ISSN 1827-8817 01109
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Siamo tutti guerrieri nella
battaglia della vita, ma alcuni conducono e altri seguono
9 771827 881004
Khalil Gibran di Ferdinando Adornato
QUOTIDIANO • MARTEDÌ 9 NOVEMBRE 2010
DIRETTORE DA WASHINGTON: MICHAEL NOVAK
Al via la conferenza di Milano con un saluto «preoccupato» di Napolitano
Adesso tutti cercano famiglia Sacconi: rivedere il fisco. Giovanardi: no alle biotecnologie di Franco Insardà
Le parole di Benedetto XVI a Barcellona valgono anche per noi
ROMA. Dopo due anni e mezzo di silenzio, il governo scopre la famiglia. Per Sacconi «bisogna aiutare solo le coppie sposate con figli»; per Giovanardi invece «le biotecnologie riducono i diritti dei nascisturi». Insomma, dopo le polemiche dei giorni scorsi sul cattivo esempio del premier in materia di moralità, i ministri «gettano il cuore oltre l’ostacolo». Il problema è capire che ai (giusti) proclami seguiranno i fatti. È questo ciò che tutti si sono chiesti ieri alla Conferenza di Milano. a pagina 8
Ma siamo stanchi di promesse di Luigi Accattoli omenica da Barcellona Papa Benedetto alzava un grido a favore della famiglia, perché sia «decisamente sostenuta dallo Stato» e ieri a Milano ha
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avviato il suo lavoro la Conferenza nazionale della famiglia, una tre giorni su iniziativa del Governo che i cattolici seguono con speranza e insieme con disincanto. a pagina 9
Durante l’Assemblea di Assisi, il presidente della Cei propone anche un tavolo tra il governo e le parti sociali sul lavoro
Un altro siluro a Berlusconi Duro intervento del cardinal Bagnasco: «L’Italia non può galleggiare, il governo deve fare uno scatto in avanti». Nel Pdl cresce la paura di un sì di Bossi a un esecutivo Tremonti
UN “NIET” A PRESCINDERE
Perché mai la proposta di Fini sarebbe irricevibile? di Giancristiano Desiderio ianfranco Fini, come molti italiani di centrodestra, non crede più nel governo Berlusconi e ha chiesto pubblicamente al presidente del Consiglio di voler sottoscrivere, certo, un nuovo “patto di legislatura”, ma non prima che il premier si sia dimesso per rendere possibile la discussione della crisi di governo e l’allargamento della maggioranza ai cattolici liberali dell’Udc. L’iniziativa dell’ex presidente di An e ora leader di Futuro e Libertà si può condividere o no, ma non può essere definita - come faceva ieri Pierluigi Battista sul Corriere della Sera e come di fatto replicano vari deputati del Pdl - “irricevibile” e “anomala”. Per un motivo semplice e vero storicamente e politicamente: perché così funziona la repubblica parlamentare dove un governo che non funziona può essere sostituito. a pagina 2
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Un leader che non sa mediare
di Errico Novi
I due Stati entrano nell’area Schengen
ROMA. Dopo Fini, la Cei. Il cardinal Angelo Bagnasco, ieri, è intervenuto contro il governo: «Deve smetterla di galleggiare. La politica deve fare uno scatto in avanti». Proprio mentre Berlusconi sondava l’ultimo alleato che gli sia rimasto, Umberto Bossi, il presidente della Cei pronunciava parole destinate sicuramente a pesare sul futuro dell’esecutivo. Quanto ai leghisti, dopo il vertice di Arcore tra berlusconismo e federalismo, per il momento, hanno scelto il governo. a pagina 2
Albania e Bosnia, da dicembre l’Europa sarà senza frontiere
La ribellione del Veneto
Fenomenologia L’alluvione scatena del Cavalier No lo strappo leghista Prima con i centristi, poi con i finiani: Berlusconi ha negato ogni mediazione e si è ritrovato isolato. Aggrappandosi a Bossi
Amministratori e imprenditori attaccano: «Come mai l’Abruzzo e Napoli sì e noi no? Un miliardo subito, o per Roma saranno guai»
Riccardo Paradisi • pagina 4
Marco Palombi • pagina 5
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I QUADERNI)
• ANNO XV •
NUMERO
217 •
WWW.LIBERAL.IT
• CHIUSO
di Antonio Picasso
ROMA. È polemica in Italia per la decisione presa ieri dll consiglio dei ministri degli Esteri Ue di abolire il sistema dei visti per i cittadini albanesi e bosniaci che desiderano entrare in Europa. La direttiva entrerà in vigore a metà dicembre. Da allora si potrà parlare di una libera circolazione, senza la necessità dei passaporti, anche nella regione balcanica. La scelta di Bruxelles fa seguito all’apertura concessa lo scorso anno a Macedonia, Montenegro e Serbia, anch’esse esentate dal regime dei visti da applicare sul passaporto. L’origine di questa politica di liberalizzazione nasce con l’ingresso della Romania nell’Unione.Va detto però che né l’Albania né la Bosnia fanno ancora parte dell’Ue. Immediate le reazioni scomposte in Italia da parte di chi teme un’aumento di immigrati pronti a delinquere. In particolare, il vicesindaco di Milano, il Psdl De Corato, ha denunciato la decisone Ue: «Creerà gravi problemi a Milano», ha detto. a pagina 11
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