Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (con.in L. 27/02/2004) art. 1, comma 1, LO/MI (TASSA RISCOSSA)
Semestrale di architettura e tecnologia della luce Italy only € 13,00
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MAGAZINE
LUCE PER L’ARCHITETTURA GLOBALE
SFOGLIA L’ULTIMO NUMERO DI LEAF THROUGH THE LAST ISSUE OF
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HOTELN DESIGSION DIFFU
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PHOTO ILARDOTEAM
ELEMENT Sistema di illuminazione miniaturizzato su binario, con sorgenti LED facilmente riposizionabili tramite calamite.
metalspot.com
SOMMARIO
12 Progetto editoriale/Editorial project Carlo Ludovico Russo Consulente editoriale Editorial consultant Luisa Castiglioni l.castiglioni@ddworld.it
Editorial Info Design
Ufficio abbonamenti/Subscription office Francesca Casale Numero Verde 800/318216 Tel. 02/5516109 – Fax 02/5456803 Traduzioni/Translations Fiona Johnston
Luisa Castiglioni
6, 56, 110 Art+Com
Daniela Zenone
30
In-Ei Issey Miyake
Patrizia Coggiola
34
Francisco Gomez Paz. Pensare con le mani/ Thinking with hands
Ester Pirotta
40
La lampadina? Meglio se creativa/ Light bulb? The creative ones are best
Elviro Di Meo
46
Moritz Waldemeyer
Daniela Zenone
50
Alexander Lervik
Chiara Fagone
62
“Bianco in quiete”/“A white oasis of peace”
Mila Sichera
70
Effetto Mondrian/Mondrian effect
Mila Sichera
76
Frammento di luce/Fragments of light
Mila Sichera
80
QNCC
Chiara Fagone
86
Di nuovo architettura/Architecture once again
Veronica Balutto
92
La luce del lago/The light from the lake
Mila Sichera
100
L’equilibrio perfetto/A perfect balance
Elviro Di Meo
106
Gardens by the bay
Chiara Fagone
Art
116
Little Sun
Arianna Callocchia
Vision
122
Carnovsky
Daniela Zenone
126
Light Festival Jerusalem
Claudia Sugliano
Limelight
132
Romeo e Giulietta – meccanica dei corpi/ Romeo and Juliet – bodily mechanics
Chiara Fagone
Interior
136
Casal Palocco. Luce, contesto, identità/ Light, surroundings, identity
Mila Sichera
Realizzazione grafica/Graphic designer Fabio Riccobono
Ufficio traffico/Traffic department Daniela D’Avanzo
5 20
Progetto grafico e consulenza artistica Graphic layout & art consultant Franco Mirenzi
Contributi/Contributors Veronica Balutto Marta Bernasconi Arianna Callocchia Patrizia Coggiola Elviro Di Meo Chiara Fagone Ester Pirotta Antonietta Radaelli Mila Sichera Francesca Tagliabue Daniela Zenone
Novembre/November 2012
Archilight
Architettura Urban light
Copertina/Cover: Moritz Waldemeyer + U2 Editoriale/Editorial: Issey Miyake + Artemide Design Diffusion World srl Redazioni/Editorial Offices Direzione, amministrazione, pubblicità Management, Administration, Advertising Via Lucano 3, 20135 Milano Tel. 02/5516109 – Fax 02/5456803 www.designdiffusion.com Semestrale/Six-monthly magazine Supplemento di DDN 188/ Supplement to DDN 188 Direttore responsabile/editor in chief Rosa Maria Rinaldi Prezzo/Price Euro 13,00 Stampa/Printer Color Art Via Industriale 24/26, 25050 Rodengo Saiano (BS) Tel. 030/6810155
Fotolito BitGraph Via Vittorio Veneto, 8 20060 Cassina de’ Pecchi (MI)
Distribuzione in libreria Bookshop distribution Joo Distribuzione
Printed in Italy Reg. Tribunale Milano n./Milan Court Reg.No. 278 del 7 Aprile 1990 Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, LO/MI
DDA Design Diffusion Advertising srl Via Lucano 3, 20135 Milano Tel. 02/5453009 – Fax 02/5456803
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Amministrazione/Administration Norberto Mellini
Distribuzione all’estero Sole agent for distribution Abroad A.I.E. – Agenzia Italiana di Esportazione spa Via Manzoni, 12 – 20089 Rozzano (Mi) Tel. 02/5753911 Fax 02/57512606 e-mail: info@aie-mag.com www.aie-mag.com
Agenti/Agents Paolo Bruni, Teo Casale, Roberto Gallo
Editorial Office, Chicago Judith Jacobs P.O. Box 3342 Merchandise Mart 60654, 0342 Chicago IL – USA Tel. 001/3128361005 – Fax 3128361006 Editorial Office, Osaka Intermedia TS Bldg. 3-1-2 Tenma Kita-ku Osaka, Japan Tel. 00816/3571525 – Fax 3571529 È vietata la riproduzione anche parziale All rights reserved Testi, disegni e materiale fotografico non si restituiscono/Texts, drawings and photographs will not be returned
PROGETTIAMO I VOSTRI SPAZI REALIZZIAMO LE VOSTRE IDEE
BARBERINI PER NERI A LIGHT & BUILDING 2012
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12 Quello che chiude il 2012 è un numero di Dlux fortemente focalizzato sul design in tutte le sue sfaccettature, dal prodotto all’installazione dall’industrial design all’interaction design. Il progetto, declinato in diversi ambiti, è quindi protagonista in un crossover sempre più spinto con l’arte e la tecnologia, verso nuove frontiere e nuovi orizzonti di interazione tra le discipline e le competenze. Sorprende la creatività dei progettisti e l’intraprendenza delle aziende, molto fertili e attive anche durante periodi di crisi come questi in cui la luce e la corrente elettrica tornano a essere grandi privilegi (vedi la città di Valencia dove l’amministrazione della comunità autonoma, le biblioteche e i porti sono finiti al buio per debiti e mancati pagamenti da parte del governo regionale). Questo volume di Dlux è quindi un augurio per tornare a godere della luce e delle sue infinite risorse e possibilità. Luisa Castiglioni
The year 2012 draws to a close with an issue of Dlux focuses fully on every aspect of design, from the product to the installation from the industrial design to the interaction design. The project, declined against a number of different backdrops, is the undeniable protagonist of an increasingly energetic crossover with art and technology; it moves towards new frontiers and new horizons of interaction between the disciplines and the skills. The creativity of the designers is astonishing and the enterprising initiative of the companies extremely fertile and active, even during periods of crisis such as these, times in which light and electricity are considered to be luxuries (take the Spanish city of Valencia, for example, where the administration, the libraries and the harbors of the autonomous community were left in the dark because of debts and missed payments by the regional government). This issue of Dlux has been published in the hope that we will returning to fully enjoy light and its infinite resources and possibilities.
info
rivestimenti. L’architetto Chiara Rinolfi dello studio Riluce, che ha curato il progetto illuminotecnico della villa, ha scelto gli incassi a scomparsa totale per cartongesso Idrout IP 65 in Coral Water Out®. Grazie a questo nuovo materiale che aggiunge l’impermeabilità alle caratteristiche di durata, resistenza e bellezza tipiche del Coral, si è riusciti ad ottenere un effetto di illuminazione assai elegante. www.buzzi-buzzi.it
Buzzi & Buzzi, brand di illuminazione noto a livello nazionale e internazionale per prodotti a scomparsa totale in Coral® (materiale brevettato dall’azienda stessa) ha fornito la soluzione ideale per il progetto di due residenze accoppiate a Sassuolo, progettate dallo studio dell’architetto Enrico Iascone. Al piano interrato si trovano gli impianti dedicati al benessere e una piscina coperta per ogni unità abitativa. In questa zona Spa c’era la necessità di trovare un corpo illuminante che fosse resistente all’acqua e che si integrasse con le lastre di ceramica ultrasottile Laminam, utilizzate per i
Buzzi & Buzzi, a brand of light fittings that is famous both nationally and internationally for its completely recessed units in Coral® (a material patented by the company); the company supplied the ideal planning solution for two homes constructed in Sassuolo, designed by Architect Enrico Iascone. In the basement, the architects installed the plant dedicated to wellness with an indoor pool for each unit. For this Spa facility, the architects required a light fitting that was waterproof and that would integrate with the ultraslim Laminam ceramic tiles used to cover the walls and floors. Architect Chiara Rinolfi of studio Riluce was responsible for the illumination technology project for the villas; she selected completely recessed fittings for plasterboard – Idrout IP 65 in Coral Water Out®. This material combines impermeability, durability, resistance and beauty typical of Coral and produced a delightfully elegant illumination effect. www.buzzi-buzzi.it
DOPPIA ANIMA
DUAL SOUL
Da oltre quarant’anni, la danese Frandsen Group realizza prodotti in serie e lampade speciali per interni. Punto di forza del gruppo la divisione Frandsen Project, un team di lighting designer e ingegneri in grado di realizzare lampade custom made e progetti illuminotecnici per soddisfare tutte le esigenze dei clienti. La squadra di professionisti è specializzata nel campo del retail e dell’hospitality. La sua ultima fatica? Un progetto-installazione per il W Hotel Paris Opera. Inaugurato di recente, l’albergo occupa un edificio in stile Haussman del 1870. Il lavoro di Frandsen Project mostra il lato contemporaneo del brand W e, allo stesso tempo, lo fonde visivamente con l’aspetto classico e austero dell’architettura. I danesi (insieme ai designer di Rockwell Group Europe) hanno realizzato un “muro luminoso” che si snoda attraverso tutte le aree comuni e le camere dell’hotel. L’installazione consiste in un ledwall ondulato che circonda la parte centrale dell’edificio. Questo può essere programmato e assumere aspetti diversi a seconda della stagione o del momento della giornata: può cambiare colore ma anche mostrare immagini e creare pattern a tema. Inoltre, Frandsen Project ha anche firmato i lampadari delle suites, chandelier in filo di ferro dorato dall’aspetto retrò che montano sorgenti a LED. www.frandsenproject.dk (F. T.)
For more that forty years, the Danish Frandsen Group has been producing serial products and special lamps for interiors. A key feature of the group is its Frandsen Project division. It consists of a team of lighting designers and engineers, qualified to produce custom-made lamps and illumination technology projects to satisfy all of the client’s demands. The team of professionals is specialized in the field of retail and hospitality. And the latest enterprise? A project-installation for the W Hotel Paris Opera. Recently inaugurated, the hotel occupies a Haussman-style building constructed in 1870. The work by Frandsen Project illustrates the contemporary side of the W brand and contemporarily blends it visually with the austere period appearance of the architecture. The Danes (along with designers of Rockwell Group Europe) produced a ‘luminous wall’ that meanders through all of the hotel’s common areas and bedrooms. The installation consists of an undulated ledwall that surrounds the central part of the hotel. This can be programmed and assumed a number of different appearances depending on the season or the time of day. It can change color but also present images and create theme-based patterns. Frandsen Project also designed the light fittings for the suites, retro-style chandeliers in golden iron wire fitted with LED light sources. (F. T.)
WATERPROOF
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NUOVA LUCE SU MONACO DI BAVIERA Windfall è un nome conosciuto già dal 2004, anno in cui a Monaco di Baviera Clarissa Dorn e Roel Haagmans uniscono i loro talenti per cercare nuove strade nel design dei lampadari di cristallo. Roel è conosciuto sulla scena internazionale per i suoi lampadari dal design classico e orientale ideati per la Moschea del Sultano Quabos in Oman e la Grande Moschea ad Abu Dhabi; Clarissa porta con sé la sua lunga esperienza nel mondo dell’arte, nella progettazione d’interni e nel management. A quattro mani creano oggetti di cristallo dai particolari effetti luminosi e spaziali, che galleggiano nell’aria illuminati da luci a cascata. Il loro lavoro piace e i due designer sono chiamati a progettare su misura e a realizzare i loro spettacolari lampadari in tutto il mondo; i primi grandi progetti sono commissionati da architetti come KCA, David Chipperfield, SHH di Londra e Paul Steelman Designs di Las Vegas. Nel 2006 Windfall inaugura la serie Classic with a twist con Balance, lampadario moderno e classico al tempo stesso, particolarmente avanzato per quanto riguarda la dispersione fluttuante della luce: si trova in palazzi arabi e alla Royal Albert Hall, nelle discoteche a Bruxelles come nelle ville di Bel Air. In pochi anni, l’azienda decolla e arriva a collaborare con British Airways, Cartier International, Phillippe Starck, UN Studio, Candy&Candy, Roberto Cavalli e Montblanc. Da settembre 2012 le idee per l’illuminazione contemporanea di Windfall sono visibili nel nuovo showroom, in un’elegante palazzina dei primi del Novecento in Amalienstrasse,
nel quartiere Universität, a Monaco. In occasione dell’inaugurazione sono state presentate le nuove composizioni del marchio, tra cui Maze, Scotty e Flower multicolor. www.windfall-gmbh.com
NEW LIGHTS SHINE IN MUNICH The brandname Windfall has been around since 2004, the year in which Clarissa Dorn and Roel Haagmans merged their talents in Munich to identify new orientations in the design of crystal chandeliers. Roel is recognized on the international scene for its classical oriental styles designed for the Mosque of Sultan Quabos in Oman and the Great Mosque in Abu Dhabi; Clarissa has many years experience in the world of art, interior design and management.
AMAK
AMAK
Tra le nuove lampade realizzate da Lucente, colpisce l’inventiva, tra funzionalità ed estetica, di Amak. Disegnata da S&R Cornelissen, Amak è una serie di lampade con struttura in alluminio caratterizzata dalla forma a tronco di cono. La lampada si declina nelle versioni da parete singola e doppia, sospensione singola o multipla, a tre o sette luci. La parte superiore del paralume presenta delle fessure a raggiera che permettono l’areazione e allo stesso tempo danno particolarità e carattere al design semplice e lineare dell’oggetto. Disponibile in due colori: interamente verniciata bianco opaco oppure nero opaco all’esterno e bianco opaco all’interno. Illuminazione a LED (a scelta tra luce calda 3000°K oppure fredda 4100°K), diffusore prismatico trasparente all’interno. www.lucente.eu (L. C.)
The company Lucente produces a wide range of products; however, one of its new lamps stands out from the crowd thanks to its innovative combination of performance and esthetics: Amak. Designed by S&R Cornelissen, Amak is a series of lamps with a truncated coneshaped aluminum structure . The lamp is available in a selection of models – single or double wall fittings, a single or multiple suspension lamp, with three or seven lights. The upper portion of the shade contains a number of radial aeration slits that create unusual esthetics and inject energy to the simple linear design of the article. The series is available in two colors: gloss white or matte black on the outside and matte white on the inside. The LED illumination can be selected between warm light emission at 3000°K or cold light emission at 4100°K); the lamp is fitted with an internal clear prismatic diffuser. www.lucente.eu (L. C.)
Together they have created crystal fittings that produce exquisite luminous and spatial effects, ephemeral items that float in air illuminated by cascading lights. Their work has a great reputation and the two
has been working with British Airways, Cartier International, Phillippe Starck, UN Studio, Candy&Candy, Roberto Cavalli and Montblanc. Since September 2012, Windfall’s contemporary illumination
designers are frequently commissioned to design custom pieces and to produce their spectacular chandeliers around the world; the initial projects were commissioned by architects such as KCA, David Chipperfield, SHH of London and Paul Steelman Designs of Las Vegas. In 2006 Windfall inaugurated the Classic series with a twist with Balance, a modern yet classical chandelier that was particularly advanced in terms of the fluctuating dispersion of light: it can be seen in Arab palaces and in London’s Royal Albert Hall, in discotheque’s in Brussels and in the mansions of Bel Air. Over just a few years, the company took off and
creations have been on display in the new showroom; it is located in an elegant early 20th-century building on Amalienstrasse, in Munich’s Universität district. During the inauguration, the designers presented some of their new arrangements, including Maze, Scotty and Flower multicolor. www.windfall-gmbh.com
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info MY NEW FLAME In distribuzione da ottobre, la nuova creazione di Ingo Maurer è una candela da tavolo che non si consuma mai. 128 piccolissimi LED riproducono la fiamma tremolante di una candela. Il colore della luce e la programmazione sofisticata dei LED creano un effetto estremamente realistico. Da vicino i singoli LED sono ben riconoscibili. Al buio o a distanza si fondono componendo una fiamma. I circuiti stampati sulla scheda (alta 40 cm e larga 2,5 cm) sembrano un decoro misterioso. My New Flame può essere
un elegante accessorio per l’area giorno, una candela originale per tavole ben apparecchiate, una soluzione ideale per chi non ama addormentarsi al buio. La sorprendente unione di alta tecnologia ed espressione poetica è un’idea di Moritz Waldemeyer. I movimenti della fiamma, riprodotti dai LED in maniera molto realistica, sono stati programmati dallo Studio Waldemeyer (Londra) sulla base di filmati di vere candele. www.ingo-maurer.com (L. C.)
KARMAN PER L’OUTDOOR
KARMAN FOR THE OUTDOORS
Con nuovi modelli e anche una nuova linea per esterni, Karman si avvia a concludere un 2012 particolarmente ricco. Le news comprendono alcune serie per interno ma soprattutto una nuova gamma per outdoor, assoluta novità per l’azienda, con proposte che puntano su leggerezza e al contempo su dimensioni spesso importanti, perché l’apparecchio di illuminazione viene considerato da Karman come elemento d’arredo capace di rendere speciale un terrazzo, un prato, il bordo di una piscina. Realizzati in vetroresina o ppma, i nuovi prodotti riflettono tonalità ambrate calde e cangianti. La libertà compositiva è invece il segno distintivo delle nuove collezioni per interno, che puntano su singoli elementi luminosi accostabili per creare forme ogni volta diverse. I designer Edmondo Testaguzza e Matteo Ugolini sono convinti che la luce abbia più a che fare con l’emozione che con la razionalità e ancora una volta si sono ispirati dalla variabilità della natura, anche nello scenario scelto come sfondo per presentare i modelli. Nell’immagine, Alibabig, design Matteo Ugolini. www.karmanitalia.it (M. B.; ph: iabadabadu.it felice di comunicare)
With new models and a new line for outdoor use, Karman is happily heading towards the end of a highly successful 2012. The latest additions have expanded the indoor series; however, the new range of outdoor units takes the company in a completely new direction; the articles are anything but oppressive and are available in large sizes – this is because Karman considers the light fitting to be a furnishing accessory that will enhance a terrazzo, a garden, the edge of a swimming pool. The pieces are produced in glass resin or ppma in shimmering shades of warm amber. Arrangement freedom is a distinctive trait of the new collections for interiors; the individual fittings can be joined to create shapes that are unique and highly-original. The designers Edmondo Testaguzza and Matteo Ugolini are convinced that light is more closely affiliated with moods and emotions than rational thinking. Once again they were inspired by the variability of nature as can be seen in the background selected to stage the models. In the picture, Alibabig, design Matteo Ugolini. www.karmanitalia.it (M. B.; ph: iabadabadu. it felice di comunicare)
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In distribution from October, the new creation produced by Ingo Maurer is a table candle that will never die. A group of 128 tiny LEDs reproduce the flickering flame of candlelight. The color of the light and the sophisticated coordination of the LEDs create an extremely realistic effect. When examined close-up, the individual LED lights are easily identifiable. In the dark or from a distance, they merge together to form a flame. The circuits printed on the card (40 cm high and 2.5 cm wide) look like a mysterious decoration. My New Flame can be used as an elegant accessory to decorate
the lounge, as an elegant candle to brighten a beautiful table setting or the ideal solution for people who dislike sleeping in the dark. This astonishing union between high technology and poetic expression was devised by Moritz Waldemeyer. The movements of the flame, the highly realistic effect reproduced by the LEDs, have been were coordinated by Studio Waldemeyer (London) on the basis of film clips of real candles. www.ingo-maurer.com (L. C.)
LUMINOSE Giorgio Riva è architetto, ha insegnato per molti anni al Politecnico di Milano e parallelamente si è sempre dedicato all’arte. Questa passione lo ha portato a creare, nel corso di questi ultimi dieci anni, le ‘Luminose’, vere e proprie opere fatte di luce. Riva ha quindi ha animato una villa a Sirtori, in provincia di Lecco, con queste sculture, collocandole al suo interno, nel patio e nel parco. Ha poi composto un percorso sonoro e musicale che guida il visitatore attraverso questo itinerario artistico polisensoriale. Una particolarità aggiunge
NUOVA PROPOSTA Arriva sul mercato un’alternativa reale alla lampada alogena dicroica (MR16). Si tratta di LED MR 16, prodotta da Sylvania, la prima lampada retrofit silenziosa perché non necessita di una ventola di raffreddamento attiva. Le sue dimensioni compatte la rendono adatta a qualsiasi tipo di apparecchio, garantendo dal momento della sostituzione un risparmio energetico dell’80% rispetto alle alogene tradizionali. Anche la durata delle LED MR 16 è molto elevata: la loro vita media è di circa 25.000 ore! Due le versioni disponibili: 350 lm e 450 lm (che sostituiscono, rispettivamente, le dicroiche da 35W e 50W), entrambe con cono di luce da 90° e luce calda. Un’ulteriore attestazione di qualità e sicurezza è data dalla garanzia “Made in Europe”;
ulteriore poesia al lavoro di Riva: la mostra deve essere visitata a partire dal crepuscolo. In questa installazione le Luminose appaiono come elementi appartenenti al paesaggio, da esso scaturiscono e in esso si nascondono. L’esposizione en plein air di Sirtori rappresenta un compendio del lavoro degli ultimi anni di Giorgio Riva. Al parco privato di Villa Tre Tetti è poi collegato il parco pubblico di Villa Greppi a Monticello Brianza dove, all’interno del granaio, è stata allestita una rassegna retrospettiva dell’opera di Riva che permette di rintracciare le tappe dell’articolato percorso che ha generato le Luminose. (M. B.)
Giorgio Riva is an architect who lectured at the Milan Polytech for many years with his love and dedication to art a parallel passion. Over the last ten years, his imagination resulted in ‘Luminose’, works of art created with light. Riva animated a villa in the town of Sirtori, Lecco, with these sculptures, positioning them inside the building, on the patio and in the gardens. He then designed a sound and music-based pathway that guides the visitor through this poly-sensorial artistic itinerary. Another factor adds a greater poetic touch to Riva’s work: to fully appreciate the exhibition, it must be
visited as night falls. In this installation, the Luminose appear as elements that actually belong to the landscape, emerging from it and hiding in its depths. The open air exhibition in Sirtori can be described as a compendium of Giorgio Riva’s works over recent years. The private gardens of Villa Tre Tetti are connected to the public gardens of Villa Greppi in Monticello Brianza. In this location, a retrospective exhibition of Riva’s work has been organized in the barn, allowing visitors to examine the various steps of the design pathway that led to the creation of Le Luminose. (M. B.)
le LED MR 16 di Sylvania, infatti, sono prodotte in Belgio. www.sylvania.com (F. T.)
NEW PROPOSAL
not require an active cooling fan. Its compact size means that it is suitable for any type of fitting, and when it replaces a traditional dichroic light source, it guarantees an energy saving of up to 80% with respect to the traditional halogens. The durability of the LED MR 16 is also extremely high with an average life-span of approximately 25,000 hours! There are two versions available: 350 lm and 450 lm (that respectively replace the dichroic bulbs of 35W and 50W); both produce a 90° cone of warm light. Another indication of the excellent quality and safety levels is the fact that it is ‘Made in Europe’ as the LED MR 16 by Sylvania is actually produced in Belgium. www.sylvania.com (F. T.)
A valid alternative to the dichroic halogen lamp (MR16) is about to reach the market. It is the LED MR 16, produced by Sylvania. It is the first silent retrofit lamp as it does
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info
CONTEMPORARY STYLE The suspension lamp ‘Fontana Led’, one of the latest proposals by Metal Spot, revisits the classical shapes of the chandeliers. It was designed by Orazio Spada, the designer who founded Metal Spot in 1977. The chandelier consists of a support structure in chrome-plated metal fitted with metal arms embellished with LED light sources that can be adjusted as desired. The luminous source is interesting. The architects opted for 1.2 W Led lights that are available in warm or neutral white as these provide optimal illumination with reduced consumption. Three versions are available: diameter 180 cm with 96 arms, diameter 150 cm with 48 arms and diameter 120 cm with 24 or 48
STILE CONTEMPORANEO Reinterpreta le forme dei classici chandelier la sospensione Fontana Led, una delle ultime proposte di Metal Spot. Disegnato da Orazio Spada, progettista e fondatore di Metal Spot nel 1977, il lampadario è composto da una struttura portante in metallo cromato su cui si innestano dei bracci metallici posizionabili a piacimento dotati di LED. Interessante la scelta della sorgente luminosa (il LED appunto, disponibile nella versione bianco caldo o neutro da 1,2 W) che consente di ottenere un buon grado di illuminazione con consumi ridotti. Ben tre le misure proposte dall’azienda: 180 cm di diametro con 96 bracci, 150 cm con 48 bracci e 120 cm con 48 o 24 bracci. Le linee pulite ed essenziali di Fontana LED lo rendono adatto ad ogni tipo di abitazione, ma è anche il lampadario ideale per locali pubblici come teatri e sale da ballo. Per un tocco moderno tra broccati e velluti! La novità più significativa di Metal Spot è Ola, una piccola applique dal cuore tecnologico e dalle forme semplici e aggraziate che ne permettono l’utilizzo in qualsiasi tipo di ambiente, da quello più moderno a quello storicamente caratterizzato, dalla casa, all’albergo, al retail fino ad alcune zone degli uffici. La morbida luce indiretta /riflessa è ottenuta con 30 LED da 0,42W di colore bianco caldo. L’effetto luminoso ottenuto è così del tutto simile a quello proprio degli
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apparecchi con lampade alogene ma con consumi decisamente ridotti. Il corpo è in alluminio verniciato e viene proposto in due colori classici: bianco e sylver. L’alimentatore 100-240V è integrato. www.metalspot.com (F. T.)
arms. The clean essential lines of Fontana LED ensure that it is the ideal addition for every type of home; however, it can also be used in public facilities such as theaters and ballrooms. A wonderful modern touch amidst the brocades and velvets! The latest and most significant development of Metal Spot is Ola, a tiny new applique lamp with a technological heart. Its simple graceful shape allows it to be used in a whole range of ambiences, from the modern to the period buildings, the home, the hotel and the retail facilities and some areas of offices. The soft, warm white indirect/ reflected light is produced with 30 x 0.42W LEDs. The luminous effects achieved are similar to halogen lighting but with much lower consumption. The casing is painted aluminum and is available in two classical colors: white and silver. The unit is supplied with an integrated 100-240 supply pack. www.metalspot.com (F. T.)
ONDA SU ONDA Si affaccia direttamente sul Mare del Nord il Kilden Performing Art Centre di Kristiansand, in Norvegia. Uno scrigno luminoso che si riflette sull’acqua e racchiude una sala concerti con 1200 posti a sedere, un teatro con 750 posti e un parcheggio per 400 automobili. Progettato dallo studio finlandese ALA, il Kilden Centre è composto da un unico volume di legno, alleggerito dall’enorme vetrata sulla facciata principale, in corrispondenza del foyer. Il progetto illuminotecnico è stato firmato dai danesi di Studio COWL. Simes, azienda specializzata nella produzione di apparecchi per illuminazione architetturale, ha fornito i prodotti e realizzato alcuni speciali. La parete del foyer, fulcro visivo di tutta l’architettura, è illuminata dal basso verso l’alto con oltre cento faretti calpestabili MEGAZIP Simes (in versione customizzata con anello in acciaio inox e diffusore acidato); la luce è distribuita omogeneamente sull’aggetto ligneo ondulato e la vetrata risulta completamente trasparente. Tutti gli apparecchi sono dimmerabili, per regolare la luce secondo le necessità e gli effetti che si desiderano ottenere. www. simes.it (A. R.; ph: Iwan Baan)
WAVES ON THE WAVES The Kilden Performing Art Centre in Kristiansand, Norway, faces directly onto the North Sea. Like a luminous casket it reflects on the water and contains a concert hall to seat 1200, a theater hall for 750 people and a parking lot for 400 vehicles. Designed by the Finnish studio, ALA, the Kilden Centre is a single wooden volume, with an enormous window that interrupts the main façade, in correspondence to the foyer. The illumination technology project was signed by the Danish studio COWL. Simes, a company specialized in the production of fittings for architectural illumination, supplied the products and created some special ones ad hoc.
The wall of the foyer, the visual hub of the whole building, is illuminated with uplighters consisting of more than 100 recessed Simes MEGAZIP spotlights (a customized version with a stainless steel ring and an acid-etched diffuser); the light is distributed uniformly over the undulated wooden porch and the glass of the window appears to be completely transparent. All of the fittings are equipped with dimmer devices, to regulate the light to suit the mood of the moment and to create the desired effects. www.simes.it (A. R.; ph: Iwan Baan)
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info ELECTRIC CITY A un anno dalla scomparsa di Dennis Oppenheim, figura tra le più note e carismatiche dell’arte contemporanea internazionale, tra i protagonisti indiscussi dell’arte Concettuale, la città di Merano ha dedicato all’artista un’importante esposizione.
Merano Arte ha infatti ospitata la mostra, curata da Valerio Dehò. Organizzata in collaborazione con Amy Plumb Oppenheim, curatrice del Dennis Oppenheim Studio di New York, la Galleria Fumagalli di Bergamo, la Gabarron Foundation di Mula-Murcia e CLP Relazioni Pubbliche, la rassegna presenta 10 sculture-installazioni realizzate da Oppenheim tra la metà degli anni Ottanta e la fine del decennio successivo. Electric City, il titolo della mostra, richiama il nome della città, vicino a Washington, dove Oppenheim nasce nel 1938, riferimento che sembra prefigurare l’interesse che l’artista rivolgerà ai media, ma anche l’energia vitale, il flusso dinamico intenso che caratterizza le sue opere. In tutte le sue realizzazioni, dalla scala dell’oggetto alle installazioni ambientali, Oppenheim, libero da ogni possibile vincolo, attinge all’immaginario collettivo, ripropone immagini e simboli, suggestioni surreali, paradossali, spesso ironiche, in una ricerca incessante che privilegia il sovvertimento
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dei canoni, il ribaltamento delle situazioni, l’imprevedibilità; una ‘discontinuità’ creativa che può destabilizzare l’osservatore ma anche affascinarlo. Il suo interesse per le macchine e per inaspettate simbologie ha condotto Oppenheim a comporre installazioni sorprendenti. In tutto il suo percorso, l’artista, che ha produttivamente contribuito alle sperimentazioni contemporanee, dalla ‘Land art’ alla ‘Videoarte’, dalla ‘Body art’ al ‘Concettuale’, ha sempre individuato e proposto al pubblico, un codice interpretativo personale, coerente con l’idea di un’arte intesa come ricerca senza fine. (C. F.)
A year from his death, the city of Merano has dedicated an important exhibition to the works of Dennis Oppenheim, one of the most famous and charismatic figures of international contemporary art and an undisputed protagonist of conceptual art. Merano Arte was the venue for the
exhibition organized by Valerio Dehò. He was assisted by Amy Plumb Oppenheim, curator of the Dennis Oppenheim Studio in New York, the Fumagalli Gallery in Bergamo, the Gabarron Foundation of Mula-Murcia and the PR company, CLP Relazioni Pubbliche; it presents the 10 sculpture-installations created by Oppenheim from the mid-80s to the late 90s. The exhibition was called Electric City, inspired by the city near Washington where the artist was born in 1938. This reference indicates the interest the artist had for the media, but also allures to the vital energy, the intense dynamic flow that characterized his works. In all of his enterprises, from the scale of the object to the environmental installations, as he was free from any form of restriction, Oppenheim caught the public’s imagination; he represented images and symbols, surreal suggestions that were sometimes contradictory, frequently ironic, in a neverending quest that overturns traditions and circumstances, exalts the unexpected; this creative discontinuity can destabilize yet enchant the observer. His interest for the machines and for the unexpectedly symbolic guided Oppenheim in the development of his astonishing installations. Throughout his professional life, the artist made a major contribution to contemporary experimentation, from ‘Land art’ to ‘Videoart’, from ‘Body art’ to ‘Conceptual art’; one constant in his installations was his personal interpretative code that he presented to the public, coherent with the idea of art interpreted as endless research. (C. F.)
ROCA GALLERY Il progetto illuminotecnico della Roca London Gallery ha vinto il Lighting Design Award 2012 nella categoria Large Retail Project. Lo showroom dell’azienda spagnola produttrice di sanitari è caratterizzato da forme fluide e arrotondate, tratti stilistico tipici della progettista Zaha Hadid. Lo studio dell’illuminazione è stato affidato alla società londinese Isometrix Lighting Design congiuntamente a Scomax Service, un contractor che da anni opera nel settore meccanico ed elettrico. I professionisti hanno optato per fonti luminose a catodo freddo, inserite nella struttura o integrate nei corpi illuminanti metallici incassati a soffitto. Helvar, multinazionale finlandese specializzata nella produzione di componentistica elettronica nel campo dell’illuminazione, ha fornito tutti i sistemi di controllo per la Roca Gallery. “Scomax ha già utilizzato i sistemi Helvar in passato, quindi sapevano che sarebbe stata una scommessa vinta per Roca. – ha affermato Doug Kenneth, project engineer di Scomax – Siamo rimasti molto colpiti dal tipo di
supporto che abbiamo ricevuto da Helvar, dalla progettazione fino alla realizzazione. Importante è stata la messa in opera che ci ha permesso di consegnare il progetto completamente funzionante, con i sistemi di illuminazione già programmati in base alle esigenze del cliente.” Il sistema di controllo dell’illuminazione, infatti, permette di ottenere diversi scenari, da scegliere di volta in volta in base ai prodotti esposti e alla loro disposizione o a seconda dell’evento organizzato. Gli scenari vengono impostati per mezzo di pannelli di controllo creati ad hoc da Helvar. L’utilizzo combinato di router, dimmer e controller, tutti della gamma Digim di Helvar, permette di controllare contemporaneamente tutte le sorgenti. La più moderna tecnologia, abbinata a un
progetto studiato nei minimi dettagli, sono state le garanzie di successo di questo importante monomarca londinese. www.helvar.com (F. T.)
The illumination technology project by the Roca London Gallery was the winner of the Lighting Design Award 2012 in the category ‘Large Retail Project’. The showroom of the Spanish bathroom fixtures manufacturer has rounded flowing shapes, a reflection of the style typical of the designer Zaha Hadid. The illumination design was commissioned to the London-based company Isometrix Lighting Design that worked with Scomax Service, a contractor that has been working in the mechanical and electrical sectors for many years. The professionals opted for cold cathode
luminous sources,, inserted in the structure or integrated in the metal light fittings recessed in the ceiling. Helvar, a Finnish multinational specialized in the production of electronic components in the field of illumination, supplied all of the control systems for the Roca Gallery. “Scomax used the Helvar system in the past so they were well aware it would be a success for Roca – stated Doug Kenneth, project engineer with Scomax – We were astonished at the support we received from Helvar, from the design stages to the finished product. One important feature was the fact that we were able to supply a completely functional project, with illumination systems that were already programmed to suit the client’s requirements”. The illumination control system can create
a number of different scenarios, that can be selected on the basis of the products displayed and their arrangement or on the basis of the event organized. The scenarios are set using ad hoc control panels created by Helvar. The combined use of routers, dimmers and controllers, all belonging to the Digim range by Helvar, allows the simultaneous control of all of the light sources. The most modern technological instruments, combined with a program studied down to the minimum details, are the guarantees of success of this important London brand. www.helvar.com (F. T.)
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info CONTENITORE DI LUCE Santpedor, Catalogna. Un piccolo villaggio dell’entroterra, poche abitazioni raccolte attorno al convento dei frati francescani. Il monastero fu costruito in pietra locale nel XVIII secolo, ma venne saccheggiato nel 1835 e successivamente abbandonato. Il convento disabitato ha ceduto sotto il peso degli anni e infine, nel 2000, è stato abbattuto. La demolizione ha però risparmiato la piccola chiesa, una costruzione semplice e del tutto priva di decorazioni. Sconsacrata, ha trovato una nuova destinazione d’uso grazie al progetto dell’architetto David Closes. Oggi questo ex-santuario è stato trasformato in un auditorium e spazio polifunzionale. I primi interventi sono stati quelli di consolidamento dell’antica struttura. Closes, infatti, ha scelto di mantenere invariata la forma dell’edificio (sia all’esterno sia all’interno) aggiungendo al fabbricato originale solo un piccolo volume di vetro in aggetto sulla facciata principale, che funge da ingresso, e altre strutture semitrasparenti che ospitano i servizi e servono da collegamento verticale tra i vari livelli. L’architetto, durante i sopralluoghi preliminari, non aveva potuto fare a meno di notare come la luce naturale, che penetrava da una porzione di tetto collassato, desse all’ambiente un’atmosfera particolare. Per questo motivo ha scelto di mantenere vetrata una porzione della copertura, una soluzione fuori dal comune ma particolarmente funzionale. Lo stratagemma del pozzo di luce permette di ridurre al minimo l’illuminazione artificiale durante le ore diurne, garantendo una perfetta visione in tutto lo spazio. La particolare attenzione di Closes per la luce è evidente anche nell’installazione funzional-decorativa di decine di lampadine nella navata centrale. I classici bulbi sono montati su portalampada neri e appesi a diverse altezze per dare una maggiore sensazione di movimento. Completano l’impianto illuminotecnico apparecchi tecnici che diffondono la luce in maniera indiretta. (A. R.; ph: Jordi Surroca)
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CONTAINERS OF LIGHT Santpedor, Catalogna – a tiny inland village of just a few houses clustered around the former monastery of Franciscan monks. The monastery was constructed using local stone in the 18th-century; it was plundered in 1835 and abandoned some years later. The uninhabited monastery collapsed with age and in 2000 it was finally was knockeddown. The demolition saved the tiny church, a simple construction completely void of decoration. Deconsecrated, it has been given a new destination of use thanks to a project by architect David Closes. Now this former spiritual sanctuary has been transformed into an auditorium and polyfunctional space. The project started with stabilization of the ancient structure. Closes decided to leave the original shape of the building unchanged (both inside and out); he added a small class extension that protruded from the main façade and forms the entrance;
he also added some other semi-transparent structures that contain the utility services and the vertical connections between the various floors. During the preliminary inspections, the architect was astounded by the natural light that cascaded down from a break in the collapsed roof; it gave the interiors a wonderfully special atmosphere. For this reason, the architect decided to insert glass components in sections of the roof – an unusual solution but extremely functional. The idea of the ligh-well reduces to a minimum the amount of artificial lighting required during the daytime, and guarantees excellent vision throughout the space. The special attention Closes paid to the lighting is also evident in the functional-decorative installation created using dozens of lights installed along the central aisle. Classical bulbs are fitted to black bulb-holders and suspended at varying heights to give a greater impression of movement. The illumination technology plant was completed by technical fittings that emit indirect light throughout the ambience. (A. R.; ph: Jordi Surroca)
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É USCITO IL NUOVO NUMERO DI DDN DESIGN DIFFUSION NEWS
DISCOVER D ISCOVER THE NEW NEW ISSUE ISSUE OF OF DDN DD D DN PRODUCT MARKET STRATEGIES PR P RODUCT DESIGN DESIGN & M ARKET S TR RAT ATEGIES A
info URBAN LIGHTING City Design è un marchio storico nel settore dell’arredo urbano e illuminazione pubblica, fiore all’occhiello del Gruppo Arredo Plast, di cui fa parte dal 1997. L’azienda ha sede a Ormelle in provincia di Treviso e vanta una produzione 100% Made in Italy con un elevato standard qualitativo. Tutto ciò è assicurato dalle costanti verifiche su materiali, trattamenti e lavorazioni; al fine di garantire durabilità, rispondenza alle normative, sicurezza, ecologia, estetica e confort dell’utente, di ogni singolo articolo. Considerando la crescente propensione al rinnovamento architettonico e dell’arredo urbano che sta caratterizzando i mercati emergenti dell’Est Europa negli ultimi anni, l’azienda si sta sempre più espandendo al di là dei confini nazionali, forte di un marchio legato al design e al Made in Italy. City Design ha per esempio collaborato insieme agli architetti Sergey G. Chechelnitsky e Tatyana A. Polivanova per la riprogettazione e realizzazione di una delle piazze più rappresentative di Kharkiv in Ucraina. Su indicazione dell’amministrazione comunale sono state realizzate delle sedute su misura ergonomiche dal design accattivante e originali: lampioni con struttura in acciaio inox e lampade a LED con componenti di ultima generazione ad alta efficienza e ad elevato risparmio energetico. Nelle immagini, alcune forniture di City Design in Italia. A Quartu Sant’Elena in Sardegna, l’azienda ha dato vita a un progetto che abbraccia ecosostenibilità e design. Il modello First Light, fotovoltaico autoportante, installato in semplice appoggio sulla pavimentazione, illumina a LED sfruttando esclusivamente la luce solare. Questa soluzione, completamente stand-alone, consente di illuminare senza dover eseguire opere civili. Lungo la nuova pista ciclabile di Altavilla Vicentina, in Veneto, l’azienda ha concepito un valido esempio di come design e tecnologia possano interagire in armonia con l’ambiente. Per farlo è stato utilizzato Lotus, un lampione in grado di soddisfare
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con 28 Watt le più svariate richieste illuminotecniche nel pieno rispetto delle normative nazionali ed europee per l’illuminazione di piste ciclabili con interassi fino a 25 metri, contesti urbani, aree pedonali e parcheggi. Lotus è un apparecchio di illuminazione a luce diretta a LED che si distingue per l’elegante corpo in fusione di allumino dalla caratteristica forma a petalo. Infine, per il parcheggio dell’aeroporto Fontanarossa di Catania City Design ha realizzato l’impianto di l’illuminazione
fotovoltaica costituito da una fonte di illuminazione LED alimentata da un accumulatore funzionante nelle ore notturne, che viene caricato nelle ore diurne da un pannello fotovoltaico che trasforma l’energia solare in energia elettrica. Questi lampioni si appoggiano a dei brevetti mondiali sviluppati dalla stessa azienda produttrice e sono in grado di convogliare e utilizzare senza dispersioni la luce dei LED. Luce gratuita: una formula inimmaginabile fino a poco tempo fa, una piacevole realtà adesso. www.citydesign.it
City Design is a well-known brand in the sector of urban furnishing and illumination of public spaces, and is the pride of the Arredo Plast Group it joined in 1997. The company headquarters are located in Ormelle, in the province of Treviso and proclaims that its high quality products are 100% Made in Italy. All of this is guaranteed by constant controls of the materials, the treatments and the manufacturing procedures; the company strives to guarantee the durability, the full satisfaction of the norms, safety, ecology, esthetics and comfort for the user with every single article. In consideration of the growing orientation to architectonic renewal and urban refurbishment evident in the emerging markets of Eastern Europe in recent years, the company has been driving its expansion beyond Italy’s boundaries, powered by the brand associated with design and Made in Italy. For example, City Design has worked with architects Sergey G. Chechelnitsky and Tatyana A. Polivanova for the re-design and the completion of one of the most representative squares of Kharkiv in Ukraine. On the basis of a brief by the city’s administrators, they produced ad hoc ergonomic seating with a highly-attractive and original design and street lamps with
a stainless steel structure and LED lamps complete with the latest generation of high efficiency, high energy-saving components. In the pictures, some of the City Design products in Italy. In the city of Quartu Sant’Elena in Sardinia, the company has designed a project that embraces eco-sustainability and design. The model
‘First Light’ is a completely stand-alone photovoltaic unit that is installed simply by positioning it on the ground. It produces LED lighting exclusively with sunlight. This solution produces illumination with no construction work required. In Altavilla Vicentina in the Veneto region, for the illumination of the new cycle track
the company produced a system that demonstrates how design and technology can interact harmoniously with the environment. The street-lamp ‘Lotus’ was installed; these emit 28 W and can satisfy the various illumination technology requirements in full respect of the Italian and European norms necessary for the cycle tracks with
spans of up to 25 meters, urban facilities, pedestrian areas and parking lots. Lotus is a fitting that emits direct LED light; it stands out for the elegant aluminum casing with its characteristic petal-like design. Finally, for the parking lot of the Fontanarossa Airport in Catania, a city on the island of Sicily, City Design produced a photovoltaic illumination system consisting of a source of LED lighting supplied by an accumulator that operates after darkness. It is charged during the daytime by means of a photovoltaic panel that transforms solar energy into electric energy. These street lamps are covered by world patents submitted by the manufacturing company; they can collect and use the light emitted by the LEDs with no dispersion. Lighting that is free of charge – an unthinkable solution until now when it has finally become a reality. www.citydesign.it
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DDW srl | Via Lucano, 3 | 20135 Milano | Italy Tel. +39 02 5516109 Fax +39 02 5456803 e-mail: info@designdiffusion.com internet: www.designdiffusion.com web tv: www.designdiffusion.tv
Design Diffusion World
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DESIGN
L’installazione multimediale ‘Salt Worldwide’, realizzata al Museo Tedesco del Sale a Lüneburg nel 2010 racconta la storia del sale nel mondo (© ART+COM). The multimedia installation ‘Salt Worldwide’, organized at the German Salt Museum in Lüneburg in 2010 tells the story of salt around the world (© ART+COM).
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ART+COM
txt: Daniela Zenone
Così come suggerisce il suo nome, i creatori di ART+COM hanno voluto fondere nella loro opera l’indagine di diversi ambiti, l’arte e la tecnologia, rendendoli protagonisti dei loro progetti, superando frontiere e scoprendo nuovi orizzonti. I loro lavori, in particolare le applicazioni interattive per schermo e le installazioni digitali, sono stati anticipatori di complessi processi tecnologici, riscuotendo un notevole successo internazionale. Una storia, anzi no un’avventura, della quale tratteggiamo qui le tappe più significative La nascita e l’evoluzione di ART+COM, studio di design specializzato in nuovi media, son legate indissolubilmente allo sviluppo del computer e delle sue potenzialità. All’inizio c’era il PC. L’entrata in scena dell’elaboratore di dati nella storia dell’umanità ha segnato le sorti di ART+COM, che da vent’anni studia e impiega le risorse del computer per realizzare progetti di design digitale avveniristici che, per la loro qualità pionieristica, preannunciano trend e scenari futuri dove la tecnologia influenza il lifestyle, l’arte e il design. Era il 1988 quando a Berlino un gruppo ibrido di artisti, ricercatori, designer – che gravitavano intorno all’Accademia delle Arti – e informatici appartenenti alla sezione berlinese dell’organizzazione di hacker ChaosComputerClub (www.ccc.de ) hanno fondato ART+COM. L’organizzazione nata dapprima come associazione culturale, si è sviluppata poi negli anni in una società a responsabilità limitata per poi diventare una stabile e fiorente società per azioni. Valido fin dagli inizi, ieri così come oggi, è il principio di interdisciplinarità coniugato all’intento di esplorare le potenzialità del computer come medium di comunicazione (di massa). Il loro percorso, colmo di successi, premi e riconoscimenti, ebbe una prima fase (dal 1988 al 1995) da considerarsi di sperimentazione durante la quale sono stati realizzati progetti senza committente. Di questi primi anni c’è da menzionare il lavoro ‘Zerseher’ (De-Osservatore) del 1992. Si tratta apparentemente di un dipinto a olio raffigurante il quadro ‘Ritratto di bambino con disegno’ di Gian Francesco Caroto appeso su una parete bianca. Il quadro però nasconde una telecamera regolata da un software programmato per seguire i movimenti dell’iride dell’osservatore sul dipinto ai quali corrispondono una decomposizione della raffigurazione stessa. Questo lavoro rappresenta un esempio di arte digitale interattiva, che in quegli anni era ancora agli albori. Alla fine degli anni Ottanta, infatti, alcuni artisti usavano sì il computer per creare arte, ma come strumento al posto del pennello e non concependo i loro lavori come digital media art. Il dipinto di Caroto scelto per l’installazione, che mostra il primo disegno di bambino documentato nella storia dell’arte, è usato qui come metafora per l’allora stadio iniziale dell’arte dei nuovi media. Nel 1994 ART+COM realizza ‘Terravision’, una riproduzione virtuale del nostro pianeta basato su immagini satellitari, riprese aeree, dati del territorio e informazioni architettoniche. Grazie al sistema Terravision, progetto da considerare come il precursore di Google Earth, il fruitore muovendo un mouse posto di fronte a un grande schermo, può navigare nella dimensione temporale e spaziale su tutta la superficie terrestre con la possibilità di interagire con lo schermo per avere informazioni sui campi d’interesse selezionati. Il 1996 inaugura la seconda fase nella genesi di ART+COM che durerà fino intorno al 2002. Questo lasso di tempo è contraddistinto da lavori che escono dallo schermo e si materializzano nello spazio. Un lavoro caratterizzante di questi anni è il palcoscenico interattivo per l’opera ‘L’Ebreo di Malta’, commissionato dalla Biennale d’Opera di Monaco di Baviera nel 1999 e presentato nel 2002. Questo progetto ha avuto il merito di modificare la percezione dello spazio teatrale che
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si impone al pubblico come elemento attivo della scena: non solo scenografia, ma agente che trasforma il suo apparire superando la staticità classica delle quinte dei teatri. La proiezione dello spazio rappresentante un bunker fa da sfondo alle azioni del protagonista, il Machiavelli, che modifica la resa prospettiva e la spazialità del bunker tramite i suoi movimenti. Un altro elemento innovativo è stato la visualizzazione degli stati d’animo dei singoli ruoli attraverso la proiezioni di diversi tessuti sui protagonisti grazie a un complesso programma di software di ricognizione delle sagome degli attori e di conseguente proiezione di tessuti virtuali dai differenti colori e fantasie. Con questo progetto ART+COM è riuscito non solo ad ampliare tramite la tecnologia digitale la forza espressiva dei protagonisti usando il loro corpo come tela di proiezione e rendere visiva la complessità emotiva e psicologica del loro ruolo, ma anche di estendere lo spazio teatrale reale a quello virtuale, aggiungendo dinamicità e drammaticità all’interpretazione contemporanea del libretto. Nella seguente fase di ART+COM, dal 2005 a oggi, al centro dei loro lavori si profila il trend di combinare la fisicità con il virtuale, la materia con il digitale. La tecnologia display come schermi e proiezioni lascia il posto a installazioni cinetiche e meccatroniche, dove l’elettronica si applica alla meccanica. Nella mostra del 2005 ‘Das Neue Österreich’ (La nuova Austria) in onore del 50esimo anno dell’indipendenza del Paese, ART+COM ha ricevuto il compito di curare il progetto multimediale complementare ai documenti, artefatti e opere d’arte della storia austriaca esposti nel castello di Belvedere a Vienna. ART+COM ha escogitato una soluzione brillante: una bandiera nazionale rosso-bianca lunga 250 metri che percorre e collega tutte le sale espositive e sulla quale sono state preparate per il visitatore 17 installazioni mediali che narrano la storia e le storie della nazione. Il risultato è un interessante mix di capitoli e di vicende presentate in modo interattivo per un approccio contemporaneo nell’approfondimento della storia, dove il visitatore si cala in diversi ruoli come quello dell’esploratore, dell’ascoltatore, dell’osservatore, rendendo più viva e varia il processo di apprendimento. ART+COM ha effettuato progetti anche nello spazio urbano, come per esempio in un quartiere di Tokyo, più precisamente in una zona di transito dall’uscita della metropolitana a un nuovo complesso abitativo. Il progetto ‘Duality’ (2006), con lo scopo di ottenere una più alta identificazione del cittadino con la sua area abitativa, ha usato la luce per creare uno spazio virtuale tramite pannelli di luce LED appostati sul percorso dalla stazione alle case. In questo spazio sono state ricreate delle onde che costituivano una sorta di prolungamento del laghetto che costeggiava il percorso. Cellule integrate nei pannelli di vetro con luci LED registravano i movimenti dei passanti così da far scaturire a ogni passo delle onde artificiali che si andavano a infrangere nel laghetto. Attraverso questo feed back dell’onda il passante si scopre soggetto agente nel contesto urbano, fattore che aumenta il tasso di identificazione con l’ambiente. Sempre con lo stesso principio dei pannelli di vetro satinato che ricoprono luci LED di colore bianco, è stata rivestita l’architettura interna (700 mq di superficie) degli spazi espositivi del museo dedicato al marchio automobilistico BMW. Il lavoro del 2008 intitolato ‘Spheres’ consiste in facciate mediali-architettoniche che riproducono tramite pittoriche animazioni di svariate sequenze di immagini e di grafiche astratto-figurative l’idea di movimento: la perfetta cornice per le automobili in esposizione al museo, dove il visitatore si sente coinvolto e partecipe di un dinamico spettacolo di trasformazione spaziale. Poesia, luce e dinamismo trovano una diversa interpretazione nell’installazione ‘Mobility’ (2008), presentata nel 2010 all’Expo di Shanghai. Il progetto vedeva coinvolte centinaia di protesi di mani dipinte di bianco che
tenevano uno specchietto. Le mani applicate a una parete di 4 mq e attivate da motori, muovendosi in verticale sulla propria asse, facevano riflettere la luce proiettata sugli specchi sulla parete di fronte dando così forma a un gioco di luci in movimento, una coreografia luminosa che riproduce ciclicamente nuove forme. Il principio della luce riflessa dagli specchi è stata poi portata a maturazione nel lavoro ‘Anamorphic MIrror’ (2011) per la Deutsche Bank, progetto che nel giugno del 2012 è stato premiato dalla giuria della sezione di design del rinomato festival Lions International Festival of Creativity di Cannes con il Leone d’Oro e il Leone d’Argento, spiccando tra i 2200 progetti inoltrati da tutto il mondo. Lo specchio anamorfico, creato appositamente per la sala conferenze della centrale della Deutsche Bank a Francoforte, si basa per l’appunto sul principio di anamorfismo, ovvero l’effetto d’illusione ottica per cui un’immagine viene proiettata in modo distorto, rendendo il soggetto originale riconoscibile solamente guardando l’immagine da una posizione precisa. Lo specchio consiste in vetro cristallino e luce blu che viene proiettata sulla parete di fronte. Lo specchio è posizionato all’entrata della sala conferenze ed è raggiungibile tramite una scala. Nel salire le scale il visitatore vede solamente un dinamico sfavillio scordinato di luci, cambiando continuamente l’immagine riflessa, ma nel momento in cui si trova davanti allo specchio si concretizza l’inconfondibile logo della Deutsche Bank, disegnato Anton
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Just as its name suggests, the creators of ART+COM wanted to merge several disciplines into their work – art and computer technology – transforming them into the protagonists of their projects, breaking down barriers and exploring new horizons. Their creations, and particularly the interactive applications for the screen and the digital installation, are anticipations of the complex technological processes, and are enjoying considerable international success. The most important milestones of this story, or more appropriately, this adventure are outlined here The foundation and evolution of ART+COM, a design studio specialized in new media, were phases that were inextricably entwined with the development of the computer and the expansion of its possibilities. In the beginning, there was the PC. The appearance of the data processor made its mark on the history of humanity and decided the fate of ART+COM. For twenty years, the studio has been examining and exploiting the resources of the computer to produce digital futuristic designs; thanks to their pioneering quality, they announce trends and scenarios for the future, developments where technology influences lifestyle, art and design. In Berlin back in 1988, a hybrid group of artists, researchers and designers – that gravitated around the Academy of Art – and computer specialists belonging to the Berlin section of the ChaosComputerClub (www.ccc.de ), an organization of hackers, joined forces to create ART+COM. The organization was originally a cultural association; it developed over the years into a limited company to eventually mature into a stable and successful joint-stock corporation. Its interdisciplinary principles are still valid
Il visitatore dell’installazione ‘Salt Worldwide’ può scoprire virtualmente 34 saline sparse in tutto il mondo. Museo Tedesco del Sale, Lüneburg, 2010 (© ART+COM). At the installation ‘Salt Worldwide’, visitors can take a virtual trip to 34 salt fields around the world. German Salt Museum, Lüneburg, 2010 (© ART+COM).
In alto, scenografia per l’opera ‘L’Ebreo di Malta’, Biennale di Monaco, 2002 (© Regine Körner). Sotto, ‘Duality’, Tokyo, 2006 (© ART+COM). Top, scenography for the work ‘The Jew of Malta’ at the Biennial exhibition in Munich, 2002 (© Regine Körner). Below, ‘Duality’, Tokyo, 2006 (© ART+COM).
today, and are integrated with the exploration of the computer’s potential as a mass communication medium. The designs have enjoyed great success and have won numerous prizes and awards along the way. There was an initial experimental phase (between 1988 and 1995) during which time, projects were designed without an end client in mind. For that initial period, the work in 1992 by
‘Zerseher’ (De-Observer) deserves a mention. To all intents and purposes, it appears to be an oil painting depicting ‘Portrait of a child with a drawing’ by Gian Francesco Caroto, hanging on a white wall. However, there is a television camera lens hidden in the painting; this is regulated by a software package programmed to follow the movements of the observer’s iris as he examines the painting. These movements correspond to a decomposition of the figure itself. It is an excellent example of interactive digital art, a discipline that was embryonic at that time. At the end of the Eighties, some artists were using the computer to create art, using the instrument instead of the brush yet not considering their creations as digital media art. The painting by Caroto selected for the installation, showing the first drawing of a child documented in the history of art, was chosen as a metaphor for the infancy of the new digital media art.
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Installazione ‘Spheres’ al BMW Museum di Monaco, 2008, dove dinamismo e velocità sono espressi virtualmente tramite il mix di media e architettura (© BMW AG | ART+COM).
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The installation ‘Spheres’ at the BMW Museum in Munich, 2008, where dynamic movement and speed are expressed through a virtual mixture of media and architecture (© BMW AG | ART+COM).
‘Mobility’, presentata alla World Expo Shanghai, 2010 (© ART+COM). Un’installazione poetica con 100 protesi di mani con specchi riflettenti immagini sulla parete di fronte parte di ‘Mobility’, World Expo Shanghai, 2010 (© ART+COM).
Stankowski, pioniere tedesco del graphic design, visibile quindi solamente da una precisa angolazione frontale da dove il visitatore contemporaneamente vede la sua immagine riflessa nello specchio. Tra i lavori più attuali realizzati nel 2012 da ART+COM spicca la lampada denominata ‘Manta Rhei’ a luci OLED, realizzata in collaborazione con la ditta produttrice di lampade Selux. Sottili cavi in acciaio pendenti dal soffitto sostengono 14 strisce di metallo lunghe 1,20 metri. Su ogni lista di metallo, il cui movimento è azionato e controllato da motore, si trovano 10 dispositivi OLED ultrapiatti dalle quali scaturiscono animazioni di luci che corrispondono ai movimenti della lampada. La lampada può essere regolata secondo diverse coreografie cinetiche e costituisce un progetto pioniere nell’ambito dell’illuminazione cinetica. Sarebbe impossibile raccontare e descrivere i lavori di ART+COM in un solo articolo… Per fortuna che c’è un libro a farlo. Edito dalla casa editrice Gestalten (www.gestalten.com ) e curato nella grafica da Mario Lombardo, la monografia ‘ART+COM – Media, Spaces and Installations’ racconta in 250 pagine i progetti di questo poliedrico e inarrestabile studio di design che ha fatto della citazione pronunciata dal famoso informatico americano Alan Kay nel 1971 “The best way to predict the future is to invent it” il suo motto. www.artcom.de
‘Mobility’, presented at the World Expo Shanghai, 2010 (© ART+COM). The poetic installation has been created with 100 prosthetic hands holding mirrors that reflect images onto the opposite wall of ‘Mobility’, World Expo Shanghai, 2010 (© ART+COM).
In 1994 ART+COM produced ‘Terravision’, a virtual reproduction of our planet based on satellite images, aerial shots, territorial information and architectonic information. Thanks to the Terravision system, considered to be the precursor of Google Earth, when a mouse positioned in front of a large screen is moved, the user can navigate in a dimension of time and space across the globe with the possibility of interacting with the screen to obtain information on specific areas of interest. The year 1996 saw the start of the second phase of ART+COM and this lasted until 2002. This stage was marked by works that ‘exited’ from the screen and materialized in space. One project that epitomizes this period was the interactive stage for the opera ‘The Jew of Malta’, commissioned by the Biennial of Opera, Munich Bavaria in 1999 and presented in 2002. This project modified the perception of the theater that is presented to the public as an active element of the stage play: it was not just a question of scenography, but the agent that transforms its appearance by overcoming the classical static dimension of the theater stages. The projection of the space was a bunker that formed the backdrop for the actions of the protagonist – Machiavelli. It modifies the prospects and the spatial dimension of the bunker through his movements. Another innovative element was the indication of the moods portrayed through the individual roles by projecting different fabrics onto the protagonists. This was possible thanks to a complex software program that recognized the silhouette of the actors and projected virtual fabrics in different colors and patterns. Through this project ART+COM was able to enhance the expressive power of the protagonists using digital technology and exploit their bodies as the projection screen. In this way, the architects displayed the emotional and psychological complexity of their role; however, it also extends real theatrical
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performances into the virtual dimension, adding energy and drama to the contemporary interpretation of the play. In the subsequent phase of ART+COM’s history, from 2005 to the present day, its work focused on the combination of the physical dimension with the virtual reality, matter with digital. The technological display, such as the screens and projections, is replaced by kinetic and mechatronic installations, where electronics are applied to the mechanics. In the exhibition held in 2005 ‘Das Neue Österreich’ (New Austria) to mark the 50th anniversary of the country’s independence, ART+COM was commissioned with the multimedia project to complement the documents, artefacts and works of art belonging to Austria’s history, on display in The Belvedere Castle of Vienna. ART+COM devised an absolutely brilliant solution: the country’s red and white flag, 250 meters long, that runs through and connects all of the exhibition halls. The architects prepared 17 media installations along its length for the visitors; these narrate the story and the history of the country. The result was an interesting mixture of chapters and events presented in an interactive format with a contemporary approach to providing information on the history; the visitor assumes several roles – explorer, listener, observer – and is part of a more active and varied learning process. ART+COM has also designed projects for urban environments: one example can be seen in a district of Tokyo, more precisely, in a transit area at the exit of the subway station in a new residential quarter. The project ‘Duality’ (2006) aimed to create a greater sense of belonging between the residents and their surroundings.
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714 sfere in metallo si muovono grazie alla sinergia di meccanica, elettronica e code per una narrazione di 7 minuti: è la ‘Scultura cinetica’, BMW Museum Monaco, 2008 (© BMW AG | ART+COM).
714 metal spheres move thanks to the synergetic action of mechanics, electronics and tails in a 7-minute narrative: it is called the ‘Kinetic sculpture’, BMW Museum Munich, 2008 (© BMW AG | ART+COM).
‘River is...,’ presentata all’Expo in Sud Corea, Yeong San River Pavillon Gwang Ju, 2012, è un’installazione basata sul principio della rifrazione della luce sulla superficie dell’acqua (© ART+COM).
‘River is...,’ presented at the Expo in South Korea, Yeong San River Pavillon Gwang Ju, 2012, is an installation based on the principles of light refracting on the surface of water (© ART+COM).
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They used light to create a virtual space through panels of LEDs positioned along the route that leads from the station to the homes. Artificial waves were created that formed a sort of extension of the lake that lies close by. The movements were recorded by sensors integrated in the glass panels and relayed to the LED lights to produce the wavelike movements. Through this wave feed back the passerby identifies his role in the urban scenario, a factor that increases his sense of belonging to the surroundings. The same principle of brushed glass panels covering the white LEDs was exploited in the interiors (700 sq.m. surface area) of the museum exhibition space dedicated to BMW. The project (2008) is called ‘Spheres’ consisted of media-architectonic facades; through pictorial animations of a variety of images and abstract-figurative drawings, it reproduced the idea of movement: it was the perfect backdrop for the cars on display at the museum, where the visitor was drawn-in to take part in a dynamic spectacle of spatial transformation. Poetry, light and energy are interpreted differently in the installation ‘Mobility’ (2008), presented in 2010 at Expo of Shanghai. The project was based on a collection of hundreds of white prosthetic hands, each holding a mirror. The hands were fitted to a wall (4 sq.m.) and were activated by motors. They are moved vertically and the mirrors reflect light onto the opposite wall forming a moving lighting effect, a luminous choreography
that cyclically produces new shapes. Subsequently, the principle of mirror-reflected light reached maturity in the project ‘Anamorphic MIrror’ (2011) for Deutsche Bank; in June 2012, this project was awarded the prize for the design section at the prestigious Lions International Festival of Creativity in Cannes. It won the Leone d’Oro and the Leone d’Argento, and was chosen from 2200 projects submitted from around the world. The anamorphic mirror was specially created for conference halls of the Deutsche Bank headquarters in Frankfurt; as its name would suggest, it is based on the principles of anamorphism, or more correctly, the effects of the optical illusion through which the image projected is distorted, and the original subject is only recognizable when observed from a specific position. The mirror is crystal glass and blue light is projected onto the front surface. The mirror is positioned at the entrance to the conference hall, accessible by a stairway. As visitors move up the stairs, all they see is dynamic shimmering light, with constant changes in the appearance of the reflected image. However, as soon as the person stands in front of the mirror, he will be able to decipher the unmistakeable
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logo of the Deutsche Bank, designed by Anton Stankowski, a German pioneer of graphic design; it is visible only from a precise spot where the visitor will also observe his own reflection. One of the most recent projects by ART+COM (2012) deserves a mention; it is the lamp called ‘Manta Rhei’ fitted with OLED lamps; it was produced in collaboration with the manufacturing company of the Selux lamps. Thin steel cables suspended from the ceiling support 14 strips of metal 1.20 meters long. Each strip of metal is fitted with 10 ultraslim OLED devices that are activated by a motor. The lighting effects created correspond to the movements of the lamp. The system can be set with a number of choreographed programs – a ground-breaking development in kinetic illumination. A single article would not be sufficient to list and describe all of the incredible projects produced by ART+COM… Luckily, a book has been published that will do just that. Produced by Gestalten (www.gestalten.com ) with graphic designs by Mario Lombardo, the monographic volume ‘ART+COM – Media, Spaces and Installations’ contains 250 pages that describe the projects of this polyhedral and unstoppable design studio. Its philosophy is reflected in a quotation from the famous American computer specialist Alan Kay in 1971 “The best way to predict the future is to invent it”. www.artcom.de ‘Manta Rhei’, progetto con OLED in collaborazione con SELUX, 2012 (© ART+COM). Nella pagina accanto, ‘Pioggia cinetica’, all’aeroporto Changi di Singapore, 2012 (© ART+COM | Changi Airport Group Singapore).
‘Manta Rhei’ was designed with OLED lights in collaboration with SELUX, 2012 (© ART+COM). On the opposite page, ‘Kinetic rain’, at the Changi airport in Singapore, 2012 (© ART+COM | Changi Airport Group Singapore).
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