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I vigliacchi muoiono molte volte

he di cronac

prima della loro morte. Il coraggioso sperimenta la morte una volta sola

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William Shakespeare di Ferdinando Adornato

QUOTIDIANO • VENERDÌ 4 FEBBRAIO 2011

DIRETTORE DA WASHINGTON: MICHAEL NOVAK

In commissione era finita 15 a 15. Bersani: «Dimissioni». Fini: «Un voto nel merito, non una scelta politica»

Lo strappo istituzionale Il Parlamento boccia il federalismo ma il governo lo approva per decreto Il Senatùr era partito lancia in resta: «Se non passa si va alle elezioni». Invece, dopo il no della Bicamerale e un vertice a Palazzo Grazioli, il consiglio dei ministri decide il colpo di mano Con 315 voti, la Camera rimanda gli atti a Milano

PER LE RIFORME

Ma è interesse del Carroccio staccare la spina

La bugia di Berlusconi diventa “bugia di Stato” Scontro in Aula sul processo Ruby: il Pdl insiste sulla persecuzione. L’opposizione: «Si dimetta e si scusi con il Paese»

di Giancristiano Desiderio a parola che conta in ciò che resta della maggioranza di governo non può che essere la parola del presidente del Consiglio. Ma quanto vale oggi la parola di Silvio Berlusconi? La domanda, dopo il voto della Bicamerale sul federalismo, se la pone Umberto Bossi. E ha i suoi buoni motivi per farlo. Un po’ tutti ora gli chiedono il conto ricordandogli quanto aveva detto alla sua maniera un po’ sbruffona: o il sì o il voto. C’è stato un pari e patta che per legge equivale a un no. segue a pagina 2

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R. Paradisi • pagina 4

Tra paura e omertà

La doppia menzogna a maggioranza del Parlamento italiano ha commesso un atto grave e derisorio nei confronti dei cittadini che sarebbe chiamata a rappresentare. Ha deciso di farsi scudo di una palese bugia per approdare ad un’ulteriore bugia. a pagina 4

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L’opposizione egiziana: «Il mondo non sostenga un regime che uccide la sua gente». Si moltiplicano gli appelli internazionali

A un passo dalla guerra civile Al Cairo ormai è caos. Cecchini sparano sulla folla: nel mirino, occidentali e giornalisti. L’Onu decide di abbandonare il Paese TEMPI CERTI E CONDIVISI

di Pierre Chiartano

Transizione subito. O l’Egitto rischia (e con lui il mondo) a cartina geopolitica di vede oggi confrontarsi due blocchi, un blocco “del rifiuto e dello scontro”(Iran, Turchia, Siria, Gaza), e un blocco del dialogo o dello status quo (Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto e Cisgiordania). Le rivolte e le situazioni critiche si stanno soprattutto svolgendo in questa seconda area. a pagina 10

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Parla il generale Camporini partita la caccia allo straniero e c’è un tariffario per la violenza che sta dilagando in Egitto. Dai 40 ai 100 dollari verrebbero pagati i supporter pro-Mubarak armati di mazze e coltelli per impedire al popolo della protesta di entrare in piazza Tahrir. Arruolati da membri del Partito nazionale democratico (quello del presidente) al Cairo e nella provincia. Insomma, l’Egitto è nel caos, tanto che l’Onu ha deciso di abbandonare il Paese. a pagina 10

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I QUADERNI)

• ANNO XVI •

«Inutile invocare la democrazia dove non c’è»

NUMERO

«L’Occidente sbaglia. Principi per noi scontati, in tutto il Medioriente sono destabilizzanti» Luisa Arezzo • pagina 12 24 •

WWW.LIBERAL.IT

• CHIUSO

IN REDAZIONE ALLE ORE

19.30


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