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mobydick

INSERTO DI ARTI E CULTURA DEL SABATO

di Nicola Fano ire che fatta l’Italia ci fossero da fare gli italiani era solo una mezza verità. D’Azeglio sapeva che l’Italia come entità geografica preesisteva all’idea stessa di Risorgimento. E sapeva che a quell’idea preesisteva un complesso e articolato concetto identitario (culturale e linguistico) chiamato Italia. Di Dante e della sua meravigliosa utopia sappiamo tutto (e pure D’Azeglio lo sapeva). Ma il fatto è che molto prima del Risorgimento l’Occidente sapeva a che cosa si era riferito Dante: tanto per dire, Shakespeare parla di «Italia» e di «italiani» assai spesso. E non solo per definire gli infingardi in Otello o i preti in Enrico VIII. E se lo sapeva Shakespeare era perché lo sapeva il suo pubblico a volte anche rozzo e ignorante del primissimo Seicento inglese; figurarsi gli uomini informati e di cultura! Questo per dire che la mitica massima di D’Azeglio era «a effetto» ma molto ambigua: Italia e italiani erano già bell’e fatti. Semmai andavano educati. A questo, appunto, all’educazione degli italiani avrebbero pensato i migliori intellettuali di questo nostro meraviglioso e contraddittorio Paese. I quali dalla metà dell’Ottocento fino agli anni Settanta dello scorso secolo si sono preoccupati non solo di unire il popolo e di educarlo e di informarlo, ma anche di dargli l’opportunità di valutare la ricchezza prodotta dall’Unità a fronte della povertà indotta dalla Disunità. Insomma: in quest’ottica il catechismo laico prodotto da Cuore di De Amicis equivale all’acculturazione di massa propugnata Con dalla Rai di Bernabei; l’emotività artistica condivisa il suo mitico di Grassi-Strehler manuale operò

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Omaggio a Pellegrino Artusi cent’anni dopo

una rivoluzione democratica: annullare i privilegi che fino ad allora l’arte culinaria custodiva e fornire a tutti le stesse opportunità di mettere insieme, in modo soddisfacente, corrisponde alil pranzo l’utopia educativa di con la cena Giovanni Gentile, ecc. Gli

L’ITALIA FATTA DALLE MASSAIE Parola chiave Multiculturalismo di Sergio Belardinelli Adele, se il soul ha il cuore rotto di Stefano Bianchi

NELLA PAGINA DI POESIA

Gli azzardi di Boine, maestro in ombra di Francesco Napoli

Benjamin e l’incantesimo dell’omino gobbo di Vito Punzi 127 ore e 99 minuti à bout de souffle di Anselma Dell’Olio

esempi possono essere molti e varii: ma forse uno di quelli sui quali ci si è soffermati di meno è l’idea di «massaia italiana ideale» accarezzata a lungo da Pellegrino Artusi. Senza ago e filo ma con casseruole e padelle. E allora proviamo a vedere l’Italia da questa prospettiva. La Scienza in cucina e l’Arte di mangiare bene di Pellegrino Artusi uscì per la prima volta nel 1891 a spese del proprio autore il quale su se stesso fece il migliore degli investimenti dopo molte disavventure editorial-letterarie (ma questo lo vedremo a suo tempo).

Le Madonne operose del devoto Vitale di Marco Vallora


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