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NON FERMIAMOCI AI GRANDI NOMI di Claudia Conforti
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Perché in Italia le grandi opere vengono affidate ad architetti famosi, possibilmente stranieri, e non si punta sulle università e sulle giovani generazioni
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ISSN
1827-8817
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SUPPLEMENTO DI ARTI E CULTURA DEL SABATO
Non svaligiamo il nostro futuro di Gennaro Malgieri Roberta Gambarini alla Casa del jazz di Adriano Mazzoletti
orta tra contrasti e opposizioni, la Law Library, di Norman Foster a Sidgwick Site, il quartiere dei nuovi dipartimenti di Cambridge, ha superato il decennio, ma il tempo non ha mitigato il rifiuto della comunità per questa architettura. In linea con la tendenza dell’architettura internazionale, l’edificio di Foster è spettacolare, enigmatico e autoreferenziale. Colossale semicilindro bianco disteso sull’erba, è innervato da una struttura reticolare, rivestita da superfici vetrate lattiginose che schermano la grande hall di ingresso. Il trattamento esterno è metallico e opaco in corrispondenza dei depositi dei libri, e serialmente finestrato dove si trovano gli uffici del dipar-
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NELLE PAGINE DI POESIA
W.B. Yeats Il ritorno e l’eternità di Roberto Mussapi
timento. Un’iperbolica pensilina triangolare, che termina su un sottilissimo pilastro metallico enfatizza l’ingresso. L’interno è immerso in una luce chiara e soffusa, che invita al silenzio e alla concentrazione. Passati dieci anni dall’inaugurazione, la mole di acciaio e vetro di Foster ha conservato intatta la sua indifferenza all’ambiente, come un levigato oggetto di design dimenticato da un collezionista distratto. A essa è imputabile il permanente rifiuto che la divide dalla comunità di Cambridge. Dieci anni sono un tempo sufficiente per un bilancio su un’architettura? Credo di no: è il tempo lungo che fissa il valore delle opere. continua a pagina 2
Gabriele d’Annunzio a settant’anni dalla morte di Francesco Napoli I fratelli Coen tradiscono McCarthy di Anselma Dell’Olio
Con Castiglione alla corte di Qianlong di Marco Vallora