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Max Gazzè, 51 anni, nato a Roma, da adolescente si trasferisce in Belgio, dove frequenta la Scuola europea, si dedica al basso elettrico e si esibisce con diversi gruppi nei locali di Bruxelles
FACCIO QUELLO CHE MI PIACE
A
saperli cogliere, i segnali c’erano tutti. Per esempio nel 2012 Max Gazzè aveva presentato L’Uomo Sinfonico, un progetto per il quale aveva rivisitato, insieme all’Orchestra “Roma Sinfonietta”, i suoi più grandi successi. E poi nel 2015, quando nell’album Maximilian aveva inserito una composizione sinfonica, Verso un altro immenso cielo. Non ha mai nascosto la sua passione per la musica classica e qualche esperimento in quella direzione, quindi, lo aveva già fatto. Ma anche cogliendo i segnali, e conoscendo la sua attitudine alla sperimentazione, difficilmente si poteva prevedere fin dove sarebbe arrivato Max Gazzè: Alchemaya, il doppio album uscito a febbraio di quest’anno, è la dichiarazione d’amore del cantautore e musicista romano alla musica sinfonica. Con un unico asterisco, rappresentato dai sintonizzatori: Alchemaya è stata infatti definita dall’artista un’“opera sintonica”, frutto della fusione tra orchestra sinfonica e sintetizzatori. Il primo dei due dischi è un concept album, undici tracce che raccontano una storia attraverso il matrimonio tra la musica classica della Bohemian Symphony Orchestra di Praga, composta da sessanta elementi diretti dal Maestro Clemente Ferrari, e la musica elettronica dei sintonizzatori; il secondo album contiene alcuni successi di Gazzè rivisitati in un inedito riarrangiamento orchestrale, oltre a tre nuovi brani tra cui La leggenda di Pizzomunno e Cristalda, presentato a Sanremo. Si potrebbe pensare che pubblicare un album del genere abbia richiesto una notevole dose di incoscienza. Non è così. Non c’è niente di incosciente in questo album. Al contrario ci sono anni di studio, c’è cultura, c’è passio-
Un tour estivo in Italia e poi il ritorno alle origini con un tour europeo per festeggiare i vent’anni de La favola di Adamo ed Eva: le due anime di Max Gazzè, tra musica classica e pop di Cristiana Zappoli
ne verso la conoscenza. C’è voluto coraggio, questo sì. Max Gazzè, pubblicare un album come Alchemaya è stato un bel rischio non trova? Non mi piace vivere di “rendita”, ho sempre sperimentato nella mia carriera. Per fortuna, finora, mi è sempre andata bene (ride, ndr) All’inizio di quest’anno diceva di voler partecipare a Sanremo perché Alchemaya è un disco complesso, aveva paura che il disco non fosse capito e pensava che la sua partecipazione al Festival avrebbe potuto aiutare il pubblico a comprendere. Oggi cosa può dire a riguardo, il pubblico secondo lei ha capito l’album? Credo che Alchemaya si presti a diverse letture e certamente il Festival ha fatto da megafono a questo progetto. Chi aveva già delle nozioni sui temi che canto, ha ritrovato quelle storie, chi non conosce quegli argomenti ha ritrovato dei bei racconti sulla storia dell’uomo. Il riscontro del pubblico comunque è stato ottimo. Ha ammesso fin da subito che La Leggenda di Cristalda e Pizzomunno ha, come strumento principale, l’orchestra. Con questa premessa il premio dell’orchestra per la miglior composizione musicale un po’ se lo aspettava? In genere non mi aspetto mai nulla ma c’è stato un grandissimo impegno da parte di tutti i Professori d’Orchestra e del Maestro Clemente Ferrari che ha diretto il brano e orchestrato con me Alchemaya. C’erano altre canzoni molto belle in gara, è stata una bellissima soddisfazione. Come sono articolati i concerti del suo tour estivo? Ogni data è un piccolo “evento”. Il concer-
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Max Gazzè al Teatro dell’Opera di Roma dove ha suonato con la Bohemian Symphony Orchestra di Praga, un concertoanteprima del suo progetto Alchemaya
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to è diviso in due atti, come lo stesso album. In una prima parte c’è l’esecuzione dell’opera Alchemaya, nella seconda suono alcuni dei miei brani riarrangiati in chiave sintonica. Il pubblico che ama il Gazzè un po’ più pop si troverà spiazzato ad assistere alle date dell’Alchemaya Tour? Ho fatto alcune date di Alchemaya in importanti teatri in Italia come il San Carlo di Napoli o il Teatro dell’Opera di Roma e devo dire che il pubblico ha apprezzato moltissimo la parte dedicata all’opera originale. Erano totalmente immersi nella storia. Un tour ambizioso che rispecchia un disco ambizioso. Il progetto è temerario, ma alla fine anche fruibile a tutti. Racconto semplicemente delle storie. L’orchestra e i sintetizzatori ne fanno un’opera progressive. Max Gazzè ha un’anima più classica o più pop? Convivono in me entrambe queste anime. Come è stata formata l’Alchemaya Symphony Orchestra? Mi piaceva dare un’identità a tutto il progetto, per questo è nato il nome Alchemaya Symphony Orchestra. Si tratta di eccellenze che fanno parte della Ensemble Symphony Orchestra, una delle orchestre più conosciute nel panorama artistico nazionale grazie ai molti progetti a cui ha partecipato e agli artisti di fama internazionale con cui ha collaborato.
Era molto tempo che pensava di collaborare con un’orchestra in questo modo? In fondo non ha mai nascosto di amare la musica sinfonica… Sì, ho sempre amato la musica sinfonica e lavorare con un’orchestra mi ha permesso di spaziare tra strumenti diversi. Il tour la sta portando in alcune delle location italiane più belle. È emozionato? Certamente è un’emozione portare la propria musica, con una grande orchestra, in questi luoghi “sacri”. Restando in tema di sacralità: il primo disco di Alchemaya parla di creazione, s’ispira a diversi manoscritti religiosi e sembra nascere da una profonda ricerca spirituale. Lei dove trova il sacro? Non lego la parola “sacro” necessariamente a un concetto religioso. L’etimologia suggerisce che il sacro è qualcosa d’Altro, di separato dal mondo degli uomini, che non può essere avvicinato senza pericolo, e tuttavia attira l’uomo verso di sé. Per fare un disco come Alchemaya ci vuole una cultura notevole, e non intendo solo musicale: dentro c’è filosofia, storia, mito, religione e molto altro ancora. Da dove arriva tutta questa sete di conoscenza? Lei sembra un uomo interessato a tutto e capace di parlare, con cognizione di causa, di quasi tutto. Sono molto curioso. La stessa opera Alchemaya nasce
◗ 07/08 Arena Sferisterio, Macerata ◗ 25/08 Teatro Antico Taormina ◗ 02/09 Arena di Verona ALCHEMAYA TOUR
LA FAVOLA DI ADAMO ED EVA TOUR
◗ 18/10 Café de la danse, Parigi ◗ 19/10 VK Concerts, Bruxelles ◗ 21/10 02 Shepherds Bush Empire, Londra ◗ 23/10 The Academy, Dublino ◗ 24/10 Sugar Factory, Amsterdam ◗ 25/10 Lido, Berlino ◗ 08/11 Jerusalem Pop & Rock, Valencia ◗ 09/11 Shokolive, Madrid ◗ 10/12 Sala Apolo, Barcellona
Foto Cecchetti
CITTADINO ONORARIO DI VIESTE Max Gazzè ha aperto il suo tour Alchemaya con una speciale anteprima in una location particolarmente suggestiva: il 31 luglio ha tenuto un concerto-evento a Vieste, davanti al famoso monolite Pizzomunno, ormai il simbolo indiscusso della città di Vieste e protagonista de La leggenda di Cristalda e Pizzomunno, brano portato con successo da Gazzè sul palco del Teatro Ariston nell’ultimo Festival di Sanremo. Erano presenti tremila persone e nell’occasione Gazzè ha ritirato anche la cittadinanza onoraria di Vieste, conferitagli proprio per l’attenzione che ha acceso su quella terra con l’amatissimo brano sinfonico.
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Max Gazzè sul palco del Festival di Sanremo 2018: era alla sua quinta apparizione al Festival. Il debutto è stato nel 1999 nella categoria Nuove Proposte con il brano Una musica può fare
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da trent’anni di studi e ricerche legate all’origine dell’uomo e al mondo. Mi piace conoscere e scoprire sempre cose nuove. Club, teatri, grandi arene: qual è il suo palcoscenico ideale? Ognuno di questi spazi ha una sua identità che va rispettata. Io amo la musica in ogni sua forma. Dopo il tour estivo in Italia partirà per un tour all’estero molto diverso, però, dall’Alchemaya tour. Sarà sui palchi di tutta Europa con La Favola di Adamo ed Eva tour. Perché questa scelta? La favola di Adamo ed Eva è stato un album molto importante per la mia carriera. Quest’anno compie vent’anni e insieme al mio manager, Francesco Barbaro, volevamo fare qualcosa che potesse celebrare questo anniversario, così abbiamo pensato al tour eu-
ropeo. Riprenderò il basso, dopo le date di Alchemaya e, insieme alla mia band storica, riproporremo esattamente la scaletta di quel disco. Sicuramente ci divertiremo molto. Lei ha vissuto all’estero parecchio tempo: come si trova a suonare all’estero? Il rapporto con il pubblico è differente? Mi piace vedere crescere il pubblico di data in data quando torni in uno stesso posto dopo un po’. Ma il rapporto con il pubblico è sempre bellissimo. Se dovesse descrivere il momento professionale che sta vivendo adesso, come lo descriverebbe? Sono contento, faccio quello che mi piace fare. È orgoglioso di sé stesso e dei risultati che ha ottenuto fino a oggi? Sono contento di quello che ho fatto, non ho mai fatto nulla che non volessi.