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he di cronac

Il dubbio in ogni sua forma è un omaggio alla speranza Isidore Ducasse

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di Ferdinando Adornato

QUOTIDIANO • GIOVEDÌ 15 SETTEMBRE 2011

DIRETTORE DA WASHINGTON: MICHAEL NOVAK

La Camera vota la fiducia mentre fuori i Cobas organizzano una «guerriglia» lanciando anche bombe-carta

La manovra e Lavitola Passa la “Quinta” di Berlusconi ma esplode il caso del latitante Casini: «Irresponsabili, l’Italia è sul baratro». Marcegaglia: «Non c’è crescita. Non siamo credibili». Agli atti la telefonata al direttore dell’Avanti. Il premier dice: «Resta all’estero, ti scagiono io» I BALLETTI DEL GOVERNO

OLTRE IL LIMITE

È vero, non siamo come la Grecia. Ancora per quanto?

Questo è un reato. Si chiama «istigazione a delinquere»

di Gianfranco Polillo

di Giancristiano Desiderio

na telefonata allunga la vita: diceva Tullio Solenghi in un vecchio spot. Qualcosa del genere dovrebbe succedere nella teleconferenza sulla Grecia tra Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e George Papandreou, anche se i risultati effettivi si avranno solo tra qualche giorno. Il compito più difficile spetta a Frau Merkel. Deve convincere una parte del suo partito che la politica economica è cosa diversa dalla semplice ragioneria e che l’attuale benessere della Mitteleuropa (Germania, Olanda, Austria e Lussemburgo) dipende da come si uscirà da questa crisi senza distruggere l’euro. Perché la moneta unica è cosa buona e giusta, ma per quei Paesi, ormai leader nel campo dell’esportazione di beni manufatti, è ancora migliore. E allora ci vuole un pizzico di pazienza, unita a un’esatta percezione del rischio implicito nelle eventuali soluzioni alternative. Conviene il default della Grecia o non è meglio sostenere il suo Governo nella difficile, anche se tentennante, opera di risanamento? a pagina 5

a che gente frequenta il presidente del Consiglio? Ce lo siamo sempre domandato ad alta voce e da subito, da quando venne fuori la storia delle feste di Arcore, dicemmo che per il capo del governo c’era un chiaro rischio-ricatto. Ora le nuove carte processuali depositate al tribunale del Riesame di Napoli ci rivelano un Silvio Berlusconi completamente in balia dei suoi interlocutori e in particolare di Valter Lavitola. La famosa telefonata del 24 agosto, quella fin qui negata da tutti, ci presenta un premier che consiglia al direttore dell’Avanti! di farsi indietro, cioè di non rientrare in Italia ma di restare all’estero, a Sofia dove in quel momento si trova e da dove ha telefonato al capo del governo italiano. Dice il giornalista: «Senta dottore, vabbè, io mo sono fuori… a ‘sto punto…». E Berlusconi, anche imbeccato da Lavitola che mostra di saperlo prendere bene, suggerisce: «...e resta lì e vediamo un o’…uhm…». Diciamolo subito con chiarezza: questo è un reato. a pagina 6

U

La Corte dei Conti

Merkel-Sarkozy-Papandreou

È allarme L’Ue promuove corruzione: Atene per salvare «Ormai ci costa le proprie come l’evasione» banche «infette» Duro il presidente «Insieme faremo Giampaolino: qualunque cosa «Le tangenti sono arrivate per tenere i greci al terzo posto saldamente nella classifica dei danni dentro l’area euro», erariali al Paese» promettono i due leader Riccardo Paradisi • pagina 3

Enrico Singer • pagina 4

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La morte, a 81 anni, del protagonista di tante sfide alla montagna

Quell’eroe coi piedi sulle nuvole Addio a Bonatti, dalle polemiche sul K2 a mito dell’alpinismo di Marco Scotti a raggiunto la sua ultima vetta, Walter Bonatti. Dopo una vita passata a scalare montagne e affrontare fieramente le polemiche seguite alla “conquista” del K2, del 1954. È morto a 81 anni uno dei più grandi interpreti dell’alpinismo italiano, scalatore coraggioso e mai imprudente, che ha condotto una vita “altissima” aprendo molte vie inedite alla conquista delle montagne più impervie. Eppure un uomo che ha colpito per decenni l’opinione pubblica anche per la fermezza e la quiete inusuale con le quali ha affrontato per molti anni la tormenta delle polemiche, delle allusioni anche pesanti quando non alle vere e proprie accuse. Perché Walter Bonatti, per

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gue a (10,00 pagina 9CON EUROse1,00

I QUADERNI)

• ANNO XVI •

NUMERO

179 •

WWW.LIBERAL.IT

il quale il Monte Bianco e il K2 non avevano segreti, è stato uno di quelli italiani che volevano allargare i confini della conoscenza della natura da parte dell’uomo. Quelle figure mitiche, quasi ottocentesche, per i quali la vittoria era importante quasi quanto il rispetto per l’ignoto. Nel senso della montagna, ma in senso lato della natura. Ecco che cosa ha insegnato Walter Bonatti al Novecento: il rispetto. E lo ha fatto attraverso una vita che vale la pena ripercorrere per intero, tra il profumo di cuoio degli scarponi di una volta e il freddo pungente delle cime più alte del mondo. Quelle che nel corso di più di cinquant’anni ha conquistato e consegnato agli appassionati di roccia e di montagna. segue a pagina 14

• CHIUSO

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