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Le sciocche e laide abitudini sono la corruzione della nostra vita
di e h c a n cro
Ugo Foscolo
9 771827 881004
di Ferdinando Adornato
QUOTIDIANO • VENERDÌ 24 SETTEMBRE 2010
DIRETTORE DA WASHINGTON: MICHAEL NOVAK
Il presidente Usa dice: «Spero in un nuovo Stato entro un anno». È giallo sull’assenza dei delegati di Netanyahu
«2011: la Palestina all’Onu» Obama al Palazzo di Vetro veste i panni del grande mediatore: tende la mano a Teheran ma difende Israele da Ahmadinejad. E lancia il suo grande progetto per il prossimo anno LO SCRITTORE ISRAELIANO
di Antonio Picasso utto era pronto per un intervento deciso, ma comunque equilibrato. Le previsione sono state compromesse da un discorso che molti giudicheranno, altri criticheranno perché autolesionista. Quel che avrebbero detto Obama e Ahmadinejad era stato anticipato già nella mattinata di ieri. Gli interventi all’Onu, dei due presidenti, quello statunitense e quello iraniano, ma soprattutto quello del primo passeranno alla storia come due momenti di alta tensione al Palazzo di vetro. I seggio della delegazione israeliana è rimasto vuoto perché è Sukot, la festa delle capanne, uno dei momenti di maggior riflessione per la religione ebraica.
Yeoshua: «Sarà solo un’utopia se non risolve gli insediamenti»
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di Luisa Arezzo
Storia delle frizioni tra Usa e Gerusalemme
Il ferro e la ruggine Roosevelt e Bush, Truman e Kissinger: quando scricchiola l’alleanza inossidabile
a pagina 10
di Maurizio Stefanini • pagina 12
l vero problema è quello degli insediamenti nel West Bank e a Gerusalemme Est. A tutti gli effetti, non c’è nient’altro che faccia da ostacolo al processo di pace: lo scrittore Abraham Yehoshua, una delle penne più celebri del mondo, è categorico nel sintetizzare un problema che va avanti da oltre sessant’anni.
I
a pagina 11
Alla Direzione, Bersani fa il mediatore: «Sì ai disagi, no ai documenti»
Pace nel Pd. Ma senza bussola Consigli d’autore a un partito in perenne crisi d’identità SAVINO PEZZOTTA
Ex popolari ed ex Pci, basta con le politichette Così come il Centro, anche il Pd non può più vivere di tattiche: deve elaborare un disegno strategico e una nuova narrazione politica. a pagina 3
Separatevi, è meglio: prenderete più voti «Bisogna essere laici e pragmatici, è inutile cercare compromessi, arrivati a questo punto, è meglio la separazione consensuale a pagina 4
UMBERTO RANIERI
L’unica strada vincente è allearsi con Casini «Dobbiamo cercare convergenze con i settori democratici e liberali del centro politico. Non solo con chi sta all’opposizione, ma anche con chi sta nella maggioranza» a pagina 5
EURO 1,00 (10,00
di Antonio Funiciello
MASSIMO CACCIARI
PAOLA BINETTI
È ora di riconoscerlo: la fusione era sbagliata Più che un vero divorzio si potrebbe immaginare una sorta di annullamento del contratto, perché sono venute meno le condizioni valoriali essenziali per considerarlo valido a pagina 4
CON I QUADERNI)
• ANNO XV •
NUMERO
186 •
ROMA. La bussola c’è. L’avviso ai naviganti l’ha dato il comandante di brigata Bersani, durante l’attesa riunione della Direzione nazionale del Pd andata in scena ieri. La bussola c’è ed è quella del nuovo Ulivo e della grande alleanza per salvare la Repubblica italiana: «I nostri elettori ci vogliono combattivi - ha detto Bersani - e ci chiedono di lavorare per evidenziare la crisi del berlusconismo: non possiamo fare il gioco dell’oca e ricominciare sempre da capo». Una mezza apertura ai veltroniani: abbastanza per permettere alla nuova minoranza di non rompere. Insomma, è finita con una pace armata: il problema è capire quanto durerà. a pagina 2 WWW.LIBERAL.IT
• CHIUSO
Montecarlo e dossieraggio
È guerra istituzionale sui servizi Berlusconi attacca: «Irresponsabile coinvolgerli». Fini risponde: «Guardi a Palazzo Chigi» di Riccardo Paradisi
ROMA. In quale formazione e con quali intenzioni il premier Berlusconi si presenterà alla Camera il prossimo 29 settembre, è ancora un’incognita. Una linea definita del resto ancora non c’è, le idee non sono chiare a Palazzo Grazioli. Si oscilla tra l’ipotesi di una mozione del presidente del Consiglio che chiederà consenso al parlamento sui cinque punti del programma e un voto di fiducia in piena regola che però appare sempre più improbabile visto il livello che ha raggiunto lo scontro tra Berlusconi e il presidente della Camera. L’incertezza è frutto della «ricaduta» nei rapporti tra Fini e Berlusconi. Dopo l’accusa di «soddieraggio» fatta dai finiani, ierinil premier ha replicato che dire certe cose «è da irresponsabili». E a stretto giro di dichiarazione è arrivata la risposta di Fini: «Si guardi dalle parti di Palazzo Chigi...». a pagina 8
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