he di cronac
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C’è un solo modo di dimenticare il tempo: impiegarlo Charles Baudelaire
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di Ferdinando Adornato
QUOTIDIANO • VENERDÌ 5 AGOSTO 2011
DIRETTORE DA WASHINGTON: MICHAEL NOVAK
Giornata di caos sui mercati europei. E da noi aumenta la pressione sul governo per fare più in fretta
Berlusconi fa l’indiano Trichet, forze sociali, opposizioni: «Agire subito». Ma lui rinvia Ennesimo tonfo di Piazza Affari ma il premier respinge tutte le richieste di non perdere altro tempo: «Ne parliamo a settembre». Marcegaglia,Angeletti e Casini: «Noi ci rivediamo la prossima settimana» LA PROPOSTA CENTRISTA
CRISI & PROPAGANDA
Ma il tavolo comune è l’unica vera strada
La Seconda Repubblica che non sa leggere i tempi
di Franco Insardà
di Gianfranco Polillo
di Errico Novi
he ci sia almeno una scintilla. Un’illuminazione, che guidi il percorso intrapreso con le parti (brutto termine) sociali. Non pensiamo a cambiamenti repentini, ma all’inizio di un percorso che avrà i tempi che dovrà avere. L’importante è che si manifesti un sussulto, capace di dare maggiore efficacia all’azione di governo. Ci viene in mente l’Italia degli anni ’50 e la voce flebile, ma non per questo meno potente, di Alcide De Gasperi quando esortava a non chiedere tutto allo Stato o al Governo; ma a interrogarsi su che cosa ognuno di noi può fare per il suo Paese.
a scena è triste. Solo triste? I commenti del giorno dopo – del giorno dopo la discussione in Parlamento sulla crisi economica – hanno rilevato in modo quasi unanime la povertà del dibattito. Lo scarso spessore degli interventi – di quasi tutti, con l’eccezione segnalata da molti di quello pronunciato da Casini – e l’inconcludenza rispetto alla tempesta finanziaria in corso. «Quanto avviene in questi giorni, sul piano economico globale, ha una portata storica. Io vedo l’incapacità di far prevalere l’interesse comune e di fare un passo indietro», dice Giovanni Vecchi, autore di In ricchezza e povertà.
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Il ministro accusa i giornali
ROMA. La crisi non va in
Tremonti ai Pm «Spiato? No, esagerazioni»
vacanza. Ormai ne sono convinti tutti, tranne uno: Silvio Berlusconi. Tutti invitano a fare presto e a dare dei segnali forti. «L’Italia ha chiaramente e urgentemente bisogno di riforme strutturali, e in particolare occorre anticipare i tempi del risanamento fiscale» sentenzia il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet. a pagina 2
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Il documento presentato ieri all’esecutivo
Liberalizzazioni e investimenti: 6 punti per tornare a crescere La priorità sono sostegno alle famiglie e riforma del mercato del lavoro «Poi amministrazione più razionale e una politica che costi meno»
Venerdì scorso l’«inquilino di Milanese» è stato ascoltato in Procura e ha negato tutto. Ora l’inchiesta va verso l’archiviazione Gualtiero Lami • pagina 6
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Dal Consiglio di sicurezza arriva una nota di censura: Assad è salvo
Il «Quadriga» doveva andare allo Zar. Ma le proteste lo cancellano
Siria, dall’Onu solo una timida protesta
La Germania si spacca sul premio a Putin
di Pierre Chiartano
di Ubaldo Villani-Lubelli
eri si è consumata l’ennesima liturgia per assecondare la coscienza internazionale sulla vicenda siriana. Dopo un’altra strage del regime alawita le cancellerie occidentali spostano l’attenzione sul Palazzo di vetro. Tanto per mascherare l’impotenza del mondo di fronte alla violenza di un dittatore. Oggi i problemi sono le economie che non vanno, i debiti e l’incapacità d’intervenire di fronte a un nuovo contesto: un Medioriente che vorrebbe diventare democratico. Mentre il Consiglio di sicurezza dell’Onu si limita a condannare la violenza in Siria.
ermania e Russia. Due Paesi molto diversi, i cui destini si sono molto spesso incrociati nella storia recente. In passato avevano condiviso l’orrore degli stermini di massa, come ricordato recentemente da un libro uscito in Germania, Bloodlands, in cui vengono descritti gli “Stati del sangue” governati da Hitler e Stalin, ma negli ultimi due decenni Germania e Russia hanno svolto un ruolo di prim’ordine nello scacchiere internazionale. Il rapporto tra le due nazioni è, ancora oggi, difficile e controverso nonostante i numerosi passi fatti in avanti.
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I
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I QUADERNI)
• ANNO XVI •
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