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NEWSARTE/ART

ALESSANDRO ROMA: IL SOLE MI COSTRINSE AD ABBANDONARE IL GIARDINO Il giardino, magico archetipo di mitologie antiche e recenti, feconda palestra d’ispirazione e di seduzione, nel suo addomesticato intreccio di natura e artificio, di luci e ombre, di emozioni e colori, è da sempre quel ‘locus amoenus’, reale o ideale, adorato dagli artisti per la ricchezza dei motivi e delle suggestioni che esso è in grado di offrire. Alla sua esplorazione in chiave estetica e transdisciplinare è dedicata la mostra “Il sole mi costrinse ad abbandonare il giardino”, in cui il tema del paesaggio e del giardino viene affrontato e sviluppato dal giovane artista milanese Alessandro Roma, reduce dalla sua prima personale al Mart di Trento, in una sorta di percorso onirico in cui completezza e frammento dello spazio indagato - fisico? virtuale? poco importa - si fondono in una rapsodia di intermittenze e variazioni sul tema che fanno trasmigrare la narrazione da un medium all’altro. La mostra - la prima interamente dedicata a un artista italiano dalla Brand New Gallery di Milano - si articola infatti in un suggestivo avvicendarsi di grandi pitture, sospese fra figurazione e astrazione, plastici vasi-scultura in terracotta e vividi collages, componendo una visione simultanea che del giardino ci restituisce, potenziate, la fascinazione ancestrale, la reminiscenza colta e la sensuale energia. (F.M.)

ALESSANDRO ROMA: THE SUN FORCED ME TO LEAVE THE GARDEN The garden is a magical location that spins old and new myths; its is a fertile terrain for inspiration and seduction, with its domesticated weave of the natural and the manmade, light and shadows, emotions and colors, and has always been the ‘locus amoenus’, real or ideal, adored by the artists for the richness of the motifs and the suggestions they can offer. The esthetic and transdisciplinary exploration is the core of the exhibition “Il sole mi costrinse ad abbandonare il giardino” (The sun forced me to leave the garden). The issue of the landscape and the garden is examined and developed by the young Milanese artist Alessandro Roma. 10 His first personal exhibition terminated recently at Mart in Trento. It was a sort of oneiric pathway through which the completeness and the fragments of the space examined – physical? virtual? it doesn’t matter – are arranged in a rhapsody of intermittence and variations of a theme that transports narration from one expressive medium to another. The exhibition is the first one that has been

wholly dedicated to an Italian artist of Milan’s Brand New Gallery; it has been arranged as a suggestive event of great painting, suspended between figurative and abstract, plastic vase-sculptures in terracotta and bright collages, creating a simultaneous vision. Viewed from the garden, it potentiates and restores ancestral fascination, elegant reminiscence and sensual energy. (F.M.) Milano, Brand New Gallery, via Farini 32. Fino al 24 maggio/Until May 24th.

CLAES OLDENBURG: THE SIXTIES Eccentrico cultore di iperboli e paradossi, esemplare illustratore del variopinto immaginario che anima e pervade il mondo delle merci nell’era del consumismo di massa, Claes Oldenburg, svedese di nascita ma americano d’adozione, è forse uno degli artisti pop più prolifici e longevi tra quelli affermatisi agli albori del movimento, nella leggendaria New York dei tardi anni Cinquanta e dei primi anni Sessanta del secolo scorso. Al centro del suo lavoro è sempre stato il vasto repertorio di oggetti, utili e futili, che affollano la nostra distratta quotidianità sotto forma di prodotti di consumo e perciò resi ancor più desiderabili in quanto espressioni economiche, culturali e simboliche di una civiltà che già allora cominciava a manifestare i primi segni di inquietudine. Nessun altro artista ha saputo enfatizzare, con la sua stessa implicita ironia, le collisioni e i cortocircuiti tra opera d’arte e prodotto industriale, tra museo e grande magazzino. “Alla pittura che ha sonnecchiato così a lungo nelle sue cripte dorate, nelle sue bare di vetro - ha scritto Oldenburg -, si chiede ora di farsi una nuotata, le si offre una sigaretta, una bottiglia di birra, e, arruffandole i capelli, le si dà uno scossone, le si insegna a ridere, la si veste con gli abiti più disparati, la si invita a fare un giro in motocicletta, volando per le strade a 100 miglia all’ora”. A Claes Oldenburg, ai suoi anni Sessanta, alle sue sculture, ai suoi dipinti, alle sue installazioni, ai suoi disegni e progetti, ai suoi appunti inediti, ai suoi ricordi di allora, immortalati in foto e film d’archivio, è dedicata una delle più importanti mostre mai allestite finora intorno al suo lavoro: ‘Claes Oldenburg: The Sixties’, realizzata a cura di Achim Hochdörfer al MuMoK di Vienna. (F.M.)

Eccentric creator of hyperboles and paradox, an exemplary illustrator of the multi-faceted imagination that animates and infiltrates the merchandise in the era of mass consumerism, Claes Oldenburg, born in Sweden but American by adoption, is possibly one of the most prolific and long-life pop artists who appeared at the dawn of the movement. He was there, in legendary New York in the late 50s and early 60s of the last century. At the heart of his work, a wide range of useful and futile articles that crowd our distracted everyday lives; they are commonly known as consumer goods and are highly desirable because they are the economic, cultural and symbolic expression of a civilization that was already communicating and manifesting initial signs of restlessness. No other artist has been able to use implicit irony to emphasize the collisions and short circuits between the works of art and the industrial product, between the museum and the department store. Oldenburg wrote ‘Painting that has been sleeping in its gilded caskets, in its glass cabinets, and is now asked


Vienna, MuMoK, Museumsplatz 1. Fino al 28 maggio/Until May 28th.

È approdata in Italia la grande mostra dedicata al fenomeno creativo e trasversale del Postmodernismo con la quale si rinnova la collaborazione tra il Victoria & Albert Museum di Londra e il Mart di Rovereto, avviata con l’esposizione ‘Cold War’, dedicata all’arte, all’architettura e al design dal dopoguerra agli anni Sessanta. ‘Postmodernismo. Stile e Sovversione 1970 – 1990’ racconta l’esuberante ribellione da parte di architetti e designer, artisti e cineasti, musicisti e creatori di moda, stanchi di dover soggiacere all’ortodossia egemone del Modernismo, accusato di discriminare tra cultura ‘alta’ e ‘bassa’ e di propagandare canoni di bellezza e funzionalità estranei alla pulsante e variopinta diversità del mondo e dei suoi linguaggi. La mostra, che raccoglie oltre 200 oggetti ed è curata da Glenn Adamson e Jane Pavitt, è suddivisa in tre aree cronologiche: la prima, dedicata al dibattito architettonico sviluppatosi negli anni Settanta e culminante nella ‘Via Novissima’, presentata da Paolo Portoghesi alla Biennale di Venezia del 1980; la seconda, in cui viene documentata la proliferazione del fenomeno verificatasi negli anni Ottanta in altri ambiti creativi come il design, le arti visive, la musica e la moda; la terza e conclusiva, centrata sulla progressiva normalizzazione del movimento, la cui vivacità espressiva viene riconvertita ad uso commerciale. Tra i protagonisti di questa rivoluzione (mancata?): Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Philip Johnson, Aldo Rossi, Michele De Lucchi e Frank Gehry, certo, ma anche i grafici Peter Saville e Neville Brody, gli artisti Cindy Sherman, Jenny Holzer, Jeff Koons, performers come Klaus Nomi e Leigh Bovery, musicisti come David Byrne, Laurie Anderson o i Kraftwek, stilisti come Vivienne Westwood, coreografi come Mi-

chael Clark, cineasti come Derek Jarman. L’ultima avanguardia del Novecento ha rappresentato, per molti versi, un compendio delle avanguardie storiche nate all’inizio del secolo, e forse, proprio per questo, la sua spinta propulsiva si è esaurita in un arco di tempo relativamente breve, ma ha avuto, nondimeno, il merito di scardinare le certezze della modernità. (F.M.)

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POSTMODERNISMO. STILE E SOVVERSIONE 1970-1990

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to take a swim, have a cigarette, a bottle of beer, ruffle its hair, be given a wake-up call, be taught to laugh, to wear crazy garments, to go for a ride on a bicycle, to fly down the road at 100 mph”. This is one of the most important exhibitions dedicated to his work “Claes Oldenburg: The Sixties”, organized by Achim Hochdörfer at MuMoK in Vienna. The event examines the Sixties through his eyes, his sculptures, his paintings, his installations, his drawings and projects, his unpublished notes, his memories immortalized in photos and old film clips (F.M.)

POSTMODERNISM. STYLE AND SUBVERSION 1970-1990 The important exhibition dedicated to the famous transversal phenomenon of Postmodernism has reached Milan, Italy. It also revives the collaboration between the Victoria & Albert Museum of London and MART in Rovereto. The partnership began with the exhibition called ‘Cold War’, dedicated to art, architecture and design from the years after WWII to the Sixties. ‘Postmodernism. Style and Subversion 1970 – 1990’ tells the story of the exuberant rebellion by architects and designers, artists

and film-producers, musicians and fashion designers, tired of following the orthodox diktat of Modernism, that was accused of discriminating between ‘high’ and ‘low’ culture and of propagating the rules of beauty and functions that were foreign to the throbbing and multi-colored diversity of the world and its languages. The exhibition has grouped together more than 200 items and was organized by Glenn Adamson and Jane Pavitt. It is subdivided into three chronological areas: the first is dedicated to the architectonic debate that developed in the Seventies and culminated in the ‘Via Novissima’, presented by Paolo Portoghesi at the Venice Biennial in 1980. The second documents the proliferation of the phenomenon in the Eighties to other creative sectors, such as design, visual arts, music and fashion; the third and final section focuses on the progressive normalization of the movement, with its expressive energy converted into commercial vivacity. Among the protagonists of this (absent?) revolution: Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Philip Johnson, Aldo Rossi, Michele De Lucchi and Frank Gehry; and also the graphic designers Peter Saville and Neville Brody, the artists Cindy Sherman, Jenny Holzer, Jeff Koons, performer Klaus Nomi and Leigh Bovery, musicians such as David Byrne, Laurie Anderson and Kraftwek, fashion designers such as Vivienne Westwood, choreographers such as Michael Clark, film producers such as Derek Jarman. In many ways, the last period of 20th-century avantgarde was a compendium of the past with references from the beginning to the end of the century. And possibly for that reason, its drive dwindled in a relatively short space of time. However, it can be credited with eliminating the certainties of modernity. (F.M.) Rovereto (TN), MartRovereto, corso Bettini 43. Fino al 3 giugno/Until June 3rd 2012.

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NEWSMOSTRE/EXHIBITION

HANDS-ON URBANISM 1850-2012 Piccoli interventi e progetti che in realtà mettono in moto cambiamenti significativi. Questo quanto emerge nella mostra primaverile ‘Hands-On Urbanism 18502012. The Right to Green’ presso l’Architekturzentrum di Vienna: uno studio e una riflessione su come l’uomo si appropri del territorio all’interno dello spazio urbano. Dal periodo della modernizzazione le sfide e i cambiamenti affrontati nelle città e nei paesi sono stati davvero numerosi. Gli abitanti delle città, nei momenti di crisi, hanno trovato soluzioni di sviluppo urbano ‘dal basso verso l’alto’. Coltivazioni, orti, giardini auto-costruiti e auto-gestiti, tutto un mondo che si sviluppa grazie a coloro che si occupano dei terreni e dei giardini. Il curatore, Elke Krasny, dopo anni di ricerca in tutto il mondo, presenta in questa mostra casi-studio storici e contemporanei a Chicago, Leipzig, Vienna, Bremen, New York, Paris, Hong Kong, Istanbul, Porto Alegre, Havana e Quito. ‘Hands-On Urbanism’ illustra una storia urbana alternativa che pone domande e quesiti urgenti ad architetti e pianificatori sulla responsabilità del disegno e della crescita di una città. Come si comportano gli architetti di fronte a questo processo? Come reagiscono le autorità a questi sviluppi? Occorrono attenzione, nuove misure strutturali e nuove leggi urbanistiche che siano in grado di regolamentare lo sviluppo delle nostre città. (P.M.)

Small makeovers and projects can actually create important changes. This is what emerged from the Springtime exhibition ‘Hands-On Urbanism 18502012. The Right to Green’ hosted in the Architekturzentrum in Vienna: a study and reflection on how man conquers his territory in the cities. Since modernization appeared, people have faced countless challenges and changes in the cities and the countryside. In moments of crisis, city-dwellers have identified an urban development solution from down upwards. Parks, allotments and gardens that are self-built and self-managed – an entire world that expands thanks to the people who manage parks and gardens. Following years of research in every corner of the world, the exhibition curator, Elke Krasny, presents historical and contemporary home-studios in Chicago, Leipzig, Vienna, Bremen, New 12 York, Paris, Hong Kong, Istanbul, Porto Alegre, Havana and Quito. ‘Hands-On Urbanism’ illustrates an alternative history of living space. Urgent questions are being asked about the responsibility of architects and city-planners in the design and expansion of a city. How are the architects reacting to this process? What is the authorities’ attitude to these developments? They need to

pay attention, to apply new structural measurements and new urban-planning laws that can regulate the development of our cities. (P.M.) Architekturzentrum Wien - Old hall. Fino al 25 giugno 2012/Until June 25th 2012 In alto/Top: Schrebergarten (allotment garden) in Leipzig © Archiv Deutsches Kleingärtnermuseum in Leipzig e.V., Deutschland; a destra/right Settlement Rosenhügel in Vienna © Archiv der :ah!

Siedlung Rosenhügel. A sinistra/Left: Sarigöl, a Gecekondu in Istanbul © Ingrid Sabatier & Stephan Schwarz. Sotto/Below: Ma Shi Po Village, New Territories in Hong Kong © Shu-Mei Huang



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NEWSMOSTRE/EXHIBITION

MERANO ARTE Sarà aperta fino al 6 maggio 2012 presso Merano Arte, uno spazio per l’arte contemporanea situato nel centro di Merano, la mostra ‘Architetture recenti in Alto Adige 2006-2012’, curata da Flavio Albanese. Organizzata in collaborazione con la Fondazione Architettura Alto Adige e il Südtiroler Künstlerbund (Unione Artisti Altoatesini), la rassegna presenta 36 opere realizzate negli ultimi sei anni dalla più recente architettura altoatesina e ne cataloga altre 47, comprendendo così quasi tutti i tipi di intervento edilizio. I progetti sono stati selezionati da una giuria internazionale, composta da Flavio Albanese, architetto e direttore di Domus dal 2007 al 2010, Wolfgang Bachmann, Bettina Schlorhaufen, Annette Spiro e Vasa Perovic. Chiudendo idealmente il discorso iniziato con la precedente edizione del 2006 che copriva un arco cronologico tra il 2000 e il 2006, il percorso espositivo si snoda seguendo tre distinti argomenti: la Valorizzazione del contemporaneo, la Definizione di un nuovo ‘codice paesaggistico’ e i Progetti particolarmente innovativi e sperimentali e ‘opere prime’. ‘Architetture recenti in Alto Adige 2006 - 2012’ è concepita come un evento itinerante digitale per consentire a tutti gli interessati e alle istituzioni nazionali ed estere di adattarla alle locali esigenze di spazio. Concepita come una poetica narrazione per immagini, la mostra curata da Flavio Albanese gode del contributo di Onlab, lo studio grafico berlinese specializzato in comunicazione del territorio, ed è supportata dai commenti visivi del videomaker Giuseppe Tedeschi. (M.P.)

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The exhibition ‘New Architecture in South Tyrol 2006-2012’, curated by Flavio Albanese, will be on at Merano Arte, a contemporary art gallery located in Merano’s centre, until May 6, 2012. Organized in collaboration with Architekturstiftung Südtirol and Südtiroler Künstlerbund, it features 36 South Tyrolean architectural projects carried out over the last six years; 47 more works have been catalogued, thereby including almost all building types. The projects have been selected by an international jury, composed of Flavio Albanese (architect and editor of Domus from 2007 to 2010), Wolfgang Bachmann, Bettina Schlorhaufen, Annette Spiro and Vasa Perovic. Ideally completing the course started with the previous edition (2006), which covered the period between 2000 and 2006, the exhibition path deals with three different themes: enhancing contemporary architecture, defining a new concept of landscape, and particularly innovative and experimental projects and first works. The exhibition ‘New Ar-

chitecture in South Tyrol 2006 – 2012’ has been conceived as a digital touring event, to allow all those interested as well as national and foreign institutions to adjust it to satisfy local space requirements. Approached as a poetic narration through images, the exhibition curated by Flavio Albanese in collaboration with the Berlin-based graphic design studio, Onlab, which specializes in territorial communication, is supported by the visual comments of the videomaker, Giuseppe Tedeschi. (M.P.) Merano Arte, Portici 163, Merano. Fino al 6 maggio 2012/Until May 6th 2012



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NEWSLIBRI/BOOKS

INTRODUZIONE AL MODERNO Si comincia con Piranesi, Boullée e Ledoux, che l’autore del volume ‘Introduzione al Moderno’, Giorgio Bersano, pone giustamente alle origini dell’architettura moderna. È questo il primo capitolo, cui seguono La Rivoluzione industriale negli Stati Uniti, Aldilà dell’Art Nouveau, Le Avanguardie (Futurismo, Espressionismo, Costruttivismo…), I Maestri (Corbù, Mies, Gropius, Wright), Il Diffondersi della modernità (Schindler, Neutra, Asplund, Aalto e Terragni). La seconda parte del volume prende in esame La Leadership americana (tra gli altri, Saarinen), La Revisione del funzionalismo in Europa e America Latina (con attenzione a Jacobsen, Barragàn e Niemeyer), L’Architettura italiana fra neorealismo, neoliberty e modernità (da Quaroni a Valle via Albini), da Louis Kahn al Postmodern, La realtà giapponese (Tange, Isozaki, Ando, Ito e Sejima), La Tecnologia (Rogers, Foster, Piano), Modernità e tradizione nella penisola iberica (Moneo, Siza), L’Architettura contemporanea (Gregotti, Rossi, Sottsass), La Revisione della modernità in Germania e Svizzera (Ungers, Botta, Herzog et de Meuron), L’Architettura francese dopo Le Corbusier (Potzamparc, Perrault, Nouvel) e, infine, L’Architettura della decostruzione (Gehry, Koolhas, Eisenman, Holl). Giorgio Bersano, laureato al Politecnico di Milano, ha lavorato in diversi settori, come pianificatore territoriale, come responsabile dell’Osservatorio delle Politiche Culturali della Regione Lombardia e insegna presso la Naba/Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e lo Ied/Istituto Europeo del Design. Collabora con riviste ed è autore di vari libri. Il tema del percorso del progetto contemporaneo in architettura è continuamente ripreso da autori vari: Giorgio Bersano si distingue per la sua volontà di fornire al lettore una versione sintetica di quanto è successo nell’era della modernità del progetto. Ne garantisce un riassunto omnicomprensivo e ne propone insieme una versione capace di estrapolare dal contesto i momenti significativi. Se trascura progettisti e opere minori lo fa per le inevitabili selezioni imposte dalla specificità dell’opera editoriale. I capitoli, che abbiamo già enumerato, sono veri e propri racconti, leggibili e godibili a ogni livello di cultura. Il volume si rivolge infatti a tutti i lettori interessati alle 16 vicende della moderna storia del progetto, dai professionisti agli insegnanti, fino agli studenti cui viene proposto uno strumento alternativo alla documentazione spesso approssimativa se non erronea, messa a disposizione dalla navigazione web. (P.R.)

because of the selection criteria specified by the publishers. The chapters can be described as stories, and consequently can be read and enjoyed at every cultural level. The volume targets all of the readers interested in the events surrounding modern design history, from professionals to teachers and students who are supplied with an alternative instrument to the often approximate – not to say inaccurate - documentation obtained from the web. (P.R.) Giorgio Bersano, Introduzione al Moderno, breve storia dell’architettura contemporanea, 1750-2000, Editrice Compositori.

It commences with Piranesi, Boullée and Ledoux, that the author, Giorgio Bersano, who wrote the book ‘Introduzione al Moderno’ (Introduction to the Modern) positions at the origins of modern architecture. This first chapter is followed by The Industrial Revolution in the USA, beyond Art Nouveau, The Avant-garde movements (Futurism, Expressionism, Constructivism…), The Maestros (Corbusier, Mies, Gropius, Wright), The Diffusion of Modernity (Schindler, Neutra, Asplund, Aalto and Terragni). The second part of the book examines The American Leadership (Saarinen among others), The Review of Functionalism in Europe and Latin America (with attention paid to Jacobsen, Barragàn and Niemeyer), Italian Architecture between neo-Realism, neo-Liberty and Modernity (from Quaroni to Valle, via Albini), from Louis Kahn to the Postmodern, The Japanese reality (Tange, Isozaki, Ando, Ito and Sejima), Technology (Rogers, Foster, Piano), Modernity and the Traditions of the Iberian Peninsula (Moneo, Siza), Contemporary architecture (Gregotti, Rossi, Sottsass), The Review of Modernity in Germany and Switzerland (Ungers, Botta, Herzog and de Meuron), French architecture after Le Corbusier (Potzamparc, Perrault, Nouvel) and finally, Architecture of Deconstruction (Gehry, Koolhas, Eisenman, Holl). Giorgio Bersano, a graduate from the Milan Polytech, has worked in a number of different sectors, as a territorial planner, in the Observatory of the Cultural Policies in the Lombardy Region, as a lecturer at NABA Milan (The New Academy of Fine Arts) and at IED (the European Design Institute). He collaborates with magazines and the authors of a variety of books. The common ground is a contemporary project in architecture examined by a number of different authors. Giorgio Bersano stands out for his dedication to providing the reader with a summary of what has taken place in the era of the modern design. The review is comprehensive and proposes an orientation that can extract the important milestones from the context. If he has ignored the lesser designers and projects, it is simply

OLTRE IL LIBRO. ALIGHIERO E BOETTI Ilpersonaggioel’operadiAlighieroBoetti, o come meglio volle farsi chiamare in tempi tardi e in omaggio al suo doppio, Alighiero e Boetti, si presta magnificamente all’intento degli autori di indagare l’evoluzione di un genere, la nascita di un nuovo concetto di libro dove il leggere e il guardare diventano parte della medesima esperienza estetica. Autori del volume ‘Alighiero e Boetti. Oltre il libro’ sono Giorgio Maffei e Maura Picciau, che ripercorrono l’ampio lavoro a stampa dell’artista, dai suoi libri, i manifesti, le cartoline, gli inviti, passando per la lunga collaborazione con il Manifesto. Boetti è stato insieme compositore e direttore delle sue opere, disegnatore e grafico. Sono nati così i suoi libri d’artista, volumi avvolti in copertine rigide di tela rossa, uniti nella caratteristica di essere veri e propri manufatti artigianali. Libri che raccontano storie di un osservatore svagato della propria epoca e delle

sue ossessioni di andare oltre la superficie per accedere a uno strato più profondo dell’essere e una conoscenza nuova, sintetica e intima della realtà sensibile. Nel libro d’artista, Boetti giunge a un’autentica astrazione della realtà, sondando l’insondabile e afferrando l’inafferrabile definizione di ciò che ci circonda. (P.R.)

The persona and the works of Alighiero Boetti, or Alighiero and Boetti, as he called himself at a later stage in tribute to his double, lend themselves perfectly to the authors’ examination of the evolution of a genre, the birth of a new concept of book where the activities of reading and observing become part of the same esthetic experience. The book ‘Alighiero e Boetti. Oltre il libro’ (Alighiero and Boetti. Beyond the books) was written by Giorgio Maffei and Maura Picciau. They review the enormous amount of printed material produced by the artist, his books, his manifestos, the postcards, the invitations, and his long collaboration with the Manifesto newspaper. Boetti was both inventor and director of his works, he was the designer and the graphic artist. This is how his artistic books came about, wonderful volumes bound in a hardback cover of red canvas, united by the fact that they are true artisan masterpieces. The books tell the stories belonging to an observer who is wandering through his times and describes his obsession for reaching beyond the surface to the deeper layers of the soul and a new, brief and intimate awareness of the sensitive reality. In the artistic book, Boetti achieves the authentic abstraction of reality, probing what cannot be probed and grabbing the untouchable definition of his surroundings. (P.R.) Giorgio Maffei e Maura Picciau, Oltre il libro Alighiero e Boetti. Corraini Edizioni.



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NEWSINCONTRI/MEETING

NOI, ARCHITETTI DI VARESE

CONVERSAZIONE SULLA MATERIA

Cinquant’anni dalla fondazione dell’Ordine degli architetti di Varese, quale migliore occasione per organizzare, durante tutto il 2012, una serie di eventi che hanno da un lato l’obiettivo di celebrare il mezzo secolo di vita dell’Ordine professionale e dall’altro, costituiscono un progetto di rilancio per il territorio. Un ricco calendario di appuntamenti che è stato battezzato ‘AmiAmo Varese? Dialoghi tra Architettura e Design’. I protagonisti sono figure di spicco del panorama dell’architettura, del design, dell’arte e della cultura in generale, dopo Mario Botta e Paolo Perulli, i Metrogramma e João Nunes, architetto paesaggista da Lisbona che si sono susseguiti nei mesi precedenti, il calendario prevede altri numerosi appuntamenti. Il 10 aprile Carme Pinós, architetto co-responsabile affronterà il tema della rinascita di Barcellona, poi gli studi C+S e MaP, entrambi di origine veneziana, dibatteranno sul delicato tema del restauro e riuso il 30 maggio, mentre il 27 giugno concluderà la prima sessione di incontri Marianne Burkhalter, architetto di chiara fama proveniente da Zurigo che dialogherà sul tema del social housing. Nel corso di quest’ultima serata interverrà anche Tommaso Bianchi, presidente del gruppo giovani di Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Varese. (P.M.)

Un incontro tra architetti, designer e opinionisti per sondare le implicazioni che il rapporto con la materia ha con la storia, l’ambiente, la società; per studiare la possibilità di una nuova definizione della materia stessa che nasce dall’incontro con la luce, che documenta le evoluzioni stilistiche, il rapporto dialettico col mondo. L’evento, promosso da Oikos, si è tenuto il 5 marzo alla Triennale di Milano ed è stato un momento di confronto sui temi che negli anni hanno accompagnato il percorso dell’azienda, in particolare il rapporto tra colore, materia e sostenibilità. Ne hanno parlato Mario Abis, Giulio Cappellini, Rosita Missoni, Paola Navone coordinati da Monica Maggioni. (P.M.)

NOI, ARCHITECTS FROM VARESE Fifty years from the foundation of the Order of Architects in Varese - what better opportunity to organize a series of events to celebrate the half-century of the Professional Order and to create a program to relaunch the territory. The events will run for the whole of 2012 with a rich calendar of appointments. It has been called . “AmiAmo Varese? Dialoghi tra Architettura e Design”. (Love/Loving Varese. Dialogue between Architecture and Design”). The protagonists are important names in the world of architecture, design, art and culture in general; following Mario Botta and Paolo Perulli, the architects Metrogramma and João Nunes, a landscape architect from Lisbon who were involved in previous months, the calendar includes numerous interesting appointments. For example, on 10 April with Carme Pinós, an architect who is jointly responsi18 ble for the Renaissance of Barcelona; then the Studios C+S and MaP, both of Venetian origin, who will debate the delicate issue of restoration and re-use on May 30th. On June 27th , Marianne Burkhalter will close the first session of meetings. She is a famous architect from Zurich and will be examining the topic of social housing. Tommaso Bianchi, President of the young group of Ance (Italian Association

A QUESTION OF SUBSTANCE It was a meeting of architects, designers and critics to examine the implications of the relationship material has with history, the environment and society; the idea was to examine the possibility of formulating a new definition of material itself, as a substance that emerges from its encounter with light to document the style evolution, the dialectic relationship with the world. The event, promoted by Oikos, was held on March 5th in the Triennial in Milan. It was a moment for comparing the issues that over the years have accompanied the company’s development pathway, in particular the relationship between color, material and sustainability.The speakers were Mario Abis, Giulio Cappellini, Rosita Missoni, Paola Navone and coordinated by Monica Maggioni. (P.M.)

of Building Constructors) Varese will also take part in discussion on this final evening, (P.M.)



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NEWSCONCORSI/COMPETITIONS

UN CONCORSO PER EXPO MILANO 2015 Sono 89 i progetti pervenuti al Concorso internazionale di idee per la progettazione degli spazi pubblici e i luoghi di incontro. Entro aprile la proclamazione del vincitore. Si tratta di strutture per un totale di 67.000 mq di ristoranti, negozi, luoghi di servizio all’insegna dell’architettura sostenibile. Promosso da Expo Milano 2015, il Concorso Architetture di Servizio ha chiamato architetti e creativi di tutto il mondo a interpretare responsabilmente il tema centrale della manifestazione ‘Nutrire il Pianeta. Energia per la vita’, attraverso la progettazione degli spazi di aggregazione dedicati ai visitatori e ai partecipanti all’evento. Presentato da Giuseppe Sala, Amministratore Delegato di Expo 2015 S.p.A., il Concorso raccoglie idee e spunti progettuali per le aree che ospiteranno ristoranti, spazi commerciali, servizi per i visitatori e i partecipanti, da cui prenderà spunto la progettazione preliminare, esecutiva e definitiva. Il Concorso rappresenta uno dei primi, significativi atti pubblici di Expo Milano 2015, che si fa promotore di un nuovo modello di architettura, capace di immaginare modalità diverse e consapevoli di costruire lo spazio pubblico seguendo criteri di sostenibilità diffusa, incentrata sulla qualità degli spazi a servizio della vita quotidiana di chiunque li attraverserà, li abiterà e vi lavorerà. Oggetto del Concorso sono tre diverse tipologie di edifici, che raccolgono l’ampia offerta di servizi ai visitatori prevista dal masterplan di Expo Milano 2015, immaginato come un grande spazio comunitario, luogo d’incontro e scambio di saperi ed esperienze. Il Concorso riguarda: 14 edifici di grandi dimensioni o ‘stecche’, disposti perpendicolarmente al percorso centrale del sito, destinati a ristoranti, spazi commerciali, servizi ai visitatori, servizi ai partecipanti, sicurezza, logistica, magazzini e locali tecnici; 12 bar che insieme ai servizi igienici costituiscono le unità di servizio, uniformemente distribuite sul sito;

16 strutture di piccole dimensioni, di cui 10 chioschi per la ristorazione veloce collocati in prossimità del percorso perimetrale lungo il canale, e 6 Infopoint nelle aree verdi. I partecipanti presentano una strategia complessiva per tutte le Architetture di Servizio, arrivando ad approfondire la proposta ideativa per un edificio di grandi dimensioni e per lo spazio pubblico di sua pertinenza, per un edificio di medie dimensioni, e per un edificio di piccole dimensioni dedicato a un Infopoint.Tutti gli edifici sono strutture temporanee, destinate a essere utilizzate esclusivamente per il periodo di durata dell’evento (1 Maggio - 31 Ottobre 2015) per poi essere, alcune smantellate, altre invece riutilizzate o riciclate. Con questa iniziativa Expo Milano 2015 ha posto le basi per diventare un vero e proprio laboratorio per la sostenibilità, che chiama a raccolta creativi e progettisti di tutto il mondo. (C. P.)

A DESIGN COMPETITION FOR EXPO MILANO 2015 A total of 89 projects have been submitted for the International Competition for the design of public spaces and meeting places.The winner will be announced in April. The brief covers structures for a total of 67,000 sq.m. of restaurants, stores, utility service facilities – all designed under the banner of sustainable architecture. Promoted by Expo Milano 2015, the ‘Concorso Architetture di Servizio: principi di sostenibilità per un’architettura a tempo’ (The Competition for Public Services architecture: the principles of sustainability for durable design) summoned architects and creatives from around the world to responsibly interpret the core theme of the exhibition. ‘Nutrire il Pianeta. Energia per la vita’, (Feed the world, Energy for life) through the design of social spaces dedicated to the visitors and those taking part in the event. Presented by Giuseppe

Sala, Managing Director Expo 2015 S.p.A., the competition grouped the ideas and the design suggestions for areas that will host restaurants, commercial spaces, service facilities for the visitors and the delegates that will lead to the preliminary, executive and definitive plans.The competition is one of the first, important public actions of Expo Milano 2015 and is geared to promote a new model of architecture; the idea is to devise different methods for constructing public facilities following criteria of sustainability, centered on the quality of the service amenities for everyone who passes through, who live there or who work there.The competition was based on three different types of building that group the wide range of visitor facilities stipulated in the Masterplan for the Expo Milano 2015.The complex is envisaged as a large communal space, a place for meeting and exchanging information and experiences. The competition covered 14 large buildings positioned perpendicular the central axis of the site, destined to restaurants, shops, amenities for visitors and delegates, security, logistics, storehouses and technical rooms; twelve bars with washrooms form the service units and are dotted uniformly over the site.There are sixteen smaller units, 10 used for fast food supplies and positioned close to the outside pathway along the canal; the remaining six are Infopoints positioned in the gardens.The participants present a global strategy for all of the Service Architecture, examining in depth the design proposals for a large building and the surrounding public space, for a medium-sized building, a small building to be used as the Infopoint. All of the buildings are temporary structures, destined for exclusive use during the event (May 1st – October 31st 2015); they will then be disassembled, re-used or recycled. Through this initiative, Expo Milano 2015 laid-down the foundations to become a workshop for sustainability that calls on the imagination of creatives and designers from around the world. (C. P.)

SIMES: ILLUMINAZIONE ECOCOMPATIBILE

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Si è conclusa la raccolta delle candidature al ‘Progetto Luce Ecosostenibile’ indetto da Simes SpA, leader nell’illuminazione architetturale per esterni. Potenziando il proprio impegno nell’ambito dell’illuminazione ecocompatibile l’azienda ha infatti istituito l’iniziativa rivolta a progettisti e studenti italiani che hanno presentato i loro elaborati, caratterizzati da un piano di illuminazione costituito per almeno il 75% del totale degli apparecchi ingegnerizzati a LED SIMES. Progettisti italiani nonché studenti delle diverse facoltà italiane del settore, sono stati chiamati a partecipare a una delle tre categorie di

premiazione, per ognuna delle quali è stato selezionato un solo progetto vincitore. Per il miglior progetto LED SIMES realizzato nell’anno 2010, ove per progetto realizzato si fa riferimento all’avvenuta installazione di apparecchi di illuminazione LED SIMES: premio assegnato al team composto da Arch. Simone Testi, Arch. Enrico Mussini e P.I. Achille Mucci ed eseguito dalla R.B. impianti, per il progetto della nuova sede di Ceramiche Refin a Casalgrande. Per il miglior progetto commissionato LED SIMES, ovvero per il miglior progetto illuminotecnico in termini di realizzazione posteriore alla data di chiusura del concorso: premio assegnato alla Società Parsec e al progettista Leo Forte per il progetto della Barricaia delle Cantine Donna Olimpia a Bolgheri. Per lo studente iscritto a corsi di Laurea di I° livello (Laurea di base) e di II° livello (Laurea Magistrale) delle Facoltà di Architettura, Design (o Disegno Industriale) e Ingegneria degli Atenei italiani: premio assegnato all’Arch. Gabriele Mura per la tesi di laurea dal titolo ‘Via Domus Aurea. Roma’, uno studio di riqualificazione illuminotecnica del sito storico romano. (P.M.)


Simes Spa is a company that is attentive to innovation and the environment. It ran the competition ‘Progetto Luce sostenibile’ (A project for sustainable lighting) involving architects, designers and students. The competition was split into three categories, with a winner announced for each. The plans present illumination systems with at least 75% of the Led fittings by Simes. In Section 1 for the best project LED SIMES produced in 2010 referred to the completed installation using LED SIMES light fittings: the prize was won by the team of Arch. Simone Testi, Arch. Enrico Mussini and P.I. Achille Mucci and created by R.B. Impianti, with their project of the new Headquarters for the company Ceramiche Refin in Casalgrande. In Section 2 , the prize for the best contracted LED SIMES project, or rather the best illumination technology design with the completion dates after the competition closure, was presented to thwe company Società Parsec and the designers Leo Forte for the project for the cellars of Barricaia delle Cantine Donna Olimpia in Bolgheri. Section 3 included the projects by 1st and 2nd Level undergraduate students enrolled in a Faculty of Architecture, Design (or Industrial Design) or Engineering at an Italian University; the prize was won by Arch. Gabriele Mura for his thesis entitled ‘Via Domus Aurea. Roma’, that illustrated the plans for the illumination technology requalification for the historical site in Rome. (P.M.)

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SIMES: ECO-COMPATIBILE ILLUMINATION

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Castelli, one of Italy’s historical design companies, has organized a competition across the country called ‘Designing New Ways of Working’. The idea is to stimulate the young creative minds to produce office furnishing solutions that have a high innovative content and illustrate the new ways of working under a nonconventional light. The primary objective of the competition is to identify new pieces of office furniture to launch to the market. The items must provide optimal support for the operative activities and be characterized by: innovative design, sustainability, ergonomics, integration and versatility. An international jury will select the best product concepts and announce three winners. They will be presented with a cash prize; the six highly-commended designs will be exhibited alongside the winners at the event for the presentation of the competition to be held in the historical Castelli showrooms in Piazza Castello, Milan. They will then travel to take part in a similar event In Rome. Paying special attention to the innovation content of the design, the product concepts must present furnishing solutions for the office that have been designed to satisfy new working styles, through unconventional solutions that can be used in the following environments: reception and welcome (seats for the waiting room, lounge seating, coffee tables, reception systems, visitor seating), meeting facilities (conference and meeting tables, seating for groups, conference seating, partition walls) and team working (operative and management seating, table and desk systems, screens and panels). The three winning designers will each be awarded a prize of 3000 each; the highly-commended projects will be given visibility at the presentation exhibitions for the competition and press releases. Representatives of Castelli will also examine the commercial potential of the item and its possible inclusion in the company’s product range, with a 6-month option for developing the prototype and the use of the product. The competition is open to professionals, societies and/or studios operating in the sectors of architecture, engineering and design; entries submitted by employees of Castelli Spa, by members of the jury and their relatives and by anyone involved in the organization of the competition will not be accepted. Projects must be submitted on or before May 21st; the competition results will be published on June 5th with the projects presented in the Castelli showrooms in Milan on June 27th. The product concepts must respect the fundamental requisites for admission to the competition; they must be designed to be in line with 21 the roots and the history of the Castelli brand; through their design, they must satisfy the demands that have emerged from the new working designs; they must be sustainable and produced with recycled and recyclable materials, and transmit a powerful message of creativity and innovation. For information: www. castellidesigncontest.it (P.M.)

DESIGNING NEW WAYS OF WORKING

Indetto sul territorio nazionale da Castelli, storica azienda del design italiano, il concorso Designing New Ways of Working, ha l’intento di indagare nella giovane creatività per individuare soluzioni d’arredo per l’ufficio che abbiano una forte carica di innovatività e che raccontino in modo non convenzionale i nuovi stili lavorativi. Obiettivo del concorso è trovare nuovi arredi per l’ufficio da immettere sul mercato che supportino in modo ottimale le attività lavorative e si caratterizzino per: design innovativo, sostenibilità, ergonomia, integrazione e flessibilità. Una giuria internazionale selezionerà i migliori concept di prodotto decretando tre vincitori, ai quali sarà corrisposto un premio in denaro, e 6 menzionati che saranno messi in mostra, insieme ai vincitori, nell’evento di presentazione dei risultati del concorso che sì terrà nello storico showroom Castelli in Piazza Castello a Milano e in seguito in quello di Roma. I concept di prodotto devono proporre, con una particolare attenzione al design, soluzioni d’arredo per ufficio progettati per soddisfare i nuovi stili lavorativi, attraverso soluzioni non convenzionali per lo svolgimento delle seguenti funzioni: welcoming (sedute d’attesa, sedute lounge, tavolini, sistemi reception, se-

dute visitatori), meeting (tavoli riunione e conferenze, sedute collettività, sedute conferenza, pareti divisorie) e team working (sedute operative e direzionali, sistemi di scrivanie e tavoli, schermi e pannelli) Ai primi tre classificati sarà assegnato un premio di 3000 euro, ai progetti menzionati sarà data visibilità attraverso le mostre di presentazione del concorso e l’attività di ufficio stampa. Castelli, inoltre, valuterà il potenziale di commercializzazione dell’oggetto e l’eventuale inserimento nelle proprie gamme di prodotto, riservandosi sei mesi di opzione per la prototipazione o l’utilizzo del progetto. La partecipazione è aperta ai professionisti, società e/o studi che svolgano attività nell’ambito dell’architettura, dell’ingegneria e del design, a esclusione dei dipendenti Castelli SpA, dei membri della giuria e dei loro parenti e di coloro che hanno collaborato alla realizzazione del concorso. Il 21 maggio è il termine ultimo per la ricezione dei progetti, il 5 giugno per pubblicazione dei progetti vincitori e infine il 27 giugno si terrà l’evento di presentazione dei risultati nello showroom Castelli di Milano. I concept di prodotto dovranno rispettare i requisiti fondamentali per l’ammissione al concorso, ovvero dovranno essere concepiti in modo che: siano in linea con le radici e la storia del marchio Castelli, rispondano con il loro design alle esigenze dei nuovi stili lavorativi, siano sostenibili e realizzati con materiali riciclati e riciclabili, trasmettano un forte messaggio di creatività e innovazione. Per informazioni www. castellidesigncontest.it (P.M.)


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NEWSDALLEAZIENDE/FROMTHECOMPANIES

IL PEZZO È PERFETTO “Lavoriamo molto lentamente, pezzo per pezzo, curandone i particolari in modo che ogni realizzazione non sia mai uguale all’altra, grazie a maestranze che possiamo ben definire ‘portatrici di sapere artigianale’ che tutto il mondo ci invidia”. Con queste poche parole potremmo definire un’azienda come Tagina. Dieci soci variamente impegnati in azienda, una serie di impianti industriali estesi su oltre 85.000 mq, 270 addetti, un fatturato di oltre 356 milioni di euro con una quota export del 60% e una interessante presenza in Cina, con punti vendita in franchising. Questi i numeri che ci aiutano a introdurre l’esperienza di una visita aziendale in Tagina, storica realtà che negli anni ha saputo coniugare l’alto artigianato e le moderne tecnologie nella realizzazione di proposte ceramiche per l’arredamento d’interni e per l’out door. Numeri ai quali bisogna aggiungere altri dati davvero significativi, che forse meglio di ogni altro possono far comprendere ‘l’essenza’ di questa realtà: ad esempio, quei 18 passaggi manuali per la decorazione di alcuni pezzi speciali, o un processo di stampa che richiede un’intera giornata, per finire con una settimana di lavoro per un singolo pezzo speciale. Ma niente come una visita al laboratorio interno può far capire come qui sia stata concretizzata quella ‘magica unione’ fra la tradizione e l’innovazione, fra le antiche tecniche ceramiche (quella a colaggio e del terzo fuoco) e la capacità d’innovazione progettuale (e l’ultimo esempio è sicuramente la collezione Wire). Un laboratorio dove, accanto al pennello del decoratore, si sente il rumore delle quattro presse ad alto tonnellaggio e delle torri tecnologiche che le alimentano (con sistemi di dosaggio in verticale per la miscelazione e granulazione di argille e la colorazione delle polveri a secco) e dove l’architetto e il designer, possono trovare corrispondenza d’intenti, grazie alla collaborazione con il team tecnico, in una sorta di ‘bottega artistica’ che affonda le sue origini nella cultura artigiana di Gualdo Tadino. Laboratorio che, non a caso, è uno dei luoghi più visitati e apprezzati dai clienti stranieri, che vedono nascere, passo dopo passo, le loro idee. E che hanno la non comune consapevolezza di poter avere, nella propria abitazione, un pezzo davvero perfetto. Wire è un ambizioso progetto nato dalla 22 collaborazione tra Simone Micheli e Tagina. Più che una collezione però, è meglio definire Wire come un ‘sistema ceramico’ in grado di generare strutture modulari, architetture continue e spazi fluidi. Progettato per applicazioni indoor e oudoor Wire è realizzato in gres porcellanato ed è disponibile in due spessori, 12 mm e 20 mm, che soddisfano tutte le esigenze del living contemporaneo: sia per interni

raffinati ed eleganti che per ambienti di grande espressività materica, è ideale per pavimentazioni sopraelevate e per applicazioni a secco su sabbia, ghiaia o erba. (C.M.)

EACH PIECE IS PERFECT “The work progresses very slowly, piece by piece, taking care with the fine details to ensure that each creation is unique. This is possible thanks to the skills of what we can defines as ‘carriers of artisan knowledge’ that the world envies”. These few words define a company such as Tagina. Ten partners working in the company, numerous industrial plant that cover 85,000 sq.m., 270 staff, a turnover in excess of 356 million Euro with exports accounting for 60% and an interesting presence in China with a number of franchised sales outlets. These are the numbers that help us describe the company tour to Tagina, a historical reality that over the years combined quality craftsmanship and modern technology to create ceramics for interiors and outdoors. Other important data exalt the ‘spirit ‘ of this reality. For example, there are 18 hand-procedures for the decoration of some special pieces, a molding technique that requires an entire day, a week’s work needed to produce one special piece. And while it is all very interesting, it pales in comparison to the hands-on experience acquired from a company tour. It illustrates the ‘magical union’ between tradition and innovation, between the ancient ceramic techniques (casting and triple-firing) and the ability for design innovation (and an excellent example of this is unquestionably the Wire collection). It is a laboratory where the pieces are embellished by the decorator’s brush and where the sound of the four presses and the technological towers that supply them is deafening. There are vertical dosing systems for clay mixing and granulation processes with the addition of dry powders to color the paste. The architects and the designers join forces with the technical team to create a sort of ‘artistic atelier’ that has roots in the artistic culture of Gualdo Tadino. By no coincidence, the factory

tour is very popular and is particularly attractive to foreign clients who observe the development of their ideas, step by step. They have the uncommon certainty that the pieces created for their home will be absolutely perfect. ‘Wire’ is an ambitious project that developed from collaboration between Simone Micheli and Tagina. Rather than a collection, it would be better to class it as a ‘system of ceramics’ that can generate modular structures, continual architecture and fluid spaces. Designed for indoor and outdoor applications, the articles of the Wire system are porcelain-finish gres, available in two thicknesses – 12 mm and 20 mm - to satisfy the infinite requirements of contemporary living. The products are ideal for elegant stylish interiors and the perfect addition for ambiences with enormous expressiveness. The products are ideal for raised floorings and dry-base applications on sand, gravel or grass. (C.M.)


Specialized in the production of marble- and quartz-based agglomerates, the company now presents a new range of ‘glitter’ products designed to embellish prestigious, top-end properties. The products contain quartz and glitter on a metallic background in shades of Gold, Silver & Pewter, Bronze & Iron. They are suitable for every type of application, in particular bathroom and kitchen tops, floors, wall-covers and show-room layouts. (P.M.)

FACCIATA SOLARE

in fasce orizzontali modella le curve che caratterizzano il progetto architettonico. Il rame, oltre a possedere la migliore conduttività termica, permette anche la libertà di progettazione architettonica grazie all’integrazione invisibile dei collettori, nascosti dietro la lastra. I pannelli in rame della Nordic Green PLUS, distribuiti in Italia da Alpewa Srl, presentano una superficie patinata verde, simile alla patina naturale che consente di dare alle facciate e ai tetti l’aspetto antichizzato naturale come se avessero davvero subito le naturali intemperie. (M.P.)

Realizzata su progetto di Tapio Antikainen-studio Arktes di Helsinki su committenza della città finlandese di Pori, la nuova piscina pubblica vanta l’applicazione di un impianto solare termico innovativo, completamente integrato in una facciata in rame prepatinato. Fortemente voluta come esempio urbano di tutela ambientale e di riduzione delle emissioni di biossido di carbonio, la facciata solare funziona in abbinamento ai collettori e ai pannelli fotovoltaici montati sul tetto. L’edificio prevede 80 metri quadrati di collettori in facciata e 200 metri quadrati di collettori sul tetto che lavorano insieme per fornire circa 120.000 kWh di riscaldamento. L’impianto solare è usato per aumentare di 4°C la temperatura dell’acqua che proviene dalla piscina più fredda e che, una volta preriscaldata, viene miscelata con quella proveniente dal circuito principale. L’acqua così composta passa poi attraverso i collettori sul tetto prima di confluire nell’impianto di circolazione interessato dal sistema di teleriscaldamento. In estate, quando la piscina pubblica è chiusa e viene usata solo una piscina all’aperto, il sistema solare termico combinato è sufficiente per mantenere a livelli normali la temperatura dell’acqua della piscina, senza riscaldamento integrativo. Il rame pre-patinato applicato su tutte le quattro facciate con pannelli

Designed by Helsinki-based Tapio Antikainen-studio Arktes and commissioned by the city of Pori, Finland, the new public swimming complex can boast a groundbreaking solar thermal system, fully built into a prepatinated copper façade. The solar façade, which is meant to function as an urban example of environmental protection and reduction of carbon dioxide emissions, works in conjunction with roof collectors, and this sustainability initiative is also supplemented by roof-mounted photovoltaics. Some 80 sq. m. of façade collectors, working in conjunction with 200 sq. m. of roof collectors, provide around 120,000 kWh of heat. The solar system is used to preheat 4 °C

water coming from the cold pool. This preheated water is mixed with a larger amount of water coming from the main circulation. The mixed water passes through the roof collectors, before joining circulation from the district heating system. In summertime, when the public swimming complex is closed, and an outdoor pool is used instead, the combined solar thermal system is enough to maintain the pool water temperatures at normal levels, without any additional heating. Prepatinated copper is used as the main material for all four façades, applied in horizontal bands of panels and elegantly handling the curves which are central to the design. As well as having the best ther-

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Specializzata nella produzione di agglomerati a base di marmo e quarzo, l’azienda presenta una nuova gamma di colori ‘glitter’, destinati a impreziosire gli ambienti di realtà prestigiose e di alto livello. La collezione, a base quarzo e glitter su sfondi metallici nelle tonalità Gold, Silver e Pewter, Bronze e Iron, è adatta per ogni tipo di applicazione, in particolare per top bagno e cucina, pavimenti, rivestimenti e allestimenti di negozi. (M.P.)

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A SOLAR FAÇADE

SANTAMARGHERITA

mal conductivity of all the commonly used façade and roofing materials, copper also enables architectural design freedom with the invisible integration of collectors behind the copper. The Nordic Green PLUS copper panels, distributed by Alpewa Srl in Italy, have a green patinated surface, similar to the natural patina that give façades and roofs a natural antiqued appearance, as if they have really been subjected to bad weather. (M.P.) 23


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MODI DI ESSERE

ATTITUDES

INFINITY STONE

Si chiama ‘Modi di Essere’ la nuova collezione di colori firmata da Baldini Vernici, azienda specializzata in prodotti vernicianti a basso impatto ambientale, da sempre dedita alla ricerca di nuovi materiali, finiture e additivi per il comfort sensoriale. L’obiettivo di creare ambienti di elevato valore estetico e visivo dove il colore soprattutto sulle pareti, gioca un ruolo determinante è ben rappresentato da questa nuova collezione che vuole essere infatti un suggerimento per la realizzazione o la modifica di un ambiente in sintonia con chi lo deve abitare. Modi di essere propone combinazioni cromatiche per cinque stili di vita diversi - Energia, Eleganza, Autenticità, Affinità e all’Aperto - adatti a creare atmosfere abitative ‘cucite su misura’. I colori della collezione sono selezionati dalle mazzette colori Baldini Vernici e più precisamente dall’Atlante del Colore che contiene 1188 tonalità realizzabili in ogni tipo di prodotto e dalla collezione Panorami che contiene 350 tinte specifiche per esterno. I rivenditore Baldini Vernici (www.baldinivernici.it) sono provvisti di Sistema Tintometrico Baldini Tecnicolor con il codice di riferimento della tinta scelta nel catalogo Modi di Essere. La tinta può essere realizzata in prodotti per il muro, per il ferro, per il legno. Baldini fa parte di Materis Paints Italia, leader nel settore delle vernici e delle pitture per l’edilizia. (M.P.)

‘Modi di Essere’ (attitudes) is the name of the new paint collection launched by Baldini Vernici, which specializes in painting products with a low environmental impact and has always been committed to developing new materials, finishes and additives for increased sensory comfort. Testimony to the goal they pursue – that is, creating aesthetically and visually appealing room settings where colours, especially those on walls, play a key role is provided by the new collection, which is meant to provide tips on how to make or change a room to suit those living in it. ‘Modi di Essere’ offers colour combinations for five different lifestyles – Energy, Elegance, Authenticity, Affinity and Outdoors –, designed to create customized living atmospheres. The colours of the collection can be selected from the Baldini Vernici colour books, notably from the Colour Atlas, which contains 1,188 shades

Dal 1961 il Gruppo Ceramiche Gardenia Orchidea realizza collezioni in ceramica Made in Italy. Oltre al marchio Gardenia Orchidea, che esplora diversi stili dell’home design, fanno capo al Gruppo dal 1997 Versace Home e, dal 2005, Garfloor, marchio all’avanguardia nella ricerca e nell’interpretazione del gres porcellanato. Nel 2008 hanno debuttato la linea di complementi d’arredo King G.O e la linea del marchio CrystalKer, una nuova tipologia ceramica da rivestimento e pavimento di 3 mm di spessore, dedicata al settore residenziale di fascia alta. Gardenia Orchidea ha inoltre brevettato, in esclusiva mondiale, un procedimento per l’inserimento di migliaia di cristalli Swarovski direttamente nella lastra ceramica. Nel 2009 è nato Infinity Stone che, con le sue grandi lastre da 120x120 cm, ha rivoluzionato i progetti degli spazi pubblici e commerciali. Nel 2010 l’azienda ha lanciato sul mercato Ecostone, il primo gres porcellanato ecologico e all’ultima edizione di Cersaie ha presentato le due nuove collezioni Pietra del Nord e Lirica per il marchio Gardenia Orchidea, Wood, quarta collezione della gamma Crystal Ker e Venere rivestimento che completa il progetto Versace Home. Tra gli ultimi progetti a cui ha partecipato l’azienda figura un’antica cappella medievale trasformata in B&B nel centro storico di Mechelen. Per la ristrutturazione, avvenuta nel 2010, l’architetto belga Lieven De Wachter ha utilizzato il grès porcellanato di colore grigio, con superficie naturale strutturata della linea Infinity Stone di Garfloor (formati 60x60 cm e 30x60 cm) che gli ha permesso di creare continuità con il materiale originario presente all’esterno. (M.P.)

available for each type of product, and from the Panorami collection, which contains 350 colours specifically designed for outdoor use. The Baldini Vernici dealers (www.baldinivernici.it) rely on Sistema Tintometrico Baldini Tecnicolor, with the reference code of the colour chosen in the catalogue “Modi di Essere”. The paints are available for wall, iron and wood products. Baldini is owned by the leading manufacturer of building paints, Materis Paints Italia. (M.P.)

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Since 1961 Gruppo Ceramiche Gardenia Orchidea has been developing Italianmade ceramic tile collections. As well as Gardenia Orchidea, which is involved in investigating different home design styles, the Group has also owned Versace Home since 1997 and Garfloor, which is at the forefront of research and interpretation of porcelain stoneware, since 2005. In 2008 they launched the range of furniture complements, King G.O, and the range of the CrystalKer brand, a new type of covering and flooring ceramic tiles 3 mm in thickness, designed for the high-end residential sector. In addition, Gardenia Orchidea has obtained a worldwide patent for a procedure for the insertion of thousands of Swarovski crystals into the ceramic tiles. In 2009, Infinity Stone, with its large slabs (120x120 cm), revolutionized projects for public and commercial places. In 2010 the company was the first to bring environmentally friendly stoneware porcelain (Ecostone) into the market. In addition, at the latest edition of the International Exhibition of Ceramic Tile and Bathroom Furnishings, CERSAIE, they displayed their two new collections, Pietra del Nord and Lirica, for the brand Gardenia Orchidea, Wood, the fourth collection of the Crystal Ker range, and the Venere covering tiles supplementing the Versace Home collection. The most recent projects the company took an active part in include a medieval chapel converted into a B&B in the historic centre of Mechelen. For the renovation jobs, which took place in 2010, the Belgian architect, Lieven De Wachter, used grey stoneware porcelain with a natural, structured surface of Garfloor’s Infinity Stone range (60x60 cm and 30x60 cm), which allowed him to establish continuity with the original exterior material. (M.P.)


In early February, Fondazione Promozione Acciaio opened the doors of Italy’s tallest steel building, Torre Diamante – that is, building n°. 3 of the Porta Nuova-Varesine complex. Imposing yet lightweight, the building rising over Milan’s roofs means a national record, with its 130 metres above ground level, 4 underground floors and 30 floors above ground level. Several institutions and firms were involved in the project (Fondazione Promozione Acciaio, ArcelorMittal, ARUP, Stahlbau Pichler, Kohn Pederson Fox Associates and Porta Nuova). The implemented building solutions – steel beams and columns, and metal floors – translated into quick building (one floor per week) and a limited impact on the surrounding environment. The building, designed according to state-of-the-art eco-compatibility and energy saving criteria, has already obtained Leed Gold certification, one of the highest standards acknowledged by the Green Building Council for environmentally sustainable buildings, in terms of both energy savings and consumption of all the resources involved in the building process. (Photos: © Lorenzo De Simone/ Fondazione Promozione Acciaio”. (M.P.)

Arrivano in Italia, in esclusiva da La Feltrinelli e Toys Centre, le proposte di LEGO per gli appassionati di architettura. I famosi mattoncini-giocattolo sono proposti in speciali edizioni LEGO Architecture per costruire le architetture più famose disegnate dall’americano Frank Lloyd Wright (1867-1959). Due diverse riproduzioni, entrambe progettate da Adam Reed Tucker, sono un ottimo passatempo per i bambini o un prezioso oggetto

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Ai primi di febbraio, la Fondazione Promozione Acciaio ha aperto le porte dell’edificio in acciaio più alto d’Italia, ovvero della Torre Diamante, edificio N. 3 del complesso Porta Nuova-Varesine. Imponente e insieme leggero, l’edificio che svetta sui tetti di Milano rappresenta con i suoi 130 metri fuori terra, 4 piani interrati e 30 piani fuori terra, un primato nazionale. Diversi i soggetti coinvolti (Fondazione Promozione Acciaio, ArcelorMittal, ARUP, Stahlbau Pichler, Kohn Pederson Fox Associates e Porta Nuova). Le soluzioni costruttive adottate, ovvero travi e colonne in acciaio e solai in lamiera grecata collaborante, hanno consentito una realizzazione rapida (un piano a settimana) e un impatto limitato sul contesto in cui è andato a inserirsi. L’edificio, progettato con criteri avanzati di ecocompatibilità e risparmio energetico, ha già ottenuto la certificazione Leed Gold, uno dei più alti livelli riconosciuti dal Green Building Council agli edifici ambientalmente sostenibili, sia dal punto di vista energetico che del consumo di tutte le risorse coinvolte nel processo di realizzazione. (Foto: © Lorenzo De Simone/ Fondazione Promozione Acciaio). (M.P.)

GIOCO DA RAGAZZI

da collezione per gli adulti. Si tratta del Solomon R. Guggenheim di New York, il famoso museo d’arte contemporaneo dalla celebre forma a spirale, e della Fallingwater House, abitazione simbolo dell’architettura organica costruita nei boschi della Pensylvania a cavallo di una cascata. In ogni confezione, insieme ai mattoncini e alla base della struttura, un libretto con le istruzioni e la storia dell’edificio. (F.T.)

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TORRE DIAMANTE

CHILD’S PLAY LEGO’s construction toys designed for lovers of architecture are now available in Italy, at La Feltrinelli’s and Toys Centre’s shops only. The well-known toy bricks are now supplied in LEGO Architecture special editions, which allow you to construct the best-known buildings designed by the American architect, Frank Lloyd Wright (1867-1959). Two different reproductions, both designed by Adam Reed Tucker, mean both an excellent hobby for

kids and a precious collector’s object for adults. They are New York’s Solomon R. Guggenheim Museum, the well-known contemporary art museum renowned for its spiral-like shape, and the Fallingwater House, a symbol of organic architecture built in the woods in Pennsylvania, over a waterfall. Each box contains the bricks and the base of the structure as well as a booklet with the instructions and the history of the building. (F.T.) 25




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MATERIALI MATERIALS

IL SENSO DELLA MATERIA THE SENSE OF MATTER Txt: Monica Pietrasanta

Fare interagire la materia e il colore, non solo con la superficie degli edifici e degli oggetti, ma con la struttura, ovvero con l’anima stessa delle cose. È questo l’attuale motore della ricerca e della filosofia aziendale di Oikos-Paint, attiva nella produzione di colori e vernici senza solventi, idropitture e materiali decorativi ed ecologici per l’edilizia e la bioarchitettura dal 1984, oggi più che mai aperta a nuove sfide L’evoluzione dei materiali, delle sensibilità, la voglia di dare risposte adeguate alla creatività dei progettisti sta spingendo sempre più avanti la ricerca tecnica delle aziende. I laboratori lavorano per trovare soluzioni innovative alle problematiche che emergono nel momento in cui i progetti diventano cantieri. Eppure un’azienda a più alto contenuto innovativo come Oikos, che produce da tre decenni colore e materia per l’architettura, si è resa conto che a un certo punto l’idea di colore, di superficie da dipingere non bastava più, che bisognava interagire non solo con la superficie degli edifici e degli oggetti, ma con la struttura, con l’idea stessa delle cose. Essere parte del progetto architettonico fin dalla sua nascita. E allora si è deciso da una parte di tornare ai fondamenti della tradizione decorativa italiana e rielaborarla in chiave contemporanea. Dall’altra di procedere con la creazione di materiali ad altissimo contenuto tecnico in grado di rispondere alle più attuali richieste in tema di sostenibilità e resa. Dalla combinazione di questi due elementi sono nate, accanto a vernici e colori, le textures che incarnano il nuovo senso della materia. Però una ‘nuova materia’ merita un ‘nuovo linguaggio’: Oikos l’ha individuato creando non più solo cataloghi e nomi di prodotto, ma un modo nuovo di classificare gli effetti decorativi raggruppandoli in famiglie definite solo dal rapporto particolare che materia e colore intrattengono con la luce. Così nascono gli assorbimenti, che raccontano la materia in cui la luce entra, gioca con il colore, in essa si perde senza più riemergere. Le corrosioni, che vivono ogni volta in cui, come sulle superfici di metallo corroso, il gioco luminoso si fa sinistro. I riflessi, le vibrazioni, e poi le stratificazioni in cui, livello dopo livello, si scorge il processo di costruzione della nuova texture; le trame come frutto di antico telaio infine, le trasparenze, materia invisibile che fa vivere tutte le altre moltiplicandone le possibilità, gli usi, le funzioni.

Making matter and colour interact with the surfaces of buildings and objects as well as with the structures – that is, the essence – of things. This is the current driving force of the research and company philosophy of Oikos-Paint, which has been involved in the production of solvent-free paints, water paints and decorative, environmentally friendly materials for building and bioarchitecture ever since 1984, and is taking up new challenges, now more than ever before The evolution of materials, sensitivity, and the desire to cater to designers’ creativity are increasingly pushing companies’ technical research forward. Workshops are committed to finding innovative solutions to the problems that arise whenever projects become construction sites. Yet there came a moment when innovation-oriented Oikos, which has been manufacturing paints and materials for the building industry for three decades, realized that the idea of colours, of surfaces to paint, was no longer enough, that interacting with the surfaces of buildings and objects as well as with the structures and essence of things was a major priority; being part of an architectural project ever since its inception. Hence they decided to go back to the foundations of Italian decorative tradition and modernize it. On the other hand, they also had a mission to fulfil in creating hi-tech materials capable of answering the latest requirements in terms of both sustainability and performance. The combination of the two elements translated into both paints and textures which embody the sense of matter. However, ‘new matter’ deserves a ‘new language’: they at Oikos found 28 it though catalogues and product names, while developing a new way of classifying decorative effects, grouping them into families only defined by the special relationship matter and colour maintain with light. This results in absorptions, which tell about the matter that is penetrated by light, plays with colour, gets lost in it, without resurfacing; corrosions, which are experienced whenever – like on corroded metal surfaces – light play looks sinister; reflections, vibrations and stratification, where, level after level, you become aware of the building process of the new texture; textures as the product of an old loom; finally, transparency, invisible matter which enhances all the other materials, multiplying their potentialities, uses and functions.


ART DIRECTOR: ASZ architetti.it Product: Virtus | Lamp: 2x26W fluorescent | Protection : IP65 | Material : DurCoral®

L A M AT E R I A S I FA L U C E !" #$%&'!$"& (&' ")!""*#!+$,!-+& .$ &/%&'+0 1 2 3 4 56 2 7 8 1 ) 0 1 9 4 0 2 5 : 2 ; 2 < 6 4 = $+%!>$+.$"!?-@ +-+ .&%&'!-'$A!"&@ '&/!/%&+%& $" B&"- & $B"! $B&+%! $%#-/C&'!?!@ %'$%%$A!"& ?-+ D*$"/!$/! %!(- .! C!+!%*'$ & (!%%*'$ 2 0 0 6 0 P o z z o d ’A d d a ( M I ) , v i a M i l a n o , 1 7 - I t a l y | t e l 0 2 . 9 0 9 4 9 4 2 - 0 2 . 9 0 9 4 9 4 4 | f a x 0 2 . 9 0 9 4 0 0 6 | w w w. b u z z i - b u z z i . i t DurCoral

® : resistenza meccanica a compressione ≥

140 N/mm 2 ; Cemento Por tland 525: resistenza meccanica a compressione ≥ 52.5 N/mm 2


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UN MODERNO OUTLET NELLA VECCHIA FABBRICA Project: Frigerio Design Group (arch. E. Frigerio, M.Proietti Gaffi) Txt: Monica Pietrasanta Ph: courtesy Frigerio Design Group Gli spazi industriali dello storico stabilimento Rosenthal di Selb, in Germania, accolgono uno scenografico spazio di vendita con caffetteria-ristorante e museo sulla storia del marchio famoso per la manifattura della porcellana e del vetro in tutto il mondo Punto vendita e insieme museo e luogo di incontro dove tenere vivo lo spirito di una tradizione che da 125 anni ‘soffia’ sulle vele di uno dei marchi più prestigiosi al mondo per la manifattura della porcellana e del vetro per la tavola. È questa l’idea progettuale di Frigerio Design Group (arch. E. Frigerio, M.Proietti Gaffi) sottesa al nuovo show room/spaccio aziendale Rosenthal di Selb, Germania. Nato sulle ceneri dei vecchi reparti dello stabilimento storico, un complesso di edifici eterogenei costruiti nel tempo, l’outlet si sviluppa su due livelli, un piano terra di 1.300 mq e un primo piano di 2.200 mq, con gli spazi per la vendita e l’esposizione pensati come vuoti da allestire, flessibili e modificabili nel tempo per offrire alla clientela suggestioni sempre diverse. L’involucro, mantenuto così com’era, conserva la storia dell’industria con canali, tubi e impianti a vista. Sono rimasti intatti anche i due forni destinati alla cottura delle porcellane. Nuova protagonista degli spazi, prima dell’arredamento è la luce utilizzata al meglio nelle sue molteplici espressioni: diretta, indiretta, concentrata, scenografica per sottolineare l’architettura industriale degli spazi e insieme la bellezza dei prodotti di design in porcellana, vetro e metallo esposti. Ridimensionano gli ambienti dalle alte campate gli originali controsoffitti realizzati con pannelli ‘volanti’ connotati da una grafica che ripropone i pezzi più significativi della produzione. I pannelli, di ampie dimensioni, caratterizzano le singole aree e fungono al tempo stesso da schermi per la luce riflessa. Al primo piano, in zona baricentrica al posto dei vecchi macchinari, si trova la 30 caffetteria-ristorante Fabrik cafè, concepita come un grande open space. Qui, tra un groviglio di tubi e valvole, offrono una pausa relax tavoli e confortevoli sedute di design. Elemento caratterizzante è il bancone del bar, realizzato in cristallo con un’intercapedine riempita di cocci di porcellane Rosenthal, retro-illuminati. In corrispondenza della caffetteria si trova un’area espositiva con le testimonianze

storiche dell’azienda, da una serie di attrezzature utilizzate per la lavorazione della porcellana alle immagini del vecchio stabilimento e delle sue linee di produzione. All’interno dell’outlet, oltre ai marchi storici Rosenthal, Thomas e Hutschenreuther sono rappresentati anche quelli del gruppo Sambonet e Paderno. Tutti i prodotti sono allineati lungo espositori modulari con ripiani regolabili, su tavoli o ripiani o in scaffali metallici e pallet per le offerte speciali. Grazie alla modularità e alle due differenti altezze, gli espositori, personalizzati con finiture e colori differenti secondo i diversi marchi, consentono sempre una percezione complessiva degli ambienti. Il progetto del nuovo outlet rientra in un programma di sviluppo dell’azienda che si appresta ad affrontare le sfide di un mercato globale.


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In alto: viste degli interni, con spazio di vendita, caffetteria-ristorante e museo. Nella pagina a fianco: vista dell’edificio che sorge sulle ceneri dello stabilimento storico. Sotto: planimetria. Top: view of the interiors with the sales point, coffee-bar/restaurant and museum. On the opposite page: view of the building constructed on the demolished site of the old factory. Below: the layout plans.

A MODERN OUTLET IN AN OLD FACTORY The industrial spaces of the historical factory of Rosenthal on Selb, Germany, have been refurbished to produce a scenographic sales outlet with a restaurant-coffee bar and museum on the history of the world-famous brand of porcelain and glass A sales outlet and a museum, a meeting place to keep the spirit of 125 years of tradition that has been filling the sails of one of the most prestigious brands in the world of tableware in porcelain and glass. This was the design idea presented by Frigerio Design Group (arch. E. Frigerio, M.Proietti Gaffi), responsible for the new show room/outlet for the company Rosenthal in Selb, Germany. The facility emerged from the ashes of the old departments of the historical company, a complex of heterogeneous buildings built over years of development; the outlet is split over two floors – a ground floor of 1300 sq.m. and a first floor of 2200 sq.m.; the design includes sales and exhibition areas

that are versatile and can be arranged and re-arranged over time to offer the customers something new with every visit. The original shell was maintained and preserves the building’s history with the channels, pipes and plant systems left visible. The two kilns used for firing the porcelain were also salvaged. However, apart from the furnishings, the new protagonist in the space was light that was maximized in its multiple expressions: direct, indirect, concentrated, scenographic to underline the industrial architecture of the spaces and the beauty of the porcelain, glass and metal objects on display. The interiors are defined by the span of the original lowered ceilings, produced from panels embellished with graphic designs that depict the most significant pieces of the production. The large panels characterize the individual areas and also filter the reflected light. On the first floor, the Fabrik coffee bar/restaurant, designed as a large open space. Here, amdist the network of pipes and valves, visitors can enjoy a moment of relaxation at comfortable design tables and chairs. The bar counter is the characterizing element, in glass with a back-lit chamber filled with Rosenthal porcelain.

Close to the coffee-bar, an exhibition area diplaying the company’s historical pieces, with a series of tools used to process the porcelain and images of the old factory works with its production lines. Inside the outlet, in addition to the historical Rosenthal, Thomas and Hutschenreuther brands, there are also pieces from the Sambonet and Paderno groups. All of the products have been aligned in long modular display units with adjustable shelving, on tables or shelving, or on metal units and pallets for the special offers. Thanks to the modularity and the two different heights, the display cabinets – customized with finishes and colors that differ depending on the various brands, will modulate the general view of the ambiences. The design of the new outlet is part of a more complex devolopment project undertaken by the company to tackle 31 the challenges of the global market.


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ARCHISCULTURA Project: Rok Grdisa Txt: Francesca Tagliabue Ph: Peter Mihelic Progetto vincitore del concorso Trimo Urban Crash del 2007, l’insolita struttura rossa progettata dall’architetto Rok Grdisa è ora stata installata in maniera permanente all’interno del parco Tivoli a Lubiana, in Slovenia Inizialmente l’originale architettura, una sorta di padiglione aperto in metallo composto da cinque enormi barre di metallo affiancate e piegate in diversi modi, fu realizzata come elemento temporaneo all’interno dell’area verde. Ma dopo i due mesi di esposizione inizialmente previsti, l’amministrazione comunale ha deciso di trasformarla in un originale info-point, per segnalare eventi e mostre all’interno del parco. Il giardino Tivoli infatti ospita al suo interno due musei (Il Centro Internazionale di Arti Grafich e il Museo Nazionale di Storia Contemporanea), un Orto Botanico e diverse aree in cui si organizzano mostre temporanee. La ‘scultura urbana’, come ama definirla

ARCHISCULPTURE This project won the 2007 Trimo Urban Crash competition. The unusual red structure designed by architect Rok Grdisa is now a permanent fixture installed in the Tivoli Park in Ljubljana, Slovenia

32 Grdisa, occupa una superficie di 25 metri quadrati; sulle pareti inclinate sono stati installati grandi pannelli che forniscono tutte le informazioni sulle attività all’interno del parco. Ingegnoso.

Initially the original piece of architecture, a sort of open metal pavilion consisting of five enormous adjacent metal bars folded in different ways, was created as a temporary feature in the park. However, when it had been on display for just two months, the city administrators decided to transform it into an original info-point, to provide information on events and exhibitions hosted in the park. The Tivoli Park contains two museums (The International Center for Graphic Arts and the National Mueum of Contemporary History), a Botanical Garden and a number of different areas for temporary exhibitions. The ‘urban sculpture’, the definition given by Grdisa himself, occupies a surface area of 25 sq.m.; large panels applied to the sloping walls provide a wide range of information on the activities scheduled inside the park. Ingenious to say the least.


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In senso orario: pianta, vista frontale e vista assonometrica della scultura urbana. Nella pagina a fianco: due viste dell’archiscultura ambientata nel parco Tivoli.

Clockwise: frontal and axial views of the urban sculpture. On the opposite page: two views of the sculptural architecture created in the Tivoli park.

PRECISAZIONI/EXPLANATIONS

A proposito dell’articolo ‘Principi e architetti’, pubblicato sul numero 120 (gennaio-febbraio-marzo) di ‘OFARCH’ (pagg. 166-171), contrariamente a quanto indicato nell’elenco dei progettisti teniamo a chiarire le seguenti attribuzioni. La nuova sede di Unindustria Treviso si trasferisce all’interno dell’ampio complesso edilizio commissionato a Mario Botta dal Presidente di Fondazione Cassamarca, Dino de Poli. Il team di progettazione che si è occupato della nuova sede è costituito dallo studio dell’architetto Paolo

Bornello con la società di ingegneria Sintagma Sp srl e l’architetto Gianluca Penna.

In reference to the article ‘Principles and architects’ published in issue 120 of OFARCH (JanuaryFebruary-March) (pages 166-171), we would like to clarify the information given in the credits: the new headquarters of Unindustria Treviso has moved to the large building complex commissioned to Mario Botta by the President of the Cassamarca Foundation,

Dino de Poli. The design team responsible for the new headquarters included Studio of architect Paolo Bornello, the Engineering company Sintagma Sp srl and Architect Gianluca Penna.

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VETRATE SULLA CITTÀ Txt: Monica Pietrasanta Ph: courtesy Cortesi Design S.r.l. Nel centro di Milano, una nuova architettura residenziale giocata su 34 un volume completamente vetrato, prima cilindrico e poi ‘sfogliato’ a ventaglio che dialoga con il verde circostante Un’architettura contemporanea, dai volumi dinamici e dai colori vivaci, caratterizza il progetto dell’immobile milanese di Via S. Lucia firmato dallo Studio Cortesi Design. La sua complessità volume-

Project: Cortesi Design S.r.l. trica deriva innanzitutto dall’essere stato realizzato all’interno di un terreno compreso tra una serie di edifici esistenti (su via Beatrice D’Este, Piazza Mondadori, via S. Lucia) prima interamente occupato dai capannoni di una fabbrica da tempo dismessa. Lo studio Cortesi Design ha scelto di realizzare un edificio che, utilizzando le stesse volumetrie dei capannoni demoliti, si sviluppasse in altezza, lasciando libere intorno ampie aree a giardino. È nato così un volume solido,

colorato di rosso, contenente il corpo scale e l’ascensore, dal quale fuoriesce un secondo volume cilindrico completamente vetrato che si allarga e si apre come un ventaglio man mano che si sviluppa verso l’alto per concludersi con un corpo solido, sempre rosso e totalmente in aggetto. Il sistema di sfogliatura a ventaglio, a ogni piano, genera ampi terrazzi aperti sul giardino di pertinenza. “Due sono stati i riferimenti culturali - ci spiega l’architetto Angelo Cortesi - uno

relativo alla tradizione mitteleuropea, con i terminali arrotondati che si affacciano sulle piazze (soprattutto berlinesi), l’altro, tipico milanese, con il volume perforato dagli oblò e connotato dal dialogo con le vetrate filtrate dalle veneziane in legno”. Dal punto di vista planimetrico, l’accesso al nuovo edificio avviene da un ingresso ‘dedicato’ dal palazzo storico presente sulla Via S. Lucia. Dall’atrio, una scala e un ascensore conducono al piano ammezzato dove è



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shed warehouses, developing them in a vertical direction to leave ample room for gardens at ground level. The resulting red building appears solid and contains the stairwell and the elevator shaft; a second completely glass-fronted cylinder extends from it and opens like a fan to conclude at the summit with an overhanging solid red block. Thanks to this fan-like arrangement, large open patios overlook the garden below. ‘There were two cultural references – according to Angelo Cortesi – one was the Mitteleuropean traditions (particularly from Berlin) with the rounded terminal components that overlook the squares; the other is typically Milanese with the volume punched by portho-

les and marked by the dialogue with the windows filtered by the wooden Venetan blinds’. In terms of the layout plans, access to the new building occurs through a dedicated entrance belonging to the old building on Via S. Lucia. From the atrium, a stairwell and an elevator lead to an intermediate floor with its garden. From here, through a glass-paneled porch, visitors access the entrance floor of the new building; here another stairwell and elevator shaft system provide access to the various floors above. The apartments are small-medium in size and the natural light from the windows contributes to dilating the space. Special attention was paid to the development of the glass

facades. Each window was designed as a single unit, with a wooden frame fitted with a glass chamber, automated wooden Venetian blinds contained inside an outer tempered glass casing which can be opened when required. The grids installed on the outside façade to mark the different floors allow air to enter, thus creating a ventilated wall that encourage air circulation inside the building.

In alto: la pensilina vetrata attraverso la quale si accede al piano d’ingresso. A sinistra: vista dei terrazzi che si aprono sul giardino. In apertura: vista dall’alto dell’intero complesso. Nella pagina a fianco: i volumi che si restringono ma mano si sale in altezza. Top: the glass porch that leads to the entrance floor. Left: view of the patios that open onto the garden. Opening shot: aerial view of the entire complex. On the opposite page: a view of the volumes that contract as they extend upwards.



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WORK IN PROGRESS

A PELLE DI LEOPARDO: ONE AIRPORT SQUARE Txt: Elviro Di Meo Il progetto, formato da vari volumi che seguono un pattern irregolare, tanto da ricordare il mantello di un felino, è organizzato in modo da creare una piazza pubblica verso il lato nord est dell’area, concentrando la massa dell’edificio in direzione opposta Un luogo fisico rivolto alla collettività, alla pari di una grande piazza aperta all’aggregazione sociale e all’integrazione multiculturale, oltre che un sito individuato per la costruzione di un complesso di edifici dal più ampio mix funzionale, tra cui ristorazione, uffici, negozi e residenze private. Sono, questi, i tratti che sintetizzano il recente progetto, in fase di realizzazione, firmato da Mario Cucinella per la città di Accra, la capitale della Repubblica del Ghana. Come la pelle di un leopardo, fatto di macchie maculate, i volumi seguono un pattern irregolare, formato da singoli punti che richiamano 38 alla mente il manto del felino. Agli spazi liberi si susseguono zone coperte amalgamate, tuttavia, da una pavimentazione continua, in grado di unire tutti gli elementi compositivi in una sola immagine, tale da divenire il segno identitario dell’intero tessuto urbano. Il masterplan e lo stesso progetto architettonico sono stati commissionati dalla Società Actis & laurus development partners, con l’o-

Project: Mario Cucinella Architects, Mario Cucinella, David Hirsch, Hyun Seok Kim, Luca Bertacchi Structural & Constructional Design: Politecnico Ingegneria e Architettura, Modena Local Architect: Deweger Gruter Brown, Accra Drawings and sketches: courtesy Mario Cucinella Architects biettivo di poter disporre di un’area attrezzata di ventuno mila metri quadrati. Secondo la particolare topografia del sito, la One Airport Square - questo il nome del progetto - è organizzata in modo da creare uno slargo urbano libero, in direzione nord est del lotto, concentrando la massa dell’edificio principale sul lato opposto. Il complesso edilizio è sollevato su una sorta di podio, in cui sono collocati gran parte dei parcheggi sotterranei, a causa della differenza di quota delle strade di accesso. Le pessime condizioni del territorio circostante giustifica l’idea di Cucinella e del suo team progettuale, composto da David Hirsch, Hyun Seok Kim e Luca Bertacchi: disegnare uno spazio pubblico o semi-pubblico, che verrà utilizzato principalmente dai dipendenti e, potrà, potenzialmente, diventare una piazza commerciale. Il blocco edilizio – quello in fase avanzata di cantiere - contiene negozi al dettaglio, ristorante, selfservice che conferiscono valore aggiunto all’area, aumentandone la fruibilità du-

rante le ore del giorno e della notte. Le facciate principali del palazzo sono orientate verso nord e sud; i prospetti est e ovest, che sono i più problematici in termini di controllo solare, sono stati ridotti al minimo per non esporre i fruitori alle alte temperature del luogo. Temperature che sono rese sopportabili, per quanto possibile, dalle terrazze a sbalzo che proteggono tutte le facciate dalle radiazioni solari dirette. Non solo: l’uso della vegetazione permette di mitigare il microclima, così come l’efficienza della ventilazione naturale è aumentata dalla presenza di una corte interna all’edificio. Intanto, le caratteristiche strutturali del progetto acquisiscono, contestualmente, un valore simbolico espresso dalla forma. Una sorta di maglia in cemento armato contribuisce, infatti, a sostenere esternamente lo sbalzo delle terrazze sporgenti, creando sui fronti un segno decorativo – una cifra stilistica caratterizzante - che allude ai motivi tipici dell’Africa.

Dall’alto al basso: plastico che mostra la vista notturna e schizzo. Nella pagina a fianco, in alto: sezione bioclimatica dell’aeroporto. In centro, da sinistra a destra: entrata e vista dell’atrio. In basso: pianta primo piano. From top to bottom: plastic model of the nighttime view and sketches. On the opposite page, top: bioclimatic section of the airport. Center, from left to right: entrance and view of the atrium. Bottom: layout plans of the first floor.


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LIKE THE LEOPARD’S SPOTS: ONE AIRPORT SQUARE The project consists of a number of volumes arranged as an irregular pattern, like the spots of a leopard’s skin. The plans define a public square that faces towards the north-eastern elevation, with the main volume of the building concentrated on the opposite side A venue for the community, on par with

the tradition large square for social gatherings and multicultural integration; there is also a construction site for a group of buildings with a mixture of functions – catering, offices, shops and private residential units. These is a basic description of the project that is currently underway. It was designed by Mario Cucinella for the city of Accra, the capital of the Republic of Ghana. Like the spots on a leopard’s skin, the volumes have been positioned with an irregular pattern, with a series of constructions dotted over the site. The open spaces are followed by roofed

areas joined by a uniform flooring; it pours the ensemble into a single image and identifies the entire urban fabric. The masterplan and the architectonic design were commissioned by the company Actis & laurus development partners, with the objective of planning an area of 21,000 sq.m. In line with the contours of the site, project One airport square has been organized to create a large urban square, to the north east of the site, concentrating the bulk of the main building on the opposite side. The building complex is raised on a sort of platform containing the underground

parking lots, and arranged to accommodate the difference in height in the terrain compared to street level. The poor conditions of the surrounding territory justify the design ideas presented by Cucinella and his design team of David Hirsch, Hyun Seok Kim and Luca Bertacchi: for a public or semi-public space, that will be used largely by the staff and could potentially become a shopping square. Part of the building is an advanced stage of development and contains the retail shops, a self-service restaurant that gives added value to the area, increasing the usability of the structure throughout the day and night. The main facades of the building are north- and south-facing; the East and West elevations – traditionally more problematic in terms of sunlight control – have been reduced to a minimum to protect the visitors from the high temperatures in the African state. Shelter from the heat is provided by the porched patios that protect the facades from direct solar radiation. Not only: the use of vegetation mitigates the micro-climate; the same applies to the efficiency of the natural ventilation, increases thanks to the presence of an internal courtyard inside the building. 39 The structural features of the project acquire a symbolic value that is expressed through its shape. The complex is sort of gridwork of reinforced concrete that contributes to the external support of the porched patios, creating a sort of decorative pattern that characterizes the facades and alludes to the typical motifs of Africa.


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WORK IN PROGRESS

RICOMPOSIZIONE URBANA: IL CAMPUS UNIVERSITARIO DI AOSTA Txt: Elviro Di Meo Drawings: Mario Cucinella Architects Si inserisce in un’importante area nevralgica del territorio della città di Aosta, il Campus universitario progettato da Mario Cucinella, con l’intento di recuperare e riadattare l’ex caserma Testafochi. Un sito, questi, posto a cerniera tra il centro storico, delimitato dalle mura romane, e la zona di espansione del capoluogo – il quartiere Cogne – in direzione ovest. Nell’intervento di recupero dell’esistente, si innestano una pluralità di fattori che possono essere determinanti per l’integrazione fra università e la città, tali da imprimere uno sviluppo qualitativo alla configurazione di due parti di Aosta finora divise dalla barriera dei muri perimetrali della zona militare e di consentire, nello stesso tempo, la riqualificazione di quegli spazi; spazi che, trovandosi finora ai margini esterni, risultano ca40 ratterizzati da relativo degrado e scarsa vivibilità. Il Campus è concepito come un insediamento aperto, un luogo di conoscenza e di formazione della cultura in contatto costante con l’humus urbano. L’ex caserma sarà resa permeabile alla mobilità pedonale introducendo, in diretto collegamento con l’ex Piazza d’Armi, funzioni e servizi (aula magna, caffetteria, negozi) che saranno a dispo-

Project: Mario Cucinella Architects + Pession Studio Associato Teatrastudio, Studio Rosset e Associati sizione degli studenti e dei cittadini. Il ruolo della nuova architettura, il cui linguaggio è improntato alla leggerezza e alla trasparenza di forme e materiali unite a una rigorosa ricerca dell’efficienza energetica, sarà quello di caratterizzare gli spazi dotando la città di Aosta di un organismo ideato nel rispetto della memoria collettiva e di quelle preesistenze più significative che dovranno non solo essere conservate ma anche valorizzate, quali le palazzine Giordana e Beltricco. A livello macro, la proposta di Cucinella privilegia l’organizzazione per funzioni. Ogni edificio è, pertanto, segnato da una propria autonomia funzionale, con specifica destinazione d’uso, pensato per non generare sovrapposizione tra funzioni poco compatibili, garantendo la flessibilità degli edifici per eventuali ampliamenti futuri. L’intero complesso è stato dimensionato in stretta relazione con le esigenze manifestate dall’Università della Valle d’Aosta, a seguito dell’aumento delle iscrizioni e dei nuovi corsi di laurea.

In queste pagine: viste dei diversi rendering del progetto. Sopra, a sinistra: schizzo di planimetria. Nella pagina a fianco: schemi delle strategie energetiche studiate per il progetto. On these pages: the various renderings of the project. Above, left: the layout plans On the opposite page: definition of the energy strategies developed for the project.


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URBAN REDEVELOPMENT: THE UNIVERSITY CAMPUS IN AOSTA The university campus designed by Mario Cucinella has been created at an important crossroad within the territorial boundaries of Aosta. The plans aim to recover and re-adapt the former Testafochi barracks. The site is located between the historical center, defined by the Roman walls, and the area of expansion of the city Aosta to the west,

in the Cogne district. In the reclaim of the existing building, a mixture of factors are essential to ensure integration of the university with the city. It actually impresses qualitative development of the interface between the two parts of Aosta, until now separated by the barrier of the walls of the military zone and simultaneously qualifies the spaces. The spaces were once on the outside and are marked by signs of deterioration and poor visibility. The Campus has been designed as an open settlement, a place of learning and culture in constant contact with the urban fabric.

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The former barracks will be permeable to pedestrian mobility; it connects directly with the former Piazza d’Armi with functions and services (the Great Hall, the coffee bar, the shop) which will be open to students and the inhabitants of the city. The language of the new architecture is spiced by lightness and the transparency of shapes and materials and combined with research into energy efficiency; it will characterize the spaces and equip the city of Aosta with an amenity designed in respect of the collective memory and the more important existing buildings which are preserved and enhanced – for example, the Giordana and Beltricco buildings. On a macro level, Cucinella’s proposal pays maximum attention to the organization of the functional aspects. Every building has been designed to be autonomous, with a specific destination of use, designed to avoid overlapping of functions that are incompatible, and ensuring flexibility of the buildings for any future extensions. The entire complex has been sized in tight relation with the demands of the University of the Valle d’Aosta in Northern Italy, following an increase in the enrolments and the new degree courses offered.

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