he di cronac
10916
Il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto per paura del senso comune Alessandro Manzoni
9 771827 881004
di Ferdinando Adornato
QUOTIDIANO • VENERDÌ 16 SETTEMBRE 2011
DIRETTORE DA WASHINGTON: MICHAEL NOVAK
Il Cavaliere si difende con un memoriale: «Tutte calunnie, io faccio solo del bene ad amici in difficoltà»
Piange il telefono Dai duetti Berlusconi-Tarantini il volto di un’Italia sporca e corrotta Un mondo di donne, soldi e ricatti. «Vai con lui e avrai Sanremo»: così il faccendiere alla Arcuri che rifiuta. Centomila intercettazioni: il premier sempre più nei guai. E si apre anche il fronte Unipol IL VERO SCANDALO
Nuovo allarme per i conti: il Pil del prossimo anno a +0,2%
Che tristezza, ormai siamo oltre il Satyricon
Confindustria e Ocse: crescita zero nel 2012 e boom disoccupati Sindaci in piazza contro la manovra. Alemanno: «Sono a rischio servizi essenziali». Le banche centrali promettono soldi agli istituti europei. E le Borse volano
di Osvaldo Baldacci
B
Una voce che circola nei palazzi romani: sarebbe questa l’offerta al presidente del Consiglio per lasciare
Che ne pensate di Silvio e Romano senatori a vita? Qualcuno sta valutando questa ipotesi, ma gli interessati rifiutano. «Impraticabile», dicono Feltrin, Pombeni e Sabbatucci
Francesco Pacifico e Riccardo Paradisi • pagine 10 e 11
Franco Insardà • pagina 4
I ribelli entrano a Sirte: ma di Gheddafi ancora nessun segno
The day after
Tre ipotesi su come cambierà il mondo dopo la crisi di Giancarlo Galli ebbene sia stato fatto l’impossibile per negare l’evidenza, alla fine politici ed economisti (entrambi afflitti da interessata miopia) hanno finito con l’ammetterlo: il modello capitalistico è entrato nel nero tunnel di una crisi generale. Che nessuno risparmia, dall’America di Obama all’Europa dell’euro al Giappone, cioè i tre pilastri del “sistema”. Non è certo la prima volta che si verifica, nella storia moderna. E sempre, almeno questo è motivo
S
La spartizione di Tripoli Cameron, Sarkozy e Erdogan in visita in Libia di Pierre Chiartano
di speranza, il trauma è stato superato. Con quali tempi ed a che prezzo, però? Il pensiero corre quindi all’ultimo crac planetario, iniziato nell’ottobre del 1929 con un crollo a Wall Street, che praticamente si trascinò sino alla vigilia della seconda guerra mondiale. Eccoci così di fronte a una serie di fatti, storicamente inconfutabili, e sui quali è opportuno riflettere. Anche per capire come «potrebbe» andare a finire. a pagina 12
gue a (10,00 pagina 9CON EUROse1,00
I QUADERNI)
asta, basta, basta. C’è una crisi che non si è mai vista. La crescita è azzerata. La disoccupazione corrode il Paese. Ai giovani è rubata ogni speranza di futuro. La malavita avanza. I nostri militari sono impegnati a rischio della vita in Afghanistan, in Libano e in mille altri posti del mondo. In Libia c’è la guerra. In Siria, in Iran e in altri Paesi una brutale repressione. L’euro è a rischio. Negli Stati Uniti, in Russia, a Bruxelles ci sono sfide che decideranno della vita di tutti noi, mentre l’emergere prorompente di Cina, India, Brasile & company cambia l’aspetto del pianeta. E da noi si parla solo delle escort di Berlusconi. a pagina 5
In missione anche Henry-Levy
n Libia si rischia l’affollamento da leader politici. Tra ieri e oggi sono atterrati Nicolas Sarkozy, David Cameron e Recep Tayyip Erdogan. Mercoledì era stata la volta della diplomazia americana, con Jeffrey Feltman, assistente segretario di Stato per gli affari del Vicino Oriente. Una full immersion diplomatica per i neo governanti del Cnt.
I
• ANNO XVI •
La riscoperta dei filosofi di Antonio Picasso a guerra è il motore del mondo. Diceva Clemanceau. Ma è l’economia ad avviare la macchina. Le operazioni della Nato in Libia sono scaturite dalla necessità impellente di rivedere i contratti e gli appalti del sistema Gheddafi. a pagina 6
L
a pagina 6
NUMERO
180 •
WWW.LIBERAL.IT
• CHIUSO
IN REDAZIONE ALLE ORE
19.30