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ISSN 1827-8817 80807
La seconda parte del saggio del politologo americano
Né Obama né McCain cambieranno la linea in Iraq
di e h c a n cro di Ferdinando Adornato
di Robert Kagan
GLI OPPOSTI POPULISMI
he cosa ci dice il fatto che da decenni gli argomenti dei detrattori della politica estera americana si prestino così sorprendentemente bene a criticare anche l’attuale linea del presidente Bush? Molto semplicemente dice che, dopotutto, ciò che molti considerano un’aberrazione neoconservatrice non è affatto una grande aberrazione. Le tendenze associate oggi al neoconservatorismo sono molto più radicate nelle tradizioni americane di quanto i loro oppositori non siano disposti ad ammettere, il che significa che non saranno sradicate così facilmente, anche dalle future elezioni presidenziali. Infatti, il problema che si trovano ad affrontare coloro che hanno tentato di porre fine all’espansionismo americano, sia in passato che al giorno d’oggi, è che questa tendenza, questa convinzione nella possibilità di una trasformazione globale, questo impulso messianico, lungi dall’essere aberrante, è una tendenza dominante del carattere americano. Molti sperano che la guerra in Iraq soffochi una volta per tutte questo spirito. Ma ci riuscirà davvero? Gli americani, siano essi democratici o repubblicani, sono disposti a rinunciare al loro potere o alla loro convinzione del ruolo eccezionale svolto finora dagli Stati Uniti nel mondo?
C
I primi mesi della legislatura hanno messo in luce un’inedita “convergenza parallela”: quella tra Berlusconi e Di Pietro. Entrambi si vantano di rappresentare il popolo ma in realtà lo dividono. Entrambi si appellano alla moralità della politica ma non la praticano. Entrambi predicano riforme condivise ma in realtà le bloccano in nome della guerra al nemico. Perciò, se l’opposizione segue Tonino, Silvio può dormire sonni tranquilli
Il Cavaliere di minoranza alle pagine 2 e 3
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Insieme dopo le voci del litigio
Colloquio con Lamberto Dini
La Finanziaria del duo Tremonti-Letta
«Sulle preferenze ho cambiato la mia posizione»
di Francesco Pacifico
di Francesco Capozza
«Con una congiuntura migliore spiega Tremonti - con l’attuazione di Lisbona e con il federalismo fiscale otterremo un dividendo migliore per finanziare gli impegni presi in campagna elettorale».
Il presidente della commissione Esteri del Senato Lamberto Dini respinge al mittente qualsiasi insinuazione sui presunti mal di pancia dei“diniani”. E poi annuncia: «Sulle preferenze ho cambiato idea».
Secondo Cicchitto, il vero errore è stato quello di concedere l’organizzazione della manifestazione alla Cina. Intanto, un’organizzazione di atleti chiede a Pechino il rispetto dei diritti umani e la pace in Tibet.
Cronache, reportage, persino un libro. Come l’Africa, per Alberto Moravia l’India è stata «inesauribile. Ci si va sempre la prima volta. Chiunque voglia farsi un’idea del fenomeno religioso, deve andarci».
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nell’inserto liberal estate
GIOVEDÌ 7 AGOSTO 2008 • EURO 1,00 (10,00
CON I QUADERNI)
Ancora polemiche sulla cerimonia d’apertura
Pechino 2008: Germania Italia 2-0 di Vincenzo Faccioli Pintozzi
• ANNO XIII •
NUMERO
149 •
WWW.LIBERAL.IT
I suoi viaggi con Elsa Morante
L’inesauribile India di Moravia di Filippo Maria Battaglia
• CHIUSO
IN REDAZIONE ALLE ORE
19.30