di cambio favorevoli euro su dollaro e di un consolidamento dei volumi nei maggiori mercati europei”, conclude. Chiquita si aspetta di chiudere il 2011 con un aumento del fattura-
to netto pari al 3%. Le previsioni di performance del quarto trimestre e i risultati annuali si preannunciano infatti decisamente migliori rispetto a quelli del 2010. Faustino Musicco, amministratore unico della bresciana Anselmi Ortofrutta, specializzata nella maturazione di banane, conferma che sono stati dodici mesi difficili ma, aggiunge “la nostra azienda ha registrato una maggior richiesta di prodotto nel peD i c e m b r e
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vinti che si assisterà ad una sostanziale rivisitazione e selezione degli operatori che devono essere sempre più specializzati. In particolare nel settore delle banane si assisterà ad un assestamentoi alla luce del recente divorzio tra Fruttital e Del Monte. Chiquita nella sua posizione di leader di mercato potrà sicuramente trarne vantaggio e incrementare ulteriormente le proprie quote di mercato”. Sperando nella primavera... Stefano Soli, direttore commerciale di Valfrutta Fresco parla del 2011 come di uno degli anni più difficili di sempre per il settore ortofrutticolo: “Nel 2010 la frutta
estiva era andata male ma le produzioni autunnoinvernali avevano risollevato la situazione, quest’anno è stata una “Caporetto” praticamente su tutti i fronti. Valfrutta Fresco tuttavia, in controtendenza, archivierà l’anno con un consistente +40% nei fatturati e nei volumi di vendita: “Abbiamo aumentato i clienti e il prodotto commercializzato”, dice Soli. “Per il 2012 contiamo di crescere di un altro 25%-30% almeno estendendo la rete di partner nella distribuzione e aumentando la penetrazione nelle catene e nei negozi…”. Non altrettanto roseo l’orizzonte del settore: “Fino alla prossima primavera la situazione permarrà difficile - commenta Soli - poi dalla primavera bisognerà vedere. Ma per “svoltare” occorre a tutti i costi aumentare le aggregazioni e trovare il modo di accordarsi, con i competito europei, sui tempi e i modi di immissione dei prodotti sul mercato. Altrimenti, andando avanti di questo passo, si rischia una falcidia di produttori”. L’uva salva parzialmente un’annata no: la pensa così Salvatore Secondulfo (in alto a destra) dell’omomima azienda campana. "Il 2011 è stato difficile un po’ per tutti i prodotti, tranne che per l'uva da tavola, la cui campagna è ancora in corso ma per la quale
fino ad ora abbiamo avuto un ottimo prodotto con una buona rispondenza del mercato. Mentre per il kiwi abbiamo registrato un +10% del prezzo 2010. Le sorti del 2012 sotto tutti i fronti sono sicuramente legate all'attuale situazione politica ed economica; difficile poter fare previsioni in merito, il nostro impegno è quello di lavorare al meglio quotidianamente per offrire un ottimo prodotto e qualitativamente superiore, ma bisognerebbe alimentare le tasche del consumatore”. La mela non demorde, la pera trema Il 2010-2011 è stato sostanzialmente positivo per il comparto mele ma le prospettive per la nuova campagna non sono altrettanto brillanti. Nonostante un certo decremento dei consumi in molti Paesi, il rapporto tra domanda e offerta, grazie ad un modesto livello di produzione nel bimestre settembre-ottobre 2010 (quando, nell’Europa a 27, si è registrato il secondo raccolto più scarso dell'ultimo decennio), si è mantenuto in equilibrio durante tutta la stagione di commercializzazione e ciò ha consentito ai produttori di realizzare prezzi migliori di quelli, piuttosto deludenti, registrati nella stagione precedente. L’analisi è di Luca
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riodo estivo quando solitamente la domanda cala. E grazie a un ampliamento della rete commerciale e a un’alleanza con Agnellini Valentino leader nell'importazione, confezionamento, distribuzione di frutta secca abbiamo registrato maggiori vendite di circa il 30%”. Di conseguenza, prosegue Musicco (secondo da sinistra nella foto sotto), “le nostre aspettative per il 2012 sono positive: siamo con-
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Copertina Granata, direttore generale di Melinda. Che sta per chiudere con un bilancio particolarmente lusinghiero: la fortunata concomitanza di una situazione di mercato positiva e del nostro record di produzione, dice Granata (foto in alto), ci hanno consentito di migliorare di oltre il 35% rispetto al 2010 il risultato in termini di importo complessivo liquidato ai nostri soci frutticoltori. Quanto alle prospettive per il 2011-2012, il direttore del Consorzio trentino rileva “indicazioni di segno opposto sia in relazione all’effettiva disponibilità di prodotto - soprattutto di prima categoria - sia in relazione alla propensione ai
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consumi: ad oggi ritengo comunque che non esistano ragioni per essere irrealisticamente ottimisti, ma neppure per avere eccessivi timori”. Simone Pilati (nella foto in basso a sinistra) de la Trentina conferma che la stagione 2010-2011 è stata positiva sotto tutti i punti di vista, mentre la nuova campagna si è aperta con non poche incognite. Le tre imponenti grandinate che hanno interessato l’asta dell’Adige hanno compromesso una quota consistente della produzione, anche della cooperativa trentina; in un contesto di produzione aumentata è incrementato in particolare la seconda categoria i cui prezzi sono modesti. “Ma anche le quotazioni della prima e dei calibri grossi sono più basse rispetto alla scorsa stagione”, dice Pilati. “Complice la crisi, che spinge i clienti e le catene distributive a pretendere di pagare poco e la maggior produzione in
tutta Europa, l’avvio non è stato dei migliori e le prospettive, almeno sino a fine 2011, non sono straordinarie. Per fortuna la mela è un frutto che ha svariati sbocchi di mercato, sono almeno 40 i Paesi in cui si esporta e quindi non dovrebbero esserci debacle. Ma senza dubbio non andrà bene come nel 2010-2011”. Di stagione 2010-2011 “ok” e di non pochi punti interrogativi per il futuro parla anche il direttore Vog Gerhard Dichgans (foto sotto): “Abbiamo potuto pagare finalmente ai nostri produttori prezzi remunerativi, dopo una stagione 2009/2010 che non aveva coperto le spese di produzione. Il motivo principale è legato alla scarsità di prodotto sui principali mercati europei. La stagione scorsa, infatti, la produzione
Bruni: integrazione, innovazione, internazionalizzazione Dobbiamo puntare soprattutto sul mercato asiatico Paolo Bruni, presidente del Cso e della Cogeca individua nell’enorme crisi che ha colpito la frutta estiva, soprattutto le pesche e le nettarine, e nell’allarme E-coli i due “problemi chiave” del settore nel 2011. “L’allarmismo scatenato dalla diffusione del batterio E.coli ha disorientato tutto il mercato del prodotti ortofrutticoli, innescando un clima molto sfavorevole al consumo di ortofrutta in genere. Il calendario di raccolta non ha agevolato la commercializzazione delle pesche e nettarine, con un anticipo produttivo rispetto al 2010 in tutta Europa, fino alle aree più a nord dell’Italia, in corrispondenza del ritardo di maturazione riportato dalle aree più meridionali del nostro Paese”. Insomma, dice Bruni “usciamo da una campagna disastrosa per la frutta estiva che ci rende consapevoli di quanto il peggiorato quadro economico internazionale stia influenzando negativamente tutti i settori dell’economia. L’aggregazione dell’offerta diventa un imperativo. Il rilancio dei consumi va sostenuto con la valorizzazione e promozione dei prodotti”. “Adesso - prosegue Bruni - ci troviamo di fronte ad una elevata
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produzione di pere, soprattutto Abate, però di ottima qualità. Mentre per il kiwi la produzione si dovrebbe attestare su livelli abbastanza normali. Ma mai come in questo momento, in cui ci troviamo di fronte ad appuntamenti importanti come quello della riforma della Pac appaiono determinanti tre fattori chiave per lo sviluppo del nostro sistema e sono le tre “I” della crescita: integrazione, innovazione, internazionalizzazione. Parlo di integrazione facendo riferimento alla urgente necessità del nostro sistema ortofrutta di fare il più possibile azioni comuni. L’innovazione dovrà trovare le risorse necessarie per andare ad intercettare i bisogni dei consumatori con proposte innovative sia in termini di nuove varietà, sia in termini di prodotti ad alto contenuto di servizio e di processo. Quando parlo di internazionalizzazione penso all’Asia come sbocco che potrebbe dare nuovo impulso alla nostra produzione di frutta, in particolare pere, kiwi, mele. Possiamo realisticamente pensare che sia prossima l’apertura della Corea e dobbiamo concentrare l’impegno per fare arrivare le nostre pere in Cina, oltre che negli Usa”.
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Un mercato in continuo divenire caratterizzato, nel 2011, da avvenimenti importanti. Lo descrive così Thomas Drahorad di Ncx Drahorad, società di servizi fortemente radicata nel settore. “Il settore ortofrutticolo italiano mostra una grande diversificazione dell’offerta in termini di prodotti, origini e destinazioni. Questa varietà, unita alle variazioni stagionali nelle produzioni e nei consumi, crea continuamente nuovi visioni. Nel corso del 2011 abbiamo assistito all’impatto sul commercio di avvenimenti che hanno sconvolto il quadro geopolitico di aree estese come il Nord Africa, interessando partner importanti per l'Italia come Egitto, Libia e Tunisia. In questa situazione si aprono e chiudono in continuazione nuove finestre commerciali. E la nostra azienda ha visto crescere del 20% il fatturato legato ai servizi commerciali grazie all'apertura di nuovi mercati e al consolidamento delle relazioni esistenti. La crescita è stata determinata per oltre il 70% da un balzo nel valore unitario e per il resto da un incremento delle quantità”. continentale è stata una delle più basse degli ultimi dieci anni, attestandosi sulle 9,4 milioni di tonnellate. In particolare la Germania - il nostro principale mercato di riferimento all’estero - ha registrato un raccolto molto contenuto. Questa situazione ha favorito la nostra azione di vendita sia su questo mercato che nel resto del Nord ed Est Europa. In questi Paesi, i calibri medio-piccoli sono stati ben accolti dal mercato”. “L’andamento di questa stagione, invece - conferma anche Dichgans - appare ancora piuttosto incerto. Per quanto riguarda il nostro Consorzio, abbiamo registrato un aumento del prodotto “fresco” pari al 4%. Per via dell’andamento climatico in agosto/settembre - temperature fuori norma e intemperie - al momento della selezione e confezionamento le mele da “vendere” saranno tante quante la stagione passata. Vedo pertanto i prossimi mesi con assoluta tranquillità, perché con i primi mesi del 2012 il mercato ricercherà proprio la D i c e m b r e
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In prospettiva, prosegue Drahorad, il fattore che genera più preoccupazione è il calo della competitività delle produzioni italiane: “L’Italia compete su vari fronti di prestigio che però che si stanno indebolendo a causa di un calo di interesse da parte dei mercati internazionali (come nel caso delle arance pigmentate), di un incerto posizionamento (ad esempio per le pere Abate), di uno spostamento delle preferenze dei consumatori (per l’uva Italia con semi), di una bassa competitività relativa (si veda cosa avviene per le pesche e nettarine italiane in confronto alle spagnole)”. Altro fattore, il calo dei consumi: “alle cause storiche (mancanza di appeal, basso contenuto di servizio, scarsa informazione al consumatore, basso impatto dei brand e della comunicazione aziendale e istituzionale) si sta aggiungendo anche l’impatto della crisi: il junk-food costa meno dell'ortofrutta e si sta verificando un preoccupante spostamento verso un’alimentazione di bassa qualità da parte delle categorie sociali più esposte”. (M.A.)
qualità interna e la conservabilità del frutto, che noi possiamo garantire. Ci aspettiamo inoltre una ottima stagione anche per le varietà a Club come Kanzi, Rubens, Modì, Jazz e Pink Lady, che negli anni scorsi ci hanno riservato grandi soddisfazioni. Inoltre, dedicheremo particolare attenzione anche alla promozione e vendita del prodotto biologico, che è sempre più richiesto”. “L’annata 2010/2011 - dice il direttore Vip Josef Wielander - è stata dal punto di vista commerciale piuttosto complessa, con una buona partenza che si è tuttavia complicata durante l’anno. Nonostante che nell’UE-27 la produzione di mele sia stata la seconda più bassa del decennio, la situazione di mercato non ha rispecchiato quanto dicevano i numeri; con giacenze europee che a primavera facevano segnare un -20% sull’anno precedente, infatti, si è sperimentato
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Il settore visto da chi offre servizi alle imprese: «Scenari in evoluzione, ma Italia sempre meno competitiva»
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un finale difficile. I risultati totali sono stati leggermente superiori al 2009-2010, che tuttavia era stato un hannus orribilis. Notiamo in generale un aumento costante della pressione promozionale, e una sempre maggiore sensibilità al fattore prezzo, sicuramente a causa della difficile situazione economica. Sarà da valutare con attenzione l’impatto di queste dinamiche sui consumi, il vero barometro della solidità del nostro mercato”. “La stagione che si è aperta quest’autunno e che si concluderà per noi nel settembre 2012 presenta diversi punti di domanda, anche se la raccolta in Europa è tutto sommato normale, e per la merce di buona qualità ci attendiamo un mercato regolare”, prosegue Wielander. “La vendita delle varietà rosse con la tipica forma e colorazione, così come quella della nostra Golden di montagna si sta sviluppando positivamente, il mercato è equilibrato e la richiesta a livello internazionale fa ben sperare in consumi mondiali in crescita. Le grandiwww.corriereortofrutticolo.it
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tosanitario. Un vero peccato, visto che la Costa Est del Paese garantirebbe sicuramente dei buoni affari”. Gianmauro Bergamini, (foto) presidente del Consorzio MelaPiù teme che per le pere possa profilarsi una delle campagne più dure degli ultimi 30 anni. “E anche per le mele le premesse non sono eccezionali, visto che la produzione sarà superiore alle previsioni”, dice. “Ad eccezione della fragola tutta la frutta è andata male quest’anno: dalle produzioni estive al kiwi, è stata ed è dura su tutti i fronti. Una situazione pesante che ci trascineremo sicuramente nei primi mesi del 2012. Anche perché i problemi di sempre non sono ancora stati risolti: scarsa aggregazione, poca capacità contrattuale nei confronti della Gdo”. Gli agrumi sperano Giuseppe Pasciuta, presidente del Consorzio di tutela arancia di Ribera ritiene sia stata complessivamente una buona annata, con un ottima partenza e via via una stabilizzazione nei prezzi di vendita che si sono comunque mantenuti su buoni livelli. “Un trend in crescita nel corso degli ultimi tre anni - dice - che fa ben sperare anche per il prossimo anno, nonostante la grave crisi che ha particolarmente colpito il comparto ortofrutticolo. Il riconoscimento della Dop, l’apertura di nuovi mercati, una migliore organizzazione commerciale: sono questi i motivi del buon andamento di mercato dell’arancia Dop Riberella”. Nonostante un andamento climatico sfavorevole, caratterizzato da poche precipitazioni autunnali le prime contrattazioni della Navelina, cultivar precoce, sono
positive con prezzi mediamente in linea con quelli della campagna precedente. “Il nostro augurio - conclude Pasciuta - è che questo trend possa continuare per tutta la campagna agrumicola appena aperta. La Dop continua a registrare consensi, sono stati siglati nuovi contratti con la Gdo, un maggior numero di aziende sono ora rivolte al mercato europeo”. I piccoli frutti tengono Piccoli frutti in contotendenza. Claudio De Paolini, responsabile commerciale del Consorzio Aurora Piccoli Frutti ricorda che “secondo i dati del Ministero dell'Agricoltura ad agosto 2011 i consumi sono calati di circa il 30% in volumi rispetto al 2010. Per quanto riguarda il "mondo " dei piccoli frutti e fragole, sono invece calati i volumi in esportazione e, sia pur leggermente, aumentati i consumi interni. Il nostro Consorzio nel 2011 ha venduto il 5,5% in più di volumi rispetto al 2010, registrando a causa della concorrenza estera un calo importante di redditività”. E le aspettative per il 2012? “Il nostro Consorzio prevede per il prossimo anno un incremento in produzione di circa il 5% in volumi e un consolidamento importante sui nostri Mercati di riferimento: Gdo italiana ed estera (Germania e inghilterra) oltre agli Ortomercati in Italia che alla luce dei risultati di questo anno 2011 ci vedono distribuiti con quote eguali”. “Obiettivo principale per il 2012 di noi produttori - conclude De Paolini - sarà quello di chiedere fortemente in tutte le sedi competenti di far rispettare e vigilare attentamente sulle leggi ed imposizioni riguardanti l’origine e l’etichettatura del prodotto”. Michele Scrinzi, direttore di Sant’Orsola, spiega che “quasi tutto il settore ortofrutticolo ha frontegwww.corriereortofrutticolo.it
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nate di estive e di metà settembre ci hanno portato ad avere una quota di merce di categoria II maggiore della media; in ogni caso si tratta di prodotto con un difetto estetico, ma con le tipiche caratteristiche organolettiche e la bontà delle nostra mele. In un periodo di difficoltà economiche, credo che anche questo prodotto naturalmente più economico troverà il suo spazio.” Al mercato delle pomacee, dice Marco Rivoira (foto sopra), dell’omonimo gruppo di Verzuolo (Cuneo), che esporta oltre il 90% della propria produzione (mele, kiwi, pesche e nettarine), i prossimi mesi riserverà non poche incognite, soprattutto sulla tenuta della qualità e quindi sarà particolarmente importante conservare nelle celle frigo in maniera ottimale il prodotto. L’estate calda e le particolari condizioni climatiche hanno originato pezzature superiori alla media: i calibri medio-grandi, dice Rivoira saranno almeno il 60% del totale a fronte dell’usuale 40%. Un consistente aumento di "pezzi grossi" che sta creando difficoltà di collocamento, specie se si considera che in generale nel vecchio continente i consumi sono in ribasso mentre al di fuori dell'Europa il mercato appare più dinamico. Il Medio Oriente sta acquistando molto prodotto di varietà Gala e stiamo notando un certo risveglio pure del Nord Africa, Libia compresa. Anche in Estremo Oriente ci sono dei riscontri positivi, bene pure il Sud America. Il problema, annota Rivoira, è lo scarso peso specifico, politico ed economico, del sistema Italia che non riesce a raggiungere mercati importanti, in primis gli Stati Uniti: “La situazione in questo caso è paradossale - incalza Rivoira-; gli States possono venderci le loro mele ma noi non possiamo fare altrettanto per mancanza di un protocollo d’intesa fi-
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Frutta secca, bio è meglio Il mercato Italiano della frutta secca e disidratata, ricorda Renato de Goyzueta, marketing Manager di Besana, nel 2010 valeva globalmente circa 430 milioni di euro e movimentava circa 47.000 tonnellate. “Grazie alla forte presenza prevalentemente sul mercato estero, il Gruppo Besana è in procinto di chiudere un 2011 piuttosto positivo, con un +10% rispetto al 2010”, dice de Goyzueta. “Nonostante la crisi in atto (che tra l’altro va avanti da almeno due anni…), per il 2012 vediamo un mercato della frutta secca stabile, grazie a Cine e India, mercati di fondamentale importanza sia dal punto di vista della domanda che dell’offerta e ad un’Europa caratterizzata da un D i c e m b r e
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consumo di frutta secca più costante rispetto all’Italia. Ovviamente molto dipenderà anche dalla tenuta dei prezzi delle materie prime, che già quest’anno hanno subito incrementi notevoli (fino al 30%), spesso difficilmente trasferibili sul mercato finale”. “Quello che registrerà numeri molto interessanti, è tuttavia il comparto biologico, dove i consumi generali crescono a due cifre; ci auguriamo che questo trend coinvolga presto anche il settore della Frutta Secca, dove Besana sta investendo ed innovando molto con il marchio Almaverde BIO”. “Il mercato della Frutta Secca in Italia presenta ancora notevoli margini di crescita”, prosegue il manager di Besana. “Il settore va sdoganato da utilizzi domestici in cucina e prevalentemente legati alle festività. Sarà necessario un impegno congiunto da parte dei produttori e della grande distribuzione. I primi, innovando ed investendo per vivacizzare e rendere i prodotti più attraenti ed “appetitosi”, i secondi dando il giusto spazio e la giusta visibilità sugli scaffali ai prodotti. La nostra esperienza Europea ci insegna infatti che l’ampiezza dell’assortimento e la scelta offerta al cliente è fondamentale e propedeutica al decollo di questo settore”. Margini bassi in distribuzione Paolo Renzo Mauti, amministratore delegato di Fruttital Distribuzione, afferma che rispetto al 2010, la Srl ligure ha registrato una leggera crescita sia nei volumi commercializzati sia nei rica-
vi. “Rimane però la stessa difficoltà riscontrata nel 2010 pecificatamente per quanto concerne la marginalità, dovuta principalmente all’aumento dei costi per materie prime e servizi, non recuperati nelle vendite”. “Quanto alle prospettive di business - prosegue Mauti (foto sotto) molto dipenderà anche dall’evoluzione del rapporto di cambio euro-dollaro. Non dimentichiamo che tale rapporto potrebbe rompere gli equilibri ed essere una delle cause ad influenzare la possibile decisione da parte dei produttori di vendere in mercati maggiormente remunerativi”. “Ritengo in ogni caso che, alla luce della situazione attuale, il 2012 sarà molto simile all’anno che si sta chiudendo. È presto comunque per fare previsioni. La fiducia dei consumatori dipenderà anche dalle azioni che verranno intraprese dal nuovo Governo, che si spera possano essere incoraggianti”.
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giato quest’anno un calo o una stabilità dei prezzi a fronte di aumenti dei costi legati alle materie prime; la nostra cooperativa si è mantenuta comunque su buoni livelli, grazie anche a una annata qualitativamente soddisfacente per fragole e piccoli frutti. Stiamo inoltre lavorando sulla riduzione dei costi di gestione”. Per quanto riguarda la produzione 2012, secondo Sant’Orsola, dovrebbe essere in linea, sia a livello di quantità che di qualità, con quella degli anni precedenti, anche se tutto dipenderà dalle condizioni climatiche e dai risultati nella lotta ai parassiti. “A livello di consumi le previsioni - dice Scrinzi - non inducono all’ottimismo, ma i nostri prodotti hanno finora registrato una certa stabilità della domanda, tendenza che ci induce a mantenere alta la fiducia nella ricettività del mercato anche per la prossima stagione”. A livello politico, la sfida del settore è l’approvazione della Pac 2014-2020 dell’Unione Europea: “Il nostro auspicio è che si vada verso una revisione dell’attuale testo, per renderla più compatibile con le esigenze del sistema Italia”, conclude Scrinzi.
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Tecnologie altalenanti Nel settore dei macchinari la crisi si è fatta sentire. Ma non per tutti allo stesso modo. “La nostra lettura è che ci sia stata una sensibile frenata degli investimenti in tecnologie in Italia, in Spagna e anche nei paesi del bacino del Mediterraneo”, testimonia Angelo Benedetti di Unitec. “Tuttavia, per quel che riguarda la nostra azienda c’è stato un incremento di fatturato e di commesse rispetto al 2010. E per il 2012 prevediamo una conferma del miglioramento avuto nel 2011 sia a livello di numero di commesse che di fatturato. Per quanto concerne l’export già ora esso riguarda oltre il 70% del business della nostra azienda e riteniamo possa ulteriormente crescere”. www.corriereortofrutticolo.it
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Copertina Daniele Lolli, direttore commerciale di Aweta Sistemi utillzza due aggettivi per definire il 2011 dei macchinari: “cautela” e “incertezza”. E spiega: “tutto il settore è stato caratterizzato da un andamento “frenato”. Gli operatori hanno deciso di posticipare acquisti e investimenti. In generale l’incertezza diffonde malumore ovvero smorza speranze e aspettative. Questo è vero ovunque ancor più in un settore dove produzione e volumi dipendono da una serie innumerevoli di variabili. Facciamo il caso del batterio che sta affliggendo l’actinidia: il settore è stato sottoposto a tensione e stress per tutta la stagione preraccolto. Salvo poi constatare al momento della raccolta, le cose non erano poi così tragiche come si era annunciato, fatta eccezione per il kiwi giallo particolarmente danneggiato in Romagna e nel Lazio”. “Per quel che riguarda la nostra azienda - prosegue Lolli - abbiamo dovuto registrare purtroppo una contrazione delle vendite. Tuttavia ci sono alcuni dati positivi: abbiamo potuto focalizzare l’attenzione sull’ingegnerizzazione dei nostri impianti in special modo nella palettizzazione e sull’automazione, per andare incontro alle esigenze dei nostri clienti, sempre attenti ai costi; abbiamo introdotto nuove soluzioni e nuove tecnologie per la selezione di meloni e verdure; e abbiamo visto espandersi l’export che si attesta intorno al 60% del fatturato complessivo. Il risultato ci fa ben sperare per il futuro. Noi andremo a cercarci il lavoro là dove il lavoro c’è”. Packaging in difficoltà Parla di anno caratterizzato dalla crisi Lamberto Lola, titolare della bassanese Europack: “Il 2011 non era partito male, ma da settembre in poi c’è stato un rilevantre, preoccupante calo di ordini. La nostra azienda chiuderà il bilancio con dati analoghi a quelli del 2010, ma le prospettive non sono certo incoraggianti, anche 36
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per l’importante incremento del prezzo delle materie prime”. Alberto Maso, (a destra) direttore vendite Italia settore packaging ortofrutta di Nespak, che fa parte della multinazionale Groupe Guillin spiega che “nel 2011 tranne rare eccezioni, il settore ha risentito della crisi e non si vedono idee e strategie concrete di rilancio. “La nostra politica per il 2012 é di puntare sulla segmentazione differenziando l’offerta sulla base del valore percepito. Questo ci pare il "driver" più funzionale per sostenere e stimolare i consumi”. Cosa fare per rilanciare il settore? Per Maso “sarebbero auspicabili alcuni interventi a vari livelli a partire dal ministero competente per avviare campagne pub-
blicitarie istituzionali sul consumo dell'ortofrutta italiana con testimonial di alto profilo, per esempio, nel campo sportivo, spingendo molto sui giovani, segmentando in modo chiaro e percepibile dal consumatore l’offerta anche con un packaging funzionale dove siano riportati, valori nutrizionali consigli sull'utilizzo e altro ancora. E poi occorre innovare sul piano varietale per migliorare la serbevolezza e avvicinarsi maggiormente ai gusti dei consumatori, lavorare sulla “semplicità d’uso” congiuntamente ad uno sforzo che aumenti il valore aggiunto”.
Innovazione vincente E comunque l’innovazione paga. Anche in tempi di crisi. La conferma viene da Franco Feroldi, (sotto) inventore e produttore di angurie quadrate. “Per me il 2011 è stato buono anche se aumenta il numero degli insoluti: il prodotto innovativo non risente dell’andamento dei prezzi e la richiesta è largamente superiore all’offerta. Nei mesi scorsi ho brevettato il sistema per produrre angurie quadrate, e mi aspetto buoni riscontri; contatti ne ho già avuti ma vedremo”. Anche i prodotti ad alto contenuto di servizio sostanzialmente “scansano” la crisi. “Il mercato italiano delle verdure di IV gamma - dice Massimo Bragotto, (foto in basso) direttore commerciale e logistico La Linea Verde - vale circa 770 milioni di euro (anno terminante Settembre 2011), con una crescita del 5,2% (ossia +38 milioni di euro) rispetto al periodo precedente. Un mercato in crescita in un contesto economico non favorevole e con una frequenza d’acquisto con ampi margini di miglioramento. Lo valutiamo un segmento importante, sia in termini assoluti che di potenzialità di crescita. Prevediamo di chiudere il 2011 con un incremento che supera la crescita del mercato. Nel prossimo futuro de La Linea Verde vediamo una crescita nei canali della grande distribuzione italiana, un incremento delle esportazioni e della nostra presenza nell’ho.re.ca. Tutti obiettivi che il nuovo stabilimento rende più vicini e raggiungibili insieme ad un possibile ampliamento della gamma dei piatti pronti freschi, mantenendo sempre alti i livelli di qualità e di innovazione”. mirko.aldinucci@corriereortofrutticolo.it D i c e m b r e
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Rilanciare l’economia assegnando maggiore importanza al settore ortofrutticolo. Lo chiedono gli operatori del settore alle forze politiche all’indomani dell’insediamento del Governo Monti. “Penso sia importante riattivare i consumi in generale”, dice Roldano Calzolari di Univeg. “Ciò potrà pero avvenire a patto di far ripartire la crescita del Paese. Per quanto riguarda il settore ortofrutticolo si dovrebbe applicare una rigida legge che imponga i pagamenti a tutti entro 30 giorni, sul modello francese. Sarebbe importantitissimo in quanto manca liquidità. Ma i problemi sono anche endogeni: non esistono regole, non c’è aggregazione, non si riesce a fare un accordo per la salvaguardia della produzione e, soprattutto, ci sono ancora troppi operatori. Quando non si riesce a fare sistema su un prodotto come l’Abate, che ha l’85% e oltre della produzione europea concentrata in una sola regione italiana, non possiamo sperare che arrivi il Monti di turno a risolvere i nostri problemi: dobbiamo farlo noi. Lo stesso vale per il kiwi e per pesche e nettarine: prevale ancora e sempre l’interesse del singolo operatore senza pensare realmente alla salvaguardia della produzione…”. “Il Governo - commenta Marco Venturelli, Ceo di Maffco Spa dovrebbe premiare l’investimento nella ricerca e nello sviluppo, investire in infrastrutture logistiche e abbassare il cuneo fiscale per elevare il potere d’acquisto”. Fidenzio Crivellaro, presidente di Op Nordest si dice convinto che “la possibilità di affrontare e risolvere i difetti strutturali del settore passerà anche attraverso la prossima riforma della Pac ortofrutta: l’Italia non può perdere D i c e m b r e
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Le richieste degli imprenditori ortofrutticoli all’esecutivo: il Governo riconosca l’importanza del settore, adotti misuri per rilanciare i consumi, si faccia valere sul fronte Pac
l’occasione per riaffermare l'importanza della propria produzione ortofrutticola. La campagna frutticola 2011, una delle peggiori degli ultimi anni, ci deve fare riflettere: bisogna cambiare il sistema produttivo, commerciale ed istituzionale che presidia il comparto, rivelatosi incapace di reagire ad una congiuntura sicuramente difficile”. Op Nordest non ha dubbi: “occorre rivedere il rapporto con la Gdo affinché non abusi del suo enorme potere contrattuale nei rapporti con i fornitori agricoli. È indispensabile per questo un intervento legislativo sull'esempio dell’esperienza francese”. Michele Chiccoli, della veronese Frutta C2 ritiene che “finora non abbiamo avuto il sostegno politico necessario al riconoscimento che il nostro comparto ha sull’economia nazionale, cosa che spesso a livello europeo ci fa sentire di serie “B”, quando i numeri dimostrano che siamo decisivi per il bilancio nazionale. Personalmente ho fiducia nel governo Monti, senza dubbio oggi è costituito da figure altamente qualificate, che potrebbero avviare cambiamenti sostanziali. Servirebbe
una rivalutazione politica dell’agroalimentare che ci permetta di poter dialogare con maggior considerazione con la grande distribuzione, che ci porti alla considerazione che l’Europa ha di altri Paesi, decisamente meno incisivi, che introduca manovre che ci permetta di gestire meglio la produzione, la valorizzazione di prodotto, la gestione dei costi e soprattutto l’incentivazione dei consumi” . Faustino Musicco, imprenditore grossista al Mercato di Brescia, sostiene che “bisognerebbe rivedere strategicamente la posizione dei Mercati Ortofrutticoli cittadini al fine di garantire loro un ruolo più attivo anche nell’ottica di possibili alleanze con la Gdo. Il Governo Monti dovrebbe inoltre pensare a incentivi o azioni per favorire il ricambio generazionale”. Nel comparto delle mele le aspettative non mancano. “Se il governo - dice Luca Granata di Melinda - saprà in primo luogo individuare rapidamente le azioni (ossia lotta seria e determinata all'evasione fiscale; riduzione sensibile dei costi dell’amministrazione pubblica, eliminazione dei privilegi di pochi, maggiore flessibilità del lavoro…) e i comportamenti (serietà, rigore e rispetto degli impegni assunti) in grado di ridare fiducia agli italiani - e di conseguenza anche agli osservatori internazionali - in termini di stabilità, equità, credibilità ed onestà, penso che l’economia potrebbe ripartire da sola a tutto vantaggio del nostro settore”. Al mondo della politica Vip chiede invece, per bocca del direttore www.corriereortofrutticolo.it
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«Tempi certi nei pagamenti, sostegno all’export e alle imprese»
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Josef Wielander, di “sostenere le imprese che fanno frutticoltura con serietà e che rappresentano il fiore all’occhiello dell’Italia sui mercati internazionali. Abbiamo bisogno di lavorare, insieme all’Europa, per aprire nuovi mercati per i nostri prodotti, in modo da valorizzare tutte le nostre produzioni e denominazioni di qualità. La riforma della Pac attualmente in fase di discussione segnerà il futuro dell’agricoltura italiana, e questa deve certamente essere una priorità della nostra politica nazionale”. “Anche se a molti pare che l’Alto Adige sia una isola felice, risentiamo in maniera molto forte della crisi in Italia, che resta il nostro mercato più importante”, dice il direttore della Vog Gerhard Dichgans. “E questo sia per la contrazione dei consumi, sia per mancanza di liquidità e di credito. Questo ci preoccupa tanto più quanto il canale tradizionale è ancora oggi molto importante per l’ortofrutta. È comunque chiaro che la priorità assoluta sarà il risanamento del bilancio e la riduzione del debito pubblico, “condicio sine qua non” per affrontare poi i problemi specifici che stanno al cuore dell’imprenditoria e del cooperativismo agricolo”. Marco Rivoira ritiene che "il nuovo esecutivo riuscirà probabilmente a mettere a posto i conti, ovviamente applicando nuove tesse”. “Ma - aggiunge - servirebbero interventi strutturali, riforme sulla legge elettorale per far decidere ai cittadini da chi essere governati, il superamento del bicameralismo perfetto, e poi veri tagli ai costi della politica. Finora non è stato fatto nulla. E il no-
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Il Ministro Catania: troppe asimmetrie in filiera Regioni essenziali nel gioco di squadra È dunque Mario Catania il nuovo ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Romano, 59 anni, Catania è Capo Dipartimento delle Politiche Europee e Internazionali del Mipaaf. Dal 1997 al 2004 è stato nominato a Bruxelles come esperto di agricoltura nella Rappresentanza permanente italiana. Accolto con grande fiducia dai rappresentanti del settore agricolo e dello stesso comparto ortofrutticolo, è atteso da grandi sfide a partire dal dibattito sulla Pac. “Ritengo importante che si riconosca il valore adeguato all’attività agricola, alla relativa trasformazione e alla tutela dell’alimentazione del consumatore”, ha dichiarato il Ministro intervenendo al “Forum ad alto livello per un miglior funzionamento della filiera alimentare” che si è tenuto a fine novembre a Bruxelles. “Tale riconoscimento deve collocarsi all’interno di rapporti sempre più armonici tra le diverse componenti della filiera alimentare”. Per quanto riguarda le pratiche contrattuali tra imprese, ha proseguito Catania, “non possiamo nasconderci l’esistenza di gravi problematiche in seno all’Unione: sussistono purtroppo forti asimmetrie che incidono sul funzionamento della filiera e che, dobbiamo riconoscerlo, tendono in certi casi addirittura ad acuirsi. Si dovrà continuare a verificare la trasparenza dei
rapporti all’interno della filiera, anche come garanzia che i consumatori possano avere alimenti sani, di buona qualità e di prezzo accessibile”. “Resta comunque essenziale, e lo sottolineo in quanto rappresentante di un Paese a forte vocazione agroalimentare come l’Italia - ha aggiunto il Ministro arrivare a definire una normativa quadro europea in materia di relazioni contrattuali tra operatori dell’offerta e della distribuzione”. “Tutti gli attori istituzionali dell’agroalimentare italiano - ha detto Catania al termine di un successivo incontro con gli assessori regionali all’Agricoltura - devono fare squadra, per questo da parte mia ci sarà sempre un’attenzione particolare rispetto all’ottemperanza precisa dei rispettivi ruoli e al raggiungimento di una vera e sostanziale gestione del sistema che preveda un ruolo centrale delle Regioni. Ora è importante mantenere questa situazione di coordinamento e di unitarietà”. Nella foto: Catania con Dario Stefàno, coordinatore nazionale degli assessori all’agricoltura
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lancia solamente mettendo al centro di qualsiasi decisione, legge, azione del governo le imprese che esportano: oggi invece le aziende sono viste come vacche da mungere, ma hanno finito il latte. Occorre sostenere queste aziende semplificando la loro operatività liberandole da lacci che tolgono la vitalità per vincere le nuove sfide del mercato”. “In merito al nostro settore - conclude Benedetti - credo si debba lavorare nel promuovere in modo intenso il valore dell’ortofrutta per aumentarne sensibilmente i consumi e aiutare le aziende nei loro processi di innovazione perché rispetto ad altri Paesi stiamo rimanendo indietro”. “Il nostro più grande alleato è il consumatore finale - sostiene Daniele Lolli di Aweta Sistemi -. Se questi potrà riconquistare tranquillità economica e fiducia nel futuro anche i consumi cresceranno. Solo questo vorremmo chiedere a Monti: provvedimenti organici per tutti i settori. Il trend positivo si innescherà da sé”. Poca la fiducia nel nuovo governo Monti da parte dei vertici di Europack, specializzata in imballaggi: “Mi pare - dice Lamberto Lola - non ci siano novità rispetto all’azione dei precedenti esecutivi: tagli e raccolta di denari per coprire la voragine del debito pubblico. Nessun azione di rilancio dell’economia. Mentre il settore resta frastagliato e debole e avrebbe bisogno di aggregazioni”.
Giuseppe Battagliola, (foto sotto) presidente de La Linea Verde augura buon lavoro al neo ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, “sicuro che un tecnico di esperienza possa dare un valido contributo al rilancio del settore ortofrutticolo difendendo e valorizzando il “made in Italy””. “Ritengo sia importante incoraggiare le associazioni di categoria perché si possa lavorare su un fronte comune compatto”, prosegue Battagliola. “Nello specifico della IV gamma, dopo la recente approvazione del Disegno di Legge, spero che presto si facciano i decreti attuativi. Rinnovo la disponibilità dell’associazione IV Gamma Aiipa, che io coordino, a dare il proprio contributo per poterli formulare al meglio; negli anni abbiamo realizzato Linee Guida che potrebbero essere utili in tal senso”. “La priorità per il nostro settore dovrebbero essere le azioni rivolte al consumatore per dare un impulso ai consumi”, afferma invece convinto Thomas Drahorad. ”Servono informazione, comunicazione istituzionale, coordinamento con le scuole e gli ambienti sociali... Spero che anche gli operatori privati siano in condizione di investire per parlare efficacemente al proprio pubblico di riferimento”. “Dal governo Monti mi aspetterei sostegno alle buone idee”, taglia corto Franco Feroldi, inventore e produttore dell’anguria quadrata.
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stro resta un Paese debole, diviso, in mano a una classe dirigente anziana e quanto mai inadeguata: penso stiamo vivendo il punto più basso dal Dopoguerra ad oggi”. Per Stefano Soli di Valfrutta Fresco “il Governo deve a tutti i costi mettere l’agricoltura al centro dello sviluppo, condiderarla un asset prioritario per il rilancio dell’economia”. Al governo Monti Giuseppe Pasciuta, del Consorzio di tutela arancia di Ribera, chiede “sostegno alle produzioni Dop e Igp, con politiche reali che promuovono i consumi delle produzioni di qualità ed una maggiore consapevolezza politica dell’importanza del settore primario”. “È fondamentale riaffermare prestigio e credibilità della nostra nazione”, il parere di Renato de Goyzueta, marketing Manager di Besana. Che prosegue: “Rigore etico, serietà ed affidabilità dei programmi e della loro attuazione sono propedeutici ad una ripresa nel breve ed a tranquillizzare i mercati. L’economia Italiana è fortemente orientata all’esportazione. Pertanto è molto importante intervenire in modo organico ed integrato per valorizzare al massimo il Made in Italy, sinonimo di qualità ed estremamente apprezzato. In campo ortofrutticolo abbiamo vari esempi in Europa di Paesi che hanno fatto del settore ortofrutticolo ed agroalimentare una delle principali voci del Pil (Turchia, Spagna e Francia su tutti). La stabilità Euro-Dollaro, è un’altra condizione molto importante da raggiungere per sostenere soprattutto quelle aziende che lavorano molto con l’estero. Sarebbe infine auspicabile che l’Italia recepisse ed attuasse realmente le direttive e le politiche della Commissione Europea. I Fondi ed i progetti destinati all’Italia, non possono andare persi per mancanza di idee e programmi di attuazione”. Angelo Benedetti di Unitec è convinto che “l’economia si ri-
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Proficua “missione Ucraina” per i Mercati di Verona e Padova ●
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I Mercati di Verona e di Padova hanno messo un altro tassello alla loro alleanza sull’internazionalizzazione con una missione comune in Ucraina che si è svolta dal 30 novembre al 3 dicembre. Tra gli altri, erano presenti per Verona il presidente di VeronaMercato SpA, Gian Paolo Sardos Albertini, e il direttore Paolo Merci e per Padova il direttore del Maap Francesco Cera e il direttore del Gruppo Grossisti Alberto Filippino. La missione a Kiev si è svolta in un momento particolarmente significativo per il mercato dell’ortofrutta in Ucraina e questo ha rappresentato forse il principale elemento del suo interesse. Da una parte, infatti, l’Ucraina ha lanciato un Piano Mercati in grado di dare una svolta decisiva al sistema commerciale all’ingrosso, Piano in parte realizzato con l’apertura dei nuovi mercati di Kiev e di Donetsk, la ristrutturazione del tradizionale mercato di Leopoli (Lviv) e che prevede la creazione di nuove strutture a Odessa (dove i lavori sono appena iniziati) e in altre quattro città importanti (dove i lavori inizieranno in tempi brevi). Dall’altra parte, le catene della grande distribuzione, sia internazionale (come Auchan, Metro, Billa) che nazionale, presenti in Ucraina, si stanno attrezzando con proprie piattaforme logistiche - alcune delle quali saranno realizzate già nel 2012 – predisposte a ricevere direttamente e a smistare (in taluni casi anche a confezionare) il prodotto ortofrutticolo proveniente dall’estero. Questi due elementi dovrebbero modificare e forse anche scardinare l’attuale sistema che vede la gestione dei flussi di importazio40
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Importante tappa nel processo di internazionalizzazione portato avanti in sinergia dalle due strutture venete. Incontri e visite propedeutiche a sbarcare nel Paese dell’Est
ne di ortofrutta in larga parte in mano ad alcune agenzie di importazione dotate di magazzini di confezionamento e smistamento, agenzie che si occupano anche degli aspetti doganali e hanno quasi il monopolio dei rapporti con il distributore finale (quasi, perché una parte del flusso va direttamente ai supermercati dalle piattaforme che le catene internazionali hanno in Paesi vicini e in particolare in Germania). Le principali agenzie, i cui nomi sono tornati spesso negli incontri avuti durante la missione, sono: Tropic, Triada, Galfruit, UFC. Gli esportatori italiani che lavorano già con l’Ucraina hanno rapporti con queste agenzie, i cui magazzini logistici si trovano soprattutto nelle aree di Leopoli e Kiev. Non dimentichiamo l’importanza del mercato ucraino: nel 2010 ha assorbito il 10 per cento dell’export ortofrutticolo dell’Unione Europea, un flusso che si è rivolto soprattutto al mercato interno ma che è rimbalzato in parte verso la Russia e alcune repubbliche asiatiche soprattutto via
Leopoli. Il mercato ucraino è, nel giudizio degli operatori anche stranieri, che vi operano, più sicuro di quello russo. Questo è anche il parere espresso da Renato Dalvit e Lilia Ganea della Due Erre di Padova, azienda che lavora con l’Ucraina da anni, presenti alla missione. La missione ha avuto importanti risvolti operativi su 3 piani: 1. la grande apertura ucraina a investimenti italiani nei nuovi mercati all’ingrosso, in particolare a Kiev dove vi sono superfici attrezzate disponibili per gli operatori italiani a condizioni da trattare; 2. la verifica in loco dell’organizzazione della grande distribuzione e la predisposizione da parte della medesima di piattaforme logistiche atte a curare, in tempi brevi, importazioni dirette dall’estero; 3. l’interesse per il prodotto italiano, in particolare clementine, uva da tavola, kiwi, pere, mele e tra gli ortaggi pomodoro e insalate da parte degli importatori e della gdo con possibilità di stringere rapporti commerciali in tempi brevi. Di rilievo è stato l’incontro con D i c e m b r e
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ATTUALITÀ
Roman Fedyshyn, il presidente dell’Associazione dei Mercati all’Ingrosso dell’Ucraina, direttore operativo e proprietario dello storico mercato di Leopoli (da cui transitano i flussi da e per la vicina Polonia e anche flussi verso la Russia), socio della società di gestione del mercato di Kiev. Fedyshyn è una figura chiave in caso di trattative per l’apertura di un posteggio italiano in uno dei mercati dell’Ucraina così come per la scelta di un partner di fiducia sul posto. Lo stesso Fedyshyn ha comunque sottolineato l’importanza di avere una presenza italiana diretta, una antenna sul posto, in caso si intendano avviare rapporti importanti. La visita al nuovo Mercato di Kiev, successiva all’incontro con Roman Fedyshyn, ha confermato la grande apertura agli investimenti italiani, anche immediati, da parte del direttore del mercato Alexey Chumak. Due incontri approfonditi hanno avuto luogo con i responsabili a livello nazionale degli acquisti ortofrutta di Auchan, Francis Lebecque, e di Metro, Valentyna D i c e m b r e
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In alto, il padiglione riservato ai prodotti ucraini all’interno del Mercato di Kiev. Qui sopra una parte della delegazione veneta con la responsabile acquisti ortofrutta di Metro Ucraina Valentyna Gylko. Nella pagina a fianco da sinistra il direttore del Mercato di Kiev Alexey Chumak, il presidente dell’Associazione Mercati all’ingrosso dell’Ucraina Roman Fedyshyn, il presidente di Verona Mercato Gianpaolo Sardos Albertini, il direttore Paolo Merci, il logistico Francesco Corsi, Lilia Ganea della Due Erre e il direttore del Maap di Padova Francesco Cera
Gylko. Il giorno 2 dicembre, con la collaborazione di Fruit-Inform e nell’ambito dell’annuale International Trade Forum, si sono svolti 13 incontri b2b: 12 con catene della distribuzione 9 delle quali ucraine (tutte le più importanti tranne Kontinent che era assen-
te), uno con un’azienda che fa importazione diretta anche dall’Italia ed è pronta ad avere nuovi fornitori italiani. L’organizzazione della missione è stata curata dal nuovo servizio Int.B.Service di Ommbus, società del nostro gruppo editoriale. editor@greenmed.eu www.corriereortofrutticolo.it
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A ttualità
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Cooperazione tra rischi e chances La “fotografia” di Terremerse Per celebrare i 20 anni di storia con l’attuale denominazione, Terremerse ha promosso una ricerca che ripercorre un secolo di storia della cooperazione del territorio. Cento anni fa nasceva infatti la “Cooperativa coloni, piccoli affittuari e mezzadri di Massalombarda”, società capostipite di Terremerse. Per celebrare e festeggiare questo duplice importante anniversario, lunedì 5 dicembre è stato presentato il volume “Cent’anni di trasformazioni. Le radici di Terremerse nella storia della cooperazione agroalimentare ravennate, ferrarese e imolese (1911-2011)”, frutto di una ricerca storica, durata circa un anno, effettuata dal Prof. Tito Menzani, dell’Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Economiche. Erano presenti oltre cinquecento persone tra soci, collaboratori, rappresentanti delle istituzioni, ed hanno portato i loro contributi Giuliano Poletti, Presidente Legacoop Nazionale, Jean-Marc Dubois, Presidente Axcereal, Fabrizio Matteucci, sindaco di Ravenna, e Laura Rossi, sindaco di Bagnacavallo. A fare gli onori di casa sono stati il Presidente di Terremerse, Marco Casalini, e l’Amministratore Delegato, Gilberto Minguzzi. “Nel contesto delle difficoltà generali del momento - il commento di Casalini - il modello cooperativo ha saputo dimostrare tutta la propria validità e una grande capacità di fornire risposte concrete ai propri soci e a tutto il territorio nel quale si trova ad operare quotidianamente. In cento anni di storia lo strumento cooperativo ha saputo migliorarsi. Oggi come allora rappresenta un modello che, se ben governato, ha tutte le potenzialità per affrontare il futuro”. “In un periodo economico e so42
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La cooperativa romagnola ha celebrato il ventennale con un evento in cui, oltre a fare il punto sul sistema, è stata presentata una ricerca sulle coop nel territorio
La platea. Sopra, Minguzzi e Casalini
Gardini: centralità ai produttori “Se vogliamo consegnare un futuro all’agricoltura, dobbiamo pensare da un lato a cambiare il modo di produrre e dall’altro di recuperare un progetto che era quello dei padri fondatori dell’Europa: dare protagonismo ai produttori agricoli”. Lo ha affermato il presidente di Fedagri-Confooperative, Maurizio Gardini, intervenuto ad un incontro sul futuro dell’agricoltura.
ciale difficile come quello in cui ci troviamo - ha detto l’Ad Gilberto Minguzzi - si sta allargando la forbice tra le occasioni concrete di sviluppo che la nostra Cooperativa ha davanti a sé e le sfavorevoli condizioni generali di mercato e della finanza. Da un lato ci sono i ritmi sostenuti di crescita che Terremerse sta realizzando, che comportano nuovi rischi commerciali e finanziari, dall’altro la crisi dell’Eurozona, che minaccia di far collassare i canali tradizionali del credito bancario. A questi problemi risponderemo adottando un atteggiamento molto selettivo verso le opportunità di crescita, che debbono portare non solo risultati di gestione economica favorevoli, ma anche finanza, liquidità, per alimentare”. Con 43 mila imprese rappresentate, un milione centomila persone occupate, un fatturato di 127 miliardi di euro e oltre 12 milioni di soci - la conclusione di Minguzzi - il Movimento Cooperativo Italiano, guidato oggi dall’Alleanza delle Cooperative, ha un’enorme potenziale di sviluppo”. ● D i c e m b r e
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ATTUALITÀ
Mivor, cooperativa con il maggior numero di soci iscritti del sistema Vip Venosta, è una delle più grandi in termini di stoccaggio, lavorazione e movimentazione mele in Europa. Tra le prime per la produzione di energia rinnovabile, ha ufficializzato l’apertura del nuovo magazzino automatico di Laces, inaugurato a fine settembre 2011, ed entrato a pieno regime dai primi di novembre. Uno stabilimento all’avanguardia per quanto riguarda lo stoccaggio e la movimentazione delle mele (di cui Corriere Ortofrutticolo ha parlato per primo nei mesi scorsi) con una capacità di circa 18.000 cassoni da 300 chili l’uno per una quantità complessiva di circa 5.400 tonnellate. La novità che contraddistingue la struttura, che va ad affiancare lo stabilimento di stoccaggio già esistente, consiste nella totale automazione del passaggio tra la fa-
Tutto automatico Magazzino iper tecnologico per Mivar, aderente a Vip: 18 mila cassoni al giorno se di calibrazione e quella di lavorazione/imballaggio. Una volta divise per peso, calibro e colorazione, le mele vengono stoccate nelle celle frigorifere e in un secondo tempo prelevate al momento della richiesta di lavorazione: un sistema computerizzato composto da nastri trasportatori e carrelli automatici gestisce la movimentazione del prodotto. I vantaggi dell’automazione sono molteplici: oltre a garantire passaggi più sicuri del prodotto, il sistema Fifo (First in, First out),
ovvero il prodotto che per primo entra nel magazzino automatico è il primo ad uscire, assicura il mantenimento della freschezza e l’alta qualità delle mele. Su un’area di circa 11 ettari, la Mivor dispone di capacità di magazzino per 8.500 vagoni di frutta da tavola. Già nel 2002 tutto il processo di produzione è stato dotato di un software speciale che permette l’acquisizione di tutti i dati importanti durante tutte le fasi di produzione; così è possibile garantire la rintracciabilità. ●
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A ttualità Granny per l’estero La veronese Apo Scaligera incrementa l’export di mele verdi in tutto il mondo Apo Scaligera di Zevio (Verona), con 460 aziende associate e un fatturato annuo di 41 milioni di euro riesce ad esportare la Granny Smith anche in Cile, Ecuador, Uruguay e Brasile, oltreché sui mercati arabi, asiatici e della Russia.
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Vola il fatturato 2010-2011 di Vog: +23% Dichgans: riorganizzazione, la sfida è vinta “Abbiamo affrontato e vinto una grande sfida: la riorganizzazione e centralizzazione del sistema di vendita e il raggruppamento della cooperative associate in quattro poli logistici. Posso dire con orgoglio che l’assemblea generale - a chiusura del bilancio 2010-2011 ha espresso piena soddisfazione sui risultati raggiunti: un fatturato di oltre 443 milioni di euro, con una progressione del 23% sulla stagione precedente, dove la somma del fatturato del gruppo aveva oltrepassato appena i 360 milioni di euro”. Lo rivela al Corriere il direttore della Vog Gerhard Dichgans. “Molti clienti hanno espresso subito un giudizio positivo sul progetto, quasi fosse stato atteso da tempo, anche perché semplificava le operazioni amministrative e di fatturazione. Voglio ricordare che l’obiettivo principale del progetto è stato quello di aumentare il livello di servizio e di continuità dell’offerta, sia in termini di qualità del prodotto che per quanto riguarda la programmabilità della stagione. Una parte importante delle vendite era già stata gestita direttamente dall’ufficio commerciale del Vog a Terlano. Per i clienti che avevamo seguito negli ultimi anni direttamente, nulla è cambiato e se sì, spero solo in meglio…”.
Pink Lady, mele a misura di bimbo PinKids e Disney partner per tre anni Insomma la mela verde ha molti estimatori all’estero. Poco amata in Italia, fuori dai confini non mancano infatti gli estimatori di croccantezza, succosità, sapore acidulo, del relativamente scarso grado zuccherino e della aromaticità della Granny. “L’Europa ha raggiunto la saturazione dei consumi, così ci siamo messi a lavorare con l’oltremare”, ha spiegato recentemente il presidente di Apo Scaligera Primo Anselmi. E non solo per le pomacee: “Succede con la Granny ma anche con il kiwi, altro frutto della produzione veronese molto considerato. Il più vicino mercato russo già aveva incrementato le importazioni e ci aveva indotto a fare previsioni più espansive per la coltivazione della Challenger, la varietà di punta della Granny”. Per questo Apo Scaligera guarda con crescente attenzione anche verso la Cina e gli altri Paesi emergenti. ● 44
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Pink Lady ha creato una gamma destinata ai bambini e commercializzata con il marchio PinKids. Si tratta di una mela di piccolo calibro ma con qualità organolettiche identiche a quelle della “sorella maggiore”, che soddisfa gli stessi requisiti qualitativi per quanto riguarda il disciplinare. Il lancio della gamma è previsto per l’inizio del 2012. PinKids disporrà di un’immagine grafica adatta ai bambini dai 4 agli 8 anni, in particolare con la realizzazione di una coppia di mascotte scelte dai bambini stessi (studio consumatori Mosaïque e studi quantitativi condotti nelle scuole nel 2011, tra 500 bambini). PinKids e Disney saranno partner nei prossimi tre anni: questa unione animerà l’immagine e la comunicazione di PinKids, a cominciare
dalle confezioni della gamma (vassoi da 4, 6, 8 frutti e sacchetti da 8 frutti) destinate ai paesi dell’Unione Europea. PinKids sarà accompagnata da Topolino e Minni, scelti in quanto immagini-simbolo dell’universo infantile. Per sedurre i bambini e i loro genitori, sarà realizzata una campagna di comunicazione dinamica e mirata (sito web dedicato, campagna mediatica sul web, apposito dispositivo di rapporti con la stampa…) e verranno condotte operazioni ad hoc presso le insegne della distribuzione europea.
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Grande partecipazione di pubblico all’incontro “la batteriosi dell’actinidia - le indicazioni per gli interventi autunnali” organizzato dal Creso presso il Centro ricerche per la frutticoltura a Manta (Cuneo). Oltre 400 frutticoltori nelle tre sale collegate in videoconferenza hanno seguito la presentazione delle strategie di difesa da adottare nella stagione autunno-invernale e gli aggiornamenti normativi. Claudio Sacchetto, assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, ha fatto il punto su come la Regione ha gestito l’emergenza PSA. È stata istituita una cabina di regia che ha coinvolto tutti gli operatori del settore. Sono state prese decisioni condivise tradotte in normative cogenti sugli estirpi e il divieto di nuovi impianti. Sul fronte dei risarcimenti per gli estirpi e per i mancati redditi, l’Assessorato ha messo a disposizione 2,8 milioni di euro. Le prime liquidazioni cominceranno ad arrivare entro l’anno. L’Assessorato ha investito in ricerca, aggiungendo risorse proprie al prezioso contributo di 80.000 Euro messo a disposizione dalla Fondazione CRT, che ha consentito di avviare un programma di sperimentazione svolto dal Servizio fitosanitario, dal Centro di competenza Agroinnova dell’Università di Torino e dal Creso. Ha illustrato i prossimi passaggi normativi. Il divieto di realizzare nuovi impianti decadrà a fine anno. Nel 2012 si passerà dal divieto alla fase di “impianti controllati”. Sarà infatti possibile impiantare nuovamente il kiwi nel rispetto di precise condizioni, precisate nel successivo intervento del Servizio fitosanitario. Chiara Morone del Settore Fitosanitario regionale ha illustrato la normativa vigente in materia di D i c e m b r e
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Piemonte, fondi per le estirpazioni Dal 2012 impianti controllati
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Oltre 400 frutticoltori all’incontro organizzato dal Creso per parlare della patologia che ha colpito l’actinidia. A breve i primi risarcimenti per chi ha espiantato
Regione Emilia Romagna e Crpv, 360 mila euro anti-batteriosi Regione Emilia Romagna e Centro Ricerche Produzioni Vegetali hanno messo a punto un progetto di ricerca finalizzato a fronteggiare la batteriosi con un investimento complessivo di 360.000 euro in due anni di cui 120.000 a carico della Regione. “Dal punto di vista operativo - ha detto il presidente del CRPV, Giampiero Reggidori, in occasione della presentazione - il progetto si propone innanzitutto di approfondire le conoscenze sul batterio Pseudomonas Syringae pv. Actinidiae per chiarire in particolare alcuni aspetti ancora poco conosciuti del suo ciclo biologico e della malattia che provoca. Un altro obiettivo è studiare l’influenza delle diverse pratiche agronomiche sia sull’insorgenza della malattia che sulla sua virulenza per individuare le tecniche (concimazione, irrigazione, potatura) più opportune per limitare la diffusione del cancro batterico. Tra gli interventi finalizzati a combattere la malattia, anche la verifica di preparati di sintesi e naturali in grado di contenere la batteriosi”. “Il progetto di ricerca - ha concluso Reggidori - comprende poi la messa a punto di apposite tecniche vivaistiche per la conservazione del materiale di fonte al fine di verificare il livello di sopravvivenza del batterio e la sua patogenicità su piante ottenute mediante micropropagazione in vitro e definire la procedura in grado di ottenere e mantenere piante iniziali sane. Infine, saranno valutate le implicazioni legate alla possibile diffusione della malattia ed al conseguente abbattimento degli impianti con i possibili effetti su andamento dei mercati e filiera”. Dal canto suo l’assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna, Tiberio Rabboni, ha garantito la massima collaborazione della Regione alla realizzazione degli obiettivi. batteriosi dell’actinidia (Decreto Ministeriale 7 febbraio 2011), riprendendo i punti salienti sulle misure obbligatorie da adottarsi negli appezzamenti colpiti da Psa (asportazione delle piante colpite) e, successivamente, ha il-
lustrato gli aggiornamenti sulla normativa regionale per il 2012. Sarà infatti possibile realizzare nuovi actinidieti con materiale di propagazione derivante dai soli vivai autorizzati, le giovani piante dovranno essere dotate www.corriereortofrutticolo.it
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Enza Red inizia a farsi conoscere Buono l’approccio sul mercato italiano del kiwi a polpa rossa Primi riscontri positivi in Italia per Enza Red, nuova varietà di kiwi a polpa rossa commercializzata da Summerfruit, partner italiano di Turners & Growers, società proprietaria del marchio Enza, che ha avviato un paio di settimane fa le vendite al dettaglio della nuova varietà all’azienda Natur Service di Milano, la prima in Italia ad averne acquistati per la distribuzione. I primi risultati sono molto incoraggianti. A sostenerlo è Murray Malone, direttore per lo sviluppo di Turners & Growers, come si legge sul sito neozelandese guide2.co.nz. “I consumatori italiani apprezzano sia il sapore dolce e delicato, sia la della etichetta prevista dal Decreto vigente e gli agricoltori dovranno dichiarare al Settore Fitosanitario l’avvenuta realizzazione del nuovo impianto, indicando i riferimenti cartografici e allegando etichette e fattura d’acquisto. In caso d’inosservanza di queste precise condizioni l’azienda inadempiente sarà esclusa da qualunque forma di contributo previsto dal Psr. Davide Spadaro dell’Università di Torino (Agroinnova), ha partecipato a una forma di talk show con il direttore del CReSO Silvio Pellegrino. Sono stati chiariti importanti aspetti bio-epidemiologici. L’illustrazione di alcuni dati ha generato non poco stupore: il batterio Pseudomonas syringae pv actinidiae è stato infatti isolato più di vent’anni fa nel continente asiatico ed inizialmente la sua virulenza/patogenicità era modesta. Una mutazione riscontrata a Latina nel 2008 (Psa - V) lo ha trasformato in un vero killer dell’actinidia, mettendone a rischio la sopravvivenza in tutto il pianeta. Il batterio ha una capacità di moltiplicazione impressionante, ogni venti minuti dà origine ad una nuova generazione e dopo solo sette ore da una singola cellula se ne originano due milioni. In conclusione Graziano Vittone e Luca Nari del Creso hanno pre-
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consistenza cremosa che l’attraente colore del kiwi EnzaRed”. L’introduzione del frutto in Italia segue il successo dei test di coltivazione negli appezzamenti di Summerfruit. La prima produzione commerciale del kiwi EnzaRed italiano partirà all’inizio della prossima stagione. Si prevede di impiantare nel corso del tempo oltre 200 ettari della nuova varietà in Italia. Secondo Giampaolo Dal Pane, proprietario di Summerfruit, l’Europa rappresenta un luogo ideale per la futura coltivazione della varietà rossa: “Qui da noi le condizioni per sviluppare nuovi appezzamenti di EnzaRed sono ideali”.
sentato le linee di difesa preventiva da adottare in autunno - inverno, periodo in cui il rischio di nuove infezioni è massimo. In questa fase i formulati rameici sono i farmaci di riferimento. Infatti, data la loro riconosciuta attività batteriostatica/battericida, la maggiore persistenza rispetto ad altri prodotti e l’assenza di fitotossicità a fine stagione vegetativa rappresentano il mezzo di difesa più appropriato. A seguito della raccolta dei frutti sono i peduncoli a rappresentare
le principali vie d’ingresso del batterio e proprio questi devono essere adeguatamente protetti dagli attuali trattamenti. A tal proposito il CReSO, con la collaborazione dei tecnici dell’Agenzia 4A, ha realizzato una prova per valutare l’efficienza della distribuzione mettendo a confronto atomizzatori tradizionali e atomizzatori con particolari adattamenti che consentono una miglior bagnatura della parte interna delle piante dove sono presenti i peduncoli. ● D i c e m b r e
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Una delegazione cinese si è recata in visita presso il comprensorio agricolo di Noicà ttaro (Bari), per una prima conoscenza della realtà produttiva locale. Tra i delegati, anche Li Yongquan, sindaco di Hami, città della provincia dello Xinjiang, la piÚ importante in Cina per la coltivazione dell’uva da tavola (vi sono coltivati circa 200.000 ettari). La delegazione è stata invitata in Puglia da Antonio Ruffo, amministratore delegato della Fruitgrowing Equipment and Service Srl, che da qualche tempo opera in Cina. L'organizzazione della giornata pugliese, che ha avuto luogo il 4 novembre, è stata affidata al presidente dell’APEO, Giacomo Suglia ed alla Vinea. Anto-
La provincia dello Xinjiang è la piÚ prolifica del Paese asiatico nio Ruffo ha introdotto in Cina, con un contratto di sperimentazione, 12 nuove selezioni di uva da tavola, tutte apirene (senza semi), provenienti dal programma di ricerca di Carmine Liuni, in collaborazione con la Vitroplant di Cesena e la Vinea di Bitetto. Le 12 selezioni di uva da tavola sono in sperimentazione presso l’Istituto cinese di Viticoltura della Provincia di Shandong, diretto da Chang Yunjun, anche lui facente parte della delegazione in visita in Puglia; la provincia del-
lo Shandong è la seconda area piÚ importante per la coltivazione dell’uva da tavola in Cina (100.000 ettari). La prima tappa è stata nell'azienda Balini/Quagliarella, mentre veniva raccolta e confezionata in campo uva di varietà Red Globe. Successivamente, i delegati hanno visitato il complesso aziendale della Ermes, dove è anche avvenuto un incontro informale tra il sindaco di Hami ed i sindaci di Noicattaro e Rutigliano.. A seguire vistia all’azienda Giuliano, dove i delegati cinesi hanno potuto vedere tutta l’attività di selezione, confezionamento e spedizione di alcuni prodotti, come uva e clementine. �
ATTUALITĂ€
Delegazione cinese a NoicĂ ttaro per “carpireâ€? i segreti dell’uva
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Igp all’aglio cinese, l’ira italiana: «Uno smacco, reagiamo unendoci» Bruxelles multa la Gran Bretagna Venti milioni di sterline (23,2 milioni di euro) in dazi doganali. Questa la cifra chiesta dalla Commissione Europea al Regno Unito, reo, secondo l’Ue, di aver importato dalla Cina in maniera irregolare aglio fresco tra il 2005 e il 2006. La Gran Bretagna ha tempo due mesi per pagare la cifra. Se non lo farà rischia di essere deferita alla Corte di Giustizia europea. Da Bruxelles si sostiene che tra il 2005 e il 2006, le autorità doganali britanniche hanno consentito l’importazione di aglio fresco dalla Cina utilizzando documenti non conformi. È stato erroneamente sostenuto che l’aglio importato fosse congelato, merce per la quale si applicano dazi più bassi”. Secondo la Commissione le autorità britanniche non hanno agito con la massima cura nel rilasciare i documenti di autorizzazione e, di conseguenza, non hanno corrisposto il giusto ammontare di dazi. Il caso sembra sia stato scoperto nel corso di un’ispezione effettuata da Olaf, l’Ufficio antifrode dell’Ue, nel luglio 2006. Tra il 2007 e il 2010 è stata scambiata una fitta corrispondenza tra Londra e Bruxelles; in quel periodo, il Regno Unito ha cercato di giustificare la propria posizione. Tuttavia nel 2010 sono state avviate le procedure di infrazione con una lettera di diffida della Commissione europea.
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Amarezza ma anche autocritica tra i produttori della Penisola
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Emanuele Zanini
Il riconoscimento Igp all’aglio cinese conferito dall’Unione europea alle produzioni della regione dello Jinxiang (40 mila ettari coltivati per una produzione di 700 mila tonnellate) per i Paesi produttori europei suona come un’autentica beffa. Figuriamoci in aree come, per esempio, il Piacentino dove lo stesso riconoscimento lo stanno aspettando da una vita. “Sconcerta la rapidità con cui è stato rilasciato l’Igp al prodotto cinese - commenta Enrico Cappelletti, consigliere delegato della Co.P.A.P. (cooperativa produttori aglio piacentino) di Monticelli d’Ongina. A un Paese extra Ue è bastato poco più di un anno di iter per ottenere il riconoscimento, mentre noi stiamo attendendo il via libera da Bruxelles da 15 anni. Anche da operazioni di questo tipo risulta sempre più evidente l’immenso e crescente potere contrattuale della Cina (che si conferma come il primo produttore al mondo in grado di produrre il 60% del raccolto mondiale, ndr). E intanto dal ministero delle politiche agricole perma-
ne un silenzio assordante che si aggiunge alla mancanza di un sostegno politico che invece sarebbe assai utile per far sentire la nostra voce in Europa”. Donato Palmieri, rappresentante della commissione tecnica Aglio di Fruitimprese, in parte tenta di gettare acqua sul fuoco affermando che in ogni caso “sui quantitativi importati non cambierà nulla”. Ma allo stesso tempo l’imprenditore campano afferma che il problema è se questo riconoscimento, che riguarda solo un’area della Cina, sarà il primo passo verso la liberalizzare delle importazioni d’aglio cinese Igp in Europa. “È indubbio che ritrovarsi sugli scaffali prodotto cinese con il marchio comunitario non è un fatto positivo per le produzioni europee. In primo luogo c’è il rischio di creare confusione al consumatore che si troverebbe disorientato. Il ruolo dell’Igp delle produzioni italiane ed europee in genere viene in questo modo svilito”. Non manca pure un po’ di autocritica al settore: “Siamo stati tutti un po’ superficiali - ammette Palmieri - visto che ci siamo mossi tardi, in primis le associazioni dei produttori. Da marzo D i c e m b r e
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emanuele.zanini@corriereortofrutticolo.it D i c e m b r e
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Radicchio, prezzi elevati per le varietà pregiate La campagna autunnale evidenzia un’ampia forbice tra le produzioni certificate e quelle comuni, che vedono ridursi le superfici
In tempi di crisi è sempre il lusso a farla franca. In un certo senso questo adagio vale anche per il radicchio “made in Italy”. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, fornendo le prime stime sull’andamento della campagna d’autunno della cicoria rossa. Mentre nel trevigiano il clima caldo dell’autunno ha ritardato la piena maturazione e dunque la raccolta del “Rosso tardivo”, si inizia a delineare l’andamento complessivo della stagione, che fa prevedere un calo medio dei volumi del 30%. A pagare di più, però, è la varietà di Chioggia, la più comune e la più economica, che da sola rappresenta oltre la metà di tutti gli altri radicchi veneti con 30 mila tonnellate prodotte soltanto nel comune d’origine. Ma che adesso -spiega la Cia- fa registrare una riduzione compresa tra il 40 e il 50%. Invece non perdono “appeal” e quote di mercato le varietà più “nobili”, che si sono rivelate immuni al crollo generalizzato dei consumi ortofrutticoli dopo lo tsunami “batterio killer”. Nello specifico - sottolinea la Cia - si stima una produzione pressoché
ATTUALITÀ
fino a oggi nessuno ha fatto opposizione alla domanda di riconoscimento presentata dalla regione cinese”. Francesco Delfanti, dell’omonima azienda di Monticelli d’Ongina, definisce il riconoscimento all’aglio cinese come “uno smacco per le nostre produzioni di qualità che rischia di vanificare il duro lavoro di anni volto all’ottenimento del marchio Igp per l’aglio piacentino”. Nel corso del recente meeting di delegazioni internazionali, tra cui Italia, Francia e Spagna, tenutosi a Piacenza, è stato proposto un centro di coordinamento della produzione per sviluppare la promozione e la programmazione di vendita nei canali della grande distribuzione europea, “in modo da difendere nel vecchio continente il prodotto europeo e creare maggior aggregazione. In quella sede, inoltre - aggiunge Delfanti - ho lanciato l’idea di creare un unico marchio europeo che coordini i diversi marchi locali presenti nelle varie aree produttive d’Europa, in primis Italia, Spagna e Francia. La proposta è stata accolta con favore ma ora serve studiare una forma operativa. Al momento è solo un’idea. Resta il fatto che solo uniti si potrà contrastare questa situazione”. Assai perplesso della decisione presa dall’Ue è pure Lucio Duoccio, dell’omonima impresa di Gavello (Rovigo), che se da una parte è convinto che saranno i buyers della gdo a decidere se chiedere ancora prodotto europeo oppure virare sull’aglio cinese, dall’altra sa che l’ultima parola spetterà ai consumatori “che disorientati faticheranno a decidere”. Assai critico Alessandro Benini, presidente del consorzio dell’Aglio di Voghiera Dop. “L’Ue in questo modo ha gettato la spugna - sbotta Benini. In questo modo si prendono in giro i consumatori. In questo modo si rischia di mettere in seria crisi l’aglio europeo con ripercussioni sui mercati”.
stabile per la varietà tardiva di Treviso Igp, che si dovrebbe attestare sui 550 mila chili. Ancora meglio fa il Variegato di Castelfranco Igp, per il quale si prevede un aumento produttivo del 27%. Un rialzo che conferma il suo trend da record, legato soprattutto all’ampliamento di terreno certificato: infatti, se nel 20092010 si producevano 189.080 chili di Variegato di Castelfranco (più 57% rispetto all’annata precedente), nel 2010-2011 si è giunti a quota 262.508 chili, mettendo a segno una crescita tendenziale del 38%. Insomma, a pagare a caro prezzo l’ultimo allarme alimentare in ordine di tempo sono solo i produttori del radicchio più a buon mercato, i più diffusi e utilizzati, che in molti casi a luglio hanno rinunciato a seminare -continua la Cia- scoraggiati dai prezzi sui campi, che nei mesi scorsi hanno toccato i 5-10 centesimi al chilo, contro i 35 centesimi al chilo solo di costi produttivi. Molti agricoltori, soprattutto in provincia di Venezia, hanno deciso di ridurre la superficie destinata alla coltivazione della cicoria rossa. ● www.corriereortofrutticolo.it
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Il comitato europeo di gestione per l’organizzazione comune dei mercati ha abolito il sistema delle licenze di importazione delle banane. Una decisione presa con soddisfazione da parte di Freshfel Europe che ha sostenuto per mesi l’abrogazione di queste licenze, divenute ridondanti dopo l’introduzione del regime di importazione con sistema tariffario unico. La decisione di abolire il sistema delle licenze di importazione delle banane dovrebbe entrare in vigore il 1º gennaio 2012, in attesa della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea che avverrà nelle prossime settimane. Ogni anno, circa 4,8 milioni di tonnellate di banane provenienti da Paesi terzi sono importate nell'Unione europea. Sebbene le banane prodotte nei Paesi ACP- Africa, Caraibi, Pacifico - circa 900.000 tonnellate - non siano soggette a licenze di importazione dopo la liberalizzazione totale del mercato avvenuta nel 2008, altri Paesi - principalmente del Centro e Sud America - finora hanno sempre dovuto presentare tali licenze. Philippe Binard, delegato generale di Freshfel, ha dichiarato che “le licenze per l’import di banane attualmente svolgono un ruolo puramente di monitoraggio e sono gravose per gli operatori. Inoltre non hanno più un valore aggiunto e informazioni affidabili possono essere raccolte anche attraverso banche dati dell’Ue, come Eurostat. Pertanto, Freshfel accoglie positivamente tale decisione”.
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Il fico d’India non conosce frontiere Aumentano le esportazioni dalla Sicilia ai Paesi europei, ma anche al Nord America. Consorzio Dop dell’Etna soddisfatto Esportazioni positive per il fico d’India. La Sicilia, primo produttore europeo, sta riuscendo a raggiungere molti mercati esteri tra cui Francia, Inghilterra, Germania, Olanda, Est Europa, Russia, Canada e Nord America. Tuttavia ci sono delle differenze nell’invio delle produzioni, a seconda se i destinatari siano del Nord Europa o dei Paesi dell'Est. “A questi ultimi sono riservate le produzioni a prezzi inferiori”, sottolinea Carmelo Danzi, presidente del Consorzio del Fico d'India Dop dell’Etna, come riportato dal Giornale di Sicilia. “Tra i mercati più virtuosi vi sono quelli dell’Olanda e della Germania. I consumatori più abituali sono quelli di origine meridionale o comunque appartenenti al bacino del Mediterraneo. Al contrario le popolazioni nordiche si stanno avvicinando al consumo del frutto ma devono ancora superare l’ostilità nei confronti della buccia, della presenza di spine e semi”. Resta il fatto che il mercato del fico d’India è in continua evoluzione. “Questo mercato - spiega sempre Danzì - è riuscito ad evolversi da nicchia ad un mercato di interesse sempre più importante. Il fico d’India Dop ha dimostrato negli ultimi anni, rispetto agli altri poli produttivi siciliani, una maggiore possibilità di imporre la propria tipicità e il legame con il vulcano che con le caratteristiche minerarie dei terreni di col-
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Banane, sistema delle licenze abolito
tivazione conferiscono alla collettività un prodotto unico e irripetibile. In un momento di normalità economica un Consorzio di tutela, come quello da me diretto - prosegue Danzì - dovrebbe occuparsi della valorizzazione, salvaguardia e tutela delle produzioni interessate. Purtroppo vi è la consapevolezza che il momento vissuto dal nostro sistema produttivo è di crisi con pochi precedenti, allora è necessario un nuovo spirito che muova i consorzi di tutela verso nuove strade". "Nello specifico penso ad una industria del fico d’India che coinvolga operatori a tutti i livelli, industria farmaceutica, della cosmesi, agroalimentare in senso stretto per finire con i produttori di materia prima, gli agricoltori”. Intanto, si sta facendo sempre più strada l’eventuale utilizzo delle pectine, di cui sono particolarmente ricchi i fichi d’India, per allungare la vita dei prodotti di IV Gamma. Attualmente, la durata sui mercati di questi prodotti è di poche ore, ma si è notato che si potrebbe arrivare, con l’ausilio di queste sostanze sino a 28 giorni di conservazione negli scaffali della Gdo. “Si capisce come gli scenari innescati dall’uso di queste nuove tecnologie - conclude il presidente del Consorzio del Fico d’India dell’Etna - aprano nuove opportunità, anche sul piano dell’occupazione all’interno dei centri di confezionamento etnei”. ● www.corriereortofrutticolo.it
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A ttualità
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Macfrut 2012 ancora a Cesena ma anticipa a fine settembre Il Macfrut rimarrà a Cesena anche nel 2012. Altra novità riguarda la Regione Emilia Romagna che ha diffuso una nota ufficiale in merito alla prospettiva di costituire una società unica delle fiere di Rimini, Forlì e la stessa Cesena nell’avanzata ipotesi di costituire un unico polo fieristico romagnolo. “Compensazione” è la parola chiave che il Comune di Cesena si aspettava all’interno della trattativa sulla costituzione della società unica delle fiere. Si tratta in buona sostanza del riconoscimento del principio rivendicato dai cesenati nella trattativa con Rimini e Forlì: nel caso dello spostamento di un evento fieristico (ed è ovvio che si parla del Macfrut, da portare a Rimini in spazi più grandi e di maggior appeal internazionale), ci dovrà essere uno 'scambio' con un altro appuntamento fieristico di buon livello. E a Cesena, da sempre, si pensa alla fiera del fitness ora a Rimini. La riunione in Regione era stata presentata dalla parte riminese trainante per dimensioni e importanza - come un passaggio cruciale, per obbligare i cesenati ad entrare subito nella società senza contropartite precise (i forlivesi, gravati da un mastodontico debito, sono accodati a Rimini per tempi più celeri). In realtà non è successo nulla di drammatico. L’assessore regionale alle attività produttive dell’Emilia Romagna Gian Carlo Muzzarelli ha sposato in pieno il più cauto orientamento cesenate. “Fiere Romagna, riparte il tavolo per una soluzione operativa”, riconosce diplomaticamente la nota ufficiale della Regione che indica “l'obiettivo di sviluppare un polo fieristico romagnolo integrato e di qualità nel sistema fieristico regionale 52
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Niente trasferimento a Rimini, almeno fino al 2013: lo ha deciso la Regione Emilia Romagna dopo una riunione tra politici e presidenti delle fiere romagnole
per ottenere una nuova forza competitiva”. All'incontro di metà novembre convocato dall’assessore Muzzarelli, hanno preso parte tra gli altri il sindaco di Cesena, Paolo Lucchi, presente insieme al vicesindaco Carlo Battistini, il sindaco di Forlì Roberto Balzani, il presidente di Fiera Forlì Giorgio Grazioso, il presidente di Fiere di Rimini Lorenzo Cagnoni, l’assessore della Provincia di Forlì-Cesena Maurizio Castagnoli. “Si vuole valorizzare i brand fieristici ed i luoghi sul territorio spiega la Regione - per stimolare nuove opportunità imprenditoriali. Questo passaggio aggregante sarà fondamentale per creare un soggetto più robusto. Solo così infatti, attraverso il nuovo soggetto, si possono sviluppare azioni più forti a vantaggio del territorio romagnolo”. E poi esplicita il passaggio decisivo che in sostanza apre la strada alla costituzione della società: “L’accordo conterrà una previsione esplicita in base alla quale in caso di spostamenti, ad oggi non previsti, degli eventi
fieristici, dovranno necessariamente essere corrisposte delle compensazioni per altri appuntamenti sul territorio. L’intento è quello di valorizzare al massimo le filiere produttive già presenti e di qualità sul territorio romagnolo”. I tempi per la costituzione del polo fieristico romagnolo dunque slittano rispetto alle previsioni riminesi. Per quanto riguarda il calendario del Macfrut 2012, invece, sarà anticipato e si terrà non più in ottobre, ma da mercoledì 26 a venerdì 28 settembre. La decisione di anticipare è stata presa “in considerazione delle richieste emerse dagli espositori e dei suggerimenti raccolti dai visitatori, soprattutto da quelli stranieri che costituiscono l’area di maggior sviluppo della fiera”, spiega Scarpellini. “L’evento potrà beneficiare di una riviera romagnola ancora attiva, con maggiori opportunità logistiche e migliori servizi per i partecipanti. L’organizzazione della prossima edizione è già operativa e si stanno approntando alcune imminenti missioni all’estero”. ● D i c e m b r e
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L ogistica
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Il “ r i uti l i z z abi l e” non si ferma ●
Mirko Aldinucci
Non immuni, ma più forti della crisi. Gli imballaggi riutilizzabili continuano la progressiva espansione nel settore ortofrutticolo. E non solo in quello. “Tutto sommato quello che sta per andare in archivio è stato un anno positivo - afferma Emanuele Timpanaro, direttore di Euro Pool System Italia - chiudiamo in attivo in tutta Euorpa e in Italia ci apprestiamo a mettere a segno un significativo +10% rispetto al fatturato 2010, trascinati dal trend positivo dell’export. Continua a incrementare il numero delle catene che si affida ai contenitori riutilizzabili. La tedesca Edeka ad esempio sta concentrandosi sempre più sul pooling, mentre nel secondo semestre del 2011 siamo riusciti a stringere un importante accordo con Auchan Italia. E nei prossimi mesi ci saranno altri operazioni significative che però è prematuro anticipare”. Certo i problemi non mancano. A partire dal costo delle materie prime “con la plastica aumentata mediamente del 10% nel corso 54
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Aumentano gli ordini e gli accordi con le catene della Gdo per le aziende produttrici di imballaggi riciclabili, che faticano ma tengono testa alla difficile congiuntura
Da sinistra Emanuele Timpanaro, Gianni Bonora e Giovanni Giantin
dell’anno” e dalla difficoltà di riscuotere i crediti. Ma le prospettive restano interessanti: “Ci attendiamo un 2012 simile, se non ancora migliore al 2011, con il consolidamento in Germania e l’aumento delle rotazioni in Italia”, conclude Timpanaro. “Gli imballaggi riutilizzabili a sponde abbattibili Cpr System dice l’amministratore delegato della cooperativa Gianni Bonora - rappresentano oggi un modello
di estrema attualità considerando il decollo della green economy anche in Italia e soprattutto considerando che gli imballaggi in plastica riciclabile riducono in misura importante l’immissione di rifiuti nell’ambiente”, “La riduzione dei rifiuti oggi è uno dei temi più importanti ed attuali in tutta Europa. Ne sono esempio anche le numerose iniziative promosse dalla Ue per sensibilizzare su questo tema, ciD i c e m b r e
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L ogistica
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Il pooling di pallet di Chep si prepara a “sfondare” in sette nuovi Paesi dell’Europa Orientale Chep annuncia nuovi piani di espansione in Europa Centro-Orientale. Amplierà infatti le proprie attività per la gestione pallet, attualmente esistenti in 23 Paesi europei, in altre sette nazioni: Romania, Bulgaria, Croazia e Serbia nei Balcani ed Estonia, Lettonia e Lituania nel Baltico. “Questa strategia risponde alle esigenze dei nostri clienti” commenta Rodney Francis, chep central & Eastern Europe President. “L’ambiente della supply chain in Europa Centro-Orientale è in rapida modernizzazione e la maggior parte delle aziende che trattano beni di largo consumo stanno utilizzando i pallet per le loro operazioni di movimentazione. Ciò ha portato i nostri clienti attivi in quei Paesi a richiederci la stessa qualità di servizio e di attrezzature che assicuriamo loro in Europa Occidentale”. Chep opera in Europa Centro-Orientale dal 1998 e la sua presenza nella regione si sta rafforzando sempre più grazie alle attività esistenti in Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Polonia, Slovenia e Turchia. “Molte multinazionali hanno deciso di trasferire to ad esempio la recente settimana internazionale della riduzione dei rifiuti, tenutasi dal 19 al 27 novembre 2011; una iniziativa importante che ha visto il coinvolgimento di moltissime realtà che operano in questo campo ed ha portato ad una nuova sensibilità da parte del consumatore e delle Istituzioni. Ogni anno, con l’utilizzo di Cpr System si riduce l’immissione nell’ambiente di oltre 100.000 tonnellate di rifiuti solidi derivati dalla filiera ortofrutta”. “Il 2012 - prosegue Bonora - sarà come tutti si aspettano un anno molto difficile per le economie occidentali e non solo. Ritengo tuttavia che i modelli innovativi, la ricerca di nuove strade finalizzate soprattutto alla compressione dei costi di produzione e all’aumento della competitività siano gli elementi chiave per uscire dalla crisi”. “I problemi del settore - si sottolinea da Cpr - sono senza dubbio legati al calo generalizzato dei consumi. È chiaro che le dinamiche recessive che possono profi56
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le operazioni in Europa Centro-Orientale adottando il sistema di pooling di pallet Chep dopo aver sperimentato le inefficienze e i costi elevati legati all'utilizzo dei pallet in legno bianchi in interscambio” continua Francis. “Questa espansione ci permette di rispondere alle esigenze dei nostri clienti con servizi potenziati, che consentiranno loro di migliorare l'efficienza operativa e ridurre i costi della supply chain, senza parlare degli ulteriori vantaggi ambientali garantiti dal sistema di pallet riutilizzabili Chep” spiega Rodney Francis. “L’ingresso in questi sette Paesi consentirà a Chep di rafforzare le proprie partnership strategiche con le principali aziende globali operanti nei beni di largo consumo, dei prodotti agricoli e retail, oltre che ampliare gradualmente il servizio ai clienti nazionali”. In queste nuove realtà, Chep impiegherà risorse locali per implementare le migliori best practice aziendali e gestire l’utilizzo dei pallet da parte di service provider, distributori al dettaglio e clienti locali.
larsi nel 2012 vanno pesantemente ad influenzare la propensione al consumo degli italiani. È un elemento già presente dal 2011 ma probabilmente potrebbe accentuarsi. Tuttavia ritengo che la grande economicità del nostro sistema e la dinamica del circuito chiuso cooperativo potrà evidenziare ancora meglio gli elementi di forza e quindi risentire meno delle difficoltà”. Cpr System conclude Bonora, sta lavorando per la messa a punto di strumenti che vadano ad incentivare la competitività del si-
stema ortofrutticolo: “Un elemento su cui concentreremo i nostri sforzi nel 2012 è rappresentato dal sistema trasporti. Stiamo studiando una formula che attraverso la piattaforma Tecnolog di Cesena e con una integrazione più completa del sistema trasporti nel circuito potrà rispondere alle esigenze attuali del mercato italiano”. “Il 2011 è stato un altro anno importante per Ifco”, dice il direttore generale Eleonora Gemini “Abbiamo immesso sul mercato una serie di innovazioni realizzando imballi riutilizzabili per banane, frutti di bosco, oltre a carne e uova, che rendono possibile il mantenimento del prodotto fresco con la massima protezione ed efficienza nel trasporto. In particolare l’imballo “Caja de Oro” per le banane offre la migliore gestione ed ottimizzazione del raffreddamento termico al fine di garantire la freschezza della merce. Allo stesso tempo, la temperatura costante e la ventilazione ottimizzano la maturazione del prodotto”. D i c e m b r e
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sumo, afferma che il mercato degli imballaggi a perdere nel settore ortofrutticolo sta diventando sempre più difficoltoso e soggetto all’andamento dell’economia in generale e che l’unico modo per restare competitivi è quello di puntare sull’innovazione: “Il 2011 ha rappresentato la continuazione di un disegno di sviluppo che la Plastic Nord ha iniziato nel 2009 e che si sta confermando idoneo ai tempi ed alla situazione del mercato. La crisi “nata” nel 2009, si è fatta sentire nel 2010 ed ha continuato a farsi sentire nel 2011 soprattutto dal punto di vista strettamente economico legato alla capacità dei clienti di rispettare gli impegni presi e le scadenze concordate”. “Plastic Nord - dice ancora Giantin - si è diversificata dalla concorrenza grazie alle sue cassette in plastica non tradizionali, di varie tipologie e misure che ben si adattano a qualsiasi genere di frutta e verdura e che conferiscono al prodotto un’immagine forte, grazie ad un design accattivante ed originale. Tutto ciò ha
permesso all’azienda di mantenere una quota di mercato significativa nel corso degli anni e addirittura di aumentarla a piccoli passi; superare la crisi attuale che perdura da ottobre 2008 è difficile, ma forti delle peculiarità che ci hanno contraddistinto nel tempo, la stiamo affrontando continuando a proporre nuovi imballaggi”. Ad oggi le tipologie di imballaggio più richieste, comunque, rimangono sempre il 30x50x13,5 e 30x50x16 cm, ma le altre misure stanno prendendo sempre più piede a scapito delle misure tradizionali, si evidenzia dall’azienda veneta. “In questi anni - prosegue Giantin - abbiamo immesso sul mercato due nuove tipologie di imballaggi che stanno riscontrando risultati più che positivi; la Linea Elite, una cassetta di dimensioni 30x40x9 cm. che rappresenta un vero e proprio vassoio ideato e realizzato per la vendita a collo e la Linea Melone, di dimensioni 30x50x17 cm., studiata per contenere il melone e tutti i prodotti pesanti”. “Nel 2011 abbiamo lanciato un imballaggio dalle misure tradizionali (30x50x16 cm.), ma con un disegno a piccoli rettangoli al fine di inserirsi in quella fetta di mercato dei prodotti orticoli di piccole dimensioni come ad esempio i fagiolini. Mentre per il prossimo anno stiamo studiando un imballaggio idoneo ad inserirsi sul mercato della vendita a collo del prodotto ortofrutticolo”. “La crisi economica sta intaccando un settore, quello dell’agricoltura, che già da diversi anni comunque non viaggiava in acque felici, mentre i prodotti italiani pur essendo pubblicizzati, sono sempre più “aggrediti” da quelli stranieri che riescono ad arrivare nei nostri mercati a prezzi decisamente competitivi”, conclude Giantin che tiene a sottolineare il lavoro svolto dal CO.N.I.P. per espandere l’utilizzo ed il recupero degli imballaggi in plastica a perdere. ● www.corriereortofrutticolo.it
LOGISTICA
Per quanto riguarda il mercato italiano, Ifco prosegue nella sua offerta di servizi dedicati a necessità particolari e nel 2011 ha contribuito al fortissimo aumento nel segmento degli imballaggi utilizzati per la quarta gamma. Per il 2012 si stimano oltre 8 milioni di movimenti dedicati a questo particolare settore che vede coinvolte alcune tra le più importanti industrie di produzione italiane. Oltralpe, dopo aver sottoscritto contratti di servizi nel terzo trimestre 2011 con 18 grossisti di alimenti biologici in Germania, l’obiettivo di Ifco per il 2012 è un costante ampliamento della linea di prodotti, acquisizione di nuovi clienti, e l'espansione della tutela ambientale in tutta Europa. Tra i grossisti di alimenti biologici in Germania ci sono anche Denree e Weiling, che hanno annunciato l’intenzione di continuare a sviluppare la cooperazione con Ifco per il prossimo futuro. Questa è un’altra testimonianza della crescente domanda di soluzioni riutilizzabili ecologiche in tutto il settore alimentare biologico. Oltreoceano, c’è anche Safeway Usa ad accelerare la transizione all’uso di imballi riutilizzabili ecologici Ifco. Con più di 15 centri di distribuzione in cui, in meno di 6 mesi, sono stati introdotti gli imballi riutilizzabili Ifco, Safeway stabilisce nuovi standard per i rivenditori. “Gli imballi a rendere Ifco sono al 100% riciclabili e riducono l’inquinamento in modo significativo rispetto ad imballi di cartone”, si tiene a sottolineare dall’azienda. “Questo si traduce, in particolare, in una riduzione importante dei costi di smaltimento dei rifiuti e l’eliminazione dei rifiuti stessi”. Giovanni Giantin, titolare di Plastic Nord, azienda padovana che vanta un’esperienza decennale nel campo della produzione di imballaggi in plastica per l’ortofrutta, realizzati attraverso il recupero di materiale post-con-
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EPS 4HOMAS +~HNLE DI +AISER´S 4ENGELMANN DESTRA E $UBIELCZYK DI %URO 0OOL 3YSTEM COLLABORANO CON SUCCESSO ORMAI DA ANNI
Il sistema di Euro Pool System funziona alla perfezione
+AISER´S 4ENGELMANN SCEGLIE L´AF½DABILITg LITg Il sistema di Euro Pool System funziona alla perfezione LITg La catena di supermercati tedesca Kaiserâ&#x20AC;&#x2122;s Tengelmann sta progressivamente sostituendo gli imballaggi monouso con imballaggi riutilizzabili. I consumatori, sempre piĂš convinti dellâ&#x20AC;&#x2122;importanza di imballaggi e processi di produzione sostenibili, rivestono un ruolo fondamentale in tale scelta. La catena di supermercati punta a proďŹ larsi come unâ&#x20AC;&#x2122;organizzazione afďŹ dabile e socialmente responsabile. Thomas KĂźhnle, approvvigionatore ortofrutta per Kaiserâ&#x20AC;&#x2122;s, aggiunge: â&#x20AC;&#x153;Tutto questo signiďŹ ca che anche i nostri partner commerciali devono condividere le stesse aspirazioni. I nostri prodotti devono infatti soddisfare le esigenze dei clienti,
senza per questo diventare piĂš costosi. Kaiserâ&#x20AC;&#x2122;s Tengelmann collabora con Euro Pool System ormai da dieci anni. Ogni anno, sono circa nove milioni le cassette verdi di Euro Pool System che girano allâ&#x20AC;&#x2122;interno della nostra organizzazione. Siamo entusiasti di questa collaborazione. Lâ&#x20AC;&#x2122;offerta di contenitori è ampia, la disponibilitĂ , la rotazione e il processo di lavaggio sono ben organizzati. Per noi, il fattore piĂš importante rimane lâ&#x20AC;&#x2122;ottima collaborazione a livello strategico. Euro Pool System dimostra che il sistema funziona davvero. Inoltre lâ&#x20AC;&#x2122;azienda ci è di grande aiuto nella valutazione e nella progettazione degli sviluppi futuri.
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Nel 2011 la filiera “tecnologica” ha proseguito la ripresa congiunturale iniziata nel 2010, seppur con minore intensità: questo ciò che emerge dai dati dell’Osservatorio di Ipack-Ima - diretto dal professor Giampaolo Vitali, segretario del Gruppo Economisti d’Impresa, docente ricercatore del CNR - relativi al primo semestre 2011 e alle previsioni sul secondo semestre del 2011 sull’andamento della filiera tecnologica per l’industria manufatturiera in Italia che caratterizza la fiera Ipack-Ima (a Fieramilano dal 28 febbraio al 3 marzo 2012). Un’industria importante per l’economia italiana quella protagonista di Ipack-Ima, con un fatturato totale nel 2010 di 37.567 milioni di euro, di cui 25.807 relativi al settore imballaggi e 11.760 ai settori dei beni strumentali, che comprende macchine per l’alimentazione, per il packaging e per la movimentazione industriale. Una filiera che occupa 143.410 addetti ed esporta quasi il 29% della produzione, con un picco di esportazione dell’88% che riguarda le macchine per il packaging (Fonte IpackIma su dati Ucima e Anima). L’Osservatorio mostra come il primo semestre 2011 si chiuda con una stima di aumento del fatturato totale da parte del 40% delle imprese del campione, e una percentuale sempre elevata (29%) di aumento delle esportazioni, che si somma al 60% che ne indica una costanza, in presenza di una stabilità occupazionale dichiarata da più dell’88% delle imprese. In linea i dati previsionali del secondo semestre, D i c e m b r e
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Osservatorio Ipack-Ima: ok i fatturati delle imprese di materiali e imballaggi in cui poco meno del 40% delle aziende continua ad attendersi una crescita del fatturato e il 60% una stabilità, il 26% e il 64% prevedono rispettivamente un aumento e una stabilità dell’export, e l’83% delinea uno scenario occupazionale immutato. La disgregazione dei due macrosettori macchinari e materiali/imballaggi, mostra come, in un clima percepito abbastanza positivo da entrambi, le imprese
dei materiali-imballaggi abbiano visto una maggiore crescita di fatturato (46%) rispetto al 36% di crescita dei macchinari, che per contro hanno però una crescita di esportazione più elevata (34%) rispetto agli imballaggi (21%). L’analisi di Ipack-Ima si basa su una survey realizzata su un centinaio di imprese che occupano nel complesso circa 8000 addetti e fatturano circa 1.5 miliardi di euro. L’originalità dello studio è caratterizzata da un approccio disaggregato per “settore di destinazione” dei macchinari, indivi-
duando così la congiuntura di ogni linea di produzione, e dalla presenza nel panel di riferimento non solo di imprese che producono impianti, ma anche componenti, imballaggi, materiali e semilavorati. In questo modo viene analizzata l’intera filiera industriale che si attiva per la produzione in nove comparti definiti “Business Communities”, che comprendono Beverage (bibite, soft drink, acque, energy drink, succhi, baby drink, birra, vino), Chemicals/Industrial & Home (petrolchimica, pitture, vernici, inchiostri, pulizia casa, detersivi), Confectionary: (cioccolato, gomme, caramelle, canditi, liquirizia, gelatine, torrone, confetti), Dairy (latte, fermenti, yogurt, burro, formaggi, panna, baby food, gelati), Grain Based Food – GBF (pasta, pane, biscotti, pasticceria, farine, riso, cereali, cuscus, mangimi), Hygiene & Beauty (profumi, cosmetici, igiene personale, creme, prodotti di bellezza, cura persona), Meat (bovini, suini, avicoli, ovini, caprini, equini, cunicoli, pesce e altre carni), Vegetable & Fruit (IV e V gamma, verdure, conserve, frutta fresca e secca, composte), Pharma (medicinali). Confrontando infine le varie Business Communities nel periodo di riferimento, si osserva come il fatturato del primo semestre 2011 sia aumentato soprattutto per GBF, Pharma, Beverage e Meat, mentre le esportazioni sono cresciute nelle imprese di Pharma, GBF, Hygiene & Beauty e Confectionary; quasi un sesto delle imprese di Confectionary e GBF ha anche aumentato l’occupazione. ● www.corriereortofrutticolo.it
LOGISTICA
E la filiera “tecnologica” nel 2011 ha continuato la corsa
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Logistica
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Piattaforma intermodale cesenate, c’è l’accordo: si lavora sul progetto Consulta Generale per l’Autotrasporto e la Logistica e Comune di Cesena hanno recentemente siglato l’accordo per realizzare una struttura per il trasporto di prodotti alimentari freschi. Presto verrà avviata la progettazione operativa. Il passo in avanti per la creazione della nuova piattaforma è giunto grazie all’inserimento della struttura nel Piano Nazionale della Logistica. In base all’intesa, il Comune di Cesena, in quanto soggetto che realizzerà l’infrastruttura, si impegna a preparare il progetto definitivo entro quattro mesi, stanziando 100 mila euro per tale obiettivo. Per farlo, costituirà un gruppo di lavoro, comprendente
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Il Comune ha quattro mesi per definire nel dettaglio l’infrastruttura anche gli imprenditori del settore. Uno degli elementi che caratterizzeranno la piattaforma sarà lo scalo ferroviario di Villa Selva, che diventerà il terminal intermodale dell’area. “Con questo atto si pongono le basi concrete per far decollare un progetto fondamentale per il nostro territorio”, hanno commentato il sindaco di Cesena, Paolo Lucchi, e l’assessore ai Lavori Pubblici, Maura Miserocchi. Con l’accordo, inoltre, Consulta e Co-
mune s'impegnano a migliorare il ciclo operativo e commerciale dei prodotti del settore agroalimentare, valorizzando le relazioni di rete e di distretto sul territorio; realizzare strutture per il consolidamento dei prodotti, migliorando il processo di ritiro, raccolta e preparazione dei carichi; ottimizzare le procedure di assegnazione dei carichi agli operatori del trasporto; rafforzare il sistema combinato ferroviario dedicato per le altre aree; consolidare la relazione fra le imprese e i distretti; mettere a punto e implementare il supporto telematico Itc per l’intera catena logistica; promuovere accordi di settore per la filiera agricola. ●
Assologistica entra nel board dell’europea Ela
Cina, a Shenzen si investe pesantemente sul marittimo
Assologistica è stata nominata membro del Board di Ela - European Logistics Association -, organizzazione che riunisce oltre 30 associazioni nazionali dei Paesi Ue del Centro e West Europa. Presieduta da Jos Marinus, Worldwide Logistics Network Leader della Divisione Beverage del Gruppo Danone, ELA è molto attiva nel campo della formazione finalizzata, su basi Pan europee, alla condivisione ed all’accettazione di standard comuni per lo sviluppo della cooperazione logistica focalizzata sull’industria e sul commercio in Europa. Per tali peculiarità e per la valenza che da sempre Assologistica attribuisce alla formazione ed alla cultura logistica per lo sviluppo delle imprese in conto terzi, sarà il ramo Assologistica Cultura e Formazione a seguirne direttamente le attività principali. La partecipazione di Assologistica alle organizzazioni europee ed internazionali ha lo scopo non solo di recepire i mercati, ma ha anche il proposito di promuovere e sostenere le istanze e le capacità logistiche in conto terzi italiane.
Nel corso dei prossimi cinque anni Shenzhen avvierà diversi progetti marittimi, tra cui la costruzione del porto e lo sviluppo del turismo nautico. Le Autorità locali, secondo quanto dichiarato alla stampa dal direttore generale della Shenzhen Oceanic administration, He Yongzhi, sarebbero intenzionate a spingere ulteriormente la già positiva crescita dell’industria marittima della grande metropoli della Cina meridionale. Dal 2006 al 2010, il settore ha generato un output di 104,8 miliardi di Rmb (circa 16,42 miliardi di dollari), registrando una crescita annuale dell’8% e rappresentando nel solo 2010 circa l’11% dell’intero Pil dell’economia della municipalità cinese. Per raggiungere una maggiore crescita entro il 2015, Shenzhen dovrebbe migliorare le infrastrutture della banchina container del porto di Yantian, completare la seconda fase del progetto della rotta marittima di Zhonggu, velocizzare l’ammodernamento del porto di Taizi a Shekou e avviare i lavori dell’area portuale di Bao’an e di Yantian.
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GERMANIA/2
BELGIO
Recupera terreno il trasporto via mare
Container, Amburgo seconda in Europa
L’India sbarca a Zeebruges
Il porto d’Amburgo torna ad essere il secondo porto per container in Europa. Nei primi nove mesi ha trattato 6,8 milioni di unità di container, corrispondente ad un aumento del 15,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel porto di Anversa, invece, la gestione di container si attestava a 6,5 milioni di unità, ossia un aumento del 3,1%. Rotterdam si classifica al primo posto in Europa per il trasporto di container con il 31,7%, seguito da Amburgo con il 23,7% ed Anversa con il 23%.
Due aziende indiane utilizzeranno il porto di Zeebruges per effettuare la loro distribuzione in Europa. Lo ha annunciato Joachim Coens, l’amministratore delegato della società portuale di Zeebruges, in occasione della missione commerciale che si sta svolgendo attualmente in India. Si tratta di Emrald Tyres, il più grande produttore di gomme per materiale portuale e grandi macchine in India. Questa società esporta verso tutto il mondo e opererà a partire del 2012 a Zeebruges per l’Europa. Anche Super Auto Forge, il produttore indiano di componenti per automobili intende utilizzare il porto di Zeebruges come piattaforma europea di distribuzione.
Nella prima metà del 2011 il trasporto marittimo tedesco è riuscito a recuperare terreno. Secondo i dati dello Statistisches Bundesamt (Enti di statistica tedesco), i porti marittimi hanno registrato merci per 144 milioni di tonnellate, rappresentando un aumento del 6,4%. Nonostante i valori si aggirino ancora ad una quota di -11% rispetto alla prima metà del 2008, il settore è riuscito a dimostrare una certa ripresa, confermata soprattutto dal trasbordo di container (20%). Nei porti tedeschi è stato misurato un volume di container di 7,5 milioni di Teu. Al primo posto nella crescita degli scambi la Cina secondo posto la Russia (più 218.000 Teu) e al terzo gli Stati Uniti (più 123.000 Teu).
CIVITAVECCHIA
TRIESTE
A gennaio arrivano le (nuove) navi di Dole
Nuovo collegamento con la Turchia
Manca solo l'ufficialità ma sembra essere cosa fatta l’intesa tra il porto di Civitavecchia e Dole. Se le indiscrezioni trapelate nell’ultimo periodo verranno confermate, da gennaio 2012 sarà il porto di Civitavecchia ad accogliere il centinaio di migliaia di tonnellate di banane che la multinazionale americana invia puntualmente in Italia ogni anno. È invece una novità ormai acquisita e ufficializzata da tempo il cambiamento radicale delle modalità di trasporto dei preziosi carichi di frutta esotica, che non arriveranno più nel nostro Paese stivati in una delle cinque storiche “navi bananiere” con le quali la multinazionale ha rifornito l'Europa dall’Ecuador; è stato adottato un altro sistema di trasporto navale e distribuzione con dei moderni contenitori refrige-
Trieste e la Turchia hanno un nuovo collegamento via mare. A Izmir è stata inaugurata, alla presenza del ministro turco ai Trasporti, la rotta tra il porto di Aliaga e quello italiano, coordinato dall’operatore logistico turco Lojistik. Il servizio usufruirà di container da 45 piedi (con Gps che consente ai clienti di seguire le spedizioni) e il trasporto retroportuale con intermodalità ferroviaria. Le merci, come si legge su Trasporto Europa, verranno convogliate via treno da Manisa (zona industriale di Izmir) ad Aliaga, così come da Trieste saranno instradati verso le destinazioni finali, tanto italiane quanto estere, con treni blocco. Al servizio è stato imposto un limite massimo di trasporto via camion di 200 chilometri.
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rati. Per Civitavecchia - ma anche per il sistema logistico e distributivo del Lazio - si tratterebbe di una operazione molto importante sotto ogni punto di vista. E certo non esauribile, come significato generale e valore, nel probabile raddoppio dei volumi di frutta attualmente movimentati presso il terminal refeer della banchina 25 “Cfft” (Civitavecchia Fruit Forrest Terminal) che pesano già qualcosa come 100.000 tonnellate all'anno, soprattutto di frutta esotica.
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LOGISTICA FLASH
GERMANIA/1
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Distribuzione
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Vendite al dettaglio in calo Confcommercio: è recessione Prove generali di recessione? A settembre le vendite al dettaglio sono calate dello 0,4% (dato destagionalizzato) rispetto ad agosto e dell'1,6% (dato grezzo) su base annua. Nella media del trimestre luglio-settembre 2011 l’indice Istat è sceso dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti. Nel confronto con agosto 2011, le vendite di prodotti alimentari diminuiscono dello 0,2% e quelle di prodotti non alimentari dello 0,4%. Su base tendenziale, invece, le vendite di prodotti alimentari aumentano dello 0,7%, mentre quelle di prodotti non alimentari scendono del 2,5%. Il calo annuo delle vendite al dettaglio è stato soprattutto effetto della netta diminuzione registrata nelle imprese operanti su piccole superfici (-2,8%), mentre ha retto la grande distribuzione (+0,2%), dove spicca il risultato ottenuto dai discount alimentari (+2,9%). Secondo Coldiretti, il 25% degli italiani ha aumentato nel 2011 la frequenza dei discount mentre, all’opposto,il 38% ha ridotto la propria presenza nei negozi alimentari tradizionali, che rischiano un vero crack mentre tengono sostanzialmente i supermercati. “Si evidenzia la tendenza da parte di un crescente segmento della popolazione ad acquistare prodotti alimentari a basso prezzo nei discount, a cui però può corrispondere anche una bassa qualità con il rischio che il risparmio sia solo apparente”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini. Risparmiare oltre un certo limite sul cibo può significare nutrirsi di alimenti che possono avere contenuto scadente - ha precisato Marini - con effetti negativi sul piano nutrizionale, sulla salute e sul benessere delle persone. Il fenomeno di riduzione significativa dei negozi tradizionali deter62
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Negativi i dati degli ultimi mesi del 2011 e le previsioni per il 2012. E l’incremento dell’Iva al 23% viene visto come ulteriore elemento destabilizzante
Furti record: oltre tre miliardi di euro
Con la crisi si registra una crescita record del 7,8% dei furti nei supermercati che superano il valore di 3 miliardi in Italia. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati “Barometro dei furti nella vendita al dettaglio” del Centre for Retail Research nei paesi europei, aggiornata al giugno 2011. I furti nei supermercati raggiungono il massimo storico con una media di oltre 150 euro per famiglia all’anno, pari al 1,39% del totale delle vendite al dettaglio. Nella lista dei prodotti che scompaiono più facilmente i prodotti per la barba, accessori per l’abbigliamento, formaggi, giacche e cappotti, carne e profumi. Si tratta di referenze più facili da nascondere in borse, borsette o nelle tasche, ma che possono anche essere comodamente indossate sperando di farla franca. Particolarmente prese di mira le specialità alimentari come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano.
mina anche evidenti effetti negativi legati alla riduzione dei servizi di prossimità ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell’intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale dei centri urbani. A contrastare lo spopolamento dei centri urbani va segnalata peraltro la crescente presenza di mercati degli agricoltori e di Botteghe di Campagna Amica. Per Confcommercio “il dato sulle vendite al dettaglio diffuso dall'Istat conferma lo stato di difficoltà in cui versano i consumi dei beni commercializzabili: a settembre si è registrata la quinta variazione congiunturale negativa consecutiva, fenomeno che può essere interpretato come l’entrata in una fase recessiva”. “Il calo dei fatturati di molte imprese - continua la confederazione presieduta da Carlo Sangalli in un comunicato stampa - che già scontano da tempo una contrazione dei margini, ha spinto molte aziende ad applicare con estrema cautela gli aumenti derivanti dall’innalzamento al 21% dell'aliquota ordinaria, come evidenzia anche l’approfon-dimento diffuso dall’Istat. Il sistema produttivo-distributivo, quindi, ha traslato in avanti l’incremento dell’imposta in misura inferiore alle attese”. E d’altra parte, con il possibile aumento dell’Iva al 23%, non si possono escludere nuovi moderati incrementi dei prezzi nei mesi di novembre e di dicembre. Sul versante della fiducia l’Istat certifica un miglioramento del clima che permane tuttavia su livelli storicamente bassi. ● D i c e m b r e
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Ha aperto a Milano in dicembre, in corso Garibaldi 59 “Fior fiore Coop”, temporary store. L’insegna è Coop, ma è un luogo molto diverso da un supermercato: una sorta di salotto dove parlare di cibo e godere di degustazioni accompagnate da un buon bicchiere di vino. Protagonisti i prodotti della linea Fior Fiore Coop con oltre 250 specialità trovate scandagliando in lungo e in largo i territori e spaziando dai prodotti confezionati sino a arrivare alle carni e alcune varietà selezionate di ortofrutta. Fior Fiore Coop continua a crescere a un ritmo sostenuto: lo dimostra il +23,6% nei mesi gennaio-settembre 2011 su gennaio-settembre 2010.
I 20 anni di Cedi Sisa Centro Nord
DISTRIBUZIONE
Fior Fiore Coop: a Milano un salotto di delizie da tutta Italia
Meeting per celebrare il gruppo, che in quattro lustri ha visto decollare da 2,5 a 345 milioni di euro il fatturato Tra affreschi, arredi sontuosi e sfarzi propri del Barocco del XVII secolo, si è svolto, in un teatrale salone all’italiana, il meeting per festeggiare il primo ventennale del Cedi Sisa Centro Nord, con i suoi soci, l’industria, i manager ecc. L’incontro, dal titolo “20 anni insieme, 1991-2011” ha visto anche la presenza dei vertici nazionali oltre che al presidente di Coralis Eleonora Graffione, i quali hanno testimoniato la solidità di un gruppo che, grazie a una visione strategica lungimirante e un alto valore manageriale, è sempre cresciuto, sfidando le grandi discontinuità storiche. Dopo il caloroso saluto dei consiglieri nazionali, il presidente Sergio Cassingena ha introdotto la giornata di festa, ripercorrendo i punti salienti dai primi anni 90’ quando il centro distributivo si chiamava Cedi Padano, sino ai giorni nostri, sottolineandone, tra l’altro, l’alta performance di innovazione. “La determinazione, la volontà di perseguire i propri obiettivi, sempre e comunque, e soprattutto l’impegno dell’organizzazione di credere in un progetto imprendiD i c e m b r e
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Delhaize, flette l’utile aziendale Il gruppo di grande distribuzione belga Delhaize ha realizzato nel terzo trimestre un fatturato di 5,33 miliardi di euro, con un aumento dello 0,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La crescita ha però subito gli effetti sfavorevoli dei tassi di cambio. L’utile aziendale è diminuito del 4,7% fino a 238 milioni di euro. Negli Stati Uniti, che rappresentano il 65% del fatturato totale del gruppo belga, i benefici sono aumentati del 3,5%. Inoltre, il mercato belga ha conosciuto una progressione del solo 0,2% nel periodo in esame. Infine, l’Europa del Sud-Est e l’Asia hanno registrato una progressione totale notevole pari al 49,2%, grazie all’acquisizione del gruppo serbo Delta Maxi, la crescita delle attività della filiale greca Alfa Beta e l’ottimo andamento del gruppo rumeno Mega Image.
toriale comune ha premiato questo Cedi dalle riconosciute potenzialità” - ha dichiarato Cassingena - “Ad oggi, infatti, sono ben 12 le regioni gestite dal Centro Nord; un impegno che non ha mai registrato battute d’arresto, e anche ora, in una situazione di forte instabilità macro economica, rilancia nuovi piani di sviluppo all’insegna di una prossimità globale d’eccellenza ”. Daniele Fornari, docente dell’Università Bocconi di Milano, nel suo dettagliato intervento ha posto l’accento sull’importanza dei valori che hanno fatto del Cedi Sisa Centro Nord una realtà esemplare. Dal 1991 ad oggi il fatturato è passato da 2,5 a 345 milioni di euro. Merito, è stato detto, dell’impegno imprenditoriale di centinaia di soci medio piccoli che sono riusciti ad affrontare la rivoluzione commerciale propria del mercato distributivo degli ultimi 20 anni ma anche del modello di governance adottato, basato su una leadership riconosciuta da tutti, capace di creare sia una forte coesione sociale, sia una rilevante capacità di proiezione strategica. ● www.corriereortofrutticolo.it
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Innovazione, promozione, brand: il biologico studia come consacrarsi Crescita, potenziale sviluppo e innovazione nel biologico: di questo si è parlato a Milano al meeting milanese di Almaverde Bio, società consortile leader del biologico in Italia. Oltre 150 i partecipanti, tra giornalisti, buyers e opinion leader, è stato una buona occasione per fare il punto su un settore sempre più importante nel panorama agroalimentare italiano, con ampie potenzialità di crescita. Il 40% dei consumatori italiani dichiara interesse per i prodotti salutistici e di questo, ben il 25% mostra propensione al consumo di alimenti biologici. Il biologico tuttavia, nonostante i segnali positivi, si mantiene ancora al 3% della spesa alimentare complessiva delle famiglie italiane pari a 1,8 miliardi di euro complessivi, considerando la totalità dei canali commerciali, di cui circa 480 milioni nella moderna distribuzione. È da queste premesse che nascono i cinque punti per lo sviluppo del settore, presentati al Meeting dal presidente di Almaverde Bio Renzo Piraccini (nella prima foto in alto): I dati - secondo Piraccini - evidenziano una palese sproporzione tra mercato potenziale del biologico e mercato reale. Il settore ha enormi potenzialità ancora inespresse e ritengo che gli elementi chiave per la crescita del settore siano i seguenti: - La caratterizzazione dell’area di vendita del biologico all’interno dei supermercati, che facilita il consumatore nel reperimento delle referenze e invoglia all’acquisto d’impulso; - La presenza di una marca nota e specializzata, che garantisca e rassicuri il consumatore all’interno delle strutture commerciali della Grande Distribuzione; - Una maggiore promozionalità 64
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Al meeting di Almaverde Bio indicate le priorità per lo sviluppo dell’organic che necessita, tra l’altro, di maggiore caratterizzazione dell’area di vendita sui prodotti biologici, non tanto esasperando la leva del prezzo, quanto evidenziando con continuità i prodotti oggetto della campagna; - L’innovazione costante sui prodotti quale strumento per intercettare nuovi bisogni dei consumatori dinamicizzando l’offerta e coniugando le novità di prodotto ad alto contenuto di servizio con i requisiti di salubrità e sicurezza che solo il bio può offrire. - La promozione dei consumi di prodotti biologici in tutti i segmenti distributivi compresa la ristorazione commerciale, i bar, i ristoranti, le gelaterie e tutti i possibili format distributivi Ho.Re.Ca in cui sia possibile comunicare i valori del bio. “È evidente - ha concluso Piraccini - che Almaverde Bio è il partner ideale per lo sviluppo del biologico, perché possiede nel suo dna gli ingredienti base per realizzare progetti di category management di successo.” Uno degli elementi di forza per la crescita del settore in termini di consumi delle famiglie è sen-
za dubbio rappresentato dalla comunicazione ed è sulla pubblicità al consumatore che si concentrano i maggiori sforzi economici di Almaverde Bio che lancia, da dicembre, una nuova campagna in cui si porranno in evidenza gli elementi emozionali di una scelta semplice e naturale fatta per “Volersi Bene”. È questo il nuovo slogan della campagna Almaverde Bio, una esortazione verso la ricerca di valori essenziali per un benessere complessivo, non solo personale ma anche per l’ambiente che ci circonda, e che trova nel biologico una forte rassicurazione. “La nuova comunicazione - ha dichiarato il direttore Paolo Pari (nella foto sopra a destra) - è una evoluzione che proietta Almaverde Bio verso un posizionamento di marca affidabile per una linea di prodotti alimentari di qualità, tutti biologici, destinata a un pubblico ampio. Una scelta importante alla cui base ci sono la notorietà della marca, la sua gamma, la professionalità e l’esperienza delle aziende”. ● D i c e m b r e
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CIKITO
Cikito è il primo vero datterino per la raccolta a grappolo. I grappoli, spesso multi-stelo e talora a spina di pesce, sono sempre eleganti, con frutti dal colore rosso scuro, lucido e peso medio di 1520 g. La dolcezza e la croccantezza che caratterizzano i frutti sono il motivo del successo presso i consumatori. La tenuta in post raccolta, la resistenza alle spaccature e l’assenza di alone giallo lo rendono particolarmente apprezzato sia dai produttori, sia dai commercianti e dalla GDO. Cikito è un prodotto LYCO+, ha un alto contenuto in licopene, l’antiossidante che neutralizza i radicali liberi e contribuisce alla prevenzione di molte malattie. Cikito è dotato di una buona tolleranza al marciume apicale. Adatto a tutti i trapianti.
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Il datterino che piace alla G.D.O.
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GERMANIA
Superfici coltivate e vendite in progresso Brandeburgo, Saarland e Assia regioni leader
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La domanda dei consumatori tedeschi di prodotti biologici aumenta. Lo rivela un’analisi di Nielsen. Nella prima metà del 2011 il valore delle vendite è infatti cresciuto del 10% raggiungendo un fatturato di circa 1,2 miliardi di euro. L’incremento in termini di volume è stato pari all’8,8%. Lo sviluppo pieno di slancio del biologico si nota in particolare confrontando le vendite di prodotti biologici con quelle convenzionali: queste hanno registrato un’incremento in valore pari al 2%, mentre il volume è calato leggermente dello 0,7%. Riguardo ai canali di distribuzione alimentare, il biologico ha incrementato la sua quota sul fatturato della Gdo e delle catene di
drogherie del 3,3%. La crescita è parzialmente dovuta al fatto che i discount hanno ampliato l’assortimento bio, circa un terzo dei prodotti biologici viene infatti venduto attraverso questo canale. Ma anche i supermercati, ipermercati e catene di drogherie hanno raggiunto un tasso di crescita di due cifre. Il fatturato totale con i prodotti biologici in Germania ha raggiunto nel 2010 i 5,9 miliardi di euro. Il commercio specializzato di alimenti biologici ha fatto segnare un aumento delle vendite dell’8% nella prima metà 2011 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedete. Da alcuni anni la superficie coltivata in modo green continua a cresce mediamente del 5%. L’anno scorso la
coltivazione biologica si è estesa su 1 milione di ettari, con una quota del 6% sull’intera superficie agricola in Germania. Secondo le informazioni della catena dei supermercati biologici Al natura, il Brandeburgo con quota 10,8% è leader tra le regioni tedesche. Seguono la Saarland (10,2%) e l’Assia (9,9%). Le autorità politiche tedesche riconoscono l’importanza del settore biologico e intendono aumentare tramite vari incentivi entro il 2020 la superficie coltivata biologicamente al 20% del totale.
STATI UNITI
AUSTRIA
CROAZIA
In Asia piacciono le mele di Washington
JaNatürlich “ringrazia” gli agrumi siciliani
Succhi biologici a Zagorje
I produttori di mele e pere dello Stato di Washington, sul Pacifico, stanno incrementando le esportazioni di pomacee biologiche in Asia spuntando guadagni superiori del 15% rispetto agli esportatori di frutta convenzionale. I mercati più promettenti sono la Tailandia, Taiwan, Hong Kong e Singapore. È quanto emerso nel corso di un congresso tenutosi proprio nello Stato di Washington, a cui hanno partecipato 500 tra coltivatori e commercianti di frutta. Nel 2010 sono stati confezionati più di 5,9 milioni di cartoni di mele biologiche coltivate su una superficie di 14mila 800 acri. Le mele bio sono il 5% del totale delle mele coltivate nello stato. Anche la California tende a incrementare le coltivazioni biologiche.
JaNatürlich, marca di prodotti biologici lanciata dai supermercati Billa e Merkur nel 1994 è molto venduta in Austria e vede la grossa partecipazione, in termini di produzione di agrumi, degli agrumicoltori siciliani, considerati pionieri del settore. Oltre 1.100 gli articoli che nel 2010 hanno realizzato un fatturato di 290 milioni di euro. In Austria ogni anno 5.500 tonnellate di agrumi tra cui 3.500 di limoni e 1.000 di arance, vengono importate dalla Sicilia dal gruppo Rewe, proprietaria delle catene Billa e Merkur.
Un impianto per la produzione biologica di succhi di frutta e di vini è stato recentemente insediato a Zagorje (Regione della Croazia settentrionale, situata a nord di Zagabria) dall’azienda Bobo trgovina che si occupa di coltivazione di frutti di bosco (ribes, mirtillo nero, fragole, sambuco e menta) e della produzione di succhi di frutta e di vini senza uso dei conservanti e dei coloranti sintetici. La Bobo trgovina possiede un terreno di 3 ettari che al momento dispone di 6.000 arbusti di ribes, 110 alberi di sambuco-dai quali ha prodotto 5.000 litri di succo di sambuco. L’azienda ha coltivato 600 kg di fragole dai quali ha prodotto il vino. Il sodalizio ha ottenuto i certificati ecologici ed un brand per i suoi succhi di frutta.
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MONDO
Mercabarna in... forma Il Mercato Ortofrutticolo di Mercabarna chiuderà il 2011 con un livello di commercializzazione leggermente superiore al 2010. Tuttavia, il valore sarà minore. Mentre l’innovazione continua a caratterizzarne l’attività. Lo dice Montserrat Gil di Bernabé (foto a sinistra), direttrice generale di Mercabarna. Rispetto all’anno che sta per concludersi quali dati di commercializzazione, in volume e fatturazione, presentano le imprese ortofrutticole di Mercabarna? Le previsioni del Mercato Centrale Ortofrutticolo, considerando che i dati sono aggiornati alla fine di ottobre, mostrano che chiuderemo questo 2011 con un volume di commercializzazione uguale o superiore a quello dell’anno scorso, circa 1.100.000 di tonnellate, mentre si prevede che il prezzo medio diminuisca di circa il 10%. Non possiamo dimenticare che durante quest’anno un evento ha condizionato completamente il comportamento del Mercato: la crisi dell’E.Coli esplosa alla fine di maggio. Questo ha segnato significativamente il comportamento del Mercato, soprattutto, in relazione ai prezzi degli ortaggi. La maggior parte della produzione destinata all’eD i c e m b r e
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Il Centro barcellonese chiude il 2011 con dati analoghi all’anno precedente e punta su formazione e innovazione. Intervista alla direttrice Montserrat Gil di Bernabè
Montserrat Gil di Bernabè
sportazione, a causa della chiusura delle frontiere da parte di alcuni Paesi europei, è stata assorbita dal mercato nazionale; ciò ha determinato un’eccedenza di prodotto nel Mercato e, come conseguenza, una discesa significativa dei prezzi di questi ultimi mesi. A tutto ciò bisogna aggiungere che il clima ha rallentato la crescita e la maturazione di alcuni prodotti di stagione. Che importanza ha l’aspetto formativo per le imprese di Mercabarna? La formazione è una necessità che, sempre di più, vivono le no-
stre imprese e questo si vede riflesso nel Settore della Formazione di Mercabarna. In questo senso, uno dei servizi che si sta sviluppando maggiormente è la formazione in “company”; le imprese che vogliono formare i propri lavoratori in un campo specifico ricorrono al Settore della Formazione affinché organizzi un corso su misura. Si riscontra un gran successo in alcuni corsi già consolidati come quelli di manipolazione di alimenti, di lingue, ma anche i corsi per mulettista ed altri nuovi che vengono organizzati, come quelli di progettazione di siti web, gestione d’insoluti, tecniche di conservazione... Nella stessa direzione, bisogna sottolineare il Corso di Specializzazione in Gestione delle Aziende Grossiste di Alimenti, già alla sua settima edizione, sostenuto dall’associazione Assocome, insieme alla Fondazione Triptolemos e all’Università Politecnica della Catalogna, in collaborazione di Mercabarna. Nell’ambito formativo vorrei sottolineare anche l’accordo firmato, quasi un anno fa, con la scuola di commercio www.corriereortofrutticolo.it
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ondo Esade, con l’obiettivo di promuovere i corsi che impartisce questo centro in settori come la direzione generale, il marketing, le strategie commerciali, le vendite o la direzione finanziaria. L’innovazione è essenziale per differenziarsi. Al momento, a quali progetti sta lavorando il vostro Mercato? La direzione di Mercabarna è consapevole dell’importanza che l’innovazione ha e, per questo, sosteniamo le azioni in questo settore, poiché gran parte delle imprese presenti nel settore delle industrie alimentari sono Piccole e Medie e, come tali, non dispongono delle agevolazioni delle grandi società. Siamo giunti ad importanti accordi con l'IRTA, il Parco Scientifico e Tecnologico Agroalimentare di Lleida, PCiTAL, e la Piattaforma Barcellona Zona Innovazione (BZ), al fine di avvicinare l’innovazione e la tecnologia di ultima generazione alle imprese alimentari, con l’obiettivo di poter aumentare la loro efficienza nei processi industriali, promuovendo l’innovazione, tanto nei trattamenti di trasformazione come nel miglioramento della qualità, la sicurezza alimentare, ecc. Allo stesso modo, le ultime iniziative che stiamo portando a termine in materia di innovazione vengono implementate attraverso l’Associazione Clúster Alimentario di Barcellona, entità che promuove Mercabarna con la collaborazione dell’Associazione di Concessionari di Mercabarna, il Consorzio della Zona Franca e 22@Barcelona e che raggruppa 23 imprese alimentari associate. Questa associazione, creata più di due anni fa, ha come obbiettivo quello di attivare una piattaforma di collaborazione strategica per il settore che permetta alle imprese iscritte di migliorare la propria competitività mediante l’adozione di progetti innovatori e lo scambio di informazioni e conoscenze. da “Mercados” - Siviglia
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Spagna, interprofessione con le mani legate Il j’accuse di Felipe Juan, neo presidente di Intercitrus: la legislazione e l’obbligo di unanimità nelle decisioni limitano l’operatività. In calo i raccolti di agrumi
Lo scorso luglio Intercitrus ha scelto come nuovo presidente Felipe Juan (Asaja, Coag-Ir, Upa). Con lui inizia una nuova tappa per l’interprofessione che cercherà di trovare una soluzione a questioni basilari per il proprio funzionamento. Presidente Juan, in che situazione si trova l’organizzazione interprofessionale da lei guidata? Intercitrus si porta dietro alcuni inconvenienti legati, in larga misura, al ritardo nel pagamento delle sovvenzioni, ma stiamo già lavorando alla ricerca di soluzioni e speriamo che questa situazione si risolva in breve tempo. Va anche ricordato che l’attuale quadro legislativo non ci conferisce un margine di manovra troppo ampio. Per questo, i legislatori dovrebbero attivare tutti quegli strumenti che permettano più operatività a queste entità. Nel caso di Intercitrus, tutti gli accordi devono passare all’unanimità, sempre difficile da raggiungere. In vista dell’attuale stagione di
raccolta, si sono ratificati dei contratti tipo di compravendita per arance e mandarini. Veramente si stanno concludendo e firmando questi accordi? Il modello di contratto di compravendita, a peso, per la sua commercializzazione in fresco, consuetudine propria del settore degli agrumi, avallato dal Governo e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, è uno strumento che offre una sicurezza giuridica indispensabile per il settore, poiché stabilisce un sistema di arbitraggio in caso sorgano controversie. Intercitrus promuove l’utilizzo di questo contratto e, come è ovvio, il suo utilizzo sarebbe maggiore nel caso in cui fosse previsto qualche tipo di incentivo. Certo è che sino ad oggi è stato usato molto poco. Mi piacerebbe chiarire che in questi contratti omologati si stabilisce la data limite di pagamento, come il prezzo fisso e che nel caso di inadempimento va fatta comunicazione alla commissione di sorveglianza di Intercitrus affinché medi nel conflitto. Durante la passata stagione si è mediato in 10 casi. Questa è l’attività D i c e m b r e
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Andalusia, scossone per Hortyfruta Coag e Asaja se ne vanno Scossone in casa di Hortyfruta, organizzazione interprofessionale spagnola, dell’Andalusia. Le associazioni dei produttori Coag e Asaja hanno deciso di lasciare l’organizzazione per l’impossibilità di migliorare la redditività degli agricoltori e gestire i prezzi in periodo si crisi. Ad annunciarlo Andrés Gongora (COAG Almeria), e Francisco Vargas Presidente di Asaja Ameria. La decisione, come riporta Valenciafruit, è stata presa individualmente dalle due Op spagnole. Per entrambe tuttavia Hortyfruta, costituitasi quattro anni fa, non ha rispettato le aspettative nel soddisfare le esigenze degli agricoltori, sia a causa delle restrizioni legali in materia di concorrenza sia per la “riluttanza” dei commercianti e del Ministero dell'Agricoltura del Consiglio di Andalusia nel rispettare determinati impegni. Gongora ha sottolineato che le organizzazioni agricole avevano sottoscritto la creazione di un organo interprofessionale per la promozione di
frutta e verdura a condizione che questo operasse anche per cercare nuove soluzioni per la regolamentazione dei mercati e la gestione delle crisi. Ha inoltre ricordato che lo stesso Ministero aveva sollecitato il settore a riorganizzarsi sotto un organo interprofessionale, impegnandosi ad alleggerire le regole nonché di offrire nuovi strumenti di gestione del mercato. Nel frattempo, il consiglio d’amministrazione di Hortyfruta ha nominato nuovo presidente dell'organizzazione Francisco Góngora già consigliere delegato per il settore agroalimentare alla Cajamar Caja Rural. continuare ha lavorare, perché quello che il settore degli agrumi non fa non verrà certamente fatto per lui da altri. È nostra responsabilità lavorare congiuntamente per migliorare la situazione in cui ci troviamo.
che, attualmente, nell’ambito delle norme vigenti, può sviluppare Intercitrus. Le previsioni prevedono che la produzione spagnola si ridurrà dell’11%. Che dato possiede Intercitrus? In generale occorre considerare non solo i dati quantitativi ma anche i qualitativi, che rivestono un’importanza specifica, visto che in questa stagione di raccolta con meno produzione per albero, la qualità è migliore, grazie ad un eccellente equilibrio acidità/zuccheri. Perciò, se il clima non creerà problemi, ci sarà un’evoluzione scaglionata della raccolta senza eccessi di offerta. A causa delle gelate, durante la raccolta è stata immessa sul mercato frutta rovinata. Fino a che punto questo ha determinato i cattivi risultati registrati nel settore? Senza dubbi uno dei problemi peggiori per il settore sono le gelate. È chiaro che la gestione di una gelata è un tema complesso ma davanti a tali eventi tutti gli D i c e m b r e
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Felipe Juan, presidente di Intercitrus
operatori devono fare un esercizio di responsabilità collettiva che ostacoli l’arrivo sui mercati di frutta che non riunisca le condizioni commerciali adeguate, dato che alla fine tali comportamenti pregiudicano tutto il settore. Per affrontare tale tema si è fissato di costituire, all’interno di Intercitrus, un gruppo specifico di lavoro per studiare come affrontare le gelate, partendo dalla consapevolezza delle difficoltà che ciò implica. È necessario
Quasi il 40% della produzione degli agrumi non ha un canale commerciale definito; crede che dovrebbe esistere una commercializzazione più strutturata per evitare la pressione della grande distribuzione? Il potere della gran distribuzione deriva dalla sua forte concentrazione. C'è uno squilibrio nella negoziazione all’interno della catena del valore. La questione cruciale è come ristabilire l’equilibrio e probabilmente la risposta bisognerebbe cercarla nello sviluppo degli aspetti del nuovo Pac che alludono in modo diretto all’esistenza di questi squilibri nell’ambito della filiera agroalimentare. È responsabilità di tutti lavorare congiuntamente per migliorare la situazione del settore”. da “Mercados”- Siviglia www.corriereortofrutticolo.it
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Russia nella World trade organization Dazi ridotti per alcuni ortofrutticoli Dopo 18 anni di attese e lunghe trattative, la Russia è entrata a far parte della World Trade Organization, ovvero l'Ocm, Organizzazione mondiale del commercio, e parteciperà al prossimo summit dell’Organizzazione che si terrà a metà dicembre. Questo implicherà una maggiore apertura commerciale da parte del Paese. Ciò significherà minori dazi all'import (tetto massimo che scende dal 10 al 7,8%) e maggior competitività nell'export, con una maggiore spinta modernizzatrice necessaria per le imprese ex-sovietiche. Verranno inoltre gradualmente aboliti i sussidi all'agricoltura e verrà introdotta la difesa della proprietà intellettuale. Le banche russe permetteranno agli investitori stranieri di entrare nel loro capitale fino ad una quota del 50%. Nel settore ortofrutticolo in particolare, secondo un report di Interfax pubblicato sulla rivista dedicata al mercato ortofrutticolo Agrooglyad, nel corso di circa un anno si dovrebbero ridurre le tariffe russe all’importazione degli agrumi: in particolare per le arance la tariffa all’importazione calerà dagli attuali 0,02 euro per chilo (5%) fino ad arrivare nel 2013 ad un valore non inferiore a 0,017 euro per ogni chilogrammo. Per il pompelmo, invece, il medesimo dazio calerà fino ad un ammontare non inferiore a 0,015 euro per chilo. Di conseguenza si prevede anche l’abbassamento della tariffa all’importazione degli altri agrumi, quali il mandarino, il limone e il lime. Al contrario, secondo Interfax, rimarranno stabili i dazi per l’uva da tavola, la papaya e la banana, mentre quello dell’ananas dovrebbe calare dal 5% attuale al 3%. La riduzione del dazio sulle mele (la Russia è il primo importatore 70
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Dopo 18 anni di estenuanti trattative. Ora dovrebbero ridursi le tariffe legate all’import di agrumi e restare immutate quelle inerenti uva, papaya, banane
La Francia chiede di rivedere le norme su castagne e ciliegie La Francia ha proposto all’ultima riunione della commissione Unece (Commissione economica per l’Europa dell’Onu), a Ginevra, una modifica delle norme di commercializzazioni internazionali per le castagne e le ciliegie. Le norme Unece fungono da riferimento per quei prodotti che, con le recenti modifiche, non hanno più un proprio regolamento specifico. Modifiche che sono assoggettate alla legge comunitaria di carattere generale. Nel caso venga calibrato il prodotto, il rimando è dunque alle disposizioni della Commissione economica. Le modifiche proposte dalla Francia per le castagne riguardano la definizione di un diametro minimo di 25 millimetri, al di sotto del quale il prodotto non sarebbe commercializzabile; la riduzione della tolleranza per la qualità dal 20 al 10%; l’estensione della norma castagne, oltre ai frutti di Castanea sativa e di Castanea crenata e loro ibridi, anche ai frutti di Castanea mollissima, specie di provenienza cinese, e suoi ibridi. Le proposte sono state rimandate ad una discussione che si terrà il 12 maggio 2012. Per quanto riguarda le ciliegie, la proposta francese, che vorrebbe portare il diametro minimo del prodotto commercializzabile da 17 a 20 millimetri e per le tre categorie extra, I° e II° e non solo per l’extra come è attualmente, è stata per il momento accantonata perché ha incontrato il parere sfavorevole di parecchie delegazioni. mondiale di questo frutto) sarà di circa il 50%. L'attuale dazio sulle mele importate dal primo gennaio al 31 marzo e dal primo aprile al 30 giugno è di 0,10 euro al chilo. La Russia dovrebbe aderireà al WTO entro la metà del 2012: da allora la tassa scenderà a 0,06 euro e, nel 2017, dovrebbe arrivare a 0,03 euro (e a 0,015 euro al chilo per le mele importate da inizio aprile al 30 luglio). Il dazio all’importazione per le pere invece sarà decurtato della metà entro il 2015. ● D i c e m b r e
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Mele, Austria sempre più “autonoma” Auto-approvigionamento al 90% dopo la prolifica stagione produttiva 2010-2011. Quasi 600 mila le tonnellate di verdure raccolte
Il 30 settembre a Ozarów Mazowiecki, vicino Varsavia, si è tenuta la quarta edizione di Fresh Market, conferenza con successivi incontri B2b, diventata ormai il più grande evento settoriale in Polonia dedicato ai fornitori di ortofrutta. La manifestazione è stata patrocinata, come nel 2010, dalla Sezione per la Promozione degli Scambi dell’Ambasciata d’Italia in Polonia. Durante la conferenza si sono tenuti diversi interventi di esperti del settore ortofrutticolo, che hanno focalizzato alcune problematiche concernenti i prezzi dei prodotti e il loro consumo. Fresh Market 2011 ha rappresentato una buona occasione per gli operatori del settore per incontrare i buyers delle più rilevanti catene Gdo operanti in Polonia acquirenti di frutta e verdura fresca. Tra i partecipanti agli incontri B2b erano presenti i rappresentanti di numerose catene: Tesco, Carrefour, Auchan, Intermarche, Kaufland, Biedronka (Jeronimo Martins), Makro Cash & Carry, Piotr i Paweł, Marcpol, PoloMarket, Stokrotka, Chata Polska, Bomi. Presso i propri stand hanno presentato le loro offerte importatori ed esportatori di ortofrutta nonché le aziende di filiera e di servizi per questo settore, quali, ad esempio, fornitori di imballaggi e confezionamento.
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In Austria nella stagione 20102011 sono state raccolte 225.000 tonnellate di mele, con un aumento del 14% rispetto alla stagione precedente. Un incremento figlio delle ottime condizioni climatiche dell’autunno. Il tasso di auto-approvvigionamento in Austria è del 90% e grazie a un ottimo lavoro di sviluppo e innovazione del settore, si prevedono nuovamente trai i banchi dei supermercati anche vecchie varietà di mele. Una parte importante della produzione di mele viene esportata. La domanda per le mele biologiche e il succo di mele aumenta costantemente. Forte l’incremento anche nella domanda da parte dei produttori di alimenti per l’infanzia. Di conseguenza i produttori di mele biologiche hanno attualmente difficoltà di soddisfare la crescente domanda Passando agli ortaggi, dai dati resi noti dall’Istituto nazionale di statistica, Statistik Austria, risulta che nel 2010 in Austria sono state raccolte 589.575 tonnellate di verdura. La Regione della Bassa Austria si colloca al primo posto con 308 mila tonnellate, seguita da Alta Austria e Vienna rispettivamente con 76 mila e 61 mila tonnellate. Gli austriaci consumano mediamente all’anno 110 chili di verdura a testa: secondo le statistiche di RollAma, società specializzata in analisi del settore alimentare, nel 2010 sono stati spesi 87 milioni di euro per pomodori, 53,9 milioni per peperoni e 31,6 milioni per cetrioli.
MONDO
Polonia, Fresh Market si consolida
Nel primo semestre del 2011 intanto, le esportazioni di prodotti alimentari austriaci hanno raggiunto il valore di 4,5 miliardi di euro, con un aumento del 21% rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente. Principale acquirente è stata la Germania, che richiede soprattutto latticini, formaggi e salumi, seguita da Italia, Stati Uniti e Gran Bretagna.
Le aziende agricole e forestali austriache, intanto, decrescono in numero ma aumentano in dimensioni. È questo il trend che emerge dai dati provvisori resi noti dall’Ufficio nazionale di statistica, Statistik Austria: nel 2010 sono state infatti contate 175.700 aziende (il 6% in meno rispetto al 2007). Nel 1995, anno dell’adesione dell’Austria all’Unione Europea, il loro numero toccava invece ancora le 240 mila unità con una superficie media di 31,8 ettari rispetto agli attuali 41,4. ● www.corriereortofrutticolo.it
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M ondo Flash
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ARGENTINA
BELGIO
Sempre più mirtilli del Tucumàn sulle tavole degli europei
Fusione tra Brava e Greenpartners
Exploit dell’export di mirtilli per la regione argentina del Tucumàn. Secondo i dati resi noti dal Comitato argentino per i mirtilli, le esportazioni della regione del Paese sudamericano hanno toccato le 3.700 tonnellate, cioè il 20% in più rispetto all’anno scorso. Gli invii di prodotto verso l’Europa sono aumentati del 78% (877 tonnellate), del 39% solo per il Regno Unito (970 tonnellate). Il prodotto quest’anno dovrebbe avere una qualità elevata grazie alle condizioni meteorologiche favorevoli toccando quota 4.700 tonnellate contro le 5.000 previste.
In Belgio gli Ortomercati Brava e Greenpartners hanno deciso di realizzare una fusione. La nuova realtà sarà denominata “Coobra” e potrà contare su un fatturato complessivo di 120 milioni di euro, con una quota di mercato di otre il 10% della produzione belga di ortaggi. Da notare che Brava dispone d’ortomercati a Zellik e Kampenhout, paesi nella Provincia del Brabante Fiammingo, mentre Greenpartners è attivo a SintKatelijne-Water, nella Provincia di Anversa. Entrambe le ditte dimostrano una gran complementarità in quanto Greenpartners offre principalmente ortaggi coltivati in serra e Brava dispone di una larga offerta di cicoria belga ed altri ortofrutticoli.
UNGHERIA
MACEDONIA
Aumenta il valore dell’agricoltura Ma le mele sono sempre troppo poche
Inaugurato il “polo” Agrofruktis
Nel 2010 il prodotto lordo dell’agricoltura ungherese è aumentato del 9,8%. Per il 2011 è prevista una crescita maggiore grazie alle condizioni climatiche favorevoli, secondo quanto comunicato dal ministero dello Sviluppo Rurale. I buoni risultati della produzione agricola hanno contribuito notevolmente alla crescita del Pil ungherese dell’1,4% del periodo luglio-settembre 2011. Dal 2004, anno dell’adesione del paese all’Ue, il 2010 è stato l’anno in cui si è registrato il valore migliore delle esportazioni, che hanno fatto registrare un valore di 5,8 miliardi di euro. Uno dei prodotti ortofrutticoli più importanti è la mela da tavola che è di buona qualità, ma l’industria della lavorazione della mela magiara è costretta ad 72
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importare il prodotto. Il vicepresidente della Federazione dei produttori di ortofrutta (Fruitveb) ha ribadito che in Ungheria mediamente si producono circa 400-450 mila tonnellate di mele all’anno; nel 2010-2011 ne sono state prodotte però solo 300 mila tonnellate per motivi climatici: gelo, ghiaccio e troppa pioggia in primavera, siccità in estate.
Il giorno 2 ottobre a Strumica, in Macedonia, è stato inaugurato il nuovo Centro per raccolta e distribuzione di prodotti ortofrutticoli “Agrofruktis”, investimento della società croata “Agrokor” del valore di 20 milioni di euro che si estende su una superficie di 8.000 metri quadri. Il Centro è configurato con più moderne attrezzature, refrigeratori, calibratori, imballaggio e sistemi di trasporto per l’accettazione e la distribuzione dal 200 alle 300 tonnellate di verdura e frutta ogni giorno. Per questo periodo “Agrokor” prevede di esportare 50.000 tonnellate di frutta e verdura nei mercati mondiali, con la tendenza nei prossimi anni di aumentare le esportazioni a 100.000 tonnellate all’anno. D i c e m b r e
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Emanuele Zanini
Lo sostengono, praticamente all’unanimità, gli operatori del settore che prevedono una campagna ostica, con un rilevante incremento di calibri piccoli e la concorrenza sempre più agguerrita del Nord Africa
Da sinistra Marco Eleuteri, Fabio Moschella e Paolo Parlapiano
piogge in autunno. Secondo la Cia Sicilia nell’isola il 60% delle arance coltivate saranno troppo piccole per essere vendute al dettaglio. Se a ciò si aggiunge un aumento di produzione nazionale del 18% circa, pari a 23 milioni di quintali, di cui la Sicilia rappresenta all'incirca i due terzi, senza interventi straordinari la campagne di raccolta arance 2011-2012 rischia di essere una "debacle" per i produttori siculi. L’associazione di categoria teme a questo si aggiunga come fattore negativo la crescita produttiva dei Paesi concorrenti come Marocco (18%) e Turchia (10%), che potrebbe creare speculazioni sui
prezzi e di conseguenza danneggiare gli agricoltori. Questa la situazione prevista dopo un’annata 2010-2011 caratterizzata da un calo annunciato di prodotto nella seconda parte della stagione, con i prodotti tardivi come Tarocco e Valencia che hanno conosciuto una diminuzione del raccolto di oltre il 30%, causando tra l’altro una chiusura anticipata della campagna. La minore disponibilità di prodotto lo scorso anno ha determinato anche una flessione delle esportazioni, dovuta sia all’assorbimento dei quantitativi principalmente ad opera del mercato domestico, sia all’impossibilità di
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Rilanciare con decisione le esportazioni. È questa, si sa, una delle chiavi di volta del settore ortofrutticolo. E ciò vale sempre di più per il comparto degli agrumi, che se da un punto di vista produttivo non prevede grandi stravolgimenti rispetto alle scorse campagne, per quanto riguarda l’aspetto commerciale il mercato dovrà rivolgersi in maniera sempre più decisa fuori dai confini nazionali per riuscire ad emergere e competere ad armi pari (o quasi) con gli altri Paesi produttori, in testa la Spagna che deve comunque a sua volta far fronte a una stagione complessa con una sensibile caduta iniziale dei prezzi. Le previsioni della nuova campagna agrumaria, dal punto di vista produttivo, indicano volumi in linea con quelli del 2009-2010, eccezion fatta per i mandarini i cui quantitativi dovrebbero calare in modo significativo. Quest’anno l’inizio dell’annata sarà caratterizzato da un consistente aumento di arance con calibro piccolo e una relativa diminuzione di quelle con calibri medio-grandi. Questa situazione è stata causata da una parte dalla siccità della scorsa primavera, dall’altra dal caldo fuori stagione e al ritardo delle
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SCHEDA PRODOTTO mantenere un range di prezzo sufficientemente competitivo, considerando anche la contestuale sovrapproduzione spagnola. “Nonostante questo contesto piuttosto difficoltoso - sottolinea Salvo Laudani, marketing manager dell’azienda Oranfrizer di Scordia (Catania) - la nostra impresa ha messo a segno un incremento delle vendite, confrontando il 2011 con il 2010, sia nel fresco che nel trasformato, che stimiamo, da qui alla fine dell’anno, in un 10%. A questo risultato ha contribuito sia l’andamento positivo della domanda sul mercato italiano, sia l’incremento riscontrato nelle esportazioni di arance rosse, con una crescita in particolare in Scandinavia e un esordio interessante in Spagna”. Per quanto riguarda la stagione appena partita Laudani prevede che “rispetto alla campagna precedente la maggiore disponibilità di prodotto offerto, in parte, a prezzi più competitivi, dovrebbe riportare anche le esportazioni ai risultati ottenuti due anni fa. Per quanto riguarda Oranfrizer - aggiunge il manager siciliano – ci aspettiamo un consolidamento delle posizioni in alcuni mercati ed una crescita in quelli aperti più di recente. Risultati che puntiamo a raggiungere continuando a sostenere i nostri prodotti con azioni di marketing condivise con i nostri partners all’estero. Puntiamo anche a crescere in Italia, soprattutto con il prodotto trasformato. Infine, ci auguriamo che l’apertura di nuovi mercati, come il Brasile e quanto prima la Cina, possano permetterci di aumentare ulteriormente il peso dell’export, confidando che i servizi di logistica disponibili permettano alle nostre merci di arrivare in tempi compatibili con quelli necessari a mantenere elevati standard qualitativi”. Francesco Sangari, uno dei rappresentanti dell’omonima azienda di Catania fondata all’inizio degli anni Cinquanta come commissaria ortofrutticola al mercato all’ingrosso di Catania, non
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nasconde le criticità che quest’anno si potrebbero presentare, in primis proprio a causa della massiccia presenza di prodotto dal calibro piccolo e per l’aumento previsto della produzione del 10%. “La difficoltà sarà reperire merce con calibro superiore in grado di compensare le enormi quantità di arance piccole in vendita”, sottolinea Sangari. “Le vendite sono partite con la varietà Tarocco con un prezzo di mercato che varia dai 40 centesimi a un euro al chilo. Ad ogni modo il nostro obiettivo - rivela l’imprenditore catanese – è aumentare le vendite del 10-15% sul 2010-2011”. Annata quella passata che non ha regalato molte soddisfazioni all’impresa siciliana. “La produzione è stata mediocre spiega Sangari - mediocre, con minori quantitativi rispetto all’anno precedente e con poca merce di buona qualità”. L’intenzione dell’impresa etnea è quella di investire in pubblicità e promozione nella speranza di incrementare le vendite, a cui si unisce l’obiettivo dichiarato di incrementare l’export, soprattutto verso Canada e Stati Uniti. La quota delle esportazioni rappresenta circa il 60% dell’intero fatturato che nel 2010 ha raggiunto i 13.124.220 euro di cui 1.980.000 solo di agrumi. Fratelli Sangari, che possiede un centro di distribuzione nella zo-
na industriale di Catania (8 mila metri quadri) e un centro di lavorazione degli agrumi a Caltagirone (20 mila metri quadri), commercializza i prodotti anche con i marchi Oraninja e Ketty attraverso in particolare la grande distribuzione, esportando verso Paesi europei ed extra europei (Malta, Germania, Francia, Svizzera, Paesi dell’est Europa, Canada e Stati Uniti). Nell’ultimo decennio si è inaugurato un nuovo magazzino specializzato per la distribuzione HO.RE.CA. e il marchio “Cuor di Natura”. Infine l’azienda ha acquisito nelle aree del Centro Agro Alimentare di Catania - M.A.A.S. - tre stand per un totale di circa 500 metri quadrati. Il 40% della distribuzione dei prodotti avviene attraverso la gdo estera, il 45% attraverso i mercati (di cui il 30% in Italia, il 15% all’estero), il 10% per mezzo dei magazzini, e il 5% verso l’industria. Alessandro Scuderi, presidente del consorzio Arancia Rossa di Sicilia, sottolinea l’aumentato peso dell’export, che se per il prodotto in questione, cioè l’arancia rossa, quattro anni fa rappresentava l’8% del totale, nel 2011 ha raggiunto circa il 12%, con un particolare apprezzamento da parte dei consumatori inglesi, tedeschi, austriaci e scandinavi. “La campagna dell’arancia rossa quest’anno partirà con due settimaD i c e m b r e
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SCHEDA PRODOTTO ne di ritardo, poco prima di Natale”, afferma Scuderi. Le previsioni parlano di una produzione di arancia rossa attorno alle 20 mila tonnellate (+30% circa rispetto all’annata precedente). “C’è molta attesa. Ma le sfide si giocano soprattutto fuori dai confini nazionali. Per esempio per competere con la Spagna, che quest’anno tuttavia dovrebbe avere un calo produttivo del 10%, dobbiamo essere in grado di innovare e “conquistare” il consumatore puntando sulla differenziazione del prodotto comunicando le peculiarità delle arance siciliane. Non sarà facile vista la persistente crisi dei consumi. Ci sarà da lottare ma vogliamo essere fiduciosi”. L’inizio campagna è stato promettente a detta di Giuseppe Pasciuta, presidente del consorzio Arancia di Ribera Dop. “Le prime contrattazioni della varietà Navelina, cultivar precoce, sono state positive - afferma - con prezzi mediamente in linea con quelli della campagna precedente, nonostante un andamento climatico sfavorevole, caratterizzato da poche precipitazioni autunnali che hanno provocato una pezzatura dei frutti mediamente inferiore. I presupposti per fare bene, a parte la crisi e la situazione politica-economica, ci sono tutti: la DOP continua a registrare consensi, sono stati siglati nuovi contratti con la Gdo, con un maggior numero di aziende rivolte al mercato europeo. Riguardo ai quantitativi complessivi del territorio coltivato ad arancia di Ribera si registra una riduzione di circa il 10-15%, con una produzione di circa 110-120 milioni di chili”. Partenza incoraggiante pure per la ditta Parlapiano di Ribera (Agrigento) grazie a vendite soddisfacenti con la varietà Navelina (+15-20% della produzione) e con buone attese per Washington Navel. “La richiesta c’è - conferma Paolo Parlapiano - sebbene non manchi una concorrenza agguerrita. Ma grazie al rafforzamento del marchio dell’arancia
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di Ribera Dop e Riberella sapremo farci valere sul mercato. Uno degli obiettivi di quest’anno - rivela infine Parlapiano - è di incrementare la quota export, ad oggi ferma al 5% circa, e portarla, se possibile, al 20% con la prossima stagione”. Sul fronte dei limoni, secondo Fabio Moschella, presidente del consorzio Limone di Siracusa Igp, in linea generale la campagna è partita lentamente a causa della contrazione dei consumi. “Nelle prime settimane, tra fine ottobre e novembre, i prezzi sono diminuiti progressivamente a causa anche della presenza del prodotto spagnolo”, spiega Moschella. “Tuttavia le quantità (+10% sul 2010-2011) e l’attuale buona qualità dei frutti (dopo un avvio incerto) fanno ben sperare per il prosieguo della campagna, che rimarrà comunque complessa. Siamo tra l’altro preoccupati per l’agitazione e i possibili scioperi degli autotrasportatori che potrebbero mandare in tilt la distribuzione e la logistica con conseguenze devastanti per il settore”. Prevede un’annata critica Ferdinando Vinaccia, a capo de La Costiera, specializzata nella produzione e vendita di limoni di Sorrento Igp (10 mila chili commercializzati, di cui il 20% Igp). “La partenza di campagna è stata deludente a causa della bassa qualità causato dal clima. A questo si
è aggiunta l’aggressività commerciale della Spagna che è partita con prezzi bassi e alta qualità del prodotto. In Italia la situazione è piuttosto critica. Solo da gennaio la situazione potrà migliorare. Serve incrementare l’export e trovare nuovi canali e sbocchi commerciali puntando di più sui mercati oltremare”. Per quanto riguarda il clementino biologico l’inizio campagna per Biofruit, ditta dedita alla produzione e vendita di agrumi (tra cui l’arancia di Ribera Dop). “Quest’anno la pezzatura è abbastanza piccola a causa della scarsità delle piogge”, dice Nicolò Sparacino, export manager dell’azienda. “I calibri sono piuttosto piccoli, quindi sarà dura far fronte a tutte le richieste di calibri grandi. La qualità media del frutto si presenta abbastanza buona”. Per quanto riguarda le clementine l’andamento della campagna 2011-2012 per l’Aop Armonia di Battipaglia (che quest’anno distribuirà circa 5 mila tonnellate di clementine) si mantiene in linea con gli altri anni. “Per le varietà precoci - spiega Marco Eleuteri, direttore commerciale dell’associazione, che commercializza anche molti altri prodotti ortofrutticoli (tra cui kiwi, fragole, pesche, nettarine, zucchine, peperoni, cavolfiori etc) il risultato è piuttosto soddisfacente, mentre con la varietà “Comune” avremo difficoltà a recuperare i costi vivi di produzione. Ad aggravare la situazione ci ha pensato poi il tempo, che hanno favorito la presenza di calibri inferiori alla media oltre a un marcato ritardo nella maturazione della frutta. Difficoltà a parte il nostro gruppo sta individuando nuove varietà tardive, poiché è proprio la parte finale della campagna a presentare gli spazi più interessanti per il miglioramento dei redditi dei nostri agricoltori. Ad oggi questo spazio però è quasi interamente in mano ai nostri competitors stranieri, in primis ai produttori spagnoli”. D i c e m b r e
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nostri partners ci scelgono per diversi motivi. Alcuni prediligono Oranfrizer perchè segue ogni fase della catena produttiva con un totale controllo della Filiera, monitora tutte le attività di campo, controlla il ciclo di maturazione degli agrumi, gestisce ogni fase della trasformazione e del confezionamento delle spremute, assicura metodi di trasporto e attività logistiche avanzate che consentono di esportare nei tempi e nei modi adeguati grandi volumi di prodotto. Questi servizi garantiscono un’eccezionale qualità delle nostre arance rosse e degli altri agrumi di Sicilia che distribuiamo, con professionalità e serietà, in tanti Paesi.
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