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Fivizzano

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Sarzana

Sarzana

Un borgo di dantisti sull’antichissima strada di valico

Mappa del borgo

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Sull’antica via del Passo dell’Ospedalaccio (oggi Passo del Cerreto) è probabile che Dante sia passato alla volta definitiva delle terre padane, quando entro l’estate del 1315 – prima cioè della sentenza definitiva di condanna al rogo comminata in contumacia a Firenze ed estesa ai figli maschi in maggiore età – egli riparò con la famiglia, necessariamente fuoriuscita, dapprima a Verona e poi a Ravenna, dove infine morì. Purtroppo, nell’aprile di quello stesso 1315 era prematuramente scomparso Moroello II di Giovagallo, suo grande ospite e protettore in Val di Magra: alla luce dell’Elogio insuperabile che Dante ha reso ai Malaspina in chiusura del Canto VIII del Purgatorio è lecito pensare, infatti, che il Poeta abbia nutrito il segreto desiderio di riunire il nucleo familiare proprio qui, in una regione ormai pacificata e amena come la Lunigiana. Del passaggio di Dante è testimonianza la citazione della Pietra di Bismantova nel Canto IV del Purgatorio, ben visibile al Passo, ma è da ritenere molto indicativo anche un celebre motto assai presente nella memoria popolare dell’antica stazione di sosta di Sassalbo. Da Fivizzano prese le mosse Spinetta Malaspina il Grande, un personaggio che Dante poté avere visto ancora giovinetto. Spinetta fu artefice di un valoroso quanto ambizioso tentativo di instaurare una Signoria malaspiniana su tutto il territorio lunigianese, ma tale progetto visionario non trovò realizzazione. Fivizzano è terra di valenti dantisti e come tale è di diritto un Luogo Dantesco Lunigianese. Si contende il primato con La Spezia, annoverando tra i suoi figli ben quattro studiosi: Giovanni Manzini (ca. 1362 - ca. 1421), Giovanni Talentoni (1542 – 1617), Emanuele Gerini (1777 –1836) e Adolfo

Bartoli (1833 – 1894). Quella di Fivizzano è tuttavia la tradizione di studi senza alcun dubbio più antica e continua nella storia, in quanto affonda le proprie radici nello stesso XIV secolo. Se a Mulazzo il genius loci dantesco si è pienamente manifestato nella tradizione del Maggio e nello straordinario fenomeno dei Librai, qui a Fivizzano, non è stato da meno: sulla traccia umanistica di Giovanni Manzini da un ceppo familiare del luogo nacque Tommaso Parentucelli (1397 – 1455), papa Niccolò V, committente del progetto della Grande San Pietro e fondatore della Biblioteca Vaticana; poi, con Jacopo da Fivizzano (ca. 1440 – post 1479), esplose l’arte della stampa: come ha giustamente sentenziato il poeta Loris Jacopo Bononi, anch’egli qui di casa, a Fivizzano si stampavano libri nove anni prima che a Londra! Di tutto ciò resta traccia nel Museo della Stampa, una struttura fermamente voluta dallo stesso Loris Jacopo Bononi ed oggi affidata alla custodia del fratello Eugenio.

BIBLIOGRAFIA

Loris Jacopo BONINI, Libri & Destini, Pacini Fazzi, Lucca, 2000.

Mirco MANUGUERRA, Lunigiana Dantesca, Edizioni del Centro Lunigianese di Studi Danteschi, La Spezia, 2006.

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