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A.A.A. SERIE AGENZIE ED AGENTI DI PUBBLICITA’ CERCASI !
Solo agenti di commercio e società dotate di un ampio e brillante trascorso nel settore della vendita degli spazi pubblicitari, dotate del requisito di agenzia o di regolare iscrizione quali agente di commercio (anche plurimandatari) – astenersi procacciatori o soggetti privi di reali requisiti dimostrabili. La rivista mensile DEGUSTA® sta ricercando sul territorio nazionale agenzie cui affidare mandato in esclusiva o plurimandati per località, province o regioni, in base alle capacità operative dell’agenzia. La ricerca è particolarmente mirata ad agenzie collocate nel Sud Italia o all’estero; sono soprattutto le realtà produttive del sud Italia ad avere esigenza/interesse a penetrare maggiormente nei mercati popolosi e più ricchi del Nord Italia: la rivista DEGUSTA®, diffusa in oltre 21.000 copie mensili, forte di una seria redazione e di un valido team di collaboratori, si pone in mezzo a questa domanda/offerta, garantendo ottimi risultati a tutti gli inserzionisti pubblicitari. La nostra ricerca si intende rivolta
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ad Agenzie ed Agenti fortemente operativi sul territorio delle seguenti regioni, che rappresentano per noi un importante riferimento su cui operare: SARDEGNA, SICILIA, PUGLIA, BASILICATA, ABRUZZO, MOLISE, CAMPANIA, LAZIO La ricerca si intende rivolta a operatori o collaboratori capaci di agire e muoversi in totale autonomia e non alla ricerca di lavoro con stipendio fisso. Le agenzie o gli agenti di commercio specialisti nella vendita di spazi pubblicitari sono pregati di inviare la propria proposta scritta con dettagliato riferimento all’attività sin qui svolta e agli attuali incarichi. Il compenso che verrà proposto ai prescelti è tale da soddisfare anche la candidatura più esigente. Inviare candidatura a info@degusta.it
EDITORIALE
Settembre, andiamo!
GIANLUIGI VERONESI
Si torna in città, dietro ai banchi di scuola, corroborati dalle vacanze recenti, con un filo di malinconia, che speriamo compensato da un’energia ritrovata, da una carica che ci sorregga nella ripartenza inevitabile e, talvolta, benvenuta.
Questo numero settembrino di Degusta, vi porta tante idee per passare un mese splendido nella nostra bella Italia, magari a due passi da casa, non per una settimana o due, ma per un giorno, mezza giornata o poche ore al più. Il nono mese dell'anno, infatti, regala in giro per il Belpaese sagre, feste e fiere in misura superiore a tutti i precedenti: l'abbondanza dei frutti della terra, il solleone che cede il passo, i primi funghi e tartufi, l’aria di vendemmia: sono tutti fattori che giocano a favore di una voglia di chiudere degnamente la bella stagione, cui i nostri lettori non possono sfuggire.
E allora, in advance rispetto alle pagine che seguono, ecco tre eventi simbolo da non perdere. Per chi vive al nord (ovest) l'appuntamento imperdibile è “Piacere, Barbaresco”: dal 4 al 7 settembre, torna per il terzo anno la manifestazione che fa incontrare consumatori e produttori, davanti alle bottiglie e per le strade di uno dei borghi enoici giustamente più celebri del Piemonte viticolo. Per chi vive al Centro, Bologna si trasforma nella capitale italiana del tubero più diffuso e pregiato, la versatile e nutriente Patata, con un'attenzione tutta speciale per la patata bolognese, vero fiore all'occhiello dell'orticoltura emiliana. Dal 21 al 27 settembre degustazioni, convegni, educational tours, happenings di vario genere per conoscere meglio questo ingrediente tutt'altro che umile. Infine, per chi vive al Sud, la chiusura del mese regala un finale pirotecnico con la tre giorni (28-30 settembre) che vede il proprio compimento nella straordinaria notte bianca partenopea. Un appuntamento imperdibile per godere insieme le bellezze architettoniche e artistiche della metropoli campana, le possibilità di shopping a 360° e a tutte le ore, oltre, naturalmente a tutte le delizie enogastronomiche che la Campania Felix sempre riesce a regalare, da ben più di duemila anni, a chi vi si imbatte.
Per chi voglia chiudere degnamente la bella stagione, questo numero di Degusta porta tante idee per passare un mese splendido
Rinnovata o no la verga d'avellano, vale la pena di partire. No?
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SOMMARIO Editoriale
Settembre, andiamo!
Attualità
Guerra e Pace 2
Gastronomia
Un bambino sorridente in un campo di girasoli Foto © Günter Menzl
Pag 62
Un bel “Giro di Vite” I funghi di Valentina L’animale prima di tutto La patata light Ricette d’Autore
Turismo Enogastronomico Speciale “Mete Settembrine” Itinerari Montagna Itinerari Mare Itinerari Alternativi
Vini
Prosecco, champagne d’Italia Bacchus amat colles Il moscato: vino da bere
Rubriche
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Pag 42-43
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Blocknotes Patata inBo Tutto Week-end Libri da gustare
pag 3
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DEGUSTA ®
L a R i vis ta del Gusto e de l Turismo Enogastronomico
Via Caduti di Sabbiuno, 1 - 40011 Anzola Emilia (BO) Tel/Fax + 39 051 736770 – Tel + 39 051 3167788 www.degusta.it - Email: info@degusta.it
In redazione: Gianluigi Veronesi Direttore e A.D.
Editore e Amministratore Delegato Gianluigi Veronesi marketing@degusta.it Direttore responsabile Gianfranco Leonardi Redazione Annalisa Borsari Matteo Palozzo Valentina Di Maria redazione@degusta.it
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Collaborano Michele A. Fino, Antonella Fiorentini, Luigi Ialuna, Luca Gardini, Mara Musante, Giuseppe Mila, Michele Petrocelli, Marco Baroncini, Angelo Lo Rizzo, Piero Valdiserra In questo numero Filippo Taddia, Carlotta Nastasi, Paolo Mezzotta, Alice Colantonio
Annalisa Borsari
Responsabile di redazione
Daniela Turrini Redazione
Matteo Palozzo Redazione
Valentina Di Maria Redazione
Fiammetta Mazzavillani Ufficio Pubblicità
Numero ROC: 9559
Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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BLOCKNOTES ] Cesena Il primo Summit Europeo della frutta Si terrà il 6 ottobre prossimo a Cesena, organizzato da CSO e Cesena Fiere. All’importante appuntamento parteciperanno i protagonisti dell’ortofrutticoltura nazionale ed internazionale. Il Convegno sarà una occasione unica per fare il punto sulle previsioni di produzione della frutta invernale: pere, kiwi e agrumi, sia a livello italiano che europeo e mondiale. Il Summit sarà l’occasione per un confronto diretto tra i principali operatori mondiali di settore della Spagna, alla Nuova Zelanda, alla Francia, al Belgio, all’Italia. Una occasione unica e inedita per capire il futuro dell’ortofrutta in Europa.
Mario Soladti, negli anni settanta, in una tipica espressione.
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] Bologna Mario Soldati, una grande mostra Bologna rende omaggio a Mario Soldati, a dieci anni dalla scomparsa, con una grande mostra che si terrà presso il Palazzo dell’Archiginnasio di Bologna (piazza Galvani,1) dal 16 settembre fino al 31 ottobre 2009. Narratore, giornalista, regista, autore televisivo, Soldati ha lasciato opere memorabili in letteratura, nel cinema e nella televisione. È stato un appassionato interprete dell’identità italiana ed è considerato da alcuni il massimo descrittore dell’Italia del novecento, dal primo all’ultimo decennio. Informazioni: Associazione Mario Soldati, 338 4783564
A cura della redazione
] Cultura Con I Piedi Per Terra Settimana dopo settimana, senza pause, CON I PIEDI PER TERRA ha seguito tutta la campagna estiva, per affacciarsi ora alle colture autunnali, pera e susina in particolare. Dalla pera IGP dell’Emilia Romagna alla susina valorizzata fresca ma anche trasformata in confetture. Settembre è anche il mese dei grandi eventi: a cominciare da EXPOGREEN, kermesse del verde e dell’outdoor che la redazione del programma seguirà in diretta giorno per giorno. Per il mondo del naturale in contemporanea la Fiera di Bologna ospiterà il salone SANA. E poi la patata negli eventi di PATATA IN BO. La vendemmia e il piano di sviluppo rurale saranno gli altri filoni della trasmissione in onda su Telesanterno al sabato alle 12.30 e in prima serata il martedì alle 21. Sul circuito nazionale Odeon TV (in contemporaneaviasatellite)lavisione è il lunedì alle 20.30. Si sta arricchendo anche il sito internet www.conipiediperterra.com.
] Perù La fiera “Mistura” a Lima Dal 24 al 27 settembre prossimi Lima, capitale del Perù e della gastronomia d’America, sarà protagonista della manifestazione Mistura, giunta alla sua 2° edizione, un’occasione per conoscere la ricca varietà di prodotti e piatti preparati da grandi chef e per gustare una delle tradizioni culinarie più gustose dell’America Latina, che saprà
stuzzicare i vostri sensi. La gastronomia peruviana è una vera e propria scoperta per il palato, un’opera d’arte dove si fondono un’infinità di prodotti, sapori, colori e aromi non solo frutto di questa terra, ma di una profonda influenza internazionale.
] Romagna e Marche Al via il “Consorzio Produttori Formaggi Stagionati” Rilanciare, tutelare e promuovere il consumo del Formaggio di Fossa: è questa la missione del nuovo Consorzio Produttori Formaggi Stagionati. Punta di diamante della nuova realtà consortile è comunque il Formaggio di Fossa di Sogliano DOP: la specialità casearia, ottenuta con latte ovino, vaccino o misto e “infossata” per la stagionatura in apposite fosse di arenaria, che ha saputo conquistare nel corso degli anni un
] Bologna Festa del ringraziamento 2009 Si è ripetuto anche quest’anno il consueto appuntamento proposto da Cortesi & Friends nell’accogliente campagna di Zenerigo di Persiceto (BO). L’invito a noi di Degusta recitava così: “Nell’inevitabile momento in cui il “Controllore” passa a staccare la tua medaglia di permanenza a questa meravigliosa vita formuli promesse e giuramenti altrimenti impossibili pur di ottenere la proroga richiesta. Anche quest’anno desidero mantenere la promessa e trascorrere con le tante persone a me care, accompagnate dai loro amici, la tradizionale Festa del Ringraziamento”. Carlo Cortesi. Le libere offerte raccolte durante la serata sono state come sempre devolute in beneficenza.
interessante spazio di mercato. Oggi l’esigenza prioritaria è avviare un’attività di rilancio del “Sistema Formaggio di Fossa” con l’obiettivo d’intervenire sull’intera filiera produzione-mercato per restituire prospettive a tutti i protagonisti di questo
comparto. “La missione del Co.Pro.Fo.S. – sottolinea il presidente, Vittorio Gozzi - è creare un sistema di produzione, promozione e commercializzazione del Formaggio di Fossa di Sogliano DOP per salvaguardarne i valori di qualità, sicurezza e tipicità”.
Analisi del rischio di settore: Viaggi e Turismo
L’analisi della rischiosità dei settori merceologici indica il grado di rischiosità media a livello nazionale e regionale elaborata in base alle valutazioni contenute nelle informazioni economiche e classificate in tre categorie di rischio: alto, medio, basso.
Per maggiori dettagli su singola azienda, di tutti i settori merceologici, prego contattare: Vincenzo Sereno 338-2545873 oppure scrivere a: marketing@degusta.it
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BLOCKNOTES
La vita dietro le vetrine di “Naturalmente Casa”
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] Bologna Il primo Reality Shop Di fronte all’incalzare della crisi i Bolognesi riscoprono il piacere della casa. “Naturalmente Casa” di Viale Oriani 44 si è fatto interprete di questa tendenza realizzando il primo “Reality Shop”: il proprietario Mauro Panzacchi e la moglie assieme ad altri due amici sono rimasti tutta la notte di venerdì in bella vista nelle vetrine illuminate del negozio, per mostrare i piaceri della vita in casa. “Niente di provocante - precisa Mauro ho solo voluto far vedere come può essere piacevole stare in casa assieme agli amici e nel frattempo ho sperimentato personalmente le comodità offerte dagli arredamenti che vendo”. E la gente, a giudicare dai curiosi che si fermavano davanti alle vetrine a discutere su cosa stesse succedendo, ha apprezzato questa performance un po’ pazza.
] Classifiche 17° Concorso Internazionale Vini di Montagna Come ogni anno, il Concorso internazionale Vini di Montagna ha assegnato il premio speciale “Cervim 2009”. Quest’anno sono stati insigniti di questo prestigioso premio: per la Germania Weingut Hubertushof Gbr Lieser P(Mosella); per l’Italia Maison Anselmet - Villeneuve (Ao); per la Spagna Regina Viarum, S.L. - Sober (Ribeira Sacra - Galizia), per la Svizzera Rouvinez Vins - Sierre (Vallese). Secondo le modalità stabilite dal regolamento del concorso, questo viene assegnato alle aziende che abbiano raggiunto il punteggio minimo di 80 centesimi in base al metodo di valutazione “Union Internationale des Oenologues”. ] FIERE Expo Green Ispirazione Naturale Settembre è il mese delle fiere. Ma la più gettonata quest’anno e Expo Green e Ispirazione Naturale che si terrà dall’11 al 13 Settembre. La manifestazione si svolgerà nei padiglioni fieristici di Bologna e sarà interamente dedicata al verde in tutte le sue sfumature. Dalle ambientazioni suggestive, all’esposizione delle macchine agricole, al concorso “Giardini in corso” fino all’animali l’Animal show… ce ne sarà per tutti i gusti. Per info: www.ispirazionenaturale.it
Guerra e Pace 2
Fiere alimentari
È ancora tensione tra le due principali fiere italiane dedicate all’alimentare, che a suon di novità, eventi speciali ed altro non smettono di contendersi il trono di fiera-simbolo del settore
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i tratta delle due maggiori fiere alimentari italiane, Cibus e Tuttofood, dopo una profusione di parole di pace da ambedue le parti e dopo che Parma aveva trasformato il previsto CibusPro da Fiera in conferenza, abbiamo visto che, alla presenza di una folta schiera di Direttori marketing delle più importanti aziende italiane, Parma ha presentato un’interessante ricerca dal titolo “L’industria di marca alla conquista del fuoricasa”, facendo una vera invasione di campo rispetto al territorio che gli accordi (che dovevano essere sanciti definitivamente il 30 giugno, ma che sono tuttora in discussione) assegnavano a Tuttofood. D’altra parte la manifestazione milanese ha risposto proclamando di aver aumentato notevolmente il numero degli espositori e dei visitatori, soprattutto stranieri, e si è presentata con il Ministro Zaia sprizzante gioia, anche per l’ottenimento della IGP da parte dell’Aceto Balsamico proprio nel giorno dell’inaugurazione. Al successo e
al prestigio della manifestazione ha molto contribuito anche la Regione Lombardia. In un messaggio del Presidente Formigoni si affermava: “L’auspicio, ma anche la certezza, è che TuttoFood diventi in questi anni che ci separano dall’Esposizione Universale un vero e proprio punto di riferimento per l’intero settore agroalimentare italiano e internazionale”, che non è esattamente un proclama di pace. A riprova di quanto la Regione punti su questa manifestazione, il neoassessore all’Agricoltura Luca Daniel Ferrazzi all’inaugurazione ha ricordato che la Lombardia è la prima regione agricola d’Italia ed ha presentato un interessante servizio: “Buona Lombardia Highlights”, un software assolutamente avveniristico, grazie al quale gli operatori possono ottenere in tempo reale, scaricandole sul computer o sul telefonino e avendole sempre a disposizione, tutte le informazioni possibili sulla presenza delle aziende lombarde a Tuttofood e sulla loro dislocazione nell’ambito della fiera. (G.P.)
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Un bel “Giro di Vite” Incontri di gusto
GIANFRANCO LEONARDI
Grandi apprezzamenti di pubblico e stampa alla degustazione di delizie campane nella nuovissima enoteca bolognese. Protagonisti della serata, eleganti vini e formaggi della tradizione Giro Di Vite Via Delle Fonti, 45/b 40128 Bologna Tel. 051 3546171
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he Federico ed Elisa, i giovani gestori della nuova enoteca con cucina “Giro di Vite” volessero stupire, in una notte di mezza estate, i tanti ospiti convenuti, è stato lampante fin da subito. La serata tutta dedicata ai sapori e ai colori della Campania, per un percorso di degustazione attraverso i profumi di una terra baciata dal sole, ricca di tradizioni e di meravigliose scoperte gustative ha infatti ottenuto il successo della critica, sia del pubblico che dei numerosi professionisti della stampa specializzata. Da una nota “falangina” a un interessante rosato “Pedirosa” fino al più
deciso “Piedirosso”, varietà tradizionali risalenti alla colonizzazione greca del luogo, per tornare poi a un dolce e profumato “Passio”, vino passito di gran pregio, i vini in degustazione firmati dalla nota azienda agricola La Sibilla hanno convinto anche i più esigenti, grazie a profumi e suggestioni del palato che hanno offerto, in abbinamento al menù proposto dai ragazzi di “Giro di Vite”, un assaggio rivelatore di quel patrimonio enoico di una Campania ancora capace di stupire. Le portate della cena a degustazione, curate a livello estetico e contenutistico, grazie al sapiente impiego di materie prime freschissime e da una contestualizzazione che è stata al tempo stesso una panoramica completa dell’enogastronomia campana, hanno vantato anche nomi in ascesa come il rinomato Caseificio Chirico. Una conferma, quella dei due gestori del “Giro di Vite” che dimostra come si possa diventare una meta del gusto grazie a passione, impegno e ricerca qualificata delle proposte.
I funghi di Valentina Prodotti ecologici
CARLOTTA NASTASI
L’azienda Agricola Funghi Valentina nasce 27 anni fa con l’obiettivo di fornire Champignon di Alta Qualità nel rispetto del’ambiente, senza residui nocivi alla salute dell’uomo ed alla natura
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n Val Cantalupo, in località Tintoria, nel comune di Minerbio (BO) si trova questa azienda della famiglia Borghi che si contraddistingue nel seguire scrupolosamente i disciplinari di agricolturaintegrata.Lastruttura,infatti, si armonizza nell’ambiente naturale senza inquinare grazie all’utilizzo di energia pulita grazie all’uso di metano. Abbiamo parlato direttamente con Valentina Borghirivolgendolealcunedomande:
Perchè la scelta di una produzione strettamente legata al fungo champignon? L’idea nasce dal fondatore, mio padre, Oriano Borghi, che nel 1980, stanco di un'agricoltura estensiva sottoposta a ritmi e mercati altalenanti pensò a questa nuova coltura che a fine anni ‘70 era arrivata in Italia, con l'idea di un'agricoltura che non soggiacesse a antiparassitari, stagioni e ritmi imposti da compratori come industria agroalimentari o cooperative: da qui, prima con 4 siamo arrivati ad oggi con 30 stanze colturali, coltivazione da agricoltura integrata e Biologica, utilizzando energia solare ed il gas metano, per avere
eco-sostenibilità e rispetto dell'ambiante che ospita l'azienda agricola ed i suoi dipendenti che sono oramai una cinquantina.
La produzione: tecniche e segreti. Cosa fa la qualità del fungo? Abilità nella coltivazione, importanti e costose scelte strutturali, metodo di raccolta e confezionamento, rispetto dei tempi di coltura e igiene e pulizia degli ambienti.
Mercato: a chi vi rivolgete, come sta andando, cosa prevedete per il futuro? Tutta Italia, i nostri Big nella rivendita sono Sardegna, Puglia, Sicilia, Emilia Romagna, ma anche Marche, Abruzzo, Toscana e Veneto. Per il futuro gli imprenditori come noi non possono fare altro che cercare nuovi mercati, fornendo nuovi ed efficienti servizi. La "crisi", certo esiste, ma non per noi che da sempre ci rivolgiamo agli appassionati come di qualità, genuinità e freschezza, da sempre il nostro segreto! E’ un momento da cogliere per aumentare efficienza ed efficacia, diminuire costi e sprechi ed aumentare flessibilità e servizio.
Funghi Valentina Via Cantalupo 10 40061 Minerbio (Bo) Tel. 051 879760
Valentina Borghi
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L’animale prima di tutto
Alimenti naturali
A Formigine (MO) una famiglia di allevatori ha convertito il sistema di allevamento tradizionale con trattamenti a base di prodotti omeopatici e naturali. Nascono così i prodotti Cura Natura
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Prosciutto di Parma
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hi l’avrebbe detto che esistevano i maiali “omeopatici”? Nel modenese la famiglia Ferri, su consiglio di un collaboratore titolare di una erboristeria, nel 2001 prova a curare alcuni suinetti malati con polline di fiori. Questa singolare esperienza ottiene un risultato eccellente, e permette ai Ferri di iniziare a pensare un nuovo
sistema di allevamento. Contemporaneamente iniziano numerose collaborazioni coi più autorevoli centri di ricerca per monitorare l’uso delle cure naturali nel tempo. Nel 2005, raggiunti ottimi risultati nel perseguimento del benessere animale, nella tracciabilità e prevenzione, inizia la produzione e commercializzazione di salumi e carni. La filosofia che guida il sistema di allevamento Cura Natura mira ad un equilibrio etico, ricercando il benessere del suino in ogni sua fase di crescita. Questo attraverso attività di gioco e particolari accortezze ambientali che riducono lo stress dell’animale, limitando la necessità di antibiotici e favorendone una crescita in salute, con migliori risultati nel prodotto finale. La cura dell’alimento e del modo di alimentare liberano l’animale da fame, sete e dal disagio, dalle ingiurie e dalle malattie e gli permettono di esprimere il normale comportamento della specie.
Le 4 età del maiale Scrofa che allatta: occorre garantire alla scrofa la massima tranquillità perchè possa affrontare il parto in serenità. Per le scrofette al primo parto è necessaria una maggiore attenzione. Vengono utilizzati prodotti alle erbe per stimolare la produzione del colostro (il primo latte). L’utilizzo della carta in sala parto permette il rapido raggiungimento del benessere termico dei nuovi nati. Svezzamento: la presenza assidua del “tutore” (addetto che stimola l’assunzione dell’alimento zootecnico) oltre a ridurre lo stress dei suinetti abituati a 20/21 poppate al giorno li porta anche a non avere timore dell’uomo. L’utilizzo di distrattivi permette di ridurre stress e conflitti di branco e quelli di principi naturali attivi favorisce lo sviluppo del sistema immunitario del suino. Ristallo: il ristallo avviene in branchi da 40 capi. È in questa fase che il soggetto è giocherellone e brioso per natura. L’utilizzo di oggetti, fieno ecc.. come distrattivi nel box riduce i conflitti per la supremazia del branco e la sensibilità dell’operatore fa sì che rimanga ottimo il rapporto uomo-animale. Magronaggio, tranquillità e riposo: è la fase dell’ozio e del relax, si svolge in box da 25/30 soggetti. L’alimentazione è accompagnata dal siero.
Un bel suinetto allevato dalla famiglia Ferri
La Salamella Cura Natura
I prodotti La carne prodotta da Cura Natura arriva al banco o al salumificio accompagnata dal Certificato Di Percorso Vita o dalla certificazione del macello. Tra carni, salumi e prodotti di gastronomia precotta, il punto di forza dei prodotti Cura Natura è rappresentato dalla linea di Gastronomia Medievale. Nasce da un’idea che vuole rafforzare il legame tra gli alimenti e il territorio modenese, andando a coinvol-
gere la componente emozionale del consumatore. Rappresentati principalmente dal prosciutto medievale, una saporita coscia di maiale aromatizzata con i sapori del campo e cotta al forno, sono prodotti naturali, sani e gustosi, dai mille usi in cucina ed adatti per ogni stagione. (A.B.)
AgriRico srl Via Imperatora 18 41043 Formigine (MO) Tel. 059 572194
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La patata light
Degusta consiglia…
Il successo dell’innovazione di Romagnoli F.lli Spa confermato dall’introduzione sul mercato di èVita Light, la prima patata a ridotto contenuto calorico, senza rinunciare al gusto
È
Roberto Chiesa e Giulio Romagnoli presentano la patata èVita Light
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appena uscita sul mercato, ma la nuova patata del gruppo Romagnoli ha già superato ogni aspettativa. Si chiama èVita Light, frutto della collaborazione con il gruppo olandese Hzpc, e il suo punto di forza è l’apporto calorico, ridotto del 30%. Questo prodotto, inserito soltanto su un numero limitato di punti vendita e su una sola catena di distribuzione, è riuscito a contrastare il notevole calo dei consumi ortofrutticoli che si è presentato nel mese di luglio, anche a causa delle
elevate temperature. “In molti ci hanno consigliato di uscire con il nuovo prodotto soltanto nel mese di settembre – ha detto Roberto Chiesa, Direttore Commerciale Linea Fresco – ma era necessario inserirsi sul mercato contemporaneamente alla raccolta delle patate nuove. E fortunatamente il nostro azzardo è andato a buon fine.” La prima patata light esistente è un prodotto naturale, certificato e controllato, frutto di un giusto mix fra territorio, scelta varietale e tecnica produttiva. Una patata, èVita Light, che si preannuncia un indiscusso successo grazie alle eccellenti caratteristiche organolettiche, che la rendono adatta a molti metodi di cottura, e alla componente nutrizionale, che apporta tutti i principi nutrizionali presenti nelle comuni patate, “risparmiando” sulle calorie. Ideale quindi per chi, pur volendo stare attento alla linea, non se la sente di rinunciare a un gustoso piatto di patate. (M.B.)
Mete Settembrine Molte sono le persone che approfittano della bella stagione e del clima più mite per godersi le ferie nel mese di settembre. Ecco allora che Degusta presenta località, itinerari, proposte di tour da vivere a contatto con la natura, la cultura e l’enogastronomia del nostro Bel Paese. Allora buona lettura, sperando che le prossime pagine possano far sognare anche chi, le ferie, se le è già godute prima. Gianluigi Veronesi
A pag 17: gli Itinerari di
Montagna A pag 26: gli Itinerari di Mare A pag 44: gli Itinerari Alternativi
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ANNALISA BORSARI
Passaggio in Alto Adige
Itinerari Montagna
Era una notte buia e tempestosa ed il vento soffiava sulle strade desertechestaglianolavallata...Nono,noncambiaterivista!Non sitrattadellascenainizialediunfilmdell’orroremadelladescrizione del mio arrivo in questa vallata altoatesina davvero affascinante.
L’
Natural Park Rieserferner-Ahrn
ultimo weekend di giugno la redazione Degusta ha partecipato ad un educational per giornalisti organizzato in Val Casies, una laterale della Val Pusteria. Questa valle è lunga 18 km, e si estende da Monguelfo verso nord. Si corre dolcemente lungo la vallata su una bella strada che passa per le località di Colle, S. Martino e S. Maddalena e Tesido. L’arrivo dei giornalisti è iniziato il venerdì pomeriggio, presso l’Hotel a conduzione familiare Magdalenahof**** (S.Maddalena Valle di Casies, tel. 0474 948550), l’accoglienza del titolare, Josef Burger è stata impeccabile, in particolare la cucina proposta dallo chef Christian Costa (indimenticabile il risotto al limone con “formaggio al pepe arlecchino”, prodotto dal maso “Weitlanerhof” della Valle Aurina) ed i servizi offerti dalla struttura – una
Spa ben attrezzata con piscina coperta e scoperta, sauna e bagno turco, docce emozionali e idromassaggio. Molto denso il programma del sabato, il salutare “percorso Kneipp” a piedi nudi nell’acqua ghiacciata del torrente, secondo le indicazioni del Dr. Sebastian Kneipp, che studiò e formulò questa terapia naturale circa 100 anni fa. Un’esperienza da provare, soprattutto in compagnia della nostra guida Siegfried Bachmann! (www.wanderfuehrer.it) Nel pomeriggio invece, dopo il gustoso pranzo al ristorante panoramico Mudlerhof a Tesido, abbiamo scoperto il museo tematico Maso Voadohuibn, a S.Maddalena, sulla vita contadina della montagna dei decenni passati. Indimenticabile la dolcezze e pazienza della minuta padrona di casa. Dopo il rientro in hotel per una meritata doccia, la serata si è consettembre 2009
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clusa presso il Ristorante Hotel Quelle**** S , struttura di lusso di recente costruzione. L’ultima giornata, la domenica, ci ha portati finalmente a contatto con la montagna; merito della passeggiata tra i boschi e i cavalli liberi al pascolo, fino a raggiungere la malga Kradorferalm per il pranzo. Poi rientro in hotel e con un po’ di tristezza partenza per il ritorno alla volta di Bologna.. questa volta con il sole però!
Un hotel nella natura incontaminata
Sopra: la passeggiata Kneipp Sotto: cavalli al pascolo durante la passeggiata nel bosco
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Abbiamo rivolto alcune domande al capofamiglia Josef Burger per analizzare gli andamenti del mercato, confrontando gli afflussi di turisti nelle stagioni passate rispetto a quella attuale per renderci bene conto di come stiano cambiando le tendenze.
Come è andata la passata stagione invernale? “C’è stato un aumento della clientela del 5% rispetto al 2007, grazie al fatto che quest’anno ha nevicato molto. Questo ha incentivato le presenze di appassionati sciatori, che si sono presentati numerosi durante il periodo da novembre fino a fine aprile”.
Come prevede l’Estate e soprattutto la prossima stagione invernale? “Viste le prenotazioni che già sono state effettuate per l’Estate 2009 si registra una crescita degli arrivi del 30% rispetto all’Estate 2008. Ciò mi fa osservare come, nonostante la crisi, la gente non rinunci alle vacanze in montagna, magari preferendole ai costosi soggiorni nelle località balneari. Posso quindi sperare che anche la prossima stagione invernale ci riservi dei buoni risultati, come è stato negli anni passati”.
Vita di Montagna
Tra un pranzo a base di canederli e passeggiate tra gli antichi masi si ha l’opportunità di visitare la “vecchia casa Voadohuiba” a S. Maddalena, per conoscere la vita contadina del passato. Vi accoglierà Maria, una gentile signora che con pazienza vi illustrerà e farà provare gli antichi attrezzi del faticoso lavoro contadino. Come tappa finale della visita potrete preparare, insieme alla padrona di casa, delle specialità dolciarie a fuoco aperto e gustarle al suon di fisarmonica e muggiti di vacca.
Maso Voadohuibn a S.Maddalena Visita: ogni venerdì dal 17/05 al 01/11 Dalle ore 16:30 alle ore 18:00. Prenotazione: entro le ore 20.00 di giovedì - Tel: 0474/948065 oppure 335/5322258
Hotel Magdalenahof S.Maddalena/ Valle di Casies Tel: 0474 948550 Fax: 0474 948179
Josef Burger, titolare del Magdalenahof, insieme alla moglie
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La Valle dei castelli Itinerari Montagna
MARCO BARONCINI
Tour tra manieri, enormi alberi secolari, villaggi in pietra e luoghi fantastici. Ma anche cantine e luoghi da non perdere per una vacanza indimenticabile in Valle D’Aosta
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Comunità Montana Cervino – Chatillon – Aiat Saint Vincent
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ra castelli e fortificazioni particolarmente numerosi e ben conservati, il paese di Châtillon ospita il castello attualmente abitato dalla famiglia Passerin d’Entrèves. Qui possiamo visitare il parco con ben 33 alberi monumentali di 9 specie diverse, all’ingresso del quale si possono notare due esemplari di acero riccio, mentre proseguendo verso la radura si incontra il maestoso cedro del-
l’Atlante,monumentaleperledimensioni, l’età e l’origine esotica. Su un promontorio ad ovest di Châtillon, in Località Cret de Breil, troviamo il castello del Baron Gamba, realizzato nel 1911. Una sobria pianta rettangolare con tetto a spiovente rialzato al centro: una struttura insolita per l’architettura del ‘900 che normalmente peccava di sfarzo esagerato. Qui sono due gli alberi monumentali ori-
ginari dell’America Settentrionale: la sequoia, situata ai piedi del castello ed il cipresso calvo, lungolarecinzionedelparco.Isolato su un picco strapiombante sulla Dora, troviamo invece il castello di Ussel (1341-1345). È il più antico esempio di castello monoblocco in Valle d’Aosta e segna un momento di passaggio nell’architettura militare feudale.L’ultimosuoproprietario,ilbarone Marcel Bich, dopo il recente restauro lo ha donato alla Regione che lo ha aperto al pubblico e reso sede di esposizioni temporanee (Tel. 0166 563747). Da Ussel potremo spingerci verso Pontey; qui potremo visitare la chiesa dedicata a San Martino costruita nel 1764. Da Châtillon andando verso Chambave si notano i primi vigneti che si infittiscono poi attornoalpaese.Quisiproducono i famosi Rouge de Chambave e
il bianco Chambave Muscat. Oltreallafamosaproduzionedimoscato, Chambave è noto anche per la sua posizione sulla via delle Gallie e per la chiesa parrocchiale di San Lorenzo, con il bellissimo campanile romanico a bifore e cuspide. Salendo da Chambave si incontra Verrayes. Pur essendo molto piccolo il comunecomprendecirca60piccoli villaggi e fu abitato fin dalla Prima Età del Ferro, come testimonianorarirepertiarcheologici, e successivamente in epoca romana. Tutta la zona, che nel Medioevo fece parte della SignoriadiCly,èriccadistoriaecultura, a partire da Casa Saluard, una casaforte costituita dall’aggregazione di edifici intorno a una corte centrale con affreschi ancora ben conservati. Su di uno sperone di roccia sorge la cappelladiSanMichele,del1441, affrescata da Giacomino d’Ivrea.
Prima di ridiscendere verso Chambave vale la pena di visitare Saint-Denis non solo per l’imponente Maniero di Cly (1250 d.C.) o per lo straordinario passato feudale ma per la sua vocazione ecologica! Fra impianti di illuminazione comunale a raggi solari, il riscaldamento a pellets e raccolta differenziata in tutti i villaggi, troviamo il Centro di Sviluppo Sostenibile in località Lavesé, una struttura pilota per lo sfruttamento di energie alternative, che funge da ostello “didattico” con 20 posti letto e sale per attività di laboratorio. Saint-Denis dispone inoltre di due punti di ristoro per una pausa ad esempio dopo una passeggiata nel bosco verso Saint-Evence, a mezz’ora dal paese, per vedere la cappella dedicata a San Evanzio e lo splendido panorama sulla Valle del Marmore.
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Il monte dei Goti Itinerari Montagna
MATTEO PALOZZO
Da sempre passaggio obbligato per gli scambi tra Bologna e Firenze, il comune di Monghidoro (BO) oggi si propone come meta turistica per famiglie e amanti della natura, tutto l’anno
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Il panorama di Monghidoro visto da Piamaggi
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ullo spartiacque che divide la valle del Savena da quella dell'Idice, sorge il nucleo urbano di Monghidoro e si snoda, tra il verde panoramico dell'Appennino toscoemiliano, la storica Strada Statale 65 della Futa che congiunge la Bologna medievale alla Firenze rinascimentale. Un’attività di rilevante importanza, esercitata nel monghidorese fino agli anni cinquan-
ta, si svolgeva all'interno dei numerosi mulini presenti sul corso dei torrenti Idice e Savena e dei loro affluenti. Oggi alcune vestigia ben conservate, ne consentono una suggestiva rivisitazione, da effettuarsi con una salutare camminata, all'interno di uno scenario naturale ancora incontaminato (la strada dei mulini). La storia di Monghidoro si perde ai tempi degli Ostrogoti, dei Bizantini, dei Longobardi e delle loro scorrerie lungo lo stivale italico; più o meno tredici secoli fa, quando uno stanziamento di Goti su queste montagne fu sufficientemente duraturo da passare ai posteri il toponimo “Mons Gothorum” (Monte dei Goti) da cui derivò, molto probabilmente, Monghidoro. Punto nevralgico di collegamento tra Emilia e Toscana, oggi questo paese offre numerose attività turistiche, puntando prevalentemente alle famiglie. Futa Point Al confine tra Emilia e Toscana, il Passo della Futa è da sempre frequentato da turisti
e viaggiatori. Per promuovere il territorio di Monghidoro è stato dunque istituito un punto di presidio sul Passo, il Futa Point, una costruzione tipica in sasso e legno con un ampio parcheggio per accogliere i passanti. Realizzato con il patrocinio di entrambe le Regioni e Province, nonché delle Camere di Commercio e delle Comunità Montane delle Cinque Valli Bolognesi e dell’Alto Mugello, vi si possono trovare tutti i prodotti tipici dell’Appennino Tosco-Emiliano e le informazioni sui luoghi dove dormire e mangiare. Tra prodotti ricercati, insoliti o tradizionali si possono acquistare marroni, tartufi e miele, oppure assaggiarli nell’area degustazioni. In programma anche numerose manifestazioni a tema, dai fiori alla sfoglia. Un punto di eccellenza per promuovere questo pezzo di Appennino.
Monghidoro centro
Un fantasma a cena L’Osteria del Fantorno, sul Monte Oggioli, era punto di ritrovo per tutti i malfattori disonesti che si spostavano da Bologna a Firenze per quel percorso secondario, evitando controlli e dazi. Anche il proprietario non era propriamente “pulito”, e leggenda narra che, a causa di
Trattamenti gourmand corpo e viso al cioccolato, vino, tartufo e caviale
una falange ritrovata nella zuppa, gli avventori irritati diedero fuoco all’Osteria. Questo edificio che andò bruciato nel ‘600, oggi è stato ricostruito, nelle vicinanze dei resti delle fondamenta, grazie anche alla fondazione Carisbo, insieme ad una accurato ripristino dei sentieri e delle segnalazioni. Il re-
Percorso benessere, per rilassare e purificare corpo e spirito 5 tipi di massaggi rilassanti ed emozionali
Scoprite ogni “angolo” del nostro benessere…
L'Osteria del Fantorno immersa nel verde
Bimbi in fila sul “ponte tibetano”
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cupero dell’Osteria, in funzione da ormai un anno, ha portato con sé lo Spirito del Fantorno, il vecchio proprietario, che “anima” le nottate all’Osteria con rumorose feste e banchetti, talvolta impedendo agli ospiti di riposare. Questa presenza, innocua, è oggetto di studio per diverse associazioni esperte in fenomeni paranormali, e di sicuro aggiungerà un “brivido” ai turisti che soggiorneranno in questo fantastico edificio.
Osteria del Fantorno Via San Pietro 70 Monghidoro Tel. 339 5054579
Triton’s Park Adventure Situato a circa 1.000 metri di quota, nel verde del Monte Oggioli, deve il suo nome ai curiosi anfibi crestati che popolano il laghetto al centro del parco. Il Triton’s Park Adventure, parco acrobatico attrezzato sugli alberi, è l’ideale ideale per una spensierata giornata all’aperto. Adatto a grandi e piccini, il parco offre sette differenti percorsi con diverse strutture quali funi, trapezi, tunnel di rete, passerelle fisse e mobili, di difficoltà ed “altitudine” variabile realizzati tra gli alberi del bosco ed una nuova attrazione di free-climbing per i più spericolati. I nuovi “Tarzan” potranno confrontarsi in prove di abilità, per poi rifocillarsi nell’area pic-nic attrezzata con barbecue.
Itinerari Mare
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VALENTINA DI MARIA
Mazara, meta unica
Chi a settembre volesse perdersi tra stradine arabe, archi normanni,chiesebaroccheesculturedellaGreciaanticanondeve per forza visitare 4 località, basta che si rechi a Mazara del Vallo
C’
Il lungomare di Mazara
è una città in Sicilia dove le piazze parlano ed a settembre si tingono di cangianti colori; al mattino l’alba le sfuma di rosa, ma solo per pochi minuti perché una luce abbagliante inebria tutto in un attimo. Al tramonto il sole tarda a scomparire e vi traccia pennellate rosso fuoco, a tarda notte poi, è la luna che regala i suoi riflessi d’argento. Queste piazze sono vive e parlano lingue antiche ed affascinanti che a volte si alternano, altre si fondono. Alcune parlano spagnolo e sanno di barocco, altre parlano arabo o normanno e tracciano linee asciutte ed essenziali sulle pietre gialle di tufo, tutte parlano siciliano. Passando di piazza in piazza si viene trasportati in epoche antiche ed in luoghi lontani: un bambino ride seduto sui gradini di una chiesa del ‘200 e parla arabo, un altro piange imprecando in albanese ed un altro corre con lunghi
capelli biondi ed occhi azzurri e s’intravede in lui un antico e fiero antenato vichingo. Queste piazze si trovano dentro le antiche mura della città, mura che possiamo solo immaginare. Infatti hanno lasciato soltanto qualche traccia nell’impianto quadrato del centro. La piazza principale è Piazza della Repubblica, completata nel 1700, dove si affacciano gli edifici del potere politico e religioso di ieri e di oggi: la Cattedrale, il Palazzo vescovile, il Seminario ed il Palazzo comunale. Della piazza il De Federicis nel ‘700 scrisse: “altro non è da desiderare a darvi decoro”ad indicare come nella piazza non mancasse nessun altro elemento decorativo ad abbellirla. Giungendovi dal mare, attraverso un breve viale alberato, si gode la vista di un angolo affascinante, il passaggio ad archi e grate che congiunge in alto il palazzo del Vescovo alla Chiesa. Il simbolo della settembre 2009
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città è una porta dell’antica fortezza distrutta, ‘arco normanno’ come oggi viene chiamato, è insieme ad un altro simbolo più moderno: la scultura di Pietro Consagra, illustre artista nativo di Mazara. Vecchio e nuovo perciò si mescolano e si fondono. Ma ripartendo da piazza della Repubblica, si possono imboccare due stradine parallele, una si dirige verso altre due piazze importanti: piazza Plebiscito dove si trova il Collegio dei Gesuiti col suo bellissimo portale barocco e sede della biblioteca e del museo civico e la chiesa di San Egidio, sede del museo più famoso del Satiro danzante, attribuito a Prassitele, ed oggi la principale meta turistica della città. L’altra stradina porta a piazza Santa Veneranda, esempio di architettura barocca col suo portale rococò. Da qui, fatti pochi passi, si arriva a piazza San Michele nel cuore della “casbah” l’antico centro arabo, che prende il nome della chiesa e del convento delle suore.
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l’Arco Normanno
Le 100 piazze, le 100 chiese Mazara del Vallo è chiamata anche la città dalle 100 chiese e perciò dalle 100 piazze che si moltiplicano dal centro alla periferia come la chiesa e la piazzetta di San Nicolò regale e quella della Madonna dell’Alto, uniche in puro stile arabo\normanno rimaste quasi intatte o quella di Santa Maria di Gesù o la piazza Imam al Mazarì, uno
studioso arabo qui nato. Bisogna a questo punto avventurasi nelle stradine, vie tortuose della “casbah” dove l’elemento architettonico tipico è il cortile. E che cos’è il cortile se non una piccola piazza chiusa, simile al patio spagnolo? E’ uno spazio comune a tutte le case che vi si affacciano e qui si viene colti da sorpresa per le innumerevoli forme e fogge che
Il porto canale di Mazara
assumono i cortili e per la vista delle donne che chiacchierano tra loro osservando i visitatori con curiosità. Continuando a camminare dentro le quatto mura ci si imbatte nel Museo diocesano, vero scrigno d’arte sacra e manufatti d’argento e lentamente si giunge verso la città in movimento e verso il porto-canale che dal mare si addentra in città verso piazza
Regina. La cultura allora si fa natura e la natura si fa economia. E’ dal fiume Mazzaro e dal mare, che gli regala le sue acque, che arriva il benessere economico. Il porto canale è l’ingresso sicuro per i pescherecci che ritornano dopo settimane di pesca, ma è anche bacino per i cantieri navali specializzati e riparo per numerose imbarcazioni da diporto. I di-
versi porticcioli brulicano di vita e di voci ed anche qui si parlano tante lingue, si mescolano e si intendono sempre. Sui pescherecci lavorano molti immigrati del nord Africa, l’80% delle unità lavorative. Nel 2000 la flotta peschereccia contava 327 natanti per la pesca d’altura, senza contare altre centinaia di imbarcazioni minori per quella lungo costa. Vengono
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praticate tutte le forme di pesca, ma la più redditizia è quella a strascico e le varietà pescate sono numerose anche se viene privilegiato il gambero rosa per il quale Mazara ha il primato di qualità. E’ uno spettacolo impareggiabile assistere all’arrivo dei pescherecci ed allo sbarco del pesce che viene allineato anche questo in piazza, questa volta è quella del mercato, pronto per essere venduto all’asta. Anche in questo caso la piazza accoglie e tutto vi si svolge. Ce n’è un’altra, poi, all’imboccatura del porto, quella di Gian Battista Quinci che dalla città permette di allungare la vista a tutta la costa sia verso est che ovest. Da qui parte il lungomare delle passeggiate che a settembre hanno un ritmo unico, lento e tiepido e non più veloce ed afoso come in agosto.
Oasi WWF Qui la città non dorme mai. Verso ovest lo sguardo porta al tramonto, sulla spiaggia di Tonnarella e l’oasi di Capo feto. Già perché alle porte della città, cosa incredibile, sono state istituite due riserve naturali affidate al WWF come zone umide rare. Quella di Capo feto deve la sua unicità alla presenza, nei fondali, della posidonia oceanica, una pianta acquatica che forma delle praterie sottomarine di importanza ecologica notevole per l’azione protettiva della costa, vi vivono numerosi organismi
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Archeologia Marina: il satiro danzante Cosa si poteva ritrovare nei fondali del mare di Mazara se non una statua simbolo del piacere e del divertimento, dell’estasi e della gioia? I Satiri seguivano il Dio Dioniso nelle foreste per bere e festeggiare, danzare e travolgersi nell’estasi. Così vogliamo pensare che questa opera straordinaria della grecità, attribuita all’artista Prassitele del 400\300 a.C, fosse diretta proprio qui, naufragata e riemersa due millenni dopo al traino del peschereccio di Capitan Ciccio ed oggi finalmente a casa. Si trova nel Museo a lui dedicato dentro la chiesa di San Egidio insieme a vasi ed altri reperti archeologici. L’interSatiro danzante vento di restauro da parte dell’Istituto centrale per il restauro di Roma, ha ridato pieno splendore all’opera, eseguita con antichissime tecniche ed ammaliante per l’imponenza ed il movimento estatico che lascia immaginare. Il volto enigmatico è l’elemento più affascinante e misterioso con le sue espressioni cangianti a seconda da dove lo si osserva: un profilo assume espressione di fanciullo, un altro quello di demone.
ed è considerata un indicatore della qualità delle acque. L’altra oasi verso est è quella dei Gorghi tondi, nome derivato dai tre incantevoli laghetti di origine carsica, riempiti dalla falda affiorante. Il territorio circostante, ricco di piante della
macchia mediterranea e dove si trovano altri due laghi, quello di Murana e di Preola. Tra i canneti vi si rifugiano uccelli di ogni tipo come il tarabusino, per il quale è stata istituita la riserva. Così proprio a settembre è un incanto osservare gli uccelli mi-
gratori che si riposano prima di attraversare il Mediterraneo al sopraggiungere dell’inverno. Lungo la costa, mentre le imbarcazioni pescano ed i turisti si godono il mare, passano stormi di spatole, anatre, aironi, folaghe, garzette, gru ed ancora il falco di palude, il cavaliere d’Italia, il fenicottero rosa, germani reali, beccaccini e poiane. E tutto attorno a questo c’è pure la mano dell’uomo, con aranceti, vigne ed uliveti, il tutto perfettamente in armonia. Come le costruzioni rurali che qui si chiamano “bagghi”, una presenza discreta dove ci si può fermare a riposare ed a mangiare, che un tempo raccoglievano le residenze di braccianti ed agricoltori, casette che si affacciano su un vasto patio dove venivano raccolti e lavorati i frutti
Piazza della Repubblica di giorno
dei campi. Oggi sono state restaurate e trasformate in aziende di agriturismo, ristoranti o centri culturali.
Tipicità enogastronomiche La natura ancora una volta si fa economia e si va in cerca delle saporite olive, del pecorino fre-
sco o stagionato, della “vastedda” di formaggio fresco o di ricotta e di uve gustose che danno vita a vini prodotti anche in casa. Ci sono poche città al mondo che possono contenere tutto questo. E non finisce qui, ancora alla sera le piazze brulicano di gente, si
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fanno accoglienti. I baristi ed i ristoratori mettono fuori gazebo e tavolini ed offrono, fino a tarda notte, le prelibatezze della stagione: le granite di limoni o di gelsi, la cassata siciliana in versione gelato, i dolcetti di mandorle delle numerose pasticcerie o delle suore del convento e poi naturalmente il pesce, di tutte le varietà e specie. Dopo aver cenato ci si accorge che lo si è fatto con piatti, tazzine ed oggetti di ceramica decorata, con gli stessi motivi che si possono trovare nelle botteghe del centro o sui campanili ricoperti delle chiese, che raccontano di epoche storiche e di tradizioni diverse, da quella gialla di terracotta, presente già dal 3° millennio a.C, a quella raffinata e coloratissima del ‘600. C’è una bottega che si può trovare aperta fino a tarda notte con l’artista che ancora lavora e decora piatti affascinanti ed unici, tutti fatti a mano da lei. A Mazara non si dorme, si fa l’alba chiacchierando e non si torna a casa o in albergo se prima non si fa l’ultima capatina in piazza della Repubblica e l’ultima visita al lungomare. Così anche il turista più distratto capisce che è la gente, aperta, cordiale e conviviale che fa la differenza vera di questo posto ed “accoglienza” è una parola d’ordine che i mazaresi portano dentro. Di sicuro quello che rende unico questo posto proviene dal mare e da epoche antiche.
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Il ritiro delle reti da pesca
Curiosità: i piatti dell’integrazione
Parlare di cucina a Mazara è parlare di Storia e di Geografia, infatti già oltre tremila anni fa antichi popoli sbarcarono sulle coste, proprio nel cuore del Mediterraneo portando sicuramente con sé qualcosa da mangiare. Comincia da qui l’integrazione vera, con i prodotti agricoli e con l’arte di cucinarli. Secondo gli storici, per esempio, la vite compare in Sicilia portata da Micenei e Fenici, intorno al XV sec, ma nacque in Sicilia l’uso di conservare il vino in anfore di coccio, dato che in Grecia si soleva conservarlo in otri di pelle di capra. Furono poi i musulmani a farci conoscere lo zibibbo, un vitigno che veniva di là dal mare, da Cap Zebib, in Tunisia. E le flessuose Hurì sempre vergini recarono datteri, miele e melograni. Arrivarono cetrioli, melanzane, i pistacchi e le carrube, gli asparagi, i gelsomini e lo zafferano, ed ancora i chiodi di garofano e la canfora. Gli arabi, veri maestri dell’arte molitoria, crearono la semola dal grano duro introdotto in Sicilia e base del celebre cuscus, alimento principe della loro alimentazione. Nel Maghreb lo si prepara guarnendolo di carne di montone o di pollo. Ma poiché i musulmani sbarcati in Sicilia erano tunisini della costa e, quindi, pescatori, lo fecero con il pesce. Oggi si cucina in tutte le case ed i ristoranti e con tutti i tipi di condimento. Se non è integrazione questa!
Mare e Arte a braccetto Itinerari Mare
ANGELO LO RIZZO
La città di Ravenna, capitale di imperi antichi, oggi si distingue per l’elevato valore artistico che la rende una città da visitare tutto l’anno, a partire dall’estate sul litorale romagnolo
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Nel passato di Ravenna echeggiano grandi nomi di Re, di Imperatori, di Imperatrici avvenenti e fatali
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n provincia di Ravenna la storia, la cultura ed il paesaggio hanno contribuito a delineare una realtà unica e straordinaria che merita di essere scoperta. Tanti anni fa un editore bolognese pubblicò un volume dal titolo “Ravenna, una capitale”. Ravenna capitale dell'Impero Romano d'Occidente, Ravenna capitale dell'arte, ed ora Ravenna capitale del turismo. Non intendiamo però riferirci alla metropoli del divertimento come, ad esempio, la vicina Rimini. Piuttosto Ravenna riesce a concentrare nel suo territorio un enorme potenziale di interesse turistico, costituito dal glorioso centro storico, dalle ridenti località balneari che si allineano sulla costa dell'Adriatico, da Casalborsetti a Milano Marittima, spesso protette dalla ombrosa e verdeggiante pineta, dai centri termali. Qui, proprio nel mese di settembre, i turisti più avveduti vengono a trascorrere le ultime settimane di vacanze prima che l’autunno e poi l’inverno arrivino a trasformare questi lidi in aree assolutamente deserte ma non per questo meno affascinanti.
Ma torniamo a Ravenna, una città che tutti i bagnanti dell'Adriatico almeno una volta vengono a visitare. Una città dalla civiltà due volte millenaria, che conserva e gelosamente custodisce preziosi monumenti del passato. La città cantata da Byron e D'Annunzio, da Boccaccio e da Dante, deve appunto la sua fama, la sua gloria, la sua odierna attrazione turistica al suo passato. Un passato ove echeggiano grandi nomi di Re, di Imperatori, di Imperatrici avvenenti e fatali. Augusto, Odoacre, Galla Placidia, Teodorico, Giustiniano e Teodora sono solo alcuni nomi legati alla storia di Ravenna. Nessuna città ha saputo conservare nei secoli, così mirabilmente, tanti edifici mosaicati. Si tratta di costruzioni del V e VI secolo dopo Cristo, che furono innalzate ai tempi dell'augusta Galla Placidia, del Re Teodorico e dell'Imperatore Giustiniano, quando la città divenuta sede dell'Impero Romano d’Occidente e poi del Regno Goto, e quindi Bizantino, raggiunse il massimo del suo splendore. Sono appunto i mosaici la più grande attrazione di Ravenna che, a differenza degli affreschi, non solo riverberano la
La Basilica di San Vitale particolare del Corteo di Teodora
luce che li investe, ma quasi la moltiplicano. Luce e colore sono, appunto, gli elementi più caratteristici del mosaico ravennate. E questa proprietà luministica è felicemente espressa da un verso – ancora oggi leggibile – posto in una parete del vestibolo della CappellaArcivescovile:“Autluxhic nata est, aut capta hic regnat libera” (o la luce è nata qui, oppure, fatta prigioniera, qui regna libera). A Ravenna i concerti richiamano folla. Basta un esempio per tutti: il Ravenna Festival che ogni anno, d’estate, richiama folle di amanti della buona musica e che si svolge nelle Basiliche, nei teatri, nelle piazze della città. Al Maestro Riccardo Muti ed alla sua consorte
Cristina Mazzavillani, Presidente del Festival, va riconosciuto il merito d'aver dato alla città uno straordinario evento oggi conosciuto in tutto il mondo. Ma una vacanza non può essere tale senza considerare anche il suo aspetto gastronomico. E a Ravenna le possibilità di sedersi ad una buona tavola per gustare cibi genuini non mancano. Qui, in generale, si continua a mangiare “casalingo”. Si tratti di passatelli o di cappelletti, di quadratini con i piselli o di pasta e fagioli, di lasagne o di tagliatelle, di strozzapreti o di tortellini, è sempre la pasta all’uovo che predomina. Una tavola che riscuote un grande successo da parte dei gourmet, che non dimenticano di apprezzare
i buoni vini di Romagna. E poiché abbiamo parlato di vacanze settembrine, ricordiamo che a Cervia, a pochi chilometri da Ravenna, il settembre brilla nei cristalli del suo sale. Il sale è sicuramente un elemento essenziale della cucina e quello di Cervia con le sue peculiarità che lo hanno fatto diventare presidio Slow Food, riesce a valorizzare in modo unico l’aroma dei cibi. Un mese intero dedicato al mare ed al suo celebre sale fra sagre, rievocazioni e, naturalmente, enogastronomia. Un’occasione per andare alla scoperta delle tradizioni e della qualità perché a settembre, nella città del sale e lungo tutta la costa ravennate, l’estate non finisce mai.
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Il bagno Fantini a Cervia
A Cervia, città di mare rinomata per il suo sale, si trova uno degli stabilimenti balneari più famosi della Riviera Adriatica: Il Fantini Club. Il Fantini nasce come punto di riferimento per gli appassionati sportivi e questo è rimasto nel tempo il leit-motiv della struttura. Sono 8 i campi dove poter praticare gli sport da spiaggia: beach soccer, beach tennis e beach volley, oltre ad un campo da basket regolare. Sport ma anche relax e buona cucina. Per il benessere il Fantini offre l’area fitness, completa di circuito cardio fitness Technogym. Per il relax, invece, nel 2007 è stata aperta la nuova spa in riva al mare. Un’oasi di benessere composta da struttura in legno e green di 500 mq a pianta quadrata, isolata da una rigogliosa cortina di piante. All’interno della Fantini wave spa si troLa Fantini Wave Spa
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va la tenda massaggio dove delle sapienti mani specializzate possono regalarvi piacevoli momenti rigenerativi. Questa struttura è anche meta di appuntamenti ed eventi legati allo sport e non solo. Per l’occasione del 50° anniversariodellanascitailFantiniorganizza una serie di appuntamenticheproseguirannofinoal25 Ottobre 2009. Anche il Ristorantino del Fantini avrà in menù una seriedipiattiatema.Insommaper una vacanza ricca di eventi e attività questo è il posto adatto. Fantini Club Tel. 0544 956519 E-mail: info@fantiniclub.com
Dove andare a dormire: Da Marzo 2009 il Fantini si appoggia ad una struttura Alberghiera: il Sportur Hotel
Aldebaran, a pochi metri dalla spiaggia, completamente rinnovato e pensato appositamente per gli amanti dello sport. Per info e prenotazioni: Sportur Hotel Aldebaran Tel. 0544 71747, Fax: 0544 916125
Curiosità: Chi non ha mai sognato di celebrare il proprio matrimonio sulla spiaggia in una romantica cornice sul mare? Al Fantini si possono celebrare le nozze in riva al mare, consentendo di vivere il giorno più bello anche a piedi nudi. Il Fantini pensa a tutto, dalla cerimonia al banchetto nuziale fino all’animazione e alla festa. Un servizio aggiuntivo che rende questo bagno unico in Italia..
A spasso tra vino e pesce Itinerari Mare
LUIGI IALUNA
Un viaggio tra distese di vite, antichi bagli e torri saracene, seguendo profumi, colori ed emozioni alla ricerca del pesce e del mare cristallino nel cuore della splendida Sicilia
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Sciacca
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briacatevi di vino, di poesia o di virtù, per non sentire l’orribile fardello del tempo che vi spezzalespalleevipiegaaterra”. Baudelaire in questa sua nota poesia proponeva agli esseri umani, provati dalle noie del vivere quotidiano, una soluzione, per sottrarsi al grigiore dell’incedere del tempo e alle bruttezze della vita: ubriacarsi! E di cosa se non di vino, poesia e virtù? Ma perché l’ubriacatura sia “costruttiva” e rigenerante oc-
corre percorrere delle strade particolari che facciano da scenario eccellente e contribuiscano a renderla indimenticabile e da condividere con urgenza. Il viaggio si snoda tra le due strade del vino più importanti e affascinanti della Sicilia: quella del bianco d’Alcamo Doc e quello del Monreale Doc, il paese con il territorio più vasto d’Europa. Il luogo di ingresso è la Terra d’Angimbè, nel territorio di Alcamo, a metà tra l’autostrada che collega gli aeroporti di Tra-
pani e Palermo. L’origine della parola è araba, En-Ghebal (dentro la gebbia - le antiche vasche di raccolta acqua nei campi). Qui la terra è ricca d’acqua e le colture, da sempre, sono di grande pregio. Terreno ideale per coltivare le uve autoctone di Catarratto, di Grillo e di Insolia. Da queste ultime uve nasce il vino del Cusumano, Angimbè, famoso nel mondo per i suoi tappi di vetro. Lo assaggio nell’antico baglio della famiglia Lupo, trasformato in uno splendido Relais a 4 stelle, gustando un antipasto con pesce spada marinato, su frisella al nero di seppia, uova di tonno e lattume di tonno su crostino al nero di seppia e zafferano, sfincionello al tonno e zafferano, tonno marinato e sgombro di Lampedusa in intingolo egadiano. In bocca delizie e profumi di terra benedetta. Da qui si potrebbe andare verso il mare della costa tirrenica (Castellammare del Golfo, la riserva dello Zingaro, San Vito Lo Capo…) ma l’idea è quella di raggiungere la costa sud della Sicilia tra Sciacca, Porto Palo e Selinunte, attraversando distese e colline di vigneti ed uliveti dell’entroterra siciliana. La tappa è l’azienda vinicola della famiglia Spadafora, in contrada Virzì, nel territorio di Monreale. Qui mi accoglie Francesco, è lui che conduce l’azienda, dedicandosi con passione, dopo la morte del Papà, Pietro Spadafora Lanza Di Scalea, fondatore dell’azienda stessa. Un padre antico, che Francesco ricorda chino sulla terra a disegnarne le forme. A lui ha dedi-
Francesco Spadafora con il suo vino Sole dei Padri
cato il vino “Don Pietro” sia rosso che bianco. Con questo vino ha iniziato a vincere premi importanti a livello internazionale. E adesso continua con il vino “Il Sole dei Padri” con simbolo un sole stilizzato disegnato, con dedica a suo papà Francesco, dalla piccola Enrica. Accanto all’etichetta anche un bollino rosso “Wine for Life”, l’azienda dona Euro 0,50, per ognuno di esso e il ricavato va all’Associazione Sant’Egidio per l’acquisto di medicinali. Il Sole dei Padri è un vino, ricavato dalle uve Syrah, che unisce simbolicamente tre generazioni. Vincitore anch’esso di premi internazionali. Francesco è soprattutto orgoglioso di quello vinto a Bordeaux, in terra francese, nel 2007, dove ha ottenuto, con l’annata 2004, il Trophèe Citadelies come miglior vino rosso italiano. Ma è anche legato ai 5 Grappoli dati dalla Guida dei Vini d’Italia che per tutti é la gui-
da dei Sommelier. Forse dall’alto il tifo… e non solo, di Don Pietro, aiuta ogni giorno dalle 5 del mattino a mezzanotte il grande lavoro di Francesco. Nell’azienda è possibile anche soggiornare in piacevoli appartamenti, arredati con gusto e semplicità rurale: Pimpa, Janine, Azzurra, Gialla, Soleluna e Sonja, l’ultima arrivata, i nomi delle 6 casine. Inoltre per chi vuole rinfrescarsi una piscina sovraesposta con vista mozzafiato sui 180 ettari, di cui 100 coltivati a vigneti. Lasciato l’entroterra siciliano la tappa successiva sono le spiagge bianche e sabbiose e le acque cristalline di Sciacca e Porto Palo nel versante meridionale della Sicilia, a due passi dal sito archeologico di Selinunte. Sciacca, città delle Terme, da sempre è la capitale del pesce azzurro che oltre ad essere venduto fresco è anche lavorato e confezionato da diverse aziende. Nelle colline vi è l’Agriturismo
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TorreTabia,un’anticatorre diavvistamento, recentemente ristrutturata con all’interno un cortile tipico su cui si affacciano le otto camere ben arredate e confortevoli. Torre della Tabia traeoriginedaun’anticacasa-torre di tipo feudale, risalente al XV secolo ed è inserita nel contesto delle numerose torri di avvistamento di tipo militare fatte costruirelungolacostasicilianaper intercettare le navi saracene tra Sciacca,AgrigentoeSelinunte.Lo chef Calogero Interrante ci preparadiversipiattiabasedipesce, ma quello che fa la differenza è il Turbante di pesce spatola con cuore di Caponatina in agrodolce e crema di pomodoro. Lui è nato in queste terre, anche se dopo il diploma è stato 16 anni in Toscana, e conosce bene i terrenieisuoiprodotticoltivati.Forse anche il suo cognome “In-terrante” lo aiuta in questo lavoro. Il piatto è accompagnato da “Luna Chiara” un vino bianco prodotto dalle cantine riunite di Sciacca.L’ultimatappaèilritrovo a mare di Vittorio, ormai diventato un’Istituzione nella spiaggia di Porto Palo. Un primo piatto semplice a base di ricci che soltanto in questi mari è possibile trovare così buoni e gustosi. Il loro ruolo in fondo al mare, infatti, è quello di filtrare le acque. Con il vino bianco di Planeta si va sul sicuro e per chi ama fumarsi il sigaro, dopo aver ben mangiato e bevuto, ma lo ha dimenticato, lo chieda a Vittorio, ne ha una scatola in legno piena di tutte le marche e qualità.
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La Ricetta
Turbante di pesce spatola con cuore di Caponatina in agrodolce e crema di pomodoro di Calogero Interrante dell’Agriturismo Torre Tabia di Sciacca
Ingredienti: un filetto di pesce spatola, una melanzana, una zucchina, un peperone verde, un pomodoro, una manciata di capperi, un cucchiaio di zucchero, mezzo bicchiere di aceto, sale, pepe, due foglie di basilico, olio per friggere.
Preparazione: Rivestire uno stampino di alluminio con il filetto di spatola, a mò di turbante con la pelle rivolta verso l’esterno. Tagliate a dadini di circa un centimetro tutte le verdure e friggere in abbondante olio tranne i pomodori. Riunire tutte le verdure fritte e aggiungere i pomodori, i capperi e le foglie di basilico spezzettate con le mani. In un pentolino fare sciogliere lo zucchero con l’aceto su una fiamma e aggiungerlo alle verdure,aggiustarle di sale e pepe. Mettere le verdure al centro del turbante. Far cuocere in forno a 180° per 10 min. Fare una salsa di pomodoro con fondo di cipolla a cottura ultimate emulsionare con olio extra vergine e qualche foglia di basilico.
Presentazione del piatto: in un piatto fondo grande sformare il turbante di spatola e versare intorno la crema di pomodoro. Decorare con un bel ciuffo di basilico e un filo d’olio.
Dove dormire e gustare il pesce A Sciacca Agriturismo Torre Tabia C. da Ragana sn 92019 – Sciacca (AG) Ad Alcamo Relais Angimbè Pa-Tp uscita Alcamo Ovest SS.113 Km 338,4 91013 Calatafimi – Segesta (TP) A Porto Palo Ristorante da Vittorio Via Friuli Venezia Giulia, 9 92013 Porto Palo (AG) Dove dormire e gustare il vino A Monreale Azienda Agricola Spadafora Contrada Virzì – Monreale Uffici: via Ausonia, 90 90146 Palermo
La pasta con i ricci del Ristorante da Vittorio
Cous Cous Fest
Un’anteprima si era già svolta dal 19 al 21 giugno scorso,
Unite hanno fatto ballare il popolo del Fest. Infine per chi
Fest”. Il vincitore di quel concorso Enrico Bricarello, chef to-
Cous Cous Lab con ricette e assaggi. Un “contenitore” di ap-
quando fu lanciato il concorso “Vota uno chef per il Cous Cous
rinese, farà parte della squadra italiana che gareggerà alla 12°
vuole approfondire l’arte di prepazione di questo piatto il profondimento per i visitatori della rassegna. Laboratori ga-
edizione del Cous Cous Fest, in programma dal 22 al 27 set-
stronomici dove protagonista è la cucina multietnica del
della Sicilia. Un appuntamento internazionale di integrazione
talk show, tavole rotonde e incontri a tema.
tembre a San Vito Lo Capo, nella punta estrema occidentale
culturale, ormai affermatosi nello scenario gastronomico mondiale, che vedrà coinvolti anche quest’anno diversi chef di
nazionalità diverse: oltre l’Italia anche Francia, Israele, Costa
Mediterraneo, interpretata da chef italiani e stranieri con Il piatto presentato dall'Italia durante l'ultima edizione
d’Avorio, Marocco, Tunisia, Senegal e Palestina. Il Cous Cous Fest sarà anche l’occasione per altri eventi di intrattenimento
quali il Villaggio Gastronomico, una passeggiata tra diversi modi di cucinare il cous cous o Al Waha, in arabo “Oasi” che avrà come scenario naturale la sabbia bianchissima della spiag-
gia di San Vito Lo Capo, una delle più belle di tutto il Mediter-
raneo, un’area riservata a ospiti e Vip, palcoscenico di eventi
ed incontri, spettacoli e degustazioni. Ma anche momenti mu-
sicali con il Cou Cous Live Show, dove Artisti internazionali in-
terpretano i ritmi del mondo. Negli anni scorsi personaggi come Khaled, Negramaro, Avion Travel, Agricantus e Africa
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Le rotte del sapore Itinerari Mare
FILIPPO TADDIA
C’è un luogo dove il mare è limpido e ospita ogni specie di pesce colorato, un acquario naturale. Un posto dove si può fare il bagno da marzo a Natale. Questo luogo si chiama Lampedusa
È
un’isola piuttosto brulla, che il grande caldo ha reso così negli anni, dopo secoli di vegetazione lussureggiante. Vedi ovunque cespugli bassi e spinosi e, qua e là, qualche oleandro. Le spiagge non sono comode. Alcune hanno rocce dove stendersi al sole, poche sono attrezzate, alcune sono raggiungibili solo a piedi o addirittura in barca. Su tutte spicca la Spiaggia dei Conigli. È uno spettacolo mozzafiato. Parcheggi il motorino sul piazzale, prendi qualcosa da bere perché giù non c’è niente e scendi, per un km buono di scalinata naturale. A metà strada la vedi per la prima volta, da una terrazza panoramica. Ti fermi, perché fa caldo, ma hai voglia di arrivare e riparti con un piglio nuovo e con tanta energia. In tutto saranno 15 minuti di passeggiata, un po’ di più per risalire. Ti butti in acqua e ti trovi circondato da pesci di ogni forma e colore. L’acqua scende piano, tocchi dappertutto, puoi arrivare quasi a piedi all’isola che c’è davanti e con una piccola nuotata al Cristo degli Abissi sepolto subito fuori dalla baia a protezione dei naviganti.
La bellissima Spiaggia dei Conigli
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La sera è Via Roma il cuore del paseo isolano. Qualche centinaio di metri di movida, con due o tre bar che fanno musica dal vivo o, addirittura, abbozzano un karaoke improvvisato. L’ideale per la serata, se tira un po’ di vento, è un cannolo nell’unica pasticceria della via. Se invece la serata è calda e secca, e il vento che soffia viene dall’Africa, una granita con veri limoni di Sicilia è quello che ci vuole. Se il centro per voi è troppo caotico, tra le sue luci e i suoi negozi, vale la pena trasferirsi al porto. Qui ci sono bar più alla buona, qualche ristorantino, ci sono i pescherecci che partono. La notte il mare è loro. La mattina, invece, è delle barche turistiche che portano i villeggianti a fare il giro dell’isola. Una cifra modica per stare tutta la giornata in mare aperto e gustare uno spuntino a bordo. La cucina non è fornitis-
sima, bisogna accontentarsi, ma una fresca insalata lampedusana, con pomodorini, olive e filetti di sgombro fresco, condita dal sole e dal mare, è già un piacere sufficiente.
Passando per il centro mi capita di leggere, nei menu dei ristoranti, il cous cous di cernia. Scopro da alcuni isolani che a Lampedusa è il piatto tipico. Un piatto che, più di qualunque guida, sa raccontare l’anima peschereccia e nobile del lampedusani e il vento che porta odori, sapori e uomini dall’Africa. Vado a mangiarlo nel posto più adatto, il Club del cous cous. Un gazebo bianco, in cima a una collinetta vicino al campo sportivo, dove il cous cous la fa da padrone. Arriviamo a destinazione, sulla rotta del sapore. settembre 2009
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Itinerari Alternativi
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Fede incrollabile!
ALICE COLANTONIO
Viaggio nel cuore dell’Abruzzo: gli eremi di Celestino V, vessillo dell’indole forte e gentile, strutture cariche di spiritualità e fascino architettonico, scavate nella roccia degli Appennini
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orse non tutti sanno che, nel cuore della nostra penisola, una vasta catena montuosa si è fatta ricettacolo di leggende e arcaiche tradizioni. Non solo il Gran Sasso che, come il dito di Dio, s’innalza maestoso a suggellare il ghiacciaio del Calderone e la vasta distesa di piano e rocce di Campo Imperatore. Un po’ più a sud troviamo, infatti, una dolce montagna verde che abbraccia i secoli della storia e racchiude le avventure dell’uomo: la Maiella, la montagna madre, un bacino di boschi, creste e cascate che fanno dell’appennino abruzzese il Tibet d’Europa. Fra queste forti dune centinaia di pellegrini e viandanti hanno trovato rifugio, e figure di santi eremiti vi hanno insediato le loro oasi di solitudine e preghiera. Negli oltre cento eremi della regione è iscritto il sentimento di religiosità di un popolo, il racconto di una devozione verso Dio e verso la Natura. Una delle personalità più rappresentative di questo
spirito di adorazione e fede è quella di Frà Pietro Angeleri, meglio noto con il nome che sancì il suo breve Pontificato: Celestino V. Il santo monaco elesse le vette abruzzesi a sede della sua volontà di rinuncia e isolamento, e ancora oggi i suggestivi eremi raccolgono la testimonianza della sua vicenda spirituale.
Sant’Onofrio al Morrone La memoria di San Pietro Celestino è conservata tra le mura aspre e solitarie di una suggestiva grotta, incastonata come un nido d’aquila su una immane parete rocciosa che domina l’intera Valle Peligna. L’accesso all’eremo prevede un percorso a piedi tra severe e austere scalinate incavate nella roccia, le quali conducono ad un primo portichetto che si apre sull’incantevole valle sottostante. L’approccio brusco rende ancora più sorprendente l’esplosione di luci e colori degli affreschi che costellano l’oratorio e le altre celle dell’edificio: volte
NELLA PAGINA ACCANTO: Il caratteristico corridoio scavato nella roccia di San Bartolomeo
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dipinte di azzurro e punteggiate di stelle, una graziosa Madonna in trono affiancata dal sole e dalla luna, San Benedetto e i frati eremiti Mauro ed Antonio, lo straniante ritratto di Celestino, con il triregio sul capo ma con la palma del martirio in mano e il saio monastico, ad emblema della sua ambigua vicenda.
L’abbazia di Santo Spirito a Maiella La fondazione dell’eremo che ospitò la piccola comunità di Frà Pietro a Roccamorice, un piccolo borgo nell’entroterra pescarese, è legata ad una straordinaria leggenda: si narra che il 29 Agosto 1248 il Santo eremita stava alla finestra della sua cella, quando improvvisamente l’orizzonte si popolò di angeli e santi: dal paradiso scesero San Giovanni, Maria e Gesù in splendide vesti sacerdotali, per celebrare una solenne messa. L’edificio che venne eretto in questo luogo santo è composto da una sobria chiesa e da una serie di altri ambienti adibiti all’uso monastico, come la biblioteca e il refettorio. Sul portale l’iscrizione: Locus iste terribilis est, Domus Dei est et Porta Coeli. Un corridoio conduce alla Scala Santa, interamente scavata nella montagna, che termina nell’oratorio della Maddalena. Ogni anno, dal 29 Agosto al
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20 Settembre, si ripete un’antica Perdonanza, che richiama lungo i cunicoli dell’eremo una gran folla di pellegrini.
San Bartolomeo in Legio Di grande suggestione è lo scenario che attende il visitatore di questo eremo, non molto distante da quello di Santo Spirito. Il sentiero che vi conduce passa attraverso boschi e pendii rocciosi, aperti su un canyon scosceso e selvaggio. Non ci si rende conto della sua presenza se non quando ci si imbatte nella stretta e scivolosa scala che i pellegrini percorrevano in ginocchio. Spunta, allora, un minuto edificio incassato mimeticamente nella pietra: una piccola via irregolare, appoggiata sotto il riparo di un costone compatto, taglia la parete come un terrazzo, e scorta il pellegrino sino alla facciata della piccola cappella, incastonata anch’essa nella nuda roccia. Sulla parete di sinistra una piccola cavità raccoglie la pozza santa, un’acqua dai poteri lenitivi miracolosi. La Chiesetta, con il suo piccolo altare come unico arredo, appare come un piccolo gioiello di frugalità, quasi un tentativo di adattarsi, conformarsi, confondersi nel florido e maestoso paesaggio che la circonda. Ogni anno, il 25 agosto giungono nell’eremo numerose compagnie di pellegrini per
svolgere la rituale processione. Dopo la messa, che viene celebrata all’alba, i devoti scendono fino al docile torrente sottostante, che accoglie i riti penitenziali e la tradizionale colazione comunitaria. Come raggiungere:
Sant’Onofrio a Maiella: Sulmona (l’Aquila). A 25, uscita Pratola-Sulmona. Ferrovia: Roma-Pescara, stazione di Sulmona. Santo Spirito a Maiella e San Bartolomeo in Legio: Roccamorice (Pescara). A 25, uscita Scafa. Proseguire sulla SS 487 e dopo San Valentino in A. C. si va a sinistra per Roccamorice.
La Perdonanza
Dopo l’incoronazione, il papa Celestino V concesse una particolare indulgenza plenaria, che riscattava dalla colpa quanti avessero visitato la basilica di Collemaggio, all’Aquila, nei giorni del 28 e 29 agosto. Da allora, il solenne evento viene commemorato con una processione nelle vie cittadine del capoluogo abruzzese, dove si tengono cerimonie e riti arricchiti nel corso dei secoli. Con l’auspicio che l’antico splendore risorga presto.
Il Pollino e il Salento Itinerari Alternativi
MICHELE PETROCELLI
Tra arte, cultura, natura e cucina due mete di fine estate da visitare tra Puglia e Basilicata. Tra parchi naturalistici, cantine e prodotti tipici, un tour nel mezzogiorno d’Italia
Il caratteristico corridoio scavato nella roccia di San Bartolomeo
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Tappa pugliese Alcune decine di chilometri e a circa un’ora dalle coste del mare Jonio ecco stagliarsi imponente e vivace il massiccio del Pollino. Soggetto a tutela ambientale questo vasto territorio che comprende due regioni, Basilicata, appunto, e Calabria, dal 1993 è Parco Nazionale e con il suoi 192mila ettari risulta essere il più grande d’Italia. Un’altra meraviglia della Basilicata che a settembre diventa
meta di escursioni e trekking tra ruscelli, sentieri e tratturi, che arrivano in vetta fino agli oltre duemila metri della Serra del Dolcedorme o dello stesso Monte Pollino. In questo mese cominciano a spuntare i colori vivaci dell’autunno lucano. I pascoli montani ormai consumati dalle transumanze, le foglie delle querce secolari e ancora più in alto il leggendario Pino Loricato, unicità tipica di queste montagne.
Tutto intorno, i profumi dei primi comignoli che cuociono nelle pignatte di terracotta i fagioli di Sarconi e dalla terra, nel sottobosco, ecco spuntare il fungo porcino, vero sovrano di questo territorio. Il porcino è una caratteristica gastronomica di tutto il Parco del Pollino ma è soprattutto nel bacino idrografico del Lao-Mercure (Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Rotonda e Viggianello), che lo possiamo trovare e assaporare nei tanti agriturismi presenti nella zona. La produzione tipica dell’agroalimentare, costituisce senz’altro una peculiarità di questo territorio e quindi una ulteriore esperienza per i visitatori, attraverso la quale hanno la possibilità di condividere l’armonia uomo-natura perfettamente rappresentata dai prodotti tipici del Pollino. Tra questi il peperone di Senise, la melanzana rossa di Rotonda, il pane di Cerchiara, la soppressata e la ricotta, il miele e le marmellate, i liquori a base di frutti spontanei e il moscato di Saracena.
Tappa Salentina Riscendendo a valle a andando in direzione Puglia, a circa due ore di macchina si arriva nel Salento, una terra mitica costruita nella civiltà dai greci che la fecero grande e dal Barocco che la rese imponente. Un famoso giornalista scrisse: “Il Salento è
una terra di miraggi, ventosa; è fantastico, è pieno di dolcezza; resta nel mio ricordo più come un viaggio immaginario che come un viaggio vero”. E non c’è che da immergersi in questo mondo fantastico che tra mare e pianure addobbate d’uva offrono al visitatore di fine estate uno spettacolo indimenticabile. L’uva e il vino dunque, sono gli elementi enogarstronomici d’eccellenza di queste terre. I bianchi e i rossi o meglio ancora i più famosi rosati salentini, vini di qualità superiore rinomati a livello internazionale che si possono degustare nelle tante aziende della zona. Una di queste si trova a Sandonaci, là dove ha inizio il tacco d’Italia e porta il nome di famiglia: Candido, marchio doc conosciuto in tutto il mondo. È il 1929 quando Francesco Candido produce il suo primo vino; ha inizio una storia enologica, tutta salentina, che oggi prosegue grazie al lavoro e alla tramandata passione di Giacomo e Alessandro, la terza generazione della famiglia. Insegnava nonno Francesco che il vino si fa in vigna e i filari di vite non sono l’inizio, ma rappresentano il cuore dei vini Candido. E allora dopo aver visitato la splendida Lecce con le sue testimonianze archeologiche e artistiche che ripercorrono duemila anni di storia, non ci resterà altro da fare che entrare nel-
l’azienda vinicola Candido e soffermarci a degustare un bicchiere di Salice Salentino, rosso o rosato, un bianco Fiano del Salento o, ancora, un passito Paule Calle.
Agriturismo La Garavina C.da Casa del Conte Terranova del Pollino (Pz) Tel 097393395 cell. 3290661448
Azienda Vinicola Candido Via A. Diaz 46 - Sandonaci (BR) Tel 0831635674 fax 0831634695
Il vino dell’ Azienda Candido
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Merlino “mago dei fornelli” Itinerari Alternativi
MARA MUSANTE
Note ad uso e consumo di potenziali avventori di locali alla moda, con palati sopraffini, nonché visitatori di Genova e dintorni, per scoprire una città intrisa di storia e cultura
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rancesco Merlino, genovese, 39 anni, ex titolare dell’ “Osteria Borgo Antico” di Recco (GE) capo-chef del rinomato “ristorante Zeffirino” prima, del “Costa Lounge & Bar C-Dream” dopo, già reclutato da Rai Uno per le ultime due edizioni de “La Prova del Cuoco”, é stato incaricato di gestire le cucine del ristorante Soho di Bogliasco. Il Soho è curato da Damian Ranasinghe e dal fratello Cristopher, già esperti di diversi locali di Genova. Sta aggrappato alle rocce della scogliera di Bogliasco e dalla strada si vede la sua grande terrazza, incorniciata dai pini, affacciata sul mare. All’interno è evidente la filosofia cosmopolita con la quale è stato creato: ambienti all’avanguardia, arredi wengé e minimal, i cui colori dominanti sono il nero, il grigio e il bianco. Ovunque oggetti di design e le eleganti tappezzerie disegnate da Kenzo che creano un’atmosfera affascinante tipicamente metropolitana che riUna inquadratura mozzafiato del ristorante Soho di Bogliasco
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corda il famoso quartiere newyorkese di cui porta il nome. Ritrovo del buon vivere, il Soho punta alla buona cucina, informale, concreta, estrosa rigorosamente professionale. È il punto perfetto dove concedersi un aperitivo nel tardo pomeriggio, anche all’aperto, sulla terrazza dove con la vista si spazia sull’orizzonte. Una base musicale scelta con attenzione, accompagna le serate dei presenti. Il menù comprende: antipasti, primi, secondi e dolci con prezzi fissi, da scegliere tra diverse proposte. Le portate cambiano quasi tutti i giorni a seconda dei prodotti disponibili al momento, specie per il pesce, protagonista di gran parte delle ricette. Inoltre, in onore alla formula internazionale del locale, almeno una delle portate principali (un primo o un secondo) è sempre un “piatto fusion” un mix sapiente di sapori e tradizioni alimentari di origine diversa. Per accontentare un po’ tutti, poi, sono in lista anche un paio di piatti vegetariani. Un altro ristorante, sempre intitolato Soho, sempre gestito dagli stessi titolari, è a due passi dal Porto Antico di Genova che si estende da piazza Caricamento, dove ha sede il medievale Palazzo San Giorgio, fino al Ponte Parodi e alla darsena comunale, in pratica nel cuore di questa città, unica al mondo, che merita davvero un capitolo a parte. L’area del Porto Antico, chia-
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Una veduta del Porto Antico
L’ingresso dell’acquario di Genova
mata anche Expo dopo l’Expo ‘92, progettata dall’architetto Renzo Piano per le celebrazioni del quinto centenario della scoperta dell’America, è il waterfront della Genova del terzo millennio. Al suo interno vi si trova il Galata, museo del mare dedicato al Mediterraneo, che sui suoi 10.000 metri quadrati ospita 17 grandi sale dedicate al commercio marittimo delle diverse epoche, ricostruzioni di
ambienti portuali e cantieri, postazioni multimediali e interattive con effetti sonori e visivi. Altra perla di Genova è l’Acquario, museo vivente per circa 6000 esemplari di 600 specie marine diverse (pesci, crostacei, rettili, piante). È l’acquario italiano più grande ed il secondo in Europa, dopo quello di Valencia, in Spagna. Nei suoi 30 ambienti naturali contiene la più grande varietà
di ecosistemi e la più grande esposizione di biodiversità in un acquario europeo. Particolare importante: l’acqua per le vasche è prelevata al largo della costa e stabulata in quattro cisterne, depurata, disinfettata, quindi immessa negli impianti di filtrazione meccanici e biologici. Nelle vicinanze è ormeggiato il Galeone Neptune, la ricostruzione fantasiosa dell’imbarcazione tipica dei pirati del XVI secolo, in grandezza reale, fu costruito come scenografia principale del film “I pirati” di Roman Polanski. Per arrivare fin lì, si passa dalla Porta Siberia o Porta Cibaria. È l’accesso alla città che faceva parte delle mura cinquecentesche. Anche luogo di riscossione del dazio doganale, dopo la ristrutturazione del Porto Antico, nel 2001, è stato aperto al suo interno il museo dedicato al pittore e scenografo genovese
Il Galeone Neptune è la ricostruzione fantasiosa dell’imbarcazione tipica dei pirati del XVI secolo, in grandezza reale, e fu costruito come scenografia principale del film “I pirati” di Roman Polanski
Emanuele Luzzati. D’obbligo nominare anche i Magazzini del Cotone, siti su oltre trenta mila metri quadrati, furono costruiti a fine XIX secolo come Magazzini Generali per le merci in transito al Molo Vecchio. Oggi sono adibiti a sede di varie attività culturali e ricreative come la così detta Città dei Bambini, il più grande spazio esistente in Italia per bambini dai 2 ai 14 anni. Tornando alle opere d’arte è doverosa la citazione alla Sfera di Renzo Piano: in vetro e acciaio, situata in mare accanto all’acquario, ospita farfalle, iguane, felci e varie specie di piante tropicali. Inaugurata nel 2001 per il Vertice del G8 tenutosi a Genova, oggi è parte integrante del percorso offerto dall’Acquario. Tipico esempio di architettura civile medievale, sempre nel cuore del porto, è Palazzo San Giorgio o Palazzo delle Compere di San Giorgio, sede originaria del Banco di San Giorgio, una delle prime forme di istituzione bancaria sviluppatasi nell’Italia dei Comuni. Dal 1903 lì vi sono gli uffici dell’autorità portuale di Genova. E sempre nei dintorni troviamo il Museo Nazionale dell’Antartide “Felice Ippolito”, per un viaggio affascinante verso il continente di ghiaccio alla scoperta degli scenari polari più suggestivi, attraverso filmati, ricostruzioni e reperti scientifici, inoltre vi si può seguire l’attività scientifica dei ricercatori italiani in Antartide che studiano i problemi
dell’ambiente e del clima. Dopo la parentesi “culturale” torniamo alla “culinaria” scrivendo del Soho Restaurant & Fish Work, ristorante che sbarca nel centro di Genova dopo il grande successo ottenuto a Bogliasco, con la formula originale della pescheria di giorno - high-tech, con due grandi banchi dove brilla sul ghiaccio il pescato fresco - e ristorante di sera. Tutto quello che si trova sul bancone si può indicare allo chef e farselo cucinare in diretta nella grande cucina a piena vista dietro grandi vetrate. Un menù sempre pronto con i suggerimenti migliori è comunque a disposizione di chi potrebbe trovarsi in difficoltà di fronte a tanta offerta. Inoltre esistono piatti per vegetariani e per chi preferisce la carne. Possibile anche un “happy hour” molto raffinato, quando al piano superiore le luci si abbassano e la pescheria si trasforma in Champagne Lounge Bar dove è possibile degustare sushi, sashimi, ostriche e crudité, accompagnati da cocktail alla moda, vini - la cantina conta oltre 300 etichette e Champagne Drappier, il preferito da De Gaulle e anche dal Soho, che lo propone in una ventina di tipologie. Fra le note di servizio per potenziali/effettivi avventori è possibile fruire del posteggio della Marina Porto Antico e di un servizio take-away che completa l’offerta. Dopo Bogliasco e Genova, la catena “Soho”
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Lo chef Francesco Merlino
annovera anche il Soho restaurant sul lungomare di Camogli, splendida città degli antichi mille velieri. È situato appunto nell’affascinante passeggiata a mare di Via Garibaldi e, come gli altri, è caratterizzato da arredamento wengé, minimal, con toni caldi e intimi del colore tabacco. Dal dehor, situato sulla terrazza si può godere una delle più belle viste della Liguria: lo sguardo può spaziare da Punta Chiappa al Monte di Portofino, da Genova sino a Capo Noli. È un posto incantevole per prendere l’aperitivo, pranzare o cenare sotto le stelle al suono rilassante della risacca. Il menù a base di pesce
e non solo, è cucinato con prodotti di giornata. All’ingresso, un banco di pesce freschissimo - e a Camogli non potrebbe essere altrimenti - lo accomuna al Soho Fish Work di Genova. E si beve con la solita qualità, Champagne e carta dei vini con oltre 300 etichette.
SOHORestaurant&LoungeBar Via Antica Romana, 6 Bogliasco (GE) Tel. 010 3472483
SOHO Restaurant & Fish Work Via al Ponte Calvi 20 R Genova (GE) Tel. 010 8692548
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i c e t t e D ’ a u t o r e
Crespelle con radicchio e montasio INGREDIENTI: (per 4 persone)
2 cespi di radicchio di Treviso tardivo, 2 uova, 2,5dl di latte, 100g di farina, 250g di ricotta, 200g di Montasio, sale e pepe PREPARAZIONE:
Pulite il radicchio, tagliatelo a quarti e ponetelo a cuocere senza condimenti sulla pietra ollare. Nel frattempo preparate le crespelle: in una ciotola stemperate la farina con il latte, servendovi di una frusta; aggiungete poi le uova, il sale e l’olio. Lasciate riposare il composto ottenuto per un quarto d’ora, quindi iniziate a confezionare le crespelle. In un padellino ben caldo, in ferro o in uno antiaderente, versate con un mestolino poco impasto, a ricoprire, come un velo, l’intera superficie. Appena le estremità iniziano a prendere colore e tendono a staccarsi dalle pareti, girate la crespella lasciandola asciugare anche dall’altro lato. Tagliate il radicchio non troppo finemente, mescolatelo con la ricotta e unitevi 100 g di Montasio grattugiato. Aggiustate di sale e di pepe. Spalmate l’impasto di ricotta sulle crespelle con l’ausilio di una spatola e ripiegatele prima a metà e poi nuovamente a metà. Imburrate una teglia e adagiatevi le crespelle così farcite. Cospargetele con fiocchetti di burro e abbondante Montasio a scaglie o grattugiato. Infornate a 180° per 10’ circa.
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In queste pagine quattro ricette preparate da Fabrizio Nonis e Andrea Tarini, quattro piatti da cucinare sulla brace durante le ferie
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Lombata di coniglio al forno INGREDIENTI: (per 4 persone)
2 cespi di radicchio di Treviso tardivo, 2 uova, 2,5dl di latte, 100g di farina, 250g di ricotta, 200g di Montasio, sale e pepe PREPARAZIONE:
Disossate le lombate di coniglio e preparate con gli ossi un brodo che andrete a utilizzare più avanti. Distendete le lombate su un piano di lavoro cospargendole poi con metà del trito di salvia e rosmarino. Arrotolate su se stesse le lombate nel senso della lunghezza e avvolgete poi ciascuna in un paio di fettine di pancetta tagliate sottili. Fate rotolare le lombate nel trito di erbe in modo che se ne ricoprano anche esternamente e rosolatele poi in una padella con un filo di olio. Trasferitele poi in una teglia assieme all’olio, bagnatele fino a metà con il brodo e coprite la teglia con la carta stagnola. Infornate a 180° e cuocete per un’ora e mezza circa.
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In queste pagine quattro ricette preparate da Fabrizio Nonis e Andrea Tarini, quattro piatti da cucinare sulla brace durante le ferie
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Rana pescatrice con carciofi e bottarga INGREDIENTI: (per 4 persone)
600g di polpa di rana pescatrice, 8 carciofi, 2 rametti di salvia, 4 spicchi d’aglio, 3 fette di pancarrè, olio extravergine d’oliva, 50g di bottarga di muggine (o di tonno), sale e pepe PREPARAZIONE:
Pulite i carciofi privandoli delle foglie esterne più dure, quindi tagliateli a metà e, se necessario, eliminate il fieno centrale con l’aiuto di uno scavino. Tagliateli a fettine dello spessore di 34 mm, conditeli con l’aglio intero, il sale, il pepe, la salvia tagliata grossolanamente, l’olio e arrostiteli sulla pietra ollare. Quando saranno cotti, toglieteli dalla piastra e teneteli al caldo. Ricavate dei medaglioni dal filetto di rana pescatrice dello spessore di circa 2 cm, salateli, pepateli, oliateli e cospargeteli con un sottile strato di pancarré passato al setaccio. Adagiateli sulla pietra ollare ben calda, arrostiteli da entrambi i lati in modo da formare una bella crosticina che impedirà la fuoriuscita dei liquidi e ultimatene la cottura. Disponete un mucchietto di carciofi al centro del piatto, le fettine di rana pescatrice tutto attorno e concludete con una abbondante grattugiata di bottarga, meglio se di muggine, e un filo di olio.
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In queste pagine quattro ricette preparate da Fabrizio Nonis e Andrea Tarini, quattro piatti da cucinare sulla brace durante le ferie
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Crostatine di frutta grigliata INGREDIENTI: (per 4 persone)
4 dischi di 10cm di diametro di pasta frolla giĂ cotta, 2dl di crema pasticcera, 4 fette di ananas, 4 fragole, 1 kiwi, 1 arancia, crema pasticcera
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PREPARAZIONE:
Stendete la crema pasticcera sui dischi di pasta frolla aiutandovi con un cucchiaio. Tagliate la frutta a fettine e cospargetela di zucchero a velo. Scottate le fettine di frutta velocemente sulla griglia calda, adagiatele sulle crostatine e servite subito.
Gusto acceso
Nelle pagine precedenti vi abbiamo proposto quattro speciali ricette, tratte da questo gustoso libro. Perchè in vacanza si può dedicare un po' più tempo alla fantasia in cucina... La cottura a legna mantiene da millenni il fascino arcaico e simbolico del ritrovarsi a mangiare attorno a un fuoco e del farsi attrarre dai suoi bagliori in un’atmosfera di amicizia e intimità; e le sue regole di base e le sue tecniche, pur affinate nel tempo e sempre migliorate dalla tecnologia, rimangono immutate. In questo volume, curato dall’azienda Palazzetti, leader nel settore dei caminetti e dei barbecue, se ne riassume il senso passando in rassegna le strutture ideali come barbecue mobili e fissi, da giardino o da interno, forni a legna o caminetti, attrezzabili con griglie; spiedi o pietre ollari, i combustibili da preferire, ma anche le tecniche di accensione e tutti quei piccoli accorgimenti necessari a raggiungere i migliori risultati. Poi le tecniche di cottura: griglia, spiedo, riverbero,
pietra ollare, forno e cartoccio: un vademecum per padroneggiarle al massimo delle loro potenzialità. Carni, pesci, pane e pizza, formaggi, verdure, frutta: per ciascun alimento i consigli pratici per la scelta, la preparazione e la cottura; 100 ricette che esemplificano tutte le possibilità e potenzialità per alimenti e tecniche di cottura, aggiornate alle ultime tendenze della cucina moderna. Infine il barbecue party: la festa dei bambini, il vegetarian day, il brunch primaverile, la grigliata classica di carne e quella di pesce, l’America BBQ e il pizza party: sette proposte di menu a tema per sfruttare al massimo, divertendosi, il vostro barbecue, concludendo con un importante appendice sulle marinature, le spezie e le erbe aromatiche, elementi fondamentali per la cottura a legna.
AUTORE:
Fabrizio Nonis, Andrea Tarini TITOLO: Gusto acceso SOTTOTITOLO: I segreti della cottura a legna EDITORE: Terra Ferma Edizioni PAGINE: 175 PREZZO: € 25,00
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Prosecco, champagne d’Italia Vino e territorio
LUCA GARDINI
Sommelier presso il ristorante Cracco di Milano, Miglior Sommelier d’Italia 2004
I vigneti dell azienda Silvano Follador
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Il prosecco è oggi uno dei più importanti vini bianchi italiani, sia per l’importante presenza sul mercato sia per quelle sue caratteristiche che incontrano gradimento tra tutti i tipi di palati ad ogni latitudine.
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isalire alle origini di questo vitigno non è semplice in quanto, fino alla fine del ‘700, quest’uva era classificata genericamente tra le uve del “Vino bianco dei colli di Conegliano e di Valdobbiadene”; esistono però alcuni dati che ne dimostrerebbe-
ro un’origine ben più nobile ed antica, facendola risalire ad epoca romana, esattamente al vino Pucium, vino prodotto nel Carso triestino e che Plinio descriveva come uno dei grandi vini prediletti dai militari dell’antica Roma. Pucino, antenato del vitigno Glera che
ancora oggi si coltiva presso la località di Prosecco, nella zona triestina, talmente simile al prosecco tondo che molti studiosi hanno identificato il Prosecco trevigiano con il Pucino. Una precisa identificazione comunque rimane impossibile date le notizie vaghe e contrastanti sull’argomento.
La zona di produzione si estende sulla fascia collinare della Marca trevigiana, fra Conegliano, Vittorio Veneto, Pieve di Soligo, Vidor e Valdobbiadene; un insieme di catene collinari con direzione est-ovest che dalla pianura si susseguono fino alle prealpi, ad uguale distanza dalle Dolomiti, da cui rimangono protette a nord, e l’Adriatico, che influenza positivamente il clima e la natura del paesaggio. La zona di produzione si estende su una superficie di 18.000 ha, dove la vite è però coltivata solo nella parte più soleggiata dei colli, ad un’altitudine compresa tra i 50 e i 500 m.s.l.m. La forte pendenza delle colline, quindi la difficoltà di meccanizzare il lavoro, ha fatto si che la conduzione dei vigneti sia rimasta quasi sempre affidata ai piccoli viticoltori, che con la costruzione di ciglionamenti, rampe e terrazze, nel corso dei secoli, hanno plasmato i versanti ben esposti nelle colline, modificandone le caratteristiche e rendendo il paesaggio sempre più sug-
Grappoli di Prosecco
gestivo. La zona dove si produce quello che è considerato il miglior prosecco è un’ area di 105 ha, compresa tra le colline più scoscese di San Pietro, Barbozza, Santo Stefano e il comune di Valdobbiadene, il vino che si ricava viene chiamato “Cartizze” e si può considerare come un vero e proprio cru, che nasce dalla perfetta combinazione fra un microclima dolce ed un terreno assai vario, con morene, arenarie ed argille che consentono un drenaggio veloce delle piogge e, nel contempo, una costante riserva d’acqua, così che le viti si sviluppino in modo equilibrato.
Il prosecco è un vitigno rustico con grappoli piuttosto grandi, lunghi ed alati, con acini di un bel giallo dorato immersi nel verde brillante delle grandi foglie.
Esistono diversi tipi di Prosecco: -Prosecco lungo: caratterizzato dall’acino a forma oblunga, è originario della zona di Col S.Martino. -Prosecco Balbi: che prende il nome dal patrizio veneto Balbi Valier che per primo lo introdusse nelle zone di Pieve di Soligo ed ora Conegliano. -Prosecco tondo: detto anche prosecco gentile, minù o prosecco di Valdobbiadene, è quello a maggior diffusione tra le colline della zona.
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Prosecco
Cantine Selezionate
Silvano Follador Via Callonga,11 31049 Valdobbiadene (TV) Tel. 0423 900295
Adami Via Rovede, 27 31020 Colbertaldo di Vidor (TV) Tel. 0423 982110 Fax 0423 982130
Bortolin Via Menegazzi, 5 S. Stefano di Valdobbiadene (TV) Tel. 0423 900135 Fax 0423 901042 Canevel Via Roccat e Ferrari, 17 31049 Valdobbiadene (TV) Tel. 0423 975940 Fax 0423 975961 Consorzio Produttori di Valdobbiadene Via Roma, 7 31059 Solighetto (TV) Tel. 0438 83028 Fax 0438 842700 www.prosecco.it Vitigni
Prosecco lungo Prosecco Balbi Prosecco tondo Perera Verdiso Bianchetta Tipologie:
•Prosecco DOC di ConeglianoValdobbiadene Spumante •Brut •Extra Dry •Prosecco di Valdobbiadene superiore di Cartizze • Prosecco di ValdobbiadeneCartizze frizzante • Prosecco di ConeglianoValdobbiadene tranquillo
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Per questo vitigno non si può quindi parlare di una produzione standardizzata, cioè di un unico ceppo di Prosecco, ma ci si riferisce più esattamente ad una “popolazione” di viti. Oltre al prosecco si coltivano altri vitigni a bacca bianca che concorrono alla produzione del Prosecco, tra cui la Perera, la Bianchetta, il Verdiso. Da disciplinare per la produzione del Prosecco di ConeglianoValdobbiadene DOC esistono cinque regole fondamentali:
1.) Le uve devono provenire dai vigneti dell’area delimitata per legge, iscritti all’albo della camera di commercio di Treviso. 2) Varietà attualmente ammesse sono solo uve Prosecco, min 85%, e di Verdiso, Perera, Bianchetta, max 15%. 3) La vinificazione deve essere eseguita secondo norme previste dal disciplinare e può avvenire solo all’interno dei comuni delle zone Doc. Il cartizze può essere vinificato solo all’interno del comune di Valdobbiadene. 4) Imbottigliamento e spumantizzazione possono essere eseguiti solo nelle cantine della provincia di Treviso, e Venezia solo per le autorizzate. 5) Commercializzazione: prima dell’imbottigliamento ogni partita di vino deve superare l’esame organolettico eseguito dalle commissioni della camera di commercio.
La zona di produzione del prosecco è come un piccolo mondo fatto di un pacifico esercito di uomini che grazie all’amore per la loro terra e per i suoi prodotti hanno contribuito a costruire un vero e proprio “sistema economico”, in cui tutto gira attorno alla produzione del Prosecco DOC. Si sono create molte attività collegate a questo settore, fino a costruire una completa filiera produttiva. A stretto contatto con le case spumantistiche lavorano anzitutto le distillerie, che trasformano le vinacce di Prosecco provenienti dalle cantine nella preziosa grappa, simbolo del territorio. Inoltre ci sono attività di progettazione e realizzazione di macchine ed attrezzature enologiche. Sul territorio, infatti, si trovano alcune delle più importanti aziende della macchina enologica italiana, le cui tecnologie d’avanguardia sono presenti in molte delle più importanti cantine del mondo. Altre attività legate al mondo del vino, presenti in quest’area e che fanno parte integrante del sistema Prosecco DOC, sono i laboratori di analisi e le aziende fornitrici di prodotti e di servizi per l’enologia. Importante inoltre è il ruolo della Scuola Enologica di Conegliano, che assieme all’Università degli Studi di Enologia e all’Istituto Sperimentale per la Viticoltura dà vita ad uno dei poli di formazione e ricerca più importanti in ambito italiano. A completare il piccolo mondo del prosecco c’è l’ospitalità del territorio con tutte le sue strutture ricettive ove un bicchiere di bollicine diviene il miglior benvenuto.
Assaggiati per voi Prosecco di Valdobbiadene DOC, 2008 - Silvano Follador Paglierino luminoso con riflessi verdolini dal fine e persistente perlage. Conquista il naso nei suoi profumi di pera del miele e mela limoncella avvolti in uno sfondo agrumato di lime e raffinati ricordi citrini. L’ossigenazione libera sensazioni minerali e salmastre che si alternano con nuances di fiori di pesco e sambuco, chiusura delicata di anice e lavanda. Al palato morbido e avvolgente, denota grande freschezza e si esalta nelle sue sensazioni fruttate in cui la pera fa da protagonista. Finale fresco e lievemente sapido, sapore estivo da bere a tutte le ore. Lo abbinerei con gamberoni rossi di Sicilia con pomodoro confit e olive taggiasche. Prosecco di Cartizze, 2008 - Silvano Follador Verdolino con riflessi metallici evidenzia uno scintillante perlage di ottima finezza e persistenza. Al primo impatto il naso colpisce per la sua freschezza e piacevolezza esordendo con profumi di frutta bianca, pera kaiser, mela Smith, al secondo naso emergono le piacevoli sensazioni di agrumi come il cedro. L’ossigenazione libera sensazioni floreali di fiori di pesco che si alternano a movenze vegetali e di erbe aromatiche come l’incenso, il basilico rosso e la melissa. Chiusura delicata e salmastra. Morbida ed avvolgente la bocca in perfetto equilibrio con il quadro olfattivo, dalla freschezza pungente e che si esalta nel presentare sapide sensazioni fruttate. Ottimo da aperitivo! Lo abbinerei alla “Marinara” di pesce in fogli con verdure croccanti.
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Bacchus amat colles
Viticolture da tutelare
Già Virgilio aveva ben evidenziato come il miglior vino sia quello che nasce nei territori più montuosi o scoscesi. Oggi un Ente, il Cervim, studia le problematiche di questa viticoltura
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Italia vigneti nelle Cinque Terre
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a questo numero, Degusta inizia una collaborazione con il CERVIM, organismo internazionale nato nel 1987 sotto gli auspici dell’O.I.V. (Office International de la Vigne et du Vin), per la valorizzazione e la salvaguardia della viticoltura di montagna, certamente non facile, ma meritevole di ogni attenzione. Il Centro, a cui aderiscono Re-
gioni ed organismi regionali, nazionali ed esteri, ha sede in Valle d’Aosta ed opera da sempre promuovendo studi, ricerche e convegni ed assicurando la sua presenza in tutte le sedi istituzionali e di settore ove si affrontano problematiche legate alla viticoltura, facendosi il garante degli interessi della Viticoltura di Montagna ed in forte pendenza.
La viticoltura di montagna presenta queste specificità, che rappresentano spesso un grave handicap ma per altri versi una formidabile opportunità: • condizioni orografiche che creano impedimenti alla meccanizzazione • vigneti dalle ridotte dimensioni, non sempre contigui e in molti casi con presenza di terrazzamenti e con prevalenza di imprenditorialità non a titolo principale • necessità di grandi investimenti economici in caso di riformulazione di una viticoltura moderna • condizioni climatiche non sempre ottimali (es. fabbisogni idrici) • tipologia differenziata di uve, con produzioni enologiche fuori dai modelli mondiali (prodotti di nicchia) • vigneti situati in aree geografiche ad alta valenza paesaggistica e turistica
Vigneti della Mosella
Italia – Toscana - Massa Carrara
I colli Apuani sono situati nella provincia di Massa Carrara che si trova nella parte più settentrionale della Toscana. Qui il bianco candido del celebre marmo delle Alpi Apuane, si unisce al verde delle colline coltivate a vite che giacciono sotto di loro, e che si estendono fino al mare attraverso ripidi pendii. Le colline del Candia, tra la costa e le Alpi Apuane si caratterizzano per clima mite e terreni ricchi di minerali. Vermentino, Albarola, Trebbiano e Malvasia le varietà più allevate da cui si ricava il Candia DOC dei Colli Apuani: una produzione limitata, difficilmente reperibile fuori dalla zona circostante a quella d’origine. La particolare morfologia del terreno fa si che la maggior parte delle operazioni sia effettuata a mano, sotto costante controllo dell’ uomo.
Italia – Toscana – Isola d’Elba
L’isola più grande dell’arcipelago toscano è situata al largo delle coste livornesi. I circa 300 ha di vigneti terrazzati, che caratterizzato l’aspro paesaggio viticolo elbano, sono situati nella parte centrale e nella zona orientale dell’isola. Le tradizionali terrazze costruite su muri di pietra a secco, arrivano ad altitudini massime di 400 mt s.l.m.. I terreni che variano dalle diverse posizioni nell’isola, sono di origine vulcanica nella parte occidentale, ciottolosi e argillosi nella parte centrale e pietrosi e ricchi di ferro nella parte orientale. Ansonica, Vermentino, Procanico, Moscato, Sangiovese e Aleatico sono le varietà più diffuse, dalle quali si ricava l’Elba DOC rosso, rosato e bianco. settembre 2009
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L’attività del CERVIM è inoltre estesa alla viticoltura delle piccole isole caratterizzate da difficoltà strutturali (es. salinità, impossibilità di meccanizzazione etc..) e da effettivo e permanente carattere di isolamento ed inserita in un contesto strutturale e socio-economico penalizzante sotto il profilo della redditività aziendale. Si tratta di una viticoltura marginale, che rappresenta meno del cinque per cento della superficie viticola totale europea, ma che ha delle implicazioni importanti sull’economia, la società, l’ambiente e la cultura di molte Regioni e Nazioni.
Al CERVIM sono associate le Regioni quali Valle d’Aosta, Lombardia, Piemonte, Liguria, Sicilia, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento, Cantone Vallese per la Svizzera, Galizia per la Spagna, Douro per il Portogallo, Renania-Palatinato per la Germania, che presentano sul loro territorio una viticoltura di montagna, o in condizioni assimilabili. Vi aderiscono inoltre degli organismi regionali: Abruzzo per l’Italia, Wachau e Stiria per l’Austria, Banyuls-Collioure e RhônesAlpes per la Francia, Ticino per la Svizzera e l’Appalachian State nella Carolina del Nord per gli Stati Uniti. (G.P.)
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Spagna - Galizia Nel sud della provincia di Lugo e a Nord di Ourense, nella Galizia interna, risalendo il corso del fiume Sil fino alla sua unione con il Miño, si succedono una serie di piccole zone viticole, costituenti la denominazione di Origine “Ribeira Sacra”. Seguendo l’itinerario fluviale si incontrano le sottozone di Quiroga, Amandi, Chantada e Ribeira del Miño a Lugo e Ribeira del Sil a Ourense.
Spagna vigneti in Galizia
Italia – Campania – Costa di Amalfi
La Costiera amalfitana è il tratto di costa campana, situato a sud della Penisola Sorrentina, che si affaccia sul golfo di Salerno. Marinai-contadini con “un piede sulla barca, un altro nella vigna” sono stati definiti gli abitanti di questa zona in cui la natura ha creato paesi di case una sull’altra, di viuzze tortuose e spinto le coltivazioni su faticati eroici ripiani e terrazze artificiali. Le sorti del vigneto in Costiera restano saldamente legate ai caratteri del territorio, e soprattutto alle sue felici condizioni climatiche. I vigneti pensili, organizzati su terrazze a strapiombo, coprono i fianchi scoscesi della costa diventando uno degli elementi caratteristici del paesaggio. Ad altitudini tra i 200 e i 500 metri s.l.m. sopravvivono vitigni autoctoni quali la Falanghina, la Biancolella e lo Sciascinoso, che per via dell’isolamento e della faticosa quotidiana frequentazione sono noti rispettivamente come Bianca Zita, Bianca Tenera e Olivella. Altri vitigni a bacca bianca di questo territorio sono il Piedirosso e l’Aglianico.
Italia – Veneto - Monti Lessini
L’area dei Lessini, che si sviluppa in circa 20.000ha, è una zona collinare e montana che abbraccia due province: Verona e Vicenza. Dalle Colline d’Oro che scendono verso Montecchia di Crosara, Roncà, Arzignano, Chiampo nasce nel 1987 la DOC Lessini Durello per salvaguardare un vino ottenuto in prevalenza da vitigni autenticamente tipici di queste terre. Anima della Doc Lessini Durello è il vitigno Durello (localmente chiamato anche Durella), un vitigno autoctono la cui presenza nel territorio risale sino all’epoca preistorica. L’ attuale disciplinare di produzione prevede che i vini Doc “Monti Lessini Durello” possano essere prodotti con una percentuale minima di uve Durello pari all’85% e da un 15% massimo di altre varietà locali. I vitigni principali a bacca rossa del territorio sono rappresentati dal Pinot nero, mentre quelli a bacca bianca da: Durello, Garganega, Trebbiano di Soave, Pinot bianco e Chardonnay.
Italia – Sicilia – Parco dell’Etna
La viticoltura della zona etnea ha origini remote. Il paesaggio viticolo è stato plasmato dall’operosità dell’uomo che da sempre contrasta l’ambigua natura dell’Etna, “Fertile montagna” e “Orrido vulcano”. Solo tre dei quattro versanti del vulcano sono vitati. In quello meridionale si trovano i vigneti più impervi, che in certe aree superano i 1000 metri d’altitudine. I vigneti conservano ancora inalterati gli elementi caratteristici di un tempo che li hanno resi unici agli occhi dei viaggiatori del ‘700: appezzamenti irregolari, terrazzamenti con muretti a secco in pietra lavica, “torrette” di pietre. La viticoltura dell’Etna rappresenta anche un sito ad alto valore culturale e scientifico per l’elevata biodiversità che caratterizza i vitigni coltivati. I principali vitigni a bacca bianca sono: Carricante, Catarratto bianco comune, Inzolia. Quelli a bacca rossa: Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Alicante o Grenache. Svizzera vigneti nel Canton Vallese
Grecia- Macedonia
Florina è una della Quattro prefetture comprese nella regione della Macedonia dell’ovest. La superficie totale è di 1924 Km2 ad una altitudine che varia tra i 650 e i 2524m. Morfologicamente il territorio è costituito principalmente da montagne e colline. La Macedonia è differente dalle altre regioni vitivinicole della Grecia, una serie di microclimi, possibili grazie alla presenza di molti laghi, e di condizioni geologiche particolari conferiscono a questa terra e ai suoi vini un caratteristico gusto continentale. I vitigni a bacca rossa di questo territorio sono: Cabernet Sauvignon, Merlot, Vranac, Kratosija, Xinomavro, Siraz, Moschomavro, Roditis e Batiki, mentre quelli a bacca bianca sono: Smederevra, Welschriesling, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Trebbiano, Gewürztraminer.
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Il Moscato: vino da bere
Eccellenze enologiche
GIANFRANCO LEONARDI
Go Wine aveva già promosso una serata speciale nelle sale del Quirinale (l’Hotel di Roma) dedicata all’Amarone della Valpolicella, questa volta ha presentato i Moscato d’Italia e del mondo
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Alcune bottiglie di Moscato
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metà luglio, all’imbrunire quando nella capitale, trafficata e invasa da innumerevoli turisti, l’afa la fa da padrona, nel giardino interno dell’Hotel Quirinale, tra un immenso pino marittimo e ficus centenari, lì, “sotto le stelle”, il clima era davvero piacevole, anzi è il caso di dire... “fresco, frizzante con note piacevolmente fruttate...” Si, è la terminologia di chi ne sa in campo enoico, quella dei professionisti della vite - i produttori - e del vino - i fruitori che si dividono in:
rivenditori, sommelier e appassionati del calice e ovviamente del prezioso contenuto. La “verticale” a tema che vi si svolgeva – e che è riuscita a distogliere i presenti dal malessere creato dagli eccessivi 36° all’ombra (+ di 40 i gradi percepiti, ancora prima di cominciare le degustazioni...) – vedeva protagonista il “Moscato” uno dei principi dei vini aromatici: frizzantino di bassa gradazione alcolica, con profumi fruttati e floreali, dalla pesca fino alla salvia. Può essere più o meno dolce, no stucchevole, con una buona spalla acida che lo fa “fresco” al naso, al quale risulta semplice, pulito, floreale e niente più e, al palato, laddove veniva considerato “il vinello dolce per donne e bambini”, perché se ben fatto, forse alla fine è tutto molto simile (quasi uguale). Forzature non sono possibili né proponibili, se sentori ci sono, il vino poi non convince... Presentato dalle cantine provenienti da quasi tutta Italia e dintorni... una selezione di 50 vini, dal Moscato della Valle d’Aosta fino a quello di Pantelleria e altri provenienti da Austria, Francia, Grecia e Spagna. (Gelber Muskateller, Mu-
scat d’Alsace, Muscat di Frontignan, Muscat de Beaumes-deVenise, Moscato di Limnos, Moscato di Samos, Muscat di Segal’s; Moscatel de Setùbal, Moscatel de la Marina) e anche da oltre oceano. In tutte le sfumature di gusto e colore, anche “in tutte le salse”... ma non è appropriato (...) il Moscato ha ottenuto un successo superlativo: con il bicchiere in una mano e la scheda con le caratteristiche del vino, nell’altra, i presenti sciamavano calmi e composti da una parte all’altra del giardino, dove ordinatamente posizionati sul perimetro del giardino, erano posti i tavoli con le bottiglie in bella mostra. Riempivano i bicchieri, vi tuffavano il naso, fissavano un punto del cielo - che
imbruniva - assaggiavano, e si scambiavano pareri, opinioni e critiche, tutti facevano cosi... C’erano personaggi noti nel mondo romano del vino, sommelier di fama, noti ristoratori, anche molte donne e tanti giovani, interessati all’argomento, a quanto si diceva e a come si svolgevano i riti della serata. Naturalmente l’occasione è stata propizia per le aziende che hanno affiancato ai vari Moscato, Altre perle della loro produzione... E allora vai di Barbera, di Dolcetto, di Brachetto, di Cortese, di Cardonnay e di tanti – ottimi – passiti, anche “chinati”. Chi non ha colto anche questa occasione, promossa da Gowine, non saprà mai cosa si è perso...
Le Aziende: ABRAXAS: Palermo (PA) BOERI ALFONSO: Costigliole d’Asti (AT) CA’ DEI MANDORLI: Castel Rocchero (AT) CANTINA SANT’ANDREA: Terracina (LT) CAMINELLA: Cenate Sotto (BG) OLTERENZIO: Cornaiano (BZ) CICCIO ZACCAGNINI: Bolognano (PE) MASOTTINA: Conegliano (TV) ALESSANDRO MORODER: Ancona (AN) PRODUTTORI MOSCATO D’ASTI ASSOCIATI: Bocchino Giuseppe, Canelli, Cantina Sociale Vallebelbo, Santo Stefano Belbo, Marenco Vini e Strevi.
La bellezza del nostro territorio, la bontà dei nostri vini
Azienda Agricola Montegrande Di Brunacci Bruno Benito & Antonio s.a.s. Via Montegrande, 455 47023 Tessello di Cesena (FC) Tel 0547 660075 - 0547 28324 www.montegrande.net
Patata in BO ai nastri di partenza
È arrivato il momento tanto atteso. Dal 21 al 27 settembre Bologna vedrà la propria Patata Dop protagonista di incontri e tavole rotonde, ma soprattutto ingrediente principe nei ristoranti
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inalmente settembre, e a Bologna arriva il tanto atteso evento dedicato alla Patata Dop. Nei prossimi giorni in città non si parlerà d’altro: tra conferenze ed incontri sul tema, grandi eventi e serate culturali, la Patata salirà sul trono che le spetta. Cuore della manifestazione il coinvolgimento di numerosi ristoratori Ascom in tutta la Provincia, che presenteranno in menu uno o più piatti realizzati con il prezioso tubero. Alcuni dei piatti che i ristoratori presenteranno nella settimana di PATATA in BO
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Dopo l’anteprima del 3 luglio a Villa Leona a Bologna, ad aprire ufficialmente le danze ci sarà la grande festa che si svol-
gerà l’11 settembre presso la Fiera di Bologna, ospitata negli spazi di Expogreen. In un contesto unico nel suo , all’interno di questo esclusivo evento fieristico, PATATAinBO si presenterà ad una platea esclusiva di operatori e opinion leader con un ultimo preview prima della settimana dal 21 al 27 settembre. Nel Palagreen della Fiera di Bologna (Pad. 35, Area 48 di Ispirazione Naturale) con i ristoratori Ascom, i produttori e i maggiori opinion leaders del settore, si terrà una grande festa, che già dai primi dettagli si rivela un evento da non perdere.
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Il successo di PATATA in BO
ATATAinBO, prima ancora di coinvolgere il grande pubblico, sta riscuotendo un enorme successo tra gli “addetti ai lavori”. Primo fra tutti il Direttore di ASCOM Bologna, Giancarlo Tonelli: “ASCOM Bologna ha sempre avuto come obiettivo quello di valorizzare la nostra città e provincia, i suoi prodotti ed il lavoro di tutti coloro che, operando ogni giorno nel commercio e nella ristorazione, si impegnano per migliorare sempre di più la nostra realtà. E’ anche per questi motivi che abbiamo sposato l’iniziativa “PATATA in BO Settimana della Patata di Bologna DOP” promossa da Degusta, proprio perché abbiamo ritenuto questo progetto valido per promuovere un alimento dalle grandissime potenzialità e varietà d’utilizzo, una realtà fondamentale della nostra economia agroalimentare, che allo stesso tempo ha la necessità di essere rilanciato sia dal punto di vista gastronomico che nutrizionale. Come Ascom Bologna siamo molto soddisfatti di questa prima fase di preparazione dell’iniziativa, sono infatti numerosi i ristoratori e commercianti nostri associati che hanno apprezzato l’organizzazione e l’impegno dimostrati e che hanno aderito con entusiasmo. Ora l’obiettivo è realizzare nel migliore dei modi questa prima edizione, perfezionarla nei vari aspetti con la grande passione mostrata finora così da rendere la “Settimana della Patata di Bologna DOP” un appuntamento fisso nel panorama bolognese. In questo percorso, come del resto per ogni altra iniziativa, Ascom Bologna sarà sempre presente, garantirà tutto il suo impegno e non farà mai mancare il suo forte appoggio.”
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nche dai produttori, e in particolare dal Gruppo Romagnoli, giungono note di apprezzamento: “PATATAinBO si può chiaramente definire una bella iniziativa. – ha dichiarato Roberto Chiesa, Direttore Commerciale Linea Fresco della Romagnoli F.lli Spa – Si rivela una occasione per dare alla Patata bolognese il giusto riconoscimento per il grande apporto economico e gastronomico che ha dato a questa città. Si svolgeranno una serie di incontri importanti sia per il mondo dei produttori che, soprattutto, per il grande pubblico, che avrà l’opportunità di andare a fondo nella conoscenza di questo tubero che ha cambiato la storia gastronomica dell’Europa e di Bologna.” PATATAinBO si sta dimostrando, dunque, una manifestazione di successo, che riuscirà ad animare Bologna, con i suoi commercianti, produttori agricoli ed industriali, e che coinvolgerà ed appassionerà tutti i golosi e curiosi, gastronomi o semplicemente appassionati, che passeranno per la città “dotta e grassa” a settembre.
Valentino Di Pisa e Giancarlo Tonelli dell'ASCOM ai microfoni di "Con I Piedi Per Terra
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Patfrut Tra i maggiori produttori aderenti a PATATAinBO, a rappresentare un enorme numero di agricoltori è Patfrut, impresa-simbolo della pataticoltura bolognese. Nata nel 1970 con il nome di Produttori Patate, diviene Patfrut nel 1997 divenendo punto di riferimento per tutto il settore ortofrutta della Provincia di Bologna. Con il suo profondo radicamento nel territorio, Patfrut ha da sempre perseguito la valorizzazione dei produttori associati, guidandone e controllandone la produzione con l’obiettivo di seguire il produttore in tutte le fasi produttive. La nuova Patfrut Soc.Coop.Agr. è nata dalla fusione tra Pat-
La sede operativa Patfrut di Molinella
frut di Bologna e Ferrara Frutta. La Cooperativa si propone di dare la migliore risposta in termini economici e di servizi. Ricetta vincente per ottenere tali risultati sarà la costante ra-
zionalizzazione degli aspetti gestionali, l’efficienza dei servizi ai Soci ed ai Clienti, l’innovazione tecnologica e varietale, lo sviluppo e la salvaguardia delle produzioni del territorio.
DA RICORDARE In un contesto unico nel suo genere, all’interno di un esclusivo evento fieristico, PATATA in BO si presenta venerdì 11 settembre ad una prestigiosa platea di operatori e opinion leader in compagnia di 6 grandi chef bolognesi, alcuni chef della Nazionale Italiana Cuochi e con un sontuoso buffet dove i convenuti potranno assaggiare le decine di specialità enogastronomiche tipiche bolognesi. Si tratta dell’ultimo evento di “preview” prima della settimana PATATA in BO che si svolgerà dal 21 al 27 settembre. Il Palagreen della Fiera di Bologna (Pad. 35, Area 48 di Ispirazione Naturale) ospiterà la serata ad invito che aprirà ufficialmente le danze al grande evento di promozione e valorizzazione della Patata di Bologna Dop. Per info: info@patatainbo.it 76 DEGUSTA
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ha raccolto l’attenzione e l’entusiasmo d’istituzioni e imprese, riscontrando molte adesioni tra patrocini e sponsorizzazioni, elencati qui di seguito:
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TUTTO WEEKEND rassegna di eventi, sagre, manifestazioni enogastronomiche e appuntamenti per la cultura e il tempo libero in collaborazione con il portale www.prodottitipici.com Per segnalare un evento Tel. 051 736770
SETTEMBRE 2009 04-06/09 Sartirana Lomellina (PV) 37 ª Sagra della Rana Info: Comune 0384.800810
16/09-11/10 Isola della Scala (VR) 43ª Fiera del Riso - 3° Risitaly Info: Ente Fiera 045 7300089
05-06/09 Bibbiano –Buonconvento (SI) Villaggio della Birra 2009 Info: Comune 0577 80971
19-20/09 Pietra Ligure (SV) Vª Dolcissima Pietra Info: Oroargento 019 6898607
05-13/09 Cusio (BG) Fungolandia 2009 Info: Comune 0345 88021
19-20/09 Gorgonzola (MI) XI ª Sagra del Gorgonzola Info: Pro Loco 02 95301238
10-17/09 Forni di Sopra (UD) Forni, Funghi e… gastronomia Info: Consorzio Serv. Tur. 0433 88553
19-20/09 Castagneto Po (TO) Stra-Ciok e Stramangiando Info: Comune 011 912921
12-13/09 Gessopalena (CH) IV° Buon Gusto: I Formaggi d’Abruzzo Info: 0872 714587
19-21/09 Erbusco (BS) X° Festival del Franciacorta Info: Consorzio Tutela del Franciacorta 030 7760477
12-13 e 19-20/09 Enemonzo (UD) 33 ª Mostra mercato del formaggio e della ricotta di malga Info: Comune 0433 748072
20-09 Badalucco (IM) 39ª Sagra dello Stoccafisso Info: Comune 0184 407007
16-20/09 Cefalù (PA) 3° Sherbeth Festival – Festival del Gelato Info: Comune 0921 92411
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22-27/09 S.Vito Lo Capo (TP) XIIª Cous Cous Fest Info : Uff. Turist. 0923 974300 24-27/09 Foligno (PG) XI° I Primi Piatti d’Italia Info: Epta Srl 075 500557
In vetrina
Dal 5 al 6 sttembre, Sassello (SV) III° LoveAmaretto Info: Oroargento 019 6898607
Dal 10 al 13 settembre, Fano (PS) VII° Festival Internazionale del Brodetto e della Zuppa di Pesce Info: Confesercenti 0721 831382
Tre giornate nello splendido centro storico di Sassello, dove il “Re” è l’Amaretto, dolce biscotto secco famoso in tutto il mondo. In programma un’esposizione e degustazione di Amaretti con vini e liquori in abbinamento, una mostra dedicata all’Amaretto ed ai suoi ingredienti -ovviamente ogni azienda ha la sua ricetta “segreta”, ma la ricetta base è secolare e prevede zucchero, mandorle dolci pelate, albume d’uovo ed armelline amarepresso Largo degli Chefs corsi di cucina a base di Amaretti, musica dedicata a LoveAmaretto, un’area dedicata alle fasciatrici ed arrotolatrici di amaretti ed infine l’area ABG: A come Amaretto, B come bambino e G come gioco.
All’interno della Rocca Malatestiana, monumento di grande valore architettonico, si svolgono tutti gli eventi di questo festival che, giunto alla settima edizione, ogni anno vede arrivare chefs provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero per valorizzare la cucina marinara “sfidandosi” all’insegna del gusto e della creatività. Oltre alle disfide di brodetti e zuppe, sono previsti due campionati di vini, la scuola di alta cucina, la presentazione dei pani della tradizione, l’ educazione alimentare per i bambini, lo spazio dedicato all’entroterra, lo spazio dei produttori ed un convegno internazionale.
24-27/09 Mortara (PV) Palio dell’Oca e Sagra del Salame d’Oca Info: 0384 99356
25-27/09 Montecatini T.(PT) Territori in Festival Info: 0574 514331
25-27/09 Sogliano al Rubicone (FC) 21ª Sagra “De Savor” Info: Ass.Cult. Montegelli 0541 940150
26-27/09 Millesimo (SV) XVIIª Festa Naz. del Tartufo Info: Pro Loco 019 564007
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TUTTO WEEKEND 03-04/10 Malcesine (VR) Ciottolando con Gusto Info: Malcesine Più 045 7400837
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03-04/10 Rovegno (GE) 40ª Sagra della Patata Info: Comune 010 955034 03-04/10 Monte Porzio (PU) 6ª Fiera d’Ottobre dall’Uva al Vino Info: Pro Loco 072 1955619 04-25/10 Palazzuolo s/Senio (FI) 27ª Sagra del Marrone e dei Frutti del Bosco Info: Comune 055 8046125
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16-18/10 Gonzaga (MN) Barmania Info: Fiera Millenaria 0376 58098 16-18 e 23-25/10 Cento (FE) 3° Festival dell’Enogastronomia del Centopievese Info: IAT 051 6843334 16-25/10 Perugia (PG) Eurochocolate 2009 Info: Sedicieventi 075 5025880 19-20/10 Bolzano (BZ) Autochtona Info: Fiera Bolzano 0471 516000
07-09/10 Cesena (FC) Macfrut Info: Cesena Fiera 0547 317435
22-25/10 Cremona (CR) Meatitaly I° Salone della Filiera della Carne Bovina – 64ª Fiera Internaz. del Bovino da Latte Info: Cremona Fiere 0372 598011
09-11/10 Lavagna (GE) VI° Pesto e dintorni Info: Oro&Argento 019 6898607
24-25/10 Palazzolo Agreide (SR) 9ª Agrimontana I Sapori degli Iblei Info: Comune 0931 871111
09-11/10 Castegnato (BS) XIVª Franciacorta in Bianco Info : 030 2146881
24-25/10 Maddaloni (CE) XVIIª Sagra della Mela Annurca Info: Pro Loco 0823 336552
16-18/10 Udine (UD) Good - 2ª Fiera della Qualità a Tavola Info: Udine Fiere 0432 4951
24-26/10 Torino (TO) Wine Show 2009 7° Salone del Vino – Dolc’é Info: Lingotto Fiere 011 6644111
In vetrina Dal 12 al 20/09 Bari (BA) Agrimed 2009 Info: Fiera del Levante 080 5366111 Una manifestazione interamente dedicata al grande patrimonio agroalimentare italiano e che si propone di presentare il meglio dei prodotti tipici delle diverse regioni, informare sulle tecniche di produzione, coinvolgere i visitatori con eventi a tema per riscoprire le tradizioni, sostenere la “cultura della qualità”, informando il consumatore finale sulle iniziative esistenti riguardo i marchi IGP, STG,DOP e DOC.ed infine consentire la degustazione e l’eventuale acquisto dei prodotti in esposizione.
Dal 18 al 21 settembre, Bra (CN) Cheese 2009 Info: Pro Loco 0172 421061 La città di Bra si trasforma per quattro giorni in un grande laboratorio di idee, dibattiti, degustazioni, attività didattiche e mercato. Cheese ormai è un punto di riferimento per gli artigiani della filiera lattiero-casearia mondiale e per un vasto pubblico di appassionati,
grazie alla sua capacità di far conoscere “le mille anime del formaggio”, dagli animali da latte al prodotto finito, perché ogni formaggio è il risultato di una lunga storia, con le sue identità e specificità.
Dal 19 a 27 settembre, Castelvetro (MO) 42ª Sagra dell’Uva e del Lambrusco Grasparossa Info: Consorzio V.I.T.A. 059 758880 Durante questa sagra, nei cortili e nelle piazze del centro storico di Castelvetro di Modena sono in programma molte iniziative con la presenza di stand enogastronomici e mercatini, spettacoli, concerti e mostre. Al centro della festa, ovviamente, la celebrazione della produzione tipica del Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, vino rosso frizzante DOC che deve il suo nome al vitigno omonimo, di cui in autunno si arrossano non solo le foglie, ma anche raspo e pedicelli. La zona di produzione è situata interamente nella provincia di Modena e la città di Castelvetro è considerata la capitale di questa tipica produzione agricola, per l’ occasione il suo borgo antico si trasforma in una grande enoteca dove i produttori della zona presentano i loro vini.
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ibri da gustare
Le birre fatte in casa non hanno nulla da invidiare ai prodotti commerciali e, sovente, li superano come bontà e pregio. Questo libro nasce dalla voglia di mettersi in gioco. Gli autori, Matteo Billia e Lelio Bottero, hanno cercato di dare al lettore una visione un po’ più ampia del processo produttivoConclude il libro un’utile raccolta di ricette: a tale scopo, gli autori hanno interpellato i migliori birrai d’Italia, la cui passione li ha portati a fare il grande salto diventando professionisti.
Matteo Billia, Lelio Bottero Birra fatta in casa Ed. Gribaudo
Una guida esauriente alla conoscenza e alla degustazione delle più importanti birre del mondo. Oltre 260 schede e 500 tipi di birra descritti: storia, servizio, caratteristiche organolettiche, abbinamenti gastronomici. La prima parte di questo manuale fornisce un’introduzione alla storia della birra, agli ingredienti e ai metodi utilizzati nella produzione. La seconda parte illustra tramite schede dettagliate i principali marchi di birra, suddivisi per aree geografiche. Un viaggio lungo e pieno di sorprese, attraverso cinque continenti.
Birra; conoscere e riconoscere le varietà di birra e i principali produttori di tutto il mondo Guide compact DeAgostini L’Annuario Infobirra 2009 apre, come al solito, con un’ampia Sezione Mercati, cui segue il consueto Repertorio delle Marche. La parte più ampia è naturalmente dedicata alla Sezione Produttori con le schede informative complete e aggiornate degli oltre 250 produttori. Una speciale sezione di oltre 100 pagine viene dedicata al mondo effervescente della “Birra Artigianale”, che si apre con un servizio sulla evoluzione dei microbirrifici e brew pub in Italia. Un’ampia sezione è poi dedicata ai Fornitori di Prodotti e Servizi, e un’ultima sezione, Per Saperne di Più, riporta le schede di tutti i gruppi ingrosso bevande, dei gruppi e catene della GDO, le associazioni di categoria nei vari paesi, gli organi di stampa settoriali.
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InfoBirra Italia 2009/2010 Beverfood
Gusto d’amore
“The Rest” di Alberto Lanteri Olio su tela – cm 100x100 – anno 2008 Lanteri ci stupisce sempre, non vi è un attimo in cui quest’artista possa pensare di fermarsi, la sua creatività ci porta sempre nuove atmosfere, nuove percezioni, dove l’immaginario diventa non solo realtà di se stesso, ma realtà universale. L’artista si pone sempre davanti ad uno specchio, dove non si riflette solo la sua realtà trasportata quasi a un’astrazione metafisica, ma è come se i suoi oggetti diventassero poesia del tempo e dello spazio, senza però rendersi conto, se non dopo aver osservato più a lungo le sue opere, che le forme diventano invenzione della realtà stessa. Il dipinto qua rappresentato lascia un gran senso di riposo, è come se lo spettatore si sentisse lentamente sprofondare in un sonno lieve, un senso di pace e d’infinita dolcezza: le mele appoggiate sul cuscino potrebbero rappresentare il riposo dopo l’amore, un silente dialogo dopo il piacere, rotto solamente da suoni, e forse mezze parole sussurrate all’infinito. Basterebbe entrare nello studio del maestro per respirare tutta l’energia dei suoi colori, è come camminare su un tappeto volante, che trascina lo spettatore in un turbinio di musica ancestrale, dove arte, musica e poesia si fondono in unico messaggio, per dare a chi osserva, l’immaginazione di volare nell’infinito. Certo, visitare dal vivo l’Atelier di Lanteri è stata una bella esperienza, anche se le mie parole nel descriverlo, hanno cercato di rendere al lettore una visione più vicina alla realtà. Beh, lasciatemelo dire, andate a curiosare se così si può dire, l’enorme scatola dei giochi - così io descrivo lo studio del maestro - un magico momento per ritornare bambini, ma senza dimenticare che tutto ciò che è sogno, si può trasformare in realtà. Laura Galliani Atelier - Palazzo Vivarelli - Corso Re Umberto, 67 - 10128 Torino - Tel. 011 591008 - Fax 011 591090 f.mangione@albertolanteri.it settembre 2009
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