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)33. s n ! n 0 n % n '" "0 n )TALY ONLY n " Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB Milano

HOSPITALITY CONTRACT

HOTEL DESIGN DIFFUSION

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Sao Paolo Decameron Amsterdam The Exchange New York Hotel Americano Bรถblinger V8 Hotel Products/Forniture


GROUNDPIECE DESIGN ANTONIO CITTERIO

FLEXFORM SPA INDUSTRIA PER L’ARREDAMENTO 20036 MEDA (MB) ITALIA

VIA EINAUDI 23.25 TELEFONO 0362 3991 FAX 0362 399228 www.flexform.it


A.D. NATALIA CORBETTA. FOTOGRAFIA GIANNI BERENGO GARDIN





E Immagini tratte da/images taken from Peter Eisenman, Contropiede, edito da Skira. A cura di Silvio Cassarà, 2005.

Creatività E Gestione / Creatività E Gestione Ci sono dei vincoli che bloccano la creatività progettuale? La manutenzione di una struttura per la collettività, sia essa un bar, un albergo o un centro congressi, è sicuramente complessa e costosa: va dagli impianti ai servizi di pulizia, passando attraverso un’infinità di attività che quotidianamente richiedono cure e attenzioni specifiche. L’uso della tecnologia ha perlopiù semplificato molte operazioni di carattere gestionale, come il controllo del clima all’interno degli edifici, l’accensione e lo spegnimento programmato delle luci, la produzione e il risparmio di energia, aumentando contemporaneamente l’impegno nei confronti dell’apparato tecnologico, anch’esso da sottoporre a costanti controlli. Ogni parte di un edificio e tutto il suo contenuto devono essere sottoposti, a diversi livelli, a operazioni manutentive quotidiane: ne consegue che i costi di tali interventi devono essere ipotizzati in fase di progettazione. Comunque la funzionalità non deve compromettere l’innovazione anche formale dell’architettura, che si deve esprimere in modo libero e in accordo con tutte quelle componenti che rappresentano gli organi vitali degli edifici. Le considerazioni fatte valgono anche per gli arredi che dovrebbero essere progettati in funzione di una semplificazione manutentiva: la creatività contemporanea inventa e realizza i progetti migliori, quando qualifica l’ambiente e contiene gli sprechi.

Ci sono dei vincoli che bloccano la creatività progettuale? La manutenzione di una struttura per la collettività, sia essa un bar, un albergo o un centro congressi, è sicuramente complessa e costosa: va dagli impianti ai servizi di pulizia, passando attraverso un’infinità di attività che quotidianamente richiedono cure e attenzioni specifiche. L’uso della tecnologia ha perlopiù semplificato molte operazioni di carattere gestionale, come il controllo del clima all’interno degli edifici, l’accensione e lo spegnimento programmato delle luci, la produzione e il risparmio di energia, aumentando contemporaneamente l’impegno nei confronti dell’apparato tecnologico, anch’esso da sottoporre a costanti controlli. Ogni parte di un edificio e tutto il suo contenuto devono essere sottoposti, a diversi livelli, a operazioni manutentive quotidiane: ne consegue che i costi di tali interventi devono essere ipotizzati in fase di progettazione. Comunque la funzionalità non deve compromettere l’innovazione anche formale dell’architettura, che si deve esprimere in modo libero e in accordo con tutte quelle componenti che rappresentano gli organi vitali degli edifici. Le considerazioni fatte valgono anche per gli arredi che dovrebbero essere progettati in funzione di una semplificazione manutentiva: la creatività contemporanea inventa e realizza i progetti migliori, quando qualifica l’ambiente e contiene gli sprechi. Franco Mirenzi

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BOOKS

products. How can an event be original and successful and attract the attention and the curiosity of the customers, staff or visitors? The answers to these and many other questions on integrated communication and exhibit design are contained in the new Event Design Yearbook. Approximately 30 international examples present a variety of solutions for a wide range of briefs. The design and the construction process for communication are developed with the help of numerous articles, illustrations and designs. The practical section is completed with theoretical articles on the psychology behind the presentation of the brand and sustainable marketing. The introduction was written by Jörg Beier and Georg Stark. Event Design Yearbook 2011/2012, Avedition, www2.avedition.de (L. C.)

architecture and the urban landscape. The new possibilities provided by digital simulation have lead to an increasingly strategic planning mode, an approach based on generation scenarios, that radically alters traditional planning. From the preliminary designs to the production of the individual components, digital equipment offers new possibilities that were unthinkable just a few years ago. The book by Antoine Picon introduces readers to the increasingly important role of digital technology in product design and architectonic creation. The cover image is a rendering of the central ramp at the Tel Aviv Museum of Art produced by Preston Scott Cohen. © Preston Scott Cohen, Inc. Antoine Picon, Digital Culture in Architecture. An introduction for the design professions, Birkhäuser, www. birkhauser.ch (L. C.)

stico dell’Italia, che col suo patrimonio di 34mila strutture alberghiere è al quarto posto nel mondo, e primo in Europa per posti letto. Tuttavia, il parco hotel italiano è tra i più antiquati: solo il 10% è di nuova costruzione, o di recente ristrutturazione, mentre il rimanente 90% andrebbe rinnovato per diventare motore di competitività. Da un percorso di qualità molto articolato, che si evince bene dal libro, sarebbe possibile realizzare grandi alberghi standardizzati secondo la rigida, efficiente, e confortevole omologazione dell’international style, oppure allestire luoghi sempre più unici, emozionali e multisensoriali, per la vacanza e per il business, rispondenti a virtuose regole progettuali declinate con straordinaria creatività. Aglieri celebra col suo lavoro l’estro e la genialità dei designer e degli architetti italiani che rompono i vecchi canoni espressivi per aprirsi alla sperimentazione di nuovi modelli comunicativi, costruendo un nuovo linguaggio del design alberghiero di matrice italiana, aperto al multiculturalismo e attento alle esigenze dei vari target di clienti, appartenenti a un grande unico sistema che, “con diversi ruoli e diverso accesso a capitali finanziari”, agita le dinamiche del marketing e del turismo. Tiziano Aglieri Rinella, Hotel Design. Fondamenti di progettazione alberghiera, Marsilio Editori, www.marsilioeditori.it (M. S.)

!"!#$ %!&'(# %'('$*3 7-$!3 %!&'(# Un manuale avanzato di progettazio)!*+,--. 453$5+!6'# ne alberghiera quello pubblicato da Marsilio Editori, a cura di Planet Hotel, /0112/01/ *+47'$!4$5+! e redatto da Tiziano Aglieri Rinella. Un Eventi di breve durata. Ma carichi di Gli esplosivi sviluppi della tecnologia

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aspettative. Sono le manifestazioni temporanee – di pochi giorni o poche ore – in cui un’azienda presenta la propria realtà e i propri prodotti. Come può un evento quindi essere originale e avvincente per destare l’interesse e la curiosità di clienti, dipendenti o visitatori? Le risposte a queste e a molte altre domande sulla comunicazione integrata e sull’exhibit design sono contenuti nel nuovo Event Design Yearbook. Circa 30 esempi internazionali mostrano soluzioni variegate per compiti estremamente differenti. Il design e il processo di costruzione della comunicazione sono sviluppati con numerosi testi, illustrazioni e progetti. Completano la parte pratica articoli teorici sulla psicologia di presentazione del marchio e sul marketing sostenibile. Introduzione di Jörg Beier e Georg Stark. Event Design Yearbook 2011/2012, Avedition, www2.avedition.de (L. C.)

Of short duration but highly-charged with expectation. These are the temporary events – lasting a few days or a few hours – through which a company presents its reality and its

digitale stanno influenzando anche l’architettura e il paesaggio urbano. Le nuove possibilità aperte dalla simulazione digitale hanno portato a un approccio sempre più strategico alla pianificazione, un approccio basato su scenari di generazione, che rappresenta pertanto una radicale dalla pianificazione tradizionale. Dal disegno preliminare fino alla produzione di singoli componenti, gli strumenti digitali offrono nuove possibilità che erano ancora impensabili solo pochi anni fa. Il volume di Antoine Picon fornisce un’introduzione sul ruolo sempre più importante delle tecnologie digitali nella progettazione del prodotto e nella creazione architettonica. L’immagine di copertina è un rendering della rampa centrale del Tel Aviv Museum of Art realizzato da Preston Scott Cohen. © Preston Scott Cohen, Inc. Antoine Picon, Digital Culture in Architecture. An introduction for the design professions, Birkhäuser, www.birkhauser.ch (L. C.)

The explosive developments in digital technology are also affecting

testo “ibrido” come ama definirlo l’autore, che rinnova il layout dei manuali di progettazione, integrando le pagine tecniche con riflessioni sul ruolo urbano e sociale degli hotel contemporanei. Dedicato a progettisti, designer, investitori, gestori e studenti, il libro manifesta il suo intento scientifico e didattico con il ricco patrimonio di notizie e informazioni utili, da cui trarre suggerimenti e spunti di innovazione. Aglieri conduce la trattazione degli argomenti gestendo una quantità notevole di materiali, messi a disposizione da grandi studi di architettura, case history di eccellenza, realizzate negli ultimi cinque anni, che documentano in maniera puntuale quanto esposto in via teorica. Ne risulta un libro didascalico, di facile consultazione, che sintetizza i nuovi criteri di progettazione delle camere, delle suite e, in particolare, degli spazi comuni degli alberghi, hall, sale meeting, centri benessere, interpretati nella loro valenza di spazi pubblici, aperti e inseriti nei circuiti della vita sociale e culturale delle città. Le 250 pagine aiutano anche un ripensamento critico del ruolo degli alberghi nell’ambito dello sviluppo turi-

An advanced handbook of hotel design has been published by Marsilio Editori, supervised by Planet Hotel, and edited by Tiziano Aglieri Rinella. The author loves defining this book as a hybrid text that renews the format of design handbooks, integrating technical pages with reflections on the urban and social role of contemporary hotels. Dedicated to architects, designers, investors, managers and students, the book expresses its scientific and didactic intentions through a detailed account of news and useful bits of information to give readers innovative suggestions and ideas. Aglieri examines the issues by presenting a large amount of material provided by large architecture studios, excellence case histories completed over the last five years that document the theoretical ideas. What results is a handbook that is well-designed and easy to consult, a book that summarizes the new design criteria for bedrooms,


suites and in particular, the common areas, of hotels, halls, meeting rooms, wellness centers – interpreted as open public spaces that belong to the city’s social and cultural circles. The 250 pages also critically analyzes the role of the hotels in the development of tourism in Italy; the country has 34,000 hospitality structures, ranking it 4th in the world and 1st in Europe for bed numbers. Nevertheless, the Italian hotels are among the oldest in the world: only 10% are new or recent builds. The remaining 90% need to be renewed to sharpen their competitive edge. From a detailed examination of the quality on offer, the book illustrates how it would be possible to standardize the large hotels according to rigid, efficient and comfortable homologation of the international style or create places that are unique, emotional and multisensory, for the tourist and the business traveller, responding to virtuous design rules declines with extraordinary creativity. Aglieri’s imagination and his geniality are typical of the Italian architects and designers, renowned for breaking away from the old expressive formats and experiment new communication models, constructing a new language for Italian hotel design, opening to multiculturalism and attentive to the different guest requirements. The hotels are part of a large single system that, ‘with different roles and diverse access to financial capital’, stirs the dynamics of marketing and tourism. Tiziano Aglieri Rinella, Hotel Design. Fondamenti di progettazione alberghiera (Foundations of Hotel Design) , Marsilio Editori, www.marsilioeditori.it (M. S.)

%!#$+-6'3 3*,'+'#$La narrativa scopre l’architettura. Ciò

non stupisce se la (ri)scoperta avviene grazie a Skira editore. È infatti la collana NarrativaSkira a pubblicare Dentro il labirinto, il nuovo noir di Andrea Camilleri, incentrato sulla misteriosa morte di uno dei massimi critici dell’architettura razionalista, Edoardo Persico. Nato a Napoli nel 1900, si trasferì giovanissimo a Torino dove ebbe alterne vicende: operaio alla FIAT, direttore editoriale di una piccola casa editrice, nume tutelare del Gruppo dei Sei. La notte gli capitava di dormire sulle panchine dei parchi. Arrivato a Milano, divenne condirettore dell’emblematica rivista di architettura Casabella e pur avendo scritto pochi articoli fu un vero e proprio faro nella vita artistica e intellettuale italiana. L’11 gennaio 1936, in pieno fascismo, fu trovato morto nel bagno della sua abitazione. Era stato stroncato da un infarto o era stato ucciso, come sussurravano alcuni dei suoi amici? E in questo caso, era un assassinio politico o un delitto passionale? Andrea Camilleri, Dentro il labirinto, Skira, www.skira.net (L. C.)

*%' %!&'(# '#%!:6/011 La pubblicazione annuale di ADI Asso-

'#&'%!6$7! 8*9! Storytelling discovers architecture. And

it is no surprise that the (re)discovery was made by the publishing house, Skira editore. The series NarrativaSkira has published the mystery novel by Andrea Camilleri ‘Dentro il labirinto’ (Inside the maze). It focuses on the mysterious death of one of the greatest critics of Rationalist architecture, Edoardo Persico. Born in Naples in 1900, as a young man he moved to Turin and had a variegated career. He was a blue-collar worker in the FIAT factory, he was the director of a small publishing house and responsible for the Gruppo dei Sei (Group of Six). He often slept on park benches. When he reached Milan, he was appointed co-editor of the emblematic architecture magazine Casabella and despite having written just a handful of articles, he was considered to be a shining light in Italy’s artistic and intellectual circles. On January 11 1936, at the height of Fascism, he was found dead in his bathroom. Did he have a heart attack or, as his friends believed, was he killed? And if the latter be true, was it a political assassination or a crime of passion? Andrea Camilleri, Dentro il labirinto, Skira, www.skira.net (L. C.)

ciazione per il Disegno Industriale che raccoglie il miglior design italiano messo in produzione, selezionato dall’Osservatorio permanente del Design ADI, ha cambiato look. Quest’anno, infatti, il volume si presenta in una veste rinnovata dal punto di vista dei contenuti e della grafica, affidata allo studio Zup Associati, vincitore di uno dei recenti premi Compasso d’Oro. Per la prima volta la pubblicazione si propone di portare, accanto ai prodotti selezionati, contributi ragionati per trasformarla in un testo da leggere oltre che da guardare e consultare. Le parti introduttive vogliono essere motivo di confronto e di spunto, di discussione e di riflessione. ADI Design Index, Corraini edizioni, www.corraini.com (L. C.)

The annual publication by ADI Associazione for Industrial Design groups the best of Italian design with the pieces selected by the ADI’s permanent Observatory of Design. The index has revamped its graphic appearance and changed its contents. The design was commissioned to Studio Zup Associati, recent winner of a Compasso d’Oro prize. For the first time the publication aims to include comments alongside the selected products; this will transform the volume into a book for reading as well as for consultation. The introductory articles intend to stimulate debate, comparison and reflection. ADI Design Index, Corraini edizioni, www.corraini.com (L. C.)

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CONTRACT UNO GREEN LAB

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Un grande gruppo di aziende unite dalla ricerca dell’eccellenza. Nel rispetto della natura. Da questa filosofia è nato Uno Green Lab, il progetto di design ecosostenibile che fa capo alla divisione Contract dell’azienda Uno in grado di offrire soluzioni chiavi in mano a tutti quei progettisti, designer e costruttori che ricercano proposte innovative e di qualità nel settore contract. Attraverso un network di aziende partner consolidato e sempre più esteso, Uno Green Lab è una formula strategica e flessibile: il cliente finale, infatti, può scegliere di affidarsi totalmente ai servizi offerti dalle aziende del network o, al contrario, acquistare da un singolo produttore. Un nuovo approccio al business nel settore contract, sinonimo di estrema versatilità e massima qualità, che ha già riscosso grande successo in tutto il mondo, scelta da proprietari, investitori e progettisti nel mondo dell’hotellerie. Presso la nuova showroom a Pramaggiore (Venezia), sono state realizzate due ambientazioni tipo progettate dallo Studio Marco Piva per l’Hotel Lounge (nelle immagini) e Saporiti Hotel Design per il progetto Hotel Suite. www.unogreenlab.it (L. C.)

A large group of companies have joined forces in a quest for excellence, in full respect of nature. Uno Green Lab is guided by this philosophy. It is a project for eco-sustainable design and is part of the Contract parent company Uno that can offer top quality turnkey solutions for the designers, architects and building constructors who are looking for innovative and high quality proposals for the contract sector. Through a consolidated and expanding network of partner companies, Uno Green Lab provides a strategic and highly-flexible formula: the end client can either contract the companies for every aspect of the project or purchase products from a single manufacturer – options that are synonymous with extreme versatility and top quality. It is a new approach to business in the contract sector and it has already enjoyed enormous success the world over, being selected by property owners, investors and designers operating in the hotel world. Visitors to the new showroom in Pramaggiore (Venice) can admire two typical arrangements designed by Studio Marco Piva for the Hotel Lounge (in the pictures) and Saporiti Hotel Design for the Hotel Suite project. www.unogreenlab.it (L.C.)



CONTRACT HOTEL HILTON SOUTH WHARF Gli studi di architettura Woods Bagot e NH Architecture hanno scelto luce italiana per gli interni dell’Hotel Hilton South Wharf a Melbourne. Così va a Foscarini il merito di caratterizzare i grandi ambienti dagli alti soffitti in legno, rafforzando la sensazione di comfort e la calda ospitalità degli spazi comuni. I progettisti hanno scelto la linearità della collezione Allegro, disegnata da Atelier Oï per Foscarini. Nell’elegante essenzialità della lobby diventano protagonisti gli elementi in alluminio che compongono le sospensioni e che si intrecciano in un delicato equilibrio, producendo un suono morbido in presenza di una leggera oscillazione. Da qui la denominazione – Allegro ritmico, Allegro vivace e Allegro assai – che contraddistingue le tre versioni, diverse nelle dimensioni e nei colori. I banconi della reception sono illuminati da alcune Allegretto ritmico nere, che risaltano nel contrasto con la parete di fondo. www. foscarini.com (M. B.; ph: Trevor Mein)

The architecture studios Woods Bagot and NH Architecture opted for Italian lighting for the interiors of the Hotel Hilton South Wharf in Melbourne. Foscarini therefore has

been acclaimed for characterizing the large ambiences with its high wooden ceilings, reinforcing the sensations of comfort and the warm hospitality of the common spaces. The designers chose the linear fittings of the Allegro collection, designed by Atelier Oï for

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Foscarini. In the elegantly minimal lobby, aluminum elements of the suspension lamps entwine in a delicate balance, producing a gentle sound when they oscillate: hence the names – Allegro ritmico, Allegro vivace and Allegro assai – for the three versions, of different shapes and colors. The reception desks have been illuminated by black Allegretto ritmico, that contrast with the back wall. www.foscarini.com (M. B.; ph: Trevor Mein)



ART

gersi della mostra. In mostra un mix di opere d’arte, oggetti di design, grafica e progetti d’architettura che analizzano e studiano i protagonisti del periodo. Parlo del lavoro di Ettore Sottsass per Studio Memphis, dell’architettura di Aldo Rossi, della grafica di Peter Saville, dell’arte di Jeff Koons e di Cindy Sherman. Ma anche della musica dei Talking Heads con David Byrne, della moda indisciplinata di Vivienne Westwood, di performer come Leigh Bowery e Grace Jones. E ancora della rivoluzione del lusso che ha invaso e sottomesso gli anni Ottanta, capitanata da Karl Lagerfeld e dell’inizio del suo regno da Chanel. Eccesso, citazionismo, giustapposizione di stili e maniere, chiavi di volta di un periodo inafferrabile eppure inconfondibile, che ha lasciato un’eredità forte nella società attuale. Nel bene e nel male. Fino al 3 giugno 2012. (S. S.)

IL REVIVAL DEL POSTMODERNO

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Chi ha paura del Postmodernismo? Di questi tempi proprio nessuno, visto che la tendenza che ha caratterizzato architettura, arte, design e moda tra gli anni Settanta e Novanta gode di una nuova giovinezza con mostre ed eventi dedicati. Il caso più significativo è sicuramente la mostra Postmodernismo: Stile e sovversione 1970-1990 che arriva al Mart di Rovereto direttamente dal Victoria & Albert Museum di Londra. Curata da Glenn Adamson e Jane Pavitt, curatori del museo britannico, la mostra esplora i risultati dell’epoca più indisciplinata della cultura internazionale. Dopo il rigore del modernismo, dove la ricerca di risultati ottimali passava da rigide regole di sottrazione ed eliminazione di ogni fronzolo, sia concettuale che estetico, il postmodernismo ha aperto un vaso di pandora, fatto di eccesso, colore e totale libertà espressiva. Come tutto ciò che è estremo il Postmodernismo ha sostenitori accaniti e detrattori irremovibili, in ogni caso il suo passaggio ha toccato ogni campo della creatività e non può essere ignorato. L’Italia poi, ha giocato un ruolo fondamentale, specialmente con Milano, considerata la culla di questa stagione tanto che il V&A di Londra metteva in palio dei fine settimana nel capoluogo lombardo durante lo svol-

THE REVIVAL OF POSTMODERNISM

Who is afraid of Postmodernism? Absolutely no-one it would seem, given that the trends that characterized architecture, art, design and fashion during the Seventies and Nineties is enjoying a new lease of life with numerous dedicated exhibitions and events. The most important event is unquestionably Postmodernismo: Stile e sovversione 1970-1990 (Postmodernism: Style and subversion 1970-1990) that has arrived at Mart in Rovereto directly from London’s Victoria & Albert Museum. Supervised by Glenn Adamson and Jane Pavitt, curators of the British Museum, the exhibition explores what resulted from the most undisciplined era of international culture. Following the severity of Modernism, where the

quest for optimal results was satisfied by the rigid rules of subtraction and elimination of any conceptual or esthetic frills, post-modernism opened Pandora’s box and filled our worlds with excesses, color and total freedom. Like everything that is extreme, Postmodernism has its hardline supporters and its unfailing critics; in any case it managed to touch every area of creativity and cannot be ignored. Italy, and Milan in particular, on the other hand played an essential role and was considered to be the birthplace of this movement, to such a degree that the V&A London ran a competition with weekends in Milan during the exhibition as the prize. The exhibition contains a mixture of works of art, design products, graphics and architecture projects that analyze and study the protagonists of the period. There are references to the works by Ettore Sottsass for Studio Memphis, the architecture of Aldo Rossi, the graphics by Peter Saville, the artwork by Jeff Koons and Cindy Sherman, the music of Talking Heads with David Byrne, the undisciplined fashion by Vivienne Westwood, performers such as Leigh Bowery and Grace Jones. The exhibition also presents the revolution of luxury that invaded and conquered the Eighties, a movement led by Karl Lagerfeld at the start of his reign at Chanel. Excesses, references, juxta-position of styles and mannerisms, key changes in an unique and instantly recognizable period, that left an important legacy in today’s society. For better and for worse. Until June 3rd 2012. (S. S.)


THE UNGOVERNABLES L’impossibilità di definire la generazione di artisti nati tra la metà degli anni Settanta e la metà degli anni Ottanta sotto un unico e soddisfacente filo conduttore ha ispirato il nome della mostra d’esordio del New Museum di New York. Gli ingovernabili per scelta e per caso, questi trentaquattro artisti selezionati dal curatore Eungie Joo, in mostra fino al 22 aprile. Sono finiti i tempi dei movimenti, delle proteste organizzate, di una visione comune della società. Nell’epoca dell’estremo capitalismo e dell’individualismo gli artisti di queste generazioni sono persone in movimento, si spostano e mutano la propria identità a seconda del luogo e del momento in cui si trovano. Un procedere complesso, non fluido, capace di repentini cambiamenti. La politica c’è in questi lavori, ma più come dichiarazione aperta che come proposta di rottura. A guardare la selezione, sembra chiaro che il New Museum abbia dato un’ampia occhiata fuori dal panorama americano, tra l’Europa, il Sudamerica e l’Asia, per far fede alla sua missione portatrice di ‘novità’. Così in mostra si incontra l’argentino Adrián Villar Rojas con le enormi sculture in creta già protagoniste del padiglione nazionale all’ultima Biennale di Venezia; il vietnamita Danh Võ, sulla bocca di tutti a Berlino, che porta qui una versione letteralmente ‘in pezzi’ della Statua della

riano Invisible Borders. Comune a tutti gli artisti e collettivi in mostra l’esordio sulla scena artistica statunitense e quella flessibilità che, a seconda dei punti di vista, può quasi diventare insubordinazione. (S. S.)

It is impossible to define the generation of artists who were born between the mid-Seventies and the mid-Eighties under a unique and satisfactory umbrella and this inspired the name of the debut exhibition in the New Museum, New York. These 34 artists were carefully selected by the exhibition curator, Eungie Joo, and are on display until April 22nd; They are Ungovernables by choice and by coincidence. The period of radical movements, organized protests, a common vision of society are over. Then in the period of extreme

that the New Museum, true to its mission as ‘carrier of innovation’, has grouped together items from outside the American panorama, with pieces from Europe, South-America and Asia. The exhibition includes the enormous clay statues by Argentine architect Adrián Villar Rojas; these had previously been displayed in the country’s pavilion at the most recent edition of the Venice Biennial. The name of the Vietnamese architect Danh Võ was on everyone’s lips in Berlin; at this exhibition, he presented a Statue of Liberty ‘in bits’ created with the help of skilled artisans in China. Then there are the enigmatic

Group and the Nigerian Invisible Borders. The common denominator for the exhibiting artists and the groups is their debut to the USA artistic scene with a degree of versatility that, depending on the point of view, can almost be defined as insubordination. (S. S.)

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Libertà realizzata con l’aiuto di artigiani in Cina; le enigmatiche riflessioni architettoniche del colombiano Gabriel Sierra. La Triennale si pone inoltre come evento in movimento ed evoluzione, con opere esterne al museo, azioni pubbliche anche grazie alla partecipazione di numerosi collettivi di artisti: l’indiano CAMP, l’indonesiano House of Natural Fiber, il vietnamita The Propeller Group e il nige-

Capitalism and individualism, the artists of this generation are people in motion, they move and change their identity depending on the time and place. The procedure is not smooth; it is complex and change at any moment. Politics are one of the ingredients, and presented as an open declaration and not as a breakaway splinter. Observing the selection, it is clear

architectonic reflections by Colombian architecture, Gabriel Sierra. The Triennial can be described as an event in movement and in constant evolution, with works installed outside the museum, public actions that emerged from the participation of numerous artist groups: the Indian CAMP, the Indonesian House of Natural Fiber, the Vietnamese The Propeller


ART

MARCEL BROODTHAERS: IMMAGINE, OGGETTO, PAROLA

UNA, NESSUNA, CENTOMILA CINDY SHERMAN

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Dalla fine degli anni Settanta Cindy Sherman si è conquistata un posto d’onore nel mondo dell’arte contemporanea. Complice di questo successo è stato certamente il mettersi in gioco in prima persona da parte di questa artista, nata nel 1954 in New Jersey, che ha usato il proprio volto e il proprio corpo per buona parte della sua produzione artistica. I tempi sono maturi dunque per la retrospettiva che le viene dedicata al MoMA di New York fino all’11 giugno dopo oltre trent’anni di carriera sempre sulla cresta dell’onda. In mostra saranno 180 fotografie dalla metà degli anni Settanta fino alle opere più recenti. In particolare, saranno esposte tutte le 69 ‘Untitled Film Still’ che il MoMA acquistò nel 1995 per circa un milione di dollari. Questi scatti in bianco e nero realizzati tra il 1977 e il 1980, dove Sherman si ritrae in atmosfere di film d’epoca, ispirate ai film della Hollywood degli anni Cinquanta e Sessanta, resero famosa l’artista a livello internazionale. Da allora Sherman, pur nascendo come pittrice, non ha più abbandonato né il mezzo fotografico, né l’autoritratto interpretando nel corso degli anni diversi temi e situazioni. Brillante osservatrice dei tipi umani, Sherman ha continuato a interpretarli, spingendo l’acceleratore sulla provocazione e analizzando la condizione femminile in modo affatto banale o femminista. Si pensi ai ‘Centerfolds’ commissionati dalla rivista Artforum, poi diventati tra le sue opere più controverse. Qui, l’artista si ritrae in situazioni che richiamano le riviste erotiche maschili, dove però più che sensualità traspaiono malinconia, terrore, insicurezza. Nella sua carriera, Sherman si è messa nei panni di tutti: attrici, fotografi, clown, segretarie, casalinghe rifatte, giardinieri. Tutti, rassegnati al proprio destino immutabile, intrappolati negli abiti che gli sono capitati, come quello dei manichini che l’artista ha usato in molte delle sue fotografie. Al MoMa verrà esposto per la prima volta anche il suo murale fotografico (visto all’ultima Biennale di Venezia), prima prova site-specific dove Sherman interviene ingigantendo le figure e i tratti somatici attraverso Photoshop. Lunga vita a Cindy Sherman e ai suoi numerosi alter ego. (S. S.)

ONE, NONE, A HUNDRED THOUSAND CINDY SHERMAN At the end of the Seventies, Cindy Sherman was reigning over the world of contemporary art. Her success was also due to the fact that this artist stepped up to the challenge. She was born in 1954 in New Jersey and used her face and body for a large number of her artistic creations. The time was ripe for the retrospective exhibition of her work, hosted at MoMA in New York until June 11, following a professional career of 30 years spent riding the crest of the wave of success. The exhibition contains 180 photographs dating from the midSeventies to the present day. The entire collection of 69 ‘Untitled Film Still’ deserves a mention; MoMA purchased this art work in 1995 for approximately one million dollars. The black and white pictures were shot between 1977 and 1980; Sherman was immortalized in the atmospheres of old movies, inspired by the Hollywood greats of the Fifties and Sixties, and these made the artist famous on the international scenario. Since that time, despite starting-out professionally as a painter, Sherman never moved away from photography or self-portraits and over the years interpreted a number of themes and

situations. Sherman was an acute people-watcher and continued to interpret what she saw, while provoking and analyzing the female condition. Take, for example, ‘Centerfolds’ commissioned by the journal Artforum, and eventually considered to be one of her most controversial creations. In this work, the artist is staged in situations inspired by men’s erotic magazines; however, the pictures express melancholy, fear, insecurity as opposed to sensuality. Throughout her career, Sherman always placed herself in the other person’s shoes: she watched actresses, photographers, clowns, secretaries, re-touched housewives, gardeners – all resigned to their fate, trapped in the garments they are wearing like the tailor’s dummies the artist frequently-used in her photographs. For the first time, MoMa will present her photographic mural (displayed at the latest edition of the Venice Biennial); it is a first site-specific trial in which Sherman has intervened and she magnified the figures and the somatic features using Photoshop. Long live Cindy Sherman and her countless alter egos. (S. S.)

Dell’arte contemporanea sappiamo che si permette ormai l’uso di ogni mezzo, senza remore e timori di sfociare in altri campi. Dichiaratasi tale, l’arte è poi legittimata ufficialmente da curatori, critici, musei e gallerie. Che si tratti di un water capovolto, di un dipinto o di un’installazione, ovvero una serie di oggetti abbinati tra loro sempre di arte si tratta. Questa commistione di media è pratica riconosciuta in quella che la critica Rosalind Krauss chiama l’Era postmediale. Per questa libertà e fusione di ‘mezzi’ diversi per produrre arte la Krauss individua un padre, il belga Marcel Broodthaers. Fino al 6 maggio il MAMBO di Bologna dedica a quest’artista una grande retrospettiva intitolata L’espace de l’écriture e curata da Gloria Moure, prima occasione italiana per ammirare una visione d’insieme del lavoro di Broodthaers.Nato a Bruxelles nel 1927, sin da giovanissimo Broodthaers fu attratto dalle parole e in particolare dalla poesia. Nonostante gli esordi come poeta il suo interesse per i risultati visivi della creatività fu costante e nutrito dalle opere di artisti come De Chirico, Schwitters e Magritte. Fu quest’ultimo, di cui divenne grande amico, a regalargli una copia di Un Coup de Dés di Stephan Mallarmé, oggetto che provocò in Broodthaers una vera e propria epifania sulla possibilità di unire immagine, oggetto e parola. Dalla seconda metà degli anni Sessanta, con i suoi primi interventi d’artista Broodthaers apre la strada a quella che oggi conosciamo come installazione multimediale.La relazione tra l’oggetto e il contenuto è un tema fondamentale della ricerca dell’artista belga che non smette di interrogarsi sul ruolo talvolta ingannevole dell’arte. Il segno scritto fugge dal contenuto convenzionale, così come gli ambienti e gli oggetti creati con materiali idealmente incompatibili, in quello spazio della scrittura dove opera d’arte è in primo luogo il pensiero. Un’entità personale e inafferrabile poiché soggetta all’opinione individuale, un sentimento di incertezza quanto mai contemporaneo. (S. S.; ph: Matteo Monti)


his initial operations as an artist, Broodthaers opened the door on what we now describe as a multimedia installation. The relationship between the object and the content is an essential ingredient in this Belgian artist’s research. He never stops questioning the sometimes ambiguous role of art. The written sign escapes from the traditional contents, just like the ambiences and the articles created with materials that are usually incompatible, in the space dedicated to writing where the primary work of art is the thought-train. It is a never-ending personal entity and is subject to the individual opinion creating a feeling of the contemporary and the uncertain. (S. S.; ph: Matteo Monti)

MARCEL BROODTHAERS: IMAGE, ARTICLES, WORD

We are well aware that in contemporary art, every imaginable means and medium can be used, with no concerns about infiltrating other fields. The artwork will then be officially legitimized by curators, critics, museums and galleries. It doesn’t matter whether it is an overturned toilet bowl, a painting or an installation, or a collection of articles – it will all be classed as art. Critic Rosalind Krauss calls this mixture of materials and media ‘Postmedial Era’. Krauss identifies the father of this freedom and fusion movement to produce art as the Belgian

creative, Marcel Broodthaers. Until May 6th, the MAMBO gallery in Bologna will dedicate a major retrospective exhibition called ‘L’espace de l’écriture’ and organized by Gloria Moure. It is the first time that art lovers in Italy will be able to admire the work of Broodthaers. Born in Brussels in 1927, when he was a young man, Broodthaers was attracted by the written word, by poetry in particular. Despite his debut as a poet, his interest for the visual results of creativity continued and was nourished by artists such as De Chirico, Schwitters and Magritte. Magritte became a good friend and gave him a copy of ‘Un Coup de Dés’ by Stephan Mallarmé, that sparked the idea of combining the image, the articles and the word. From the second half of the Sixties, through

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ART SONG DONG AL BARBICAN CENTRE

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La personale dell’artista cinese Song Dong in corso al Barbican Centre di Londra fino al 12 giugno è un appuntamento da non mancare se ci si trova di passaggio nella capitale britannica. Raramente l’arte contemporanea, quando si confronta con la biografia personale di un artista, raggiunge risultati tanto sentiti come nel caso dell’installazione Waste not. All’interno della galleria del Barbican, Song Dong espone la storia della sua famiglia, pezzo per pezzo, letteralmente. Nello spazio sono esposti, organizzati meticolosamente secondo tipologie, oltre 10.000 oggetti raccolti dalla madre dell’artista in un arco temporale di oltre cinquanta anni. Spazzolini, sacchetti, giocattoli, pentole, tappi di bottiglia e quant’altro una persona riesca ad accumulare nel corso di una vita senza mai buttare niente. Duplice il motivo di tanta ossessività da parte della madre di Song Dong. Il primo senz’altro il clima della Rivoluzione Culturale operata da Mao nel 1966 durante il quale la frugalità era un imperativo di sopravvivenza. Grazie questa logica che in cinese ha anche un nome – wu jin qi yong (non sprecare) –, la madre di Dong non ha buttato via niente, in previsione di momenti di bisogno. Il secondo motivo, che ha acuito le modalità e il volume di questa costante raccolta, è stata la scomparsa del marito. Per aiutare la madre a superare il lutto, Song Dong l’ha invitata a pensare e costruire quest’installazione, mettendo ordine – e conseguentemente trovando una sorta di pace – in questa straordinaria collezione di oggetti, testimonianze fisiche della sua famiglia. Nel 2009, anche la madre di Song Dong è morta a causa di un incidente stradale. Continuando questo processo catartico, Song Dong – tra gli artisti più riconosciuti della scena cinese a livello internazionale – ha ricostruito insieme a sua sorella e a sua moglie questa monumentale carovana di memorie. Il suo modo per dire ai genitori che va tutto bene. (S. S.)

SONG DONG AT BARBICAN CENTRE

The personal exhibition by Chinese artist, Song Dong, in the Barbican Centre in London will run until June 12th. It is an event not to be missed for anyone who happens to be in British capital. The wonderful results of this event called Waste not that combines contemporary art with the personal biography of an artist reaches such wonderful results as observed in the installation. Inside the Barbican galleries, Song Dong presents his family’s history, literally piece-by-piece. On display, there are more than 10,000 articles that his mother collected over a period of fifty years, organized meticulously in typological order. Brushes, bags, toys, cooking pots, bottle tops and everything else that a person can accumulate over a lifetime. There are two reasons why Song

Dong’s mother obsessively collected over her lifetime. The first is undeniably the climate of Mao’s Cultural Revolution in 1966 during which frugality was an essential feature of survival. Thanks to this logic - wu jin qi yong / no waste – Dong’s mother did not throw anything away, in case it was needed at a later stage. The second reason that drove the saving and the volume of this collection – her husband died. To help his mother cope with the loss, Song Dong asked her to think about organizing this extraordinary collecton of tems, that bear witness to his family’s existence. In 2009, Song Dong’s mother died in a road accident. Continuing this catharctic process, Song Dong – one of the most famous Chinese artists on the international scenario – his sister and his wife created this monumental chain of memories. It was his way of letting his parents know that everything is going well. (S. S.)



MASTER MASTER IN MARKETING TERRITORIALE

La necessità di favorire e valorizzare le ricchezze che ogni area possiede, attraverso un’innovativa strategia e un’adeguata comunicazione, ha stimolato l’Istituto Europeo del Design ad attivare un Master in Marketing Territoriale. Per omaggiare quella che è stata la prima regione a valorizzare davvero le proprie risorse, la prima ad aver fatto del proprio nome un brand, IED ha scelto la Toscana 18 e quindi la propria sede di Firenze. Il master, di cui DHD è media partner, si propone di fornire gli strumenti e le tecniche di marketing e comunicazione necessari a valorizzare le risorse del territorio, con particolare riferimento ai settori enogastronomico e turistico con una attenzione particolare al mondo dell’ospitalità e dando ampio spazio alla gestione di eventi connessi ai prodotti tipici. Il corso – in programma da aprile a dicembre 2012 – è suddiviso in tre moduli: brand management e comunicazione; marketing strategico per il territorio e web marketing. Sono previste lezioni con architetti e designer di alberghi per far comprendere come marketing e comunicazione possano andare di pari passo al design e alla costruzione di un concept per una catena o per un hotel.... Le competenze acquisite durante il

and communication can walk hand-inhand with design and with the creation of a concept for a chain or a hotel… The knowledge and competence acquired by the students during the course will allow them to operate in wine-food communication, in tourism and in the top arts and crafts divisions, with specific expertise for the launch of new products and wine-food and tourism services, in the organization of commercial, tourist and cultural events, in the initiation of internationalization processes and the management of press offices. Among the latest developments, a scholarship that will completely or partially cover the cost of the fees for the course.

corso permetteranno ai partecipanti di operare nei settori della comunicazione enogastronomica, del turismo e nelle eccellenze dell’artigianato, con specifiche competenze sul lancio di nuovi prodotti e servizi enogastronomici e turistici, nell’organizzazione di eventi a finalità economica, turistica e culturale, nell’attuazione di processi di internazionalizzazione, nella gestione di attività di ufficio stampa. Tra le novità, la fruizione delle borse di studio, previste a copertura totale e parziale dell’importo della tassa di frequenza. IED vuole in questo senso stimolare istituzioni e aziende: a tal proposito è nato il claim Adotta uno studente!. Le aziende partner, che finanzieranno i vincitori delle borse seguiranno tutto il percorso formativo dello studente dall’inizio del corso fino allo sviluppo della tesi finale: un progetto reale sviluppato per e insieme all’azienda stessa. www.ied.it/firenze (L. C.)

MASTER IN TERRITORIAL MARKETING

The demand to enhance and exalt the wealth of resources that each area possesses, through an innovative and adequate communication strategy drove the European Design Institute (EDI) to organize a Master in Territorial Marketing. As a tribute to the first region that was committed to highlighting the resources, the first to have transformed its name into a brand, EDI selected Tuscany and opened its headquarters in Florence. The media partner of the Master is our journal DHD; it will provide the necessary tools and the marketing and communication techniques necessary to showcase the territory’ resources, with special references to the wine-food industries and the tourist trade. Special attention has been paid to the hospitality sectors and ample coverage has been given to the management of events associated with local products. The course – scheduled from April to December 2012 – is split into three modules: brand management and communication; strategic marketing for the territory and web marketing. The lectures will be given by hotel architects and designers who will explain to students how marketing

And to raise awareness, EDI has contacted the institutions and the companies asking them to ‘Adopt a student’ The partner companies will be expected to provide a scholarship for the winners to cover the entire training of the student – from the start of the course to the completion of the thesis: this will focus on a real project developed for and with the company itself. www.ied.it/firenze (L. C.)



PROGETTO

mio di ELLE Decoration’s Design per la Sedia dell’Anno. Quest’anno ha presentato una nuova collezione d’arredamento alla Greenhouse della Stockholm Furniture & Light Fair e al Salone del Mobile di Milano di aprile. (F. T.)

DESIGN BAR

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Per l’ottavo anno consecutivo, un gruppo o un designer svedese, è incaricato di realizzare il Design Bar della Stockholm Furniture & Light Fair. Quest’anno – la fiera si è svolta dal 7 all’11 febbraio 2012 – il compito è stato affidato alla designer Lina Nordqvist. Il progetto si focalizza sugli incontri e si ispira alle forme elementari del cerchio e del quadrato. Lina Nordqvist ha concepito il Design Bar e la VIP Lounge basandosi su come le persone interagiscono tra loro all’interno di uno spazio creato unicamente da forme geometriche elementari, un ambiente accessibile e accogliente, ma allo stesso tempo carico di simbolismo nelle sue forme sferiche e quadrate. “Quello che si propone il progetto è di valutare come le persone si rapportano allo spazio. Non devono necessariamente sedersi o spostarsi da una parte all’altra, ma condividere lo spazio. Un tavolo rotondo per esempio, simboleggia l’uguaglianza e il benvenuto che ogni persona seduta a quel tavolo è chiamata a condividere. È un valore simbolico che viene attribuito alla forma rotonda”, spiega Lina Nordqvist. La designer si è diplomata alla Beckmans College of Design di Stoccolma e ha alle sue spalle un’esperienza come set designer presso la Scandinavian Film Industry. Nel 2009 ha vinto l’Accent del Design Award di New York e nel 2010 ha ricevuto il pre-

For the eighth consecutive year, a Swedish group or designer has been asked to create the Design Bar at the Stockholm Furniture & Light Fair. The exhibition this year has been scheduled between 7th-11th February 2012 and the design for the bar was commissioned to designer Lina Nordqvist. The project focuses on meeting or encounters and was inspired by the elementary shapes of the circle and the square. Lina Nordqvist conceived the Design Bar and the VIP Lounge by observing how people interact inside a space formed exclusively from elementary geometric shapes, a place that is accessible and

welcoming yet heavy with symbolism created by the spherical and rectangular forms. “What the project aims to offer is to examine how people relate to space. They do not have to sit down or move from one area to another, they need to share the space around them. A round table, for example, symbolizes equality and the welcome that every person sitting at that table is given. This is a symbolic value attributed to the circle”, explained Lina Nordqvist. The designer qualified from Beckmans College of Design in Stockholm and worked in the past as a set designer in the Scandinavian Film Industry. In 2009, she won the Accent of the

Design Award in New York and in 2010 she was presented with the ELLE Decoration’s Design prize for the Chair of the Year. This year she has presented a new furniture collection at the Greenhouse at the Stockholm Furniture & Light Fair and at the International Furniture Salon in Milan in April. (F. T.)



PROGETTO TRADIZIONALMENTE NUOVO

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La ricetta del successo?! Prendete una star della tv, mettetela in un locale di design e condite il tutto con i piatti della tradizione locale. Lo chef Bruce Lim è un personaggio molto conosciuto in Asia. Protagonista di show televisivi a tema culinario, è un vero e proprio ambasciatore della cucina tradizionale filippina, a cui aggiunge sempre un tocco moderno e un sapore inaspettato. Come tanti altri colleghi, anche Bruce Lim ha inaugurato il suo ristorante, lo Chef’s Table. Il locale si trova a Fort Global City, una zona della capitale Manila; una porta a vetri e una semplice insegna nera con il nome del ristorante segnalano la sua presenza sulla strada. Firmato dallo studio Buensalido Architects, lo Chef’s Table ruota tutto intorno alla cucina. Luogo deputato alla preparazione e impiattamento dei cibi, la cucina non è nascosta ma diventa il centro della sala da pranzo. Cuochi e aiuto-cuochi lavorano davanti agli occhi dei clienti, muovendosi rapidamente tra i fornelli e il bancone del servizio. L’ambiente moderno declina in modi diversi il tema dell’onda e del movimento. Lo spazio è stato diviso in due livelli per mezzo di un grande soppalco; da tutti i tavoli è visibile il bancone della cucina e Bruce Lin al lavoro. I soffitti e parte delle pareti sono coperti da legno chiaro che crea motivi decorativi simili a diamanti; il legno è stato scelto anche per i pavimenti, i semplici tavoli e le sedie in stile anni Cinquanta. Un ristorante raccolto, per chi ama i piatti tradizionali ma non disdegna gli ambienti raffinati. (F. T.)

TRADITIONALLY NEW

A recipe for success?! Take a TV star, add a design venue and flavor with dishes of the local tradition. Chef Bruce Lim is a well-known personality in Asia. He is the protagonist of a number of TV cooking shows and is a true ambassador of traditional Philippino cuisine; he always adds a modern touch and an unexpected taste. Like many of his colleagues, Bruce Lim has inaugurated his restaurant called The Chef’s Table. The restaurant is located in Fort Global City, a district in the capital Manila; glass doors and a simple black sign with the name of the restaurant mark its presence on the outside. Designed by studio Buensalido Architects, the dining areas of The Chef’s Table restaurant are wrapped around the kitchen. The kitchen

is used to prepare and plate-up the food; it is not hidden from view but has been designed as the heart of the dining room. The chefs and their assistants work feverishly in full view of the customers; they move rapidly between the hobs and the serving counter. The modern ambience express waves and movement in a number of different ways. The space has been split into two floors by a large balcony; the kitchen counter and Bruce Lin at work are visible from each of the tables. The ceilings and part of the walls are cladded with pale wood, arranged to form diamondshaped patterns. Wood was also used in the flooring, in the simple tables and the Fifties-style seating. The restaurant is cozy and is the ideal location for people who love traditional food enjoyed in elegant surrounded. (F. T.)



PROGETTO

dei clienti attraverso la stimolazione dei dodici sensi: vista, udito, olfatto, tatto, gusto, ma anche senso della vita, del proprio movimento, dell’equilibrio, del calore, del linguaggio, del pensiero, e dell’io. Un’esperienza multisensoriale che si avvarrà dell’idioma dell’architettura locale per immergere gli ospiti in ambienti proiettati alla naturalità nel rispetto della privacy, prolungando gli spazi wellness all’esterno con grandi setti lignei che consentiranno molte attività outdoor, fra cui anche pranzare o sorseggiare una bevanda sulla terrazza sul torrente Evancon tra cielo, rocce e boschi. (M. S.)

ACQUANATURA, SPA AD AYAS

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Acquanatura è il progetto vincitore dell’appalto concorso a inviti, bandito per la ristrutturazione dell’ex palazzo del ghiaccio di Ayas, in Val d’Aosta. Una mega baita realizzata in tempi ristretti (l’appalto concorso implica la consegna non solo del progetto architettonico ma anche di quello definitivo) da Fabrizio Bianchetti, capo di un raggruppamento con Architetturatre, Fpsm e Consorzio Re-energie, chiamato a sostituire la vecchia struttura in disuso con una dalla nuova pelle naturale, per animare il comprensorio sciistico di Plateau Rosa con servizi dal carattere contemporaneo. Si tratta di un’operazione di marketing territoriale che punta sul nuovo centro benessere e ricreativo per ricollocare l’area del Monte Rosa tra quelle più rinomate dell’arco alpino. L’offerta si gioca tutta sul connubio architettura natura, evocato già dal nome, che simboleggia gli elementi peculiari di quei luoghi: acqua, pietra e legno. La soluzione prodotta ricerca una forma adatta alla topografia del luogo, in grado di minimizzare l’impatto ambientale del grande edifico con tetto a capanna di un verde intenso simile a un sottile strato di terra seminata a verde. L’involucro esterno in legno e vetro è scandito da setti rivestiti in legno che ritmano lo spazio e interrompono l’uniformità del profilo. Relax,estetica, fitness, sport, e ristorazione saranno i servizi a disposizione, oltre alle varie attività offerte all’interno dell’auditorium polivalente, in un contesto fortemente naturale e accattivante che attrarrà, secondo Bianchetti, “persone che aspirano a uno stile di vita equilibrato, interessate a intrecciare relazioni interpersonali, a svolgere attività fisica, a seguire un’attenta alimentazione per mantenersi in buona salute e piacersi, assecondando un sereno rapporto con se stessi e con la propria immagine”. La filosofia steineriana, alla base del concept architettonico, consegnerà alla città di Ayas un contenitore per il tempo libero capace di esaltare la partecipazione emotiva

ACQUANATURA, SPA IN AYAS

Acquanatura is a project that won an invitation-only competition for the restructuring project of the former icerink in Ayas, in Val d’Aosta, Northern Italy. This huge lodge was constructed in a very short space of time (the competition regulations stipulated the simultaneous submission of the plans and the executive project) by Fabrizio Bianchetti, who spearheads the group of enterprises Architetturatre, Fpsm and Consorzio Re-energie; the brief was to replace the old disused structure with a new facility that would give a contemporary injection of energy to the ski resort of the Monte Rosa Plateau. It was part of a territorial marketing operation and the plans included a new wellness and recreational center to project the area of Monte Rosa to the higher echelons of the Alpine ski world. The plans were based on the combination of architecture and nature – evident from its name – Acquanatura - that symbolizes the characteristic elements of those places: water, stone and wood. The solution is a shape in harmony with the location, with a minimal environmental impact of the huge building decorated in a deep green and resembling a thin layer of lawn. The exterior finish in wood and glass is interrupted by wooden structures that embellish the façade

without interfering with the uniformity of the outline. Relaxation, esthetics, fitness, sport, and catering are the services available to the guests, in addition to the various activities on offer inside the polyvalent auditorium, created in this extremely natural and highly captivating context that, according to Bianchetti, “attracts people who aspire to a well-balanced life style, who are interested in creating interpersonal relationships, practise sport and follow a good diet – all dimensions dedicated to a healthy lifestyle and a positive personal image”. Steiner’s philosophy is the basis for this architectonic concept and will present the city of Ayas with a leisure facility to exalt the emotional participation of the guests through the stimulation of the senses – sight, hearing, smell, taste and touch, joined by the sensation of life, of movement, balance, heat, language, thoughts and ‘me’. It is a multisensory experience that will exploit the idiomatic local architecture to submerge the guests in natural protected ambiences in full respect of privacy, extending the areas of wellness to the outside with large wooden structures that consent a range of outdoor activities – lunching or sipping a welcome drink on the terrace that overlooks the River Evancon – a corner of paradise between sky, rocks and woodland. (M. S.)


Hotel Mioni Pezzato, Abano Terme

www.sel va.com

CREAZIONI UNICHE PER L‘OSPITALITÀ . Nel settore dell‘arredo alberghiero dal 1968 . 300 progetti internazionali all‘anno . Soluzioni e arredi personalizzati . Competenza - Logistica - Know-How . Design & Produzione “Made in Italy“


PROGETTO KISH ISLAND

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A soli 30 minuti di volo da Dubai al largo del Golfo Persico, Kish Island, in territorio iraniano, si candida a diventare un’importante meta turistica e commerciale. Ciò che colpisce di Kish Island è la sua verginità rispetto allo sviluppo esponenziale della vicina Dubai. Con l’istituzione della Free Zone si sono aperte le porte a uno sviluppo più rapido e qualitativo e in questo contesto vi sono alcuni imprenditori che stanno lavorando con grande impegno alla ridefinizione dell’isola dal punto di vista architettonico e allo sviluppo di attività sociali e commerciali che inneschino una crescita di interesse anche da parte del pubblico straniero. Un vento di innovazione su Kish Island arriva dalla pianificazione di alcuni interessanti progetti ideati dall’imprenditore locale Nader Keshtkar, chairman della Mika Kish Tower co. e della Keshtkar General Trading. Mika Kish Towers, la cui struttura è stata progettata dall’architetto Esmaeilo, è un building misto residenziale ufficio, con affaccio prevalentemente sulla spiaggia più conosciuta dell’isola. Mika Kish Towers inaugura la tipologia della residenza luxury a Kish Island con appartamenti di varie metrature e terrazze generose sul panorama. Al piano terreno uno spazio lobby (progettato da Mr. Kazemi Fard) accogliente con servizio di accoglienza 24 ore su 24. L’edificio si muove in senso semicircolare affacciandosi al mare e sviluppa gli appartamenti e le terrazze ai piani alti secondo uno schema planimetrico articolato. Il design è sobrio, rigoroso, uno stile architettonico plasmato sulla funzionalità e il posizionamento territoriale. Dagli ultimi piani il panorama è affascinante con la vista sulla spiaggia di palme. Per le finiture sia interne che interne, materiali di rivestimento, pavimentazioni, bagni e accessori, sono state adottate esclusivamente aziende italiane (come Atlas Concorde, Erreci porte e la Soema di Recanati). Grazie alla tenacia di Nader Keshtkar il connubio con il Made in Italy si è consolidato anche per il prossimo progetto in programma. In questo caso si tratta di un centro commerciale, una struttura particolarmente

ricercata e progettata da un team tutto italiano. Il progetto ispirato ancora una volta da Nader Keshtkar si chiama Jelly Kish, metafora di una misteriosa medusa sbarcata sull’isola dal golfo persico. Jelly Kish è stata progettata da Italian Design, una join venture formata dalla società di progettazione King Size Architects di Milano e la società di retail and branding New Tone di Mestre. Maurizio Favetta per King Size e Walter Deppieri per New Tone hanno concepito questo progetto architettonico dall’aspetto organico con l’idea di regalare a Kish Island il primo vero intervento architettonico espressivo e comunicativo dell’isola. Jelly Kish è una struttura che si sviluppa con 5 piani interrati e 5 fuori terra. All’interno un sistema di servizi commerciali con negozi e un ipermercato al livello meno uno, un piano dedicato al kids entertainment e sulla terrazza un ristorante all’aperto. Il progetto dal punto di vista costruttivo è una sfida ingegneristica. La cupola a forma di guscio asimmetrico si muove nello spazio coprendo un solido involucro di vetro anch’esso non rigido, organico, modulare, impalpabile. La realizzazione di Jelly Kish è prevista entro il 2013 e alla sua progettazione ingegneristica sono coinvolte nuovamente aziende italiane. (L. C.; ph: Nadia Bakhshandeh)

Kish Island is Iranian territory and lies just a 30-minute flight from Dubai in the Persian Gulf. It aims to become an important tourist and commercial destination. What is astonishing is how unspoilt the island is compared to the exponential development that has affected nearby Dubai. With the

creation of a Duty Free Zone, the doors have been opened on more rapid and qualitative development of the area and some entrepreneurs are committed to the redefinition of the island in architectonic terms and in relation to the development of social and commercial activities that will increasingly attract attention from the overseas public. The winds of innovation reach Kish Island thanks to the planning of some interesting projects designed by the local entrepreneur Nader Keshtkar, chairman of the Mika Kish Tower co. and the Keshtkar General Trading. Mika Kish Towers, designed by Architect Esmaeilo, is a mixed residential-office building overlooking the island’s most famous beach. Mika Kish Towers is the first luxury residential complex to be built on Kish Island and includes a variety of apartment sizes with generous balconies overlooking the panoramic surroundings. On the ground floor, the lobby, designed by Mr. Kazemi Fard, is extremely stylish with 24-hour reception facility. The building has a semi-circular design and overlooks the sea. The apartments and balconies on the upper floors have been designed to maximize the views and the surroundings. The general design is serious and severe, with an architectonic style based on function and territorial position. The rooms on the top floor provide a fascinating view of the beach and its palm trees. For the interior and external finishes, the coating materials, the flooring, the bathrooms and the accessories have all been supplied by Italian companies

(such as Atlas Concorde, Erreci porte and Soema of Recanati). Thanks to the determination of Nader Keshtkar the use of Made in Italy products has been consolidated in a forthcoming project for a shopping mall. This facility is highly unique and was designed by an Italian team. The project is called Jelly Kish with Nader Keshtkar inspired by a mysterious jellyfish that landed on this island in the Persian Gulf. Jelly Kish was designed by Italian Design, a joint-venture involving the design company King Size Architects, Milan and the retail and branding company, New Tone, Mestre near Venice. Maurizio Favetta for King Size and Walter Deppieri for New Tone designed this architectonic project with its organic appearance with the objective of giving Kish Island its first piece of expressive and communicative architecture. Jelly Kish is split over 5 floors above ground and a further 5 underground. Inside, there is a system of commercial activities with shops and a hypermarket on the first basement floor, a floor dedicated to kids entertainment and an open-air restaurant on the terrace. In construction terms, the project is an engineering challenge. The dome is shaped like an asymmetric shell, moving in space and covering the solid structure with glass that is not immobile, but organic, modular and untouchable. Jelly Kish is expected to be completed by 2013 and its engineering project once again involved Italian companies. (L. C.; ph: Nadia Bakhshandeh)


CLAIRE

chair / Stefano SandonĂ

GABER Via Schiavonesca 75/1 31030 Caselle di Altivole (TV) ITALY Ph. +39 0423 915521 Fax +39 0423 919417 www.gaber.it info@gaber.it


HOTEL ITALIAN STYLE

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Nuova scommessa per la maison italiana: è stato inaugurato a Kuwait City il secondo Hotel Missoni (il primo è stato aperto a Edimburgo), una proprietà di The Rezidor Hotel Group. L’albergo è parte del Symphony Centre, una zona commerciale della città in forte espansione. Nei 18 piani della struttura lo stile Missoni è declinato attraverso una precisa scelta di colori e finiture. Rosita Missoni, direttore creativo della casa di moda e progettista dell’hotel, ha dichiarato: “L’Hotel Missoni offre una sorprendente esperienza che coniuga glamour e ospitalità. Gli interni sono concepiti per fare sentire gli ospiti sempre a proprio agio. I colori scelti per gli ambienti sono l’oro, il turchese e le sabbie, tonalità ispirate al mare e alla terra del Kuwait. Inoltre sono molto fiera della terrazza con palme e piante grasse, un ulteriore omaggio alla natura del luogo”. Al piano terra, la lobby racchiude tutte le caratteristiche della struttura. I pezzi di design storici si alternano piacevolmente alle proposte della linea Missoni Home; i variopinti tessuti scelti per ricoprire i divani e gli allegri tappeti riprendono le stampe e i decori delle collezioni di moda. A disposizione dei clienti 169 stanze (di cui 63 sono ampie suite dai 75 ai 312 metri quadrati), tutte con bagno en-suite dotato di vasca, bidet, doccia con panca, specchio con schermo

tv e una selezione di prodotti per la cura del corpo dalle fragranze particolari. Le camere dispongono inoltre di uno schermo LCD Bang&Olufsen, una selezione di DVD e una macchina per caffé espresso Illy. Interessante la Spa, un’area di 1530 metri quadrati dedicata alla cura del corpo con finiture in marmo bianco illuminazione soffusa. Il luogo ideale per un trattamento benessere completo e per un massaggio eseguito dai professionisti di Six Senses. Ancora per il relax, una piscina aperta occupa la terrazza del secondo piano. Trattandosi di una struttura italiana non poteva essere messa in secondo piano l’attenzione per il buon cibo espressa dal ristorante Cucina. Per chi vuole cenare con portate più esotiche godendo di un panorama mozzafiato c’è anche un ristorante al top della struttura, il Luna. Per i golosi l’hotel ospita anche una raffinata pasticceria, il Choco Cafe. Colori accesi e cura dei dettagli: questi i tratti distintivi di Missoni, nel campo del fashion come in quello dell’ospitalità. (F. T.)

It is clearly a new challenge for the Italian maison: the second Missoni hotel has been inaugurated in Kuwait City (the first was opened in Edinburgh). The hotel belongs to The Rezidor Hotel Group and is located inside the Symphony Centre, a shopping mall in this rapidly expanding city. Throughout the 18 floors of the structure, the Missoni style is declined according to a precise choice of colors and finishes. Rosita Missoni, creative director of the fashion house and a designer for the hotel, stated: ‘Hotel Missoni offers guests a wonderful experience that combines glamour and hospitality. The interiors have been designed to make the guests feel at home. The colors chosen are gold, turquoise and sand yellow, shades inspired by the sea and the landscape of Kuwait. Moreover, I am extremely proud of the patio with palm trees and cactuses, another form of tribute to the natural surroundings of the location”. On the ground floor, the lobby reflects all the characteristics of the structure. Historical pieces of design pleasantly alternate with the proposals of Missoni Home; the multicolored fabrics selected to upholster the sofas and the brightly-patterned rugs were inspired by the prints and decorations of the fashion collections. There are 169 bedrooms (63 of which are large suites measuring between 75 and 312 sq.m.), all are en-suite with bath-tub, bidet, a shower with integrated bench, mirror with TV screen and a selection of bodycare products with unusual fragrances. The bedrooms are all equipped with a Bang&Olufsen LCD screen, a selection of DVDs and an Illy expresso coffee machine. The Spa is interesting; an area of 1530 sq.m. is dedicated to wellness and pampering with finishes in white marble with soft lighting. It is the ideal place for complete relaxation and a massage performed by the professionals of Six Senses. Again for relaxation purposes,


there is an open-air swimming pool on the second-floor patio. As this building is Italian, careful attention has been paid to the quality of the cuisine in the fast-food restaurant ‘Cucina’. For guests who wish to savor more exotic food, there is a roof-top restaurant ‘La Luna’ that provides breath-taking views on the city below. For those who enjoy a moment of guilty pleasure, there is an elegant bakery ‘Choco Café on the premises’. Bright colors and attention to detail are the distinctive traits of Missoni, in the worlds of fashion and hospitality (F. T.)


HOTEL

cativi, sviluppate in diversi filoni tematici, con cascate di farfalle e fiori, misteriose civette e bauli d’epoca che fanno capolino tra superfici retroilluminate, tende led, vetri serigrafati. Fino ad arrivare alle romantiche suite custodite nel sottotetto come in uno scrigno, in cui il semplice incanto di fragili lucernari rende possibile concludere una serata da sogno addormentandosi sotto lo sguardo placido delle stelle. (A. T.)

CHÂTEAU MONFORT

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Racchiuso in un palazzo d’epoca nel cuore di Milano, Château Monfort propone soggiorni esclusivi, dove è possibile vivere il fascino di una favola metropolitana. Ricreare il fascino di un castello in centro città, integrando passato e presente per dar vita a una favola a occhi aperti, in cui ambienti dal sapore onirico si mescolano alle più raffinate tecnologie hi-tech. Questo l’intento progettuale curato da Sofia Gioia Vedani per Planetaria Hotels, concretizzatosi in un vero e proprio Urban Chateau ospitato in un edificio liberty del celebre architetto milanese Paolo Mezzanotte. Grazie a un’attenta opera di restauro, con l’aggiunta di un interior design che miscela elementi d’epoca con suggestioni tratte dall’immaginario fiabesco internazionale, interpretato nell’estetica tipica delle opere liriche e del balletto, il resort propone un’esperienza inedita, che coniuga pregnanti suggestioni visive a un soggiorno personalizzato e ricco di comfort. La struttura si snoda su cinque livelli, garantendo una grande versatilità degli spazi pubblici e privati. Entrando nella hall, impreziosita da pavimenti e dallo scalone che porta ai piani superiori, entrambi d’epoca, si accede al lounge bar Mezzanotte, ricavato dal cortile del palazzo grazie a un’elegante cupola in vetro e dominato da un prezioso orologio Eberhard&Co. realizzato in esclusiva. A destra della reception si trova il ristorante Rubacuori, piccolo tempio del gusto coordinato dallo chef partenopeo Pasquale D’Ambrosio dove, sullo sfondo di raffinate tappezzerie Jannelli &Volpi, tre sale dotate di caratteri distinti e curati in ogni particolare possono fondersi in un unico, sontuoso ambiente grazie a un efficace sistema di pareti scorrevoli. Il fil rouge gastronomico prosegue al primo piano sotterraneo nella Cella di Bacco, cantina dei vini introdotta da un cancello di fine Ottocento, mentre l’area congressuale denominata Le Segrete, dall’atmosfera quasi medievale evocata dall’antica volta a botte, e l’affascinante Sala dell’Incantesimo con la sua forma ovale, i pavimenti di marmo travertino, le pareti curve decorate da stucchi, costituiscono una location d’eccezione per meeting aziendali, presentazioni, cerimonie private, cocktail party. Ai piani superiori, invece, si trovano camere dai nomi evo-

Created in a period property in the heart of Milan, Château Monfort offers exclusive accommodation, where guests can enjoy the exquisite charm of a metropolitan fairytale. The objective of the project was to create the delightful fascination of a castle, right in the heart of the city, integrating the past and the present to allow guests to dream with their eyes wide open. The oneiric style of the ambiences is mixed with the very latest high-technology. The project plans were supervised by Sofia Gioia Vedani for Planetaria Hotels, and the results are an Urban Chateau housed inside a Liberty building by the famous Milanese architect, Paolo Mezzanotte. Thanks to the attentive restoration project with the addition of interior design that combines period elements with suggestions borrowed from the world-famous imaginary fairytales,

interpreted through the esthetic signs typical of opera and ballet, this hospitality structure offers an original experience that blends impressive visual suggestions with a personalized sojourn where comfort is the key word. The structure is split over five floors, ensuring enormous versatility of the public and private spaces. Entering the hall, embellished with the flooring and stairwell that leads to the floors above, both period features, guests enter the ‘Mezzanotte’ bar, created in the courtyard underneath an elegant glass dome and dominated by a precious Eberhard&Co. clock produced exclusively for the venue. To the right of the reception, the architects have created the ‘Rubacuori’ restaurant, a compact temple of delicious food coordinated by the Neapolitan chef, Pasquale D’Ambrosio;

against a backdrop of elegant Jannelli &Volpi wallpaper, there are three dining rooms, each with a distinctive character and beautifully finished with care and attention paid to every single detail; thanks to a versatile system of sliding walls, these rooms can be joined to form a single, sumptuous ambience. The gastronomic theme continues into the first basement floor that contains the ‘Cella di Bacco’, the wine cellar set behind a 19th-century gate. The congress facilities have been called ‘Le Segrete’ and the almost Medieval atmosphere is evoked by the ancient barrel-vaulted roof; there is the fascinating ‘Sala dell’Incantesimo’ with its oval shape, flooring in Travertine marble, curved walls decorated with stuccos – the ideal venue for corporate meetings, presentation, private ceremonies, cocktail parties. On the upper floors, however, the bedrooms carry highly-evocative names. They have been developed along several main themes, with cascading butterflies and flowers, mysterious owls and period trunks that decorate the space amidst back-lit surfaces, Led drapes, silkscreened panes of glass. And finally, the romantic suites hidden under the eaves like a casket; the simple beauty of the fragile skylights allow the guests to end their evenings by sleeping and dreaming under the watchful twinkle of the stars above. (A. T.)



HOTEL CLASSICO RINNOVATO

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L’Hotel LPH Santa Margherita Palace, 4 stelle superior nel centro della località ligure, rinnova e rilancia la propria immagine. La recente ristrutturazione curata dallo Studio Bizzarro & Partners ha infatti creato un centro benessere, rinnovato l’area esterna e realizzato le suites. La scelta di fondo è stata quella di preservare lo stile architettonico genovese degli esterni, combinandolo con interni studiati per dare il massimo in termini estetici, di comfort e relax. La sistemazione dell’area esterna gioca sull’interazione tra un percorso rettilineo in doghe di legno scuro, illuminate da una serie di led, e una piazzetta circolare con pavimentazione in acciottolato alla ligure bianco e nero, culminante al centro nel nucleo di ardesia scura. L’ingresso è preceduto da un’area lounge con poltrone, tavolini e una fontana ad acqua a scorrimento, rivestita in mosaico perlato e illuminata. Una siepe cinge tutto il perimetro dell’area. La seconda fase dell’intervento ha riguardato la progettazione di alcune camere e suites, ognuna unica per colore, disposizione e arredo ma coerente con l’immagine unitaria dell’hotel. Lo Studio ha curato in modo particolare la funzionalità degli ambienti, prediligendo materiali che garantiscono una lunga durata nel tempo e bassi livelli di usura. Le 26 camere, suddivise in 5 diverse tipologie, puntano su tonalità rilassanti e la più rappresentativa dello stile Bizzarro & Partners è la Suite 404 nella mansarda del quarto piano, con una distribuzione non convenzionale degli arredi, tutti giocati sui toni del bianco, e uno studio attento della luce e delle finiture che determinano un’atmosfera intima e avvolgente. Completa lo spazio la grande terrazza con vasca idromassaggio e zona lounge. Terzo valore aggiunto dal progetto è la Spa, posizionata direttamente accanto all’area d’ingresso dell’hotel e aperta anche agli esterni. È pensata come microcosmo dove coltivare il benessere fisico e sensoriale, dove i diversi spazi sono legati da un’unica scenografia: la grande parete in mosaico digitale, raffigurante un’orchidea viola esaltata da un’illuminazione con fibre ottiche e dal morbido controsoffitto ondulato. (M. B.; ph: Davide Arena)

MAKEOVER OF THE CLASSICS

The Hotel LPH Santa Margherita Palace is a superior 4-star located in the heart of this beautiful Ligurian town, on the North-west coast of Italy. It has renewed and re-launched its image thanks to a recent restructuring project by Studio Bizzarro & Partners; they included a wellness center, a delightful outdoor space and added a number of suites. The basic idea was to preserve the traditional Genovese architectonic style on the outside and create interiors designed to provide maximum impact in terms of esthetics, comfort and relaxation. The arrangement of the outside space interacts with the dark wood boardwalk illuminated by a series of Leds, and with a circular patio paved with traditional Ligurian black and white stone, with a central black slate component. The entrance is surrounded by a lounging area with armchairs, coffee tables and a water mountain, that has been illuminated and embellished with pearly mosaic. A hedge defines the perimeter of this area. The second phase of the project involved the bedrooms and suites, each one unique in terms of color, arrangement and furnishings but coherent with the unitary image of the hotel. The studio also paid maximum attention to the functional aspects of the ambiences, preferring materials with excellent durability and high resistance


to wear and tear. The 26 bedrooms have been split into 5 different types and all have been designed in relaxing shades; the most representative of the studio’s style is Suite 404 in the penthouse of the fourth floor, with its unconventional distribution of the furnishings, all in varying shades of white. This particular project focused on the lighting and

the finishes to create an intimate and welcoming atmosphere. There is a large patio complete with hydromassage tub and lounge area. The project’s third component of added value is the Spa, positioned directly alongside the entrance to the hotel and open to non-residents. It has been designed as a microcosm that is focused on physical

and sensory wellness, with all of the facilities linked to a single scenography: a large wall with digital mosaics depicting a purple orchid exalted by fiber optic illumination and a softly undulated lowered ceiling. (M. B.; ph: Davide Arena)


IL SENSO DELLA MATERIA DI OIKOS

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L’evoluzione dei materiali, delle sensibilità, la voglia di dare risposte adeguate alla creatività dei progettisti sta spingendo sempre più avanti la ricerca tecnica delle aziende. I laboratori lavorano per trovare soluzioni innovative alle problematiche che emergono nel momento in cui i progetti diventano cantieri. Eppure un’azienda a più alto contenuto innovativo come Oikos, che produce da tre decenni colore e materia per l’architettura, si è resa conto che a un certo punto l’idea di colore, di superficie da dipingere non bastava più, che bisognava interagire non solo con la superficie degli edifici e degli oggetti, ma con la struttura, con l’idea stessa delle cose. Essere parte del progetto architettonico fin dalla sua nascita. E allora si è deciso da una parte di tornare ai fondamenti della tradizione decorativa italiana e rielaborarla in chiave contemporanea. Dall’altra di procedere con la creazione di materiali ad altissimo contenuto tecnico in grado di rispondere alle più attuali richieste in tema di sostenibilità e resa. Dalla combinazione di questi due elementi sono nate, accanto a vernici e colori, le texture che incarnano il nuovo senso della materia. Però una nuova materia merita un nuovo linguaggio: e Oikos l’ha individuato creando non più solo cataloghi e nomi di prodotto, ma un modo nuovo di classificare gli effetti decorativi raggruppandoli in famiglie definite solo dal rapporto particolare che materia e colore intrattengono con la luce. Così nascono gli assorbimenti, che raccontano la materia in cui la luce entra, gioca con il colore, in essa si perde senza più riemergere. Le corrosioni, che vivono ogni volta in cui, come sulle superfici di metallo corroso, il gioco luminoso si fa sinistro. I riflessi, le vibrazioni, e poi le stratificazioni in cui, livello dopo livello, si scorge il processo di costruzione della nuova texture; le trame come frutto di antico telaio e infine, le trasparenze, materia invisibile che fa vivere tutte le altre moltiplicandone le possibilità, gli usi, le funzioni. www.oikos-paint.com

THE TEXTURES BY OIKOS

Evolution of the materials, the sensitivity, the desire to provide an appropriate answer to satisfy the creative demands of the designers is the driving force behind companies’ technical research. Their laboratories are actively searching for innovative solutions to the problems that emerge when the projects are put to use. Yet at a certain point a company such as Oikos with products that have an extremely high innovative content, an enterprise that for three decades has been producing color and texture for architecture, realized that the basic idea of adding color, of coating surfaces with paint is no longer sufficient; the company became aware that the architects and constructors must also interact with the structure and not just embellish the building’s surfaces and features. The companies need to be part of the architectonic project from the outset. The decision was taken to return to the foundations of the Italian decorative traditions and restyle them in a modern key. Then to proceed with the invention and creation of materials with an extremely high technical content

to satisfy the current regulations and demands for sustainability and performance. The combination of these two elements have expanded the paints and color ranges with the textures that exalt this new direction. It stands to reason, however, that a new material or product deserves a new language. Consequently, Oikos satisfied this need with a new catalogue and a series of product names; however, it has also drafted a new method for classifying the decorative effects, grouping them into families defined only by the special relationship that material and color have with light. The groups include: the ‘assorbimenti’ (absorptions), that explain what happens when light enters the material or plays with the color; light is lost without ever re-emerging. Then there are the ‘corrosioni’, (corrosions) that come to life every time the light effect on corroded metal surfaces becomes shady. There are the ‘riflessi’ (reflections), the ‘vibrazioni’(vibrations), and the ‘stratificazioni’ (layers), that all gradually reveal the process by which the new textures have been constructed, like a pattern woven on an ancient loom. Finally, the ‘trasparenze’ (transparencies), an

invisible substance that allows everything else below it to come alive with a muliplication of the possibilities, uses and functions. www.oikos-paint.com



lounges to community spaces, with all of the system’s design versatility and the option of ad hoc additions. The evolution of TAO Esterno production is concentrated on the identification of top quality materials that satisfy the strictest regulations governing the environment and recycling. For its collection, TAO uses exclusive materials such as Dupont™ Corian® available in more than one hundred colors, nautical-quality aluminum and fabrics. The cushions has been produced with Dryfeel®, a special urethane product the protects the product from mould. And in the forthcoming International Furniture Salon in Milan and in the events fuori salone, TAO Esterno will preview some of its latest technical developments that express a new TAO design orientation. www.tao.eu

TAO BY EVEREST

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Everest, attraverso il proprio brand TAO, è una realtà imprenditoriale cha da un lato è ai vertici nella produzione e distribuzione di sistemi tende tecniche, dall’altro ha approntato negli anni una struttura produttiva all’avanguardia capace di rispondere anche alle esigenze tecniche dei sistemi outdoor. Il risultato del catalogo ‘TAO Esterno’ è un programma che sviluppa innovativi sistemi di copertura, tavoli, divani, poltrone, lettini prendisole, blocchi cucina e relativi accessori.TAO Esterno viene concepito per essere collocato e progettato in vari ambienti: dalle aree living residenziali agli spazi collettivi, caratterizzandosi per la flessibilità progettuale del sistema e del su misura.L’evoluzione della produzione TAO Esterno si concentra su una ricerca di materie di massimo pregio e rispondenti alle più rigorose regole di rispetto ambientale e riciclabilità. TAO utilizza per la propria collezione materiali esclusivi come Dupont™ Corian® declinato in oltre cento varianti cromatiche, alluminio nautico, tessuti nautici; per le cuscinerie viene utilizzato il Dryfeel®, uno speciale poliuretano che garantisce il prodotto dalla formazione di eventuali muffe al proprio interno. Sulla scorta di tali premesse, TAO Esterno si presenterà al Salone del Mobile di Milano e al fuori salone, con speciali anticipazioni tecniche che esprimeranno il nuovo sensitive design TAO. www.tao.eu

EEverest, through its brand TAO, is a thriving entrepreneurial reality. On the one hand it is market leader for the production and distribution of technical blind systems, and on the other, over the years it has developed an avant-garde production facility that can satisfy the technical demands for outdoor systems. The resulting catalogue ‘TAO Esterno’ (Tao Outdoors) is a program that develops innovative roofing systems, tables, sofas, armchairs, sunbeds, kitchen units and relative accessories. TAO Esterno has been devised for use in a variety of ambiences – from residential



IB CONCEPT – IL NUOVO ATELIER

Ogni progetto nasce da un sogno: ib concept® sa come realizzarlo. Al centro di Roma, vicinissimo alla stazione Termini, in Via Torino, è stato allestito un ambiente unico ed esclusivo, presso il quale ib concept, azienda specializzata in progetti di edilizia ricettiva, si fa conoscere attraverso un’esperienza concreta, offrendo la possibilità di visitare la Model Room, incontrare lo staff tecnico e commerciale, richiedere consulenze e preventivi, partecipare ad eventi a tema. La scelta del nome non è casuale: Atelier rimanda in modo immediato al concetto di su misura, che rappresenta il plusvalore che ib concept offre da sempre ai suoi interlocutori. Lo spazio che ospita l’Atelier è stato totalmente ristrutturato da ib concept che ha curato le fasi di progettazione, ristrutturazione edile e impiantistica, progettazione di interni, produzione e posa in opera di arredo e porte. L’Atelier è il luogo dove la creatività, il design, la ricerca e la personalizzazione incontrano i desideri di ogni interlocutore. www.ibconcept.it

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IB CONCEPT – THE NEW ATELIER

Each and every project develops from a dream: and ib concept® knows how to make dreams come true. A new unique and exclusive venue has been created in the heart of Rome, in Via Torino close to the Termini Station. The company ib concept is specialized in projects for the hospitality sector and this new project will promote its expertise through a tangible experience. Visitors will be given the opportunity to visit the Model Room, meet the technical and commercial staff, request consulting and estimates, participate in theme events. The name is no coincidence: the name Atelier is an immediate reference to the concept of custom that forms the added value ib concept has always offered its customers. The space that houses the Atelier has been completely restructured by ib concept; the company was responsible for the phases of design, restructuring of the buildings and the plant, the production and the installation of furnishings and doors. The Atelier is a place where creativity, design, research and personalization satisfy the desires of every customer. www.ibconcept.it



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