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SUPPLEMENTO DI ARTI E CULTURA DEL SABATO
CANTAMI, O MUSA,
di Pier Mario Fasanotti
Borghi, quartieri, piazze, bar... La letteratura italiana continua ad alimentarsi di storie e luoghi piccoli che diventano grandi. Un filone antico che trova nuova linfa vitale negli scrittori di oggi
Parola chiave Relativismo di Roberto de Mattei
9 771827 881301
80531
ISSN 1827-8817
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DELLA PROVINCIA…
Dacia Maraini e gli orrori del ‘900 di Maria Pia Ammirati
provinciali sono tornati. E c’è da brindare. Sì, perché la letteratura italiana si alimenta di storie in apparenza piccole, marginali, e si fa grande così. La sua linfa più autentica non è mai stata quella che corre sotto le vie delle grandi città. Salvo splendide eccezioni. Sono il borgo, il quartiere, la piazza con il bar e il biliardo a lanciare fasci di luce sull’essenza dell’uomo, a rivelare vizi e virtù della vita domestica. E a sua volta i cortili, i tinelli, gli androni di vecchi palazzi, il porticciolo quando c’è, riflettono la storia con la esse maiuscola, che sta alle spalle e penetra, s’infiltra come la luce attraverso le persiane. Il revival di storie di provincia si fa più forte. La prima sorpresa, un’ottima sorpresa, viene dall’editore Sellerio che ha appena pubblicato il roman-
I
NELLE PAGINE DI POESIA
Il tatuaggio di Calipso di Roberto Mussapi
zo di Carlo Flamigni, noto più come medico che non come narratore. S’intitola Un tranquillo paese di Romagna e nelle prime pagine raggruma la peculiarità umana di chi è o si tiene lontano dalle sbiadite e frustranti metropoli. È la storia dei Casadei, famiglia strana a partire da Primo, un pasticcione con la testa nelle nuvole e nei libri, e da sua moglie Maria, bella cinese che ha imparato a parlare il romagnolo invece che l’italiano. Primo, un buon uomo anche se ogni tanto «perdeva la testa dietro a un paio di tette», decide di trasferirsi in una casa di collina. Un clima che dovrebbe favorire l’ispirazione per «una specie di torero con l’aria da intellettuale».
Per decifrare la Sfinge Russia di Vittorio Strada I turbamenti di Charlie e la Cecenia di Sokurov di Anselma Dell’Olio
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Mona Hatoum in mostra a Ferrara di Marco Vallora