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CAFFÈ & TÈ
Se un tempo caffè e tè venivano consumati in prevalenza come bevande calde, oggi, consumati freddi, sono stati entrambi ampiamente sdoganati come prodotti dissetanti e rinfrescanti.
Mercati di riferimento
Il caffè
Il nostro paese risulta essere uno dei maggiori produttori di caffè, riferendoci però alla sola lavorazione del caffè torrefatto, in assenza di piantagioni autoctone. Il processo di torrefazione prevede la tostatura e la macinatura dei chicchi di caffè verde importati, ed è questa attività che contraddistingue l’Italia nel processo produttivo grazie all’abilità nella miscelazione di grani provenienti da aree geografiche differenti. Produzione, export e consumi dipendono dunque dalla lavorazione descritta Nel 2021, ultimi dati disponibili al momento, sono stata circa 900 le aziende impiegate in questo procedimento.
Nel 2022 il fatturato del settore analizzato ha raggiunto i 4,8 miliardi di euro, per un totale di circa 508.000 tonnellate di caffè prodotto, con un tasso di crescita sul 2021 del 5% per il fatturato e del 9% per quanto riguarda la produzione espressa in tonnellate.
Per quanto riguarda il commercio estero, nel 2022, sono state importate oltre 674.500 tonnellate di caffè verde, pari a circa 2,2 miliardi di euro. Se consideriamo anche le importazioni minori (coffè torrefatto, caffè solubile e preparati a base di caffè) le tonnellate arrivano a 703.000.
Analizzando le voci ISTAT, il 96% delle importazioni di caffè comprendono il caffè verde importato dai vari paesi produttori, e questo rappresenta il volume disponibile per la trasformazione nel nostro Paese. Oltre la metà delle importazioni di caffè verde proviene da Brasile (la qualità̀ Arabica) e Vietnam (la
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Tabella 2. Bilancio del mercato della bevanda tè (valori espressi in milioni di litri).
Table 2. Balance of the tea market (values expressed in millions of litres).
2021 2022
Produzione 577 619 Production
Import - - Import
Export 39 48 Export
Consumo 538 571 Consumption
Fonte/Source: III databank processing of Istat data.
Il tè
Tabella al consumo diretto. Valori % riferiti alle quantità di prodotto confezionato, anno 2022.
Table 3. Mix of coffe packaging for direct consumption. Figures % for quantity of product packed in the year 2022.
2022
Poliaccoppiati flessibili 84,3% Flexible polylaminates
Barattoli in acciaio 7,1% Steel cans
Cialde e capsule 6% Pods and capsules
Sacchetto carta 2,2% Paper bag
Vasetto vetro 0,3% Glass jar
Astuccio cartoncino 0,1% Cardboard folding box
Fonte/Source: III databank processing of Istat data.
Il resto delle importazioni riguarda caffè tostato, per lo più̀ solubile e macinato in capsule, proveniente soprattutto dagli stabilimenti svizzeri del gruppo Nestlé-Nespresso.
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Le esportazioni riguardano in misura maggiore il caffè torrefatto e circa il 38% della produzione italiana è destinata all’export: nel 2022 le tonnellate di caffè torrefatto esportato sono state 296.000, per un valore pari a circa 2,2 mld di euro. Analizzando i numeri riferiti alle esportazioni, i principali paesi di destinazione del nostro prodotto risultano come sempre, Germania Francia e Stati Uniti.
Quando però si parla però di consumi di caffè, analizzando i dati in peso, vanno considerati alcuni fattori. In primo luogo il fatto che il caffè tostato e macinato pesa circa il 20% in meno rispetto a quello verde in grani, passando quindi da 365 a 292 t/000. Di queste l’84% è destinato alla preparazione della bevanda, sia consumata in casa che fuori, mentre il restante 16% è destinato a un uso industriale, vale a dire alla preparazione di prodotti tipo gelati, yogurt, bibite, dessert, ecc. Calcoli alla mano le tonnellate di caffè confezionato consumato in Italia nel 2020 risultano essere 244.900.
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Il caffè destinato al consumo diretto prevede un’ulteriore segmentazione: il 75% è destinata al consumo domestico (compreso il caffè in cialde presso gli uffici), il restante 25% è coperto dai consumi Ho.Re.Ca. e Vending (distributori automatici non cialde). Negli ultimi anni, con la diffusione dei distributori e macchinette specie dentro gli uffici e luoghi pubblici, il consumo considerato domestico, e quindi differente da quello presso i bar e ristoranti, ha visto notevoli incrementi.
Un’ulteriore suddivisione prende in considerazione le diverse tipologie: in ambito domestico, il caffè macinato arriva al 90%, quello in grani rappresenta il 6,7% e il caffè solubile è al 3,3%.
In questa analisi rientrano due tipologie di tè e infusi: da una parte quelli che vengono venduti in bustine o sfusi e che vengono preparati dal consumatore per ottenere bevande sia calde che fredde; dall’altra le bibite piatte pronte, che vengono consumate freddo o a temperatura ambiente. È necessario sottolineare che in Italia sono presenti pochissime piantagioni di tè, pertanto quando si parla di produzione nazionale ci si riferisce essenzialmente al confezionamento di tè sfuso importato. Per quanto riguarda i numeri del settore, negli ultimi anni abbiamo assistito a trend altalenanti. Dopo un 2020 caratterizzato da volumi decisamente in crescita (+10% sull’anno precedente), il 2021 ha visto un’inversione di tendenza, con volumi in calo del 5,4%, trend confermato anche dal calo dei fatturati, che si erano assestati intorno al -3,8%. I trend negativi sono stati confermati anche nel 2022, dove i volumi sono calati dell’1,9% circa per il te e dell’1,1% per le camomille; si parla in totale di circa 2,65 miliardi di filtri.
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In questo ambito il tè conferma il primato nella categoria, con uno share in termini di volume pari al 54%.
In Italia il consumo di te non riguarda però solo quello da infusione dato che un’importantissima fetta di mercato si riferisce al consumo della bevanda fredda confezionata, spesso acquistata in sostituzione di altre bibite sia piatte che carbonate o di succhi di frutta.
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Il tè freddo rappresenta in Italia la bevanda liscia più bevuta, con un consumo pro capite di oltre nove litri annui, uno tra i valori più alti a livello europeo.
L’Italia è stato il primo mercato europeo ad aver assistito al “boom” del tè freddo, che ancora oggi risulta essere la bevanda più consumata, seconda solo alla Coca Cola.
Oltre ai tradizionali gusti fruttati, si sono affermate anche altre varianti: il tè verde (che ha ormai raggiunto ca. il 9% dei volumi totali), il tè freddo deteinato (quest’ultimo veicolato soprattutto sul target ragazzi) e il tè freddo aromatizzato con vari gusti di frutta. Secondo l’elaborazione dei dati dell’Istituto Italiano Imballaggio, nel 2022 i consumi di questa bibita si sono assestati intorno ai 571 milioni di litri, con una crescita del +6%. A sostenere i consumi è stata indubbiamente la produzione, cresciuta del 7%. In base all’analisi del settore non risultano importazioni di questa bibita, mentre continuano a
%
Bottiglie di PET 71% PET bottles
Bicchierini di PS 16,8% PS beakers
Lattine ALL 6,5% ALU tins
Brick 3,0% Brik
Cheerpack 2,4% Cheerpack
Bottiglie di vetro 0,3% Glass bottles
Fonte/Source: III databank processing of Istat data and associations figures crescere le esportazioni (+23% nel 2022). Tra i marchi principali in questo ambito abbiamo Ferrero con la linea Estathé e l’ultima nata Fustea by Nestlè.
Il confezionamento
Packaging del caffè
Sono circa 28.400 le tonnellate di packaging utilizzate nel 2022 per confezionare il caffè destinato alla preparazione della bevanda. Questo valore comprende sia la parte destinata al settore Ho. Re.Ca (bar e ristorazione) e quella che viene consumata in ambito domestico (compreso le capsule utilizzate sia in casa che in ufficio). Tradotto in valore raggiungiamo all’incirca i 145 mln di euro. Vediamo nel dettaglio la suddivisione del prodotto confezionato analizzata per tipologia di imballaggio.
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• L’84,3% del prodotto è confezionato in sacchetti poliaccoppiati flessibili con capacità che vanno dai 250 g fino ai 3 kg, questi ultimi destinati all’horeca.
• Il 7,1% è imputabile ai barattoli di acciaio, che presentano le stessa capacità dei contenitori poliaccoppiati.
• Il 6%, in crescita, è rappresentato dal caffè monoporzione confezionato in capsule di alluminio o in cialde di plastica o carta.
• Il restante 3%, principalmente il caffè solubile, viene confezionato in prevalenza in sacchetti di carta (2,2%) o in vasetti di vetro (0,3%).
• Gli astucci in cartoncino concorrono per lo 0,1%.
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VERIMEC è una società del gruppo MASSILLY, uno dei leader nella produzione di imballi in banda stagnata e capsule twist. VERIMEC unisce alla qualità dei suoi prodotti la garanzia di un servizio accurato che applica supportando il cliente nella scelta della migliore soluzione industriale. Dal design alla capsula personalizzata, alla macchina più razionale ed efficiente, studiando il mastice adeguato alle esigenze di pastorizzazione odi sterilizzazione, fino al controllo del processo di chiusura.
Nell’ambito del caffè mono porzionato continua il dominio delle capsule rispetto alle cialde, anche se queste ultime stanno andando verso un rilancio, in virtù della loro maggiore sostenibilità. Diversi produttori hanno anche cominciato a produrre capsule compostabili, ovviando in questo modo alle problematiche legate al riciclo del packaging. Aprendo una finestra sul solo settore horeca, troviamo che l’85,5% è rappresentato dagli imballaggi flessibili poliaccoppiati, il 6% dal sacco in carta e l’8,5% dalla latta in acciaio. Tutte confezioni di capacità da oltre 1 kg.
Packaging del tè
Il mix del packaging relativo al tè e agli infusi va distinto, a seconda che si parli del prodotto destinato all’infusione oppure se ad essere analizzato è il settore della bevanda confezionata.
Nel primo caso si parla di confezionamento in singole bustine oppure di prodotto sfuso. Le singole bustine sono raccolte in scatole in cartoncino, con una media di 20 bustine da 2 g per ogni scatola,
COFFEE & TEA
While at one time coffee and tea were mainly consumed as hot drinks, today they are also drunk cold, and have both become widely accepted as thirstquenching and refreshing products.
Reference markets
Coffee mentre il prodotto sfuso è confezionato in scatole in cartoncino per circa il 75%, in barattoli di acciaio per circa il 25%. Parlando della bevanda confezionata il mix del packaging è decisamente più vario. Il confezionamento in bottiglia di PET risulta essere il più diffuso (71%), con formati che vanno dai 50 cl al litro e mezzo. A seguire troviamo il bicchierino in PS da 20 cl con il 16,8%, e la lattina in alluminio da 33 cl con il 6,5%.
Our country is one of the major producers of coffee, with reference, however, only to the processing of roasted coffee, in the absence of native plantations. The roasting process involves the roasting and grinding of imported green coffee beans, and this activity distinguishes Italy in the production process thanks to expertise in the blending of beans coming from different geographical areas. Production, export and consumption therefore depend on the above-described process.
In 2021, the latest data currently available, around 900 companies were involved in this procedure.
In 2022 the turnover of the sector analysed reached 4.8 billion euros, for a total of around 508,000 tonnes of coffee produced, with a growth rate against 2021 of 5% regarding turnover and 9% with respect to production expressed in tonnes. With regards to foreign trade, in 2022, over 674,500 tonnes of green coffee were imported, equivalent to 2.2 billion euros. If we consider also other smaller imports (roasted coffee, soluble coffee and coffee-based preparations) the number of tonnes arrives at 703,000.
Il brik risulta essere al 3% e il cheerpack al 2,4%; quest’ultimo, in cinque anni, sta pian piano erodendo quote di mercato sia al bicchierino in PS che al brik. Chiude il discorso sul confezionamento del te freddo, la bottiglietta di vetro da 50 cl (0,3%) che, a conferma di quanto già analizzato negli anni passati, prosegue in lieve risalita.
Nel 2022 sono state circa 21.300 le tonnellate di imballaggi utilizzate per confezionare la bevanda te, pari a un valore di circa 170 milioni di euro.
Analysing ISTAT (official statistics) data, 96% of coffee imports include green coffee imported from various producer countries, and this represents the volume available for processing in our country. Over half of green coffee imports come from Brazil (Arabica quality) and Vietnam (Robusta quality).
The remaining imports relate to roasted coffee, usually soluble and ground in capsules, coming mostly from the Swiss factories of the Nestlé-Nespresso Group. Exports mostly relate to roasted coffee and around 38% of the Italian production is exported: in 2022 the tonnes of roasted coffee exported were 296,000, for a value of around 2.2 billion euros. Analysing the numbers referring to exports, the main countries of destination of our product are, as always, Germany, France and the United States.
When, however, we look at coffee consumption, analysing the weight data, a number of factors are worth considering. First of all, the fact that roasted and ground coffee weigh around 20% less than green coffee granules, moving from 365 t/000 to 292. Of this, 84% is intended for the preparation of the drink, consumed in and out of the home, while the remaining 16% is allocated to industrial use, that is to say, in the preparation of products such as ice-creams, yoghurts, soft drinks, desserts, etc. Looking at the numbers, the tonnes of packaged coffee consumed in Italy in 2020 were 244,900.
The coffee destined for direct use requires a further segmentation: 75% is intended for domestic use (including coffee in pods in offices), while the remaining 25% is covered by Ho.Re.Ca. and (non-pod) vending machines consumption. In the last few years, with the spreading of dispensers and coffee-makers, especially in offices and public places, consumption considered as domestic, and therefore different from that of bars and restaurants, has noticeably increased.
A further subdivision takes into consideration the different types: in the home, ground coffee arrives at 90%, while the granule form represents 6.7% and soluble 3.3%.
Tea
In this analysis, there are two types and tea and infusions: those sold in bags or loose and which are prepared by the consumer to make both hot and cold drinks; on the other hand, there are the ready-made drinks consumed cold or at room temperature. It’s important to underline that there are very few tea plantations in Italy, and so when we talk of national production, we are essentially referring to the packaging of imported loose tea. With regards to sector numbers, we have seen alternating trends in the last few years. After a 2020 characterised by decidedly higher volumes (+10% on the previous year), 2021 saw an inversion in this trend, with volumes falling by 5.4%, a trend confirmed also in the fall in turnover, which stood at around -3.8%. The negative trends were confirmed again in 2022, when the volumes fell by around 1.9% for tea and 1.1% for camomile; we are looking at a total of around 2.65 billion filters.
In this context, tea confirms its dominance in the category, with a share in terms of volume of 54%.
In Italy, the consumption of tea does not only concern that of infusion, given that a very important slice of the market refers to the consumption of the packaged cold drink, often purchased as an alternative to other soft drinks, both still and carbonated or fruit juices.
Cold tea is the most consumed cold still drink in Italy, with a pro capita consumption of over nine litres per year, one of the highest values at European level. Italy was the first European market to see the “boom” in cold tea, which is still today the most consumed beverage, second only to Coca Cola.
Besides the traditional fruit flavours, other variants have taken hold: green tea (which today accounts for around 9% of total volumes), cold decaffeinated tea (this targeted mainly to youngsters) and cold tea flavoured with various fruit flavours.
According to the analysis of the data of the Italian packaging institute, in 2022 the consumption of this soft drink stood at around 571 million litres, with a growth of +6%. Driving this consumption was undoubtedly production, up by 7%. On the basis of an analysis of the sector, there are no imports of this soft drink, while exports continue to grow (+23% in 2022). The major brands in the context are Ferrero with the Estathé line, and the latest to appear, Fustea, by Nestlè.
The packaging Coffee
Around 28,400 tonnes of packaging were used in 2022 for packing coffee used for making the drink. This value includes both the part directed to the Horeca sector (bars, restaurants and catering) and that consumed at home (including capsules used in the home and in the office).
Translated into value, we arrive at around 145 million euros.
Let’s see in detail the subdivision of the packaged product analysed by packaging type.
• 84.3% of the product is packed in flexible polylaminate bags with capacities ranging from 250 g to 3 kg, the latter intended for horeca.
• 7.1% in steel jars, with the same capacities as the polylaminate bags.
• 6%, growing, is represented by single-portion coffee packed in aluminium capsules or in plastic or paper pods.
• the remaining 3%, mainly soluble coffee, is packed mainly in paper bags (2.2%) or in glass jars (0,3%).
• Cardboard boxes account for 0.1%.
In the single-portion coffee context, capsules continue to prevail over pods, even if the latter are heading towards a relaunch, given their greater sustainability. Various producers have also begun to produce compostable capsules, in this way getting round the problems relating to the recycling of the packaging.
Opening a window on just the horeca sector, 85.5% is represented by flexible polylaminate packets, 6% by the paper bag and 8.5% by a steel tin.
All the packets have a capacity of over 1 kg.
Tea
The packaging mix with relation to tea and infusions should be distinguished according to whether we are talking about the product intended for infusion or if the sector under analysis is the packaged soft drink.
In the first case, we are talking about packaging in single bags or the loose product. The single bags are contained in cardboard boxes, with an average of 20 bags of 2 g for every box, while the loose product is packaged in cardboard boxes for around 75%, and in steel jars for around 25%. With reference to the packaged soft drink, the packaging mix is decidedly more varied. The packaging in PET bottles is the most widespread (71%), with sizes ranging from 50 cl to a litre and a half. Then we find the small 20 cl glass in PS accounting for 16.8%, and the 33 cl aluminium can representing 6.5%. Cartons represent 3% and cheerpacks 2.4%; the latter, in the last five years, has been gradually eroding the market share of both small bottles in PS and cartons. The analysis ends with the packaging of cold tea in the 50 cl glass bottle (0.3%) which, confirming what has emerged in recent years, continues its slight rise.
In 2022, around 21,300 tonnes of packaging were used for packing tea drinks, equal to a value of around 170 million euros.
Barbara Iascone Italian Packaging Institute
“Orizzonte futuro: innovazione, sostenibilità e resilienza”: la due giorni GIPEA, dedicati a sfide e opportunità del settore, tra scenari complessi e sviluppo sostenibile. Una sintesi dei lavori.
Prima giornata. Dopo l’intervento di apertura tenuto dalla Presidente Gipea, Elisabetta Brambilla (richiamato nel testo a fronte), ha preso la parola Francesca Ricupero, Sales Manager ltaly di BOBST, con un focus sulle innovazioni tecnologiche volte a raggiungere obiettivi che, oggi, risultano particolarmente importanti: la sostenibilità e riciclabilità dei materiali, e la standardizzazione dei processi, per un aumento della competitività.
Si sono poi avvicendati sul palco Valentina Zanini, Evolution Guide presso NATIVA Srl SB e Domenico Tessera Chiesa, membro del Direttivo Gipea e Managing Director di SALES Srl, che hanno acceso i riflettori su una declinazione pratica del concetto di transizione ecologica, ovvero la certificazione B Corp (anche di questo riportiamo un’ampia sintesi nel testo a fronte).
A loro ha fatto seguito Alessandro
Garofalo, fondatore di Garofalo & Idee Associate, con un approfondimento sulle caratteristiche che hanno reso Leonardo da Vinci creativo e geniale «perché - sostiene - in uno scenario complesso e in rapido cambiamento, a fare la differenza è la capacità di pensare oltre i confini dati per assodati».
Seconda giornata. Erik Ciravegna (PhD in Design, Osservatorio Innovazione Packaging, Advanced Design Unit, Università di Bologna) ha esordito parlando delle sfide e delle opportunità insite nella sostenibilità del packaging: «Il packaging è un oggetto complesso, dalle molteplici e articolate funzionalità.
Per vincere la sfida della sostenibilità, è fondamentale considerarlo non solo come un involucro, ma come un ponte che mette in contatto differenti contesti». Ciravegna ha poi ribadito che «Occorre adottare un approccio sistemico ed etico alla progettazione degli imballaggi, per avere una comprensione più profonda ed equilibrata dei loro impatti, sia negativi che positivi, non solo sul prodotto, ma anche sul mercato, sulla società e sul pianeta».
Marco Costanzo (Head of Sales) e Anna Magon (Sustainability Manager, di Ayming Italia Srl SB, parte di Ayming Group), hanno poi portato sul palco l’importanza dello strumento del Rapporto di sostenibilità e un ulteriore caso concreto, illustrando il percorso e l’impegno di Eurolabel srl nello stendere il proprio rapporto di sostenibilità. L’azienda ha fatto un primo assesment con FpS tool (il tool di rendicontazione di Federazione Carta e Grafica disponibile per le aziende associate) per capire a che punto erano nel loro percorso di rendicontazione. In un secondo momento, affiancata da Ayming, ha poi completato il report: importante step per l’adozione di un modello di business sempre più responsabile.
La due giorni si è chiusa con una sessione interattiva, che ha visto la partecipazione di tutti i presenti al Congresso, chiamati a esprimere opinioni e punti di vista discussi poi nel corso della tavola rotonda conclusiva moderata da Stefano Salvemini, Vice Presidente Gipea.