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INSERTO DI ARTI E CULTURA DEL SABATO
Addio a José Saramago
L’INTELLETTUALE SCOMODO di Pier Mario Fasanotti
stato poeta, critico letterario e giornalista fino al 1974, quando nel teresse per il teatro e la forte vis polemica contro gruppi di potere corrotPortogallo scoppiò la famosa “Rivoluzione dei garofani” e il ti e opprimenti e leader politici che egli accusava di insipienza e inIndiscusso Paese conobbe finalmente la democrazia dopo i decenni tolleranza, Saramago ci abituò al suo mondo allegorico, surreadel regime totalitario di Salazar. Fu a quel punto che le, un mondo che penetrava nelle pieghe della storia magari protagonista José Saramago, nato nel 1922, figlio di un agricoltore ribaltandone i canoni interpretativi. Quel che gli intedel Novecento letterario, che diventò poi poliziotto, studi interrotti, diffiressava era il percorso sia intimo sia sociale delil Premio Nobel portoghese coltà economiche sulle spalle, decise di dedil’uomo, fosse un povero Cristo o lo stesso Cricarsi ai romanzi. Una strada che lo portò a sto del suo Il Vangelo secondo Gesù. Prenha continuato a scrivere poesie, critiche Stoccolma nel 1897 per ritirare il premio deva a schiaffi la punteggiatura, non usava e romanzi sino quasi alla fine. Nobel. Da ragazzo autodidatta e povero a genio le virgolette per delimitare i dialoghi, che pur della letteratura del Novecento. Harold Bloom, uno c’erano ed erano tanti, il segno dell’interrogativo il Con la stessa lucidità dei critici più famosi del mondo, ha detto di lui qualche lettore doveva intuirlo. Paragrafi lunghissimi, ma il suo e vis polemica anno fa: «È il romanziere maggiormente dotato di talento antesto, una volta che entri dentro, ci afferra la mente abituandi sempre cora in vita. Il Maestro è uno degli ultimi titani di un genere lettedola a un ritmo che in musica potrebbe essere definito mozartiano. rario in via di estinzione». Senza mai abbandonare la vena poetica, l’in-
È
Parola chiave Calcio di Gennaro Malgieri Quel che resta di Irène Némirovsky di Gabriella Mecucci
NELLA PAGINA DI POESIA
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Ali e radici: cent’anni di Zegna di Roselina Salemi