he di cronac
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Se ti opponi alle sensazioni, non
avrai alcun metro di giudizio per distinguere quelle vere dalle false Epicuro
9 771827 881004
di Ferdinando Adornato
QUOTIDIANO • MARTEDÌ 22 FEBBRAIO 2011
DIRETTORE DA WASHINGTON: MICHAEL NOVAK
In Commissione europea, il governo italiano è l’unico a parlare contro una presa di posizione comune
La storia licenzia un altro raìs A Tripoli il Parlamento brucia e i jet sparano sui manifestanti Gheddafi sembra sparito nel nulla, mentre in famiglia si aprono le faide per la successione. Nel Paese il caos è totale e l’Onu chiede al Colonnello di fermarsi prima che sia troppo tardi SINTONIE STONATE
L’incognita Iran e lobby religiose
Berlusconi (e Frattini): il partito gheddafista italiano
Rivolte laiche? Sì, ma a forte rischio islamico
di Riccardo Paradisi
di Mario Arpino
onsiderando quanto sta avvenendo in Libia in queste ore è assai probabile che il quarantennale regime di Muahammar Gheddafi volga verso il tramonto. Sicchè potrebbe essere l’occasione – ora che le ragioni della realpolitik rischiano di perdere la loro pregnanza – per riavvolgere la pellicola del lungo, tormentato e sempre opaco rapporto che ha legato l’Italia, la Libia e quelle altre forze europee e internazionali che hanno concepito sempre il mediterraneo come il crocevia d’interessi geopolitici. Potrebbe essere il momento opportuno perché proseguire come se niente fosse, come se l’Africa del nord non fosse sotto la spinta a domino di rivolte a catena rischia di rovesciare di segno la stessa prospettiva realista con fui fino ad oggi ha agito l’Italia nei confronti di Tripoli. Perché non è più nemmeno realista tentare di puntellare quanto sta inevitabilmente crollando. a pagina 5
Si è detto che l’onda di piena che sta attraversando il nord Africa, sfociando poi in altri Paesi islamici, ha almeno una caratteristica in comune tra tutti: è la diversità. a pagina 3
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Bruxelles usa solo frasi di circostanza
Tutte le ipotesi dopo il crollo del regime
Cinque scenari per il post Avanzano le teorie più disparate: dividere il Paese in emirati, dare il potere a Saif, scegliere i militari. Oppure puntare su un protettorato islamico. La democrazia langue... Osvaldo Baldacci • pagina 4
Ma l’Europa partorisce un altro topolino di Enrico Singer Se di fronte alla cacciata di Ben Ali da Tunisi è stata assente, se nei 18 giorni che hanno segnato la fine di Mubarak in Egitto ha balbettato, la Ue sulla Libia è spaccata. segue a pagina 2
La sconfitta della Merkel non si ripercuote sul Paese: parla Bolaffi
Amburgo non vale Berlino «La disfatta elettorale è solo un fenomeno locale» di Franco Insardà
In Germania i conti iniziano a non quadrare
La locomotiva tedesca rallenta
ome quasi tutti gli analisti Angelo Bolaffi, direttore dell’Istituto italiano di cultura di Berlino e profondo conoscitore del mondo tedesco, non si aspettava una sconfitta così ampia per la Cdu. Anche se sottolinea: «Certamente si prevedeva che l’Spd, dopo la crisi del governo Cdu-Verdi, sarebbe stato il primo partito. La sorpresa sta nell’aver ottenuto la maggioranza assoluta». a pagina 10
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seg1,00 ue a p(10,00 agina 9CON EURO
di Francesco Pacifico
Niccolò Ghedini, premier ad interim
ROMA. La buona notizia è che quest’an-
ROMA. Troppo complicato. Ci rinunciano i parla-
no il deficit/Pil scenderà al 2 per cento. La cattiva è che la crescita non supererà il 2,3 nel 2011 e l’1,8 nel 2012. E in queste due percentuali c’è tutta la dicotomia di una Germania inflessibile custode del rigore e motore (diesel) dell’Europa.
mentari del Pdl esperti in materia, i componenti cioè di quella consulta Giustizia interna al partito comunque presieduta da Niccolò Ghedini. Ci rinuncia anche il guardasigilli Alfano. Le riforme in materia di processi, Csm, intercettazioni e annessi non passano per il Coniglio dei ministri.
a pagina 11 I QUADERNI)
L’incontro sulla giustizia lo guida l’avvocato
• ANNO XVI •
NUMERO
36 •
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• CHIUSO
Errico Novi • pagina 6 IN REDAZIONE ALLE ORE
19.30