di e h c a n cro
00804
ALL’INTERNO DEL QUOTIDIANO PAGINE SPECIALI DI
liberal estate 8
9 771827 881004
di Ferdinando Adornato
QUOTIDIANO • MERCOLEDÌ 4 AGOSTO 2010
DIRETTORE DA WASHINGTON: MICHAEL NOVAK
Oggi il voto a Montecitorio sul sottosegretario che rompe le rigide gabbie di maggioranza e opposizione
Il patto della responsabilità Udc, finiani, Mpa e Api concordano l’astensione sul caso Caliendo. Non è un “terzo polo” ma una normale convergenza parlamentare contro il giustizialismo e l’impunità BIPOLARISMO IN CRISI
di Errico Novi
Così nasce una nuova stagione di moderazione di Enzo Carra n bipolarista sfegatato, lo capisco. Lui dice che anche questa cosa di Fini la sopporta. Anche questa. L’importante è non perdere l’orientamento, non tornare ai “riti” della Prima Repubblica. Sarà. Salus republicae suprema lex. Salus per il nostro interlocutore equivale a bipolarismo. Del bipartitismo anche lui, come noi, ha perso le tracce e forse la memoria. Di questi tempi uno può anche essere nostalgico. Con quel che passa il convento una nostalgia può essere meglio delle visioni contemporanee. a pagina 2
U
Riprendono le ostilità sulla Linea Blu: 5 morti
ROMA. Tensione che si ta-
Centrodestra a pezzi, Pd senza strategia
Se son Poli… fioriranno Roberto D’Alimonte, Stefano Folli e Paolo Pombeni analizzano le conseguenze del patto siglato ieri Franco Insardà • pagina 4
glia a fette. Acuita dal fatto che quella di oggi per Montecitorio è l’ultima seduta prima della pausa e che a chiudere la giornata sarà proprio la mozione di sfiducia sul sottosegretario alla Giustizia Caliendo. Così per molte ore gli occhi restano puntati sulla riunione di Udc, Futuro e libertà, Api e Mpa, a consulta nella Sala De Gasperi del gruppo centrista per valutare una linea comune sul documento. Alla fine i rappresentanti dei quattro gruppi si presentano ai taccuini con una versione destinata a deludere le attese dei più agitati: non nasce un Terzo Polo, spiega Lorenzo Cesa, ma «un’area di responsabilità». Con l’auspicio di convergenze non solo sullo specifico caso Caliendo ma anche su altre questioni». a pagina 2
Il procuratore nazionale sui pericoli di un ritorno della “strategia della tensione”
Grasso: «Mafia, rischio attentati» Allarme di Granata: «Infiltrazioni alle Regionali»
Prove di guerra tra Israele e Libano
Beirut condanna “l’aggressione” di Tsahal, che risponde: «Siete voi i responsabili degli scontri». E il presidente pakistano ammette: «In Afghanistan stiamo perdendo» Vincenzo Faccioli Pintozzi • pagina18
A chi giova alzare la tensione? di Luisa Arezzo
di Guglielmo Malagodi
CORTINA D’AMPEZZO. I rischi di attentati «ci sono sempre, soprattutto in momenti di tensioni politiche». A dirlo, durante un meeting che si è tenuto lunedì sera a Cortina Incontra, è il procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso. Il procuratore ha risposto così a chi gli chiedeva se è plausibile pensare a un ritorno della “strategia della tensione” da parte della mafia. «Non dimentichiamo ha ricordato Grasso - che nel ’92 gli attentati sono avvenuti a ridosso di tangentopoli. Può esserci qualcuno che vuole approfittare del momento politico per dare uno scossone. Ho sempre interpretato queste cose come una voglia di conser-
vare più che destabilizzare il sistema». «Spero che non sia così - ha sottolineato Grasso - che si rendano conto che nel momento in cui riaprono una stagione del genere di stragi, di attacco alle istituzioni, sarà ancora peggiore la repressione dello Stato. Lo Stato, le forze di polizia e la magistratura non hanno mai cessato al momento la repressione e continuano a fare opere di bonifica». Per Grasso, inoltre «uno Stato che si definisca tale non può aver paura della verità, accertata con le regole». Uno Stato insomma, «non può sopportare i misteri e i segreti», ha detto.
quattro anni dalla guerra del 2006, torna alta la tensione al confine fra Israele e Libano. Ma benché lo scontro di ieri abbia preteso il suo tributo di sangue in una dinamica ancora fumosa, figlia di delle reciproche accuse scambiate fra i due governi, una cosa è chiara già da tempo. Quella guerra non è mai cessata, fatto salvo che nel suo aspetto più manifesto: il lancio continuo di razzi contro Israele. Ed è legittimo oggi chiedersi non solo se sia pronta a ricominciare, ma se l’attacco di ieri non sia stato un atto premeditato volto a surriscaldare un confine per distogliere l’attenzione dall’Iran - che procede a passo spedito nella sua corsa all’arma atomica -, continuare l’opera di delegittimazione verso Israele (vedi il rapporto Goldstone, così come tutto l’affaire della Freedom Flotilla) e alzare la tensione nell’intero Medioriente, sempre più preoccupato di una nuova guerra nell’area, financo quella di stampo nucleare.
a pagina 8
a pagina 18
seg1,00 ue a p agina 9CON EURO (10,00
I QUADERNI)
• ANNO XV •
A
NUMERO
149 •
WWW.LIBERAL.IT
• CHIUSO
IN REDAZIONE ALLE ORE
19.30