Cinema
a storia sembrerebbe una di quelle (purtroppo) molto comuni nel nostro Bel paese: Antonio Bonocore, praticante in legge che sogna un contratto nel prestigioso studio del suo mentore, l’avvocato di successo Salvatore “Toti” Bellastella. Per lui Antonio fa tutto: assistente, portaborse, autista e perfino cuoco personale, per il momento a fronte soltanto di un rimborso spese che definire misero è un eufemismo. Lo studio è di proprietà di Titti, la moglie di Bellastella, e Titti è un po’ tirata in fatto di soldi e con il marito si è divisa i compiti: lui si occupa della parte legale, mentre lei sta alla cassa e gestisce un patrimonio di milioni di euro, tra ville a Capri, chalet a Cortina e immobili a Londra e New York. Quando Antonio supera brillantemente l’esame di stato, sembra a un passo dall’ottenere ciò per cui ha tanto faticato: diventare socio dello studio con un compenso di diecimila euro al mese. Eppure c’è ancora un ostacolo: Bellastella vuole che Antonio sposi Isabel, la sua amante argentina, per assicurarle la cittadinanza italiana… «Fin dalla stesura del soggetto, spiega Valerio Attanasio, regista e sceneggiatore del film - ho sempre immaginato Il Tuttofare come una sorta di romanzo di formazione comico sull’ingresso di un giovane nel mondo del lavoro: un brillante studente universitario, costretto dalle circostanze sfortunate a scendere a patti con la propria coscienza pur di affermarsi. La trama è la sintesi romanzata di tante vicende di persone che conosco, o di cui sono venuto a conoscenza: l’idea era quella di raccontare questa moderna forma di schiavitù fantozziana che si viene a creare tra un giovane che entra per la prima volta nel mondo del lavoro e il suo capo. Mi sembrava una dinamica universale, in cui molti potevano 70 ITA EVENTI
DISPOSTI A TUTTO PER AFFERMARSI Primo lungometraggio del regista Valerio Attanasio, Il Tuttofare racconta la vicenda tutta italiana di un praticante sfruttato, fino all’estremo, dall’avvocato che dirige lo studio di Clara Dalledonne