12_13

Page 1

Poste italiane s.p.a. Spedizione in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1; comma 1 - Roma • Non acquistabile separatamente da liberal

mobydick

SUPPLEMENTO DI ARTI E CULTURA DEL SABATO

Speciale Strenne

9 771827 881301

81213

ISSN 1827-8817

Dalla libertà di Berlin alla sedia di Wittgenstein di Giancristiano Desiderio Bob Dylan inedito e gli intrighi dei Rat Pack di Stefano Bianchi

LIBRI CONTRO LA CRISI

NELLE PAGINE DI POESIA

Josif Brodskij l’accordo segreto tra l’essere e il cosmo di Filippo La Porta

Amico romanzo la narrativa di Natale di Pier Mario Fasanotti Marilyn, la diva che incantò il mondo di Pietro Salvatori

di Nicola Fano erto, se bastasse un libro per risolvere la crisi economica, la nostra non sarebbe la società infelice che è. Ma almeno comprare un libro a Natale ha tre vantaggi. Intanto si spende - mediamente - poco, il che non è male, in tempi di magra. Poi, si dà sostegno diretto a un settore, quello genericamente culturale, che rischia di venire spazzato in quanto inutile, iproduttivo e, in ultima analisi, superfluo. Ma il terzo motivo è quello più importante. Il crollo delle economie mondiali ha molto a che vedere con la cultura. O, meglio, con l’assenza di cultura. Ormai lo sanno anche i sassi: tutto è cominciato con una colossale truffa ben ordita che ha consentito a molte finanziarie Usa di vendere mutui apparentemente vantaggiosissimi a chi palesememnte non aveva la possibilità di restituire i denari ottenuti. Quelle finanziarie, poi, hanno a propria rivenduto i mutui insicuri - spacciandoli per sicuri a molti colossi bancari. E le banche alla fine si sono trovate esposte per milioni di dollari che non sono rientrati. Bene, perché è un problema culturale? Perché in tutto questo caos hanno giocato un ruolo importante l’immoralità delle finanziarie spregiudicate e l’ignoranza di chi si è fidato di loro. È troppo pensare che un libro in più avrebbe potuto colmare i vuoti di moralità e conoscienza degli attori di questo crack? No, non è troppo se si considera che moralità e conoscenza sono pilastri fondamentali della cultura e che il loro deficit è una della maggiori emergenze della nostra infelice società. Leggere insegna a riflettere e a discernere, a esercitare lo spirito critico e soprattutto a capire il mondo. E poi leggere aiuta a mettere in moto la curiosità. Leggere, in genere: ecco perché, per Natale, regalare un libro è una buona idea.

C

Picasso, De Chirico e il genio di Munari di Marco Vallora


strenne

pagina 2 • 13 dicembre 2008

storia

Don Chisciotte? Piaceva anche a Hitler di Massimo Tosti libri di storia hanno un vantaggio sui romanzi (e sui prodotti alimentari): non hanno una data di scadenza. Fatta eccezione per i classici, un romanzo resta sugli scaffali di una libreria per uno o due mesi al massimo. I libri di storia fanno eccezione: non sono soggetti a usura. Si possono acquistare, decidendo di lasciarli riposare fino a quando non arriva il momento opportuno per sfogliarli, consultarli, leggerli. Un grande scrittore dell’Ottocento, Alexandre Dumas - che pure doveva la sua fortuna letteraria a un romanzo di ambientazione storica (I tre moschettieri) - disse un giorno che «i libri di storia li leggono soltanto gli storici, quando correggono le bozze». Un paradosso, smentito dai fatti. Dal secolo scorso l’interesse dei lettori si è moltiplicato, proprio in ragione dei grandi e terribili eventi che hanno indotto un pubblico sempre più maturo a cercare nel passato - prossimo o remoto - le ragioni dei conflitti (politici, religiosi, ideologici o militari) che si erano abbattuti sull’umanità. Con un qualche ritardo rispetto ad altri Paesi, anche in Italia i libri di storia sono diventati un grande affare editoriale. Si moltiplicano, con progressioni da capogiro, le case editrici e le collane riservate unicamente a questo specifico argomento. I libri di storia in commercio sono più di trentamila e nella produzione libraria complessiva la storia occupa il terzo posto, dopo la narrativa e la saggistica (scientifica, giuridica ed economica).

I

Questa premessa aiuta a capire come in un settore vitale come questo, gli editori non si preoccupino eccessivamente di sfruttare le vetrine natalizie. Esistono i film-panettone, i romanzi-panettone, persino una saggistica editoriale che sfrutta il mercato delle strenne. La Storia è, in qualche modo, estranea a questo mercato. I titoli escono senza tener conto del calendario. E rimangono sugli scaffali per molti mesi (talvolta per anni). Una guida all’acquisto deve tuttavia tener conto delle novità. L’editore più facondo, quest’anno, è Mondadori, con almeno quattro titoli degni di attenzione: Il giorno della battaglia di Rick Atkinson (30,00 euro); L’apocalisse della modernità di Emilio Gentile (27,00 euro); La biblioteca di Hitler di Timothy W. Ryback (19,00 euro); La strana guerra di Arrigo Petacco (19,00 euro). Il libro più curioso è sicuramente quello di Ryback, che rivela un aspetto parzialmente sconosciuto del dittatore nazista, lettore onnivoro, che aveva messo insieme una biblioteca di sedicimila volumi, e si vantava di leggere un libro ogni notte. Leggere molto (e leggere troppo) non fa bene, è stato il commento di molti critici, scorrendo i titoli dei volumi presenti nella biblioteca del Führer, che amava Shakespeare e dimostrava uno spiccato interesse per le Sacre Scritture, studiava i testi filosofici di Fichte, di Schopenhauer e Nietzsche, adorava Don Chisciotte, Robinson Crusoe e La capanna dello zio Tom. Il giorno della battaglia ricostruisce - con il rigore dello storico, ma anche con la capacità narrativa del grande giornalista (Atkinson è stato vicedirettore del Washington Post e ha vinto due premi Pulitzer) la campagna d’Italia delle truppe angloamericane nella seconda guerra mondiale, dallo sbarco in Sicilia a quello di Anzio, fino alla liberazione di Roma. «Perché ci avete messo tanto? chiedevano gli italiani, e la risposta non poteva che essere una sola: perché tanti di noi sono morti per liberarvi». Del secondo conflitto mondiale si occupa anche Petacco nella Strana guerra, rivelando come, nel 1939, in molti ambienti politici ed economici occidentali prevalesse l’idea che il nemico da battere fosse Stalin, e non Hitler. Emilio Gentile, in L’apocalisse della modernità ricostruisce il dramma (culturale, oltre che umano) della prima guerra mondiale: «Quando la Grande guerra iniziò, l’uomo europeo era orgoglioso di appartenere a una civiltà trionfante ovunque nel mondo.

MOBY DICK e di cronach

di Ferdinando Adornato

Direttore Responsabile Renzo Foa a cura di Gloria Piccioni

Quando cessò, aveva perso l’orgoglio della propria superiorità, ed era angosciato dalla visione di un futuro senza speranza». Questa tragedia travolse, in primo luogo, le coscienze degli artisti e degli intellettuali, che - all’inizio - avevano invocato la guerra, e alla fine si fecero interpreti dell’angoscia provocata da essa.

Il Novecento è il protagonista della maggior parte dei libri di storia usciti negli ultimi mesi. Laterza ha pubblicato un saggio di scienza politica di Robert Service, professore di Storia russa alla Oxford University (Compagni, storia globale del comunismo nel XX secolo, 28,00 euro) che può essere definita la prima storia del comunismo in prospettiva mondiale, attraversata da un filo rosso di sangue: «In tutti i casi in cui il comunismo è rimasto al potere abbastanza a lungo, ha eliminato o tarpato le ali ai partiti politici rivali. Ha attaccato la religione, la cultura e la società civile e calpestato ogni rivendicazione nazionale di indipendenza». Ha rinchiuso i dissidenti nei campi di lavoro, ha proclamato l’infallibilità della propria dottrina, ha bloccato le frontiere, ha allungato la propria ombra su ogni aspetto della vita sociale. La Rizzoli ripubblica due libri che vale certamente la pena di leggere. Il primo è di uno dei capifila del cosiddetto revisionismo storico, Ernst Nolte è presente sugli scaffali con La Trentamila sono i libri in commercio dedicati Guerra civile europea 1917-1945 (13,00 eualla comprensione del Passato. ro), un lungo saggio che mette in relazione tra loro bolscevismo e nazismo, presentanMa il Novecento è il secolo più gettonato. doli come fenomeni interdipendenti, origiSi va dalla biblioteca del Führer, nati da un clima sociale storico-politico coalle due guerre mondiali, al comunismo mune. La seconda guerra mondiale è così per Nolte una vera e propria «guerra civile», visto nelle sue ripercussioni internazionali risultante dell’incontro e dello scontro tra le due ideologie totalitarie. Il secondo Vent’anni e un giorno - è un libro di memorie di uno dei protagonisti del fascismo, Giuseppe Bottai (considerato il più aperto, e il più critico nei confronti del regime, come dimostrò nella direzione della rivista Primato, che raccolse il meglio degli intellettuali dell’epoca, che sarebbero poi passati all’antifascismo). Pubblicato per la prima volta nel 1949, il libro viene riproposto oggi (10,20 euro) con un saggio introduttivo di Giordano Bruno Guerri, che tornerà in libreria fra un paio di mesi con la biografia di Filippo Tommaso Marinetti, il padre del futurismo. La rivista di Bottai ispirò un paio di anni fa I redenti di Mirella Serri, presente quest’anno con un nuovo saggio - I profeti disarmati (Corbaccio editore, 18,00 euro) - che rievoca la soppressione del dissenso all’interno dell’antifascismo, voluto e imposto dal Pci nell’immediato dopoguerra. Angelo Del Boca è l’autore del Mio Novecento (Neri Pozza editore, 19,00 euro) che racconta non soltanto i due conflitti mondiali, ma anche i massacri consumati in Africa e in Asia, le guerre locali e le pulizie etniche, l’allargamento della forbice fra paesi ricchi e paesi poveri. Per chi ama la storia in generale, e non soltanto quella dell’ultimo secolo, Garzanti ha pubblicato Quando l’Europa è diventata cristiana (23,00 euro) di Paul Veyne, uno dei massimi studiosi dell’antichità, che rievoca la conversione di Costantino al cristianesimo e la rivoluzione politica, culturale e religiosa, che condusse alla cristianizzazione dell’impero.Veyne offre così una riflessione documentata e a tratti provocatoria sul rapporto tra ideologia e religione, tra monoteismo e psicologia, tra storia e politica.

Progetto grafico di Stefano Zaccagnini Impaginazione di Mario Accongiagioco Società Editrice Edizione dell’Indipendente s.r.l. via della Panetteria, 10 • 00187 Roma Tipografia: edizioni teletrasmesse Editrice Telestampa Sud s.r.l. Vitulano (Benevento)

Distributore esclusivo per l’Italia Parrini & C Via di Santa Cornelia, 9 • 00060 Formello (Roma) Tel. 06.90778.1 Diffusione Ufficio centrale: Luigi D’Ulizia 06.69920542 • fax 06.69922118 Abbonamenti Gaia Marcorelli 06.69924088 • fax 06.69921938

Registrazione Tribunale di Salerno n. 919 del 9-05-95 ISSN 1827-8817 La testata beneficia di contributi diretti di cui alla legge n. 250/90 e successive modifiche e integrazioni via della Panetteria 10 • 00187 Roma Tel. 06.69924088 - 06.6990083 Fax. 06.69921938 email: redazione@liberal.it Web: www.liberal.it


MobyDICK

13 dicembre 2008 • pagina 3

filosofia

Dalla libertà di Berlin alla sedia di Wittgenstein di Giancristiano Desiderio ice il luogo comune: la filosofia è la scienza delle nuvole. Una cattiveria, perché nessuno è mai riuscito a fare a meno della filosofia. Certo, della filosofia dei professori e delle cattedre ne abbiamo piane le tasche. Ma dell’amore e dell’odio, del bene e del male, della ragione e del cuore forse qualcuno riesce a fare a meno? I titoli in libreria sono più che mai filosofici. Qualcuno a caso: Perché dobbiamo dirci cristiani di Marcello Pera (Mondadori), Prendersi sul serio di Harry G. Frankfurt (Rizzoli), Filosofia delle nuvole di Luca Mercalli (Rizzoli), Ego sum di Jean-Luc Nancy (Bompiani), Libertà di Dario Antiseri e Giulio Giorello (Bompiani), Cabaret Voltaire di Pietrangelo Buttafuoco (Rizzoli), Il pensiero delle piccole cose di Francesca Rigotti (Apogeo), Stoici Romani Minori nei Classici Bompiani e mi fermo qui per non riempire tutta la pagina con titoli. Anzi, no, fatemi segnalare ancora un altro classico come Diritto e morale di Sergio Hessen (Armando) e Oasi del gioco di Eugen Fink (Raffaello Cortina). Se la filosofia è sulle nuvole perché non solo si scrivono ma si pubblicano anche tanti libri di nuvole?

D

Marcello Pera, Dario Antiseri, Giulio Giorello hanno qualcosa in comune.Tutti si definiscono liberali. Ma con qualche differenza. Se fossero chiamati a discutere insieme, Giorello direbbe di essere libero e di non ritrovarsi in nessuna chiesa, mentre Antiseri direbbe che è libero proprio perché cattolico e dunque non assolutista, e a sua volta Pera accentuerebbe la famosa litote di Benedetto Croce, Perché non possiamo non dirci cristiani, dicendo che dobbiamo dirci cristiani perché i valori liberali affondano le loro radici nella civiltà cristiana. Non è qui ora il caso di discutere le rispettive posizioni dei tre filosofi italiani, ma vale la pena sottolineare come il tema della libertà - sia quella filosofica sia quella civile - sia al centro degli interessi di pensatori che non rifiutano di incrociare penna e parola in pubblici dibattiti. Ora, non ce ne voglia nessuno dei tre, ma in tema di libertà suggeriamo di acquistare per Natale - facendo un regalo o facendosi un regalo - un libro appena pubblicato da Adelphi: A gonfie vele di Isaiah Berlin, il volume che raccoglie le lettere giovanili di sir Isaiah dal 1928 al 1946. A riprova di quanto abbiamo detto - che la filosofia non è attività acchiappanuvole, ma cosa vitale e concreta - si pensi che Berlin considerava un punto saldissimo della sua filosofia liberale l’impossibilità di rispondere in modo unico e universale alla domanda «Come devo vivere?». Per questa domanda, che è palesemente diversa da domande di altro tipo, ad esempio, «Dov’è la luna?» o «Che cos’è l’acqua?» o «Come funziona il computer con cui sto scrivendo?», nessun uomo ha la risposta giusta per tutti gli altri suoi simili. Da qui, in fondo, discende la nostra libertà: perché alle domande di senso, che

20 o 30, ma comunque un numero finito. Il pluralismo sa che le risposte possono essere diverse e in conflitto, ma saranno a ogni modo comprensibili. Noi ci opponiamo a un modo di vivere diverso dal nostro - l’Islam, ad esempio - proprio perché lo comprendiamo: in quanto comprendiamo non condividiamo. La stessa cosa accade con noi a partire da loro: anche gli islamici comprendono e non condividono. La differenza tra la cultura islamica e la nostra cultura occidentale è che noi siamo pluralisti, ossia viviamo in base al primato della libertà e delle libertà civili, loro sono monisti e ritengono che alla domanda «Come vivere?» si debba rispondere tutti allo stesso modo.

A smentire il luogo comune che la filosofia è la scienza delle nuvole, molte le proposte per riflettere su questioni tutt’altro che astratte. Il tema della libertà è al centro degli interessi di molti pensatori: come Pera, Antiseri e Giorello, Buttafuoco e Isaiah Berlin

sono diverse dalle domande fattuali e da quelle metodiche, gli uomini rispondono in maniera diversa in tempi diversi e luoghi diversi. Ma se Berlin si fermasse a questa semplice constatazione, allora, sarebbe un semplice relativista, invece non lo fu. Fu un pluralista e ci teneva a specificarne la differenza. Perché è relativismo «A me piace il tè a te piace il caffè», come è re-

lativismo «A me piace andare in montagna e a te piace andare a mare», ma il discorso su come vivere e dunque sui valori umani non riguarda il tè e il caffè, il mare e la montagna, bensì il bene e il male, la politica e la libertà e le forme che queste attività umane assumono nella storia. Trattandosi di attività umane non saranno infinite, ma di numero finito, un numero che potrà essere 10 o

Al tema sul rapporto tra Islam e Occidente è dedicato il libro di Buttafuoco. Ora, se c’è una cosa che questo libro ha in comune con il pluralismo liberale è la critica a Voltaire. Per apprezzare e comprendere il pluralismo bisogna svolgere una critica della ragione dell’Illuminismo - impersonata appunto da Voltaire che è rigidamente monista sul piano politico ed etico, nonostante la tolleranza. Voltaire credeva che la storia umana fosse solo l’affermazione progressiva dei lumi e là dove non incontrava i lumi riteneva di non riconoscere civiltà e umanità, ma solo oscurità e oscurantismo. Ben altra visione della storia, invece, avevano dei contemporanei di Voltaire, ad esempio Vico e Heder ai quali Berlin s’ispira per ricavare il suo solido pluralismo politico e culturale. La critica di Buttafuoco aVoltaire e, per suo conto, all’Occidente illuminato dal solo Illuminismo e così accecato da troppo presunta luce, è una critica giusta. Ma poi Buttafuoco eccede e comincia a scantonare e mette insieme le pere con le mele e, soprattutto, chiede troppo al lettore e troppo poco a se stesso. Tutto sommato, la vecchia coppia di Cartesio, chiarezza e distinzione, è una buona regola di scrittura che, purtroppo, Buttafuoco troppo spesso non rispetta. Viene voglia così di leggere un libretto che parli di piccole cose, piuttosto che di massimi sistemi. E se la Pulsatilla delle Lettere a Babbo Natale è pretenziosa e anche noiosa, la pentola di Platone, le scarpe di Heidegger, l’ombrello di Nietzsche, la sedia di Wittgenstein sono invece tutte cose piccole e umili che ti danno da pensare con piacevole spontaneità. La filosofa Rigotti ritiene che ci sia un «pensiero delle cose» non solo nel senso di «pensiero sulle cose», ma anche e soprattutto di «pensiero delle cose», come se le cose pensassero. Un libretto delizioso, appena 82 pagine, che è un ottimo dono per chi crede che la filosofia abiti sulle nuvole. Sembra quasi un libro di favole filosofiche. Insomma, c’è un ottimo Natale in buona compagnia.


pagina 4 • 13 dicembre 2008

rock pop

musica Bob Dylan inedito strenne

e gli intrighi dei Rat Pack di Stefano Bianchi scoltare, guardare, leggere. Sotto l’albero di Natale, la musica si merita un posto d’eccellenza. Tell Tale Signs - Rare And Unreleased 19892006 (Columbia, 142,90 euro), è il box di 3 cd e un libro di 150 pagine dedicato alle ultime fasi del folkrock marchiato Bob Dylan con brani inediti, canzoni tratte da colonne sonore e registrazioni live. Da un’icona all’altra, riscoprendo in restyling Jailhouse Rock, Don’t Be Cruel e Heartbreak Hotel, Elvis Presley viene omaggiato con Re:Versions (Edel, 18,90 euro), raccolta di 11 successi remixati dal disc-jockey Spankox e approvati dalla Elvis Presley Estate. Nel 1983, gli U2 suonarono in America e in Germania documentando il top di quei concerti con Under A Blood Red Sky (Island, 32,90 euro), che viene riproposto in un cofanetto deluxe con cd (8 brani: da Gloria a “40”) e dvd (17 pezzi filmati a Denver). Weller At The Bbc (Island, 51,90 euro), è invece il modo migliore per apprezzare il repertorio rock/melodico griffato Paul Weller.

A

Quattro cd per 74 brani, documentano in studio e dal vivo le session della stella del Mod Revival per la tivù britannica. Passando all’easy listening, imperdibile l’Ennio Morricone «proibito» della raccolta Erotica Morricone (Cinevox, 15,90 euro) che mette in fila i 15 temi da film più sensuali del compositore romano: da Mariangela e la seduzione, fino all’Uccello dalle piume di cristallo. Proseguiamo con due dischi freschi di stampa, rilanciati in versione limited edition: Black Ice dei metallari AC/DC (Sony Bmg, 49,99 euro) con cd, dvd, 5 adesivi, una bandiera e un plettro per la chitarra; Dig Out Your Soul degli Oasis (Sony Bmg, 84,49 euro), racchiuso in un box con 2 cd, dvd e 4 dischi in vinile che ripropongono le canzoni dell’album, 3 inediti e 6 remix. Nel curriculum di Lou Reed, Ber-

lin (’73) è senza dubbio l’album più affascinante e vier Márquez ne sciorina successi, paradossi e intrighi controverso. Storia d’amore e perdizione consumata con la mafia italoamericana nel libro Rat Pack. Quei a pochi passi dal Muro, è stata eseguita per la prima «bravi ragazzi» del sogno americano (Castelvecchi, volta dal vivo a New York nel dicembre 2006, e oltre a 22,00 euro). Infine, 1001 dischi: i capolavori della musiessere diventata un cd (Matador, 16,90 euro) si è tra- ca Pop-Rock internazionale (Atlante, 35,00 euro). Ovsformata in uno struggente dvd (01 Distribution, 12,90 vero la guida più completa dei migliori album usciti neeuro) diretto dal regista e pittore Julian Schnabel con gli ultimi cinquant’anni: dalle prime incisioni di Elvis Emmanuelle Seigner nei panni di Caroline, l’autodi- Presley a Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei struttiva protagonista. Martin Scorsese, invece, Beatles, fino a Nevermind dei Nirvana e al mix tecnonell’autunno 2006 ha ripreso il concerto dei Rol- logico d’oggidì. Il tutto, cronologicamente ordinato dal ling Stones al Beacon Theater di New York. Il ri- critico Robert Dimery con schede dettagliate disco per sultato è Shine A Light (01 Distribution, 16,90 eu- disco e una ricca galleria di foto che comprende coperro), rockumentary da pelle d’oca con tine, ritratti di artisti e scatti dai più importanti concerti. Mick Jagger & Co. alle prese con Elvis Presley remixato, Ennio Morricone “proibito”, Jumpin’ Jack Flagli U2 del 1983, “Berlin” sh, Sympathy For The Devil e altri di Lou Reed diretto da Julian Schnabel, successi da legla biografia di Iggy Pop, un’edizione limitata genda. Occhio aldedicata ai Clash. Tra cd, libri e dvd le riprese: vi sembrerà di stare sul palla musica si conquista un posto d’eccellenza co insieme a loro. Alla fine degli anni Settanta, in Inghilterra, Ian Curtis dà vita ai Joy Division, band cardine della new wave virata in dark.

Al cantante e alla sua anima inquieta e torturata è dedicato Control (01 Distribution, 18,90 euro), film diretto dal fotografo Anton Corbijn e arricchito da tutti i più avanguardistici suoni dell’epoca: David Bowie e Iggy Pop in pole position. Proprio all’Iguana, il critico musicale inglese Paul Trynka dedica la biografia Iggy Pop - Lust For Life (Arcana, 28,00 euro) che descrive per filo e per segno la vita sul filo del rasoio del «padrino» del Punk: dagli esordi con gli Stooges alla carriera solista, fino al ritorno in grande stile nella mitica band. Il tutto, facendo ovviamente rima con Sex, Drugs & Rock’n’Roll. Restando nel Punk, il volume The Clash (Isbn, 49,00 euro) in edizione limitata e numerata, raccoglie foto esclusive, testimonianze e interviste inedite ai componenti del gruppo capitanato da Joe Strummer che incise London Calling dando voce alla ribellione giovanile. Frank Sinatra, Dean Martin e Sammy Davis Jr, sono stati invece il nocciolo dello swingante Rat Pack («Branco di ratti», come li soprannominò l’attrice Lauren Bacall) che si esibì nei casinò d’America fra gli anni Cinquanta e Sessanta. Ja-


MobyDICK

13 dicembre 2008 • pagina 5

classica

Figaro? Meglio il Conte di Almaviva di Jacopo Pellegrini ffidarsi a un libro per un dono natalizio non rientra certo tra le idee originali; ma se il libro è d’argomento musicale? La cosa cambia aspetto. Tenuto conto che le due maggiori riviste italiane dedite alla divulgazione del repertorio cosiddetto classico (con annesso o annessi cd) non varcano di molto la soglia delle 10 mila copie, se ne deduce che il mercato presta all’argomento scarso interesse e spazi ridotti di manovra (e di guadagni). Eppure teatri d’opera e sale da concerto sono abbastanza o molto pieni, il pubblico se non cresce, almeno tiene. Quale significato annettere a tutto ciò? Nulla più di quanto già si sa: gli italiani, anche quelli altamente scolarizzati (credo si dica così), leggono poco. Inoltre, neppure i musicofili e i musicomani s’interessano alla letteratura critica, vuoi per la scarsa alfabetizzazione musicale che contraddistingue il nostro paese - un paese di tenori, d’accordo, ma tutti a orecchio -, vuoi perché il regno dei suoni rientra nel novero dei passatempi, dunque non sembra degno d’applicazione intellettuale, di sforzi d’apprendimento.

A

Mi era stato chiesto di consigliare qualche incisione nuova e bella da regalare. Preferisco invece indicarne un paio da sfuggire come la peste bubbonica, anche perché, oggetto come sono d’una campagna pubblicitaria martellante, c’è il rischio che qualcuno, ingenuo, ottimista o tutte e due le cose insieme, ci caschi mani e piedi. Orbene, per nessuna ragione al mondo comprate i Concerti per pianoforte di Chopin suonati dal cinese Lang Lang, direttore Zubin Mehta, oppure le canzoni su testo di Giovanni Paolo II eseguite da Placido Domingo. Per il resto, fate voi. Sempre meglio, comunque, privilegiare le ristampe in cd, e con suono restaurato, di vecchie registrazioni: tra le tante collane di dischi storici in circolazione un occhio di riguardo meritano quelle della Rca e della Naxos. Tornando alle buone letture, di tre volumi datati 2008 e assolutamente da possedere mi limiterò per adesso a fornirvi autore, titolo, editore e costo, promettendo di entrare quanto prima nel dettaglio con commenti ad hoc. Intanto comprateli, che non avrete a pentirvene: Igor’ Stravinskij-Robert Craft, Ricordi e commenti

jazz

(Adelphi, euro 36); Emilio Sala, Il valzer della camelie. Echi di Parigi nella «Traviata» (Edt, 15,00 euro) e Fabrizio Della Seta, «… non senza pazzia». Prospettive sul teatro musicale (Carocci, 29,50 euro). Altre uscite recenti ho già avuto modo di segnalare, ma non sarà male ripeterle in quest’occasione: la ristampa presso Adelphi dell’imprescindibile Fase seconda. Studi sulla nuova musica, un Mario Bortolotto annata 1969, mirabolante affresco sulla nascita e il tramonto (precoce a giudizio dell’autore) dell’avanguardia anni CinquantaSessanta e insieme, chi lo crederebbe?, atto di rivendicazione nazionalistica nella decisione di riservare i medaglioni monografici ai soli musicisti italiani arruolati (nel bene e nel male) tra le fila di quel movimento; la monografia su Berlioz di Laura Cosso (Epos), l’indagine sulla Sinfonia Fantastica dello stesso compiuta Paolo Russo (Carocci). Sempre nel genere «guida all’ascolto» ecco il percorso attraverso i Concerti pianistici di Ravel tracciato da Andrea Chegai (ennesimo parto dell’editore palermitano Epos, il più caparbio e prolifico tra quanti si dedicano alla letteratura musicale) e l’audace Riesame del «Barbiere» di Rossini, che Saverio Lamacchia ha voluto intitolare Il vero Figaro o sia il falso factotum (Edt-De Sono). Audace, e acuto, laddove osa ridimensionare la centralità di Figaro (che un luogo comune critico ha eletto a primo eroe borghese dell’opera italiana) in favore del Conte di Almaviva, parte non a caso tagliata su misura per l’unico «divo» presente nel cast della prima romana (1816), il tenore spagnolo Manuel García, padre a sua volta di altre due «divine», la Malibran e la Viardot.

Di rilievo anche alcune novità Olschki. La prima guida completa al teatro musicale di Antonio Vivaldi, frutto delle conoscenze sterminate di Reinhard Strohm, il maggiore studioso dell’opera italiana nella prima metà del Settecento. D’Annunzio musico imaginifico, atti di un convegno svoltosi a Siena nel 2005, esplora in lungo e in largo i rapporti, assai stretti e fruttuosi, tra il Vate e il mondo della musica. Infine, due primizie pucciniane: gli atti di un convegno su Madama Butterfly del 2004 (i saggi di Guarnieri, Hepokoski, Rosen segnano una data) e Verso Bohème, attesissima edizione critica di tutti gli abbozzi del libretto preparati, nel corso di una genesi

parecchio travagliata (1893-95: un atto eliminato, gli altri rifatti più volte), da Giacosa e Illica. La cura dell’impresa affidata a Virgilio Bernardoni è garanzia d’un risultato impeccabile. Ancora un Giacomo Puccini per terminar l’articolo e, insieme, il 150simo anniversario della sua nascita, quello pubblicato da Dieter Schickling nel 1989, rivisto nel 2007 e finalmente volto dal tedesco in italiano da un coraggioso e meritorio dall’editore pisano Felici. Schickling ha anche dedicato al compositore lucchese un monumentale, imprescindibile Catalogo delle opere (Bärenreiter, 2003), le conoscenze di prima mano ch’egli vanta intorno alla vita e all’opera di Puccini non hanno quindi paragoni. Ecco perché beccarlo in castagna dà una soddisfazione particolare: la seconda versione della Rondine (1920) fu varata a Palermo non a Vienna, e il riferimento a Cambronne contenuto in una lettera del ’21 non credo vada interpretato come una dichiarazione d’intenti (non mi arrenderò agli anni che passano), bensì vale proprio quale esplicito merde rivolto alla vecchiaia.

Gli scatti di Claxon e Petrucciani di Adriano Mazzoletti atale tempo di regali. Nel mondo del jazz c’è solo l’imbarazzo della scelta. Dischi, libri, dvd. Mai come in questi ultimi tempi il mercato del jazz è stato così ricco di attrattive. Il primo suggerimento per un regalo importante è lo splendido volume di William Claxton e Joachim Ernst Berendt Jazz Life (ed. Taschen). In 695 pagine Claxton e Berendt raccontano un viaggio compiuto nel 1960 attraverso gli Stati Uniti in tutti i luoghi del jazz, New Orleans, Memphis, St. Louis, Kansas City, Chicago, St. Francisco, Newport, Harlem. Il primo, Claxton, con la sua macchina fotografica. Il secondo, Berendt, con il suo taccuino di appunti e il registratore. Nel 2005, dopo quarantacinque anni, quello straordinario viaggio è stato raccontato in questo volume il cui imponente formato (41x30), è l’ideale per ammirare in tutto il loro splendore gli scatti di Claxton, forse il più importante fotografo che ha operato nel mondo del jazz. Le sue foto hanno illustrato le copertine di una infinità di dischi e spesso riviste importanti come

N

Life, Paris Match o Vogue si sono rivolte a lui per immortalare momenti significativi della vita di grandi artisti. Il volume comprende la riproduzione di ben 586 fotografie di tutti i musicisti incontrati nel corso del viaggio, ripresi durante le loro esibizioni, in momenti di relax, nelle loro case, ovunque. Il testo di Berendt, con Hugues Panassié e André Hodeir il più importante critico, ricercatore e produttore europeo di jazz, copre circa la metà del volume ed è scritto in tre lingue, inglese, francese e tedesco. Infine in un cd allegato sono compresi ventidue brani originali registrati da Berendt che fu anche il primo alla fine degli anni Cinquanta a far conoscere al pubblico radiofonico di mezza Europa, musicisti jazz cinesi da lui scoperti nel corso di un suo viaggio in Oriente. Fra le registrazioni, quelle di alcuni gruppi gospel, cantanti di blues, ma soprattutto brani assolutamente inediti di Carmell Jones, Roland Kirk, Ira Sullivan, Cootie Williams, John Coltrane. Per Natale la casa discografica francese Dreyfus (distribuita in Italia da Egea), ha deciso di dedicare al grande pianista franco-italiano Michel Petrucciani un’opera

anche questa di grande rilievo. A dieci anni dalla sua scomparsa - Michel morì a NewYork il 6 gennaio 1999 - Dreyfus dunque celebra il geniale pianista, che si mise in luce a soli quindici anni quando scoprì il batterista Kenny Clarke, con un cofanetto comprendente ben dieci album tutti registrati dopo il 1994 nel pieno della sua maturità artistica. Oltre al cofanetto, il cui prezzo si aggira sui 130,00 euro, la Dreyfus pubblica anche il singolo Best Of, a un prezzo assai più accessibile, raccolta selezionata di dieci brani tratti da nove album. Infine sempre di Petrucciani la stessa casa ha pubblicato due dvd con la registrazione di alcuni concerti da lui effettuati con i suoi differenti gruppi, nel corso della sua, purtroppo, breve vita.


strenne Eragon vs Galbatorix MobyDICK

pagina 6 • 13 dicembre 2008

ragazzi

raghi, fate e dragonesse, ma anche tanta spiritualità, qualche rito scaramantico e un po’di avventura in stile italiano.Al contrario dei loro genitori, i piccini in Italia leggono: da un po’ di tempo, l’editoria se n’è accorta e, al di là dei classicissimi, l’offerta è decisamente migliorata. Quest’anno, la star del fantasy internazionale ha il nome di un oriundo italiano: Cristopher Paolini. E infatti la premessa alla sua ultima fatica occhieggia molto al pubblico del Belpaese: «Sono molto orgoglioso delle mie radici italiane - scrive in Brisinger (Rizzoli) terzo tomo e terzo episodio del «Ciclo dell’Eredità» - ci sono molti elementi della cultura italiana che mi legano alle mie origini, come l’amore per l’arte, una famiglia unita, la spontaneità nel parlare, un vivace senso dell’umorismo e l’ottima cucina casalinga di mamma». La storia che racconta vede un Eragon che vorrebbe proseguire all’iniziazione dell’arte della magia accanto alla sua Saphira. A impedirlo, però, c’è la guerra contro il terribile Galbatorix che coinvolge tra l’altro i Varden, gli elfi e nani. Ecco dunque che il Cavaliere e la sua dragonessa non possono restare con le mani (anzi con la coda) in mano. Fantasia e colpi di teatro a gogò per un successo già annunciato in tutto l’emisfero occidentale. Un’altra prima lama che con il fantasy ha riscosso un ottimo seguito, vendendo centinaia di migliaia di copie anche fuori dal Belpaese, è Silvana De Mari. Gli ultimi incantesimi, pubblicato da Salani, è una storia di regine e di guerriere e insieme un avvincente racconto dove fantasia ed epica si intrecciano senza lasciare nulla di scontato e di intentato.

D

Tra tutti, il suo, è forse il più bel libro da consigliare ai ragazzi che hanno superato la decina. L’altra bestsellerista di fama mondiale fa il nome di Licia Troisi: nelle Leggende del mondo emerso (Mondadori) racconta le vicende di una ragazza che si risveglia in un prato senza ricordarsi perché e come sia arrivata lì. Alla fine, scoprirà di possedere un potere speciale e inquietante, e troverà un principe che le rivelerà il suo nome a costo però di un lungo e oscuro viaggio nel passato. Un libro dove bene e male non sono divisi con l’accetta, e infatti le zone d’ombra spopolano. Registro e toni decisamente più esistenziali e pensosi, sono quelli che declina Philip Pullman in Queste oscure materie (Salani), l’ormai celebre trilogia in cui è tra l’altro presente La bussola d’oro, da cui è tratto l’omonimo film di Chris Weitz con Nicole Kidman. La scrittrice Anna Laure-Bondoux (Le lacrime dell’assassino, San Paolo) sceglie invece un’ambientazione total-

ma anche la luna di Talpino di Filippo Maria Battaglia

Adolescenti o piccini, in Italia le giovani generazioni leggono e gli editori migliorano l’offerta. Non c’è che l’imbarazzo della scelta tra avventure fantasy, storie in cui ritrovare i propri turbamenti, curiosità da Guinness dei primati e orsetti morbidosi mente diversa: pur non essendo mai stata in Cile, scrive una storia alla Emilio Sagari, anche se stavolta non ci sono pirati o guerrieri malesi con il kriss. Protagonista è un fuggiasco assassino che alla fine trova qualcuno che gli riscalda anima e cuore. Chi vuole tornare invece sui classici moderni, può virare su L’uomo che guardava passare i treni (Salani), il capolavoro di Jean Giono, che in Italia ha già superato le 200 mila copie e che ritorna in libreria con un dvd in cui l’attore Toni Servillo racconta ai più piccoli (o ai più pigri), la straordinaria storia che per sobrietà e stile narrativo ha incantato l’intero globo. Per i giovani lettori che amano invece le corde romantiche, Amici per sempre pubblicato da Einaudi, può costituire una buona alternativa alla melassa del politicamente corretto che impera in media e tv. La doman-

da sui cui ruotano le poco meno di cento pagine scritte con grazia e leggerezza da Beatrice Masini è una di quelle destinate a lasciare il segno: cosa significa essere amici? L’autrice - nota tra l’altro per le fortunatissime traduzioni di Harry Potter - prova a spiegarlo in modo non didascalico o mieloso. La premessa è però d’obbligo: il tuo prossimo ha tratti e caratteri diversi da quelli di ognuno di noi. Chiarite così le cose, l’amicizia può arrivare ovunque, anche tra briganti, cani immaginari, re ed eroi. E così coinvolgere un pubblico non necessariamente piccolissimo. Ma fate, elfi e draghi possono avere anche scocciato, ormai. Dunque, se ci si vuole allontanare da temi ad alto tasso di invenzioni allucinogene, dopo l’abbuffata siglata da Harry Potter e dal re Mida Joanne K. Rowling, si può pensare di ripiegare sul di-

vertentissimo Grande libro dei record (Salani): c’è l’orologio più antico del mondo, il criminale più sfacciato, quello più confuso, ma anche il tesoro più favoloso. E poi il verme più lungo, la più lussuosa casa di bambole, il matrimonio più costoso, il musicista più ricco. Nato per i bambini più riflessivi, il librone va benissimo per i genitori più curiosi. Se al contrario il periodo dell’età è quello della tempesta causata dalla crescita fisica, dei primi pudori e dei primi arrossamenti, le ragazzine (guai a chiamarle bambine!) possono ritrovarsi nel Sogno di un amore di Valentina F. (Fanucci editore): i patemi e i dubbi amletici sono quelli dei grandi, cambiano ambientazione e linguaggi, e naturalmente gli approcci.

Questo, il quadro dei grandicelli. Dall’universo dei piccolissimi arrivano, anche qui, ottime notizie. Tra dubbi amletici, ricettari e puzzle colorati, l’offerta degli editori quest’anno si è quasi moltiplicata. A cominciare dai dubbi (presocratici) di Talpino, che con il suo omonimo virtuale (il libro è venduto con un dvd) è intenzionato a prendersi la luna (Voglio prendere la luna, Nord Sud Edizioni); oppure dal Libro esplosivo (Acerbo editore), che a dispetto del titolo sa molto di favola antica. Tutto scritto in rime, il racconto narra di un’infinità di esplosioni, corredati da disegni raffinatissimi, senza la solita e a volte scontata morale. A Talpino fa compagnia l’Orsetto morbidoso, mai così deciso a volere andare al parco (Vesti l’orsetto morbidoso, Ape junior): a disposizione, il nostro amico ha un vero e proprio armadio di vestiti di feltro. Li deve indossare in cinque climi e ambienti completamente diversi tra loro. Ma attenzione: non deve sudare né raffreddarsi. Un libro consigliato ai piccolissimi che con calzini e maglie di lana fanno disperare i propri genitori. Per le signorine che hanno appena iniziato a leggere e che non stanno con le mani ferme c’è in aggiunta Fiocco Rosa, anch’esso siglato Ape Junior: un libro divertente, colorato e ricco di disegni siglato Pixie e composto da un puzzle per ogni pagina, con il quale, a storia conclusa, si può comporre un grande mosaico. Da ultimo, per chi vuole trovarsi tra le mani qualcosa a metà tra un libro, un racconto fantastico e una guida turistica per bambini, da poco arrivata in libreria c’è l’ultima fatica di Anna Bosco e Roberta Balmas, Un dinosauro nella mia città - Padova (Edizioni del Sale). Dai draghi innamorati ai grandi rettili, il piatto è dunque servito. Non resta che addentarlo. Ricordandosi, magari non solo a Natale, che la lettura nasce dall’abitudine, e che non c’è miglior abitudine di un’intensa e precoce lettura.


MobyDICK

13 dicembre 2008 • pagina 7

videogames

Vacanze alla console di Andrea Mancia

ettimana bianca? Vacanze ai Tropici? Macché: secondo un sondaggio dell’istituto di ricerca britannico You Gov (commissionato dalla Microsoft), durante il prossimo Natale la maggioranza degli italiani (il 60%) rinuncerà a montagne e atolli per scegliere la comodità delle mura domestiche, magari di fronte alla televisione collegata a una console di videogiochi. Complice la crisi economica, molti prevedono di spendere meno rispetto al passato per cene, viaggi e

S

regali personalizzati. Più gettonata invece (il 91%), l’idea di un dono unico, utilizzabile da tutta la famiglia e per tutto l’arco dell’anno. Proprio come, appunto, un «sistema di intrattenimento digitale» di ultima generazione (Xbox 360, Playstation 3 o Nintendo Wii). Le console di videogiochi, però, hanno bisogno di software per funzionare. Ma per fortuna, come ogni anno, in occasione delle feste natalizie gli scaffali dei negozi specializzati saranno stracolmi con le ultime novità proposte dal mercato. Ecco un breve giro d’orizzonte sui videogiochi migliori da mettere (o da trovare) sotto l’albero. Gears of War 2 (Xbox 360). Il sequel del capolavoro di Epic è semplicemente

strepitoso. Si tratta di un first-person shooter di ambientazione fantascientifica che ha ottenuto punteggi elevatissimi in tutte le riviste di settore. Ottimo anche per giocare online.

Left 4 Dead (Xbox 360 - Pc). Classico survival horror in cui bisogna affrontare orde di zombie. L’intelligenza artificiale di tutti i personaggi non giocanti e il buon bilanciamento del livello di difficoltà rendono il gioco (non un capolavoro assoluto, sotto il profilo tecnico) un titolo di buon livello, soprattutto in modalità multiplayer e cooperativa. Gli sviluppatori di Valve non tradiscono mai. Resistance 2 (Playstation 3). Seguito di uno dei titoli più sopravvalutati degli ultimi anni, migliora rispetto al suo predecessore, con una discreta campagna in singolo, una corposa mo-

off-road della nuova generazione. Nettamente migliorato rispetto al primo episodio, che rappresentava uno dei titoli di punta Sony durante il lancio della Ps3. LocoRoco 2 (Psp). Praticamente identico a LocoRoco (a parte un maggior numero di livelli). Ma la sua forza è proprio questa, perché la magia di questo titolo è unica. Semplicemente, il miglior videogioco di sempre per la console portatile di Sony. Call of Duty - World at War (Xbox 360, PlayStation 3, Wii, Pc). Dopo la parentesi «contemporanea» di Modern Warfare, Call of Duty torna alle origini e all’ambientazione della seconda guerra mondiale. Ma questa volta si tratta di una mezza delusione, riscattata comunque da una modalità online semplicemente perfetta. LittleBigPlanet (Playstation 3). Più che un videogioco, un modo eccellente per esprimere il proprio talento creativo (con una «spruzzatina» di social network).Tutto dipenderà dallo sviluppo della sua comunità online: flop o killer application?

Croft torna alle origini: grafica splendida, esplorazione in solitario, gameplay traballante. Non manca neppure qualche fastidioso bug nella gestione della telecamera. Tutto come ai bei tempi. Naruto Ultimate Ninja Storm (Playstation 3). Naruto sbarca finalmente Ps3, con l’intenzione di abbattere il confine che separa cartoni animati e videogiochi. Trama televisiva, motore grafico in cel-shading di ultima generazione, sistema di gioco completo e molta libertà d’azione. Qualche difetto, purtroppo, affligge la precisione del sistema di controllo. Ma il gioco resta piacevole, soprattutto grazie alla grafica, davvero ottima. Fable 2 (Xbox 360). Rpg di altissimo profilo, creato dal mitico Peter Molyneaux. In Fable 2 è possibile sposarsi, fare figli, possedere un cane, comprarsi una casa e decidere se essere «buoni», «cattivi» o entrambe le cose. Completano il gioco un sistema di combattimento molto innovativo (e semplice da padroneggiare) e una grafica di ottimo livello. World of Warcraft: Wrath of the Lich King (Pc). L’ultima espansione del capolavoro di Blizzard introduce numerosi nuovi contenuti epici al già fantastico mondo virtuale, già popolato da dieci milioni di giocatori. Guerre epiche e, soprattutto, una tonnellata di interazione sociale.

Grand Theft Auto IV (Xbox 360, Playstation 3, Pc). Un altro, splendido e contestatissimo, capitolo del gioco (ma sarebbe meglio definirlo fenomeno culturale) che ha rivoluzionato il mercato dei videogame, vendendo più di 70 milioni di copie in tutto il mondo, e diventando il più importante franchise della storia. Fallout 3 (Xbox 360, Playstation 3, Pc). Dai creatori di Oblivion (Bethesda Softworks), il miglior rpg sul mercato. Grafica sbalorditiva, trama affascinante, un mondo (un’America post-atomica degli anni Cinquanta) ricostruito alla perfezione. Particolarmente azzeccato il sistema di creazione del personaggio, che prevede una mezz’ora abbondante di gioco ambientata durante l’infanzia e l’adolescenza del protagonista. Eccezionale. Per Xbox 360, Playstation 3, Nintendo Wii o Pc, moltissime Pro Evolution Soccer 2009 (Xbox 360, PlayStation 3, le proposte per nativi digitali e non. Da “Geras o War 2” Pc, Ps2). La simulazione cala “LocoRoco2”, passando per “Call of Duty - World at War”, cistica di Konami rischia di perdere lo scettro del mercaLara Croft, Naruto e l’imperdibile calcio to. Il gioco off-line non è afdi “Fifa 09”, breve guida alle ultime novità fatto male (certamente migliore del capitolo precedendalità multiplayer e l’innegabile carisma Mirror’s Edge (Xbox 360, Playstation 3). te), ma ancora una volta la giocabilità ondel personaggio principale. Putroppo il Praticamente un «platform in soggettiva». line è pressoché nulla. L’ennesima occamotore grafico non è ancora all’altezza Il gioco Digital Illusions può piacere mol- sione sprecata da parte di un franchise dell’hardware Ps3 e la trama non con- tissimo o essere etichettato come insop- storico. vince del tutto. Resta comunque una del- portabile. Dall’hype che lo ha preceduto, Fifa 09 (Xbox 360, Playstation 3, Pc). Dole migliori scelte per i possessori della poteva essere il miglior videogioco del po aver «sottratto» buona parte del team console Sony. 2008. In pratica, si tratta soltanto della rea- di sviluppo ai rivali della Konami, la Il Professor Layton e Il Paese dei misteri lizzazione discreta di un’idea ottima. Electronic Arts riesce ad avvicinarsi a (Nintendo Ds). Avventura grafica ricca di Banjo-Kazooie. Nuts&Bolts (Xbox 360). Pes. Il gameplay, quest’anno, è soltanto enigmi, che si ispira a una popolare serie La Rare cerca di innovare il genere leggermente inferiore alla concorrenza, giapponese di libri di enigmistica. La rea- «platform» con un gioco in cui bisogna ma la grafica sublime, la completezza lizzazione eccellente e l’intelligenza dei creare veicoli che si possono pilotare sulla delle licenze e - soprattutto - l’impeccarompicapo ne fanno un acquisto obbliga- terra, sull’acqua e in aria per completare le bile modalità online, rendono Fifa 09, torio per i possessori della console portati- differenti missioni. Molto interessante, so- forse per la prima volta, un serio pretenle di Nintendo. dente al trono di migliore simulazione prattutto per i più piccoli. Motorstorm Pacific Rift (Playstation 3). Tomb Raider Underworld (Xbox 360, calcistica del 2009. Per quanto ci riguarPortabandiera ufficiale dei giochi di guida PlayStation 3, Wii, Pc, Ps2, Ds). Lara da, è stato l’anno del «sorpasso».


MobyDICK

pagina 8 • 13 dicembre 2008

strenne

A LEGGERE NEL TEMPO LIBERO SONO IN ITALIA 24,5 MILIONI DI PERSONE. IN TESTA LE DONNE. FORSE PER QUESTO LA NARRATIVA È IL GENERE PIÙ LARGAMENTE DIFFUSO. DA MAZZANTINI A FERRANDINO, DA VASILIJ GROSSMAN A SAUL BELLOW, DA ZAFON, A PATTERSON A LA PLANTE ECCO PER COSA TROVARE SPAZIO NELLA PROPRIA LIBRERIA…

Amico romanzo di Pier Mario Fasanotti arò ovvio, molto ovvio, ma conviene ribadirlo: sugli scaffali delle nostre case che per vari motivi non sono più gli spazi grandi di una volta ci stanno alcuni libri, non tutti. Quali lasciare al loro posto e quali no? Il criterio è questo: non mi sbarazzo del romanzo o del saggio che ho intenzione o voglia di rileggere, o soltanto aprirlo e sbirciare i passi che mi son piaciuti o mi hanno emozionato di più. Le pagine mediocri invecchiano più delle altre. E in queste festività natalizie segnate dall’incipiente crisi economica (molti a osservare oggetti, pochi a comprare) sarebbe più esatto parlare di tour consumistico che non di assalto alle cose. Il libro potrebbe essere la soluzione principe, a patto di conoscere o intuire i gusti del destinatario. Secondo gli ultimi dati dell’Aie (Associazione Italiana Editori) a leggere nel tempo libero sono 24,5 milioni di persone. È vero, non tanti, ma nemmeno scandalosamente pochi. In testa ci sono le donne. Il genere più largamente diffusa continua a essere la narrativa. Ecco perché il romanzo si coniuga bene con il Natale che reclama doni.

S

ci tiene inchiodati al dipanarsi della vicenda «gialla», ambientata in un’isola tranquilla del Meridione. Il lettore non sa bene dove puntare il dito accusatorio: vuol dire che la trama è sapiente, anche nelle pieghe dell’intricatissima psicologia degli attori che Ferrandino (nato a Ischia nel ’58) mette in scena. Uguale maestria di canovaccio è rintracciabile nell’ultimo (breve) romanzo del prolifico Andrea Vitali, che ha la fortuna di vivere in un paese del lago di Como e quindi di conoscere a fondo la sorgente più generosa della letteratura nostrana: la provincia. È già un frammento di romanzo il titolo: Dopo lunga e penosa malattia (Garzanti, 14,60 euro). La verità

«“Speranza”, penso a questa parola che nel buio prende forma. Ha la faccia di una donna un po’ sgomenta, di quelle che trascinano la loro sconfitta eppure continuano ad arrabattarsi con dignità...» (da “Venuto al mondo”) Tra le novità ci sono testi che s’intuisce subito come duraturi e altri di godibile e più facile consumo. Dopo la fiammata dei premi letterari della scorsa estate, bisogna ammettere che gli autori italiani sono costretti a cedere molti passi ai colleghi stranieri. E a proposito di premi, c’è da registrare la buona tenuta della Solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano (Mondadori), anche se non può certo aspirare a trasformarsi da evento fortunato, e di moda, a prosa che si andrà a recuperare tra cinque o dieci anni. Più interessante la vincitrice del Premio Campiello, Benedetta Cibrario (con Rossovermiglio, Feltrinelli), una toscana che vive a Torino e racconta dell’educazione di una ragazza in una famiglia composta e ingessata, naturale viatico per ribellioni. Nel panorama narrativo italiano l’eccezione si chiama Margaret Mazzantini, il cui ultimo poderoso romanzo (Venuto al mondo, Mondadori, 20,00 euro) è schizzato in testa alle classifiche. La prosa della Mazzantini «tiene» a ogni capitolo e qualsiasi (apparente) deviazione di percorso è funzionale alla storia che va raccontando. Dietro alle vicende di Gemma e del figlio adottivo Pietro si staglia il dramma collettivo dei Balcani. Assieme all’imbarazzante raffronto tra un Occidente così molle e rinunciatario e i giorni di storia violenta che hanno reso Sarajevo emblema di ciò che non dovrebbe più accadere ma che è accaduto, per crudeltà e pure per ignavia. Ancora una volta la Mazzantini (autrice del famoso Non ti muovere) ha la forza di racchiudere nella pagina non un tinello del vicino di casa, ma il mondo. Continuando con gli italiani, soffermiamoci su questa domanda e su questa risposta: «Perché avrei dovuto ucciderla?»; «Per amore». È la prosa arguta e svelta di Giuseppe Ferrandino in Rosmunda l’inglese (Mondadori, 17,50 euro) che

su una morte sospetta sarà trovata nell’altra sponda del lago. Non capita sempre così, nella vita? Ho accennato all’inizio dei libri che restano. Senza alcun dubbio quello destinato a passare di generazione in generazione è il romanzo di Vasilij Grossman (Vita e destino, Adelphi, 34,00 euro), definito da George Steiner, uno dei più grandi studiosi di oggi, una sorta di Guerra e Pace del Novecento. Il romanzo, messo all’indice dall’ottusa censura sovietica, riappare oggi nella sua interezza. L’autore, ucraino di nascita, si distinse all’inizio come cantore del cosiddetto realismo socialista. Poi la sua anima onesta dovette confrontarsi con la realtà: di qui i guai giudiziari e sociali. Grossman parla dell’ultimo conflitto mondiale e s’accorge che nazisti e sovietici sono lo specchio in cui si riflette l’orrore del totalitarismo. Kruscev criticò l’epoca staliniana, ma si trovò in imbarazzo dinanzi alle pagine di Vita e destino: un conto i proclami, sostanzialmente e colpevolmente generici, un conto il tradurre in (alta) letteratura lo scandalo della storia. Come scrisse un critico, l’apparato di Mosca andò in cortocircuito a causa di una cronaca diventata eccellente prosa. Era insopportabile il parallelismo tra i soldati con la croce uncinata e quelli con la stella rossa: l’accostamento scardinava due cose assieme, innanzitutto un «credo» e poi lo stesso pallido revisionismo. Mentre gli italiani faticano non poco a produrre plot narrativi di ampio respiro (con l’eccezione cui abbiamo accennato), la Spagna continua a imporsi per il saper coniugare il ritmo «americano» con la densità narrativa europea. Carlos Ruiz Zafon, già noto per L’ombra del vento, un bestseller mondiale (10 milioni di copie), ritorna in vetta alle classifiche con Il gioco dell’angelo (Mondadori, 22,00 euro).Vicenda faustiana, nel senso che uno

scrittore vende l’anima in cambio della fama. Che fare, d’altra parte, quando s’avverte «il tradimento del mondo»? In Zafon riscopriamo il procedere narrativo di Dickens, di Hugo, di Dostoevskij. Si «tifa» per il protagonista dall’inizio alla fine, se non altro perché è un escluso: dai circoli che contano, dalle accademie, dai miserabili compromessi carrieristici. Zafon rivendica il diritto - e fa assai bene - a scrivere in modo «ottocentesco» con la trama che fa da perno. Applausi a lui quando parla della «grande frode culturale del Ventesimo secolo: l’invenzione del sopracciglio alzato».

Insomma, lo snobismo contrabbandato per vetta intellettuale, la prosa per pochi altrimenti ha poco valore, la dittatura di certi critici, colpevoli di dimenticare la forza del narrare storie e di privilegiare lo stile o il pseudo-stile o lo sbandierato «impegno» nella sinistra ideologica. Per fortuna costoro, i critici frustrati nell’anima, si sono messi d’accordo nel considerare Philip Roth uno dei grandi della nostra epoca. Più volte candidato al premio Nobel, è tornato con il suo alter-ego Nathan Zuckerman, spaesato a New York come un ectoplasma e scosso da vicende terresti (la tragedia dell’11 settembre) in Il fantasma esce di scena (Einaudi, 19,00 euro). Roth ribadisce la sua ossessione della vecchiaia e della morte. Pagine mirabili, sottili, penetranti là dove l’essere umano, con il procedere del tempo, soffre di più nell’intimità


MobyDICK

13 dicembre 2008 • pagina 9

Stephen King, John Grisham o Scott Turow, e molti altri tra cui il compianto Michael Crichton. Sbagliato: l’uomo dalle uova d’oro (gialle, quindi) si chiama James Patterson. Finora questo americano che vive a Palm Beach (Florida), e che continua a dichiararsi un artigiano della scrittura, ha venduto 150 milioni di copie (un milione e mezzo solo in Italia) con cinquanta romanzi. E ha guadagnato oltre un miliardo di dollari. I suoi libri sono tutti tradotti in Italia dalla Longanesi. Il suo ultimo libro s’intitola Il sesto colpo (17,60 euro). Appartiene alla serie Donne del Club Omicidi, una mistura tra Csi (il serial televisivo della Fox Crime) e Sex and The City. Entrano in azione quattro donne. In prima fila il detective Lindsay Boxer, che ha problemi col fidanzato. Capitoli brevissimi, prosa rapidissima e a volte un po’ trasandata. Le vicende narrate da Patterson sono umanamente complesse ma non non così aggrovigliate. Il ritmo è cinematografico (sarà forse questo il segreto del successo?). Lo si avverte immediatamente, nell’ultimo libro, quando uno psicopatico spara all’impazzata su un traghetto che attraversa la baia di San Francisco. C’è la penna che si muove come una telecamera. Patterson è l’inventore del famoso investigatore Alex Cross, che sullo schermo ha il volto di Morgan Freeman (per esempio nel Collezionista). L’autore si avvale della collaborazione di alcuni: una sorta di factory, che lui non tiene per nulla nascosta, anzi la elogia pubblicamente.

erotica, nel dialogo, nella solitudine e nelle suggestioni del tempo che passa. Già: come mai non hanno dato il Nobel a Roth? Nel 1976 il Nobel fu consegnato a Saul Bellow. Ora la sua opera intera è racchiusa in due tomi della collezione «I Meridiani» della Mondadori (55,00 euro ciascuno). Il consiglio è banale: leggete o rileggete un autore che considerava la narrativa come una delle più eccelse forme di

zioni. Per Bellow, l’ebreo che vaga nel mondo ha una sola salvezza: «il pensare bene, il considerare il pensiero come unica virtù». Bellow è stato capace di penetrare nell’anima delle sue creature di carta, di ricostruirne i processi mentali. Semplicemente: questo è il compito del narratore, se dà retta a Conrad quando sosteneva che «l’arte cerca di trovare l’universo, nella materia nonché nei fatti della vita».

In "Vita e destino", messo all’indice dall’ottusa censura sovietica, lo scrittore ucraino parla dell’ultimo conflitto mondiale e s’accorge che nazisti e sovietici sono lo specchio in cui si riflette un unico orrore: quello del totalitarismo autobiografia, senza mai dimenticare che non possono morire, nei romanzi, i personaggi. Questo concetto lo espresse anche alla cerimonia di Stoccolma, quando polemizzò con chi, come Robbe-Grillet, sosteneva che nella narrativa di oggi non ha più senso rincorrere i personaggi. Disse Bellow: «Ma è mai possibile che gli esseri umani siano finiti?». E ancora: «Non possiamo permettere che gli intellettuali diventino i nostri boss». Nella sua opera gli elementi autobiografici si stemperano grazie a «bugie». Che sono opposti, ma anche inven-

A ogni cantar di gallo, c’è chi profetizza l’imminente morte del genere poliziesco. Il gallo canta e il menagramo puntualmente deve fare un mea culpa. Gli capita stagione dopo stagione, ma lui persegue a immaginare funerali letterari. Basta pensare ai milioni di copie di polizieschi venduti nel mondo. Parliamo di quelli di qualità, ovviamente: il vecchio e caro «Giallo Mondadori», anche se ha dato visibilità a molti narratori valenti, è morente o quasi cadavere. Quesito: chi è il giallista che vende più copie? Verrebbe da dire

Sulla scia del linguaggio para-televisivo corre, e con notevole successo, anche Lynda La Plante, nata a Liverpool, residente sia a Londra che a New York. Nel suo ultimo romanzo, Taglio netto (Garzanti, 18,60 euro), fa rientrare in scena il suo personaggio più riuscito, la detective Anna Travis, tanto caparbia quanto intuitiva. Anche La Plante, come Patterson, ha un’equipe di collaboratori alle spalle. Li ringrazia a fine libro citando nomi (una garbata abitudine). Ma cita anche la «La Plante Production», il che fa pensare a una factory simile a quella del collega americano. Nel caso specifico si tratta però di un gruppo che realizza fiction per la televisione. Lynda è stata autrice della serie Prime Suspect. Ma ha anche scritto alcuni buoni romanzi, tra cui Dalia rossa e Fredda determinazione. Il racconto parte da un’inspiegabile operazione di polizia: doveva filare tutto liscio, invece il capo della Omicidi di Londra, che è anche marito di Anna Travis, è ferito gravemente. Intanto il sangue scorre, altrove. Viene uccisa, a casa sua, una bibliotecaria. Nessuno è in grado di afferrare il movente. Ovvio che i casi hanno qualcosa che li lega. Nulla, nei polizieschi, è posto lì a caso. A parte l’orrore delle singole morti, c’è quello legato al traffico internazionale di esseri umani, all’immigrazione clandestina, a una rete criminale crudelissima. Alla fine affiora un segreto personale. A smentire chi pensa che con il genere giallo non si possa ridere c’è il romanzo di Jean Teulè, Il negozio del suicidio (Vertigo editore, 12,00 euro). Un racconto che Le Nouvel Observateur ha definito «un miracolo della letteratura: si è sconvolti, si è schiacciati, ma si ride». Si procede sul filo del grottesco, ma nessuno sa dire quali siano i confini tra realtà e maniacalità. È la storia di una piccola azienda a conduzione familiare specializzata in articoli adatti al suicidio. Il padre sa tutto di morti violente, la madre di veleni, il figlio maggiore progetta un parco-divertimenti a tema (il suicidio, ovviamente) e la figlia s’incammina in vicende che sarebbe antipatico anticipare al lettore. Non ci sono solo gli stranieri nel cono giallastro della scrittura. C’è per esempio il toscano Marco Vichi, inventore del Commissario Bordelli, passato dalla Guanda alla Rizzoli (con Per nessun motivo, 18,00 euro).Vichi, che scrive limpidamente, ci narra di un amore impossibile, ma anche di come una piccola cosa può sconvolgere gli equilibri di una vita intera. Vengono a galla pensieri e ricordi ritenuti inconfessabili, l’ambiguità legata a una donna con gli occhi verdi e di grande seduzione. A misurarsi - e lo fa molto bene - con la spy-story è invece Adriano Casassa, un cinquantenne romano che si è trasferito a Barcellona, autore di Il gioco estremo (Fanucci, 19,50 euro): storia e scontro tra due complotti internazionali che dovrebbero regolare le fila dei destini individuali. Un intreccio tra interessi economici (l’autore è esperto dei meccanismi della finanza mondiale), killer misteriosi, doppiogiochisti, amore e fedeltà, inseguimenti mozzafiato. Al centro il tema scottante della dipendenza dal petrolio.


homevideo di Alfonso Francia

l guaio è poi di non avere tempo per guardare tutto. Anche quest’anno, in previsione degli acquisti natalizi, i film in dvd sono stati «dopati» con ricche iniezioni di speciali, extra, dietro le quinte, interviste e quiz, tanto che a volte diventa imbarazzante doversi mettere a spulciare tra menu e sottomenu per trovare il comando che dà inizio al film vero e proprio. Ancora più difficile è fare la propria scelta tra centinaia di titoli che strabordano dagli scaffali dei negozi, tra pellicole appena uscite dalle sale e riedizioni di vecchi classici rimpacchettati in confezioni ogni volta più lucide, curate e colorate. Per non parlare dei cofanetti che raccolgono intere stagioni di serial televisivi e i non pochi prodotti realizzati appositamente per il mercato dell’home video. Una scelta fin troppo vasta, anche a livello di fasce di prezzo (si va dalla quindicina di euro per un film in dvd singolo ai sessanta euro e più di un cofanetto).

I

strenne Tutto Bond MobyDICK

pagina 10 • 13 dicembre 2008

Chi non vuole rischiare può accostarsi alle riedizioni di vecchi classici, spesso riuniti in cofanetti di un certo peso: si va dalla doppia trilogia di Guerre Stellari (12 dvd in tutto), alla raccolta dei quattro film di Indiana Jones. Interessante anche la raccolta del Padrino, tre film spalmati su sei dvd in alta definizione: tra gli extra parecchio interessante è la sezione dedicata ai premi vinti dalla trilogia di Francis Ford Coppola (nove Oscar in totale), compresa la statuetta come miglior attore protagonista a Marlon Brando, qui in una delle sue ultime grandi interpretazioni nei panni di don Vito Corleone. Nel set-

Tra le novità si fanno notare le versioni speciali di Batman: il cavaliere oscuro, Indiana Jones e il tempio di cristallo e HellSpopolano i cofanetti: boy II. Oltre alle solite dalla doppia trilogia confezioni in dvd singolo e doppio, sono disponibili dei cavalieri Jedi, versioni da collezione al “Padrino”, all’agente corredate da gadget di segreto più famoso vario tipo (la moto dell’uomo pipistrello o una del mondo, a Indiana Jones, riproduzione in plastica ai più seguiti serial tv. trasparente del teschio di E mentre Walt Disney ritira cristallo). Chi non apprezza simili gingilli, che fuori i suoi capolavori in effetti non fanno una (“La spada nella roccia”) gran figura se utilizzati anche un omaggio come soprammobili, può cercare le versioni in Blue inedito a Olmi Ray disc, formato che consente una riproduzione video in alta definizione. La versione espansa del lungometraggio I Simpson, invece, offre una ricca serie di scene tagliate e alcune brevi clip che da sole valgono il prezzo del dvd, come il monologo di Homer al Tonight Show e una serie di giudizi dei personaggi Simpson sulla serie tv American idol: come a dire, dei cartoni animati che commentano programmi reali come se si trattasse davvero della «famiglia media d’America». Molto sobria la versione in dvd di tore cofanetti, tuttavia, a fare la parte Maradona di Kusturika, curata da Fel- del leone sono i telefilm: tra le ultime trinelli Real Cinema. Al dischetto è ac- uscite si segnalano le quarte serie di coppiato un libro che raccoglie intervi- Lost e Grey’s Anatomy, quest’ultima ste a giornalisti ed ex compagni di corredata di episodi espansi rispetto squadra, tutti alla ricerca di una defini- alla versione vista in televisione, e zione all’altezza delle gesta dell’argen- l’undicesima stagione dei Simpson (la tino. Quasi austera la confezione de serie tv in questo caso), che regala ai luxe di Gomorra, una ruvida scatola fan una sequenza di introduzioni ai nera che contiene due dvd riempiti di singoli episodi curata direttamente da notazioni, scene tagliate, interviste Matt Groening, creatore del cartoon. agli attori e ovviamente un contributo La prima stagione del serial tv Dexter, che mischia le ambientazioni cliniche di Roberto Saviano.

Star Wars e i corti della Pixar alla E.R. con una trama pulp (il protagonista è una sorta di medico-giustiziere della notte), offre invece un bobble pupazzo head, di quelli che oscillano la testa, raffigurante Dexter. Chi ama esagerare, infine, sappia che alla modica cifra di 339,00 euro è possibile aggiudicarsi la raccolta completa dei film di James Bond, da Dottor No a Casi-

no Royale. Una bella idea l’ha avuta la Feltrinelli, che per queste feste ha lanciato la nuova collana Effemovies, per ora composta da cinque titoli: Coffe and Cigarettes di Jim Jarmush, Elephant di Gus Van Sant, Addio mia concubina di Chen Kaige, Notorius di Alfred Hitchcock e Marius e Jeannette di Robert Ogni Guédiguian. film è corredato di una scheda dedicata al regista e di un libretto completo delle recensioni raccolte da Cahiers du Cinema, la più famosa rivista francese del settore. Un’iniziativa nel complesso un po’snob, ma ben fatta e dal prezzo contenuto (ogni dvd costa 9,90 euro). Di spessore culturale parimenti elevato è l’uscita che Feltrinelli ha curato per omaggiare il maestro Ermanno Olmi, da poco ritiratosi dall’attività cinematografica. Con Gli anni di Edison è possibile portarsi a casa la raccolta di corti e documentari che il regi-

sta realizzò tra il 1954 e il 1958. Risalenti a un’epoca in cui agli aspiranti registi era richiesta una lunga gavetta prima di potersi cimentare con i lungometraggi, questi lavori sono uno specchio illuminante della società italiana al lavoro, negli anni duri che precedettero il boom economico. Anche in questo caso il gradito bonus è un libro, contenente una serie di scritti dello stesso Olmi e interventi dei critici Tullio Kezich e Morando Morandini.

Essendo il Natale una festa spesso organizzata in funzione dei più piccoli, è però giusto che la parte del leone in termini di vendite la facciano i film d’animazione. Oltre all’appena uscito Kung Fu Panda, disponibile nelle ormai «solite» quattro versioni (dvd singolo, dvd doppio, blue ray disc e doppio dvd con peluche allegato), si segnalano parecchie novità Disney. La casa americana ha immesso sul mercato Trilli e Quando tutto ebbe inizio, due spinoff tratti dai classici Peter Pan e La sirenetta. Nel primo caso si tratta di un viaggio nel mondo della fatina dell’Isola che non c’è, per l’occasione dotata di parola, nel secondo di una sorta di prequel dove si racconta della vita della sirenetta Ariel prima del suo incontro con il marinaio Eric. Ma la Disney, che ha nello sconfinato archivio il suo vero punto di forza rispetto alla concorrenza, ha pensato bene di aspettare dicembre per proporre le sue riedizioni di lungometraggi storici come La spada nella roccia, La Bella addormentata, Peter Pan e Il Libro della giungla, tutti ovviamente dotati di disco aggiuntivo. Potrebbe destare una qualche timore nelle mamme più apprensive uno dei giochi proposti nel dvd bonus di Peter Pan: il giovane spettatore è infatti incoraggiato a diventare «un bimbo sperduto». I genitori potranno però consolarsi con una bellissima intervista nella quale Walt Disney, orfano di entrambi i genitori, spiega perché decise di dedicare un cartoon al ragazzo che non voleva crescere. Dalla Pixar arriva invece una curiosa raccolta: riprendendo una vecchia e purtroppo dimenticata tradizione infatti, nei cinema i vari film realizzati dalla casa cinematografica statunitense (Cars, Ratatouille, Wall-E) vengono preceduti da un cortometraggio. I corti di Pixar ne raccoglie dodici, alcuni semplici e divertenti, altri addirittura geniali.


MobyDICK

cinema

13 dicembre 2008 • pagina 11

cantò il mondo (White Star, 45,00 euro) e di Sophia Loren, insignita dal Marc’Aurelio alla carriera alla prima edizione della Festa del Cinema di Roma alla qualeYannBrice Dherbier dedica un ricco volume fotografico che la ritrae, oltre che sul set, in rare immagini di vita quotidiana (Immagini di una vita,Tea, 28,00 euro).

Per rimanere in tema, è proprio il Festival di Roma a curare, con prefazione di Gian Luigi Rondi, C’era una volta il ’48 (Minimum fax, 13,50 euro), che analizza sotto l’occhio attento di Orio Caldiron un anno fondamentale per il cinema italiano, segnato dall’uscita di capolavori come Ladri di biciclette e La terra trema, attraverso la riproposizione di testi critici dell’epoca. Regalo adatto per completare il quadro di quel cinema che, purtroppo, non c’è più già tratteggiato, anche se in altri modi e con un’altra confezione, dal già citato volume suVisconti. Risponde il Torino Film Festival occupandosi con una monografia su Roman Polanski (Il Castoro, 26,00 euro), un volume meticolosamente curato in occasione della retrospettiva dedicata di Pietro Salvatori al regista nell’ultima edizione della rassegna torinese. er un cinefilo non esistono stagioni. The Stanley Kubrick Archives, che la TaDa contraltare a un autore Nel buio tepore della sala non arri- schen propone come idea regalo in un’ediestremamente poliedrico e va il caldo dell’estate, il vento del- zione «economica» a soli 50,00 euro, a che ha nettamente diversifil’autunno o il freddo dell’inverno. fronte dei 150,00 dell’edizione originale cato la propria produzione Onde evitare che chiunque abbia un buon ormai esaurita. Un volume in edizione panel corso degli anni come è amico appassionato di cinema si veda pri- noramica curato da Alison Castle in collaPolanski, per gli amanti del vato della sua compagnia almeno nel borazione con la moglie dell’immortale recinema «di genere», Alacran prossimo periodo di vacanze natalizie, co- gista, Christiane, e il supporto della Fondaoffre un agile volumetto deme stanarlo dalla sala se non con un buon zione Kubrick, che ripropone attraverso dicato alle ultime avventure regalo? E per non restituirlo alla penom- un’accuratissima selezione fotografica, i di James Bond targate Dabra del proprio salotto dopo avergli rega- documenti dell’archivio personale del reniel Craig, Mito Bond (22,50 euro), la cui lettura è resa lato il dvd di turno, sarà meglio concen- gista di Shining, e il contributo di autorepiacevole da un’enorme trarsi su un buon libro. Che riguardi il ci- voli critici d’oltreoceano, l’intera carriera quantità di schede e di curionema, ovviamente. Un classico sono i di- di uno dei più grandi sità per appassionati e non. zionari, vere e proprie enciclopedie ricche registi dei nostri Volumi fotografici dedicati a indimenticabili star, Oltre all’action, anche gli di schede di film, attori e registi, che assu- tempi, a partire da Il monografie su giganti del cinema come Kubrick amanti dell’horror verranno mono il titolo dai critici che li firmano. Il bacio dell’assassino Morandini (Zanichelli, 27,80 euro) punta fino ad arrivare alsoddisfatti in questo Natale. e Visconti. Un po’ di storia rivisitando il 1948. per la copertina sull’italiano Gomorra, Proprio in questi giorni è in Poi dizionari, guide ai migliori film della storia mentre dalla prima del Farinotti (Newton, uscita l’ultimo volumetto dei 24,90 euro) occhieggia un minaccioso e curiosità dal dietro-le-quinte di ”Saw” e ”Twilight” dizionari «di genere» della Joker, mattatore assoluto dell’ultimo capiElecta, Horror (20,00 euro), che oltre alle schede dei film tolo della saga di Batman. Nonostante il l’ultimo e contro- accuratissima, ma su un autore nostrano, propone un’ampia e gustosa sezione dediweb ormai offra un enorme archivio eletverso Eyes Wide è Visconti - Scritti, film star e immagini cata al backstage dei trucchi e degli effettronico gratis e a portata di un click, i dizionari godono ancora di ottima salute, Shut. Sempre ca- (Electa, 90,00 euro), splendido e monu- ti speciali dei film dell’orrore. Fabrizio Foratterizzato da mentale volume che ripercorre la filmo- gliato si sofferma invece su una saga in per l’accuratezza della confezione e il preuna confezione grafia di uno dei maestri del cinema italia- particolare, amata dalle nuove generaziostigio delle firme che li connotano di un no attraverso 160 foto di scena e una rac- ni di appassionati, offrendoci in Saw - anacerta autorevolezza, a differenza dell’asetcolta di scritti dello stesso Visconti che lisi di un successo annunciato (Morpheo, ticità della rete. spaziano dalla pura teoria al racconto 12,00 euro) una lettura a tutto tondo di Sempre per coloro che avessero voglia di gustosi episodi autobiografici, una quello che è diventato un vero e proprio fevera perla rara per tutti gli appassio- nomeno mediatico. Si parla di fenomeni di avere a disposizione un ampio database nati del regista milanese e, più in ge- mediatici, e come non citare Twilight, vero cartaceo, la Atlante propone tre volumi nerale, del buon cinema, che vale inte- e proprio blockbuster dedicato ai teenaanch’essi dal carattere enciclopedico, ma ramente il suo costo di certo non esi- ger, che in Italia ha già incassato cifre mimeno seriosi, corredati da un’ampia scelta guo. A far da contrappunto a due registi lionarie e catturato l’attenzione del pubblidi foto e presentati in una buona ediziouomini, troviamo in libreria i volumi foto- co più giovane. Proprio per loro, oltre a rine in brossura. Si tratta di 1001 Film grafici dedicati a due meravigliose attrici, lanciare ancora una volta i volumi ai qua(35,00 euro), 501 Registi (29,00 euro) che a loro modo sono state icone del pro- li il film si ispira, la Fazi ha pubblicato un e 501 Star del cinema (29,00 euro), prio tempo. Stiamo parlando di Marilyn accurato dietro le quinte (Twilight, il backprodotti dedicati agli appassionati in cerca di curiosità e che desiMonroe - Tesori e ricordi della diva che in- stage del film, 19.90 euro), destinato a soddisfare la curiosità di tutti i fan dei romanderano essere indirizzati verso zi e del film di Catherine Hardwicke. quelli che Steven Jay Schneider, criDal mito intramontabile della Monroe e tico americano e ricercatore presso l’unidella Loren al genio di Visconti e di Kuversità di Harvard che firma tutti e tre i tebrick, dalla miniera di informazioni del sti, ritiene essere i migliori film della stoMereghetti e del Farinotti all’accurata seria, i più famosi registi e le più famose star lezione di Schneider, dalle torture indicibidi tutti i tempi. li di Saw a quelle di cuore di Twilight: di Forse i cinefili incalliti, che già conoscemateriale per far allontanare dallo scherranno le innumerevoli curiosità proposte mo anche il cinefilo più incallito almeno dai volumi, non si sentiranno appagati in per qualche ora ce n’è dunque in abbonpieno da una lettura di questo genere. danza. Adesso a voi la scelta! Per loro è assolutamente consigliato

Marilyn, la diva

che incantò il mondo

P


strenne

pagina 12 • 13 dicembre 2008

poesia

L’accordo segreto tra l’essere e il cosmo di Filippo La Porta a poesia è pedagogia delllo sguardo. Ci insegna, e abitua, a scoprire le innumerevoli dimensioni che contiene la realtà. Josif Brodskij (San Pietroburgo 1940-New York 1996) nella sua Lettera ad Orazio ha detto benissimo che «la realtà, come la Pax Romana, vuole espandersi. Ecco perché sogna…». Ci avevate mai pensato? Qui non c’entra l’inconscio, i resti notturni della nostra attività psichica, etc. La materia di cui siamo fatti sogna semplicemente perché intende espandersi, dilatarsi, moltiplicarsi in molte altre modalità, che spesso non sono visibili a occhio nudo. E infatti le installazioni di Bill Viola (che potete ammirare al Palaexpò di Roma) vogliono rallentare il movimento perché ci invitano a una attenzione particolare, più penetrante: la realtà solo così rallentata, fino all’estenuazione, rivela di sé qualcos’altro. Perciò Bill Viola è un grande poeta, oltre a essere un interessante videoartista.

L

Torniamo a Brodskij, nato a San Pietroburgo da famiglia ebraica, che a 24 anni, dopo aver pubblicato le prime raccolte di versi (su incoraggiamento della Achmatova), viene arrestato per parassitismo e condannato a cinque anni di lavoro forzato (ne sconterà un anno e mezzo). In seguito costretto a emigrare, cittadino americano nel 1977 e Nobel nel 1987. Mantenne sempre un forte legame con l’Italia e la nostra cultura, con

Venezia, Firenze e Roma. Il suo variegato canzoniere rispecchia così una biografia erratica e tormentata, fatta di tante radici: a fasi di un lirismo assoluto ha alternato fasi quasi anti-liriche, a una regolarità metrica di tipo artigianale ha preferito a un certo punto il verso libero, a una astrattezza metafisica si contrappone una figuralità terrestre. Non amo tutto Brodskij. A volte i suoi versi mi sembrano insidiati da una retorica, la retorica della Poesia che celebra enfaticamente se stessa e che diventa inafferrabile (almeno letto in traduzione). Altre volte ho l’impressione che invochi troppo spesso la bellezza. Scrive che «per parafrasare Dante nella bellezza l’occhio trova la sua pace: il suo estetico più attendibile dell’etico…». Ora, Dante però non avrebbe mai contrapposto etica ed estetica: per lui la verità coincide con il bene, il quale non è altro che il riconoscimento della realtà (quella stessa realtà che sogna inferni e paradisi per espandersi). Ma credo che Brodskij nelle Poesie di Natale, scritte puntualmente nella ricorrenza della Natività e nell’arco di trentatrè anni, dal 1962 al 1995, ritrovi interamente la sua misura e tutta la sua elementare forza espressiva.

In questi versi la «concretezza» tangibile di oggetti e personaggi disciplina l’ispirazione, le dà un peso specifico. Il linguaggio della poesia realizza qui sobriamente il miracolo della congiunzione misteriosa degli estremi, della imperscrutabile simmetria delle cose, della coincidenza mistica degli opposti (lo stesso Bill Viola con i suoi video ci indica un percorso di tipo mistico). Già aveva detto Wystan H. Auden, uno dei suoi sponsor, che la virtù di Brodskij consiste nel rappresentare oggetti concreti come «segni sacramentali».

Al centro della poesia che ho scelto c’è un asse invisibile che tiene insieme l’universo intero, la abbagliante connessione di due punti infinitesimali, il Bambino e la Stella, che si trova dall’altra parte, «alla profondità del Cosmo». Ma in generale questi versi ci restituiscono una umanità brulicante (cui tutti apparte-

LA STELLA DI NATALE Nella fredda stagione, in luoghi avvezzi all’afa più che al gelo, e a piatte distese più che ai monti, nacque un bambino per salvare il mondo, in una grotta; turbinava il vento, come può solo nel deserto d’inverno. Enorme tutto gli sembrava; il seno della madre, le nari del bue fumante di vapore, i re Magi; quei doni da Gaspare, Melchiorre e Baldassarre fin lì portati. Il bimbo era un punto solamente. E un punto era la stella. Con gran circospezione, senza neppure un battito di ciglia, tra rade nubi, di lontano, dalle profondità del Cosmo, giusto dall’altro estremo, la stella fissava nella grotta il bimbo sulla greppia. Di un padre era lo sguardo. Josif Brodskij (24 dicembre 1987)

niamo) che abita il deserto o i grandi empori di una città, fatta di «povera gente», di reietti e orfani, di cammellieri, di angeli che sembrano «camerieri sciamati fuori da qualche cucina», di «re sedicenti in frenesia di doni», di trafficanti, pellegrini, puttane, gente in fuga (scrive che al Sud credono in Gesù Cristo perché sono tutti fuggitivi)… Sembra la folla promiscua delle notti bianche di un illustre concittadino di Brodskij, Dostoevskij. In tutte queste poesie incontriamo un bambino, che sa e tace, che guarda con stupore, che si appisola, e in tutte circola qualcosa di infantile. La scoperta, da parte del bambino, del presepe, di un mondo fiabesco prima che teologico, pieno di colori, immagini, apparizioni, dove ogni cosa è se stessa e figura (annuncio o anticipazione) di altro, e dove le stelle e il cielo sono fatti di stagnola e la neve di ovatta, dove tra i carillon la città «cela in un fiume di latte i suoi riflessi», di fronte alla «riva ghiacciata di puro miele»... Per il bambinello e aggiungo: per il poeta - tutto è «enorme», epifanico… In un’altra bellissima poesia, del 1993, leggiamo: «Per un miracolo, quali gli ingredienti? Il vello/ del pastore, un pizzico appena di presente, un briciolo/ di ieri, e alla manciata del giorno che verrà aggiungi/ a occhio una fetta di cielo più quell’assaggio di pura vastità». Ecco il semplice «materiale» che serve a un miracolo, come fossero gli ingredienti di un dolce meraviglioso o di una magia illusionistica alla Harry Potter. Mi piacerebbe che questa strofa venisse recitata insieme ai bambini sotto l’albero… La Storia, vuota divinità venerata dai giudici e carcerieri di Brodskij, gli ha fatto sentire senza riguardo il suo dente velenoso, come lo definì un altro grande poeta russo, Aleksandr Blok, e ha tentato di convertirlo a quella uguaglianza coatta che «esclude fratellanza». Anche se, fortunatamente, ogni tanto «cade la neve e mette il mondo in minoranza» (una immagine che mi ricorda quella della nebbia in una celebre poesia di Auden) e poi sempre le donne «nascondono i piccini» a Erode. Né l’esistenza ha risparmiato a Brodskij pene e umiliazioni, la detenzione, l’esclusione, l’esilio… Però quella stella su in alto, sempre presente, con la sua «luce stipata» - sguardo protettivo di un padre - è come la promessa, nonostante tutto (il freddo e il vento che turbina, i Re Magi che «scorderanno il tuo indirizzo»), di un accordo segreto tra l’essere umano e il cosmo.


MobyDICK

13 dicembre 2008 • pagina 13

classici

La Merini e la pensosa leggerezza della Szymborska di Francesco Napoli n un saggio degli inizi degli anni Ottanta Italo Calvino si poneva un quesito di un certo rilievo anche oggi: perché leggere i classici? Ne dava poi diverse definizioni, ma una di queste sembra quella più appropriata: «un classico è un libro che non ha mai finito di dire quello che ha da dire». Nel genere è la poesia quella che sembra avere la voce più duratura e in questi giorni in cui si è alla ricerca di un regalo, e per sempre, un classico della poesia è di certo il pensiero migliore da avere. Nel novero dei possibili doni ci sono i tre volumi dei Poeti della scuola siciliana (55,00 euro cadauno) editi da Mondadori nella prestigiosa collana dei Meridiani e firmati da Roberto Antonelli, Costanzo Di Girolamo e Rosario Coluccia. Si tratta della raccolta esaustiva dell’intera tradizione manoscritta di quei poeti, da Giacomo Lentini ai poeti della corte di Federico II ai cosiddetti siculo-toscani, che nel XIII secolo segnarono la nascita della letteratura italiana. Molto prossimi per importanza i due volumi delle Rime di Pietro Bembo (Salerno Editrice, 104,00 euro), un’opera magistralmente curata da Andrea Donnini che riporta al lettore di oggi l’intera produzione in versi di uno che «fece scuola» ben oltre le pluriantologizzate Prose della volgar lingua. Spostando decisamente l’asse cronologico e geografico, c’è da segnalare il monumentale volume di Rainer Maria Rilke Tutti gli scritti sull’arte e sulla letteratura (Bompiani, 36,00 euro).Testo a fronte, Elena Polledri ha sapientemente riunito l’intero corpus teorico di un grande del Novecento europeo il cui pensiero ha avuto enorme influenza. E restando in zona va menzionata l’edizione Adelphi delle Opere di Wislawa Szymborska (70,00 euro) a cura di Pietro Marchesani. Un volume che mette insieme le poesie (fino al 2005), alcune prose critiche e il discorso tenuto dalla Szymborska a Stoccolma nel 1996 in occasione del conferimento del Nobel, tante pagine nelle quali si riconosce quel suo scrivere con «pensosa

I

leggerezza». La poesia è anche un’arte capace di rivolgersi a tutti e in questo senso si spinge l’antologia Rizzoli nella serie «Pillole Bur», Poeti con nome di donna (5,00 euro), curata da Davide Rondoni e Francesca Cadel, dove da Saffo all’indimenticabile Giovanna Sicari, coloro le quali non avrebbero dovuto scrivere, secondo una convenzione maschilista, hanno contravvenuto «perché tu possa leggere/ da lontano nel mio cuore». E a proposito di donne, come non ricordare un poeta che molto ha scritto, Alda Merini, della quale la Rizzoli ha giustamente ripubblicato La volpe e il sipario (13,00 euro), con disegni di Alberto Casiraghi, e per la quale Frassinelli ha ben pensato di riunire in un solo volume Corpo d’amore, Magnificat, Poema della croce, Cantico dei Vangeli e Francesco sotto il titolo complessivo di Mistica d’amore (19,00 euro). L’elegante impaginazione e l’illustrazioni a tema - si tratta dei lavori della «poetessa dei Navigli» su figure fondamentali delle fede cristiana - ne fanno davvero un gran pensiero natalizio. E con tante donne in gioco come non pensare alla ricca antologia di Luca Canali, ancora nel-

Wislawa Szymborska

contemporanei

la Bur Rizzoli (14,00 euro), La poesia d’amore antica. Da Omero ad Apollonio Rodio, da Lucrezio a Ovidio, tutti sono stati vinti dall’amore, come Virgilio dixit «Omnia vincit Amor». Per gli estimatori più sapienti non mancano novità dove sono protagonisti alcuni dei grandi del passato. Penso allora all’edizione di Mariasilvia Tatti del Giorno e delle Odi del Parini (22,00 euro). Il pregio è anche nella collana, «I Diamanti» della Salerno Editrice, autentici breviari della grande letteratura, dove leggibilissimi si stagliano i versi e il commento a opere di primario rilievo. E in tema di maestri, spicca l’edizione anastatica dei Canti Orfici di Dino Campana (22,00 euro) che solo un coraggioso e amante della poesia come Raffaelli editore poteva congegnare. In cofanetto sono racchiusi due volumi: uno con l’opera campaniana, l’altro con l’ottimo commento di Marco Antonellini. E per fortuna non manca anche quest’anno l’Almanacco dello Specchio, curato da Maurizio Cucchi e Antonio Riccardi per Mondadori (15,00 euro). Sulla falsariga dell’invenzione sereniana del 1972, i due poeti hanno composto una ripresa di questa sorta di palestra della versificazione, non solo italiana. Tra inediti di autori come Conte e Cavalli e di altri alle prime soglie come Fresa e Pellegatta, il lettore potrà gustare un ampio panorama su un anno di poesia, con contributi molto diversificati che vanno dal resoconto di viaggio nella Finlandia di Santagostini all’autoritratto di Cesare Viviani. La chicca finale è per gli Arcanes di Jack Hirschmann editi in Italia da Multimedia Edizioni (50,00 euro) a cura di Sergio Iagulli e Raffaella Marzano. L’opera rappresenta, nella vasta produzione del poeta laureato della Beat Generation, un tassello importante e unico. Ma l’occasione è ancora più importante: averlo per le mani è come fargli gli auguri per i suoi 75 anni, anni lunghi e intensi di questa straordinaria voce della poesia d’Oltreoceano che proprio oggi scoccano.

Esercizi di fantasia tra minimalismi e profondità di Loretto Rafanelli onino Milite, personaggio singolare, impegnato come artista ridesign e delle «architetture effimere», giunge ora alla poesia con il libro Meteora (Mondadori). Una poesia composita, dalle tante variazioni, forse un libro poco unitario, che può essere un difetto o un pregio, ma decisamente ricco, dove si passa da accenti scherzosi, ma minati comunque da una certa angoscia («I rifiuti veri/ lo gridarono/ come poterono/ all’assordante/ camion compattatore./ C’era un uomo/ accucciato,/ addormentato/ nel buio fetore/ del cassonetto agganciato”»), ad alte vette liriche («Passa/ una vela,/ spingendo/ la notte/ più in là» che è poi anche il titolo del libro di Mario Calabresi dedicato all’assassinio del padre), dalla pena degli anni passati, all’amore. La poesia per Milite è forse anche un gioco («il gioco e il caso gli/ ultimi paradisi»), ma soprattutto è un grande esercizio di fantasia, mediato da un linguaggio semplice e diretto. Un cartoncino piegato in quattro, con

T

un’acquaforte di Raimondo Rossi, edito da Prima del vischio a Urbino, raccoglie lo splendido poemetto Tempo che sarai della poetessa marchigiana Mariarita Stefanini, autrice ormai tra le più conosciute e tra le più valide del panorama poetico nazionale. Il testo, che ci ha colpito per la sua forza emotiva, è un canto d’amore di rara intensità e di sicura e avvolgente grazia. Una poesia, la sua, dove la distanza è vissuta come una ferita che urge e non è semplice da superare e dove il tempo è dubbio, male e perdita («Quando senti il male la pelle ti si fa bianca, madre/… tu aspetti col viso che so/ quando per me teme il male»). Una prova che mi pare superi quella già eccellente del recente, e apprezzato, libro Nell’ora bianca. Per Nicola Vitale (Condominio delle sorprese, Mondadori) la poesia è lo sguardo, senza tante trasposizioni e senza barocchismi, al quotidiano andamento che ci circonda, alle fasi elementari del vivere («Distaccate le piastrelle/ e decaduta dai muri/ l’atmosfera di fiori, i tubi

scavati/ nella radice d’acqua, / tutto il condominio suona…»). Il suo osservare è rivolto alla molteplicità delle piccole cose e ai fatti che ci assediano. Poesia minimalista, si potrà dire, che sappiamo avere il suo indubbio valore. A noi tuttavia è piaciuta di più la sezione intitolata «Notti di sogni», dove Vitale assume un tono più alto. Jaca Book pubblica di Jean-Yves Masson, Stanze della notte e del desiderio. Autore assai noto in Francia e conosciuto in Italia soprattutto per la sua attività di traduttore, attraversa in questa opera, con grande intensità espressiva, i turbamenti esistenziali dei nostri anni di una generazione, quella dei quarantenni, che ha di fronte svolte epocali. Il poeta non si chiude mai in una prospettiva nichilistica, ma si muove invece nell’ottica di una possibile rinascita, specie con la mediazione del sacro. Nelle Edizioni della Meridiana, è uscito di Alessandro Polcri, Bruciare l’acqua. L’autore, docente alla Fordham University di NewYork e condirettore della ri-

vista Italian Poetry Review, è alla sua prima prova come poeta, per quanto sia del 1967. Ma non pare si parli di un libro d’esordio, tanto è sicuro il dettato linguistico (ricco e vario, anche con termini colti e provenienti da varie lingue) e intensa la vena poetica (anche un poco classica). Pier Damiano Ori è un giornalista del TG3 emiliano. Si occupa di cultura con straordinaria competenza e passione. Ora lo salutiamo con piacere nelle vesti di poeta, col suo primo libro in versi: Perso nel mio paese (Book Editore). Poesie che abbiamo apprezzato per l’attenzione ai fatti della vita, anche quelli più semplici, espressi in una misura dialogante. Una poesia che ci è parsa affine ai poeti della cosiddetta linea lombarda. Ma Ori è poeta che non esaurisce la propria attenzione all’esterno, perché è pure sensibile ai «sussulti» interiori, ai propri moti esistenziali, e sente la necessità di una speranza che, pur vacillando, è pure inseguita. Una prova preziosa, che evidenzia una sicura identità.


MobyDICK

pagina 14 • 13 dicembre 2008

arte

strenne

Picasso De Chirico e il genio di Munari onfessatelo, chi sa che cosa è la filografia? Semplice, la passione dello scrivere o meglio la raccolta delle traccie che l’uso della lettera, intesa come epistola, ha lasciato nei nostri cassetti e nel nostro immaginario. Divertentissimo volume Allemandi, Elogio della parola scritta, di Alberto Bolaffi (35,00 euro): dalle prime ombre degli scribi, su di un bassorilievo egizio, al francobollo russo sulle imprese spaziali, attraverso la forma e la grafica della lettera che varia: storia visiva e antropologica del comunicare umano. Anche in modo alchemico? Forme e correnti dell’esoterismo occidentale è il primo dei quaderni della Fondazione Cini,Viridarium. Il giardino come vaso che contiene la nigra materia del grande Opus. Raccoglie da un convegno interessanti saggi sulla cultura esoterica: il tema della Messa nella cerca del Graal, Raimondo Lullo e la kabbalah nel Cinquecento, Le correnti aritmologiche nel Rinascimento (Medusa, 34,00 euro). Dopo la discesa infernale, dentro la Crocefissione di Grünewald, ecco, sempre grazie alla concertata lettura del filosofo Giovanni Reale e il contributo filmato di Elisabetta Sgarbi, Il pianto della statua (Bompiani, con dvd, 45,00 euro) l’addolorato miracolo delle terracotte di Mazzoni, Begarelli e Niccolò dell’Arca, che si fanno sangue e lagrime, in un teatro del dolore, che ha pochi confronti (anche nel cinema. Forse solo nei video di Bill Viola, che dalla mostra di Roma si merita un bel volume Giunti, Visioni interiori, 48,00 euro). L’antico non ha confini. Come dimostra il rapsodico ma cattivante L’occhio senza tempo di MarisaVolpi (Lithos, 22,00 euro) che spazia da Poussin a Cézanne, dal geniale Zoffany al misterioso Le Boullée, senza trascurare i più «giovani» fedeli della pittura, Corey, Giovannoni, Siciliano, toccando la nevralgica «Questione dell’antico nell’arte contemporanea». Non di Le Boullé ma di Ledoux, altro architetto visionario del Neoclassicismo, l’utile monografia Jaca Book di Vidler Anthony (45,00 euro). Staor-

C

viaggi

orrere giù per le strade coloniali, veleggiare alla volta delle isole più suggestive del mondo, fermandosi ad ammirare i misteri dell’India o i colori (altri) di Istanbul. Inseguire Buddha fino al Tibet o scoprire i vicoli stretti della nervosa Barcellona e il doppio volto della Birmania. Comunque viaggiare. Per desiderio di conoscenza o di fuga, per allontanare infelicità o mettersi alla prova. Viaggi fisici, simbolici e metafisici. Si può viaggiare anche leggendo, un viaggio low cost per impadronirsi delle esperienze altrui e salpare verso i luoghi che ci affascinano. Così, senza valigie e passaporto, ci concediamo un rapido viaggio in libreria, tra le vetrine intasate del Natale e le luci sfavillanti che zittiscono lo spettro della crisi. Ed eccole lì, impilate sullo scaffale, seducenti tentazioni per abbandonare la realtà e fantasticare. Si parte. Dove ci porta quest’anno la letteratura di viaggio? Cominciamo Dalla città nervosa (Voland) di Enrique Vila-Matas. Non la Barcellona di Gaudì e delle Ramblas rumorose ma un luogo viscerale, letterario e concreto allo stesso tempo, dove inseguire le copertine dei libri delle lettrici sugli autobus, abban-

C

di Marco Vallora dinario divulgatore, Paolo Moreno ci prende per mano come guidandoci dentro La bellezza classica. Guida al piacere dell’antico, entrando tra le pieghe i panneggi dell’arte greco-romana, in quell’attimo fuggente che si rapprende nel marmo o nel bronzo (Allemandi, 45,00 euro). Andrea Carandini, in Archeologia classica - Vedere il tempo antico con gli occhi del 2000 (Einaudi, 24,00 euro), dichiara subito il suo intento: «avrei potuto scegliere un titolo più chiaro, anche se meno affascinante, come archeologia dell’età classica, ma non ho resistito alla tentazione di provocare una nobile tradizione di studio, che a me pare per taluni aspetti barbogia», badando non soltanto agli oggetti d’arte «ma anche alle cose, comprese quelle più povere e prive di valore estetico, con l’intenzione di creare un’eresia». Dall’antico al contemporaneo. Savoir pour pouvoir è il motto che De Chirico ruba a Courbet, per introdurre uno dei suoi Scritti. Romanzi e Scritti critici e teorici, a cura (brillante) di Andrea Cortellessa, con in più edizione diretta da Achille Bonito Oliva (Classici Bompiani, 50,00 euro) raccoglie tutti gli scritti d’arte, quando De Chirico era ancora intelligente, compreso il geniale Ebdomero. La grandezza inesauribile di Picasso la si può misurare anche, intelligentemente e brillantemente, attraverso la sua vita e le sue amicizie, da Jacob a Cocteau a Diaghilev e perfino Breton, per il suo breve ma significativo periodo «surrealista», nel libro di Mary Ann Caws, Pablo Picasso (Bollati Boringhieri, 20,00 euro). Gradevole biografia acquerellata d’una musa delle avanguardie e sorprendente fotografa di guerra, Lee Miller, tra i primi testimoni a entrare nei lager liberati. Compagna di Man Ray, amica di Picasso, Chaplin, Eluard e Cocteau, immersa nel mondo della moda ma immune dalla stoltizia del glamour, rivive nel ritratto romanzato ma credibile che le ha dedicato Lu-

ca Romano (L’angelo egoista, Neri Pozza, 15,00 euro): «uno spirito egocentrico in un corpo divino». «Un saggio sull’anti-entropia visiva» quello di William Kentridge, Da capo (Charta, 27,00 euro) dove troviamo la simpatia e la vitalità dell’artista sudafricano, ormai cosmopolita, regista di spettacoli straordinari come il Flauto Magico, alle prese con lo schermo frangifuico della Fenicae, ben più materico e solido delle sue vaganti immagini filmiche. «All’improvviso/ senza che nessuno mi avesse avvertito/ mi trovai completamente nudo/ in piena città di Milano/ la mattina del 24 ottobre 1907». Così Bruno Munari, in Verbale scritto (Corraini, 10,00 euro). «Munari, quello delle macchine celibi/ quello dei libri illeggibili/ ognuno conosce un Munari diverso». Litanie, non senses per bambini grandi, poesie-boutade: dall’aforisma krausiano all’haiku italiano. La miglior risposta al libro di Bonami Lo potevo fare anch’io. «Quando qualcuno dice: questo lo so fare anch’io, vuol dire che lo sa rifare, altrimenti lo avrebbe già fatto prima». «La parola parodie è un modo di sfottere garbatamente e smitizzare il design, riportandolo a quanto detta il buon senso e demonizzare alcune futilità proprie della letteratura del design». Contro il mito del design che salva il mondo o il sacerdozio ecologico del neo-fanatici, «il nuovo non è così nuovo». Finalmente un po’ di saggezza e di ironia. Il grande Renato de Fusco si può dire davvero che fa le pulci a un mondo corrotto, tra «mobili di torroni e persuasione sbracata» in Parodie del design (Allemandi, 12,00 euro). Vademecum, anche ironico, Come comprare l’arte contemporanea, il manuale dei collezionisti di L. Buck e J. Greer (Allemandi, 27,00 euro): una collezionista e una giornalista televisiva spiegano come «non farsi maltrattare dal sistema avendo capito tutto quello che c’è da capire». Perfino come e dove si sceglie un’opera. Ma se poi venisse fuori che era una boiata? Silenzio, su questo.

Turismo low cost in giro per il mondo di Livia Belardelli donarsi temerari a una corsa in metro per «perderci per sempre, lontano dal sole e dalle stelle, nell’aria lenta e spessa di tunnel e rotaie della notte infinita di Barcellona». O nelle piazze in cui sedersi e annotare ogni cosa, il matto che canta la traviata, 22 alberi, 12 lampioni, un clochard. E su questa città dove è facile e piacevole perdersi arriva anche il cofanetto Passeggiate in città: Barcellona (Salani) di Sarah Andrews, un libro a schede, 50 come le 50 passeggiate che consiglia per esplorare la città in maniera originale e divertente. Da Barcellona a Istanbul, per perdersi nella città di Pamuk e nei suoi Altri colori (Einaudi), dal terremoto del ’99 alla vita di ogni giorno ritmata dalla sovrapposizione di popoli e tradizioni. Nel mondo dei «redattori viaggianti» ci porta invece Lorenzo

Cremonesi con Dai nostri inviati (Rizzoli). Un tuffo indietro per rivivere cronache di guerre ed esplorazioni, dalla Cina alla vicina Sicilia, luogo quasi esotico per il «continentale» che la racconta nel 1885. E ancora Norvegia, Patagonia e Africa, lezioni di giornalismo ma soprattutto viaggi nel passato e nella storia. Un altro giornalista ci accompagna In Birmania (Cairo) alla ricerca di uno scoop, un paese devastato dalla dittatura e dal terrore, pieno di contraddizioni e paesaggi incantati colti dalla penna di Ono-dit-Biot. Anne Cherian con La moglie indiana (Newton Compton) ci conduce al confine tra due culture, un confronto tra mondi che si scrutano e cercano di comprendersi, tra un’illusoria libertà americana e le tradizioni dell’India. Negli stessi luoghi si va con Anita Nair

che, in La mia magica India (Donzelli), ci avvolge in un’atmosfera senza tempo, un eterno presente tra favola e mito, dove non ci sono mogli indiane ma divinità, demoni e animali incantati. Se la parola scritta non soddisfa la vista ci si può immergere nelle paradisiache acque di 100 isole (Rizzoli), un reportage di viaggio che solca i mari e gli oceani del pianeta, da Rodi alle isole Marchesi, da Antigua a Los Roques. Dalle luminose isole bruciate dal sole ai gelidi panorami della steppa polare. Basta strofinare La lampada di Aladino (Guanda) di Luis Sepúlveda per ritrovarsi in quelle isole che «sono navi di pietra, che non hanno abitanti ma equipaggi che arrivano, si fermano e se ne vanno», luoghi dove si perde il passato o si conversa bevendo spumante catalano con il fantasma di una donna greca in contemplazione del mare di Alessandria. E ancora Sulle tracce dell’Oriente viaggiando dal Pakistan al Tibet Con il Buddha di Alessandro Magno (Ponte alle Grazie) di Mario Biondi fino a un viaggio, questa volta anche nell’anima, con Piergiorgio Odifreddi e Sergio Valzania nella Via lattea (Longanesi), sul cammino di Santiago di Compostela.


MobyDICK

13 dicembre 2008 • pagina 15

architettura

Tutto Vignola, Le Corbusier e il Giappone visto da Wright di Marzia Marandola el 2008 le case editrici italiane e straniere che si occupano di architettura hanno dato alla stampa volumi di grande rilevanza, vari per tematiche di indagine e formati. Convinti che regalare un libro a Natale è sempre una buona idea suggeriamo alcuni volumi tra le uscite recenti. Dall’architettura antica a quella contemporanea, dalle edizioni lussuose e raffinate in grande formato ai volumi agili e tascabili, la scelta che l’editoria offre sul tema è vasta. Iniziamo segnalando un raffinatissimo volume uscito da pochi giorni, per sofisticati conoscitori dell’architettura e amanti bibliofili: Frank Lloyd Wright, Le stampe giapponesi. Una interpretazione (Electa, 126,45 euro). Il volume per la prima volta traduce in italiano il libro pubblicato da Wright nel 1912, una riproduzione in facsimile, con illuminanti saggi di Francesco Dal Co e Margo Stipe, guida alla piacevole lettura del testo wrightiano e alla comprensione del rapporto tra il maestro americano e la cultura giapponese. Ancora una edizione sontuosa, la ristampa anastatica in grande formato (33x43 cm) del volume di Le Corbusier, Le poéme de l’Angle droit (Electa, 50,00 euro) un album di disegni e appunti del grande maestro franco-svizzero. Il formato orizzontale della collana «Electa Ad Esempio» caratterizza il bel volume di Roberto Dulio, Ville in Italia dal 1945 (50,00 euro), corredato da un sontuoso apparato fotografico, come anche Teatri e luoghi per lo spettacolo (Electa, 65,00 euro) di Orietta Lanzarini e Alberto Muffato, che ripercorre le realizzazioni dalla Sydney opera House (1955-73) di Joern Utzon, recentemente scomparso, fino al Matsumoto Performing Arts Center a Matsumoto Nagano (2001-2004) di Toyo Ito. La ricorrenza di eventi che si sono succeduti nel corso del 2008 hanno promosso la pubblicazione di una serie di volumi. Il cinquecentenario della nascita di Vignola ha permesso la stampa del volume di Bruno Adorni, Jacopo Barozzi da Vignola (Skira, 68,00 euro) e quello di Marcello Fagiolo, Vignola. L’architetto del principe (Gangemi, 60,00); così come sono moltissimi i volumi dedicati alle opere di Andrea Palladio, sempre in occasione del cinquecentenario della nascita. Il catalogo della mostra Niemeyer 100, a cura di Guido Laganà

N

e Marcus Lontra, (Electa, 39,00 euro) è invece uscito in occasione dei cento anni dell’architetto brasiliano. Inoltre per gli ottanta anni della storica rivista Casabella uscirà tra pochi giorni il corposo volume di Chiara Baglione, Casabella 1928-2008, nel quale si ripercorre la lunga storia editoriale, attraverso testi nuovi e ristampe anastatiche dei saggi più significativi pubblicati. La distanza temporale permette oggi inoltre di valutare, con maggiore distacco e spirito critico, i grandi interventi architettonici promossi in Italia negli anni del regime fascista. Su tale periodo storico si veda l’esauriente volume di Sergio Poretti, Modernismi italiani. Architettura e costruzione nel Novecento (Gangemi, 32,00 euro) che raccoglie gli studi sul rapporto fra forma e costruzione, vi-

religione

cende di cantiere di opere in cemento armato nelle opere costruite dagli anni Trenta agli anni Sessanta, saggi puntuali e originali scritti dall’autore, risultato di una pluriennale ricerca. Un ulteriore approfondimento sul periodo si può ritrovare nel completo e documentato volume di Rinaldo Capomolla, Marco Mulazzani e Rosalia Vittorini, Le case del Balilla. Architettura e fascismo, (Electa, 90,00 euro). Il volume è la prima sintesi completa che analizza in modo dettagliato un centinaio di case destinate all’educazione della gioventù italiana, realizzate in Italia tra gli anni Venti e Trenta. Per allargare lo sguardo, spostandosi nel tempo, si segnala l’approfondito volume di storia urbana, Il mercante patrizio. Palazzi e botteghe nell’Europa del Rinascimento, a cura di Donatella Calabi, (Bruno Mondadori, 28,00 euro) incentrato sui mutamenti che le relazioni tra funzioni commerciali e abitative inducono nei palazzi e nelle città. Chi volesse sapere quanto ha guadagnato Michelangelo nella sua lunga attività di artista, o Guido Reni, il pittore più ricercato di Bologna nel seicento, può trovare godibili risposte nel volume Vivere d’arte, curato da Raffaella Morselli (Carocci, 18,50 euro). La ricostruzione della cattedrale londinese di Saint Paul, gli operai, il cantiere, il primo uso della polvere da sparo per demolire un edificio, sono i temi trattati da James W.P. Campbell in Building St Paul’s (Thames & Hudson, 12,95 sterline). In tema di urbanistica si segnala l’uscita dell’ultimo dei tre volumi su La progettazione urbana. Declinazioni e strumenti, a cura di Paolo Colarossi e Antonio Latini,(Il Sole 24Ore, 44,00 euro), della collana curata da Paolo Avarello. Un ampio e utilissimo strumento, quasi un manuale per i professionisti che si confrontano con il progetto urbano. Infine il volume enciclopedico di Enrico Morteo, Grande Atlante del Design dal 1815 a oggi, (Electa, 24,00 euro) fornisce una mappatura estesa nello spazio e nel tempo, dalle origini del design alle ultime sperimentazioni contemporanee.

Rigenerati da acqua per entrare nel Regno di Dio di Francesco Rositano on il Natale che si avvicina, sono diverse le novità editoriali sui temi che riguardano la fede e la spiritualità. Libri che si pongono come delle bussole per orientare gli uomini nei sentieri dell’attualissimo dibattito sui temi riguardanti il dialogo tra fede e ragione, tra religione e politica, tra Stato e Chiesa. Alcuni lo fanno con un approccio di tipo più meditativo: pensiamo a quello di monsignor Gianfranco Ravasi, Le parole e i giorni, (Mondadori, 19,00 euro). Un libro che ha la forma di una sorta di calendario della spiritualità e offre, per ogni giorno dell’anno, una riflessione che, secondo l’autore, «serve come una piccola guida per aiutare a ritagliare un perimetro quotidiano di contemplazione, libero dalle ortiche della banalità e della superficialità». Il libro, però, ha anche uno scopo più

C

ambizioso: quello di fare da ponte tra laici e cattolici, tra credenti e non. E la strada scelta da Ravasi è quella di ospitare nel testo contributi trasversali a qualsiasi appartenenza ideologica o politica: così accanto a John Henry Newman, teologo filosofo e cardinale inglese, trovano la stessa spazio Giorgio Gaber e «Che» Guevara. Simile nella forma letteraria ma non nel contenuto, il libro Conversazioni notturne a Gerusalemme del cardinale Carlo Maria Martini e Georg Sporschill (Mondadori, 17,00 euro). Il testo, infatti, si serve della forma letteraria della conversazione (che rende senz’altro più piacevole la lettura) per affrontare la controversa questione dei rapporti tra Chiesa cattolica e islam. Un libro da leggere, in primo luogo per la statura intellettuale del suo autore: gesuita e biblista di gran vaglia, che attualmente vive a

Gerusalemme dove si è ritirato per riprendere i suoi studi biblici. Arcivescovo per ventidue anni della diocesi più grande del mondo, Milano, è stato per lungo tempo una guida spirituale per cattolici e non cattolici. In molti lo avrebbero visto volentieri come Papa della Chiesa cattolica, anche se le sue condizioni di salute gli hanno impedito di entrare apertamente tra i «papabili». Infine, resta da segnalare un testo che entra nel vivo dello scontro mai sopito tra credenti e non credenti: Indagine su Gesù di Antonio Socci, che si pone come una risposta polemica a un altro libro sul tema: Inchiesta sul cristianesimo. Come si costruisce una religione, (Mondadori, 18,50 euro) di Corrado Augias e Remo Cacitti. Il testo, naturalmente, arriva a delle conclusioni diametralmente opposte a quelle della storica firma di Repubblica. Augias, infatti, accusa aper-

tamente la Chiesa di Roma di aver dato vita a un sistema di potere inossidabile, che però non è per niente in continuità con l’insegnamento di Gesù. E per rendersene conto, basta leggere l’incipit: «Gesù non ha mai detto di voler fondare una religione, una chiesa, che portassero il suo nome; mai detto di essere unica e indistinta sostanza con suo padre, Dio in persona; non ha mai dato al battesimo un particolare valore...». Socci che non ha nessuna esitazione ad affermare che il libro di Augias è stato il risultato della sua «acredine anticattolica», gli risponde a pagina 78: «Gesù ha detto di voler fondare “la” Chiesa, l’unica sua Chiesa; Gesù ha affermato: “Io e il Padre siamo una cosa sola”» e ha indicato il battesimo «come la condizione per salvarsi (“se uno non è generato da acqua e da spirito non può entrare nel regno di Dio”)». Insomma c’è sufficiente materia da discutere per mesi.


MobyDICK

pagina 16 • 13 dicembre 2008

fantascienza&dintorni

abbo Natale e la Befana, che regge ancora bene la concorrenza, hanno di certo nei loro sacchi e nelle loro gerle un discreto spazio anche per l’Immaginario, come lo intendiamo noi. Libri belli, godibili e interessanti, anche di un certo spessore e non solo nel senso delle pagine. La grande strenna natalizia è senza dubbio l’ultimo Meridiano Mondadori che definitivamente consacra nel pantheon della dignità culturale la fiaba letteraria italiana, quelle fiabe d’autore non pervenuteci dalla favolistica classica greca e romana: Racconti di orchi, di fate e di streghe, a cura di Mario Lavagetto, un preziosissimo volume al prezzo di 55,00 euro che vale tanto oro quanto pesa. Oltre all’ampio ed esaustivo saggio introduttivo che definisce la favola/fiaba, la colloca storicamente e ne narra gli sviluppi, riunisce il meglio di questo genere letterario dalle origini (il Cinquecento con Straparola) al suo fiorire nel Seicento (Basile e Sarnelli), dal Settecento nella sua forma recitata con Carlo Gozzi (che forse avrebbe meritato di più che una sola delle sue fiabe teatrali) alla vasta riscoperta dell’Ottocento con Collodi (la versione prima di La storia di un burattino), Nerucci, Capuana, D’Annunzio e Deledda, quindi al passaggio fra XIX e XX secolo con soprattutto le fiabe di scrittrici quali Perodi, Invernizio, Guglielminetti, Teresah e Cordelia, per giungere al Novecento con i grandi che ben conosciamo: Gozzano, Baldini, Landolfi, Sergio Tofano, Calvino, presenti anche con la riscrittura delle fiabe regionali. Infine, gli autori più recenti: da Rodari a Moravia, da Malerba a Sciascia, da La Capria a Zanzotto. Peccato per l’assenza di Buzzati: forse perché tutta la sua produzione si può definire «favolistica» e non scrisse fiabe vere e proprie? Attendiamo a questo punto un volume su Utopie e antiutopie italiane.

B

In questo genere letterario «tradizionale» s’intrecciano molti motivi: si va dal fantastico all’orrore, dal surreale al magico, dall’onirico sino addirittura alla storia ipotetica. La fiaba è un po’una summa di tutti i motivi e i filoni dell’Immaginario. Che evidentemente poi si sviluppano in modo autonomo. Vediamone qualcuno utile per gratificare i lettori appassionati durante queste feste. Per gli amanti di mondi totalmente altri, di quelle vaste costruzioni/descrizioni ad ampio respiro che hanno come nume tutelare Tolkien (anche senza ispirarsi direttamente a lui), ecco Lisidranda (Armenia), un fantasy a sfondo ecologico: il tentativo di recuperare l’Età dell’Oro dopo che gli Immortali hanno abbondato la Terra lasciando gli uomini al loro mortale destino. Lo ha scritto Mariangela Cerrino, autrice dal multiforme ingegno e ingiustamente poco nota al di là degli «specialisti», presente anche in edicola con Le Cronache della terra di Mu per Fantasy, una collana mondadoriana. A metà strada tra fantastico e orrore c’è Pan del giovane Francesco Dimitri (Marsilio), una storia contemporanea che vede irrompere nel nostro quotidiano un essere

strenne

Dove regna

l’Immaginario

di Gianfranco de Turris fantastico e trasgressivo, il pericoloso dio Pan, che sotto la forma apparentemente meno inquietante di Peter Pan, sconvolge la nostra vita di tutti i giorni, a riprova di quanto il passato mitico possa essere devastante nella società tecnologica e conformista che non è più abituata a venire a contatto con le forze primordiali della natura. Il versante horror è occupato principalmente e sostanzialmente da Ho freddo (Gargoyle Books), scritto da un autore versato da sempre in questo genere letterario i cui temi ha trasfuso anche nelle sceneggiature del fumetto bonelliano Magico Vento: Gianfranco Manfredi. Con questo

romanzo Manfredi ritorna a un suo vecchio amore, il vampiro, che riscrive e reinterpreta ambientando il suo romanzo in una terra che sembra predestinata a ciò: non la Transilvania, ma la puritana Nuova Inghilterra in preda a una «epidemia vampirica», e Providence che, guarda caso, è stata la città in parte di Poe ma soprattutto di Lovecraft, numi tutelari di molta della narrativa del nostro autore. Un’opera originale e colta, soprattutto oggi che si tende al ripetitivo e alla superficialità d’effetto. Per chi ama le vicende «alla Dan Brown», per usare solo un termine di riferimento generico, cioè quelle che de-

Racconti italiani di orchi, fate e streghe dal Cinquecento al Novecento, fantasy e horror, vicende “alla Dan Brown”, fantapolitica e vampiri. Ma una sola proposta ambientata nel futuro: una “space opera” in cui si narra della ferrea dittatura imposta da un computer quasi divino

scrivono intrighi storico-religiosi, ma a livello assai più alto di serietà sia concettuale che storiografica, ecco Il patto di Paolo Cortesi (Nexus): l’autore, che è un vero espetto di esoterismo e di professione fa in realtà il bibliotecario e quindi di certe cose se ne intende, descrive un classico «complotto universale» che parte dalla Francia ottocentesca e, attraverso il Risorgimento, giunge sino all’Italia contemporanea, avendo come origine e centro la Sinarchia, una teoria sociale ideata da Saint-Yves d’Alveydre che nel romanzo vede una applicazione... pratica. La fantascienza pura, classica o hard, come un tempo la si definiva, non ha, a parte le presenze in edicola, molto riscontro in libreria, a parte una collana curata per Armenia da Salvatore Proietti, ed è qui che è apparso un bel romanzo di space opera che ricorda quella degli anni Cinquanta e Settanta, ma più sofisticata: L’alba del disastro di Charles Stross, in cui si narra come un computer quasi divino imponga la sua ferrea dittatura su una umanità da esso trasferita su un altro pianeta e voglia estenderla a tutto l’universo.

Si svolge nel futuro, ma più che fantascienza è fantapolitica, Il trono dell’aquila del grande scrittore messicano Carlos Fuentes (Il Saggiatore), il non dimenticato autore di Aura: nel 2020 per una ritorsione degli Stati Uniti il cui presidente è Condoleeza Rice, il Messico viene tagliato fuori dalle moderne comunicazioni elettroniche e i suoi abitanti, compresi politici e militari, devono ricorrere all’ormai desueto metodo di scriversi lettere, e attraverso di esse Fuentes traccia un impietoso ma anche grottesco ritratto delle lotte per il potere. Un romanzo (epistolare) importante che non ha purtroppo suscitato l’interesse dei nostri critici presi a occuparsi dei romanzi degli ultimi adolescenti o dei comici prestati alla letteratura... Vanno di moda come si sa i vampiri, e in quanto a saggistica ecco The Dark Screen (Gargoyle Books) di Franco Pezzini e Angelica Tintori, una vera enciclopedia sul «mito di Dracula sul grande e piccolo schermo», minuziosissima e zeppa di informazioni che possono far tralasciare le tesi interpretative degli autori e soprattutto la scelta di un titolo inglese, una conformistica mania putroppo imperversante: se lo si intitolava Lo schermo oscuro non era suggestivo lo stesso? Infine, due libri di piccolo formato, non strettamente «fantastici» ma utilissimi per capire come e da dove è germogliato il gusto novecentesco e contemporaneo per la heroic fantasy a sfondo medievale e/o arturiano: Il romanzo di Merlino e Lancillotto del Lago, entrambi editi da Sellerio, un editore spesso attento a queste cose ma che forse avrebbero necessitato di qualche introduzione esplicativa, e scritti negli anni Venti e Trenta, insieme ad altri dello stesso genere, da Jacques Boulanger, un critico e giornalista specializzatosi nella versione divulgativa di certa narrativa medievale di difficile reperimento e lettura nella sua stesura originale spesso di tipo poetico.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.