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Gli uomini non vivrebbero a lungo in società se non si lasciassero ingannare gli uni dagli altri

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François De La Rochefoucauld di Ferdinando Adornato

QUOTIDIANO • MERCOLEDÌ 20 GENNAIO 2010

DIRETTORE DA WASHINGTON: MICHAEL NOVAK

Il riequilibrio delle ragioni e dei torti del leader Psi apre l’esigenza di una revisione più generale di quell’epoca

Riabilitato Craxi. E la Dc?

Dopo la lettera del Capo dello Stato parla il presidente del Senato: «Fu una vittima sacrificale». Ma certo non fu l’unica. Ora la verità storica pretende di ripensare l’intera stagione di Mani pulite di Errico Novi

I parenti delle vittime sul caso sollevato da “liberal”

ROMA. Le celebrazioni per i dieci an-

«Se c’è l’inciucio su Cesare Battisti, è tradimento di Stato»

ni dalla morte di Bettino Craxi mettono l’Italia di fronte a un bivio: o cogliere l’occasione per ripensare completamente quella stagione che è stata archiviata come quella di Tangentopoli, oppure limitarsi alla “riabilitazione”di Bettino Craxi, che ieri il presidente del Senato Renato Schifani, in una commemorazione ufficiale ha definito l’unica «vittima sacrficale di un intero sistema». a pagina 2

L’intervento di Casini in Aula

Il leader socialista con Andreotti e Forlani ai tempi, appunto, del Caf

Il conflitto che scoppiò a sinistra

La seria lezione Il grande errore del caso Mannino fu di Berlinguer

L’opinione di Stefano Folli

«Ora rileggiamo tutti gli anni ’80»

di Pier Ferdinando Casini

di Biagio de Giovanni

di Riccardo Paradisi

i permetto di chiedere la parola in quest’Aula per ricordare una vicenda che ritengo assai triste e che è venuta a compimento in queste ore. La vicenda umana, politica, giudiziaria riguarda un nostro collega, l’onorevole Calogero Mannino, già esponente di punta della Democrazia cristiana.

n questo anniversario si è riaperto il dibattito su Craxi, favorito forse da una congiuntura politica destinata a mettere in evidenza i molti elementi anticipatori che erano nella sua visione politica, che fu “sua”e che di certo fallì anche per sue responsabilità, e che andò anche in parte, allora, contro “il principio di realtà”.

tefano Folli ha un’idea molto precisa di quello che è successo negli ultimi quindici anni: «La Seconda repubblica è nata su un fondamento principale: la rimozione generale della Prima, come se la storia d’Italia fosse iniziata nel 1994». Ora occorre un cambio di passo culturale per ripensare tutti gli anni Ottanta.

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Sette pagine speciali

UN ANNO DI OBAMA

Parla Torregiani: «Se davvero Berlusconi si è accordato con Lula, siamo pronti a scendere in piazza»

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di Francesco Lo Dico

ROMA. L’ipotesi che il pluriomicida Cesare Battisti resti in Brasile (con il sotterrnaeo assenso del governo italiano) per “ragioni umanitarie” lascia di stucco Alberto Torregiani, il cui padre fu ucciso in un agguato di cui Battisti è stato riconosciuto essere il mandante: «Se il patto c’è, si tratta di un tradimento di Stato. Ne chiederò conto a Berlusconi». a pagina 10

Un sogno vissuto pericolosamente La luna di miele con l’America sembra finita. E quella con il mondo? IL FANTASMA DI BUSH

UN AMORE NON RICAMBIATO

L’ISOLAZIONISMO CAMUFFATO

L’amaro pendolo Forse l’Europa Vi spiego perché tra idealismo e realtà non ha capito niente è l’Avatar di Wilson di Oscar Giannino

di Stefano Silvestri

di John R. Bolton

ual è il bilancio della politica estera americana, dopo un anno di Barack Obama? Se giudichiamo i suoi tour esteri e le maggiori occasioni in cui la politica della nuova amministrazione si è dispiegata in atti e decisioni concrete, direi che la formula più adeguata è: un atterraggio molto ruvido. Dalle altezze dell’idealismo liberal alla ruvida complessità del mondo post Bush.

he gli europei non abbiano capito niente? Nel 2008 gli europei hanno tifato per Barack Obama, con una maggioranza schiacciante, che in alcuni paesi superava l’80 per cento. Ancora un anno dopo, malgrado l’inevitabile differenza che c’è tra la realtà e la speranza, oltre il 70% dei cittadini europei riteneva che Obama fosse stata la scelta migliore e che avrebbe migliorato le cose.

ov’è diretta la politica estera di Barack Obama? Dopo un anno di presidenza, la risposta deve essere accompagnata da un salutare bagno d’umiltà. Il formulare previsioni sulla politica estera statunitense appare un vero rompicapo con un doppio risvolto, in quanto gli analisti dovranno saper prevedere non solo le azioni degli Stati Uniti, ma anche dei provocatori provenienti da fuori.

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I QUADERNI)

• ANNO XV •

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