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ISSN 1827-8817 80809
Una giornata di guerra in Ossetia. Centinaia di morti, distrutta la capitale
Putin in Georgia: un massacro per riconquistare l’Impero
di Ferdinando Adornato
di Enrico Singer ladimir Putin lo aveva minacciato quando gli Stati Uniti e l’Unione europea avevano riconusciuto l’indipendenza del Kosovo. Il contagio del separatismo non si sarebbe fermato nei Balcani. E se a Pristina, sei mesi fa, i russi avevano dovuto incassare la sconfitta dei loro storici alleati serbi, adesso cercano la rivincita nel Caucaso appoggiando, in armi, la secessione dell’Ossetia del Sud dalla Georgia. Quella vissuta tra le montagne degli antichi Alani, che tanto fecero tribolare anche le legioni romane, è stata una giornata di vera e propria guerra. Micidiale, feroce. Con la capitale della regione, Tzkhinvali, ridotta in macerie. Con bombardamenti di terra e rappresaglie aeree, con centinaia di civili e di militari morti da una parte e dall’altra. Con inconcludenti riunioni all’Onu e rituali appelli per una tregua che è arrivata soltanto quando l’esercito georgiano si è ritirato dalla città perché non c’era altro da distruggere e perché si avvicinavano i tank russi mandati in aiuto degli osseti. Gli sviluppi della battaglia sul terreno sono ancora imprevedibili. Ma una cosa è certa: Mosca ha voluto lanciare un messaggio preciso. Ai confini del suo ex impero non ammette strappi. E se la Georgia fosse già stata accolta nella Nato, la fiammata di ieri avrebbe scatenato un incendio di proporzioni ancora maggiori.
V
PECHINO 2008 Per metà parata da regime totalitario. Per metà effetti speciali hollywoodiani. In un clima di polemiche e di repressione si aprono i giochi olimpici, in un Paese che nasconde milioni di persone nei campi di concentramento
Disneylager alle pagine 2 e 3
Testamento biologico, parla Paola Binetti
Pil fermo, è allarme recessione
Eluana, il corpo della legge
Shock fiscale per l’Italia a crescita zero
Scompare Gava, protagonista della Prima Repubblica
Il grande timoniere Dc che diventò capro espiatorio
se g ue a p a gi na 8
A 50 anni dalla morte dello scrittore
Enrico Pea il Mago della visione
di Francesco Rositano
di Carlo Lottieri
di Riccardo Paradisi
di Mario Bernardi Guardi
«Di fronte a una cultura in cui si afferma l’idea che non valga la pena vivere certi tipi di esistenza, è necessario mettere dei paletti, anche giuridici». Il pensiero di Paola Binetti sul testamento biologico.
Pil fermo nel secondo trimestre e in calo dello 0,3% rispetto a 12 mesi fa. La contrazione dei prestiti bancari rilevata da Bankitalia confermerebbe i timori di recessione lanciati da Confindustria.
Antonio Gava è morto ieri per un ictus a 78 anni. Politico influente della Prima Repubblica, fu sceneggiatore e regista delle politiche democristiane dalla seconda metà degli anni ’70 alla fine della Prima Repubblica.
Moriva l’11 agosto di 50 anni fa il grande scrittore italiano Enrico Pea. Stimato da Ezra Pound, ammirato da Ungaretti e Montale, oggi dimenticato dalla letteratura moderna per “abuso di vero”.
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SABATO 9 AGOSTO 2008 • EURO 1,00 (10,00
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151 •
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