WEB DESIGN Navigazionale: QUARTA UNITA’
Navigazione in contesti speciali Un buon design navigazionale deve sempre tenere conto delle nuove tecniche di design, delle nuove tipologie di servizi per la rete e dello sviluppo di nuove tecnologie. In quest’ultima unità dedicata al web design navigazionale prenderemo in considerazione differenti contesti navigazionali di recente sviluppo: i sistemi di ricerca e i sistemi di classificazione sociale o tagging (social bookmarking).
La ricerca è comunemente considerata come una valida alternativa alla navigazione di base, strutturata attraverso un sistema di link. Di norma un sistema navigazionale di ricerca coordina la domanda dell’utente con quelle pagine in rete che contengono le keyword ricercate. La navigazione inoltre permette alla persone di visualizzare e scorrere i contenuti scelti, fornendo una panoramica sul sito, aiutando quindi gli utenti nella ricerca. Dal punto di vista dell’utente, la navigazione e la ricerca non sono operazioni contrastanti. Le persone desiderano semplicemente trovare le informazioni di cui hanno bisogno. Pertanto integrare i sistemi di ricerca al sistema navigazionale generale di un sito migliorerà l’esperienza navigazionale degli utenti. L’utilizzo di meccanismi di
ricerca, come sistemi di navigazione principali all’interno di un sito, è un’organizzazione tipica di quei siti web dedicati alla condivisione di contenuti, come ad esempio Youtube e Flickr. Interfaccia di Youtube (youtube.com)
Pertanto nel corso di questa lezione considereremo i vari sistemi di ricerca tramite keyword, intesi come mezzi principali di navigazione, suggerendo degli elementi e le possibile tecniche navigazionali di supporto.
Navigazione prima della ricerca Esistono diversi modi per integrare i meccanismi navigazionali con il processo di ricerca dei dati, cominciando con la realizzazione di un modulo (form) di ricerca appropriato. In quest’ultimo è possibile includere opzioni navigazionali speciali, come “menù di ricerca mirati” e “ruote di parole” (word wheels) per rendere un sistema di ricerca diretto è più mirato. Altrimenti è possibile preparare e fornire dei termini preimpostati per aiutare gli utenti a formulare le giuste domande nell’apposito form. Le cosiddette ricerche “preimpostate” (canned search) combinano la navigazione di base con un sistema di ricerca prestabilito cosicchè cliccando su un link si avvierà subito in background una ricerca. La
chiave di questa operazione è quella di fornire contemporaneamente opzioni navigazionali di scorrimento e di ricerca affinchè l’utente possa scegliere a seconda delle proprie esigenze. Ricerca mirata (scoping search) Alcuni moduli di ricerca includono delle opzioni specifiche che permettono alle persone di indicare un campo di indagine più stretto o, per l’appunto, “mirato”, già prima di avviare la ricerca tramite l’apposito pulsante. Molto spesso un menù a tendina già contiene quella divisione di un sito secondo sezioni chiave, che riflette il sistema di navigazione
principale. Gli utenti selezionano una categoria dal menù proprio per limitare l’estensione della ricerca nei contenuti. Questo specifico sistema navigazionale è ottimale per quei siti organizzati gerarchicamente, secondo diverse aree di contenuto. Ad esempio il seguente sito, www.yoox.com, fornisce un sistema di navigazione principale nella parte alta della pagina dove, prima dell’utilizzo del modulo di ricerca è possibile selezionare una delle categorie presenti. Una volta selezionata la sezione desiderata attraverso il maccanismo di navigazione principale, un semplice menù a tendina può essere utilizzato per mirare la ricerca scegliendo una categoria specifica, tra quelle presenti, in cui effettuare l’indagine.
Sistema di ricerca mirata in yoox.com
La “ruota” di parole (word wheel) La cosiddetta “ruota di parole” mostra una breve sezione di una lista di termini presenti all’interno del meccanismo di ricerca. La “ruota” reagisce in maniera dinamica agli input degli utenti, visualizzando a seconda della richiesta la parte appropriate della lista. Ad esempio quando un utente digita già una lettera, come ad esempio
la N, la “ruota di parole” gli mostrerà le prime cinque o dieci parole contenenti la lettera inserita. Ad esempio il sito answers.com utilizza nel proprio meccanismo di ricerca proprio la “ruota” per fornire dei suggerimenti all’utente e velocizzare il processo di ricerca dei dati. Cliccando su uno dei termini forniti, questo verrà ricercato automaticamente. Molto spesso è possibile confondere il meccanismo navigazionale di ricerca word wheel con quella lista di dati già inseriti dall’utente che alcune volte i browser conservano. Tuttavia una word wheel permette di visualizzare durante la ricerca solamente quella lista utile per la ricerca mirata che è stata impostata dal sito stesso, durante la progettazione dei meccanismi navigazionali.
Esempio di word wheel da youtube.com
Un approccio più sofisticato di questo sistema base implica l’inserimento e quindi l’utilizzo di un “percorso di coordinamento”. In questo caso la word wheel reagirà all’input dell’utente mostrando
non solo quella lista di termini e contenuti inizianti con quella o quel gruppo di lettere ma tutte quelle parole contenenti la stringa inserita. Ricerca “predeterminata” (canned search) Con il termine canned search si indicano quei collegamenti che normalmente appaiono normalmente con la dicitura “cerca più risorse” e sono programmate per contenere delle chiavi di ricerca. Cliccando sul link, l’utente verrà direttamente condotto ai risultati di una ricerca preimpostata. Collegamenti di questo tipo vengono spesso utilizzati per condurre gli utenti a dei contenuti che non sono presenti direttamente nel sito di partenza.
Tuttavia le cosiddette canned search possono risultare utili anche all’interno di uno stesso sito web. Ad esempio le opzioni navigazionali possono condurre direttamente alle pagine di risultato della ricerca invece che a delle pagine di atterraggio o galleria, anche solo partendo dagli elementi di navigazione principale, evitando passaggi inutili. Questo processo permette inoltre di evitare l’update manuale delle pagine. In questo modo sarà ad esempio possibile vedere sempre la versione aggiornata di una pagina galleria. Ad esempio cliccando su “Fine wines” nella barra di navigazione principale del sito wine.com sarà possibile visualizzare direttamente una pagina di risultati.
Anche senza condurre una ricerca “canonica� gli utenti possono quindi restringere ancora i campi di ricerca utilizzando il meccanismo di ricerca presente sulla sinistra.
La navigazione dopo la ricerca Molto spesso non basta inserire una determinata keyword per ottenere, attraverso una semplice ricerca i risultati desiderati. Dopo la prima ricerca è molto spesso necessario ripeterla, inserendo o impostando ulteriori elementi necessari ad ottenere risultati piÚ precisi. Alcune tecniche navigazionali possono aiutare l’utente a trovare esattamente i dati ricercati dopo l’operazione di ricerca preliminare.
 Topic links I risultati di ricerca spesso contengono dettagli specifici su ogni pagina trovata e ovviamente anche il tema principale di questa. Se gli argomenti di ogni pagina, presente nel risultato di ricerca, sono muniti di un collegamento ipertestuale, cliccando su uno di questi sarà possibile raggiungere le altre pagine appartenenti alla stessa categoria. In questo modo gli utenti possono navigare direttamente attraverso i contenuti interni di un dato soggetto, secondo gli interessi.
 Raggruppamenti e clustering Alcuni sistemi di ricerca raggruppano automaticamente i risultati simili per contenuto in sotto-gruppi, spesso visualizzando una lista di sotto argomenti. Quest’ultimi vengono generalmente posizionati lungo uno dei lati della pagina, come un vero e proprio sistema navigazionale. Cliccando su uno dei sotto contenuti i risultati trovati verranno automaticamente filtrati. In questo caso cercando una tematica qualsiasi, una volta ottenuti i primi risultati della ricerca base, sarà possibile attraverso uno dei sotto-contenuti, presenti sul lato sinistro della pagina, accedere all’area di effettivo interesse, come evidenziato nella slide seguente.
Per creare dei sotto contenuti vengono utilizzate generalmente le tecniche di clustering e grouping. Sebbene i termini siano interscambiabili, essi indicano due tecniche differenti attraverso le quali si può tuttavia ottenere uno stesso risultato finale. Con la tecnica del clustering, le categorie provengono automaticamente da un set di risultati. In questo modo non solo è possibile trovare subito la “tematica” generale d’appartenenza di un oggetto ma anche determinare le etichette rientranti nella stessa categoria. Dal momento che queste etichette sono dinamiche, esse possono cambiare aspetto da una ricerca all’altra anche nel caso in cui venga formulata la stessa richiesta (query).
Con la tecnica di grouping gli oggetti esistono già sotto forma di un indice di termini. Il risultato della ricerca base verrà visualizzato diversamente a seconda della ricerca ma i raggruppamenti verranno presentati sempre nella stessa forma. Ad esempio il seguente sito usa la tecnica dei clusters per mostrare le sue categorie sul lato sinistro della pagina, a fianco dei risultati di ricerca. Il numero degli elementi presenti in ogni “gruppo” o cluster compare nelle parentesi, di seguito a ogni link, come nell’es. seguente.
Esempio di clustering dal sito zalando.it
In contrasto i risultati di ricerca evidenziati nella slide seguente, dal sito sun.com (www.sun.com) sono un buon esempio della tecnica di grouping. In primo luogo, le etichette filtrano la lista dei risultati secondo delle categorie prestabilite. Alcune delle etichette presentano anche un secondo livello di raggruppamento che appare all’utente come un meccanismo navigazionale “canonico�, per la navigazione principale e/o locale.
Esempio della tecnica di grouping
Suggerimenti per la navigazione I meccanismi di ricerca possono infine suggerire dei termini di ricerca alternativi, volti a migliorare la formulazione delle richieste preliminari inoltrate dagli utenti. Spesso dopo la ricerca base, in molti siti web viene automaticamente generata una lista di termini, sulla base dei contenuti del primo risultato di ricerca. Esistono diversi tipologie di “suggerimentiâ€? e differenti modalitĂ relative alla loro visualizzazione.
Esempio di “suggerimenti� per la ricerca da ebay.it
Utilizzo dei suggerimenti di tipo best bets Una tipologia specifica di “suggerimenti” è quella in cui delle pagine prestabilite compaiono durante la ricerca di determinate keyword. Questo tipo di suggerimento viene comunemente definito “best bet” oppure “sistema di raccomandazioni”. Ad esempio il sito della BBC include proprio, in seguito ad una ricerca base, delle specifiche raccomandazioni, indicate attraverso l’utilizzo della specifica etichetta “editor’s choice”, inserite proprio in cima a tutti i risultati di ricerca.
Esempio di “suggerimenti� best bets dal sito bbc.co.uk
Nessun risultato Nel caso in cui una ricerca non produca alcun risultato, nella maggior parte dei casi viene visualizzato un messaggio che indica che nessun contenuto è stato trovato. Messaggio di “no records found” da ebay-it
Tuttavia è possibile migliorare la navigazione di un sito web anche attraverso l’utilizzo di una pagina di questo tipo. Ad esempio è possibile associare i termini ricercati ad altre parole preimpostate e organizzate in un indice specifico, affinchè il sistema
di base possa visualizzarle all’occorrenza. In questo modo il sistema può suggerire delle keyword alternative da quelle inserite magari differenti per quanto riguarda lo spelling. Esempio di “suggerimento” da ebay.it
Un’altra strategia nella realizzazione di suggerimenti è quella di mostrare ulteriori collegamenti anche nel caso in cui la ricerca non produca i risultati sperati. I contenuti visualizzabili possono anche non essere in alcun modo collegati ai termini originariamente ricercati. In questo modo anche non ottenendo i risultati previsti un
utente viene spinto a continuare la navigazione nel sito utilizzando i contenuti proposti. Esempio di “suggerimenti� dal sito www8.hp.com
Vantaggi di un’architettura a “faccette” Le tecniche menzionate finora rappresentano un approccio individuale per integrare il sistema di navigazione e di ricerca di un sito web. Nell’organizzazione navigazionale dei meccanismi di ricerca è molto spesso utile, per l’organizzazione e la visualizzazione dei dati ottenuti attraverso la ricerca primaria, utilizzare un’architettura a “faccette”. I principali vantaggi nell’utilizzo di questo tipo di interfaccia sono i seguenti:
Ordine di selezione Gli utenti per raggiungere uno stesso obiettivo possono selezionare i risultati in qualsiasi ordine. Navigare attraverso le categorie produce sempre dei risultati Attraverso un’interfaccia a faccette è subito possibile esplorare le sottocategorie indicate dai primi risultati di ricerca visualizzati. Deselezionare i valori Qualora il risultato ottenuto da una prima ricerca fosse insoddisfacente, gli utenti hanno la possibilità di deselezionare quei valori non necessari da una “faccetta” per poi espandere la lista dei risultati.
Esperienza pre-determinata Lo stile delle faccette utilizzate nella visualizzazione dei risultati di ricerca rispecchia l’interfaccia navigazionale generale del sito. Pertanto navigare tra i risultati della ricerca sarà un’operazione familiare agli utenti, già abituati ad una navigane a “faccette”. Indicazione delle “grandezze” Ogni categoria visualizzata attraverso una ricerca preliminare indicherà l’esatto numero delle corrispondenze del termine all’interno di parentesi. In questo modo l’utente potrà scegliere consapevolmente di visualizzare quei contenuti che contengono maggiori riferimenti alle keyword ricercate.
Questo particolare approccio sembra ricalcare completamente i sistemi già analizzato di “raggruppamento”. Tuttavia, attraverso l’utilizzo di un’interfaccia a “faccette”, le categorie e i loro valori sono esposti come elementi navigazionali fin dal principio e pertanto sono fruibili anche senza un’operazione di ricerca.
Esempio di percorso di ricerca a “faccette�, con in evidenza il percorso di ricerca e le rimanenti categorie navigabili
Esistono tre fasi principali nel processo di visualizzazione dei contenuti ricercati all’interno di un sito: la prima riguarda la pagina di partenza, la seconda la pagina relativa ai risultati e infine la pagina oggetto.
1) Pagina di partenza La pagina di partenza offre una prima visualizzazione dell’aspetto delle “faccette”, evidenziando eventualmente forme e colori specifiche. Ad esempio nella slide successiva, ogni categoria principale del sito ebay.it è evidenziata in blu e marcata in grassetto.
In ogni categoria le varie sezioni di ricerca sono indicate sempre in blu ma stavolta non in grassetto, attraverso un link. Esempio dell’interfaccia di una pagina di partenza a “faccette� (ebay.it).
Un’interfaccia di questo tipo fornisce non solo la possibilità di avviare una nuova ricerca attraverso l’apposito spazio nella parte alta della pagina ma anche di navigare direttamente attraverso i contenuti indicati. 2) Pagina di risultato Le pagine di risultato sono normalmente organizzate in tre sezioni o aree principali: Area del risultato I risultati della ricerca primaria occupano normalmente lo spazio maggiore sul lato destro della pagina. Nel caso dell’esempio relativo
al sito (http://www.lib.ncsu.edu/), i risultati sono accompagnati dalle immagini associate all’elemento ricercato e trovato. Area dei valori Le faccette indicanti i valori, applicabili al corrente set di risultati sono elencati sul lato sinistro della pagina. Cliccando su uno dei link presenti sarà possibile restringere la ricerca svolta alla specifica sezione scelta, aggiornando il risultato precedentemente ottenuto. Area del percorso di domanda Il percorso intrapreso al momento della ricerca primaria è indicato normalmente a sinistra, nella parte alta della pagina.
Le sezioni descritte finora, presenti in una pagina di risultato organizzata secondo “faccette”, sono ben visibili nella slide seguente. Infatti sempre nel sito http://www.lib.ncsu.edu/, già preso in considerazione, ogni sezione presente in una delle categorie principali, tutte evidenziate in grigio chiaro, è rappresentata da un link. Il numero degli oggetti trovati in una data sezione è fornito attraverso l’indicazione tra parentesi della “grandezza”. In questa particolare interfaccia le ulteriori opzioni di ricerca richiamano per aspetto proprio dei meccanismi di navigazione locale e/o principale, mentre la visualizzazione veloce dei risultati occupa la parte centrale della pagina.
Esempio di “pagina di risultato� con le varie aree.
La funzione principale di una pagina di risultato è quella di fornire ulteriori elementi, organizzati secondo criteri specifici, per la navigazione dei contenuti del sito. Inoltre attraverso questa pagina è già possibile modificare e/o azzerare la ricerca effettuata utilizzando quegli elementi presenti per deselezionare gli ambiti di ricerca finora scelti. Infine, è importante considerare che il sistema di faccette è ottimale per conferire omogeneità di visualizzazione nel passaggio dalla pagina principale di ricerca alla pagina risultato, attraverso un attento utilizzo dei colori.
3) Pagina oggetto (item page) Gli utenti in questa pagina specifica possono scegliere di visualizzare un singolo elemento tra quelli forniti dalla pagina dei risultati. La pagina oggetto fornisce delle immagini pi첫 grandi degli elementi ricercati e generalmente delle informazioni molto pi첫 dettagliate. Nella pagina viene generalmente visualizzato ancora il percorso di ricerca intrapreso per raggiungere un determinato elemento. In una pagina oggetto, tutti i valori utilizzati per classificare un elemento sono visualizzati sul alto destro della pagina, in una struttura albero espandibile in pi첫 livelli. Gli utenti possono selezionare a piacere i nuovi termini visualizzati, per iniziare una nuova ricerca.
Nell’esempio seguente, la pagina oggetto, sempre dal sito www.lib.ncsu.edu, mostra nella parte centrale della pagina le informazioni dettagliate dell’oggetto scelto nella pagina risultato. Gli ulteriori elementi navigazionali di ricerca sono posti proprio nella parte destra della pagina. Essi forniscono quei collegamenti utili per ulteriori ricerche del libro desiderato in varie biblioteche e ulteriori link che possono condurre l’utente a raggiungere oggetti simili al contenuto ricercato in origine.
Esempio di “pagina oggetto”
L’obiettivo delle tecniche navigazionali finora presentate è quello di integrare il sistema navigazionale generale con il sistema di ricerca, affinchè ogni contenuto del sito sia fruibile da più punti di partenza. Ovviamente l’applicazione delle suddette tecniche navigazionali si adatta perfettamente all’organizzazione navigazionale di quei siti web particolarmente ricchi di contenuti. L’utilizzo di un’architettura a “faccette” infine, applicata in siti di questa tipologia, rappresenta sicuramente una scelta navigazionale ottimale per la strutturazione e visualizzazione di tutte quelle informazioni necessarie alle diverse operazioni di ricerca.
Il sistema di tagging Il sistema di tagging viene utilizzato nell’ambito della progettazione delle pagine web per migliorare l’organizzazione interna dei contenuti, rendendoli più facilmente trovabili. Pertanto anche il sistema di tagging serve a migliorare le opzioni di ricerca all’interno di un sito. Attraverso questo sistema di organizzazione dei contenuti è possibile associare a determinati elementi (parti di testo, immagini, file video, ecc.) delle specifiche keyword o tag per meglio identificarli nell’insieme dei contenuti. Associando i tag a degli oggetti la loro ricerca sarà più semplice e rapida.
Tuttavia per essere effettivamente utile, un sistema di tagging deve essere navigabile. Il tagging L’operazione di tagging implica proprio, secondo uno schema di classificazione precedentemente stabilito, l’associazione di parole chiave scelta a specifici oggetti. Il tagging offre pertanto una valida alternativa a quegli schemi di classificazione organizzati in forma di “vocabolari”. Nel sistema di tagging ogni utente può assegnare liberamente dei termini scelti ad un oggetto presente in rete, come ad esempio una pagina, una foto o un video, affinchè possa poi facilmente ritrovarlo.
Le parole chiave utilizzate per “taggare” una determinata risorsa in rete possono presentarsi nelle maniere più disparate dal momento che tali keyword non devono necessariamente appartenere ad un vocabolario predefinito. Proprio l’utilizzo di un linguaggio “naturale” nella scelta delle keyword da utilizzare rappresenta uno dei maggiori punto di forza del sistema di tagging. Inoltre con questo stesso sistema è possibile applicare una keyword a un dato elemento, senza collocarlo necessariamente in una determinata categoria; in questo modo ogni elemento in rete può avere tag multipli e pertanto essere più facilmente raggiungibile durante la navigazione, attraverso percorsi diversi.
Tuttavia tale sistema può comportare anche diversi inconvenienti navigazionali. I principali problemi di utilizzo sono dovuti a: L’utilizzo di parole troppo specifiche. In questo caso le keyword scelte hanno “senso” solo per un determinato gruppo di persone. In questo caso il sistema di tagging risulta utile solo a quelle persone o gruppi in possesso di una chiave di lettura. Errori di spelling. Difficilmente una data risorsa sarà più facilmente trovabile con un tag scritto in maniera errata o poco comprensibile.
Confronto tra sistemi di “classificazione” Classificazione attraverso un “vocabolario” controllato Un utilizzo regolare dei termini utilizzati
Classificazione attraverso il tagging system Un utilizzo incostante di termini diversi
Tale classificazione si poggia su un elenco Ogni termine è accettabile in questo sistema di parole predefinite La classificazione si presenta come rigida e Il sistema è flessibile e personalizzabile impersonale Le keyword possono essere applicate alle Chiunque può “taggare” una risorsa risorse solo da persone specifiche. Tale classificazione rispecchia il volere del Una comunità o un utente applica quelle creatore o dell’autore di un oggetto keyword che ritiene importanti.
Comporta tempi e costi di mantenimento Il lavoro di organizzazione del sistema di elevati. tagging è svolto dalla stessa comunità che lo utilizza.
I cosiddetti “vocabolari controllati” si adattano bene per quei domini di piccolo dimensioni ma con un alto livello di definizione dei contenuti. All’interno di questi gli utenti, molto spesso esperti dello stesso settore, proprio attraverso un vocabolario prestabilito, di cui conoscono già gli elementi strutturali, trovano più facilmente quello che cercano (ad esempio quei siti di carattere medico, giuridico, ecc.). Al contrario, quei domini di carattere “aperto” con una gamma e tipologia più ampia di utenti (ad es. i cosiddetti social bookmarking) ottengono grandi benefici in ambito navigazionale proprio attraverso l’utilizzo del sistema di tagging. All’interno di questi siti non esiste
un’autorità centrale che si occupa di creare delle categorie standard per la ricerca e non c’è nessuno che potrebbe mantenere una struttura di questo tipo. Tipologie del sistema di tag Esistono diverse tipologie di tagging system, ma tutte presentano gli stessi tre elementi chiave: Le risorse. L’oggetto che riceverà il tag. Gli utenti. I membri del sistema sociale di riferimento che applicano liberamente i tag alle risorse presenti.
I tag o keyword. Le keyword specifiche utilizzate per descrivere le risorse. Virtualmente ogni risorsa presente nella rete può essere taggata. Tuttavia le modalità con cui i tag vengono creati, mantenuti e quindi usati dipende dalla provenienza e dalla tipologia dell’oggetto che riceve il tag. Le risorse da taggare possono infatti provenire da:
Dai partecipanti di una comunità virtuale, com’è il caso delle foto di Flickr o dei file video di Youtube. Da uno stesso sito web o da un sistema di tagging, com’è il caso delle descrizioni di album o artisti su last.fm. Dalle risorse free presenti nella rete, come le pagine dedicate al bookmarking (ad. es. il portale di delicious.com). Inoltre è importante ricordare che il processo di tagging differisce in base alla tipologia della risorsa in questione. Ad esempio, applicare i tag ad una pagina web pubblica è un’operazione diversa
dall’applicazione di un tag ad una foto o ad un video caricati da singoli utenti. Con una pagina web pubblica, il sistema può riconoscere l’oggetto da taggare attraverso la sua URL, creando poi un collegamento con gli altri eventuali tag che le persone hanno già utilizzato. Il testo e il titolo di una pagina possono essere allo stesso tempo usati per suggerire ulteriori tag. Con una foto o un video di carattere “privato” non esistono precedenti tag o keyword descrittivi. Pertanto il sistema non può identificare la data risorsa senza che prima questa non venga descritta da chi l’ha caricata.
I tag pertanto possono essere distinti in due tipologie:  privati, in modo che solo un utente possa utilizzarli  pubblici, in modo che un intero gruppo di persone possa utilizzarli. Ad esempio Gmail permette ai singoli utenti di taggare le email, ma queste saranno visibili solo per chi ha compiuto l’operazione. Alcuni siti web con un sistema di tagging permettono agli utenti di scegliere se rendere i tag applicati pubblici o privati. La tabella nelle slide successive riporta una lista dei piÚ comuni sistemi di tag forniti da diversi siti e le loro proprie caratteristiche.
Risorsa “taggata” Foto
Servizio
Video
Youtube
Musica
LastFM
Flickr
Descrizione
Fonte del Tag pubblico o materiale privato? Foto caricate dagli Privato e pubblico stessi utenti
Servizio di condivisione di foto – provvisto di tagging system Servizio di Video caricati condivisione di dagli stessi utenti video – provvisto di tagging system Un database di Informazioni e informazione dati musicali musicale che forniti dal sistema permette agli stesso utenti registrati di taggare artisti, album e singole canzoni
Pubblico
Pubblico
Libri e recensioni
LibraryThing
Permette ai Classificazione di membri di taggare libri, con relative i dati dei libri recensioni all’interno di una propria libreria virtuale e poi di recensirli.
Pubblico
Gmail
Un programma di Email presenti nel posta elettronica sistema che permette agli utenti di taggare le mail
Privato
Sistemi di social tagging I servizi in rete che permettono alle persone di navigare utilizzando i tag di altri membri vengono comunemente chiamati sistemi di Social tagging o bookmarking. In questi siti un insieme di tag deriva da una classificazione sociale completamente pubblica. In una struttura di questo tipo non c’è un limite all’estensione e all’applicazione del sistema di tag e non esiste alcuna gerarchia applicata ad esso.
Navigare attraverso un sistema di social tagging Dal punto di vista degli utenti, esistono due ragione fondamentali alla base della creazione di un tag:  gli utenti vogliono poter ritrovare facilmente in rete qualcosa che hanno già visualizzato in precedenza.  gli utenti vogliono condividere una determinata risorsa. In entrambi i casi la navigazione gioca un ruolo fondamentale. Per capire questo è necessario considerare le tre azioni distinte alla base del processo di tagging:
1. Creare i tag 2. Utilizzare e gestire i propri tag 3. Usare i tag creati da altri Ogni fase coinvolge l’utilizzo di diversi aspetti navigazionali. 1. Creare tag Il modo in cui un tag viene creato influisce sul suo futuro utilizzo.
Creando un tag è necessario considerare in che modo gli utenti avranno accesso ad esso, come realizzare suggerimenti relativi a questo e infine il modo in cui ogni tag potrà essere inserito. Incoraggiare l’operazione di tagging Per incoraggiare la creazione e l’utilizzo dei tag è senz’altro importante rendere semplice il tagging system. Il sito di Flickr ad esempio, come evidenziato nella slide successiva, permette ai membri di applicare un singolo tag a più foto con un singolo passaggio, anche durante il loro stesso caricamento.
Accesso ai servizi di tag I servizi di bookmarking sono frequentemente accessibili attraverso il cosiddetto “bookmarklet”, un programma JavaScript contenuto direttamente nella barra di bookmarking del browser. Il “bookmarklet” fornisce accesso diretto al servizio da qualsiasi punto nella rete. Il procedimento è semplice: L’utente naviga nella pagina che gli interessa taggare per visite successive L’utente clicca sul “bookmarklet” del proprio browser e inserisce un tag di sua scelta per salvare la pagina.
Ad esempio nell’immagine seguente vediamo insieme i bookmarklet di diversi siti nella barra apposita del browser Google Chrome
Alcuni siti di informazione, come quello presentato nell’esempio seguente, contengono collegamenti diretti ai servizi di bookmarking in modo da rendere ogni articolo facilmente raggiungibile. Tali link sono inoltre utili per condividere delle risorse senza interrompere l’esperienza di navigazione.
Esistono due sistemi principali per navigare verso un servizio di bookmarking: un modello di bookmarking parallelo e un modello sequenziale. Con l’approccio parallelo, il link d’accesso esterno, come ad esempio un bookmarklet interno ad un browser, verrà aperta una finestra popup affinchè l’utente non debba abbandonare la pagina corrente. Nel modello sequenziale, la pagina per l’aggiunta dei bookmark copre la finestra corrente, visualizzata dal browser. Dopo che la
pagina scelta è stata “aggiunta”, gli utenti ritornano alla pagina precedentemente visualizzata. I due modelli d’accesso ai servizi di bookmarking
Suggerimento dei tag Molti dei siti che prevedono un sistema di tagging forniscono dei suggerimenti per la scelta e l’inserimento delle keyword, a seconda dei contenuti a cui devono essere applicate. Questi suggerimenti vengono spesso forniti sotto forma di una “ruota di parole” tra cui l’utente può scegliere quella che ritiene più adatta e così creare il tag. Nella slide successiva, dal portale delicious.com, i “suggerimenti” per i tag da inserire in corrispondenza della risorsa selezionata, sono forniti attraverso una lista predefinita in base alla tipologia della risorsa stessa. Pertanto è possibile utilizzare i tag già esistenti o crearne di nuovi.
Forma dei tag La forma in cui un dato tag appare all’utente è determinante nella ricerca della risorse. Inserendo una keyword contenente due o più parole alcuni sistemi potrebbero considerare lo spazio e pertanto gestire i termini inseriti singolarmente. Per evitare questo, gli utenti che desiderano applicare un tag “esteso” ad una determinata risorsa dovrebbero utilizzare, per separare le parole, dei punti, trattini o sottolineature. Es. social.software.programs Partydifineanno2007 Compleanno_lucilla
2) Navigare attraverso i tag creati Creando numerosi tag è essenziale poterli raggiungere facilmente e con rapidità . Il sistema di tagging deve pertanto rendere possibile il loro ritrovamento nel maggior numero di modi possibili, affinchè le risorse taggate siano nuovamente visualizzabili e i tag creati possano essere eventualmente modificati. Vedere i tag I sistemi di tag forniscono inoltre delle semplici opzioni per filtrare e organizzare la propria lista. Queste opzioni prevedono la possibilità di ordinare i propri tag secondo un ordine alfabetico, cronologico, numerico, oppure secondo un criterio di importanza.
Esempi di elementi per l’organizzazione dei tag dal portale di bookmarking delicious.com (1)
(2)
Combinare i tag La possibilità di combinare i tag, può costituire un potente strumento per localizzare facilmente una risorsa in rete. Un’organizzazione di questo tipo infatti permette di richiamare allo stesso tempo un insieme di tag, utilizzando spesso un’architettura a “faccette” per l’organizzazione visiva dei contenuti. Per far questo il sistema, in un elenco generale di tag presenta gli ulteriori tag possibili, associabili sempre ad uno stesso elemento.
Risorse per la navigazione Un tagging system deve rendere semplice la navigazione attraverso le risorse taggate. Spesso le risorse vengono presentate in una lista simile a quella normalmente presente in una “pagina di risultato” di ricerca. Normalmente come già evidenziato in alcuni esempi precedenti è comunque possibile utilizzare ulteriori elementi per facilitare l’organizzazione e quindi la navigazione tra i tag creati. In particolare diversi siti web permettono di: Filtrare o ridurre il numero di elementi in cui cercare impostando dei parametri di ricerca specifici.
Organizzare la “lista di tag” secondo differenti criteri (ad es. alfabetico, numerico, ecc.). Ricercare o trovare direttamente i tag e le risorse taggate con una semplice ricerca attraverso inserimento di keyword. Proprio il portale dedicato al bookmarking di Delicious.com permette tutte e tre le operazioni elencate. Nell’ultimo caso la ricerca attraverso keyword coinvolgerà tutto il sito ma i primi elementi visualizzati nella “pagina risultato” riguarderanno la ricerca effettuata tra i tag personali creati in precedenza.
Esempio di utilizzo del filtro per tag da delicious.com
Output di ricerca dei tag creati su delicious.com
3) Navigare attraverso i tag degli altri Il secondo motivo per cui le persone creano e applicano i tag è quello di condividere le risorse con gli altri utenti della rete. Le cosiddette “classificazioni sociali”, una collezione di organizzazioni personali, offrono degli interessanti spunti navigazionali e vengono proprio utilizzate per navigare attraverso le risorse taggate da altri utenti. Una tipologia navigazionale adattiva rappresenta una tecnica importante per la visualizzazione di quelle classificazioni sociali esposte all’interno di un sistema di tag. Inoltre è necessario considerare l’aspetto sociale proprio del tagging system.
Creare un collegamento navigazionale diretto ad un altro utente e visualizzare le risorse taggate da quest’ultimo sono elementi importanti del processo navigazionale attraverso “classificazioni sociali”. Navigazione adattiva Le “nuvole di marcatura” o “nuvole di tag” (tag clouds) di cui abbiamo già discusso nelle precedenti unità, sono il mezzo più frequente di presentare i tag in una classificazione sociale. Dal momento che non esiste una gerarchia prestabilita in un sistema di classificazione sociale, generalmente non è possibile visualizzare un set limitato di categorie di primo livello (cioè poste in cima alla “piramide” gerarchica dei contenuti).
Inoltre dal momento che i sistemi di tag tracciano allo stesso tempo milioni di tag, non è possibile visualizzare tutti questi in una sola volta. Spesso, un limitato set di tag viene mostrato proprio attraverso le “nuvole di tag”, secondo dei raggruppamenti cronologici o di popolarità. Ad esempio il sito technorati.com, nella slide seguente, permette di vedere molteplici tag presenti nel sistema in una singola panoramica. Nell’esempio seguente vediamo che i tag sono organizzati sia secondo una classificazione cronologica sia secondo il loro livello di popolarità.
Dal momento che i sistemi di classificazione sociale comprendono una vastissima quantità di contenuti, i meccanismi navigazionali di ricerca costituiscono un altro metodo fondamentale di accesso ai tag. Pertanto i sistemi sociali di tagging utilizzano delle tecniche specifiche per filtrare il più possibile le ricerche. Ad esempio è possibile per ogni risorsa vedere le relative risorse taggate dagli altri utenti, spesso riportate con la dicitura “Le persone che hanno visto questo hanno visto anche …”.
Ricerca di una risorsa specifica Dal momento che i sistemi in questione possono contenere moltissimi tag, alcuni tag possono apparire solo quando un utente visualizza una data risorsa all’interno del tagging system. Mostrare i tag che altri utenti hanno utilizzato per una stessa risorsa indica un’importante tipologia di navigazione associativa che conduce alla “scoperta” dell’oggetto ricercato. Ad esempio su last.fm i tag di classificazione sociale per una risorsa vengono visualizzati subito al di sotto della descrizione di questa. Per visualizzare il maggior numero di tag è inoltre possibile espandere la sezione “visualizza altro” per accedere alla tag cloud, come evidenziato negli esempi seguenti.
Creare un link diretto ad altri utenti In un sistema sociale di tagging (social bookmarking) sono fondamentali le relazioni dirette tra gli utenti del sistema. Creando dei meccanismi navigazionali per un sistema di classificazione sociale è importante evidenziare dove possibile questa connessione. Si tratta infatti di un ulteriori elemento utile alla scoperta di nuove risorse presenti in rete. Tale elemento si poggia sulla seguente idea: se due persone usano tag simili, ci sono buone probabilità che queste persone condividano uno stesso interesse. Pertanto visualizzare i tag inseriti e utilizzati da altri utenti può rivelare nuove risorse, interessanti per entrambi.
I gruppi sono un’altra parte importante dei sistemi sociali di tagging. Flickr ad esempio è ben conosciuto proprio per i suoi gruppi di discussione. Esempi di accesso e visualizzazione dei tag di gruppo in Flickr
Per ogni gruppo su Flickr è possibile vedere i tag di riferimento utilizzati, attraverso il meccanismo navigazionale delle “nuvole di marcatura” (tag cloud) come nell’esempio seguente.
Aderire ad un tag attraverso RSS Molti servizi di tagging permettono ai membri di aderire ad un tag attraverso RSS (Really Simple Syndication). Con questa sigla si indica uno specifico formato di diversi contenuti pubblicati e diffusi in rete. Questo formato permette di creare una struttura che si presta a contenere diversi dati e attraverso la quale è possibile visualizzare le risorse di possibile interesse. Con questo formato vengono realizzati i cosiddetti flussi RSS o feed RSS che permettono agli utenti di rimanere aggiornati sui nuovi contenuti presenti in quei siti di interesse già visitati, senza tuttavia essere obbligati a visitarli nuovamente uno ad uno.
Aderendo ad un tag attraverso RSS l’utente verrà pertanto costantemente informato, attraverso un lettore di RSS feed, di tutti quei nuovi contenuti che condividono lo stesso tag. Nell’esempio seguente vediamo che i membri del sito possono aderire ad un tag per ricevere aggiornamenti.
Esempio di “adesione” via RSS dal sito upcoming.com
Approcci integrati Alcuni siti, per l’organizzazione e una migliore visibilità e utilizzo dei tag, utilizzano dei raggruppamenti (clusters). Il sito Flickr ad esempio, per organizzare i contenuti in condivisione e facilitare l’utilizzo del tagging system, ha predisposto dei raggruppamenti tematici di foto. Le categorie create forniscono un importante aspetto navigazionale.
Esempio di clusters in Flickr
Utilizzando una suddivisone in clusters è possibile accedere direttamente attraverso il tagging system a contenuti simili. Esplorando i contenuti di Flickr è tuttavia possibile filtrare secondo ulteriori parametri gli elementi che si desidera visualizzare.
Tra le diverse opzioni disponibili troviamo ad esempio: È possibile scorrere i contenuti cronologicamente (foto più recenti, oppure caricate da un anno, ecc.) È possibile scorrere i contenuti secondo il copyright (the commons) È possibile scorrere i contenuti secondo la loro popolarità (tag più utilizzati) È possibile scorrere i contenuti secondo il grado di interesse attuale (foto interessanti degli ultimi 7 giorni)
Divisioni di questo tipo aumentano ovviamente con la crescita dei contenuti in condivisione. Esempio di categorie per approccio integrato in Flickr
FINE LEZIONE