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Le cose che non speri accadono più spesso di quelle che speri
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Plauto di Ferdinando Adornato
QUOTIDIANO • GIOVEDÌ 1 OTTOBRE 2009
DIRETTORE DA WASHINGTON: MICHAEL NOVAK
A Piazza Tiananmen sfila l’esercito di liberazione reclamizzando nuovi armamenti comprati con i soldi destinati alle scuole
Repubblica Impopolare Cinese Oggi Pechino festeggia i sessant’anni della rivoluzione di Mao. Il più noto dei dissidenti scrive a liberal: «È stata una storia di corruzione e violenza cieca. E la potenza attuale è effimera» di Wei Jingsheng ono passati sessant’anni dalla presa di potere, in Cina, da parte del Partito comunista. I festeggiamenti per questo memorabile evento non sembrano però un raduno di persone felici: hanno più un tono di ansia e preoccupazione, come se stessero calando dei nemici sul Paese. Si dice che nella sola Pechino ci siano 1,2 milioni di poliziotti in tenuta anti-sommossa che si uniscono agli agenti in borghese. Più che una celebrazione sembra un ritorno ai tempi del ponte Lugou, l’evento che diede inizio agli otto anni di guerra sino-giapponese. Molto semplicemente, la scena che si presenta non è giusta. Questo deriva dal fatto che gli incaricati di gestire l’evento hanno perso la testa? Non proprio: sono stati costretti a organizzare le cose in quel modo. segue a pagina 12 servizi alle pagine 12, 13, 14 e 15
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SONO OLTRE CENTO I MORTI
Il governo incassa alla Camera la sua venticinquesima fiducia
Storia e leggende di Samoa devastata dallo Tsunami
Passa lo scudo per gli evasori Via libera alla norma che estende il condono fiscale al falso in bilancio
di Maurizio Stefanini a pagina 18
Si è logorato il rapporto con Berlusconi
di Marco Palombi
Laboratorio Milano: aspettiamoci novità da Donna Letizia
ROMA. E venticinque. Il governo,
Le ragioni del “no” ai bond del governo
Le delusioni strategiche dell’esecutivo
Perché le banche Dal governo Prodi battono Tremonti al governo Bertolaso di Gianfranco Polillo
di Giancristiano Desiderio
a poltrona di Donna Letizia scotta, è non è detto che alle prossime elezioni… », ecco la battuta che ormai da settimane, e con crescente insistenza corre nella “Milano che conta”: politica ma soprattutto imprenditoriale, finanziaria e perché no, affaristica. Certo, la carica di sindaco di Letizia Moratti scadrà solo nella primavera del 2011, ed è da escludere che prima di allora qualcuno cerchi di sgambettarla; però su una riconferma le scommesse sono aperte. Letizia Moratti, nata a Brichetto Arnaboldi il 26 novembre 1949, è milanese purosangue, posseduta sin dalla giovinezza dalla tipica “grinta” ambrosiana, ovvero dall’incontenibile voglia “del fare”.
con quella votata ieri, ottiene la sua diciassettesima fiducia alla Camera che aggiunta alle otto del Senato fa appunto 25. Non solo. Oltre a incassare lo scontato appoggio del Parlamento, Silvio Berlusconi riesce pure in un colpo solo a mettere nell’angolo tanto il capo dello Stato, quanto il presidente della Camera. Partiamo dalla cronaca prima di spiegare bene come il premier è riuscito nel doppio intento. Cominciamo col dire che lo scudo fiscale nella versione Fleres – lo sconosciuto senatore autore dell’emendamento che estende il condono per gli evasori anche a reati gravi come il falso in bilancio – contenuto nel decreto legge che correggeva il precedente decreto anticrisi sarà approvato definitivamente a Montecitorio entro oggi e poi passerà all’esame del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale deve firmarlo prima che scada, cioè il 3 ottobre.
iulio Tremonti il temerario, ma anche il solitario. Lasciato solo a combattere la sua battaglia contro i poteri forti – quelli veri che sono rimasti – mentre sinistra e sindacato fingono di non vedere. Sono ciechi di fronte ad un meccanismo che, mai come ora, ha socializzato le perdite e privatizzato i profitti. Non solo le perdite proprie, ma quelle che saranno in capo a decine di aziende asfissiate dalla mancanza di credito. Questo è il retroscena del gran rifiuto da parte dei grandi gruppi bancari italiani (Unicredit e Banca Intesa) nei confronti dei bond che il Tesoro aveva messo loro a disposizione. Una misura necessaria che avrebbe rafforzato la posizione patrimoniale delle banche, consentendo loro di partecipare al rischio sistemico che grava sull’economia nazionale.
e cose buone fatte dal governo Berlusconi sono state fatte da Guido Bertolaso: poteri speciali per il commissario Bertolaso che ha lavorato bene a Napoli con la spazzatura di Bassolino e ha lavorato altrettanto bene all’Aquila con la prima fase della ricostruzione. Dunque, non è sbagliato dire, come ha sottolineato Casini ieri nell’intervista al Corriere della Sera, che il governo Berlusconi si è trasformato in governo Bertolaso. E allora, prendendo sul serio la boutade del premier di qualche giorno («Questo è il miglior governo degli ultimi centocinquanta anni») bisogna chiedersi: davvero Bertolaso è superiore al Camillo Benso conte di Cavour?
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di Giancarlo Galli
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I QUADERNI)
• ANNO XIV •
NUMERO
194 •
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