Giorgia

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Musica

Giorgia, 43 anni, è stata riconosciuta come una delle più grandi interpreti internazionali dalla rivista Billboard, che l’ha definita «in grado di avere lo stesso successo anche negli USA»


CAMBIARE È IL SOLO MODO DI EVOLVERE Il successo del Senza Paura tour di Giorgia è inarrestabile. Dopo le date di maggio nei palazzi dello sport e quelle outdoor di luglio, la cantate romana torna a dicembre con altri cinque concerti di Cristiana Zappoli

i dice che la paura sia una brutta bestia. Ci impedisce di vivere realmente le esperienze, di evolverci, di cambiare. Bisogna superarla per evitare che sia lei a decidere per noi. Su questo argomento l’ultimo album di Giorgia è una sorta di dichiarazione di intenti fin dal titolo: Senza Paura. Pubblicato a novembre 2013, due anni dopo il precedente Dietro le apparenze, ha conquistato il doppio disco di platino per le oltre 100.000 copie vendute ed è entrato ripetutamente al primo posto della classifica Top Of The Music Fimi/Gfk degli album più venduti, rimanendo stabilmente nella Top 15 per oltre 45 settimane. I temi ricorrenti dell’album sono la perdita, il cambiamento, la rigenerazione: «Non bisogna aver paura di cambiare, di rinascere», spiega la cantante. «Io sono rinata svariate volte e credo molto nella trasformazione come senso della vita. Ci sono momenti in cui si deve scegliere se sopravvivere e questo richiede un rinnovamento interiore, l’utilizzo e la scoperta delle proprie risorse. Quasi morire e rinascere insomma». Ma il cambiamento fa paura: «il cambiamento spaventa perché nessuno ci ha detto che è un mezzo: l’essere umano, anche se in questo periodo storico non sembra, tende all’evoluzione, alla trasformazione, che senso ha nascere e morire senza essere cambiati affatto? Credo che l’anima percorra la sua esperienza attraverso i tempi e le dimensioni, limitarla sarebbe un vero spreco». Già l’anno scorso, presentando l’album, la cantante romana non aveva lasciato dubbi sul senso del suo nuovo lavoro: «il mio nuovo album rappresenta la voglia di ripartire accantonando le insicurezze, l’ansia per le aspettative che ti crei e ti imponi. Per proporre qualcosa di nuovo, per giocare la carta della ricerca bisogna mettere nel conto anche la possibilità di non essere capiti. Ma se credi in ciò che fai, col supporto della libertà interiore, tutto diventa più facile. Bisogna togliersi di dosso i condizionamenti culturali, familiari e accedere davvero a se

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Il 14 ottobre di quest’anno è uscito nei negozi e sulle piattaforme digitali Senza Paura Limited Gold Edition. Il cofanetto contiene, oltre all’album in studio, anche il CD Live 2014, con 11 successi di Giorgia registrati durante le tappe del Senza Paura tour, e un DVD ricco di contenuti extra, tra cui le immagini delle esibizioni live e i videoclip ufficiali

◗ 14/12 Palapartenope, Napoli ◗ 15/12 Palalottomatica, Roma ◗ 18/12 Teatro Geox, Padova ◗ 20/12 Pala Alpitour, Torino ◗ 21/12 Mediolanum Forum, Milano CONCERTI

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stessi», e bisogna farlo senza paura, appunto. Il 2014 è stato un anno d’oro per Giorgia non solo per il successo del disco: il tour di promozione dell’album, che l’ha già portata nei palazzetti delle principali città italiane lo scorso maggio ed è poi proseguito in versione outdoor nel mese di luglio, torna all’interno dei palazzi dello sport per cinque concerti nel mese di dicembre. Oltre due ore di show che attraversano vent’anni di repertorio: canzoni note ma anche meno note e, per la prima volta live, Giorgia ha eseguito sul palcoscenico Marzo, la canzone dedicata ad Alex Baroni. Qual è il segreto del successo di Senza Paura tour? «Sinceramente… non lo so! Posso dire che in vent’anni di attività il pubblico non ha mai trascurato i miei concerti e quest’anno in particolare, sul palco con me c’è un gruppo di musicisti affiatato e di

alto livello. Inoltre in questo tour ho visto il pubblico che mi segue da vent’anni ma anche un pubblico nuovo. In generale penso che l’esperienza di assistere a un concerto sia quasi terapeutica, si comincia in un modo e si finisce trasformati dalle emozioni!». E il punto di forza dell’album? «Quando un disco piace è perché i pezzi, i suoni, la voce si incontrano in un punto nel momento giusto rispetto a ciò che vive la gente, lo stesso disco fatto in un momento diverso non funzionerebbe alla stessa maniera». Fino a ora qual è stato il momento più bello del tour? «Ce ne sono stati diversi sia a maggio che a luglio. La chiusura di maggio all’Arena di Verona è stato uno dei momenti più magici della mia vita: non ero in forma fisicamente ma poi sul palco, non so come, tutto si è aggiustato».


Da dove comincia quando deve decidere la scaletta dei concerti? «Comincio mettendomi le mani nei capelli! È difficile cercare di privilegiare le canzoni nuove senza tralasciare le canzoni a cui il pubblico è affezionato da tempo. Bisogna anche considerare le dinamiche fra me e i musicisti e il bene del concerto, a volte si sposta un brano in scaletta per motivi di scarpe… anche il cambio d’abito va considerato! E poi c’è da dire una cosa: è impossibile accontentare tutti». Quattro anni fa è nato suo figlio ed è stata assente dal palcoscenico per un po’. È stato difficile dopo tornarci? «Tornare sul palco dopo la nascita di mio figlio mi sembrava una bella prova di coraggio, non sapevo come sarei stata. Il palco rivela tutto di una persona. Ma la voglia è stata superiore al timore. La passione che provo, la sensazione di avere un dono, quella scintilla che si accende in certi momenti quando ho a che fare con la musica hanno vinto rispetto alla paura». Che rapporto ha, in generale, con la paura? «Sono un’esperta! Ho conosciuto molto bene anche gli attacchi di panico e ho imparato che quando arriva la paura è un buon segno, vuol dire che il cambiamento è in atto e l’istinto lo combatte con la paura. Ha la sua utilità ed è parte delle nostre emozioni ma bisogna esserne consapevoli per non lasciarle decidere il nostro destino». Ha rimpianti dal punto di vista professionale? «Sì, qualche occasione l’ho persa. Per esempio quando non andai a cantare per Michael Jackson perché in quel periodo non prendevo aerei o quando rifiutai un duetto con Michael Bublé perché non mi piaceva la canzone scelta. Devo anche dire che in qualche caso ho lavorato con persone che non mi hanno davvero aiutato, ma tutto è utile se serve per capire di più».

Ha un rapporto molto stretto con i suoi fan, un rapporto che dura, con tanti di loro, da vent’anni. Non ha mai il timore di deluderli? «Questa paura sarebbe di intralcio alla sincerità del mio lavoro e della mia ispirazione. Credo che a loro non piacerei più se non fossi autentica, e poi li conosco e so che c'è sempre qualcosa che non andrà bene quindi è inutile preoccuparmene prima!». Nel panorama musicale italiano attuale ha individuato qualche voce “giovane” che le piace particolarmente? «Dai talent sono uscite delle belle voci come Marco Mengoni, Chiara, Francesca Michielin, Diana Winter, Alessandra Amoroso, Emma Marrone, Michele Bravi, Karima». C’è un cantante o una cantante con cui le piacerebbe collaborare ma ancora non c’è riuscita? «L’americana India Aire». In tour con lei è venuto anche suo figlio Samuel. Come è andata? «La prima tournée di Samuel è stata Dietro le apparenze, ma in occasione di Senza Paura, essendo più grande, ha partecipato di più. Avevo molte preoccupazioni ma in realtà è stato più semplice di come la pensavo, è un bambino che si sa adattare molto bene. L’unico problema è che si sveglia presto e in tour questo non va tanto bene…». Il suo compagno Emanuel Lo scrive insieme a lei alcune delle canzoni dei suoi album. Lavorare insieme arricchisce la coppia oppure è un rischio? «Ci siamo conosciuti lavorando insieme e diciamo sempre che se non stessimo più insieme dovremmo comunque continuare a collaborare perché lo facciamo bene, in equilibrio, con rispetto e siamo di ispirazione l’uno per l’altra. La vita quotidiana di coppia invece… è tutta un’altra storia!». ITA EVENTI 45


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