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INSERTO DI ARTI E CULTURA DEL SABATO
SALVATORES Da ieri nelle sale
FORMATO FAMIGLIA di Anselma Dell’Olio
er amor di patria si scrive poco di cinema italiano in questa rubrica. È schermo del primo per entrare nel secondo. In Bellissima di Luchino Visconti, Bello piacevole perciò poter condividere il divertimento per Happy Faun vero regista (Alessandro Blasetti) fa il casting per una bambina che deve recitare in un suo film finto. Anna Magnani impersona una madre mily, il nuovo film di Gabriele Salvatores (Mediterraneo, Io è l’aggettivo nel vero film di Visconti, che porta la figlioletta (una vera attrice non ho paura). La storia è più ambiziosa nella costruzioche si addice ad “Happy nel vero film di Visconti) a fare un provino per il ruolo prinne che nei contenuti, poiché è un metatesto in cui il protafamily”, un metafilm cipale nel falso film di Blasetti. Ci sono infinite variagonista è anche lo sceneggiatore del film, come lui zioni per fare cinema che si rivela come tale in stesso ci comunica, parlando direttamente al in cui protagonista e sceneggiatore corso d’opera. Si diceva che è rischioso: svepubblico. Tirare giù la «quarta parete», quel sono la stessa persona. Girato con maestria, delicato lando il trucco, si rischia di rompere definitidiaframma virtuale che per tacito accordo esie divertente, ha tempi e ritmi perfetti. vamente l’incanto o «sospensione d’incredulità» ste tra il pubblico in sala e gli attori sulla scena, è azzardato e a rischio di fallimento, ma non è una novità. che ogni narrazione inventata richiede, perché chi assiUn’esplosione di energia vitale Senza aggrovigliarci nella teoria, basti dire che «metacinema ste possa calarsi in un mondo di fantasia. La sceneggiatura di color rosso che è fiction che medita su se stessa senza smettere d’essere fiction». Happy Family è di Alessandro Genovesi, nasce come testo teatraricorda Klee... le, e né l’autore né il regista hanno interesse a fare uno sterile gioco inLo ha fatto con successo Woody Allen in La rosa purpurea del Cairo, in tellettuale di «decostruzione» del testo. cui c’è un film «finto» nel film «vero», con personaggi che scendono dallo
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