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magazine
OTTOBRE/NOVEMBRE 2020
bimestrale di economia, finanza, politica imprenditoriale e tempo libero
With you in Europe • Progetti di mobilità transnazionale • Tirocini in Italia e all’estero • Orientamento al lavoro
• Servizi di supporto alle aziende per l’individuazione di linee di finanziamento e attività per lo sviluppo in base alle esigenze
• Corsi per l’aggiornamento e lo sviluppo di competenze professionali per giovani e adulti
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Il mondo sotto scacco
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Salerno
editoriale
Pandemia, Sud e ripartenza di Andrea Prete | presidente Confindustria Salerno
Investimenti su digitale e banda ultralarga, infrastrutture materiali e immateriali, sburocratizzazione e vantaggi fiscali si rendono, oggi più che mai, indispensabili per recuperare quel gap di sviluppo non solo con il resto del Paese
C
hi mostrava preoccupazione per il grande rientro di settembre - riapertura delle scuole in testa - non si sbagliava. La pandemia da Covid-19, dopo alcune settimane di tregua, ha ripreso a mordere con nuove impennate nei contagi, questa volta con numeri elevati anche al Sud. L’emergenza sanitaria crea allarme, certo, ma non di meno impensieriscono le ripercussioni dal segno meno sulla nostra economia. Secondo le stime contenute nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, che il Consiglio dei ministri ha nei giorni scorsi approvato, il Paese avrà una contrazione (9%) del Pil, che potrebbe essere addirittura del 10,5% nel caso di «scenario avverso di recrudescenza dell’epidemia». Tempi e modalità della ripresa restano quindi ancora molto incerti, mentre la domanda sia interna, sia internazionale di molti mercati continua a rallentare. Vero, non tutti i settori hanno subito effetti di uguale intensità e durata. Penso, ad esempio, alla filiera del turismo, duramente colpita. Molte attese erano state riposte nel recupero della stagione estiva, ma l’assenza di arrivi dall’estero ha pesato in modo deciso sui numeri finali, parecchio deludenti in molte regioni del Paese. Nella nostra, rendono l’idea della débâcle quelli relativi alle performance dell’aeroporto di Capodichino. Nel periodo gennaio-ottobre 2020, gli arrivi dall’estero sono stati 1.434mila, mentre nello stesso periodo lo scorso anno erano stati 6 milioni e 34mila. Tra cali e recuperi, quel che è certo è che per molte aziende sarà necessario ripensarsi, non solo nell’organizzazione, perché il contesto competitivo in cui si muoveranno sarà profondamente diverso da quello pre-Covid 19 e potrebbe cambiare ancora. Cosa accadrà è difficile dirlo perché, fino a quando l’incertezza sanitaria terrà il Paese sotto scacco, potremo dirci al sicuro solo con il vaccino. In più la proroga della Cig fino a dicembre, così come
il blocco dei licenziamenti, impediscono al momento una reale e concreta conta dei danni che, ci auguriamo, non sia imponente per le nostre imprese e per i nostri lavoratori. L’Italia, dal punto di vista economico, non può di certo reggere l’urto da sola. Il momento richiede cooperazione a tutti i livelli e visione lunga, per non sprecare, o addirittura perdere, quei circa 209 miliardi di euro che arriveranno dall’Ue e che potrebbero finalmente cambiare anche il volto del nostro Mezzogiorno. Investimenti su digitale e banda ultralarga, infrastrutture materiali e immateriali, sburocratizzazione e vantaggi fiscali si rendono, oggi più che mai, indispensabili per recuperare quel gap di sviluppo con il resto del Paese.Dice bene il direttore di Bankitalia, Fabio Panetta, quando sottolinea che «pare necessario modificare la convenienza del fare impresa al Mezzogiorno». Al di là, quindi, di discutibili lotte di campanile, ben vengano provvedimenti come l’introduzione della fiscalità di vantaggio che riduce il carico contributivo del 30% per tutti i lavoratori al Sud e che renderà più conveniente lavorare e produrre nel Mezzogiorno.Nella stessa direzione, ci auguriamo si acceleri sul disegno di legge - di iniziativa dei deputati De Luca, Padoan e altri - che propone l'introduzione di un meccanismo di incentivazione fiscale per l’insediamento di società e holding nelle regioni del Sud Italia e, in particolare, nelle aree qualificate come ZES. La sua approvazione sarebbe l’occasione giusta perché il nostro territorio diventi finalmente un vero e proprio attrattore e acceleratore di investimenti, capaci di creare nuove connessioni anche tra le nostre attività produttive e i mercati internazionali, generando considerevoli flussi di indotto con altre imprese già presenti sul territorio. Piuttosto che criticare l’Olanda, stigmatizzata come nuovo paradiso fiscale per le multinazionali, lavoriamo per impararne la lezione e fare meglio. Ottobre | Novembre 2020
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sommario
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EDITORIALE Pandemia, Sud e ripartenza di A. Prete
PRIMO PIANO Export italiano: tappa obbligata per ripartire a cura della redazione Trump, Brexit e Covid-19: cosa ne sarà del commercio internazionale? di A. Petruzzo
FOCUS Italian Maritime Economy, i nuovi scenari 10 del trasporto marittimo di A. Panaro
CONFINDUSTRIA La determinazione 14 della piccola impresa Intervista a L. Piccolo Gambardella, GI Confindustria Salerno: «Uniti per crescere» 16 Intervista a M. Gambardella Serravalle: «Avanti verso l'innovazione 18 collaborativa» Intervista a F. Serravalle Assemblea Ordinaria dei Soci, 20 rinnovato il Consiglio Generale a cura della redazione Brand Ambassador Confindustria 2020, 21 Salerno è "Best Performer" a cura della redazione Young Factory Design, torna 22 l'appuntamento con la creatività a cura di M. Pallotta
BUSINESS Recyflex, la linea della Di Mauro 23 sostenibile e riciclabile a cura della redazione 24 Cuomo, la pasta lunga due secoli di R. Venerando
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L'evoluzione strategica e tecnologica 26 di Wade World Network di R. Venerando 27
MAF, l'orgoglio di farcela di R. Venerando
NEW ENTRIES ADS NETWORK, il brand 30 della tua azienda in buone mani a cura della redazione Direzione LAvoro Group spa, il consulente 31 di fiducia di chi cerca e offre un impiego a cura della redazione L'OPINIONE Giglio, Confesercenti: «La crisi 32 continua a fare paura» Intervista a P. Giglio Banca Campania Centro, 34 il futuro viene da lontano Intervista a C. Catarozzo FORMAZIONE Formazione: leva per la competitività 36 delle imprese Intervista a M. Taurasi NORME E SOCIETÀ La conversione del D. L. Semplificazioni", 39 poche novità e tante occasioni perdute L. D'Angiolella 41
Il contratto di rete tra imprese di M. Galardo
Aggiornata la procedura dell'Arbitro 43 Bancario Finanziario di M. Marinaro FISCO Responsabilità delle imprese nei reati tributari: 45 un tema da affrontare subito di M. Fiorentino Mezzogiorno, bis di interventi 47 dell'Agenzia delle Entrate di A. Sacrestano 49 Incentivi alla patrimonializzazione delle Pmi di G. Arleo
LAVORO Lavoro agile nella PA, cosa è 50 e cosa prevede il POLA di P. Ambron Diversity management, acceleratore 51 di benessere per l'impresa Intervista a G. Giorgi
AMBIENTE Economia circolare: gli effetti del Decreto 53 Imballaggi sulla Tari delle imprese di P. Paolillo
NUMERO 3 OTTOBRE | NOVEMBRE 2020 Bimestrale di Economia, Finanza, Politica Imprenditoriale e Tempo Libero di Confindustria Salerno Reg. Trib. di Salerno N. 67 7 del 22/10/1987 Iscrizione al Roc N. 23241/2013 Direttore Editoriale Andrea Prete Direttore Responsabile Alessandro Sacrestano
MERCATI 55 I viaggi di lavoro ai tempi del Covid-19 di D. Trimarchi
Redazione Raffaella Venerando Project Management Vito Salerno
EVENTI 57 Con la Borsa Mediterranea di Paestum riparte il turismo archeologico di R. Venerando
BON TON 59 Smart working, le regole da seguire di N. Santini
SALUTE 61 La beauty routine per pelli miste di A. Di Pietro 62 Dagli evaporati agli isolati a tempo di G. Fatati
FINISTERRE Il teatro nella pandemia 63 di A. Amendola
LIBRI/ HOME CINEMA 64 Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio a cura di R. Venerando
Società Editrice/Direzione e Redazione Assindustria Salerno Ser vice Srl Via Madonna Di Fatima, 194 84129 Salerno Tel. 089 335408/Fax 089 5223007 P. iva 039711 70653 redazione@costozero.it www.costozero.it Stampa Ar ti Grafiche Boccia/Salerno Foto Archivio Costozero Massimo Pica/Ag. Fotografica Foto di coper tina PIRO4D da Pixabay Grafica e Impaginazione Moreplus/www.moreplus.it L e op inioni esp resse neg l i a r tic ol i a p p a r teng ono a i sing ol i a u tori dei q u a l i si intende risp etta re l a p iena l ib er tà di g iu diz io
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64 L’anno che verrà a cura di V. Salerno Ottobre | Novembre 2020
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primo piano
Export italiano: tappa obbligata per ripartire Busine «La famiglle»
Secondo il nuovo Rapporto Export di SACE “Open (again)”, dopo una fase di di Raffaella Venerando emergenza, per il nostro Paese ci si aspetta un importante rimbalzo in tutti i principali mercati con importanti opportunità nei settori di specializzazione del Made in Italy a cura della redazione
O
ltre la pandemia, oltre le chiusure protezionistiche e le tensioni geopolitiche che hanno segnato gli ultimi anni. Questo l’auspicio per una ripresa delle esportazioni italiane post lockdown lanciato con “Open (again)”, l’ultimo Rapporto Export di SACE, presentato lo scorso 10 settembre in WebConference su SKY, con la partecipazione di Roberto Gualtieri, Ministro dell’Economia e delle Finanze, Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Oscar Farinetti, Fondatore di Eataly e Alessandro
Profumo, Amministratore Delegato di Leonardo. Un 2020 ancora di forte contrazione, con un -11,3% derivante sia dalle negatività dello scorso anno - Pil e commercio internazionale in rallentamento, escalation protezionistica e instabilità geopolitica - sia dalle tragiche conseguenze legate all’emergenza sanitaria mondiale Covid-19. Una battuta d’arresto che ferma dieci anni di buon andamento delle esportazioni italiane. Nonostante la severità dello shock, SACE prevede una ripresa relativamente rapida già dal 2021 per le esportazioni italia-
ne (+9,3%), caratterizzata anche da una componente di “rimbalzo statistico”, con una crescita media nei due anni successivi del 5,1%: un ritmo non trascurabile se si confronta con il 3% medio annuo registrato tra il 2012 e il 2019 e che permetterà alle nostre vendite di beni all’estero di raggiungere quota 510 miliardi di euro alla fine dell’orizzonte di previsione. Secondo queste previsioni, nel 2021 le esportazioni italiane di beni arriveranno al 97% circa del valore segnato nel 2019, un recupero pressoché totale dopo la caduta nel 2020. «Anche quest’an-
Fig. 1 - Esportazioni italiane di beni e servizi in valore (miliardi di euro; var. % annua)
Esportazioni italiane di beni e servizi in valore (miliardi di euro, var. % annua) 30,00
476
465
449
510
487
461 422
476
465
449
16,25
461 422
99
2017
105
2018
109
2019
Export di beni Export di servizi
99 +7,6%
85
2020
107
2021
Beni 105 +3,6%
109
+2,3%
-11,3% 85
30,00 2,50
510
487 117
2022
117
122
2023
122
107 +9,3%
+5,5%
+4,8%
16,25 -11,25
2,50 -25,00
-11,25
Servizi +8,9%
+5,2%
+4,1%
-21,9%
+26,2%
+9,4%
+4,3%
2017
2018
2019
2020
2021
2022
2023
-25,00
Export di beni Export di servizi
Fonte: Istat, Ocse, Oxford Economics, SACE.
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Rapporto Export 2020
9
no, in un contesto di complessità straordinaria, il Rapporto Export di SACE offre alle imprese italiane una bussola per orientarsi, selezionare le migliori opportunità e approcciare con maggior consapevolezza i mercati esteri», ha dichiarato Alessandro Terzulli, Chief Economist di SACE. «In un momento in cui è necessario ridefinire le strategie di posizionamento internazionale per dare nuovo slancio al business, il presidio dei mercati esteri, specie quelli geograficamente e culturalmente più distanti, rappresenterà sempre più un fondamentale fattore di vantaggio competitivo per le nostre imprese». Una bussola per il Made in Italy |I trend per aree e settori La ripartenza presenterà un certo
grado di eterogeneità, tanto per aree geografiche quanto per settori. Europa avanzata e Nord America - che insieme rappresentano oltre il 60% delle vendite estere italiane - subiranno quest’anno la contrazione più marcata (con una flessione media dei Paesi europei dell’11,4% e di Stati Uniti e Canada del 9,8%) e un rimbalzo che, seppur rilevante, non permetterà di superare i livelli pre-crisi prima del 2022. Tra i settori a maggior potenziale: farmaceutica e alimentari e bevande negli Stati Uniti, primo mercato farmaceutico del mondo nonché secondo mercato di sbocco per alimentari e bevande italiani; apparecchiature mediche
Reattività dei settori dell'export italiano: Fig. 8 - Reattività dei settori dell’export italiano: confronto tra 2021 e 2019 confronto (miliardi ditra euro)2021 e 2019 (miliardi di euro) 2021
Beni di investimento
Meccanica strumentale
2019
87,4
92,0
46,8
Mezzi di trasporto
47,0
28,4
Apparecchi elettrici
28,5
Altri investimenti
12,9 12,8
55,8
Beni intermedi
Chimica
59,7
Metalli
36,6
Gomma e plastica
Estrattiva
22,3
13,3
23,5
14,9
Beni di consumo
Tessile e abbigliamento
Agricoltura e alimentari
38,6
Altri consumi
Prodotti in legno
41,8
42,7
20,6
43,7
43,0
22,0
27,0 28,0
Alimentari e bevande
17,6
Altra agricoltura 17,6
Fonte: Oxford Economics, SACE.
40
in Germania, uno dei mercati più dinamici in Europa occidentale; energie rinnovabili nel Nord Europa, dove il tema della sostenibilità è molto sentito. Reattiva la risalita dell’export italiano di beni verso l’Europa emergente e l’area Csi dove, grazie anche a una flessione relativamente contenuta nell’anno in corso (-8,1%), le nostre vendite riusciranno a raggiungere e finanche a superare i livelli del 2019 già l’anno prossimo. E, come settori, vale la pena di menzionare quello degli apparecchi elettrici in Polonia, la cui ricerca di maggiore efficienza energetica sarà uno degli obiettivi del Governo entro il 2030; sanità in Russia, dato che il Cremlino continuerà a investire per garantire il benessere della popolazione; meccanica e infrastrutture in Ucraina e Uzbekistan. Ripresa più celere per il nostro export verso l’area Medio Oriente e Nord Africa - nonostante il calo del prezzo del petrolio - con un recupero pressoché totale già dal prossimo anno (+9,5%). Tra le opportunità settoriali nell’area: sanità in Arabia Saudita, dove sono stati pianificati ingenti investimenti in questo comparto; Oil&Gas in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar; infrastrutture negli Emirati Arabi Uniti, che vi investono ingenti risorse, energie rinnovabili in Marocco, che continua a puntare sul settore. In Asia i venti della ripartenza soffiano ma con non poche difficoltà: le previsioni dell’export nel 2020 sono negative (-10,9%) e riflettono le stime sull’andamento del Pil della regione, che interromperà due decenni di forte crescita.
Rapporto Export 2020
Ottobre | Novembre 2020
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primo piano
Nonostante lo shock, si prevede un ritorno alla crescita per i Paesi asiatici già nel 2021, e un aumento dell’export italiano verso l’area del 9%. Le imprese che guardano a questi mercati, possono puntare su settori come salute e farmaceutico in Cina; food processing in India, dato che la trasformazione dei prodotti alimentari è una delle più grandi industrie del Paese; energie rinnovabili in Thailandia, per via degli incentivi nel settore; e alimentari e bevande in Giappone, Paese di consumatori dai gusti sofisticati e da una delle più alte capacità di spesa pro capite al mondo. In America Latina, nel 2020 le esportazioni verso le sei più grandi economie caleranno in media dell’8,2% ma nel 2021 è prevista una ripresa media del 7,5%. Si segnalano life science in Brasile, poiché cresce l’interesse in farmaci e dispositivi medicali innovativi; infrastrutture in Messico, per dare una scossa agli investimenti pubblici e privati; trasformazione alimentare in Cile, che rappresenta già oggi un quarto dell’economia del paese andino; agribusiness in Perù che punta allo svolgimento interno di sempre più processi di trasformazione dei prodotti; energie rinnovabili in Colombia, dove il Governo sta puntando su solare ed eolico. L’Africa Subsahariana segnerà un arretramento nel 2020 che non risparmierà alcun settore a parte quello dei mezzi di trasporto, ma tra i comparti a maggior potenziale vi sono: energia elettrica e rinnovabili in Sudafrica; infrastrutture in Senegal; infrastrutture di trasporto in Ghana;
meccanica strumentale in Kenya; accentuerebbe il crollo dell’export agribusiness in Angola. italiano, che nel 2020 segnerebbe Le previsioni in caso di nuovo -12% e -21,2% nei due scenari, Great Lockdown o prolungarispettivamente. Il 2021 non mento delle misure restrittive sarebbe più un anno di “rimbalzo”, Data l’elevata incertezza riguardo ma vedrebbe una crescita ancora l’evoluzione dell’emergenza sanegativa nel primo e soltanto nitaria a livello globale, lo Studio lievemente positiva nel secondo di SACE simula anche due scenari scenario alternativo, lasciando il di previsione alternativi, ovvero pieno recupero dei valori esportati basati su assunti differenti e nel 2019, in entrambi gli scenari, peggiorativi rispetto a quelli dello concretizzarsi non prima del 2023. scenario base, in relazione alla Il futuro delle catene globali durata e alla intensità dello shock di valore e il ruolo di SACE sull’economia globale e, di rifles“Open (again)” contiene anche so, sulle esportazioni italiane. Un due focus che approfondiscono primo scenario alternativo consiil tema delle Catene globali di dera l’eventualità che, in risposta valore (Cgv), processo organizzaa un innalzamento dei casi di tivo del lavoro nel quale le singole Covid-19, venga istituito un nuovo fasi della filiera dimercati produzione Fig. 10 - Impatto dei tre fattori sull’export italiano verso alcuni di sbocco (differenza livelli nel globale 2019 e nel 2021 in milionivengono di euro) svolte da fornitori e reti lockdown su scala nei primi mesiDifferenza 2021-2019 del 2021, mentre un secondo di imprese sparse in diversi Paesi a scenario alternativo ipotizza che seconda della convenienza econoFattore Covid-19 le restrizioni all’attività economimica e del grado di competenza ca e le misure di distanziamento e specializzazione delle aziende sociale attualmente in essere in coinvolte. I focus analizzano le molte geografie siano allentate prospettive future della forte inin maniera più lenta e graduale terconnessione tra i fornitori in un rispetto allo scenario base. periodo in cui la pandemia ha draIn entrambi gli scenari, la necessticamente interrotto gli scambi. sità di riattivare o mantenere le Inoltre, si evidenzia il ruolo di prezzi del petrolio restrizioni Fattore al movimento delle SACE nel facilitare l’inserimento persone e ai processi produttivi delle Pmi italiane nelle Cgv anche sia nazionali che internazionali attraverso iniziative di business Cile
Egitto
Brasile
Turchia India Cina
Spagna
Stati Uniti Francia
Regno Unito
-3000
-2500
-2000
-1500
-1000
-500
0
Differenza 2021-2019 (mln€)
Russia
Norvegia Messico
Canada Arabia Saudita
Impatto del fattore Covid-19 sull'export italiano Fig. 10alcuni - Impatto dei tre fattori sull’export italiano verso alcuni mercati di sbocco verso mercati di sbocco (differenza livelli nel 2019 e nel 2021 in milioni di euro) Qatar
Nigeria
Indonesia
Iran
Emirati Arabi Uniti -200 0 Differenza 2021-2019
200
400
600
800
1000
1200
Differenza 2021-2019 (mln€)
Vietnam
Fattore economia cinese Fattore Covid-19
Angola Cile MyanmarEgitto Brasile Thailandia Turchia Singapore MalaysiaIndia Filippine Cina Spagna Sudafrica Stati Uniti Australia Francia Hong Kong Regno Unito -350
-300
-3000
-250
-200
-2500
-2000
-150
-100 -1500
-50
0 -1000
50 -500
100 0
Differenza 2021-2019 (mln€) Nota: Paesi selezionati tra i 68 di previsione in base al numero totale di casi Covid-19 registrati, alle esportazioni di oil&gas (HS 27) e all’interscambio commerciale con la Cina in rapporto al Pil. Differenza 2021-2019 (mln€)
Fonte: Oms, Onu, Fmi.
Fattore prezzi del petrolio
Russia
Rapporto Export 2020 Norvegia
6
Messico Canada Arabia Saudita Qatar Nigeria Indonesia Iran
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Fig. 3 - L’export italiano verso le aree geografiche (miliardi di euro; var. % annua) Export le aree geografiche Fig. 3 - L’export italiano versoitaliano le aree verso geografiche (miliardi di euro; var. % annua)
Europa emergente e Csi
Europa avanzata
9,7
8,2
Europa avanzata
Europa emergente e Csi
5,0
6,1 0,9
2,7
€ 254 mld
9,7
€ 55 mld
8,2
6,1
5,0 0,9
2,7
€ 254 mld
€ 55 mld
-8,1
-11,4
Nord America
-8,1 -11,4
Nord America
7,7
Asia-Pacifico
7,3
Asia-Pacifico
3,2 7,7
€ 50 mld
7,3
9,0 5,0
Italia
3,2
€ 50 mld
9,0
Italia
€ 52 mld3,2
Medio Oriente e Nord Africa
-9,8
Medio Oriente e Nord Africa
-9,8
3,2 5,0
€ 52 mld
9,5
-10,9 5,6
9,5
-10,9
5,6
€ 37 mld € 37 mld -4,7 -4,7
-10,7 -10,7
AfricaSubsahariana Subsahariana Africa 6,5 6,5 7,7
mld €€66mld
AmericaLatina Latina America
-0,1-0,1
7,5 7,5
€ 14 € 14 MldMld
7,7
-9,5
-9,5
3,3
3,3
-2,2
-2,2 -8,2
2022-23
Area geografica
2021
LEGENDA
Tasso di Crescita (%) Tasso di
2020 2022-23
Export Italiano nelExport 2019 Italiano
2020
Area geografica
2019 2021
LEGENDA
La somma dell’export verso le aree non coincide con il totale dell’export italiano di beni (pari a circa 476 miliardi
2019
-8,2
di eurodell’export nel 2019) poiché alcune fonte Istat (adil esempio, La somma verso le areevoci nondicoincide con totale “provviste e dotazioni bordo”) non476 sonomiliardi direttamente imputabili dell’export italiano di beni di (pari a circa a una specifica area. alcune Analogamente media pesata dei tassi di euro nel 2019) poiché voci di la fonte Istat (ad esempio, di crescita delle aree, basata sui 68 paesi di previsione, “provviste e dotazioni di bordo”) non sono direttamente imputabili non coincide con quella totale basata su tutte le destinazioni a unaNota: La somma dell’export verso le aree non coincide con il totale dell’export italiano di beni (pari a circa 476 miliardi di euro nel 2019) poiché alcune specifica area. Analogamente la media pesata dei tassi dell’export italiano. di crescita delle aree, basata sui 68 paesi di previsione, voci di fonte Istat (ad esempio, “provviste e dotazioni di bordo”) non sono direttamente imputabili a una specifica area. Analogamente la media pesata non coincide con quella totale basata su tutte le destinazioni Nota: La somma dell’export verso le aree non coincide con il totale dell’export italiano di beni (pari a circa 476 miliardi di euro nel 2019) poiché alcune dei tassi di crescita delle aree, basata sui 68 paesi di previsione, non coincide con quella totale basata su tutte le destinazioni dell’export italiano. Export Italiano Tasso di dell’export italiano. LEGENDA Area geografica nel 2019 Crescita (%) voci di fonte Istat (ad esempio, “provviste e dotazioni di bordo”) non sono direttamente imputabili a una specifica area. Analogamente la media pesata 2021
Crescita (%)
2022-23
2020
2019
nel 2019
Fonte: Istat, Oxford Economics, SACE.
Crescita (%)
2021
nel 2019
2022-23
Area geografica
2020
LEGENDA
2019
Il dato 2022-2023 si riferisce a una media annua Fonte: Istat, Oxford Economics, SACE. dei tassi di crescita delle aree, basata sui 68 paesi di previsione, non coincide con quella totale basata su tutte le destinazioni dell’export italiano. Export Italiano Tasso di
Il dato 2022-2023 si riferisce a una media annua
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primo piano
matching oltre al supporto della rete commerciale sia nazionale che internazionale. Le opportunità dell’export digitale Una novità all’interno di questa edizione del Rapporto Export è l’approfondimento a cura del Politecnico di Milano che mette in luce le potenzialità ancora da sfruttare dei canali digitali, e-commerce in primis. Lo studio è arricchito dall’analisi dei pilastri fondamentali per un modello efficace di export digitale: i canali commerciali, la logistica, il marketing, i sistemi di pagamento e gli aspetti legali e organizzativi. Le restrizioni fisiche imposte dall’emergenza Covid-19 hanno messo
in luce, in Italia come nel resto del mondo, l’importanza di sfruttare le potenzialità dell’e-commerce a supporto dell’export. I 3 paesi in cui l’e-commerce genera i maggiori valori in assoluto sono Usa, Giappone e Cina; mentre i leader del digitale in Europa sono Regno Unito, Francia e Germania. L’Italia si colloca in una posizione di ritardo e, sebbene l’e-commerce continui a presentare da anni tassi di crescita a doppia cifra, l’export italiano viaggia ancora prevalentemente su canali tradizionali. Stando ai dati raccolti dall’Osservatorio Export Digitale del Politecnico di Milano, nel 2019 l’export italiano online di prodotti
per consumatori finali in modo diretto o intermediato è aumentato del 15% e ha raggiunto un valore complessivo di 11,8 miliardi di euro, con l’industria della moda come principale settore di riferimento. Nello stesso anno, l’export digitale tra imprese ha rappresentato il 28% dell’export complessivo e ha fatto registrare un valore totale di 134 miliardi di euro, con i flussi maggiori concentrati nella filiera automobilistica, nonostante l’export complessivo di questo settore sia diminuito rispetto al 2018, anche come conseguenza della riduzione della domanda di componenti auto da parte della Germania, nostro primo partner commerciale.
Trump, Brexit e Covid-19: cosa ne sarà del commercio internazionale? Spetta all’Europa saper costruire nei prossimi mesi le migliori condizioni per poter ripartire e rendere lo scenario internazionale meno complicato di quanto non lo sia ora
Antonio Petruzzo
customs advisor petruzzo@easyfrontier.it
M
ala tempora currunt. Una cosa è certa: tutti noi abbiamo vissuto tempi migliori. Tra gli operatori che si occupano di commercio internazionale già si sapeva che il 2020 8
sarebbe stato un anno difficile, ma neanche il più irriducibile tra gli ottimisti avrebbe mai potuto immaginare uno scenario mondiale così debole, pieno di insidie e di variabili impazzite
e con poche, anzi pochissime, certezze. Il 2019, che aveva fatto registrare comunque livelli importanti e rassicuranti per l’export italiano, consolidando il suo andamento positivo degli
ultimi anni, ci ha lasciato in erelibero scambio con Singapore liano ma si prevede una robusta dità molte più ansie di quante e Vietnam. Un segnale forte ripresa già nel 2021. Ci troviamo ne potessimo immaginare. dell’Europa che indirizza la sua nella cosiddetta “ripresa a V” in Infatti, ai dati legati alla crescipolitica commerciale a sostegno cui riteniamo che il momento ta non sono mancate le tensioni di un commercio internazionale più critico sia ormai alle spalle generate da un contesto interlibero e multilaterale in netta (a meno di un secondo clamonazionale sempre più fragile opposizione al protezionismo roso confinamento) avendo e dominato da un’escalation voluto da Trump. L’impatto registrato nei primi sei mesi di protezionistica della politica pandemico del Covid-19 e la quest’anno una flessione pari commerciale statunitense. sospensione delle attività al 15,3% per le esportazioni L’amministrazione Trump ha economiche, innescate dal italiane rispetto allo stesso gettato l’Unione Europea in una lockdown, farà registrare per periodo dell’anno precedente. posizione scomoda, al centro quest’anno variazioni negative Il rapporto Export 2020 di anche geografico - di una Sace-Simest indica una competizione, o meglio ripartenza all’insegna «Il primo ministro del Regno ancora, di una guerra dell’export e nella quale (di dazi) tra USA e Cina. è possibile prevedere Unito, Boris Johnson, Certo è che l’Europa si un recupero totale già afferma che un accordo sul è ritrovata nel mezzo di entro il prossimo anno, commercio tra UK e UE dovrà questa sfida commerciaquando il nostro export essere trovato, anche se, ad le non nel suo momento avrà recuperato quasi migliore, mostrandosi completamente il terreoggi, i negoziati sono ancora al mondo intero non no perso durante questa molto indietro e non fanno proprio così stabile e nel pandemia. sperare ad un accordo vicino pieno della questione Trump, Brexit e il Coro(non ancora chiusa) della navirus rappresentano tra le parti» Brexit. ancora tre insidie per il Il primo ministro del commercio internazioRegno Unito, Boris Johnson, sugli scambi internazionali. Per nale. Spetta a noi europei saper afferma che un accordo sul comquanto imprevedibile, lo shock costruire le migliori condizioni mercio tra UK e UE dovrà essere da Covid-19 si è innestato in un per poter ripartire e rendere lo trovato, anche se, ad oggi, i contesto già affollato da rischi. scenario internazionale meno negoziati sono ancora molto Le previsioni di Sace ci indicano complicato di quanto non sia indietro e non fanno sperare ad scenari negativi per l’export itaora. un accordo vicino tra le parti. Insomma è tutto pronto per iniziare ad aggiungere un altro elemento di confusione per l’Europa intera, ovvero pensare ad una Brexit con “no deal”, ovvero senza alcun accordo in materia di commercio, immigrazione e sicurezza. In questo quadro socio-politico poco incoraggiante, delineatosi negli ultimi tre semestri, l’Europa ha saputo reagire chiudendo in meno di un anno due importanti accordi di
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Italian Maritime Economy, i nuovi scenari del trasporto marittimo Secondo il Rapporto di SRM il nostro Paese, con il Mezzogiorno in prima fila, deve migliorare l’efficienza portuale e valorizzare la sua catena logistica. ZES, ZLS e intermodalità possibili chiavi per il rilancio in una visione sostenibile di Alessandro Panaro Capo Dipartimento Trasporti Marittimi e Logistica, SRM www.srm-maritimeconomy.com
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l Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy” del 2020 di SRM (centro studi del Gruppo Intesa Sanpaolo), presentato il 1 ottobre nell’ambito della Naples Shipping Week, cade in un momento particolare e delicato che sta attraversando la nostra economia: una pandemia di dimensioni globali ha avuto e sta ancora avendo impatti negativi su tutti i principali indicatori internazionali, economici e finanziari, ed anche marittimi: l’import export, il valore aggiunto, i traffici portuali e logistici e tanti altri, determinando devastanti effetti sui sistemi sanitari dei vari paesi tra cui l’Italia, uno dei primi ad essere travolto. Il virus, se da un lato ha portato numeri negativi e problematiche di varia natura da affrontare, dall’altro ha fatto prendere più coscienza al nostro Paese dell’importanza di avere un sistema logistico efficiente: la logistica è stata riconosciuta “settore essenziale” che non può fermarsi; è nemica delle pandemie in quando vuol dire digitalizzazione dei processi, organizzazione, tracciamento e fluidità dei passaggi delle
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merci, tutti principi che vanno a contrastare la diffusione del contagio, uno dei principali (se non il principale) problemi che abbiamo dovuto affrontare. Il principio è chiaro: più un Paese è performante logisticamente
e meglio affronta gli shock economici, più sono efficienti ed efficaci le infrastrutture e meglio si è in grado di ammortizzare gli impatti di fenomeni come questo che stiamo passando. È questo il dogma che il rappor-
to vuole portare all’attenzione e per la verità è l’idea che SRM porta avanti ormai da anni mostrando e analizzando fenomeni come gigantismo navale, alleanze navali strategiche, Belt & Road, Porti Nordafricani; ebbene questi possono essere fronteggiati solo se diamo un grande impeto competitivo ai nostri porti, al nostro settore dello shipping e alla nostra logistica marittima, assi portanti della nostra economia. La pubblicazione riporta molti dati con il segno meno e analisi con considerazioni in grigio scuro per il nostro futuro di breve termine, ma mostra anche che all’orizzonte potremmo intraprendere un nuovo percorso di crescita, potremmo creare nuovi modelli portuali e logistici e potremmo anche innestare meccanismi che ci consentano di avere un sistema più resiliente a shock di questo tipo. Di seguito
titolo di esempio, le aziende, secondo le analisi di SRM, per raggiungere il porto e viceversa, utilizzano ancora marginalmente i collegamenti intermodali (certo anche per mancanza di infrastrutture). Per l’83% delle imprese la principale modalità di collegamento è “la strada”; il restante 17% utilizza la combinazione strada/ferrovia.
per Costozero, SRM ha estratto dal Rapporto le linee strategiche che a avviso degli analisti potrebbero essere seguite per impostare una ripartenza sempre più incisiva Il nostro Paese, con il Mezzogiorno in prima fila, deve migliorare l’efficienza portuale e valorizzare la sua catena logistica. ZES, ZLS e intermodalità possibili chiavi per il rilancio in una visione sostenibile. Più Trasporto Ferroviario Fattore su cui puntare con forza, anche in prospettiva futura, è l’incentivazione al trasporto ferroviario, ritenuto più sicuro, rapido e meno soggetto a file ed attese ai controlli. Il ferro rappresenta un’opportunità da cogliere anche perché può traportare una quantità di merce maggiore rispetto ai Tir e rappresentare il giusto raccordo per far ripartire il traffico nazionale ed internazionale. A
Far decollare le opere immediatamente cantierabili nei porti. Prevedere un intervento sblocca-porti che agisca su un panel di infrastrutture portuali “ad alto impatto economico” SRM ha stimato, analizzando un panel di programmi operativi portuali (POT) oltre 4 miliardi di opere portuali in vari stati di avanzamento e di varia dimensione. Sarebbe ipotizzabile riproporre l’analisi per individuare e censire quindi quali sono le ope-
Porti del Mezzogiorno: perno per tutta l’economia italiana 42% del traffico merci italiano
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RO-RO Uno dei riferimenti della 2M
36% dei container
Porto hub Oil
33% del valore aggiunto generato dall’economia del mare 44% degli occupati dell’economia del mare
Offerta di Pifim Group e Port of Amsterdam International RO-RO
62% dell’import-export del Mezzogiorno viaggia via mare
RO-RO
RO-RO
Investimento Yilport Holding Investimento MSC
Porti hub Oil
Fonte: SRM su Assoporti
Fonte: Ottobre | Novembre 2020
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re ad alto impatto economico ed a quale stato della progettazione esse si trovino per impostare su di esse una ripartenza senza vincoli burocratici.
delle Zone Logistiche Semplificare per dare impulso ulteriore agli investimenti imprenditoriali. Al momento questi strumenti, pur decollati in punto procedurale, sembrano anch’essi in una fase di “stallo tecnico” per la mancanza di decreti di attuazione che rendano operativi alcuni provvedimenti sulla semplificazione amministrativa. Lo strumento, SRM lo ha ribadito in tanti suoi studi, ha come
UE e dando la possibilità di stoccare merci in magazzino in attesa della ripresa del mercato; uno stimolo al commercio internazionale non da poco.
Impostare la programmaIncentivare l’outsourcing e zione dei fondi strutturali l’uso di clausole contrattuali 2021-2027 prevedendo un che favoriscano le nostre grande rilancio dei porti del imprese logistiche Mezzogiorno Stime effettuate da SRM-ContIl Coronavirus ha messo in eviship su un panel di 400 imprese denza come due punti strategici manifatturiere evidenziano siano, in primo luogo, come la maggior parte quello di avviare prodelle aziende esternalizzi cessi di digitalizzazione la logistica; nel caso delle procedure portuali dell’export l’69% delle e quindi di evitare quanto imprese, per l’import il «Perché allora non prevedere più possibile contatti 49%. Questo dato mostra con i Fondi UE per il umani (fermo restando la chiara opportunità Mezzogiorno strategie mirate quelli ineliminabili) e, che il nostro sistema in secondo luogo, come industriale offre a chi è verso i porti del Sud e renderli illustra il Rapporto, specializzato nel settore ancor più competitivi?» puntare su integrazione e come si debba insistere infrastrutturale e quindi in tale direzione. favorire lo sviluppo della Il dato precedente e ferrovia e dell’intermodale opportunità offerte lità; questo però richiede vengono mitigate dall’al’impiego di grandi risorse. obiettivo l’attrazione di investinalisi delle clausole contrattuali Perché allora non prevedere con menti industriali in un territorio utilizzate dalle aziende stesse: i Fondi UE per il Mezzogiorno rivolti a portare traffico portuale prevale la resa Ex-works (cosidstrategie mirate verso i porti ed import ed export marittimo. detta franco fabbrica e cioè costi del Sud e renderli ancor più Sembra che l’impatto economico e rischi del trasporto a carico del competitivi? Gli scali meridionali che questi possano portare non compratore) che viene applicata movimentano merci per oltre il sia stato pienamente recepito. nel 67% dei casi. 42% del totale nazionale. Hanno Questa tendenza indica l’inl’esperienza di un territorio che Rilancio immediato delle tenzione sempre più marcata utilizza il mare per il 62% del suo Zone Franche per stimolare dell’impresa a non occuparsi import-export. Puntare sulla l’import ed export di ciò che accade al di fuori del portualità meridionale e sul siLe ZES non sono strumenti che proprio perimetro ma a cedere stema logistico del Sud potrebbe producono effetti nell’immediaquindi al cliente (estero nel caso essere una soluzione per rendere to, ma servono per aumentare la dell’export) tutti gli aspetti della più competitivi i nostri porti e, credibilità di un sistema portuale filiera logistica e questo poallo stesso tempo impostare una e logistico e, se ben integrati con trebbe rappresentare un rischio virus-exit strategy. Zone Franche portuali possono proprio per le nostre aziende avere effetti importanti per un portuali-logistiche. Rilancio immediato delle territorio attraverso l’esenzione Il Rapporto è scaricabile su Zone Economiche Speciali e di IVA e dazi per le merci extra www.srm-maritimeconomy.com
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La determinazione della piccola impresa Pensa in grande Lina Piccolo, prima donna a essere eletta presidente del Comitato che, in Confindustria Salerno, tutela e dà voce alle aziende di minori dimensioni: «Ci muoveremo su tante direttrici per ascoltare e sostenere le ragioni della nostra industria» di Raffaella Venerando
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na donna volitiva e dinamica a capo del Comitato Piccola Industria. Lina Piccolo, direttore tecnico della Sider Pagani srl, è stata di recente eletta presidente del Gruppo che, in Confindustria Salerno, ha lo scopo di tutelare le imprese di minori dimensioni e di promuoverne lo sviluppo. Punti nevralgici del suo mandato saranno soprattutto la sicurezza e l’ambiente, ambiti a lei delegati nello scorso quadriennio in qualità di vice presidente di Confindustria Salerno. «Lavoreremo perché le aziende sappiano sempre di poter contare sul valido sostegno dell’Associazione, riconoscendosi in essa». Presidente, nella sua relazione programmatica ha riservato ampio spazio al racconto della sua lunga esperienza nel mondo della rappresentanza. Quando ha avuto prova che l’associazionismo fosse nelle sue corde? Ho scoperto la forza dell’associazionismo nel 1998, quando ho cominciato a frequentare la mia Associazione di categoria, l’Assofermet. Da allora, non ho avuto dubbi. La possibilità di
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avere un confronto con persone con problemi analoghi ai miei, indipendentemente dal comparto merceologico di appartenenza, impegnati quotidianamente nell’affrontare e risolvere questioni talvolta complesse legate alla guida di un’azienda, è diventata una necessità per crescere, per migliorare le performance aziendali e personali. Con il tempo infatti si costruiscono e consolidano non solo relazioni utili al benessere dell’impresa, ma anche amicizie. Ho capito a mio beneficio che solo “uscendo” dal mio piccolo territorio e dalla mia “piccola” impresa avrei potuto migliorare me stessa e, di conseguenza, la mia attività. Quando sono entrata a far parte dei soci di Confindustria Salerno ho poi avuto conferma di quanto l’Associazione fosse un luogo eletto per il confronto, un laboratorio di idee che, tanto e di più funziona, se c’è dialogo, se c’è confronto dialettico. Per me Confindustria è davvero la casa degli imprenditori: l’imprenditore deve sapere che se ha un problema, nell’Associazio-
ne troverà una struttura pronta ad adoperarsi per affrontarlo e, laddove possibile, risolverlo. Ecco, di questo messaggio io sono una portatrice sana, al di là e oltre i miei ruoli istituzionali. E la squadra che la affiancherà nel suo mandato? Basta scorrere la lista dei nomi per accorgersi che sono in buona compagnia. Qualcuno ha minore
Lina Piccolo
presidente Comitato Piccola Industria Confindustria Salerno
esperienza associativa, qualcun altro invece si è già formato negli anni della presidenza di Gerardo Gambardella, mio past, ma per
capacità imprenditoriale tutti rappresentano un’indiscussa garanzia rispetto all’impegno e alla dedizione richiesti per la tutela e la valorizzazione delle attività di impresa. Faremo, mi auguro, buone e sane azioni di lobby. Ci credo molto. Il Comitato Piccola Industria può e deve continuare a porsi come interfaccia istituzionale con i tanti enti che un’impresa incrocia sul suo cammino, essendo riconosciuto interlocutore privilegiato per diversi ambiti di intervento. La sua forza è proprio nel rilevante numero di aziende che rappresenta e che, a causa delle ridotte dimensioni, hanno necessità di una voce autorevole che ne amplifichi e difenda le posizioni. Ci muoveremo su tante direttrici, tra cui il credito e la formazione, proseguendo attività inerenti gli ambiti a me cari, cui mi sono dedicata negli ultimi anni di rappresentanza. Proseguirà, infatti, il lavoro svolto nell’ambito delle deleghe all’ambiente, alla sicurezza e alla privacy e, attraverso riunioni itineranti sul territorio della provincia di Salerno, ascolteremo le imprese sulle criticità infrastrutturali che hanno immediate ricadute sui provvedimenti autorizzativi, con i necessari relativi approfondimenti con gli enti competenti. Incontreremo, inoltre, i presidenti dei gruppi merceologici di Confindustria Salerno per verificare le eventuali attività progettuali congiunte da realizzare, senza mai tralasciare l’organizzazione di seminari di aggiornamento delle normative. Quali le prime iniziative in calendario? Il prossimo 27 ottobre si terrà,
presso la Nappi Sud di Battipaglia, l’ultimo incontro del ciclo di formazione sulle dipendenze avviato e seguito dal mio predecessore. A causa del lockdown, l’appuntamento conclusivo non era stato possibile per cui ho ritenuto che fosse naturale e doveroso cominciare proprio da quanto lasciato forzatamente in sospeso. Nel corso della stessa giornata, ospiteremo anche i vertici di Banca Campania Centro che illustreranno i primi esiti dell’indagine socioeconomica inerente la città di Battipaglia. Proseguiremo, infine, il ciclo di incontri virtuali di aggiornamento con il Conai sulle principali
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tematiche ambientali di interesse per le imprese. All’interno di questi appuntamenti, sono stati offerti alle imprese i primi approfondimenti sui decreti attuativi di recepimento delle direttive europee del “pacchetto economia circolare”, poi sviluppati nell’incontro del 14 ottobre con il noto esperto in materia Paolo Pipere. Queste le prime azioni già calendarizzate, ma altre ne verranno presto su tematiche diverse e ugualmente importanti per le imprese. Lo ribadisco: massimo sarà l’impegno per difendere il nostro sistema industriale, così vario e così prezioso. ORGANIZZATO DA
ORE 15.30
NAPPI SUD SRL - VIA DELLE INDUSTRIE Z.I. BATTIPAGLIA (SA)
IL COMITATO PICCOLA INDUSTRIA DI CONFINDUSTRIA SALERNO INCONTRA LE AZIENDE DI BATTIPAGLIA SALUTI INTRODUTTIVI
Lina Piccolo Presidente Comitato Piccola Industria Confindustria Salerno Caterina Bianco Nappi Sud Srl
MODERA
Lina Piccolo Presidente Comitato Piccola Industria Confindustria Salerno
PRESENTAZIONE PROGETTO
FOCUS
INTERVENTI
INTRODUZIONE
“FOCUS SOCIO ECONOMICO SULLA CITTÀ DI BATTIPAGLIA”
Federico Del Grosso Presidente Fondazione Cassa Rurale Battipaglia Camillo Catarozzo Presidente Banca Campania Centro Fausto Salvati Direttore Generale Banca Campania Centro Giorgio Scala Presidente Fondazione Saccone Salvatore Farace CELPE Università degli Studi di Salerno PROMOSSO DA
“NUOVE DIPENDENZE. RICONOSCERLE PER COMBATTERLE”
Gerardo Gambardella Past President Comitato Piccola Industria Confindustria Salerno
INTERVENTO
Aniello Baselice Gruppo LOGOS
IN COLLABORAZIONE CON
IN COLLABORAZIONE CON
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Gambardella, GI Confindustria Salerno: «Uniti per crescere» Il nuovo presidente dei Giovani Imprenditori salernitani indica i valori guida del suo mandato: «Istruzione e competenze per lo sviluppo non solo delle aziende, ma del Paese» di Raffaella Venerando
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Uniti per crescere”. È questo il payoff del programma con cui Marco Gambardella, sales manager della Bioplast, ha scelto di candidarsi alla presidenza del Gruppo Giovani di Confindustria Salerno qualche mese fa. Una frase che ben sintetizza promessa e obiettivo di un mandato appena cominciato, con una direzione precisa da seguire: lo sviluppo di una classe dirigente consapevole, capace di azioni concrete e strategie vincenti per rendere le imprese - e il territorio su cui esse operano - più moderne, sostenibili e interconnesse. Presidente, essere imprenditori equivale innanzitutto a tradurre le idee in azione: lei non ha perso tempo e ha attualizzato il suo slogan in un primo incontro aperto anche ad aziende non associate. Sviluppare il dibattito e il confronto sia con la base del Gruppo GI, sia con altri imprenditori, sarà parte del metodo della mia presidenza. L’idea è quella di approfondire - mediante anche la testimonianza diretta di affermati imprenditori - tematiche di in-
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teresse strategico per le imprese, moltiplicando al contempo le occasioni di scambio e conoscenza dentro e fuori l’Associazione. Con questo spirito, abbiamo organizzato il primo direttivo allargato presso la Stazione Sperimentale Industria Conserve Alimentari di Angri, lo scorso 22 settembre. Tema portante dell’incontro è stato il “pomodoro”, settore di estrema importanza nell’intero panorama manifatturiero italiano non soltanto in termini di lavoro e di fatturato, ma soprattutto per il contributo di valore che dà al “Made in Italy”. Un grazie speciale a Diodato Ferraioli de La Doria che, in quell’occasione, ha condiviso con noi la sua esperienza e competenza professionale, e a Giovanni De Angelis, direttore Anicav, che ci ha offerto una ampia panoramica sul mondo conserviero, capace di muovere in provincia di Salerno 1.3 miliardi di cui 2/3 di export. Ci confronteremo poi sull'internazionalizzazione e sul ruolo dei trasporti marittimi il prossimo 29 ottobre. Successivamente programmeremo incontri sul turismo e altri
temi su cui credo sia necessario accentrare l’attenzione. Mi auguro, in questo triennio, di riuscire a coinvolgere imprenditori provenienti da settori diversi, con esperienze differenti e skills trasversali per costruire insieme proposte e iniziative utili a rilanciare la nostra provincia. Questa stessa logica è stata alla base della scelta dei componenti-
Marco Gambardella
presidente Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Salerno
del suo direttivo? La squadra che mi affiancherà è variegata, come composito è il mondo della produzione che
abbiamo l’onore di rappresentare. Sono giovani espressione del nostro tessuto imprenditoriale, che spazia dall’alimentare al packaging, dalle costruzioni al design, fino ai servizi. Tutti, con un proprio ruolo in azienda, hanno una conoscenza diretta del fare impresa. Volevo infatti che, fin dalle basi, il direttivo avesse due connotazioni specifiche: l’operatività come valore guida e la valorizzazione di tutte le «anime» e le voci dell’impresa salernitana, nessuna esclusa. Viviamo le nostre aziende giorno per giorno e conosciamo bene le criticità ambientali, sociali e infrastrutturali del territorio: abbiamo il dovere di far sentire la nostra voce sia sui temi complessi, sia sulle esigenze particolari di ogni imprenditore. Oltre ai problemi, andranno però sottolineate anche le positività del nostro territorio. Dovremo impegnarci per mettere in collegamento le best practices
locali e promuovere le nostre eccellenze attraverso un vero e proprio marketing territoriale. E, tornando al discorso iniziale, anche per questo ci muoveremo fuori dell’Associazione, provando a coinvolgere e a creare sinergie con le energie migliori del nostro territorio, siano esse afferenti ad altre Territoriali, Associazioni o realtà non ancora iscritte al nostro Sistema. L'emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha messo in luce molte debolezze del nostro sistema socio-economico. Tra queste, sono emerse le tante carenze del sistema formativo. Rispetto a quelle legate alla competitività aziendale, quale contributo di idee e proposte intende offrire? Superfluo ribadire che, per essere competitivi in un mercato in rapida evoluzione, sia necessario investire anche e soprattutto sulla formazione dei lavoratori
e sullo sviluppo di competenze corrispondenti alle reali necessità delle imprese. In partnership con gli attori del mondo della formazione, ci impegneremo per colmare il distacco che attualmente c’è tra Scuola/Università-Lavoro e formare quelle figure professionali - tecnici, operai altamente specializzati, esperti in Big Data e processi informatici - che oggi le imprese fanno fatica a trovare. Bisogna dare voce alla domanda delle imprese. Investire sulla formazione significa però anche ricucire, e magari sanare, la frattura che nell’ultimo decennio si è generata, soprattutto qui al Sud, fra giovani e lavoro. Istruzione, innovazione e competenze sono i fattori chiave per lo sviluppo non solo delle nostre aziende ma del Paese. Non abbiamo più alibi per non muoverci in questa direzione e, soprattutto, non abbiamo più altro tempo da perdere.
Dialoghi sul territorio
Diodato Ferraioli e Marco Gambardella
Giovanni De Angelis e Marco Gambardella
22 settembre 2020. Il primo direttivo allargato del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Salerno, con Marco Gambardella presidente, sceglie la Stazione Sperimentale Industria Conserve Alimentari di Angri come luogo di confronto. Al cento della discussione il “pomodoro”, asse portante del Made in Italy che non conosce crisi, né battute di arresto. Protagonisti dell’incontro Diodato Ferraioli de La Doria; Giovanni De Angelis, direttore dell’Anicav e Vittorio Ciotola che, di lì a qualche ora, sarebbe diventato presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Campania.
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Serravalle: «Avanti verso l’innovazione collaborativa» Tra le novità della XIV edizione del Premio Best Practices per l’Innovazione la spinta su progetti aziendali realizzati in partnership. Le call sono dedicate a tre settori strategici: Industria 4.0, digitalizzazione e design di Raffaella Venerando
Francesco Serravalle | presidente SIT Confindustria Salerno
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residente, quest’anno il Premio BPI privilegia gli attori dell’innovazione che hanno adottato il modello dell’open collaboration. Quali le altre novità rispetto alle passate edizioni? Abbiamo deciso di dare un indirizzo diverso al Premio da questo anno, e per i futuri, prevedendo una call unica, dedicata a tre cluster di innovazione: innovazione tecnologica, innovazione di processo e innovazione di settore merceologico. Ogni anno all’interno dei cluster individueremo una nuova categoria. Questo anno sono: Industria
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4.0, digitalizzazione e design, ammettendo così alla competizione progetti che riguardino innovazioni tecnologiche, di processo e di prodotto e, infine, di settore. Potranno partecipare aziende, organizzazioni, spin-off e startup (costituite da massimo 5 e non necessariamente inscritte al registro delle startup innovative) legalmente costituite. Avranno premialità aggiuntive quelle innovazioni derivanti da una partnership - sia essa con un’altra azienda, organizzazione, spin-off o startup - in cui le risorse condivise dal partner (umane, finanziare, organiz-
zative) abbiano permesso di acquisire ulteriori competenze o possibilità di sviluppo e siano chiaramente dimostrabili in fase di application alla call. Se è vero che l’ecosistema dell’innovazione è sempre più eterogeneo e in trasformazione, vanno incentivate quelle realtà imprenditoriali che si sono aperte agli stimoli provenienti dall’esterno, che si guardano intorno e provano a crescere attraverso la collaborazione. Del resto è un trend ormai acclarato secondo i più recenti studi sul tema. Le imprese, specie le grandi, hanno capito che per incrementare il proprio
dinamismo, per spingere l’acceleratore su opportunità e competenze, è necessario fare rete. A beneficiarne sono il business, le relazioni, le tecnologie e, perché no, anche la disponibilità di capitali. Per questa ragione, la nuova edizione del Premio BPI riconosce un plus all’elemento collaborazione. È un modello che può funzionare e deve diffondersi soprattutto per le imprese di minori dimensioni. Il fine ultimo del Premio resta lo stesso di sempre: creare l’humus giusto perché si sviluppino realtà imprenditoriali ad alto contenuto innovativo e tecnologico, capaci di traghettare il Paese verso quel futuro di genio ed eccellenza che meriterebbe. Veniamo alle modalità e ai
tempi per partecipare. Occorre candidarsi alla call termine ultimo il 30 ottobre 2020 - compilando il form https://www.premiobestpractices.it/form/. Chiusa la call, la Commissione Responsabile
«Il 30 ottobre è il termine ultimo per la candidatura dei progetti»
dell'Organizzazione (CRO) verificherà il rispetto dei requisiti di partecipazione selezionando i partecipanti che interverranno all’evento finale del 19-20 no-
vembre e che potranno presentare, in un pitch di 5 minuti, il proprio progetto davanti ad una giuria di esperti, i cui nominativi saranno resi noti sul sito. Concluse le valutazioni della giuria, la CRO, a suo giudizio insindacabile, dichiarerà i vincitori per ciascuna delle tre categorie considerando sia al voto della giuria stessa, che la presenze dell’elemento “Collaboration” che le preferenze registrate on line. Individuati i primi di ognuna delle 3 categorie, chi avrà conseguito il punteggio più alto sarà infine nominato vincitore della XIV edizione del Premio Best Practices 2020 di COnfindustria Salerno. I premi saranno pubblicati sul sito dell’evento, insieme con i servizi offerti dai main partner.
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Assemblea Ordinaria dei Soci, rinnovato il Consiglio Generale Il 29 e 30 settembre scorso i Soci di Confindustria Salerno sono stati chiamati ad eleggere anche i nuovi revisori e i probiviri della territoriale, oltreché ad approvare il bilancio 2019, alcune modifiche statutarie e la delibera contributiva per il 2021 a cura della redazione
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artecipazione e senso di appartenenza non sono mancati neanche quest’anno, nonostante il momento storico tanto complesso. È stata, infatti, molto partecipata, ma svolta nel pieno rispetto delle regole anti-contagio, l’Assemblea Generale dei Soci di Confindustria Salerno 2020 tenutasi nel momento di confronto in presenza presso l’Hotel Mediterranea. Due giorni di appuntamenti perfettamente cadenzati per i soci, chiamati a rinnovare il Consiglio Generale, i revisori e i probiviri dell’Associazione, oltreché ad approvare il bilancio 2019, alcune modifiche statutarie e la delibera contributiva per il 2021. A essere eletti per il Consiglio Generale - l’organo direttivo allargato dell’Associazione che ha tra i suoi compiti principalmente quello di curare il conseguimento dei fini statutari in armonia con le deliberazioni dell’Assemblea Generale - sono stati: Carmine Alfano (Coppola Spa); Camillo Amodio (Salerno Mobilità Spa); Giuseppe Amoruso (Amoruso Spa); Roberto Ascione (Healthware International); Giovanni Bartolomeo (Enel Spa); Gaetano Buscetto (Gaetano Buscetto Srl); Giuseppe Caiazzo (Plastica Sud Srl); Alfonso Campitelli (Re.Ma.Plast Srl); Laura Caputo (Ompm Srl); Vito Cinque (Il San Pietro di Positano); Fausta Colosimo (Cesare Trucillo Spa); Pasquale Cutolo (Compagnia
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Mercantile D’oltremare Srl); Maurizio D'Arco (D'Arco Lazzarini Ingranaggi e Meccanica di Precisione); Gerardo Di Agostino (Grafica Metelliana Spa); Gianandrea Ferrajoli (Mecar Spa); Antonio Foresti (Jcoplastic Spa); Giuseppe Gallo (Eurogas Energia Srl); Edoardo Gisolfi (Stratego Comunicazione Srl) Letizia Magaldi (Magaldi Power Spa); Francesco Manzo (Assiteca); Antonio Palumbo (Telecom Italia Spa); Francesco Palumbo (Medis Srl); Nicola Scafuro (Fos srl) e Alfredo Valerio (Plastica Alto Sele Spa). Tre, invece, i nuovi revisori: Antonio Visconti (Visconti e Associati); Alessandro Di Francesco (Barbarisi & Associati) e Antonio Caldarese. Probiviri, infine, sono stati eletti: Gianfranco D'Agosto (Istituto Polidiagnostico D'agosto & Marino Spa); Antonia Autuori (Michele Autuori Srl); Annibale Pancrazio (Pancrazio Spa); Alfonso Romaldo (Imag Spa Legatoria); Annamaria Prete (I.M.C. Srl) e Sabatino Giordano (Giordano Associati). A complimentarsi con tutti, in nome e per conto di tutta la base associativa votante il presidente di Confindustria Salerno Andrea Prete che, non senza emozione, ha ricordato quanto i mesi appena trascorsi abbiano segnato il Paese e le sue forze produttive. «Il lockdown e le lunghe settimane a seguire hanno mostrato l’orgoglio e la resilienza degli imprenditori. La crisi per molti di noi non volge ancora al termine ma dobbiamo continuare a resistere e potenziare quella che è la prima dote di un uomo d’azienda: la capacità di leggere le trasformazioni, guardando al futuro con occhi nuovi». Ospite d’eccezione di questo incontro solitamente riservato alla partecipazione dei soli soci, è stato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, cui è spettato il compito di fare il punto sia sulla situazione sanitaria, sia sulle prospettive economiche che attendono l’intero territorio regionale.
Brand Ambassador Confindustria 2020, Salerno è "Best Performer" L’Associazione è tra le 7 Territoriali premiate da Confindustria per essersi distinte nel 2019 per i risultati raggiunti dal marketing associativo a cura della redazione
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er i risultati raggiunti dal marketing associativo nel 2019, Confindustria Salerno è tra le sette Territoriali che hanno fatto la “differenza”. In questa prestigiosa graduatoria Salerno è in compagnia di Assolombarda (Milano), Assindustria Venetocentro (Padova e Treviso), Confindustria Chieti-Pescara, Confindustria Bergamo, Confindustria Toscana-Sud (Arezzo, Grosseto e Siena) e Confindustria Genova. Insieme alle Territoriali sono state segnalate anche 7 Associazioni di Categoria particolarmente performanti: Anie, Federchimica, Anima Confindustria Meccanica Varia, Sistema Moda Italia, Confindustria Dispositivi Medici, Anfia e Federazione Gomma Plastica. Per individuare le Associazioni e i team del marketing più performanti lo scorso anno, Confindustria ha considerato cinque “freddi” indicatori, per calcolare i dati di crescita che hanno consentito di stilare la graduatoria finale: numero di Unità Locali acquisite nel 2019, numero dei loro dipendenti, flusso dipendenti (acquisizioni meno perdite), variazione percentuale 2019/2018 dei dipendenti totali, rapporto percentuale tra dipendenti da acquisizioni/ dipendenti totali). Il Vice Presidente Alberto Marenghi ha assegnato per questo risultato, lo scorso 7 ottobre in Sala Pininfarina, a Roma, il riconoscimento di Brand Ambassador Confindustria 2020, in occasione del Meeting Nazionale della Rete del Marketing di Confindustria. La manifestazione si è tenuta in forma sobriamente ridotta “in presenza”, ma ha coinvolto da remoto tutto il “Sistema” delle Associazioni Territoriali e di Categoria di Confindustria, che da qualche anno è focalizzato su obiettivi e strategie di crescita coordinate e condivise, attraverso la formazione delle professionalità direttamente impegnate nella funzione del marketing e della fidelizzazione degli associati, ma anche con l’elaborazione di campagne di comunicazione e tools a disposizione delle Associazioni. Per Confindustria Salerno, che nel 2019 ha celebrato il suo Centenario, un risultato importante, che arriva, oggi, in un anno difficile per tutto il sistema economico e per
l’intera società, a testimonianza dell’ulteriore impegno con cui tutta l’Associazione, sia nella parte politica sia in quella operativa, ha sempre affrontato la sfida della tutela delle imprese e del sostegno al loro sviluppo. Un valore, quello della rappresentanza e della forza dello stare insieme, che è stato sempre al centro della proposta associativa, veicolata dal team del marketing (Oreste Pastore, Gaia Longobardi e Massimiliano Pallotta) e raccolta favorevolmente da tante aziende nel 2019 e, in maniera sorprendente, anche in questo difficile 2020, nel quale già molte nuove iscritte si sono aggiunte alle circa 550 imprese che costituiscono il patrimonio su cui si fonda il ruolo autorevole e l’incisività di Confindustria Salerno. L’obiettivo che il Vice Presidente di Confindustria Salerno delegato al marketing, Carmine Alfano, si è posto all’inizio del suo mandato è stato quello di ampliare ancora di più il perimetro della rappresentanza dell’Associazione, chiedendo l’impegno a tutti i colleghi di essere i primi testimonial del “brand” Confindustria Salerno. La crescita costante (circa il 10% di nuove aziende iscritte rispetto al precedente anno registrata sia nel 2017, che nel 2018 e 2019) è certamente un buon “fatturato”, sul quale però non bisogna adagiarsi, di fronte ai nuovi importanti impegni richiesti all’Associazione per superare la grande prova costituita dagli effetti della pandemia.
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Young Factory Design, torna l’appuntamento con la creatività C’è tempo fino al 15 gennaio per presentare progetti che rispondano a specifiche call aziendali relative a design per l’abitare, graphic design ed exhibition design a cura di Massimiliano Pallotta
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l covid-19 ha probabilmente spazzato via, in modo definitivo, l’idea superata del designer visto come soggetto creativo rivolto solo ed esclusivamente alla resa estetica di un prodotto. Si fa spazio una nuova, più attuale e valida concezione: oggi il designer è colui che riesce a leggere il cambiamento, interpretandolo e sapendo trovare la giusta combinazione tra arte e ricerca tecnologica, tra materiali tradizionali e usi inconsueti. C’è grande attesa dunque per la quarta edizione del contest Young Factory Design, organizzato dal Gruppo Design Tessile Sistema Casa di Confindustria Salerno. Il concorso di idee indirizzato ad architetti, designer, progettisti, esperti in comunicazione e studenti prevede l'ideazione di oggetti di design che valorizzino in modo innovativo i materiali delle aziende partecipanti. Lo scopo ultimo ma non unico è quello di favorire la ricerca di soluzioni innovative, creando opportunità di collaborazione tra professionisti e aziende. I partecipanti dovranno offrire la propria proposta creativa alle call richieste dalle aziende. Quest’anno sono tre le categorie: • Design per l’abitare: arredi e complementi per
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la casa, apparecchi di illuminazione, accessori per il bagno, arredi per la cucina, arredi per esterni, porte e facciate, separazioni di interni, imbottiti, oggetti di altra natura con l’uso dei materiali delle aziende partecipanti; • Graphic Design: visual identity, advertising, packaging, merchandising promozionale; • Exhibition design: il design dello spazio pubblico, visual display, archigrafie e allestimenti per fiere ed eventi. Oltre alla call, ogni azienda potrà specificare se privilegia progetti di immediata industrializzazione o proposte sperimentali per il futuro. Durante la fase di ideazione e validazione del progetto, i partecipanti potranno essere affiancati da coach e professionisti del settore che li seguiranno al meglio nel perseguimento della loro idea finale. I coach, infatti, guideranno il progettista nella conoscenza delle aziende per una maggiore attinenza dei progetti alla realtà aziendale scelta. C’è tempo fino al 15 gennaio 2021 (ore 13:00) per presentare i progetti secondo il regolamento disponibile al sito www.youngfactorydesign.com.
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Recyflex, la linea sostenibile e riciclabile della Di Mauro Progettata per l’economia circolare, questa gamma di imballaggi flessibili sostituisce laminati non riciclabili e consente di eliminare lo smaltimento in discarica a cura della redazione
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ostenibilità e riciclabilità sono ormai due termini ampiamente utilizzati quando si parla dell’industria della plastica. Nel settore degli imballaggi flessibili, ambedue i temi sono molto sentiti in quanto ad oggi, rispetto ad altri tipi di imballi in plastica, ad esempio le bottiglie in PET, mancano le filiere adeguate, raccolta e riciclo, per far in modo che da questa tipologia di packaging si riesca ad ottenere una percentuale alta di materia prima seconda e non semplicemente rifiuti. La sfida intrapresa dai vari attori della catena del valore degli imballaggi (produttori materie prime, converter, brand owner) è quella di concepire e realizzare un prodotto che sia, in termini di materiali utilizzati e relativa struttura, non solo sostenibile ma anche adatto al processo di riciclaggio meccanico o chimico, presente ad oggi in alcuni paesi europei, in via di sviluppo in altri. La Di Mauro Flexible Packaging già da tempo ha sviluppato, tramite il suo dipartimento di Ricerca e Sviluppo e in collaborazione con alcuni clienti, una linea di imballaggi sostenibili e riciclabili in mono-materiale che sostituiscono le strutture standard attuali mantenendo la stessa qualità e le caratteristiche tecniche richieste dal cliente finale. La linea Recyflex, finalista del concorso Best Packaging 2020 indetto da Italia Imballaggi, è stata concepita per l’economia circolare, sostituisce le strutture standard ed è adatta alle macchine confezionatrici esistenti sul mercato. La linea è disponibile in PE, PP, Mix PE/PP, adatta per il packaging di Food e prodotti Home & Personal Care. La Di Mauro inoltre volendo garantire un ulteriore miglioramento dal punto di vista della sostenibilità, può offrire la linea Recyflex anche con contenuto di riciclato da post consumo attualmente per i settori non food. Di Mauro Group Oltre alla linea Recyflex, la Di Mauro ha concepito tutta un’ulteriore serie di Via Giovanni Cesaro, 1/A prodotti sostenibili realizzati con materiali compostabili, carta, resine da post consumo che vengono incontro alle varie tipologie di richieste del mercato. Mag- 84013 Cava de' Tirreni giori informazioni sull’ampia gamma di prodotti della azienda di Cava de’ Tirreni, Salerno dimauroflexiblepackaging.it sono disponibili al sito internet www.dimauroflexiblepackaging.it. Ottobre | Novembre 2020
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Cuomo, la pasta lunga due secoli Nel 1820 nasceva a Gragnano per mano e volontà del fondatore Nicolino Cuomo. Duecento anni dopo, gli eredi Alfonso, Amelia e Anna proseguono la grande tradizione celebrandola e dedicandole il Museo virtuale e interattivo in cui scoprire la storia di famiglia di Raffaella Venerando
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accontare il presente, il passato e il futuro appassionati un'esperienza culturale indimenticabile. attraverso sé stessi. Raccontare la cultura e la Realizzato grazie al finanziamento Cultura Crea di Intradizione di un’arte, quella pastaia, che vede vitalia, il Museo è articolato in un percorso attraverso protagonista a Gragnano l'unica tra le più antiche l'antico pastificio "verticale" della famiglia Cuomo, refamiglie ancora in attività e farlo attraverso la prostaurato nel rispetto della sua origine architettonica, pria storia personale. È questa la scelta della famiglia con pavimentazione in pietra lavica e stanze ad arco. Cuomo che, per il bicentenario della sua origine, ha All'interno, dopo le teche con i reperti e i documenti deciso di augurarsi buon compleanno con l'inauguradell'attività svolta dagli antenati della famiglia, si zione di un Museo della Pasta identitario. passa alla galleria sensoriale, in cui il visitatore potrà Dal fondatore Antonio all'evolurivivere la realizzazione dei i zione tecnologica odierna porpiatti tipici della tradizione, tata avanti da Alfonso, Amelia sentendone persino il profumo. e Anna, i valori e la qualità La visita si conclude con un artigianale della Pasta Cuomo tour virtuale grazie a visori VR ancora oggi sono sinonimo della che trasporteranno emozionalgrande tradizione pastaia nel mente i visitatori nel passato, mondo. Questa straordinaria dove l'antenato Nicolino storia, recuperata grazie ad Cuomo, fondatore del Pastificio, una rigorosa ricostruzione su dospiegherà nel dettaglio come cumenti originali, realizzata dal si faceva la pasta a fine '800, professor Silvio de Majo, docente illustrando tutte le macchine emerito di Storia Economica e del processo di produzione. Alla Archeologia industriale all'Univisita è possibile accedere anche versità di Napoli Federico II, e attraverso un'applicazione dal Amelia e Alfonso Cuomo dalla ricercatrice Francesca Canome Pasta Cuomo Experieniazzo, rivive oggi, con il progetto ce, disponibile a partire dalla dell'architetto Francesco Scardaccione, negli stessi data dell'inaugurazione sui portali Apple ed Android, luoghi di un tempo, ovvero nella storica via Roma di per permettere la fruizione dell'esperienza turistica Gragnano, dove, sin dall'origine, si essiccava la pasta. anche a distanza. Un nuovo modo per attrarre il Una storia declinata in maniera trasversale tra cultuturismo. Oltre al Museo, anche un libro edito per ra, turismo ed enogastronomia, anche grazie alle più l’occasione: "Una Famiglia, un Pastificio: 200 anni innovative tecnologie digitali, con l'obiettivo di vadi maccheroni Cuomo a Gragnano" di Silvio de Majo lorizzare il territorio, le sue vocazioni e le sue radici. e Francesca Caiazzo. «La volontà di continuare una Il Museo interattivo, con aula didattica, è un format tradizione di famiglia e di valorizzare ulteriormente la unico nel suo genere, che offre a studenti, turisti e vocazione del territorio - racconta Amelia Cuomo - ci
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ha spinto a tornare a Gragnano e mettere a disposizione dell'impresa le competenze acquisite in anni di studio e lavoro in Italia e all'estero. Con l'export della produzione Cuomo, che rappresenta la parte più rilevante della nostra attività, portiamo il nome della pasta di Gragnano nel mondo; adesso ci attendiamo che in tanti vengano nel nostro Museo a conoscerne la storia, la tradizione e il gusto». «Una famiglia che da 200 anni porta avanti la tradizione pastaia gragnanese è un valore fortissimo che dà prestigio alla nostra filiera - sottolinea Alfonso Cuomo -: per questa ragione il nostro Museo, in cui la tradizione e la memoria storica incontrano la multimedialità e l'innovazione della realtà virtuale, è integrato, nel percorso di visita, dall'attuale siste-
ma di produzione, da un'aula didattica dedicata ai bambini e da un bistrot, in cui i visitatori possono assaggiare la pasta appena prodotta e programmare, in futuro, anche eventi e showcooking. Con la nostra struttura vogliamo contribuire a rendere sempre di più Gragnano una tappa importante del turismo enogastronomico, italiano e internazionale».
Quello del Museo è un progetto inaugurato il 26 settembre - non a caso forse in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2020 in cui molti hanno creduto in molti, non solo gli ideatori. Il Museo della Pasta Cuomo, realizzato col sostegno finanziario dell'UE nell'ambito del programma Cultura Crea di Invitalia, FESR-PON Cultura e Sviluppo, si è avvalso infatti del patro cinio di MIBACT, ENIT - Ente Nazionale Italiano del Turismo, Regione Campania (Presidenza, Assessorato e Agenzia per il Turismo), Comune di Gragnano, Cattedra Unesco dell'Università Fede rico II per l'Educazione al Benessere e allo Sviluppo sostenibile, LUISS Business School, Confindustria Salerno, Consorzio del Parmigiano Reggiano, ANICAV, Consorzio di Tutela del Pomodoro San Marzano Dop, Rete Musei del Territorio, Coordi namento Distretti Turistici della Campania, Parco regionale dei Monti Lattari, SKAL.
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L’evoluzione strategica e tecnologica di Wade World Network In poco più di quattro anni, la compagnia di export trading fondata da Sara Martucciello ha consolidato il proprio sistema di business-to business che consente accordi commerciali tra le imprese con una gestione dell’intero processo esclusivamente online di Raffaella Venerando
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nnovare e semplificare il processo di esportazione. A questa esigenza delle imprese dell’agri-food ha risposto, quattro anni fa, Wade World Network, la compagnia di export trading fondata da Sara Martucciello nel 2016 per garantire alle aziende un approccio ai mercati internazionali semplice e guidato in ogni fase, complice una consulenza a 360 gradi e una metodologia ben studiata. Da allora la società - nata come joint venture e ora divenuta una srl e una startup inserita nel registro delle imprese innovative, non ha mai smesso di migliorarsi, senza rallentamenti di sorta, in un moto perpetuo che la sta avvicinando sempre di più al futuro, anticipandolo. Tra le novità recenti, la messa a punto della piattaforma Tigle, grazie alla quale l’imprenditore-produttore italiano - una volta costruita la propria vetrina digitale di offerta - incontra il potenziale importatore estero, avviando la transazione all’interno di uno spazio privato in cloud. Si tratta di un sistema business-to business che
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consente accordi commerciali tra le imprese con una gestione esclusivamente online dell’intero processo, sintetizzato in dieci step. Accurata la fase di pre-accredito al portale: sia le imprese produttrici, rigorosamente made in Italy, sia gli importatori sono scelti infatti con la massima attenzione perché la soddisfazione sia reciproca e il business capace di durare nel tempo. La piattaforma, che a marzo scorso è già valsa alla società il Premio Eccellenza
Smau 2020 per l’innovazione di processo, si è arricchita negli ultimi mesi di ulteriori elementi di avanguardia: il potenziamento della sezione di e-commerce e la possibilità di firmare i contratti mediante crittografia nella virtual data room del portale. Prossimo obiettivo è allargare e rafforzare ancor di più la compagine sociale della Wade World Network, oggi tutta al femminile, aprendola a potenziali investitori esteri.
MAF, l'orgoglio di farcela Iter burocratici tortuosi e dinieghi non hanno fermato la famiglia Mastalia che ha avviato la produzione di mascherine chirurgiche senza aiuti pubblici. Oggi sono cinque le linee di lavorazione e venti le nuove assunzioni per un prodotto valido anche per uso sanitario di Raffaella Venerando
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na procedura light, snella, con adempimenti burocratici ridotti all’essenziale. Era questa la premessa, e la promessa, che apriva lo scorso marzo il bando “Cura Italia”, gestito da Invitalia e diretto a quelle aziende intenzionate a produrre e fornire - mediante riconversione o ampliamento di attività - i dispositivi medici di protezione individuale, indispensabili per fronteggiare l’emergenza covid-19. Rispondono in tante. Cinquanta milioni di euro per finanziare imprese innovative e coraggiose, chiamate a dare il proprio contributo nel contrasto di una pandemia che ancora oggi tiene il mondo in ostaggio. Tra le 635 domande di finanziamento, provenienti da tutte le aree del Paese, c’è quella della MAF, solida realtà salernitana specializzata nella cartotecnica, stampa offset, digitale, direct marketing e molto, molto altro. Nel suo ventaglio di offerta, anche prodotti brevettati e registrati. Un’azienda, dunque, capace di evolversi nel tempo, allenata e veloce nel prendere le decisioni, così come nel “pensarsi” a lungo termine. Nonostante il core delle sue attività non registri chiusure o cali di ordini, la MAF sceglie di
accettare questa nuova sfida e si candida on line per l’ottenimento dell’agevolazione utile per avviare la produzione di
Francesco e Anella Mastalia mascherine chirurgiche. «Non era semplice. Non avevamo - come molti altri - nulla già disponibile, né la materia prima, né le macchine
ma ci siamo subito attivati per procurarcele», racconta Anella Mastalia, responsabile amministrazione e finanza della MAF. «Sapevamo che saremmo andati incontro a un percorso tortuoso, ma abbiamo voluto tentare comunque perché un imprenditore accoglie ogni stimolo per correre più veloce del tempo e ogni urgenza come un’occasione per mettersi alla prova. Quello che non proprio non ci aspettavamo è stata la risposta avuta da Invitalia, con cui ci veniva negato l’accesso al finanziamento». Invitalia, a fine aprile, rigetta infatti la richiesta della MAF per dubbi sulla copertura finanziaria dell’operazione. Dubbi del tutto illegittimi che, alla MAF, respingono a loro volta al mittente per iscritto. Ancora Anella Mastalia: «Abbiamo
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spiegato con dovizia di particolari che mai avremmo investito in una nuova attività, riducendo le risorse destinate all’attività tradizionale se non avessimo avuto contezza di reali tornaconto. Il nostro non era certo un salto nel buio». Il carteggio prosegue e il tempo passa. Nel mentre, alla MAF si comincia a produrre mascherine in un altro sito produttivo fittato allo scopo, non lontano da quello originario a Pontecagnano, e lo si fa senza l’avallo del finanziamento miraggio. Arriva la seconda risposta: questa volta l’obiezione riguarda la mancanza di esperienza nel settore, cui alla MAF replicano sbigottiti. «La credibilità non è un elemento improvvisabile e la nostra è un’azienda consolidata, che ha clienti di successo. I nostri occhi sono abituati a pesare i progetti e a trovare il miglior modo per realizzarli. È sempre stato così, non saremmo oggi l’azienda italiana con il maggior numero
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di brevetti nel nostro settore!». La storia epistolare si conclude con la chiusura del bando per mancanza di fondi. La nuova attività della MAF invece, oggi ricompresa anche nell’ampliato oggetto sociale, ha - nonostante i muri contro - inizio e slancio. Cinque le linee di produzione, commesse da grandi aziende, venti nuove assunzioni per un prodotto valido anche per uso sanitario. «Abbiamo integrato nel nostro business in modo continuo quella che sembrava solo un’opportunità del momento. Lo abbiamo fatto da soli, assumendocene il rischio che, ad oggi, si è trasformato per la nostra azienda in un rafforzamento in termini di valore. Ci siamo sentiti un po’ come Don Chisciotte contro i mulini a vento, ma questo non ci ha fermati». Oltre alle mascherine per adulti, la MAF produce anche le pediatriche e grazie a questa peculiarità prova ancora una volta a misurarsi con la burocra-
zia partecipando al bando per la produzione di 10 milioni di mascherine pediatriche, sempre previsto dal Commissariato straordinario per l’emergenza Covid-19, in vista della riapertura delle scuole. L’epilogo questa volta è, se possibile, ancor più singolare: passata la scadenza del 15 agosto, di quell’avviso non si è avuta più notizia e non è dato sapere se e a chi sia stato mai assegnato. «Il rischio di impresa lo abbiamo corso ed eravamo preparati a farlo. Quello che però ci lascia a dir poco amareggiati è la penalizzazione subita. Non ci aspettavamo che, anche in un momento così delicato in cui si è fatto un gran parlare di resilienza del tessuto produttivo, il nostro Paese si rivelasse sordo alla tutela e alla valorizzazione di quanti hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo». Forse potrebbe andare davvero tutto bene se l’Italia una volta per sempre imparasse a essere all’altezza dell’orgoglio delle sue imprese.
Trotula e il segreto per essere felici Un progetto culturale e creativo per diffondere la forza senza tempo della prima donna medico della storia
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e si stilasse un elenco di donne che hanno fatto la storia, probabilmente il suo nome farebbe fatica a comparire. La conoscono in pochi e non solo perché troppo spesso le imprese eroiche sono raccontate al maschile. Stiamo parlando di Trotula de Ruggiero, medichessa salernitana che visse nell’XI secolo, periodo aureo della Scuola Medica Salernitana. In team - come si direbbe oggi - con le altre Mulieres Salernitanae, Trotula scriveva, insegnava e praticava la medicina, proponendo rimedi che i medici del Collegio accoglievano nei loro scritti. Il suo più celebre trattato scientifico, “De Mulierum passionibus”, è stato definito da H.P.Bayon il testo che segna la data di nascita della ostetricia e ginecologia come scienza medica. All’impresa di diffondere un progetto culturale/editoriale che racconta la storia, i valori e gli insegnamenti di Trotula efficaci e di grande qualità educativa anche ai nostri giorni attraverso i social e una serie di progetti speciali si è dedicata - negli spazi di fantasia che le lascia l’azienda - Anella Mastalia, insieme con Valerio Calabrese, Direttore del Museo Vivente della Dieta Mediterranea di Pioppi e Roberta Pastore, Architetta. Le illustrazioni fiabesche e senza tempo sono di Federica Cafaro; l’elegante voce narrante di Ertilia Giordano; i testi di Ernesto Giacomino. Un progetto cui auguriamo lunghi e resistenti sogni, seguendo la lezione di Trotula di difendere sempre il diritto a essere ribelli e felici. Link: fb trotulaofficial | ig trotula_official
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ADS NETWORK, il brand della tua azienda in buone mani L’agenzia fondata da Adriano Di Stasi accompagna le imprese lungo tutto il percorso del funnel di vendita: dalla creazione dell’identità visiva alla lead generation a cura della redazione
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DS NETWORK è un’agenzia di consulenza che fa dell’analisi e dello studio le sue basi fondamentali. Dal 2005 offre consulenza strategica del brand mirata ad aziende e professionisti in Italia e all’estero. Negli anni la società ha realizzato progetti digitali e creato partnership importanti a Salerno, Roma, Firenze e Bologna. La qualità dei servizi offerti è il tratto distintivo: valorizzare il brand aziendale e potenziare il business dei nostri clienti solo dopo aver studiato il mercato di riferimento, i dati dell’azienda, il target, i punti di forza e quelli di debolezza. In campo le strategie di marketing più adatte al tipo di business, con un’attenzione elevata verso gli ultimi trend del settore e ogni aspetto della comunicazione. ADS NETWORK accompagna le aziende lungo tutto il percorso del funnel di vendita: dalla creazione dell’identità visiva alla lead generation. In ambito strategico si occupa di digital strategy, consulenza marketing, consulenza SEO, consulenza analytics. Tra i servizi, anche la progettazione dell’identità visiva delle aziende con particolare attenzione alla User Experience Design, oltre alla realizzazione di siti web ed e-commerce, anche multilingue, di soluzioni customizzate grazie al reparto sviluppo. L’esperienza quindicinale del CEO Adriano Di Stasi ha permesso all’agenzia di diventare Google Partner e di vedersi riconoscere il punteggio di 10/10 sull’indicatore di affidabilità fiscale (ISA) dall’Agenzia delle entrate per il secondo anno consecutivo. Dal 2019, inoltre, Adriano di Stasi è riconosciuto dal MISE come Innovation Manager e dal 2020 è membro dell’ENTD (Ente Nazionale per la Trasformazione digitale e l’innovazione). Da sempre attenti a tutti i cambiamenti del mondo professionale, ADS NETWORK è partner di aziende che hanno scelto di accettare la sfida della digitalizzazione dei ADS NETWORK processi. Via Rosario, 3 Il Team, composto da copywriter, social media manager, grafici, programmatori ed 84049 Castel San Lorenzo esperti SEO, mette a disposizione competenza, creatività, esperienza e dinamicità. “We will" è la filosofia di lavoro di ADS NETWORK che, con un approccio pratico e anali- Salerno tico, garantisce alla sua clientela soluzioni personalizzate, frutto di un lavoro svolto con +390890977745 https://adsnetwork.it serietà e sempre nel rispetto dei tempi. 30
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Direzione Lavoro Group spa, il consulente di fiducia di chi cerca e offre un impiego Accurate metodologie di reclutamento e un’ampia rete organizzata di relazioni sul territorio consentono alla società di disporre della forza lavoro qualificata nel momento in cui è necessaria all'azienda a cura della redazione
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irezione Lavoro Group S.p.A. è un’Agenzia per il Lavoro autorizzata a tempo indeterminato dal Ministero del Lavoro ai sensi del D.Lgs. 276/03, specializzata nei servizi dedicati alle Risorse Umane. La società nasce dall’unione di un gruppo di professionisti della gestione delle risorse umane, considerate il principale patrimonio e la vera energia dell’impresa. L’obiettivo di Direzione Lavoro Group è quello di diventare consulente di fiducia dell’azienda e del candidato, in modo da fornire supporto normativo e interventi personalizzati: dall’analisi dei fabbisogni alla valutazione delle competenze, fino all’intera gestione amministrativa del personale. La somministrazione di lavoro, a tempo determinato e indeterminato, rappresenta una soluzione flessibile ed efficace che solleva l’azienda dagli oneri dell’assunzione e gestione del personale, libera le imprese da adempimenti burocratici, che vengono gestiti interamente da Direzione Lavoro Group, assicurando agilità dell’assetto organizzativo, nel rispetto dei diritti e doveri dei lavoratori e senza rinunciare alla qualità dei candidati. L’agenzia, sulla scorta delle esigenze delle aziende, ne individua le necessità, rispondendo puntualmente alle richieste. Accurate metodologie di reclutamento e un’ampia rete organizzata di relazioni sul territorio consentono di disporre della forza lavoro qualificata nel momento in cui è necessaria all'azienda. Le persone sono la principale risorsa: è ormai noto che il lavoro in somministrazione AVORO costituisce la forma più tutelata di lavoro flessibile, grazie ad un sistema welfare e di formazione che prevede misure di sostegno al reddito, tutela sanitaria e alla mater- Direzione Lavoro Group spa nità, incentivi e premi per i contratti di lunga durata, diritto mirato alla formazione Riferimenti Campania: tramite percorsi di qualificazione e riqualificazione professionale. I principali servizi filiale di Pontecagnano Faiano (SA) offerti sono: Via Leonardo da Vinci C.D. Area 7 • somministrazione di lavoro a tempo determinato e indeterminato; telefono e fax: 089 9484906 • ricerca e selezione del personale; www.direzionelavorogroup.it • formazione finanziata; • consulenza del lavoro. Marco Attanasio: 3494468742 Direzione Lavoro Group sviluppa la propria attività in un processo di responsabilità m.attanasio@direzionelavorogroup.it sociale e professionale: correttezza, legalità e completa trasparenza economica sull’at- Laura Carini: 3482526446 tività svolta, sono i valori condivisi con tutti gli interlocutori. l.carini@direzionelavorogroup.it Ottobre | Novembre 2020
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l'opinione
Giglio, Confesercenti: «La crisi continua a fare paura» Il direttore avverte: «Le prospettive non fanno ben sperare, lasciando intravedere la necessità di una riduzione del personale per molti» di Raffaella Venerando
Pasquale Giglio direttore Confesercenti Campania e Salerno
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irettore, nel pieno dell’emergenza sanitaria Confesercenti Campania aveva richiesto per le sue aziende lo stato di crisi. Ad oggi quali sono i dati regionali in termini di fatturato e occupazione per i comparti commercio, servizi e turismo? Le proiezioni dell’Osservatorio nazionale di Confesercenti restituiscono cifre e numeri allarmanti. Sarebbero circa 15.000, infatti, le aziende a rischio chiusura entro fine 2020 nella nostra regione. I dati, però, provenienti dalle singole Camere di Commercio fanno sperare in una realtà fortunatamente meno preoccupante. Alla CCIAA di Napoli, ad esempio, risultano essere solo venti le aziende che hanno presentato istanza di fallimento. Mi auguro che le conseguenze delle misure di contenimento e contrasto della pandemia non siano nei fatti severe come i dati nazionali lasciano presagire. Più da vicino, se è vero che rilevanti sono stati i consumi dei generi alimentari specie nel periodo di confinamento, in generale si è registrata nella nostra regione una contrazione del 6% dei consumi, con una variazione assoluta
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febbraio-agosto 2020-2019 di meno 1981 euro a famiglia. Il calo della spesa è dovuto non solo allo stop di molte attività durante la fase acuta dell’emergenza Covid-19, ma anche alla ponderatezza inevitabilmente mostrata dalle famiglie nel periodo di ripartenza. Abbigliamento e prodotti moda hanno subito una flessione del 15/20% a livello regionale equivalente a -313 euro a famiglia, mentre il settore della ristorazione ha vissuto una crisi a sé, con un calo a due cifre causato dallo smart working (-15-20%) nelle città più grandi. A destare timore è però il dato relativo alle assunzioni. La Cig ha fatto sì che l’urto fosse assorbito dal piccolo e medio esercizio commerciale ma le prospettive non fanno ben sperare, lasciando intravedere la necessità di una riduzione del personale per molti. Quello che, attualmente, desta maggiori ansie è la possibilità di nuove chiusure e nuovi stop alle attività. Non possono essere i piccoli esercenti a pagare il fio della crisi economica. A Salerno, invece, quali sono le prospettive? A Salerno e provincia il delta relativo
agli esercizi commerciali è sempre stato positivo negli ultimi anni, ma il 2020 potrebbe fare eccezione, tenuto conto ad esempio che da aprile fino a luglio non ci sono state nuove iscrizioni nel turismo a causa della importante flessione registrata nel comparto (-meno 85/90% con una perdita di circa 49.000 posti di lavoro in meno momentanei nel solo mese di agosto dei quali il 15% in Campania). I voucher per il bonus vacanze hanno funzionato? Non molto, sia in Campania, sia a Salerno. Molti alberghi hanno deciso di non aderire (circa un 20%).
Speriamo che almeno nelle grandi città - Napoli e Salerno - in concomitanza con eventi legati al periodo natalizio ci sia un’inversione di tendenza, sempre che le condizioni sanitarie non peggiorino di qui a qualche mese. Le misure messe in campo dall’ente regionale sono state utili? Senz’altro il turismo è stato - come accennavo - il settore più penalizzato, insieme a quello che si potrebbe definire il commercio di vicinato. Bene la misura promossa dalla Regione Campania nell’ambito del Piano socio economico a sostegno delle attività che sono state colpite dalla crisi durante l’emergenza Covid, che ha previsto la concessione di un finanziamento in favore di agenzie di viaggio e tour operator, anelli fondamentali della catena turistica. Due milioni non sono tantissimi ma il segnale è stato in ogni caso apprezzato, così come lo è stato quello diretto verso commercianti
e artigiani, in molti casi incisivo e rapido. Occorrerebbe, invece, un serio intervento pubblico per sostenere il commercio al dettaglio, sulla scorta di quanto fatto, ad esempio, in Francia nei mesi scorsi. Le misure salva-negozi volute da Macron, che in buona sostanza prevedevano sospensione di oneri contributivi e aiuti a fondo perduto per gli affitti, potrebbero essere una strada da seguire per sostenere le attività commerciali del centro storico della città, i negozi di vicinato, le botteghe artigiane, evitando al contempo lo svuotamento dei centri storici. Sarebbero interventi di natura anche sociale, tesi ad aiutare quella fascia sempre più alta di popolazione, fragile, che ha bisogno del negozio sotto casa. Condivide l’allarme circa l’interesse delle organizzazioni criminali verso le imprese in difficoltà? Potrebbero trovare lo spazio utile per poter allargare i loro affari e approfittare della
situazione critica? Come si contrasta questa preoccupante possibilità? Il fenomeno esiste ed è preoccupante. La delinquenza spesso - e il covid lo ha dimostrato - è più veloce dello Stato nell’elargire liquidità. Confesercenti Salerno supporta le proprie aziende attraverso uno sportello antiracket e antiusura, affinché la loro libertà di fare impresa non venga soffocata. Quello che conta, più delle azioni di recupero, è fare molta prevenzione e impedire che la forza criminale occupi gli spazi lasciati liberi dallo Stato. Per concludere, quali interventi ritiene sarebbero necessari per agganciare la ripresa? Uno su tutti: credito agevolato, meglio se a fondo perduto. Il denaro o lo si dà immediatamente o perde valore. In secondo luogo, sburocratizzazione e riforma del sistema fiscale. Abbiamo davvero bisogno di meno balzelli per uscire da questa crisi che continua a fare paura.
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Banca Campania Centro, il futuro viene da lontano L'Istituto, nonostante i cambiamenti imposti dalla normativa, resta mutualistico, attento e vicino al territorio e all'economia locale di Raffaella Venerando
Camillo Catarozzo presidente Banca Campania Centro
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uona impresa, buona banca e buona cooperativa. È questa la triplice missione di Banca Campania Centro, nata pochi anni fa ma con una storia centenaria alle spalle. Delle fondamenta e delle proiezioni future ne abbiamo parlato con il presidente Camillo Catarozzo che, più di tutto, del suo istituto ama sottolineare la vicinanza all’economia locale, ai bisogni del terzo settore, delle piccole imprese e delle famiglie.
costante all'imprenditoria locale, che ci auguriamo viri sempre di più verso l’autoimprenditorialità innovativa. Oggi, con più di 8000 soci, aderiamo al Gruppo Bancario Iccrea e, in termini di patrimonio, siamo i secondi al Sud. Per noi il faro resta quello di reinvestire dove raccogliamo, secondo il nostro mantra: buona banca, buona impresa e buona cooperativa. Pertanto, sì, restiamo un istituto mutualistico che si realizza assistendo. Presidente, Banca CampaSia il destinatario dei «Oggi, con più di 8000 soci, nia Centro è nata da pochi nostri investimenti il terzo aderiamo al Gruppo Bancario anni ma ha una storia che settore, una impresa o Iccrea e, in termini viene da lontano. Ad oggi un privato. Un progetto resta una banca cooperaticui teniamo molto e di patrimonio, siamo va e mutualistica? che somiglia alla noi secondi al Sud» La nostra storia comincia stra identità è, a titolo nel 1914, quando un grupesemplificativo, quello di po di contadini con intenti mediazione e supporto ai chiari e definiti decide di migranti. Attraverso uno concentrare e coordinare sportello attivo presso la le proprie azioni verso un comune sede centrale di Battipaglia, nato oggi come allora il nostro primo obiettivo: creare una cooperativa dalla collaborazione con un’asvalore è il contributo alla crescita fondata sul lavoro. L’origine laica sociazione di volontariato e i loro economica e sociale della nostra dell’allora Cassa Agraria di Prestiti mediatori culturali, garantiamo area di riferimento - il centro di Battipaglia l’ha resa sempre non solo assistenza per attività della Campania, con una magdiversa dalle altre consorelle, ma strettamente economiche, ma giore diffusione nelle province di uguale a sé stessa nel tempo. Pur anche sostegno in tutte quelle Salerno e Avellino - e il sostegno
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diventando “banca” nel Dopoguerra, non è mai mancato infatti lo spirito di coesione tra i soci. Non è venuto meno neanche ora che abbiamo dovuto realizzare tante fusioni, non tutte senza strascichi. Nell’operato, le difficoltà non mancano di certo, specie quelle strutturali derivanti dalle rigidità imposte dalla BCE, ma
esigenze sociali che possono favorire l’inclusione e l’integrazione nella legalità. Siamo l’unica banca in Italia ad aver attivato un ufficio del genere. La nostra anima mutualistica non è mai entrata in crisi, neanche nel pieno dell’emergenza covid-19, quando abbiamo impiegato 100mila euro per l’allestimento di 5 terapie sub-intensive per l’ospedale di Eboli o quando abbiamo avviato una raccolta fondi (35.000 euro) destinati all’acquisto di attrezzature per i nosocomi di Battipaglia e Salerno. Come è cambiato il mercato del credito e il ruolo delle banche nell’era Covid? Non so come siano cambiate le altre, ma della nostra banca posso dirle che ancor prima di imposizioni governative, senza guardare al pregresso, noi abbiamo reso immediatamente disponibili quindicimila euro per le imprese e prorogato i mutui accesi presso di noi. Abbiamo provato da subito a dare il nostro contributo per arginare in parte i costi sociali ed economici che purtroppo non tarderanno ad arrivare. A farne le spese saranno senz’al-
Lo staff e i volontari dell’ufficio migranti
Uno scatto dell'Assemblea dei soci
tro le fasce meno protette e quindi le famiglie a basso reddito, le famiglie monoreddito, le persone anziane con livelli di copertura pensionistica bassi perché è evidente che questa crisi ha colpito e colpirà in maniera selettiva e diseguale. Per quanto riusciremo a fare, saremo ancora più vicini a quanti già versavano in uno status economico disagiato. Siamo inoltre convinti che bisogna puntare sempre di più sul terzo settore, sul terziario avanzato, ambiti in cui i nostri giovani soci stanno sviluppando interessanti progetti, e su un’agricoltura che sappia anche essere “sociale”. È su idee di questo genere che può fondarsi il dopo Covid.
Quale sarà il ruolo della Fondazione? La Fondazione è nata all’incirca tre anni fa proprio per assolvere con pienezza alla nostra missione di impegno nel sociale. Da tempo volevamo mettere in piedi un osservatorio economico, coadiuvato a latere da un centro studi, per renderci conto di dove sta andando l’economia del territorio e magari indirizzarla, sostenerla, orientarla verso l’innovazione e l’autoimprenditorialità. Il progetto, promosso dalla nostra Fondazione Cassa Rurale Battipaglia e da Banca Campania Centro, è realizzato in collaborazione con il CELPE - Centro Interdipartimentale di Economia del Lavoro e Politica Economica - dell’Università degli Studi di Salerno e la Fondazione Saccone, e patrocinato da Camera di Commercio di Salerno, Confindustria Salerno, Ordine Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Salerno. C’è bisogno di fare sistema e di irrobustire la cultura di impresa. Di questo ne siamo certi. Nel corso degli anni abbiamo finanziato splendide idee divenute impresa e vogliamo continuare a farlo. È questo il futuro per il nostro territorio, non altri.
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formazione
Formazione: leva per la competitività delle imprese Indagine on line, bandi e opportunità per le imprese a cura di Fondimpresa di Raffaella Venerando
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ike Taurasi, presidente di OBR Campania-Fondimpresa, l’organismo bilaterale regionale per la formazione in Campania, costituito dai maggiori sindacati e dal sistema Confindustria con i suoi imprenditori, per operare come Articolazione Territoriale di Fondimpresa (il maggiore tra i fondi interprofessionali per la formazione dei lavoratori) in questa intervista presenta la rilevazione on line che il Fondo sta realizzando fra le aziende per comprendere dove sta andando e dove può arrivare la formazione aziendale, e le opportunità messe a disposizione dagli avvisi del Fondo per finanziare gli interventi. Che momento stanno attraversando le imprese campane? Il momento è difficile ma allo stesso tempo fervono numerose iniziative formative ed economiche, segno tangibile della volontà di imprenditori e manager di reagire. D’altra parte è proprio nelle difficoltà che nascono le opportunità. Anche questo periodo può diventare quindi terreno fertile per nuove occasioni di crescita, per formare reti di impresa e predisporre nuovi progetti aziendali. É questo il periodo in cui si può e si deve puntare ad accrescere le competenze per restare competitivi, adeguarsi
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ai cambiamenti, operare con nuove modalità di gestione del tempo, organizzazione aziendale, produzione e relazioni. Fondimpresa offre alle aziende aderenti tante opportunità per fare formazione e utilizzare al meglio le risorse del Fondo, sia attraverso il Conto Formazione Ordinario, il Contributo Aggiuntivo, ma anche il Conto di Sistema. In che modo, più in particolare? In questi giorni è stato pubblicato un Avviso di Contributo aggiuntivo 2/2020 per piani interaziendali di Micro e Piccole Imprese che possono richiedere finanziamenti da sommare alle risorse già disponibili sui propri conti aziendali. L’Avviso 2/2019, chiuso il 30 settembre scorso, ha già rappresentato una grande opportunità che in Campania si è concretizzata in oltre 500 Piani con Contributo Aggiuntivo già presentati dalle PMI. Come cogliere a pieno il valore del Contributo aggiuntivo? Per formare il proprio personale le aziende possono sfruttare in tempo utile le risorse del Conto Formazione Ordinario che ha modalità di istruttoria
più rapide. Questo significa predisporsi a presentare prima un Piano formativo Ordinario per poi avvalersi del Contributo Aggiuntivo. Anche prima di aderire a un Piano che punta ai finanziamenti del Conto di sistema è utile presentarne uno con il Conto Formazione Ordinario.
Mike Taurasi presidente OBR Campania - Fondimpresa
In tal modo l’azienda evita che le risorse del conto Aziendale vengano assorbite dagli altri canali di finanziamento del Fondo. Cosa ha predisposto Fondimpresa per supportare le aziende in questo momento critico? Le aziende possono trasformare
la formazione d'aula in teleforgiornamenti costanti sui canali assicurare il totale anonimato a mazione; possono chiedere di di finanziamento di Fondimprechi risponde e abbiamo ultebloccare le risorse in scadenza, sa e realizza iniziative rivolte riormente affinato l’indagine, evitando lo storno fino al 31 all’utilizzo della piattaforma semplificando le domande. dicembre 2021 in modo da avere FPF di Fondimpresa. Abbiamo Su quali temi si è focalizzata la più tempo per realizzare Piani studiato e valorizzato le aziende formazione aziendale? per la formazione del personache hanno realizzato le miglioL’ultimo rapporto Fondimpresa le. Chi ha optato per il regime ri esperienze formative, per ci dice che hanno avuto priorità, degli Aiuti di Stato su Piani mettere in luce e condividere nell’ordine: la sicurezza sul finanziati con gli Avvisi, inoltre, esperienze concrete di formaziolavoro, lo sviluppo delle abilità potrà passare al de minimis. ne aziendale efficace nei nuovi personali, la gestione aziendale, Queste misure vogliono aiutare scenari. E la nostra struttura le lingue straniere e l'informale aziende ad affrontare la tecnica è a disposizione per tica. Quest’ultima, pur avendo crisi Covid ritrovando la quindi un ruolo di grande competitività e nuove e crescente rilievo, ancomodalità produttive. ra non domina tuttavia «L’ultimo rapporto Altre opportunità? la scena produttiva del Fondimpresa rileva i temi Vi sono varie possibilità nostro Paese, mentre la di partecipare al Conto formazione per l’innoprioritari su cui insistere: tra di Sistema, il cui utilizzo vazione tecnologica si la sicurezza sul lavoro, lo è complementare e non rivela la più efficace in sviluppo delle abilità personali alternativo al Conto termini di crescita delle e le lingue straniere, si fanno Formazione Ordinario, conoscenze. con possibilità, avvalenQuali tendenze emergono largo la gestione aziendale dosi quindi di ambedue i da questo rapporto? e l’informatica» canali di finanziamento. La formazione serve e, Sull’Avviso Competitivisenza tà 1/2020 molti enti di alcun dubbio, molto! Lo formazione qualificati stanno fornire l'assistenza e tutte le dicono anche i dati rilevati. Per raccogliendo le adesioni delle informazioni necessarie. l’87% dei lavoratori intervistati aziende per presentare piani Anche quest’anno Fondimpresa la formazione ha portato caminteraziendali. É ancora attivo sta realizzando una indagine biamenti nel proprio lavoro, dal l’Avviso 3/2019 per le politiche online sul valore della formamiglioramento delle tecniche di attive, cioè formative, nelle zione. Come è organizzata la lavoro a una maggiore autonoaziende che si trovano in aree di rilevazione? mia, passando per la riduzione crisi e in tensioni occupazionali. Il campione statistico nazionale delle attività da svolgere e il E poi c’è l’Avviso a sostegno è composto da 48.143 lavoratori miglioramento delle relazioni dell’innovazione tecnologidi 17.789 aziende. In Campania nell’organizzazione aziendale e ca di prodotto e di processo sono 2.946 i lavoratori e 1.593 le della qualità dei prodotti. 1/2019. Gli avvisi sono disponibili aziende che, dopo aver parteciE oltre il 70% dei lavoratori sul sito di Fondimpresa nella pato alla formazione finanziata ritiene che la formazione abbia sezione canali di finanziamento da Fondimpresa nel 2019, sono impattato sull’organizzazione (al link https://www.fondimpre- state chiamate a rispondere aziendale avvicinando le aziende sa.it/come-funzioniamo/i-canaalle domande del questionario alla lean organization. li-di-finanziamento, ndr). online per migliorare sempre più Cosa può favorire il buon Qual è il contributo dell’OBR il livello di formazione realizimpatto della formazione? Campania? zata nelle imprese. Il metodo I cambiamenti vengono perceL’OBR Campania fornisce agCAWI utilizzato ci consente di piti di più dai lavoratori formati
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che svolgono attività più comdi Fondimpresa (a questo link vare in termini di potenzialità e plesse, oppure nelle aziende di vantaggi, in modo da orientare www.fondimpresa.it/studi-e-repiccole dimensioni. Cresce il diaport/monitoraggio-valutativo, scelte e opportunità di aziende logo del lavoratore formato con e lavoratori. ndr). A questa indagine si il proprio responsabile. I migliori affianca la ricerca sulle buone Quanto c’è sensibilità fra le risultati sono riconducibili a una prassi formative del territorio. aziende su questi temi? formazione che ha una forte Chi rientra nel campione d’indaL'ultimo report regionale, relaticomponente esperienziale, labovo al 2019 e curato dal direttore gine, scusate il gioco di parole, ratoriale e pratica e si risconè già un’azienda “campione” dell’Obr Campania Mario Vitolo, trano nei lavoratori con livelli è disponibile sul nostro sito anche in termini di successo, di inquadramento contrattuale dell’Obr Campania (al link: perché ha capito l’importanza e titoli di studio più elevati, www.obrcampania.it/esperiendella formazione e sa come si perché innescano un processo arriva al miglioramento contize-significative/, ndr). di apprendimento a L'OBR cosa fa per cascata che coinvolge nel valorizzare e promuovere lavoro quotidiano e nella le formazione anche non esperienze aziendali più «La rilevazione sarà aperta formalizzata i dipendenti significative? a tutti i livelli. Oltre ad essere oggetto fino al 31 ottobre e ci aiuterà Cosa si aspetta dalla di studio, sono state a capire come evolve nuova indagine che Fonvalorizzate e condivise la formazione anche in dimpresa sta realizzando? attraverso web-conferapporto ai cambiamenti La rilevazione sarà rence e interventi sulla aperta fino al 31 ottobre stampa e sui mass media indotti dalla crisi Covid» e ci aiuterà a capire regionali e nazionali. come evolve la formaLe iniziative di quest'anzione anche in rapporto no hanno visto protagoai cambiamenti indotti niste aziende come RDR, dalla crisi Covid. É importante Socotec e Sideralba, e nuovi nuo per tutti e in ogni settore. che la Campania dia un forte appuntamenti sono previsti Dove consultare l’ultima indagisegnale indicando verso quale con altre aziende che hanno ne Fondimpresa? direzione va la formazione dei realizzato esperienze formative Il report 2019 e le informazioni lavoratori e dove potrebbe arrieccellenti. sull’indagine CAWI sono sul sito
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norme e società
La conversione del D.L. “semplificazioni”, poche novità e tante occasioni perdute In materia di appalti, per la fase della progettazione un certo aiuto potrà venire dalle novità in tema di Valutazione d’Impatto Ambientale. Nessun intervento sostanziale, invece, sulla fase esecutiva. Svanisce così l’opportunità di fornire strumenti di legge per sbloccare migliaia di opere, ferme, ad esempio per errori progettuali o ancora perché legate a procedimenti penali scissi dalla correttezza del procedimento di gara
Luigi Maria D’Angiolella avvocato | studio D'Angiolella dangiolella@studiolegaledangiolella.it
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ome annunciato, il decreto Semplificazioni (D.L. n. 76/2020) doveva essere la colonna portante di una decisiva riforma di sburocratizzazione e sveltimento della società italiana, favorita, come accade spesso, da avvenimenti straordinari e storici come la pandemia da Covid-19. Sin dai primi annunci, però, si è visto che non era proprio cosi. Il D.L. 70/2020, nonostante le premesse e i testi circolanti in anteprima, presentava subito perplessità per gli operatori, per i troppi temi trattati, e nessuna riforma strutturale. Peraltro, un linguaggio normativo involuto, con richiami ad altre norme e proroghe, lasciavano subito pensare che si trattasse di una occasione perduta, oltre che di un disegno poco chiaro.
Molti hanno offerto il loro contributo, allora, per migliorare la legge in sede di conversione, finanche Associazioni di categoria e Ordini professionali, ma la fretta, e anche la necessità del Governo di imporre il voto di fiducia, non hanno aiutato in questa opera di miglioramento, che sarebbe stata invece necessaria. Ci troviamo qui, dunque, brevemente ad analizzare la legge che ne è venuta fuori. Per quanto ci interessa maggiormente, la legge del 14 settembre 2020 n. 120 di conversione ha confermato quanto già disposto dal D.L. 76 cit. in materia di contratti pubblici ed edilizia, dei procedimenti amministrativi, per il sostegno e la diffusione dell’amministrazione digitale nella PA. Ha poi trattato anche di altro, dal Codice della
strada alla green economy; dalle disposizioni che concernono le Ferrovie dello Stato alla responsabilità erariale davanti alla Corte dei Conti. Una legge dunque piena zeppa di argomenti diversi tra loro ed è questo il primo elemento critico non risolto. Vi è poi un’ulteriore riflessione sul piano generale. Si parla di “Semplificazione”, ma essa è del tutto assente, perché la legislazione è rimasta la stessa e non vi è stata alcuna riduzione dell’ammasso legislativo su questi temi, ma semmai interventi “ad hoc” non sempre chirurgici e spesso slegati dal contesto in cui intervengono. Pare anche questa una lacuna grave perché difficilmente si ritroveranno le medesime condizioni - storiche come dettoper procedere a quelle riforme
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radicali che erano sul tavolo. Vi è poi un paradosso. Sotto l’etichetta della “Semplificazione”, sono introdotti sistemi procedurali complessi, che richiedono una pratica operativa notevole. E dunque si chiede all’apparato burocratico di dar sostanza ad alcune innovazioni che non sono chiare, confidando in capacità che l’Amministrazione talvolta -o spesso- non possiede, specie a livello di enti locali.Quanto ai tanti temi trattati, per motivi di spazio della presente rubrica, si segnalano solo alcune delle misure in materia di contratti pubblici. Tra le modifiche al decreto, si evidenzia la proroga del termine, fino al 31 dicembre 2021 (inizialmente previsto al 31 luglio 2021), di utilizzo di due modalità di affidamento dei contratti pubblici: • l’affidamento diretto per prestazioni di importo inferiore a 150.000 euro e per servizi e forniture, ivi compresi i servizi di ingegneria e architettura e l’attività di progettazione, di importo inferiore a 75.000 euro; • la procedura negoziata, senza bando, previa consultazione di un numero di operatori variabile sulla base dell’importo complessivo, per tutte le prestazioni di importo pari o superiore a 150.000 euro e inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria. Intanto, si tratta di misure parziali (solo per certi importi e per taluni sistemi di aggiudicazione) e temporanee, legate all’emergenza pandemica. Ciò porterà ad avere regimi e
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scadenze diverse, con inevitabili problemi applicativi delle fasi intertemporali. Nulla o poco si dice, poi, della fase della progettazione e soprattutto di quella esecutiva degli appalti che sono, da sempre, il vero blocco dell’opera pubblica.Se per la fase della progettazione un certo aiuto di semplificazione potrà venire dalle novità in tema di VIA (Valutazione d’Impatto Ambientale), sulla fase esecutiva non si interviene se non marginalmente. E così si perde l’occasione per fornire strumenti di legge per sbloccare migliaia di opere, ferme, ad esempio per errori progettuali o ancora perché legate a procedimenti penali scissi dalla correttezza del procedimento di gara.La normativa prevede inoltre, fino al 31 dicembre 2021, la obbligatoria costituzione presso ogni stazione appaltante di un cosiddetto “Collegio consultivo tecnico”, per i lavori relativi ad opere pubbliche pari o superiore alle soglie di rilevanza europea. Il Collegio ha funzioni in materia di sospensione dell'esecuzione dell'opera pubblica e di assistenza per la rapida risoluzione delle controversie o delle dispute tecniche che possono insorgere nel corso dell'esecuzione. Questa è una delle disposizioni a mio avviso più discutibili. É chiaro l’intento di allentare la presa sull’apparato burocratico, attraverso consulenze esterne per sciogliere i nodi più intricati. Di fatto però si introduce una forma nuova e anomala di “arbitrato” nelle opere pubbliche, forma di definizione delle controversie tra stazione appaltante e
impresa che era stata eliminata per i costi maggiori che crea e, inutile nasconderlo, episodi di corruzione.É bene precisare che non si parla espressamente di arbitrato, né di forme processuali arbitrali, ma di fatto un Collegio che definisce le controversie ha un indubbio connotato giurisdizionale e solleva anche qualche perplessità sul piano della correttezza costituzionale, almeno su quello del contraddittorio e della terzietà. É previsto, poi, che la proroga della validità dei DURC in scadenza tra il 31 gennaio 2020 e il 31 luglio 2020, non sia applicabile quando sia richiesto di produrre il DURC - oppure di dichiararne il possesso o comunque quando sia necessario indicare, dichiarare o autocertificare la regolarità contributiva - ai fini della selezione del contraente o per la stipulazione del contratto relativamente a lavori, servizi o forniture previsti o in qualunque modo disciplinati dal decreto Semplificazioni. Anche in questo caso si tratta di norme frammentarie, non a regime, e si perde l’occasione di riformare l’istituto. Argomento questo delle regolarità fiscali e contributive che crea non solo una grande mole di contenziosi, ma che in molti casi è una ingiustizia, con imprese espulse per debiti erariali irrisori. Si lascia ancora alla giurisprudenza, con i suoi limiti oggettivi, di districare leggi frammentate e diverse e non sempre con orientamenti univoci. Insomma, il quadro non appare affatto né migliorato, né tantomeno “semplificato”.
norme e società
Il contratto di rete tra imprese Possono essere estremamente diverse le configurazioni possibili, in virtù delle quali cambiano anche i gradi di collaborazione interaziendale, ma tutte spingono verso l’efficientamento del sistema produttivo
Maurizio Galardo Avvocato Cassazionista e Dottore di ricerca in diritto commerciale Studio Legale Galardo & Venturiello mgalardo@galardoventuriello.it
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on il contratto di rete due o più imprese si obbligano a esercitare in comune una o più attività economiche rientranti nei rispettivi oggetti sociali allo scopo di accrescere la reciproca capacità innovativa e la competitività sul mercato.Possono essere parti del contratto solo quanti rivestono la qualità di imprenditore ai sensi dell’art. 2082 cod. civ., in forma sia individuale, sia collettiva, tenuti all’iscrizione nel Registro delle imprese. La disciplina del contratto di rete è stata introdotta dall’art. 3 co. 4-ter del d.m. 9.4.2009 n. 33 (come convertito dalla l. 10.2.2009 n. 5). Successivamente è intervenuta un’ulteriore modifica, ad opera dell’art. 1 l. 23.7.2009 n. 99; la disciplina è stata nuovamente modificata dall’art. 42 c. 2 -bis e 2 ter d.l. 31/5/2010 n. 78 (come convertito dalla l. 30.7.2010 n. 122. Ulteriori modifiche
sono state introdotte dall’art. 45 d.l. 22.6.2012 n. 83 convertito dalla l. 134/2012 e dal d.l.18.10.2012 n. 179 convertito dalla l.221/2012 e infine dall’art. 17 della l. 28.7.2016 n. 154.In vista dell’obiettivo, gli imprenditori aderenti alla rete si obbligano, sulla base di un programma comune, a collaborare in forme e ambiti predeterminati attinenti all’esercizio delle proprie imprese, ovvero a scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica ovvero ancora ad esercitare in comune una o più attività rientranti nell’oggetto della propria impresa. Il contratto può anche prevedere l’istituzione di un fondo patrimoniale e di un organo comune incaricato di gestire in nome e per conto dei partecipanti l’esecuzione del contratto o di singole parti di esso. La struttura del contratto è estremamente elastica e consente
di plasmare reti che prevedono una diversa intensità nei rapporti di collaborazione tra imprese; sotto tale profilo è stata ad esempio delineata una distinzione tra: i) reti c.d. leggere , il cui nucleo essenziale è costituito dallo scambio di informazioni e/o prestazioni tra le imprese aderenti; ii) reti c.d. ad aggregazione intermedia, con le quali si dà vita ad una vera e propria forma di collaborazione; iii) reti c.d. pesanti, che evidenziano un livello di collaborazione molto strutturato al fine di favorire l’esercizio in comune delle attività economiche oggetto del programma di rete.La classificazione più rilevante, per le differenze che ne discendono sotto il profilo della disciplina, è quella tra “Reti Contratto” e “Reti Soggetto”. La “Rete Contratto” è priva di autonoma soggettività giuridica e tributaria e il rapporto esistente tra le imprese aderenti e
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l’eventuale Organo Comune (ove previsto) è riconducibile alla figura del mandato con rappresentanza e l’eventuale fondo comune rappresenta una peculiare ipotesi di patrimonio destinato all’esercizio dell’impresa collettiva; la rete contratto per potersi costituire dev’essere iscritta (con effetti di pubblicità dichiarativa) nella sezione del Registro imprese presso cui è iscritto ciascun partecipante, l’efficacia del contratto inizia a decorrere da quando è stata eseguita l’ultima delle iscrizioni prescritte a carico degli originari sottoscrittori (art. 4-quater d. 10/2/2009 n. 5) . La “Rete Soggetto” è invece caratterizzata da una prevalenza del profilo organizzativo su quello negoziale, è prevista infatti la possibilità di far assumere soggettività giuridica e tributaria alla rete mediante iscrizione nella sezione ordinaria del Registro delle imprese (art. 3 comma 4-quater d.l. 10/2/2009 n. 5) con effetti di pubblicità costitutiva.Un ulteriore elemento che può concorrere a differenziare i contratti di rete è la posizione assunta dalle imprese partecipanti; in tale prospettiva si potranno avere: i) reti orizzontali, in cui i vari partecipanti rivestono una posizione sostanzialmente paritetica sia sotto il profilo organizzativo che gestionale, oppure ii) reti verticali, in cui emerge la leadership di una o più imprese aderenti o in cui i diversi partecipanti rivestono ruoli diversi a seconda del rispettivo contributo apportato alla realizzazione del programma di rete. Si tratta dunque di un contratto che può assumere configurazioni estremamente diverse ricomprendendo fenomeni e gradi di
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collaborazione interaziendale molto diversi tra loro. La legge distingue contenuti obbligatori e contenuti facoltativi del contratto di rete. Contenuti obbligatori, in mancanza dei quali il contratto è nullo, sono: i) le generalità degli imprenditori aderenti (almeno due); ii) l’indicazione degli obiettivi strategici e di innalzamento della capacità competitiva sul mercato; iii) l’individuazione delle modalità che devono essere concordate tra le parti per la misurazione dell’avanzamento, individuale e collettivo verso gli obiettivi strategici; iv) la descrizione del programma di rete che contiene l’enunciazione delle attività e delle relative modalità per conseguire gli obiettivi del contratto; v) la durata del contratto; vi) le modalità di adesione di altri imprenditori; lo stesso si configura infatti come contratto “aperto” che prevede quindi l’adesione di ulteriori imprenditori in data successiva alla sua stipulazione; vii) le regole per l’assunzione delle decisioni dei partecipanti su ogni materia o aspetto di interesse comune che non rientri nei poteri dell’Organo Comune.Elementi facoltativi del contratto sono invece: i) l’istituzione di un fondo patrimoniale comune, del quale deve essere indicata la misura e i criteri di valutazione dei conferimenti iniziali e degli eventuali contributi successivi che ciascun partecipante si obbliga a versare al fondo, nonché le regole di gestione del fondo medesimo; ii) la creazione di un organo comune, in relazione al quale il contratto deve precisare il nome, la ditta, la ragione o la denominazione sociale del soggetto o dei soggetti
prescelti per svolgere l’ufficio di organo comune per l’esecuzione del contratto o di una o più parti o fasi di questo, i poteri di gestione e di rappresentanza conferiti a tale soggetto come mandatario comune nonché le regole relative alla sua eventuale sostituzione durante la vigenza del contratto; iii) ove previste le clausole facoltative di recesso anticipato dalla rete e le condizioni di esercizio del relativo diritto; iv) ove il contratto preveda la modificabilità a maggioranza del programma di rete, le regole relative alla modalità di assunzione delle decisioni di modifica del programma medesimo.Nell’ipotesi in cui la rete sia dotata di un fondo patrimoniale e di un organo comune si verifica una limitazione di responsabilità patrimoniale in relazione alle obbligazioni assunte per l’esecuzione dell’attività di rete. Trovano infatti applicazione nei rapporti con i terzi gli artt. 2614 e 2615 cod. civ. in materia di consorzi con attività esterna per cui: i) i partecipanti non possono dividere il patrimonio comune finché dura la rete; ii) i creditori delle singole imprese aderenti non possono aggredire il patrimonio comune della rete; iii) per le obbligazioni assunte per conto dei singoli partecipanti rispondono solidalmente il fondo comune della rete e quello del partecipante interessato; iv) per le obbligazioni contratte dall’Organo Comune in attuazione del Programma di rete i terzi possono far valere i loro diritti esclusivamente sul fondo medesimo. Vi è inoltre una specifica disciplina in tema di incentivi per i contratti di rete funzionale a rendere complessivamente più efficiente il sistema produttivo.
norme e società
Aggiornata la procedura dell’Arbitro Bancario Finanziario In vigore dal 1° ottobre 2020 le nuove regole
Marco Marinaro avvocato cassazionista docente di Giustizia sostenibile e ADR - Luiss, Roma giudice ausiliario della Corte di Appello di Napoli mmarinaro@luiss.it
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opo un lungo e complesso iter durato oltre due anni, la Banca d’Italia il 12 agosto 2020 ha approvato la revisione delle norme per l’Arbitro bancario finanziario (“Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari”). La nuova disciplina adottata non segue la tecnica della novellazione, ma sostituisce integralmente quella precedente ed è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 215 del 29 agosto 2020. Le nuove norme sono applicabili dal 1° ottobre 2020 e intervengono in maniera articolata sulla normativa vigente realizzando il nuovo percorso dell’Abf a distanza di undici anni dall’avvio della sua attività. Un sistema ADR (Alternative Dispute Resolution) di successo tanto da essere diventato un modello di riferimento, essendo stato già
replicato dalla Consob per l’Arbitro delle controversie finanziarie ed essendo anche in fase di adozione da parte dell’Ivass per l’Arbitro delle controversie assicurative. L’aggiornamento delle disposizioni regolamentari Abf - attuata dopo la modifica della Delibera CICR 275/2008 con decreto d’urgenza del Ministro dell’economia e delle finanze Presidente del CICR, n. 127 del 10 luglio 2020 - giunge all’esito della consultazione pubblica (iniziata il 28 dicembre 2018 e conclusa il 26 febbraio 2019) e nasce dall’esigenza di realizzare l’allineamento con le previsioni della Direttiva “ADR per i consumatori” (2013/11/UE) e del d.lgs. n. 130/2015 di recepimento, ma anche «al fine di accrescere l’efficienza e la funzionalità del sistema, con l’obiettivo di ridurre i tempi di risposta alla clientela e di migliorare l’organizzazione del lavoro dei Collegi». Sulla base di una accurata
analisi di impatto, le nuove regole - avuto riguardo alle modifiche di interesse diretto per gli utenti del servizio - incidono principalmente su alcuni aspetti procedurali anche in una prospettiva di adeguamento (a volte soltanto lessicale) ai consolidati orientamenti dei Collegi e alle nuove esigenze emerse dall’ampia esperienza maturata. In primo luogo, occorre segnalare che il termine entro il quale la banca potrà dare riscontro al reclamo (che nel procedimento Abf costituisce una vera e propria condizione di procedibilità della domanda da proporre all’Arbitro) diviene di 60 giorni e si applicherà ai reclami presentati dopo il 1° ottobre 2020 (in precedenza era di 30 giorni). Per quanto riguarda poi la competenza per valore dell’Abf, il limite viene raddoppiato passando da 100mila a 200mila euro, per cui se la richiesta del ricorrente ha ad
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oggetto la corresponsione di una somma di denaro, la controversia rientra nella cognizione dell’Arbitro a condizione che l’importo richiesto non sia superiore a 200mila euro. Viene modificata anche la competenza temporale, infatti, il nuovo limite prevede che non possono essere sottoposte all’Abf liti relative ad operazioni o comportamenti anteriori al sesto anno precedente alla data di proposizione del ricorso. Occorre precisare tuttavia che tale nuovo limite si applicherà soltanto dal 1° ottobre 2022. Per cui fino a tale data, potranno continuare ad essere sottoposte all’Arbitro le controversie relative ad operazioni o comportamenti non anteriori al 1° gennaio 2009 (ossia al limite di competenza temporale già vigente). Con riguardo alla sequenza degli atti della procedura, viene disciplinata la fase delle repliche del ricorrente e delle controrepliche della banca (che seguono alla fase introduttiva del ricorso e delle controdeduzioni) e viene anche fissata la durata massima del procedimento in 90 giorni, che decorre dalla data in cui il fascicolo della procedura si considera completo. La più rilevante innovazione riguarda infine i poteri che sono stati attributi ai presidenti dei Collegi Abf nei casi in cui «sulla questione oggetto del ricorso esista un consolidato orientamento dei Collegi, che comporti l’accoglimento della domanda». In tali ipotesi, il presidente, se non sottopone la controversia al Collegio, può decidere il ricorso (se l’orientamento comporta l’accoglimento integrale della domanda), e la banca, entro il termine perentorio di 30 giorni, può chiedere che la questione venga
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rimessa al Collegio, specificando le ragioni per le quali non condivide la decisione monocratica. Ma il presidente può anche proporre alle parti una soluzione anticipata della lite su base concordata (se l’orientamento comporta l’accoglimento non integrale della domanda); in tali ipotesi, entro il termine perentorio di 30 giorni, le parti rendono note le loro determinazioni e in caso di mancata adesione alla soluzione proposta o in assenza di comunicazioni delle parti entro questo termine, la trattazione del ricorso prosegue davanti al Collegio per la decisione, mentre qualora le parti aderiscano alla soluzione
proposta dal presidente, ne segue la declaratoria della cessazione della materia del contendere. L’aggiornamento della nuova disciplina mira a consolidare e rafforzare il sistema Abf considerato che nel settore bancario e finanziario la concorrenza non è tanto efficiente da indirizzare le condotte degli intermediari; per cui i sistemi Adr (e quindi Abf, ma anche la mediazione nella prospettiva delle Direttive UE n. 52/2008 e n. 11/2013) svolgono un ruolo fondamentale in quanto accompagnano verso le best practices consentendo altresì di perseguire i più elevati standards di correttezza e trasparenza.
fisco
Responsabilità delle imprese nei reati tributari: un tema da affrontare subito Le aziende devono adoperarsi al più presto per scongiurare il rischio di incorrere, in perfetta buona fede, in tali gravi fattispecie per superficialità, mancanza di controllo o insufficiente informazione
Marco Fiorentino dottore commercialista / revisore legale dei Conti marcofiorentino@fiorentinoassociati.it
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invece, l’esonero presuppone la ottenibile, con riferimento agli a responsabilità amminiprova che il fatto non sia dipeso apicali, laddove si dimostri che strativa colpisce le imprese l’impresa ha adottato e attuato dal mancato adempimento agli coinvolte in una casistica un modello di organizzazione, obblighi di direzione e vigilanza tassativa di reati, commessi da parte degli apicali. In questo gestione, vigilanza e controlnell’interesse delle stesse, da coacervo di adempimenti e lo, idoneo a prevenire i reati persone fisiche con funzioni di previsti dalla normativa. Tale regole generali, vengono a rappresentanza, amministrainserirsi l’articolo 39 zione o direzione (gli comma 2 del DL 124/2019 “apicali”) oppure da e l’articolo 5 del DLGS soggetti sottoposti alla «Con riferimento ai sottoposti, 75/2020, che hanno amdirezione o vigilanza del’esonero presuppone la prova pliato i reati che possono gli apicali, laddove non determinare la responabbiano agito nell’inteche il fatto non sia dipeso sabilità amministrativa resse proprio o di terzi (i dal mancato adempimento delle imprese, come “sottoposti”). La prova agli obblighi di direzione disciplinata dal D.Lgs. della commissione del e vigilanza da parte 231/2001, estendendoli reato è genericamente anche a quelli di natura rappresentata dall’idendegli apicali» tributaria. tificazione di un deficit Il nuovo art.25quinquieorganizzativo dell’imsdecies del D.Lgs. 231, presa, rispetto ad un pertanto, “punisce” le imprese principio di manleva, ovviamenmodello di diligenza “standard”, te, va poi declinato attraverso nel caso di commissione di alcuche si presume debba sussistere ni gravi reati tributari quali: in ogni impresa adeguatamenuna serie di attività e di presidi 1. dichiarazione fraudolenta te strutturata. Nel concreto, abbastanza tipici e consolidati. conseguente a operazioni Con riferimento ai sottoposti, l’esonero da responsabilità è
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inesistenti mediante l’utiper scongiurare il rischio di a escludere la responsabilità lizzo di documenti o fatture incorrere, in perfetta buona dell’impresa nel caso di reato false; fede, in tali gravi fattispecie commesso da sottoposti, tut2. dichiarazione fraudolenta per superficialità, mancanza di tavia se tale reato è commesso mediante altri artifici; controllo o insufficiente inforda un apicale, occorre dimo3. emissione di fatture false; mazione. La dimostrazione della strare anche che l’autore abbia 4. dichiarazione infedele, estraneità dell’impresa al reato deliberatamente assunto una indebita compensazione ha come presupposto essenziale condotta fraudolenta elusiva od omessa presentazione l’aggiornamento dei modelli delle prescrizioni del suddetto asservite a operazioni organizzativi, che si realizza modello. La Guardia di Finanza transfrontaliere fraudoattraverso l’adozione di sistemi con circolare 0216816/2020 del lente, con IVA evasa pari di gestione del rischio fiscale 1° settembre 2020 ha chiario superiore a 10milioni di adeguati. Essi devono avere il to, in via semplificatoria, che euro; possono essere utiliz5. occultamento e zate allo scopo anche le «La dimostrazione della distruzione delle procedure di cui al “Tax scritture contabili, Control Framework”, estraneità dell’impresa sottrazione fraudoal reato ha come presupposto sebbene esse da un punlenta al pagamento to di vista di processo, essenziale l’aggiornamento delle imposte. non siano perfettamente dei modelli organizzativi, Le sanzioni ai fini del sovrapponibili alle norme D.Lgs. 231, che vanno a del D.Lgs. 231. Con rifeche si realizza attraverso sommarsi ovviamente a rimento invece al tema l’adozione di sistemi quelle canoniche previste generale delle confische di gestione del rischio dal D.Lgs. 74/2000, cone dei sequestri - laddove sistono nel pagamento in non si tratti di casi di fiscale adeguati» denaro di “quote” (500 o programmi criminosi 400 a seconda dei casi) strutturali o commessi in e nelle più invasive sanzioni necessario taglio specifico, in ambito di fenomeni di criminainterdittive sulle attività di base alla tipologia di attività lità organizzata - ai fini di atteimpresa (divieto di contrarre svolta e prevedere procedure nuarne il rischio di applicabilità, con la PA, esclusione o revoca di molto precise e dettagliate, con occorre dimostrare che il fatto ogni forma di sussidio pubblico, riferimento, ad esempio, alle penalmente rilevante occorso, divieto di pubblicizzare beni e operazioni di acquisto e vendita sia del tutto episodico o occaservizi). Senza dimenticare la di beni e servizi, alle operazioni sionale, produttivo di modesto sanzione della confisca, anche estere o con parti correlate e a arricchimento e commesso per equivalente, del profitto da quelle di maggiore significatifuori dalle logiche di un modello reato (con conseguente applicavità. Queste procedure devono organizzato (così anche la Corte bilità del sequestro preventivo essere anche inserite strutturalCost. 33/2018). In conclusione, e del prelievo diretto sui conti mente nel sistema di governo il consiglio che viene naturale correnti). Insomma, tutte cose aziendale e di controllo interno, dare alle imprese, soprattutto che possono effettivamente effettivamente attuate e il loro nel nostro Paese dove l’evasione pregiudicare il normale andageneralizzato rispetto deve esha spesso natura interpretativa, mento di un’impresa. È evidente sere costantemente monitorato è di non preoccuparsi di quanto pertanto che, nel presupposto dagli organi all’uopo nominati. possa costare un sistema di ineludibile di un contesto Si precisa che l’adozione del gestione di rischio, ma di interimprenditoriale sano, le imprese modello organizzativo sul rivenire a risolvere il tema. E in devono adoperarsi al più presto schio fiscale è senz’altro idoneo tempi rapidi.
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fisco
Mezzogiorno, bis di interventi dell’Agenzia delle Entrate Cumulabili i due incentivi per investimenti al Sud e credito di imposta per l’acquisto di beni strumentali
Alessandro Sacrestano management consultant Sagit&Associati srl amministratore unico Assindustria Salerno Service srl asacrestano@studiosagit.it
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dei beni che, invece, sono nuovi tale caratteristica intrinseca alla is di interventi dell’Agenzia di fabbrica e mai utilizzati dalla natura stessa del contratto di delle Entrate sul credito sale and lease back. Fatta tale stessa a scopo produttivo, se d’imposta per l’acquisto premessa, l’impresa si è posta il non limitatamente alle operadi beni strumentali nel Mezzozioni di collaudo necessarie e dubbio se tale particolarità pogiorno. propedeutiche alla vendita a tesse essere ostativa alla libera Con la risposta ad Interpello n. fruizione del credito d’imposta, favore della società di leasing. 404/2020, il Fisco ha chiarito Pertanto, la classifiche il bonus per il Mezzocazione dei beni non giorno (articolo 1, commi dovrebbe modificare la da 98 a 108, della l.n. «La classificazione dei beni natura del contratto che, 208/2015) è liberamente esattamente come il fruibile anche in ipotesi di non dovrebbe modificare leasing finanziario, ha la contratti di sale and lease la natura del contratto che, sola finalità di finanziare back. Nell’Interpello, l’imesattamente come il leasing l’acquisto dei medesimi presa istante chiarisce di finanziario, ha la sola finalità beni. aver acquisito dei beni L’Agenzia delle Entrate strumentali nuovi che, di finanziare l’acquisto concorda con la soluzione successivamente al coldei medesimi beni» interpretativa dell’istanlaudo, sono stati oggetto te, riconoscendo di aver di un contratto di sale adottato un’analoga and lease back. Detto posizione nella circolare contratto, sottolinea n. 44/E/19 in materia di detassal’istante, riporta ovviamente che considerato che il termine “Bene zione degli investimenti in macUsato” potrebbe essere fuorvianlo stato dei beni è individuato te rispetto alla reale condizione chinari (cd. Tremonti-ter), dove come “Bene Usato”, essendo
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il Fisco ammette che «l’agevolalegge 11 dicembre 2016, n. 232). vestimenti. La questione, quindi, zione spetta anche nell’ipotesi L’impresa istante evidenzia di è affrontata dall’Agenzia delle in cui il bene oggetto dell’inveaver realizzato, in particolare, Entrate in senso favorevole alla stimento, per il quale si fruisca un investimento che integra cumulabilità dei due incentivi. dell’agevolazione, formi oggetto entrambi i presupposti oggettivi Il Fisco ricorda, nel dettaglio, di un successivo contratto di delle leggi di agevolazione in che entrambe le discipline di sale and lease back». argomento. agevolazione sono accumunate Sulla stessa lunghezza d’onda, Al riguardo, quindi, sottolinea da un’unica previsione in ordine nella circolare n. 4/E/17, in tema che l’articolo 1, comma 192, della alla fruizione congiunta con di super e iper-ammortamenlegge di Bilancio 2020 prescrive altre misure di aiuto. to, l’Agenzia ha ribadito che che il bonus da questa discipliTale previsione è sostanziata l’agevolazione non viene meno nato - finalizzato a supportare nella necessità, vigente per tutti nell’ipotesi in cui il bene oggetto e incentivare le imprese che e due i bonus, che l’eventuale dell'investimento formi cumulo di più benefici successivamente oggetto non porti a godere di di un contratto di sale un incentivo netto che and lease back. Pertanto, sia superiore al costo «L’Agenzia ha ribadito che conclude l’amministrasopportato dall’impresa l’agevolazione non viene zione finanziaria, non per acquisire il bene meno nell’ipotesi in cui il bene strumentale. può dirsi nulla di diverso oggetto dell'investimento anche nel caso del bonus Alla luce di ciò, l’Agenzia Mezzogiorno, che spetritiene che, in relazione ai formi successivamente terà al primo acquirenmedesimi investimenti, oggetto di un contratto di sale sia possibile cumulare i te, a nulla rilevando il and lease back» sopravvenuto contratto due benefici, a condiziodi sale and lease back. ne che tale cumulo non In tale caso, invero, la porti al superamento cessione del bene non del costo sostenuto per pregiudica in nessun modo la investono in beni strumentali l’investimento. permanenza dell’investimento nuovi, materiali e immateriali, Anzi, ricorda l’amministrazione, presso l’impresa utilizzatrice. funzionali alla trasformazione segnatamente al bonus investiOvviamente, aggiunge il Fisco, tecnologica e digitale dei procesmenti nel Mezzogiorno, seppur quanto sopra è confermato si produttivi destinati a strutture nella formulazione vigente fino nella sola ipotesi che il requisito produttive ubicate nel territorio al 28 febbraio 2017, la circolare della novità del bene, necessario dello Stato - è cumulabile con n. 34/E del 3 agosto 2016, aveva per beneficiare del credito di altre agevolazioni che abbiano già precisato che lo stesso è imposta, sussista almeno in sede ad oggetto i medesimi costi, cumulabile con la maggioraziodi primo acquisto. a condizione che tale cumulo ne del 40 per cento del costo di Con la risposta all’Interpello n. non porti al superamento del acquisizione degli investimenti 360/2020, invece, l’Amministracosto sostenuto per l’investiin beni materiali strumentali zione Finanziaria ha stabilito che mento stesso. Su altro fronte, la nuovi, prevista dall’articolo 1, sono cumulabili il bonus invedisciplina del credito d’imposta commi da 91 a 94, della legge stimenti nel Mezzogiorno (l.n. per gli investimenti nel Mezzo28 dicembre 2015, n. 208 (cd. 208/2015) e il credito d’imposta giorno non pone un limite alla super-ammortamento), misura fissato dalla legge di Bilancio sua cumulabilità, e questo tanto del tutto analoga al credito di 2020 per gli investimenti in beni con gli aiuti di Stato de minimis imposta per investimenti in beni strumentali materiali tecnoloche con altri aiuti di Stato che strumentali previsto dalla legge gicamente avanzati (allegato A, abbiano ad oggetto gli stessi indi Bilancio 2020.
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Incentivi alla patrimonializzazione delle Pmi Disponibili due strumenti: uno gestito da Invitalia e l’altro dall’Agenzia delle Entrate con il meccanismo del credito d’imposta
Giuseppe Arleo dottore commercialista giuseppearleo@libero.it
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na delle grandi conseguenze della pandemia Covid-19 è il fatto di aver scoperto quanto le imprese italiane siano poco patrimonializzate. A tal fine, la manovra del Governo ha inteso fornire due strumenti, uno gestito tramite Invitalia, e l’altro dall’Agenzia delle Entrate con il meccanismo del credito d’imposta. L’autorizzazione della Commissione Europea nell’ambito del “Quadro temporaneo per le misure di Aiuto di Stato a sostegno dell’economia e dell’attuale emergenza Covid-19” ha di fatto istituito il Fondo Patrimonio Pmi dando la possibilità alle imprese, entro dicembre 2020, di sottoscrivere obbligazioni, o titoli di debito, emessi da imprese con ricavi superiori a 10 milioni di euro e che abbiano effettuato un aumento di capitale non inferiore a 250mila euro.La dotazione presente di 4 miliardi di euro permette una gestione nel tempo dell’incentivo evitando la procedura del click day, sebbene Invitalia, cui è affidata anche la rendicontazione della misura, abbia già indicato che la valutazione delle richieste avvenga
seguendo l’ordine cronologico di arrivo con una tempistica di valutazione entro dieci giorni dall’arrivo delle domande e conseguente erogazione, fatte salve richieste di integrazione, entro venti giorni, rendendo l’incentivo estremamente rapido e incisivo. Come detto, quindi, l’incentivo tecnicamente è destinato alle imprese che abbiano le seguenti caratteristiche: fatturato tra i 10 e i 50 milioni di euro, numero di dipendenti inferiore a 250 unità, rimborso entro il sesto anno dalla sottoscrizione, valore nominale del titolo non inferiore a 10mila euro, tasso agevolato a partire da 1,75% del primo anno e interessi corrisposti in maniera annuale. Nel caso in cui l’azienda abbia ottenuto altri aiuti il prestito ottenibile non potrà superare il maggior valore tra il 25% del fatturato dell’anno 2019 e il doppio del costo del personale del medesimo anno. L’incentivo deve essere destinato al finanziamento dei costi del personale, spese inerenti il capitale circolante come materie prime, locazioni, scorte, semilavorati, utenze, promozione, comunicazione e altro. In regime di de minimis,
poi, è presente una premialità pari alla riduzione del 5% del valore da rimborsare mantenendo il livello occupazionale presente al 31 dicembre 2019 e se si investe almeno il 30% del valore dei titoli in tutela ambientale e in tecnologia secondo i parametri di Industria 4.0. Oltre la misura gestita da Invitalia è di notevole importanza l’incentivo all’aumento di capitale sociale tramite la procedura di credito d’imposta attuata dall’Agenzia delle Entrate per quanti apportano versamenti liquidi e per le società beneficiarie. Le imprese che apportano capitali liquidi avranno un credito d’imposta pari al 20% capiente fino a 2 milioni di euro e destinato a coloro che nei mesi di marzo-aprile 2020 hanno avuto una riduzione del fatturato del 33%. Le società beneficiarie invece possono usufruire solo in compensazione del credito d’imposta nella misura del 50% delle perdite eccedenti il 10% del patrimonio netto fino ad un massimo di 800mila euro ridotto a 120mila per le imprese operanti nel settore pesca o 100mila per quelle agricole. Ottobre | Novembre 2020
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Lavoro agile nella PA, cosa è e cosa prevede il POLA Le amministrazioni dovranno dotarsi entro il 31 gennaio di ciascun anno di un piano che definisca le misure organizzative, i requisiti tecnologici, i percorsi formativi del personale, anche dirigenziale, e gli strumenti di rilevazione e di verifica periodica dei risultati conseguiti
Paolo Ambron avvocato giuslavorista info@studiolegaleambron.it
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on il decreto n. 34 del maggio 2020 convertito con legge n. 77 del luglio 2020, cosiddetto“Rilancio”, sono state introdotte alcune novità nell’ambito del lavoro agile con particolare riferimento alla Pubblica Amministrazione. Infatti, con l’art. 263 comma 1, dal 15 settembre 2020 cessa di avere effetto per la PA la limitazione della presenza del personale negli uffici per assicurare esclusivamente le attività ritenute indifferibili e che richiedono necessariamente la presenza sul luogo di lavoro, prevista dall’art. 87 comma 1 lett. a) d.l. n.18/2020. Le P.A. devono adeguare la operatività di tutti gli uffici alle esigenze dei cittadini e delle imprese connesse al graduale riavvio delle attività produttive e commerciali per assicurare la continuità dell’azione amministrativa e la conclusione dei procedimenti. Al contempo, fino al 31 dicembre 2020, le Amministrazioni dovranno organizzare il lavoro dei dipendenti ed erogare servizi tramite la flessibilità, rivisitando l’articolazione giornaliera e settimanale, mantenendo in smart working il 50% dei dipendenti
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impiegati nelle attività che possono essere svolte in modalità agile. Queste dovranno essere ben individuate dalle singole Amministrazioni in considerazione della variabilità di vari elementi che dovranno essere presi in considerazione. Inoltre, il comma 4 bis dell’art. 263 del Decreto Rilancio prevede la costituzione del Piano Organizzativo del Lavoro Agile, cosiddetto POLA, di cui le Amministrazioni dovranno dotarsi entro il 31 gennaio di ciascun anno. Il POLA individuerà le modalità attuative del lavoro agile, prevedendo la possibilità per almeno il 60% dei dipendenti pubblici di avvalersene, con la garanzia di non subire alcun tipo di penalizzazione anche ai fini della progressione di carriera. Il Piano Organizzativo dovrà, quindi, definire le misure organizzative, i requisiti tecnologici, i percorsi formativi del personale, anche dirigenziale, e gli strumenti di rilevazione e di verifica periodica dei risultati conseguiti, anche in termini di miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza dell’azione amministrativa, della digitalizzazione dei processi,
nonché della qualità dei servizi erogati. Nel caso invece, le Amministrazioni non adottino il POLA, il lavoro agile dovrà essere applicato ad almeno il 30% dei dipendenti, qualora lo richiedano. L’obiettivo, quindi, sembra essere la riduzione del numero dei dipendenti pubblici negli uffici con la tendenza verso un sistema più snello e produttivo tramite modalità flessibili di lavoro in termini di tempo e di spazio. Infatti, rispetto alla direttiva n. 2 del 2017, che prevedeva l’adozione di misure per consentire, entro tre anni dall’emanazione, ad almeno il 10% dei dipendenti, qualora dagli stessi richiesto, lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile, con il Decreto Rilancio si assiste ad una triplicazione del numero dei dipendenti che avranno la possibilità di ricorrere allo smart working. Pertanto, con esso, lo smart working sembra apparire anche in prospettiva come una possibile modalità ordinaria di svolgimento dell’attività lavorativa e potrebbe, in un futuro non lontano, diventare anche la normale forma di lavoro.
Diversity management, acceleratore di benessere per l'impresa L’ascolto attivo dei lavoratori, il riconoscimento e la sensibilità di ciascun individuo sono driver primari del business di Raffaella Venerando
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l 6 ottobre l’Università Europea di Roma ha organizzato un convegno per fare luce sulle insicurezze e sul disagio nella realtà del new normal, l’impatto che avuto il lockdown in azienda e gli strumenti che grandi gruppi corporate hanno adottato per fronte alle difficoltà e fragilità di un nuovo lavoro. Ne parliamo qui con Gabriele Giorgi, psicologo e professore Associato di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni dell'Università Europea di Roma. Perché è importante formare le aziende sui temi del disability e diversity management ai tempi del Covid-19? Il cigno nero del coronavirus, come previsto, ha eroso l’economia globale con un riverbero negativo sul business aziendale e sulla salute psicologica dei lavoratori, costringendo alla ricerca di nuove strategie. Tra le molteplici soluzioni proposte, la ricerca guarda con speranza ai processi detti di “diversity e disability management” e/o di inclusione. Il concetto di "luogo di lavoro inclusivo" si riferisce a un'organizzazione del lavoro che non solo accetta e utilizza la diversità ma ne fa della propria forza un lavoro. In questo
delicato periodo storico ciò che viene richiesto è quindi una maggiore e accurata considerazione di determinate categorie di lavoratori che spesso vengono messe “in secondo piano”. Le aziende in un momento di crisi profonda come quello di oggi, in cui tutti si sentono un po’ “in secondo piano”, devono proteggere i lavoratori da virus psicologi come l’insicurezza lavorativa, la paura della crisi, lo stress, la paura per la propria sicurezza. I modelli di intervento proposti dal diversity e disability management - come l’ascolto attivo dei lavoratori, il riconoscimento e la sensibilità di ciascun individuo, la diffusione dell’etica e della sostenibilità come driver primari del business - appaiono vaccini efficaci. Non possiamo inoltre dimenticare come il diversity e disability management sia uno degli approcci più all’avanguardia per quanti concerne quello che tutti noi oggi stiamo facendo o abbiamo in parte fatto: lo smart working. A seguito della pandemia gli studi del labortatorio Business@ health dell’università Europea di Roma spiegano come il lavoro
digitale (smart working) stia guadagnando sempre di più una maggiore popolarità e, proprio per questo motivo, è considerata la nuova tendenza che sta avanzando nelle attività, nei modelli e nei processi educativi e lavorativi moderni. Questo nuovo modo di imparare e lavorare, denominato job crafting, ha permesso alle aziende di
Gabriele Giorgi
psicologo e professore associato di psicologia del lavoro e delle organizzazioni Università Europea di Roma
riprogettare un nuovo modo di produrre e apprendere anche a distanza. Quale è il profilo del disability manager? È una figura emergente di
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mediazione, oltre che di individuazione, attivazione e coordinamento di risorse interne all’azienda (tra cui il responsabile delle risorse umane, ad esempio) ma anche esterne (come i servizi competenti del territorio) con l’obiettivo di integrare a livello lavorativo nel miglior modo possibile la persona in difficoltà/o di promuovere il mantenimento del posto di lavoro. Possiede skills aziendali (conoscenze legislative, amministrative, sindacali) e abilità di comunicazione e problem solving, di case management, conoscenze sulla disabilità e sulle capacità funzionali nonché competenze di programmazione e valutazione. Inoltre prevede un focus specifico sugli accomodamenti ragionevoli, che non sono da intendere soltanto come risorse e/o soluzioni di tipo tecnico, ma anche e soprattutto sociali. Le pratiche di Disability Management possono apportate benefici nel business e nell’health dell’individuo e dell’organizzazione impegnando risorse nella promozione, nel mantenimento
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e nel monitoraggio delle condizioni di salute del lavoratore, tra cui rientra anche il benessere fisico, psichico e sociale. Ci può parlare del convegno del 6 ottobre organizzato dall'Università Europea di Roma? Quali risultati sono emersi? Il convegno Rivoluzione Inclusiva è stato un incontro digitale incentrato sullo sviluppo di competenze su Diversità e Inclusione, cui hanno preso parte Diversity manager di grandi gruppi corporate: Alstom, IBM, Intesa Sanpaolo, TIM, UniCredit. L’occasione è stata particolarmente proficua, anche da un punto di vista della ricerca accademica, per mettere in luce best practices aziendali di successo in risposta al Covid-19. Dall’analisi svolta grazie all’interviste con le aziende sono emerse alcune delle principali pratiche e politiche adottate in programmi di inclusione per prevenire e contrastare gli effetti disfunzionali del coronavirus.In particolare le aziende puntano su: offerta di accomodamenti adeguati; programmi di welfare azien-
dale; programma di lavoro o mansioni modificate e/o personalizzate ovvero Job crafting; maggiore accessibilità e fruibilità dei sistemi informatici; clima lavorativo inclusivo; valori aziendali; partecipazione attiva dei dipendenti; formazione sulla leadership inclusiva; creazione di sportelli di ascolto psicologico, coaching psicologico e smart working. Emerge infine il cuore pulsante del disability e diversiy management con la valorizzazione delle differenze per lo sviluppo di un pensiero collettivo e strategico. Per vincere la partita con il virus ci vorrà il sostegno e l’engagement di tutti noi. È importante sensibilizzare non solo l’individuo alla sperimentazione di comportamenti inclusivi, ma anche i gruppi, le comunità, le istituzioni e le aziende. Il diversity e il disability management delle organizzazioni saranno quindi fondamentali per far risorgere una fenice dalle ceneri capace di spezzare le ali del cigno nero.
ambiente
Economia circolare: gli effetti del Decreto Imballaggi sulla Tari delle imprese Le aziende guardano alle nuove disposizioni normative con grande attenzione, intravedendo la possibilità di poter essere sollevate, in tutto o in parte, da una tassa mai digerita
Pasquale Paolillo direttore generale Paolillo e Partners - divisione industriale srl
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opo un lungo e articolato iter parlamentare lo Stato Italiano ha finalmente recepito, mediante quattro distinti decreti legislativi, una serie di Direttive Comunitarie cumulativamente conosciute come “Pacchetto Rifiuti”. Si tratta di un passo decisivo nella transizione all’economia circolare di tali materiali, basata sul superamento dell’attuale sistema produzione-consumo-smaltimento e sull’adozione di un modello, appunto circolare, in cui il rifiuto recuperato viene valorizzato e re-immesso in circolo come nuova materia prima. In questo approfondimento tecnico parleremo in particolare di uno dei quattro provvedimenti, il n. 116/2020 (Decreto Imballaggi), di particolare interesse per le imprese perché apporta modifiche al Testo Unico Ambientale (TUA) destinate a incidere significativamente sul meccanismo di applicazione della tassa sui rifiuti urbani (TARI) per le utenze non domestiche. A regime, queste ultime, in presenza di determinate condizioni, potrebbero essere non più costrette a sostenere
contestualmente il doppio costo per lo smaltimento in proprio dei rifiuti e di una tassa comunale su un servizio non ricevuto. Le nuove definizioni di rifiuti urbani e speciali. La prima e più significativa novità apportata dal Decreto Imballaggi riguarda l’art. 183 TUA, che introduce nuove definizioni di rifiuto urbano e rifiuto speciale. Premesso che la TARI si applica solo alle superfici suscettibili di produrre rifiuti urbani, mentre allo smaltimento degli speciali deve provvedere il produttore a proprie spese, il Legislatore ha inteso mettere ordine e cancellare tutte le distorsioni tributarie fin qui generate da una terza categoria di rifiuti, gli speciali assimilati agli urbani. Si tratta di scarti provenienti da attività produttive con caratteristiche merceologiche analoghe ai rifiuti domestici, assimilati a urbani per effetto dei singoli Regolamenti comunali. Divenuti (teoricamente) conferibili al servizio di raccolta pubblica, diventano oggetto di TARI. Fin qui molti Comuni hanno utilizzato il meccanismo dell’assimilazione in modo speculativo,
considerando urbani i materiali più disparati al solo fine di estendere la TARI alle superfici produttive, per poi concedere generiche riduzioni su un servizio non erogato. Il Decreto elimina ogni possibile discrezionalità e dispone un meccanismo di assimilazione uguale per tutti i Comuni italiani. Indipendentemente dalle diverse previsioni dei regolamenti locali, saranno rifiuti urbani solo quelli domestici e quelli ricompresi nell’allegato L-quater, provenienti dalle attività riportate nell’allegato L -quinquies. Nell’allegato L-quater troviamo quali sono i rifiuti da considerare urbani ai fini della TARI. Rispetto alla Deliberazione CIPE 27.07.1984, il riferimento tecnico più utilizzato dai Regolamenti comunali, ancorché risalente a epoca pre-raccolta differenziata, viene introdotto un elenco organizzato per CER e non per tipologia di materiale, limitato ai soli imballaggi (di tutte le tipologie) e ai rifiuti merceologicamente simili ai quali è possibile attribuire il CER categoria 20. Quest’ultima, notoriamente, non ricomprende Ottobre | Novembre 2020
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gli scarti di lavorazione, per i quali art. 10 riconosce alle imprese la ne basati su riduzioni forfettarie, va condotta una classificazione possibilità di non avvalersi del serora non più previste. Di sicuro il basata sui CER specifici di ciascun vizio pubblico e di avviare i rifiuti Decreto Imballaggi determinerà un comparto produttivo. Importante a recupero attraverso operatori cambio della platea dei contribuensottolineare che il nuovo criterio privati, rimanendo escluse dalla ti TARI, con la conseguente perdita di assimilazione si basa solo sulla corresponsione della componente dei gettiti tributari dalle industrie qualità del rifiuto, e non più anche tariffaria in rapporto alla quantità e dalle attività che opteranno per i sulla quantità. Ciò potrebbe dei rifiuti conferiti. La scelta di opservizi dei privati. Tutto ciò rischia costituire un problema per i grandi tare per il libero mercato, una volta di causare un’impennata delle produttori di rifiuti da imballaggio, comunicata al Comune insieme tariffe delle utenze domestiche, fin qui esenti da TARI laddove il all’ attestazione del soggetto che cosa che potrebbe indurre qualche gestore pubblico è impossibilitato effettua il recupero, vale per un amministratore ad approvare a garantire il servizio a causa di periodo minimo di cinque anni. Regolamenti non pienamente una dotazione impiantisticoerenti con le nuove e le ca insufficiente. vecchie disposizioni legislaL’allegato L -quinques costitive. Tra queste segnaliamo «Il Decreto Imballaggi tuisce l’elenco di attività il diritto alla detassazione, determinerà un cambio produttive alle quali va quasi mai riconosciuto alle applicata la tassa sui rifiuti. imprese, sancito dall’art. della platea dei contribuenti Riporta solo 29 categorie di 649 della Legge 47/2013: TARI, con la conseguente contribuenza, e non più 30 “nella determinazione della perdita dei gettiti tributari come il fu Decreto Ronchi. superficie assoggettabile alla dalle industrie e dalle attività La categoria esclusa è la TARI non si tiene conto di n. 20 - Capannoni industriali quella parte di essa ove si che opteranno per con attività di produzione, formano, in via continuativa i servizi dei privati» impianti in cui è palese e e prevalente, rifiuti speciali”. fisiologica la produzione, Ciò significa che, indipenin via continuativa e dentemente dall’assimilaprevalente, di rifiuti speciali anche Rimane salva la possibilità per il zione per legge degli imballaggi, pericolosi. Ciò significa che i Cocontribuente di richiedere il ritorno poche decine di chili di scatole di muni non possono più tassare un al Gestore pubblico anche prima cartone prodotte saltuariamente impianto industriale, inteso come della scadenza quinquennale. in un luogo in cui ogni giorno si insieme funzionale e indivisibile Le imprese guardano al Decreto generano quintali o tonnellate di di reparti produttivi, depositi, Imballaggi con grande attenzione, rifiuti speciali non danno diritto officine e locali tecnici. Nessun e intravedono nel nuovo e più al Comune di applicare la tassa, dubbio invece riguarda l’obbligo di trasparente scenario la possibilità ancorché di importo ridotto forfetassoggettamento delle superfici di poter essere sollevate, in tutto o tariamente. di stabilimento ad uso civile, quali in parte, da una tassa mai digerita. Ma al di là di ogni considerazione uffici, mense e spogliatoi delle maMa la pubblicazione del D.Lgs. tecnica, è certo che il Decreto estranze, luoghi ove si producono 116/2020 sta animando anche i Imballaggi imporrà uno scenarifiuti del tutto simili alle utenze responsabili degli Uffici Tributi, ben rio impositivo più chiaro che in domestiche. consapevoli dei possibili effetti nepassato, a tutto vantaggio della Esenzioni per smaltimento gativi per le casse comunali e della trasparenza che deve sempre conin proprio. Un’altra modifica necessità di raccordare la disciplina traddistinguere i rapporti tra Fisco destinata a produrre effetti della TARI alla nuova formulazione e contribuenti. Di conseguenza la negativi sulla fiscalità locale e sulle del TUA. Risultano infatti superati TARI non dovrebbe essere più ogcasse comunali è quella apportata tutti i Regolamenti sui rifiuti, ivi getto, come accade ora, di continui a carico dell’art. 236 TUA. Il nuovo compresi i meccanismi di tassaziocontenziosi di tipo tributario.
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mercati
I viaggi di lavoro ai tempi del Covid-19 Suggerimenti e indicazioni utili a superare la reticenza a recarsi all’estero
Daniele Trimarchi Studio Trimarchi daniele@studiotrimarchi.com
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ome è noto, dall’inizio del lockdown, i viaggi di piacere all’estero sono crollati e, parallelamente, anche quelli fatti per motivi di lavoro hanno subito la medesima sorte, benché questi ultimi seguano un approccio totalmente diverso. Siamo tutti d’accordo sul fatto che bisogna evitare, in un momento storico così incerto, spostamenti inutili, ma bisogna anche considerare che i viaggi di lavoro, rispetto a quelli turistici, possono essere gestiti e pianificati in modo più rigoroso rispetto ad un viaggio di piacere. La paura principale dei viaggiatori allo stato attuale delle cose sembra essere principalmente sostare prima in aeroporto e poi in aereo. Questa paura è, a parer mio, frutto della poca conoscenza delle misure in atto in questi luoghi. Ho deciso quindi di scrivere questo articolo sulla base delle mie ultime esperienze, nella speranza che possa incoraggiare e dare dei suggerimenti utili a chi deve viaggiare per lavoro. Bisogna prima di tutto sottolineare che al personale di imprese ed enti aventi sede
legale o secondaria in Italia che deve effettuare spostamenti all'estero, per comprovate esigenze lavorative e di durata non superiore a 120 ore, non si applicano tutta una serie di obblighi (si veda art. 6.7(F) del Dpcm del 7 agosto 2020). Queste eccezioni servono principalmente ad agevolare chi deve viaggiare per lavoro e non per divertimento. Oggi, sia le compagnie aeree che i gestori aeroportuali, vista la reticenza e il timore dei propri clienti a viaggiare come in passato, hanno intensificato i processi di pulizia e disinfezione (anche durante i voli) in modo da agevolare la ripresa del traffico aereo internazionale. Ammalarsi stando
seduti in cabina con una mascherina (obbligatoria) è piuttosto improbabile. Inoltre, la maggior parte degli aerei è dotata di filtri HEPA (High Efficiency Particulate Air) per riciclare e rinfrescare l'aria ogni 2-3 minuti. Un attento processo di controllo e igiene è stato avviato prima di tutto negli aeroporti, favorito dal fatto che molte aree, per motivi di sicurezza, vengono lasciate chiuse così come, per motivi economici, molti duty free sono transennati. Ritengo quindi che non siano questi i posti dove sentirsi a rischio contaminazione dall’infezione COVID-19. Bisognerebbe invece fare più attenzione al di fuori di questi ambienti.Alcune accortezze
Aeroporto di Istanbul
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che ho personalmente sperimentato potrebbero aiutarti nel tuo prossimo viaggio di lavoro. A mio parere è sempre preferibile, prima di ogni spostamento, dotarsi di una assicurazione sanitaria (meno di 50 euro per una settimana circa di copertura). L’attuale maggiore flessibilità delle compagnie aeree che offrono un cambio di volo, cancellazione e rimborso del biglietto gratuito, ti consentono più facilmente di intraprendere un viaggio e adeguarlo alle tue esigenze. Dall’entrata in aeroporto e fino al controllo dei bagagli, è facile trovare passaggi regolamentati e osservanza del distanziamento sociale: basta procedere lungo le postazioni indicate sui pavimenti. Due sono, a mio avviso, i momenti più critici e sono entrambi nei pressi dei gate, ovvero le zone di raccordo con l’aeromobile. Il primo momento è all’apertura del check-in. Non appena il volo viene comunicato, ci si imbatte nel classico gruppo di persone che si accalca per entrare prima. Il secondo momento è il percorso che va dal gate fino alla cabina dell’aereo. Quando viene utilizzata una navetta è tutto più ordinato: oggigiorno vengono predisposte più corse per evitare un affollamento del mezzo. Quando invece si usa il corridoio sospeso c’è il rischio di trovare la coda prima di entrare in aereo. Il suggerimento che mi sento di dare è che, se non si possiede una business o corporate card, è meglio aspettare e salire in aereo quando tutti o quasi si sono sistemati. All’interno dell’aereo le cose sono più rassicuranti di quello che si possa pensare. Per prima cosa oggi molte compagnie non ammettono il bagaglio a mano, ma solo una piccola borsetta (si spedisce tutto in stiva). Il posto centrale delle varie file
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è solitamente bloccato e, prima di entrare in aereo, viene spesso fornito un kit con salviettine, mascherina e fazzoletti. Il buon utilizzo di questo kit in aereo dovrebbe proteggere ulteriormente. Infatti, le salviettine potrebbero essere utilizzate per disinfettare le superfici come i braccioli, lo schermo della TV e il telecomando e quant’altro si possa toccare. Suggerisco di dotarsi sempre anche di un disinfettante a base di alcol e di non perdere questa sana abitudine, che servirà anche successivamente. Nei limiti del possibile in aereo è sempre meglio evitare il pranzo, almeno nei tragitti brevi e la toilette; quando però per esigenze fisiologiche, si deve necessariamente usare il bagno, è buona norma chiudere la tavoletta del water prima di scaricare e ridurre così al minimo la diffusione delle particelle nell'aria. Durante il viaggio, in genere, si compilano due modelli per l’autocertificazione: uno da consegnare alla compagnia e l’altro da consegnare al controllo passaporti. Questa pratica la ritroverai anche al rientro in Italia. Qui si dovrà indicare il proprio numero di telefono e un indirizzo mail così, in caso di contagi, si può essere rintracciati. Arrivati a destinazione, si passa sotto numerose telecamere adibite al controllo della temperatura. Una volta fuori dal terminal, se non è possibile avere un mezzo proprio, meglio prendere un taxi utilizzando le medesime accortezze avute all’interno del velivolo (qui il disinfettante a base di alcool suggerito in precedenza torna utile). Se è previsto il pernottamento in albergo, come ulteriore precauzione, si può scegliere di non far fare le pulizie in camera durante il soggiorno oppure di consumare la colazione e la cena direttamente in camera per evitare ulteriori contatti. Prima
del rientro in Italia è bene verificare le ultime delibere (sito viaggiaresicuri.it, oppure la Regione Campania sezione Coronavirus/Ordinanze) anche per comprendere con chi comunicare nei casi in cui si è obbligati a fare il tampone e la quarantena. Bisognerà comunque informare l’ASL di riferimento sugli spostamenti fatti negli ultimi 14 giorni e se si è stati in uno dei paesi dichiarati a rischio. Anche se dispensati, si suggerisce a titolo precauzionale, di fare un test PCR da richiedere all’ASL (spesso è possibile eseguirlo in aeroporto) o un sierologico da fare anche presso un laboratorio di analisi. Il risultato si ottiene entro le 48 ore. Quando si riprenderà a viaggiare regolarmente? Non è facile fare previsioni, sono troppe le variabili, prima di tutte l’incognita su un possibile vaccino. Il tempo necessario potrebbe variare da pochi mesi a due o tre anni. Inoltre, la giustificata paura per la propria salute rende ancora più difficile prevedere quando i viaggiatori riusciranno a sentirsi nuovamente a proprio agio nei rapporti ravvicinati con estranei. Personalmente ritengo che, osservando scrupolosamente i comportamenti sopra descritti, insieme alle abitudini che abbiamo imparato a conoscere durante il periodo COVID-19, la ripresa dei viaggi per motivi di lavoro non dovrebbe tardare. Recentemente si sta osservando un lento ma inesorabile peggioramento della diffusione del COVID-19, e contestualmente un aumento dell’età media delle persone infette, forse dovuto ad una trasmissione dalla popolazione più giovane a quella più anziana, soprattutto all’interno della famiglia. É quindi consigliabile mantenere un approccio prudente, evitare posti a rischio e limitarsi ai viaggi essenziali.
Con la Borsa Mediterranea di Paestum riparte il turismo archeologico Una edizione, la XXIII, dedicata alla sostenibilità e proiettata a modelli e progettualità che possano rappresentare opportunità per i territori a cura di Raffaella Venerando
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l programma della XXIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, a Paestum dal 19 al 22 novembre 2020, vede protagonista il turismo culturale all’insegna dell’esperienza unica e autentica. Oggi più che mai, infatti, qualsiasi offerta deve avere i caratteri della sostenibilità, che come si evince dal ricco programma, è l’altro tema importante di questa edizione. Dunque, un nuovo modo di proporre e vivere il turismo, oltre all’invito ad aumentare gli standard di qualità, al rinnovamento e all’adeguamento delle strutture. Nel 2021 dobbiamo ribaltare i dati del nostro incoming, contrassegnati fino al 2019 dal 50% di stranieri e dal 50% di italiani: allora, più Italia in Italia e più Europa in Italia. ICOMOS e ICOM hanno scelto la BMTA per svolgere le Assemblee Annuali dei Soci 2020, annullate nei mesi del lockdown. «Paestum è il luogo più naturale in cui ritrovarsi. ICOMOS, organo consultivo dell’Unesco e i professionisti museali dell’ICOM, associato all’Unesco e organo consultivo delle Nazioni Unite, desiderano farlo in presenza. In quest’anno da dimenticare, Paestum con la sua BMTA rappresenta la ripartenza del turismo archeologico», ha dichiarato il Fondatore e Direttore della BMTA Ugo Picarelli. «Occorre riqualificare la nostra offerta, in quanto la consapevolezza dei rischi e del non rispetto del pianeta, cui ci ha riportato l’attuale pandemia, è motivo per intraprendere da subito un turismo sostenibile nel segno della unicità, dell’accessibilità, della destagionalizzazione e rispettoso dell’ambiente. Il viaggiatore della società contemporanea è sempre più alla ricerca di emozioni e di soddisfare bisogni di conoscenza, ossia di fare turismo esperienziale alla ricerca di luoghi e momenti, che rispecchino i valori personali. Per i grandi attrattori archeologici è fondamentale ragionare sui flussi turistici: l’approccio sostenibile in questo caso deve essere una modalità per visitare i luoghi nel rispetto del bene culturale. Ma turismo sostenibile significa soprattutto valorizzazione del territorio, riscoperta delle aree interne e conoscenza del patrimonio minore, che comunque è un pezzo della nostra identità. Attraverso il racconto delle destinazioni ar-
cheologiche minori si favorirà la scoperta del territorio, puntando su un’economia anche circolare. Parlare di turismo culturale e sostenibile significa soprattutto affrontare tante sfaccettature, non solo ambientali, ma anche sociali e politiche: è un discorso ampio e importante per il futuro dei nostri territori e della nostra madre Terra». Oltre alla presenza nel salone espositivo di new entry come Roma Capitale, Provincia di Trento, Visit Brescia e Fondazione Vulci, le conferme prestigiose del MiBACT con 300 mq di spazio, di Automobile Club d’Italia, della Regione Siciliana, di Visit Romagna. Nella Conferenza “I Parchi per la valorizzazione del patrimonio archeologico in chiave più esperienziale e sostenibile” si discuterà sulla valorizzazione dei territori, che deve essere improntata da una governance sostenibile, che ha negli stakeholder la chiave per individuare contenuti e strumenti per promuovere una offerta contrassegnata da unicità, accessibilità, percorsi sensoriali ed emozionali, ecocompatibilità, tipicità, dove le identità sono protagoniste. In questo contesto Federparchi, Automobile Club d’Italia, Confagricoltura, Legambiente, Touring Club Italiano condividono la necesOttobre | Novembre 2020
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sità di pensare anche a una mobilità contemporanea, che guardi al prossimo futuro e che integri l’automobile con i nuovi mezzi di trasporto e con l’innovazione sostenibile. Avendo ACI già sperimentato progetti che trovano il miglior equilibrio possibile tra auto e natura, proprio in quest’ottica, le vetture citycar 100% elettriche all’interno dei Parchi Nazionali, partendo con un progetto proprio nel nostro Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, potrebbero rappresentare un progetto itinerante di educazione alla eco-sostenibilità. Il recente protocollo tra Federparchi, Confagricoltura e Legambiente rafforza la capacità di fare sistema attraverso la condivisione di politiche di marketing locali volte a indirizzare le strategie turistiche nelle aree montane, appenniniche e costiere per uno sviluppo di una agricoltura orientata alla diversificazione a 360°, che integri non solo aspetti produttivi ma anche ambientali. Il nuovo programma di certificazione dei “Cammini e Percorsi” a cura del Touring Club Italiano guarda nella stessa direzione, favorendo un percorso di miglioramento dei territori. Agli operatori turistici il compito di esserne ambasciatori e di promuoverne la narrazione, offrendo un modo di viaggiare all’insegna dell’autenticità dell’esperienza turistica, in totale coerenza con gli attuali trend della domanda. Nella Conferenza “Il treno storico per la connessione territoriale delle destinazioni archeologiche”, nell’ambito “dell’Anno del treno turistico” indetto per il 2020 dal MiBACT, viene presentata una nuova forma di turismo, che permetta al viaggiatore di percorrere il nostro Paese in modo sostenibile e lungo le tratte storiche delle ferrovie. Esistono 800 KM di tratte ferroviarie in disuso e abbandonate, che attraversano parchi nazionali, aree protette e territori densi di storia e cultura. I treni rappresentano l’antico progresso, la produttività e la
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connessione tra tutti i piccoli territori che attraversano e puntando i riflettori sulle ferrovie turistiche, in particolare quelle storiche, i viaggiatori possono riscoprire un patrimonio immenso, fatto di antichi tracciati, gallerie e vecchi convogli che rievocano il passato del nostro Paese. La Fondazione FS, nell’ambito delle tratte interessate dai treni storici, dedica grande attenzione ai territori con destinazioni archeologiche. In Campania i turisti hanno una ampia offerta di itinerari, da “Archeotreno Campania” (da Napoli a Sapri con fermate a Ercolano, Pompei, Paestum, Ascea Velia) a “Reggia Express” e “Pietrarsa Express”. Nella 1a Conferenza Mediterranea del Turismo Archeologico Subacqueo in memoria di Sebastiano Tusa sarà lanciata dalla BMTA la proposta al Consiglio d’Europa di un “Itinerario Culturale Europeo dei siti archeologici subacquei”. L’Italia esprime realtà straordinarie (il Parco Sommerso di Baia, la Sicilia con 23 itinerari tra cui spiccano Pantelleria, Ustica, le Egadi, l’area marina protetta del Plemmirio a Siracusa), che sono, a pieno titolo, una risorsa chiave per il turismo responsabile e lo sviluppo sostenibile, rappresentando una valenza culturale dei territori, nei quali insistono i principali siti.I siti sommersi sono meta di un numero sempre maggiore di turisti subacquei. Il viaggiatore, oggi, è alla ricerca sempre più di un turismo esperienziale autentico a contatto con la natura e le identità territoriali, per cui un’anfora, un’ancora o una struttura antica conservatesi sott’acqua sono parte integrante del mondo naturale e non più solo manufatti. Il turismo archeologico in immersione ha, dunque, caratteristiche che per un verso lo rendono un’esperienza unica e, per l’altro, potenziano alcuni elementi presenti anche nel turismo abituale. Una edizione, dunque, proiettata a modelli e progettualità che possano rappresentare opportunità per i territori. Per info: www.bmta.it
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Nicola Santini esperto di galateo, costume e società
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Smart working, le regole da seguire
Semplici suggerimenti di forma perché il nostro angolo di lavoro, ovunque esso sia, ci rappresenti al meglio
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a che Galateo è Galateo le regole nascono per semplificare la vita, non per sofisticarla. E anche le situazioni che nascono da una necessità improvvisa - lo smart working è stato per molti una di queste - possono essere affrontate brillantemente, attingendo ad alcuni suggerimenti che infondono sicurezza e serenità nel fare la cosa giusta. Lavorare da casa, termine più attinente e forse meno glamour, è la sostanza della faccenda, in cui il galateo va a lavorare chiaramente sulla forma. Quella che, ahimè, si perde spesso, si giustifica goffamente, ma che prima si impara, meglio si vive. E, badate bene, forma e formalità sono due cose differenti. Della seconda è giusto sapere le regole ma anche i contorni. Della prima è vantaggioso farne uno stile di vita. I vantaggi dello smart working, che probabilmente si renderà necessario ancora per un bel po', sono molteplici. Non in ultimo, banalmente, il risparmio di chilometri e tempo non retribuito per chi non ha l'ufficio proprio sotto casa, la possibilità di
lavorare più e meglio senza l'ansia di perdere il treno o il bus e così via. Gli svantaggi per chi non è allenato possono essere una minore concentrazione, più facili distrazioni che vanno dal frigo pieno ai figli che chiedono attenzioni ma con questo bisogna convivere. E ciò che conta sono i risultati. La forma, però, vuole la sua parte. Lavorare in casa significa comunque lavorare, e il lavoro ha delle sue regole anche visive. La videochiamata, entrata a gamba tesa nelle nostre vite, ha trovato acconciature scompigliate, postazioni casuali tenute da casa a volte imbarazzanti. Le ciabatte sotto la scrivania anche se sono fuori dall'inquadratura, ed è vero che non si vedono, secondo me si percepiscono. Per anni io ho partecipato a programmi radiofonici di prima mattina, mi sono riascoltato dopo la prima puntata, si capiva che mi ero alzato 5 minuti prima, che avevo tenuto troppo poco il collutorio in bocca, che probabilmente ero in vestaglia da camera e pigiama. Tutto questo senza vedermi. Dalla puntata due ho preso l'abitudine di fare tutto quello che avrei fatto se avessi avuto le telecamere puntate da un momento all'altro, per poi magari tornare a letto 5 minuti dopo. Lo smart working per essere davvero smart deve essere un modo per ottimizzare le risorse non per abbrutirci. Tutto questo periodo probabilmente porterà dei cambiamenti sensibili nelle nostre vite e nelle nostre aziende. Ci saranno probabilmente vantaggi anche quando lavorare da casa non sarà più una necessità o un obbligo, ma una scelta. Scelta che creerà di nuovo opportunità che chi saprà Ottobre | Novembre 2020
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cogliere sarà vincente, chi non saprà cogliere dovrà imparare o pagarne le spese. Lo stile non è la risposta a tutto ma spesso è un passe-partout. E non è vero che non si impara. E, se da un lato c'è una differenza sensibile tra avere uno stile o avere stile, quando c'è di mezzo il contribuire a creare un angolo di lavoro ovunque ci si trovi che ci rappresenti al meglio, fa bene imparare anche qualche regola. Ve le sintetizzo: 1) Scegliete un punto ben illuminato della casa dove lavorare. Se c'è luce naturale è ancora meglio, rende più belli in una videochiamata ed è una fonte di nutrimento indiretta anche per le nostre idee. 2) Va bene scegliere outfit più comodi ma al bando gli abiti da casa. La tenuta da giornata ordinaria da ufficio è il minimo sindacale.
3) Al bando le ciabatte. Anche se non vi vede nessuno, i piedi si adattano immediatamente alla comodità. Sarà molto più difficile una volta tornati alla normalità dopo mesi passati in ciabatte, rimettere le scarpe normali. Iniziare da capo è sempre complicatissimo. 4) È vero che si lavora in casa, ma cerchiamo di tenere una postazione ordinata e pulita. Non solo per chi ci vede ma anche per noi stessi. 5) Con le dovute misure e solo quando è possibile, non sottovalutiamo l'importanza di un incontro. Magari con una frequenza estremamente dilatata, ma senza escluderlo. 6) Rispettiamo comunque il nostro tempo e il tempo degli altri. Fuori dagli orari di lavoro, telefonate e messaggi sono da evitare.
Ivano Marino: «Smart working? Purché sia smart»
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n punto di vista inatteso quanto puntualissimo, quello dell'imprenditore che con la sua agenzia Grumble, fondata con Eleonora Carisi, decreta chi sarà e chi non, influencer digitale, e cosa saprà dare alle aziende che investono nella comunicazione dei social. Ivano Marino spiega quanto, se da una parte oggi gran parte della comunicazione passa dagli strumenti che accompagnano il quotidiano siano determinanti, «la componente umana, il valore del vis à vis non solo con clienti e partner ma anche con la squadra che si nutre di motivazione e senso della collettività nella riuscita di un progetto, non sono da sottovalutare. Nemmeno se c'è della convenienza materiale». La formula giusta, quindi? «Elasticità. E intelligenza», spiega. «Il periodo è in continua evoluzione, non ci si può permettere il lusso di prendere decisioni strategiche quando non siamo noi a decretare il campo di azione. Si rende così fondamentale poter analizzare velocemente le opportunità e adattarle al momento: una soluzione può essere quella di concentrare in un paio di giorni alla settimana tutto quello che sono gli incontri in cui il valore aggiunto è quello di guardarsi negli occhi e spostare in modalità smart il resto del lavoro senza doversi incontrare. Qui la parola smart ritorna al significato originario. Ottimizzazione, astuzia e massimizzazione dei risultati. L'importante è comprendere la temporaneità di certe soluzioni, raccoglierne i lati positivi e un domani, speriamo il prima possibile, creare una sintesi ottimale».
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Antonino Di Pietro direttore dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis www.antoninodipietro.it | www.istitutodermoclinico.com
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La beauty routine per pelli miste
Gesti e prodotti quotidiani per la detersione e la protezione di cuti delicate
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a pelle mista è un tipo di pelle non uniforme, con zone secche alternate ad aree grasse o impure. Le prime in genere si concentrano su guance, lati del viso, contorno occhi e bocca, mentre le seconde nella cosiddetta “zona a T”, ovvero fronte, naso e mento. Questo deriva dal fatto che le ghiandole sebacee della cute lavorano in modo non omogeneo: troppo poco nelle zone secche e troppo in quelle grasse. Si tratta di una caratteristica che può essere legata a fattori genetici e all’età, ma anche agli sbalzi ormonali, motivo per cui ad esempio è frequente che compaia durante la menopausa. Per attenuare il problema e rendere la pelle più uniforme, la prima regola è detergere la pelle mattino e sera (gesto ancor più indispensabile se durante il giorno ci si trucca). É importante usare prodotti delicati, idratanti e sebonormalizzanti se possibile con formulazioni in gel o mousse (no schiumogeni o troppo aggressivi). In caso, però, si sia abituate a usare il latte detergente, è bene ricordarsi di risciacquarlo sempre con abbondante
acqua tiepida, sia perché contiene particelle grasse che rischiano di non far respirare la pelle, sia perché se tutte le particelle di trucco o di smog non vengono eliminate del tutto possono occludere i pori causando follicoliti e irritazioni. Per completare la detersione si possono applicare, subito dopo, prodotti a pH acido che servono per regolarizzare la produzione di sebo, come tonici a base di bardana, hamamelis e aloe (che ha anche un’azione lenitiva). Passando alla crema, anche in questo caso, è consigliabile che sia idratante e sebonormalizzante. Fra i principi attivi più utili per la pelle mista, ci sono la fospidina, idratante e antiage; le ceramidi, che mantengono l’elasticità cutanea; l’acido ialuronico, che migliora l’idratazione in profondità; i fosfolipidi, derivanti dalla soia, che aiutano a rinforzare la membrana cellulare; la vitamina E, che riduce gli arrossamenti e regola la produzione di sebo. Per una pulizia più profonda può essere utile applicare, almeno una volta a settimana, maschere d’argilla, che hanno la capacità di attirare in superficie tossine, sebo e impurità residue. Rispetto alle maschere di argilla di una volta, quelle di oggi sono arricchite di sostanze idratanti e riequilibranti (ad esempio con Alusil) per renderle più delicate e adatte anche alla pelle mista. La pelle mista può senz’altro beneficiare dell’azione esfoliante del peeling. È però fondamentale che non sia troppo aggressivo e ben “calibrato” sulle differenti esigenze della pelle. Per i pori dilatati, ad esempio, uno degli inestetismi più frequenti legati alla pelle mista, il più efficace è quello con acido acetilsalicilico che elimina tutte le cellule superficiali, ossigenando e illuminando l’epidermide, con un’azione regolarizzante sulle ghiandole sebacee. In ogni caso è opportuno che sia il medico a definire quale sia l’acido più indicato per la singola persona. Ottobre | Novembre 2020
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salute
Giuseppe Fatati Presidente Italian Obesity Network
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Dagli evaporati agli isolati a tempo Il lockdown da COVID-19 ha fatto sì che aumentasse il numero di persone che hanno trasformato l’isolamento da forzato in volontario
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l rifiuto della società in cui si vive è alla base di comportamenti alternativi. Alcuni anni fa in Giappone è esploso il fenomeno definito Hikikomori, letteralmente stare in disparte, isolarsi. Tale termine è usato per riferirsi a quanti hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale, spesso cercando livelli estremi di isolamento, a causa della grande pressione della società giapponese verso l'autorealizzazione e il successo personale, cui l'individuo viene sottoposto fin dall'adolescenza. Si ritiene che il fenomeno Hikikomori non sia legato esclusivamente alla cultura giapponese. Nel Regno Unito si utilizza la sigla NEET (not in employment, education or training) per indicare i giovani non impegnati in attività lavorative o educative. Negli Stati Uniti il termine adultoscelent tipizza quei giovani adulti che ancora vivono con i loro genitori e che non sembrano avviarsi verso una vita propria, indipendente dalla famiglia. In Italia opera una associazione (Hikikomori Italia) che sottolinea come nel nostro Paese durante gli anni delle medie e delle superiori si può verificare il cosiddetto fattore precipitante, ovvero un evento chiave che dà il via al graduale allontanamento da amici e familiari. Può essere, ad esempio, un episodio di bullismo o un brutto voto a scuola. Un avvenimento innocuo agli occhi degli altri, ma che contestualizzato all’interno di un quadro psicologico fragile e vulnerabile, assume un’importanza vitale. Il ragazzo comincia a saltare giorni di scuola utilizzando scuse di qualsiasi genere, abbandona tutte le attività sportive, inverte il ritmo sonno-veglia e si dedica a monotoni appuntamenti solitari come il consumo sfrenato di serie TV e videogames. In Italia la sindrome non colpisce solo i maschi
ma riguarda anche un discreto numero di hikikomori-femmine, con un rapporto di 70 a 30. Il lockdown ha peggiorato la situazione: è aumentato il numero di persone che hanno trasformato l’isolamento da forzato a volontario. Ma in Giappone è esploso un nuovo e preoccupante fenomeno, quello degli johatsu, o gli evaporati. Tormentati dalla vita quotidiana, migliaia di cittadini giapponesi si lasciano alle spalle le proprie identità per cercare un rifugio nell’anonimato, mettendosi fuori dalla circolazione ufficiale. Ogni anno centomila persone scelgono di sprofondare nell’anonimato, tagliando i ponti con il passato. Tutti individui che decidono volontariamente di abbandonare un contesto di vita che sentono di non poter più gestire. Sembra che all’interno della metropoli di Tokyo ci sia un intero quartiere popolato dagli evaporati. In Giappone questa fuga può essere sorprendentemente facile, sostiene Public Radio International (PRI). Le leggi sulla privacy giapponesi danno ai cittadini una grande libertà nel mantenere segreti i loro movimenti. Soltanto in casi criminali la polizia scava nei dati personali della gente e i parenti non possono consultare i dati finanziari. Per quanto riguarda l’Italia non ci sono, al momento, dati precisi. Mi permetto però, una breve osservazione personale. Recentemente ho riscoperto la bicicletta per vivere la mia città, Terni. Passando sopra il ponte che attraversa il fiume Nera, ponte Allende, allungo lo sguardo verso una campagna estranea ai ritmi cittadini che sembra tagliare la città in due. Un mondo diverso da cui emergono figure indecifrabili. Per la maggior parte persone non più giovanissime in tuta, scarpe da ginnastica, berretto, occhiali e auricolari che si affannano lungo le sponde. Qualcuno indossa anche la mascherina. Non tutti corrono, qualcuno cammina lentamente, ma nessuno si ferma o parla con un altro. Senza identità e senza sesso. Mi sono convinto che nella mia città ci siano evaporati a tempo, nel senso che questi lungo il fiume vogliono isolarsi per un paio di ore e non essere riconosciuti. Altrimenti perché il cappello, la mascherina e gli occhiali scuri all’imbrunire mentre si cammina da soli lungo un fiume?
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Il teatro nella pandemia La clausura forzata ha assottigliato la distanza tra teatro e nuovi media. Cresce l’uso interattivo delle nuove tecnologie di Alfonso Amendola docente di sociologia degli audiovisivi sperimentali | Università di Salerno alfamendola@unisa.it
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a sociologia ha da sempre guardato al teatro come uno luogo d’innovazione, sperimentazione, contaminazione e ripensamento delle strutture sociali (Simmel, Benjamin, Ortega, Williams, Goffman, Gurvich, Duvignaud e più di recente Shevtsova). Uno sguardo che nel tempo ha saputo cogliere la contemporaneità e l’innovazione che abita l’immaginario teatrale (e tutti i temi ad esso legato: i consumi generazionali, la dialettica dei corpi, l’identità e l’engagement). È giusto, quindi, che la sociologia indaghi cosa è successo al teatro (in Italia) in questo periodo della clausura forzata dettata dal Covid 19? In che modo il dispositivo teatrale ha cercato strade per continuare a definirsi e, sostanzialmente, ad esistere? Verso quale “strategia” il teatro ha guardato con “pensiero resistente”? Per un primissimo sguardo di sintesi, lo abbiamo chiesto a diversi esponenti della scena italiana. Un coro sicuramente parziale, disomogeneo ma decisamente denso, analitico, mai dolente e sempre progettuale. E dove due grandi linee si sono definite: il grande rifiuto del tecnologico (scegliendo l’attesa “necessaria” del corpo a corpo) e uno straordinario ripensare la scena nelle pieghe composite della cultura digitale. Eleggendo, in particolar modo, la social network society come superficie immateriale di una possibile realizzazione scenica. La sfida è stata seguire le interferenze, le
complessità, le trame sotterranee, le pieghe tecnologiche, le possibili fenomenologie dall’analogico al digitale, le logiche di produzione/audience/ consumo, ma anche la bellezza e la potenza. All’interno di questa traccia s’inseriscono le riflessioni che abbiamo voluto raccogliere random con uno sguardo costante verso un’idea di «immaginario, inteso come un sistema relazionale aperto e potenzialmente infinito e frammentato» (scrive Gino Frezza). In questi mesi di lockdown, il teatro è diventato il “set” di una continua sperimentazione tecnologica e linguistica (certo dagli anni Sessanta in poi si è definita questa dimensione, ma il Covid-19 sembra aver dato una potente accelerazione). E quella distanza che sembrava incolmabile tra il teatro e i nuovi media è divenuta sempre più sottile e “vischiosa” (sottolinea Giovanni Boccia Artieri). Questa virata si è perfettamente inserita nella profondità oggidiana. Un’esperienza di teatro come dinamica intermediale in cui sempre più si miscelano corpi e digitale. E alcuni processi nodali della scena contemporanea hanno cominciato a pulsare in sintonia con i dispositivi tecnologici. E quindi se prima il ragionamento “teatro e media” abitava il tempo e lo sguardo degli addetti a lavori, paradossalmente il Covid-19 ha sdoganato in maniera massiva questo dialogo. E tutto un processo tecno-culturale
ad esso legato: Audience, Intermediality, Remediation, Zombie media, Hypermedium e Liveness. Insomma, lo spazio di hic et nunc del teatro si è definitivamente allargato, sconfinato fino a diventare presenza virtuale, fino ad abbracciare la natura iper-connessa della società digitale e divenire esso stesso, finalmente, medium. Ed eccole le voci, le narrazioni, le riflessioni. I “discorsi” attorno al teatro al tempo del Covid-19. La violenza subita dal teatro a causa del Covid-19 (senza entrare nel discorso aspro della crisi economica, della chiusura dei teatri, degli spettacoli cancellati e dell’assenza del dialogo del corpo a corpo con lo spettatore) può percorrere una via interpretativa fermamente necessaria per raccontare la nuova “sostanza” che abita il teatro risolutamente al di fuori di una certa tradizione di forme. Questa nuova “sostanza” del teatro è capace di suscitare malumori, irritazioni, imbarazzi, paralisi ma anche nuove suggestioni ed emozioni nel pubblico futuro e nel suo operare collegando diversi elementi espressivi e ambiti della comunicazione, pur mantenendo le caratteristiche naturali della performance teatrale. Ciò che viene restituito dalla ferita di questo tragico accadimento è un teatro della novità, un concreto teatro multimediale, le cui azioni sono giustificate e rafforzate dall’uso interattivo delle nuove tecnologie. Ottobre | Novembre 2020
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LIBRI
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a cura di Raffaella Venerando
Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio di Remo Rapino
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Edizioni Minimum Fax
iborio Bonfiglio è un cocciamatte di un paese senza nome. Oramai ottantenne, riavvolge i fili della memoria e racconta quel che è stato. La sua vita e le vite intorno, in un Novecento che si svolge tra la guerra e la Resistenza, tra il boom economico e le lotte sindacali, tra le emigrazioni al Nord alla ricerca di un lavoro, ai ritorni in un luogo che non lo ha aspettato e non lo cerca. Liborio si porta addosso la solitudine come un vestito buono. I segni neri lo inseguono e lui non smette mai di domandarsi se davvero gli occhi suoi sono gli stessi del papà che mai ha conosciuto. Non smette mai di domandarsi perché la vita con alcuni come lui fa così, ti dà una cosa per prendersene indietro cento. Prima la mamma e il nonno, poi la scuola, la barberia, l’unica donna amata, il lavoro, gli amici in fabbrica. Quello di Liborio è un racconto ininterrotto, una lunga fila di subordinate senza mai un punto, in una lingua che somiglia a un flusso di coscienza caotico e commovente. «Che ne posso sapere io che non l’ho visto mai e mai ci ho parlato. Io sono venuto dopo. A me mia madre mi diceva che io avevo gli occhi uguali ai suoi. Questo solo so. E fin da quando ero nu guaglione piccolo piccolo, e poi pure da più grosso, ogni volta che passavo davanti a uno specchio o a una vetrina, sempre mi guardavo, ma solo gli occhi mi guardavo, per cercare di capire come era fatto mio padre, almeno la sguardatura, il colore almeno degli occhi suoi».
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a cura di Vito Salerno
L’anno che verrà di Grand Corps Malade e Mehdi Idir
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a protagonista della bella storia raccontata in questo film sul mondo della scuola (tema quanto mai attuale in questo periodo) è Samia, una giovane ispettrice scolastica alle prime armi, che si trasferisce dal dipartimento francese dell’Ardèche nel municipio di Saint-Denis, per lavorare in una scuola media considerata molto problematica. Qui, in un anno che trascorre intensamente nel cuore della scuola pubblica, Samia scopre i quotidiani conflitti per la disciplina e la realtà sociale che pesa sul quartiere, ma anche l’incredibile vitalità e l’umorismo degli allievi e della sua squadra di assistenti. Tra questi ci sono Moussa, il figo del quartiere, e Dylan, il burlone.Samia si adatta velocemente e trova presto il modo di canalizzare l’energia degli elementi più irrequieti. La sua situazione personale complicata la avvicina naturalmente a Yanis, adolescente vitale e intelligente di cui ha compreso il potenziale. Anche se Yanis sembra rinunciare a ogni ambizione nascondendosi dietro la sua insolenza, Samia investe tutta la sua energia per aiutarlo a tirarsi
fuori dai guai e salvarlo da un fallimento scolastico annunciato, tentando in tutti i modi di spingerlo a proiettarsi verso un futuro migliore.
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magazine
OTTOBRE/NOVEMBRE 2020
bimestrale di economia, finanza, politica imprenditoriale e tempo libero
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