ISSN 1827-8817 91017
Tutte le ambizioni
di e h c a n cro
sono giustificate eccetto quelle che si arrampicano sulle miserie e sulla credulità umana
9 771827 881004
Joseph Conrad di Ferdinando Adornato
QUOTIDIANO • SABATO 17 OTTOBRE 2009
DIRETTORE DA WASHINGTON: MICHAEL NOVAK
Un altro “editto” apre una nuova tappa della crisi istituzionale: l’asse Quirinale-Montecitorio cerca di far ragionare il Cavaliere
Sofia fa male al premier Berlusconi annuncia: «Riforme e referendum, ci vuole una rivoluzione». Ma Fini lo frena: «Le Istituzioni sono di tutti». E il Veneto si ribella alla decisione di dare la Regione alla Lega GIANCARLO GALAN, PDL
di Francesco Capozza
«Sono pronto a correre lo stesso»
ROMA. Ci risiamo. Silvio Berlusconi procla-
«Noi siamo pronti e mettere in campo una lista locale che sostenga la candidatura di Giancarlo Galan alla presidenza della Regione Veneto»: è la reazione ufficiale dell’Udc, per bocca del suo leader veneto Antonio De Poli. «La gente è dalla nostra parte».
ma e Gianfranco Fini frena: sembra quasi un gioco delle parti, ma l’oggetto non consente scherzi. Si parla di grandi riforme, di modifiche costituzionali e di rinnovo della magistratura. A Sofia (luogo che evidentemente ispira il premier: qui lanciò l’editto contro Biagi, Santoro e Luttazzi, nel 2002), Berlusconi ha spiegato ai cronisti che «la rivoluzione si farà perché una democrazia vera non può essere soggetta al potere di un ordine che non ha legittimazione elettorale» (la Magistratura). Berlusconi è fissato con l’articolo uno della Costituzione, quello che dice che «la sovranità appartiene al popolo» e promette di far ricorso al popolo per la «sua» riforma: insomma, l’idea è di puntare dritti su un referendum. Peccato che il grande alleato Fini abbia un’altra idea. «Quando si fanno le riforme, bisogna ricordare che le Istituzioni sono di tutti». Il referendum? Già fatto: la riforma a maggioranza il «popolo l’ha già bocciata».
a pagina 5
a pagina 2
di Valentina Sisti È duro, il governatore veneto Galan: «Se non ci sarà una risposta più che motivata e convincente, sia in termini politici che programmatici sulla necessità di modificare la guida della Regione del Veneto, la mia decisione è quella di presentarmi comunque alle prossime regionali». a pagina 4
ANTONIO DE POLI, UDC
«Se è così, noi staremo con lui» di Errico Novi
AFGHANISTAN Il quotidiano inglese attacca ancora: «Ecco come gli italiani hanno pagato i talebani». Frattini: «Tutto falso». E la Francia fa marcia indietro: «Roma ci ha convinto»
Il Times: «Abbiamo le prove» alle pagine 14 e 15
Il racconto dello studioso che per primo ha raccolto la voce e l’ha messa in rete
L’Italia rovesciata dai dati ufficiali
Ora il Sud cresce più del Nord. «Ecco perché a Teheran hanno preso sul serio la mia notizia» Lo sa anche l’Istat
Il grande mistero di Khamenei
di Gianfranco Polillo
di Michael Ledeen
Ipotesi e scenari sulla successione della Guida Suprema
La notizia che ho dato a liberal e sul mio blog, sul presunto malore dell’Ayatollah Khamenei, ha avuto una eco - a livello mondiale - assolutamente impressionante. Quello che ho fatto è aver pubblicato una mail arrivatemi da un iraniano/a che considero un’eccellente fonte, che mi avvisava di un malore, degenerato poi in coma, che avrebbe colpito l’ayatollah Khamenei.
a pagina 8
a pagina 6
Se davvero fosse morto... di Gennaro Malgieri Comunque sia, un’èra si chiude. Quella che si apre non è meno gravida di incertezze e di inquietudini. L’uscita di scena di Alì Khamenei, la Guida Suprema dell’Iran, se ridà fiducia agli oppositori del regime, paradossalmente, li getta pure nello sconforto. A rigor di logica gli assetti di potere
a pagina 9 gue a (10,00 pagina 9CON EUROse1,00
dovrebbero cambiare in senso moderato, ma non è detto che non riprendano ad agitarsi gli spettri della radicalizzazione della lotta politica all’interno della nomenklatura sciita e negli apparati dello Stato. Al punto di favorire un irrigidimento da parte dei “falchi”.
he succede all’Istat? Pubblicano dati inverosimili, ma soprattutto diffondono un’immagine del Mezzogiorno che non corrisponde alla realtà certificata dalle loro stesse rilevazioni. Salvo poi correggersi. Sono mesi che, nel nostro piccolo, cerchiamo di dimostrare che il Mezzogiorno non è solo mafia, camorra, ‘ndrangheta e assistenzialismo. L’immagine tanto cara a qualche esponente della Lega Nord che sogna di tagliare in due il Paese. E ora, finalmente, la forza del Sud è stata certificata anche dall’Istat.
I QUADERNI)
• ANNO XIV •
NUMERO
206 •
WWW.LIBERAL.IT
• CHIUSO
C
IN REDAZIONE ALLE ORE
19.30