01005
di e h c a n cro
Lo schiavo che obbedisce, spesso sceglie di obbedire
Simone De Beauvoir
9 771827 881004
di Ferdinando Adornato
QUOTIDIANO • MARTEDÌ 5 OTTOBRE 2010
DIRETTORE DA WASHINGTON: MICHAEL NOVAK
Il riconoscimento a Robert Edwards: nel ‘78 guidò il concepimento artificiale di Louise Brown
Polemiche per il Nobel a Mr. provetta Premiato il padre della fecondazione in vitro. La Chiesa: «Inaccettabile» di Gabriella Mecucci
Parla il genetista Bruno Dallapiccola
«Una scoperta scientifica rovinata dal marketing»
l premio Nobel della medicina alla maternità artificiale: il riconoscimento va a Robert Edwards, ottantacinquenne padre della fecondazione in vitro; lo scienziato che nel 1978 guidò la nascita di Louise Brown. La Chiesa solleva dubbi sul Premio che pone «gravi questioni morali».
«Le ricerche di Edwards hanno caratteristiche proprie di un Nobel per la medicina: hanno tracciato un nuovo solco d’indagine nella scienza. Il problema è che lo spirito di quel lavoro è stato tradito». È il commento del genetista Bruno Dallapiccola.
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I
di Francesco Lo Dico
L’Anm risponde a Berlusconi: «Gli insulti rischiano di provocare un sovvertimento istituzionale»
Scontro sul Porcellum
Maroni insiste: «Elezioni subito». Ma i finiani e Lombardo lo bloccano: prima cambiamo la legge elettorale. E parte l’ipotesi di un nuovo governo MAGGIORANZA IN CONFUSIONE
di Errico Novi
L’Italia non può essere paralizzata dal gioco del cerino
ROMA. «Facciamo l’ultima guer-
di Giancristiano Desiderio difficile sapere se il ministro Maroni dicendo «diamoci tre settimane per capire: o il governo va o si stacca la spina» sia stato pessimista o ottimista. Non è passata neanche una settimana da quando il governo ha ricevuto una sorta di nuova fiducia alla Camera e da quando il presidente del Consiglio ha annunciato a Roma e al mondo che «il governo va avanti per tutti e tre gli anni della legislatura» e già siamo al punto in cui Italo Bocchino può dire che «se Berlusconi facesse cadere il governo e nascesse una nuova maggioranza per cambiare la legge elettorale non sarebbe uno scandalo». L’ultimatum di Maroni è praticamente già superato. Il governo non tiene e Berlusconi sembra vivere un incubo: vuole durare, ma può durare solo con i voti di Fini.
È
Parla Gaetano Pecorella
«Al premier l’ho detto: Silvio, è meglio che eviti le urne» «Sarebbe più utile mandare avanti la legislatura per cercare di trovare un accordo quanto più possibile ampio sul Lodo costituzionale» Franco Insardà • pagina 3
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Ora il Pdl teme di ”perdere” altri senatori
A Palazzo Madama ci sono i numeri di un nuovo esecutivo Voci di fuga e disponibilità di alleanze con i finiani: ci sarebbe la possibilità di una maggioranza alternativa per la riforma del sistema di voto
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EURO 1,00 (10,00
ra». Il discorso rivolto da Berlusconi ai fedelissimi suona più o meno così: cupo e definitivo. Evoca vicende fosche e tragiche della storia. Ma il finale, per il Cavaliere, è già scritto: si torna alle elezioni per evitare di «fare la fine di Angelo Rizzoli». Così la salita del tardo pomeiggio al Colle, dove Berlusconi ha messo nelle mani di Napolitano il nome di Paolo Romani come ministro dello Sviluppo, è solo un diversivo. Dell’attuale governo, al Cavaliere, ormai interessa poco. Non potendo trovare un accordo sul Lodo, berlusconi ormai pensa solo alle urne. Il problema è che in Parlamento, non tutti sono d’accordo. Anzi, la diaspora verso i finiani (o comunque verso l’ipotesi di un governo che cambi la legge elettoriale) cresce di ora in ora anche al Senato, dove Berlusconi si sentiva rassicurato dal voto della scorsa settimana. E allora se Maroni dà voce alla maggioranza chiedendo «elezioni subito», Bocchino frena: l’idea di un altro governo che cambi la legge elettorale non è infondata. E allora via con le adesioni, multiformi, che vanno da Raffaele Lombardo a Bersani.
Riccardo Paradisi • pagina 4 CON I QUADERNI)
• ANNO XV •
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• CHIUSO
IN REDAZIONE ALLE ORE
Il 18 scadono i termini per le conferme dei terreni
Expo 2015 a Milano: così stanno facendo saltare tutto di Giancarlo Galli oveva essere la grande occasione, l’Expo 2015, per il rilancio di Milano come capitale di un Nord operoso e dinamico, proiettato nel mondo; e si sta invece, giorno dopo giorno, trasformando in un angoscioso tormentone. Peggio: in una rissa, vieppiù aspra e confusa, dove si mischiano rivalità politiche, personalismi, interessi immobiliaristici. Mentre l’opinione pubblica ambrosiana osserva e giudica con crescente e disincantato scetticismo. Tanto che per le elezioni comunali della prossima primavera piovono dubbi sulla tenuta della sindachessa Letizia Moratti. a pagina 8
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