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)33. s n ! n 0 n % n '" "0 n )TALY ONLY n " Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB Milano

HOSPITALITY CONTRACT

HOTEL DESIGN DIFFUSION

Berlin 25Hours Singapore Park Royal Hotel Rotterdam Nhow Hotel Los Angeles Ace Hotel London Paul Smith

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INTERNATIONAL MAGAZINE OF ARCHITECTURE AND DESIGN

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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (con.in L. 27/02/2004) art. 1, comma 1, DCB Milano. (TASSA RISCOSSA)

Trimestrale di architettura e design '2 € 0 € % € ! € & € " € Italy only €

OF

ARCH

DISCOVER THE NEW ISSUE OF OFARCH DESIGN & ARCHITECTURE

-ASSIMILIANO AND $ORIANA &UKSAS s "IENNALE DI !RCHITETTURA s &OSTER 0ARTNERS s 3ANTIAGO #ALATRAVA s 6EHOVAR *AUSLIN !RCHITEKTUR s (OMBRE DE 0IEDRA !RCHITECTS WITH "URØ s (AMMERSCHMID 0ACHL 3EEBACHER n !RCHITEKTEN s &RANCO 2AGGI s /&8 s

DDW srl | Via Lucano, 3 | 20135 Milano | Italy Tel. +39 02 5456102 - Fax +39 02 54121243 - e-mail: info@designdiffusion.com internet: www.designdiffusion.com - web tv: www.designdiffusion.tv



M A D E I N I TA LY


giugno/luglio/agosto june/july/august 2014

42 Direttore responsabile/Editor in chief Carlo Ludovico Russo Direttore/Editor Franco Mirenzi

Sommario Editoriale

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Franco Mirenzi

News

6 Books

Luisa Castiglioni

Consulente di redazione Editorial consultant Luisa Castiglioni Progetto grafico e consulenza artistica Graphic layout & art consultant Franco Mirenzi

Ufficio abbonamenti/Subscription office Francesca Casale Traduzioni/Translations Giovanna Castrovinci

Copertina/Cover: 25Hours Berlin, project: Studio Aisslinger

Design Diffusion World srl Redazioni/Editorial Offices Direzione, amministrazione, pubblicità Management, Administration, Advertising Via Lucano 3 20135 Milano Tel. 02/55199035 – Fax 02/5517257 www.designdiffusion.com

20 Contract

Francesca Tagliabue

28 Projects 32 Design 34 Hotel

Contributi/Contributors Elviro Di Meo Antonietta Radaelli Francesco Russo Francesca Tagliabue

Ufficio traffico/Traffic department Daniela D’Avanzo

Francesca Russo

24 Companies

Realizzazione grafica/Graphic designer Fabio Riccobono

DHD Architecture in USA Bradley Wheeler

10 Exhibition

38 Fair 40 Alivar Singapore

44 Giungla artificiale/Artificial jungle

Francesca Tagliabue

Berlin

52 Fantasie inaspettate/Unexpected fantasies

Luisa Castiglioni

Rotterdam

60 Contrasti materici/Powerful contrasts

Elviro Di Meo

Los Angeles

70 Hollywood revival

Francesca Tagliabue

Paris

74 Eclettismo a tutte le ore/Round-the-clock eclecticism

Francesca Tagliabue

Barcelona

78 Petit Comitè

Luisa Castiglioni

Split

82 Oltre i luoghi comuni/Beyond common places

Francesca Tagliabue

London

88 English style

Francesca Tagliabue

London

94 Un progetto genuino/A genuine project

Antonietta Radaelli

Reykjavik

98 Il cielo d’Islanda/The sky over Iceland

Francesca Tagliabue

Strasbourg

102 Progetto di charme/Charm project

Francesca Tagliabue

Copenhagen

110 Sapori del nord/Flavors of the north

Antonietta Radaelli

Kao Lak

116 A due passi dal mare/A stone’s throw from the sea

Francesca Tagliabue

Milano

122 Pane in vetrina/Bread in showcase

Luisa Castiglioni

Ufficio abbonamenti Numero Verde 800/318216 Tel. 02/5516109 – Fax 02/5456803

Stampa/Printer Color Art Via Industriale 24/26 25050 Rodengo Saiano (BS) Tel. 030/6810155

Editorial Office, Chicago Judith Jacobs P.O. Box 3342 Merchandise Mart 60654, 0342 Chicago IL – USA Tel. 001/3128361005 – Fax 3128361006

Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB Milano Reg. Tribunale Milano n./Milan Court Reg.No. 245 del 13 Aprile 2004

Agenti/Agents Paolo Bruni, Teo Casale, Roberto Gallo

Editorial Office, Osaka Intermedia TS Bldg. 3-1-2 Tenma Kita-ku Osaka, Japan Tel. 00816/3571525 Fax 3571529

Amministrazione/Administration Norberto Mellini

Trimestrale/Quarterly magazine Prezzo/Price Euro 10,00

Printed in Italy )33. s Distribuzione all’estero Sole agent for distribution Abroad A.I.E. – Agenzia Italiana di Esportazione spa Via Manzoni, 12 – 20089 Rozzano (Mi) Tel. 02/5753911 Fax 02/57512606 e-mail: info@aie-mag.com www.aie-mag.com

Pubblicità/Advertising DDA Design Diffusion Advertising srl Via Lucano 3, 20135 Milano Tel. 02/5453009 – Fax 02/5456803

Distribuzione in libreria/Bookshop distribution Joo Distribuzione È vietata la riproduzione anche parziale All rights reserved Testi, disegni e materiale fotografico non si restituiscono Texts, drawings and photographs will not be returned

Design DiffusionWorld comprende le testate/ includes the heads: DDN Design Diffusion News, OFARCH, Cucine International, DDB Design Diffusion Bagno, D Lux, Avant Garde Design Selection Köln, Italian Design Selection Milano, DDN guide, Casa Di

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Il bosco in camera

A room with forest

A fronte di una considerevole distruzione di boschi e foreste, operata dall’uomo in molte parti del globo, si assiste a una spettacolare e condivisibile ricostruzione della natura nelle città. Boschi condominiali vengono costruiti non sul terreno pubblico ma sugli edifici, cercando di far convivere l’architettura con la natura: il risultato va al dilà di una semplice integrazione e assomiglia sempre più a una fusione di elementi, dipendenti uno dall’altro, che con il passare del tempo tendono a migliorare. Nelle pagine seguenti c’è un esempio particolarmente interessante di questa tendenza naturalista, meritevole di essere ammirato e goduto dalle camere dell’hotel o direttamente dai bellissimi terrazzamenti boschivi. I giardini pensili di Babilonia (VI secolo a.C.), considerati una delle sette meraviglie del mondo, erano un esempio di intelligenza e genialità umana: oggi dobbiamo recuperare il rapporto con la natura, per ricordare che le nostre vite sono governate dalla stessa e da essa non possiamo dividerci. Progettiamo parchi urbani e parchi condominiali per recuperare almeno parte del nostro habitat, ricostruendo le condizioni migliori per vivere il più possibile in rapporto con l’ambiente naturale.

In view of significant deforestations of which men are responsible across the whole globe, we can experience a spectacular and embraceable reconstruction of green areas in our cities. Forests are created not in public areas, but on top of buildings, trying to make nature and architecture coexist: the result goes beyond a simple integration and more and more seems a real fusion of elements, one dependent on the other, tending to improve over time. In the following pages there is a significant example of this naturalist trend, deserving to be admired and enjoyed from hotel rooms or directly from the beautiful woody terraces. The hanging gardens of Babylon (VI century B.C.), considered as one of the seven wonders of the ancient world, were an example of human cleverness and genius: today we have to recuperate our relation with nature, to remember that our lives are ruled by nature itself and that we cannot separate from it. We design urban parks and shared gardens to recover at least in part our habitat, recreating the best conditions to live our relation with natural environment at its best. Franco Mirenzi

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MIES VAN DER ROHE

BOOKS

“Less is more”. Questa celebre frase di Mies van der Rohe (1886-1969) riassume perfettamente il significato di tutto il lavoro svolto dall’architetto di origine tedesca, uno dei Maestri del Movimento Moderno. Nato in un piccolo centro, Mies si allontanò presto da una situazione provinciale che non faceva per lui e si trasferì a Berlino nel 1905, fu direttore del Bauhaus negli anni Trenta e in seguito all’ascesa nazista andò a Chicago dove restò fino alla morte. Convinto del fatto che “la forma come scopo porta sempre al formalismo”, ha progettato tutta la vita secondo i canoni dell’International Style, lasciando come eredità decine di edifici e arredi diventati vere e proprie icone del design. La monografia edita da Phaidon ricostruisce alla perfezione il contesto storico e culturale all’interno del quale Mies van der Rohe si è trovato a operare, mettendo in luce la sua forza innovativa e il suo distacco formale e intellettuale dallo stile dell’epoca. Il libro comprende le descrizioni delle architetture miesiane più celebri (tra cui il Padiglione di Barcellona 1928-29, il Seagram Building di New York 1954-54, la Farnsworth House nei dintorni di Chicago 1945-50, la Neue Nationalgalerie di Berlino 1968) insieme al racconto di alcuni progetti non realizzati, come la torre per uffici e piazza Mansion House di Londra, concepita negli anni Sessanta e mai costruita. Non mancano infine le segnalazioni degli oggetti di design più celebri, corredate da disegni progettuali originali. Detlef Mertins, Mies van der Rohe, Phaidon.

RENZO PIANO

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Fresco di stampa, il nuovo libro di Francesco Dal Co racconta da un punto di vista nuovo le opere dell’architetto Renzo Piano. Nato a Genova nel 1937, Piano è tra gli architetti italiani più celebri del mondo. Vincitore del Pritzker Prize nel 1998, nel 2013 è stato nominato Senatore a vita della Repubblica Italiana. I suoi lavori sono sparsi ai quattro angoli del mondo e, tra le ultime realizzazioni, vale la pena citare The Shard, il grattacielo di 306 metri che ha ridefinito lo skyline di Londra. Dal Co ha scelto di concentrarsi solo su alcune delle opere di Renzo Piano, scegliendo quelle a suo avviso più importanti dal 1960 a oggi. Il volume si apre con un lungo saggio sul Centre George Pompidou di Parigi (ideato dall’architetto italiano in collaborazione con Richard Rogers) e continua con capitoli dedicati a lavori celebri – come la Morgan Library o la sede del New York Times di New York – e ad altri importanti ma meno conosciuti, tra cui gli uffici di B&B Italia a Novedrate (Como). Alcuni dei fatti raccontati sono assolutamente inediti perché appresi dall’autore studiando disegni, foto delle fasi di cantiere e documenti inediti. Completa la monografia un regesto totale dei progetti di Renzo Piano e una sezione dedicata alle note biografiche. Francesco Dal Co, Renzo Piano, Electa.

Newly published, the new book by Francesco Dal Co explains works by Renzo Piano from a new point of view. Born in Genoa in 1937, Piano is one of the most famous Italian architects. Winner of the Pritzker Prize in 1998, in 2013 the President of the Republic appointed him to become Senator for life. His works are spread across the world and, among latest realizations, we can mention The Shard, the 306 meters high skyscraper which redefined the skyline of London. Dal Co chose to focus only on some of Renzo Piano works, selecting those which to him were the most important ones, starting from 1960. The book starts with a long essay on the Cente George Pompidou in Paris (created by the Italian architect in cooperation with Richard Rogers) and continues with chapters dedicated to famous realizations – such as the Morgan Library or the New York Times headquarters in New York – and other important but not well-known works, among which B&B offices in Italy, Novedrate (Como). Some of the facts told inside the book are absolutely unreleased since the author found them out when studying projects, pictures, realization stages and documents. The monograph is completed by a summary of Renzo Piano projects and a section dedicated to biographical sketches. Francesco Dal Co, Renzo Piano, Electa.

“Less is more”. This well-known sentence by Mies van der Rohe (1886-1969) perfectly summarizes the meaning of all the work done by the German architect, one of the masters of the Modern Movement. Born in a small city, Mies soon left that reality and moved to Berlin in 1905. He was the director of the Bauhaus during the Thirties and after the rise of Nazism he went to Chicago where he lived until he died. He believed that “shape as an aim always leads to formalism” and he designed his own life according to the International Style criteria, leaving a precious heritage of buildings and furniture which became real design icons. The monograph edited by Phaidon perfectly retraces the historic and cultural context in which Mies can der Rohe had to work, highlighting his innovative power and his intellectual and formal detachment from the styles of that time. The book involves descriptions of his most famous architectures (among which the Pavilion in Barcelona 1928-29, the Seagram Building in New York 1954, the Farnsworth House near Chicago 1945-50, the Neue Nationalgalerie in Berlin 1968) together with the stories of some nonactualized projects, such as the tower for offices and Mansion House in London, conceived during the Sixties and never constructed. In the end we can find a selection of most well-known design objects completed by original design sketches. Detlef Mertins, Mies van der Rohe, Phaidon.


SOTTSASS Tantissime parole sono state spese su Ettore Sottsass (1917-2007), e decine di libri sono stati dedicati alla sua vita e alle sue opere. Approcciarsi alla sua poliedrica figura non è certo un’impresa facile, esprimere il proprio punto di vista su una delle personalità più carismatiche e importanti del dopoguerra è un compito tanto ambito quanto difficile. La pubblicazione di Phaidon si propone come una monografia completa: dagli esordi come designer alle collaborazioni con le più importanti industrie italiane, dalla nascita di Memphis fino ad accenni alla vita privata. Il volume, forte di un grande corpus di immagini che comprende non solo decine di scatti degli oggetti firmati da Sottsass ma anche una serie di fotografie e disegni inediti realizzati dall’architetto, può essere letto in due modalità differenti. Da una parte, i capitoli possono essere sfogliati in maniera sequenziale per una lettura cronologica; dall’altra si può scegliere un approfondimento “per disciplina” seguendo il codice colore che permette di interessarsi a un unico argomento saltando da un decennio all’altro in velocità. Philippe Thomé, Sottsass, Phaidon.

Several words have been pronounced about Ettore Sottsass (1917-2007), and tens of books have been dedicated to his life and work. It is not easy to approach such a polyhedral figure, expressing one’s own point of view on one of the most charismatic and important personalities of the postwar is a difficult and yearned task. Phaidon is conceived as a complete monograph: from the beginning as a designer to the collaborations with the most important Italian brands, from the origin of the Memphis Group to mentions about his private life. Completed by a wide selection of color images including tens of photos portraying Sottsass creations and a series of unreleased drawings by the architect, the book can be read in two different ways. On one hand, chapters can be browsed in sequence to have a chronological list of events; on the other hand the reader can choose an analysis of “topics” following the color code which allows to switch from one theme to another, skipping from one decade to another. Philippe Thomé, Sottsass, Phaidon.

DOVE VIVONO GLI ARCHITETTI Evento collaterale organizzato durante il Salone del Mobile 2014 di Milano, la mostra “Dove vivono gli architetti” occupava un ampia porzione del padiglione 9 alla fiera di Rho-Pero. L’esposizione – attraverso una serie di video, interviste e fotografie – ha permesso ai visitatori di entrare all’interno delle abitazioni di alcuni tra i più celebri architetti del mondo. Un’occasione unica per fare un paragone tra le opere pubbliche e gli spazi più privati, progettati per se stessi da Shigeru Ban, Mario Bellini, David Chipperfield, Massimiliano e Doriana Fuksas, Zaha Hadid, Marcio Kogan, Daniel Libeskind e Studio Mumbai/Bijoy Jain. Tra sperimentazioni e poetiche progettuali adattate al tema dell’abitare, le case delle otto celebri archistar sono state ricostruite attraverso volumetrie parziali e poetici rimandi a ciò che per loro conta di più: la grande libreria, la vicinanza alla natura, la scala che mette in collegamento tutti i livelli… A memoria dell’evento rimane il volume edito da Corraini e arricchito da testi critici della curatrice della mostra

Francesca Molteni e da un saggio di Fulvio Irace. A cura di Fulvio Irace, Francesca Molteni e Davide Pizzigoni, Dove vivono gli architetti, Corraini Edizioni.

ATLANTE DELL’ARCHITETTURA DEL XX SECOLO

Collateral event organized during the Salone del Mobile 2014 in Milan, “Dove vivono gli architetti” (Where architects live ) exhibit filled a wide area of pavilion 9. The exhibition – through videos, interviews and photographs – gave visitors the chance to experience residences of the most well-known architects from all over the world. A unique occasion to compare public works and private spaces, designed for themselves by Shigeru Ban, Mario Bellini, David Chipperfield, Massimiliano and Doriana Fuksas, Zaha Hadid, Marcio Kogan, Daniel Libeskind and Mumbai/Bijoy Jain Studio. Among experimentations and design poetry, houses of the eight archistars have been reconstructed through partial volumetric analysis and poetic references to what is important to them: the big bookshelf, the proximity of nature, the stairway connecting all floors… The book edited by Corraini witnesses the show and is completed by reviews written by Francesca Molteni and by an essay written by Fulvio Irace. Curated by Fulvio irace, Francesca Molteni and Davide Pizzigoni, Dove vivono gli architetti, Corraini Edizioni.

Una pubblicazione dal grande peso scientifico oltre che fisico. Il volume da 824 pagine per 8 kg raccoglie infatti tutti i migliori progetti di architettura costruiti dal 1900 al 2000. 750 edifici firmati da 699 progettisti differenti tracciano la lunga storia dell’architettura del Secolo Breve. Le opere, presentate attraverso foto e schede riassuntive, sono organizzate secondo 6 macro aree geografiche (Oceania, Asia, Europa, Africa, Nord America, Sud America) e facilmente localizzabili su un grande planisfero. I tipi proposti comprendono case, banche, scuole, uffici, ospedali, palestre e molto altro. L’Atlante viene venduto in un elegante confezione a forma di valigia con manico in plastica. Si tratta di un tomo che non può mancare nella biblioteca privata di professionisti e appassionati del settore. AA.VV., Atlante dell’architettura del XX secolo, Electa.

A publication having scientific importance. The book has 824 pages and weighs 8 kg, it indeed includes all the best architectural projects realized between 1900 and 2000. 750 buildings signed by 699 different designers trace the story of the Short Century. Works, introduced through pictures and summarizing cards, organized in 6 macro geographic areas (Oceania, Asia, Europe, Africa, North America, South America) and are easy to be localized on a planisphere. The proposed typologies include houses, banks, schools, offices, hospitals, gyms and many others. The volume is sold inside an elegant box with the shape of a suitcase with plastic handle. An indispensable tome for professionals and those who are keen on architecture. AA.VV., Atlante dell’architettura del XX secolo, Electa

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BOOKS CULTURAL IDENTITIES Il successo di una mostra o di uno spettacolo teatrale viene spesso decretato anche dall’immagine dell’evento che viene trasmessa al grande pubblico. Per questo, musei e istituzioni culturali di ogni tipo si affidano a studi di grafica o a promettenti giovani talenti del settore per creare azioni coordinate ad hoc. Manifesti, brochure, pagine pubblicitarie per riviste e quotidiani: tutto contribuisce a dare agli eventi massima visibilità e, di conseguenza, ad attrarre il maggior numero di persone possibile. Alcune volte sono le immagini a farla da padrone, altre volte la curiosità del pubblico viene stuzzicata per mezzo di slogan accattivanti o vere e proprie azioni di teasing. Il libro Cultural Identities presenta una raccolta di campagne e pubblicazioni particolarmente ben riuscite, firmate da importanti nomi del graphic design internazionale e commissionate da istituzioni di alta qualità tra cui il MoMA di New York, il Barbican Centre di Londra o Documenta. Un volume tutto da sfogliare, in grado di mantenere la memoria di eventi

ed esposizioni. Robert Klanten, Anna Sinofzik, Floyd, Culture Identities – Design for Museums, Theaters and Cultural Institutions, Gestalten.

famigliare a Montmarte, una gita sul lago di Como sarebbe fantastica se si potesse pernottare in una villa d’epoca con un balcone che si affaccia direttamente sulle acque lariane… Spesso però la scelta dell’hotel è una questione di budget, dunque per risparmiare si scelgono alloggi in quartieri non proprio centrali o strutture che non si possono certo definire di lusso. Ma dal momento che sognare non costa davvero nulla, Taschen propone una guida per i viaggiatori di ogni età e ceto sociale: un cofanetto con due volumi dedicati agli alberghi più belli del mondo. Brevi testi (in quattro lingue: italiano, inglese, francese e spagnolo) e tante fotografie per una carrellata di 100 hotel da sogno da scoprire pagina dopo pagina. Atmosfere shabby-chic o arredi contemporanei, architetture immerse nella natura o svettanti grattacieli nella downtown di chissà quale metropoli, le proposte spaziano davvero in ogni direzione. La descrizione di ogni albergo comprende anche informazioni pratiche come il numero di stanze, quale tipo di piatti vengono serviti al ristorante o con il room service e un’indicazione sul prezzo per notte. Margit J. Mayer, 100 getaways around the world, Taschen.

The success of an exhibit or a theatrical performance is often determined by the image communicated to the public. For this reason, museums and cultural institutions entrust graphic design studios or young talents with the creation of personalized and coordinated events. Posters, brochures, advertisement for magazines and newspapers: everything contributes to the visibility of events and, consequently, to attract the highest number of visitors. Sometimes images dominate, sometimes curiosity of the audience is stimulated by charming slogans or real teasing campaigns. Cultural Identities shows a collection of successful campaigns and publications, signed by important names of international graphic design and commissioned by high-quality institutions such as the MoMA in New York, the Barbican Centre in London or Documenta. A book is worth reading, able to maintain the memory of events and exhibits. Robert Klanten, Anna Sinofzik, Floyd, Culture Identities – Design for Museums, Theaters and Cultural Institutions, Gestalten.

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1OO GETAWAYS AROUND THE WORLD L’organizzazione di un viaggio parte anche dalla scelta dell’hotel. Ad esempio, un week end a Parigi potrebbe essere davvero perfetto se si alloggiasse in una romantica pensioncina a conduzione

The organization of a travel also starts from the choice of the hotel. For instance, a weekend in Paris could be really perfect if we could stay in a romantic boarding house in Monmarte, a trip on Como lake would be amazing if we could sojourn in a historic villa with balcony overlooking the lake… But this is often a matter of budget, so in order to save money we choose suburban districts or definitely not luxury structures. But since dreaming is free, Taschen proposes a guide for travelers of all ages and social classes: a box with two volumes dedicated to the most beautiful hotels of the world. Short texts (in four languages: Italian, English, French and Spanish) and several photographs for a selection of 100 dream hotels. Shabby-chic atmospheres or contemporary furniture, architectures immersed into nature or towering skyscrapers of big cities, the selection spaces throughout every direction. The description of each hotel includes practical information such as the number of rooms, the food served at the restaurant or with the room service and clues on prices per night. Margit J. Mayer, 100 getaways around the world, TaschenMargit J. Mayer, 100 getaways around the world, Taschen.



EXHIBITION IL DESIGN ITALIANO OLTRE LA CRISI

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Come ogni anno si rinnova l’allestimento del Triennale Design Museum di Milano. Concepito fin dall’inizio come un museo “in movimento”, ossia riprogettato ogni 12 mesi per offrire nuove chiavi di lettura sulla storia del disegno industriale e mostrare (a rotazione) tutti i preziosi pezzi della collezione di arredi e complementi della Triennale, per il 2014 propone una lettura crisi-centrica del design italiano: Il design italiano oltre le crisi. Autarchia, austerità, autoproduzione. Se per natura le difficoltà stimolano la creatività umana o – per dirla come Paul Auster – “I momenti di crisi raddoppiano la vitalità degli uomini”, la mostra analizza ciò che è successo in tre periodi bui dell’ultimo secolo: gli anni Trenta, gli anni Settanta, gli anni 2000. Nato da un’idea di Silvana Annichiarico e sotto la cura scientifica di Beppe Finessi, il Triennale Design Museum 2014 propone un percorso che mostra i lavori di chi con poco a disposizione ha saputo creare oggetti semplici, economici ma di ottima fattura. L’esposizione si apre con una stanza collettiva nella quale sono esposti pezzi di differenti epoche e paternità per poi affrontare singoli personaggi in sale separate le une dalle altre. Viene delineata una storia “alternativa” del design italiano, fatta anche di episodi all’apparenza

minori, attraverso una selezione di oltre 650 opere di autori fra cui Fortunato Depero, Fausto Melotti, Carlo Mollino, Franco Albini, Gio Ponti, Bruno Munari, Ettore Sottsass, Achille Castiglioni, Enzo Mari, Andrea Branzi, Ugo La Pietra fino a Martino Gamper, Formafantasma, Nucleo, Lorenzo Damiani, Paolo Ulian, Massimiliano Adami, Francesco Faccin. (F. T.; ph: Fabrizio Marchesi)


ITALIAN DESIGN BEYOND CRISIS Every year the set-up of the Triennale Design Museum in Milan is renovated. Conceived from the very beginning as a museum “on the move”, it is indeed redesigned every 12 months to offer new interpretations of the story of industrial design and to show (in turn) all the precious pieces of the furniture collection of the Triennale. The exhibit of 2014 proposes an interpretation based on the crisis of Italian design: Italian design beyond the crisis. Autarky, Austerity, Autonomy. If by nature crisis stimulates human creativity or - to use Paul Auster’s words – “crisis moments duplicate vitality of men”, the exhibit analyzes what happened during three dark periods of the last century: the Thirties, the Seventies and the 2000s. Arose from an idea of Silvana Annichiarico and curated by Beppe Finessi, the Triennale Design Museum 2014 offers a new path showing works

of those who created simple objects, cheap, but of high quality, having only a few resources. The exhibition opens with a selection where we find pieces of different ages and authors, to continue then with single artists works displayed in separated halls. An “alternative” story of Italian design is outlined, also made of apparently minor events, through a section of more than 650 works by authors such as Fortunato Depero, Fausto Melotti, Carlo Mollino, Franco Albini, Gio Ponti, Bruno Munari, Ettore Sottsass, Achille Castiglioni, Enzo Mari, Andrea Branzi, Ugo La Pietra, and again Martino Gamper, Formafantasma, Nucleo, Lorenzo Damiani, Paolo Ulian, Massimiliano Adami, Francesco Faccin. (F.T.; ph: Fabrizio Marchesi)

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EXHIBITION

A corredo della mostra sarà presente una sezione documentaria che intende raccontare il rapporto di amicizia e collaborazione tra Giuseppe Panza e i due artisti attraverso lettere, fotografie e progetti provenienti dal Getty Library Research di Los Angeles e dal Guggenheim Museum di New York. L’esposizione è cura di Michael Govan, Direttore del LACMA di Los Angeles e di Anna Bernardini, Direttore di Villa e Collezione Panza. (L. C.)

ROBERT IRWIN E JAMES TURRELL A VILLA PANZA

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Luce, percezione e spazio sono gli elementi fondanti della sperimentazione di Robert Irwin e James Turrell e della mostra a essi dedicati,AISTHESIS - All’origine delle sensazioni in programma a Villa Panza a Varese fino al 2 novembre 2014. Presentato dal FAI – Fondo Ambiente Italiano con il Los Angeles County Museum of Art (LACMA), il progetto espositivo è realizzato in collaborazione con il Guggenheim Museum di New York, il Getty Research di Los Angeles e l’Archivio Panza di Mendrisio. Installazioni, lavori site-specific e proiezioni raccontano la ricerca dei due artisti californiani, il loro singolare utilizzo della luce come medium creativo e come materia da plasmare e il colto e fecondo rapporto con Giuseppe Panza di Biumo. Robert Irwin e James Turrell hanno realizzato opere pensate appositamente per gli spazi della Villa. Per la Scuderia Grande Turrell ha ideato un nuovo Ganzfeld: un ambiente ampio, chiuso e senza orizzonte. Il termine tedesco Ganzfeld (che in italiano si traduce campo totale) indica in psicologia una tecnica di deprivazione sensoriale volta a verificare le capacità di percezione extrasensoriale umana. In occasione della mostra, Robert Irwin ha invece progettato – a distanza di quarant’anni dal suo primo intervento a Varese – una nuova installazione al titolo Villa Panza 2013 in un ideale dialogo con il Varese Scrim del 1973. Occupando l’ambiente della Limonaia, l’artista ha creato uno spazio puro modellato dalla luce naturale e da un velario che disegna in modo geometrico e ritmico una via simile a un labirinto - simbolo enigmatico e cifra stilistica molto cara a Irwin – pensato per evocare l’incessante ricerca di un percorso e di un lavoro interiore dell’uomo.

ROBERT IRWIN AND JAMES TURRELL AT VILLA PANZA Light, perception and space are the key elements of the Robert Irwin and James Turrell experimentation and of the exhibit dedicated to them, AISTHESIS – At the origin of sensations at Villa Panza, Varese till November 2nd, 2014. Presented by FAI – Italian National Trust with Los Angeles County Museum of Art (LACMA), the exhibition is realized in cooperation with the Guggenheim Museum in New York, the Getty Research in Los Angeles and the Panza Archive in Mendrisio. Installations, site-specific works and projections show the research of the two Californian artists, their peculiar use of light as creative means and as a matter that can be molded, as well as the fruitful relation with Giuseppe Panza di Biumo. Robert Irwin and James Turrell created a new Ganzfeld for the Scuderia Grande: a wide space, closed and with no horizon. The German word

Ganzfeld (which can be translated into entire field) in psychological field means a technique of sensory deprivation aiming to test extrasensory perception of individuals. On the occasion of the exhibit, Robert Irwin designed – forty years after his first intervention in Varese – a new installation named Villa Panza 2013 in ideal communication with the Varese Scrim of 1973. Filling the space of the Limonaia, the artist created a pure space molded by natural light and by curtains which geometrically design a sort of labyrinth – enigmatic symbol and style signature of Irwin – conceived to evoke the constant human being search of a course and an interior dimension. The exhibit is supported by a documentary section aiming to show the friendship and cooperation between Giuseppe Panza and the two artists through letters, pictures and projects coming from the Getty Library Research in Los Angeles and from the Guggenheim Museum in New York. The exhibit is curated by Michael Govan, Director of the LACMA in Los Angeles and by Anna Bernardini, Director of ‘Villa e Collezione Panza’.


LED

tech

Ecos design Renato Toso, Noti Massari & Associati 路 AD Barbara Maggiolo 路 PH Pointer


EXHIBITION MATERIALE/ IMMATERIALE Continua la grande stagione culturale di Palazzo Grassi a Venezia con la mostra “L’Illusione della Luce”. Occasione unica per ammirare le opere di oltre sessanta artisti che hanno lavorato con questo media o che hanno indagato le possibilità della sua presenza o della sua assenza. La luce può cambiare l’aspetto delle cose oppure può rivelarle nella loro essenza togliendole dall’oscurità, può ridisegnare lo spazio oppure creare atmosfere differenti. Giorno e notte, bianco e nero, sono parti delle stesse dicotomie raccontate attraverso sculture, dipinti e tagli di luce. L’esposizione si apre nell’atrio del Palazzo con un’installazione sitespecific del californiano Doug Wheeler e continua nelle diverse sale con opere di Dan Flavin, Robert Irwin e Robert Whitman, solo per citarne alcuni. La mostra prosegue fino al termine del 2014. (F. T.)

MATERIAL/ IMMATERIAL The great cultural season continues

14 at Palazzo Grassi in Venice with

“L’Illusione della Luce” exhibit. Unique occasion to admire works by more than sixty artists who worked using illumination sources, who studied possibilities of its presence or absence. Light can change the way things look like or it can express their real nature, light can define space or create different atmosphere. Day and night, black and white, are all part of the same dichotomies told through sculptures, paintings and cuts of light. The exhibit opens inside the entrance hall of the building with a site-specific installation of the Californian Doug Wheeler, and continues inside the different halls with works by Dan Flavin, Robert Irwin and Robert Whitman, just to mention a few. The exhibit will be available until the end of 2014. (F. T.)


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EXHIBITION

communicate a message to the public. Munari Politecnico exhibit at the Museo del Novecento in Milan is mainly focused on the artistic story of Munari and his skills in using different languages and experimenting various expressive processes. Exhibited works are part of the Jacqueline Lodoz and Bruno Danese collection (Danese also cooperated to the realization of the exhibit), some works come from Milanese Civic Collections. The path is organized into five sections, each of them dedicated to a different stage of Munari artistic production. From early collages to painting and sculpture, spacing from twodimensional works to the well-known Macchine Inutili. The same location hosts a nucleus of photographs by Ada Ardessi and Atto, Munari collaborators and authors of the pictures. We also advise that, after the closing of the exhibit, a book with a series of

PUNTI DI VISTA

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Artista, designer, teorico, illustratore, grafico, ideatore di giochi didattici e laboratori per bambini… Non esiste una parola che da sola possa definire l’attività di Bruno Munari (1907-1998). Il milanese è stato una delle figure cardine del XX secolo e ha lasciato un segno forte in ognuna delle discipline alle quali si è avvicinato, come un vero e proprio genio rinascimentale. Raccontare la sua opera presuppone l’adozione di un punto di vista specifico: è sempre necessario operare una selezione (che sia tematica, cronologica, o altro) all’interno del suo corpus di lavori per comunicare al pubblico un messaggio. La mostra Munari Politecnico al Museo del Novecento di Milano si focalizza principalmente sulla storia artistica di Munari e sulla sua capacità di utilizzare linguaggi vari e sperimentare modalità espressive differenti. Le opere esposte appartengono in parte alla fondazione Jacqueline Lodoz e Bruno Danese (che ha collaborato alla realizzazione della mostra), in parte alle Civiche Collezioni di Milano. Il percorso si articola in cinque sezioni, ognuna dedicata a una diversa fase della produzione artistica munariana. Si parte dai collage giovanili, per passare alla pittura e alla scultura, spaziando da opere bidimensionali alle celebri Macchine Inutili. Nella stessa sede è possibile ammirare anche un nucleo di fotografie di Ada Ardessi e Atto, collaboratori di Munari e autori degli scatti. Segnaliamo anche che, dopo la chiusura della mostra, sarà pubblicato un libro con una serie di saggi inediti e testimonianze di chi ha avuto il piacere e l’onore di conoscerlo e lavorare con lui. (F. T.)

POINT OF VIEW Artist, designer, theorist, illustrator, graphic designer, creator of didactic games and workshops for children… There is no single word able to define Bruno Munari (1907-1998). The Milanese artist has been one of the key figures of the XX Century and he left a strong mark in every discipline he dedicated to, as a real genius of Renaissance art. Telling his story means having a specific point of view: it is necessary to select a dimension (topic, time, or others) within his works to

unreleased essays will be published, also including witnesses of those who had the great pleasure and honor to meet him and work with him. (F. T.)


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