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La differenza tra dittatura

di e h c a n cro

e democrazia è che in democrazia prima si vota e poi si prendono ordini

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Charles Bukowski di Ferdinando Adornato

QUOTIDIANO • MERCOLEDÌ 28 OTTOBRE 2009

DIRETTORE DA WASHINGTON: MICHAEL NOVAK

Berlusconi: «Si è autoescluso dal Popolo della libertà». Imperversano le ipotesi sull’esito di un grave scontro politico

Il tramonto di Tremonti

Serrate trattative tra il premier, Bossi e il Pdl.Tutto finisce con un comitato per controllare Giulio. Il ministero più importante è ormai delegittimato. Con tanti saluti al senso di responsabilità… PDL E PD: CRISI PARALLELE

«Anche il partito di Bersani è in crisi: serve una forza che unisca, non una che divida in due il Paese»

Chi mangia i suoi figli e chi li perde: il bipolarismo sta crollando di Giancristiano Desiderio l Pdl sembra il mitico regno dei figli di Crono in cui si nasceva vecchi e si moriva bambini. Su tutti, dèi e uomini, regnava Crono che divorava i suoi figli come il tempo divora gli anni. Il Crono del Pdl indubbiamente è Berlusconi: passano il tempo e le “morte stagioni”, ma il leader è sempre lì, come un conte Ugolino che addenta il “fiero pasto”. Ora tocca al figliol prodigo che già una volta andò via per poi rientrare a via XX Settembre, all’ombra della statua di Quintino Sella; questa volta, però, Giulio Tremonti ha contro di sé proprio Crono.

I

segue a pagina 2

Rutelli: «Comincia una nuova stagione» di Errico Novi

Il politologo Paolo Pombeni

«Lui non rimuove, licenzia» «Il premier si comporta come il capo di un’azienda» di Pierre Chiartano • pagina 3

Viaggio nel “popolo” del Carroccio

La Lega: tutti con Giulio. Forse L’elettorato lumbàrd non pare disposto alla guerra di Valentina Sisti • pagina 4

La maggioranza è diventata un vertice permanente. Sarà per la scarlattina di Berlusconi, ma Arcore è il crocevia attraverso il quale passano i destini di Tremonti e del governo. Lì Bossi è andato a cercare una ricomposizione del conflitto tra il premier e il suo ministro economico.Tremonti aspettava fuori dalla porta, pronto a entrare se il padrepadrone decideva di perdonarlo. Perché alla fine una mediazione, una pace si troverà, ma il destino di Tremonti è segnato: Berlusconi continua a «mangiare i suoi figli» o, più precisamente, eliminare i possibili successori. a pagina 2

La Corte d’Appello ribadisce la sentenza che tira in ballo il premier

Mills, condanna confermata «Il Cavaliere lo pagò e lui testimoniò il falso» di Marco Palombi

ROMA. Anche per la Corte d’appello di Milano David Mills è stato corrotto da Silvio Berlusconi per mentire o comunque celare la verità nel suo ruolo di testimone dei processi All Iberian e tangenti alla Guardia di Finanza, due procedimenti che negli anni Novanta videro coinvolti il premier e il suo gruppo. La corte presieduta da Flavio La Pertosa ha confermato la condanna di prima grado a 4 anni e sei mesi, accettando implicitamente quella versione dei fatti l’avvo-

cato inglese, mente e artefice della struttura segreta estera di Fininvest, ricevette dai manager della società 600mila euro per tacere davanti ai magistrati sulle pratiche illegali del gruppo. La condanna in Appello non cambia il destino dell’eventuale processo a Berlusconi dopo la bocciatura del Lodo Alfano: di fatto, non ci sono i tempi perché prima della prescrizione (aprile 2011) si possano celebrare i tre gradi di giudizio. a pagina 6

seg1,00 ue a (10,00 pagina 9CON EURO

I QUADERNI)

Dopo le primarie il Pd cambia pelle: i capigruppo lasciano. Marrazzo si dimette: addio alla politica

• ANNO XIV •

NUMERO

213 •

di Francesco Capozza

MILANO. Un «tragitto differente» rispetto al Pd è quello che vede Francesco Rutelli davanti a sé e a chi vorrà seguirlo. Dinanzi alla prospettiva di una «rottura nel Paese», e di un Pd che «ripercorre strade del passato», occorre iniziare un «tragitto differente», unendo «persone diverse che hanno culture diverse, ma la capa-

cità di mettersi al servizio» del Paese, un’Italia «operosa» che si contrapponga all’Italia «del rancore». Intanto il Pd cambia pelle (i capigurppo si sono dimessi per permettere il ricambio dopo l’elezione di Bersani) e Marrazzo si dimette e dà l’addio alla politica.

PARLA ENZO CARRA

RISPOSTA A PEZZOTTA

«Con Casini, ma subito»

Non temiamo il fattore Binetti

a pagina 8

di Gabriella Mecucci

di Luigi Zanda

Enzo Carra, uno dei politici vicini a Francesco Rutelli, non ne apprezza le ultime uscite. «Non lo capisco, non mi piacciono i proclami. E poi prima bisognava discuterne e capire le mosse di Bersani. No, per ora non seguirò Rutelli: semmai, mi interessa di più la Costituente di centro lanciata da Casini».

Caro Pezzotta, la tua lettera aperta pubblicata su liberal affronta questioni serie e importanti e sviluppa argomenti che in gran parte condivido. Anch’io non sopporto il dibattito politico quando diventa violento e intollerante. Anch’io detesto i “linguaggi aggressivi”, le “demonizzazioni”, le “intemperanze verbali”.

a pagina 8

a pagina 9

WWW.LIBERAL.IT

• CHIUSO

IN REDAZIONE ALLE ORE

19.30


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