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mobydick
di e h c a n cro
ALL’INTERNO L’INSERTO DI ARTI E CULTURA
9 771827 881004
di Ferdinando Adornato
QUOTIDIANO • SABATO 25 SETTEMBRE 2010
DIRETTORE DA WASHINGTON: MICHAEL NOVAK
Bossi: «Su Gianfranco ormai non si può più contare». Casini: «Il premier non raggiungerà quota 316 senza i finiani»
Fango, bugie e videotape In scena l’asse Berlusconi-Di Pietro: anche l’ex pm cavalca le dimissioni di Fini.Il ministro di Santa Lucia: «La lettera è autentica».Ma il presidente della Camera: «Basta,oggi un filmato con la mia verità» IRRESPONSABILITÀ AL POTERE
MONTECARLO, RIFIUTI, IOR
Ora stanno distruggendo lo Stato
Che bello, ritorna la teoria del complotto!
di Enrico Cisnetto
di Enzo Carra
elle stesse ore in cui si è consumato il “caso Profumo”, la vicenda che contrappone il presidente del Consiglio Berlusconi al presidente della Camera Fini ha toccato vette di inaudita indecenza, trascinando il sistema politico e istituzionale in una crisi che nemmeno ai tempi di Tangentopoli aveva raggiunto livelli così drammatici. Si dirà: che c’entra il dimissionamento dell’amministratore delegato di Unicredit con il caos politico che blocca il Paese ormai da mesi? Formalmente niente, ma in realtà si tratta di vicende dello stesso segno. È chiaro anche ai bambini, infatti, che quella sorta di impeachment di Profumo che ha poi portato alla sua defenestrazione è partito da esponenti di primo piano della Lega.
oi che non c’eravamo fermati alle apparenze dichiariamo adesso la nostra grande soddisfazione per il riapparire della vecchia, cara teoria del cui prodest. Il «complottismo». Era ora! Finalmente riassaporiamo quel gusto perverso dell’arabesco: se c’è un delitto, chi l’ha compiuto non l’ha fatto certo per uccidere, chissà «cosa c’è sotto». Il delitto può essere stato commissionato dalla stessa vittima. Poi ci sono i Rossi che “oggettivamente”fanno il gioco dei Neri. I Neri che ammazzano i Rossi per incastrare altri Neri e così via. Certo, i tempi non sono più quelli del secondo Novecento. Per esempio: non c’è il generale Maletti, ma un certo Pio Pompa. Comunque, sempre meglio di niente.
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Il grido d’allarme del finiano Moffa
«Serve subito una tregua. Altrimenti sarà la fine» Riccardo Paradisi • pagina 3
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I rapporti tra intelligence e Palazzo
È solo una creanzella Così si chiamano, in gergo, i favori ai politici del sottobosco dei servizi
segue a pagina 2
su Mobydick
Pierre Chiartano • pagina 4
a pagina 5
Pietro Citati racconta il suo nuovo lavoro sul Poeta
Italia, non sai chi è Leopardi «Neanche noi conosciamo ancora la sua grandezza»
La debolezza del “fattore locale”
Unicredit e Fiat: vittime del virus globale Francesco D’Onofrio • pagina 29
In città torna l’immondizia
Ma a Napoli l’emergenza rifiuti non è mai finita Alessandro D’Amato • pagina 7
«L’Europa cresce, noi no»
di Gloria Piccioni na vera e propria impresa che è suoi devastanti effetti e la depressione costata sei anni di «studi matti e psicotica) e dell’opera. Senza tuttavia disperatissimi». Il risultato non riuscire a superare la sensazione di porta però i segni della fatica perché spavento che l’impresa comporta. questo Leopardi di Pietro «Leopardi mi ha fatto e Citati (appena pubblica- Un testo scorrevole continua a farmi spavento da Mondadori, 22,00 e denso, che non risente to» spiega Citati. «Se rieuro) oltre a essere un li- della fatica dell’impresa: penso a questi anni di bro scorrevolissimo nellettura e di rilettura, il sei anni di «studi matti senso la sua densità, ha l’impadominante è di reggiabile pregio di con- e disperatissimi» spavento e insieme di tagiare il lettore. Un’imsterminata grandezza. mensità quella di Leopardi che Citati Forse dico una cosa banale, ma noi anesplora senza arretramenti, in tutti gli cora non ci rendiamo ancora conto delaspetti della vita (anche quello della la grandezza di Leopardi». malattia - la tubercolosi ossea con i a pagina 16
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CON I QUADERNI)
• ANNO XV •
NUMERO
187 •
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Emma contro Silvio «Il nostro Paese sta peggio degli altri» Francesco Lo Dico • pagina 6
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