Introduzione al Graphic Design
Gestione dello Spazio e delle Proporzioni
La Scala Nel Graphic Design la “scala� rappresenta le dimensioni di una data forma vista in relazione agli altri elementi presenti all’interno di uno stesso formato. Pertanto la scala si basa sulle relazioni proporzionali tra le forme rappresentate.
Utilizzando una scala relativa il designer può stabilire specifici rapporti dimensionali tra le forme all’interno di una determinata illustrazione. E’ possibile anche modificare e non attenersi a quella che rappresenta la scala reale, relativa alle proporzioni tra oggetti presenti nella realtà; un graphic designer alterando la scala reale può distorcere le normali aspettative di che osserva la rappresentazione grafica. Se generalmente un elemento “fiore” viene recepito, in termini di dimensioni relative, come più piccolo di un albero nella realtà, nella grafica sarà comunque possibile distorcere questa “scala” naturale capovolgendo la situazione.
A seconda dell’effetto che si vuole ottenere, in una rappresentazione di design grafico è sempre possibile distorcere quella che è la scala “reale”, giocando con le proporzioni. In questo modo otterremo un effetto surreale nella nostra grafica, così come evidenziato nell’immagine seguente, dove le proporzioni reali vengono capovolte.
Assieme al rispetto e alla considerazione dei principi di design, è comunque sempre necessario, in qualsiasi modo, gestire secondo i criteri scelti la scala e quindi i rapporti di proporzione tra le forme. Determinare un sistema proporzionale all’interno delle singole raffigurazioni è importante per i seguenti motivi: • Manipolare la “scala” può conferire varietà ad una composizione che altrimenti verrebbe recepita come “classica” o banale e monotona. • La scala aumenta il contrasto e il dinamismo nelle relazioni tra le forme.
• Manipolare la scala può creare l’illusione di una spazio tridimensionale.
La Proporzione In campo archiettonico e grafico la proporzione è la relazione comparativa delle dimensioni tra le singole parti presenti in una raffigurazione e delle dimensioni tra queste e l’intera area compositiva. Gli elementi o parti vengono paragonate in termini di grandezza (o spazio occupato), misure specifiche e quantità.
Ad esempio la relazione dimensionale tra la testa di una persona di media altezza e il suo corpo rappresenta proprio un rapporto proporzionale; pertanto nella rappresentazione grafica di una figura umana l’osservatore di base si aspetterà una relazione proporzionale specifica tra l’elemento testa e l’elemento corpo. Se invece la testa non rispetta la proporzione attesa, allora l’osservatore si aspetterà dei rapporti proporzionali volutamente alterati rispetto al normale, e osserverà anche gli altri elementi nella composizione per ricercare uno specifico criterio nella raffigurazione dei rapporti dimensionali tra le forme.
Questo perchè tendenzialmente, osservando gli elementi presenti nella realtà, l’osservatore si aspetta una relazione proporzionale standard che rispecchia proprio ciò che può generalmente osservare nel mondo reale. Cambiando l’aspettativa base di chi osserva, il designer potrà quindi conferire un effetto surreale alla propria composizione e di conseguenza un effetto sorpresa nella visualizzazione.
Tuttavia nel campo del Graphic Design, la proporzione è anche alla base dell’organizzazione estetica di una raffigurazione: le forme, qualsiasi siano i criteri proporzionali scelti, dovrebbero relazionarsi le
une alle altre in maniera bilanciata ed armoniosa, all’interno dello spazio compositivo. Tuttavia è comunque possibile allo stesso tempo “giocare” con le proporzioni attese per creare un impatto grafico inaspettato e non convenzionale ma allo stesso tempo gradevole.
Sistemi Proporzionali
Anche se nel campo del Design Grafico si tende ad utilizzare un sistema proporzionale comune, dettato dal modo con cui osserviamo
il mondo reale, è comunque possibile utilizzare degli espedienti grafici specifici per gestire in maniera armonica le proporzioni all’interno delle composizioni grafiche. Tali espedienti di base sono conosciuti come: • I Numeri di Fibonacci • La Sezione Aurea
I Numeri di Fibonacci I numeri di Fibonacci costituiscono una serie numerica che inizia con i valori 0 e 1. Ogni numero consecutivo a questi, nella sequenza, costituisce la somma dei 2 numeri che lo precedono. Pertanto se i primi due numeri della sequenza sono 0 e 1 avremo di conseguenza tale sviluppo nella sequenza numerica: 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, e cosÏ via. Questo perchè : 1+1 = 2, 2+1= 3, 3+2= 5, 5+3=8, 8+5= 13, 13+8=21, ecc.
I cosiddetti quadrati di Fibonacci, rappresentati di seguito presentano dei lati con lunghezze corrispondenti ai numeri della sequenza di Fibonacci sopra riportata.
Posizionando accanto due quadrati dotati di lati con valore 1, questi costruiranno un rettangolo di 1x2 (o 2x1) Posizionando un quadrato con un lato di 2 accanto al lato lungo di un rettangolo con dimensioni 1x2, creeremo un nuovo rettangolo con dimensioni 2x3. Allo stesso modo aggiungendo un quadrato con un lato di 3 sul lato lungo del rettangolo con dimensioni 2x3, otterremo un nuovo rettangolo con dimensioni 3x5. L’aggiunta di un quadrato con un lato pari a 5 produrrà allo stesso modo un rettangolo di dimensioni 5x8.
L’aggiunta di un quadrato con un lato pari a 8 produrrà quindi un rettangolo di 8x13 e così via.
Una cosiddetta spirale di Fibonacci può essere creata tracciando dei quarti di cerchio attraverso i quadrati di Fibonacci, come rappresentato di seguito.
La connessione tra gli angoli opposti dei quadrati della serie produrrĂ una spirale che costituisce una forma riscontrabile nella realtĂ , in alcuni elementi naturali, come piante, conchiglie, ecc.
Il sistema di forme generato dalla serie numerica di Fibonacci (quadrati e spirali) può servire da supporto grafico alla corretta rappresentazione delle proporzioni tra le forme presenti in una data composizione.
Il rapporto tra i numeri adiacenti nella serie di Fibonacci è di circa 1,6, un valore che si avvicina di molto alla “sezione aurea”, una costante matematica con un valore di circa 1,618. La Sezione Aurea La sezione aurea, comunemente indicata con la lettera greca “fi” (φ), si riferisce ad una relazione geometrica in cui una lunghezza maggiore a sta ad una lunghezza minore b come la somma delle lunghezze (a+b) sta ad a.
Matematicamente la sezione aurea può essere espressa con la seguente formula: (a + b)/a = a/b = 1.618.
Al contrario: a/(a + b) = b/a = 0.618. Schematizzazione di un Rettangolo Aureo
La sezione aurea si riferisce anche ad elementi specifici come ad esempio un numero o una forma. Ad esempio un rettangolo il cui rapporto
tra lunghezza e larghezza corrisponde alla sezione aurea è considerato come un “rettangolo aureo”.
Un rettangolo costruito secondo il sistema di Fibonacci si avvicina all’essere un “rettangolo aureo”.
Una sezione aurea costituisce una linea divisa in due parti non uguali, a e b, dove la lunghezza totale (data dalla somma a+b) sta alla sezione più lunga a come a sta alla sezione più corta b.
Rappresentazione di una sezione aurea
a + b sta ad a come a sta a b
Questa espressione in formula algebrica sarĂ : (a + b)/a = a/b
Le forme o strutture grafiche basate sul principio della sezione aurea sono considerate da un punto di vista oggettivo esteticamente piacevoli.
Ad esempio l’architetto Le Corbusier (per un approfondimento: http://it.wikipedia.org/wiki/Le_Corbusier) utilizzò la sezione aurea come criterio base per la progettazione dei suoi sistemi architettonici. Ancora oggi, la sezione aurea costituisce un criterio ampiamente utilizzato in campo artistico, architettonico e grafico. I Graphic Designer utilizzano la sezione aurea per la creazione di sistemi di griglie rappresentative e nell’impostazione dei formati delle pagine. Lo stesso discorso vale per i Web Designer che nella realizzazione dei layout delle pagine web utilizzano proprio la proporzione aurea nel tracciare le divisioni all’interno della pagina.
Nel campo del web design ma soprattutto nel campo del Graphic Design, che piÚ ci interessa in questa sede, il rapporto privilegiato tra la forme corrisponde generalmente alla proporzione di 3:5 (oppure inversa: 5:3). Tale rapporto proporzionale tra i vari elementi grafici presenti in un formato si base proprio sul principio della sezione aurea. Un altro rapporto proporzionale speciale, basato sempre sulla sezione aurea, è di 2:3,5 per quanto riguarda quelle grafiche basate su formati con dimensioni inferiori.
Pertanto volendo seguire tali sistemi proporzionali ogni volta che inseriamo e utilizziamo una data forma per un formato sarà bene controllare le sue proporzioni nel modo seguente: vanno misurati i due lati del rettangolo che costituisce la forma (se la forma non è un rettangolo, basterà inscriverla all’interno di questo), quindi la misura del lato maggiore andrà rapportata a quella del lato minore; se il rapporto corrisponde ad una cifra compresa tra 1,50 e 1,75 le proporzioni risulteranno armoniche. Ad esempio in questo range proporzionale rientra il formato tipico dei biglietti da visita tradizionali, dotati delle seguenti dimensioni: 8,5 x 5,5. Il rapporto proporzionale è infatti pari a 1,54.
Sebbene lo standard statunitense per i formati di pagina A4 (8,5x11 pollici) e quello europeo (210x297 mm) non siano basati sulle proporzioni delle sezione aurea, una sezione aurea può comunque essere inscritta all’interno di essi, come evidenziato nel modello a fianco. Una sezione aurea inscritta in un foglio formato A4
In molti casi anche se nelle raffigurazioni non si ottiene il rapporto esatto della sezione aurea, si cerca comunque di ottenere in approssimazione lo stesso risultato di armonia matematica tra le forme e nei formati. Una forma grafica, come quella rappresentata da una carta di credito, costituisce un ottimo esempio di “rettangolo aureo�.
Una carta di credito come quella sopra raffigurata ha delle dimensioni di 86x54 mm.
Pertanto 54/86 = 0.6279
Il valore della sezione aurea come ora sappiamo è di 0.618 (oppure 1,618), pertanto nel caso del formato delle comuni credit/debit card abbiamo un’ottima approssimazione di tale proporzione matematica.
Nel campo del Design Grafico è essenziale conoscere l’esistenza di questi strumenti e sistemi per la gestione delle proporzioni, tuttavia non esiste alcun obbligo nell’utilizzo di questi principi matematici, dal momento che è possibile gestire la scala, i rapporti tra le forme e i formati in maniera libera, ottenendo comunque dei risultati gradevoli alla vista.
Manipolazione dello Spazio
Come possiamo facilmente osservare e constatare nella realtà e in molte raffigurazioni, una forma può dare l’illusione di avere un dato peso e una data solidità. Partendo da un punto, un elemento base della grafica, è possibile indicare uno specifica posizione all’interno di uno spazio o formato: questo punto di partenza non possiede una lunghezza, uno spessore o un volume, tuttavia questo punto può espandersi e trasformarsi in una linea, seguendo un determinato percorso.
Volumi
La linea ottenuta avrà una lunghezza ma sarà priva di un particolare spessore. Tuttavia una linea possiede di base una determinata posizione e una data direzione; inoltre in alcuni casi una semplice linea può avere all’interno della composizione una funzione ben precisa: ad esempio può costituire il bordo di una forma o dell’intero spazio di rappresentazione.
Un piano non è altro che una superficie bidimensionale racchiusa da linee. Un piano ha una specifica lunghezza e larghezza, ma ancora non possiede uno spessore.
Il volume al contrario è la rappresentazione di una massa specifica su una superficie bidimensionale; un volume può essere circondato da più piani ed avrà sempre una posizione all’interno di uno spazio.
Le forme e i volumi creano l’illusione di una spazio tridimensionale su una superficie bidimensionale. Schematizzazione del passaggio da un elemento “punto” ad un elemento dotato di “massa”.
Piano di Rappresentazione
Un volume, rappresentato su un piano figurativo bidimensionale, può essere definito come l’illusione di un elemento dotato di massa o peso. Tuttavia partendo da un piano di rappresentazione vuoto (come ad esempio un foglio di carta) anche segnando un semplice punto sullo sfondo bianco e vuoto, possiamo cominciare a conferire caratteristiche di “profondità” illusoria alla nostra raffigurazione.
L’illusione di una profondità spaziale indica la visualizzazione di uno spazio tridimensionale fittizio, dove alcuni elementi vengono recepiti come più vicini all’osservatore, mentre altri sembrano più distanti. L’illusione di tale profondità può essere sia leggera sia profonda, recessiva o proiettata verso l’esterno.
Generalmente chi osserva tende a visualizzare gli elementi grafici come disposti su tre piani di rappresentazioni distinti: • Il primo piano – vale a dire quella parte della rappresentazione “sentita” come più vicina.
• Il secondo piano - vale a dire quella parte della rappresentazione che si trova eventualemente a separare il primo piano dallo sfondo. • Il piano di sfondo – quella parte della raffigurazione che appare più distante rispetto a tutti gli altri elementi della composizione e che funge da “contorno” a quelle che sono percepite come le forme più importanti.
Una volta stabiliti tali piani di raffigurazione, l’osservatore visualizzerà gli elementi rappresentati dando ad essi un determinato grado di valore e importanza proprio in base al loro posizionamento sui tre piani. Nella raffigurazione riportata nella slide seguente le linee orizzontali definiscono il piano di rappresentazione. Il piano di rappresentazione è stato realizzato per creare un’illusione di profondità, in cui la figura “gatto” si trova in primo piano, mentre le linee sono sullo sfondo e risultano più lontane da chi osserva. Tuttavia anche se il piano di rappresentazione viene concepito come sfondo all’elemento di primo piano, tale sfondo non risulta troppo
lontano da chi osserva. In questo caso l’effetto di profondità ottenuto non è profondo e pertanto l’osservatore non recepisce una distanza eccessiva tra l’immagine di primo piano e lo sfondo. Effetto di profondità leggero: L’elemento in primo piano non risulta eccessivamente distante dallo sfondo.
Per quanto riguarda i caratteri di testo generalmente questi vengono percepiti come elementi privi di spessore, posizionati su una superficie piana. Tuttavia nella seguente rappresentazione grafica, relativa al logo del magazine Le Monde il piano figurativo si trova dietro i caratteri che invece sporgono rispetto al piano di rappresentazione, creando un effetto di profonditĂ fittizia.
Designer: Louise Fili
Nella grafica seguente lo sfondo dell’immagine è rappresentato dal colore arancione. visibile in alto, mentre il motivo a nastro, con il suo movimento, sembra spostarsi avanti e indietro, creando un’illusione di profondità spaziale.
Poster Olivetti Designer: Herbert Bayer The Museum of Modern Art - NY
Con la tecnica del trompe l’oeil è possibile creare una particolare illusione di profondità: l’osservatore, ad una prima occhiata, avrà difficoltà a percepire gli elementi come semplicemente disegnati. Si tratta di una tecnica pittorica volta proprio a ricreare un effetto di tridimensionalità su una superficie bidimensionale. Cornelis Gijbrechts (1630-1675) Trompe l'oeil, olio su tela Museum voor Schone Kunsten, Ghent
L’utilizzo delle ombre proprio di questa tecnica e la loro sovrapposizione può ingannare l’osservatore facendogli credere che determinati elementi siano reali e collegati alla superficie di sfondo.
Tale tecnica pittorica può benissimo essere usata anche nel campo del Graphic Design. In tale ambito un perfetto esempio di questa tecnica e di tale inganno, proviene dal seguente design grafico, dove il designer ha ricreato la perfetta illusione della presenza di post-it, attaccati ad un foglio di carta sottostante.
Tale sovrapposizione ovviamente va anche a ricreare un’illusione di profondità spaziale Cover: Design Quarterly 110 Designer: Ivan Chermayeff
Infatti con questa tecnica di gestione delle ombre, andando a sovrapporre delle forme alcune sembreranno più vicine all’osservatore rispetto alle altre.
Organizzare la rappresentazione su più livelli, tramite l’illusione delle sovrapposizione degli elementi, permette allo stesso modo di aumentare il grado di profondità.
Un altro elemento fondamentale da considerare è la prospettiva. La prospettiva si basa sull’idea che le diagonali si muovano convergendo verso un determinato punto sull’orizzonte, definito come “punto di fuga” (vanishing point): tali diagonali, con il loro movimento, ricreano l’illusione di profondità in una rappresentazione bidimensionale.
La prospettiva pertanto può essere definita come un sistema schematico di trasposizione di uno spazio tridimensionale su una superficie bidimensionale.
Allo stesso modo forme volumetriche, come ad esempio coni, cubi, cilindri, ecc. possono creare l’illusione di una profondità spaziale su una superficie bidimensionale.
L’effetto che vogliamo ricreare dipende tuttavia sempre dagli obiettivi grafici stabiliti. A seconda della funzione e dell’obiettivo della raffigurazione sarà possibile scegliere una rappresentazione completamente planare oppure la creazione di una profondità spaziale. Capire in che modo è possibile ottenere effetti diversi (planarità, tridimensionalità, profondità, ecc.), tramite la gestione delle proporzioni e la manipolazione degli elementi nello spazio, ci permette di scegliere e realizzare caso per caso la giusta rappresentazione grafica.
FINE LEZIONE