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design diffusion Bagno e Benessere

PROGETTO COVER CEA DESIGN, BOLD CIRCLE IL PUNTO PERSONAGGI A CONFRONTO

L’ANIMA DEL PROGETTO SPECIALE CERSAIE 2011

DDB Design Diffusion Bagno Rivista bimestrale anno VI n.60 novembre - dicembre 2011 Italian/English edition Taxe percue (tassa riscossa) uff. CMP/2 Roserio_MI Sped. a. p. 45% Decreto legge 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB Milano € 5,00 (Italy only) - A € 17,60 - F € 9,80 D € 10,50 - GR € 9,00 - P € 8,40 E € 8,00 - GB BP. € 5,70 - N NKr. 100,00 S SKr. 108,00 - CH SFr. 14,50

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Xsommario

ddbB 60 novembre/dicembre 10 Progetto coverXCea design 14 MagazineXNews dal mondo progetto 16 5.5XLe nuove forme del calore 20 Davide GroppiXLess in (much) more 26 Daniel Debiasi e Federico SandriXSwing: l’acqua ha il suono della musica 30 Studio Phoenix DesignX“Il design è la nostra priorità” 32 Studi di architetturaXPartizki-Liani Architects 42 Nuovi accessoriXQuando Occidente e Oriente si incontrano 46 AllestimentiXBest Design Exhibit 44 NewsXLibri 64 NewsXFiere il punto 66 Intervista multiplaXL’essenza del progetto interiors 72 RomaXBicolor decor 76 PiacenzaXContinuità visiva 80 Costa RicaXRelax tropicale 82 PragaXE’ di scena il design wellness 86 Le terrazzeXUn luogo esclusivo dove rigenerarsi profili 94 IdeagroupXDesign innovativo e funzionale speciale 96 ReportXCersaie 2011 134XAbbonamenti



Xcolophon

Direttore Responsabile / Editor In ChiefXFrancesca Russo Redazione / Editorial StaffXMargherita Pincioni - m.pincioni@ddworld.it Progetto e Realizzazione Grafica / Graphic Design and LayoutXFabio Riccobono - f.riccobono@ddworld.it Collaboratori / ContributorsX Nico Velvet, Claudio Montani, Ester Pirotta, Patrizia Coggiola, Elviro Di Meo, Antonio Mangialardi, Parick Fael, Veronica Buratti, Margherita Del Piano, Barbara Delmiglio, Chiara Naldini, Daniela Bonaretti, Alessandra Sala, Andrea Brega Casa Editrice / PublisherXDDW S.r.l. Design Diffusion World via Lucano 3 - 20135 Milano T 02 55 16 109 F 02 54 56 803 www.designdiffusion.com - www.designdiffusion.tv Pubblicità / AdvertisingXDDA S.r.l. Design Diffusion Advertising via Lucano 3 20135 Milano T. 02 54 530 09 F. 02 54 568 03 dda@ddadvertising.it Amministrazione / AdministrationXNorberto Mellini Ufficio Traffico / Traffic DepartmentXBarbara Tommasini - Daniela D’Avanzo b.tommasini@ddadvertising.it Ufficio abbonamenti / SubscriptionX Office Numero Verde 800 318216 Poste Italiane spa Spedizione in abbonamento postale 45% decreto legge 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma1, LO/MI Registrazione Tribunale di Milano n. 140 del 16 marzo 2001 Fotolito / PhotolithografyXBitgraph Cassina de Pecchi (Mi) - commerciale@bitgraph.org Stampa / PrintingXColor Art S.r.l. Rodengo Saiano (Bs) - colorart@colorart.it Distribuzione all’estero / Sole agent for distribution abroadX A.I.E. Agenzia Italiana di Esportazione S.p.A. via Manzoni 12 - 20089 Rozzano (Mi) T 02 57 539 11 F 02 57 512 CODICE ISSNX1592-3452


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Xeditoriale

L’anima del progetto: cosa c’è dietro un prodotto? Qual è il suo sviluppo, il suo iter progettuale? Come si conciliano gli aspetti tecnici e la gestione dei processi produttivi con le valenze espressive e formali dell’idea originaria? Abbiamo chiesto a cinque professionisti che operano, con competenze diverse, nel settore dell’arredobagno di raccontarci il loro punto di vista: i designer Mario Nanni, Nipa Doshi e Jonathan Levien, l’art director di Boffi Piero Lissoni e Andreas Dornbracht, AD di Dornbracht. Approfondiamo il tema anche con Andreas Haug e Tom Schönherr, fondatori dello Studio Phoenix Design che hanno progettato Pura Vida, la linea di rubinetteria e docce disegnata per Hansgrohe; e Daniel Debiasi e Federico Sandri, ideatori di Swing per Bonomi Contemporaneo Italiano.

The soul of the project: what is behind a product? How is it developed and how was the design created? How do the technical aspects fit into the production processes to fully express the formal and creative concepts of the original idea? We asked five professionals who work in different fields in the bathroom furnishing sector to tell us their points of view: designers Mario Nanni, Nipa Doshi and Jonathan Levien, the art director of Boffi, Piero Lissoni, and Andreas Dornbracht, the CEO of Dornbracht. We also looked in depth at the theme with Andreas Haug and Tom Schönherr, the founders of Studio Phoenix Design who designed Pura Vida, the line of faucets and showers for Hansgrohe; and Daniel Debiasi and Federico Sandri, the creators of Swing for Bonomi Contemporaneo Italiano.

Per la sezione studi di architettura pubblichiamo i progetti sviluppati dallo studio israeliano Partizki-Liani Architects che si distinguono per la singolare complessa essenzialità: un lavoro spaziale condotto attraverso le relazioni stratificate che si stabiliscono tra l’architettura stessa e il suo contesto.

In the architectural studies section we have published designs that were developed by the Israeli firm PartizkiLiani Architects and which are distinguished for their singular and complex essentialism: spatial design developed through the layered relationships that are established between the construction and its surroundings.

In questo numero abbiamo voluto dare spazio anche ai progetti di allestimento, visti durante l’ultima edizione del Cersaie, tra i quali il vincitore del Best Design Exhibit 2011.

In this issue we also wanted to make room for the exhibit designs that were presented at the latest edition of Cersaie – including the winner of the Best Design Exhibit for 2011.

In the Special section we have provided an ample panoInfine nella sezione dedicata allo Speciale, un’ampia panoramica sulle novità di prodotto, direttamente dalla rama of product innovations directly from the event in Bologna. manifestazione bolognese. Margherita Pincioni

Margherita Pincioni


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magazineXnews dal mondo Testi di Nico Velvet, Andrea Brega, Alessandra Sala

BELLEZZA

SUPREME NIGHT SECRET Dr Sebagh Supreme Night Secret per viso e collo è la più innovativa scoperta nel regno della neurocosmeceutica. E’ una formulazione antiossidante e antiageing dalla texture ricca, non grassa e a rapido assorbimento, che comprende i più innovativi ingredienti cosmetici biotecnologici, formulati per agire in sinergia con il naturale orologio biologico cutaneo per garantire un soin altamente efficace concepito specificatamente per il trattamento notturno. Un avanzato stimolatore cronobiologico cellulare contenuto in Supreme Night Secret permette alle cellule di rigenerarsi durante la notte, cancellando i segni della stanchezza e risvegliando tono e compattezza cutanei. Inoltre, l’impiego di un innovativo ingrediente, combatte specificatamente l’invecchiamento del nucleo cellulare, sostenendolo ad agire come una cellula giovane, e ritardando così la senescenza metabolica e del nucleo, processo all’origine dell’invecchiamento. Supreme Night Secret agendo durante la notte svela al mattino una pelle idratata, rimpolpata, morbida e protetta dalle aggressioni ambientali. (NV) Dr Sebagh Supreme Night Secret for the face and neck is the most innovative discovery in the kingdom of neuro-cosmetics. The anti-oxidant and anti-aging formula has a rich texture and absorbs quickly without any oily residue. It contains the most innovative biotechnological cosmetic ingredients which were formulated to act in synergy with the skin’s natural biological clock to guarantee a night treatment that is highly effective and that was designed specifically for night-time use. An advanced biological time-sensitive cellular stimulator contained in Supreme Nigh Secret allows the cells to regenerate during the night, cancelling any signs of tiredness so that you wake up with tonic compact skin. Moreover, the use of an innovative ingredient specifically combats aging of the cell nucleus actually helping it to act like a young cell and slowing the metabolic senescence of the nucleus which is the process that causes aging. Supreme Night Secret acts during the night so that you wake up in the morning with hydrated, fuller and softer skin that is protected against the elements. (NV)

PRODOTTI

NUOVE APERTURE

GLOSS DESIGN SHOCK

IKEA DI CARUGATE

Maliziose, golose, labbra che non passano inosservate... con il nuovo Gloss Design Shock di Collistar. Un lucidalabbra che assicura volume immediato, effetto rimpolpante e brillantezza in una tavolozza di colori veramente invitanti. Camelia, Rosa, Ciliegia, Viola, Papavero, Fucsia, Arancio e Ardesia. La texture ipersensoriale a effetto repulp assicura labbra profonde dai riflessi cristallini e, grazie alla presenza dell’estratto di resina di mirra, aumenta del 25% il volume delle labbra dopo solo 15 minuti dall’applicazione e, con un uso quotidiano, si mantiene inalterato per i 30 giorni successivi. Il finish coprente e ultra-perlato, assicura effetti prismatici, grazie all’elevata percentuale di perle che donano un effetto tridimensionale e una brillantezza a lunga durata. Il design del flacone richiama le linee di Rossetto design, l’applicatore termina con una paletta che consente una stesura piacevole e facilissima. (AS) For naughty and hot lips that want to be noticed... new Gloss Design Shock by Collistar. This lip gloss assures an immediate plumping effect for volume and gloss with a palette full of truly inviting colours that include Camellia, Rose, Cherry, Violet, Poppy, Fuscia, Orange and Slate. The hyper sensorial texture and pump effect ensures full lips with crystalline reflections and thanks to extract of myrrh resin, the product increases lip volume by 25% after only 15 minutes and with daily use the effect remains for the next 30 days. The covering finish is super pearly for perfect prismatic effects thanks to the high percentage of pearls that create a three dimensional effect and a shine that lasts. The package is similar to designer lipsticks, the applicator ends with a flat tip for easy and pleasant application. (AS)

Per rispondere alle nuove esigenze della clientela, dare maggiore ispirazione e offrire un servizio migliore, il negozio IKEA di Carugate è stato ampliato e rinnovato. E con i suoi 38.000 mq diventa il più grande punto vendita in Italia. E’ stato un lavoro impegnativo che ha coinvolto parti importanti della struttura del negozio. Ora i mq. dedicati all’esposizione e alla vendita dei mobili e complementi d’arredo sono ben 20.800, di cui 1.800 mq dedicati al nuovo progetto dello Spazio DecoVerde. Per garantire una migliore esperienza d’acquisto, molti dei servizi offerti sono stati rivisti e adeguati sulla base delle nuove esigenze della clientela, www.ikea.it/carugate (NV) In order to answer evolving customer requests, give more room to inspiration and offer better service, the IKEA store in Carugate has been enlarged and renovated. With 38,000 square metres, it is the largest retail point in Italy. It was quite a job and it involved large parts of the store structure. Now there are 20,800 square metres dedicated to showroom and sales of furniture and furnishings and there are 1,800 square meters dedicated to the new Spazio DecoVerde project. To ensure an even better shopping experience, many of the services have been revised to meet customers’ changing needs. www.ikea. it/carugate. (NV)


NUOVE APERTURE

CARICHE

NASCE A ROMA IL PRIMO LIFESTYLE AVEDA

Iamunno, nuovo presidente della Sezione Legno per Unindustria di Frosinone, Roma, Rieti e Viterbo

THE FIRST LIFESTYLE AVEDO OPENS IN ROME All’interno di un edificio costruito su un’antica villa romana del 100 ac., le cui rovine sono ancora visibili attraverso un vetro posizionato nel pavimento, nasce l’ultimo Salone di bellezza Aveda H&B Un negozio di 230 mq, costruito su due livelli, che offre tutto il mondo Aveda, dalla bellezza dei capelli fino alla cura di viso e corpo in una delle zone, tra Trastavere e il Vaticano, più belle della Capitale. Il primo livello si suddivide in uno spazio dedicato all’esposizione e all’acquisto dei prodotti e un’area per l’accoglienza, dove i terapisti offrono i rituali di benvenuto: una salvietta calda aromatizzata per detergere mani e viso, una tazza di tisana alle erbe Aveda per riequilibrare la mente ed un mini-massaggio per rilassare il corpo. Il piano terra si sviluppa poi all’interno con un’area tecnica dedicata al colore, taglio e piega, lavaggio, e un’area dedicata al make-up. Il livello rialzato è dedicato all’hair-styling con diverse postazioni, per poi aprirsi nel cuore del benessere con le cabine Spa in un spazio “privato” per garantire la giusta privacy. “Ho deciso di creare H&B - commenta il titolare Pasquale del Prete - all’insegna della sostenibilità utilizzando materiali eco friendly come il bambù, eco pitture per le pareti e arredi realizzati a basso impatto ambientale come le poltrone realizzate con alluminio riciclato, fibra vegetale, larice e faggio. (AS) www.avedaitalia.it Inside a building that was built over an ancient Roman villa from 100BC (that can still be seen through a glass piece in the floor), the latest Aveda H&B beauty Salon has opened. The 230 square meter store has two floors and it offers the entire Aveda world from hair to beauty as well as face and body care. The store is located between the Trastevere district and Vatican City in one of the most beautiful areas in the Italian capital. The first level is subdivided into an area dedicated to displaying and purchasing products and a welcome area where therapists offer a convivial welcome: a warm perfumed towel to clean the hands and face, a cup of Aveda herbal tea to rebalance the mind and a mini-massage to relax the body. The lower floor also contains a technical area dedicated to colouring, cutting, and setting, styling and washing hair as well as a make-up area. The raised area is dedicated to hair-styling with several different work stations. Then, the heart of the wellness area opens with Spa cabins in an area that ensures adequate privacy. “I decided to create H&B – the owner Pasquale del Prete commented – which is on the cutting edge of sustainability with eco friendly materials such as bamboo, ecological paints for the walls and furnishings with low level environmental impact like the armchairs made from recycled aluminium, vegetable fibre, latex and ash wood. (AS) www.avedaitalia.it

IAMUNNO, NEW PRESIDENT OF THE WOOD SECTION FOR UNINDUSTRIA OF ROME, RIETI AND VITERBO Gerardo Iamunno, amministratore unico dell’azienda Gran Tour srl, è stato eletto presidente della Sezione Legno, Arredo e Nautica di Unindustria, l’unione degli industriali e delle imprese di Frosinone, Roma, Rieti e Viterbo. Si aggiunge così un’altra carica per l’imprenditore associato ad Assobagno di FederlegnoArredo, in cui a oggi ricopre la carica di vicepresidente e presidente della Commissione Cultura d’impresa, oltre a quella di consigliere della Giunta nazionale di FederlegnoArredo. Grazie all’esperienza acquisita nel periodo trascorso all’interno dell’attività artigianale paterna, nel 1994, costituisce insieme al fratello Rino la Gran Tour srl, azienda specializzata nella produzione di mobili per il bagno che distribuisce sia in Italia sia all’estero e che a oggi occupa oltre 50 dipendenti. (AB) Gerardo Iamunno, the sole administrator of the Gran Tour srl company was elected as president of the Wood, Furnishings and Boating of Unindustria, the union of industries and businesses in Frosinone, Rome, Rieti and Viterbo. Thus, the businessman associated with Assobagno of FederlegnoArredo assumes a new position alongside his role as vicepresident and president of the Business Culture Commission as well as councilman for the National FederlegnoArredo League. Thanks to experience acquired while working for his father’s artisan business, in 1994 he founded the Gran Tour srl company with his brother Rino. The company with over 50 employees is specialised in the production of bathroom furniture that is distributed inside and outside Italy. (AB)

NOVITÀ

USE PAVIMENTI OPIUM In una società dove i ritmi di vita sono frenetici e lo stress quotidiano portato all’estremo, si sta riscoprendo il piacere di gustare, toccare, guardare, percepire odori, profumi, in una parola “sentire” la vita e il mondo che ci circonda. L’olfatto, tra i cinque sensi, è quello che permette di rievocare meglio le emozioni del passato. Fin dall’antichità i benefici degli stimoli olfattivi per ottenere il giusto stato d’animo erano riconosciuti, usati e apprezzati. L’olfatto acuisce il desiderio e dà sapore alla vita. Animata da questa filosofia, l’azienda Gallo, propone un nuovo detersivo per pavimenti che, non solo lascia la casa pulita, ma anche piacevolmente profumata: Use Opium, un delicatissimo richiamo all’esotismo, al fascino e al mistero dell’oriente. (NV) In a society where the rhythm of life is frenetic and daily stress is taken to the extreme, we are rediscovering the pleasure of tasting, touching, looking, smelling – to sum it up in one word “experiencing” life and the world that surrounds

us. The sense of smell is the sense that ties us most closely to emotions of the past. Since antiquity, olfactory stimuli have been known to impact our mood and in past times they were recognised, used and appreciated as such. The sense of smell peaks desire and gives life flavour. Enlivened by this philosophy, the Gallo Company proposes a new detergent for floors that not only cleans; it also leaves a pleasant smell. USE Opium, a very delicate scent that inspires exotic, charm and oriental mystery. (NV)


magazineXnews dal mondo

DATI

LATIFOGLIE USA, AVANTI TUTTA USA BROADLEAVES, STRAIGHT AHEAD Da Varsavia, sede della convention europea dell’American Hardwood Export Council (Ahec), è emerso un buon quadro economico per le importazioni di legname di latifoglia americano, materia prima particolarmente adatta alla realizzazione di arredi e pavimentazioni di pregio. Tra gli aspetti più interessanti che sono emersi in occasione della tre giorni polacca segnaliamo il fatto che le latifoglie Usa hanno raggiunto dei buoni risultati nelle vendite, nonostante il mercato non fosse dei migliori. Analizzando i dati Eurostat dal 2005 al 2010 vediamo che la quota delle latifoglie Usa sul totale delle importazioni europee è cresciuta dal 14% al 19%. Inoltre, in alcuni Stati la quota è cresciuta a livelli veramente importanti. In questo periodo i Paesi tropicali hanno subito consistenti perdite delle quote di mercato, passando dal 52% al 45% del totale dell’export Ue. La maggior parte delle perdite ha coinvolto Brasile, Costa d’Avorio, mentre Camerun e Malaysia (i due principali fornitori di legname tropicale) hanno mantenuto una quota rispettivamente del 9% e 13%. I dati trimestrali più recenti confermano un trend in atto da alcuni anni, ovvero che le latifoglie temperate stanno erodendo quote di mercato a quelle tropicali. E l’Ahec non ha nascosto questa situazione, come confermano anche le numerose attività promozionali in Europa dove viene sottolineata la gestione sostenibile delle foreste americane. Sul totale delle importazioni europee di legname, le latifoglie Usa hanno toccato quota 18% (con un picco del 20% nel primo trimestre 2010), grazie soprattutto alla crescita degli acquisti da Croazia e Bosnia e a una parziale ripresa delle importazioni dal Camerun. L’Italia continua a rimanere il primo mercato mondiale per le latifoglie americane con vendite annue vicine ai 170.000 metri cubi (dati 2010), nonostante un mercato interno ancora stagnante e un settore del mobile che procede a singhiozzo. Dopo una ripresa abbastanza robusta delle esportazioni nel 2010, le vendite verso l’Italia hanno rallentato nuovamente nel 2011 con un calo, nei primi sei mesi, del 2,4% in volume e del 5,8% in valore. I 42.400 metri cubi di export verso l’Italia nel periodo da aprile a giugno 2011 sono stati pressoché identici a quelli del trimestre precedente, mentre rappresentano un calo del 7% rispetto allo stesso trimestre del 2010. Per quanto riguarda le specie principali le vendite di legname di tulipier Usa in Italia sono decisamente calate rispetto all’anno precedente, una tendenza ribassista che è stata in parte compensata da un aumento significativo dei consumi di frassino americano. (AB) The headquarters of the European Convention of the American Hardwood Export Council (AHEC) in Warsaw issued a positive economic forecast for imports of American broadleaf woods which are especially well-suited for furnishings and high-quality flooring. One of the most interesting facts that came out during the three days in Poland was the fact that US broadleaf woods have had good sales results despite the waning market. By analysing Eurostat data from 2005 to 2010, we find that the share of USA broadleaves grew from 14% to 19% of total European imports. Moreover, in some States it grew to truly impressive levels. In this period, tropical countries have suffered consistent losses in market share going from 52% to 45% of total EU exports. Most of the losses involved Brazil and the Ivory Coast, while Cameroon and Malaysia (the two primary suppliers of tropical woods) maintained shares of 9% and 13% respectively. Data from the past quarter confirms a trend that has been underway for several years: temperate broadleaves are eroding the tropical broadleaf market. AHEC is not hiding the situation as is confirmed by the many promotional activities in Europe regarding the sustainability of American forests. US broadleaf woods account for 18% of total European wood imports (with a peak of 20% during the first quarter of 2010, thanks above all to growth in purchasing in Croatia and Bosnia and a partial recovery of imports from Cameroon. Italy remains the first market in the world for American broadleaves with annual sales near 170,000 cubic meters (data from 2010) despite the stagnant internal market and the furnishing industry which is not thriving. After a fairly good pick up in exports for 2010, sales to Italy slowed again in 2011 with a drop in the first six months measuring 2.4% in volume and 5.8% in value. The 42,400 cubic metres exported to Italy from April to June 2011 were almost equal to the preceding quarter and they were down by 7% when compared to the same quarter in 2010. As regards the various varieties of woods, the sale of US tulip poplar in Italy have dropped greatly compared to last year. The drop however was somewhat compensated for by an increase in the consumption of American Ash. (AB)

PRODOTTI

PRODOTTI

IL PENNELLO UNIVERSALE

Alla scoperta di acque d’Italia

THE UNIVERSAL BRUSH Nasce dalla collaborazione tra Shiseido e il più antico laboratorio giapponese, in cui vengono prodotti pennelli da 170 anni, Perfect Foundation Brush. Le sue setole nascondono tutte le imperfezioni e lasciano la pelle naturale e omogenea. Perfetto con fondotinta fluidi, compatti e in polvere garantisce un’applicazione uniforme anche alle più inesperte. (AS) The Perfect Foundation brush was born from collaboration between Shiseido and the oldest brush laboratory in Japan where they have been making brushes for 170 years. This brush hides all imperfections to leave skin natural and smooth. Perfect with liquid base makeup, compacts and powders, it guarantees uniform application even if you are not an expert. (AS)

DISCOVERING ACQUE D’ITALIA Per celebrare il connubio tra la bellezza e il piacere dei sensi è nata Acque d’Italia, una linea che vuol rendere omaggio ai profumi e alle sensazioni che provengono dalle regioni della Nostra Terra. Ogni regione ha i suoi profumi: dagli iris della Toscana al Cedro di Pantelleria che trasmette il colore e l’ energia dell’isola a cui si ispira. (AS) Acque d’Italia was developed to celebrate the balance between beauty and the pleasures of the senses. The line renders homage to the perfumes and sensations of the various regions of Italy. Each region has its own distinct aromas: Iris from Tuscany and Citron from Pantelleria which transmits the colour and energy of the island it celebrates. (AS)


BELLEZZA

BELLEZZA

QR CODE, IL CODICE DELLA BELLEZZA

LINEA ANTISIGNUM

QR CODE, THE CODE FOR BEAUTY Skin Adapter mette a disposizione di tutte le consumatrici uno strumento all’avanguardia per scoprire le sue specialità hi-tech. Le confezioni di Daily CityLife Defender, ProAge Energizer Complex e Whitening Face Spot riporteranno infatti un QR code, fotografabile da telefono cellulare, che permetterà di accedere via web a un accattivante filmato di approfondimento sul prodotto. Il QR code è un codice a barre bidimensionale a matrice, composto da moduli neri disposti all’interno di uno schema di forma quadrata, impiegato per memorizzare informazioni destinate a essere lette gratuitamente tramite un telefono cellulare o uno smartphone munito di ‘QR reader’, un apposito programma di lettura. QR è l’acronimo dell’inglese quick response (risposta rapida), in virtù del fatto che il codice è stato sviluppato per permettere una rapida decodifica del suo contenuto. L’introduzione di un QR code su alcuni dei packaging di prodotto Skin Adapter rappresenta una proposta per scoprire le proprietà cosmetiche, le sinergie con i diversi prodotti della linea e, attraverso i consigli pratici di un consulente di bellezza, le modalità di applicazione di ciascun trattamento. Un ulteriore segnale dell’attenzione che il brand riserva alle proprie consumatrici, nel segno dell’innovazione della personalizzazione dell’offerta. Ogni filmato è disponibile in un formato breve, cui è possibile accedere immediatamente e gratuitamente tramite telefono cellulare, e in un video di approfondimento, disponibile al sito www.ruven.it. (NV) Skin Adapter makes a vanguard hi-tech specialty tool available for all consumers. The packages of Daily CityLife Defender ProAge Energizer Complex and Whitening Face Spot will list a QR code, which can be photographed with a mobile phone in order to access a great informational film about the product online. The QR code is a two-dimensional matrix bar code composed of black units arranged inside a square design and it is used to memorise the information to be read without charge by mobile or Smartphone equipped with a special QR Reader program. QR stands for Quick Response in virtue of the fact that the code was developed to allow for quickly decoding its contents. The introduction of a QR code on some of the Skin Adapter product packaging represents a proposal for discovering the cosmetic properties, the synergy with different products of the line and practical recommendations from a beauty consultant to discover the methods for applying each treatment. This is yet another sign of the importance that the brand places on consumers always innovating the personalisation of their offer. Each film is available in a short format which can be accessed immediately for free by mobile phone and a longer video is available on the website. www.ruven.it. (NV)

Diversi fattori sono responsabili dell’invecchiamento cutaneo, dai fattori genetici a quelli ambientali. Per contrastare i segni del tempo nasce Antesignum di Hanorah. La linea è composta da Boto Effect Anti Wrinkle Day & Night Face Cream, crema viso antirughe giorno e notte, Double Action Face Cream, crema viso 24H antirughe extra comfort, Eye Specifici Cream, crema contorno occhi dermoaffine. Boto Effect Anti Wrinkle Day & Night ha una doppia efficacia mirata sulla distensione muscolare prevenendo la formazione delle rughe e svolgendo un’efficace azione di riempimento con effetto tensore. (AS) A number of factors are responsible for aging skin including genetics and the environment. To combat signs of aging Antesignum has been developed by Hanorah. The line is composed of Boto Effect Anti Wrinkle Day & Night Face Cream for day and night protection, Double Action Face Cream, which is 24hour anti-wrinkle extra comfort face cream, Eye Specifici Cream, nutrifying eye cream. Boto Effect Anti Wrinkle Day & Night has a double effect that helps relax the muscles to prevent the formation of wrinkles as well as serving as filler with a smoothing effect. (AS)

INCONTRI

Tornano le Conversazioni imprenditoriali BUSINESS CONVERSATIONS ARE BACK La manifattura del legno e dell’arredo è una delle più grandi ricchezze che l’Italia possiede. In una situazione difficile come quella attuale, occorre recuperare innanzitutto il gusto del bello, la passione per il lavoro, il coraggio del rischio. Tutti valori che ancora oggi vivono all’interno di migliaia di imprese del settore. Incontrare chi fa queste imprese è una grande occasione per crescere. Per questo FederlegnoArredo organizza le “Conversazioni imprenditoriali”, incontri informali con i protagonisti dell’industria del design e del legno, occasioni privilegiate per conoscere da vicino la storia umana e imprenditoriale delle persone che danno forma e sostanza a questi valori. Le date dei prossimi incontri: 1 dicembre 2011, 26 gennaio 2012, 21 febbraio 2012, 20 marzo 2012, 16 maggio 2012, 28 giugno 2012. Per confermare la presenza: marketing@federlegnoarredo.it - telefono 02 80604432 - fax 02 80604295 (AB) Furnishings and items made from wood are one of Italy’s greatest assets. In light of the current difficult economic situation we must rediscover a taste for beauty, a passion for work and the courage to take risks. All of these values are still alive inside thousands of companies in the sector and meeting the people that make up these companies provides a great opportunity for growth. That is why FederlegnoArredo has organised “Conversazioni imprenditoriali”, which are informal occasions to meet with the design and wood industry’s leaders for a privileged opportunity to get to know the human and business side of the people who give form and substance to these values. The dates of the upcoming meetings: 1 December 2011, 26 January 2012, 21 February 2012, 20 March 2012, 16 May 2012, 28 June 2012. To reserve: marketing@federlegnoarredo.it - telephone 02 80604432 - fax 02 80604295 (AB)


magazineXnews dal mondo Testi di Ester Pirotta

EVENTI

BOLOGNA WATER DESIGN In contemporanea con Cersaie 2011 si è svolta la prima manifestazione internazionale di design dedicata ai temi dell’acqua Durante il Salone Internazionale della Ceramica per l’architettura e l’arredo bagno, si è svolta Bologna Water Design, un’occasione di incontro fra design, cultura e impresa, nata con l’intento di tracciare nella città di Bologna un percorso di eccellenze nel quale far vivere cultura progettuale, business e ospitalità. La manifestazione ha ospitato infatti una serie di iniziative tendenti a valorizzare i luoghi storici della città o deputati alla promozione della cultura del progetto, legati al tema dell’acqua. Quest’ultimo ha dato identità e contenuto alla manifestazione, l’acqua infatti non è solo l’elemento fortemente legato ai prodotti delle aziende che partecipano al Cersaie, ma è un argomento che ha radici culturali con la città – storicamente, Bologna città d’acqua – e di grande attualità nel dibattito inerente alla sostenibilità. Il tema dell’acqua, ricco di stimoli progettuali, ha suggerito installazioni e allestimenti suggestivi, che hanno coinvolto i luoghi d’arte e di interesse culturale della città, quali musei e gallerie d’arte, librerie e biblioteche, luoghi di dibattito culturale e studi professionali, nonché luoghi di intrattenimento orientati al design e alla cultura contemporanea. I protagonisti della manifestazione sono state le aziende, gli showroom e i punti di vendita del comparto del design che hanno relazione con l’acqua o che considerano il design un elemento strategico della propria identità. Tra gli eventi più significativi ricordiamo le conferenze alla Biblioteca San Giorgio in Poggiale, ristrutturata da Michele De Lucchi nell’ambito del progetto di riqualificazione di luoghi di alto valore artistico della città (il percorso Genus Bononiae); la presentazione del terzo numero di Inventario - progetto sostenuto da Foscarini - al Corraini Mambobookshop in concomitanza con l’anteprima della mostra Caffettiere, a cura di Giulio Iacchetti; il percorso dell’Acqua, visite guidate per scoprire la Bologna dai canali sotterranei che percorrono la città e emergono in luoghi quasi nascosti; il viaggio nell’arte contemporanea, alla Otto-Gallery, patrocinato da Campari con la presentazione di tre libri su Beirut, Istanbul e Tel Aviv-Jaffa, tre città d’acqua. Infine, gli incontri sul tema della manifestazione con Lea Ceramiche e Graniti Fiandre, tenutisi presso gli studi di architettura e design Mario Cucinella e Iosa Ghini. Ottimi i risultati ottenuti in termini di valore culturale degli eventi e di affluenza di pubblico, tant’è che già si parla dell’edizione 2012. Together with Cersaie 2011 the first international design event dedicated to water will be taking place During the International Salon of Ceramics for architecture and bathroom furnishings, Bologna Water Design provided an occasion to bring together design, culture and business in order to outline a plan for excellence in the city of Bologna to help further design, business and hospitality culture. The event offered a series of initiatives aimed at highlighting the historic sites of the city or promoting design culture as it relates to water. The main identifying theme and content of the event was water not only as an element strongly tied to the products of the companies that participate at Cersaie, but also as a theme with cultural roots in the city – historically Bologna was the city of water – and also strongly focusing on themes related to sustainability. Water gave rise to a rich array of design stimuli with installations and interesting displays that involved artistic and interesting cultural sites in the city including museums, art galleries, bookstores and libraries, sites for cultural and professional debate as well as areas for entertainment aimed at

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contemporary design and culture. The protagonists of the event were the companies, the showrooms and the retail points in the design sector that relate to water and consider design as a strategic element in their identity. Some of the most signiďŹ cant events were the conference series at the San Giorgio Library in Poggiale restructured by Michele De Lucchi as part of the project to renovate sites of important artistic value in the city (the Genus Bononiae path); the presentation of the third issue of Inventario – a project supported by Foscarini – at Corraini Mambobookshop together with the preview of the Caffettiere exhibit designed by Giulio Iacchetti; the Acqua

pathway with guided tours to discover Bologna from the underground canals that run underneath the city and emerge in almost hidden corners of the city; the voyage through contemporary art at Otto-Gallery supported by Campari which presented three books on Beirut, Istanbul and Tel Aviv-Jaffa, three cities of water. Lastly there were also meetings on the event theme with Lea Ceramiche and Graniti Fiandre held at the architecture and design studio Mario Cucinella and Iosa Ghini. The event had great results in terms of cultural value of the events and public response and there has already been talk of a 2012 edition.

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progettoX5.5 Testo di Patrizia Coggiola

Le nuove forme del calore NEW FORMS OF HEAT

“DISEGNARE UN CALORIFERO SIGNIFICA TROVARE UNA SOLUZIONE PER DIFFONDERE CALORE ATTRAVERSO UNA FORMA” COSÌ I 5.5 DESIGNER DI PARIGI DESCRIVONO IL PROGETTO CHE HANNO SEGUITO PER SAAZSS E PER SAINT GOBAIN, ALLA RICERCA DI NUOVE IDENTITÀ PER L’IMPIEGO DEL VETRO ATTIVO, UN’AREA DI RICERCA TECNOLOGICA CHE HA MESSO A DISPOSIZIONE DEI PROGETTISTI SUPERFICI SPECCHIATE E VITREE CHE SANNO NON SOLO CONDURRE CALORE, MA ANCHE MUSICA, LUCE, IMMAGINI “DESIGNING A RADIATOR MEANS FINDING A SOLUTION FOR DIFFUSING HEAT THROUGH A FORM” THE 5.5 DESIGNER FIRM OF PARIS SPOKE ABOUT THE PROJECT THEY DEVELOPED FOR SAAZS AND SAINT GOBAIN - DEVELOPING NEW IDENTITIES FOR THE USE OF ACTIVE GLASS. THIS TECHNOLOGICAL DEVELOPMENT HAS OFFERED DESIGNERS MIRRORED AND GLASS SURFACES THAT ARE ABLE TO CONDUCT HEAT AND EVEN MUSIC, LIGHTS AND IMAGES I designer 5.5 hanno ideato un nuovo concept di radiatore, o meglio di pannello radiante, proposto attraverso il materiale Thermovit, una superficie in vetro attivo riscaldata prodotta da Saint Gobain e sviluppata nelle sue applicazioni più differenti dallo studio di progettazione parigino Saazs (www.Saazss.fr). Saazs è un laboratorio di creatività e sviluppo di mobili e concetti innovativi, una nuova dimensione del design che combina tecnologia d’avanguardia, la poesia, la sensibilità ambientale e pensiero architettonico. Nel 2004 questo studio di consulenza ha avviato una riflessione sul rinnovamento della luce con il reparto R & D di Saint-Gobain per poi trasferirsi sullo studio dei vetri intelligenti, con Quantum Glass, divisione di Saint-Gobain dedicata alle tecnologie più avanzate per superfici vitree attive. Più che una soluzione dedicata al solo riscaldamento, il progetto nato in collaborazione con i designer 5.5 rappresenta un paesaggio artificiale in cui i materiali simboleggiano il movimento del calore nell’ambiente. La collezione Heat è

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composta da una serie di pannelli vitrei, supporti, basi e paletti che ciascuno può associare e modificare liberamente, come per comporre la rappresentazione di un bosco, colorato o minerale. Thermovit Elegance è un pannello di riscaldamento in vetro chiaro, o a specchio o personalizzabile: è un asset importante nel portafoglio di tecnologie innovative più recenti di Saint-Gobain. Sul piano tattile, la sensazione di calore emanata da questi vetri è simile alla radiazione termica diffusa dal sole. Unendo innovazione tecnologica e progettuale, Heat fornisce una nuova lettura di una funzione essenziale dell’habitat: la fonte di calore. Questo sistema di radiatori sfruttano i pannelli di vetro trasparente Quantum Glass, semplicemente appoggiandoli su una base di legno o marmo e tenendoli sollevati grazie a tre barre di diversi materiali e colori, tra cui scegliere e interscambiabili in qualsiasi momento. Il calore può associarsi con legno, acciaio, colore o marmo, con dei paesaggi di sostegno artificiale, che prestano

la loro poesia all’ambiente. In un linguaggio formale basato sulla semplicità, la seduzione di questo oggetto si basa sul richiamo alla natura e sulla sua leggerezza. Come è nato il progetto di questa nuova serie di caloriferi? Quantum per St. Gobain e l’editore Saazss ci hanno proposto di lavorare su questa tecnologia portando questo pannello di vetro Thermovit alla dimensione di radiatori per riscaldamento. Per noi il progetto ha rappresentato una possibilità di grande interesse, perché il calorifero è un argomento in generale ancora poco reinterpretato benché sia molto presente nella nostra vita quotidiana. Per noi è stimolante confrontarci con tutto il ventaglio di oggetti della nostra quotidianità, evitando così di passare tutto il nostro tempo a disegnare sedie... Avevate mai pensato al concetto di calore, alla materia o alla sua forma? Questa è la prima volta in cui abbiamo lavorato su un dispositivo radiante, anche se in passato si


Nella pagina accanto: i caloriferi Heat progettati dai designer 5.5 per Saazs. Sopra, il progetto Heat prevede la completa interscambiabilità degli elementi a supporto delle lastre in vetro attivo. Quindi anche la possibilità di aggiungere elementi esterni come rami o altro.

On the opposite page: Heat radiators designed by designer 5.5 for Saazs. Above, the Heat design has completely interchangeable support elements for the active glass sheets which make it possible to add external elements such as branches or more.

siamo interessati alla forza simbolica del fuoco, del braciere, disegnando la lampada Fire Kit per Skitsch. Questo falò in miniatura prodotto sul piano industriale, ovviamente non aveva alcun potere calorifero, ma ci ha ricordato comunque che la prima luce e calore artificiale è stato il fuoco. Qual è stato il concept in questo progetto? Il pannello di vetro riscaldante è una nuova tecnologia che non si rivela nella sua funzione da subito. All’opposto il vetro comunica normalmente il messaggio di freddo. Non pensiamo al caldo vedendo un pannello di vetro, questo fa parte dell’immaginario collettivo. La sfida era tradurre questo elemento invisibile che è il calore. Abbiamo quindi considerato l’oggetto come un paesaggio artificiale in cui i materiali simboleggiano un calore determinato ambiente. Abbiamo poi lavorato su una varietà di materiali, legno, marmo, metallo, rami, ecc .. per progettare la serie di supporti, basi e picchetti che permettono a chiunque di creare un calorifero ispirato alle forme del bosco, colorato o minerale. Heat manifesta i risultati che vi eravate prefissi? O avete ancora alcune riflessioni che vorreste sviluppare? Il calore è un principio costruttivo che potenzialmente può mescolare centinaia di materiali in un modalità così vaste che siamo solo all’inizio di quello che potevamo fare! Siamo molto soddisfatti dei primi risultati, ma vorremmo provare altre finiture e materiali, in particolare per le barre di sostegno che potrebbero essere fatte con elementi di recupero. Tuttavia, al fine di avviare la produzione del prodotto, abbiamo dovuto fare una selezione dei materiali per la prima serie. Ma speriamo di offrire altri materiali in futuro. Saazss, come editore, prevede inoltre di creare un sito web dove i consumatori possono contattare e interagire prima di ordinare. Quali sono stati, se ci sono, i limiti e i problemi dello sviluppo? Il caldo era un nuovo settore che abbiamo dovuto imparare a conoscere e a gestire con il nostro lavoro di designer. Questo ha largamente influenzato la scelta dei materiali. Lavorate anche per altri produttori di superfici funzionali, dando un vostro tocco poetico. Cosa pensi sia l’atteggiamento da sviluppare per un progettista o un produttore per spingere l’innovazione dei supporti in campo tecnologico? Questo universo altamente tecnico e funzionale è stato a lungo gestito da ingegneri perché probabilmente si pensava che i progettisti fossero interessati solo al mondo della decorazione e dell’interior. Invece, tutti questi elementi, sono materiali parte dell’interior, come porte, interruttori ci circondano nella nostra casa e meritano l’attenzione dei progettisti. Il nostro compito in questo settore è riuscire a far raccontare un storia a questi materiali così avanzati, e far si che il pubblico possa sceglierli per il mondo che questi oggetti e forme evocano e non solo per le loro eccellenti caratteristiche tecniche. Questo è ciò che abbiamo iniziato a fare con il pannello isolante Obersound per Oberflex, e stiamo finalizzando con loro una collezione di soffitti in legno che sarà presentata a novembre 2011 presso Batimat a Parigi.

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The Designer 5.5 firm has created a new concept for radiators, or more precisely, radiant panels made from Thermovit. The material has a heated active glass surface and it is produced by Saint Gobain. It was developed for use in a number of different applications by the Parisian design studio Saazs (www.Saazss.fr). Saazs is a creative laboratory for the development of furniture and innovative concepts – a new dimension in design that blends vanguard technology, poetry, environmental sensitivity and architectural logic. In 2004 this consultancy firm began working to develop ideas for the renewal of light with Saint-Gobain’s R&D department. Later it became involved in the study of smart glass with the Saint-Gobain Quantam Glass division which is dedicated to the most advanced technologies for active glass surfaces. More than simply a heating solution, the project developed with the designer 5.5 firm is an artificial landscape where the materials symbolise the movement of heat in the environment. The Heat collection includes a series of glass panels, supports, stands and attachments that can be mixed and matched freely to recreate an image of a coloured or mineral forest. Thermovit Elegance is a clear or mirrored glass heating panel that can even be customised: it is an important asset in Saint Gobain’s most recent innovative portfolio of technologies. The texture provides the sensation of heated glass that is similar to the thermal radiation provided by the sun. By uniting technological and design innovation, Heat provides a new technical and design interpretation. Heat provides a new interpretation of an essential function of the habitat: the heat source. This system of radiators employs Quantum Glass transparent glass panels – they are simply set into a wood or marble stand and held up by three bars that are available in a number of different materials and colours which can be chosen and changed at any time. The heat may be associated

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with wood, steel, colour or marble – with artificial support landscapes that add their own poetry to the environment. The formal syntax is based on simplicity and the attraction of this object stems from nature and its lightness. How was the design for this new series of radiators developed? Quantum for St. Gobain and the publisher Saazss asked us to work on this technology to develop the Thermovit glass panel for use as heating radiators. The project was definitely very interesting for us because the radiator sector has not been redesigned much over the years even though it is a part of our daily lives. It is stimulating for us to work with the entire array of objects that make up our lives instead of passing all of our time designing chairs... Had you ever thought about the concept of heat or materials or its form before? This is the first time we have ever worked on a radiator, though we have worked in past times on the symbolic strength of fire and wood when we designed the Fire Kit lamp for Skitsch. However, this industrially-produced mini campfire lamp has no real fire power, it is simply a reminder that the first artificial light and heat came from fire. What was the concept behind this project? The heated glass panel is a new technology that does not immediately reveal its function. Normally, in fact, glass usually communicates a message of cold. We do not think of heat when we see a glass panel and that is true for the collective imagination. The challenge was about trying to interpret an invisible element – heat. We therefore considered the object as an artificial landscape where the materials symbolise a heat-determined environment. Then we worked on a variety of materials, such as wood, marble, metal, copper and others to produce a series of supports, stands and hooks so that anyone can create a radiator inspired by the forest with coloured or even mineral forms.


Does Heat have the characteristics you initially aimed for? Do you have other ideas you would like to develop? Heat is a construction principle that could potentially mix hundreds of materials in such a broad way that we are only at the beginning of what we could do! We are very satisfied with the first results, but we want to try other finishes and materials – particularly, the support bars could be made from recycled materials. In any case in order to start producing the product we had to select materials for the first series, but we hope to offer others in the future. Saazss, as the publisher, intends to create a website where consumers can contact and interact before ordering. What are and what were some of the limits and problems you had to deal with during the development? Heating was a new sector in our design work and we had to learn about it and to get to know it. This definitely influenced the choice of materials.

You also work for other manufacturers of functional surfaces by providing your poetic touch. What do you think designers or manufacturers should develop to drive the innovation of supports in a technological field? This highly technical and functional universe was managed by engineers for a long time because most likely it was believed that designers were only interested in the world of decoration and interiors. Instead, all of these elements make up our, just like doors and switches fill our homes and deserve designer attention. Our job in this sector is to tell a story with very advanced materials so that the public can choose them for the world they evoke and not just for their excellent technical characteristics. This is what we began doing with Obersound insulation panels by Oberflex and we are finishing up with their collection of wooden ceilings which will be presented in November 2011 at Batimat in Paris.

Nella pagina precedente: tra le barre presentate nella collezione Heat esiste anche una versione da attaccapanni e dunque scalda salviette. Sopra, lo schizzo degli elementi componenti il progetto Heat. On the preceding page: some of the attachments presented in the Heat collection including a clothing stand and towel heater. Above, a sketch of the elements included in the Heat design.

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progettoXdavide groppi a cura di Antonio Mangialardi

Less is (much) more UN VIAGGIO DENTRO LA LUCE: INTERVISTA A DAVIDE GROPPI A TRIP THROUGH LIGHT: INTERVIEW WITH DAVIDE GROPPI Davide Groppi inizia a lavorare nel 1985, come disegnatore e illustratore meccanico. Casualmente, nello stesso anno, Ettore Sottsass abbandona il Collettivo Memphis, da lui co-fondato nel 1981: la sua uscita segnerà l’esaurirsi delle dinamiche progettuali del gruppo che, appena tre anni dopo, ufficialmente si scioglierà. Nel pieno esplodere di un design formalmente aggressivo, in netta antitesi con un sottile (o presunto) minimalismo della scena milanese tipica degli anni Ottanta, Davide Groppi inizia la propria personale ricerca sul significato della luce, affinando la forma del prodotto con un approccio minimo, non tanto fine a sé stesso, quanto teso a eliminare la matericità superflua per dare maggiore significato all’idea stessa di “luce”. Per Groppi il binomio “luce-passione” è stato sempre un concetto imprescindibile. La passione per il progetto lo spinse, fin dagli esordi, a pensare che l’unica strada percorribile per fare in modo professionale il lavoro di designer fosse quella dell’autoproduzione e della sperimentazione manuale. Già 1988 inizia a produrre e distribuire le prime lampade con il marchio Davide Groppi. Oggi il gruppo è basato a Piacenza, con showroom a Milano, Barcellona, Copenaghen. L’orientamento progettuale dello Studio è teso soprattutto all’ideazione di sistemi luminosi, offrendo consulenze in ambito illuminotecnico e scenografico. Come si evolve il progetto di luce per Davide Groppi? Purezza e fantasia sono le componenti fondamentali del progetto, il linguaggio è ridotto ed essenziale. Come un viaggio dentro l’immaterialità della luce. Il viaggio è la metafora del metodo di lavoro. Le lampade sono semplici, leggere, uniche, pure, necessarie. Talvolta quasi magiche. Dalla lampadina fino alla ricerca di una luce senza fonte, per restare semplicemente avvolti dalla luminosità che ci accoglie. Lampade pensate per dare profondità allo spazio in cui viviamo o semplicemente per riverberare l’habitat domestico. Lampade intese come sorta di alfabeto con cui scrivere “storie di progetto”. Storie fatte di percorsi, incontri, emozioni. Sempre alla ricerca del limite tra luce e buio. Come è iniziata la passione per la luce? Probabilmente sentivo la necessità di cercare me stesso anche attraverso il lavoro. E quindi cercavo non un lavoro, ma il mio lavoro. La luce mi sembrava un buon argomento. Non mi andava di presentare i miei progetti alle aziende sperando nella produzione: per cui ho iniziato a progettare, costruire, comunicare, vendere ... tutto da solo. Ma anche la figura di mio padre ha influito molto. Mi ha insegnato a fare le cose. In questa pagina. In alto: ritratto di Davide Groppi. In basso e nella pagina accanto: Vuota, design Davide Groppi – 2011. Lampada da esterno sistemabile a terra oppure a parete. Una sottile lamina metallica descrive un volume all’apparenza vuoto, che si solidifica grazie all’intensità della sorgente luminosa. Un piccolo totem dal sapore minimale. On this page: Above: a portrait of Davide Groppi. Below and on the opposite page: Vuota, designed by Davide Groppi– 2011. A light fixture for exteriors that can be positioned on the ground or on the wall. A seemingly empty shape outlined by a thin metal edge that becomes solid thanks to the intensity of the light source – a small minimalist style totem pole.


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Riesce a tracciare un percorso in grado di collegare le prime esperienze progettuali all’attuale contesto creativo dello Studio? Forse la ricerca della verità. E’ quasi un’ossessione. La luce ci permette di dare senso allo spazio e creare profondità. La sua ricerca sembra andare in due direzioni parallele: da un lato riduce fino all’essenziale la forma del prodotto, arrivando spesso a sfiorare immagini archetipiche (Led is More, EDI SON, Estasi, Blumen). Dall’altro, lavora sulla luce raccontata nella sua anima e nella sua intensità: fino alla mutazione della lampada intesa come oggetto, che viene ridotto a un pretesto minimale per ampliare la luce stessa (penso a Soffio, Nulla, Banner, Dovunque, Hako, Rasoterra). Si ritrova in questa apparente dualità? Ho sempre pensato che fare luce non sia una scienza esatta, ma nello stesso tempo ho sempre cercato di individuare un “metodo”. Questa ricerca mi ha portato a lavorare cercando sempre il nucleo delle questioni. Cerco di avvicinarmi alla luce con lo scopo di avvicinarmi alla verità. E quindi di utilizzare la luce con umiltà, semplicità, leggerezza, emozione e invenzione. E inevitabilmente, i progetti che nascono, sono semplici, talvolta estremi e anche duali. Come riesce a coniugare l’elevato plus qualitativo dei progetti alla complessità dell’attuale contesto economico, che sempre più spesso propone un mercato anemico? Cerco di lavorare su due aspetti per me fondamentali: diversità e coerenza. Mi piace pensare che una persona scelga una mia lampada perché trova degli aspetti che non trova altrove. In un mondo in crisi e globalizzato come quello attuale voglio essere diverso e unico. E’ uno dei pochi motivi per cui la mia realtà può continuare a esistere. La coerenza è un’altra storia. Dobbiamo essere diversi, ma sempre riconoscibili. Sotto: Edi son, design Davide Groppi – 2005. Lampada da tavolo che riprende (e omaggia) la forma tradizionale della classica lampadina a bulbo, riducendo il supporto metallico ad pura forma geometrica. Nella pagina accanto: Estasi, design Federico Delrosso – 2010. Grazie ai diversi diffusori colorati, questa lampada da tavolo è capace di regalare emozioni sensoriali quasi magiche, allineandosi al mood della persona.

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Osservare il suo approccio al minimalismo formale riporta in scena una delle discussioni perenni in seno al lighting design: è la luce l’essenza dell’oggetto oppure l’esasperazione dello styling può anche giustificare forme materiche “shiftate” che possano riporre in secondo piano le funzionalità del prodotto? Io non mi pongo quasi mai un problema di forma. Ho l’idea che le mie lampade nascano per necessità. Quasi che la funzione crei l’organo. Ma mi piace anche sorprendere, mi piace l’ironia. Non amo particolarmente il termine lighting design perché è un’attività che normalmente presuppone solo tecnica e quantità. L’importanza di un buon progetto illuminotecnico nel contesto di spazi dedicati al benessere (SPA, Resort, Beauty Farm) è diventata più che fondamentale: se dovesse contestualizzare i suoi prodotti in questo tipo di luoghi, come si orienterebbe il suo criterio di progettista? In questi casi normalmente uso la luce per evocare situazioni rilassanti e molto confortevoli. Uso normalmente poca luce, ma molto profonda. Il bagno privato nella casa contemporanea diventa sempre più uno spazio per rilassarsi e ricaricarsi: da ciò deriva un’attenzione maggiore sia per i complementi di arredo che per il progetto di luce. Come immagina un ipotetico ambiente bagno curato da Davide Groppi? Il bagno privato è un luogo tecnico, ma anche emozionale. Vorrei proporre delle abluzioni di luce per le varie necessità. Pongo sempre particolare attenzione alla luce in prossimità dello specchio. Specchiarsi è un’attività davvero speciale e ricca di significati. Voglio sempre fornire la luce più naturale e normale che si possa pensare. In fondo la luce più bella è quella di cui ognuno di noi ha bisogno.

Below: Edi son, designed by Davide Groppi – 2005. This table lamp is reminiscent of (and pays homage to) the traditional classic light bulb shape by reducing the metal support to its geometric matrix. On the opposite page: Estasi, a design by Federico Delrosso – 2010. Thanks to the different coloured shades, this table lamp is able to provide almost magical sensations that suit the person’s mood.


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Davide Groppi began working in 1985 as a designer and mechanical illustrator. By chance, that same year, Ettore Sottsass left the Memphis Group that he had co-founded in 1981: his departure from the group coincided with a slowdown in the group’s design dynamics and it officially disbanded three years later. In the middle of a formally aggressive design boom and in strict antithesis with the subtle minimalism (or presumably so) of the design panorama in Milan during the 80s, Davide Groppi began his personal study on the meaning of light – searching to refine product forms with a minimalist approach. The reason behind it was basically to eliminate the superfluous material to provide greater meaning to the idea of ‘light’ itself. In Groppi’s mind ‘light and passion’ are always musts. From the beginning, his enthusiasm for the project pushed him to believe that the only pathway for designing professionally was independent production and manual experimentation. In 1988 he began to produce and distribute his first fixtures with the Davide Groppi trademark. Currently the Group is based in Piacenza, Italy with showrooms in Milan, Barcelona and Copenhagen. The firm’s design specialty is above all the creation of lighting systems and consultancy for lighting design and set design.

How are Davide Groppi’s lighting designs developed? Pureness and imagination are the fundamental aspects of the project and syntax is reduced to the minimum essential. Like a trip through the immaterialness of light, the voyage is the metaphor for the work method. The fixtures are simple, light, singular, pure and necessary. Sometimes they are even magical. From researching the bulb to researching light without a source in order to feel the comfort of the luminosity that welcomes us; the fixtures are designed to give the area where we live more depth or in order to make the domestic environment reverberate. The fixtures are designed like an alphabet with which ‘design stores’ can be written – stories made up of lives, meetings and emotions. Always searching for the limit between light and dark.

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How did your infatuation with light begin? Most likely I felt the need to search for myself through my work. Therefore I was not looking for a job, but for ‘my job’. Light seemed like a good idea. I did not feel like presenting my designs to companies in the hope that they would be manufactured, so I began to design, build, communicate and sell ... all by myself. I should add that my father influenced me a great deal: he was the one who taught me how to do things. Do you see a guiding line that is able to connect your first design experiences with the current creative context of the firm? Maybe it is the search for truth. It is almost an obsession. Light allows us to give sense to space and to create depth. Your research seems to go in two parallel

directions: on one side it reduces the form of the product to the essential minimum and even touches on archetypical images (such as Led is More, EDI SON, Estasi, Blumen). On the other side you work on light in its essence and intensity: even transforming the fixture by reducing it to the bare minimum in order to amplify the light itself (such as Soffio, Nulla, Banner, Dovunque, Hako, Rasoterra). Do you see this apparent duality? I have always believed that making light is not an exact science. However, at the same time, I have always sought to find a “method”. This search pushed me to always discover the core of my quests. I search to come closer to light in order to bring myself closer to truth. Therefore I search to use light with humility, simplicity,


Nella pagina accanto. A sinistra: Nuda, design Davide Groppi – 2008. Lampada a sospensione denudata inaspettatamente dal profilo della lampadina. La fonte luminosa, in realtà, è ben inserita all’interno del cilindro metallico e dall’esterno non appare visibile, di proposito. A destra: Led is more, design Davide Groppi – 2011. In questa pagina. A sinistra: Hako2P, design Davide Groppi, Alberto Zattin – 2000. In giapponese, Hako è il termine che descrive il concetto di contenitore. A destra: Blackblock, design Davide Groppi – 2011. Un foro di 8 millimetri, un sistema ottico progettato ad hoc e la tecnologia led generano un fascio di luce quasi fatato, in proiezione verso il soffitto. A racchiudere la sorgente luminosa è una black box nera, perfettamente cubica. On the opposite page. On the left: Nuda, a design by Davide Groppi – 2008. The suspended lamp is unexpectedly bared of the light bulb. The light source is actually inside the metal cylinder and it is not visible from the exterior. On the right. Led is more, a design by Davide Groppi – 2011. On this page. On the left: Kao2P a design by Davide Groppi, Alberto Zattin – 2000. In Japanese, Hako is the word that describes the container concept. On the right: Blackblock, a design by Davide Groppi – 2011. An 8 millimetre hole, an optical system that was custom designed and LED technology create an almost supernatural beam of light that is projected towards the ceiling. The light is enclosed in a perfectly cubic black box.

lightness, emotion and inventiveness. Inevitably, the designs are born simply and at times they are extreme and even dual. How are you able to reconcile the elevated quality plusses of the designs with the complexity of the current financial situation that is causing an overall lagging market? I search to work on two aspects that are fundamental to me: diversity and coherence. I like to think that a person chooses a fixture of mine because they see something in it that they do not see in the others. In times like these in a global financial crisis, I want to be different and unique. It is one of the few reasons why my work continues to exist. Coherence is another story. We have to be different, but recognisable at all times.

Seeing your formal minimalist approach brings to mind one of the evergreen debates of lighting design: is light the essence of the object or can exasperated style justify “shifted” material forms that outweigh product functionality? I nearly never have issues with shape. I believe that my fixtures are born out of need. Almost as if the function created the design. However I also like to surprise and I like irony. I am not really enthusiastic about the term ‘lighting design’ because it usually only entails technique and quantity. The importance of a good lighting design in wellness areas (such as spas, resorts and beauty farms) has become an absolute must: if you had to contextualise your designs in these types of places, how would you direct your design criteria?

In these cases I use light to create relaxing and very comfortable situations. I normally use subtle light that is very deep. Private bathrooms in contemporary homes are becoming places to relax and rejuvenate: there is growing attention towards furnishings and lighting design. How do you see an imaginary bathroom environment designed by Davide Groppi? Private bathrooms are technical areas, but they are emotionally driven as well. I would include ablutions of light for various needs. I always pay special attention to lighting near mirrors. Looking in the mirror is truly a special activity and it is rich in meaning. I always want to provide the most natural and normal light that exists. In truth, the most beautiful light is the one that each one us needs.

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progettoXdaniel debiasi e federico sandri Testo di Elviro Di Meo

Swing: l’acqua ha il suono della musica SWING: WATER SOUNDS LIKE MUSIC

PROGETTATO DA DANIEL DEBIASI E FEDERICO SANDRI, IL NUOVO SOFFIONE DOCCIA DI CASA BONOMI EVOCA LA NATURALE ESPANSIONE DEL GETTO D’ACQUA PARAGONANDOLO, COME SUGGERISCE IL NOME, ALL’AMPLIFICAZIONE DEL FLUSSO SONORO NEGLI STRUMENTI MUSICALI IN OTTONE, MATERIALE STORICAMENTE UTILIZZATO ANCHE PER LA PRODUZIONE DI RUBINETTERIA DESIGNED BY DANIEL DEBIASI AND FEDERICO SANDRI, THE NEW SHOWERHEAD BY CASA BONOMI DRAWS A PARALLEL BETWEEN THE NATURAL SWELL OF FLOWING WATER AND THE HORN SHAPE USED TO AMPLIFY SOUND IN BRASS INSTRUMENTS (HENCE THE NAME SWING), A MATERIAL TRADITIONALLY USED FOR THE PRODUCTION OF TAPS Si chiama Swing il nuovo soffione doccia ideato dai designers Daniel Debiasi e Federico Sandri per Bonomi Contemporaneo Italiano e presentato in anteprima all’ultima edizione del Cersaie di Bologna. Realizzato completamente in ottone con finitura cromata o nero opaco verniciato a polvere, può essere montato sia a parete e sia a soffitto, oppure semplicemente integrato in una pratica colonna. Sono gli stessi autori a spiegarne le caratteristiche, mettendo in luce l’essenza più intima del percorso progettuale. “Nel progettare Swing – commentano i giovani designers, conosciutisi a Milano, prima ancora di fondare nel 2010 Something: studio con sede a Londra e a Verona - il nostro obiettivo non era quello di stupire, ma piuttosto recuperare la funzione essenziale di un sistema doccia: contenere, dirigere ed espandere il flusso d’acqua. Abbiamo quindi pensato a un semplice tubo che aumentasse gradualmente il suo diametro fino a costruire il soffione vero e proprio, che sembra così generato dal getto liquido. Il concetto di amplificazione unisce quindi, idealmente, l’acqua al flusso sonoro degli strumenti a fiato che, con la rubinetteria, condividono anche il materiale di costruzione. Ne viene fuori un ironico connubio di forme richiamato dallo stesso nome”. Qual è secondo voi la differenza che esiste tra “progetto” e “prodotto”? Cioè, nelle logiche della produzione di massa, che cosa si modifica nel passaggio dall’idea originale all’oggetto finito? Il percorso è, in realtà, una lunga fase di affinamento attraverso la quale l’idea iniziale viene ‘distillata’ e trasformata in un oggetto capace di entrare nella quotidianità delle persone. Per la buona riuscita di questo procedimento è fondamentale un contatto strettissimo tra designer e azienda, affinché un prodotto riesca a coniugare i valori progettuali e le logiche industriali. Per quello che riguarda il nostro lavoro, siamo abbastanza maniacali nel controllare i dettagli, le proporzioni e le finiture di un prototipo. Per questo, non potremmo mai collaborare se non con aziende altrettanto attente alla qualità.

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Qual è la vera anima del progetto? E quale la filosofia che lo sottende? Nel caso specifico di Swing, è la volontà di scremare e semplificare un elemento che, nel corso degli ultimi anni, è stato fin troppo caricato, riconducendolo a un qualcosa di primitivo; un archetipo, tanto per intenderci. Ossia, un prodotto svincolato da qualsiasi tempo o stile, dove il contenitore è generato dal suo contenuto. Più in generale, pensiamo che ogni progetto abbia una propria logica e il nostro approccio è sempre diverso. Ciò che teniamo in grande considerazione è il contesto: non solo la relazione con lo spazio. Crediamo che a influire su un progetto, di qualunque tipo, sia un insieme di aspetti culturali, emozionali e comportamentali. Il nostro fine è cercare di realizzare progetti e, quindi, prodotti che sappiano raccontare una storia e che portino con sé un valore aggiunto.

In alto: protrait di Daniel Debiasi (a sinistra) e Federico Sandri. Nella pagina accanto: il soffione doccia Bonomi Swing. Può essere montato sia a parete – come nella foto – e sia a soffitto, oppure semplicemente integrato in una pratica colonna doccia disponibile in due differenti versioni da 124 o 234 cm. Realizzato completamente in ottone con finitura cromata o nero opaco verniciato a polvere, Swing ha un diametro di 185 mm ed è a un solo getto. Above: a portrait of Daniel Debiasi (on the left) and Federico Sandri. On the opposite page: the Bonomi Swing showerhead. It can be mounted on the wall – like in the photo – and on the ceiling or it can be integrated into a practical shower system that is available in a 124 or 234 cm version. Made from solid brass with a chrome or flat black powder coat finish. Swing has a diameter of 185 mm and it has a single jet.


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Swing is the new showerhead designed by Daniel Debiasi and Federico Sandri for Bonomi Contemporaneo Italiano that debuted at the past edition of Cersaie in Bologna, Italy. Made from solid brass with a chrome or flat black powder coat finish, it can be mounted on the wall or overhead or even simply integrated into a shower set. The designers described the product by explaining the most intimate essence of the design method. The young designers were well known in Milan even before they opened their design firm, Something, with offices in London and Verona. “When we were designing Swing, we were not aiming to amaze, we were looking to restore essential function to a shower system: containing, directing and expanding the water flow. We decided on a simple tube that gradually expands in diameter until it becomes a showerhead that seems to have been created by the flow of the water itself. The concept of amplification draws a parallelism between the water flow and the sound diffusion of brass instruments; and they are both made from the same material. It is a fun and lively parallel that is also highlighted by the name.” In your opinion, what is the difference between “design” and “product”? What I mean is, in mass production, what has to change in the metamorphosis from the original idea to the finished product? In reality, it is all one long phase of refinement where the initial idea is ‘distilled’ and transformed into a product that can fit into peoples’ daily lives. In order to do this well, you have to cultivate very close contact between the designer and the company so that the product can be embedded with both the design key points and the industrial strategies. In relation to our own work, we are rather meticulous about the details, proportions and finishing of the prototypes. Therefore we are only able to work with companies who are as serious about quality as we are. What is the true soul of the design? And what is the philosophy behind it? In the case of Swing in particular, the desire was to refine and simplify an element that had become overdone in order to bring it back to being something primitive, or more specifically, an archetype. It is a product that goes beyond the canons of time and styles - where the shape is generated by the content. More generally, I think we have our own strategy and our approach changes constantly. We pay a lot of attention to context and not only as it relates to space. We believe that what influences design of any kind is the overall combination of cultural, emotional and behavioural aspects involved. We search to create designs and products that tell a story and have added value. Swing racconta il naturale allargamento del flusso d’acqua paragonandolo, come suggerisce il nome, all’amplificazione del flusso sonoro negli strumenti musicali in ottone; materiale storicamente utilizzato anche per la produzione di rubinetteria. Nella pagina accanto: schizzi e sviluppo del progetto.

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As is highlighted by the name, Swing represents the natural broadening of the water flow by mimicking the horn shape of brass instruments – and brass was traditionally also used to manufacture taps. On the opposite page: sketches and development of the project.


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progettoXstudio phoenix design Testo di Elviro Di Meo

Il design è la nostra priorità DESIGN IS OUR PRIORITY AFFIDABILITÀ, RIGORE, MA SOPRATTUTTO ETICA: PER ANDREAS HAUG E TOM SCHÖNHERR, FONDATORI DELLO STUDIO PHOENIX DESIGN, NATO DALLA MIGLIORE TRADIZIONE TEDESCA, È QUESTA LA FILOSOFIA DEL PROGETTO. CONCETTI CHE SI RITROVANO IN PURA VIDA: LA LINEA DI RUBINETTERIA E DOCCE DISEGNATA PER HANSGROHE RELIABILITY, THOROUGHNESS, AND ABOVE ALL ETHICS: FOR ANDREAS HAUG AND TOM SCHÖNHERR, THE FOUNDERS OF STUDIO PHOENIX DESIGN, THE DESIGN PHILOSOPHY INCORPORATES THE BEST ASPECTS OF GERMAN TRADITION. THE CONCEPTS CAN BE REDISCOVERED IN PURA VIDA: THE LINE OF TAPS AND SHOWERS DESIGNED FOR HANSGROHE “Logica, moralità e magia”: l’incipt non lascia spazio a dubbi. Per Phoenix Design – Studio di progettazione con sede a Stoccarda, nato alla fine degli anni Ottanta dall’incontro di Andreas Haug e Tom Schönherr – la filosofia del progetto sta nel “modo di essere e di proporsi”. Un atteggiamento che vuol dire tradurre in materia valori come etica, estetica, economia ed ecologia, precisione e innovazione. E la logica progettuale affonda le sue radici nelle migliori tradizioni del design classico tedesco. “Le ragioni e gli obiettivi dei nostri clienti, che ci coinvolgono al cento per cento nelle loro strategie, sono per noi fondamentali. Per questo – commentano i due architetti - prestiamo moltissima attenzione ad assicurare che l’interazione fra cliente e squadre di specialisti esterni proceda senza alcuna difficoltà. E siamo orgogliosi che ciò avvenga sempre perfettamente. In alcuni casi anche per molti anni”. Lo scopo di ogni progetto è, dunque, creare prodotti

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Nella pagina accanto: schizzi di progetto. In basso: portrait (da sinistra Tom Schönherr, Andrea Dimitriadis e Andreas Haug – Phoenix Design). In questa pagina: il miscelatore Hansgrohe Pura Vida. Progettato anche nella versione elettronica, ideale per impianti di hotel, locali e servizi pubblici, unisce il bianco della ceramica al cromo lucidissimo, in superfici così morbide e lisce da essere irresistibili, come una trousse di bellezza. On the opposite page: design sketches. Below, a portrait (from the left Tom Schönherr, Andrea Dimitriadis and Andreas Haug – Phoenix Design). On this page: the Hansgrohe Pura Vida mixer. Also available in an electronic version, it is ideal for hotels, commercial buildings and public services. It unites the white ceramic with shiny chrome to create soft and smooth surfaces that are irresistible to touch – like a beauty case.

che convincano chi li utilizza; che siano facili da usare e che vadano oltre la fugacità del tempo per “affascinare” il più a lungo possibile. Concetti, questi, che si ritrovano in Pura Vida: la linea di rubinetteria e docce disegnata per Hansgrohe. Una collezione che si esprime attraverso un’immagine elegante che unisce al bianco della ceramica il cromo lucidissimo, in superfici così morbide e lisce da essere irresistibili al tatto, come una trousse di bellezza. L’originale forma quadrangolare con gli angoli smussati richiama la semplicità di oggetti-culto dell’alta tecnologia. A partire dal miscelatore: un elemento che si slancia nitido, nel suo bianco cangiante, dal lavabo senza soluzione di continuità, con una curva armoniosa, mentre la zona superiore, la bocca da cui fuoriesce l’acqua - morbida e lucente come un sasso levigato - pare galleggiare sulla ceramica. La manopola a joystick si allarga organicamente verso l’alto offrendo una presa facile e sicura. Il getto scompare nella parte inferiore nel punto di erogazione, dando l’impressione che l’acqua provenga dal nulla. Ed è all’insegna del risparmio idrico il progetto messo a punto dallo Studio tedesco. Grazie alla tecnologia Ecosmart, che risponde in modo flessibile alla pressione dell’acqua, se ne riduce il consumo a 7,2 l/m contro i 13 l/m di una normale rubinetteria. La doccia Hansgrohe della stessa collezione ha introdotto un pratico tasto alla base dell’erogatore, in grado di cambiare la tipologia e la frequenza del getto. Basta un rapido click del pollice e si varia l’effetto, passando da una doccia abbondante, corroborante e massaggiante a una carezzevole e schiumosa. Il brevetto Hansgrohe QuickClean facilita la manutenzione della doccetta, permettendo di eliminare i micro-depositi di calcare con lo sfregamento degli ugelli in silicone. La collezione bagno può essere installata su ogni linea di sanitari in ceramica, ma i designers hanno anche ideato una specifica collezione ceramica per Duravit. “Logic, morality and magic”: the beginning leaves no room for doubt. Phoenix Design – A design firm founded at the end of the eighties with offices in Stuttgart developed after Andreas Haug and Tom Schönherr met – with a design philosophy that could be defined as “a way of being and presenting oneself”. It is a stance that can be explained with values such as ethics, aesthetics, economy and ecology, precision and innovation. The design logic has its roots in the best classic German design traditions. “Our customers’ needs and objectives help to get us involved in their strategies 100% - they are fundamental to us. That is why – the two architects mentioned – we pay close attention to ensure easy interaction between clients and external specialist teams. We are proud that it always works out perfectly. In some cases even for many years”. The purpose of each project is to create convincing products for users. They must be easy to use and go beyond momentary trends to remain fascinating as long as possible. These themes are also found in Pura Vida: the line of taps and showers designed for Hansgrohe. The collection is expressed through an elegant image that blends the white of the ceramic with shiny chrome and soft smooth surfaces that are irresistible to touch, like a beauty case. The original quadrangular form with rounded corners recalls the simplicity of very popular hi-tech items. We will start with the mixer: the linear cut of the element in absolute white and the continuous harmonically curved sink. The area above the water jet – which is soft and shiny like a polished stone – seems to float on the ceramic. The joystick handle enlarges naturally towards the top offering an easy grip. The water jet disappears below giving the idea that the water appears from nowhere. This design developed by the German firm is also great for saving water. Thanks to Ecosmart technology, which responds flexibly to water pressure: it reduces consumption from the 13 l/m of a normal tap to only 7.2 l/m. The Hansgrohe shower in the same collection has a handy key at the base of the spout that can change the type and frequency of the water flow. With a rapid click of the thumb the effect goes from an abundant, vigorous and massaging shower to a soft and foamy one. The Hansgrohe QuickClean patent also eases showerhead maintenance: you can just wipe away any lime deposits on the silicone spouts. The bathroom collection can be installed on each line of ceramic fixtures, but the designers have also designed a specific ceramic collection for Duravit.

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progettoXpartizki-liani architects Testo di Veronica Buratti

Sublimazioni strutturali STRUCTURAL SUBLIMATION

QUALIFICATI DA UN FORTE RIGORE GEOMETRICO, CHE INTERIORIZZA LA NATURA PER DARE VITA AD AMBIENTI APPARENTEMENTE SEMPLICI, I PROGETTI SVILUPPATI DALLO STUDIO ISRAELIANO PARTIZKI-LIANI ARCHITECTS SI DISTINGUONO PER LA SINGOLARE COMPLESSA ESSENZIALITÀ DISTINGUISHED BY GEOMETRIC ASTUTENESS WHICH EMBODIES NATURE AND BRINGS SEEMINGLY SIMPLE ENVIRONMENTS TO LIFE, THE DESIGNS DEVELOPED BY THE ISRAELI FIRM PARTIZKI-LIANI ARCHITECTS STAND OUT FOR THEIR SINGULAR, COMPLEX ESSENTIALISM L’architettura dello studio Partizki-Liani Architects si realizza in un lavoro spaziale condotto attraverso le relazioni stratificate e complesse che si stabiliscono tra l’architettura stessa e il suo contesto. Ogni cosa ha importanza nella topografia di un luogo, nelle curve e negli angoli contemplati in un percorso, il visitatore e lo spazio sono uniti in una dimensione comune. Itai Paritzki e Paola Liani sono interessati a un processo, che definiscono ‘modello tessile’, in grado di decodificare il molteplice strato territoriale e la sua coerenza con la natura singolare di un luogo. Il loro programma pone la necessità di definire un coerente compromesso strutturale per varie organizzazioni spaziali, in grado di accogliere le modifiche richieste dal processo di occupazione organico e inorganico. Tecniche costruttive in grado di elaborare la gamma di forze che concorrono nella realizzazione di uno spazio sono i punti di partenza per nuove definizioni di spazio, in termini di geometria e morfogenesi. Il ritorno a forme semplici - inteso non come una ritirata nel vuoto di auto referenzialità, caratteristica del minimalismo contemporaneo - e l’impiego di diagrammi che esprimono sistemi parametrici sono entrambi strumenti destinati a sviluppare un progetto ideato per i suoi futuri fruitori. Il processo di analisi di una codifica visiva diventa l’elaborazione di un sistema spaziale capace di gestire azioni e movimenti, piuttosto che forme e funzioni. Il locus dell’architettura non è esclusivamente identificato con il terreno, la superficie e l’aria, ma questi elementi naturali sono riesaminati attraverso la gravità, il peso, il movimento, la stasi, la distanza e la prossimità. La ricomposizione di un articolato ‘tessile’ combina le tecniche dei materiali e i sistemi percettivi. Itai Paritzki e Paola Liani collaborano con i loro clienti con l’impegno di esplorare, con spirito avventuroso, soluzioni innovative e durevoli. Un approccio architettonico che trova piena espressione nei progetti N/A house, E Flat e N/M Flat dei quali di seguito offriamo una breve analisi.

Designs by the Partizki-Liani Architects firm are developed through a combination of spatial research with layered complex juxtapositions that are established between the architectural works and their surrounding context. Each element is important to the topography of the space in the curves and well contemplated details that form a path where the visitor and space unite in a common dimension. Itai Partizki and Paola Liani work with a process that they have defined as the “textile model”, which is able to decode the many territorial layers and its coherence within them in the singular nature of the site. Their program poses the need to define a balanced structural compromi-

se for various kinds of spatial organisation that can to adapt to fit the modifications required by the process of organic and inorganic occupation of the space. The building techniques are able to design a range of strengths that participate in developing a single space – like departure points for providing new definition to space in terms of space and morphogenesis. The return to simple forms is not intended as pulling back into the emptiness of the self-referencing forms that are common in contemporary minimalism – it is the use of diagrams that express parametric systems are both instruments destined to develop a design created for its future inhabitants. The analytical process


of visual encoding becomes the elaboration of a spatial system that manages action and movement instead of forms and functions. The design locus is not exclusively linked to the ground, the surfaces and the air, but these natural elements are reinterpreted through the gravity, weight, movement, stasis, distance and proximity. The reinterpretation of an articulate ‘weave’ combines the techniques of the materials and the perceptive systems. Itai Partizki and Paola Liani work with their clients to explore innovative durable solutions with adventurous spirit. This architectural approach is well expressed in the designs N/A house, E Flat e N/M Flat which are briefly summarised below.

L’abitazione N/M Flat si distingue per la forte connotazione geometrica, conseguenza della situazione iniziale dello spazio in cui è stata ricavata: un edificio degli anni ‘70 che era adibito a uffici. N/M Flat is distinguished by a powerful geometric undertone, which stems from the initial matrix of the area it was designed in: an office building from the 70s.

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N/M FLAT L’ingresso dell’attico giardino N/M Flat si affaccia su Dizengoff Street, principale strada di Tel Aviv. La definizione geometrica di questa abitazione è una conseguenza della situazione iniziale dello spazio in cui è stato ricavata: un edificio degli anni ‘70, che era stato precedentemente adibito a uffici. Dopo aver svuotato l’intera area di tutte le sue caratteristiche interne, sono stati ridisegnati i confini esterni per creare una zona notte a ovest e uno spazio più aperto, che occupa il resto del piano, serve la zona giorno e collega i due livelli sui quali è distribuita la proprietà. A destra dell’ingresso le sequenze prospettiche sono evidenziate dall’asimmetria delle disposizioni interne. La zona notte, privata, è nascosta da pareti che fanno da sfondo alla scala e si perdono nella linea di porte che danno accesso alle stanze dei bambini. I movimenti nella zona giorno fluiscono attorno a tre punti centrali: la cucina/bar e le due zone living. Separati e distanti l’uno dall’altro, questi ambienti sono rispettivamente destinati alle attività dei bambini e a luogo di conversazione per la famiglia e gli ospiti. L’esperienza visiva del rapporto tra interno ed esterno è sottolineata dalla profondità delle pareti, che sono ulteriormente ampliate dalla presenza di arredi in noce africano e dalle zone di lavoro poste davanti alle finestre che offrono una vista della città in lontananza. Una grande finestra posta in diagonale si apre verso sud sulla prima terrazza giardino coperta di vegetazione, che nasconde il frammentato paesaggio urbano di Tel Aviv. Il roof-garden completa il corso dell’edificio. Its defining geometry is the result of the initial status of the space in which it has been constructed; a building from the 1970s which had previously been used for offices. After having emptied the whole area of all its internal features, the outer limits were redrawn to create a night zone to the west and a more open space occupying the rest of the floor to serve as the day area and to link the two levels of the property. Right from the entrance itself the perspective sequences are highlighted by the asymmetry of the internal arrangements. The private night-zone is hidden by walls that act as a background to the staircase and end with the line of doors of the children’s rooms. The movements in the day area flow around three centres: the kitchen/bar and the two living rooms. These are separate and distant from each other. One is for the activities of the children and the other is a conversation area for the family and guests. The visual experience of the relationship between inside and outside is underlined by the depth of the walls which are further enlarged by African walnut wardrobes, and by work-areas in front of the windows which also have a view of the city in the distance. A large diagonally placed window opens southwards onto the first terrace garden, covered in greenery, which hides the fragmented Tel Aviv cityscape. The roof-garden concludes the course of the building.

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L’esperienza visiva del rapporto tra interno ed esterno è sottolineata dalla profondità delle pareti, che sono ulteriormente ampliate dalla presenza di arredi in noce africano e dalle zone di lavoro poste davanti alle finestre che offrono una vista della città in lontananza.

The visual impression of the relationship between the interior and exterior is highlighted by the depth of the walls, which were further emphasised with the black African walnut furnishings and the work areas in front of the windows offering a distant view of the city.


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N/A HOUSE Il progetto è incentrato su un edificio che si erge su un terreno vicino al mare in un’esclusiva zona residenziale di Herzliya (Israele). Tutt’attorno ci sono, distanti tra loro, più edifici e aree fabbricate che zone verdi. La stessa abitazione N/A House è attorniata da altre sette proprietà, ognuna delle quali circondata da un proprio giardino. Il volume del fabbricato è stato articolato in modo da rendere visibili i frammenti di verde situati all’esterno e sviluppato su tre livelli. Il fulcro visivo della composizione architettonica è rappresentato dal patio quadrato (di 3,70 x 3,70 m) attorno al quale è stata sviluppata l’intera abitazione. Questo giardino è stato concepito come una zona di relax mentale. Esso registra la più piccola variazione meteorologica e l’apparire e scomparire delle diverse condizioni di luce. L’abitazione è stata disegnata per una giovane coppia e i suoi due figli. Fin dall’inizio i committenti hanno richiesto che il progetto venisse sviluppato in modo che il giardino fosse il più possibile visibile dall’edificio e, allo stesso tempo, fosse garantita la loro privacy. Anche per questa ragione, quando la costruzione è visibile dalla strada principale rivolta a est, appare come un muro di recinzione, l’unico spazio vuoto che denota la presenza di un edificio privato è la porta d’ingresso. Se si accede all’abitazione dal cancello principale, che si trova sul piano della strada, si salgono gli scalini dell’ingresso e si osserva la casa diagonalmente, l’attenzione cade sul piccolo giardino. La recinzione della proprietà e la facciata volta a est sono entrambe finite con doghe orizzontali di terracotta che mantengono la stessa continuità visiva e materiale. I contrasti tra luce e ombra creano un effetto ottico che estende ulteriormente l’orizzontalità della facciata. Se l’esterno trasmette una forte sensazione di chiusura, l’interno, in netto contrasto, appare aperto, affacciato sul patio e dominato dall’alto dalla cucina e dall’ingresso. Quest’ultimo funge da filtro per la sala da pranzo e la zona living e allo steso tempo consente una visione fugace della vegetazione del giardino interno e dell’intera estensione dell’immobile. Dopo aver disceso tre gradini si attraversa la zona living principale da cui si scende ancora per accedere al salotto più interno e intimo. La lunga finestra della zona living incornicia il lato sud del giardino interno, la grande finestra a ovest focalizza la visuale sulla piscina, mentre le finestre rivolte a nord pongono in risalto il piccolo giardino laterale della cucina e sono fortemente accentuate dai 60 cm di spessore delle pareti. La profondità delle finestre e la massa delle pareti sono ulteriormente evidenziate quando l’edificio viene osservato da nord-est. Il colore di questa parte dell’edificio è stato mantenuto neutro. La continuità spaziale del pianterreno è determinata dalle sue varie sequenze visive e dalle diverse altezze dello spazio. Il seminterrato accoglie le zone di servizio e le camere degli ospiti con i loro piccoli giardini verdi. Al piano superiore, le camere da letto sono sviluppate attorno al patio come tre unità indipendenti. Le stanze dei bambini godono di una vista sulla fitta distesa di alberi lungo il viale, mentre quella dei genitori gode di una vista sul mare.

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Il progetto N/A House è incentrato su un edificio che si erge su un terreno vicino al mare in un’esclusiva zona residenziale di Herzliya (Israele). Il fulcro visivo della composizione architettonica è rappresentato dal patio quadrato attorno al quale è stata sviluppata l’intera abitazione.

The design for N/A House was created for a building that rises on land near the sea in an exclusive residential area in Herzliya, Israel. The visual fulcrum of the architectural composition is expressed by the square patio and the entire home is developed around it.


N/A House is located on a plot by the sea in an exclusive residential area in Herzliya (Israel). Surrounding it we find far more buildings and building sites than green areas. N/A House is surrounded by seven other homes which are each surrounded by their own gardens. The shape of the home was articulated according to the visibility of the nearby greenery, and it is built on three storeys. The visual centre of the composition is the square patio measuring (3.70 x 3.70 m) around which the rest of the house is distributed. This garden is above all an area for mental relaxation. It records the tiniest meteorological variations and the different light conditions appear and disappear. The house was designed for a couple and their two children. From the very beginning they wanted the garden to be as visible as possible from the home while maintaining their privacy. When the home is viewed from the main road to the east, it appears as a closed perimeter wall; the only empty space indicating that it is a private home is the front door. If we enter the house from the entrance gate, which is at road level, we then walk up the entrance stairs and observe the house diagonally, although the main attention here lies upon the tiny garden, designed only for its view. The property’s fence and east-looking façade are both finished with horizontal terracotta staves which maintain the same visual and material quality. The contrasts between light and shade create an optical effect that further extends the façade’s horizontality. If the exterior gives a strongly introverted impression, this is contrasted by the interior, which is open to the patio and is overlooked by the kitchen and the entrance. This acts as a filter for the dining and living rooms and once again permits a glimpse of the vegetation of the internal garden and the whole length of the property. After descending three steps you walk through the first living room and

then descend again to enter the more intimate and internal parlour. The long living room window frames the south side of the internal garden, the large west window concentrates the view onto the swimming pool, while the north-facing windows frame the kitchen’s small lateral garden and are heavily accentuated by the 60 cm. thickness of the walls. The depth of the windows and the mass of the walls are underlined when the building is seen from the north-east. The colour for that part of the edifice has been kept neutral. The spatial continuity of the ground floor is determined by its various visual sequences and by the different heights of the space. The basement contains the service areas and the guestrooms with their small green yard. On the top floor, the bedrooms are articulated around the patio as three independent units. The children’s bedrooms have a view of the dense expanse of trees along the avenue, while that of the parents has a view toward the sea.

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Il monocromatisno domina il bagno padronale esaltandone il rigore formale e la luminosità, unica eccezione il flessuoso sistema d’illuminazione che sovrasta il lavabo e dona all’ambiente una sofisticata eleganza.

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A single hue reigns in the master bath – exalting both the formal characteristics and the luminosity. The only exception is the flexible lighting system over the sink, which gives the area a touch of sophisticated elegance.


E FLAT L’orizzonte liquido, con sfumature di arancione, blu, bianco, rosa e grigio, nebbioso, cangiante e oscuro, è il riferimento fisico lineare per l’intera composizione di questo spazio interno. Il filo sottile che unisce cielo e mare si proietta nello spazio interno di un appartamento, situato nella marina di Herzliya, come una parete di legno che scolpisce lo spazio attraverso il proprio movimento e determina per gli abitanti il modo per fluire al suo interno. Una parete di legno in continua evoluzione, scavata, piegata e raddrizzata, che si trasforma a seconda delle diverse funzioni e delle esigenze degli abitanti. Quando si entra in questo spazio, lo sguardo è immediatamente catturato dal costante movimento delle onde proiettato sul soffitto, che è rivestito da una membrana scintillante simile a un tessuto che esprime e riproduce ogni sfumatura e movimento all’interno dell’abitazione, fluttuando come un tappeto magico sotto i soffi del vento. L’ampio spazio che comprende soggiorno, cucina e sala da pranzo, appare più come un ‘palcoscenico’ che come un ambiente domestico, rispondendo in questo modo alle esigenze dello stile di vita dei committenti, ricco di eventi e divertimento. Questo spazio ricoperto di cemento neutro è illuminato di

rosso all’imbrunire e all’alba, mentre è delicatamente dipinto dalle tonalità più fredde della luce più debole quando cala la notte. Il profilo della parete di legno è un segno attraverso lo spazio, che separa la zona giorno comune - area living, cucina e sala da pranzo - dalla zona notte, più intima e protetta, intricata e misteriosa, composta da tre camere da letto e dagli spazi di servizio. Il passaggio a libro, come una piega diagonale collocata tra la zona giorno e la zona notte assomiglia a un sentiero che attraversa una foresta oscura, in cui il senso dell’orientamento si perde e ogni porta sembra condurre verso l’ignoto. La camera matrimoniale, affacciata sul mare, è direttamente accessibile dalla zona giorno, il passaggio è comunque ben nascosto dalla presenza di una grande porta di legno scolpita nella parete continua di legno. Il design concept alla base di questo progetto si traduce nella volontà di creare un elemento fisico che rifletta e registri la costante, nascosta, infinita presenza del mare. Nelle diverse stanze la luce naturale non è più trasparente, ma è colorata di verde, blu e bianco, mentre cambia carattere e riflesso quando tocca le superfici neutre durante le ore del giorno.


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The liquid horizon; shades of orange, blue, white, pink and gray - foggy, ephemeral and obscure. It is the linear reference to the entire physical composition of this interior space. The fine thread connecting sky and sea permeates the inhabited surroundings as a fissure in an object which sculpts the interior and determines spatial flows. The constantly morphing aperture in this wood element, excavated, folded and bent, transforms itself, agreeing to the differing functions of the inhabitant’s needs. As one enters the space, the eye is immediately captured by the constant motions of waves projected on the ceiling. It consists of a glittering membrane that expresses and replicates every turn of shade and movement in the house, as it floats on the westerly sea breeze. The open space, housing living/kitchen/dinning is seen as a “stage”, responding to the requirements of the inhabitant’s life-style of hosting and entertaining. The neutral concrete space is burned red at dusk and dawn, and painted gently in cooler shades by the final hours of the day. The presence of the fissured wooden wall suggests the separation of the public and private domains. Beyond the open space is a more intimate and protected, tangled and mysterious zone, composed of three bedrooms and service spaces. A folding passage connects the two entities, acting as a breach placed between the spaces occupied by day and night, it resembles a path in a deep forest, in which the sense of direction is lost and each door implies the unknown. The master bedroom, facing the sea, is directly accessible from open living space through a well hidden

passage within the meandering wooden wall. The design concept lies in the intention to create a physical element that would reflect and record the constant, hidden, and infinite presence of the sea. Natural light is no longer transparent but is tinted green, blue and white in different rooms, its reflections off the neutral surfaces changing throughout the hours of the day. Il filo sottile che unisce cielo e mare si proietta nello spazio interno di E Flat, un appartamento situato nella marina di Herzliya. Nelle diverse stanze la luce naturale non è più trasparente, ma è colorata di verde, blu e bianco, mentre cambia carattere e riflesso quando tocca le superfici neutre durante le ore del giorno. The thin line that unites the sky and the sea is projected in the space inside E Flat, an apartment that is located in the marina of Herzliya. The light is not transparent in the various rooms. It is coloured green, blue and white and its tone and reflection changes throughout the hours of the day when it touches neutral surfaces.

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progettoXnuovi accessori Testo di Patrizia Coggiola

Quando Occidente e Oriente si incontrano WHEN THE WEST MEETS THE EAST

NATI DALL’INCONTRO DI CREATIVITÀ ITALIANA ED EXPERTISE GIAPPONESE, UNA SERIE DI NUOVI OGGETTI E ACCESSORI PER LE ZONE BENESSERE E BAGNO SONO ENTRATI IN PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE QUEST’ANNO GRAZIE AL COINVOLGIMENTO DI DISEGNO CERAMICA BORN FROM A FUSION BETWEEN ITALIAN CREATIVITY AND JAPANESE EXPERTISE, A NEW LINE OF ITEMS AND ACCESSORIES FOR WELLNESS AREAS AND BATHROOMS HAS BEEN LAUNCHED AND DISTRIBUTED THIS YEAR THANKS TO COLLABORATION WITH DISEGNO CERAMICA L’operazione ha avuto inizio grazie al coinvolgimento del Consolato Italiano a Osaka, del Consolato Giapponese e della Camera di Commercio di Kyoto che hanno supportato quattro designer mettendoli in contatto professionale con l’azienda Iroori di Kyoto. Questa azienda è un produttore di tecnologie innovative, straordinariamente all’avanguardia destinate alla trasformazione di materiali e superfici, Iroori dunque è il classico un fornitore di materiali sofisticati per la grande industria di precisione. Il progetto si prefiggeva di far conoscere le potenzialità di questi processi produttivi industrial a designer in grado di mettere a frutto le tecnologie, ideare dei prodotti di largo consumo che prevedessero l’impiego dei materiali innovativi e farli prototipare nella zona da artigiani giapponesi locali. L’iniziativa ha avuto il successo atteso tanto che l’azienda italiana Disegno Ceramica ha messo in produzione i progetti e li ha presentati all’ultimo Cersaie a settembre 2011. Nel corso dello scorso ottobre inoltre questi oggetti sono stati in mostra presso Padova Fiere a “La filosofia dell’acqua. Il design italiano incontra l’artigianato giapponese”, la sintesi dell’incontro tra tradizione, industria e artigianato giapponese e la cultura del progetto di tre designer italiani e uno del Sol Levante, che hanno applicato la loro creatività al tema della filosofia dell’acqua. In esposizione i progetti dei designer Paolo Schianchi, Giuseppe Chigiotti, Roberto Marcatti e Junzo Jamashita, nati dall’applicazione di tre tecnologie molto differenti tra loro ma tutte legate al mondo tessile e interpretate per andare incontro al mondo quello dell’acqua. La prima prevede l’utilizzo autoportante di maglie di ferro di acciaio che diventa una stoffa rigida e sagomabile con la quale sono stati realizzati dei mobili portalavabo e sostegni per accessori. La seconda tecnologia riguarda le capacità adesive e tattili di micro ventose polverizzate e spalmate su tessuti o pelli convezionali, che in questo modo possono andare a comporre oggetti adesivi a parete o superficie. Al tatto non sono percepibili, mentre la capacità adesiva e la resistenza all’acqua ha permesso di realizzare delle borse da bagno e stickers e contenitori per accessori. La terza area di interventi ha riguardato tessuti e carte immersi in un bagno a base di amido di riso e con una composizione certificata, ecologica ed ecocompatibile. Questo trattamento rende impermeabile ogni materiale immersovi, come ad esempio le stoffe di kimono o la carta, trasformate poi in paraventi sempre per bagno. Inoltre questa tecnologia permette anche di ottenere degli specchi di carta che possono essere applicati a muro come una normale carta da parati.

Le tende doccia WasserKimono sono ricavate dai tradizionali Kimono di Kyoto impermeabilizzati con amido di riso. Le tende doccia sono disegnate da Paolo Schianchi, come i contenitori autoreggenti in tessuto Kawaii di acciaio e le borse adesive in cuoio per posizionare casualmente oggetti negli interni e sul bordo delle vasche da bagno. I prodotti disegnati da Roberto Marcatti comprendono un portacandela in legno tornito a mano che recuperano l’antica tecnica delle ciotole in lacca e degli stickers da interni, dedicati alla diffusione dei messaggi sul risparmio idrico. Giuseppe Chigiotti propone due paraventi in tessuto ricamato e carta washi con tasche mobili oro e argento. Il portakimono diventa porta asciugamani, lo specchio in acciaio intrecciato e la sua cornice decorata e ancora il mobiletto. Moderazione e spontaneità e un omaggio alla natura nei prodotti del designer giapponese Junzo Yamashita: vasi in tessuto adesivo e specchi di carta washi decorata e termo-formata. La mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione delle aziende Disegno Ceramica per l’Italia, Naxis, Iwaki, Shogado, Maruni e Yokoyama per il Giappone, con il patrocinio del Centro di Cultura Giapponese, del Consolato Generale d’Italia – Osaka, del Consolato Generale del Giappone in Italia e della Camera di Commercio e Industria Kyoto. Oltre ad aver fatto parte del circuito del Fuori Salone di Milano ad aprile 2011, è poi andata alla Tokyo Design Week, è passata appunto a Padova e prossimamente andrà in Cina in data e sede da definirsi, molto probabilmente Shangai.


adhesive and tactile objects for walls or surfaces. They cannot be felt but the adhesive and water resistant qualities make the material perfect for bathroom bags, stickers and containers for accessories. The third area dealt with fabrics and papers immersed in a bath of rice starch with a certified, ecological and eco-compatible composition. The treatment makes any material that is immersed into it impermeable – such as kimono fabric or paper that can be transformed into dividers for the bathroom. This technology also makes it possible to create paper mirrors that can be applied to the wall like normal wallpaper. The WasserKimono shower curtain is made from traditional Kyoto Kimonos that have been waterproofed with rice starch. The shower curtains were designed by Paolo Schianchi, as were the self-supporting containers in Kawaii cloth in steel and adhesive bags in leather for storing objects casually in the interiors and on the edge of bathtubs. The products designed by Roberto Marcatti include a candleholder in wood turned by hand that is reminiscent of the ancient technique of lacquered stones and stickers on the interiors with messages dedicated to saving water. Giuseppe Chigiotti presented two embroidered dividers made from washi paper with mobile pockets in gold and silver. The kimono holder becomes a towel holder: the woven steel mirror and the decorative frame complement the furnishing. Moderation and spontaneity – homage to the nature of the products by Japanese designer Junzo Yamashita: adhesive cloth vases and decorated heat-formed washi paper mirrors. The exhibit was presented in collaboration with the Disegno Ceramic company in Italy and Naxis, Iwaki, Shogado, Maruni and Yokoyama from Japan with the support of the Japanese Cultural Centre, the Italian Consulate in Osaka, the Japanese Consulate in Italy and the Chamber of Industry and Commerce in Kyoto. Over and above having taken part in the Fuori Salone Circuit in Milan in April 2011, it was also presented at Tokyo Design Week. It was then moved to Padua and it will be on display in China in the future, most likely in Shanghai.

Nella pagina accanto: la tenda da doccia ottenuta da tessuti da kimono impermeabilizzati. In questa pagina, in alto e in basso, il set di portaoggetti in pelle trattata con il finissaggio a microventose, che permette di farli aderire a superfici dure anche in presenza di umidità. On the opposite page: the shower curtain made from waterproof kimono fabrics. On this page – above and below, a set of containers in leather treated with a micro-suction cup finish that allows them to adhere to hard surfaces even if they are wet.

The project began with the involvement of the Italian Consulate in Osaka, the Japanese Consulate in Italy and the Chamber of Commerce in Kyoto, which supported four designers and put them in professional contact with the Iroori Company in Kyoto. The company manufactures innovative technologies that are extraordinarily advanced to transform materials and surfaces. Iroori is the classic supplier of sophisticated materials for large precision industries. The project was developed to popularise the potential of these industrial manufacturing processes with designers who could put the technologies to work by designing products for mass production from innovative materials with the production of prototypes by local Japanese artisans. The initiative was so successful that the Italian company Disegno Ceramica produced the projects and presented them at the recent edition of Cersaie in September 2011. This past October, these objects were exhibited at the Padua Fair in “The philosophy of Water” exhibit – Italian design meets Japanese Artisanship”. It reflects the synthesis of the blend between Japanese tradition, industry and artisanship with the design culture of three Italian designers and one Chinese designer who applied their creativity to the theme of water. The designs on display by Paolo Schianchi, Giuseppe Chigiotti, Roberto Marcatti e Junzo Jamashita were developed from the application of three very different technologies which are tied to the world of textiles and were developed for the world of water. The first design uses load-bearing steel mesh as a rigid mouldable fabric that was used to create sink stands and supports for accessories. The second technology involves the adhesive and textural qualities of micro suction cups that have been pulverised and spread onto cloth or conventional leather to make

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newsXlibri Testi di Daniela Bonaretti

IL DESIGN DEL BAGNO NELLA CULTURA D’IMPRESA Il libro, realizzato in collaborazione con Ceramica Catalano, si presenta diviso in due parti. La prima propone un excursus dal taglio culturale e sociologico attraverso nove diverse tipologie di bagno: maschile, femminile, letterario, medico-igienico, di purificazione, tecnologico, esibizionista, intimista, orientale. Tali sono infatti, in estrema sintesi, secondo la storica dell’arte e dell’architettura Domitilla Dardi, le concezioni più diffuse dello “spazio bagno” nella storia, e ci si immerge in epoche e culture dove il ruolo del bagno non aveva nulla a che vedere col concetto di pulizia della persona, associato invece o a pratiche di abluzione e purificazione, o a rituali maschili di condivisione (vedi le antiche terme), oppure a scopi medicali, come la cura di gozzi e salassi, o più tardi l’idro e talassoterapia. Epoche e culture neanche tanto lontane a noi nel tempo, visto che bisognerà aspettare fin verso la fine dell’800 perché l’acqua calda diventi veicolo di igiene e il bagno per lavarsi prassi abituale. Il fenomeno della costruzione delle stanze da bagno all’interno delle case è infatti tutto novecentesco, portando con sé lo sviluppo dell’industria del sanitario e profondi mutamenti comportamentali. La seconda parte del libro, a cura dell’architetto Carlo Martino, è invece dedicata al bagno Catalano e nel raccontare la storia di questa azienda, delle sue produzioni made in italy, del suo design, si racconta anche l’evolversi del gusto e delle abitudini d’uso del bagno dagli anni ’60 ai giorni nostri. The book, which was created in conjunction with Ceramica Catalano, is divided into two sections. The first is a cultural and sociological excursus through nine different types of bathrooms: masculine, feminine, scholarly, medical-hygienic, purifying, technological, exhibitionist, intimate and oriental. To simply sum up the opinion of art and architecture historian, Domitilla Dardi, historically speaking, these have been the most common types of bathrooms. In fact they came about in eras and cultures where the bathroom had nothing to do with the idea of personal cleanliness. It was instead centred on the idea of ablution and purification or masculine social rituals (such as the ancient thermal baths), or even medical purposes such as bloodletting or the cure of goitres and later for hydrotherapy and thalassotherapy. Bathrooms did not make their appearance that long ago considering that it was not until the end of the 1800s that hot water became a good hygiene driver and the bathroom became a place for daily washing. Bathrooms were only incorporated into home interiors in the 1900s, which led to the development of the sanitary fixtures industry and it gave rise to profound behavioural changes. The second part of the book by architect Carlo Martino is dedicated to the Catalano bathroom and it talks about the company’s history and the company’s Italian manufacturing and design. It also recounts the evolution of taste and the changes in bathroom habits from the 60s up until today. di Domitilla Dardi e Carlo Martino Ed. 24 ORE Cultura, pag. 160, testi: italiano/inglese, www.24orecultura.com

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DESIGN AS A DEVELOPMENT TOOL I fratelli Vinaccia sono designer migranti. Nati a Caracas, si sono trasferiti in Italia nel 1985, fondando il loro studio a Milano, ma da oltre 15 anni sono anche impegnati a portare esperienze e conoscenze di design tra le comunità artigiane di paesi come la Colombia, il Brasile, l’Afganistan, l’Egitto, la Cina, ma anche d’Europa. L’artigiano, specie nelle economie più povere, è spesso un artista solitario che reitera tradizioni quasi passivamente. Non si sposta dal luogo di origine perché da esso dipende il suo sostentamento e non ha né la mentalità, né il tempo di relazionarsi con altri e conoscere tecniche e materiali alternativi. Secondo i Vinaccia occorre preservare le differenze e le individualità di ciascuna cultura senza isolarle dal resto del mondo, rendendole anzi visibili e quindi difendibili (comunità sconosciute scompaiono ogni anno senza che nessuno se ne accorga). Le loro missioni-progetto coinvolgono team di designer internazionali che lavorano insieme agli artigiani dei luoghi prescelti, li mettono in contatto tra loro e con persone di tutto il mondo, e li aiutano, con una consulenza gratuita e volontaria, a valorizzare i loro prodotti, a renderli più belli e più funzionali, a crearne tipologie diverse, pur preservando il DNA della tradizione locale. Il volume Design as a Development tool, con la descrizione dei progetti ed immagini di luoghi, manufatti, persone al lavoro, nasce per far conoscere quest’esperienza: il design usato come strumento di sviluppo, nonché di interazione tra i popoli. The Vinaccia brothers are migrant designers. Born in Caracas, they moved to Italy in 1985 and founded their firm in Milan. For over 15 years they have also been working to further experiences and understanding of design in artisan communities in countries such as Columbia, Brazil, Afghanistan, Egypt and China as well as Europe. Artisans, especially in poorer economies, are frequently solitary artists that mimic tradition almost passively. The local artisans do not move away from their hometowns because they depend on them for their livelihood and they do not have the mentality or the time to connect with others to learn about alternative techniques or materials. In the Vinaccia brothers’ opinion we need to preserve the differences and individualism of each culture without isolating it from the rest of the world. We need to make them visible and thus defendable (unknown communities disappear each year and nobody even notices). Their design mission involves international design teams that work together with pre-chosen local artisans and gets them into contact with persons from all over the world to help them through free volunteer consultancy that can enhance their products by making them more attractive and more functional and creating different types while preserving the DNA of the local tradition. The volume Design as a Development tool, with the description of the projects and images of sites, objects and workers was compiled to shed light on the theme: design used as a development tool as well as a tool for interaction between peoples.

di Giulio e Valerio Vinaccia Ed. Blurb/Giulio & Valerio Vinaccia, pag. 120, testi: inglese, www.vinaccia.it


IL VALORE DELL’IMPERFEZIONE

IL SENSO DEI MATERIALI PER IL DESIGN

Il concetto giapponese del Wabi Sabi, che all’origine era connotato da riferimenti al principio buddista di impermanenza, riassume oggi il senso di una visione del mondo, o estetica, basata sul riconoscimento della bellezza alle cose mutevoli, imperfette, transitorie, incomplete. Un modo di vedere che piace sempre di più al mondo occidentale: un significato di bello più consono all’uomo e alla realtà delle cose. L’attualità di questo concetto porta con sé la ricerca dell’imperfezione come valore e come elemento narrativo anche nell’approccio progettuale; significa ad esempio concepire prodotti capaci di invecchiare, di modificarsi, di essere riparati, di raccontare un vissuto, ma significa anche allungarne il ciclo di vita e, soprattutto, accettare che abbiano una vita propria, variabile e indefinibile. Questo è il tema del libro che presentiamo, uno studio sul valore attribuibile alle imperfezioni degli oggetti, proponendole come motivi di un’inequivocabile unicità: dalla tradizione orientale, al concetto di prodotto eternamente ‘nostro’, dalla valorizzazione dell’errore in ambito industriale, nel processo produttivo, nell’assemblaggio, al significato di riprogettare secondo il tempo e l’uso quotidiano, ed infine il tema della rottura come nuovo inizio (riparare, restaurare, rianimare).

“Il modo con cui gli artefatti vengono compresi, usati e vissuti è relativo alle esperienze corporee che nascono dall’interazione col mondo” si legge nelle prime righe di questo saggio. “L’esperienza è influenzata dalle caratteristiche della persona: le abilità, il background, i valori culturali e le motivazioni. Ma è anche condizionata dalla peculiarità dell’artefatto stesso: la forma, la texture, il colore, il funzionamento...”. In seguito viene spiegato che le esperienze che si possono fare con un artefatto sono principalmente di tre livelli, quella estetica, quella legata all’attribuzione di un significato, e quella emotiva. Il campo d’analisi è l’articolato ambito inerente la percezione degli oggetti: le autrici scelgono in particolare di scandagliare il tema della sensorialità connessa al mondo dei materiali di cui gli oggetti sono fatti, affermando che proprio la dimensione multisensoriale degli stessi è ritenuta tra gli aspetti più importanti nel determinare la risposta affettiva dell’utente. Dalla relazione con la materia scaturisce infatti un’esperienza complessa e coinvolgente, che è prima di tutto di vista, di tatto, di suono, di olfatto. E’ per questo che risulta sempre più evidente la necessità di un contatto diretto con i materiali e che è attraverso i loro potenziali espressivi e di linguaggio che può perfezionarsi il ruolo del design come innovazione.

The Japanese concept Wabi Sabi was originally connoted as a reference to the Buddhist principle of impermanence, while today it returns as being a view of the world or aesthetics that recognises the beauty of changing, imperfect, transitory or incomplete things. This viewpoint is gaining popularity in the west: it is a meaning of beauty that is more in tune with the reality of humans and things. The idea behind this concept drives the search for the value of imperfection - viewing it as a narrative element in the design approach. For example, it means considering products that age and transform, that can be repaired and that can tell the story of their life. It also means lengthening their duration, and above all, accepting that they have a life of their own that is variable and indefinable. The theme presented in the book is to study the value that can be attributed to the imperfections of objects by proposing them as traits with unparalleled equals: from oriental tradition to ‘our’ eternal product concept. It goes from valuing error in the industrial sector, in the manufacturing process and in assembly to the concept of redesign according to the times and daily uses and it ends with the theme of breakdown as a new beginning (repair, restore, reanimate).

“The way that objects are understood, used and lived is related to the corporal experiences that are born from interaction with the world” is read in the first lines of this essay. “Experience is influenced by a person’s characteristics: ability, background, cultural values and motivations. However, it is also conditioned by the uniqueness of the object itself: the form, texture, colour and functioning...” Later it is explained that the experiences which make an object are primarily on three levels: aesthetic, those tied to a meaning and those tied to emotion. The area regarding the perception of objects is particularly articulate: the authors choose in particular to look at the theme of sensory as it relates to the world of materials where objects are made to affirm that the multi-sensorial dimension is one of the most important in determining user affection. The relationship with materials drives a complex and involving experience that is above all sight, touch, sound and taste. This is why it is increasingly more evident that we need direct contact with materials and it is through their expressive and linguistic potential that the role of design as innovation can be perfected.

di Francesca Ostuzzi, Giuseppe Salvia, Valentina Rognoli, Marinella Levi Ed. FrancoAngeli, pag. 136, testi: italiano, www.francoangeli.it

di Valentina Rognoli e Marinella Levi Ed. FrancoAngeli, pag. 272, testi: italiano, www.francoangeli.it

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progettoXallestimenti Testo di Patrick Fael

Best Design Exhibit LA FIERA NON È PIÙ SOLO MERA ESPOSIZIONE DI PRODOTTO, MA ORMAI UNA GARA AL MIGLIORE ALLESTIMENTO: ECCO ALCUNI DEGLI STAND PIÙ INTERESSANTI VISTI AL CERSAIE, TRA CUI IL VINCITORE DEL BEST DESIGN EXHIBIT 2011 THE FAIR IS NO LONGER SIMPLY A PRODUCT EXHIBIT, IT IS A TRUE DESIGN EXHIBIT COMPETITION. THIS IS A SMATTERING OF SOME OF THE MOST INTERESTING STANDS AT CERSAIE INCLUDING THE WINNER OF THE BEST DESIGN EXHIBIT 2011


STAND Aboutwater DIMENSIONI 130 mq PROGETTO Lissoni associati STYLIST Alessandra Salaris Studio CONCEPT Il progetto crea un’isola, un involucro accogliente e rilassante, realizzato con eleganza leggera e distintiva. Tende impalpabili a correre lungo perimetro, con piacevoli giochi di luci e ombre, e suoni che riproducono il rumore dell’acqua. Esposizione di tutti gli articoli delle due serie design AF/21, design Naoto Fukasawa e AL/23, design Piero Lissoni (con precedenza alle nuove versioni miscelatore lavabo a pavimento); gli arredi sono di Living divani, le lampade di MayuhanaII e Tear Drop di Yamagiwa, i ventilatori elica Air di Boffi. (foto: Beppe Raso) STAND Aboutwater SIZE 130 mq PROJECT Lissoni associati STYLIST Alessandra Salaris Studio CONCEPT The design creates an island. It is a welcoming and relaxing shape made with elegance and distinction. Thin curtains run along the outside providing pleasant lights and shadows and sounds of water. All of the items from the two series design AF/21, design Naoto Fukasawa and AL/23, design Piero Lissoni are on display (and the new sink mixer floor mount versions were highlighted. The furnishings included Living sofas, MayuhanaII lamps and Tear Drop by Yamagiwa, the fans Air by Boffi. (photo: Beppe Raso)

In apertura un’immagine dello stand, progettato da Lissoni associati; sopra il nuovo miscelatore lavabo da pavimento, nella finitura bianco: fa parte della serie disegnata da Piero Lissoni e si connota per una forte vocazione alla semplicità.

On the opening page, a view of the stand designed by Lissoni Associati; Above, the new floor-mount sink mixer with a white finish: distinguished by its outstanding simplicity, it is part of the series designed by Piero Lissoni.

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Magica atmosfera allo stand Aboutwater, con un piacevole gioco di chiaroscuro, accoglienti divani e dettagli di stile.

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The magical atmosphere of the Aboutwater stand with a pleasantly emphasised chiaroscuro, welcoming sofas and stylish details.


STAND Fantini DIMENSIONI 150 mq PROGETTO Lissoni associati STYLIST Alessandra Salaris Studio CONCEPT Il concept è mirato a valorizzare le molteplici soluzioni doccia, con giochi di luci e acqua in funzione. In esposizione varie collezioni rubinetti dentro a teche realizzate in lamiera grezza dello spessore di 10mm, come il banco reception. Le pareti in policarbonato retroilluminate con luce blu/bianca. Pavimento in OSB verniciato color bianco come gli espositori ruotanti. Arredi: Living divani.

Con soffione a cascata, la colonna doccia Acquapura di Fantini, versione built in, segnalata ADI menzione d’onore al XXII Premio Compasso d’Oro. With a cascade showerhead, the built-in version Acquapura shower column by Fantini received an honourable mention from ADI at the XXII Compasso d’Oro Awards.

STAND Fantini SIZE 150 mq DESIGN Lissoni associati STYLIST Alessandra Salaris Studio CONCEPT The concept is designed to highlight the multiple shower solutions with entertaining light and water displays. A number of tap collections are on display inside cabinets made from unfinished 10 mm sheet metal which matches the reception desk. The walls are backlit polycarbonate with blue/white light. The OSB white flooring matches the revolving display cases. Furnishings: Living sofas.

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STAND Ceramica Flaminia PROJECT&STYLIST Giulio Cappellini CONCEPT Lo stand si presenta come un grande edificio grigio dall’architettura minimalista. All’interno è stato suddiviso in varie stanze, visibili da una strada centrale pavimentata in pietra lavica. Ogni stanza racconta una storia diversa, non solo per i differenti sanitari, ma per le atmosfere che si rifanno a varie zone del mondo, a dimostrazione della vocazione internazionale dell’universo Flaminia. Pareti dai grandi decori, oggetti particolari e icone del design creano veri e propri ambienti da bagno arredati con sanitari differenti e con la collezione di arredi Compono System, di Cappellini e Talarico, proposta in varie finiture. Flaminia dimostra così la sua continua ricerca formale e materica e il continuo rinnovamento nella presentazione delle sue collezioni, immaginate per arredare le stanze da bagno di tutto il mondo.

STAND Ceramica Flaminia PROJECT&STYLIST Giulio Cappellini CONCEPT The stand is designed as a large grey building with minimalist style architecture. Inside, it was subdivided into various rooms that are visible from a central pathway paved with lava stone. Each room tells a different story with different fixtures and different atmospheres that are reminiscent of various parts of the world and reflect the international world of Flaminia. Walls with large decorations, unique items and design icons create true furnished bathrooms with different fixtures and the Compono system furnishing collection by Cappellini and Talarico is available with a number of different finishes. Flaminia demonstrates its constant development in form and materials and the continuous renewal of its collections designed to furnish bathrooms throughout the world.

Sotto, progetto di Paola Navone: Doppio Zero, una serie di lavabi da appoggio che ricorda le vecchie tortiere da forno; Boll, serie di lavabi da appoggio rotondi e ovali che si rifanno alle antiche ciotole orientali, caratterizzate da spessori sottili e forme armoniose e Make Up, una collezione di specchi e luci da parete e soffitto in ceramica che ricordano gli arredi dei camerini da teatro. A destra, in alto: Como, disegnata da Rodolfo Dordoni, si arricchisce di un nuovo elemento, un lavabo da appoggio dalle dimensioni contenute ma dalle forme decise e caratterizzanti. Sotto: collezione Compono system disegnata da Giulio Cappellini e Leonardo Talarico, la vasca Wash disegnata da Giulio Cappellini.

Below: a design by Paola Navone: Doppio Zero, a series of counter-top sinks that is reminiscent of old-fashioned baking tins; Boll is a series of countertop sinks that are round an oval like antique oriental bowls with a thin wall and harmonic shape and Make Up, a collection of mirrors and lights for walls and ceilings in ceramic that are reminiscent of the furnishings in theatre dressing rooms. On the right, above: Como, designed by Rodolfo Dordoni, now includes a new element – a small counter-top sink with a decisive and distinguishing shape. Below: the Compono System Collection designed by Giulio Cappellini and Leonardo Talarico, the Wash basin designed by Giulio Cappellini.


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STAND Dornbracht DIMENSIONI 160 mq PROGETTO studio Meiré und Meiré CONCEPT Un percorso articolato e completo caratterizza lo stand di Dornbracht a Cersaie 2011. Coerentemente con il brand, con il suo linguaggio formale e con le sue collezioni, è stata sviluppata una struttura architettonica ripartita in differenti zone. Dallo stile volutamente sobrio ed essenziale, distribuito su una superficie di 160 metri quadri, lo stand Dornbracht si snoda attraverso la messa in scena delle novità 2011: si succedono i prodotti della serie Deque (Sieger Design), caratterizzato da forti contrasti formali e dal flusso perlato dai delicati getti singoli, Gentle il nuovo classico di Matteo Thun dall’eleganza discreta e versatile e IMO che, grazie alla sua trasversalità si inserisce perfettamente nei più diversi contesti abitativi. Il percorso include anche un ambiente definito e lineare, dove si trovano rispettivamente l’innovativa Performing Shower, i cui componenti vengono mostrati in funzione, e il sistema ATT (Ambience Tuning Technique) l’innovativo sistema dalla sofisticata tecnologia, che rivoluziona l’esperienza doccia, qui presentato completo del pannello di controllo intuitivo eTool. Lo stand prosegue con una zona dedicata espressamente alle proposte Dornbracht per la cucina: Eno, un nuovo miscelatore monocomando, la cui leva di regolazione evita un involontario consumo d’acqua calda e alcune integrazioni destinate al programma Water Dispenser, i dispenser per acqua presentati per la prima volta lo scorso anno. Alta qualità dei materiali, superfici lineari, eleganza e raffinate scelte monocromatiche valorizzano i diversi mondi presenti. STAND Dornbracht SIZE 160 mq DESIGN studio Meiré and Meiré CONCEPT The Dornbracht stand at Cersaie 2011 was a articulate and complete pathway. Like the brand, the formal syntax and collections gave rise to the architectural structure divided into different areas. The serious essential style is distributed across 160 square meters. The Dornbracht stand opens with a presentation of the innovations for 2011 with products from the Deque series (Sieger desing), with strong formal contrasts and a pearly flow of single jets: Gentle is the new classic by Matteo Thun with discreet and versatile elegance; IMO fits perfectly into a wide range of home styles thanks to its flexibility. The exhibit also includes a defined and linear environment where the innovative Performing Shower is on display with functioning components as is the ATT system (Ambience Tuning Technique) which presents an innovative system of sophisticated technology that revolutionises the shower experience - and here it is presented with the intuitive eTool control panel. The stand continues with an area dedicated to Dornbracht proposals for the kitchen: Eno is a new lever mixer with a lever that helps regulate involuntary consumption of hot water and a few additions for the Water Dispenser program which was presented for the first time last year. High quality materials, linear surfaces, elegance and refined single hue choices highlight the various lines presented.

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In questa pagina: il corner dedicato alla serie Gentle disegnato da Matteo Thun. Nella pagina accanto, sopra: una veduta d’insieme dello stand Dornbracht con le soluzioni Performing Shower e sotto con ATT – Ambience Tuning Technique.

On this page: the corner dedicated to the Gentle series designed by Matteo Thun. On the opposite page, above: a view of the Dornbracht stand displaying the Performing Shower solutions and below with ATT – Ambience Tuning Technique.


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STAND Gessi DIMENSIONI 400 mq PROGETTO Prospero Rasulo CONCEPT Gli spazi Gessi, disegnati da Prospero Rasulo, sono luoghi progettati per rappresentare con poetica e funzionalità il grande gioco e la magia dell’acqua, in modo trasversale dall’ambiente domestico a quello del contract. In questo teatro di raffinate rappresentazioni, il visitatore è immerso in un percorso di emozioni amplificate nello spazio che si dilata fino a divenire una grande casa, delineando spazi e arredi, che di anno in anno si completano costruendo un luogo sempre più rappresentativo della complessa filosofia progettuale del mondo Gessi che riesce, tramite la visione di Prospero Rasulo, a rendere l’acqua una stupefacente protagonista dell’ambiente bagno. Ogni creazione Gessi rappresenta un incontro tra immaginazione e tecnologia, i cui segni esplorano con originalità e ironia i simboli grafici e le geometrie più evocative trasformandole in icone di un design industriale di qualità che grazie ai grandi numeri e alla voglia di costante evoluzione si pone l’obiettivo di raggiungere un pubblico sempre più vasto operando una sorta di democratizzazione del bello.

STAND Gessi SIZE 400 mq DESIGN Prospero Rasulo CONCEPT The Gessi exhibit, designed by Prospero Rasulo, presents sites designed to represent the entertaining magic of water with poetry and function – ranging from the domestic environment to contracting. On this refined stage of displays, the visitor is carried forward on a pathway of emotions that are amplified in space and stretch out into a large home outlining areas and furnishings that are completed year by year to create an increasingly thorough view of the complex design philosophy of Gessi. Through the vision of Prospero Rasulo water becomes a stunning protagonist of the bathroom. Each Gessi creation is a blend of imagination and technology that dynamically explores the most interesting graphic symbols and shapes with uniqueness and fun transforming them into quality industrial design icons that are produced in large numbers and are in constant transformation to reach an ever wider public and to establish a true democracy of beauty.

Sopra, cascate della collezione ISPA; nella pagina accanto sopra: ambientazione docce Colour e Minimali della collezione Privatewelness, sotto: collezione Ispa: lavabi, sanitari, rubinetti, specchi e accessori. Della Gessi home collection, profumi e tessile.

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Above, the ISPA collection of cascades; on the opposite page above: a view of the Colour and Minimali showers from the Privatewellness collection. Below, the ISPA collection: sinks, bathroom fixtures, taps, mirrors and accessories. Perfumes and textiles from the Gessi Home Collection.


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STAND Milldue PROGETTO Michele Marcon CONCEPT Lo stand è nato, inizialmente, come concetto di struttura filtrante, che avesse volume, ma che allo stesso tempo fosse misterioso e creasse la curiosità di entrare. La struttura esterna, è in maglia di alluminio forato verniciato bianco, sostenuta da colonne circolari in ferro, verniciato bianco, per creare, appunto curiosità e interesse. Nella parte interna invece, l’architettura si presenta compatta e pulita con forti volumetrie fra pareti, abbassamenti e soffitti. Il pavimento utilizzato è laccato bianco lucido, affiancato a un illuminazione studiata per mirare ed esaltare i prodotti, perchè risultino in primo piano. Per quanto riguarda l’oggettistica, sono state inserite delle macchie naturali verdi, come presenza di “spicco”, che danno freschezza e colore, in questo spazio, dalle volumetrie forti e candide. All’interno è stato ricavato uno spazio “glamour” con uno stile molto pulito, per le nuove collezioni Luxury, usando una carta da parati molto tenue tendente al bianco, ma strutturata. E’ stata creata anche l’area conversazione, con un tavolo unico in legno tranchè, che assieme a un illuminazione calda e soffusa, rende l’ambiente più accogliente e rilassante. Il tutto nel corpo centrale dello stand, per dare più importanza al cliente. STAND Milldue DESIGN Michele Marcon CONCEPT The stand was initially designed as a separate structure with a form and a mysterious air that peaked viewer curiosity to enter. The exterior structure in painted aluminium punched metal netting is supported by white circular steel columns that are enticing and thought provoking. Inside, the design is compact and linear with strong proportional relationships between walls, insets and ceilings. The shiny white flooring was paired with lighting that was designed to emphasise and exalt the products bringing them to centre stage. The interiors also included natural green spots that add dynamicity and a fresh touch of colour in this area with strong white shapes. A glamour area was designed inside with a very linear style for the new Luxury collections. The wallpaper is in very light whitish structured hues. An area was also created for conversation with a wood plank table and warm suffused lighting that makes the area welcoming and relaxing. It is all located in the central part of the stand to emphasise customer importance.


A sinistra: collezione Luxury Hilton, finitura Alligator Silver, finitura vetro con particolari cromo, lavabo rettangolare 81 in Mineralmarmo con esterno acciaio, specchiera con profilo cromo retro illuminata, luce Led. Vasca in acciaio smaltato con rivestimento coordinato. In basso: la struttura esterna dello stand è in maglia di alluminio forato verniciato bianco, sostenuta da colonne circolari in ferro. In questa pagina, collezione Touch, finiture ecomalta, finitura Cemento: monolito con specchiera, con miscelatore e dispenser integrati sul bordo; finitura Argilla: monolito con miscelatore integrato sul bordo; finitura Terra: monolito con miscelatore integrato sul bordo. On the left: the Luxury Hilton collection with an Alligator Silver finish, glass finish with chrome details, the rectangular 81 sink in Mineralmarmo with a steel exterior, the backlit mirror with a chrome frame and LED light. Bathtub in enamelled steel with coordinated covering. Below: the outside of the stand is in punched aluminium painted white supported by round steel columns. On this page the Touch collection, the Ecomalta finish and the Cemento finish: monolith with mirror, with mixer and dispenser built-in on the side; Argilla finish: monolith with mixer built-in on the side; Terra finish: monolith with mixer built-in on the side.

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STAND Ideagroup DIMENSIONI 400 mq PROGETTO\ART DIRECTOR Riccardo Gava CONCEPT L’importanza determinante della stanza da bagno all’interno dello spazio abitativo, una stanza accogliente, calda, vivibile. Il bagno “si apre” sul living, facendo entrare concetti, forme e funzioni che normalmente sono destinati ad altri spazi della casa: librerie, caminetti, angoli verdi... L’utilizzo dei materiali è ispirato alla natura nei suoi elementi fondamentali: il calore del fuoco e delle superfici lignee (pavimenti ma anche pareti), l’energia dell’acqua, la serenità di piante e fiori. Lo stand è stato selezionato tra oltre 1.000 espositori e premiato come Best Design Exhibit 2011, ovvero lo stand espositivo con il miglior concept di design. Essenzialità e integrazione sono gli elementi che contraddistinguono lo spazio espositivo: il bianco dominante viene spezzato da elementi in vetro, legno e zone “green”, effetto prato; lo spazio è diviso in maniera flessibile, creando un ambiente che si apre e si chiude grazie a giochi di modularità e pareti trasparenti; le soluzioni arredo bagno sono integrate da elementi di arredo proposti da aziende partner del Gruppo. Razionalità raffinata, minimalismo elegante: uno stand il cui stile rispecchia la filosofia e l’immagine Ideagroup, che fa dell’eccellenza nella qualità e nel design, rigorosamente made in Italy, i propri punti di forza.

STAND Ideagroup SIZE 400 mq DESIGN\ART DIRECTOR Riccardo Gava CONCEPT The bathroom is an important room in the home, it is welcoming, warm and liveable. The bathroom opens into the living area presenting concepts, forms and functions that are normally destined to other areas in the home: bookshelves, fireplaces and greenery... The use of materials is inspired by nature and its fundamental elements: the heat of fire and the warmth of the wooden surfaces (floors and walls), the energy of water and the serenity of plants and flowers. The stand was selected from over 1000 exhibitors and it was chosen as the Best design Exhibit for 2011. Essential and integration are the concepts that distinguish the exhibit area: the dominating white colour is broken up by glass, wood and lawn-like elements. The area is divided flexibly to create an environment that opens and closes with fun modularity and transparent walls. The bathroom furnishings solutions are integrated with decor items proposed by the group’s partner companies. Refined rationalism, and elegant minimalism: the style of the stand mirrors the philosophy and image of Ideagroup – a leader in quality and designmade in Italy.

Nella pagina precedente, in alto: in primo piano, My Seventy Plus, sullo sfondo, Cubik, nuovo modulo h 25.5cm; in basso: nuova collezione My Seventy Plus, restyling della nota collezione My Seventy, una nuova essenza legno di frassino proposta in molteplici varianti cromatiche a cui si aggiungono una serie di nuovi moduli. In questa pagina: novità collezione Cubik, nuovo modulo h 25.5cm. Doppia base lavabo bianco opaco, piano in Aquatek con due vasche integrate e doppia base standard in laminato unicolor HPL cemento; vani a giorno in cristallo extrachiaro e schienale in laminato unicolor HPL cemento.

On the preceding page, above: a close up of My Seventy Plus, in the background, Cubik, the new unit h 25.5cm; Below: the new collection My Seventy Plus, a restyling of the famous My Seventy collection, the ash wood is available in a multiple of hues and there is also a series of new units. On this page: Cubik collection innovations, the new unit h 25.5cm. Doppia sink base in flat white with an Aquatek counter with two built-in basins and a double standard base in laminated single-hue HPL cement; extra transparent open storage in glass and laminated single-hue HPL cement back.

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STAND Catalano PROGETTO Studiomartino.5 CONCEPT Uno spazio fluido e rarefatto disegnato per esaltare i prodotti e la filosofia aziendale. L’esposizione è stata inclusa in una scatola rivestita esternamente in lamiera di ferro e caratterizzata da un’estetica solida e industriale. Ampi tagli verticali permettono l’accesso all’area della mostra in cui una spirale multisfaccettata accoglie il desk centrale e le collezioni definendo raggruppamenti e percorsi. I volumi sono stati disegnati ad hoc e finiti con una vernice turchese capace di donare alle superfici una particolarissima sensazione touch e di colorare lo spazio realizzando, in relazione alla ceramica, una soluzione di forte contrasto materico. Vaste superfici specchianti sono state disposte a creare continui giochi di riflessi e sdoppiamenti. Per il celino si è sperimentato l’utilizzo di pannellature realizzate in Specchiopiuma, un sottilissimo film capace di offrire leggerezza e caratteristiche ottiche superiori anche ai tradizionali specchi di vetro. Una galleria laterale ha inoltre accolto la novità assoluta della produzione Catalano: il progetto Impronta disegnato da Massimiliano e Doriana Fuksas. I prototipi della collezione, presentati in anteprima, sono stati esposti in uno spazio dedicato, allestito con specchi, vetri e videoproiezioni. Una elegante parete brisoleil fa da separatore tra l’area mostra e la zona break/contrattazione rivestita in ebano dark. Lo stand Catalano è stato insignito del premio Best Design Exhibit 2011, assegnato al miglior progetto di allestimento. STAND Catalano DESIGN Studiomartino.5 CONCEPT This fluid and refined area was designed to exalt the products and the company philosophy. The exhibit was enclosed in a box covered with steel sheet metal and with a solid and industrial character. Large vertical slits provide access to the exhibit area with a multifaceted spiral that hosts the central desk and the collections creating groups and pathways. The shapes were custom designed and finished with turquoise paint that gives the surfaces an incredible texture and colours the space creating a strongly contrasting solution in relation to the ceramic. Large mirrored surfaces create constant reflections and double images. The ceiling panels are made from Specchiopiuma, a very thin film that offers lighting and better optical characteristics than traditional glass mirrors. A gallery on the side hosts the absolute innovations of Catalano productions: the Impronta design by Massimiliano and Doriana Fuksas. The prototypes of the collection, which were presented in a preview, were exhibited in a special area outfitted with mirrors, glass and videos. An elegant brisoleil wall divides the exhibit area from the break/contracting area in dark ebony. The Catalano exhibit was selected as the Best design Exhibit 2011 for its outstanding presentation.


In alto: un angolo dello stand Catalano e una veduta d’insieme. In basso a sinistra: una veduta frontale del lavabo firmato Fuksas, nella versione dotata di portasciugamani. In basso a destra: evoca le superfici di sabbia modellate dall’acqua del mare il piatto doccia della collezione Impronta. Above: a view of a detail of the Catalano stand and a view of the overall stand. Below on the left: a front view of the sink designed by Fuksas in the version with a towel holder. Below on the right: the shower tray from the Impronta collection seems like sand textured by sea water.

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STAND Vismaravetro DIMENSIONI 100 mq PROGETTO Castiglia Associati / Romano Associati STYLIST Laura Cazzaniga CONCEPT Studiato per valorizzare la capacità Vismaravetro di produrre cabine doccia affidabili, formalmente e tecnicamente, ben risolte anche in ambito diverso da quello domestico. Nello specifico, lo stand enfatizzava un’area fitness esclusiva (posizionata su un livello superiore rispetto all’ingresso stand) con un’infilata di cabine doccia a parete, dove trasparenza e leggerezza si leggono anche grazie all’ironica vetrofania, dai caratteri evidenti. Lo styling suggerisce l’idea di fitness esclusivo, scegliendo attrezzi e supporti: sacchi boxe, caschetto, scarpette, palle mediche, di una disciplina sportiva che richiede costanza e continuità. Oltre le mode. Nello stand trovano poi visibilità anche le varie nuove collezioni (Twin, Parete Radiante, Linea ). STAND Vismaravetro SIZE 100 mq DESIGN Castiglia Associati / Romano Associati STYLIST Laura Cazzaniga CONCEPT Designed to highlight Vismaravetro’s ability to produce trustworthy shower enclosures both formally and technically with great solutions even outside the home sector. More specifically, the stand presents an exclusive fitness area (located on a floor above the entrance) with a line of wall shower enclosures where transparency and light are communicated through ironic glass decorations with evident characters. The style of the exclusive fitness areas is highlighted by the equipment: boxing bags, helmet, shoes and weight balls for a sport that requires constancy and continuity. Beyond fashion. The stand also highlights the various new collections (Twin, Parete Radiante, Linea).

Sopra, cabina doccia Twin, nasce da un’idea di organizzazione dello spazio e del coordinamento estetico. Realizzata in cristallo temperato di sicurezza. Nella pagina precedente, in alto Vismaravetro a Cersaie 2011 pone l’accento su un’idea di area fitness esclusiva, dove lo styling - sacchi boxe, caschetto, palle mediche, in un’area dedicata, posta più alto rispetto all’ingresso -, connota lo stand in modo distintivo. In basso un’infilata di nuove cabine doccia, leggere e trasparenti, trasferiscono l’idea di completezza proposta Vismaravetro.

Above, the Twin shower enclosure is born to organise space and coordinate aesthetics. It is made from tempered safety glass. On the preceding page above, Vismaravetro at Cersaie 2011 places the accent on an exclusive fitness area where styling – punching bags, helmets and exercise balls are arranged in a special area above the entrance distinguishing the stand. Below, a line-up of new shower enclosures: they are light and transparent and give the idea of the completeness of the Vismaravetro offer.

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newsXfiere Testi di Veronica Buratti

DESIGN MIAMI 30 NOVEMBRE - 04 DICEMBRE 2011 MIAMI

CEVISAMA 07 - 10 FEBBRAIO 2012 VALENCIA

Forum mondiale sul design, Design Miami è divenuto il più importante punto di incontro, raccolta, discussione ed esposizione di design da collezione a livello mondiale. La manifestazione è molto più di un semplice mercato, in cui le gallerie più prestigiose del mondo si riuniscono. Accanto alle opportunità commerciali, Design Miami offre infatti anche interessanti cicli di incontri culturali e la possibilità di stringere collaborazioni con designer, architetti ed esponenti del mondo dell’arte e della moda, affermati o emergenti. Costantemente impegnati ad arricchire la programmazione di eventi gli organizzatori mirano a soddisfare le esigenze degli operatori e ad ampliare la loro consapevolezza del design moderno e contemporaneo.

La moda ha ispirato la nuova immagine di Cevisama 2012, perchè i prodotti più innovativi in ceramica e pietra naturale e le attrezzature per il bagno sono stati ormai trasformati in oggetti e accessori all’avanguardia. La nuova immagine della fiera offre quindi la visione di alcuni settori innovativi, tecnologicamente avanzati, che hanno optato per le nuove tendenze, la creatività, il design e l’internazionalità. Fondamentalmente però Cevisama è e resta una rassegna di prodotti innovativi, una fiera in cui è possibile trovare le soluzioni adatte a ogni tipo di esigenza architetturale o di interior design. A partire dalla prossima edizione avrà luogo Cevisama Lab, un laboratorio ‘For New Design’, un concentrato di idee per i produttori che perseguono un valore aggiunto basato sull’innovazione.

30 November - 04 December 2011 Miami The world design forum Design Miami has become the most important event for networking, discussing and displaying world level design collections. The event is much more than a simple market where the world’s most prestigious galleries get together. Over and above commercial opportunities, Design Miami offers interesting cultural encounters and a chance to meet and further relations with designers, architects and famous and emerging members of the art and fashion world. Constantly working to enrich the event schedule, the organisers aim to satisfy professionals and broaden their horizons on modern and contemporary design. www.designmiami.com

07 - 10 February 2012 Valencia Fashion has inspired the new image for Cevisama 2012 where the most innovative ceramic and natural stone products and equipment for bathrooms have been transformed into vanguard objects and accessories. The new image of the fair provides a view of certain innovative and technologically advanced sectors that have opted for new trends in creativity, design and international flair. However, Cevisama is fundamentally an exhibit for innovative products - a fair where it is possible to find solutions that fit any sort of architectural or interior design need. At the next edition, Cevisama Lab will offer a workshop entitled ‘For New Design” with lots of ideas for manufacturers looking for added value through innovation. cevisama.feriavalencia.com

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il puntoXintervista multipla Testo di Ester Pirotta

L’essenza del progetto THE ESSENCE OF A PROJECT

DESIGN È UNA PAROLA CURIOSA. ALCUNI PENSANO CHE SI RIFERISCA ALL’ASPETTO ESTERIORE DEGLI OGGETTI MA SE RIFLETTI CAPISCI CHE HA A CHE FARE CON IL LORO FUNZIONAMENTO. PER PROGETTARE BENE UNA “COSA” DEVI PRIMA ASSIMILARLA, DEVI INTUIRE QUAL È LA SUA ESSENZA. (STEVE JOBS) DESIGN IS A FUNNY WORD. SOME PEOPLE THINK DESIGN MEANS HOW IT LOOKS. BUT OF COURSE, IF YOU DIG DEEPER, IT’S REALLY HOW IT WORKS. TO DESIGN SOMETHING WELL YOU HAVE TO ASSIMILATE IT FIRST – YOU HAVE TO UNDERSTAND ITS ESSENCE. (STEVE JOBS) Ho voluto citare Steve Jobs - sebbene operasse in un ambito ben lontano dal nostro - perché questa sua frase coglie il punto cruciale del tema che abbiamo affrontato nelle interviste che seguono. Il primo passo per un progettista è intuire l’essenza del progetto, tradurla nella forma più consona alla sua rappresentazione e interagire con l’azienda produttrice durante la fase di sviluppo del prodotto. Parlare dell’essenza del progetto significa quindi anche affrontare tematiche relative all’integrazione della cultura del design con gli aspetti tecnico-ingegneristici legati allo sviluppo del prodotto e alla gestione dei processi produttivi, che devono preservare le valenze espressive e formali del progetto originale il più possibile. Abbiamo chiesto a cinque professionisti che operano, con competenze diverse, nel settore dell’arredobagno di raccontarci il loro punto di vista in merito a questo tema e, reduci dal Cersaie da poco conclusosi, di parlarci degli ultimi progetti presentati a Bologna.

plicità e di amore. Perché togliermi il piacere di un bagno in compagnia o di uno spazio comodo per la solitudine? Ascolto le mie esigenze prima di progettare perché la progettazione è un’azione cosciente e risolutiva, non una forma esasperata di espressione fine a se stessa. Ho disegnato per anni superfici, piani, fogli luminosi dando loro diverse posizioni, diverse funzioni. Tra queste il lavandino Foglio d’acqua: un elemento a filo con la parete che dalla parete si sfoglia per diventare lavandino, pagina di luce e acqua. A quali progetti sta lavorando attualmente? Anni fa ho messo in relazione la luce con l’acqua, ora vorrei aggiungere a questi due elementi la trasparenza del vetro. Sto lavorando a molti progetti, senza pensare necessariamente a produrli, ma iniziando sempre a farli: con le mie mani, per me. Per questo i miei oggetti li ho chiamati “di prima necessità” perché aiutano i nostri bisogni... e i nostri sogni.

MARIO NANNI/DESIGNER www.marionanni.com

NIPA DOSHI E JONATHAN LEVIEN/DESIGNER www.doshilevien.com

Dallo schizzo al prodotto finale, come evolve e si modifica il progetto nella fase di messa a punto del processo produttivo? Come salvaguardare l’essenza del progetto durante questa fase? Ogni progetto così come ogni oggetto ha una sua storia, una sua vita, un suo percorso fatto di difficoltà e relative soluzioni. Progettare un oggetto non è solamente disegnarne la forma; progettare è pensare, osservare, creare, cambiare e risolvere. Progettare significa in primo luogo identificare gli usi e le attività, e porsi il problema delle relazioni tra loro. L’essenza del progetto è il connubio tra forma e soluzione, tra progettista e produttore, tra artigianalità e ingegnerizzazione. Quanto l’azienda partecipa e contribuisce al risultato finale anche in termini formali? Come si crea una proficua collaborazione progettista/azienda? Gli oggetti pensati sono il racconto di un percorso condiviso tra progettista e produttore, perché un oggetto è uno strumento per aumentare la qualità delle relazioni tra gli individui, lo spazio e le attività, a maggior ragione tra chi ne condivide la progettazione e la creazione. Cosa ha presentato al Cersaie 2011? Per Rapsel ho progettato i lavandini Allaltezza e Foglio d’acqua, e la vasca Mimmergoconte. Mi piace giocare con i nomi, ricercarli, ironizzare, far intuire l’uso e il significato degli oggetti. All’altezza è un lavandino pensato per accompagnare i gesti quotidiani all’altezza di ognuno di noi. Una mattina ho visto la mia bambina di quattro anni lavarsi i denti nel bidet e ho pensato che il suo bisogno fosse quello di sentirsi libera di essere grande, pur rimanendo piccina, di usare il lavandino dei grandi senza aspettare di crescere. La vasca Mimmergoconte, allo stesso modo, è nata dal desiderio di giocare in acqua per condividere momenti di piacere, di quiete, di com-

Dallo schizzo al prodotto finale, come evolve e si modifica il progetto nella fase di messa a punto del processo produttivo? Come salvaguardare l’essenza del progetto durante questa fase? Il nostro obiettivo è sempre quello di combinare il know-how tecnico dell’azienda con la nostra sensibilità emozionale. La grande sfida da superare sta nel modo in cui distillare e guidare le idee allo stato puro e come trasformarle in realtà senza che perdano il loro spirito o l’intento iniziale. Nella prima fase del progetto non ci concentriamo sui problemi tecnici o sui limiti commerciali, la cosa importante è ottenere la giusta sensazione e in questa fase tutto è possibile. C’è poi una fase intermedia durante la quale il prodotto segue una direzione completamente nuova e torna da questo suo “viaggio” in un certo qual modo arricchito rispetto all’idea originale. Riuscire a conservare l’essenza del progetto dipende dalla fusione tra la visione del designer e quella dell’azienda. Se un progetto si basa su un’idea molto forte, questa ci tiene uniti e concentrati. Quanto l’azienda partecipa e contribuisce al risultato finale anche in termini formali? Come si crea una proficua collaborazione progettista/azienda? L’azienda realizza il prodotto e l’estetica è inscindibile dai materiali e dal processo produttivo. Di conseguenza il contributo dato dall’azienda al risultato finale non può che essere significativo. Spesso però si ha un conflitto tra la disponibilità dei materiali e dei processi e il design. Siamo d’accordo nel risparmiare, ma senza compromettere il valore di un’idea. Questo ci incoraggia a distillare le idee fino a eliminare o modificare qualsiasi cosa che risulti priva di significato. Questo processo richiede una forte leadership da parte dell’azienda e un grande spirito di adattamento da parte del designer.

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Cosa avete presentato al Cersaie 2011? Dopo il successo di Ananda - un hammam personalizzabile premiato con un Wallpaper Design Award - abbiamo continuato la collaborazione con Glass progettando Loyly, una sauna che evoca la sensazione di rifugio e raccoglimento, un luogo dove prendersi cura di sé, pur mantenendo una connessione con il mondo esterno. La panca alzata a livello della finestra dà l’impressione di essere seduti sul davanzale di una finestra che guarda verso l’esterno. Loyly fonde la saggezza materiale di una sauna in legno naturale all’interno con un legno dalla tonalità più scura per il rivestimento esterno. A quali progetti state lavorando attualmente? Stiamo progettando un paio di scarpe per Camper, dopo il successo dell’apertura di uno Store Camper a Roma. Inoltre, stiamo realizzando la nostra visione per Das Haus – Interiors on Stage, il progetto di una struttura abitativa ideale, che sarà realizzato per la Fiera IMM Cologne 2012. PIERO LISSONI/ART DIRECTOR BOFFI www.boffi.com Dallo schizzo al prodotto finale, come evolve e si modifica il progetto nella fase di messa a punto del processo produttivo? Nel progetto Boffi, le scelte che adotto rispondono alle esigenze del tempo in cui viviamo, pur mantenendo una dimensione creativa e poetica. Quanto l’azienda partecipa e contribuisce al risultato finale anche in termini formali? Come si crea una proficua collaborazione progettista/azienda? La nostra strategia designer/azienda è basata su una continua evoluzione, stagione dopo stagione, con aggiustamenti continui che vanno nella stessa direzione. Tutto viene deciso insieme. Cosa ha presentato Boffi Bagno al Cersaie 2011? Abbiamo presentato nuovi prodotti nella collezione Aboutwater costituita da due linee di rubinetterie, AL/23 disegnata da me e AF/21 progettata da Naoto Fukasawa. Lo studio Lissoni Associati ha anche disegnato gli stand per le collezioni Fantini e per le collezioni Aboutwater. AL/23 nasce da una forte vocazione alla semplicità, di linea e di utilizzo. Nelle sue parti costitutive, richiama l’essenzialità di fontane e impianti industriali, progettati per essere pratici, maneggevoli, efficienti. Il disegno è pulito, pensato per vivere con facilità e naturalezza negli ambienti più diversi. A quali progetti state lavorando con Boffi Bagno? Stiamo lavorando al fine di arricchire la collezione Boffi Bagno, per offrire un’offerta più ampia che possa soddisfare sia l’utente che desidera un prodotto personalizzato e con finiture ricercate, che l’utente che preferisca direzionare la sua scelta su un prodotto più semplice, pur mantenendo la garanzia della qualità dei prodotti Boffi. ANDREAS DORNBRACHT/AMMINISTRATORE DELEGATO DORNBRACHT www.dornbracht.com Come evolve e si modifica il progetto nella fase di messa a punto del processo produttivo? Cosa si aspetta l’azienda dal progettista? Nella fase di sviluppo del progetto ci concentriamo su ogni singolo dettaglio del prodotto, nel pieno rispetto dei nostri principi, ovvero perfezione, precisione, sinteticità e proporzioni. In altre parole, non accettiamo compromessi quando si tratta di misure, raggio ecc. solo per ottenere una maggiore flessibilità in termini di produzione. Riteniamo importante che sia la produzione a seguire il design e non il contrario. Se apportiamo delle modifiche durante la fase di sviluppo del progetto, queste sono principalmente finalizzate al miglioramento delle proporzioni. La sfida del designer sta nel trovare interpretazioni innovative che siano in armonia con la nostra filosofia. Ai designer che collaborano con noi chiediamo di concentrarsi non sul singolo prodotto, ma sull’intera collezione che comprende anche gli accessori. Quanto l’azienda partecipa e contribuisce al risultato finale anche in termini formali? Come si crea una proficua collaborazione progettista/azienda? Abbiamo una stretta collaborazione con Sieger Design, con cui lavoriamo da oltre 25 anni, coinvolgendo ora la seconda generazione. Nel corso di questa lunga partnership siamo arrivati a conoscerci molto bene ed è

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quindi più facile creare qualcosa di nuovo e unico. Sieger Design ha una profonda conoscenza del settore bagno, che va ben oltre il design dei suoi prodotti. Siamo una squadra che discute e interagisce in modo estremamente profondo e produttivo. Ritengo importante sviluppare collaborazioni che durino nel tempo, solo così è possibile ottenere una partnership creativa sostenibile. Cosa ha presentato Dornbracht al Cersaie 2011? Al Cersaie abbiamo presentato due nuove linee per il bagno – Deque e Gentle – e il nuovo Water Dispenser per la cucina. Il linguaggio visivo di Deque è caratterizzato dalla forte estetica minimalista della rubinetteria a bocca larga e piatta, la cui forma ad altezza ridotta e avvolgente attira lo sguardo verso l’elemento più importante: il flusso dell’acqua. La seconda novità, disegnata da Matteo Thun, è Gentle, che si inserisce in modo armonioso ed elegante nell’ambiente bagno quotidiano. Si tratta di qualcosa di speciale nella routine di ogni giorno. Gentle rappresenta la qualità delle funzioni e la serenità delle forme, ed è la perfetta espressione dell’eleganza quotidiana. I Water Dispenser sono stati presentati in anteprima l’anno scorso per Tara Ultra e Lot; ora abbiamo arricchito il sistema con rubinetto, filtro per l’acqua e serbatoio dell’acqua calda anche per le linee Tara Classic, Elio e Meta.02. A quali progetti state lavorando? Attualmente stiamo lavorando a una nuova applicazione di ATT, il nostro Ambiance Tuning System. ATT fonde perfettamente l’esperienza dell’acqua, l’architettura estetica, il design minimalista, la facilità di utilizzo e la tecnologia di comando innovativa. Questo sistema ridefinisce ex novo l’esperienza doccia e il nostro impegno sarà rivolto a sviluppare nuove idee in questa direzione. Naturalmente stiamo lavorando anche a nuovi elementi per il bagno, che presenteremo nella prima metà del 2012.


I wanted to cite a quote from Steve Jobs – even though he worked in an entirely different sector from our own – because his words really express the crux of the theme that we looked at in the following interviews. The first step for a designer is to understand the essence of the project and to translate it into the most consonant form to represent that essence and to interact with the manufacturing company during the product development phase. Talking about the essence of a project means also looking at the themes which relate to the integration of design culture and the engineering/technical aspects tied to product development and the management of manufacturing processes that have to preserve the expressive and formal values of the original project as much as possible. We spoke with five professionals who work in the bathroom furnishings sector in different areas and we asked them to tell us their point of view about these themes. And, after the end of the recent edition of Cersaie we asked them to talk to us about the projects they presented in Bologna. MARIO NANNI/DESIGNER www.marionanni.com From the sketch to the final product, how does the design evolve and change during the development of the manufacturing process? How can you safeguard the project’s essence during this stage? Every project and every object has its own story, its own life and its own path with its own diffi-

culties and relative solutions. Designing an object does not only mean designing its form: designing means thinking, observing, creating, changing and resolving. Design means first identifying the uses and activities then thinking about how they relate together. The essence of the project is the blend of form and solution, of designer and manufacturer and of artisanship and engineering. How much does the company participate in and contribute to the final result in formal terms? How can a profitable relationship be cultivated between a designer and a company? The designed objects are the tale of the relationship between the designer and the manufacturer because an object is a tool for increasing the quality of relationships between individuals, space and activities – even more so between those who share in the design and creation. What did you present at 2011? I designed the Allaltezza and Foglio d’acqua sinks and the Mimmergoconte bathtub for Rapsel. I like playing with the names and working humour into them that allows for understanding the use and meaning of the objects. All’altezza (which, in Italian means ‘being up to it’) is a sink designed to accompany daily life and everyone is up to it. One morning I saw my four year old daughter brushing her teeth in the bidet and I realised that she wanted the freedom to feel big even though she is still small, and to use the sink for the adults without waiting until she grew up. The bathtub (Mimmergoconte roughly translates as ‘Soakingwithyou’), comes from the desire to enjoy water and share pleasure-filled moments together in

Nella pagina precedente, lavabo telescopico ‘allaltezza’ di Mario Nanni, prodotto da Rapsel. Sopra sauna Loyly disegnata da Doshi-Levien e prodotta da Glass. On the preceding page, the ‘allaltezza’ telescopic sink by Mario Nanni manufactured by Rapsel. Above, the Loyly sauna designed by Doshi-Levien and produced by Glass.

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quiet harmony and love. Why should I refuse the pleasure of a bath together with a loved one or a comfortable space for bathing alone? I listen to my needs before I design because design is a conscious and resolute action. It is not an exasperated form of self expression. I designed surfaces, shelves and lighted panels for years – giving them varying positions and different functions. One of these is the Foglio d’acqua (which translates as water leaf) sink: it sits against the wall and leafs out from it into a sink, a page of light and water. What projects are you working on currently? Several years ago I paired light and water together. Now I would like to add the transparency of glass to these two elements. I am working on a number of projects without necessarily thinking of producing them. I am thinking of making them with my own hands for me. That is why I called my designs “primary necessities” because they answer our needs... and dreams. NIPA DOSHI E JONATHAN LEVIEN/DESIGNER www.doshilevien.com From the sketch to the final product, how does the design evolve and change during the

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development of the manufacturing process? How can you safeguard the project’s essence during this stage? Our objective is to always combine technical company know-how with our emotional sensitivity. The big challenge to overcome is how to refine and guide ideas from their pure form and transform them into reality without losing their original spirit or intention. In the first phase of the project we do not concentrate on the technical problems or commercial limits, the important thing is finding the right sensation and in this phase everything is possible. Then there is an intermediate phase when the product takes a whole new direction and returns from this ‘voyage’ with the original idea enriched somewhat further. Being able to preserve the project essence depends on the fusion between the designer’s vision and that of the company. If a design is based on a very strong idea, it keeps us united and concentrated. How much does the company participate in and contribute to the final result in formal terms? How can a profitable relationship be cultivated between a designer and a company? The company creates the product and the aesthe-

tics are one with the materials and the manufacturing process. Consequently, the company’s contribution to the final result is very important. Frequently however we find a conflict between the availability of materials, the processes and the design. We agree with saving, but never compromising the value of an idea. This encourages us to refine our ideas to eliminate or modify anything that is without meaning. This process requires masterful leadership by the company and a lively spirit of adaptation by the designer. What did you present at Cersaie 2011? After the success of Ananda – a customisable designer turkish bath that won the Wallpaper Design Award – we continued the collaboration with Glass and designed Loyly, a sauna that gives the idea of refuge and comfort. It is a place for taking care of you while maintaining a connection with the external world. The bench at the height of the window gives the idea of being seated in front of a windowsill that looks outside. Loyly is made from choice materials with a natural wood sauna on the inside and darker wood covering on the exterior. What projects are you working on currently? We are designing a pair of shoes for Camper,


after the success of a Store Camper opening in Rome. We are also creating our idea for Das Haus – Interiors on Stage – the design of an ideal living structure that will be presented at the IMM fair in Cologne 2012.

Nella pagina precedente, rubinetto AL 23_aboutwater, design Piero Lissoni per Boffi Bagno; sotto elementi della linea Deque presentata da Dornbracht al Cersaie 2011.

On the preceding page, the AL 23_aboutwater, designed by Piero Lissoni for Boffi Bagno; below, elements from the Deque line presented by Dornbracht at Cersaie 2011.

to concentrate not only on the single product, but on the entire collection which also includes the accessories. How much does the company participate in and contribute to the final result in formal terms? How can a profitable relationship be cultivated between a designer and a company? We have a close relationship with Sieger Design and we have been working with the firm for over 25 years and now we are working with the next generation. During this long partnership we came to know each other very well and therefore it is easy for us to create something new and unique. Sieger Design has a profound knowledge of the bathroom sector that goes beyond the design of its products. We are a team that discusses and interacts in an extremely profound and productive way. I believe it is important to develop long term collaboration – that is the only way to create a sustainable creative partnership. What did Dornbracht present at Cersaie 2011? At Cersaie we presented two new lines for the bathroom – Deque and Gentle – the new Water Dispenser for the kitchen. The visual syntax of Deque is distinguished by the strong minimalist

aesthetics of the large mouth tap and the tray with a reduced height and welcoming form that captures one’s attention and shifts it towards the most important element: the water flow. The second innovation designed by Matteo Thun is Gentle which blends harmonically and elegantly in the everyday bathroom. It is something special in the daily routine. Gentle represents the quality of function and the serenity of forms. It is the perfect expression of daily elegance. A preview of the Water Dispensers was presented last year with Tara Ultra and Lot. Now we have broadened the range with the tap, water filter and hot water tank for the Tara Classic, Elio and Meta.02. lines as well. What projects are you working on? We are currently working on a new ATT application, our Ambiance Tuning System. ATT perfectly blends the experience of water, aesthetic architecture, minimal design, ease of use and innovative command technology. This system completely redefines the shower experience and we are dedicated to developing new ideas in this direction. Naturally we are also working on new bathroom elements that we will present during the first half of 2012.

PIERO LISSONI/ART DIRECTOR BOFFI www.boffi.com From the sketch to the final product, how does the design evolve and change during the development of the manufacturing process? In the Boffi design, the choices I adopt answer the needs of the time we live in while maintaining the creative and poetic dimension. How much does the company participate in and contribute to the final result in formal terms? How can a profitable relationship be cultivated between a designer and a company? Our designer/company strategy is based on continuous evolution, season after season, with continuous adjustments that go in the same direction. It is all decided together. What did Boffi Bagno present at Cersaie 2011? We presented the new products in the Aboutwater collection, which is made up of two lines of taps: AL/23 (which I designed), and AF/21 designed by Naoto Fukasawa. Lissoni Associati studio has also designed stands for the Fantini collection and the Aboutwater collections. AL/23 was born with a strong mark of simplicity, linearity and utility. In form, it is reminiscent of the essential nature of fountains and industrial systems; it is designed to be practical, manageable and efficient. The design is clean and it was developed for easy living and to fit naturally into different environments. What projects are you working on with Boffi Bagno? We are working to enrich the Boffi Bagno collection to offer the widest possible array and satisfy users who want a custom project with refined finishing as well as users who are looking for a simpler product while maintaining the Boffi quality guarantee. ANDREAS DORNBRACHT/AMMINISTRATORE DELEGATO DORNBRACHT www.dornbracht.com How does the project evolve and change during the development of the manufacturing process? What does the company expect from the designer? During the project development phase we concentrate on each single product detail while keeping to our principles, which include perfection, precision, synthesis and proportion. In other words, we do not accept compromises when it deals with size, range and more, just to obtain greater flexibility in terms of production. We believe it is important that production follows design and not the contrary. If we make changes during the project development phase, they are primarily aimed at improving the proportions. The designer’s challenge is to find innovative interpretations that are in harmony with our philosophy. The designers that collaborate with us are asked

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interiorsXroma Testo Barbara Delmiglio e Chiara Naldini - Progetto Alvisi Kirimoto + Partners (www.alvisikirimoto.it) - Foto Anna Galante

Bicolor decor

TRE PROGETTI GIOCATI CON SOLO DUE COLORI: A ROMA, LO STUDIO ALVISI KIRIMOTO SCEGLIE MATERIALI TECNOLOGICI E L’ESTETICA DI TINTE BASIC THREE DESIGNERS AND ONLY TWO COLOURS: IN ROME, THE ALVISI KIRIMOTO DESIGN FIRM CHOSE TECHNOLOGICAL MATERIALS AND BASIC HUES FOR THE AESTHETICS In un ampio appartamento dalle tipiche impronte di edilizia romana anni Settanta, rivisitato e ristrutturato in ogni dettaglio, sono stati ricavati tre bagni, d’impronta simile. A dar vita al progetto di ristrutturazione è stata una squadra tutta “al femminile” dello studio Alvisi Kirimoto + Partners, capitanata dagli architetti Junko Kirimoto, Arabella Rocca, Chiara Quadraccia e Carolina Ossandon. Dei tre locali, uno è in condivisione tra i figli, uno padronale direttamente accessibile dalla camera da letto, e l’ultimo, il più piccolo, è destinato agli ospiti. Il primo gioca sul contrasto cromatico tra il color cioccolato e il bianco assoluto delle pareti e di parte degli arredi, con uno spazio che sembra

plasmato da un nastro in DuPont Corian® che, da una parete, scende verticalmente per diventare il top del lavandino. Non si ferma, ma prosegue sinuosamente poi fino a dare forma alla vasca da bagno e poi risalire come una panca fino alla finestra. Questa lingua scultorea è in realtà una lastra di 12 mm di spessore, con angoli smussati per rendere più sensuale l’effetto al tatto. Anche il lavabo è scavato all’interno senza spigoli, come un incavo spontaneo. Nel piano del lavabo è stata realizzata anche un’asola portasciugamani e sotto il top è stato realizzato anche un lungo elemento contenitore, anche questo con angoli smussati. La stessa morbidezza delle linee è riproposta nello specchio che occupa quasi l’intera parete, con spigoli arrotondati per riprende-

re la sinuosità dell’onda in Corian®. Il pavimento è in parquet rovere sbiancato, il controsoffitto in cartongesso tinteggiato fugato rispetto alle pareti per dare l’idea di un elemento a se stante. La superficie in Corian® viene ripresa anche nella parete in cui sono collocati i sanitari e sotto il lavabo, dove la parete è rivestita con uno zoccolo di altezza pari a 50 cm che va ad allinearsi all’altezza della vasca. Design tondeggiante anche per i sanitari di Agape, mentre la rubinetteria è in acciaio satinato di Hansgrohe. Come sistema di illuminazione sono stati scelti dei faretti incassati nel controsoffitto e quattro plafone che richiamano le luci dei teatri, applicate nella porzione di parete a specchio sopra il lavabo. Bicolore anche il secondo bagno, progettato per

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A large apartment in Rome with typical seventies style interiors was entirely redesigned and restored to create three bathrooms with a similar style. The all-female design team at Alvisi Kirimoto + Partners was headed up by architects Junko Kirimoto, Arabella Rocca, Chiara Quadraccia and Carolina Ossandon. One of the bathrooms is shared by the children, the master bath is entered from the master bedroom and a smaller bathroom was created for guests. The children’s bathroom is decorated with contrasting chocolate and absolutely white walls and furnishings. The space seems to be moulded by a ribbon in DuPont Corian® that descends vertically from the wall to become the sink countertop. It continues on sinuously to give life to the bathtub before climbing back up to create a bench that runs to the window. This seemingly sculpted ribbon is actually a 12mm thick slab with rounded corners that make it soft to touch. Even the sink is soft and concave without corners as if it were a natural depression. The countertop has a towel holder and a long storage compartment with rounded corners under the counter. We find the same soft lines in the large mirror with rounded corners that blends with the sinuous wavelike forms in Corian®. The flooring is in bleached oak and the ceiling in plasterboard is inset from the walls making it seem like an independent element. The Corian® surfaces are also used on the walls with the bathroom fixtures and under the sink where the wall is covered with a baseboard (50 cm in height) the same height as the bathtub. The rounded design is found again in the Agape fixtures with faucets in polished steel by Hansgrohe. The lighting system employs inset ceiling fixtures and four overhead lights on the mirrored wall above the sink that are reminiscent of theatre lighting. Nella pagina precedente e qui accanto, uno dei tre bagni romani giocati tutti su materiali sofisticati e sull’effetto bicolore, con un lungo nastro scuro in DuPont Corian® che diventa il top del lavabo e sinuosamente prosegue per trasformarsi in una vasca. On the preceding page and on the next page, one of the three bathrooms in Rome furnished with sophisticated two tone materials with a long DuPont Corian® strip that forms the sink counter before sinuously transforming into the bathtub.

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The second bathroom is the master bath, which was also furnished in two colours. The bathroom is entered from the master bedroom and once again we find white walls next to an anthracite grey sink and shower plate. The walls are covered in snow white Kerlite, a material that is warm and polished to touch. The 300x100 cm tiles are 4 mm thick. One of the walls contains a mirror the same length as the sink counter located at the same height as the glass wall of the shower enclosure. These ceramic surfaces are contrasted by black African marble used to create the shower and the sink. The flooring is white oak parquet and the ceiling is white. This light background highlights the stone sink made from a 150 cm long block that overhangs the shower tray by 10 centimetres to create a shelf inside the shower. The sink basin is 85x34 cm and it is carved into the stone block alongside a towel holder and two shelves that hang on the wall. Beneath the stone sink we find a white wood storage container that is slightly offset from the stone. The shower tray measures 155 x 90 and it extends beneath the sink like a dark baseboard. The same fixtures and faucets by Agape and Hansgrohe were also used in this bathroom. i padroni di casa e a cui si accede direttamente dalla camera da letto. Anche qui domina con il bianco delle pareti, accostato al grigio antracite del lavabo e del piatto doccia. Le pareti sono rivestite in Kerlite bianco snow, materiale che al tatto risulta calda e levigato. Sono formate da lastre 300 x 100 cm e spessore 4 mm. In una delle pareti è collocato lo specchio della stessa lunghezza del piano lavabo e di altezza coincidente a quella della parete vetrata del box doccia. Queste superfici ceramiche trovano il loro contrappunto nel marmo nero d’Africa scelto per la realizzazione della doccia e del lavandino. Il pavimento è invece in parquet rovere bianco, con un controsoffitto sempre bianco. In questo fondale candido spicca il lavabo in pietra, con un blocco del lavabo di lunghezza di 150 cm che si sovrappone per 10 cm al piatto doccia a formare un piano d’appoggio all’interno della doccia stessa. La vasca del lavabo di dimensioni 85 x 34 cm è scavata nel blocco di pietra e, nello stesso blocco in pietra, sono state ricavate un’asola porta asciugamani e due mensole che si agganciano alla parete. Sotto al blocco del lavabo è stato realizzato un contenitore in legno laccato bianco leggermente staccato dal blocco di pietra. Il piatto doccia ha invece dimensioni 155 x 90 e si protende anche sotto il lavabo, come uno zoccolo scuro. Le stesse scelte di rubinetteria e sanitari del primo bagno sono riproposte anche qui, con le aziende Agape e Hansgrohe. Ultimo, il bagno degli ospiti, è stato ricavato in un

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Il secondo bagno ha scelto il marmo nero d’Africa per il piatto doccia e il lavandino, disegnati su misura con due mensole portaoggetti e un vano contenitore sotto il lavabo. La rubinetteria è di Hansgrohe.

The second bathroom uses black African marble for the shower tray and sink, which was custom designed with two storage shelves and a storage area beneath the sink. The taps are by Hansgrohe.


elemento a parallelepipedo in corten nel centro della zona giorno. Questo piccolo spazio, 120 x 120 cm, ricorda il bagno di una barca, dove tutto è a misura di spazio. Ha le pareti interamente rivestite da una lastra di Corian® 12 mm di spessore di colore verde oliva. L’angolo tra le pareti è stondato con raggio 4 cm circa per dare un senso di continuità delle pareti verticali, continuità ottenuta attraverso la saldatura e la successiva levigatura delle varie porzioni di Corian®. Anche la porta, a tutta altezza, è rivestita internamente in questo materiale. In una delle pareti è integrato lo specchio di forma circolare che interseca la placca di scarico anch’essa circolare. Il lavabo è disegnato su misura dai progettisti, verde, di forma cilindrica, con un cassetto sottolavabo apribile per rotazione. L’illuminazione è solo artificiale, con dei faretti ad incasso nel controsoffitto. Il vaso sospeso è firmato Flaminia, così come la rubinetteria in acciaio cromato. The guest bathroom was created within a brick cube in the centre of the living area. This small 120x120 cm area seems a lot like a bathroom on a sailing vessel where everything is made to fit the space. The walls are entirely covered by a sheet of 12mm thick Corian® in an olive green tone. The corners of the walls are rounded with a radius of 4 cm to give a sense of continuity to the vertical walls – the continuity is created by joining and sanding the various portions of Corian®. The door is also entirely covered in this material. A circular mirror covering one of the walls intersects with the rounded flush plate. The sink was custom designed by the architects: green with a cylindrical form and a drawer under the sink that opens by rotating it. The artificial lighting is provided by inset lights in the ceiling. The suspended toilet fixture and the chrome steel faucets are by

Ricavato all’interno di un elemento in corten, il terzo bagno è il più piccolo solo 120x120cm, e per le sue dimensioni e il suo design ricorda i bagni delle barche. Le pareti sono rivestite in Corian® verde oliva, i sanitari e la rubinetteria sono di Flaminia. Developed inside a brick element, the third and smallest bathroom measures 120x120cm with a design that is reminiscent of a yacht. The walls are covered in olive green Corian®, while the fixtures and taps are by Flaminia.


interiorsXpiacenza Testo di Elviro Di Meo - Project: Alessandro Gianluca Conca e Paola Maria Caneva - Disegni: courtesy, Studio di Achitettura Caneva_Conca Ph.: Claudio Navone

Continuità visiva VISUAL CONTINUITY

AFFACCIATA SULLE COLLINE PIACENTINE E SUI COLLI PARMENSI, LA CASA, PROGETTATA DAGLI ARCHITETTI ALESSANDRO GIANLUCA CONCA E PAOLA MARIA CANEVA, INSTAURA CON IL LUOGO UN RAPPORTO COSTANTE, SENZA NESSUNA SCHERMATURA CHE CELI GLI SPAZI INTERNI DAL CONTESTO ESTERNO FACING OVER THE HILLS OF PIACENZA AND PARMA, THE HOME DESIGNED BY ARCHITECTS ALESSANDRO GIANLUCA CONCA AND PAOLA MARIA CANEVA, DEVELOPS A CONSTANT RELATIONSHIP WITH THE SITE WHERE THERE IS NO BARRIER TO HIDE THE INTERIORS FROM THE EXTERIOR C’è un’unità semantica, prima ancora che formale, fatta di segni e significati precisi che diventano il paradigma identitario dell’intera composizione progettuale, nella casa disegnata dagli architetti Alessandro Gianluca Conca e Paola Maria Caneva. Un loft, articolato su due livelli, affacciato a nord sulle colline piacentine e a sud sui colli parmensi; che, apparentemente in dissonanza con l’architettura del luogo e con la classica tipologia abitativa, rappresenta, invece, un intervento caratterizzante ma per nulla invasivo, introducendo, contemporaneamente, elementi di forte novità nel piatto panorama insediativo. Le Lame – una piccola frazione rurale del comune di Vernasca, in provincia di Piacenza – accoglie sul suo crinale un progetto pensato e realizzato avendo cura dei particolari e attenzione per gli spazi e i volumi che definiscono tutti gli ambienti della cellula abitativa. Il corpo di fabbrica si apre totalmente sulla vallata con enormi vetrate e chiude formalmente la sua permeabilità verso la strada, quasi a ripararsi da sguardi indiscreti. Il committente, un giovane fabbro desideroso di uscire dalla ti-

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picità del contesto e di potersi costruire anche solo parzialmente la propria abitazione, utilizzando il suo laboratorio come un’officina dove forgiare alcuni pezzi, partecipa al lavoro interagendo tecnicamente su alcuni aspetti, ma lasciando sempre ai progettisti libertà di espressione e senza mai alterare i principi progettuali. Sono tre i materiali basici che ricorrono a definire l’insieme composito, sfruttando al massimo le loro caratteristiche: Il ferro, la pietra e il vetro. Il primo determina la struttura principale e secondaria, forte e leggera allo stesso tempo, e crea, di fatto, lo scheletro della casa e la sua spina dorsale. Il secondo, con il suo spessore e la sua matericità, chiude, cela e respinge “l’invasore”. E, infine, l’ultimo che, con la sua trasparenza, rende il tutto permeabile. La “parete non parete” racchiude il volume senza costringerlo e lo lascia abbracciare dai colli vicini. La luce penetra ovunque; non c’è angolo che non tocchi. Modella gli spazi come materia pulsante e dinamica, volutamente aperti, senza nessun tipo di schermatura interna, così da configurare un ambiente libero da divisori e da orpelli inutili.


Al piano terra, il corridoio d’ingresso conduce direttamente nel soggiorno a doppia altezza che guarda sulla piscina; il camino, al centro del living, costituisce una quinta di separazione tra questi e la zona cucina, collegando verticalmente, insieme alla scala, il piano superiore destinato all’area notte. Qui si ritrovano la stessa componente materica e cromatica del livello sottostante, seppur modulata e adattata alle esigenze del relax e del benessere psicofisico. Elemento di cerniera e fulcro vitale tra le due camere da letto – di cui una, affacciandosi, è in stretta relazione con il luminoso soggiorno – e l’altra, delimita dalla muratura in pietra sul fronte ovest, è il bagno padronale. Un luogo per il comfort della persona, tutto rivestito in ardesia, a differenza del corridoio su cui scorre il parquet in legno, pensato e vissuto come un ambiente di ristoro, intimamente legato alla stanza da letto. “E’ stata una scelta della committenza. Lo scopo era quello di evitare qualsiasi barriera, persino le tende, che potesse interrompere in qualche modo la continuità visiva tra la natura, che si percepisce da ogni angolo della casa, e la dimensione puramente domestica – commenta l’architetto Conca. E il bagno non è per nulla uno spazio astratto, avulso dalla matrice progettuale, ma è tutt’uno con lo spirito del progetto. E’ evidente che il terreno di costruzione ha favorito il desiderio del proprietario. Basti pensare che il prospetto che guada a nord, verso le colline, non incontra nessun elemento che possa disturbare la privacy”. “Ecco perché la stanza da bagno va considerata come parte integrante dell’intero lavoro. Viceversa, non si comprenderebbe il senso dell’impostazione conferitale”. La grande doccia, infatti, sebbene divida, trovandosi al centro della stanza, il lavabo dai sanitari, grazie alla gabbia di vetro che la contiene, nello stesso tempo non altera la fruibilità dello spazio. I progettisti Conca e Caneva hanno disegnato tutti gli interni, così come gran parte degli arredi, a differenza di qualche oggetto standardizzato, tipo la rubinetteria di Fantini – serie Nostromo – e i sanitari della Duravit, affidandosi alle fabbriche artigianali del luogo. “Questo progetto ha rappresentato una bella sfida. Mi ha aiutato molto la committenza, che ha condiviso tutte le scelte, dandomi la possibilità di sperimentare qualcosa che andasse al di là degli schemi. Ricordo ancora oggi quando abbiamo messo in piedi la struttura in ferro – conclude l’architetto – c’era qualcuno che pensava si trattasse di un grande pollaio, o qualcosa di simile. A risultato finito, il giudizio è cambiato”. In apertura di servizio: la villa vista dal prospetto est – completamente vetrato – e dal fronte sud, in gran parte realizzato in pietra per garantire la privacy necessaria. In questa pagina: il bagno padronale, tutto rivestito in ardesia e collocato al primo piano. Nell’immagine, particolare del lavabo poggiato sul mobile in legno eseguito, come tutti gli arredi, su disegno dei progettisti. On the first page: the eastern perspective of the villa – completely in glass – and the south facing front side, built mostly in stone to ensure adequate privacy. On this page: the master bath is completely finished in slate on the upper floor. In the photo, a detail of the sink top on the wooden counter which was custom designed by the designers (as were all of the furnishings for the project).

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In questa pagina: la stanza da bagno; vero e proprio elemento di cerniera tra le due camere da letto - di cui una, affacciandosi, è in relazione con il luminoso soggiorno – e l’altra, delimita dalla muratura in pietra sul fronte ovest, questi è in stretto rapporto visivo con il contesto circostante. Nella pagina accanto: la cabina doccia; che, sebbene divida, trovandosi al centro della stanza, il lavabo dai sanitari, grazie alla gabbia di vetro che la contiene, nello stesso tempo non altera la fruibilità dello spazio. La rubinetteria è di Fantini - serie Nostromo; i sanitari della Duravit. On this page: the bathroom – an element that truly joins and separates the two bedrooms. One of the bedrooms faces the luminous living room and the other is enclosed by the stone masonry on the western facing side of the home providing a close visual link to the surroundings. On the opposite page: the shower enclosure at the centre of the room serves as a divider between the sink and the fixtures. However, thanks to the glass enclosure surrounding it, the usability of the space remains unaltered. The taps are the part of the Nostromo series by Fantini and the fixtures are by Duravit.

It is more a semantic unit than a formal one. It is made up of precise gestures and meanings that become the paradigm of identity for the entire design composition in the house designed by architects Alessandro Gianluca Conca and Paola Maria Caneva. A loft on three storeys faces north overlooking the hills of Piacenza and to the south it faces the hills of Parma. Though seemingly dissonant with the architecture of the site and the classic types of homes in the area, it is instead a distinguishing feature – and it is not invasive in the least. It introduces strongly innovative elements into a bland panorama of homes. The home is located on a peak in Le Lame – a small

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rural suburb in the Vernasca municipality in Piacenza. It was designed and developed with attention to the details, space and shapes that define all of the environments in the home. The shape of the building opens completely onto the valley with enormous windows formally shielding any visibility from the road almost as if it were hiding from indiscreet glances. The owner is a young metalworker who was eager to have something out of the ordinary and also to partially build his home using his machine shop to forge some of the pieces. He participated in the works and he participated technically on certain aspects while leaving the designers freedom of expression and

without changing the design principles. There are three basic materials used to define the overall composition and their individual characteristics are exalted: steel, stone and glass. Steel is used for the primary and secondary structures which are strong and light - serving as the skeleton of the home and its spine. The stone is thick and solid helping to close and shield from ‘outsiders’. Lastly, glass makes it all permeable with incredible transparency. The invisible wall encloses the shape without forcing it - allowing it to be embraced by the nearby hills. The light penetrates throughout the space: it fills each and every niche and corner. It shapes the space with pulsating and


matrix, but completely in tune with the spirit of the design. It is evident that the site helped shape the owner’s desires. Just consider that the view from the north towards the hills has no element which could disturb the privacy of the home”. “That is why the bathroom should be considered as an integral part of the whole work. Otherwise, it would be impossible to comprehend the sense of the arrangement used”. The large shower divides (in the centre of the room) while the sink and fixtures are enclosed by a glass cage which does not alter the usability of the space. The designers Conca and Caneva designed all of the interiors and a large part of the furnishings with the help of local artisan factories. However a few standard items were used such as the Fantini taps – Nostromo series – and the fixtures by Duravit. “This design was definitely quite a challenge and the owner helped out a great deal. We worked together on all of the choices which gave me a chance to try things that went outside the norm. I still remember when we set foot in the steel structure – the architect said – there were a few who thought it was a large chicken house or something similar. After seeing the finished results, their opinion changed.”

dynamic energy and the space is open without any type of interior shielding providing an area without dividers and pointless decoration. On the ground floor, the entrance hall leads directly to the double height living room that overlooks the swimming pool; the fireplace at the centre of the living room creates a divider between the living area and the kitchen. It provides a vertical connection as does the stairway that leads to the upper floor and sleeping area. Here we find the same materials and colours that were on the level below, though they have been modulated to enhance relaxation and psychophy-

sical wellbeing. A joining vital fulcrum between the two bedrooms – one of which faces the well lighted living room and the other separated by a stone wall on the western side – is the master bath. It is designed for human comfort and it is entirely covered in slate. The hallway is covered in rejuvenating wood parquet and it is closely tied to the bedroom. “It was the owner’s choice. The aim was to avoid any sort of barrier, even a curtain, which would interrupt the visual continuity with the greenery that can be seen in each corner of the home and the purely domestic dimension – said architect Conca. The bathroom is not abstract in the least. It is outside of the design

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interiorsXcosta rica Testo Barbara Delmiglio e Chiara Naldini - Progetto Ecostudio Architects (www.ecostudioarquitectos.com) - Foto Anny Leiva

Relax tropicale TROPICAL RELAXATION IN CENTRO AMERICA, DUE BAGNI CON VISTA SULLA SELVAGGIA FORESTA EQUATORIALE IN CENTRAL AMERICA, TWO BATHROOMS WITH A VIEW OF THE UNTAMED EQUATORIAL FOREST

Guanacaste, con le sue spiagge assolate, l’entroterra punteggiato dai vulcani e le distese verdi dei tanti parchi nazionali, è una delle regioni più visitate del Costa Rica. Eppure la naturale vocazione al turismo non ha impedito al suo territorio di restare ancora ampiamente vergine. Nonostante occupi solo lo 0,03% della superficie del pianeta, questo piccolo stato ospita il 6% della biodiversità mondiale e ben il 25,58% del suo territorio è protetto. L’attenzione al paesaggio è massima e progettare qui, soprattutto per gli architetti che ci sono nati, presuppone un’attenzione alla eco sostenibilità e al dialogo con il contesto ampiamente promossi dalle amministrazioni locali. Così per questi due bagni, progettati dallo studio costaricano Ecostudio Architects con sede nella capitale San Josè, i materiali, le soluzioni architettoniche e perché no, anche le scelte estetiche si rifanno direttamente alla natura. Le vetrate a tutta parete li proiettano verso il giardino, in una sorta di dialogo continuo con la vegetazione esterna, dove si perde la foresta e poi oltre, fin dove

incominciano le coste del Pacifico. Tutta la casa, una villa sue due livelli circondata da un ampio parco, è progettata secondo principi di bioclimatizzazione. In generale, nei paesi dell’America centrale, caratterizzata da un clima tropicale, le abitazioni non hanno particolarmente bisogno di sistemi di riscaldamento né di essere isolate dal freddo. E’ importante invece prevedere sistemi di ventilazione naturale contro l’afa dei mesi più caldi e protezioni dall’esposizione solare e dalle forti piogge tipiche di questa zona. Qui sono stati realizzati pannelli solari per il riscaldamento dell’acqua e sono studiati percorsi della ventilazione naturale per tenere sempre arieggiati i diversi locali della casa. Gli stessi vetri delle finestrature di entrambi i bagni sono lastre temperate azzurrate per proteggere dall’esposizione solare diretta e filtrare la luce. Per quanto riguarda i materiali, nonostante i due bagni abbiano piante diverse, sono stati progettati con elementi molto simili, a partire dai rivestimenti delle superfici come i pavimenti rivestiti in lastre di calcestruzzo sbiancato.

Nel bagno padronale, quello più grande, sono state ricavate tre zone, una all’ingresso del bagno, con i doppi lavandini ricavati in un muretto nel centro della stanza, uno che ospita il vaso nascosto da un piccolo setto, e un’ampia area dove sono state posizionate sia la doccia sia la vasca. Questa zona ha una pavimentazione diversa, con ciottoli in pietra che richiamano le spiagge sassose. Qui un’ampia vasca si incastona tra le pietre: è il modello Blue Moon di Duravit, una mini spa dal corpo quadrato e bacino rotondo per una profondità di immersione di 510 mm. La doccia invece ha un ampio soffione a soffitto e un sistema di getti d’acqua a 6 jets incassato in un setto progettato su misura. La doccia è Raindance di Hansgrohe, dotata di meccanismo EcoSmart per risparmiare fino al 60% dell’acqua. I doppi lavabi sono invece ricavati grazie a un muretto divisorio piastrellato di marrone chiaro di Apavisa e poggiano su un top in legno a sospensione. Sono modelli di Boffi, con rubinetteria sempre della stessa azienda. Nella scelta degli specchi, i progettisti si sono sbizzarriti e anziché optare per il classico specchio a tutta altezza hanno preferito due lastre appese da tiranti in acciaio. Questa soluzione permette di creare comunque una divisione dello spazio lasciando la sensazione di trovarsi in un unico ampio locale. A illuminare il bagno ci pensano dei faretti incassati al soffitto e una serie di luci firmate Elco che pendono dal soffitto sopra i due lavabi. Stessa vista sulla giungla per l’altro bagno, senza vasca ma con una maxi doccia con soffione squadrato e manopola a parete, sempre di Hansgrohe. Anche qui è stata creata una porzione di giardino di pietre, con ciottoli irregolari che incorniciano il piatto doccia. I doppi lavabi poggiano su un top incassato nella parete rivestita in listoni di ardesia. Sopra, due specchi sono posizionati uno in orizzontale e l’altro in verticale, e poggiano su un sistema di mensole in legno. Anche in questo bagno, la superficie scabra in pietra scura, il fondale delle chiome degli alberi che si scorgono dalla finestra e la scelta del legno per le mensole dello specchio, tutto contribuisce a preservare, anche in questo ambiente così sofisticato, l’atmosfera naturale ed esotica di questi luoghi.


Guanacaste, with sunny beaches, inland volcanoes and scads of national parks filled with tracts of greenery, is one of the most popular sites to visit in Costa Rica. However, the area’s natural vocation for tourism has not in any way marred the natural landscape. Even though this small state accounts for merely 0.03% of the planet’s surface, it hosts 6% of the world’s biodiversity and 25.58% of the territory is protected land. Paying attention to the landscape is a must and designing here, especially for the local architects, requires a keen awareness of eco-sustainability and dialogue with the natural surroundings that are avidly promoted by the local government. These two bathrooms were designed by Ecostudio Architects studio in Costa Rica with offices in the capital San José. The materials, architectural solutions and even the aesthetic blends are directly inspired by nature. The full length glass windows look onto the garden creating a sort

of constant dialogue with the greenery outside where the dense forest ends at the coast and the Pacific Ocean. The entire home, a two-storey villa surrounded by a large park, was designed according to bioclimatic principles. Generally, most homes in Central American countries with tropical climates do not need heating systems and they are not insulated against cold weather. However, it is important to provide them with natural ventilation systems to combat the humidity on hot days and protect against the sun and strong rains that are common in the area. In this plan, they used solar panels for heating water and a natural ventilation system was designed to keep all of the areas in the home well ventilated. The glass of the windows on both bathrooms is tempered blue glass to protect from the direct solar rays and to help filter the light. The materials in the design have very similar elements (such as the flooring in white cement slab.

Three areas were created in the larger master bathroom: a bathroom entrance with two sinks against a wall in the centre of the room; the area with the toilet fixture hidden behind a small divider; and a large area that contains the shower and the bathtub. This area has a different type of flooring with stone pebbles that are reminiscent of the local rocky beaches. A large bathtub is located amidst the stone: it is Duravit’s Blue Moon model – a mini spa with a square shape and a round basin for a deep 510mm soak. The shower has a large overhead showerhead and a water jet system with six water jets inset into a custom designed shower column. The shower is a Raindance model by Hansgrohe with EcoSmart technology that saves up to 60% of water consumption. The double sinks sit against a dividing wall covered in light brown tile by Apavisa and they rest on a suspended wood counter. Both the sinks and the taps are by Boffi. When choosing the mirrors, the designers decided against a classic floor-to-ceiling design and instead decided on a more flamboyant choice of two mirrors that hang from steel cables to divide the space without breaking the large area up into several small ones. The lighting is provided by inset ceiling fixtures and a series of suspended Elco ceiling fixtures that hang above the two sinks. The other bathroom has the same view of the jungle. It does not contain a bathtub, but it does have an extra large shower with a square showerhead and wall lever by Hansgrohe. This bathroom also has a portion dedicated to a rock garden with irregular stones that frame the shower tray. The two sinks rest on a counter covered in slate that is built into the wall. Above, one mirror is positioned horizontally while the other is positioned vertically and they rest on a shelving unit in wood. Once again we find similarities in the two bathrooms with dark stone surfaces set against the green trees outside the windows and the wood shelving unit for the mirror - even though the rooms are highly sophisticated, they are designed to enhance the natural and exotic nature of these sites. Nella pagina precedente, le ampie vetrate proiettano il bagno verso il verde del giardino tropicale. La maxi vasca è Blue Moon di Duravit, incastonata in una pavimentazione di sassi, mentre la doccia Raindance di Hansgrohe è ricavata in un angolo, con una serie di jet d’acqua posizionati in un piccolo setto progettato ad hoc. Nella foto qui accanto, in alto, un altro setto è stato realizzato per creare un divisorio nel locale e ricavare i doppi lavabi di Boffi. Nell’immagine qui a sinistra, l’altro bagno, più piccolo ma simile nello stile, con i lavabi che poggiano su un top incassato nella parete rivestita di ardesia. Anche qui lo spazio per la doccia è ampio, con un soffione Hansogrohe a soffitto. On the preceding page, the large windows project the bathroom into the greenery of the tropical garden. The super large Blue Moon bathtub by Duravit is built into a stone floor while the Raindance shower by Hansgrohe fits into a corner with a series of water jets positioned on a small custom-designed divider. In the photo on the side, above, another divider was used to separate the area and make room for two Boffi sinks. In the photo on the left, the other smaller bathroom is designed with the same style with counter top sinks that rest onto a counter built into the slate covered wall. This bathroom also has a large shower area with a Hansgrohe ceiling suspended showerhead.


interiorsXpraga Testo di Barbara Delmiglio e Chiara Naldini - Foto di Filip Šlapal - Progetto Studio Pha - www.studiopha.cz

È di scena il design DESIGN IS ON STAGE

UN BAGNO ALL’INTERNO DEL CASTELLO DI PRAGA, UN’OCCASIONE STRAORDINARIA PER METTERE IN SCENA UN PROGETTO DALLE COORDINATE CONTEMPORANEE E MINIMALISTE A BATHROOM IN THE CASTLE OF PRAGUE – AN EXTRAORDINARY OCCASION TO PUT A DESIGN WITH CONTEMPORARY AND MINIMALIST COORDINATES ON STAGE La chiamano la “città delle cento torri”, un luogo in cui l’atmosfera è quella di una città magica, seducente, capace di avvolgerci da ogni parte con la sua imperiosità e le sue suggestioni: è la millenaria Praga, un luogo emozionante dove Oriente e Occidente si incontrano e dove ancora oggi in ogni suo angolo sembra di sentir scorrere

la storia. Simbolo della città il Castello Hradcany, alto, arrampicato sopra le viuzze ripide di Malà Strana, un’imponente costruzione che vista dal basso sembra inaccessibile e misteriosa e che attualmente ospita la sede del presidente ceco. Da sempre simbolo del potere politico in Boemia, è considerato uno dei castelli più grandi del

mondo nonché uno dei più sontuosi e emblematici edifici del grande passato storico, culturale e sociale della capitale. In un’ala dell’edificio, affacciata sul secondo cortile interno, hanno sede gli uffici presidenziali, ospitati all’interno di sale rinascimentali che conservano la loro originaria bellezza. Gli architetti Jan Šesták e

Uno spazio adiacente l’ufficio del Presidente si trasforma in una scenografica “salle de bain” in cui passato e contemporaneità convivono in un rapporto di equilibrio e funzionalità. An area next to the President’s office has been transformed into a scenographic “salle de bain” where the past and present live together in balanced functional harmony.


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Marek Deyl dello studio Pha di Praga hanno realizzato un progetto di straordinaria originalità, intervenendo all’interno di uno spazio adiacente l’ufficio del Presidente e trasformandolo in una scenografica stanza da bagno. In questo spazio dalle dimensioni contenute l’atmosfera è davvero d’altri tempi: soffitti altissimi e sulle pareti tracce di pitture ad affresco che rievocano una storia passata e oramai così lontana. Non volendo e non potendo intervenire su questo prezioso substrato storico, gli architetti hanno elaborato un’idea straordinaria che potesse convivere armoniosamente in questo ambiente: una “new formation” come l’hanno definita loro, una sorta di nuova “ costruzione” nella costruzione “in grado di definire una nuova funzione e una nuova forma”. Così le pareti fanno da scatola contenitore a questo “bagno scultura” che si appoggia con grazia e discrezione sul pavimento ligneo grazie a una sorta di piattaforma sinuosa completamente nera. E’ realizzata in terrazzo, una pavimentazione composta da granulati di marmo, pietre, calce cemento mista a graniglia fine e cocciopesto, come pure la struttura che circonda la zona destinata al wc, un muretto basso semicircolare che segue l’andamento della pavimentazione stessa. Tutto è studiato nei minimi dettagli, con una contrapposizione equilibrata tra pieni e vuoti, trasparenze e opacità. Allo scultoreo muretto semicircolare fa da contrappunto, sul lato opposto, una doccia dall’andamento curvilineo, completamente vetrata e trasparente, realizzata su misura con un vetro curvo scorrevole. Il piatto doccia in doghe di legno riprende dal punto di vista materico il parquet che ricopre l’intera pavimentazione con un disegno geometrico molto scenografico che richiama i motivi degli antichi pavimenti del castello. L’essenzialità del box doccia è sottolineata dall’inserimento di una rubinetteria a pavimento dalle forme minimaliste, firmata da Philippe Starck: la sottile colonna in acciaio inox addossata al vetro segna la verticalità del box doccia e riprende il cerchio in acciaio su cui scorre il pannello vetrato di apertura. La purezza del design contemporaneo diventa la chiave di lettura di questo progetto pensato come una sorta di architettura contenuta all’interno di un involucro più grande che gli fa da scenografia. Un allestimento funzionale e perfettamente integrato con il suo “ contenitore” storico. Il tema che viene riproposto è quello del cerchio, sia nella forma della doccia, sia in quella della struttura che avvolge i sanitari, come pure nella scelta del lavabo centrale. Un totemico tronco di cono, rivestito in legno di pero e disegnato dal designer Philippe Starck, è al centro della piattaforma, a separare visivamente i due blocchi laterali. Anche qui la scelta è quella di ricorrere ad un elemento forte ma nello stesso tempo inte-

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grato architettonicamente e matericamente con lo spazio che lo circonda e con gli altri elementi progettuali. Di fronte al lavabo, come fosse una scultura, un lineare e sottile tubo in acciaio termina con un grande specchio rotondo luminoso realizzato su disegno degli architetti. A illuminare l’ambiente, oltre a una copiosa fonte di luce naturale proveniente da una grande finestra, tre elementi luminosi discreti ed essenziali che scendono dal soffitto in prossimità dei tre elementi cardine del progetto. Nello spazio esistente tra le due doppie porte, tra il bagno e il salone adiacente, è stato creato un piccolo “armadio” per riporre l’abbigliamento e i vari accessori, inserendo due piccole ante specchiate che riprendono lo stesso motivo delle porte originali verniciate di bianco.

Una piattaforma sinuosa segna i limiti di questo “bagno scultura” realizzato con pochi elementi architettonici di un elegante e raffinato minimalismo formale. A sinuous elegant platform outlines the perimeter of this “sculpted bathroom” made up of few architectural elements with elegant and refined minimalism.


They call it the “city of a hundred towers” - a place where the atmosphere of a magical and seductive city surrounds us on all sides with its imposing and captivating character: the millennial history of Prague. It is where the East meets the West and where every nook still tells the tale of a vibrant history. HradÐany Castle stands as a towering symbol for the city high above the steep narrow lanes in the Malà Strana district. Seen from below, the imposing construction seems inaccessible and mysterious. It currently hosts the Czech President’s office and it has always been a symbol of the political power in Bohemia. It is said to be one of the biggest castles in the world as well as one of the most sumptuous and emblematic buildings of the capital’s important historical, cultural and social past. The wing of the building that faces the second courtyard hosts the presidential offices inside renaissance rooms which have retained their original beauty. Architects Jan Šesták and Marek Deyl of Pha studio in Prague designed an incredible original project for the interiors of a room next to the president’s office – transforming it into a scenographic bathroom. In this smallish room the atmosphere speaks of another era: very high ceilings and traces of paintings and frescoes on the walls bring to mind a distant past. In order to avoid damaging this historical substrate, the architects came up with an extraordinary idea that blended perfectly in this environment. They defined it as a “new formation” - somewhat like a new “construction” inside the construction “that defines a new function and a new form”. The walls form a box that holds this “sculpted bathroom”, which rests discreetly and gracefully on the wood flooring thanks to the support of a sinuous completely black platform. It is made from terrazzo, (a composite material made from marble granulate, stone, cement mortar mixed with very fine marble chips and ground brick) as is the structure surrounding the toilet, which is surrounded by a low semicircular wall that follows the pattern of the flooring. Everything was planned down to the last detail with a balanced counterpoint between full and empty spaces as well as transparent and non-transparent materials. The semicircular wall is balanced on the opposite side by a curvilinear shower made from transparent glass and custom designed with a sliding curved glass door. The shower plate is made from wooden planks that match the parquet flooring material that covers the entire floor with a very attractive geometric design reminiscent of the pattern of the ancient castle floors. The simple linearity of the shower enclosure is highlighted by a floor mounted tap with a minimalist design by Philippe Starck: the thin shower set in stainless steel next to the glass highlights the verticality

of the shower enclosure and it matches the steel circle upon which the glass panel opens. The purity of the contemporary design is the key to interpreting this project which was designed as an architectural form inside a larger form that serves as a set. The arrangement is functional and perfectly integrated with the historic “container”. The circle theme is repeated in the shape of the shower, in the structure that surrounds the fixtures and in the choice of a central sink. A cone shape covered in pear wood designed by Philippe Starck is at the centre of the platform to visibly separate the two lateral blocks. Here again, the designers decided to use a strong

element that was integrated architecturally and materially with the surrounding space and the other design elements. In front of the sink, as if it were a sculpture, we find a linear thin tube in steel that ends with a large round lighted mirror, which was custom designed by the architects. The lighting in the area is provided naturally by a large window and three discreet and essential light fixtures that hang from the ceiling near the three key design elements. In the space between the two double doors (between the bathroom and the hall next to it) a small closet was created for clothing and other accessories by adding two small mirrored doors that have the same pattern as the original white doors.

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progettoXle terrazze Testo di Nico Velvet - project Simone Micheli Laboratory - Engineering e realizzazione: Mioblu Special Wellness -img Juergen Eheim

Un luogo esclusivo dove rigenerarsi AN EXCLUSIVE LOCATION FOR REGENERATION A VILLORBA A 9 KM DAL CENTRO DI TREVISO È NATO IL CENTRO POLIFUNZIONALE LE TERRAZZE, UN LUOGO INNOVATIVO CHE PROPONE UNA MOLTEPLICITÀ DI AMBIENTI: PRODUTTIVI, COMMERCIALI, RESIDENZIALI, DI SOGGIORNO E DI SERVIZIO IN VILLORBA (JUST 9 KM FROM THE CENTRE OF TREVISO) THERE IS A NEW MULTIFUNCTIONAL CENTRE NAMED LE TERRAZZE. THE INNOVATIVE AREA HOSTS A NUMBER OF SPECIFIC ENVIRONMENTS INCLUDING PRODUCTION, COMMERCIAL, RESIDENTIAL, HOSPITALITY AND SERVICE AREAS


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All’interno del complesso è stata terminata da poco la realizzazione di un centro wellness. La superficie totale è poco più di 700mq. Questa realizzazione è un esempio di completa osmosi tra funzione ed emozione tra sogno e realtà. Il progetto di architettura degli interni porta la firma di Simone Micheli Laboratory, mentre i layout distributivo-funzionali, l’engineering e la realizzazione dell’opera sono di Mioblu Special Wellness. Il centro benessere ha la capacità di dare ogni tipologia di servizio ed esperienza: estetica, wellness, ludica, fitness, riabilitativa. Le 6 cabine polifunzionali, tutte con doccia interna, permettono l’erogazione di ogni tipologia metodologica di trattamento, mentre una cabina per trattamenti in coppia molto ampia oltre a quelli manuali consente l’idroterapia in vasca speciale, caldarium per fanghi e letto ad acqua. A completare l’area beauty la “Nail Room” per due.

Sopra una veduta della reception, a sinistra schizzo. Above a view of the reception area, on the left, a sketch.

La stanza di galleggiamento e quella Vichy si rivolgono sia ai servizi dell’area beauty che a quelli dell’area wellness che si articola tra una piscina ludica, nella quale sono disponibili varie tipologie di giochi d’acqua, l’area delle docce emozionali, il bagno turco e la sauna tra i quali è stata realizzata una vasca fredda con ghiaccio per la reazione termica. Tutta l’area bagnata è in diretta comunicazione con gli ambienti dedicati al relax: uno dove per lo scopo concorrono ambiente e illuminazione, l’altro dove per lo stesso è stato ricreato un microclima marino con pareti di sale e tecnologia specifica che nebulizza nell’aria una soluzione salina. Un’area fitness e la piscina riabilitativa concludono la molteplicità dei servizi disponibili nel centro benessere. Gli spazi tecnici si compongono di magazzino, studio medico, servizi, area staff, office, spogliatoi.

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The building complex contains a recently finished wellness centre that covers an area just a little over 700 square metres. The structure provides an example of completely balanced cohesion between function and emotion - somewhere between a dream and reality. The architectural design of the interiors was entrusted to Simone Micheli Laboratory while the distributional/functional layout and the engineering and development works were carried out by Mioblu Special Wellness. The centre is able to offer a complete range of services to ensure a delightful experience including: beauty care, wellness, and entertainment, fitness and rehabilitation treatments. The 6 multifunctional cabins are each equipped with a shower and they offer a variety of different treatments. The very large cabin for couples and the manual ones are equipped to provide hydrotherapy treatments in a special bathtub, a ‘caldarium’ for mud treatments and a waterbed. The beauty area also includes a Nail Room for two. The floating room and the Vichy room are used for both beauty and wellness treatments featuring a swimming pool with a number of water features, an area with sensory showers, a Turkish bath and a sauna (between which we find a cold water ice bath to help provoke a thermal reaction). The entire pool and water area is directly connected with the areas for relaxation: one is developed through attention to the environment and lighting and the other has a sea-like microclimate with salt walls and a special technology that nebulises the air with saline solution. A fitness area and healing pool are also available at the wellness centre. The structure further contains a warehouse, medical offices, service areas, staff areas, offices and dressing rooms.

Nella pagina precedente: la reception, la Dual Nail Room e uno scorcio del percorso nella zona beauty. Sotto, la cabina “new vichy”. On the preceding page: the reception area, the Dual Nail Room and a view of the beauty zone area. Below, the “new vichy” cabin.


In alto, la stanza di galleggiamento; sotto, la stanza del sale. Nella pagina sucessiva: in alto, cabina trattamenti; sotto, area relax. Above, the oating room; below, the salt room. On the opposite page: above, treatment cabins; below, relaxation area.

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Una nuova filosofia Blob propone pezzi d’arredo che si fanno notare per la sensibilità nel risolvere con gusto, armonia e professionalità lo spazio lavanderia e i bagni di piccole dimensioni. Blob modifica il tradizionale concetto di lavanderia: lo spazio lavoro diventa perfettamente conforme alle necessità quotidiane, funzionale ed ergonomico. Un percorso minimale Disenia completa l’ampiezza di offerta con una gamma di soluzioni box doccia e cabine doccia, analizzando, studiando e progettando sia l’aspetto estetico che quello tecnologico e prestazionale. Dalle linee squadrate o curve, adatte a piccoli o grandi spazi, realizzate con telai e particolari dall’alto valore tecnico, senza mai dimenticare l’obiettivo principale: funzionalità, estetica ed essenzialità.

Constant research is the key to overcoming the challenges in this increasingly large and exigent market: the goal that has been reached is the fruit of a perfect synthesis between 4 companies Idea, Aqua, Blob and Disenia which are able to offer a complete array of products. Ideagroup is specialised in very precise sectors: four distinct trademarks with their own distinct identities. The goal Of the four trademarks, Idea has been around the longest: the trademark proposes a line of products that can offer a wide array of compositions with a modern and casual approach or a refined and elegant style while even satisfying more classic tastes. This flexibility has driven success through the use of various materials and technologies that have provided experience in developing very gregarious blends while always ensuring practicality, safety and taste. Essential design Aqua is distinguished for its product array which tends to be highlighted by essential clean and linear designs. The products are built with the best developments and the most advanced and innovative materials which further exalt the modernity of this line. A new philosophy Blob offers furnishings that stand out for their ability to organise laundry spaces and small bathrooms with tasteful, harmonic and professional arrangements. Blob transforms the traditional concept of wash areas: the work space responds perfectly to everyday functional and ergonomic necessities.

In apertura: Disenia, cabina doccia Quadro, struttura doccia sospesa cromo, vetro trasparente, piatto doccia e pedana doccia in Aquatek bianco. Misure 120x80 cm, con l’innovativa apertura a soffietto. Sopra, a sinistra: collezione My Fly Evo, forte appeal creativo di sapore hi-tech, eleganza, abilità progettuale e innovazione formale. A sinistra: Moon si inserisce e mostra la sua flessibilità sia cromatica che dimensionale mentre il linguaggio essenziale delle forme si definisce nell’accuratezza dei dettagli. Sotto: collezione City by Aqua, nero opaco, top integrato in Aquatek bianco. L’ampia modularità e la grande flessibilità danno la possibilità di creare composizioni versatili capaci d’interpretare ogni esigenza. On the first page: Disenia, Quadro shower enclosure, a suspended shower structure, transparent glass, shower tray and shower stand in white Aquatek. Size 120x80cm with an innovative folding door. Above on the left: My Fly Evo collection, strong creative appeal with a hi-tech distinction, elegance, design skill and formal innovation. On the left: Moon fits in and demonstrates its flexibility both chromatically and in size while the essential syntax of the forms is embodied in the accuracy of the details. Below: the City collection by Aqua, flat black with a built-in top in white Aquatek. The modularity and the incredible flexibility make it possible to create versatile compositions that fit any need.

A minimal path Disenia completes the wide range with a number of shower enclosures and shower cabin solutions by analysing, developing and designing with aesthetics, technology and performance in mind. With squared or curved lines, they are well suited for small or large areas and they are made with particularly advanced frames. The primary objectives are always met: functionalism, aesthetics and essentialism.







































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